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L'APOLOGETICUM DI TERTULLIANO
Opera apologetica di Quinto Settimio Fiorente Tertulliano (app. 160-220), scritta intorno al
197, nel periodo in cui ancora non aderiva al gruppo montanista. Mette in luce le contraddizioni
dell'atteggiamento del governo romano davanti al cristianesimo.

TERTULLIANUS, Apologeticum I, 4-7; II 1-111 TERTULLIANO, Apologeticum I, 4-7; II, 1-112

Hanc itaque primam causam apud vos colloca- <72> 4. Questa è dunque la prima accusa che
mus iniquitatis odii erga nomen Christianorum. noi formuliamo contro di voi: l'iniquità dell'o-
Quam iniquitatem idem titulus et onerat et re- dio vostro per il solo nome di cristiano. Quella
vincit, qui videtur excusare, ignorantia scilicet. stessa ragione che sembra scusare la vostra ini-
Quid enim iniquius, quam ut oderint homines quità, in realtà la aggrava e la rifiuta: voglio
quod ignorant, etiam si res meretur odium? dire l'ignoranza. Che cosa infatti di più iniquo
Tunc etenim meretur, cum cognoscitur an me- per gli uomini dell'odiare una cosa che ignora-
reatur. [5] Vacante autem meriti notitia, unde no, anche se è meritevole di odio? Essa non
odii iustitia defenditur, quae non de eventu, sed merita il vostro odio, se voi non sapete che lo
de conscientia probanda est? Cum ergo propte- meriti. 5. Se la conoscenza di ciò che essa me-
rea oderunt homines, quia ignorant, quale sit riti fa difetto, come difendere la fondatezza di
quod oderunt, cur non liceat eiusmodi illud un odio, che non può essere provato dal fatto,
esse, quod non debeant odisse? Ita utrumque ex ma dalla intima conoscenza? Quando gli uomi-
alterutro redarguimus, et ignorare illos, dum ni odiano perché ignorano quale sia l'oggetto
oderunt, et iniuste odisse, dum ignorant. del loro odio, non può allora darsi che quello
sia tale da non meritare d'essere odiato? Così
dunque noi contestiamo ambedue le cose, e l'u-
na con l'altra, la loro ignoranza di ciò che odia-
no, e l'ingiustizia di un odio per ciò che essi
ignorano.
[6] Testimonium ignorantiae est, quae iniquita- 6. La prova della loro ignoranza, che condanna
tem dum excusat, condemnat, cum omnes, qui la iniquità mentre le serve da scusa, è data dal
retro oderant, quia ignorabant, quale sit quod fatto che tutti coloro i quali fino ad oggi odia-
oderant, simul desinunt ignorare, cessant et vano perché ignoravano, appena cessano di
odisse. Ex his fiunt Christiani, utique de com- ignorare cessano anche di odiare. E questi di-
perto, et incipiunt odisse quod fuerant et profi- ventano cristiani, e senz'altro, con conoscenza
teri quod oderant; et sunt tanti, quanti et deno- di causa, cominciano ad odiare ciò che essi era-
tamur: [7] Obsessam vociferantur civitatem; in no, e a far professione di ciò che odiavano; e
agris, in castellis, in insulis Christianos; om- sono così numerosi come voi po- <73> tete
nem sexum, aetatem, condicionem, etiam di- constatare. 7. Si vocifera che la città è invasa;
gnitatem transgredi ad hoc nomen quasi detri- nelle campagne, nelle borgate, nelle isole vi
mento maerent. son cristiani; ogni sesso, ogni età, ogni classe,
ogni grado passa a questo nome; e ci se ne af-
fligge come di un danno.

II, 1. Si certum est denique nos nocentissimos <74> II, 1 Se dopo tutto è certo che noi siamo
esse, cur a vobis ipsis aliter tractamur quam pa- dei grandi delinquenti, perché mai veniamo

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ed. C. BECKER, Munich 1952.
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TERTULLIANO, Apologia del Cristianesimo. La Carne di Cristo (a cura di Claudio Micaelli), Fabri Editori, Milano 1997.
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res nostri, id est ceteri nocentes, cum eiusdem trattati da voi stessi diversamente dei nostri si-
noxae eadem tractatio deberet intervenire? [2] mili, cioè degli altri delinquenti, mentre per una
Quodcumque dicimur, cum alii dicuntur, et pro- stessa colpa dovrebbe esservi trattamento ugua-
prio ore et mercennaria advocatione utuntur ad le? 2. Quando gli altri sono accusati di tutte le
innocentiae suae commendationem; responden- cose che a noi vengono imputate, essi possono,
di, altercandi facultas patet, quando nec liceat con la propria <75> voce o per mezzo di una
indefensos et inauditos omnino damnari. [3] voce pagata, provare la propria innocenza; essi
Sed Christianis solis nihil permittitur loqui hanno facoltà di risposta, di contraddittorio,
quod causam purget, quod veritatem defendat, perché non è affatto lecito condannare qualcu-
quod iudicem non faciat iniustum; sed illud so- no senza che sia stato difeso ed ascoltato. 3. Ai
lum expectatur, quod odio publico necessarium cristiani non è invece permesso di dire ciò che
est: Confessio nominis, non examinatio crimi- li discolperebbe dall'accusa, farebbe rifulgere la
nis quando, si de aliquo nocente cognoscatis, verità dei fatti, impedirebbe al giudice di com-
non statim confesso eo nomen homicidae vel mettere un'ingiustizia; si desidera solo ciò che
sacrilegi vel incesti vel publici hostis, ut de no- serve ad aizzare l'odio pubblico: la confessione
stris elogiis loquar, contenti sitis ad pronuntian- di un nome, non l'indagine su di una colpa. 4.
dum, nisi et consequentia exigatis, qualitatem Ciò, mentre, se voi conducete un'inchiesta su
facti, numerum, locum, tempus, conscios, so- un criminale qualunque, non vi accontentate
cios. [5] De nobis nihil tale, cum aeque extor- che egli si confessi omicida o sacrilego o col-
queri oporteret quod cum falso iactatur, quot pevole di incesto o nemico pubblico (e accenno
quisque iam infanticidia degustasset, quot ince- soprattutto alle accuse che rivolgete a noi), per
sta contenebrasset, qui coqui, qui canes affuis- condannarlo senz'altro, ma verificate le circo-
sent. O quanta illius praesidis gloria, si eruisset stanze, la specie del delitto, il numero, il luogo,
aliquem, qui centum iam infantes comedisset! il modo, il tempo, i testimoni, i complici. 5.
Con noi, nulla di tutto ciò, mentre sarebbe vo-
stro dovere farci confessare con la tortura i cri-
mini che falsamente ci imputate, quanti infanti-
cidi, quanti incesti commessi con favor delle
tenebre, quanti cuochi, quanti cani vi abbiano
assistito. Oh quale vanto per un governatore di
provincia, se riuscisse a scoprire qualcuno che
avesse divorato un centinaio di bambini!
[6] Atquin invenimus inquisitionem quoque in 6. Ma, ben più, abbiamo trovato la prova che è
nos prohibitam. Plinius enim Secundus, cum stato perfino proibito di ricercarci. Infatti, Pli-
provinciam regeret, damnatis quibusdam Chri- nio Secondo, mentre governava una provincia,
stianis, quibusdam gradu pulsis, ipsa tamen avendo condannato alcuni cristiani ed ottenuta
multitudine perturbatus, quid de cetero ageret, l'apostasia di altri, turbato tuttavia dallo stesso
consuluit tunc Traianum imperatorem, adlegans loro gran numero, consultò l'imperatore Traia-
praeter obstinationem non sacrificandi nihil no su ciò che egli dovesse fare in avvenire, di-
aliud se de sacramentis eorum comperisse cendogli che, salvo l'ostinazione a non sacrifi-
quam coetus antelucanos ad canendum Christo care agli dèi, egli non aveva potuto scoprire,
ut deo et ad confoederandam disciplinam, ho- circa i loro misteri, che delle riunioni tenute
micidium adulterium fraudem perfidiam et ce- avanti l'alba, in cui si innalzavano canti a Cristo
tera scelera prohibentes. come a un Dio, e ci si impegnava a una disci-
plina che vieta l'omicidio, l'adulterio, la frode,
la perfidia e tutti gli altri delitti.
[7] Tunc Traianus rescripsit hoc genus inqui- 7. Allora Traiano decretò che quella gente non
rendos quidem non esse, oblatos vero puniri doveva essere ricercata, ma che se erano de-
oportere. [8] O sententiam necessitate confu- nunciati al tribunale, si doveva punirli. 8. O
sam! Negat inquirendos ut innocentes et man- sentenza per necessità illogica! Essa <76> dice
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dat puniendos ut nocentes. Parcit et saevit, dis- che non si deve cercarli, come degli innocenti,
simulat et animadvertit. Quid temet ipsam, cen- ed ordina punirli come dei colpevoli. Risparmia
sura, circumvenis? Si damnas, cur non et inqui- e incrudelisce, chiude gli occhi e punisce. Per-
ris? Si non inquiris, cur non et absolvis? Latro- ché esporti tu stesso alla censura? Se tu li con-
nibus vestigandis per universas provincias mili- danni, perché non li ricerchi? Se non li ricerchi,
taris statio sortitur, in reos maiestatis et publi- perché anche no li assolvi? Per ricercare dei
cos hostes omnis homo miles est: Ad socios, ad briganti, in ogni provincia, si estrae a sorte un
conscios usque inquisitio extenditur. [9] Solum drappello di soldati; contro i rei di lesa maestà
Christianum inquiri non licet, offerri licet, qua- ed i nemici pubblici, tutti sono soldati, e la ri-
si aliud esset actura inquisitio quam oblatio- cerca si estende ai complici, ai testimoni. 9.
nem. Damnatis itaque oblatum, quem nemo vo- Solo il cristiano non è consentito venga ricerca-
luit requisitum; qui, puto, iam non ideo meruit to, ma è permesso denunciarlo, come se la ri-
poenam, quia nocens est, sed quia non requi- cerca avesse uno scopo diverso da quello della
rendus inventus est. denuncia. Voi condannate un uomo denunciato,
che nessuno aveva voluto ricercare; e che, mi
sembra, non ha meritata la pena perché fosse
colpevole, ma perché, non essendo stato ricer-
cato, si è fatto prendere.
[10] Itaque nec in illo ex forma malorum iudi- 10. E neppure in quest'altro punto della procedu-
candorum agitis erga nos, quod ceteris neganti- ra penale voi vi comportate con noi secondo la
bus tormenta adhibetis ad confitendum, solis legge, perché agli altri, se negano, voi applicate
Christianis ad negandum, cum, si malum esset, la tortura per strappare una confessione, ai soli
nos quidem negaremus, vos vero confiteri tor- cristiani la applicate perché neghino; ma se si
mentis compelleretis. Neque enim ideo non pu- tratta di un delitto, noi negheremmo e voi ricor-
taretis requirenda quaestionibus scelera, quia rereste alla tortura per farci confessare! Né veni-
certi essetis admitti ea ex nominis confessione, teci a dire che non stimate necessario di ricerca-
qui hodie de confesso homicida, scientes homi- re tali delitti con la tortura, poiché ne siete certi
cidium quid sit, nihilominus ordinem extorque- attraverso la sola confessione del nome di cri-
tis admissi. [11] Quo perversius, cum praesu- stiano; ma se invece voi siete soliti, ogni giorno,
matis de sceleribus nostris ex nominis confes- ad un omicida confesso, ben sapendo ciò che sia
sione, cogitis tormentis de confessione decede- un omicidio, di strappare con la tortura la con-
re, ut negantes nomen pariter utique negemus fessione delle circostanze del delitto! 11. E poi-
et scelera, de quibus ex confessione nominis ché voi presumete il nostro delitto dalla sempli-
praesumpseratis. ce confessione del nome di cristiano, è cosa an-
cor più contraria alle leggi il farci ritrattare tale
confessione per mezzo della tortura, perché ne-
gando il nome negheremo al tempo stesso anche
i delitti che ci erano stati presunti per aver con-
fessato quel nome.

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