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7 Per una lista di alcune tra le più importanti accademie sorte a Napoli tra il
1530 ed il 1650, si veda il sito www.bl.uk/catalogues/ItalianAcademies/.
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sante della sua storia, si veda il brillante lavoro di Girolamo de Miranda, Una
Quiete Operosa: forme e pratiche dell’Accademia napoletana degli Oziosi
1611-1645, Napoli, Federiciana Editrice Universitaria, 2000.
12 La disputa intorno alla questione di chi sia stato il fondatore ufficiale
dell’accademia degli Oziosi ha diviso la storiografia spagnola ed italiana.
Per una bibliografia essenziale sulla questione si vedano Giulio Cesare
Capaccio, Il Forastiero, dialoghi di Giulio Cesare Capaccio Academico
Otioso. In Napoli, Per Gio. Domenico Roncagliolo, M.DC. XXXIV, pp.
8-10; Carlo Celano, Notizie del bello e dell’antico e del curioso della città
di Napoli, divise dall’autore in dieci giornate per guida e comodo de’ viag-
giatori, Napoli, ESI, MCMLXX, Vol. II, p. 906. Pietro Lasena menziona il
cardinale Brancaccio come fondatore del circolo accademico degli Ozio-
si: «alla Chiesa di S. Domenico de’ Frati Predicatori [...] nella Scola delle
Arti, in memoria del glorioso maestro di coloro, che sanno, San Tomaso,
il quale con publico stipendio ci hà insegnato, è rimasta l’Accademia degli
Otiosi, nata già sotto gli auspicij dell’Eminentissimo, e Dottissimo Cardinal
Brancaccio [...]». Pietro Lasena, Dell’antico ginnasio napoletano, Roma,
Porpora, 1641, pp. 2-3; Giambattista Marino, Lettere del Cavalier Gio: Bat-
tista Marino, in Venezia. Per gli heredi di Francesco Baba, M.D.C.LXXIII,
pp. 156-157, 161-166; Ioannis Petri Ab Alexandro I. C., Galatei Academici
Ociosi. Academiae Ociosorum. Libri III. Ad Illustris. Et Excellentis. D. D.
Petrum Ferd. A Castro Lemensium comitem, Regni Neap. Proregem, &c.
Neapoli, ex Typographia Io: Baptiste Gargani, & Lucretij Nuccij, 1613; D.
Diego Duque de Estrada, Comentarios del Desengañado, o sea Vida de D.
Diego Duque de Estrada, escrita por el mismo in Memorial Histórico Espa-
ñol, Coleccion de Documentos, Opúsculos y Antiguedades, que Publica la
Real Academia de la Historia, Tomo XII, en la Imprenta Nacional, Madrid,
1860, pp. 124-127; Lorenzo Giustiniani, Breve Contezza delle Accademie
istituite nel Regno di Napoli, Napoli, 1801, pp. 36-41; D. Juan Antonio
Pellicer y Soforcada, Ensayo de una Biblioteca de Traductores Espano-
les, Madrid per D. Antonio De Sancha, Año M. DCC.LXXVIII, pp. 28-39;
Alfonso Pardo Manuel de Villena Marques de Rafal, El Conde de Lemos,
noticia de su vida y de sus relaciones con Cervantes, Lope de Vega, Los Ar-
gensolas y de mos literatos de su epoca, Madrid, Jaime Ratés Martín, 1911,
pp.160-167; Joaquin Aznar Molina, Los Argensolas, Zaragoza, E. Berdejo,
1939, pp. 157-164; Carlo Padiglione, Le Leggi dell’Accadema degli Oziosi
in Napoli, Napoli, F. Giannini, 1878; Camillo Minieri-Riccio, Cenno sto-
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rico delle Accademie fiorite nella città di Napoli, «Archivio Storico per le
Provincie Napoletane», Anno III, fasc. 4, Napoli, Giannini, 1879; Angelo
Borzelli, Il Cavalier Giovan Battista Marino, Napoli, Gennaro M. Priore,
1898; Michele Manfredi, Giovan Battista Manso nella vita e nelle opere,
Napoli, Jovene, 1919, Cap. VII.
13 Come riferisce il Costo, l’accademia degli Oziosi riunì, alla sua fonda-
zione, i nomi più eminenti dell’aristocrazia del regno: «Furonvi fra’ primi
Academici D. Luigi Carafa Principe di Stigliano, D. Luigi di Capoa Prin-
cipe della Riccia, e Conte d’Altavilla, D. Giovanni di Capoa suo fratello,
Francesco Brancaccio, D. Diego di Mendozza, Francesco de Petris, Gio.
Battista della Porta, D. Filippo Gaetano Duca di Sermoneta, D. Bartolomeo
Caracciolo, D. Cesare Pappacoda, Scipion Teodoro, Fra Tomasso Carafa
dell’ordine de’ Predicatori, Giulio Cesare Capaccio, Ascanio Colelli, An.
Maria Palomba, D. Hettore Pignatello, Gio.Andrea di Paolo, Carlo Spinello
Principe di Cariati, Francesco Maria Carafa Duca di Nocera, Gio. Camil-
lo Cacaci, Paolo Marchesi, D. Cornelio Vitignano, Gio. Tomaso di Capoa
principe di Roccaromana, Tiberio del Pezzo, Antonio Stigliola, Ottavio
Sbara, Fabritio Carafa, Simon Braccio, Gio. Battista Composto, D. Fran-
cesco Zazero, & altri ricevuti dopo questi al numero di cento, e cinquanta».
Tomaso Costo, Memoriale delle cose più notabili accadute nel Regno di
Napoli dall’incarnazione di Cristo Per tutto l’Anno M.DC.XVII cavato, così
da tutto il testo del Compendio, come dalle annotazioni, e supplementi, che
vi sono, da Tomaso Costo con la giunta di Don Gioseffo Mormile Napo-
litano. In Napoli, Per Scipione Bonino, M.DC.XVIII, e ristampato per il
Gaffaro, 1639, pp. 84-85.
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«�����������������������������������������������������������������������
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here [in Naples] are two Academies of wits the one called the Ar-
denti, to show they ardour in studyeing: the other the Otiosi [...] Some of the
famous men for learning of this towne were, old Statius, rare Sannazarius,
Alexander ab Alexandro, and John Baptist Marin». Richard Lassells, Voya-
ge to Italy, London, 1691, p. 284.
15 Marino parla spesso e con toni non sempre felici della sua affiliazio-
ne all’accademia degli Oziosi. In una lettera indirizzata al conte Vitali, lo
scrittore osserva: «Mi ritrovo dopo tanti anni di peregrinatione, nella mia
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patria, ricevuto, & accarezzato con tanti honori, & con tanti applausi [...] Il
Sig. Vicerè è quasi ogni giorno meco; mi fà favori non ordinari, & dimostra
di compiacersi della mia conversatione. Son Prencipe di questa Academia,
con concorso frequentissimo di tanta moltitudine di Titolati, di Cavalieri, &
di Letterati, che veramente è cosa mirabile». Giambattista Marino, Lettere
Gravi, Argute e Facete. Non più Stampate. Con alcune Poesie dell’Istesso.
Venezia, per il Sarzina, M.DC.XXVIII, p. 72.
16 In una lettera ad Antonio Bruni, spedita da Napoli nel maggio del 1624, Ma-
rino così scrive: «Qui hanno voluto in ogni modo crearmi prencipe dell’acade-
mia degli Oziosi. Né mi sono giovate scuse, perché giovedì con publici applausi
ed acclamazioni fui dichiarato tale nel capitolo grande di San Domenico, con
tanto concorso di popolo e di nobiltà che fu certo cosa mirabile, perché senza
il numero innumerabile de’ letterati e de’ cavalieri vi furono contati centoses-
santa prencipi e signori titolati». Angelo Borzelli e Fausto Nicolini (a cura di),
Giambattista Marino, Epistolario, Vol. II, Bari, Laterza 1912, p. 44. Marino
appartenne anche alle accademie napoletane dei Sileni e, per un breve periodo,
a quella degli Infuriati. Si veda, in proposito, http://www.bl.uk/catalogues/Ita-
lianAcademies/.
17 Marino lamentò spesso l’obbligo continuo di dover «fare un discorso
imparato à mente per introduttione del problema; & accioche sia degno
dell’aspettatione, che si hà di me, & della gente, che mi ascolta, son costretto
à farvi studio particolare, talché del continuo tengo impacciato l’intelletto,
& la memoria per ritrovare nuove inventioni, & per recitarle». Giambattista
Marino, Lettere del Cavalier Gio: Battista Marino, Venezia, 1673, pp.165-
166. Si veda, inoltre, Angelo Borzelli, Il Cavalier Giovan Battista Marino,
[1569-1625], Memoria premiata dall’Accademia Pontaniana, Napoli, Gen-
naro M. Priore, 1898, pp. 179-180.
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27 «Lo Poeta nuostro sapenno che la lengua Napoletana eie figlia de la Greca, e
notrecata da la Latina, ed accresciuta, e fatta granne da la Provenzale, Spagnola,
ed autre; e sapenno che la Cetate nostra eie abbetata, e commerziata da tutte
cheste sciorte de naziune, pe cchesto le parze spediente de non fare li vierze
ntoscanese, pe mmeglio essere ntiso a lo paiese suio». Giulio Cesare Cortese,
La Vajasseide, Annotazejune a lo Canto I in Giulio Cesare Cortese, Opere di
Giulio Cesare Cortese detto il Pastor Sebeto. Napoli, MDCCLXXXIII. Presso
Giuseppe Maria Porcelli, Vol. II, p. 26.
28 Si vedano i sonetti premessi a La Vajasseide e, in particolare, il com-
ponimento de lo Smorfia Accademmeco Pacchiano, nel quale si legge: «Va
pure, va Poeta, va mParnaso,|ca na sarma de frasche hanno cogliuto|le
Mmuse, pe te fare na corona.|Mo sì ch’ogne Poeta| … pò ire a strigliare lo
Pegaso,|Ca tu sì l’arc’Abbate d’Alecona». G. C. Cortese, La Vajasseide, in
Opere, Tomo II, pp. XV-XVI.
29 «l’Accademmece Scatenate [...] che lo ditto Poemma sia fravecato con-
tra li banne, e commannamiente d’Arestotalo». Defennemiento de la Vajas-
seide de lo Tardacino, Contra la cenzura de l’Accademmece Scatenate, in
G. C. Cortese, Opere, Tomo II, p.183 e passim.
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In una città che aveva in più momenti della sua storia coniugato tradi-
zione ed istanze antiaristoteliche e dove avevano trovato voce le idee
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43 Giambattista Della Porta, Della Magia Naturale, Del Signor Gio: Bat-
tista Della Porta Napolitano Libri XX. Napoli, per Gio. Giacomo Carlino,
1611, p. 2.
44 G. Della Porta, La Fisonomia dell’huomo, et la Celeste, Di Gio: Battista
Dalla Porta. Libri Sei. In Venetia, 1652. Presso Sebastian Combi, & Gio:
La Noù.
45 Per uno studio del rapporto tra corpo e medicina astrologica si vedano,
in particolare, Filippo Finella, Delle Tavole Astronomiche Della Luna Per-
petue per anni 19. Libro Secondo Di Filippo Finella. In Napoli, per Ottavio
Beltrano, 1634; Id., Delle Virtù Occulte Delle Vipere Per le 28. mansioni
delli segni del Zodiaco. In Napoli, per Egidio Longo, 1634; Rutilio Be-
nincasa, Almanacco Perpetuo Di Rutilio Benincasa Cosentino, Illustrato,
e diviso in Cinque Parti, e quelle in Vinti Trattati distinte, e la V. P. in 14.
discorsi divisa. Nella Prima si tratta il far della Luna, Eclissi, comete, Eri-
gere la Celeste Figura, li Pronostichi, la Fisonomia, & altre curiosità. Nella
Seconda, della Elettione, Medicina, Vene, Arterie, Sagnia, Cauterij, Bagni,
& il modo di mantenersi sano... In Ancona, Appresso il Beltrano, 1653.
46 G. Della Porta, Della Chirofisonomia Overo Di quella Parte della hu-
mana Fisonomia, che si appartiene alla Mano. Libri Due del Signor Gio:
Battista della Porta Napolitano Tradotti da un Manoscritto Latino Dal Si-
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49 Filocalo Caputo, Oratione, In Napoli, per Egidio Longo, 1632, pp. 18-
19. Caputo si interessò di scienza e medicina e compare come censore di
alcuni testi di medicina. Si vedano, in particolare, Francesco Antonio Caser-
ta, Tractationes Duae Ad Medicinae praxim pertinentes. Altera de Natura,
& Usu Aquarum potabilium, tum in sanis, tum in aegris corporibus. Alia
de Natura, & Usu Vinorum, tum in sanis, tum in aegrotis. Cum Indice Que-
stionum, Articulorum, & Dubiorum. Napoli, Secondino Roncagliolo, 1623;
Giulio Cesare Baricelli, De Lactis, Seri, & Butyri Facultatibus, & Usu, Opu-
scola. Napoli. Lazzaro Scoriggio. 1623.
50 L’affiliazione di Della Porta all’accademia dei Lincei e degli Oziosi vie-
ne spesso menzionata nella letteratura compilativa sul cenacolo napoletano.
Carlo Celano lo cita addirittura tra i fondatori degli Oziosi in Carlo Cela-
no, Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli divise
dall’autore in dieci giornate per guida e comodo de’ viaggiatori. Napoli,
ESI, MCMLXX, Vol. II, p. 906. Si veda, inoltre, Giovanni Ferro De Rotaij,
Teatro D’Imprese, Venezia, G. Sarzina, 1623, Vol. II, pp. 448-49.
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64 Per una dettagliata descrizione degli apparati e del ruolo svolto da ac-
cademici oziosi di spicco quali Giulio Cesare Capaccio, Francesco de Pe-
tris, Giovan Bernardino Giuliani e Giambattista Basile, nell’organizzazione
di eventi religiosi, si vedano, in particolare, G. C. Capaccio, Descrittione
Della Padronanza Di S. Francesco Di Paola Nella Città Di Napoli e della
Festività fatta nella Translatione della Reliquia del suo Corpo Dalla Chie-
sa Di S. Luigi Alla Cappella del Tesoro nel Duomo. In Napoli per Egidio
Longo, 1631; Gio: Bernardino Giuliani, Descrittione Dell’Apparato Fatto
Nella Festa Di S. Giovanni Dal Fedelissimo Popolo Napolitano. In Napoli
per Domenico Maccarano, 1631.
65 Descrittione Della Pompa Funerale, Che si celebrò nella Città di Na-
poli Per La Morte Di D. Elisabetta Borbone Reina Di Spagna. Nella Real
Chiesa Di Santa Chiara, nelli 20. Di Marzo 1645. In Napoli, Nella Regia
Stamparia di Egidio Longo. 1645, p. 4.
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66 Ibid., p. 6.
67 Si vedano, soltanto come esempi di una prolifica letteratura in voga,
Filocalo Caputo, accademico Incauto, Il compendio della vita, della morte,
e de’ miracoli di S. Andrea Corsini. Napoli, Lazzaro Scoriggio, 1629; G. C.
Capaccio, Descrittione Della Padronanza Di S. Francesco Di Paola Nella
Città Di Napoli, Napoli, 1631, p. 47 e sgg. ; Id., Neapolitanae Historiae A
Iulio Caesare Capacio Eius Urbis A Secretis Et Cive Conscriptae Tomus
Primus. In Quo Antiquitas Aedificio, civibus, Republica, Ducibus, religione,
bellis, lapidibus, locis adiacentibus, qui totam fere` amplectuntur Campa-
niam continetur. Neapoli. Apud Io. Iacobum Carlinum. 1607, p. 114 e sgg.;
Giambattista Manso, Vita, et Miracoli di S. Patricia Vergine Sacra, con il
compendio delle reliquie, che si conservano nella chiesa del Monasterio
di detta Santa in Napoli. Nouamente raccolta dal sig. Gio. Battista Manso
Napolitano. In Napoli: appresso Gio. Iacomo Carlino, 1611; Prospero An-
tonio Zizza, Prosperi Antonii Zizzae, Sacerdotis, Academici Ociosi Neap.
Noncupati Pii. Basilica Maior Seu Archiepiscopion Neapolitanum Poema-
tion. Neapoli, Apud Secondinum Roncaliolum, 1623; Francesco Zacconi,
Discorso Academico Della Vita, E Morte Del B. Andrea Avellino Del Si-
gnor Francesco Zacconi, Letto Dal Medesimo autore Nell’Accademia De
Gl’Incauti Nel Mese Di Novembre 1636. In Napoli, Nella Stamperia Di
Francesco Savio. M.DC.XXXVI; Cleonte Torbizi, Vita Di S. Patricia Ver-
gine Figlia Dell’Imperator Costante E Protettrice della città, e Regno di
Napoli. Descritta già da Monsignor Paolo Regio, Vescovo di Vico Equense,
E poi rinovata, & ampliata da Cleonte Torbizi, Ad istanza delle Molto Re-
veren. Monache del Monasterio di S. Patricia di Napoli. In Napoli. M.DC.
XLII. Per Francesco Savio Stampator della Corte Arcivescovile; Francesco
Porcelli, Breve Discorso nel qual si narrano i motivi della Città di Napoli
in reintegrare la sua padronanza la Vergine Santa Patritia Imperatrice Di
Costantinopoli, E Della Solenne Festa Che Si Fece. In Napoli M.DC.XLII.
Per Francesco Savio Stampator della Corte Arcivescovile. Il testo è una
narrazione della festa di Santa Patrizia organizzata a Napoli nell’ottobre del
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1625. Maria Agnese Carrafa, Relatione Della Festa nel portar la Statua di
S. Patricia al Sacro Tesoro del Vescovato. Scritta dalla badessa D Maria
Agnese Carrafa Badessa. In Napoli M.DC.XLII. Per Francesco Savio Stam-
pator della Corte Arcivescovile.
68 Alberto Latro, Breve Relatione Della Pompa Delle Cose Che Occorse-
ro Nella Festività Del Beato Ludovico Bertrando, Celebrata Nella Regale
Chiesa Di San Domenico Di Napoli L’Ultima Domenica d’Aprile Dell’An-
no 1613. Con Gran Concorso, & Devotione Della Nobiltà, & Popolo Di
Detta Città. Posta In Stampa a Preghiere, & Istanza Delli Devoti Di Detto
Beato Ludovico Bertrando Dal R. P. Frat’Alberto Latro Sacristano Maggio-
re Della Detta Chiesa Di Santo Domenico. In Napoli, Appresso Gio. Iacopo
Carlino. 1613, p. 11.
69 Ibid., p. 4.
70 Ibid., p. 5.
71 Ibid., p. 10.
72 In occasione delle messe commemorative in lode di Ludovico Bertran-
do, fu scelto il padre bergamasco Lorenzo Biffio, accademico sileno vicino
agli ambienti vicereali e particolarmente conosciuto per le sue doti oratorie.
Si Vedano Lorenzo Biffio, Oratio A. P. D. Laurentio Biffio. Bergomensi
Clerico Regulari. IV. Kalendis Maij MDCXIII. Neapoli, Ex Typographis
Io. Iacobi Carlini. 1613, pp. 3-26. Biffio fu anche l’autore di un’orazione
celebrata nella chiesa di San Domenico per la morte di Tommaso Carafa,
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76 Nella narrazione della festa napoletana di San Giovanni Battista del giu-
gno del 1627, al passaggio del viceré Antonio Alvarez di Toledo nell’area
dei Lanzieri, così si legge: «[…] quegli honorati Cittadini in simile occasio-
ne, dimostrādo il devoto animo loro verso il Signor Duca d’alba, fecero, che
si vedessero le meraviglie nel mirabile artificio dell’apparato de’ panni di
seta, e d’oro [...] che con molta vaghezza coprendo i pareti della cima delle
case sino al basso, riempissero la vista à modo d’una delle più ricche strade
di Damasco in Siria, ò d’una Seplasia in Terra di Lavoro [...] che le genti
stavano, per lo stupore, attonite, e fuori di se stesse, nel mirarle». Giulio
Cesare Capaccio, Apparato Della Festivita’ Del Glorioso S. Gio. Battista
Fatto dal Fedelissimo Popolo Napolitano à XXIII. di Giugno MDCXXVII.
All’Eccellenza del Signor D. Antonio Alvarez Di Toledo Duca D’Alba Vice-
re Nel Regno. In Napoli, appresso Egidio Longo. 1627, p. 21.
77 Nella narrazione della festa napoletana di San Giovanni Battista del giu-
gno del 1631, al passaggio del viceré nell’area degli Orefici, così si legge:
«Ma qual penna potrà mai descrivere, ò lingua potrà mai à pieno ridire lo stu-
pendo, e meraviglioso monte che nella sua bottega fece [...] Domenico Anto-
nio Portio [...] Era questo Monte formato tutto d’Oro, di Diamanti, e d’altre
varie gemme, e pietre pretiose [...] e nella stessa sua sommità era egli adorno
di varij fiori, & arboscelli intesti di Diamanti, e d’altre gioie». Giovan Ber-
nardino Giuliani, Descrittione dell’Apparato Fatto Nella Festa Di S. Giovan-
ni Dal Fedelissimo Popolo Napolitano All’Illustrissimo, et Eccellentissimo
Sig. D. Emanuele Zunica Et Fonseca Conte Di Monterey Vicere Di Napoli
L’Anno M.DC.XXXI. Di Gio: Bernardino Giuliani Segretario del medesimo
Poplo Fedel.mo. In Napoli. Per Domenico Maccarano. 1631, pp. 59-60.
78 Nella narrazione della festa napoletana di San Giovanni Battista del giu-
gno del 1631, al passaggio del viceré nell’area della Sellaria, così si legge:
«Si videro appesi in aria in questa Strada due Artifici grandissimi di fuoco,
uno cioè d’una Galeazza di qua del Catafalco, e l’altro d’un Basilisco di
là: a’ quali appiccicatosi poscia il fuoco à vista di S. E. non si puotè mirare
spettacolo più gratioso, e piacevole, ne udir più grato strepito di quello, che
cagionarono i dumila scoppatoi, e le cento ben fatte trombe di legno, ripiene
di polvere, che furon poste per entro quel Catafalco». Giovan Bernardino
Giuliani, Descrittione dell’Apparato Fatto Nella Festa Di S. Giovanni, Na-
poli, 1631, p. 95.
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balli e mascherate.
Queste ultime costituivano una forma di intrattenimento corti-
giano particolarmente richiesto per la coralità della struttura e per la
varietà dello spettacolo che esse offrivano. Inframmezzate da canti,
balli ed azioni teatrali di forte impatto scenico, le mascherate cele-
brate a Napoli nel primo Seicento rimangono una delle testimonianze
più eclatanti dello sfarzo cortigiano. Costose, affollate di personaggi
che cambiavano scene e costumi con grande facilità, le mascherate,
maschili e femminili, costituivano una forma di intrattenimento ri-
chiesta anche a completamento di una festa religiosa:
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