Sei sulla pagina 1di 10

Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Bologna

Dipartimento di Ingegneria Industriale

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Marco Gentilini

Sistemi di circolazione nei corpi concentratori e


distillatori.

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Quaderni del Dipartimento


MARCO GENTILINI

SISTEMI DI CIRCOLAZIONE NEI CORPI


CONCENTRATORI E DISTILLATORI.

1 – GENERALITA'.

Le utenze di vapore saturo risultano scambiatori di calore tipo


condensatore, semplici o collegati in maniera più complessa come nel
caso dei sistemi per la concentrazione o separazione di una sostanza,
(soluto), contenuta in una soluzione, (concentratori), o per l'estrazione
del solvente dalla soluzione stessa, (distillatori).
La separazione parziale o totale di solvente e soluto in una soluzione si
ottiene sfruttando la natura solida del soluto che non può quindi
evaporare, o la diversa temperatura di ebollizione delle diverse
componenti liquide della soluzione, (distillazione frazionata).
In caso di concentrazione di un soluto la separazione del solvente
liquido, (generalmente vapore d'acqua), ne richiede l'evaporazione per
cui al termine dell'operazione, l'effetto della condensazione del vapore
primario, vettore di calore, è la liberazione di una portata di vapore a
pressione e temperatura minore che può essere riutilizzata in stadi a
temperatura inferiore.
Parimenti in caso di distillazione, il solvente ottenuto deve essere
portato allo stato liquido, con cessione del relativo calore latente di
condensazione.
Gli impianti pertanto, pur variando il prodotto utile, risultano dello
stesso tipo.
Qualunque liquido presenta una tensione di vapore, (pv), che tende a
portare il fluido completamente allo stato gassoso.
Alla tensione di vapore si oppone unicamente la pressione parziale del
vapore della stessa sostanza presente nell'ambiente circostante, (pa).
La tensione di vapore risulta crescente con la temperatura, per cui
l'evaporazione, a parità di pressione parziale del vapore della stessa
sostanza presente, aumenta con la temperatura fino a giungere alla
condizione in cui la tensione di vapore del liquido eguaglia la pressione
totale dell'ambiente ed è quindi in ogni caso superiore alla pressione
parziale del vapore presente, (ebollizione), mentre l'evaporazione
richiedendo energia termica, (calore latente di evaporazione), in un
processo adiabatico porta il liquido a raffreddarsi fino a che, raggiunto
l'equilibrio fra la tensione di vapore e la pressione parziale del vapore
presente nell'ambiente, l'evaporazione cessa.
Un processo continuo di evaporazione richiede, pertanto, la cessione di
potenza termica al liquido e l'asportazione del relativo vapore liberato.
I concentratori, (o distillatori), sono generalmente costituiti da
scambiatori a fascio tubiero, (Fig. 1), in cui la portata di vapore
primario, (gv), lambisce le tubazioni esternamente, mentre nella parte
superiore del concentratore, (o distillatore), viene evacuata la portata di
vapore liberato, (G1), e in quella inferiore la portata di soluzione
concentrata, (G2), con portata di alimento di soluzione, (Go), pari a:
Go = G1 + G2.
Per aumentare il coefficiente di scambio termico globale, viene
innescata la circolazione della soluzione all'interno del concentratore, (o
distillatore), tramite un ricircolo esterno, a termosifone o forzato da un
gruppo di pompaggio, (Fig.1b), mentre per evitare il trascinamento di
gocce di liquido o schiume può disporsi all'esterno del corpo
concentratore, (o distillatore), un separatore di vapore a quota
superiore, (Fig. 1c), nel quale il liquido trascinato genera un battente
superiore alla colonna di liquido interna, incrementando il carico
termomotore.

G1 G1 G1

Go Go Go

gv gv gv

SC SC SC
G2 G2
G2

a) b) c)

Fig. 1
2 – CALCOLO DEL CARICO TERMOMOTORE.

Può realizzarsi anche un carico termomotore naturale con alcune


tubazioni a diametro maggiore che fungono da linee di discesa e altre, a
diametro inferiore, che fungono da linee di risalita, (Fig. 1a).
In una tubazione di diametro D e lunghezza L contenente liquido
saturo alla temperatura Ts, lambito esternamente da vapore saturo alla
temperatura Tc, (Ts < Tc), la potenza termica ceduta per unità di
T " Ts $(Tc " Ts )Dcs
lunghezza di tubazione, (W/m), vale: c # , avendo
Rt 2
trascurato il contributo resistivo della parete rispetto a quella dei fluidi
e assunto un pari valore, (medio), per i diametri interno ed esterno:
D
ln e !
1 Di 1 2
Rt = + + # , (cs coefficiente di convezione
"csi Di 2"ctm "cseDe "cs D
medio dei fluidi bifase).
Nell’unità di lunghezza di tubazione è presente una massa di fluido
! pari a: dsmπD2/4, (dsm densità media del fluido), e pertanto la
2(Tc " Ts )cs
potenza termica specifica, (W/kg), risulta: .
Ddsm
L’energia specifica ricevuta dal fluido, (J/kg), risulta invece pari alla
potenza termica globale, diviso la portata di fluido:
"(Tc # Ts )Dcs L
!
2 2(Tc # Ts )cs L
= .
"D 2 Dvd sm
dsm v
4
Ne consegue la generazione di una portata di vapore per unità di
2(Tc " Ts )cs L
massa circolante all’interno della tubazione, pari a: , (rv
! Dvd sm vr
calore latente di vaporizzazione), coincidente col titolo di vapore di
regime della portata circolante stessa nel caso il vapore prodotto sia
evacuato e una pari portata di liquido saturo sia immessa.
!
Il modello è valido per valori del parametro inferiore all’unità, mentre
oltre detto limite tutto il fluido verrebbe vaporizzato e il vapore
surriscaldato mentre lo scambio in parte del distillatore, avverrebbe fra
il vettore termico primario e vapore surriscaldato, con variazione del
salto termico, della resistenza termica e della temperatura.
Indicando con dsl e dsv, le densità del liquido e del vapore, la densità
della miscela, (dm), risulta quindi pari a:
# 2(Tc " Ts )cs L & 2(Tc " Ts )cs L
dsm = dsl %1 " ( + dsv =
$ Dvdsm rv ' Dvdsm rv
2(Tc " Ts )cs L
= dsl " (dsl " dsv ) .
Dvdsm rv
Al
! variare del valore del titolo o frazione di vaporizzazione fra i limiti:
2(Tc " Ts )cs L 2(Tc " Ts )cs L
0< < 1, ovvero: 0 < < dsm , si ottiene:
Dvd
! sm rv Dvrv
dsl > dsm > dsv.
La relazione di calcolo della densità media risulta:
2(Tc " Ts )cs L
! d2 ! (
sm " dsl dsm + dsl " dsv ) = 0,
Dvrv

dsl " d % 2 2(d ( d )(T ( T )c L


e quindi: dsm = ± $ sl ' ( sl sv c s s .
2 # 2 & Dvrv
!
All’annullarsi del fenomeno, (L 0, v  oo), la seconda soluzione
porta a un valore nullo, mentre la densità deve rimanere quella del
liquido come previsto dalla prima soluzione, che pertanto appare
!
l’unica fisicamente valida.

Carico termomotore.

Collegando in circuito due tubazioni verticali a diametro diverso, (D1 e


D2), si ottiene un carico termomotore che eguaglia le perdite di carico
nel circuito.
Supponendo un valore omogeneo della densità lungo le due tubazioni,
"
si ottiene: gds (L)dL # gL(dsm1 – dsm2) =

2gL2cs # 1 1 &
= (dsl " dsv )(Tc " Ts )% " (.
rv $ D2 v 2dsm2 D1v1dsm1 '
!
Inoltre per continuità deve risultare:
" 2$ 2(Tc # Ts )cs L '
4
(
D &dsl # dsl # dsv
1% D
) v d r
)v1 =
! 1 1 sm1 v (
$ 2(Tc # Ts )cs L '
= D2&dsl # dsl # dsv
"
4 2%
( )
D2 v 2dsm2rv (
)v 2 ,

! 2(Tc " Ts )cs L


2
D v1 (
dsl " dsl " dsv )
D2 v 2dsm2rv
ovvero: 1 = .
! 2
D v2 2(Tc " T )c
s s L
2 (
dsl " dsl " dsv )
D1v1dsm1rv

!
Moto laminare.

In caso di moto laminare, si ha:


" gds (L)dL # gL(dsm1 – dsm2) =

2gL2cs # 1 1 &
= (dsl " dsv )(Tc " Ts )% " (=
rv $ D2 v 2dsm2 D1v1dsm1 '
! 2(Tc " Ts )cs L
64
(
dsl " dsl " dsv ) D1dsm1v1rv v1
2
= L+
! Re D1 2
2(Tc " Ts )cs L
64
(
dsl " dsl " dsv )D2dsm2 v 2rv v 2
2
+ L=
! Re D2 2
) " % " %,
+ $v v '
= 32v cL+dsl $ 1 + 2 ' ( dsl ( dsv
2 Tc ((T c L
s s $) 1 1 '.
( ) $ + '.
$ D2 D2 ' rv $ D3d D 3d '
! +
* # 1 2& # 1 sm1 2 sm2 &.-
Il dimensionamento risulta quindi determinato dal sistema delle
quattro equazioni, (due equazioni risolventi per la densità, equazione di
! continuità e bilancio di circolazione), nelle quattro incognite: dsm1,
dsm2, v1, v2, fra le cui soluzioni vanno individuate quelle significative,
(reali, di segno coerente con il verso di percorrenza e di valore numerico
coerente con il regime di moto ipotizzato).

v1 D2
Per una soluzione di prima approssimazione, posto: " 2 , si ha:
v 2 D2
1
dsl " d %2 2(d ( d )(T ( T )c L
dsm1 = + $ sl ' ( sl sv c s s =d
sm1 (v1 ) ;
2 # 2 & D1v1rv
!
dsl " d %2 2(d ( d )(T ( T )c L
dsm2 = + $ sl ' ( sl sv c s s =d
sm2 (v1 ) ,
2 # 2 & D 2
!
v1 1 rv
D2
per cui l’equazione del moto:

!
# &
% (
% (
% (
% (
% (
1 2gL2cs % 1 1 (
(dsl " dsv )(Tc " Ts )% " (=
v1 rv % # & #
2
& (
% 2 % ( % dsl # dsl & (
2(dsl " dsv )(Tc " Ts )csL (
% 2 ( D1 % + % ( " (
% D1 dsl #d & 2(dsl " dsv )(Tc " Ts )csL ( (
% % + % sl ( " % 2 $ 2 ' D1v1rv ((
% D 2 % 2 $ 2 ' D 2 ( $ '
(
%% %
% v1 1 rv (
( ((
$ $ D 2 ' '
/ ) ,3
1 + .1
1 + .1
1 + .1
! 1 + .1
1 " + .1
11 D 2% + .11
$ 1 1 ' 2(Tc ( Ts )cs L 1 1
= 32v cL 0 dsl v1$ +
$ D2 D4 '
(
' ( dsl ( dsv ) rv
+
" %
+
"
.4
% .1
1
# 1
+ 2
1 2& + D3 $ dsl + " dsl % ( 2(dsl ( dsv )(Tc ( Ts )cs L ' $ ' .1
+ 1$ 2 $ ' ' $ " %2 ' .1
' D3 $ dsl + $ dsl ' ( 2(dsl ( dsv )(Tc ( Ts )cs L ' .1
1 # 2 & D1v1rv
1 + $
# & 2$ 2 # 2 & 2 ' .1
1 + D
1 + $
$ v1 1 rv ' .1
'
12 +* # D2 & .-15

risulta una equazione nella sola incognita v1, da cui si ricava il valore
di tutte le altre grandezze.
!

Moto turbolento.

In caso di moto turbolento, risulta mutata la sola equazione di bilancio


"
motore: gds (L)dL # gL(dsm1 – dsm2) =

2gL2cs # 1 1 &
= (dsl " dsv )(Tc " Ts )% " (=
rv $ D2 v 2dsm2 D1v1dsm1 '
!
ka v 2L # 2(Tc " Ts )cs L &
1 d " d "d
=
2D1 $
% sl sl sv (
D1dsm1v1rv '
(+ )
!
ka v 2L # 2(Tc " Ts )cs L &
2 d " d "d
+
2D2 $
% sl sl sv (
D2dsm2 v 2rv '
(= )
!
) " 2 2% " %,
k L + v v 2 ( Tc ( T ) c
s s $ L v1 v '.
= a +dsl $ 1 + 2 ' ( (dsl ( dsv ) 2
$ '
$ 2 + '.
2 $ D1 D2 ' rv $D d D 2d '
! +* # & # 1 sm1 2 sm2 &.-

e il dimensionamento risulta parimenti determinato dal sistema delle


!
quattro equazioni, (due equazioni risolventi per la densità, equazione di
continuità e bilancio di circolazione), nelle quattro incognite: dsm1,
dsm2, v1, v2, fra le cui soluzioni vanno individuate quelle significative,
(reali, di segno coerente con il verso di percorrenza e di valore numerico
coerente con il regime di moto ipotizzato).
Nelle medesime ipotesi approssimative, si ottiene l’equazione del moto:
# &
% (
% (
% (
% (
% (
1 2gL2cs % 1 1 (
(dsl " dsv )(Tc " Ts )% " (=
v1 rv % # & #
2
& (
% 2 % ( % dsl # dsl & (
2(dsl " dsv )(Tc " Ts )csL (
% 2 ( D1 % + % ( " (
% D1 dsl #d & 2(dsl " dsv )(Tc " Ts )csL ( (
% % + % sl ( " % 2 $ 2 ' D1v1rv ((
% D 2 % 2 $ 2 ' D 2 ( $ '
(
%% %
% v1 1 rv (
( ((
$ $ D 2 ' '

) " %,
! + $ '.
+ $ '.
+ $ '.
+ $ '.
+ " 2 $ '.
2D4 % 2
ka L + v
$ 1 v 1 1 ' 2v (T
1 c ( T c)
s s L $ 1 D1
'.
=
2 +
+ dsl $
D
$ 1
+
5
( )
' ( dsl ( dsv rv
$
" %
+
" %
'.
'.
D2 '& $ 2
+ # $ D2$ dsl + " dsl % ( 2(dsl ( dsv )(Tc ( Ts )csL ' $
2
' '.
+ $
$ 1 2 $ ' ' $ " % ' '.
+ $ $ # 2 & D1v1rv ' D4 $ dsl + $ dsl ' ( 2(dsl ( dsv )(Tc ( Ts )csL ' '.
# & 2$ 2 # 2 & 2 ' '.
+ $ D1
+ $$ $ v1 rv ' '.
$ D2 ''
+* # # & &.-

che risulta ancora una equazione nella sola incognita v1, da cui si
!
ricava il valore di tutte le altre grandezze.

3 – VALUTAZIONI NUMERICHE.

Moto laminare.

Posto: dsv = 0,58 kg/m3;


dsl = 1.000 kg/m3;
L = 3 m;
Tc – Ts = 20 K;
cs = 2.000 J/s K m2;
vc = 0,29 10–6 m2/s;
rv = 2,26 106 J/kg;
D1 = 0,10 m;
D2 = 0,01 m,
si ottiene:

– equazioni risolventi per la densità:


1.061, 33
d2 " 1.000dsm1 + = 0;
sm1 v1
10.613, 31
d2 " 1.000dsm2 + = 0,
sm2 v2
con soluzioni
! fisicamente valide:

!
# 0, 00424532 &
dsm1 = 500%%1 + 1 " (( ;
$ v 1 '
# 0, 0424532 &
dsm2 = 500%%1 + 1 " (( ;
$ v 2 '
!
– equazione di continuità:
106,13
10 "
! v1 v 2dsm2
= ;
v2 10,61
10 "
v1dsm1

– equazione del moto:


!
10 1 3, 4 3.397, 79
" = 8, 9 10"5 v1 + 8, 9 10"3 v 2 " "
v 2dsm2 v1dsm1 dsm1 dsm2

da cui: v1 =
! v2 =
dsm1 =
dsm2 =

"D2 "D2
1 d 2d
cui corrisponde un portata: sm1v1 = sm2 v 2 =
4 4
Il numero di Reynolds nei due tratti risulta:
Re = v1D1/vc = ; Re = v2D2/vc = ,
che giustifica, (?), la !
scelta del tipo di moto, (laminare).

La soluzione di prima approssimazione, risulta radice dell’equazione:


# &
% (
1 % 1 10 (
" =
v1 % 106,13 1.061, 33 (
%% 500 + 250.000 " 500 + 250.000 " ((
$ v1 v 1 '
# &
% (
% 1 1000 (
= 8, 914v1 " 0, 00096% +
! 1.061, 33 106,13 (
%% 500 + 250.000 " 500 + 250.000 " ((
$ v1 v1 '

Moto turbolento.
!
Applicando il modello di moto turbolento, (ka = 0,04), rimangono
immutate le prime tre equazioni, mentre per il bilancio di circolazione si
ottiene:
– equazione del moto:
10 1 v1 v2
" = 1, 92 10"2 v 2 + 0,192v 2 " 2, 04 10"2 " 2, 04
v 2dsm2 v1dsm1 1 2 dsm1 dsm2

da cui: v1 =
! v2 =
dsm1 =
dsm2 =

"D2 "D2
1 dsm1v1 = 2d
cui corrisponde un portata: sm2 v 2 =
4 4
Il numero di Reynolds nei due tratti risulta:
Re = v1D1/vc = ; Re = v2D2/vc = ,
che giustifica, (?), la !
scelta del tipo di moto, (turbolento).

**********

Potrebbero piacerti anche