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C1 INTRODUZIONE C1 INTRODUZIONE
E
rappresentato un vero e proprio giro di boa rispetto al passato, e per consentire, quindi, ai rappresentato un vero e proprio giro di boa rispetto al passato, e per consentire, quindi, ai
fruitori di acquisire una consuetudine all’uso e una sensibilità tali da far emergere quegli
I N
fruitori di acquisire una consuetudine all’uso e una sensibilità tali da far emergere quegli
L
N
aspetti meno chiari o controversi che, unitamente al miglioramento delle conoscenze tecniche aspetti meno chiari o controversi che, unitamente al miglioramento delle conoscenze tecniche
e scientifiche oltre che all’evoluzione tecnologica, determinano la spinta verso la revisione di
O
e scientifiche oltre che all’evoluzione tecnologica, determinano la spinta verso la revisione di
A
IC
un testo normativo. un testo normativo.
Pur al cospetto di numerose e significative modifiche e integrazioni del testo precedente,
C N
Pur essendo state apportate numerose e significative modifiche e integrazioni al testo
nell’aggiornare le Norme non è stato cambiato l’impianto generale e l’articolazione del
TE
precedente, nell’aggiornare le Norme non è stato cambiato l’impianto generale e
E
N
documento. l’articolazione del documento.
IO
AZ
In effetti, la sismicità del nostro paese, diffusa in tutto il territorio nazionale, e i In effetti, la sismicità del nostro paese, diffusa in tutto il territorio nazionale, e i
L
condizionamenti progettuali connessi con la presenza di azioni sismiche, suggerirebbero condizionamenti progettuali connessi con la presenza di azioni sismiche, suggerirebbero
G IS
l’opportunità di unificare, sintetizzandoli, i contenuti del Capitolo 7 (Progettazione per azioni l’opportunità di unificare, sintetizzandoli, i contenuti del Capitolo 7 (Progettazione per azioni
E
sismiche) con i precedenti Capitoli 4 (Costruzioni civili e industriali), 5 (Ponti) e 6 sismiche) con i precedenti Capitoli 4 (Costruzioni civili e industriali), 5 (Ponti) e 6
D IL
(Progettazione geotecnica). Ciò non ostante, soprattutto in considerazione dell’enorme lavoro (Progettazione geotecnica). Ciò nonostante si è realisticamente preferito lavorare solo sui
O
necessario per portare a buon fine questa riorganizzazione del testo, si è realisticamente contenuti delle Norme.
preferito lavorare solo sui contenuti delle Norme.
IN
E TT
O LLpersi intende
Di tutto ciò tenuto conto, con queste note introduttive offrire al progettista una Tenuto conto di tutto ciò, con queste note introduttive si intende offrire al progettista una
B
linea guida e rendere univoca l’interpretazione agevolare l’uso delle Norme,
evidenziando all’interno delle stesse quei percorsi logici unitari e unificanti che, non
linea guida e rendere univoca l’interpretazione per agevolare l’uso delle Norme,
evidenziando all’interno delle stesse quei percorsi logici unitari e unificanti che, non
necessariamente, corrispondono alla mera successione dei capitoli. necessariamente, corrispondono alla mera successione dei capitoli.
Il percorso progettuale, volendolo sintetizzare, può pensarsi articolato nelle fasi della Il percorso progettuale, volendolo sintetizzare, può ritenersi articolato nelle fasi della
concezione, della verifica, della esecuzione e del controllo: concezione, della verifica, della esecuzione e del controllo:
• la concezione è tutta e sola appannaggio della creatività, della competenza tecnica e • la concezione è tutta e sola appannaggio della creatività, della competenza tecnica e
dell’esperienza del singolo progettista; essa ricade nella sua esclusiva responsabilità, certo dell’esperienza del singolo progettista; essa ricade nella sua esclusiva responsabilità, certo
non può essere normata; non può essere normata;
• la verifica, la esecuzione e il controllo, invece, ricadono nella sfera delle attività collettive, • la verifica, la esecuzione e il controllo, invece, ricadono nella sfera delle attività collettive,
assumendo l’aspetto di un contratto sociale, di una convenzione che, pur essendo basata assumendo l’aspetto di un contratto sociale, di una convenzione che, pur essendo basata
su valutazioni scientifiche, giunge a fissare la frontiera tra lecito e illecito, tra accettato e su valutazioni scientifiche, giunge a fissare la frontiera tra lecito e illecito, tra accettato e
E
di sicurezza impone, richiede una quantizzazione conseguita attraverso il filtro del modello di di sicurezza impone, richiede una quantificazione conseguita attraverso il filtro del modello
calcolo individuato e del metodo di analisi prescelto.
I N
Lalla sostanziale discrezionalità del progettista, con
di calcolo individuato e del metodo di analisi prescelto.
O
La normativa lascia il modello di calcolo alla sostanziale discrezionalità del progettista, con La normativa lascia il modello di calcolo N
I C A
alcune prescrizioni minime ineludibili. Ai fini della modellazione, quanto prescritto dalle alcune prescrizioni minime ineludibili. Ai fini della modellazione, quanto prescritto dalle
N
Norme al § 6.2.2 (Indagini, caratterizzazione e modellazione geotecnica) e al § 7.2.6 (Criteri Norme al § 6.2.2 (Indagini, caratterizzazione e modellazione geotecnica) e al § 7.2.6 (Criteri
EC civili.
di modellazione della struttura e dell’azione sismica) costituisce certamente un elemento di modellazione della struttura e dell’azione sismica) costituisce certamente un elemento
comune a tutte le costruzioni civili.
T
comune a tutte le costruzioni
Passando ai metodi di analisi, le revisionate NTC ne consentono più d’uno; ovviamente si Passando aiE
N
ZIOarmonizzare
metodi di analisi, le revisionate NTC ne consentono più d’uno; ovviamente si
dovrà armonizzare il metodo di analisi con le scelte fatte in sede di modellazione. Ai fini della dovrà il metodo di analisi con le scelte fatte in sede di modellazione. Ai fini della
scelta dei metodi di analisi, quanto prescritto dalle Norme al § 4.1.1 (Valutazione della Ascelta
al L
dei metodi di analisi, quanto prescritto dalle Norme al § 4.1.1 (Valutazione della
sicurezza e metodi di analisi), al § 6.2.4 (Verifiche della sicurezza e delle prestazioni) eS
7.3 (Metodi di analisi e criteri di verifica), costituisce un elemento comune aG
I § sicurezza e metodi di analisi), al § 6.2.4 (Verifiche della sicurezza e delle prestazioni) e al §
LE
tutte le 7.3 (Metodi di analisi e criteri di verifica), costituisce un elemento comune a tutte le
I
È dunque utile e opportuno, nelle fasi di modellazione e analisi diDuna costruzione, È dunque utile e opportuno, nelle fasi di modellazione e analisi di una costruzione,
costruzioni civili. costruzioni civili.
considerare insieme, e nell’insieme, i paragrafi innanzi Iindicati N O perseguendo così considerare insieme, e nell’insieme, i paragrafi innanzi indicati, perseguendo così
E TTcostruzioni richiede.
L trattati siano quelli architettonico- Questa unitarietà di impostazione, peraltro - che gli aspetti trattati siano quelli architettonico-
quell’unitarietà di impostazione che il percorso progettuale delle quell’unitarietà di impostazione che il percorso progettuale delle costruzioni richiede.
Questa unitarietà di impostazione, peraltro, che gli L
BO dei materiali e delle strutture o quelli distributivi o quelli della meccanica dei terreni, dei materiali e delle strutture o quelli
aspetti
distributivi o quelli della meccanica dei terreni,
dell’ambiente interno e degli impianti che lo formano e lo controllano, deve essere percepita e dell’ambiente interno e degli impianti che lo formano e lo controllano - deve essere percepita
tenacemente perseguita fin dalla fase della “concezione”, che pure esula dall’ambito e tenacemente perseguita fin dalla fase della “concezione”, che pure esula dall’ambito
normativo; solo così, quando dalla concezione si passerà, rientrando nell’ambito della normativo; solo così, quando dalla concezione si passerà, rientrando nell’ambito della
normativa, alla verifica, alla esecuzione e al controllo, si potrà conseguire la desiderata normativa, alla verifica, alla esecuzione e al controllo, si potrà conseguire la desiderata
unitarietà. unitarietà.
Un aspetto centrale della modellazione, con evidenti riflessi sulla scelta del metodo di analisi, Un aspetto centrale della modellazione, con evidenti riflessi sulla scelta del metodo di analisi,
è la ricerca di una risposta duttile della costruzione e del terreno di fondazione. è la ricerca di una risposta duttile della costruzione e del terreno di fondazione.
Una risposta duttile permette di evitare, per quanto possibile, la formazione di meccanismi Una risposta duttile permette di evitare, per quanto possibile, la formazione di meccanismi
parziali; ciò avviene per effetto del comportamento di tipo incrudente positivo proprio di parziali; ciò avviene per effetto del comportamento di tipo incrudente positivo proprio di
questa risposta, tale cioè da permettere ridistribuzioni delle sollecitazioni e da perseguire, al questa risposta, tale cioè da permettere ridistribuzioni delle sollecitazioni e da perseguire, al
crescere delle azioni esterne, la formazione di meccanismi globali. crescere delle azioni esterne, la formazione di meccanismi globali.
I N
lineari, eventualmente tenendo conto dei così detti effetti del 2° ordine mediante matrici di mediante matrici di rigidezza geometriche. La dimestichezza che con esso hanno i progettisti,
rigidezza geometriche. La dimestichezza che con esso hanno i progettisti, unita all’indubbia
N L
unita all’indubbia facilità d’uso, hanno fatto sì che le revisionate NTC lo utilizzino
facilità d’uso, hanno fatto sì che le revisionate NTC lo utilizzino sistematicamente,
A O
sistematicamente, favorendone l’adozione anche in presenza di azioni dinamiche di forte
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favorendone l’adozione anche in presenza di azioni dinamiche di forte entità (il sisma entità (il sisma eccezionale) e di comportamenti dei materiali fortemente non lineari per
eccezionale) e di comportamenti dei materiali fortemente non lineari per eccesso di
C N
eccesso di deformazione, oltre che di tensione.
deformazione, oltre che di tensione.
T E
N Eben oltre il limite elastico; questa evidente contraddizione ha motivazioni precise
Da un lato, dunque, modello di analisi elastico lineare, dall’altro materiale deformato Da un lato, dunque, modello di analisi elastico lineare, dall’altro materiale deformato
ZIèO
fortemente, ben oltre il limite elastico; questa evidente contraddizione ha motivazioni precise fortemente,
che è bene ricostruire.
Ache bene ricostruire.
L Nella continua ricerca di soluzioni sicure e più economiche, l’ingegneria civile è stata, di
Nella continua ricerca di soluzioni sicure e più economiche l’ingegneria civile è stata, di
G I S
necessità, costretta a spingersi nel campo delle deformazioni plastiche, cercando
E nella necessità, costretta a spingersi nel campo delle deformazioni plastiche, cercando nella
D IL
plasticità e nella riduzione di rigidezza che essa comporta, un modo per favorire la naturale plasticità e nella riduzione di rigidezza che essa comporta un modo per favorire la naturale
T I N ad un tempo più sicure sull’intera costruzione; un modo, dunque, per conseguire costruzioni ad un tempo più sicure
e più economiche.
T e più economiche.
E e immediatamente dopo l’intera Tale processo ha interessato, negli anni, dapprima la sezione e immediatamente dopo l’intera
L Ldell’analisi
Tale processo ha interessato, negli anni, dapprima la sezione
BO per la sezione, dal valutare la capacità dell’analisi non lineare. Nello specifico, si è passati: per la sezione, dal valutare la capacità
costruzione, sostanziandosi nelle metodologie tipiche limite (analisi plastica) e costruzione, sostanziandosi nelle metodologie tipiche dell’analisi limite (analisi plastica) e
dell’analisi non lineare. Nello specifico, si è passati:
riferendosi alle tensioni (metodo delle tensioni ammissibili, non più ammesso dalle riferendosi alle tensioni (metodo delle tensioni ammissibili, non più ammesso dalle
revisionate NTC) al valutarla riferendosi alle resistenze (metodo a rottura), per la costruzione, revisionate NTC) al valutarla riferendosi alle resistenze (metodo a rottura), per la costruzione,
dal valutare la domanda con analisi lineari elastiche al valutarla con analisi plastiche o non dal valutare la domanda con analisi lineari elastiche al valutarla con analisi plastiche o non
lineari. lineari.
A questo punto, è bene precisare che la ricerca di duttilità non è confinata ai casi in cui A questo punto, è bene precisare che la ricerca di duttilità non è confinata ai casi in cui
l’azione sismica sia dimensionante, anzi essa è basilare, in tutte le altre situazioni di carico, l’azione sismica sia dimensionante, anzi essa è basilare, in tutte le altre situazioni di carico,
per conseguire la robustezza, ovvero la “capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità per conseguire la robustezza, ovvero la “capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità
di possibili cause innescanti eccezionali quali esplosioni e urti” e di “eventuali errori di progettazione o di possibili cause innescanti eccezionali …” e di eventuali errori di progettazione o di esecuzione.
di esecuzione”.
Le accortezze costruttive, utili per conseguire sezioni, elementi, collegamenti, strutture duttili Le accortezze costruttive, utili per conseguire sezioni, elementi, collegamenti, strutture duttili
E
problema della sicurezza in termini probabilistici, sempre, indipendentemente dal metodo problema della sicurezza in termini probabilistici, sempre, indipendentemente dal metodo
d’analisi adottato. d’analisi adottato.
I N
La sicurezza viene valutata, come recita il § 2.1. “Principi fondamentali“, riferendosi a precisi La sicurezza viene valutata, come recita il §L2.1. “Principi fondamentali“, riferendosi a precisi
Stati Limite, sia Ultimi (SLU) sia di Esercizio (SLE), : “La sicurezza e le prestazioni di un’opera o Stati Limite, sia Ultimi (SLU) sia di O
N
A in relazione agli stati limite che si possono verificare durante
Esercizio (SLE), : “La sicurezza e le prestazioni di un’opera o
I C
di una parte di essa devono essere valutate in relazione agli stati limite che si possono verificare durante di una parte di essa devono essere valutate
N deducibile
la vita nominale di progetto, di cui al § 2.4”; il “mancato superamento di uno stato limite” la vita nominale di progetto,
E C di cui al § 2.4”; il “mancato superamento di uno stato limite”
(“verifica”) è immediatamente deducibile dalla definizione stessa dello stato limite.
Per alcuni degli Stati Limite Ultimi (SLU) si prefigura la necessità di cogliere il Per alcuni E
T
(“verifica”) è immediatamente dalla definizione stessa dello stato limite.
IOUltimi: d’insieme della costruzione al di là del limite elastico; ciò avviene per gli Stati
Z
comportamento d’insieme della costruzione al di là del limite elastico; ciò avviene per gli Stati comportamento
Limite Ultimi:
A
d) raggiungimento della massima capacità di resistenza della struttura nel suo insieme; SL d) raggiungimento della massima capacità di resistenza della struttura nel suo insieme;
Limite
T
raggiungimento della massima capacità d’insieme o il manifestarsi di una condizione di raggiungimento della massima capacità d’insieme o il manifestarsi di una condizione di
cinematismo e, dunque, non consente di progettare sfruttando
L E la capacità della cinematismo e, dunque, non sempre consente di progettare sfruttando a pieno la capacità
costruzione.
O L della costruzione.
Da tale constatazione scaturisce l’abbinamento B tra analisi elastica lineare e verifica della Da tale constatazione scaturisce l’abbinamento tra analisi elastica lineare e verifica della
sezione effettuata accettando che il materiale si deformi fortemente, ben oltre il limite elastico, sezione effettuata accettando che il materiale si deformi fortemente, ben oltre il limite elastico,
con la evidente contraddizione prima segnalata. con la evidente contraddizione prima segnalata.
Volendo effettuare un’analisi elastica lineare e non potendo “verificare” gli stati limite d) ed e) Volendo effettuare un’analisi elastica lineare e non potendo “verificare” gli stati limite d) ed e)
si rinuncia a utilizzare, consapevolmente e totalmente, la capacità d’insieme della costruzione si rinuncia a utilizzare, consapevolmente e totalmente, la capacità d’insieme della costruzione
(seguendone l’evoluzione al crescere della domanda) e ci si limita a sfruttare, (seguendone l’evoluzione al crescere della domanda) e ci si limita a sfruttare,
cautelativamente e a favore di sicurezza, la capacità delle singole sezioni. cautelativamente e a favore di sicurezza, la capacità delle singole sezioni.
Come necessariamente avviene, a fronte di un metodo di “verifica” che opera a favore di Come necessariamente avviene, a fronte di un metodo di “verifica” che opera a favore di
sicurezza, la struttura finisce per avere un eccesso di capacità (sovra capacità) rispetto alla sicurezza, la struttura finisce per avere un eccesso di capacità (sovra capacità) rispetto alla
capacità minima ammessa. La significativa sovra capacità conseguita valutando la domanda capacità minima ammessa. La significativa sovra capacità conseguita valutando la domanda
con un’analisi elastica lineare e verificando le sezioni a rottura si può leggere, con un’analisi con un’analisi elastica lineare e verificando le sezioni a rottura si può leggere, con un’analisi
E
La ridistribuzione è un’applicazione semplificata dell’analisi plastica che permette di La ridistribuzione è un’applicazione semplificata dell’analisi plastica che permette di
sfruttare, almeno in parte, la duttilità disponibile. L’entità delle sollecitazioni da ridistribuire è
L I N
sfruttare, almeno in parte, la duttilità disponibile. L’entità delle sollecitazioni da ridistribuire è
lasciata alla scelta del progettista, con un limite superiore fissato al 30%; l’applicazione al
N
lasciata alla scelta del progettista, con un limite superiore fissato al 30%; l’applicazione al
O
A
modello delle aliquote di sollecitazione da ridistribuire (cambiate di segno) consente di modello delle aliquote di sollecitazione da ridistribuire (cambiate di segno) consente di
determinare, con un’analisi elastica lineare, le variazioni della domanda. La ridistribuzione,
IC
determinare, con un’analisi elastica lineare, le variazioni della domanda. La ridistribuzione,
N
formulata nel Capitolo 4 per le costruzioni con struttura di c.a., può essere estesa a costruzioni
C
formulata nel Capitolo 4 per le costruzioni con struttura di c.a., può essere estesa a costruzioni
in altri materiali o ad azioni diverse dalle azioni gravitazionali (in particolare le azioni
TE
in altri materiali o ad azioni diverse dalle azioni gravitazionali (in particolare le azioni
E
N
sismiche) semplicemente adattando i limiti propri della ridistribuzione al materiale e sismiche) semplicemente adattando i limiti propri della ridistribuzione al materiale e
IO
all’azione considerati. all’azione considerati.
Z le precedenti considerazioni si riferiscono, evidentemente, alle nuove costruzioni, ma
ATutte
L
Tutte le precedenti considerazioni si riferiscono, evidentemente, alle nuove costruzioni, ma
l’unità e la completezza del percorso progettuale, inteso come percorso obbligato, valgono
G IS l’unità e la completezza del percorso progettuale, inteso come percorso obbligato, valgono
LE
anche per le costruzioni esistenti (Capitolo 8). Un’analisi critica consentirà di cogliere meglio anche per le costruzioni esistenti (Capitolo 8). Un’analisi critica consentirà di cogliere meglio
D I
la sostanziale coerenza esistente tra progettazione del nuovo e progettazione di interventi la sostanziale coerenza esistente tra progettazione del nuovo e progettazione di interventi
O
sull’esistente. sull’esistente.
IN
TT
Centralità del modello di calcolo, capacità e domanda definite in termini sia tensionali sia Centralità del modello di calcolo, capacità e domanda definite in termini sia tensionali sia
E
estensionali, importanza della duttilità e attenzione ai modi per conseguirla (la progettazione estensionali, importanza della duttilità e attenzione ai modi per conseguirla (la progettazione
L
OL
in capacità), metodi di analisi, sostanziale preferenza attribuita all’analisi lineare elastica, in capacità), metodi di analisi, sostanziale preferenza attribuita all’analisi lineare elastica,
B
verifica in termini di stati limite, ridistribuzione, sono ancora dati unificanti, validi sia per verifica in termini di stati limite, ridistribuzione, sono ancora dati unificanti, validi sia per
progettare le nuove costruzioni, sia per contribuire all’identificazione delle criticità delle progettare le nuove costruzioni, sia per contribuire all’identificazione delle criticità delle
costruzioni esistenti e per definire i relativi interventi. costruzioni esistenti e per definire i relativi interventi.
La principale differenza tra costruzioni nuove e costruzioni esistenti è rappresentata, in La principale differenza tra costruzioni nuove e costruzioni esistenti è rappresentata, in
termini progettuali, dalle peculiarità e dalle problematiche connesse alla loro conoscenza. termini progettuali, dalle peculiarità e dalle problematiche connesse alla loro conoscenza.
Per le nuove costruzioni la conoscenza è analitico-previsionale (legata allo stato di progetto e Per le nuove costruzioni la conoscenza è analitico-previsionale (legata allo stato di progetto e
alle caratteristiche meccaniche dei materiali realmente prodotti e impiegati, con una relativa alle caratteristiche meccaniche dei materiali realmente prodotti e impiegati, con una relativa
attenzione a come i vari elementi sono organizzati tra loro, in quanto tale organizzazione è attenzione a come i vari elementi sono organizzati tra loro, in quanto tale organizzazione è
fissata/garantita dal progetto, a meno di grossolani errori di ideazione o di esecuzione). fissata/garantita dal progetto, a meno di grossolani errori di ideazione o di esecuzione).
Per le costruzioni esistenti la conoscenza è sintetico-consuntiva (legata allo stato di fatto, con Per le costruzioni esistenti la conoscenza è sintetico-consuntiva (legata allo stato di fatto, con
una relativa attenzione alle caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati che, entro certi una relativa attenzione alle caratteristiche meccaniche dei materiali impiegati che, entro certi
limiti, sono conoscibili a piacere e un’attenzione particolare al modo nel quale le diverse limiti, sono conoscibili e valutabili, e un’attenzione particolare al modo nel quale le diverse
E
Recuperare l’incertezza del “livello di conoscenza” propria del modello di calcolo (incertezza Recuperare l’incertezza del “livello di conoscenza” propria del modello di calcolo (incertezza
usualmente espressa attraverso un coefficiente moltiplicativo dell’azione) ricorrendo a un
L I N
usualmente espressa attraverso un coefficiente moltiplicativo dell’azione) ricorrendo soltanto
coefficiente riduttivo della resistenza dei materiali, come da Norma, può enfatizzare
N
a un coefficiente riduttivo della resistenza dei materiali può enfatizzare eccessivamente
O
A
eccessivamente l’importanza delle indagini sui materiali. l’importanza delle indagini sui materiali, che restano comunque indispensabili.
Ciò porta a sottostimare l’importanza delle indagini relative ai dettagli costruttivi, alla
N IC
Ciò porta talvolta a sottostimare l’importanza delle indagini relative ai dettagli costruttivi,
C
TE
connessione dei vari elementi tra loro, alle loro modalità di interazione e di collasso; questi alla connessione dei vari elementi tra loro, alle loro modalità di interazione e di collasso;
elementi sono invece fondamentali per identificare le criticità presenti e irrinunciabili per questi elementi sono invece fondamentali per identificare le criticità presenti e irrinunciabili
individuare il modello di calcolo globale (che descrive il comportamento d’insieme della
N E
per individuare il modello di calcolo globale (che descrive il comportamento d’insieme della
costruzione) e i modelli di calcolo dei meccanismi di collasso locali.
IO
Zconferma di ciò, il § 8.5.4. “Livelli di conoscenza e fattori di confidenza” recita:” Sulla base
costruzione) e i modelli di calcolo dei meccanismi di collasso locali.
A conferma di ciò, il § 8.5.4. “Livelli di conoscenza e fattori di confidenza” recita:” Sulla base
L AAdegli
degli approfondimenti effettuati nelle fasi conoscitive ……., saranno individuati i “livelli di
G IS approfondimenti effettuati nelle fasi conoscitive ……., saranno individuati i “livelli di
E
IL
conoscenza” dei diversi parametri coinvolti nel modello e definiti i correlati fattori di confidenza, da conoscenza” dei diversi parametri coinvolti nel modello e definiti i correlati fattori di confidenza, da
D
utilizzare nelle verifiche di sicurezza. utilizzare nelle verifiche di sicurezza.
IN O
Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza si distinguono i tre livelli di Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza si distinguono i tre livelli di
conoscenza seguenti, ordinati per informazione crescente: LC1; LC2; LC3.
T T conoscenza seguenti, ordinati per informazione crescente: LC1; LC2; LC3.
LE
Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono: geometria della struttura, dettagli costruttivi, Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono: geometria della struttura, dettagli costruttivi,
L
BO
proprietà dei materiali, connessioni tra i diversi elementi e loro presumibili modalità di collasso. proprietà dei materiali, connessioni tra i diversi elementi e loro presumibili modalità di collasso.
Specifica attenzione dovrà essere posta alla completa individuazione dei potenziali meccanismi di Specifica attenzione dovrà essere posta alla completa individuazione dei potenziali meccanismi di
collasso locali e globali, duttili e fragili.” collasso locali e globali, duttili e fragili.”
Come si vede, le revisionate NTC sono esplicite in merito a quali siano le indagini da Come si vede, le revisionate NTC sono esplicite in merito a quali siano le indagini da
compiere ovvero quelle finalizzate a far emergere eventuali criticità presenti e a individuare i compiere ovvero quelle finalizzate a far emergere eventuali criticità presenti e a individuare i
vari modelli di calcolo necessari per descrivere comportamenti globali e locali, riservando alle vari modelli di calcolo necessari per descrivere comportamenti globali e locali.
indagini sulle caratteristiche meccaniche dei materiali una parte piuttosto ridotta.
D’altra parte, mentre è agevole quantizzare in termini di numerosità e di distribuzione i D’altra parte, mentre è agevole quantificare in termini di numerosità e di distribuzione i
prelievi dei materiali e le relative prove meccaniche, è estremamente difficile definire “livelli di prelievi dei materiali e le relative prove meccaniche, è estremamente difficile definire “livelli di
conoscenza e fattori di confidenza” associati all’effettivo comportamento della costruzione. Ancor conoscenza e fattori di confidenza” associati all’effettivo comportamento della costruzione. Ancor
più complesso è poi individuare le tipologie di elementi costruttivi che condizionano, più complesso è poi individuare le tipologie di elementi costruttivi che condizionano,
positivamente o negativamente, tale comportamento, specie se sono interagenti e combinate positivamente o negativamente, tale comportamento, specie se sono interagenti e combinate
nei modi più vari. Non è possibile, infatti, un confronto diretto tra le varie tipologie di
Capitolo C1. - Versione 24/07/2018 6 di 11
elementi costruttivi rilevabili su una costruzione esistente e le prescrizioni tecnico-costruttive nei modi più vari. Non è possibile, infatti, un confronto diretto tra le varie tipologie di
che la Norma impone alle nuove costruzioni e che consentono, per queste, un immediato elementi costruttivi rilevabili su una costruzione esistente e le prescrizioni tecnico-costruttive
giudizio di accettabilità. che la Norma impone alle nuove costruzioni e che consentono, per queste, un immediato
Accade così che, per avere un riscontro oggettivo e misurabile del livello di conoscenza giudizio di accettabilità.
raggiunto, si finisca per concentrarsi sulle prove sui materiali piuttosto che sulla conoscenza Tuttavia, proprio dalla mancata conoscenza del comportamento delle costruzioni esistenti
della costruzione. Proprio dalla mancata conoscenza del comportamento delle costruzioni derivano prevalentemente i risultati non sempre soddisfacenti che gli interventi possono
esistenti, siano esse di muratura, calcestruzzo armato o acciaio, derivano i risultati deludenti produrre.
che gli interventi, spesso, producono. La sostanziale unitarietà del processo progettuale, purché la conoscenza sia quella
La sostanziale unitarietà del processo progettuale, purché la conoscenza sia quella effettivamente necessaria nel senso prima evidenziato, non è compromessa neppure dai
effettivamente necessaria nel senso prima evidenziato, non è turbata neppure dai vincoli di vincoli di carattere storico, artistico o ambientale che spesso caratterizzano le costruzioni
carattere storico-artistico-conservativo cui le costruzioni esistenti debbono, a volte, sottostare. esistenti.
E
Le costruzioni storiche, giunte a noi attraversando i secoli, sono frutto di lunghi e complessi Le costruzioni storiche, giunte a noi attraversando i secoli, sono frutto di lunghi e complessi
processi di trasformazione, adattamento, danneggiamento e riparazione/ricostruzione (anche
L I N
processi di trasformazione, adattamento, danneggiamento e riparazione/ricostruzione (anche
a seguito di terremoti di intensità non inferiore a quella che, di norma, ha una limitata
N
a seguito di terremoti di intensità non inferiore a quella che, di norma, ha una limitata
O
A
probabilità di verificarsi durante la “vita utile” di una nuova costruzione); ogni volta si è probabilità di verificarsi durante la “vita utile” di una nuova costruzione); ogni volta si è
intervenuti con i metodi di cui la tradizione costruttiva del tempo e del luogo disponeva (non
IC
intervenuti con i metodi di cui la tradizione costruttiva del tempo e del luogo disponeva (non
N
necessariamente analitici, ma non per questo meno efficaci e determinanti). Sono maturate
C
necessariamente analitici, ma non per questo meno efficaci e determinanti). In questo contesto
così le condizioni per cui i tentativi di migliorare il rapporto capacità/domanda modificando il
TE
sono maturate le condizioni per cui i tentativi di migliorare il rapporto capacità/domanda
E
N
“comportamento delle costruzioni esistenti” hanno prodotto “risultati deludenti”. modificando il comportamento delle costruzioni esistenti hanno prodotto risultati non sempre
IO
soddisfacenti.
Z progettuali basati invece sul riconoscimento, mediante adeguati e rigorosi processi
AApprocci
Approcci progettuali basati invece sul riconoscimento, mediante adeguati e rigorosi processi
IS L di conoscenza, di tutti i possibili fattori di vulnerabilità di una costruzione storica e su
G
di conoscenza, di tutti i possibili fattori di vulnerabilità di una costruzione storica e su
LE
interventi volti a ridurli, se non del tutto eliminarli, modificando il meno possibile il interventi volti a ridurli, se non del tutto eliminarli, modificando il meno possibile il
D I
comportamento strutturale della costruzione esistente, sono non solo più rispettosi dei criteri comportamento strutturale della costruzione esistente, sono non solo più rispettosi dei criteri
O
di conservazione di valori storico-artistici ma anche più affidabili ed efficaci dal punto di vista di conservazione di valori storico-artistici, ma anche più affidabili ed efficaci dal punto di
T IN
della sicurezza strutturale, come evidenziato anche dalle esperienze maturate in occasione dei vista della sicurezza strutturale, come evidenziato anche dalle esperienze maturate in
ET
più recenti terremoti. occasione dei più recenti terremoti.
L
OL
Stabilito un ordine di priorità in merito ai vincoli da rispettare e dunque delimitato in modo Stabilito un ordine di priorità in merito ai vincoli da rispettare e dunque delimitato in modo
B
chiaro, in forza della conoscenza effettivamente disponibile, il campo dei chiaro, in forza della conoscenza effettivamente disponibile, il campo dei
possibili/desiderabili interventi, anche per il costruito si procederà nei modi già illustrati per possibili/desiderabili interventi, anche per il costruito si procederà nei modi già illustrati per
le nuove costruzioni e perseguendo le stesse finalità. le nuove costruzioni e perseguendo le stesse finalità.
Peraltro, quanto ai livelli di sicurezza minimi da garantire, si consentirà al costruito di averli Peraltro, quanto ai livelli di sicurezza minimi da garantire, si consentirà al costruito di averli
minori di quelli imposti al nuovo perseguendo dunque, almeno nei casi in cui siano minori di quelli imposti al nuovo perseguendo dunque, almeno nei casi in cui siano
dimensionanti le azioni sismiche, il rafforzamento o il miglioramento piuttosto dimensionanti le azioni sismiche, il rafforzamento o il miglioramento piuttosto
dell’adeguamento che verrà limitato alle situazioni in cui è obbligatorio per norma. Tale scelta dell’adeguamento, che verrà limitato alle situazioni in cui è obbligatorio per norma. Tale
articolata dei livelli di sicurezza riguarda sia le azioni sismiche sia le azioni gravitazionali, per scelta articolata dei livelli di sicurezza riguarda sia le azioni sismiche sia le azioni
le quali è possibile riferirsi sia ai carichi permanenti effettivamente presenti (quali individuati gravitazionali, per le quali è possibile riferirsi sia ai carichi permanenti effettivamente presenti
a seguito delle indagini condotte) sia a carichi variabili ridotti, accettando restrizioni d’uso. (quali individuati a seguito delle indagini condotte) sia a carichi variabili ridotti, accettando
restrizioni d’uso.
Infatti, al § 8.3 “Valutazione della sicurezza” si legge: ”Nelle verifiche rispetto alle azioni
Infatti, al § 8.3 “Valutazione della sicurezza” si legge: ”Nelle verifiche rispetto alle azioni
E
con la volontà di perseguire, in un regime di risorse limitate, la massima riduzione possibile dalla volontà di perseguire, in un regime di risorse limitate, la massima riduzione possibile
del rischio sismico medio. Così facendo si interviene, a parità di risorse pubbliche impiegate,
I N
del rischio sismico medio. Così facendo si interviene, a parità di risorse pubbliche impiegate,
L
N
su un numero di costruzioni esistenti molto maggiore di quello che si avrebbe allineando la su un numero di costruzioni esistenti molto maggiore di quello che si avrebbe allineando la
sicurezza minima dell’esistente a quella del nuovo.
O
sicurezza minima dell’esistente a quella del nuovo.
Aconsegue in termini di riduzione di morti, feriti e danni è
I C
Il vantaggio che la collettività ne consegue in termini di riduzione di morti, feriti e danni è Il vantaggio che la collettività ne
evidente. evidente.
E CN
E T criticità, per lo più locali, capaci di originare meccanismi di collasso anche
In particolare, senza intervenire a livello globale e con interventi economicamente modesti, si In particolare, senza intervenire a livello globale e con interventi economicamente modesti, si
E T
indipendentemente dal fatto che ci si riferisca ad una costruzione esistente. indipendentemente dal fatto che ci si riferisca ad una costruzione nuova o ad una esistente.
O LL
C2.1 ORGANIZZAZIONE DELLA NORMA B C1.2 ORGANIZZAZIONE DELLA NORMA E DELLA CIRCOLARE
Venendo ora all’organizzazione delle NTC, esse risultano così articolate: Venendo ora all’organizzazione delle NTC, esse risultano così articolate:
Premessa Premessa
1. Oggetto della norma 1. Oggetto della norma
2. Sicurezza e prestazioni attese 2. Sicurezza e prestazioni attese
3. Azioni sulle costruzioni 3. Azioni sulle costruzioni
4. Costruzioni civili e industriali 4. Costruzioni civili e industriali
5. Ponti 5. Ponti
6. Progettazione geotecnica 6. Progettazione geotecnica
E
inoltre, i concetti di Vita nominale di progetto, Classi d’uso e Vita di inoltre, i concetti di Vita nominale di progetto e Classi d’uso; classifica, infine,
riferimento delle opere; classifica, infine, le possibili azioni agenti sulle
L I N
le possibili azioni agenti sulle costruzioni ed indica le diverse combinazioni
costruzioni ed indica le diverse combinazioni delle stesse e le verifiche da
N
delle stesse e le verifiche da eseguire.
O
A
eseguire. Il Capitolo 3 codifica i modelli per la descrizione delle azioni agenti sulle strutture (pesi e
Il Capitolo 3 codifica i modelli per la descrizione delle azioni agenti sulle strutture (pesi e
N IC
carichi permanenti, sovraccarichi variabili, azione sismica, azioni del vento,
C
TE le diverse tipologie di costruzioni civili ed industriali in funzione del
carichi permanenti, sovraccarichi variabili, azione sismica, azioni del vento, azioni della neve, azioni della temperatura, azioni eccezionali).
azioni della neve, azioni della temperatura, azioni eccezionali).
E materiale utilizzato (calcestruzzo, acciaio, legno, muratura, altri materiali).
Il Capitolo 4 tratta
N
ZIO 5 disciplina
Il Capitolo 4 tratta le diverse tipologie di costruzioni civili ed industriali in funzione del
materiale utilizzato (calcestruzzo, acciaio, legno, muratura, altri materiali).
disciplina i criteri generali e le indicazioni tecniche per la progettazione e A
Il Capitolo i criteri generali e le indicazioni tecniche per la progettazione e
Il Capitolo 5
l’esecuzione dei ponti stradali e ferroviari. Per i ponti stradali, oltreIS
L l’esecuzione dei ponti stradali e ferroviari. Per i ponti stradali, oltre alle
I L
principali caratteristiche geometriche, definisce le diverse possibili azioni agenti, con i diversi schemi di carico per quanto attiene le azioni variabili da
O D
agenti, con i diversi schemi di carico per quanto attiene le azioni variabili da traffico. Per i ponti ferroviari particolare attenzione è posta sui carichi ed i
IN
traffico. Per i ponti ferroviari particolare attenzione è posta sui carichi ed i relativi effetti dinamici. Particolari e dettagliate prescrizioni sono, poi, fornite
L E distinguendo, in particolare, Il Capitolo 6 tratta il problema della progettazione geotecnica distinguendo, in particolare,
Il Capitolo 6
O
tratta il problema della progettazione L geotecnica il progetto e la realizzazione:
il progetto e la realizzazione:
B delle opere di fondazione;
delle opere di fondazione; delle opere di sostegno;
delle opere di sostegno; delle opere in sotterraneo;
delle opere in sotterraneo; delle opere e manufatti di materiali sciolti naturali;
delle opere e manufatti di materiali sciolti naturali; dei fronti di scavo;
dei fronti di scavo; del miglioramento e rinforzo dei terreni e degli ammassi rocciosi;
del miglioramento e rinforzo dei terreni e degli ammassi rocciosi; del consolidamento dei terreni interessanti opere esistenti, nonché la
del consolidamento dei terreni interessanti opere esistenti, nonché la valutazione della sicurezza dei pendii e la fattibilità di opere che hanno
valutazione della sicurezza dei pendii e la fattibilità di opere che hanno riflessi su grandi aree.
riflessi su grandi aree.
AZ
sulle diverse tipologie di edifici e le variabili che consentono di definirne lo
stato di conservazione, introduce la distinzione fondamentale dei tre diversi
IS L stato di conservazione, introduce la distinzione fondamentale dei tre diversi
EG
tipi di intervento che possono essere effettuati su una costruzione esistente: tipi di intervento che possono essere effettuati su una costruzione esistente:
L
Ipreesistenti.
riparazioni o interventi locali, che interessino elementi isolati e che comunque riparazioni o interventi locali, che interessino elementi isolati e che comunque
comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza D
O strutturale esistente
comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
I N
interventi di miglioramento, atti ad aumentare la sicurezza
T
interventi di miglioramento, atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente
T
LE i livelli di sicurezza previsti dalle
pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle NTC; pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle NTC;
L
interventi di adeguamento, atti a conseguire interventi di adeguamento, atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle
NTC;
BO
Un ulteriore importante paragrafo riporta le disposizioni per la progettazione
NTC;
Un ulteriore importante paragrafo riporta le disposizioni per la progettazione
degli interventi in presenza di azioni sismiche nelle diverse tipologie di edifici. degli interventi in presenza di azioni sismiche nelle diverse tipologie di edifici.
Il Capitolo 9 riporta le prescrizioni generali relative al collaudo statico delle opere e le Il Capitolo 9 riporta le prescrizioni generali relative al collaudo statico delle opere e le
responsabilità del collaudatore. Indicazioni sono fornite sulle prove di carico, responsabilità del collaudatore. Indicazioni sono fornite sulle prove di carico,
con particolare attenzione alle prove di carico su strutture prefabbricate e con particolare attenzione alle prove di carico su strutture prefabbricate e
ponti. ponti.
Il Capitolo 10 tratta le regole generali per la redazione dei progetti strutturali e delle Il Capitolo 10 tratta le regole generali per la redazione dei progetti strutturali e delle
relazioni di calcolo, ovvero della completezza della documentazione che relazioni di calcolo, ovvero della completezza della documentazione che
caratterizza un buon progetto esecutivo. Qualora l’analisi strutturale e le caratterizza un buon progetto esecutivo. Qualora l’analisi strutturale e le
relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo, un paragrafo relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo, un paragrafo
indica al progettista i controlli da effettuare sull’affidabilità dei codici utilizzati indica al progettista i controlli da effettuare sull’affidabilità dei codici utilizzati
E
interessati a qualunque titolo (tecnici progettisti, direttori dei lavori e/o collaudatori, imprese, enti di controllo, ecc.), nonché, ove considerato utile a tale scopo, le principali innovazioni
produttori, enti di controllo, ecc.). delle NTC medesime,
I N
LNTC che si è ritenuto di dover in qualche modo
Si ripercorrono, quindi, i paragrafi delle NTC che si è ritenuto di dover in qualche modo Si ripercorrono, quindi, i paragrafi delle
O N
I C Adella lettera C (Circolare). Qualora un paragrafo non sia
integrare seguendo, per maggior chiarezza espositiva e di lettura, la medesima numerazione integrare seguendo, per maggior chiarezza espositiva e di lettura, la medesima numerazione
N
delle NTC, ma con l’aggiunta della lettera C (Circolare). Qualora le indicazioni riportate non delle NTC, ma con l’aggiunta
E Cl’aggiunta
siano integrative delle NTC bensì additive ad esse, la numerazione loro attribuita prosegue presente nelle NTC, la numerazione loro attribuita prosegue quella utilizzata nel testo delle
quella utilizzata nel testo delle NTC, ma sempre con l’aggiunta della lettera C.
T
NTC, ma sempre con
Alle formule, figure e tabelle riportate solo nel presente documento viene data una Anche alle E
della lettera C.
I O N preceduta dalla lettera C, della quale sono prive se compaiono anche nelle NTC.
formule, figure e tabelle riportate solo nel presente documento viene data una
Z
numerazione preceduta dalla lettera C, della quale sono prive se compaiono anche nelle NTC. numerazione
Per i riferimenti al testo delle NTC, il relativo numero di paragrafo è generalmente seguito APer i riferimenti al testo delle NTC, il relativo numero di paragrafo è generalmente seguito
L
IS dalle parole “delle NTC”.
dalle parole “delle NTC”.
G
I LE La comprensione e la corretta applicazione di alcuni aspetti potrebbe trarre un apprezzabile
T I N aspetti sono stati presentati con un approccio più didascalico. Per una migliore
T
corrispondenza tra Norma e Circolare, tuttavia, l'approfondimento e l'esemplificazione di
Nel Cap.2 delle NTC sono illustrati i principi fondamentali alla base delle disposizioni
applicative trattate nei capitoli successivi.
La principale differenza rispetto alle precedenti NTC è la scomparsa del metodo delle tensioni
ammissibili; per le verifiche di sicurezza, dunque, si può utilizzare solo il metodo agli Stati
I N E
L
Limite.
L’impostazione scientifica e le modalità della trattazione sono state rese il più possibile
O N
coerenti con il formato degli Eurocodici, ai quali è possibile fare riferimento per gli eventuali
IC A
necessari approfondimenti.
C N
TE
Le NTC precisano che la sicurezza e le prestazioni delle opere e delle componenti strutturali
devono essere valutate in relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente si
N E
IO
possono verificare durante la vita nominale di progetto, in relazione alla funzione per cui
AZ
sono state progettate. I principali stati limite ultimi sono elencati nel § 2.2.1 e i principali stati
limite di esercizio sono elencati nel § 2.2.2.
IS L
prescritto, limitando i rischi derivanti dagli incendi, realizzando le costruzioni inE
Quando necessario, le costruzioni devono garantire il livello di sicurezza antincendio
G
L modo tale
da garantire la resistenza e la stabilità degli elementi portanti esposti al fuocoI per l’intervallo
O D
IN livello di durabilità e
di tempo richiesto, limitando altresì la propagazione del fuoco, dei fumi e del calore.
Le NTC prescrivono, inoltre, che le costruzioni posseggano unT
T adeguato
che siano dotate di adeguata robustezza nei confronti diEazioni eccezionali, in relazione sia
L
all’uso previsto, sia alle conseguenze di un eventualeLcollasso.
B O
Il livello di durabilità della costruzione si considera adeguato quando il degrado che si
dovesse verificare durante la sua vita nominale di progetto sia contenuto entro limiti atti a
non ridurne le prestazioni al disotto del livello previsto. Poiché il livello di durabilità di una
costruzione è sovente non quantificabile analiticamente, la norma, oltre a prevedere, ove
necessario, verifiche specifiche per i diversi materiali, tali da garantire indirettamente
l’ottenimento del livello di durabilità prescritto, individua al § 2.2.4 possibili strategie da
seguire, sia in fase di progettazione, sia in fase di esercizio della costruzione, per limitare il
degrado entro limiti accettabili.
Anche la robustezza, che è intesa ad evitare che, per effetto di azioni eccezionali, la
costruzione subisca danni sproporzionati rispetto alla causa che li ha provocati, è spesso non
quantificabile analiticamente. Anche in questo caso, le NTC, oltre a prevedere, ove rilevanti,
D
sia in vigore, per azioni non sismiche agenti in direzione orizzontale;
O
IN
d) costruzioni non soddisfacenti i livelli di sicurezza previsti da norme, sia previgenti,
sia in vigore, per azioni sismiche.
T T
L LE
Nel caso a) se il livello di sicurezza attuale può essere considerato accettabile, non è necessario
BO
intervenire; nel caso b) è necessario intervenire, conformando i carichi gravitazionali nelle
zone oggetto di intervento a quelli previsti dalle NTC, con le modalità indicate nel capitolo 8;
nei casi c) e d) si deve operare, in accordo con quanto previsto nel capitolo 8, in funzione della
classificazione dell’intervento. Si segnala che nei casi c) e d) l’intervento è necessario soltanto
quando si ricada in una delle tre categorie d’intervento previste nel capitolo 8 delle norme:
intervento locale o riparazione; miglioramento; adeguamento.
Ovviamente, trattandosi di stati limite connessi con la funzionalità dell’opera, per le strutture
esistenti è anche possibile prescindere dalle verifiche agli stati limite di esercizio o da alcune
di esse, ove ciò sia compatibile con la funzione dell’opera in esame.
Parallelamente, le costruzioni vengono suddivise in quattro Classi d’uso, ad ognuna delle
quali corrisponde un Coefficiente d’uso CU.
Il prodotto della vita nominale VN per il coefficiente d’uso CU fornisce il valore del periodo di
Capitolo C02 - Versione 23/07/2018 2 di 13
riferimento VR in base al quale vengono valutate, per ciascuna costruzione, le azioni sismiche
corrispondenti.
La norma definisce quindi le diverse azioni, capaci di indurre stati limite in una struttura,
nonché le diverse combinazioni. Vengono quindi definiti i valori dei coefficienti parziali delle
azioni da assumere nell’analisi per la determinazione degli effetti delle azioni nelle verifiche
degli stati limite ultimi, distinguendo tre tipi di verifiche. Le verifiche nei confronti dello stato
limite ultimo di equilibrio di corpo rigido (EQU), le verifiche dello stato limite ultimo di
resistenza della struttura compresi gli elementi di fondazione (STR) e di resistenza del terreno
(GEO).
Relativamente ai metodi di calcolo è d'obbligo il Metodo agli stati limite. Ovviamente, nel
caso di valutazioni di sicurezza di strutture esistenti, laddove si ricorra al “progetto simulato”
è ammesso il ricorso ai metodi di verifica previsti all’epoca del progetto originario.
I N E
N L
O
C2.1 PRINCIPI FONDAMENTALI
C2.1 PRINCIPI FONDAMENTALI
IC A
N
Nel Cap.2 delle NTC sono illustrati i principi fondamentali per la progettazione strutturale,
C
TE
alla base delle disposizioni applicative trattate nei capitoli successivi. L’impostazione
scientifica e le modalità della trattazione sono state rese il più possibile coerenti con il formato
N E
degli Eurocodici, ai quali è possibile fare riferimento per gli eventuali necessari
IO
Zmetodo di riferimento per la verifica della sicurezza è quello semiprobabilistico agli Stati
approfondimenti.
L AIlLimite,
G IS basato sull’impiego dei coefficienti parziali; è stato definitivamente eliminato ogni
E
IL
riferimento al metodo alle tensioni ammissibili. Ovviamente, nel caso di valutazioni di
D
sicurezza di strutture esistenti, laddove si ricorra al “progetto simulato” è ammesso il ricorso
T
ET
Le NTC prescrivono che le costruzioni posseggano requisiti di:
LL
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU)
BO
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE)
- sicurezza antincendio
- durabilità
- robustezza.
Sui requisiti inerenti la sicurezza per gli stati limite ultimi, di esercizio e per la sicurezza
antincendio è sostanzialmente mantenuta l’impostazione delle precedenti NTC.
Ferme restando le procedure autorizzative previste per le parti strutturali, viene precisato che
i componenti, sistemi e prodotti, edili od impiantistici, non facenti parte del complesso
strutturale, ma che svolgono funzione statica autonoma nei casi in cui il loro eventuale
cedimento sia causa di conseguenze non trascurabili per la sicurezza, debbano essere
progettati ed installati nel rispetto dei livelli di sicurezza e delle prestazioni previste per gli
I N E
possibile considerare solo gli stati limite ultimi, prescindendo dagli stati limite di servizio.
N L
Al proposito, è necessario osservare che in pratica possono presentarsi casistiche molto
A O
diverse, e che occorre distinguere gli effetti delle azioni sismiche da quelli delle azioni non
IC
sismiche. Le diverse casistiche che possono presentarsi nella pratica sono sostanzialmente
N
C
riconducibili alle seguenti:
T E
a) costruzioni soddisfacenti i livelli di sicurezza previsti da norme previgenti per azioni
N E
ambientali non sismiche, nelle quali i livelli di sicurezza si riducano al disotto dei
IO
AZ
limiti ammessi per effetto di modifiche normative dei valori delle azioni (quali, ad
L
esempio, aumento del carico neve, modifica dell’azione del vento ecc.) o delle
IS
EG
modalità di verifica (es: valutazione del taglio resistente negli elementi strutturali di
IL
c.a., ecc.);
OD
b) costruzioni non soddisfacenti i livelli di sicurezza previsti da norme, sia previgenti,
TIN
sia in vigore, per azioni non sismiche di origine gravitazionale;
ET
c) costruzioni non soddisfacenti i livelli di sicurezza previsti da norme, sia previgenti,
L
OL
sia in vigore, per azioni non sismiche agenti in direzione orizzontale;
B
d) costruzioni non soddisfacenti i livelli di sicurezza previsti da norme, sia previgenti,
sia in vigore, per azioni sismiche.
Nel caso a) se il livello di sicurezza attuale può essere considerato accettabile, non è necessario
intervenire; nel caso b) è necessario intervenire, conformando i carichi gravitazionali nelle
zone oggetto di intervento a quelli previsti dalle NTC, con le modalità indicate nel capitolo 8;
nei casi c) e d) si deve operare, in accordo con quanto previsto nel capitolo 8, in funzione della
classificazione dell’intervento. Si segnala che nei casi c) e d) l’intervento è necessario soltanto
quando si ricada in una delle tre categorie d’intervento previste nel capitolo 8 delle norme:
intervento locale o riparazione; miglioramento; adeguamento.
C2.2 REQUISITI DELLE OPERE STRUTTURALI C2.2 REQUISITI DELLE OPERE STRUTTURALI
C2.2.4 DURABILITÀ
C2.2.5 ROBUSTEZZA
Il requisito della robustezza è inteso come la “capacità di evitare danni sproporzionati rispetto
all’entità di possibili cause innescanti eccezionali quali esplosioni e urti” e, più in generale, rispetto a
E
qualsiasi evento di carattere eccezionale, che possa causare il collasso di una parte limitata
L I N
dell’organismo strutturale. Le misure che possono essere adottate a tal fine nella
N
progettazione sono legate all’uso previsto della costruzione e alle conseguenze del suo
O
A
eventuale collasso. L’effettivo livello di robustezza di una costruzione dipende anche, ed in
IC
modo non trascurabile, dalle peculiarità del progetto, ed è estremamente complesso da
N
C
quantificare attraverso prescrizioni progettuali, unicamente riconducibili a verifiche
TE
numeriche; esso attiene, più in generale, alla corretta concezione dell’organismo strutturale e
N E
dei suoi dettagli costruttivi.
IO
AZ
In via generale la progettazione delle costruzioni condotta secondo le prescrizioni contenute
L
nelle NTC, tenuto conto dei criteri di progettazione per le azioni sismiche, garantisce il
E
Per costruzioni di particolare importanza o complessità strutturale o, laddove ritenuto
D IL necessario, anche in relazione alle specificità del progetto, il livello di robustezza potrà essere
O
incrementato attraverso l’adozione di motivate strategie progettuali tra quelle elencate al §
T
LE
Le verifiche per le azioni eccezionali riferite a scenari di rischio prevedibili in sede di progetto
L
fanno parte del complesso delle misure da adottare per il conseguimento della robustezza.
N
minimo di VN: 10 anni per le strutture temporanee e provvisorie e quelle in fase esecutiva, 50 valore minimo di VN: 10 anni per le strutture temporanee e provvisorie e quelle in fase di
C
TE
anni per le opere con livelli di prestazione ordinari, 100 anni per le opere con livelli di costruzione, 50 anni per le opere con livelli di prestazione ordinari, 100 anni per le opere con
E
prestazione elevati. livelli di prestazione elevati.
VN è dunque la durata alla quale viene fatto riferimento in sede progettuale nel dimensionare
IO N
VN, è dunque il parametro convenzionale correlato alla durata dell’opera alla quale viene fatto
AZ
le strutture ed i particolari costruttivi, nella scelta dei materiali e delle eventuali applicazioni e riferimento in sede progettuale per le verifiche dei fenomeni dipendenti dal tempo, (ad
misure protettive per garantire il mantenimento dei livelli di affidabilità, funzionalità e
IS L esempio: fatica, durabilità, ecc.), rispettivamente attraverso la scelta ed il dimensionamento
G
durabilità richiesti. dei particolari costruttivi, dei materiali e delle eventuali applicazioni di misure protettive per
E
IL
garantire il mantenimento dei livelli di affidabilità, funzionalità e durabilità richiesti.
OD
Il periodo di ritorno dei sovraccarichi e delle azioni climatiche agenti sulla costruzione non è
IN
correlato alla vita nominale di progetto dell’opera, essendo i livelli di affidabilità regolati dalla
T
ET
combinazione dei coefficienti parziali γF, calibrati per essere utilizzati congiuntamente ai
L L valori caratteristici delle azioni stesse. Questi ultimi sono definiti indipendentemente dalla
BO
vita nominale attesa per la costruzione con un preassegnato periodo di ritorno (a titolo
esemplificativo:50 anni per le azioni ambientali, 1000 anni per le azioni da traffico, vedasi §
2.5.2).
Quale eccezione alla invariabilità del periodo di ritorno delle azioni di natura climatica, per le
sole verifiche nelle fasi costruttive, si può fare riferimento a periodi di ritorno ridotti delle
azioni stesse, così come specificato ai §§ 3.3, 3.4 e 3.5.
Il periodo di ritorno dell’azione sismica agente sulla costruzione, invece, è funzione anche
della vita nominale della costruzione, oltre che della classe d’uso, del tipo di terreno e della
pericolosità del sito.
E’ ragionevole attendersi che i dettagli dimensionali volti a garantire una maggiore durabilità
producano, in generale, anche un incremento della sicurezza della costruzione. Ciò avviene
anche per quanto attiene la capacità nei confronti dell’azione sismica, visto che per garantire
Capitolo C02 - Versione 23/07/2018 6 di 13
una maggiore durabilità si progetta con un’azione sismica più grande.
L’adozione di una Vita nominale superiore al valore minimo indicato per ciascun livello di
prestazione, infatti, conduce ad una costruzione dotata di una maggiore capacità resistente
alle azioni sismiche che, conseguentemente, subirà danni minori e, quindi, minori costi di
manutenzione per la riparazione del danno prodottosi.
Il livello di prestazione è cosa diversa dalla classe d’uso che, invece, definisce i livelli minimi
di sicurezza differenziati in relazione alla funzione svolta nella costruzione e, pertanto, alle
conseguenze che ne derivano in caso di fallimento.
Il livello di prestazione rispetto alla durabilità da fornire alla costruzione dovrà perciò
scaturire da una valutazione tecnico-economica che il Committente stabilirà a seguito di
un’opportuna interazione con il progettista, ed è disgiunta dalle indicazioni che la norma
I N E
fornisce per individuare la classe d’uso da attribuire.
N L
Con riferimento alle costruzioni non temporanee, ferma restando la facoltà di garantire una
A O
maggiore durabilità adottando valori della Vita nominale maggiori di 50 anni nella
IC
progettazione di nuove costruzioni o di interventi sulle costruzioni esistenti, quando si valuta
N
C
la sicurezza di un’opera esistente rispetto alle azioni sismiche si farà riferimento alla vita
TE
nominale di 50 anni. Tale valore, infatti, è rappresentativo del livello di sicurezza minimo
N E
richiesto dalla norma nei confronti delle azioni sismiche e assicura la confrontabilità dei
IO
risultati ottenuti per diverse costruzioni, indipendentemente dal livello di durabilità che si
Z
AL’effettiva
sarà inteso adottare sulla specifica costruzione.
L’effettiva durata del periodo d’uso di una costruzione esce dalle possibilità di previsione
IS L durata del periodo d’uso di una costruzione esce dalle possibilità di previsione
G
LE
progettuali, venendo a dipendere da eventi futuri fuori dal controllo del progettista; inoltre, la progettuali, venendo a dipendere da eventi futuri fuori dal controllo del progettista; inoltre, la
D I
grande maggioranza delle costruzioni ha avuto e ha, anche attraverso successivi interventi di grande maggioranza delle costruzioni ha avuto e ha, anche attraverso successivi interventi di
O
ripristino manutentivo, una vita effettiva molto maggiore della vita nominale di progetto ripristino manutentivo, una vita effettiva molto maggiore della vita nominale di progetto
IN
quantificata nelle norme.
T
quantificata nelle norme.
ET
Va rilevato che i livelli di affidabilità, funzionalità e durabilità richiesti sono maggiori dei Va rilevato che i livelli di affidabilità, funzionalità e durabilità richiesti sono maggiori dei
L L
livelli minimi accettabili, e sono tali da far sì che l’inevitabile degrado che si verifica nel tempo livelli minimi accettabili, e sono tali da far sì che l’inevitabile degrado che si verifica nel tempo
BO
non comporti riduzioni inaccettabili dei predetti livelli. non comporti riduzioni inaccettabili dei predetti livelli.
Pertanto, nelle previsioni progettuali, se le condizioni ambientali e d’uso si mantengono, nel Pertanto, nelle previsioni progettuali, se le condizioni ambientali e d’uso si mantengono, nel
corso di VN, nei limiti previsti, sarà possibile utilizzare l’opera senza interventi significativi di corso di VN, nei limiti previsti, sarà possibile utilizzare l’opera senza interventi significativi di
riparazione o di manutenzione straordinaria. Peraltro, una volta effettuati detti interventi, la riparazione o di manutenzione straordinaria. Peraltro, una volta effettuati detti interventi, la
vita nominale di progetto originaria sarà sostanzialmente ripristinata, cosicché risulta vita nominale di progetto originaria sarà sostanzialmente ripristinata, cosicché risulta
confermata la constatazione sopra richiamata, secondo cui, grazie a interventi successivi, la possibile che grazie a interventi successivi, la vita effettiva della costruzione possa essere
vita effettiva della costruzione potrà essere molto maggiore della vita nominale di progetto, molto maggiore della vita nominale di progetto. La vita nominale di progetto viene così a
alla quale non è direttamente legata. La vita nominale di progetto viene così a perdere ogni perdere ogni connotazione di carattere “biologico”, perché essa sostanzialmente si rinnova a
connotazione di carattere “biologico”, perché essa sostanzialmente si rinnova a seguito degli seguito degli interventi di riparazione o di manutenzione straordinaria.
interventi.
Va anche segnalato, come sintetizzato nella figura C.2.1, che non è necessario concentrare gli
N IC
Va anche segnalato, come sintetizzato nella figura C.2.1, che non è necessario concentrare gli
C
TE
interventi al termine di VN, perché sono possibili anche strategie d’intervento alternative, che interventi al termine di VN, perché sono possibili anche strategie d’intervento alternative, che
E
prevedono interventi più contenuti e più ravvicinati nel tempo. prevedono interventi più contenuti e più ravvicinati nel tempo.
Per la definizione dei valori delle azioni variabili non sismiche da considerare per le fasi
IO N
AZ
costruttive, si potrà far riferimento ad un periodo di ritorno di 10 anni.
D IL
vita nominale relativa a tale fase di costruzione, ai fini della valutazione delle azioni sismiche,
dovrà essere assunta non inferiore a PN e comunque non inferiore a 5 anni; tuttavia, nel caso
IN O
di opere di tipo 1 o in fase di costruzione, le verifiche sismiche possono omettersi quando il
T
progetto preveda che tale condizione permanga per meno di 2 anni. T
LE
OL
Va ancora rilevato che costruzioni o parti di esse che possono essere smantellate e riutilizzate Va ancora rilevato che costruzioni o parti di esse che possono essere smantellate e riutilizzate
B
non sono da considerarsi temporanee e vanno classificate, ai fini della determinazione della non sono da considerarsi temporanee e vanno classificate, ai fini della determinazione della
vita nominale, come opere di tipo 2 o 3. vita nominale, come opere con livelli di prestazione ordinari (VN ≥ 50 anni) o elevati (VN ≥ 100
anni).
Con riferimento alla tabella 2.4.I si evidenzia che, ai sensi e per gli effetti del Decreto del Capo Con riferimento alla tabella 2.4.I si evidenzia che, ai sensi e per gli effetti del Decreto del Capo
Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del 21 ottobre 2003 il carattere strategico di Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del 21 ottobre 2003, il carattere strategico di
un’opera o la sua rilevanza per le conseguenze di un eventuale collasso, sono definiti dalla un’opera o la sua rilevanza ai fini della protezione civile per le conseguenze di un eventuale
classe d’uso. collasso, sono definiti dalla classe d’uso.
O
assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile (quindi compresi nella classe possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso e, che
IV in quanto costruzioni con importanti funzioni pubbliche o strategiche, anche con
IC A
quindi, sono compresi nella classe III, in quanto costruzioni il cui uso preveda affollamenti
N
riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità); ancora il predetto significativi e gli edifici e le opere infrastrutturali, la cui funzionalità durante gli eventi sismici
C
TE
decreto, sempre nell’ambito di competenza statale, ha definito gli edifici e le opere che assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, che risultano compresi nella
classe IV, in quanto costruzioni con importanti funzioni pubbliche o strategiche, anche con
E
possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso (e, quindi,
comprese nella classe III, in quanto costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi).
N
riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità.
A ZIO di esempio,
A titolo di esempio, in classe III ricadono scuole, teatri, musei, in quanto edifici soggetti ad A titolo in classe III ricadono scuole, teatri, musei, in quanto edifici soggetti ad
affollamento e con la presenza contemporanea di comunità di dimensioni significative.
I S Le Per edifici il cui collasso può determinare danni significativi al patrimonio storico, artistico e
affollamento e con la presenza contemporanea di comunità di dimensioni significative.
G
Per edifici il cui collasso può determinare danni significativi al patrimonio storico, artistico
culturale (quali ad esempio musei, biblioteche, chiese) vale quanto riportato nellaE
I L “Direttiva culturale (quali ad esempio musei, biblioteche, chiese) vale quanto riportato nella “Direttiva
D di cui al decreto sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011 “Valutazione e riduzione
O
del rischio del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011 “Valutazione e riduzione del rischio
TIN
sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni
T
ministeriale 14 gennaio 2008” e ss.mm.ii. ministeriale 14 gennaio 2008” e ss.mm.ii.
(espressa in anni) per il coefficiente d’uso della costruzione CU (VRVNCU), riveste notevole U R N U
importanza in quanto, assumendo che la legge di ricorrenza dell’azione sismica sia un importanza, in quanto, assumendo che la legge di ricorrenza dell’azione sismica sia un
processo Poissoniano, è utilizzato per valutare, fissata la probabilità di superamento P VR processo poissoniano, è utilizzato per valutare, fissata la probabilità di superamento PVR
corrispondente allo stato limite considerato (Tabella 3.2.1 della NTC), il periodo di ritorno T R corrispondente allo stato limite considerato (Tabella 3.2.I della NTC), il periodo di ritorno TR
dell’azione sismica cui fare riferimento per la verifica. dell’azione sismica cui fare riferimento per la verifica.
Per assicurare alle costruzioni un livello di sicurezza antisismica minimo irrinunciabile le
NTC impongono, se VR ≤ 35 anni, di assumere comunque V R = 35 anni; gli intervalli di valori
di VR (espressi in anni) cui fare effettivo riferimento al variare di VN e CU sono riportati nella
successiva Tabella C2.4.I .
In particolare la tabella mostra i valori di VR corrispondenti ai valori di VN che individuano le In particolare la tabella mostra i valori di VR corrispondenti ai valori di VN che individuano le
Tabella C2.4.I. - Intervalli di valori attribuiti a VR al variare di VN e CU Tabella C2.4.I. - Intervalli di valori attribuiti a VR al variare di VN e CU
VALORI DI VR VALORI DI VR
VITA VITA
CLASSE D’USO CLASSE D’USO
NOMINALE VN NOMINALE VN
I II III IV I II III IV
≤ 10 35 35 35 35 ≤ 10 35 35 35 35
≥ 50 ≥ 35 ≥ 50 ≥ 75 ≥ 100 ≥ 50 ≥ 35
I E
≥ 50
N
≥ 75 ≥ 100
≥ 100 ≥ 70 ≥ 100 ≥ 150 ≥ 200 ≥ 100 ≥ 70
A O
IC
Per le costruzioni a servizio di attività a rischio di incidente rilevante si adotteranno valori di Per le costruzioni a servizio di attività a rischio di incidente rilevante si adotteranno valori di
N
CU anche superiori a 2, in relazione alle conseguenze sull'ambiente e sulla pubblica incolumità CU anche superiori a 2, in relazione alle conseguenze sull'ambiente e sulla pubblica incolumità
determinate dal raggiungimento degli stati limite.
E C
determinate dal raggiungimento degli stati limite.
E T
Per i fini delle Norme Tecniche delle Costruzioni, le attività a rischio di incidente rilevante
sono gli N
Z O elencate nella colonna 2 della parte 1 o nella colonna 2 della parte 2 dell'allegato
alle Iquantità
stabilimenti nei quali le sostanze pericolose sono presenti in quantità pari o superiori
A
L 1 al decreto Legislativo 26 giugno 2015, n.105.
G IS
L E Per le strutture il cui collasso può dar luogo ad incidente rilevante si adotteranno i seguenti
O
TIN
Cu > 2 per attività a rischio di incidente rilevante per i quali risultano essere presenti
T
scenari incidentali con impatto all’esterno dell’attività stessa (sezione L dell’allegato
E
LL
5 al D. Lgs 105/2015) con categorie di effetti di inizio letalità ed elevata letalità. I
BO
valori di soglia da prendere in considerazione per tali categorie di effetti sono quelli
indicati nella tabella 2 del punto 6.2 del decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 9
maggio 2001. In attesa di più specifiche successive indicazioni normative è possibile
assumere cautelativamente Cu = 2,5.
Tale valore si intende riferito ad attività, che per il loro elevato contenuto tecnologico sono
soggette ad aggiornamento e rinnovamento costruttivo tale da determinare una vita nominale
congrua delle strutture, tipicamente non maggiore di 50 anni.
Per le strutture il cui collasso non può dar luogo ad incidente rilevante, ancorché
eventualmente presenti all’interno di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, si adottano
le classi d’uso definite al §2.4.2 delle NTC e C2.4.2,
I N E
In relazione al valore caratteristico delle azioni permanenti Gk è specificato che questo possa
N L
essere assunto pari al valore medio della distribuzione qualora il coefficiente di variazione
A O
dell’azione sia inferiore a 0,10, che è un limite entro cui rientrano la maggior parte delle azioni
IC
permanenti.
C N
TE
Il paragrafo 2.5.3 elenca le combinazioni delle azioni ai fini delle verifiche dei vari stati limite
ultimi e di esercizio. Viene altresì precisato che nelle combinazioni si dovranno trascurare le
N E
azioni di natura variabile Qkj che danno un contributo favorevole ai fini delle verifiche e, se
IO
AZ
del caso, i carichi permanenti non strutturaliG2. Questi ultimi potranno quindi essere
L
trascurati, ad esempio, nel caso di situazioni transitorie, in cui la costruzione subisca
G IS alterazioni e modifiche che prevedano la possibilità di assenza dei carichi G 2 favorevoli alle
E verifiche. Questa indicazione non contrasta,quindi, con il contenuto della tabella 2.6.I, nonché
D IL delle conseguenti tabelle 6.2.I e 6.2.III, in cui vengono forniti i valori dei coefficienti parziali
O
per le azioni o per l’effetto delle azioni nelle verifiche SLU, in cui, per i carichi G 2, qualora
T IN questi diano un contributo favorevole ai fini delle verifiche, viene indicato il valore minimo
T
LE
pari a 0,8.
L
BO
Come previsto nella nota alla Tabella 2.6.I, nel caso in cui l’intensità dei carichi permanenti
non strutturali o di una parte di essi (ad es. carichi permanenti portati) sia ben definita in fase
di progetto, per detti carichi o per la parte di essi nota si potranno adottare gli stessi
coefficienti parziali validi per le azioni permanenti.
la selezione del coefficiente parziale γFsulla base della classificazione del tipo di carichi in
“favorevoli” o “sfavorevoli”va effettuata in relazione agli effetti globali indotti dai carichi
stessi e risultanti sulla costruzione, tenendo sempre conto della loro natura fisica e della loro
correlazione. Differenti assunzioni possono essere adottate nel caso di singole verifiche locali.
C2.6 AZIONI NELLE VERIFICHE AGLI STATI LIMITE C2.6 AZIONI NELLE VERIFICHE AGLI STATI LIMITE
C
Tla Estruttura
dell’insieme terreno-struttura. Tra gli stati limite GEO sono da considerare anche opere di terra (rilevati, argini,
struttura. Tra gli stati limite GEO sono da considerare anche meccanismi di rottura che
E
meccanismi di rottura che coinvolgano la struttura o parte di essa (è il caso, ad
limiteN
coinvolgano o parte di essa (è il caso, ad esempio, della resistenza a carico
IO
esempio, della resistenza a carico limite sotto forze trasversali dei pali di
Z
sotto forze trasversali dei pali di fondazione).
A
fondazione).
S L Nel Cap. 6 delle NTC (Progettazione geotecnica), sono anche considerati gli stati limite ultimi
I alla sottospinta
Nel Cap. 6 delle NTC (Progettazione geotecnica), sono anche considerati gli stati limite ultimi
G
di tipo idraulico, che riguardano la perdita d’equilibrio della struttura o del terreno dovuta
alla sottospinta dell’acqua (UPL) o l’erosione e il sifonamento del terreno dovuto E
di tipo idraulico, che riguardano la perdita d’equilibrio della struttura o del terreno dovuta
O strutturali che Come precisato nel § 2.6.1 delle NTC, nella progettazione di elementi strutturali che
Come precisato nel § 2.6.1 delle NTC, nella progettazione di
I N
T di sostegno, paratie, ...), le coinvolgano
elementi
T azioni di tipo geotecnico, (plinti, platee, pali, muri di sostegno, paratie, ...), le
E e geotecnici (GEO) si eseguono adottando due approccidegliprogettuali,
coinvolgano azioni di tipo geotecnico, (plinti, platee, pali, muri
L L
verifiche nei confronti degli stati limite ultimi strutturali (STR) verifiche nei confronti stati limite ultimi strutturali (STR) e geotecnici (GEO) si eseguono
B O
adottando due approcci progettuali, differenziati per tipo di opera e, talvolta, per tipo di
verifica, secondo quanto riportato nel capitolo 6 delle NTC e chiarito al § C6.2.4.1 della verifica, secondo quanto riportato nel
differenziati per tipo di opera e, talvolta, per tipo di
capitolo 6 delle NTC e chiarito al § C6.2.4.1 della
presente Circolare. presente Circolare.
Nell’Approccio progettuale 2 si impiega un’unica combinazione di gruppi di coefficienti Per le verifiche di natura geotecnica secondo gli Approcci progettuali 1 e 2, per i materiali e le
parziali e, per le azioni, si fa riferimento ai coefficienti del gruppo A1. Per i materiali e le resistenze di natura geotecnica, si deve fare riferimento ai coefficienti parziali indicati allo
resistenze di natura geotecnica, si deve fare riferimento ai coefficienti parziali indicati allo scopo nel Capitolo 6 delle norme.
scopo nel Capitolo 6 delle norme
Ai fini della verifica di dispositivi antisollevamento o, nel caso di travi continue, di dispositivi Ai fini della verifica di dispositivi antisollevamento o, nel caso di travi continue, di dispositivi
di sollevamento degli apparecchi d’appoggio, si può considerare lo stato limite di equilibrio di sollevamento degli apparecchi d’appoggio, si potranno condurre due verifiche separate: la
come corpo rigido EQU. prima volta a determinare la necessità di un tale dispositivo al fine di garantire l’equilibrio
della struttura, con la combinazione EQU, e la seconda volta alla verifica strutturale
E
(combinazione STR) del dispositivo.
L I N
O N
IC A
C N
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
I N E
L
C3.1.2 PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI C3.1.2 PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI
IC A
N
Nei paragrafi § 3.1.1, § 3.1.2 e § 3.1.3 si danno indicazioni sulla possibilità di Nel paragrafo § 3.1.3 delle NTC si danno indicazioni su carichi permanenti non
C
TE
rappresentare i carichi permanenti portati come uniformemente distribuiti, nei limiti strutturali e sulla possibilità di rappresentarli come uniformemente distribuiti, nei limiti
dati ai capoversi 3° e 4° del § 3.1.3 delle NTC. In particolare vengono mostrate le dati ai capoversi 3° e 4°. In particolare, vengono mostrate le equivalenze per i divisori
equivalenze per i divisori con peso per unità di lunghezza non superiore a 5,0 KN/m.
N E
con peso per unità di lunghezza non superiore a 5,0 kN/m.
IO
ZC3.1.4 SOVRACCARICHI
C3.1.4 SOVRACCARICHI
L A
G IS – Anzitutto
Anzitutto è stato cambiato il titolo del paragrafo, da Carichi variabili, derivato dall’EC è stato cambiato il titolo del paragrafo, da Carichi variabili, derivato dall’EN
EN 1991-1-1, in Sovraccarichi, più noto da tempo ai Tecnici italiani.
E categorie Vi sono poi modifiche alla Tab. 3.1.II Valori dei sovraccarichi per le diverse categorie
Ldiverse
1991-1-1, in Sovraccarichi, più noto da tempo ai Tecnici italiani.
D
Vi sono poi modifiche alla Tab. 3.1.II Valori dei sovraccarichi per le I
d’uso delle costruzioni.
I N O d’uso delle costruzioni.
T Tgeneraleulteriormente
Si tratta di modifiche che si muovono nel senso di avvicinare il testo a Si tratta di modifiche che si muovono nel senso di avvicinare ulteriormente il testo a
L LE
quello dell’Eurocodice, pur conservando l’impostazione precedente. quello dell’Eurocodice, pur conservando l’impostazione generale precedente.
BO
Per le costruzioni scolastiche si applicano i valori dei sovraccarichi riportati nelle vigenti
NTC; il D.M. 18.12.1975, riportante le norme tecniche relative all’edilizia scolastica, non
si applica ai sensi dell’articolo 12, comma 5, della Legge 11 gennaio 1996, n.23.
I valori di progetto indicati nella Tabella 3.1.II costituiscono valori da adottare in
relazione alla destinazione funzionale degli ambienti. In fase di progetto, al fine di
tenere conto della possibile futura modifica della destinazione funzionale degli
ambienti, può essere opportuno adottare i valori dei sovraccarichi corrispondenti alla
pertinente destinazione funzionale più critica.
C3.1.4.1 SOVRACCARICHI VERTICALI UNIFORMEMENTE DISTRIBUITI C3.1.4.1 SOVRACCARICHI VERTICALI UNIFORMEMENTE DISTRIBUITI
Questo nuovo paragrafo appare importante perché consente al Progettista di ridurre Questo nuovo paragrafo appare importante perché consente al Progettista di ridurre
l’entità complessiva del sovraccarico verticale da considerare nel progetto sia su l’entità complessiva del sovraccarico verticale da considerare nel progetto sia su
Capitolo C03 p. 1 di 69
elementi orizzontali (ad es. travi) sia su elementi verticali (ad es. pilastri) in funzione elementi orizzontali (ad es. travi) sia su elementi verticali (ad es. pilastri) in funzione
della estensione della superficie interessata per le membrature orizzontali, e in funzione della estensione della superficie interessata per le membrature orizzontali, e in funzione
del numero di piani per le membrature verticali. del numero di piani per le membrature verticali. In questo modo è possibile tenere
conto della ridotta probabilità che si raggiunga il valore caratteristico del sovraccarico
su superfici orizzontali sufficientemente estese o su tutti i piani dell’edificio.
Il testo riportato a questo proposito nelle attuali NTC è ripreso dall’EC-1991-1-1 ed è Il testo riportato a questo proposito nelle attuali NTC è ripreso dall’EN 1991-1-1 ed è
quindi possibile usare direttamente l’Eurocodice per eventuali chiarimenti. quindi possibile riferirsi direttamente all’Eurocodice per eventuali chiarimenti.
T E
C3.2 AZIONE SISMICA C3.2
N EAZIONE SISMICA
Il § 3.2, inerente la definizione dell’azione sismica, presenta alcune variazioni introdotte IlIO
A Zallo§ 3.2,scopo
inerente la definizione dell’azione sismica, presenta alcune variazioni introdotte
allo scopo di aggiornare approcci e procedure di calcolo all’attuale stato delle
I S L conoscenze. di aggiornare approcci e procedure di calcolo all’attuale stato delle
EloGstudio di Il dato di partenza per la definizione dell’azione sismica rimane sempre lo studio di
conoscenze.
Il dato di partenza per la definizione dell’azione sismica rimane sempre L
I e messi in rete pericolosità sismica italiana di base, i cui risultati sono stati prodotti e messi in rete
dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). O
D
pericolosità sismica italiana di base, i cui risultati sono stati prodotti
L L costruzione per costruzione. superficie topografica orizzontale, sito per sito e costruzione per costruzione.
Capitolo C03 p. 2 di 69
facendo riferimento ad un sito rigido (di categoria A) con superficie topografica facendo riferimento ad un sito rigido (di categoria A) con superficie topografica
orizzontale (di categoria T1), in condizioni di campo libero, cioè in assenza di manufatti. orizzontale (di categoria T1), in condizioni di campo libero, cioè in assenza di manufatti.
Negli sviluppi successivi il sito di riferimento sarà dunque caratterizzato da sottosuolo Negli sviluppi successivi il sito di riferimento sarà dunque caratterizzato da sottosuolo
di categoria A e superficie topografica di categoria T1. di categoria A e superficie topografica di categoria T1.
Le caratteristiche del moto sismico atteso al sito di riferimento, per una fissata PVR , sono Le caratteristiche del moto sismico atteso al sito di riferimento, per una fissata PVR , sono
espresse dall’accelerazione massima e dallo spettro di risposta elastico in accelerazione. espresse dall’accelerazione massima e dallo spettro di risposta elastico in accelerazione.
È ammessa la possibilità di descrivere il terremoto in forma di storie temporali del moto È ammessa la possibilità di descrivere il terremoto in forma di storie temporali del moto
del terreno, a condizione che esse siano compatibili con le caratteristiche del moto sismico del terreno, a condizione che esse siano compatibili con le caratteristiche del moto sismico
attese. In particolare, per ciascuna PVR i caratteri del moto sismico su sito di riferimento attese. In particolare, per ciascuna PVR i caratteri del moto sismico su sito di riferimento
rigido orizzontale sono descritti dalla distribuzione sul territorio nazionale delle seguenti
N E
rigido orizzontale sono descritti dalla distribuzione sul territorio nazionale delle seguenti
I
grandezze, sulla base delle quali risultano compiutamente definiti gli spettri elastici di
L
grandezze, sulla base delle quali risultano compiutamente definiti gli spettri elastici di
N
risposta: risposta:
A O
IC
ag = accelerazione massima al sito; ag = accelerazione massima al sito;
AZIl valore di a
orizzontale. orizzontale.
IS
Il valore di ag è desunto dalla pericolosità di riferimento, attualmente fornita dalloL è desunto dalla pericolosità di riferimento, attualmente fornita dallo
G
g
LE
* *
INGV, mentre Fo e TC sono calcolati in modo che gli spettri di risposta elastici in INGV, mentre Fo e TC sono calcolati in modo che gli spettri di risposta elastici in
D I
accelerazione, velocità e spostamento forniti dalle NTC approssimino al meglio i accelerazione, velocità e spostamento forniti dalle NTC approssimino al meglio i
IN O
corrispondenti spettri di risposta elastici in accelerazione, velocità e spostamento corrispondenti spettri di risposta elastici in accelerazione, velocità e spostamento
T
derivanti dalla pericolosità di riferimento. derivanti dalla pericolosità di riferimento.
L ET
I valori di ag, FO e T*C sono riportati negli allegati A e B al decreto del Ministro delle
OL
I valori di ag, FO e T*C sono riportati negli allegati A e B al decreto del Ministro delle
Infrastrutture 14 gennaio 2008 pubblicato nel S.O. alla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio Infrastrutture 14 gennaio 2008 pubblicato nel S.O. alla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio
B
2008 n. 29 e negli eventuali successivi aggiornamenti; di essi si fornisce la
rappresentazione in termini di andamento medio in funzione del periodo di ritorno T R,
2008 n. 29 e negli eventuali successivi aggiornamenti; di essi si fornisce la
rappresentazione in termini di andamento medio in funzione del periodo di ritorno T R,
per l’intero territorio nazionale. (v. Figure C3.2.1 a, b, c). Si riportano inoltre, in per l’intero territorio nazionale. (v. Figure C3.2.1 a, b, c). Si riportano inoltre, in
corrispondenza di ciascun valore di TR, i relativi intervalli di confidenza al 95% valutati corrispondenza di ciascun valore di TR, i relativi intervalli di confidenza al 95% valutati
con riferimento ad una distribuzione log-normale, per fornire una misura della loro con riferimento ad una distribuzione log-normale, per fornire una misura della loro
variabilità sul territorio (“variabilità spaziale”). variabilità sul territorio (“variabilità spaziale”).
Nel caso di costruzioni di notevoli dimensioni, va considerata l’azione sismica più Nel caso di costruzioni di notevoli dimensioni, va considerata l’azione sismica più
sfavorevole calcolata sull’intero sito ove sorge la costruzione e, ove fosse necessario, la sfavorevole calcolata sull’intero sito ove sorge la costruzione e, ove fosse necessario, la
variabilità spaziale del moto di cui al § 3.2.5. variabilità spaziale del moto di cui al § 3.2.5.
Capitolo C03 p. 3 di 69
0.70 0.70
0.60 0.60
0.50 0.50
0.40 0.40
ag (g)
ag (g)
0.30 2475 0.30 2475
975 975
0.20 475 0.20 475
140 201 140 201
0.10 50 72 101 0.10 50 72 101
30 30
0.00 0.00
10 100 1000 10000 10 100 1000 10000
TR (anni) TR (anni)
E
Figura C3.2.1 a – Variabilità di ag con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di Figura C3.2.1 a – Variabilità di ag con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di
confidenza al 95%
L I N
confidenza al 95%
3.00 3.00
O N
2.90 2.90
IC A
N
2.80 2.80
C
TE
2.70 2.70
Fo (-)
Fo (-)
2.60 2.60
NE
2475 2475
2.50 975 2.50 975
72 101 140 201 475 475
30 50 30 50 72 101 140 201
ZIO
2.40 2.40
A
2.30 2.30
L
2.20 2.20
GIS
10 100 1000 10000 10 100 1000 10000
TR (anni)
E
TR (anni)
L
DI
Figura C3.2.1 b – Variabilità di Fo con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di Figura C3.2.1 b – Variabilità di Fo con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di
confidenza al 95% confidenza al 95%
I N O
T
0.60 0.60
T
LE
0.50 0.50
OL
0.40 0.40
2475
B
975 2475
TC* (s)
475 975
TC* (s)
0.30 475
101 140 201
0.30
72 72 101 140 201
50 50
0.20 30 30
0.20
0.10 0.10
0.00 0.00
10 100 1000 10000 10 100 1000 10000
TR (anni) TR (anni)
Figura C3.2.1 c – Variabilità di TC* con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di Figura C3.2.1 c – Variabilità di TC* con TR: andamento medio sul territorio nazionale ed intervallo di
confidenza al 95% confidenza al 95%
C3.2.1 STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO C3.2.1 STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO
In un quadro operativo finalizzato a sfruttare al meglio la puntuale definizione della In un quadro operativo finalizzato a sfruttare al meglio la puntuale definizione della
Capitolo C03 p. 4 di 69
pericolosità di cui si dispone, si è ritenuto utile consentire, quando opportuno, il pericolosità di cui si dispone, si è ritenuto utile consentire, quando opportuno, il
riferimento a 4 stati limite per l’azione sismica. riferimento a 4 stati limite per l’azione sismica.
Ci si riferisce dunque a due Stati Limite di Esercizio (SLE), lo Stato Limite di immediata Ci si riferisce dunque a due Stati Limite di Esercizio (SLE), lo Stato Limite di immediata
Operatività (SLO), particolarmente utile come riferimento progettuale per le opere che Operatività (SLO), particolarmente utile come riferimento progettuale per le opere che
debbono restare operative durante e subito dopo il terremoto (ospedali, caserme, centri debbono restare operative durante e subito dopo il terremoto (ospedali, caserme, centri
della protezione civile, etc.) e lo Stato Limite di Danno (SLD) – definito come stato della protezione civile, etc.) e lo Stato Limite di Danno (SLD) – definito come stato
limite da rispettare per garantire inagibilità solo temporanee nelle condizioni post- limite da rispettare per garantire inagibilità solo temporanee nelle condizioni post-
sismiche, in tal modo articolando le prestazioni della struttura in termini di esercizio. sismiche, in tal modo articolando le prestazioni della struttura in termini di esercizio.
In modo analogo, ci si riferisce a due Stati Limite Ultimi (SLU) facendo seguire allo In modo analogo, ci si riferisce a due Stati Limite Ultimi (SLU) facendo seguire allo
Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV), individuato definendo puntualmente lo
E
Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV), individuato definendo puntualmente lo
I N
L
stato limite ultimo, lo Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC), particolarmente stato limite ultimo, lo Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC), particolarmente
utile come riferimento progettuale per alcune tipologie strutturali (strutture con
O N
utile come riferimento progettuale per alcune tipologie strutturali (strutture con
A
isolamento e dissipazione di energia) e, più in generale, nel quadro complessivo della isolamento e dissipazione di energia) e, più in generale, nel quadro complessivo della
progettazione antisismica.
IC
progettazione antisismica.
N
C
TE
I quattro stati limite così definiti, consentono di individuare quattro situazioni diverse I quattro stati limite così definiti, consentono di individuare quattro situazioni diverse
E
che, al crescere progressivo dell’azione sismica, ed al conseguente progressivo che, al crescere progressivo dell’azione sismica, ed al conseguente progressivo
superamento dei quattro stati limite ordinati per azione sismica crescente (SLO, SLD,
N
superamento dei quattro stati limite ordinati per azione sismica crescente (SLO, SLD,
IO
AZ
SLV, SLC), fanno corrispondere una progressiva crescita del danneggiamento SLV, SLC), fanno corrispondere una progressiva crescita del danneggiamento
L
all’insieme di struttura, elementi non strutturali ed impianti, per individuare così all’insieme di struttura, elementi non strutturali ed impianti, per individuare così
G IS
univocamente ed in modo quasi “continuo” le caratteristiche prestazionali richieste alla univocamente ed in modo quasi “continuo” le caratteristiche prestazionali richieste alla
E
IL
generica costruzione. generica costruzione.
OD
Ai quattro stati limite sono attribuiti (v. Tabella 3.2.I delle NTC) valori della probabilità Ai quattro stati limite sono attribuiti (v. Tabella 3.2.I delle NTC) valori della probabilità
di superamento PVR pari rispettivamente a 81%, 63%, 10% e 5%, valori che restano di superamento PVR pari rispettivamente a 81%, 63%, 10% e 5%, valori che restano
T IN
ET
immutati quale che sia la classe d’uso della costruzione considerata; tali probabilità, immutati quale che sia la classe d’uso della costruzione considerata; tali probabilità,
LL
valutate nel periodo di riferimento VR proprio della costruzione considerata, consentono valutate nel periodo di riferimento VR proprio della costruzione considerata, consentono
O
di individuare, per ciascuno stato limite, l’azione sismica di progetto corrispondente. di individuare, per ciascuno stato limite, l’azione sismica di progetto corrispondente.
B di riferimento V
Viene preliminarmente valutato il periodo R della costruzione (espresso Viene preliminarmente valutato il periodo di riferimento VR della costruzione (espresso
in anni), ottenuto come prodotto tra la vita nominale V N fissata all’atto della in anni), ottenuto come prodotto tra la vita nominale V N fissata all’atto della
progettazione ed il coefficiente d’uso CU che compete alla classe d’uso nella quale la progettazione ed il coefficiente d’uso CU che compete alla classe d’uso nella quale la
costruzione ricade (v. § 2.4 delle NTC). Si ricava poi, per ciascuno stato limite e relativa costruzione ricade (v. § 2.4 delle NTC). Si ricava poi, per ciascuno stato limite e relativa
probabilità di eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR, il periodo di ritorno TR del probabilità di eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR, il periodo di ritorno TR del
sisma. Si utilizza a tal fine la relazione: sisma. Si utilizza a tal fine la relazione:
T
RV
/
Rl
n(
1)
PC
V
R
U
VN/
l
n(
1)
PV
R
[C.3.2.1]
T
RV
/
Rl
n(
1)
PC
V
R
U
VN/
l
n(
1)
PV
R
[C.3.2.1]
ottenendo, per i vari stati limite, le espressioni di T R in funzione di Vrriportate nella ottenendo, per i vari stati limite, le espressioni di TR in funzione di VR riportate nella
Tabella C.3.2.I. Tabella C.3.2.I.
Capitolo C03 p. 5 di 69
Tabella C.3.2.I – Valori di TR espressi in funzione di VR Tabella C.3.2.I – Valori di TR espressi in funzione di VR
Valori in anni del periodo di ritorno TR Valori in anni del periodo di ritorno TR
Stati Limite Stati Limite
al variare del periododi riferimento VR al variare del periododi riferimento VR
Stati Limite di SLO (1)30 anni≤ TR 0,60VR Stati Limite di SLO (1)30 anni≤ TR 0,60VR
Esercizio Esercizio
(SLE)
SLD TR VR SLD TR VR
(SLE)
Stati Limite SLV TR 9,50VR Stati Limite SLV TR 9,50VR
R19,50V R19,50V
Ultimi (SLU) SLC T Ultimi (SLU) SLC T
R≤ 2475 anni (1) R≤ 2475 anni (1)
I N E
Alla base dei risultati così ottenuti è la strategia progettuale che impone, al variare del Alla base dei risultati così ottenuti è la L
O Ndella
strategia progettuale che impone, al variare del
A
periodo di riferimento V , la costanza della probabilità di superamento P di ciascuno periodo di riferimento V , la costanza
R VR probabilità di superamento P di ciascuno
R
C
VR
degli stati limite considerati (strategia progettuale di norma).
I
N(v. formula C.3.2.1) che, imponendo P = costante al variare di
degli stati limite considerati (strategia progettuale di norma).
È immediato constatare (v. formula C.3.2.1) che, imponendo P = costante al variare di È immediato constatare
e dunque, a parità di V , C , si ottieneT
VR
E C VR
E
C , si ottiene
T
C
V /
l
n(
1
P)
C
V /
co
st
a
nt
e
T
C
V /
l
n(
1
P)
C
V /
co
st
a
nt
e e dunque, a parità di V ,
N
U R U N VR U N N U R U N VR U N N
I O
T varia dello stesso fattore C per cui viene moltiplicata V per avere V .
R U N T varia
R dello stesso fattore
R C per cui viene moltiplicata UV per avere V . N R
Fissata la vita nominale V della costruzione e valutato il periodo di ritorno T ZFissata la vita nominale V della costruzione e valutato il periodo di ritorno T
corrispondente a C = 1, si ricava il T corrispondente al generico C dal prodottoLCA corrispondente a C = 1, si ricava il T corrispondente al generico C dal prodotto C
N R,1 N R,1
U R
LE
∙T . Al variare di C , T e V variano con legge uguale.
R,1 U R R R,1 U R R
D . I
O
Strategie progettuali alternative a quella ora illustrata, sono ipotizzabili 2
Strategie progettuali alternative a quella ora illustrata, sono ipotizzabili . 2
OdiLsuperamento attribuite ai vari stati limite non È evidente che riduzione delle probabilità di superamento attribuite ai vari stati limite non
essere ridotti in funzione del grado di protezione che si vuole raggiungere.” essere ridotti in funzione del grado di protezione che si vuole raggiungere.”
È evidente che riduzione delle probabilità B
può essere arbitraria ma deve allinearsi a precisi concetti di teoria della sicurezza; in può essere arbitraria ma deve allinearsi a precisi concetti di teoria della sicurezza; in
particolare si possono eventualmente accrescere i livelli di protezione nei confronti degli particolare si possono eventualmente accrescere i livelli di protezione nei confronti degli
Stati Limite di Esercizio, mentre i livelli di protezione nei confronti degli Stati Limite Stati Limite di Esercizio, mentre i livelli di protezione nei confronti degli Stati Limite
Ultimi (più direttamente legati alla sicurezza) possono restare sostanzialmente immutati Ultimi (più direttamente legati alla sicurezza) possono restare sostanzialmente immutati
perché già ritenuti sufficienti dalla normativa. perché già ritenuti sufficienti dalla normativa.
Per rispettare le limitazioni testé citate, al variare della classe d’uso e del coefficiente C U, Per rispettare le limitazioni testé citate, al variare della classe d’uso e del coefficiente C U,
1I limiti inferiore e superiore di T R fissati nell’allegato A al Decreto del Ministro delle Infrastrutture 14 gennaio 2008 pubblicato nel S.O. alla Gazzetta ufficiale del 4 febbraio 2008 ed eventuali successivi aggiornamenti sono dovuti
all’intervallo di riferimento della pericolosità sismica oggi disponibile; per opere speciali possono considerarsi azioni sismiche riferite a T R più elevati.
2Si veda al riguardo EN-1998-1, § 2.1, punto 4.
Capitolo C03 p. 6 di 69
si può utilizzare CU non per aumentare VN, portandola a VR, ma per ridurre PVR . si può utilizzare CU non per aumentare VN, portandola a VR, ma per ridurre PVR .
In tal caso si ha T
R V N /ln(1 PC
VR
/U ); detto TR,a il periodo di ritorno ottenuto con la In tal caso si ha T
R V N /ln(1 PC
V /U ); detto TR,a il periodo di ritorno ottenuto con la
R
strategia progettuale di norma e TR,b il periodo di ritorno ottenuto con la strategia strategia progettuale di norma e TR,b il periodo di ritorno ottenuto con la strategia
progettuale appena illustrata, il rapporto R tra i due periodi di ritorno varrebbe: progettuale appena illustrata, il rapporto R tra i due periodi di ritorno varrebbe:
T VP /
l
n (
1 /)
Cl n (
1 P ) T VP /
l
n (
1 /)
Cl n (
1 P )
R,b N VRU V
[C.3.2.2]
N VRU V
R R
R R,b R
[C.3.2.2]
TR,a C U
VP
N /ln(1 V ) CU ln (
1 P V /)
RU
C T R,a C U
VP
N /ln(1 V ) CU ln (
1 P V /)
C
RU
R
R
ed avrebbe, al variare di CU e PVR , gli andamenti riportati nel grafico successivo. ed avrebbe, al variare di CU e PVR , gli andamenti riportati nel grafico successivo.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
LE
Figura C3.2.2 – Variazione di R con CU e PVR Figura C3.2.2 – Variazione di R con CU e PVR
L
BO
Constatato che, con la strategia ipotizzata, si rispettano le condizioni preliminarmente Constatato che, con la strategia ipotizzata, si rispettano le condizioni preliminarmente
indicate come irrinunciabili (sostanziale costanza di TR, dunque protezione indicate come irrinunciabili (sostanziale costanza di TR, dunque protezione
sostanzialmente immutata, per i valori di PVR relativi agli SLU ossia per PVR ≤10%, e sostanzialmente immutata, per i valori di PVR relativi agli SLU ossia per PVR ≤10%, e
significativa crescita di TR, dunque protezione significativamente incrementata, per i significativa crescita di TR, dunque protezione significativamente incrementata, per i
valori di PVR relativi agli SLE ossia per PVR ≥60%) si può poi passare a valutare come valori di PVR relativi agli SLE ossia per PVR ≥60%) si può poi passare a valutare come
applicare la indicazione di norma, ossia come modificare le PVR . applicare la indicazione di norma, ossia come modificare le PVR .
Per trovare come modificare, al variare di CU, i valori di PVR nel periodo di riferimento Per trovare come modificare, al variare di CU, i valori di PVR nel periodo di riferimento
VR per ottenere gli stessi valori di TR suggeriti dalla strategia ipotizzata, basta imporre VR per ottenere gli stessi valori di TR suggeriti dalla strategia ipotizzata, basta imporre
R=1 nella formula C.3.2.2 ed indicare con PV i nuovi valori di PVR , così ottenendo:
*
R=1 nella formula C.3.2.2 ed indicare con PV i nuovi valori di PVR , così ottenendo:
*
R
R
Capitolo C03 p. 7 di 69
l
n
(
1*
P
) [C.3.2.3] l
n
(
1*
P
) [C.3.2.3]
R
R
V * * C V * * C
R
1 l
n
(
1P)Cl
n
(1P
/
C)P1
(1
P
/C
)U
R
1 l
n
(
1P)Cl
n
(1P
/
C)P1
(1
P
/C
)U
V U VUV VU V U VUV VU
Cl
n
(
U1P
/
C
V
R
)
U
R R R R
Cl
n
(
U1P
/
C
V
R
)
U
R R R R
È così possibile ricavare, al variare di CU, i valori di PV a partire dai valori di PVR ; tali È così possibile ricavare, al variare di CU, i valori di PV a partire dai valori di PVR ; tali
* *
R R
valori sono riportati, insieme ai valori di TR corrispondenti, nella Tabella C.3.2.II. valori sono riportati, insieme ai valori di TR corrispondenti, nella Tabella C.3.2.II.
* *
Adottando la strategia ipotizzata, al crescere di CU i valori dei PV corrispondenti agli
R
Adottando la strategia ipotizzata, al crescere di CU i valori dei PV corrispondenti agli
R
Stati Limite di Esercizio (SLE) si riducono sensibilmente ed i corrispondenti TR Stati Limite di Esercizio (SLE) si riducono sensibilmente ed i corrispondenti TR
* *
crescono, mentre i valori dei PV corrispondenti agli Stati Limite Ultimi (SLU) ed i
R
crescono, mentre i valori dei PV corrispondenti agli Stati Limite Ultimi (SLU) ed i
R
corrispondenti TR, sostanzialmente non variano. corrispondenti TR, sostanzialmente non variano.
E
* *
Tabella C.3.2.II – Valori di PVR e TR al variare di CU Tabella C.3.2.II – Valori di PVR e TR al variare di CU
L I N
N
Valori di PV*R Valori di Trcorrispondenti *
Valori di PVR
Valori di Trcorrispondenti
O
Stati Limite Stati Limite
CU = 1,0 CU = 1,5 CU = 2,0 CU = 1,0 CU = 1,5 CU = 2,0 CU = 1,0 CU = 1,5 CU = 2,0 CU = 1,0 CU = 1,5 CU = 2,0
SL 81,00% 68,80% 64,60% 0,60 VR 0,86 VR 0,96 VR SL 81,00% A
IC 55,83% 53,08%
68,80%
64,60% 0,60 VR 0,86 VR 0,96 VR
N
SLE SLE
DC 10,00% 9,83%
O O
SL 63,00% 55,83% 53,08% VR 1, 22 VR 1,32 VR SL63,00% VR 1, 22 VR 1,32 VR
D S S 1 9,50 9VR 9,669 VR 9,75 VR
T E SL 9,75% 9,50 VR 9,66 VR 9,75 VR
SL 5,00% L 4,96% L4,94%0
19,50,VR ,
19,66 VR 19,75VR
N E SLC 5,00% 4,96% 4,94%
SLU V 19,50VR 19,66VR 19,75VR
IOdunque la protezione
U V , 8 7
Zsostituire
C
Se dunque la protezione nei confronti degli SLE 0 è di prioritaria 5importanza, si possono Se nei confronti degli SLE è di prioritaria importanza, si possono
A
3
sostituire i valori di P con quelli di P ,così0conseguendo
Lad confronti degli SLE. La strategia progettuale testé ipotizzata, peraltro, conduce ad
i valori di P con quelli di P ,così conseguendo una miglior protezione nei
* *
S
% una%miglior protezione nei
I
VR VR VR VR
Gin cui gli un’opera decisamente più costosa e dunque è lecito adottarla unicamente nei casi in cui gli
confronti degli SLE. La strategia progettuale % testé ipotizzata, peraltro, conduce
L E
DI
un’opera decisamente più costosa e dunque è lecito adottarla unicamente nei casi
SLE siano effettivamente di prioritaria importanza. SLE siano effettivamente di prioritaria importanza.
Ottenuti i valori di T corrispondenti ai quattro stati limiteO
INinfine ricavare, al variare del seconda dei casi, la strategia progettuale a o b) si possono infine ricavare, al variare del
considerati (utilizzando, a Ottenuti i valori di T corrispondenti ai quattro stati limite considerati (utilizzando, a
T
R R
T
seconda dei casi, la strategia progettuale a o b) si possono
sito nel quale la costruzione sorge ed utilizzandoE
L Ldelloi datispettro
riportati negli Allegati A e B alle sito nel quale la costruzione sorge ed utilizzando i dati riportati negli Allegati A e B alle
BOstato limite.
NTC, l’accelerazione del suolo a e le forme
g di risposta di progetto per NTC, l’accelerazione del suolo a e le forme dello spettro di risposta di progetto per
g
ciascun sito, costruzione, situazione d’uso, ciascun sito, costruzione, situazione d’uso, stato limite.
C3.2.2 CATEGORIE DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE C3.2.2 CATEGORIE DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE
Le condizioni del sito di riferimento rigido non corrispondono, in generale, alle Le condizioni del sito di riferimento rigido non corrispondono, in generale, alle
condizioni reali. È necessario, pertanto, tenere conto delle condizioni stratigrafiche del condizioni reali. È necessario, pertanto, tenere conto delle condizioni stratigrafiche del
volume di terreno interessato dall’opera ed anche delle condizioni topografiche, poiché volume di terreno interessato dall’opera ed anche delle condizioni topografiche, poiché
entrambi questi fattori concorrono a modificare l’azione sismica in superficie rispetto a entrambi questi fattori concorrono a modificare l’azione sismica in superficie rispetto a
quella attesa su un sito rigido con superficie orizzontale. Tali modifiche, in ampiezza, quella attesa su un sito rigido con superficie orizzontale. Tali modifiche, in ampiezza,
durata e contenuto in frequenza, sono il risultato della risposta sismica locale. durata e contenuto in frequenza, sono il risultato della risposta sismica locale.
Si denomina “risposta sismica locale” l’azione sismica che emerge in “superficie” a Si denomina “risposta sismica locale” l’azione sismica che emerge in “superficie” a
seguito delle modifiche in ampiezza, durata e contenuto in frequenza subite seguito delle modifiche in ampiezza, durata e contenuto in frequenza subite
Capitolo C03 p. 8 di 69
trasmettendosi dal substrato rigido. Per individuare in modo univoco la risposta sismica trasmettendosi dal substrato rigido. Per individuare in modo univoco la risposta sismica
si assume come “superficie” il ”piano di riferimento” così come definito, per le diverse si assume come “superficie” il ”piano di riferimento” così come definito, per le diverse
tipologie strutturali, al § 3.2.2 delle NTC. tipologie strutturali, al § 3.2.2 delle NTC.
Le modifiche sopra citate corrispondono a: Le modifiche sopra citate corrispondono a:
effetti stratigrafici, legati alla successione stratigrafica, alle proprietà meccaniche dei effetti stratigrafici, legati alla successione stratigrafica, alle proprietà meccaniche dei
terreni, alla geometria del contatto tra il substrato rigido e i terreni sovrastanti ed alla terreni, alla geometria del contatto tra il substrato rigido e i terreni sovrastanti ed alla
geometria dei contatti tra gli strati di terreno; geometria dei contatti tra gli strati di terreno;
effetti topografici, legati alla configurazione topografica del piano campagna. La effetti topografici, legati alla configurazione topografica del piano campagna. La
modifica delle caratteristiche del moto sismico per effetto della geometria superficiale modifica delle caratteristiche del moto sismico per effetto della geometria superficiale
del terreno è dovuta alla focalizzazione delle onde sismiche in prossimità della cresta
N E
del terreno è dovuta alla focalizzazione delle onde sismiche in prossimità della cresta
I
dei rilievi a seguito dei fenomeni di riflessione delle onde sismiche ed all’interazione
L
dei rilievi a seguito dei fenomeni di riflessione delle onde sismiche ed all’interazione
N
O
tra il campo d’onda incidente e quello diffratto. I fenomeni di amplificazione cresta- tra il campo d’onda incidente e quello diffratto. I fenomeni di amplificazione cresta-
base aumentano in proporzione al rapporto tra l’altezza del rilievo e la sua larghezza.
IC A
base aumentano in proporzione al rapporto tra l’altezza del rilievo e la sua larghezza.
Gli effetti della risposta sismica locale possono essere valutati con metodi semplificati
N
Gli effetti della risposta sismica locale possono essere valutati con metodi semplificati
C
TE
oppure eseguendo specifiche analisi. I metodi semplificati possono essere adoperati solo oppure eseguendo specifiche analisi. I metodi semplificati possono essere adoperati solo
E
se l’azione sismica in superficie è descritta dall’accelerazione massima o dallo spettro se l’azione sismica in superficie è descritta dall’accelerazione massima o dallo spettro
elastico di risposta; non possono cioè essere adoperati se l’azione sismica in superficie è
IO N
elastico di risposta; non possono cioè essere adoperati se l’azione sismica in superficie è
AZNei metodi semplificati è possibile valutare gli effetti stratigrafici e topografici. In tali
descritta mediante storie temporali del moto del terreno. descritta mediante storie temporali del moto del terreno.
L
IS metodi si attribuisce il sito ad una delle categorie di sottosuolo definite nella Tabella
Nei metodi semplificati è possibile valutare gli effetti stratigrafici e topografici. In tali
G
metodi si attribuisce il sito ad una delle categorie di sottosuolo definite nella Tabella
E
IL
3.2.II delle NTC (A, B, C, D, E) e ad una delle categorie topografiche definite nella 3.2.II delle NTC (A, B, C, D, E) e ad una delle categorie topografiche definite nella
O D
Tabella 3.2.IV delle NTC (T1, T2, T3, T4). In questo caso, la valutazione della risposta Tabella 3.2.IV delle NTC (T1, T2, T3, T4). In questo caso, la valutazione della risposta
IN
sismica locale consiste nella modifica dello spettro di risposta in accelerazione del moto sismica locale consiste nella modifica dello spettro di risposta in accelerazione del moto
TT
sismico di riferimento, relativo all’affioramento della formazione rocciosa (categoria di sismico di riferimento, relativo all’affioramento della formazione rocciosa (categoria di
E
Lè basata sulla descrizione stratigrafica e
sottosuolo A) su superficie orizzontale (categoria topografica T1). sottosuolo A) su superficie orizzontale (categoria topografica T1).
O L
L’identificazione della categoria del sottosuolo L’identificazione della categoria del sottosuolo è basata sulla descrizione stratigrafica e
B delle onde di taglio V . Ai fini della valutazione
sui valori della velocità di propagazione s sui valori della velocità di propagazione delle onde di taglio V s. Ai fini della valutazione
semplificata della risposta sismica locale, nell’attuale versione delle NTC, non è più semplificata della risposta sismica locale, nell’attuale versione delle NTC, non è più
consentita la classificazione del sottosuolo sulla base del parametro N SPT30 per i terreni consentita la classificazione del sottosuolo sulla base del parametro NSPT30 per i terreni
a grana grossa e Cu30 per i terreni a grana fine. Ciò era invece permesso nelle NTC08. Le a grana grossa e Cu30 per i terreni a grana fine. Le attuali norme tecniche richiedono,
attuali norme tecniche richiedono che la categoria di sottosuolo sia obbligatoriamente quindi, che la categoria di sottosuolo sia stabilita sulla base del profilo Vs. La misura
stabilita sulla base del profilo Vs. Benché la misura diretta di Vs attraverso specifiche diretta di Vs attraverso specifiche indagini geofisiche è in ogni caso preferibile, essendo
indagini geofisiche sia preferibile, le norme consentono in alternativa la definizione del consentita, in alternativa, la definizione del profilo Vs attraverso il ricorso a correlazioni
profilo Vs attraverso il ricorso a correlazioni empiriche “di comprovata affidabilità”. Solo a empiriche “di comprovata affidabilità” solo per il metodo semplificato ed in ipotesi
titolo di esempio, si citano le correlazioni che, per i terreni a grana fina, legano V s alla residuali, stante la maggiore incertezza che caratterizza la determinazione di Vs con le
resistenza alla punta nella prova nella direzione statica oppure, per i terreni a grana citate correlazioni empiriche. In caso di utilizzo di correlazioni empiriche è comunque
grossa, al valore di NSPT nella prova penetrometrica dinamica. Stante l’elevato grado di raccomandabile non limitarsi all’uso di un singolo modello empirico, al fine di
Capitolo C03 p. 9 di 69
incertezza che caratterizza la predizione dei valori di Vs delle succitate correlazioni consentire una stima dell’incertezza legata al carattere regionale di tali correlazioni e
empiriche, il loro utilizzo deve essere adeguatamente giustificato. Anche in questo caso alla conseguente elevata dispersione dei relativi dati sperimentali.
è comunque raccomandabile non limitarsi all’uso di un singolo modello empirico, al
fine di consentire una stima dell’incertezza legata al carattere regionale di tali
correlazioni e alla conseguente elevata dispersione dei relativi dati sperimentali.
Fatta salva la necessità di estendere le indagini geotecniche nel volume significativo di
Fatta salva la necessità di estendere le indagini geotecniche nel volume significativo di
terreno interagente con l’opera, la classificazione si effettua in base ai valori della
terreno interagente con l’opera, la classificazione si effettua in base ai valori della
velocità equivalente Vs,eq definita mediante la media armonica [3.2.1] delle NTC.
velocità equivalente Vs,eq definita mediante la media armonica [3.2.1] delle NTC.
h
N
H
N j 1 j
h VS ,eq
E V
H j 1 j
VS ,eq hj h
N N
IN
j
hj hj
N N j 2 V j 1
L
s, j s, j
N
j 2 V j 1 V
s, j s, j
IC
onde di taglio in un terreno omogeneo equivalente, di spessore pari ad H dove H è la
onde di taglio in un terreno omogeneo equivalente, di spessore pari ad H dove H è la
CN
profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno
profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno
E
molto rigido caratterizzato da valori di Vsnon inferiori ad 800 m/s. Per depositi con
molto rigido caratterizzato da valori di Vsnon inferiori ad 800 m/s. Per depositi con
E T
profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio
N
profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio
IO
Vs,eq è definita dal parametro Vs,30 ottenuto ponendo H = 30 m nell’equazione [3.2.1] e
AZ
Vs,eq è definita dal parametro Vs,30 ottenuto ponendo H = 30 m nell’equazione [3.2.1] e
considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità. Derivando da
L
considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità. Derivando da
IS
una media armonica, la velocità equivalente assume valori differenti da quelli ottenuti
una media armonica, la velocità equivalente assume valori differenti da quelli ottenuti
G
dalla media aritmetica delle velocità dei singoli strati pesata sui relativi spessori,
E
dalla media aritmetica delle velocità dei singoli strati pesata sui relativi spessori,
IL
soprattutto in presenza di strati molto deformabili di limitato spessore. Lo scopo della
soprattutto in presenza di strati molto deformabili di limitato spessore. Lo scopo della
D
definizione adottata è quello di privilegiare il contributo degli strati più deformabili.
O
definizione adottata è quello di privilegiare il contributo degli strati più deformabili.
T
Per terreni nei quali la profondità del substrato è maggiore ≥ 30 m), la V
Capitolo C03 p. 10 di 69
mediante specifiche indagini e prove geotecniche. mediante specifiche indagini e prove geotecniche.
La risposta sismica locale e, comunque, la modellazione sismica in generale
comprendono, ove necessario in relazione alla natura ed alla dimensione dell’opera, un
propedeutico studio geomorfologico, stratigrafico e tettonico, nonché una
individuazione delle categorie di sottosuolo a cui afferiscono le opere in progetto
C3.2.3 VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA
C3.2.3 VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA
Il moto sismico di ciascun punto del terreno può essere decomposto in componenti
Il moto sismico di ciascun punto del terreno può essere decomposto in componenti
secondo tre direzioni ortogonali; per ciascuna componente dell’azione sismica può
secondo tre direzioni ortogonali; per ciascuna componente dell’azione sismica può
essere fornita una rappresentazione puntuale mediante la sola accelerazione massima
attesa, mediante l’intero spettro di risposta o mediante storie temporali del moto del
I N E
essere fornita una rappresentazione puntuale mediante la sola accelerazione massima
L
attesa, mediante l’intero spettro di risposta o mediante storie temporali del moto del
N
terreno (ad esempio accelerogrammi). Qualora la costruzione sia di dimensioni limitate
O
terreno (ad esempio accelerogrammi). Qualora la costruzione sia di dimensioni limitate
o le sue fondazioni siano sufficientemente rigide e resistenti, si può assumere che il
moto sia lo stesso per tutti i punti al di sotto della costruzione, altrimenti si deve tener
IC A
o le sue fondazioni siano sufficientemente rigide e resistenti, si può assumere che il
N
moto sia lo stesso per tutti i punti al di sotto della costruzione, altrimenti si deve tener
E
conto della variabilità spaziale del moto, nei modi definiti nel § 7.3.2.5.
T
La rappresentazione di riferimento per le componenti dell’azione sismica è lo spettro di
risposta E
La rappresentazione
N
risposta elastico in accelerazione per uno smorzamento convenzionale del 5%. Esso
elastico in accelerazione per uno smorzamento convenzionale del 5%. Esso
IO risposta massima in accelerazione del generico sistema dinamico elementare
fornisce la risposta massima in accelerazione del generico sistema dinamico elementare
Z
fornisce la
A per l’accelerazione massima del terreno.
con periodo di oscillazione T ≤ 4 s ed è espresso come il prodotto di una forma spettrale
L
con periodo di oscillazione T ≤ 4 s ed è espresso come il prodotto di una forma spettrale
S
I stesse La forma spettrale per le componenti orizzontali è definita mediante le stesse
per l’accelerazione massima del terreno.
La forma spettrale per le componenti orizzontali è definita mediante le
E G
espressioni fornite dall’EN 1998 nelle quali, tuttavia, non si è assunto un
per l’amplificazione massima ma si è fornita tale grandezza, D
L singolo valore espressioni fornite dall’EN 1998 nelle quali, tuttavia, non si è assunto un singolo valore
F ,I in funzione della
O
o
per l’amplificazione massima ma si è fornita tale grandezza, F , in funzione della
INin funzione della pericolosità pericolosità del sito insieme alle grandezze a , T e, conseguentemente, T , T . Per la
o
pericolosità del sito insieme alle grandezze a , T e, conseguentemente, T , T . Per la
T
g C B D
T
g C B D
L
componente verticale, invece, le uniche grandezze fornite in funzione della pericolosità
O
del sito sono l’accelerazione massima, posta pari alla massima accelerazione orizzontale
Capitolo C03 p. 11 di 69
Tabella 3.2.IV delle NTC. Esso è il rapporto tra il valore dell’accelerazione massima Tabella 3.2.IV delle NTC. Esso è il rapporto tra il valore dell’accelerazione massima
attesa in superficie e quello su sottosuolo di categoria A ed è definito in funzione della attesa in superficie e quello su sottosuolo di categoria A ed è definito in funzione della
categoria di sottosuolo e del livello di pericolosità sismica di base del sito (descritto dal categoria di sottosuolo e del livello di pericolosità sismica di base del sito (descritto dal
prodotto Fo·ag). prodotto Fo·ag).
2 2
Sottosuolo Sottosuolo
A A
B B
C C
1.5 1.5
D D
E E
I N E
SS
SS
N L
1 1
A O
N IC
C
TE
NE
0.5 0.5
0.25 0.35 0.45 0.55 0.65 0.75 0.85 0.95 1.05 1.15 1.25 0.25 0.35 0.45 0.55 0.65 0.75 0.85 0.95 1.05 1.15 1.25
Foag(g) IO
ZFigura F a (g)
A
o g
ISdi S
Figura C3.2.3 – Andamento del coefficiente SS per le componenti orizzontali dell’azione sismica L C3.2.3 – Andamento del coefficiente S per le componenti orizzontali dell’azione sismica
S
G
LE
Nella Figura C.3.2.3 è mostrata, per le cinque categorie di sottosuolo, la variazione Nella Figura C.3.2.3 è mostrata, per le cinque categorie di sottosuolo, la variazione di S S
I
S
in funzione del prodotto F ·a .
A parità di categoria di sottosuolo, l’andamento di S con FO
o g
D in funzione del prodotto Fo·ag.
IN di pericolosità sismica di
·a è caratterizzato da due A parità di categoria di sottosuolo, l’andamento di SS con Fo·ag è caratterizzato da due
tratti orizzontali, rispettivamente per bassi ed elevatiTvalori
S o g
Capitolo C03 p. 12 di 69
Per la componente verticale dell’azione sismica, in assenza di studi specifici, si assume Per la componente verticale dell’azione sismica, in assenza di studi specifici, si assume
SS=1. SS=1.
4 4
Sottosuolo Sottosuolo
3.5 A 3.5 A
B B
3 C 3 C
D D
2.5 E 2.5 E
Cc
Cc
2 2
I N E
N L
1.5 1.5
A O
1 1
N IC
C
0.5
E T0.5E
0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5 0.55 0.6
IO N 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5 0.55 0.6
Tc* (s)
Z Tc* (s)
Figura C3.2.4 – Andamento del coefficiente CC
ISLA Figura C3.2.4 – Andamento del coefficiente CC
E G
L
Il coefficiente CC è definito nella Tabella 3.2.IV delle NTC in funzione della categoria di Il coefficiente CC è definito nella Tabella 3.2.IV delle NTC in funzione della categoria di
sottosuolo e del valore di TC riferito a sottosuolo di categoria A,
D I TC*.
Nella Figura sottosuolo e del valore di TC riferito a sottosuolo di categoria A, TC*. Nella Figura
IN O
C.3.2.4, la variazione di CC è mostrata, per le cinque categorie di sottosuolo, in funzione C.3.2.4, la variazione di CC è mostrata, per le cinque categorie di sottosuolo, in funzione
TT
di TC*. di TC*.
L E
OL
A parità della categoria di sottosuolo, il coefficiente CC decresce al crescere di TC* e, A parità della categoria di sottosuolo, il coefficiente CC decresce al crescere di TC* e,
B
conseguentemente, l’effetto di amplificazione massima si sposta verso periodi più brevi conseguentemente, l’effetto di amplificazione massima si sposta verso periodi più brevi
e si riduce l’estensione del tratto orizzontale caratterizzato da ordinata spettrale e si riduce l’estensione del tratto orizzontale caratterizzato da ordinata spettrale
massima. In genere, a parità di TC*, i valori di CC si incrementano al decrescere della massima. In genere, a parità di TC*, i valori di CC si incrementano al decrescere della
rigidezza del sottosuolo, ovvero passando dal sottosuolo di categoria A al sottosuolo di rigidezza del sottosuolo, ovvero passando dal sottosuolo di categoria A al sottosuolo di
categoria E. Il sottosuolo di categoria D presenta, nell’intervallo di valori di interesse, categoria E. Il sottosuolo di categoria D presenta, nell’intervallo di valori di interesse,
valori di TC maggiori di quelli relativi alle altre categorie di sottosuolo. valori di TC maggiori di quelli relativi alle altre categorie di sottosuolo.
C3.2.3.1 DESCRIZIONE DEL MOTO SISMICO IN SUPERFICIE E SUL PIANO DI FONDAZIONE C3.2.3.1 DESCRIZIONE DEL MOTO SISMICO IN SUPERFICIE E SUL PIANO DI FONDAZIONE
Se le azioni sismiche al piano di fondazione sono ricavate mediante analisi di risposta Se le azioni sismiche al piano di fondazione sono ricavate mediante analisi di risposta
sismica locale, si può procedere nella maniera seguente: sismica locale, si può procedere nella maniera seguente:
- Si selezionano selezionano accelerogrammi rappresentativi delle azioni su - Si selezionano accelerogrammi rappresentativi delle azioni su affioramento
affioramento rigido di riferimento, verificandone la compatibilità con lo spettro rigido di riferimento, verificandone la compatibilità con lo spettro elastico di
Capitolo C03 p. 13 di 69
elastico di risposta secondo quanto disposto al §3.2.3.6 della norma e tenendo risposta secondo quanto disposto al §3.2.3.6 della norma e tenendo conto delle
conto delle indicazioni fornite al successivo C3.2.3.6 e al C7.11.3.1.2.2. indicazioni fornite al successivo C3.2.3.6 e al C7.11.3.1.2.2.
- Dalle analisi di risposta sismica locale si ottiene, per ciascun accelerogramma, il - Dalle analisi di risposta sismica locale si ottiene, per ciascun accelerogramma, il
corrispondente accelerogramma in superficie o sul piano di riferimento (ad corrispondente accelerogramma in superficie o sul piano di riferimento (ad
esempio il piano di fondazione) e il relativo spettro elastico di risposta. esempio il piano di fondazione) e il relativo spettro elastico di risposta.
- Per le analisi con spettro elastico di risposta si adotta lo spettro medio ottenuto - Per le analisi con spettro elastico di risposta si adotta lo spettro medio ottenuto
dagli spettri determinati con l’analisi di risposta sismica locale. Per le analisi dagli spettri determinati con l’analisi di risposta sismica locale. Per le analisi
nel dominio del tempo si utilizzano direttamente gli accelerogrammi ricavati nel dominio del tempo si utilizzano direttamente gli accelerogrammi ricavati
dall’analisi di risposta sismica locale. dall’analisi di risposta sismica locale.
N L
C3.2.3.2.1 SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE DELLE COMPONENTI ORIZZONTALI
O
C3.2.3.2.1 SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE DELLE COMPONENTI ORIZZONTALI
A
Il fattore tiene conto delle capacità dissipative delle costruzioni alterando lo spettro di
IC
Il fattore tiene conto delle capacità dissipative delle costruzioni alterando lo spettro di
N
risposta assunto a riferimento, per il quale =1, definito come lo spettro elastico con
C
risposta assunto a riferimento, per il quale =1, definito come lo spettro elastico con
smorzamento viscoso convenzionale = 5%. La relazione [3.2.4] può essere utilizzata
TE
smorzamento viscoso convenzionale = 5%. La relazione [3.2.4] può essere utilizzata
E
per costruzioni che non subiscono significativi danneggiamenti e può essere utilizzata
nel campo di smorzamenti convenzionali compresi tra i valori = 5% e = 28%. Al di
IO N
per costruzioni che non subiscono significativi danneggiamenti e può essere utilizzata
nel campo di smorzamenti convenzionali compresi tra i valori = 5% e = 28%. Al di
fuori di questo campo, la scelta del valore del fattore deve essere adeguatamente
L AZ fuori di questo campo, la scelta del valore del fattore deve essere adeguatamente
giustificata.
G IS giustificata.
E
IL
Nel caso di significativi danneggiamenti, generalmente associati ad azioni riferite agli Nel caso di significativi danneggiamenti, generalmente associati ad azioni riferite agli
O D
Stati Limite Ultimi, il fattore può essere calcolato in funzione del fattore di struttura q Stati Limite Ultimi, il fattore può essere calcolato in funzione del fattore di struttura q
IN
previsto per lo Stato Limite considerato secondo quanto definito al § 3.2.3.5 delle NTC. previsto per lo Stato Limite considerato secondo quanto definito al § 3.2.3.5 delle NTC.
T T
LE
C3.2.3.3 SPOSTAMENTO ORIZZONTALE E VELOCITA’ ORIZZONTALE DEL TERRENO C3.2.3.3 SPOSTAMENTO ORIZZONTALE E VELOCITA’ ORIZZONTALE DEL TERRENO
B OL
C3.2.3.4 SPETTRI RISPOSTADI PROGETTO PER LO STATO LIMITE DI OPERATIVITA’ (SLO) C3.2.3.4 SPETTRI RISPOSTADI PROGETTO PER LO STATO LIMITE DI OPERATIVITA’ (SLO)
C3.2.3.5 SPETTRI DI RISPOSTA DI PROGETTO PER GLI STATI LIMITE DI DANNO (SLD), DI C3.2.3.5 SPETTRI DI RISPOSTA DI PROGETTO PER GLI STATI LIMITE DI DANNO (SLD), DI
SALVAGUARDIA DELLA VITA (SLV) E DI PREVENZIONE DEL COLLASSO (SLC) SALVAGUARDIA DELLA VITA (SLV) E DI PREVENZIONE DEL COLLASSO (SLC)
C3.2.3.6 IMPIEGO DI STORIE TEMPORALI DEL MOTO DEL TERRENO C3.2.3.6 IMPIEGO DI STORIE TEMPORALI DEL MOTO DEL TERRENO
Le norme indicano le caratteristiche delle storie temporali del moto da impiegare nelle Le norme indicano le caratteristiche delle storie temporali del moto da impiegare nelle
analisi non lineari dinamiche delle strutture, definite al § 7.3.4.1, e di opere e sistemi analisi non lineari dinamiche delle strutture, definite al § 7.3.4.1, e di opere e sistemi
geotecnici definite al § 7.11 consentendo l’uso di storie temporali artificiali o naturali geotecnici definite al § 7.11 consentendo l’uso di storie temporali artificiali o naturali
(provenienti da registrazioni di terremoti reali) e, in particolari situazioni, di storie (provenienti da registrazioni di terremoti reali) e, in particolari situazioni, di storie
temporali simulate, generate cioè mediante simulazione del meccanismo di sorgente e temporali simulate, generate cioè mediante simulazione del meccanismo di sorgente e
della propagazione. Le norme specificano altresì che l’uso di segnali artificiali non è della propagazione. Le norme specificano altresì che l’uso di segnali artificiali non è
ammesso nelle analisi dinamiche di opere e sistemi geotecnici. ammesso nelle analisi dinamiche di opere e sistemi geotecnici.
Capitolo C03 p. 14 di 69
Per gli accelerogrammi artificiali e per quelli naturali le norme definiscono i criteri di Per gli accelerogrammi artificiali e per quelli naturali le norme definiscono i criteri di
coerenza con lo spettro di risposta elastico per lo stato limite considerato (spettro- coerenza con lo spettro di risposta elastico per lo stato limite considerato (spettro-
compatibilità) mentre per gli accelerogrammi simulati specificano che la loro compatibilità) mentre per gli accelerogrammi simulati specificano che la loro
determinazione si qualifichi in base alle caratteristiche accelerogrammi della sorgente e determinazione si qualifichi in base alle caratteristiche accelerogrammi della sorgente e
del mezzo di propagazione. Per gli accelerogrammi artificiali le norme prescrivono che del mezzo di propagazione. Per gli accelerogrammi artificiali le norme prescrivono che
essi debbano rispettare vincoli di compatibilità media con lo spettro elastico di essi debbano rispettare vincoli di compatibilità media con lo spettro elastico di
riferimento. riferimento.
Quando l’azione sismica è rappresentata da accelerogrammi naturali, è necessario che la Quando l’azione sismica è rappresentata da accelerogrammi naturali, è necessario che la
selezione di questi segnali sia coerente con la pericolosità sismica attesa al sito e in selezione di questi segnali sia coerente con la pericolosità sismica attesa al sito e in
E
particolare con la magnitudo e la distanza epicentrale rappresentative di uno o più particolare con la magnitudo e la distanza epicentrale rappresentative di uno o più
eventi di scenario. Poiché la pericolosità sismica di base è definita sul territorio
I N
eventi di scenario. Poiché la pericolosità sismica di base è definita sul territorio
L
nazionale in termini probabilistici, gli eventi di scenario, se il sito di costruzione
N
nazionale in termini probabilistici, gli eventi di scenario, se il sito di costruzione
O
A
appartiene alle categorie A di sottosuolo (tabella 3.2.II) e T1 topografica (tabella 3.2.III), appartiene alle categorie A di sottosuolo (tabella 3.2.II) e T1 topografica (tabella 3.2.III),
IC
possono essere definiti a partire dai risultati della disaggregazione della pericolosità possono essere definiti a partire dai risultati della disaggregazione della pericolosità
sismica disponibili sul sito web dell’INGV (http://esse1-gis.mi.ingv.it). In questo caso,
C N
sismica disponibili sul sito web dell’INGV (http://esse1-gis.mi.ingv.it). In questo caso,
TE
come indicato al C.7.11.3.1.2, i siti di registrazione dovrebbero essere posti su un come indicato al C.7.11.3.1.2, i siti di registrazione dovrebbero essere posti su un
affioramento rigido (categoria A) con superficie topografica orizzontale (categoria T1).
E
affioramento rigido (categoria A) con superficie topografica orizzontale (categoria T1).
N
IO
Per i siti di costruzione non appartenenti alle categorie A di sottosuolo e T1 topografica, Per i siti di costruzione non appartenenti alle categorie A di sottosuolo e T1 topografica,
AZ
i segnali naturali testé selezionati sono utilizzati per effettuare analisi di risposta sismica i segnali naturali testé selezionati sono utilizzati per effettuare analisi di risposta sismica
locale.
IS L locale.
G
LE
Le norme stabiliscono per le registrazioni naturali selezionate alcuni vincoli di spettro- Le norme stabiliscono per le registrazioni naturali selezionate alcuni vincoli di spettro-
D I
compatibilità rispetto allo spettro elastico di risposta per lo stato limite considerato compatibilità rispetto allo spettro elastico di risposta per lo stato limite considerato
O
(§3.2.3.6). Occorre inoltre tenere conto delle indicazioni fornite al paragrafo (§3.2.3.6). Occorre inoltre tenere conto delle indicazioni fornite al paragrafo
IN
C.7.11.3.1.2.2 della presente circolare. Al fine di soddisfare il suddetti requisiti di C.7.11.3.1.2.2 della presente circolare. Al fine di soddisfare il suddetti requisiti di
T
ET
spettro-compatibilità, i segnali registrati possono essere scalati linearmente in ampiezza. spettro-compatibilità, i segnali registrati possono essere scalati linearmente in ampiezza.
L L
È tuttavia opportuno contenere il fattore di scala in un intervallo limitato in modo da È tuttavia opportuno contenere il fattore di scala in un intervallo limitato in modo da
BO
non alterare eccessivamente i segnali e renderli incompatibili alla magnitudo e alla non alterare eccessivamente i segnali e renderli incompatibili alla magnitudo e alla
distanza dalla sorgente degli eventi sismici a cui sono riferiti. In generale, ciascuna distanza dalla sorgente degli eventi sismici a cui sono riferiti. In generale, ciascuna
registrazione sismica è costituita da due componenti del moto in direzione orizzontale e registrazione sismica è costituita da due componenti del moto in direzione orizzontale e
una componente in direzione verticale. Mentre in linea di principio è possibile ottenere, una componente in direzione verticale. Mentre in linea di principio è possibile ottenere,
differenziando tra loro i fattori di scala, la spettro-compatibilità per ciascuna differenziando tra loro i fattori di scala, la spettro-compatibilità per ciascuna
componente del moto, in pratica può essere opportuno utilizzare un unico fattore di componente del moto, in pratica può essere opportuno utilizzare un unico fattore di
scala per le due componenti orizzontali, selezionato in modo da rendere la risultante scala per le due componenti orizzontali, selezionato in modo da rendere la risultante
delle azioni sismiche nel piano orizzontale compatibile con lo spettro risultante. Uno dei delle azioni sismiche nel piano orizzontale compatibile con lo spettro risultante. Uno dei
possibili metodi per ottenere questo risultato comprende le seguenti operazioni: possibili metodi per ottenere questo risultato comprende le seguenti operazioni:
1. per ogni coppia di registrazioni orizzontali, si costruisce uno spettro SRSS, dato 1. per ogni coppia di registrazioni orizzontali, si costruisce uno spettro SRSS, dato
dalla radice quadrata della somma dei quadrati degli spettri di ogni dalla radice quadrata della somma dei quadrati degli spettri di ogni
componente; componente;
Capitolo C03 p. 15 di 69
2. lo “spettro medio SRSS” è pari alla media degli spettri SRSS di ciascuna coppia 2. lo “spettro medio SRSS” è pari alla media degli spettri SRSS di ciascuna coppia
di accelerogrammi, appartenente al medesimo gruppo di storie temporali; di accelerogrammi, appartenente al medesimo gruppo di storie temporali;
3. le coppie di registrazioni, nel numero indicato dalla norma, devono essere 3. le coppie di registrazioni, nel numero indicato dalla norma, devono essere
selezionate e scalate in modo tale che lo spettro medio SRSS approssimi, selezionate e scalate in modo tale che lo spettro medio SRSS approssimi,
secondo i criteri di coerenza spettrale di norma, lo “spettro di riferimento”, secondo i criteri di coerenza spettrale di norma, lo “spettro di riferimento”,
dato dal prodotto dello spettro elastico di progetto per un opportuno dato dal prodotto dello spettro elastico di progetto per un opportuno
coefficiente . coefficiente .
Il valore del coefficiente é in genere non superiore a 1,3 che corrisponde alla risultante Il valore del coefficiente é in genere non superiore a 1,3 che corrisponde alla risultante
di due componenti il cui rapporto è circa pari a 0,85. Tuttavia, nel definire la coerenza
E
di due componenti il cui rapporto è circa pari a 0,85. Tuttavia, nel definire la coerenza
I N
L
spettrale, con particolare riguardo al rapporto fra le componenti accelerometriche, in spettrale, con particolare riguardo al rapporto fra le componenti accelerometriche, in
assenza di studi sismo-tettonici specifici che giustifichino scelte differenti, si deve
O N
assenza di studi sismo-tettonici specifici che giustifichino scelte differenti, si deve
adottare un valore limite per il coefficiente pari a 2 , ovvero la risultante di due
IC A
adottare un valore limite per il coefficiente pari a 2 , ovvero la risultante di due
N
componenti uguali tra loro, come specificato al §3.2.3.1 della norma. componenti uguali tra loro, come specificato al §3.2.3.1 della norma.
Ai fini dell’impiego di accelerogrammi nelle analisi, una descrizione delle azioni Ai fini dell’impiego
T ECcondil’evento
accelerogrammi nelle analisi, una descrizione delle azioni
coppia di registrazioni lungo le direzioni principali del sisma, definite come le direzioni coppia diE
sismiche coerente con l’evento di origine può essere ottenuta proiettando ciascuna sismiche coerente di origine può essere ottenuta proiettando ciascuna
A Zdue componenti accelerometriche X e Y nell’intervallo di tempo t < t < t , può essere così
per le quali si annulla la correlazione tra le componenti. Il coefficiente di correlazione tra per le quali si annulla la correlazione tra le componenti. Il coefficiente di correlazione tra
1 2
L
due componenti accelerometriche X e Y nell’intervallo di tempo t < t < t , può essere così
IS determinato:
1 2
G
determinato:
X t Y t dt
t2
I LE X t Y t dt
t2
t1
O D t1
X t dt YTIN
X ,Y X ,Y
t dt
t2 t2
X t dt Y t dt
2 2 t2 t2
2 2
T
LdelEsisma.temporale considerato, che può dove
t1 t1 t1 t1
L
dove t e t rappresentano gli estremi dell’intervallo
1 2 t e t rappresentano gli estremi dell’intervallo temporale considerato, che può
BO
1 2
essere assunto corrispondente alla fase intensa essere assunto corrispondente alla fase intensa del sisma.
Sparisce nel passaggio dalle precedenti alle attuali NTC la numerazione del § 3.3.1 Sparisce nel passaggio dalle precedenti alle attuali NTC la numerazione del § 3.3.1
Generalità, il testo resta praticamente immutato, ma quello che era il paragrafo Generalità, il testo resta praticamente immutato, ma quello che era il paragrafo
successivo sulla velocità di riferimento assume ora il numero 3.3.1 contro il numero 3.3.2 successivo sulla velocità di riferimento assume ora il numero 3.3.1 contro il numero 3.3.2
delle precedenti NTC. delle precedenti NTC.
Capitolo C03 p. 16 di 69
immutato, la zonizzazione del territorio nazionale resta invariata così come la velocità immutato, la zonizzazione del territorio nazionale resta invariata rispetto alle precedenti
del vento nelle varie zone, sia a livello del mare che all’aumentare della quota. La NTC, così come la velocità base di riferimento del vento nelle varie zone, sia a livello del
variazione della formula 3.3.1 è infatti solamente apparente e le due formulazioni mare che all’aumentare della quota. La variazione della formula 3.3.1 è infatti solamente
conducono comunque agli stessi valori, per tutte le 9 zone e per qualunque quota sul apparente e le due formulazioni conducono comunque agli stessi valori, per tutte le 9
livello del mare. zone e per qualunque quota sul livello del mare.
E
le seguenti espressioni che forniscono la velocità di riferimento del vento v b(TR) riferita ad un generico periodo di ritorno:
ad un generico periodo di ritorno TR nel campo compreso tra 10 e 500 anni:
L I N
vb(TR) = R vb [C3.3.1] vb(TR) = R vb
O N [C3.3.1]
dove: dove:
IC A
N
EC dalla Figura C3.3.1, alla quale corrisponde l’espressione:
vb è la velocità di riferimento del vento associata a un periodo di ritorno di 50 anni, R è vb è la velocità di riferimento del vento associata a un periodo di ritorno di 50 anni, R è
E T
un coefficiente fornito dalla Figura C3.3.1, (mostrata sia in scala logaritmica sia in scala un coefficiente fornito
lineare) alla quale corrisponde l’espressione:
I O N 1
1
A Z =
R 0 .75 1-0.2 l
n -ln 1 - [C3.3.2].
comprovata affidabilità.
I N O costruzioni. Limitatamente alle analisi inerenti il comportamento delle costruzioni nei
BO
dovranno adottare valori di T significativamente maggiori di 50 anni, secondo i criteri
R
Capitolo C03 p. 17 di 69
1.15 1.15
1.1 1.1
1.05 1.05
R
R
1 1
0.95 0.95
0.9 0.9
10 50 100 500 1050100 500
TR(anni) TR(anni)
I N E
L
(a) (b)
Figura C3.3.1 – Valori del coefficiente α in funzione del periodo di ritorno T , a) asse
R R
O N
logaritmico, b) asse lineare
IC A
Figura C3.3.1 – Valori del coefficiente α in funzione del periodo di ritorno T , (asse in
N
R R
C
TE
scala logaritmica),
GI
sottovento.
E
C3.3.4 PRESSIONE DEL VENTO
D IL C3.3.4 PRESSIONE DEL VENTO
I N Odi pressione invece che equivalenti; il coefficiente cp viene definito coefficiente di pressione invece che
Le espressioni 3.3.2 delle precedenti NTC e 3.3.4 delle attuali, sono sostanzialmente Le espressioni 3.3.2 delle precedenti NTC e 3.3.4 delle attuali, sono sostanzialmente
TTma il suo ruolo e valore, come coefficiente di forma (come nella precedente NTC) ma il suo ruolo e valore, come
equivalenti; il coefficiente cp viene definito coefficiente
E
LL
coefficiente di forma (come nella precedente NTC)
O
indicato al § 3.3.8, restano immutati.. indicato al § 3.3.8, restano immutati.
Le espressioni 3.3.3 delle precedenti NTC e 3.3.5 delle attuali, sono sostanzialmente Le espressioni 3.3.3 delle precedenti NTC e 3.3.5 delle attuali, sono sostanzialmente
equivalenti. equivalenti.
Le espressioni 3.3.4 delle precedenti NTC e 3.3.6 delle attuali, sono sostanzialmente Le espressioni 3.3.4 delle precedenti NTC e 3.3.6 delle attuali, sono sostanzialmente
equivalenti. equivalenti.
Il paragrafo mostra la dipendenza del coefficiente di esposizione dall’altezza sul suolo Il paragrafo mostra la dipendenza del coefficiente di esposizione dall’altezza sul suolo
Capitolo C03 p. 18 di 69
del punto considerato, dalla topografia del terreno e dalla categoria di esposizione del del punto considerato, dalla topografia del terreno e dalla categoria di esposizione del
sito ove sorge la costruzione. Non presenta significative differenze rispetto alle sito ove sorge la costruzione. Non presenta significative differenze rispetto alle
precedenti NTC. precedenti NTC.
I N E
Nel seguito, in riferimento alle costruzioni di forma regolare indicate ai paragrafi da
E C
estese di costruzioni
ET
elementi principali della struttura;
Z
IS LA costruzioni e che possono essere impiegati sia in alternativa ai coefficienti di
G
pressione globali cpe, sia per quantificare la pressione locale sugli elementi con
T
ET
m2 (quali elementi di rivestimento ed i loro fissaggi).
L
OL
Per i coefficienti di pressione locali relativi ad un’area di incidenza compresa fra 1 e 10
m2, il valore è pari a:
B cpeA = cpe,1– (cpe,1– cpe,10) log10(A) [C3.3.3]
dove:
A è l’area di incidenza della pressione del vento
C3.3.8.1 EDIFICI A PIANTA RETTANGOLARE CON COPERTURE PIANE, A FALDE, INCLINATE E C3.3.8.1 EDIFICI A PIANTA RETTANGOLARE CON COPERTURE PIANE, A FALDE, INCLINATE E
Capitolo C03 p. 19 di 69
CURVILINEE CURVILINEE
Per la valutazione della pressione esterna si assumeranno gli schemi riportati nelle Per la valutazione della pressione esterna si assumeranno, nei casi più comuni, gli
figure 3.3.2 -3.3.10 che contemplano le forme più comuni, per le forme non contemplate schemi di seguito riportati; per le forme non contemplate nel presente documento, e per
nel presente documento si consulti l’Eurocodice EN_1991_1_4 e Istruzioni ulteriori approfondimenti sui criteri di analisi , costituiscono utile riferimento
CNR_DT207_2008. Per le forme non contemplate nei precedenti documenti citati si l’Eurocodice EN-1991-1-4 e le Istruzioni CNR DT207. Per le forme non contemplate nei
ricorra a dati di letteratura o a prove specifiche in galleria del vento o, infine, a documenti citati si potrà ricorrere a dati di letteratura o a prove specifiche in galleria del
simulazioni di fluidodinamica computazionale utilizzando strumenti di comprovata vento o, infine, a simulazioni di fluidodinamica computazionale utilizzando strumenti
validità scientifica. di comprovata validità scientifica.
N IC
C
E TE
IO N
AZ
.
IS L
E G
D IL
IN O
T
ET
(a) (b)
L L Figure C3.3.2 a) Parametri caratteristici di edifici a pianta rettangolare, b) Edifici a pianta rettangolare: cpe
BO
(a) (b) per facce sopravento, sottovento e laterali
Figure C3.3.2 a) Parametri caratteristici di edifici a pianta rettangolare, b) Edifici a pianta rettangolare: cpe
per facce sopravento, sottovento e laterali Tabella C3.3.III: Edifici a pianta rettangolare: cpe per facce sopravento, sottovento e laterali
Tabella C3.3.III: Edifici a pianta rettangolare: cpe per facce sopravento, sottovento e laterali
I coefficienti locali cpe,10 e di dettaglio cpe,1 da assumere sulle pareti di un edificio a pianta
rettangolare sono riportati in Figura, C3.3.3 e in Tabella C3.3.IV, il valore della
I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle pareti di un edificio a pianta dimensione e è pari al minimo tra b e 2h.
rettangolare sono riportati in Figura C3.3.3 e in Tabella C3.3.IV. In riferimento alla
Figura C3.3.3 e Tabella C3.3.IV, si precisa che il termine cpe indica i coefficienti di
pressione esterni relativi ad un’area di incidenza minore di 1 m2, cpe,1 indica i coefficienti
di pressione esterni relativi ad un’area di incidenza minore di 1 m2, cpe,10 indica i
Capitolo C03 p. 20 di 69
coefficienti di pressione esterni relativi ad un’area di incidenza maggiore di 10 m 2, per i
coefficienti di pressione esterni relativi ad un’area di incidenza compresa fra 1 e 10 m 2, il
valore è pari a:
cpe = cpe,1– (cpe,1– cpe,10) log10(A), dove A è l’area di incidenza della pressione del vento.
I N E
N L
A O
IC
d
N
(a) (b)
C
Figura C3.3.3 a) Schema planimetrico di riferimento, b) Suddivisione delle pareti verticali di edificio a
TE
pianta rettangolare in zone di uguale pressione (prospetti laterali)
(a)
d
(b)
N E C3.3.IV: Edifici a pianta rettangolare: c
IO
Figura C3.3.3 a) Schema di riferimento, b) Suddivisione delle pareti verticali di edificio a pianta rettangolare Tabella pe per facce sopravento, sottovento e laterali.
AZ
in zone di uguale pressione (prospetto),
IS L
G
Tabella C3.3.IV: Edifici a pianta rettangolare: c per facce sopravento, sottovento e laterali.
pe
I LE
O D
T I N C3.3.8.1.1.1
BO
diversa dal profilo della pressione cinetica di picco del vento indisturbato, come si
ricava attraverso il coefficiente di esposizione (§ 3.3.7 delle NTC). In conseguenza di ciò,
è opportuno calcolare la pressione cinetica di picco in corrispondenza di un punto posto
ad una quota detta di riferimento ( ), tale da consentire la stima, generalmente a favore
di sicurezza, della risultante delle pressioni agenti sulle pareti verticali dell’edificio.
Per gli edifici bassi, ossia con altezza minore o uguale della dimensione in pianta
ortogonale al flusso del vento (h ≤ b), l’altezza di riferimento è costante e pari alla quota
di sommità dell’edificio ( ); la pressione del vento è pertanto uniforme.
Per gli edifici alti, ossia con altezza compresa fra la dimensione in pianta ortogonale al
flusso del vento e 5 volte la profondità dell’edificio (b < h ≤ 5∙d), si definiscono due zone
distinte. Nella prima parte dell’edificio, sino alla quota z = b, l’altezza di riferimento è
costante e pari a ; la pressione del vento è pertanto uniforme. Nella parte
Capitolo C03 p. 21 di 69
superiore dell’edificio, per z compreso fra b e h, la quota di riferimento può essere
scelta seguendo uno dei due seguenti criteri (figura C3.3.4):
1. L’altezza di riferimento è costante e pari alla sommità dell’edificio ( ); la
pressione del vento è pertanto uniforme fra le quote z=b e z=h. In questo modo
il calcolo delle forze aerodinamiche è semplificato, ma la forza totale che ne
risulta è generalmente maggiore di quella reale.
2. L’edificio è suddiviso in tronchi di altezza arbitraria, a ciascuno dei quali
corrisponde un’altezza di riferimento costante pari alla sommità del tronco; se
l’altezza di ciascun tronco coincide con l’interpiano dell’edificio, ed ogni
I N E
singolo tronco risulta centrato sulla posizione degli elementi orizzontali (solai),
L
è lecito ammettere che l’altezza di riferimento sia pari alla quota del solaio
O N
relativo; in entrambi i casi la pressione del vento è uniforme su ogni tronco. In
A
questo modo il calcolo delle forze è più oneroso, ma i valori che si ottengono
IC
sono più aderenti alla realtà e non maggiori di quelli che si ottengono
N
C
applicando la procedura di cui al punto precedente.
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
TT
L LE
BO
Figure C3.3.4 Quote di riferimento negli edifici bassi ed alti
Particolare attenzione va posta nel caso di edifici particolarmente snelli, il cui rapporto
h/d sia maggiore di 5, per i quali potrà farsi utile riferimento a studi specifici di settore.
Capitolo C03 p. 22 di 69
dell’edificio ( ).
Si considerano piane le coperture la cui inclinazione sull’orizzontale sia compresa tra -5°
C3.3.8.1.2 COPERTURE PIANE
e +5°. L’altezza di riferimento per le coperture piane è pari alla quota massima della
Si considerano piane le coperture la cui inclinazione sull’orizzontale sia compresa tra -5° copertura stessa, inclusa la presenza dei parapetti e di altri analoghi elementi. I
e +5°. L’altezza di riferimento z per le coperture piane è pari alla quota massima della coefficienti globali cpe da assumere sulle coperture di un edificio a pianta rettangolare
copertura stessa, inclusa la presenza dei parapetti e di altri analoghi elementi. I sono riportati in Figura C3.3.5 e in Tabella C3.3.V.
coefficienti globali da assumere sulle coperture di un edificio a pianta rettangolare sono
E
riportati in Figura C3.3.4 e in Tabella C3.3.V.
L I N
O N
IC A
C N
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T
ET
E
LL
Figura C3.3.5 Schema di riferimento per coperture piane
C4
Tabella C3.3.V: Edifici rettangolari: cpe per coperture piane.
Nella zona sottovento la pressione può assumere sia valori negativi sia valori positivi,
per cui si devono considerare entrambi i casi.
I coefficienti locali cpe,10 e di dettaglio cpe,1 da assumere sulle coperture di un edificio a
pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.6 e in Tabella C3.3.VI. In riferimento
I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle coperture di un edificio a pianta alla Figura C3.3.6 e Tabella C3.3.VI, il valore della dimensione e è pari al minimo fra b e
rettangolare sono riportati in Figura C3.3.5 e in Tabella C3.3.VI. In riferimento alla 2h.
Capitolo C03 p. 23 di 69
Figura C3.3.5 e Tabella C3.3.VI il valore di e è pari al minimo fra b e 2h.
I N E
N L
A O
(a)
(a)
N IC
C
E TE
IO N
AZ Figura C3.3.6: a) Suddivisione delle coperture
(b)
(b)
IS L piane in zone di uguale pressione, b) Altezza di riferimento
G
per coperture piane con parapetti o raccordi (curvi e piani)
E
Figura C3.3.5: a) Suddivisione delle coperture piane in zone di uguale pressione, b) Altezza di riferimento
I
per coperture piane con parapetti o raccordi (curvi e piani)
L
D
Tabella C3.3.VI: Coefficienti di pressione per coperture piane,
IN O
T
Tabella C3.3.VI: Coefficienti di pressione per coperture piane,
L ET
L
BO
L’altezza di riferimento per le coperture inclinate a semplice falda è pari alla quota
Capitolo C03 p. 24 di 69
massima della copertura stessa. Per le inclinazioni -5°≤ α ≤+5° occorre fare riferimento al
C3.3.8.1.3 COPERTURE A FALDA SINGOLA caso di copertura piana (§ C3.3.8.1.2). I coefficienti globali da assumere sulle coperture a
singola falda di un edificio a pianta rettangolare, nel caso di vento ortogonale alla
L’altezza di riferimento z per le coperture inclinate a semplice falda è pari alla quota
direzione del colmo sono riportati in Figura C3.3.8 e in Tabella C3.3.VII. Nella zona
massima della copertura stessa. Per le inclinazioni -5°≤α≤+5° occorre fare riferimento al
5°≤α≤ 45° la pressione può variare rapidamente da valori negativi a valori positivi, per
caso di copertura piana (Figura C3.3.6). I coefficienti globali da assumere sulle coperture
a singola falda di un edificio a pianta rettangolare, nel caso di vento ortogonale alla cui vengono forniti valori dei coefficienti di pressione con entrambi i segni; in generale,
direzione del colmo sono riportati in Figura C3.3.7e in Tabella C3.3.VII. Nella zona si considerano ambedue le condizioni di carico, valutando quale può condurre a
situazioni più gravose per la struttura o l’elemento strutturale considerato.
0°≤α≤45° la pressione può variare rapidamente da valori negativi a valori positivi, per
cui vengono forniti valori dei coefficienti di pressione con entrambi i segni; in generale,
E
si considerano ambedue le condizioni di carico, valutando quale può condurre a
situazioni più gravose per la struttura o l’elemento strutturale considerato.
L I N
O N
IC A
C N
TE
Figura C3.3.7: Schema di riferimento per coperture a semplice falda
N E
IO
AZ
Figura C3.3.6: Schema di riferimento per coperture a semplice falda
IS L
E G
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Figura C3.3.8: Coperture a semplice falda: valori del coefficiente cpe: vento perpendicolare alla direzione del
colmo.
Figura C3.3.7: Coperture a semplice falda: valori del coefficiente cpe: vento perpendicolare alla direzione del Tabella C3.3.VII: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento perpendicolare alla
colmo. Coperture a semplice falda: valori del coefficiente cpe, vento perpendicolare alla direzione del colmo.
direzione del colmo
Tabella C3.3.VII: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento perpendicolare alla
direzione del colmo.
Capitolo C03 p. 25 di 69
I coefficienti globali da assumere sulle coperture a singola falda di un edificio a pianta I coefficienti globali da assumere sulle coperture a singola falda di un edificio a pianta
rettangolare, nel caso di vento parallelo alla direzione del colmo sono riportati in Figura rettangolare, nel caso di vento parallelo alla direzione del colmo sono riportati in Figura
C3.3.8 e in Tabella C3.3.VIII. C3.3.9 e in Tabella C3.3.VIII.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
IS
L EG
D I alla direzione del
O
Figura C3.3.8: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda: vento parallelo Figura C3.3.9: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda: vento parallelo alla direzione del
colmo
I N
T falda (α in °): vento parallelo alla
colmo
L
O0°≤≤15°
colmo . direzione del colmo .
Fascia sopravento
profondità pari al minimo tra
di
B c = − 0,8 − /50
pe,A Fascia sopravento di
profondità pari al minimo tra
0°≤≤15° cpe,A = − 0,8 − /50
Restanti zone 15°≤≤45° cpe,B = − 0,7 − (−15)/150 Restanti zone 15°≤≤45° cpe,B = − 0,7 − (−15)/150
I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle coperture a singola falda di un I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle coperture a singola falda di un
edificio a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.9 e in Tabella C3.3.IX e edificio a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.10 e in Tabella C3.3.IX e
C3.3.X. In riferimento alla Figura C3.3.9 e Tabella C3.3.IX e X il valore di e è pari al C3.3.X, il valore di e è pari al minimo fra b e 2h.
Capitolo C03 p. 26 di 69
minimo fra b e 2h.
I N E
Vento parallelo alla direzione del colmo
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
LE
Vento ortogonale alla direzione del colmo
L
BO
Figura C3.3.9: Suddivisione delle coperture a semplice falda in zone di uguale pressione Figura C3.3.10: Suddivisione delle coperture a semplice falda in zone di uguale pressione
Capitolo C03 p. 27 di 69
Tabella C3.3.IX: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento ortogonale alla Tabella C3.3.IX: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento ortogonale alla
direzione del colmo. direzione del colmo.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
Tabella C3.3.X: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento parallelo alla
IO NTabella C3.3.X: Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda (α in °): vento parallelo alla
AZ
direzione del colmo. direzione del colmo.
IS L
E G
D IL
IN O
T T
L LE
BO
C3.3.8.1.4 COPERTURE A FALDA DOPPIA C3.3.8.1.4 COPERTURE A FALDA DOPPIA
L’altezza di riferimento z per le coperture inclinate a doppia falda (Figura C3.3.10) è L’altezza di riferimento per le coperture inclinate a doppia falda (Figura C3.3.11) è
pari alla quota massima della copertura stessa. Per le inclinazioni -5°≤α≤+5° occorre fare pari alla quota massima della copertura stessa. Per le inclinazioni -5°≤α≤+5° occorre fare
riferimento al caso di copertura piana. ). riferimento al caso di copertura piana).
I coefficienti globali da assumere sulle coperture a falda doppia di un edificio a pianta I coefficienti globali da assumere sulla falda sopravento di coperture a falda doppia di
rettangolare, nel caso di vento perpendicolare alla direzione del colmo, per la falda un edificio a pianta rettangolare, nel caso di vento perpendicolare alla direzione del
sopravento sono quelli riportati per le coperture a falda singola. Nella zona 0°≤α≤45° colmo, sono quelli per le coperture a falda singola. Nella zona 0°≤ α ≤45° vale quanto
vale quanto previsto per le coperture a falda singola. previsto per le coperture a falda singola circa la variazione di segno della pressione.
Per la falda sottovento, si fa riferimento ai valori riportati in Tabella C3.3.XI e Figura Per la falda sottovento, si fa riferimento ai valori riportati in Tabella C3.3.XI e Figura
Capitolo C03 p. 28 di 69
C3.3.11. C3.3.12.
Figura C3.3.10: Schema di riferimento per coperture a falda doppia Figura C3.3.11: Schema di riferimento per coperture a falda doppia
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
IL
OD
Figura C3.3.11: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: falda sottovento con vento in direzione Figura C3.3.12: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: falda sottovento con vento in direzione
perpendicolare al colmo
IN
perpendicolare al colmo
T
ET
Tabella C3.3.XI: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda (α in °): vento in direzione parallela Tabella C3.3.XI: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda (α in °): vento in direzione parallela
L L
al colmo. al colmo.
BO
Nel caso di vento parallelo alla direzione del colmo, i coefficienti di pressione sono Nel caso di vento parallelo alla direzione del colmo, i coefficienti di pressione sono
riportati nella Tabella C3.3.XII e Figura C3.3.11. riportati nella Tabella C3.3.XII e Figura C3.3.13.
Capitolo C03 p. 29 di 69
I N E
N L
A O
IC
Figura C3.3.12: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: vento in direzione parallela al colmo Figura C3.3.13: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: vento in direzione parallela al colmo
C N
TE
Tabella C3.3.XII: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda (α in °): vento in direzione parallela Tabella C3.3.XII: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda (α in °): vento in direzione parallela
al colmo. al colmo.
N E
IO
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
LE
I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle coperture a doppia falda di un I coefficienti locali cpe,10 e di dettaglio cpe,1 da assumere sulle coperture a doppia falda di
L
edificio a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.13 e in Tabella C3.3.XIII e un edificio a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.14 e in Tabella C3.3.XIII e
BO
XIV. In riferimento alla Figura C3.3.13 e Tabella C3.3.XIII e XIV il valore di e è pari al XIV, il valore di e è pari al minimo fra b e 2h.
minimo fra b e 2h.
Capitolo C03 p. 30 di 69
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
O
T T Nzone di uguale pressione
Figura C3.3.13: Suddivisione delle coperture a falda doppiaIin Figura C3.3.14: Suddivisione delle coperture a falda doppia in zone di uguale pressione
L LE
BO
Capitolo C03 p. 31 di 69
Tabella C3.3.XIII: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: vento in direzione ortogonale al Tabella C3.3.XIII: Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: vento in direzione ortogonale al
colmo. colmo.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
IS
L EG
Tabella C3.3.XIV: Suddivisione delle coperture a doppia falda in zone di ugualeIpressione: vento in
O D Tabella C3.3.XIV: Suddivisione delle coperture a doppia falda in zone di uguale pressione: vento in
TIN
direzione parallela al colmo. direzione parallela al colmo.
T
L LE
BO
Capitolo C03 p. 32 di 69
C3.3.8.1.5 COPERTURE A PADIGLIONE C3.3.8.1.5 COPERTURE A PADIGLIONE
L’altezza di riferimento z per le coperture a padiglione (figura C3.3.14) è pari all’altezza L’altezza di riferimento per le coperture a padiglione (figura C3.3.15) è pari
massima della copertura stessa. all’altezza massima della copertura stessa.
Per i coefficienti globali sulle coperture a padiglione di un edificio a pianta rettangolare, Per i coefficienti globali sulle coperture a padiglione di un edificio a pianta rettangolare,
per le falde sopravento e sottovento, si assumano gli stessi coefficienti previsti per le per le falde sopravento e sottovento, si assumano gli stessi coefficienti previsti per le
coperture a falda doppia. coperture a falda doppia.
I N E
N L
A O
IC
Figura C3.3.14: Schema delle coperture a padiglione Figura C3.3.15: Schema delle coperture a padiglione
N
T ECrelative
Per le falde laterali, relative alle pareti parallele alla direzione del vento, si considerano i Per le falde laterali, alle pareti parallele alla direzione del vento, si considerano i
E
coefficienti riportati i Figura C3.3.15 e Tabella C3.3.XV. coefficienti riportati i Figura C3.3.16 e Tabella C3.3.XV.
N
A ZIO
I S L
L EG
D I
I N O
E TT
O LL
B
Figura C3.3.15: Coefficienti di pressione per coperture a padiglione: falde laterali Figura C3.3.16: Coefficienti di pressione per coperture a padiglione: falde laterali
Tabella C3.3.XV: Suddivisione delle coperture a doppia falda in zone di uguale pressione: vento in direzione Tabella C3.3.XV: Suddivisione delle coperture a doppia falda in zone di uguale pressione: vento in direzione
parallela al colmo. parallela al colmo.
Capitolo C03 p. 33 di 69
I coefficienti locali e di dettaglio da assumere sulle coperture a padiglione di un edificio I coefficienti locali cpe,10 e di dettaglio cpe,1 da assumere sulle coperture a padiglione di un
a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.16 e in Tabella C3.3.XVI. In edificio a pianta rettangolare sono riportati in Figura C3.3.17 e in Tabella C3.3.XVI, il
riferimento alla Figura C3.3.9 e Tabella C3.3.XI il valore di e è pari al minimo fra b e 2h. valore di e è pari al minimo fra b e 2h.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Capitolo C03 p. 34 di 69
Figura C3.3.16: Suddivisione delle coperture a padiglione in zone di uguale pressione Figura C3.3.17: Suddivisione delle coperture a padiglione in zone di uguale pressione
Per la direzione del vento Θ = 0°, nel caso di inclinazioni di falda 5°≤α≤45°, ove è Per la direzione del vento Θ = 0°, nel caso di inclinazioni di falda 5°≤α≤45°, ove è
presente un doppio valore del coefficiente di pressione, vanno considerati due casi presente un doppio valore del coefficiente di pressione, vanno considerati due casi
diversi: nel primo si adottano tutti i valori positivi dei coefficienti di pressione, nel diversi: nel primo si adottano tutti i valori positivi dei coefficienti di pressione, nel
secondo tutti i valori negativi; non occorre prendere in considerazione combinazioni di secondo tutti i valori negativi; non occorre prendere in considerazione combinazioni di
carico in cui i coefficienti di pressione assumano valori sia positivi sia negativi. E’ carico in cui i coefficienti di pressione assumano valori sia positivi sia negativi. E’
possibile utilizzare un’interpolazione lineare per valori intermedi dell’angolo α, purché possibile utilizzare un’interpolazione lineare per valori intermedi dell’angolo α, purché
questa sia fatta fra valori corrispondenti di segno non opposto. I valori dei coefficienti di questa sia fatta fra valori corrispondenti di segno non opposto. I valori dei coefficienti di
pressione sono sempre da valutare in funzione dell’inclinazione della falda sopravento. pressione sono sempre da valutare in funzione dell’inclinazione della falda sopravento.
I N E
Tabella C3.3.XVI: Suddivisione delle copertureL
Tabella C3.3.XVI: Suddivisione delle coperture a padiglione in zone di uguale pressione: vento in direzione
O N a padiglione in zone di uguale pressione: vento in direzione
A
parallela al colmo. parallela al colmo.
I C
E CN
E T
I O N
L AZ
G IS
I LE
O D
T TIN
C3.3.8.1.6 COPERTURE A FALDE MULTIPLE
L LE C3.3.8.1.6 C OPERTURE A FALDE MULTIPLE
Capitolo C03 p. 35 di 69
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Figura C3.3.17: Suddivisione delle coperture a falda multipla Figura C3.3.18: Suddivisione delle coperture a falda multipla
Limitatamente al caso di vento perpendicolare alla direzione del colmo, e per i soli tipi Limitatamente al caso di vento perpendicolare alla direzione del colmo, e per i soli tipi
costruttivi illustrati in Figura C3.3.17, i coefficienti di pressione sopra definiti possono costruttivi illustrati in Figura C3.3.18, i coefficienti di pressione sopra definiti possono
essere moltiplicati per i fattori riduttivi indicati nello schema in Figura C3.3.17. In essere moltiplicati per i fattori riduttivi indicati nella stessa figura. In particolare:
particolare: • nel caso riportato nella Figura C3.3.18 a, si applicano ad ogni tratto della copertura i
• nel caso riportato nella Figura C3.3.17a, si applicano ad ogni tratto della copertura i coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a semplice falda, con
coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a semplice falda, con inclinazione negativa. Tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel
Capitolo C03 p. 36 di 69
inclinazione negativa. Tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel secondo tratto, e per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi;
secondo tratto, e per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi; • nel caso riportato nella Figura C3.3.18 b, si applicano ad ogni tratto della copertura i
• nel caso riportato nella Figura C3.3.17b, si applicano ad ogni tratto della copertura i coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a semplice falda, con
coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a semplice falda, con inclinazione positiva. Nel caso in cui tali coefficienti siano positivi (cpe> 0), nel secondo
inclinazione positiva. Nel caso in cui tali coefficienti siano positivi (cpe> 0), nel secondo tratto e in quelli successivi si assume cpe = -0,4. Nel caso in cui tali coefficienti siano
tratto e in quelli successivi si assume cpe = -0,4. Nel caso in cui tali coefficienti siano negativi (cpe< 0), essi sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel secondo tratto, e
negativi (cpe< 0), essi sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel secondo tratto, e per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi;
per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi; • nel caso riportato in Figura C3.3.18 c, si applicano al primo tratto della copertura
• nel caso riportato in Figura C3.3.17c, si applicano al primo tratto della copertura (prima falda sopravento) i coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a
(prima falda sopravento) i coefficienti di pressione definiti nel paragrafo coperture a
E
semplice falda con inclinazione positiva. Ai tratti successivi della copertura si
I N
L
semplice falda con inclinazione positiva. Ai tratti successivi della copertura si applicano i coefficienti di pressione riportati nel paragrafo coperture a doppia falda
applicano i coefficienti di pressione riportati nel paragrafo coperture a doppia falda
O N
con inclinazione negativa; tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,6 a
A
con inclinazione negativa; tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,6 a partire dal terzo tratto della copertura;
partire dal terzo tratto della copertura;
N IC
• nel caso riportato in Figura C3.3.18 d, si applicano ad ogni tratto della copertura i
C
TE
• nel caso riportato in Figura C3.3.17d, si applicano ad ogni tratto della copertura i coefficienti di pressione riportati nel paragrafo coperture a doppia falda con
E
coefficienti di pressione riportati nel paragrafo coperture a doppia falda con inclinazione negativa. Tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel
inclinazione negativa. Tali coefficienti sono moltiplicati per il fattore riduttivo 0,8 nel
N
secondo tratto, e per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi.
IO
AZC3.3.8.1.7 C
secondo tratto, e per il fattore riduttivo 0,6 nei tratti successivi.
L
OPERTURE A VOLTA CILINDRICA
C3.3.8.1.7 COPERTURE A VOLTA CILINDRICA
IS La quota di riferimento per le coperture a volta cilindrica è pari a
EG
(in
IL
La quota di riferimento per le coperture a volta cilindrica è pari a z = h + f/2 (in riferimento alla Figura C3.3.19 a e b).
riferimento alla Figura C3.3.18 a e b).
Nel caso di vento perpendicolare alle generatrici della O
D Nel caso di vento perpendicolare alle generatrici della copertura, la copertura è
TT di pressione c ;
• nella prima zona (A, sopravento) si adottano i coefficienti di pressione c pe,A;
O
i coefficienti di pressione c ;
pe,B • nell’ultima zona (C, sottovento) si adottano i coefficienti di pressione c pe,C.
B
• nell’ultima zona (C, sottovento) si adottano i coefficienti di pressione c .
pe,C
I valori dei coefficienti di pressione cpe,A, cpe,B e cpe,C sono forniti nella figura C3.3.19 c, in
I valori dei coefficienti di pressione cpe,A, cpe,B e cpe,C sono forniti nella C3.3.18 c, in funzione dei rapporti h/d e f/d.
funzione dei rapporti h/d e f/d. In particolare, per quanto riguarda il coefficiente cpe,A:
In particolare, per quanto riguarda il coefficiente cpe,A: • nel caso in cui h/d ≥ 0,5, si considerano entrambi i valori riportati nel grafico;
• nel caso in cui h/d ≥ 0,5, si considerano entrambi i valori riportati nel grafico; • per valori intermedi tra h/d = 0 e h/d = 0,5, si possono interpolare linearmente i valori
• per valori intermedi tra h/d = 0 e h/d = 0,5, si possono interpolare linearmente i valori riportati.
riportati. Per valori di f/d ≤ 0,05 si possono adottare i coefficienti di pressione delle coperture
Per valori di f/d ≤ 0,05 si possono adottare i coefficienti di pressione delle coperture piane.
piane. Nel caso di vento parallelo alle generatrici della copertura, in prima approssimazione, è
Nel caso di vento parallelo alle generatrici della copertura, in prima approssimazione, è lecito applicare i coefficienti di pressione relativi alle coperture piane.
lecito applicare i coefficienti di pressione relativi alle coperture piane.
Capitolo C03 p. 37 di 69
E
(a) (a)
L I N
O N
ICA
C N
E TE
IO N
L AZ
GIS
LE
(b) (b)
D I
IN O
T
LET
L
BO
Capitolo C03 p. 38 di 69
I N E
N L
A O
(c)
N IC (c)
C
TE
Figura C3.3.18: a) e b) Schema di riferimento per coperture a volta cilindrica, c) coefficienti di pressione per Figura C3.3.19: a) e b) Schema di riferimento per coperture a volta cilindrica, c) coefficienti di pressione per
E
coperture a volta cilindrica coperture a volta cilindrica
C3.3.8.2 TETTOIE
IO N
C3.3.8.2 TETTOIE
Il presente paragrafo fornisce i criteri per valutare le azioni globali del vento sulle
L AZIlcoperture
presente paragrafo fornisce i criteri per valutare le azioni globali del vento sulle
coperture in cui lo spazio sottostante non sia delimitato in maniera permanente da
G IS in cui lo spazio sottostante non sia delimitato in maniera permanente da
pareti.
L Eun’eventuale pareti.
D
Si definisce grado di bloccaggio φ, il rapporto tra l’area esposta al vento I ortogonale alla
di Si definisce grado di bloccaggio φ, il rapporto tra l’area esposta al vento di un’eventuale
TT
direzione del vento al di sotto della tettoia C3.3.19. Si identificano direzione del vento al di sotto della tettoia C3.3.20. Si identificano due situazioni limite:
E
• φ=1 corrisponde alla situazione in cui loLspazio al di sotto della tettoia risulti
• φ=0 corrisponde all’assenza di ostruzioni al di sotto della tettoia (tettoia libera); • φ=0 corrisponde all’assenza di ostruzioni al di sotto della tettoia (tettoia libera);
L
BO
• φ=1 corrisponde alla situazione in cui lo spazio al di sotto della tettoia risulti
completamente ostruito. completamente ostruito.
La condizione φ=1 è sostanzialmente diversa da quella prevista per gli edifici in quanto La condizione φ=1 è sostanzialmente diversa da quella prevista per gli edifici in quanto
l’eventuale ostruzione può essere offerta anche da elementi che non delimitano l’eventuale ostruzione può essere offerta anche da elementi che non delimitano
completamente e permanentemente lo spazio al di sotto della tettoia. completamente e permanentemente lo spazio al di sotto della tettoia.
A valle della massima ostruzione si adotta φ=0. A valle della massima ostruzione si adotta φ=0.
Le azioni aerodinamiche esercitate dal vento sulle tettoie dipendono fortemente dal Le azioni aerodinamiche esercitate dal vento sulle tettoie dipendono fortemente dal
grado di bloccaggio in quanto la presenza di un’ostruzione, anche soltanto sul lato grado di bloccaggio in quanto la presenza di un’ostruzione, anche soltanto sul lato
sottovento, impedisce il passaggio dell’aria al di sotto della tettoia. sottovento, impedisce il passaggio dell’aria al di sotto della tettoia.
Capitolo C03 p. 39 di 69
Figura C3.3.19: Differenze nel flusso dell’aria per tettoie con φ=0 e φ=1 Figura C3.3.20: Differenze nel flusso dell’aria per tettoie con φ=0 e φ=1
Il presente paragrafo schematizza l’azione del vento sulle tettoie attraverso forze F
I N E
Il presente paragrafo schematizza l’azione del vento sulle tettoie attraverso le forze F
ortogonali al piano di ciascuna falda della tettoia. Tali forze sono quantificate mediante
N L
risultanti dal campo di pressioni sulla superficie della falda della tettoia, dirette
coefficienti di forza, cF, e dalla posizione del loro punto di applicazione (paragrafo 3.3.3
A O
ortogonalmente ad essa. Tali forze sono quantificate dal prodotto dei coefficienti di
IC
Istruzioni CNR_DT207_2008). L’Appendice H Istruzioni CNR_DT207_2008 riporta forza, cF, per la superficie della falda in esame e sono applicate nei punti indicati nel
valori dei coefficienti di pressione complessiva che possono essere utilizzati per valutare
Per la valutazioneC
N
seguito per le varie tipologie di tettoia.
le azioni locali su elementi o su porzioni delle tettoie costituite da un singolo strato di
T Elocali
più dettagliata del campo di pressione agente sulle tettoie, al fine di
diE
copertura. La valutazione delle pressioni locali sulla faccia superiore e sulla faccia valutare azioni su elementi o su porzioni delle tettoie costituite da un singolo
stratoN
IO
inferiore delle tettoie costituite da un doppio strato di copertura richiede valutazioni copertura, si potrà fare riferimento a documenti di comprovata validità. La
specifiche e, se necessario, lo svolgimento di prove in galleria del vento.
AZvalutazione delle pressioni locali sulla faccia superiore e sulla faccia inferiore delle
TIN
per le tettoie a semplice falda con vento agente perpendicolarmente alla linea di colmo. I La Tabella G.XVII e la relativa Figura C.3.3.21 riportano i valori dei coefficienti di forza
T
valori dei coefficienti di forza sono espressi in funzione del grado di bloccaggio φ e
E
per le tettoie a semplice falda con vento agente perpendicolarmente alla linea di colmo. I
LL
dell’inclinazione α della falda. Per valori intermedi di φ è ammessa un’interpolazione valori dei coefficienti di forza sono espressi in funzione del grado di bloccaggio φ e
BO
lineare tra i valori relativi ai casi φ=0 e φ=1. La quota di riferimento z è pari all’altezza dell’inclinazione α della falda. Per valori intermedi di φ è ammessa un’interpolazione
massima h della tettoia. L’area di riferimento L2, ossia l’area su cui è applicata la forza lineare tra i valori relativi ai casi φ=0 e φ=1. La quota di riferimento è pari all’altezza
risultante, è pari all’area della tettoia. massima h della tettoia. L’area di riferimento L2, ossia l’area su cui è applicata la forza
risultante, è pari all’area della tettoia.
Capitolo C03 p. 40 di 69
I N E
N L
A O
N IC
Figura C3.3.20: Coefficienti di pressione complessiva per tettoie a semplice falda
C
Figura C3.3.21: Coefficienti di pressione complessiva per tettoie a semplice falda
E TE
Tabella C3.3.XVII: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °).
IO N Tabella C3.3.XVII: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °).
L AZ
IS
L EG
quattro indicate nella Figura C3.3.21, dove la forza risultante O
Per il calcolo della tettoia si considerano le condizioni di carico DIpiù gravose tra le Per il calcolo della tettoia si considerano le condizioni di carico più gravose tra le
TIN
F = q (z) * L * c p 2 F quattro indicate nella Figura C3.3.22, dove la forza risultante F = qp (z) * L2* cF
T
L LE
BO
Capitolo C03 p. 41 di 69
I N E
N L
Figura C3.3.21: Tettoie a semplice falda: posizione del punto di applicazione della forza risultante in
O
Figura C3.3.22: Tettoie a semplice falda: posizione del punto di applicazione della forza risultante in
A
IC
funzione della direzione di provenienza del vento e della direzione della forza funzione della direzione di provenienza del vento e della direzione della forza
Le tettoie a semplice falda con vento agente parallelamente alla linea di colmo possono
C N
Le tettoie a semplice falda con vento agente parallelamente alla linea di colmo possono
TE
essere analizzate, in prima approssimazione, come tettoie piane a semplice falda (α = essere analizzate, in prima approssimazione, come tettoie piane a semplice falda (α =
0°).
N E0°).
IO T
ZC3.3.8.2.2
A
C3.3.8.2.2 T
ETTOIE A FALDA DOPPIA ETTOIE A FALDA DOPPIA
D I perpendicolarmente alla linea di colmo. I valori dei coefficienti di forza sono espressi in
I N ai casi φ=0 e φ=1. La quota di φ è ammessa un’interpolazione lineare tra i valori relativi ai casi φ=0 e φ=1. La quota
LL
all’area di ciascuna falda della tettoia. l’area su cui è applicata la forza risultante, è pari all’area di ciascuna falda della tettoia.
B O
Capitolo C03 p. 42 di 69
I N E
N L
A O
IC
Figura C3.3.22: Coefficienti di pressione complessiva per tettoie a falda doppia Figura C3.3.23: Coefficienti di pressione complessiva per tettoie a falda doppia
N
T ECC3.3.XVIII: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °).
E
Tabella C3.3.XVIII: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °). Tabella
IO N
L AZ
GIS
E
D IL
IN O
Per il calcolo della tettoia si considerano le condizioni di carico più gravose tra quelle Per il calcolo della tettoia si considerano le condizioni di carico più gravose tra quelle
T
indicate nella Figura C3.3.23, dove la forza risultante F = qp (z) * L2* cF (Eq. 3.13°,b,c indicate nella Figura C3.3.24, dove la forza risultante F = qp (z) * L2* cF è considerata
T
LE
Istruzioni CNR_DT207_2008) è applicata sopravento è considerata agente agente simultaneamente su entrambe le falde oppure soltanto su una di esse. Ciascuna
L
simultaneamente su entrambe le falde oppure soltanto su una di esse. Ciascuna falda falda delle tettoie a doppia falda con vento agente parallelamente alla linea di colmo
BO
delle tettoie a doppia falda con vento agente parallelamente alla linea di colmo può può essere analizzata, in prima approssimazione, come una tettoia piana a semplice
essere analizzata, in prima approssimazione, come una tettoia piana a semplice falda (α falda (α = 0°).
= 0°).
Capitolo C03 p. 43 di 69
(a)
I N E
(a)
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
(b)
G IS (b)
E
IL
Figura C3.3.23: a) Tettoie a doppia falda: posizione del punto di applicazione delle forze risultanti in Figura C3.3.24: a) Tettoie a doppia falda: posizione del punto di applicazione delle forze risultanti in
D
funzione della direzione della forza – schema per α>0°, b) Tettoie a doppia falda: posizione funzione della direzione della forza – schema per α>0°, b) Tettoie a doppia falda: posizione
O
del punto di applicazione delle forze risultanti in funzione della direzione della forza – del punto di applicazione delle forze risultanti in funzione della direzione della forza –
IN
schema per α<0° schema per α<0°
T T
LE
C3.3.8.2.3 TETTOIE A FALDE MULTIPLE
B OL C3.3.8.2.3 TETTOIE A FALDE MULTIPLE
Ciascuna coppia di falde delle tettoie composte da più coppie di falde affiancate (di Ciascuna coppia di falde delle tettoie composte da più coppie di falde affiancate (di
uguale pendenza) può essere analizzata, in prima approssimazione, come una singola uguale pendenza) può essere analizzata, in prima approssimazione, come una singola
tettoia a doppia falda. Limitatamente al caso di vento perpendicolare alla direzione dei tettoia a doppia falda. Limitatamente al caso di vento perpendicolare alla direzione dei
colmi, e per il solo tipo costruttivo illustrato in Figura C3.3.24 i coefficienti di forza colmi, e per il solo tipo costruttivo illustrato in Figura C3.3.25 i coefficienti di forza
sopra definiti possono essere moltiplicati per i fattori riduttivi riportati in Tabella sopra definiti possono essere moltiplicati per i fattori riduttivi riportati in Tabella
C3.3.XVIV, secondo lo schema indicato nella Figura C3.3.24. C3.3.XVIV, secondo lo schema indicato nella stessa Figura C3.3.25.
Capitolo C03 p. 44 di 69
Figura C3.3.23: Tettoie a falda multipla: individuazione dei vari elementi Figura C3.3.25: Tettoie a falda multipla: individuazione dei vari elementi
Tabella C3.3.XIX: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °). Tabella C3.3.XIX: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °).
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
C3.3.8.3 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER PARETI VERTICALI DI EDIFICI A PIANTA CIRCOLARE
IO N
C3.3.8.3 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER PARETI VERTICALI DI EDIFICI A PIANTA CIRCOLARE
AZ
Analogamente agli edifici a pianta rettangolare, il comportamento aerodinamico delle Analogamente agli edifici a pianta rettangolare, il comportamento aerodinamico delle
costruzioni a pianta circolare e in particolare della loro superficie laterale dipende,
IS L costruzioni a pianta circolare e in particolare della loro superficie laterale dipende,
G
sostanzialmente, dal rapporto tra il diametro in pianta e l’altezza. Per le costruzioni sostanzialmente, dal rapporto tra il diametro in pianta e l’altezza. Per le costruzioni
E
IL
tozze si realizza un flusso tridimensionale. tozze si realizza un flusso tridimensionale.
OD
Per le costruzioni snelle, con l’esclusione della porzione alla base e di sommità, si Per le costruzioni snelle, con l’esclusione della porzione alla base e di sommità, si
IN
realizza un flusso bidimensionale in piani orizzontali. realizza un flusso bidimensionale in piani orizzontali.
T
ET
I coefficienti di pressione forniti in questo paragrafo dipendono dal rapporto h/b, I coefficienti di pressione forniti in questo paragrafo dipendono dal rapporto h/b,
L
essendo h l’altezza della costruzione e b il suo diametro. Inoltre dipendono dal numero essendo h l’altezza della costruzione e b il suo diametro. Inoltre dipendono dal numero
L
BO
di Reynolds Re e dalla scabrezza k della superficie. Nel caso di costruzioni di Reynolds Re e dalla scabrezza k della superficie. Nel caso di costruzioni
particolarmente snelle, il cui il rapporto h/b sia maggiore di 5, si faccia riferimento alle particolarmente snelle, il cui il rapporto h/b sia maggiore di 5, si faccia riferimento alle
indicazioni riportate nel paragrafo G.10 delle Istruzioni CNR_DT207_2008 (strutture indicazioni riportate in documenti di comprovata validità.
snelle ed elementi strutturali allungati).
La distribuzione altimetrica della pressione in generale è diversa dal profilo della La distribuzione altimetrica della pressione in generale è diversa dal profilo della
pressione cinetica di picco del vento indisturbato. Il presente paragrafo fornisce un pressione cinetica di picco del vento indisturbato. Il presente paragrafo fornisce un
criterio di valutazione dell’altezza di riferimento, tale da condurre a stime criterio di valutazione dell’altezza di riferimento, tale da condurre a stime approssimate,
approssimate, generalmente a favore di sicurezza, della risultante delle pressioni. generalmente a favore di sicurezza, della risultante delle pressioni.
Per le costruzioni basse, ossia con altezza minore o uguale del diametro in pianta (h ≤ b), Per le costruzioni basse, ossia con altezza minore o uguale del diametro in pianta (h ≤ b),
l’altezza di riferimento è costante e pari alla quota di sommità della costruzione (z =h) ; l’altezza di riferimento è costante e pari alla quota di sommità della costruzione ( )
la pressione del vento è pertanto uniforme in altezza. ; la pressione del vento è pertanto uniforme in altezza.
Per le costruzioni alte, ossia con altezza compresa fra il diametro della pianta e 5 volte Per le costruzioni alte, ossia con altezza compresa fra il diametro della pianta e 5 volte
Capitolo C03 p. 45 di 69
l’altezza della costruzione (b < h ≤ 5∙b), si definiscono due zone distinte. l’altezza della costruzione (b < h ≤ 5∙b), si definiscono due zone distinte:
Nella prima parte della costruzione, sino alla quota z = b, l’altezza di riferimento è - nella prima parte della costruzione, sino alla quota z = b, l’altezza di
costante e pari a z =b; la pressione del vento è pertanto uniforme in altezza. riferimento è costante e pari a ; la pressione del vento è pertanto
Nella parte superiore della costruzione, per z compreso fra b e h, la quota di riferimento uniforme in altezza;
e z può essere scelta seguendo uno dei due seguenti criteri: - nella parte superiore della costruzione, per z compreso fra b e h, la quota di
riferimento può essere scelta seguendo uno dei due seguenti criteri:
1. L’altezza di riferimento è costante e pari alla sommità della costruzione (z =h); 1. l’altezza di riferimento è costante e pari alla sommità della costruzione
la pressione del vento è pertanto uniforme fra le quote z=b e z=h. In questo ( ); la pressione del vento è pertanto uniforme fra le quote z=b e z=h.
modo il calcolo delle forze aerodinamiche è semplificato, ma la forza totale che In questo modo il calcolo delle forze aerodinamiche è semplificato, ma la
ne risulta è generalmente maggiore di quella reale.
N E
forza totale che ne risulta è generalmente maggiore di quella reale;
I
2. La costruzione viene suddivisa in tronchi di altezza arbitraria, a ciascuno dei 2.
N L
la costruzione viene suddivisa in tronchi di altezza arbitraria, a ciascuno
quali corrisponde un’altezza di riferimento costante pari alla sommità del
O
dei quali corrisponde un’altezza di riferimento costante pari alla sommità
A
IC
tronco; la pressione del vento su ogni tronco è pertanto uniforme in altezza. In del tronco; la pressione del vento su ogni tronco è pertanto uniforme in
questo modo il calcolo delle forze è più oneroso, ma i valori che si ottengono
N
altezza. In questo modo il calcolo delle forze è più oneroso, ma i valori che
C
TE
sono più aderenti alla realtà e non maggiori di quelli che si ottengono si ottengono sono più aderenti alla realtà e non maggiori di quelli che si
E
applicando la procedura di cui al punto precedente. ottengono applicando la procedura di cui al punto precedente.
I coefficienti di pressione esterna cpe sono forniti dalla relazione:
IO N
I coefficienti di pressione esterna cpe sono forniti dalla relazione:
[C3.3.3]
L AZ [C3.3.4]
G IS
LE
dove: dove:
D I
cpeo è il coefficiente di pressione esterna per un cilindro circolare di lunghezza cpeo è il coefficiente di pressione esterna per un cilindro circolare di lunghezza
O
teoricamente infinita; teoricamente infinita;
IN
ψλα è un coefficiente che tiene conto della lunghezza finita del cilindro (effetti di bordo). ψλα è un coefficiente che tiene conto della lunghezza finita del cilindro (effetti di bordo).
T
ET
Il coefficiente di pressione esterna cpeo è fornito dalla relazione: Il coefficiente di pressione esterna cpeo è fornito dalla relazione:
L L
BO
[C3.3.4] [C3.3.5]
dove αp è l’angolo indicato in Figura C3.3.24, espresso in gradi (°); i parametri c pm, cpb, dove αp è l’angolo indicato in Figura C3.3.26, espresso in gradi (°); i parametri cpm, cpb,
αm e αb hanno il significato illustrato nella Figura C3.3.24. La Tabella C3.3.XVIV riporta αm e αb hanno il significato illustrato nella stessa Figura C3.3.26. La Tabella C3.3.XX
alcuni valori indicativi di tali parametri, corrispondenti a diversi numeri di Reynolds Re riporta alcuni valori indicativi di tali parametri, corrispondenti a diversi numeri di
valutati attribuendo alla lunghezza di riferimento il valore del diametro b, e assumendo Reynolds Re valutati attribuendo alla lunghezza di riferimento il valore del diametro b,
Capitolo C03 p. 46 di 69
k/b ≤ 0,5∙10-3. e assumendo k/b ≤ 0,5∙10-3.
Il coefficiente ψλα è fornito dalla relazione: Il coefficiente ψλα è fornito dalla relazione:
[C3.3.5] [C3.3.6]
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
GIS
E
D IL
Figura C3.3.24: Coefficiente di pressione I
O
N c
T T esterna peo Figura C3.3.26: Coefficiente di pressione esterna cpeo
L LE
BO
Tabella C3.3.XX: Coefficienti di forza per tettoie a semplice falda (α in °). Tabella C3.3.XX: Valori indicativi dei parametri cpm , cpb , α m e α b per k/b ≤ 0,5·10-3
C3.3.8.4 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER COPERTURE SFERICHE DI EDIFICI A PIANTA CIRCOLARE C3.3.8.4 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER COPERTURE SFERICHE DI EDIFICI A PIANTA CIRCOLARE
Capitolo C03 p. 47 di 69
Per coperture a cupola sferica, l’altezza di riferimento è pari a z = h + f/2. Sulla superficie Per coperture a cupola sferica, l’altezza di riferimento è pari a . Sulla superficie
della copertura si applica una distribuzione di pressione variabile lungo la direzione del della copertura si applica una distribuzione di pressione variabile lungo la direzione del
vento incidente, mantenendo i valori dei coefficienti di pressione costanti lungo gli archi vento incidente, mantenendo i valori dei coefficienti di pressione costanti lungo gli archi
di cerchio ottenuti dall’intersezione della superficie sferica con i piani ortogonali alla di cerchio ottenuti dall’intersezione della superficie sferica con i piani ortogonali alla
direzione del vento. I valori dei coefficienti di pressione sono riportati nella Figura direzione del vento. I valori dei coefficienti di pressione sono riportati nella Figura
C3.3.25 e sono indicati con cpe,A, cpe,Be cpe,C; essi sono riferiti, rispettivamente, al bordo C3.3.27 e sono indicati con cpe,A, cpe,B e cpe,C; essi sono riferiti, rispettivamente, al bordo
sopravento (zona A), alla zona centrale della copertura (zona B) e al bordo sottovento sopravento (zona A), alla zona centrale della copertura (zona B) e al bordo sottovento
(zona C); per la valutazione del valore del coefficiente di pressione lungo lo sviluppo (zona C); per la valutazione del valore del coefficiente di pressione lungo lo sviluppo
della copertura si può utilizzare un’interpolazione lineare tra i tre valori indicati. Per della copertura si può utilizzare un’interpolazione lineare tra i tre valori indicati. Per
valori intermedi del rapporto h/d rispetto a quelli riportati nella Figura C3.3.25 si può valori intermedi del rapporto h/d rispetto a quelli riportati nella Figura C3.3.27 si può
adottare un’interpolazione lineare. adottare un’interpolazione lineare.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Capitolo C03 p. 48 di 69
I N E
N L
A O
N IC
Figura C3.3.25: Schema di riferimento per cupole sferiche
C Figura C3.3.27: Schema di riferimento per cupole sferiche
E TE
IO N
C3.3.8.5 PRESSIONI INTERNE
AZLepresentano
C3.3.8.5 PRESSIONI INTERNE
L
Per la valutazione della pressione interna si assumerà (vedere Figura C3.3.26 e scegliere pressioni interne agli edifici dipendono dalla superficie delle aperture che questi
il segno che dà luogo alla combinazione più sfavorevole):
GIS verso l’esterno. Si possono verificare i tre casi seguenti:
E
IL
- per costruzioni che hanno (o possono anche avere in condizioni eccezionali) una
O D eccezionali) una
parete con aperture di superficie minore di 1/3 di quella totale: cpi= ± 0,2 Caso 1
Tla N
parete con aperture di superficie non minore di 1/3 diIquella
- per costruzioni che hanno (o possono anche avere in condizioni Se per almeno due facce dell’edificio l’area totale delle aperture presenti su ciascuna
T
totale: c = + 0,8 quando
pi faccia supera il 30% della superficie totale della faccia stessa si applicano le prescrizioni
LE
la parete aperta è sopravento, c = - 0,5 quando parete aperta è sottovento o riportate nel § C3.3.8.2 (tettoie).
L
pi
O
parallela al vento;
- per costruzioni che presentano suBdue pareti opposte, normali alla direzione del Caso 2
vento, aperture di superficie non minore di 1/3 di quella totale: cpe + cpi = ± 1,2 per gli
Se l’edificio non rientra nel caso precedente, ma presenta una superficie dotata di
elementi normali alla direzione del vento, cpi = ± 0,2 per i rimanenti elementi. un’area totale di aperture pari ad almeno il doppio della somma delle aree delle
aperture presenti sulle rimanenti superfici, il coefficiente di pressione interna cpi è pari a
0,75∙cpe; se invece l’area delle aperture presenti su detta superficie è pari ad almeno il
triplo dell’area delle aperture presenti sulle rimanenti superfici, il coefficiente di
pressione interna cpi è pari a 0,90∙cpe.
L’altezza di riferimento zi è pari all’altezza di riferimento ze relativa alla superficie
dominante.
a) Costruzioni aventi una parete con aperture di superficie < del
Capitolo C03 p. 49 di 69
33% di quella totale Caso 3
Se l’edificio non rientra in nessuno dei casi precedenti, ma è dotato di porosità
distribuita in maniera circa uniforme, in assenza di determinazioni più dettagliate, per
le quali si farà riferimento a documenti di comprovata validità, si possono assumere i
valori cpi = +0,2 e cpi = −0,3, considerando il caso che di volta in volta conduce alla
situazione maggiormente gravosa.
L’altezza di riferimento zi è pari all’altezza massima dell’edificio.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
b) Costruzioni aventi una parete con aperture di superficie > del 33% di quella totale
IO N
AZ
Figura C3.3.26- Costruzioni aventi una parete con aperture
IS L
G
C3.3.8.6 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER TRAVI AD ANIMA PIENA E RETICOLARI
LE
Salvo più approfondite determinazioni, possono essere assunti per i coefficienti c p i C3.3.8.6 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER TRAVI AD ANIMA PIENA E RETICOLARI
valori seguenti.
D I Salvo più approfondite determinazioni, possono essere assunti per i coefficienti c p i
IN O valori seguenti.
T
C3.3.8.6.1 TRAVI ISOLATE
ET
C3.3.8.6.1 TRAVI ISOLATE
LL
Indicate con:
O
Indicate con:
B trave;
S = la superficie delimitata dal contorno della trave;
Sp = la superficie della parte piena della S la superficie delimitata dal contorno della trave;
Sp la superficie della parte piena della trave;
Sp
Sp
S
la pressione totale si considera agente solo su Sp e si valuta utilizzando i seguenti valori S
del coefficiente cp: la pressione totale si considera agente solo su Sp e si valuta utilizzando i seguenti valori
del coefficiente cp:
4
cp = 2 - per 0 < 0,3 4
3 cp = 2 - per 0 < 0,3
cp = 1,6 per 0,3 0,8 3
Capitolo C03 p. 50 di 69
cp = 2,4 - per 0,8 < 1 cp = 1,6 per 0,3 0,8
cp = 2,4 - per 0,8 < 1
Nel caso di più travi disposte parallelamente a distanza d non maggiore del doppio C3.3.8.6.2 TRAVI MULTIPLE
dell’altezza h, il valore della pressione sull’elemento successivo sarà pari a quello
Nel caso di più travi disposte parallelamente a distanza d non maggiore del doppio
sull’elemento precedente moltiplicando per un coefficiente di riduzione dato da:
dell’altezza h, il valore della pressione sull’elemento successivo sarà pari a quello
sull’elemento precedente moltiplicando per un coefficiente di riduzione dato da:
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
IL
D
O
Figura C3.3.27 – Travi parallele
Capitolo C03 p. 51 di 69
Per vento spirante secondo la bisettrice dell’angolo formato da due pareti, l’azione valutata con riferimento alla superficie della parte piena di una sola faccia.
d’insieme è pari a 1,15 volte quella sopra definita. Per vento spirante secondo la bisettrice dell’angolo formato da due pareti, l’azione
Salvo documentazione specifica, i medesimi coefficienti si adottano cautelativamente d’insieme è pari a 1,15 volte quella sopra definita.
anche per torri a sezione triangolare, per le quali non è da applicare il coefficiente 1,15 Salvo documentazione specifica, i medesimi coefficienti si adottano cautelativamente
suddetto. anche per torri a sezione triangolare, per le quali non è da applicare il coefficiente 1,15
suddetto.
C3.3.8.8 COEFFICIENTI DI PRESSIONE PER CORPI CILINDRICI
I N E
1
,2 p
er d
q2,
2
N L
c
(
1,
78
30,
263
dq)p
er2,
2
dq4,
2
A O
IC
p
0
,7 p
er4,
2
d q
C N
per q = qbce (N/m²), con qb e ce definiti rispettivamente ai §§ 3.3.6 e 3.3.7 delle NTC.
E TE
L’azione di insieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla superficie
IO N
proiettata sul piano ortogonale alla direzione del vento.
L AZ
G IS
Le espressioni sopra indicate valgono anche per i corpi prismatici a sezione di poligono
E
IL
regolare di otto o più lati, essendo d il diametro del cerchio circoscritto. In prossimità
D
degli spigoli il valore del cp potrebbe variare, in tal caso saranno necessarie analisi locali.
IN O
T
C3.3.8.9 PRESSIONI MASSIME LOCALI
T
LE
Nelle zone di discontinuità della forma esterna della costruzione ed, in particolare, nelle
L
strutture secondarie disposte nella fascia perimetrale dell’edificio ed in corrispondenza
BO
dei displuvi, il valore assoluto del coefficiente di pressione può subire sensibili
incrementi. Tali effetti, dovuti a vorticosità locale, in assenza di specifiche prove in
galleria del vento, potranno essere valutati assumendo i valori riportati nell’appendice
H delle Istruzioni CNR_DT207_2008.
Capitolo C03 p. 52 di 69
Tabella C3.3.I –Valori del coefficiente d’attrito Tabella C3.3.I -Valori del coefficiente d’attrito
Liscia (acciaio, cemento a faccia liscia..) 0,01 Liscia (acciaio, cemento a faccia liscia..) 0,01
Scabra (cemento a faccia scabra, catrame..) 0,02 Scabra (cemento a faccia scabra, catrame..) 0,02
Molto scabra (ondulata, costolata, piegata..) 0,04 Molto scabra (ondulata, costolata, piegata..) 0,04
E
del vento. Peraltro le indicazioni relative agli effetti del distacco di vortici da strutture del vento. Peraltro le indicazioni relative agli effetti del distacco di vortici da strutture
cilindriche snelle, precedentemente presenti nelle NTC08, vengono nella attuale
IO N
cilindriche snelle, precedentemente presenti nelle NTC08, vengono nella attuale
O D
l’illuminazione, elementi di travi reticolari, ponti ed edifici alti, si deve tener conto l’illuminazione, elementi di travi reticolari, ponti ed edifici alti, si deve tener conto
IN
dell’effetto dinamico dovuto al distacco alternato dei vortici da un lato e dall’altro del dell’effetto dinamico dovuto al distacco alternato dei vortici da un lato e dall’altro del
T T
corpo investito dal vento. Esso produce una forza di tipo armonico ortogonale alla corpo investito dal vento. Esso produce una forza di tipo armonico ortogonale alla
LE
direzione del vento e all’asse del corpo cilindrico, la cui frequenza fs è data dalla direzione del vento e all’asse del corpo cilindrico, la cui frequenza fs è data dalla
L
BO
formula di Strouhal: formula di Strouhal:
St v m C3.3.6 St v m C3.3.7
n
s ns
b b
dove: dove:
b è la dimensione di riferimento della sezione trasversale del corpo; b è la dimensione di riferimento della sezione trasversale del corpo;
vm è la velocità media del vento; vm è la velocità media del vento;
St è il numero di Strouhal, funzione della forma della sezione, del suo St è il numero di Strouhal, funzione della forma della sezione, del suo
orientamento rispetto alla direzione del vento e del numero di Reynolds. Il suo orientamento rispetto alla direzione del vento e del numero di Reynolds. Il suo
valore può essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione o valore può essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione o
da prove sperimentali in galleria del vento. A titolo indicativo, St = 0,2 per le da prove sperimentali in galleria del vento. A titolo indicativo, St = 0,2 per le
sezioni circolari (dove b è il diametro), St = 0,1 per le sezioni quadrate (dove b è sezioni circolari (dove b è il diametro), St = 0,1 per le sezioni quadrate (dove b è
il lato). il lato).
Capitolo C03 p. 53 di 69
La velocità critica di distacco dei vortici per l’i-esimo modo di vibrazione della struttura La velocità critica di distacco dei vortici per l’i-esimo modo di vibrazione della struttura
perpendicolare alla direzione del vento, vcr,i, è la velocità media del vento vm che perpendicolare alla direzione del vento, vcr,i, è la velocità media del vento vm che
determina una condizione di risonanza ns = nk ad una generica quota z della struttura. determina una condizione di risonanza ns = nk ad una generica quota z della struttura.
Dalla C3.3.6 risulta: Dalla C3.3.7 risulta:
ni b ni b
vcr,i vcr,i
St C3.3.7 St C3.3.8
Si raccomanda di valutare gli effetti del distacco dei vortici, facendo ricorso a dati Si raccomanda di valutare gli effetti del distacco dei vortici, facendo ricorso a dati
suffragati da opportuna documentazione o tramite metodi analitici, numerici e/o suffragati da opportuna documentazione o tramite metodi analitici, numerici e/o
sperimentali adeguatamente comprovati, per tutte le velocità critiche che soddisfano la sperimentali adeguatamente comprovati, per tutte le velocità critiche che soddisfano la
relazione: relazione:
I N E
vcr,i vm,l
C3.3.8
vcr,i vm,l
N L C3.3.9
dove v è la velocità media del O
dove vm,l è la velocità media del vento, valutata alla quota alla quale si attua la velocità
critica, per un periodo diC
m,l
CN la velocità di riferimento v .
critica, per un periodo di ritorno TR pari a 10 volte il periodo di ritorno di progetto ritorno R
laE
indicato al §3.3.2 per valutare la velocità di riferimento vr. indicato al §3.3.2 per valutare r
Si osservi cha la condizione critica di risonanza dà luogo ad oscillazioni tanto più grandi Si osservi chaT
Epiccolo è il numero di Scruton fornito dall’espressione:
condizione critica di risonanza dà luogo ad oscillazioni tanto più grandi
quanto più piccolo è il numero di Scruton fornito dall’espressione:
IO N
quanto più
Sc
4 m
AZ Sc
4 m
b 2
C3.3.9
I S L b 2
C3.3.10
E G
L
dove: dove:
m è la massa del corpo per unità di lunghezza;
D I m è la massa del corpo per unità di lunghezza;
è il coefficiente di smorzamento strutturale;
I N O è il coefficiente di smorzamento strutturale;
T T
LE
è la densità dell’aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/m
3 . è la densità dell’aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/m .3
Capitolo C03 p. 54 di 69
C3.4 AZIONI DELLA NEVE C3.4 AZIONI DELLA NEVE
C3.4.1 CARICO DELLA NEVE SULLE COPERTURE C3.4.1 CARICO DELLA NEVE SULLE COPERTURE
Nelle attuali NTC il valore del carico della neve sulle coperture è fornito da una Nelle attuali NTC il valore del carico della neve sulle coperture è fornito da una
espressione [3.4.1] contenente gli stessi elementi presenti in quella utilizzata nelle espressione [3.4.1] contenente gli stessi elementi presenti in quella utilizzata nelle
precedenti NTC [3.3.7] ma disposti in ordine differente; ciò porta a variare l’ordine dei precedenti NTC [3.3.7] ma disposti in ordine differente; ciò porta a variare l’ordine dei
successivi paragrafi: il coefficiente di forma è perciò descritto al § 3.4.3; il coefficiente di successivi paragrafi: il coefficiente di forma è perciò descritto al § 3.4.3; il coefficiente di
E
esposizione al § 3.4.4; il coefficiente termico al § 3.4.5. esposizione al § 3.4.4; il coefficiente termico al § 3.4.5.
L I N
N
C3.4.2 VALORE DI RIFERIMENTO DEL CARICO DELLA NEVE AL SUOLO C3.4.2 VALORE DI RIFERIMENTO DEL CARICO DELLA NEVE AL SUOLO
Nel passaggio dalle precedenti alle attuali NTC si conserva la suddivisione del territorio
A O
Nel passaggio dalle precedenti alle attuali NTC si conserva la suddivisione del territorio
nazionale in tre zone (viene anche confermata la suddivisione della zona I in due
IC
nazionale in tre zone (viene anche confermata la suddivisione della zona I in due
N
sottozone: alpina e mediterranea) che conservano immutato sia i valori al suolo, sia
C
sottozone: alpina e mediterranea) che conservano immutato sia i valori al suolo, sia
l’incremento degli stessi con l’altitudine. Vengono però spostate 5 provincie dalla zona
TE
l’incremento degli stessi con l’altitudine. Vengono però spostate 5 provincie dalla zona
E
N
III alla zona II ed introdotte 3 provincie di nuova creazione (1 in zona I e 2 in zona II). III alla zona II ed introdotte 3 provincie di nuova creazione (1 in zona I e 2 in zona II).
Rispetto alle precedenti NTC nelle attuali vengono anche introdotti i periodi di ritorno
IO
Rispetto alle precedenti NTC nelle attuali vengono anche introdotti i periodi di ritorno
da adottare per le fasi transitorie di durata compresa fra 1 e 3 mesi ovvero fra 3 mesi ed
L AZ da adottare per le fasi transitorie di durata compresa fra 1 e 3 mesi ovvero fra 3 mesi ed
IS
1 anno. 1 anno.
G
LE
Si può stimare un diverso valore di riferimento corrispondente a Tn anni di periodo di Si può stimare un diverso valore di riferimento corrispondente a Tn anni di periodo di
ritorno impiegando la espressione C.3.4.1.
D I ritorno impiegando l’espressione C.3.4.1.
IN O
In esse il coefficiente V di variazione della serie dei massimi annuali del carico della In esse il coefficiente v di variazione della serie dei massimi annuali del carico della neve
T
neve potrà essere assunto, salvo specifici studi adeguati e documentati, pari a V=0,6 potrà essere assunto, salvo specifici studi adeguati e documentati, pari a v = 0,6.
6 ET 6
1 − 𝜈 𝜋 ln −ln 1 − 𝑃𝑛 + 0.57722
LL 1 − 𝜈 𝜋 ln −ln 1 − 𝑃𝑛 + 0.57722
BO
𝑞𝑠𝑛 = 𝑞𝑠𝑘 C3.4.1
𝑞𝑠𝑛 = 𝑞𝑠𝑘 C3.4.1
1 − 2.5923𝜈 1 − 2.5923𝜈
dove Dove
è il valore caratteristico del carico della neve al suolo (con un periodo di ritorno di 50 è il valore caratteristico del carico della neve al suolo (con un periodo di ritorno di 50
anni); anni);
è il carico della neve al suolo riferito ad un periodo di ritorno di n anni; è il carico della neve al suolo riferito ad un periodo di ritorno di n anni;
Pn è la probabilità annuale di superamento (approssimativamente equivalente a 17 n, Pn è la probabilità annuale di superamento (approssimativamente equivalente a 1/ n,
dove n è il corrispondente periodo di ritorno espresso in anni; dove n è il corrispondente periodo di ritorno espresso in anni;
è il coefficiente di variazione della serie dei massimi annuali del carico della neve è il coefficiente di variazione della serie dei massimi annuali del carico della neve,
In riferimento alla figuraC3.4.1 X è il periodo di ritorno in anni, Y è il rapporto . stimato per la regione considerata.
Capitolo C03 p. 55 di 69
In riferimento alla figura C3.4.1 n è il periodo di ritorno in anni, αR è il rapporto .
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
Figura C3.4.1–Adattamento del carico della neve al suolo al variare del periodo di ritorno e del coefficiente di
IO N
AZ
Figura C3.4.1–Adattamento del carico della neve al suolo al variare del periodo di ritorno (coefficiente di
variazione
L
variazione v=0.6)
C3.4.3 COEFFICIENTE DI FORMA DELLE COPERTURE
G IS
LE
C3.4.3 COEFFICIENTE DI FORMA DELLE COPERTURE
D I
Nel § 3.4.3 delle NTC sono indicati i coefficienti di forma per le coperture ad una e a due
falde (§§ 3.4.3.2 e 3.4.3.3); qui di seguito sono riportati i coefficienti di forma per le
Nel § 3.4.3 delle NTC sono indicati i coefficienti di forma per le coperture ad una e a due
IN O
seguenti tipologie di copertura, sia per il carico da neve depositata in assenza di vento
falde (§§ 3.4.3.2 e 3.4.3.3); qui di seguito sono riportati i coefficienti di forma per le
T
seguenti tipologie di copertura, sia per il carico da neve depositata in assenza di vento
ET
che in presenza di vento:
che in presenza di vento:
- coperture a più falde;
L L - coperture a più falde;
BO
- coperture cilindriche;
- coperture cilindriche;
- coperture adiacenti e vicine a costruzioni più alte.
- coperture adiacenti e vicine a costruzioni più alte.
Vengono, poi, fornite indicazioni riguardo agli effetti locali, che si generano in presenza
Vengono, poi, fornite indicazioni riguardo agli effetti locali, che si generano in presenza
di:
di:
- sporgenze;
- sporgenze;
- neve aggettante rispetto al bordo della copertura;
- neve aggettante rispetto al bordo della copertura;
- barriere paraneve.
- barriere paraneve.
Per numerose tipologie di coperture ( a 2 falde, a più falde, cilindriche, ecc) nelle norme
Per numerose tipologie di coperture (a 2 falde, a più falde, cilindriche, ecc.) nelle norme
e nella presente Circolare sono riportate più condizioni di carico alternative per l’azione
e nella presente Circolare sono riportate più condizioni di carico alternative per l’azione
della neve, che debbono essere tutte considerate, assumendo ovviamente la condizione
della neve, che debbono essere tutte considerate, assumendo ovviamente la condizione
più severa per la struttura considerata.L’esistenza di più condizioni di carico deriva
più severa per la struttura considerata. L’esistenza di più condizioni di carico deriva
dalle modalità dell’effetto combinato neve-vento durante la precipitazione nevosa, che
dalle modalità dell’effetto combinato neve-vento durante la precipitazione nevosa, che
Capitolo C03 p. 56 di 69
può determinare accumuli di neve o riduzione di neve, a seconda della zona di può determinare accumuli di neve o riduzione di neve, a seconda della zona di
copertura considerata e 57ella direzione del vento.Questo specifico fenomeno è appunto copertura considerata e della direzione del vento. Questo specifico fenomeno è appunto
quello che determina le condizioni di carico alternative considerato nelle norme quello che determina le condizioni di carico alternative considerato nelle norme
tecniche e nella presente circolare. tecniche e nella presente circolare, che debbono essere tutte considerate nelle verifiche,
indipendentemente dalla concomitanza nelle combinazioni con l’azione del vento.
1.6
C N
TE
µ2 µ2
µ 1.0
N E µ 1.0
IO
0.8 0.8
µ1
Z µ1
ISLA
E G
IL
0° 15° 30° 45° 60° 0° 15° 30° 45° 60°
OD
IN
Figura C3.4.2-Coefficienti di forma per il carico neve Figura C3.4.2-Coefficienti di forma per il carico neve
T
L ET
L
BO
Tabella C3.4.I – Coefficienti di forma per il carico neve Tabella C3.4.I - Coefficienti di forma per il carico neve
Angolo di Angolo di
inclinazione della 0 30 30<< 60 60 inclinazione della 0 30 30<< 60 60
falda falda
1 0,8 0,8(60 - )/30 0,0 1 0,8 0,8(60 - )/30 0,0
2 0,8 + 0,8 /30 1,6 -- 2 0,8 + 0,8 /30 1,6 --
C3.4.3.3 COPERTURA A DUE FALDE (O PIÙ) Nel caso di edifici con copertura piana la riduzione del manto sulla copertura, operata
dal vento, risulta via via meno efficace al crescere delle dimensioni in pianta
Si devono considerare, in alternativa, le due condizioni (I) ed (II) riportate nella Figura
dell’edificio.
Capitolo C03 p. 57 di 69
C3.4.3. Si raccomanda di tenere conto di questi effetti per coperture estese, attraverso un
opportuno incremento del coefficiente μ1, di cui alla tabella 3.4.II, secondo formulazioni
contenute in documenti di comprovata validità.
µ1(1) µ1(2) µ1(1) µ1(2) In assenza di indicazioni più specifiche, definita la dimensione equivalente in pianta Lc
Caso (i)
E TE
N
superiore a 60°, si dovrà prestare particolare attenzione alla scelta dei coefficienti di forma
E G
L’effetto degli accumuli in presenza di irregolarità del piano di copertura, quali ad esempio
Figura C3.4.3.
I L
coperture con elementi prefabbricati, dovrà essere considerato solo per compluvi nei quali
O D
la larghezza delle campate (tratto sotteso dalle due falde adiacenti di inclinazione e) µ1(1) µ1(2) µ1(1) µ1(2)
IN
Caso (i)
T
sia superiore a 3,5 m e per angoli di inclinazione della falde superiori o uguali a 30°. Per
ET
campate di dimensione e/o di inclinazione inferiore si può assumere, in via semplificativa,
L
OL
che la corrugazione della copertura sia ininfluente per la formazione di accumuli nelle zone µ2() = (
Caso (ii)
B
di compluvio.
µ1(1) µ1(2)
C3.4.3.3.1 COPERTURA CILINDRICA
Figura C3.4.3 - Coefficiente di forma per il carico neve – Coperture a più falde
Capitolo C03 p. 58 di 69
neve operata dal vento e della altezza del compluvio.
L’effetto degli accumuli in presenza di irregolarità del piano di copertura, quali ad esempio
coperture con elementi prefabbricati, dovrà essere considerato solo per compluvi nei quali
la larghezza delle campate (tratto sotteso dalle due falde adiacenti di inclinazione e)
sia superiore a 3,5 m e per angoli di inclinazione delle falde superiori o uguali a 30°. Per
campate di dimensione e/o di inclinazione inferiore si può assumere, in via semplificativa,
che la corrugazione della copertura sia ininfluente per la formazione di accumuli nelle zone
di compluvio.
E
C3.4.3.3.1 COPERTURA CILINDRICA
L I N
Si assume che la neve non sia impedita di scivolare.
O N
Si devono considerare in alternativa le due condizioni denominate Caso (i) e Caso (ii),
IC
riportate in Figura C.3.4.4. A
C N
Figura C3.4.4 – Coefficiente di forma per il carico neve – Coperture cilindriche
E TE
I valori dei coefficienti di forma sono dati dalle espressioni seguenti:
IO N
per > 60, 3 = 0
L AZ
per 60, 3 = 0,2 + 10 h/b, con 3 2,0.
GIS
E
C3.4.3.3.2 COPERTURA ADIACENTE O VICINA A COSTRUZIONI PIÙ ALTE
D IL
IN O
Si dovrà considerare la condizione denominata Caso (i) nella Figura C.3.3.4 e si dovranno
T T
considerare gli effetti dei possibili accumuli causati dai due fenomeni seguenti:
LE
- scivolamento della neve dalla copertura posta a quota superiore;
B OL
- deposito della neve nella zona di “ombra aerodinamica”.
La condizione di carico conseguente ai fenomeni di cui sopra è denominata Caso (ii) nella
Figura C.3.4.5.
Figura C3.4.4 - Coefficiente di forma per il carico neve – Coperture cilindriche
Si dovrà considerare la condizione denominata Caso (i) nella Figura C.3.4.5 e si dovranno
Capitolo C03 p. 59 di 69
Caso (i) µ1 considerare gli effetti dei possibili accumuli causati dai due fenomeni seguenti:
- scivolamento della neve dalla copertura posta a quota superiore;
Caso (ii) µs - deposito della neve nella zona di “ombra aerodinamica”.
µ2 La condizione di carico conseguente ai fenomeni di cui sopra è denominata Caso (ii) nella
µw
µ1 Figura C.3.4.5.
Caso (i) µ1
ls
h
Caso (ii) µs
µ2
µw
I N E
N L µ1
A O
NIC
b1 b2 ls
C
TE
h
Figura C.3.4.5 – Coefficiente di forma per il carico neve – Coperture adiacenti a costruzioni più alte
N E
IO
AZ
I valori dei coefficienti di forma sono dati dalle espressioni seguenti:
1 = 0,8 (assumendo che la copertura inferiore sia piana)
IS L b1 b2
2 = s + w
E G
in cui:
IL
OD
Figura C.3.4.5 - Coefficiente di forma per il carico neve – Coperture adiacenti a costruzioni più alte
s è il coefficiente di forma per il carico neve dovuto allo scivolamento della neve
TIN
I valori dei coefficienti di forma sono dati dalle espressioni seguenti:
dalla copertura superiore, che vale:
T 1 = 0,8 (assumendo che la copertura inferiore sia piana)
LE
per 15, s = 0
Capitolo C03 p. 60 di 69
La lunghezza della zona in cui si forma l’accumulo è data da ls = 2h, e comunque 5 ls15 w = (b1 + b2)/2hh/qsk
m. in cui è il peso dell’unità di volume della neve [kN/m3], che per i presenti calcoli
Nel caso in cui b2<ls il valore del coefficiente di forma al livello della fine della copertura può essere assunto pari a 2 kN/m3
posta a quota inferiore dovrà essere valutato per interpolazione lineare tra i valori di 1 e Il valore del coefficiente w dovrà comunque essere compreso tra i limiti seguenti:
2.
0,8 w 4,0.
C3.4.3.3.3 EFFETTI LOCALI La lunghezza della zona in cui si forma l’accumulo è data da ls = 2h, e comunque 5 ls15
m.
Le indicazioni che seguono sono da intendersi riferite a fenomeni locali, che debbono
essere presi in considerazione per la verifica delle membrature da questi direttamente Nel caso in cui b2<ls il valore del coefficiente di forma al livello della fine della copertura
interessate. Le condizioni di carico non dovranno pertanto fare oggetto di specifiche
I N E
posta a quota inferiore dovrà essere valutato per interpolazione lineare tra i valori di 1 e
combinazioni di carico che interessino l’intera struttura. 2.
N L
C33.3.8.3.1 ACCUMULI IN CORRISPONDENZA DI SPORGENZE
A O
IC
C3.4.3.3.3 EFFETTI LOCALI
N
La presenza di sporgenze, quali ad esempio i parapetti di bordo presenti su coperture
C
Le indicazioni che seguono sono da intendersi riferite a fenomeni locali, che debbono
TE
piane, causano la formazione di accumuli nelle zone di “ombra aerodinamica” del
vento. essere presi in considerazione per la verifica delle membrature da questi direttamente
N E
interessate. Le condizioni di carico non dovranno pertanto fare oggetto di specifiche
IO
Per coperture pseudo-orizzontali si dovrà considerare la condizione di carico illustrata
Z A
combinazioni di carico che interessino l’intera struttura.
nella Figura C3.4.6, nella quale si assumerà:
1 = 0,8 e 2 = h/qsk, con la limitazione: 0,8 2 2,0 L AC33.3.8.3.1
IS La presenza di sporgenze, quali ad esempio i parapetti di bordo presenti su coperture
CCUMULI IN CORRISPONDENZA DI SPORGENZE
E G
L
dove:
è il peso dell’unità di volume della neve, che per il presente Icalcolo può essere
piane, causano la formazione di accumuli nelle zone di “ombra aerodinamica” del
O D vento.
TIN
assunto pari a 2 kN/m 3
Per coperture pseudo-orizzontali si dovrà considerare la condizione di carico illustrata
T
l = 2h, con la limitazione: 5 l 15 m nella Figura C3.4.6, nella quale si assumerà:
LE
s s
Capitolo C03 p. 61 di 69
C3.4.3.3.4 NEVE AGGETTANTE DAL BORDO DI UNA COPERTURA
In località poste a quota superiore a 800 m sul livello del mare, nella verifica delle parti
di copertura a sbalzo sulle murature di facciata si dovrà considerare l’azione della neve
sospesa oltre il bordo della copertura, sommato al carico agente su quella parte di tetto,
secondo lo schema illustrato nella Figura C3.4.7.
I carichi dovuti alla neve sospesa in aggetto saranno considerati agenti in
corrispondenza del bordo della copertura e si possono calcolare mediante l’espressione:
qse = k qs2 / dove:
qse è il carico della neve per unità di lunghezza dovuto alla sospensione (vedasi la
I N E
Figura C3.4.6-Coefficienti di forma per il carico neve in corrispondenza di sporgenze ed ostruzioni
Figura C3.4.7)
N L
qs è il carico corrispondente alla distribuzione del manto più sfavorevole per la
O
C3.4.3.3.4 NEVE AGGETTANTE DAL BORDO DI UNA COPERTURA
A
IC
copertura in esame
N
In località poste a quota superiore a 800 m sul livello del mare, nella verifica delle parti
C
TE
è il peso dell’unità di volume della neve, che per il presente calcolo può essere di copertura a sbalzo sulle murature di facciata si dovrà considerare l’azione della neve
assunto pari a 3,0 kN/m3 sospesa oltre il bordo della copertura, sommato al carico agente su quella parte di tetto,
k è un coefficiente funzione della irregolarità della forma della neve, pari a k = 3/d,
N E
secondo lo schema illustrato nella Figura C3.4.7.
IO
AZ
con kd, essendo dla profondità del manto nevoso sulla copertura in m (vedasi I carichi dovuti alla neve sospesa in aggetto saranno considerati agenti in
la Figura C.3.4.7)
IS L corrispondenza del bordo della copertura e si possono calcolare mediante l’espressione:
EG
qse = k qs2 / dove:
L
DI
d qse è il carico della neve per unità di lunghezza dovuto alla sospensione (vedasi la
O
Figura C3.4.7)
E T copertura in esame
LL
BO
è il peso dell’unità di volume della neve, che per il presente calcolo può essere
se
assunto pari a 3,0 kN/m3
k è un coefficiente funzione della irregolarità della forma della neve, pari a k = 3/d,
con kd, essendo dla profondità del manto nevoso sulla copertura in m (vedasi
la Figura C.3.4.7)
Figura C3.4.7- Neve aggettante dal bordo di una copertura
In talune condizioni la neve può scivolare via da un tetto a falde o curvo. In questo caso
si assume pari a zero il coefficiente di attrito tra la massa di neve e la superficie della
copertura.
L’azione statica Fs impressa da una massa di neve che scivola su barriere paraneve o
Capitolo C03 p. 62 di 69
altri ostacoli, nella direzione dello scivolamento, per unità di lunghezza dell’edificio
può essere assunta uguale a:
d
Fs= qs b sin
dove:
qs è il carico della neve sulla copertura, relativo alla distribuzione uniforme più
sfavorevole tra quelle proprie della zona dalla quale la neve potrebbe scivolare
se
b è la distanza in pianta (misurata in orizzontale) tra il paraneve o l’ostacolo ed il
successivo paraneve o il colmo del tetto.
angolo di inclinazione del tetto, misurato a partire dall’orizzontale.
I N E
NL dal bordo di una copertura
Figura C3.4.7- Neve aggettante
O
C3.4.3.3.5 C
I C A
ARICHI DELLA NEVE SU BARRIERE PARANEVE ED ALTRI OSTACOLI
si assume pari E
CNneve può scivolare via da un tetto a falde o curvo. In questo caso
In talune condizioni la
ZL’azione
LA altri ostacoli, nella direzione dello scivolamento, per unità di lunghezza dell’edificio
s
L E Fs= qs b sin
DI
INO
dove:
TT
qs è il carico della neve sulla copertura, relativo alla distribuzione uniforme più
L E sfavorevole tra quelle proprie della zona dalla quale la neve potrebbe scivolare
OL
b è la distanza in pianta (misurata in orizzontale) tra il paraneve o l’ostacolo ed il
B successivo paraneve o il colmo del tetto.
Larga parte di questo capitolo resta invariato al passaggio dalle precedenti NTC alle
attuali. In particolare non vengono modificati né il § 3.5.1 relativo alle generalità, né il C3.4.4 COEFFICIENTE DI ESPOSIZIONE
§ 3.5.3 in cui si definisce la temperatura dell’aria interna, né il § 3.5.4 relativo alla
distribuzione della temperatura negli elementi strutturali, né il § 3.5.5 che definisce le
azioni termiche sugli edifici, né il § 3.5.6 che fornisce indicazioni relativamente alle C3.4.5 COEFFICIENTE TERMICO
precauzioni da adottare per le strutture soggette ad azioni termiche speciali, né infine il
L’adozione di valori inferiori all’unità del coefficiente termico è da sconsigliarsi in linea
§ 3.5.7 relativo alle valutazioni degli effetti delle azioni termiche sui materiali strutturali.
generale.
Laddove adeguatamente motivato può applicarsi solamente per coperture ricadenti in
Capitolo C03 p. 63 di 69
località nelle quali il carico della neve al suolo è superiore a 1,5 kN/m2, e caratterizzate
C3.5.1 GENERALITÀ da trasmittanza superiore a 1 W/m2K°
C3.5.2 TEMPERATURA DELL’ARIA ESTERNA Per edifici nei quali la temperatura interna è mantenuta intenzionalmente sotto 0°C
Modifiche significative sono state apportate solo in questo paragrafo relativo alle (edifici frigoriferi, impianti per il pattinaggio su ghiaccio ecc.) si raccomanda di
temperature massime e minime da adottarsi per l’aria esterna; tali temperature, che assumere il valore del coefficiente termico pari a 1,2, indipendentemente dal valore del
nelle precedenti NTC venivano assunte uguali per l’intero territorio nazionale, nelle carico neve al suolo.
attuali vengono differenziate suddividendo il territorio nazionale in quattro zone ed in
ciascuna di esse tenendo anche conto della quota del sito della costruzione sul livello del
mare. In questo paragrafo vengono anche indicati i valori dei periodi di ritorno delle C3.5 AZIONI DELLA TEMPERATURA
temperature dell’aria da assumere per fasi transitorie di durata compresa fra uno e tre
I N E
mesi, ovvero fra tre mesi ed un anno.
N L
Larga parte di questo capitolo resta invariato al passaggio dalle precedenti NTC alle
O
attuali. In particolare non vengono modificati né il § 3.5.1 relativo alle generalità, né il
A
IC
§ 3.5.3 in cui si definisce la temperatura dell’aria interna, né il § 3.5.4 relativo alla
C3.6 AZIONI ECCEZIONALI
C N
distribuzione della temperatura negli elementi strutturali, né il § 3.5.5 che definisce le
TE
azioni termiche sugli edifici, né il § 3.5.6 che fornisce indicazioni relativamente alle
Le Azioni eccezionali, che solo in taluni casi vanno considerate nella progettazione, si
N E
precauzioni da adottare per le strutture soggette ad azioni termiche speciali, né infine il
IO
ritiene debbano essere opportunamente conosciute al fine di garantire la robustezza § 3.5.7 relativo alle valutazioni degli effetti delle azioni termiche sui materiali strutturali.
AZC3.5.1
strutturale richiesta dalle NTC, in funzione dell’uso previsto della costruzione,
IS L
individuando gli scenari di rischio e le Azioni eccezionali rilevanti ai fini della sua GENERALITÀ
progettazione secondo quanto indicato al § 2.2.5.
G
LE
C3.5.2 TEMPERATURA DELL’ARIA ESTERNA
D I
Le azioni eccezionali sono quelle che si presentano in occasione di eventi quali incendi,
Modifiche significative sono state apportate solo in questo paragrafo relativo alle
O
esplosioni ed urti.
IN
temperature massime e minime da adottarsi per l’aria esterna; tali temperature, che
T
La norma UNI EN 1991-7 (EC 1 Azioni sulle strutture – Parte 1-7: Azioni in generale –
ET
nelle precedenti NTC venivano assunte uguali per l’intero territorio nazionale, nelle
Azioni eccezionali) fornisce le strategie e le regole per la salvaguardia degli edifici e
L
attuali vengono differenziate suddividendo il territorio nazionale in quattro zone ed in
L
delle opere di ingegneria civile contro azioni eccezionali identificabili e non
BO
ciascuna di esse tenendo anche conto della quota del sito della costruzione sul livello del
identificabili: in particolare sono trattati simboli e definizioni, classificazione delle
mare. In questo paragrafo vengono anche indicati i valori dei periodi di ritorno delle
azioni, situazioni di progetto, urti, esplosioni. Per le costruzioni progettate per resistere
temperature dell’aria da assumere per fasi transitorie di durata compresa fra uno e tre
alle esplosioni in cui sia necessario salvaguardare la vita degli occupanti e limitare il
mesi, ovvero fra tre mesi ed un anno.
danneggiamento strutturale, occorre anche tenere conto delle disposizioni contenute nel
Capitolo V.2 dello schema di decreto “Approvazione di norme tecniche di prevenzione
incendi, ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139”, attualmente
sottoposto alla procedura di notifica prevista dalla direttiva 98/34/CE. C3.6 AZIONI ECCEZIONALI
Per le costruzioni in cui sia necessario limitare il rischio d’incendio per la salvaguardia
Il presente paragrafo fornisce indicazioni per la quantificazione degli effetti delle azioni
dell’individuo e della collettività, nonché delle proprietà limitrofe e dei beni
eccezionali che intervengono in scenari di rischio ben identificati quali incendi,
direttamente esposti al fuoco, devono essere eseguite verifiche specifiche del livello di
esplosioni ed urti. Attraverso la combinazione eccezionale delle azioni, di cui al § 2.5.3, è
prestazione strutturale antincendio.
possibile dimensionare le membrature interessate da tali azioni.
Le strutture devono essere altresì verificate nei confronti delle azioni eccezionali con
Capitolo C03 p. 64 di 69
riferimento a scenari di rischio riportati in documenti di comprovata validità,o su Gli scenari di rischio da prendere in considerazione nella progettazione sono riportati in
richiesta del committente. specifici decreti e regolamenti o, in assenza, in documenti di comprovata validità. Fermi
Nel caso in cui si eseguano specifiche verifiche nei confronti delle azioni eccezionali si restando gli scenari sopra descritti il committente può individuare ulteriori specifici
considererà la combinazione eccezionale di azioni di cui al § 2.5.3. scenari sulla base di una valutazione del rischio.
La norma UNI EN 1991-1-2 ( EC 1 Azioni sulle strutture – Parte 1-2: Azioni in generale –
C3.6.1 INCENDIO Azioni sulle strutture esposte al fuoco) fornisce regole di carattere generale per la
salvaguardia degli edifici e delle opere di ingegneria civile nei confronti dell’incendio.
C3.6.1.1 DEFINIZIONI
Per le costruzioni progettate per limitare il rischio d’incendio, ai fini della salvaguardia
Si segnalano le seguenti modifiche ed integrazioni rispetto alle NTC 08:
dell’individuo e della collettività, nonché delle proprietà limitrofe e dei beni
- si introduce la capacità portante in caso di incendio quale l’attitudine di una struttura,
di una parte della struttura o di un elemento strutturale a conservare una
I N E
direttamente esposti al fuoco, occorre anche tenere conto delle disposizioni contenute
N
sufficiente resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco con riferimento alle altre
O
azioni agenti; La norma UNI EN 1991-1-7 (EC 1 Azioni
- la resistenza al fuoco è modificata distinguendo fra una capacità portante in caso di
I C A
Azioni eccezionali) fornisce regole di carattere generale per la salvaguardia degli edifici
N
incendio per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento e delle opere di ingegneria civile nei confronti di azioni derivanti da esplosioni e urti.
Per le costruzioniCprogettate
strutturale ed una capacità di compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi
salvaguardiaT E per limitare il rischio di esplosioni, ai fini della
E
di separazione sia strutturali (quali muri e solai) che non strutturali (quali porte e dell’individuo e della collettività, nonché delle proprietà limitrofe e dei
tramezzi);
I O N
beni direttamente esposti, occorre anche tenere conto delle disposizioni contenute nel
- per compartimento antincendio si intende una parte della costruzione delimitata da
ZDM 3 agosto 2015
elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato
IS LA
G
intervallo di tempo, la capacità di compartimentazione;
-
L E
si introduce il carico d’incendio quale potenziale termico netto della totalità dei
D I
materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri
IN O
indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Come C3.6.1 INCENDIO
T
conseguenza si rende più sintetica la definizione di carico d’incendio specifico, con la
ET
precisazione che è riferito all’unità di superficie lorda e che le indicazioni per il C3.6.1.1 DEFINIZIONI
L
OL
calcolo del carico di incendio specifico di progetto (qf,d) sono fornite nel decreto del Si chiariscono di seguito le seguenti definizioni:
- B
Ministro dell’Interno 9 marzo 2007 e ss.mm.ii.;
si precisa che nel caso di presenza di elementi strutturali lignei è possibile
- la capacità di compartimentazione è riferibile ai requisiti REI nonché ad ulteriori
requisiti aggiuntivi attribuibili agli elementi delimitanti un compartimento
considerare solo una quota parte del loro contributo alla determinazione del carico antincendio ai fini della mitigazione del rischio di incendio. Utili indicazioni in
di incendio, da definire con riferimento a riconosciute normative o documenti di merito sono riportate nel DM 16 febbraio 2007, nel DM 3 agosto 2015 e nella UNI
comprovata validità. EN 13501-2;
- il carico d’incendio è il potenziale termico netto della totalità dei materiali
C3.6.1.2 RICHIESTE DI PRESTAZIONE combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della
Con riferimento al § 3.6.1.2 delle NTC, le disposizioni del Ministero dell’Interno partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Come conseguenza si rende
richiamate al penultimo capoverso, sono contenute nei seguenti decreti, fatte salve più sintetica la definizione di carico d’incendio specifico, con la precisazione che è
quelle costruzioni per le quali le caratteristiche REI delle strutture sono predeterminate riferito all’unità di superficie lorda e che le indicazioni per il calcolo del carico di
da specifici decreti: incendio specifico di progetto (qf,d) sono fornite nel decreto del Ministro dell’Interno
- DM 16 febbraio 2007: Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed 9 marzo 2007 e nel DM 3 agosto 2015; la definizione del carico di incendio specifico
Capitolo C03 p. 65 di 69
elementi costruttivi di opere da costruzione; di progetto può essere altresì effettuata attraverso la norma UNI EN 1991-1-2
- DM 9 marzo 2007: Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle integrata dalla corrispondente Appendice Nazionale che richiama i due decreti
attività soggette al controllo del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco citati.
si precisa che nel caso di presenza di elementi strutturali lignei è possibile considerare
Relativamente a quanto sopra, potranno essere seguite anche le disposizioni contenute
solo una quota parte del loro contributo alla determinazione del carico di incendio, da
nel decreto 3 agosto 2015 recante “Approvazione di norme tecniche di prevenzione
definire con riferimento a riconosciute normative o documenti di comprovata validità;
incendi, ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139”, pubblicato
utili riferimenti sono disponibili nella lettera circolare della Direzione Centrale per la
nella GU Serie Generale n. 192 del 20-08-2015 – Suppl. Ordinario n. 51.
Prevenzione e la Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso
Pubblico e della Difesa Civile prot. P414/4122 sott. 5 del 28/5/2008 o nel DM 3 agosto
Le prestazioni richieste alle strutture di una costruzione, in funzione degli obiettivi 2015.
definiti al § 2.2.3, sono individuate in termini di Livello (in una scala da I a V) nella Tab.
I N E
3.5.IV (che non ha subito modifiche rispetto all’edizione 2008 delle NTC). La scelta del
N L
O
Livello di prestazione (e delle connesse classi di resistenza al fuoco) va effettuata C3.6.1.2 RICHIESTE DI PRESTAZIONE
tenendo conto della destinazione d’uso ed estensione/altezza dell’edificio, del tipo e
IC A
Con riferimento al § 3.6.1.2 delle NTC, le disposizioni del Ministero dell’interno
quantitativo di materiale combustibile in esso presente, del massimo affollamento
N
richiamate al punto precedente, sono contenute nei seguenti decreti:
C 2007: Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle
ipotizzabile e delle misure di protezione antincendio presenti nell’opera, con le -
T Esoggette
DM 9 marzo
E
precisazioni di cui al primo capoverso del presente paragrafo. attività al controllo del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco
- N DM 3 agosto 2015: Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai
Si precisa che la resistenza al fuoco richiesta, misurata in minuti di incendio standard
Z I O
A
secondo la curva ISO 834 che approssima l’accrescimento delle temperature a partire dal sensi dell'art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139
D IL
Il progetto delle strutture sulla base di detta resistenza convenzionale porta specifiche attività, emessi ai sensi dell'art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139,
O
ad una capacità coerente con i richiesti livelli di prestazione. sostitutivo della legge 27 dicembre 1941, n. 1570 (ad. es. Attività ricettive turistico-
E TT
L
Le prestazioni richieste alle strutture di una costruzione, in funzione degli obiettivi
O L definiti al § 2.2.3, sono individuate in termini di Livello (in una scala da I a V) nella Tab.
B 3.5.IV (che non ha subito modifiche rispetto all’edizione 2008 delle NTC). La scelta del
Livello di prestazione (e delle connesse classi di resistenza al fuoco) va effettuata, in
generale, tenendo conto della destinazione d’uso ed estensione/altezza dell’edificio, del
tipo e quantitativo di materiale combustibile in esso presente, del massimo affollamento
C3.6.1.4 CRITERI DI PROGETTAZIONE
ipotizzabile e delle misure di protezione antincendio presenti nell’opera, con le
La progettazione delle strutture in condizione di incendio deve garantire una sufficiente precisazioni di cui al primo capoverso del presente paragrafo.
robustezza nei confronti dell’incendio in modo tale che la struttura non possa essere
Si precisa che la resistenza al fuoco richiesta, se misurata in minuti di incendio standard
danneggiata in misura sproporzionata rispetto alla causa e che sia garantito il
secondo la curva ISO 834 che approssima l’accrescimento delle temperature a partire dal
raggiungimento delle prestazioni indicate al § 3.6.1.2 delle NTC.
momento di incendio generalizzato (flash over), è una quantificazione convenzionale
La sicurezza del sistema strutturale in caso di incendio può essere determinata sulla non direttamente confrontabile con i tempi reali di evacuazione o di intervento.
base della resistenza al fuoco dei singoli elementi strutturali, di porzioni di struttura o
Il progetto delle strutture sulla base di detta resistenza convenzionale porta comunque
dell’intero sistema costruttivo, valutando opportunamente lo schema statico di
Capitolo C03 p. 66 di 69
riferimento. ad una capacità coerente con i richiesti livelli di prestazione
O
dell’intero sistema costruttivo, valutando opportunamente lo schema statico di
Si evidenzia infine la possibilità di utilizzare specifiche curve nominali, per descrivere
IC A
riferimento e secondo l’incendio convenzionale di progetto adottato. In generale, in caso
N
di ricorso a curve di incendio naturali, ci si riferisce all’intero schema strutturale. In caso
C
particolari scenari di incendio, purché di comprovata validità (“slow heating curve”,
TE
di adozione di curve di incendio nominali è possibile effettuare analisi per singoli
descritta al punto 4.3 della norma UNI EN 13501-2; “tunnel curve”, non ancora
elementi strutturali.
standardizzata a livello europeo, ma codificata in Italia (UNI 11076), Olanda (RWS), in
N E
IO
Germania (ZTV) o in Francia (HCM, Curva degli idrocarburi modificata; etc.).
I
Il comportamento meccanico della struttura è analizzato tenendo conto della riduzione
D
della resistenza meccanica dei componenti dovuta al danneggiamento dei materiali per
O
Secondo l’incendio convenzionale di progetto adottato, si precisa che l’andamento delle
TIN
temperature è valutato con riferimento a una delle due seguenti condizioni:
effetto dell’aumento di temperatura, con le regole specificate ai punti 4.1.13, 4.2.11, 4.3.9,
- curva nominale d’incendio, da individuare tra quelle indicate successivamente, per
T
4.4.14, 4.5.11 delle NTC.
L
Sono da considerarsi le combinazioni dovute alle senza alcuna fase di raffreddamento,
Capitolo C03 p. 67 di 69
Qualora si eseguano verifiche con curve nominali di incendio la verifica di resistenza della resistenza meccanica dei componenti dovuta al danneggiamento dei materiali per
può essere effettuata senza tener conto della fase di raffreddamento che invece deve effetto dell’aumento di temperatura, con le regole specificate ai punti 4.1.13, 4.2.11, 4.3.9,
essere presa in considerazione quando si faccia riferimento a curve di incendio 4.4.14, 4.5.11 delle NTC.
naturale,in accordo a quanto disposto al § 3.6.1.5.1 delle NTC. Sono da considerarsi le combinazioni dovute alle azioni eccezionali definite al § 2.5.3
Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative emanate ai sensi del D.Lgs. trascurando la concomitanza con altre azioni eccezionali e con le azioni sismiche.
139/2006, nel caso in cui i requisiti di resistenza al fuoco delle strutture sia previsto che Si deve tenere conto, ove necessario, degli effetti delle sollecitazioni indirette dovute alle
siano mantenuti per un periodo limitato (ad esempio, livello di prestazione II di tab. dilatazioni termiche contrastate ad eccezione di quando sia riconoscibile a priori che
3.5.IV), la verifica della capacità portante delle strutture potrà essere limitata a un tempo esse siano trascurabili o favorevoli. Le sollecitazioni indirette, dovute agli elementi
di esposizione all’incendio naturale congruente con il livello di prestazione scelto. strutturali adiacenti a quello preso in esame, possono essere trascurate quando i
I N E
requisiti di sicurezza all’incendio sono valutati in riferimento a curve nominali
L
d’incendio e alle corrispondenti classi di resistenza al fuoco.
O N
A
C3.6.1.5.4 VERIFICA DI SICUREZZA
IC
C3.6.2 ESPLOSIONI
N
La verifica di resistenza al fuoco può essere eseguita nei domini delle resistenze, del
C
TE
C3.6.2.1 GENERALITÀ tempo o delle temperature come specificato ai punti 4.1.13, 4.2.11, 4.3.9, 4.4.14, 4.5.11
E
delle NTC.
N
C3.6.2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI DOVUTE ALLE ESPLOSIONI
IO
Qualora si eseguano verifiche con curve nominali di incendio la verifica di resistenza
AZ
C3.6.2.3 MODELLAZIONE DELLE AZIONI DOVUTE ALLE ESPLOSIONI può essere effettuata senza tener conto della fase di raffreddamento che invece deve
Si precisa che le esplosioni esercitano sulle costruzioni onde di pressione.
IS L essere presa in considerazione quando si faccia riferimento a curve di incendio naturale,
E G
Per le costruzioni usuali è ammesso che tali onde di pressione siano convenzionalmente
in accordo a quanto disposto al § 3.6.1.5.1 delle NTC.
IL
Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative emanate ai sensi del D.Lgs.
D
ricondotte a distribuzioni di pressioni statiche equivalenti, purché comprovate da
139/2006, nel caso in cui i requisiti di resistenza al fuoco delle strutture sia previsto che
O
modelli teorici adeguati
IN
siano mantenuti per un periodo limitato (ad esempio, livello di prestazione II di tab.
T T 3.5.IV), la verifica della capacità portante delle strutture potrà essere limitata a un tempo
LE
di esposizione all’incendio naturale congruente con il livello di prestazione scelto. Il DM
L
BO
3/8/2015 quantifica il tempo di verifica per il livello II in caso di curve naturali nel
doppio del tempo richiesto per l’esodo degli occupanti con un minimo di 30 minuti a
decorrere dall’innesco.
C3.6.2 ESPLOSIONI
C3.6.2.1 GENERALITÀ
Capitolo C03 p. 68 di 69
ricondotte a distribuzioni di pressioni statiche equivalenti, purché comprovate da
modelli teorici adeguati. Utili indicazioni in merito sono fornite nel DM 3/8/2015.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
TT
L LE
BO
Capitolo C03 p. 69 di 69
Testo Predisposto dal gruppo di lavoro Testo proposto all’Assemblea generale
Nel Capitolo 4 le NTC definiscono, per i diversi materiali considerati, le caratteristiche Nel Capitolo 4 le NTC definiscono, per i diversi materiali considerati, le caratteristiche
richieste, i metodi di analisi per le rispettive strutture, le verifiche, sia locali che globali, richieste, i metodi di analisi per le rispettive strutture, le verifiche, sia locali che globali,
che occorre effettuare per accertare il rispetto dei diversi stati limite fissati, le indicazioni che occorre effettuare per accertare il rispetto dei diversi stati limite fissati, le indicazioni
sui particolari costruttivi e sulle modalità esecutive, le specifiche relative alla resistenza al
N E
sui particolari costruttivi e sulle modalità esecutive, le specifiche relative alla resistenza al
I
fuoco e alle azioni eccezionali. fuoco e alle azioni eccezionali.
N L
Le prescrizioni aggiuntive legate alla presenza di azioni sismiche sono specificate nel
O
Le prescrizioni aggiuntive legate alla presenza di azioni sismiche sono specificate nel
A
IC
Cap. 7. Cap. 7.
In dettaglio:
C N
nel § 4.1 sono trattate le costruzioni di c.a. e c.a.p., eseguite in opera o prefabbricate, e
E TE
N
vengono fornite le indicazioni specifiche per i calcestruzzi a bassa percentuale di
IO
armatura o non armati,comprese le piastre in calcestruzzo per pavimentazioni, e per i
calcestruzzi con aggregati leggeri;
L AZ
IS
nel § 4.2 sono trattate le costruzioni di acciaio, le unioni saldate e bullonate, le verifiche
G
per situazioni usuali, transitorie, eccezionali ed i criteri di durabilità;
E
D IL
nel § 4.3 sono trattate le costruzioni miste acciaio-calcestruzzo, esaminando
O
separatamente le travi con soletta collaborante, le colonne composte, le solette
IN
T
composte con lamiera grecata e definendo le verifiche per situazioni usuali, transitorie,
T
LE
eccezionali;
OL
nel § 4.4 sono trattate le costruzioni realizzate con elementi di legno strutturale o con
prodotti strutturali a base di legno;
B
nel § 4.5 sono trattate le costruzioni di muratura;
nel § 4.6 sono trattate le costruzioni di altri materiali.
EC
legame elastico- plastico quanto di uno elastico- incrudente. Vengono definiti i legami costitutivi per l’acciaio. È previsto l’utilizzo tanto di un legame
T
elastico-plastico quanto di uno elastico- incrudente.
E
N
Per quanto riguarda le pavimentazioni in calcestruzzo può farsi utile riferimento alle
LA
Pavimentazioni di Calcestruzzo”
GIS
Elimin
E
C4.1.1 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E METODI DI ANALISI
C4.1.1 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E METODI DI ANALISI
L
DI
C4.1.1.1 ANALISI ELASTICA LINEARE
INO
C4.1.1.1 ANALISI ELASTICA LINEARE
Nel seguito si forniscono alcune precisazioni integrativein riferimento all’analisi elastica
T
Con riferimento all’analisi elastica lineare con ridistribuzione dei momenti prevista al § lineare con ridistribuzione dei momenti prevista al § 4.1.1.1 delle NTC.
T
LE
4.1.1.1 delle NTC, nel seguito si forniscono alcune precisazioni integrative.
Cautelativamente, le NTC proibiscono la ridistribuzione dei momenti nei pilastri e nei
L
Cautelativamente, le NTC proibiscono la ridistribuzione dei momenti nei pilastri e nei
BO
nodi consentendolanelle travi continue (sia appartenenti che non appartenenti a telai),
nodi consentendola, nelle travi continue (sia appartenenti che non appartenenti a telai) e nelle solette e nei telai, allecondizioni seguenti:
nelle solette, liberamente, nei telai, a condizionechesiano trascurabili gli effetti del 2°
- gli effetti del 2° ordine siano trascurabili;
ordine, che le sollecitazioni di flessione siano prevalenti ed i rapporti tra le luci di
campate contigue siano compresi nell’intervallo 0,5-2,0. - le sollecitazioni di flessione siano prevalenti;
-i rapporti tra le luci di campate contigue siano compresi nell’intervallo 0,5-2,0.
Nel seguito, per semplicità, si farà riferimento alle sole travi, restando inteso che le Nel seguito, per semplicità, si farà riferimento alle sole travi, restando inteso che le
relative considerazioni sono immediatamente estendibili alle solette. relative considerazioni sono immediatamente estendibili alle solette.
La ridistribuzione dei momenti flettenti deve garantire l’equilibrio sia globale sia locale La ridistribuzione dei momenti flettenti deve garantire l’equilibrio sia globale sia locale
della struttura, ma prefigura possibili plasticizzazioni nelle zone di estremità delle travi; della struttura, ma prefigura possibili plasticizzazioni nelle zone di estremità delle travi;
occorre dunque accompagnare la ridistribuzione con una verifica di duttilità. Tale occorre dunque accompagnare la ridistribuzione con una verifica di duttilità. Tale
0 ,0 014 x per fck 50M Pa [C4.1.1 e quanto riportato all’interno del testo normativo.
le relazioni 0,
44 1,
25 0
,6+ 0,
70
cu d
4.1.1]
0,0014 x per f 50 MPa [C4.1.2 e 4.1.2]
0,54 1,25 0,6+ 0,70
E
ck
cu d
N
cu L I
dove d è l’altezza utile della sezione, x è l’altezza della zona compressa e è la
O N
A
deformazione ultima del calcestruzzo, data al § 4.1.2.1.2.1 delle NTC.
Il limite ≥0,70 ha lo scopo di evitare che un eccesso di ridistribuzione possa indurre
N IC
Il limite ≥0,70 ha lo scopo di evitare che un eccesso di ridistribuzione possa indurre
C
TE
plasticizzazione allo Stato Limite di Esercizio nelle sezioni in cui si riduce il momento plasticizzazione allo Stato Limite di Esercizio nelle sezioni in cui si riduce il momento
resistente.
E
resistente.
Di conseguenza, in un nodo, l’aliquota dei momenti da ridistribuire, M, non può
IO N
Ai fini della ridistribuzione dei momenti negli elementi,in ciascun nodo, l’aliquota dei
AZ
eccedere il 30% del minore tra i due momenti d’estremità concorrenti al nodo, nel caso di momenti da ridistribuire, M, non può eccedere il 30% del minore tra i due momenti
momenti di verso opposto. Nel caso di momenti equiversi, il rapporto va riferito al
IS L d’estremità concorrenti al nodo, nel caso di momenti di verso opposto. Nel caso di
momenti equiversi, il rapporto va riferito al momento che viene ridotto in valore
momento che viene ridotto in valore assoluto.
E G
IL
La ridistribuzione dei momenti permette una progettazione strutturale più economica ed assoluto.
D
efficiente, riducendo i momenti massimi di progetto, e compensando questa diminuzione La ridistribuzione dei momenti permette una progettazione strutturale più economica ed
IN
con l’aumento dei momenti di progetto nelle zone meno sollecitate.
O efficiente, riducendo i momenti massimi di progetto, e compensando questa diminuzione
T
con l’aumento dei momenti di progetto nelle zone meno sollecitate.
T
Ciò consente di:
LE
progettare travi aventi resistenza massima a flessione minore di quella richiesta Ciò consente di:
L progettare travi aventi resistenza massima a flessione minore di quella richiesta
BO
dall’analisi elastica, grazie ad una più uniforme distribuzione delle resistenze lungo il
loro sviluppo; dall’analisi elastica, grazie ad una più uniforme distribuzione delle resistenze lungo il
loro sviluppo;
utilizzare meglio la resistenza minima a flessione delle sezioni, dovuta al rispetto delle
limitazioni costruttive imposte dalle NTC, quando essa ecceda significativamente le utilizzare meglio la resistenza minima a flessione delle sezioni, dovuta al rispetto delle
sollecitazioni agenti derivanti dall’analisi elastica. limitazioni costruttive imposte dalle NTC, quando essa ecceda significativamente le
sollecitazioni agenti derivanti dall’analisi elastica.
Il diagramma dei momenti flettenti deve risultare staticamente ammissibile, cioè deve
essere equilibrato e soddisfare in ogni sezione la condizione Il diagramma dei momenti flettenti deve risultare staticamente ammissibile, cioè deve
essere equilibrato e soddisfare in ogni sezione la condizione
MEd MRd [C4.1.3]
MEd MRd [C4.1.3]
dove M Ed è il valore di progetto del momento dopo la ridistribuzione e M Rd è il
dove M Ed è il valore di progetto del momento dopo la ridistribuzione e M Rd è il
momento resistente di progetto.
momento resistente di progetto.
C4.1.1.1.1 RIDISTRIBUZIONE NELLE TRAVI CONTINUE
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
IS
Figura C4.1.1 - Ridistribuzione dei momenti per travi continue
EG
C4.1.1.1.2 RIDISTRIBUZIONE NELLE TRAVI CONTINUE DEI TELAI Figura C4.1.1 - Ridistribuzione dei momenti per travi continue
Nei telai i momenti trasmessi dai pilastri ai nodi, non essendo ammessa
la ridistribuzione, sono quelli desunti dall’analisi elastica. PoichéD
L
I momenti
per tali elementi C4.1.1.1.2 RIDISTRIBUZIONE NELLE TRAVI CONTINUE DEI TELAI
O
tali debbono
Nei telai i momenti trasmessi dai pilastri ai nodi, non essendo ammessa per tali elementi
IN
essere in equilibrio con quelli trasmessi allo stesso nodo dalle travi, la ridistribuzione si
T
la ridistribuzione, sono quelli desunti dall’analisi elastica. Poiché tali momenti debbono
T
effettua applicando, all’estremità delle travi convergenti nel nodo, momenti flettenti di
L
segno opposto ed uguale intensità, lasciando immutato
effettua applicando, all’estremità delle travi convergenti nel nodo, momenti flettenti di
BO
pilastri.
segno opposto ed uguale intensità, lasciando immutato il regime di sollecitazione nei
Operativamente, si possono evidenziare due possibili situazioni a seconda che i momenti pilastri.
trasmessi al nodo dalle travi in esso convergenti (momenti d’estremità) abbiano verso
Operativamente, si possono evidenziare due possibili situazioni a seconda che i momenti
discorde (Figura C4.1.2) o concorde (Figura C4.1.3).
trasmessi al nodo dalle travi in esso convergenti (momenti d’estremità) abbiano verso
discorde (Figura C4.1.2) o concorde (Figura C4.1.3).
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
Figura C4.1.3 - Diagramma delle sollecitazioni e schema dei momenti trasmessi al nodo con momenti Figura C4.1.3 - Diagramma delle sollecitazioni e schema dei momenti trasmessi al nodo con momenti
d’estremità concordi
I L d’estremità concordi
Figura C4.1.4 - Momenti d’estremità di verso opposto: ridistribuzione del momento nelle travi Figura C4.1.4 - Momenti d’estremità di verso opposto: ridistribuzione del momento nelle travi
I diagrammi dei momenti ottenuti a seguito della ridistribuzione, per le due diverse I diagrammi dei momenti ottenuti a seguito della ridistribuzione, per le due diverse
situazioni prefigurate, sono rappresentati in Figura C4.1.6.
I N E
situazioni prefigurate, sono rappresentati in Figura C4.1.6.
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
LE
Figura C4.1.6 - Diagrammi dei momenti a seguito della ridistribuzione dei momenti nelle travi Figura C4.1.6 - Diagrammi dei momenti a seguito della ridistribuzione dei momenti nelle travi
D I
Come già detto, il diagramma dei momenti flettenti su ciascuna trave, ottenuto per effetto Come già detto, il diagramma dei momenti flettenti su ciascuna trave, ottenuto per effetto
della ridistribuzione, deve essere staticamente ammissibile.
IN O della ridistribuzione, deve essere staticamente ammissibile.
T
ET
LL
C4.1.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE C4.1.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE
BO
C4.1.2.1 C4.1.2.1
C4.1.2.1.1 C4.1.2.1.1
C4.1.2.1.2 C4.1.2.1.2
C4.1.2.1.2.1 Diagrammi di progetto tensione-deformazione del calcestruzzo C4.1.2.1.2.1 Diagrammi di progetto tensione-deformazione del calcestruzzo
La principale novità dell’attuale NTC rispetto alla NTC precedente è la comparsa dei La principale novità rispetto alleNTC precedenti è costituita dai diagrammi di progetto
diagrammi di progetto tensione-deformazione per il calcestruzzo confinato. tensione-deformazione per il calcestruzzo confinato.
Il confinamento del calcestruzzo, che si consegue utilizzando staffe chiuse, legature Il confinamento del calcestruzzo, che si consegue utilizzando staffe chiuse, legature
interne e dettagli costruttivi in accordo con quanto illustrato nel § 7.4.6, ha lo scopo di interne e dettagli costruttivi in accordo con quanto illustrato nel § 7.4.6, ha lo scopo di
incrementare la resistenza ultima e la duttilità delle sezioni, per quanto di competenza del incrementare la resistenza ultima e la duttilità delle sezioni, per quanto di competenza del
calcestruzzo. calcestruzzo.
E
Per la sezione rettangolare, in maniera analoga, si determinano le pressioni di Per la sezione rettangolare, in maniera analoga, si determinano le pressioni di
confinamento lungo le due direzioni principali della sezione, come illustrato in Figura
I N
confinamento lungo le due direzioni principali della sezione, come illustrato in Figura
L
C4.1.7b. C4.1.7b.
O N
IC A
(b)
C N (b)
TE
l l
NE
Ast-i·fy,st Ast-i·fy,st
D0
AZIO D0
(a)
L (a)
GIS
Elimin
LE
Forma
Figura C4.1.7- Pressione laterale di confinamento: (a) sezioni circolari, (b) sezioni rettangolari Figura C4.1.7- Pressione laterale di confinamento: (a) sezioni circolari, (b) sezioni rettangolari
I
Palatin
O D
Nel caso di sezione rettangolare, l è dato dalla √𝜎𝑙𝑥 ∙ 𝜎𝑙𝑦 (Eq. 4.1.12c) e rappresenta la Nel caso di sezione rettangolare, l è dato dalla √𝜎𝑙𝑥 ∙ 𝜎𝑙𝑦 (Eq. 4.1.12c) e rappresenta la
IN
pressione laterale equivalente, ovvero il valore della pressione di confinamento che, in pressione laterale equivalente, ovvero il valore della pressione di confinamento che, in
T
ET
condizioni assialsimmetriche, produrrebbe gli stessi effetti medi in termini di incremento condizioni assialsimmetriche, produrrebbe gli stessi effetti medi in termini di incremento
di resistenza del calcestruzzo confinato.
L L di resistenza del calcestruzzo confinato.
BO
La pressione efficace di confinamento 2 si ottiene a partire dalla pressione laterale di La pressione efficace di confinamento 2 si ottiene a partire dalla pressione laterale di
confinamento, per mezzo di un coefficiente riduttivo espresso dal rapporto tra il volume confinamento, per mezzo di un coefficiente riduttivo espresso dal rapporto tra il volume
di calcestruzzo effettivamente confinato e il volume di calcestruzzo racchiuso dalle staffe, di calcestruzzo effettivamente confinato e il volume di calcestruzzo racchiuso dalle staffe, Elimin
come indicato in Figura C4.1.8. come indicato in Figura C4.1.8. Forma
Palatin
by by
s s
bj bj
B B
bi bi
INE
bx sez. A-A’ sez. B-B’ bx sez. A-A’ sez. B-B’
Figura C4.1.8- Rapporto tra il volume di calcestruzzo effettivamente confinato e il volume di calcestruzzo Figura C4.1.8- Rapporto tra il volume di calcestruzzo effettivamente confinato e il volume di calcestruzzo
racchiuso dalle staffe.
N L
racchiuso dalle staffe.
C
TE
indicazioni riportate in altri capitoli della norma o della circolare, quali ad esempio quelle indicazioni riportate in altri capitoli della norma o della circolare, quali ad esempio quelle
relative alle verifiche di resistenza e di duttilità nelle costruzioni esistenti. relative alle verifiche di resistenza e di duttilità nelle costruzioni esistenti.
In alternativa al legame parabola-rettangolo di norma, in particolare per le verifiche di
N E
In alternativa al legame parabola-rettangolo, in particolare per le verifiche di duttilità
IO
AZ
duttilità nelle quali assume più importanza la descrizione del tratto post-picco del nelle quali assume più importanza la descrizione del tratto post-picco del legame, è
legame, è possibile utilizzare il legame riportato nell'Annex E delle EN1998-2. Tale
G
legame è rappresentato in Figura C4.1.9 e deve essere utilizzato riferendosi a resistenze rappresentato in Figura C4.1.9 e deve essere utilizzato riferendosi a resistenze
E
IL
caratteristiche, medie o di calcolo, coerentemente con la norma e con la circolare, in caratteristiche, medie o di calcolo, in funzione del tipo di verifica da eseguire, come sopra
D
funzione del tipo di verifica da eseguire, come sopra specificato. specificato.
IN O
Nella Figura C4.1.9, il pedice "0" dopo la virgola indica il calcestruzzo non confinato,
TT
mentre il pedice "c" indica il calcestruzzo confinato. Nella Figura C4.1.9, il pedice "0" dopo la virgola indica il calcestruzzo non confinato,
c
BOL
Calcestruzzo c
confinato Calcestruzzo
fc,c
confinato
Calcestruzzo fc,c
non confinato Calcestruzzo
fc,0 non confinato
fc,0
Ec
Ec
I N E
L la pressione laterale efficace è determinata
Figura C4.1.9- Legame tensione-deformazione del calcestruzzo confinato con ramo "softening". Figura C4.1.9- Legame tensione-deformazione del calcestruzzo confinato con ramo "softening".
O
Nella relazioni riportate in Figura C4.1.9, la pressione laterale efficace è determinata Nella relazioni riportate in Figura C4.1.9,
N
utilizzate nelle verifiche. CA
attraverso le espressioni di norma, utilizzando resistenze coerenti con quelle utilizzate attraverso le espressioni [4.1.12.a ÷ 4.1.12.i], utilizzando resistenze coerenti con quelle
C
TE alla sezione, per descriverne il comportamento possono essere utilizzati
Quando il calcestruzzo è confinato, oltre che da armature trasversali, anche attraverso Quando il calcestruzzo
modelli di comprovata validità presenti nella letteratura scientifica, in linee guida o modelliE
interventi esterni alla sezione, per descriverne il comportamento possono essere utilizzati interventi esterni
AZ nelle
normative internazionali, utilizzando resistenze dei materiali coerenti con le NTC.Sia normative
IS L
nelle verifiche di resistenza sia in quelle di duttilità, il legame tensione-deformazione per verifiche di resistenza sia in quelle di duttilità, il legame tensione-deformazione per
analisi devono essere utilizzati legami diversi per il nucleo confinato e per le G
il calcestruzzo confinato deve essere utilizzato solo per le zone confinate; pertanto, nelle il calcestruzzo confinato deve essere utilizzato solo per le zone confinate; pertanto, nelle
LE nel caso di alle staffe (copriferro). Un unico legame può invece essere utilizzato nel caso di
zone esterne analisi devono essere utilizzati legami diversi per il nucleo confinato e per le zone esterne
alle staffe (copriferro). Un unico legame può invece essere utilizzato
D I
confinamento esterno alla sezione.
O confinamento esterno alla sezione.
C4.1.2.2.1
L LE C4.1.2.2.1
C4.1.2.2.2 S
TATO LIMITE DI DEFORMAZIONE
BO C4.1.2.2.2 S TATO LIMITE DI DEFORMAZIONE
Il calcolo della deformazione flessionale di solai e travi si effettua, in genere, mediante Il calcolo della deformazione flessionale di solai e travi si effettua, in genere, mediante
integrazione delle curvature, tenendo conto della viscosità del calcestruzzo e, se del caso, integrazione delle curvature, tenendo conto della viscosità del calcestruzzo e, se del caso,
degli effetti del ritiro. Si considera lo stato non fessurato (sezione interamente reagente) per degli effetti del ritiro. Si considera lo stato non fessurato (sezione interamente reagente) per
tutte le parti della struttura per le quali, nelle condizioni di carico considerate, le tensioni di tutte le parti della struttura per le quali, nelle condizioni di carico considerate, le tensioni di
trazione nel calcestruzzo non superano la sua resistenza media fctm a trazione. Perle altre trazione nel calcestruzzo non superano la sua resistenza media fctm a trazione. Perle altre
parti si fa riferimento allo stato fessurato, potendosi considerare l’effetto irrigidente del parti si fa riferimento allo stato fessurato, potendosi considerare l’effetto irrigidente del
calcestruzzo teso fra le fessure. calcestruzzo teso fra le fessure.
Al riguardo, detto pf il valore assunto dal parametro di deformazione nella membratura Al riguardo, detto pf il valore assunto dal parametro di deformazione nella membratura
interamente fessurata e p il valore assunto da detto parametro nella membratura interamente fessurata e p il valore assunto da detto parametro nella membratura
interamente reagente, il valore di calcolo p* del parametro è dato da interamente reagente, il valore di calcolo p* del parametro è dato da
N
travi e solai, sotto la condizione quasi permanente dei carichi, non dovrebbero superare il travi e solai, E sotto la condizione quasi permanente dei carichi, non dovrebbero superare il
IO 1/500 della luce. In tale verifica la freccia totale calcolata può essere depurata
della parte presente prima dell’esecuzione delle pareti. Detto valore si riferisce al caso diZ della parte presente prima dell’esecuzione delle pareti. Detto valore si riferisce al caso di
limite di 1/500 della luce. In tale verifica la freccia totale calcolata può essere depurata limite di
L Ai pareti divisorie in muratura. Per altri tipi di pareti si dovranno valutare specificatamente i
GI S
pareti divisorie in muratura. Per altri tipi di pareti si dovranno valutare specificatamente
E
I Lsela ilverifica
limiti di inflessione ammissibili. limiti di inflessione ammissibili.
Per travi e solai con luci non superiori a 10 m è possibile omettere
O D delle Per travi e solai con luci non superiori a 10 m è possibile omettere la verifica delle
N
inflessioni come sopra riportata, ritenendola implicitamente soddisfatta, rapporto l/h inflessioni come sopra riportata, ritenendola implicitamente soddisfatta, se il rapporto l/h
tra luce e altezza rispetta la limitazione
T I tra luce e altezza rispetta la limitazione
E T
l/h K 11
0,0015 f 500A
ck
s,eff .
L L
l/h K 11
0,0015 f 500A
ck
s,eff .
O
[C4.1.6] [C4.1.6]
' f A
yk
B
s,calc. ' f A
yk
s,calc.
dove fcke fyk sono espressi in MPa, e ’ sono i rapporti tra armatura tesa e compressa, dove fcke fyk sono espressi in MPa, e ’ sono i rapporti tra armatura tesa e compressa,
rispettivamente, As,effedAs,calcsono, rispettivamente, l’armatura tesa effettivamente rispettivamente, As,eff ed As,calc sono, rispettivamente, l’armatura tesa effettivamente
presente nella sezione più sollecitata e l’armatura di progetto nella stessa sezione, e K è presente nella sezione più sollecitata e l’armatura di progetto nella stessa sezione, e K è
un coefficiente correttivo, che dipende dallo schema strutturale. un coefficiente correttivo, che dipende dallo schema strutturale.
Per sezioni a T aventi larghezza dell’ala almeno tre volte maggiore dello spessore Per sezioni a T aventi larghezza dell’ala almeno tre volte maggiore dello spessore
dell’anima, i valori dati dalla [C4.1.6] devono essere ridotti del 20%. dell’anima, i valori dati dalla [C4.1.6] devono essere ridotti del 20%.
Per travi e piastre nervate caricate da tramezzi che possano subire danni a causa di Per travi e piastre nervate caricate da tramezzi che possano subire danni a causa di
inflessioni eccessive, i valori dati dalla [C4.1.6] devono essere moltiplicati per il rapporto inflessioni eccessive, i valori dati dalla [C4.1.6] devono essere moltiplicati per il rapporto
7/l essendo l la luce di progetto in m. 7/l essendo l la luce di progetto in m.
Per piastre non nervate la cui luce maggiore l ecceda 8,5 m, caricate da tramezzi che
I N E Calcestruzzo Calcestruzzo
L
=1,5% =0,5% Sistema strutturale K molto sollecitato poco sollecitato
Travi semplicemente
O N =1,5% =0,5%
A
appoggiate, piastre Travi semplicemente
1,0 14 20
NIC
incernierate mono o appoggiate, piastre
bidirezionali 1,0 14 20
EC
incernierate mono o
Campate terminali di bidirezionali
travi continue o piastre
E T Campate terminali di
N
continue monodirezionali 1,3 18 26 travi continue o piastre
I O
o bidirezionali continue continue monodirezionali 1,3 18 26
sul lato maggiore
Z
LA
o bidirezionali continue
Campate intermedie di
IS
sul lato maggiore
travi o piastre continue 1,5 20 30
G
Campate intermedie di
E
mono o bidirezionali
I24L
travi o piastre continue 1,5 20 30
Piastre non nervate mono o bidirezionali
sostenute da pilastri
1,2 17
O D Piastre non nervate
TIN
(snellezza relativa alla sostenute da pilastri
luce maggiore) 1,2 17 24
(snellezza relativa alla
Mensole 0,4
E T
6 8 luce maggiore)
LL
Note: Le snellezze limite sono state valutate ponendo, nella formula C4.1.13, fck= 30 Mensole 0,4 6 8
BO
MPa e 500A s,eff . 1 .
Note: Le snellezze limite sono state valutate ponendo, nella formula C4.1.13, fck=
500As,eff .
yk s,calc.
f A 30 MPa e
1.
Per piastre bidirezionali si fa riferimento alla luce minore; per piastre non nervate f yk As,calc.
si considera la luce maggiore. Per piastre bidirezionali si fa riferimento alla luce minore; per piastre non
I limiti per piastre non nervate sostenute da pilastri corrispondono ad una freccia nervate si considera la luce maggiore.
in mezzeria maggiore di 1/250 della luce: l’esperienza ha dimostrato che, I limiti per piastre non nervate sostenute da pilastri corrispondono ad una freccia
comunque, tali limiti sono soddisfacenti. in mezzeria maggiore di 1/250 della luce: l’esperienza ha dimostrato che,
comunque, tali limiti sono soddisfacenti.
Nel caso di elementi di c.a.p. si può applicare la tabella C4.1.I moltiplicando il valore di K
per 1,2. Nel caso di elementi di c.a.p. si può applicare la tabella C4.1.I moltiplicando il valore di K
per 1,2.
C4.1.2.2.3
C4.1.2.2.3
C4.1.2.2.4 STATO LIMITE DI FESSURAZIONE
L’ampiezza caratteristicadi verifica delle fessure, wk può essere calcolatacon l’espressione: Calcolo dell’ampiezza delle fessure
wk = 1,7 εsmsm [C4.1.7 e 4.1.38]
E e 4.1.14]
L’ampiezza caratteristicadi verifica delle fessure, wk può essere calcolatacon l’espressione:
dove: wk = 1,7 εsmsm
L I N
[C4.1.7
εsm è la deformazione unitaria media delle barre d’armatura; dove:
O N
sm è la distanza media tra le fessure. εsm
IC A
è la deformazione unitaria media delle barre d’armatura;
sm N
EC
La deformazione unitaria media delle barre εsmpuò essere calcolata con l’espressione: è la distanza media tra le fessure.
s k t
fctm
1 eeff
E T
La deformazione unitaria media delle barre ε smpuò essere calcolata con l’espressione:
N k 1
eff
sm 0,6 s
O
f
I
ctm
Es Es
Z
[C4.1.8] s t e eff
A
0,6
eff s
L
sm
in cui: E E
GIS
s s [C4.1.8]
σs è la tensione nell’armatura tesa considerando la sezione fessurata; in cui:
e
L E
DI
è il rapporto Es/Ecm; σs è la tensione nell’armatura tesa considerando la sezione fessurata;
eff è pari a As Ac,eff e
INO
è il rapporto Es/Ecm;
eff
TT
Ac,eff è l’area efficace di calcestruzzo teso attorno all’armatura, di altezza h c,ef, dove è pari a As Ac,eff
E
hc,ef è il valore minore tra 2,5 (h‒d), (h‒x)/3 o h/2 (vedere Figura C4.1.10); Nel caso
L
Ac,eff è l’area efficace di calcestruzzo teso attorno all’armatura, di altezza h c,ef, dove
OL
di elementi in trazione, in cui esistono due aree efficaci, l’una all’estradosso e
hc,ef è il valore minore tra 2,5 (h‒d), (h‒x)/3 o h/2 (vedere Figura C4.1.10); Nel caso
B
l’altra all’intradosso, entrambe le aree vanno considerate separatamente;
di elementi in trazione, in cui esistono due aree efficaci, l’una all’estradosso e
kt è un fattore dipendente dalla durata del carico e vale:
l’altra all’intradosso, entrambe le aree vanno considerate separatamente;
kt = 0,6 per carichi di breve durata, kt è un fattore dipendente dalla durata del carico e vale:
kt = 0,4 per carichi di lunga durata. kt = 0,6 per carichi di breve durata,
kt = 0,4 per carichi di lunga durata.
diverso, si raccomanda di adottare un opportuno diametro equivalente, eq.ISe S L Nei casi in cui l’armatura sia disposta con una spaziatura non superiore a 5(c + /2) (vedi
è il diametro delle barre. Se nella sezione considerata sono impiegate barre di diametro
EG 2, si l’espressione:
n1 è il Figura C4.1.11), la distanza media tra le fessure, sm, può essere valutata con
numero di barre di diametro1 ed n2 è il numero di barre di
I L diametro
raccomanda di utilizzare l’espressione seguente:
O D =(k c + k k k
Elimin
N
)/1,7
I
[C4.1.9]
sm 3 1 2 4
TT C
n n 2 2
eff
eq 1 1 2 2
n n
E
LL
1 1 2 2 in cui:
O
c è il ricoprimento dell’armatura; è il diametro delle barre. Se nella sezione considerata sono impiegate barre di diametro
B
k = 0,8 per barre ad aderenza migliorata,
1
diverso, si raccomanda di adottare un opportuno diametro equivalente, eq. Se n1 è il
numero di barre di diametro ed n è il numero di barre di diametro , si
= 1,6 per barre lisce; 1 2 2
k2 = 0,5 nel caso di flessione, raccomanda di utilizzare l’espressione seguente:
= 1,0 nel caso di trazione semplice. n112 n 2 22
eq
n11 n 2 2
In caso di trazione eccentrica, o per singole parti di sezione, si raccomanda di utilizzare C
valori intermedi di k2, che possono essere calcolati con la relazione: c è il ricoprimento dell’armatura;
k 2 1 2 21 k1 = 0,8 per barre ad aderenza migliorata,
C
in cui 1 ed 2 sono rispettivamente la più grande e la più piccola deformazione di = 1,6 per barre lisce;
trazione alle estremità della sezione considerata, calcolate considerando la sezione k2 = 0,5 nel caso di flessione,
fessurata. = 1,0 nel caso di trazione semplice.
IC
Nella parte rimanente la distanza media tra le fessure, sm, può, invece, essere valutata
Legenda:
N
EC
A Asse neutro con l’espressione:
T
B Superficie del calcestruzzo teso
hx C
in cui: E
C Zona in cui si applica la formula [C.4.1.9]
D Zona in cui si applica la formula [C.4.1.12]
hO
I N
Z ed x sono definite in Figura C4.1.10;
D
A Asse neutro
B Superficie del calcestruzzo teso
TT
Figura C4.1.11– Ampiezza delle fessure, w, in funzione della posizione rispetto alle barre di armatura D Zona in cui si applica la formula [C.4.1.12]
E
Verifica della fessurazione senza calcolo diretto
E
200 300 250 150
320 12 10 6
I N
240 250 200 100
L
360 10 8 -
N
280 200 150 50
O
320 150 100 -
A
360 100 50 - Tabella C4.1.III -Spaziatura massima delle barre per il controllo di fessurazione
N IC
Tensione nell’acciaio Spaziatura massima s delle barre (mm)
C
C4.1.2.2.5 STATO LIMITE DI LIMITAZIONE DELLE TENSIONI
s [MPa] w3 = 0,4 mm w2 = 0,3 mm w1 = 0,2 mm
TE
La verifica delle tensioni in esercizio si può effettuare nelle usuali ipotesi di 160 300 300 200
comportamento lineare dei materiali, trascurando la resistenza a trazione del calcestruzzo
N E 200 300 250 150
IO
teso. 240 250 200 100
AZ
280 200 150 50
Nei calcoli per azioni di breve durata può assumersi il valore del modulo di elasticità del
calcestruzzo Ec dato dalla [11.2.5] delle NTC, ed un modulo di elasticità dell’acciaio Es
IS L 320
360
150
100
100
50
-
-
pari a 210.000 N/mm2. Tale valore può essere opportunamente ridotto nel caso di fili,
E G
IL
C4.1.2.2.5 STATO LIMITE DI LIMITAZIONE DELLE TENSIONI
trecce e trefoli da calcestruzzo armato precompresso.
OD
La verifica delle tensioni in esercizio si può effettuare nelle usuali ipotesi di
Nel caso di azioni di lunga durata, gli effetti della viscosità del calcestruzzo si possono
IN
comportamento lineare dei materiali, trascurando la resistenza a trazione del calcestruzzo
T
tenere in conto riducendo opportunamente il modulo di elasticità Ec mediante
ET
teso.
l’introduzione del coefficiente di viscosità definito nel § 11.2.10.7 delle NTC.
L
OL
Nei calcoli per azioni di breve durata può assumersi il valore del modulo di elasticità del
Nei casi in cui si ritenga possibile effettuare un’unica verifica indipendente dal tempo, si calcestruzzo Ec dato dalla [11.2.5] delle NTC, ed un modulo di elasticità dell’acciaio Es
O
con A area del calcestruzzo e A
c s,tot
O
a livello di sezione. La Figura C4.1.12 esplicita e riassume quanto riportato dalla
I
M yd
Z norma.
IS LA
G
’yd yd (M85%) cu)
LE
M
u
I
Figura C4.1.12– Relazione momento-curvatura. Fattore di duttilità di curvatura. MRd
yd
C4.1.2.3.5
O D M’yd
u min cu ; M 85%
TIN
C4.1.2.3.6
T
M Rd
yd yd
LE
M yd
L
BO ’yd yd (M85%) cu)
Figura C4.1.12– Relazione momento-curvatura. Fattore di duttilità di curvatura.
C4.1.2.3.7 RESISTENZA DI ELEMENTI TOZZI, NELLE ZONE DIFFUSIVE E NEI NODI
C4.1.2.3.5
Con riferimento alle zone diffusive si ricorda che i modelli di calcolo di uso corrente
C4.1.2.3.6 RESISTENZA NEI CONFRONTI DI SOLLECITAZIONI TORCENTI
operano tutti nell’ipotesi che non vi siano in essi zone diffusive. In presenza di zone
diffusive occorre dunque valutare le tensioni dovute alla diffusione e combinarle con Nella formula [4.1.35] si intende con f’cd la resistenza di progetto a compressione ridotta
quelle fornite dal modello di calcolo. del calcestruzzo d’anima valutato come νfcd, assumendo ν = 0,5.
Per i possibili modelli relativi alle zone diffusive può farsi utile riferimento a documenti
di comprovata validità, di cui al §12 delle NTC. C4.1.2.3.7 RESISTENZA DI ELEMENTI TOZZI, NELLE ZONE DIFFUSIVE E NEI NODI
C4.1.3 Con riferimento alle zone diffusive si ricorda che i modelli di calcolo di uso corrente
IC
resistenza VRd.
N
C4.1.6.1.1 ARMATURA DELLE TRAVI
Con riferimento C
E al secondo capoverso del § 4.1.6.1.1 delle NTC, si precisa che detta
C4.1.6.1.2
prescrizioneT
E
C4.1.6.1.3 C OPRIFERRO E INTERFERRO si riferisce anche alle travi senza armatura al taglio.
G
ambientali di Tabella 4.1.IV delle NTC. I valori sono espressi in mm e sono distinti
funzione dell’armatura, barre da c.a. o cavi aderenti da c.a.p. (fili, trecceE
I Lpilastri,…).
e trefoli), e del C4.1.6.1.2
O D
tipo di elemento, a piastra (solette, pareti,…) o monodimensionale (travi,
C4.1.6.1.3 C
OPRIFERRO E INTERFERRO
TIN
A tali valori di tabella vanno aggiunte le tolleranze di posa, pari a 10 mm o minore,
T
secondo indicazioni di norme di comprovata validità. Con riferimento al § 4.1.6.1.3 delle NTC, al fine della protezione delle armature dalla
O
rispettare quanto indicato in Tabella C4.1.IV, nella quale sono distinte le tre condizioni
(Tipo 3 secondo la citata Tabella 2.4.I)B
Per costruzioni con vita nominale di 100 anni
ambientali di Tabella 4.1.IV delle NTC. I valori sono espressi in mm e sono distinti in
i valori della Tabella C4.1.IV vanno aumentati di 10
mm. Per classi di resistenza inferiori a Cmin i valori della tabella sono da aumentare di 5 funzione dell’armatura, barre da c.a. o cavi aderenti da c.a.p. (fili, trecce e trefoli), e del
tipo di elemento, a piastra (solette, pareti,…) o monodimensionale (travi, pilastri,…).
mm. Per produzioni di elementi sottoposte a controllo di qualità che preveda anche la
verifica dei copriferri, i valori della tabella possono essere ridotti di 5 mm. A tali valori di tabella vanno aggiunte le tolleranze di posa, pari a 10 mm o minore,
secondo indicazioni di norme di comprovata validità.
Per acciai inossidabili o in caso di adozione di altre misure protettive contro la corrosione
e verso i vani interni chiusi di solai alleggeriti (alveolari, predalles, ecc.), i copriferri I valori della Tabella C4.1.IV si riferiscono a costruzioni con vita nominale di 50 anni
potranno essere ridotti in base a documentazioni di comprovata validità. (Tipo 2 secondo la Tabella 2.4.I delle NTC). Per costruzioni con vita nominale di 100 anni
(Tipo 3 secondo la citata Tabella 2.4.I) i valori della Tabella C4.1.IV vanno aumentati di 10
mm. Per classi di resistenza inferiori a Cmin i valori della tabella sono da aumentare di 5
mm. Per produzioni di elementi sottoposte a controllo di qualità che preveda anche la
Tabella C4.1.IV - Copriferri minimi in mm verifica dei copriferri, i valori della tabella possono essere ridotti di 5 mm.
E
Cmin Co ambiente C≥Co
Co Co
N
C4.1.7
O
C28/35 C40/50 aggressivo 25 30 30 35 35 40 40 45
A
C35/45 C45/55 molto ag. 35 40 40 45 45 50 50 50
C4.1.8
N IC
C4.1.6.1.4 ANCORAGGIO DELLE BARRE E LORO GIUNZIONE
Nella valutazioneC
C4.1.9 NORME ULTERIORI PER I SOLAI
Ai solai, oltre al compito di garantire la resistenza ai carichi verticali, è richiesta anche entrambe leT E edella lunghezza di sovrapposizione si deve tenere conto dello sforzo in
E
barre considerare la percentuale delle barre sovrapposte nella sezione.
rigidezza nel proprio piano al fine di distribuire correttamente le azioni orizzontali tra le
IO N
Z
strutture verticali. C4.1.7
A
L C4.1.8
I S
Il progettista deve verificare che le caratteristiche dei materiali, delle sezioni resistenti
EG
nonché i rapporti dimensionali tra le varie parti siano coerenti con tali aspettative.
A tale scopo deve verificare che:
I L C4.1.9 NORME ULTERIORI PER I SOLAI
O
1) le deformazioni risultino compatibili con le condizioni di esercizioD del solaio e degli Ai solai, oltre al compito di garantire la resistenza ai carichi verticali, è richiesta anche
elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati;
T INun rapporto adeguato tra la rigidezza nel proprio piano al fine di distribuire correttamente le azioni orizzontali tra le
T nervature in calcestruzzo, il loro
Edelle
2) vi sia, in base alle resistenze meccaniche dei materiali, strutture verticali.
L L
sezione delle armature di acciaio, la larghezza
O
Il progettista deve verificare che le caratteristiche dei materiali, delle sezioni resistenti
E
C4.1.9.1.1 REGOLE GENERALI E CARATTERISTICHE MINIME DEI BLOCCHI
I blocchi di laterizio sia collaboranti che non collaboranti devono avere le seguenti
I N
L nei punti 1 e 2 del § C.4.1.9, per i solai misti di
caratteristiche minime:
O Nnecessario
Al fine di perseguire le esigenze esposte
N
monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una nervatura di C4.1.9.1.1
Oblocchi di laterizio sia collaboranti che non collaboranti devono avere le seguenti
EGOLE GENERALI E CARATTERISTICHE MINIME DEIBLOCCHI
ZIIcaratteristiche
calcestruzzo, i giunti risultino sfalsati tra loro. Si devono adottare forme semplici,
L
caratterizzate da setti rettilinei allineati, per lo più continui, particolarmente nella
A
IS
minime:
direzione orizzontale, con rapporto spessore/lunghezza il più possibile uniforme.
E G
Speciale cura deve essere rivolta al controllo della integrità dei blocchi con particolare
‒ il profilo delle pareti delimitanti le nervature di calcestruzzo da gettarsi in opera non
riferimento alla eventuale presenza di fessurazioni.
I L deve presentare risvolti che ostacolino il deflusso del calcestruzzo e restringano la
O D
‒ le pareti esterne sia orizzontali che verticali devono avere uno spessore minimo di 8
sezione delle nervature stesse sotto i limiti minimi stabiliti. Nel caso si richieda ai
IN
blocchi il concorso alla resistenza agli sforzi tangenziali si devono impiegare elementi
T
mm. Le pareti interne sia orizzontali che verticali devono avere uno spessore minimo di
ET
monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una nervatura di
7 mm. Tutte le intersezioni dovranno essere raccordate con raggio di curvatura, al netto
LL
calcestruzzo, i giunti risultino sfalsati tra loro. Si devono adottare forme semplici,
delle tolleranze, maggiore di 3 mm. Il rapporto tra l’area complessiva dei fori e l’area
O
caratterizzate da setti rettilinei allineati, per lo più continui, particolarmente nella
O
spessore, deve essere non minore di 10 N/mm².
corrisponde la minore resistenza del blocco.
Per i blocchi collaboranti, laA
ICcostolature,
Per i blocchi non collaboranti, la resistenza caratteristica a compressione, riferita alla
resistenza caratteristica a compressione, riferita alla sezione
netta delle pareti eN
sezione netta delle pareti e delle costolature, deve risultare non minore di 15 N/mm 2,
C
delle deve risultare non minore di 30 N/mm , nella 2
E
nella direzione dei fori, e di 7 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori, nel piano del
T
direzione dei fori, e di 15 N/mm nella direzione trasversale ai fori, nel piano del solaio.
2
N
La resistenza caratteristica a trazione perflessione, determinata su campioni ricavati dai
ZIspessore,
blocchi
spessore, deve essere non minore di 7 N/mm2.
A
L Per i blocchi non collaboranti, la resistenza caratteristica a compressione, riferita alla
IS
Il modulo elastico del laterizio non deve essere superiore a 25 kN/mm 2.
E G
Il coefficiente di dilatazione termica lineare del laterizio deve essere t ≥ 6·10-6 °C-1 sezione netta delle pareti e delle costolature, deve risultare non minore di 15 N/mm 2,
I L nella direzione dei fori, e di 7 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori, nel piano del
D
Il valore della dilatazione per umidità misurata secondo quanto stabilito nel Cap. 11 delle
O
NTC, deve essere < 4·10-4. solaio. La resistenza caratteristica a trazione perflessione, determinata su campioni ricavati
T IN
Nei solai in cui l’armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica
dai blocchi mediante opportuno taglio di listelli di dimensioni minime mm 30 x 120 x
ET
spessore, deve essere non minore di 7 N/mm2.
L
deve essere contornata in ogni direzione da un adeguato spessore di malta cementizia.
OL
Il modulo elastico del laterizio non deve essere superiore a 25 kN/mm2.
Al fine di garantire un’efficace inserimento dell’armatura nelle scanalature, detta
B
armatura non dovrà avere diametro superiore a 12 mm. Il coefficiente di dilatazione termica lineare del laterizio deve essere t ≥ 6·10-6 °C-1
Il valore della dilatazione per umidità misurata secondo quanto stabilito nel Cap. 11 delle
C4.1.10 NORME ULTERIORI PER LE STRUTTURE PREFABBRICATE
NTC, deve essere < 4·10-4.
C4.1.11 Nei solai in cui l’armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica
deve essere contornata in ogni direzione da un adeguato spessore di malta cementizia.
C4.1.12 CALCESTRUZZO DI AGGREGATI LEGGERI (LC)
Al fine di garantire un’efficace inserimento dell’armatura nelle scanalature, detta
Il presente capitolo si applica ai calcestruzzi di aggregati leggeri di natura minerale, armatura non dovrà avere diametro superiore a 12 mm.
artificiale o naturale, con esclusione dei calcestruzzi aerati.
C4.1.10 NORME ULTERIORI PER LE STRUTTURE PREFABBRICATE
I calcestruzzi di aggregati leggeri debbono essere specificati in ragione della classe di
resistenza e di massa per unità di volume. C4.1.11
Le classi di resistenza ammesse per impieghi strutturali sono dalla LC 16/18 fino alla LC
E
LC 35/38 35 38
LC 40/44 40 44 Classe di resistenza a
L I N
Resistenza caratteristica Resistenza caratteristica
N
compressione cilindrica minima flck cubica minima Rlck
O
LC 45/50 45 50
[N/mm2] [N/mm2]
A
LC 50/55 50 55
NIC
LC 16/18 16 18
LC 55/60 55 60
C
LC 20/22 20 22
TE
LC 25/28 25 28
NE
Le classi di massa per unità di volume ammesse per impieghi strutturali sono riportate LC 30/33 30 33
nella Tabella C4.1.VI. Nella stessa tabella, per ciascuna classe, sono indicati i valori
ZIO
LC 35/38 35 38
nominali della massa per unità di volume del calcestruzzo da adottare nel calcolo del
A
LC 40/44 40 44
L
peso proprio delle membrature.
GIS
LC 45/50 45 50
LE
LC 50/55 50 55
DI
LC 55/60 55 60
I N O Le classi di massa per unità di volume ammesse per impieghi strutturali sono riportate
T T nella Tabella C4.1.VI. Nella stessa tabella, per ciascuna classe, sono indicati i valori
E
LL
nominali della massa per unità di volume del calcestruzzo da adottare nel calcolo del
BO
peso proprio delle membrature.
Tabella C4.1.VI - Classi di massa per unità di volume del calcestruzzo di aggregati leggeri ammesse per
l’impiego strutturale
Oltre ai normali controlli di accettazione in termini di resistenza, per i calcestruzzi di Classe di massa per
D1,5 D1,6 D1,7 D1,8 D1,9 D2,0
aggregati leggeri si dovranno eseguire controlli di accettazione con riguardo alla massa unità di volume
Intervallo di massa per
per unità di volume, da condurre secondo quanto specificato nelle norme UNI EN 206-1 e unità di volume [kg/m3]
1400<≤1500 1500<≤1600 1600<≤1700 1700<≤1800 1800<≤1900 1900<≤2000
C4.1.12.1 NORME DI CALCOLO Oltre ai normali controlli di accettazione in termini di resistenza, per i calcestruzzi di
aggregati leggeri si dovranno eseguire controlli di accettazione con riguardo alla massa
E
non armato [kg/m3]
Massa per unità di
L I N
N
volume calcestruzzo 1650 1750 1850 1950 2050 2150
O
armato [kg/m3]
IC A
C4.1.12.1.1 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL CALCESTRUZZO
C N
C4.1.12.1.1.1 Resistenza a trazione
E TE
Il valore medio della resistenza a trazione semplice (assiale), in mancanza di
IO N
AZ
sperimentazione diretta, può essere assunto pari a:
flctm = 0,30 flck2/31 per calcestruzzo di classe ≤ LC 50/55 [C4.1.20]
IS L
flctm = 2,12 ln[1+(flcm/10)] 1 per calcestruzzo di classe ≤LC 50/55 [C4.1.21]
E G
IL
OD
dove: C4.1.12.1.1 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL CALCESTRUZZO
1 = 0,40+0,60 /2200;
TIN
C4.1.12.1.1.1 Resistenza a trazione
=
T
valore limite superiore della massa per unità di volume del calcestruzzo, per la
LE
Il valore medio della resistenza a trazione semplice (assiale), in mancanza di
L
classe di massa per unità di volume di appartenenza in kg/m3; sperimentazione diretta, può essere assunto pari a:
N
lcm E
10
O
di massa per unità di volume di appartenenza in kg/m . 3
I
AZ f =
C4.1.12.1.2 V essendo:
Le verifiche nei confronti degli stati limite di esercizio si eseguono conformementeLalle
ERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO
E G
indicazioni valide per le strutture di calcestruzzo ordinario, adeguate in relazione
L
2
ρ
I
specificità dei calcestruzzo di aggregati leggeri. η
D
E
2200
C4.1.12.1.2.1 Verifiche di deformabilità
I N O = valore limite superiore della massa per unità di volume del calcestruzzo, per la classe
Le verifiche di deformabilità possono essere omesse
T Tal § C4.1.12.1.1.2, soddisfano le di massa per unità di volume di appartenenza in kg/m .
quando le snellezze delle 3
LE
membrature, divise per il coefficiente definito E
L
C4.1.12.1.2 V ERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO
BO
limitazioni indicate al § C4.1.2.2.2.
Le verifiche nei confronti degli stati limite di esercizio si eseguono conformemente alle
C4.1.12.1.3 V ERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI
indicazioni valide per le strutture di calcestruzzo ordinario, adeguate in relazione alle
C4.1.12.1.3.1 Resistenza a sforzo normale e flessione (elementi monodimensionali) specificità dei calcestruzzi di aggregati leggeri.
Valgono le ipotesi di base di cui al § 4.1.2.1.2 delle NTC. C4.1.12.1.2.1 Verifiche di deformabilità
Per il diagramma tensione-deformazione del calcestruzzo è possibile adottare il modello Le verifiche di deformabilità possono essere omesse quando le snellezze delle
parabola-rettangolo (a) o triangolo-rettangolo (b), entrambi raffigurati nella Figura membrature, divise per il coefficiente E definito al § C4.1.12.1.1.2, soddisfano le
C4.1.13. limitazioni indicate al § C4.1.2.2.2.
C4.1.12.1.3 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI
C4.1.12.1.3.1 Resistenza a sforzo normale e flessione (elementi monodimensionali)
N= 0,175%
‒ per calcestruzzi di classe di resistenza pari a LC 55/60 pari a:
c2 = 0,22% I O
Z = 0,35%, essendo = 0,40+0,60 /2200
c3
c3 = 0,18%
ISLA ‒ per calcestruzzi di classe di resistenza pari a LC 55/60 pari a:
cu 1 1
cu = 1 0,31%
E G
L c2 = 0,22%
O DI c3 = 0,18%
C4.1.12.1.3.2.1. Elementi senza armature trasversali resistenti al taglioIN
C4.1.12.1.3.2 Resistenza nei confronti di sollecitazioni taglianti
al § 4.1.2.3.5.1 delle NTC per i calcestruzzi ordinari.
V lRd,c 0,15η 1 k 100ρ l f lck C 0,15σcp bwd vl,min 0,15 σcp bwd
13
[C4.1.25]
La resistenza a taglio (espressa in N) di un elemento fessurato da momento flettente si
nella quale: può valutare attraverso la formula seguente:
1 = 0,40+0,60 /2200 V lRd,c 0,15η 1 k 100ρ l f lck
13
C 0,15σcp bwd vl,min 0,15 σcp bwd [C4.1.25]
k = 1 + (200/d) 2 1/2
essendo:
1 = 0,40+0,60 /2200
d l’altezza utile della sezione (in mm); k = 1 + (200/d)1/22
flctd) la resistenza può valutarsi, in via semplificativa, con la formula [4.1.15] delle NTC, bw la larghezza minima della sezione (in mm).
sostituendo a fctd il corrispondente valore flctd per il calcestruzzo di aggregati leggeri. Nel caso di elementi di calcestruzzo armato precompresso disposti in semplice appoggio,
nelle zone non fessurate da momento flettente (con tensioni di trazione non superiori a
In ogni caso il taglio di calcolo VEd non dovrà superare la limitazione seguente, nella
quale la caratteristica resistente è valutata con riferimento alla condizione fessurata del flctd) la
I N E
resistenza può valutarsi, in via semplificata, con la formula [4.1.24] delle NTC,
calcestruzzo:
N L
sostituendo a fctd il corrispondente valore flctd per il calcestruzzo di aggregati leggeri.
VEd ≤ 0,5 1 bw d l flcd [C4.1.26]
A O
In ogni caso il taglio di calcolo VEd non dovrà superare la limitazione seguente, nella
Nella [C4.1.26] l è il fattore di riduzione della resistenza del calcestruzzo fessurato per
IC
quale la caratteristica resistente è valutata con riferimento alla condizione fessurata del
N
calcestruzzo:
C
TE
sollecitazioni taglianti dato da:
VEd ≤ 0,5 1 bw d l flcd [C4.1.26]
E
l = 0,5 1 (1‒ flck/250) [C4.1.27]
dove la resistenza caratteristica a trazione del calcestruzzo leggero f lck è espressa in MPa.
IO N
Nella [C4.1.26] l è il fattore di riduzione della resistenza del calcestruzzo fessurato per
AZ = 0,5 (1‒ f
sollecitazioni taglianti dato da:
C4.1.12.1.3.2.2. Elementi con armature trasversali resistenti al taglio
IS L l 1 /250)
lck [C4.1.27]
G
LE
Si applicano le regole di calcolo di cui al § 4.1.2.1.3..2 delle NTC, sostituendo nella dove la resistenza caratteristica a trazione del calcestruzzo leggero f lck è espressa in
formula [4.1.19] f’cd con il valore f’lcd = 0,40 flcd.
D I N/mm2.
O
C4.1.12.1.3.2.3. Resistenza nei confronti di sollecitazioni torcenti C4.1.12.1.3.2.2. Elementi con armature trasversali resistenti al taglio
TIN
Si applicano le regole di calcolo di cui al § 4.1.2.1.4 delle NTC, sostituendo nella formula Si applicano le regole di calcolo di cui al § 4.1.2.3.5.2 delle NTC, sostituendo nella formula
[4.1.27] f’cd con il valore f’lcd = 0,40 flcd.
E T [4.1.28] νfcd con il valore 0,40 flcd.
BO
Si applicano le regole di calcolo di cui al § 4.1.2.3.6delle NTC, sostituendo nella formula
C4.1.12.1.4 DETTAGLI COSTRUTTIVI [4.1.35] f'cdcon il valore f’lcd = 0,40 flcd.
C4.1.12.1.4.1 Diametro massimo delle barre e dei trefoli
Le armature ordinarie ammesse sono barre ad aderenza migliorata o reti elettrosaldate. Il C4.1.12.1.4 DETTAGLI COSTRUTTIVI
diametro delle barre non può superare 32 mm.
C4.1.12.1.4.1 Diametro massimo delle barre e dei trefoli
Per barre raggruppate, il diametro equivalente del raggruppamento assunto pari a
n n non deve eccedere i 45 mm. Le armature ordinarie ammesse sono barre ad aderenza migliorata o reti elettrosaldate. Il
diametro delle barre non può superare 32 mm.
Per strutture precompresse a cavi pretesi si dovranno impiegare trefoli con diametro
inferiore o uguale a ½”. Per barre raggruppate, il diametro equivalente del raggruppamento assunto pari a
n n non deve eccedere i 45 mm.
Per strutture precompresse a cavi pretesi si dovranno impiegare trefoli con diametro
C4.1.12.1.4.2 Raggio di curvatura delle barre
I N E
Il calcolo della tensione ultima di aderenza di barre inserite in getti di calcestruzzo leggero
C4.2 COSTRUZIONI DI ACCIAIO
N L
strutturale può essere valutato con riferimento alla formulazione valida per il calcestruzzo
IC
valore flctk.
N
dalla norma debbano essere integrate con normative di comprovata validità.
La classificazione delle sezioni in termini di resistenza e capacità di rotazione, conforme C4.2 COSTRUZIONI
T EC DI ACCIAIO
Novità E
all’Eurocodice 3, permane come la connessa individuazione dei metodi di analisi
dallaN
assoluta è la possibilità di impiego diacciai inossidabili, sebbene le regole fornite
Per l’analisi globale delle strutture è stato confermato l’impiego, oltre del classico metodo IO
strutturale e dei criteri di verifica applicabili.
norma debbano essere integrate con normative di comprovata validità.
L
del cordone stesso, sia mediante l’approccio dell’Eurocodice unioni chiodate, bullonate, ad attrito con bulloni AR, saldate a piena penetrazione e
gola nell’effettiva posizione.
O L a cordoni d’angolo o a parziale penetrazione sono trattate diffusamente; le saldature
B ed esecuzione per le Costruzioni di acciaio classico approccio nazionale che considera la sezione di gola del cordone ribaltata sui lati
Le suddette regole generali di progettazione
a cordoni d’angolo o a parziale penetrazione possono essere verificate sia mediante il
sono opportunamente integrate, nel § 7.5 delle NTC, per l’impiego in zona sismica.
del cordone stesso, sia mediante l’approccio dell’Eurocodice 3, che considera la sezione di
gola nell’effettiva posizione.
Le suddette regole generali di progettazione ed esecuzione per le Costruzioni di acciaio
sono opportunamente integrate, nel § 7.5 delle NTC, per l’impiego in zona sismica.
Il richiamo alla norma europea EN 1090-2, riportato al secondo capoverso del §4.2 delle
NTC, in virtù dell’estensiva trattazione di tutto il processo realizzativo di un’opera in
acciaio che essa contiene, implica che già in sede di progetto si tenga conto di diversi
aspetti riguardanti le fasi di esecuzione e di installazione in cantiere delle strutture.
Tra le principali innovazioni che la norma europea contiene vi sono, in particolare
I N E
Per quanto attiene le costruzioni di acciaio la gamma degli acciai da carpenteria laminati
C4.2.2 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
N L
a caldo e formati a freddo normalmente impiegabili è compresa tra l’acciaio S235
Alcune problematiche specifiche, quali l’instabilità, la fatica e la fragilità alle basse
A O
el’acciaio S460. E’ introdotta la possibilità di impiego di acciai inossidabili.
IC
temperature sono trattate nelle NTC in termini generali, approfondendo soltanto gli
aspetti applicativi maggiormente ricorrenti e rimandando, per questioni di dettaglio o
N
C4.2.2 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
C specifiche, quali l’instabilità, la fatica e la fragilità alle basse
molto specialistiche, a normative di comprovata validità.
T E
Alcune problematiche
N E
temperature sono trattate nelle NTC in termini generali, approfondendo soltanto gli
L Aad
S
esempio, imperfezioni, effetti del secondo ordine, fenomeni d’instabilità locale,Ieffetti di C4.2.3 ANALISI STRUTTURALE
influenzare la resistenza e/o la rigidezza della struttura e il suo comportamento, quali,
L EG
I
trascinamento da taglio. Nell’analisi strutturale si devono considerare, se rilevanti, tutti gli effetti che possono
C4.2.3.1 CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI
O D influenzare la resistenza e/o la rigidezza della struttura e il suo comportamento, quali, ad
T I N esempio, imperfezioni, effetti del secondo ordine, fenomeni d’instabilità locale, effetti di
T
La classificazione delle sezioni ricorrenti è riportata nel § 4.2.3.1 delle NTC (Tabella
trascinamento da taglio.
acciaio.
B
fenomeni di instabilità locale sulla resistenza
4.2.III).
Le Tabelle 4.2.IIIV delle NTC forniscono indicazioni per definire se una sezione Scopo della classificazione delle sezioni di acciaio è quello di quantificare l’influenza dei
appartiene alle classi 1, 2 o 3; il metodo di classificazione proposto dipende dal rapporto fenomeni di instabilità locale sulla resistenza e sulla capacità deformativa delle sezioni di
tra la larghezza e lo spessore delle parti della sezione soggette a compressione, per cui nel acciaio.
procedimento di classificazione devono essere considerate tutte quelle parti Le Tabelle 4.2.IIIV delle NTC forniscono indicazioni per definire se una sezione
completamente o parzialmente compresse. appartiene alle classi 1, 2 o 3; il metodo di classificazione proposto dipende dal rapporto
La sezione è in genere classificata secondo la classe più sfavorevole delle sue parti tra la larghezza e lo spessore delle parti della sezione soggette a compressione, per cui nel
compresse. procedimento di classificazione devono essere considerate tutte quelle parti
In alternativa, è possibile procedere ad una classificazione separata delle flange e completamente o parzialmente compresse.
dell’anima della sezione, limitando localmente, all’interno della sezione, le capacità La sezione è in genere classificata secondo la classe più sfavorevole delle sue parti
NL
riferimento alla classificazione della Tabella 4.2.III delle NTC, una parte di sezione di
O
f yk
k classe 4 può essere trattata come una parte di sezione di classe 3 se è caratterizzata da un
rapporto larghezza/spessoreA
[C4.2.1]
M0 c,Ed
I C entro il limite previsto per la classe 3, incrementato di k ,
N
M0 c,Ed
A
calcolo descritte nel § C4.2.12. c,Ed
C4.2.3.2
I S L Il calcolo delle sezioni di classe 4 può essere effettuato in riferimento alle metodologie di
azioni di progetto.
L EG
I
C4.2.3.3 METODI DI ANALISI GLOBALE calcolo descritte nel § C4.2.12.
I metodi di analisi globale sono indicati al § 4.2.3.3 delle NTC.
O D C4.2.3.2
L L
Il metodo di analisi globale plastico (P) può essere
BO
condizioni, in particolare se si possono escludere
cui sono localizzate le cerniere plastiche,
fenomeni di instabilità e se le sezioni in I metodi di analisi globale elastico (E) o elastoplastico (EP) possono essere utilizzati per
in cui, cioè, il momento flettente è uguale a sezioni di classe qualsiasi, come indicato nella Tabella 4.2.VI delle NTC.
Wpl f yk Il metodo di analisi globale plastico (P) può essere impiegato se sono soddisfatte alcune
M pl,Rd [C4.2.2]
M0 condizioni, in particolare se si possono escludere fenomeni di instabilità e se le sezioni in
hanno sufficiente capacità di rotazione. Nella [C4.2.2] W pl è il modulo plastico della cui sono localizzate le cerniere plastiche, in cui, cioè, il momento flettente è uguale a
Wpl f yk
sezione, fyk è la tensione di snervamento caratteristica e M0=1,05 (v. Tabella 4.2.VII delle M pl,Rd [C4.2.2]
M0
NTC).
hanno sufficiente capacità di rotazione. Nella [C4.2.2] Wpl è il modulo plastico della
Le porzioni di trave in corrispondenza ed in prossimità delle cerniere plastiche devono
essere assicurate nei confronti dei fenomeni di instabilità flesso-torsionale e dell’equilibrio sezione, fyk è la tensione di snervamento caratteristica e M0=1,05 (v. Tabella 4.2.VII delle
in generale, disponendo, se necessario, appositi ritegni torsionali e controllando la NTC).
classificazione della sezione trasversale del profilo lungo tale porzione. In tal modo é Le porzioni di trave in corrispondenza ed in prossimità delle cerniere plastiche devono
E
In assenza di più accurate determinazioni, sviluppi all’interno della membratura, la giunzione deve essere comunque dotata di un
IC
NTC; inoltre, qualora nella sezione il rapporto tra il taglio di progetto e la resistenza
N
plastica a taglio della sezione risulti maggiore di 0,1, si devono disporre irrigidimenti in membrature a sezione costante, la capacità di rotazione richiesta si intende assicurata
C
TE
trasversali d’anima a distanza non superiore a 0,5 h dalla cerniera, essendo h l’altezza se la sezione in cui si forma la cerniera plastica è di classe 1 secondo il §4.2.3.1 delle
E
della trave; NTC; inoltre, qualora nella sezione il rapporto tra il taglio di progetto e la resistenza
in membrature a sezione variabile, la capacità di rotazione richiesta si intende
IO N
plastica a taglio della sezione risulti maggiore di 0,1, si devono disporre irrigidimenti
AZ in
assicurata se la sezione in cui si forma la cerniera plastica è di classe 1 per un tratto pari trasversali d’anima a distanza non superiore a 0,5 h dalla cerniera, essendo h l’altezza
L
della trave;
ad a*,
IS
EG
membrature a sezione variabile, la capacità di rotazione richiesta si intende
a* max 2d; L0,8Mp [C4.2.3]
L
assicurata se la sezione in cui si forma la cerniera plastica è di classe 1 per un tratto pari
D I
da ciascun lato della cerniera, essendo d l’altezza netta dell’anima in corrispondenza ad a*,
O
IN flettente vale 0,8 M ,
della cerniera e L0,8Mpla distanza tra la cerniera in cui il momento flettente assume il
a* max 2d; L0,8Mp [C4.2.3]
, e la sezione in cui ilTmomento
valore plastico di calcolo, M
e se, inoltre, risulta che lo spessore dell’animaE
pl,Rd
T pl,Rd
C
ovvero che coinvolge l’intera struttura. Tali valori possono essere ottenuti da apposite
TE
Una forte limitazione al calcolo del moltiplicatore dei carichi cr con l’analisi plastica deriva analisi elastiche (o di “buckling”) condotte in genere utilizzando programmi di calcolo
E
dalla significativa influenza che le proprietà non-lineari dei materiali allo stato limite ultimo strutturale od apposite procedure numeriche.
hanno sul comportamento di alcune tipologie strutturali (ad esempio telai in cui si formino
IO N
Una forte limitazione al calcolo del moltiplicatore dei carichi cr con l’analisi plastica deriva
AZ
delle cerniere plastiche con ridistribuzione del momento flettente, oppure strutture con un
L
dalla significativa influenza che le proprietà non-lineari dei materiali allo stato limite ultimo
IS
comportamento fortemente non-lineare quali telai con nodi semi-rigidi o strutture con
hanno sul comportamento di alcune tipologie strutturali (ad esempio telai in cui si formino
G
stralli o tiranti). In tali casi l’analisi plastica deve seguire approcci risolutivi molto più
E
delle cerniere plastiche con ridistribuzione del momento flettente, oppure strutture con un
IL
accurati che nel caso elastico; inoltre il valore limite di 15 può considerarsi valido solo per
comportamento fortemente non-lineare quali telai con nodi semi-rigidi o strutture con stralli
O D
tipologie strutturali largamente utilizzate nella pratica e di semplice organizzazione dello
schema strutturale. Per strutture più complesse devono essere reperiti valori limite idonei in
o tiranti). In tali casi l’analisi plastica deve seguire approcci risolutivi molto più accurati che
IN
nel caso elastico; inoltre il valore limite di 15 può considerarsi valido solo per tipologie
T
normative di comprovata validità.
T strutturali largamente utilizzate nella pratica e di semplice organizzazione dello schema
LE
Nel caso di telai multipiano e nel caso di portali con falde poco inclinate, il moltiplicatore
L
strutturale. Per strutture più complesse devono essere reperiti valori limite idonei in
critico cr può essere stimato mediante l’espressione
BO[C4.2.5]
normative di comprovata validità.
h H Ed Nel caso di telai multipiano e nel caso di portali con falde poco inclinate, il moltiplicatore
cr
VEd critico cr può essere stimato mediante l’espressione
in cui HEd è il valore di progetto del taglio alla base dei pilastri della stilata considerata h H Ed
cr [C4.2.5]
(taglio di piano), VEd è il valore di progetto della forza normale alla base dei pilastri della VEd
stilata considerata, h è l’altezza d’interpiano e lo spostamento d’interpiano. Nel calcolo di in cui HEd è il valore di progetto del taglio alla base dei pilastri della stilata considerata
HEd e di si devono considerare, oltre alle forze orizzontali esplicite, anche quelle fittizie (taglio di piano), VEd è il valore di progetto della forza normale alla base dei pilastri della
dovute alle imperfezioni, calcolate come indicato al §C4.2.3.5.
stilata considerata, h è l’altezza d’interpiano e lo spostamento d’interpiano. Nel calcolo di
HEd e di si devono considerare, oltre alle forze orizzontali esplicite, anche quelle fittizie
dovute alle imperfezioni, calcolate come indicato al §C4.2.3.5.
L’applicazione della [C4.2.5] richiede che la forza normale di progetto N Ed nelle travi sia L’applicazione della [C4.2.5] richiede che la forza normale di progetto N Ed nelle travi sia
poco significativa. In assenza di valutazioni più precise, questa condizione si intende
E
poco significativa. In assenza di valutazioni più precise, questa condizione si intende
I N
soddisfatta se la snellezza adimensionale
N L
della trave, considerata incernierata alle soddisfatta se la snellezza adimensionale della trave, considerata incernierata alle
estremità, soddisfa la condizione estremità, soddisfa la condizione
A O
0,3
A f yk
0,3
N IC A f yk
C
[C4.2.6] [C4.2.6]
TEdella trave.
N Ed N Ed
dove A è l’area della trave.
E
N EFFETTO DELLE IMPERFEZIONI
dove A è l’area
I O
AZ Nell’analisi strutturale le autotensioni, le tensioni residue ed i difetti geometrici, quali
C4.2.3.5 EFFETTI DELLE IMPERFEZIONI C4.2.3.5
Nell’analisi strutturale le autotensioni, le tensioni residue ed i difetti geometrici, L
IS dei errori di verticalità, errori di rettilineità, disallineamenti, eccentricità accidentali dei
quali
G
errori di verticalità, errori di rettilineità, disallineamenti, eccentricità accidentali
giunti, possono essere considerati introducendo imperfezioni geometriche
I LE equivalenti giunti, possono essere considerati introducendo imperfezioni geometriche equivalenti
globali o locali.
O D globali o locali.
IN locali si considerano per particolare telai e sistemi di controvento, mentre le imperfezioni locali si considerano per
Le imperfezioni globali equivalenti intervengono nell’analisi globale di strutture, in Le imperfezioni globali equivalenti intervengono nell’analisi globale di strutture, in
T T
particolare telai e sistemi di controvento, mentre le imperfezioni
il calcolo di singoli elementi. Generalmente, la
L LEdistribuzione delle imperfezioni può il calcolo di singoli elementi. Generalmente, la distribuzione delle imperfezioni può
BO
essere adottata coerente con quella corrispondente alla deformata critica relativa al modo essere adottata coerente con quella corrispondente alla deformata critica relativa al modo
instabile considerato. instabile considerato.
Per telai sensibili alle azioni orizzontali, indicata con h l’altezza totale del telaio, Per telai sensibili alle azioni orizzontali, indicata con h l’altezza totale del telaio,
l’imperfezione globale, in termini di errore di verticalità (Figura C4.2.2), può essere l’imperfezione globale, in termini di errore di verticalità (Figura C4.2.2), può essere
assunta pari a assunta pari a
h m 0 [C4.2.7] h m 0 [C4.2.7]
dove 0 è il difetto di verticalità, 0=h/200, e h e m sono due coefficienti riduttivi dati dove 0 è il difetto di verticalità, 0=h/200, e h e m sono due coefficienti riduttivi dati
da da
2 2 1 1 2 2 1 1
h 1,0 m 1 h 1,0 m 1
2 2
e da [C4.2.8]
3 h m 3 h m
e da [C4.2.8]
I N E
N L
A O
IC
Figura C4.2.2 -Imperfezioni globali equivalenti Figura C4.2.2 -Imperfezioni globali equivalenti
C N
agli schemiTE
Per il calcolo degli effetti delle imperfezioni sugli orizzontamenti si può far riferimento Per il calcolo degli effetti delle imperfezioni sugli orizzontamenti si può far riferimento
E
agli schemi di Figura C4.2.3, in cui h è l’altezza d’interpiano e il valore di Figura C4.2.3, in cui h è l’altezza d’interpiano e il valore
dell’imperfezione, calcolato con la [C4.2.7].
O N
dell’imperfezione,
INell’analisi
calcolato con la [C4.2.7].
AZ H
Nell’analisi dei telai i difetti di verticalità possono essere trascurati quando dei telai i difetti di verticalità possono essere trascurati quando
HEd 0,15 VEd [C4.2.9]
IS L Ed 0,15 VEd [C4.2.9]
G
LE
con HEd e VEd definiti al §C4.2.3.4. con HEd e VEd definiti al §C4.2.3.4.
D I
IN O
T
L ET
L
BO
Figura C4.2.3 -Effetti delle imperfezioni sugli orizzontamenti Figura C4.2.3 -Effetti delle imperfezioni sugli orizzontamenti
Nel calcolo gli effetti delle imperfezioni locali possono essere generalmente trascurati. Nel calcolo gli effetti delle imperfezioni locali possono essere generalmente trascurati.
Nelle analisi globali di telai sensibili agli effetti del secondo ordine, tuttavia, può essere Nelle analisi globali di telai sensibili agli effetti del secondo ordine, tuttavia, può essere
necessario considerare anche i difetti di rettilineità delle aste compresse che abbiano un necessario considerare anche i difetti di rettilineità delle aste compresse che abbiano un
vincolo rotazionale ad almeno un estremo e la cui snellezza adimensionale , calcolata vincolo rotazionale ad almeno un estremo e la cui snellezza adimensionale , calcolata
considerando l’asta incernierata ad entrambi gli estremi, sia considerando l’asta incernierata ad entrambi gli estremi, sia
Le imperfezioni locali dei singoli elementi possono essere rappresentate considerando i Le imperfezioni locali dei singoli elementi possono essere rappresentate considerando i
valori degli scostamenti massimi dalla configurazione iniziale e0/L, dove L è la lunghezza valori degli scostamenti massimi dalla configurazione iniziale e0/L, dove L è la lunghezza
dell’elemento, dati in Tabella C4.2.I in funzione della curva d’instabilità (v. Tabella dell’elemento, dati in Tabella C4.2.I in funzione della curva d’instabilità (v. Tabella
4.2.VIII delle NTC) e del tipo di analisi globale effettuata. 4.2.VIII delle NTC) e del tipo di analisi globale effettuata.
Le imperfezioni globali possono essere sostituite con le forze concentrate F h, applicate a Le imperfezioni globali possono essere sostituite con le forze concentrate F h, applicate a
ciascun orizzontamento e in copertura: ciascun orizzontamento e in copertura:
Fh NEd Fh NEd
E con forze distribuite q
[C4.2.11] [C4.2.11]
I N
NL
Le imperfezioni locali possono essere sostituite con forze distribuite q equivalenti, Le imperfezioni locali possono essere sostituite
h h equivalenti,
O
applicate a ciascuna colonna, date da applicate a ciascuna colonna, date da
q
8 e N 0,d Ed
q
8 e N 0,d Ed
I C A
N
[C4.2.12] [C4.2.12]
C
h 2 h 2
L L
come indicato E
come indicato in Figura C4.2.4.
E T in Figura C4.2.4.
N
AZIO
I S L
L EG
D I
I N O
E TT
O LL
Bdi forze equivalenti alle imperfezioni
Figura C4.2.4 - Sistemi Figura C4.2.4 - Sistemi di forze equivalenti alle imperfezioni
Nell’analisi di un sistema di controvento, le imperfezioni del sistema controventato Nell’analisi di un sistema di controvento, le imperfezioni del sistema controventato
possono essere tenute in conto considerando uno scostamento di quest’ultimo dalla possono essere tenute in conto considerando uno scostamento di quest’ultimo dalla
configurazione iniziale di valor massimo e0 uguale a configurazione iniziale di valor massimo e0 uguale a
L L
e0 m [C4.2.13] e0 m [C4.2.13]
500 500
dove L è la luce del sistema di controvento e m dipende dal numero m di elementi dove L è la luce del sistema di controvento e m dipende dal numero m di elementi
controventati, controventati,
1 1 1 1
m 1 [C4.2.14] m 1 [C4.2.14]
2 m 2 m
Gli effetti delle imperfezioni sul sistema di controvento possono essere tenute in conto Gli effetti delle imperfezioni sul sistema di controvento possono essere tenute in conto
E
anche mediante un carico distribuito equivalente anche mediante un carico distribuito equivalente
8 e0 q N Ed
8 e0 q N Ed
L I N
ON
qd [C4.2.15] qd [C4.2.15]
L2 L2
dove q è la freccia massima del sistema di controvento dovuta a q d e ai carichi esterni, da
C A
dove q è la freccia massima del sistema di controvento dovuta a q d e ai carichi esterni, da
I
N
EC
considerarsi nulla se si effettua un’analisi del second’ordine, e N Ed è la forza normale di considerarsi nulla se si effettua un’analisi del second’ordine, e N Ed è la forza normale di
compressione nel sistema o quella trasmessa dagli elementi controventati (Figura C4.2.5).
T
compressione nel sistema o quella trasmessa dagli elementi controventati (Figura C4.2.5).
E di controventamento è preposto alla stabilizzazione laterale di un elemento
Se il sistema di controventamento è preposto alla stabilizzazione laterale di un elemento
N
Se il sistema
LA prodotti
Ed
prodotti dall’instabilità della piattabanda compressa dell’elemento inflesso sul dall’instabilità della piattabanda compressa dell’elemento inflesso sul
controventamento, è data da
G IS controventamento, è data da
E
IL
M [C4.2.16] M Ed [C4.2.16]
N Ed Ed N Ed
D
h h
IN O
dove MEd è il massimo momento flettente nell’elemento inflesso. Se l’elemento da dove MEd è il massimo momento flettente nell’elemento inflesso. Se l’elemento da
T T
stabilizzare è soggetto anche a compressione assiale, una quota di tale sollecitazione deve stabilizzare è soggetto anche a compressione assiale, una quota di tale sollecitazione deve
LE
essere considerata per determinare NEd. essere considerata per determinare NEd.
L
BO
Figura C4.2.5 - Forze equivalenti in sistemi di controvento Figura C4.2.5 - Forze equivalenti in sistemi di controvento
Le forze che piattabande o elementi compressi giuntati esercitano sul sistema di Le forze che piattabande o elementi compressi giuntati esercitano sul sistema di
controvento, in corrispondenza del giunto, possono essere assunte uguali a controvento, in corrispondenza del giunto, possono essere assunte uguali a
E
flessotorsionale, essendo e0 dato in Tabella C4.2.I. flessotorsionale, essendo e0 dato in Tabella C4.2.I.
L I N
O N
IC A
C N
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
Figura C4.2.6 - Forze equivalenti nelle giunzioni di elementi o piattabande compresse Figura C4.2.6 - Forze equivalenti nelle giunzioni di elementi o piattabande compresse
E TT
C4.2.3.6 ANALISI DI STABILITÀ DI STRUTTURE INTELAIATE C4.2.3.6 ANALISI DI STABILITÀ DI STRUTTURE INTELAIATE
cr
O LL l’analisi strutturale deve tener conto
Quando è minore dei limiti ricordati al § C4.2.3.4, Quando cr è minore dei limiti ricordati al § C4.2.3.4, l’analisi strutturale deve tener conto
delle deformazioni.
B delle deformazioni.
Gli effetti del secondo ordine e le imperfezioni possono essere considerati nel calcolo con Gli effetti del secondo ordine e le imperfezioni possono essere considerati nel calcolo con
modalità diverse a seconda del tipo di struttura considerata e del tipo di analisi che può modalità diverse a seconda del tipo di struttura considerata e del tipo di analisi che può
essere adottata. essere adottata.
Il metodo più generale prevede di eseguire un’analisi globale non lineare completa, in cui Il metodo più generale prevede di eseguire un’analisi globale non lineare completa, in cui
si verificano contemporaneamente sia la stabilità globale della struttura, sia la stabilità si verificano contemporaneamente sia la stabilità globale della struttura, sia la stabilità
locale dei singoli elementi. Una possibile semplificazione di questo metodo consiste locale dei singoli elementi. Una possibile semplificazione di questo metodo consiste
nell’eseguire un’analisi non lineare globale della struttura per verificarne la stabilità nell’eseguire un’analisi non lineare globale della struttura per verificarne la stabilità
globale e determinare le sollecitazioni negli elementi, da verificare individualmente. globale e determinare le sollecitazioni negli elementi, da verificare individualmente.
Nel caso in cui il modo instabile orizzontale sia predominante e risulti cr3,0, l’analisi Nel caso in cui il modo instabile orizzontale sia predominante e risulti cr3,0, l’analisi
può essere semplificata. In questo caso, infatti, si può eseguire un’analisi globale lineare, può essere semplificata. In questo caso, infatti, si può eseguire un’analisi globale lineare,
I N E
C4.2.3.7 LUNGHEZZA STABILE DELLA ZONA DI CERNIERA DI PLASTICA
L
C4.2.3.7 LUNGHEZZA STABILE DELLA ZONA DI CERNIERA PLASTICA
N
La verifica nei confronti dell’instabilità torsionale del tratto di membratura compreso tra
O
La verifica nei confronti dell’instabilità torsionale del tratto di membratura compreso tra
A
IC
il ritegno laterale che vincola la cerniera plastica e il ritegno torsionale successivo può il ritegno laterale che vincola la cerniera plastica e il ritegno torsionale successivo può
essere condotta, in assenza di valutazioni più accurate, controllando che la lunghezza del
N
essere condotta, in assenza di valutazioni più accurate, controllando che la lunghezza del
tratto in esame sia minore della lunghezza stabile L s.
EC
tratto in esame sia minore della lunghezza stabile Ls.
Nel caso di travi a sezione costante aventi sezioni a I o a H, soggette a forza assiale poco Nel caso di T
N E (v. § C4.2.3.4) e a momento flettente variabile linearmente, caratterizzate da un
travi a sezione costante aventi sezioni a I o a H, soggette a forza assiale poco
A
rapporto tra altezza h e spessore della piattabanda t ,
L h 40
f f
h
40 [C4.2.19]
G I S [C4.2.19]
LE
t t
I
f f
in cui
O D in cui
235 MPa
I N 235 MPa
TT
E
f f
LLsemplificata, come
yk yk
B O
la lunghezza stabile può essere valutata, in via la lunghezza stabile può essere valutata, in via semplificata, come
essendo iz il raggio d’inerzia della piattabanda relativo all’asse dell’anima e il rapporto essendo iz il raggio d’inerzia della piattabanda relativo all’asse dell’anima e il rapporto
tra i momenti flettenti alle estremità del segmento considerato, M Ed,min e Mpl,Rd, tra i momenti flettenti alle estremità del segmento considerato, M Ed,min e Mpl,Rd,
M Ed,min M Ed,min
M pl,Rd M pl,Rd
C4.2.4.1 C4.2.4.1
C4.2.4.1.1 C4.2.4.1.1
C4.2.4.1.2 C4.2.4.1.2
Aste compresse composte a sezione costante realizzate da due elementi (correnti) Aste compresse composte a sezione costante realizzate da due elementi (correnti)
collegati tra loro con calastrelli o tralicci possono essere verificate con il metodo qui
I N E
collegati tra loro con calastrelli o tralicci possono essere verificate con il metodo qui
proposto, a condizione che i campi individuati dai calastrelli o dalle aste di parete del
N L
proposto, a condizione che i campi individuati dai calastrelli o dalle aste di parete del
traliccio siano uguali e non meno di tre.
O
traliccio siano uguali e non meno di tre.
A
IC
I correnti dell’asta composta possono essere a parete piena (Figura C4.2.7) oppure I correnti dell’asta composta possono essere a parete piena (Figura C4.2.7) oppure
calastrellati o tralicciati a loro volta. Nel caso di correnti a pareti piena le tralicciature
C N
calastrellati o tralicciati a loro volta. Nel caso di correnti a pareti piena le tralicciature
TE
delle facce opposte devono corrispondersi ed essere sovrapponibili per traslazione, in delle facce opposte devono corrispondersi ed essere sovrapponibili per traslazione, in
caso contrario debbono essere considerati anche gli effetti torsionali sui correnti.
E
caso contrario debbono essere considerati anche gli effetti torsionali sui correnti.
N
Nel seguito si fa riferimento ad aste di lunghezza L, incernierate agli estremi nel piano
IO
Nel seguito si fa riferimento ad aste di lunghezza L, incernierate agli estremi nel piano
della calastrellatura o della tralicciatura, equiparando la deformabilità della
L AZ della calastrellatura o della tralicciatura, equiparando la deformabilità della
IS
calastrellatura o della tralicciatura alla deformabilità a taglio di un’asta a parete piena calastrellatura o della tralicciatura alla deformabilità a taglio di un’asta a parete piena
E G
equivalente. Per condizioni di vincolo diverse la trattazione può essere convenientemente equivalente. Per condizioni di vincolo diverse la trattazione può essere convenientemente
adattata.
D IL adattata.
O
Le imperfezioni di montaggio possono essere schematizzate considerando un difetto di Le imperfezioni di montaggio possono essere schematizzate considerando un difetto di
rettilineità
T IN rettilineità.
ET[C4.2.21]
L L
e0 e0
LL
[C4.2.21]
500 500
BO
Oltre alle verifiche di stabilità dell’asta composta si devono eseguire anche le verifiche di
C N
Oltre alle verifiche di stabilità dell’asta composta si devono eseguire anche le verifiche di
stabilità e resistenza dei correnti e delle aste di parete, come specificato nel seguito. Per
TE
stabilità e resistenza dei correnti e delle aste di parete, come specificato nel seguito. Per
E
N
configurazioni più complesse, non trattate nel presente documento, si può far riferimento configurazioni più complesse, non trattate nel presente documento, si può far riferimento
a procedimenti di comprovata validità.
IO
a procedimenti di comprovata validità.
Z C4.2.4.1.3.1.1.
C4.2.4.1.3.1.1. Calcolo della forza normale di progetto agente in un corrente
L A Calcolo della forza normale di progetto agente in un corrente
IS
Per un elemento costituito da due correnti a parete piena, la forza normale di progetto nei Per un elemento costituito da due correnti a parete piena, la forza normale di progetto nei
correnti può essere ricavata da
E G correnti può essere ricavata da
M Ed h0 A C
I L M Ed h0 A C
NC,Ed 0,5 NEd
2 J eff
[C4.2.22]
O D NC,Ed 0,5 NEd
2 J eff
[C4.2.22]
dove
T TIN dove
LE
NEd è la forza normale di progetto dell’asta composta; NEd è la forza normale di progetto dell’asta composta;
L
BO
h0 è la distanza tra i baricentri dei correnti; h0 è la distanza tra i baricentri dei correnti;
AC è l’area della sezione di ciascun corrente; AC è l’area della sezione di ciascun corrente;
Jeff è il momento di inerzia efficace della sezione dell’elemento composto; Jeff è il momento di inerzia efficace della sezione dell’elemento composto;
MEd è il momento di progetto dato da MEd è il momento di progetto dato da
NEd e0 M Ed
I
NEd e0 M Ed
I
M Ed [C4.2.23] M Ed [C4.2.23]
1 NEd / Ncr NEd / SV 1 NEd / Ncr NEd / SV
in cui in cui
2 EJ eff 2 EJ eff
Ncr è il carico critico euleriano dell’asta composta; Ncr è il carico critico euleriano dell’asta composta;
L2 L2
N
L L
I
NL
Per i calastrelli si devono considerare anche il momento flettente e lo sforzo di taglio Per i calastrelli si devono considerare anche
dovuto al funzionamento a telaio dell’elemento.
O
dovuto al funzionamento a telaio dell’elemento.
A tralicciate
C4.2.4.1.3.1.3. Verifiche di aste composte tralicciate
I C
C4.2.4.1.3.1.3. Verifiche di aste composte
N 1,0
Nc,Ed
1,0 [C4.2.25]
I O [C4.2.25]
AZ Nel caso dei correnti, N è la forza normale di progetto calcolata con la (C4.2.22),
N b,Rd N b,Rd
LE
mentre N b,Rd è il carico critico, determinato in riferimento alla lunghezza b,Rd
inflessione L del corrente. Per correnti ad anima piena si può assumere
ch
D I L =a (v. Figura inflessione L del corrente. Per correnti ad anima piena si può assumere L =a (v. Figura
ch ch ch
ch
I O
C4.2.7), per correnti tralicciati L dipende dallo schema adottato ed è indicato in Figura C4.2.7), per correnti tralicciati L dipende dallo schema adottato ed è indicato in Figura
N
ch
T
C4.2.8. C4.2.8.
E
ION
Schema dell’asta Schema dell’asta
Z
composta (1) (2) (3) (4) composta (1) (2) (3) (4)
LA
(v. fig. C4.2.6) (v. fig. C4.2.7) Elimin
GIS
n EA d a h 02 n EA d a h 02 22 EJ C
SV – rigidezza a n EAd a h02 n EAd a h02 SV – rigidezza a n EAd a h02 n EAd a h02 24EJ C
E
24EJ C 22 EJ C
A h3 A h3 2 JC h0
IL
a2
2 JC h0 a2 a 2 1
2d d 1 d 03 2d d 1 d 03
3 3 3 3 3 3
taglio d a 1
2
taglio d n JV a
A v d n JV a A v d
O D
area dei diagonali, AV: area dei calastrelli, JV: momento di inerzia del calastrello, AC: area di un area dei diagonali, AV: area dei calastrelli, JV: momento di inerzia del calastrello, AC: area di un
corrente, n: numero di piani di tralicciatura o calastrellatura
T
LE
C4.2.4.1.3.1.4. Verifiche di aste composte calastrellate C4.2.4.1.3.1.4. Verifiche di aste composte calastrellate
OL
Nelle aste composte calastrellate le verifiche dei correnti e dei calastrelli possono essere Nelle aste composte calastrellate le verifiche dei correnti e dei calastrelli possono essere
C4.2.9. B
condotte in riferimento alla distribuzione di forze e sollecitazioni indicata in Figura condotte in riferimento alla distribuzione di forze e sollecitazioni indicata in Figura
C4.2.9.
Cautelativamente, nei correnti, lo sforzo di taglio massimo di progetto V Ed può essere Cautelativamente,
T
E con la forza normale massima di progetto NEd.
combinato con la forza normale massima di progetto NEd.
N
combinato
Origidezza a taglio equivalente SV della parete calastrellata è indicata in Tabella C4.2.II
La rigidezza a taglio equivalente SV della parete calastrellata è indicata in Tabella C4.2.II ILa
A Z
(schema (4)).
I S L (schema (4)).
Il momento di inerzia effettivo della sezione composta può essere ricavato daG
E
Il momento di inerzia effettivo della sezione composta può essere ricavato da
Jeff 0,5 h02 AC 2 JC [C4.2.27] D IL Jeff 0,5 h02 AC 2 JC [C4.2.27]
O L a 75 e uguale a (2-/75) se la snellezza è uguale a 1 se la snellezza è minore o uguale a 75 e uguale a (2-/75) se la snellezza è
compresa tra 75 e 150.
B
La snellezza dell’asta è definita come :
compresa tra 75 e 150.
La snellezza dell’asta è definita come :
L 2 AC L 2 AC
L [C4.2.28] L [C4.2.28]
i0 0,5 h0 A C 2 IC
2
i0 0,5 h0 A C 2 IC
2
C4.2.4.1.3.1.5. Sezioni composte da elementi ravvicinati collegati con calastrelli o imbottiture C4.2.4.1.3.1.5. Sezioni composte da elementi ravvicinati collegati con calastrelli o imbottiture
La verifica di aste composte costituite da due o quattro profilati, vedi Figura C4.2.10, La verifica di aste composte costituite da due o quattro profilati, vedi Figura C4.2.10,
posti ad un intervallo pari alle spessore delle piastre di attacco ai nodi e comunque ad posti ad un intervallo pari alle spessore delle piastre di attacco ai nodi e comunque ad
una distanza non superiore a 3 volte il loro spessore e collegati con calastrelli o una distanza non superiore a 3 volte il loro spessore e collegati con calastrelli o
imbottiture, può essere condotta come per un’asta semplice, trascurando la deformabilità imbottiture, può essere condotta come per un’asta semplice, trascurando la deformabilità
a taglio del collegamento, se gli interassi dei collegamenti soddisfano le limitazioni della a taglio del collegamento, se gli interassi dei collegamenti soddisfano le limitazioni della
I N E
N L
A O
IC
Figura C4.2.10 -Tipologie di aste composte costituite da elementi ravvicinati Figura C4.2.10 -Tipologie di aste composte costituite da elementi ravvicinati
N
ECdi asta composta (Figura
Tabella C4.2.III - Disposizione delle imbottiture di connessione tra i profili Tabella C4.2.III - Disposizione delle imbottiture di connessione tra i profili
ZIO
Tipo (1), (2), (3) o (4) collegati con
15 imin 15 imin
imbottiture bullonate o saldate
L A imbottiture bullonate o saldate
GIS
Tipi (5) o (6) collegati con coppie di Tipi (5) o (6) collegati con coppie di
70 imin 70 imin
calastrelli
L E calastrelli
DI
(*) La distanza è misurata tra i centri di due collegamenti successivi e iminè il raggio di (*) La distanza è misurata tra i centri di due collegamenti successivi e iminè il raggio di
INO
inerzia minimo del singolo profilo costituente l’asta. inerzia minimo del singolo profilo costituente l’asta.
Nei casi in cui le aste non soddisfino le condizioni della Tabella C4.2.III è possibile Nei casi in cui le aste non soddisfino le condizioni della Tabella C4.2.III è possibile
T T
LE
determinare un’appropriata snellezza equivalente dell’asta ricorrendo a normative di determinare un’appropriata snellezza equivalente dell’asta ricorrendo a normative di
OL
comprovata validità. comprovata validità.
B
C4.2.4.1.3.2 Stabilità delle membrature inflesse
consente di eseguire la verifica ad instabilità flesso-torsionale dipende dal valore del consente di eseguire la verifica ad instabilità flesso-torsionale dipende dal valore del
momento critico elastico di instabilità torsionale, Mcr, del profilo inflesso in esame. Tale momento critico elastico di instabilità torsionale, Mcr, del profilo inflesso in esame. Tale
valore può calcolarsi, per profili di qualunque geometria, utilizzando metodi numerici, valore può calcolarsi, per profili di qualunque geometria, utilizzando metodi numerici,
quali ad esempio metodi agli elementi finiti oppure programmi di calcolo strutturale che quali ad esempio metodi agli elementi finiti oppure programmi di calcolo strutturale che
consentano di eseguire analisi di “buckling”. consentano di eseguire analisi di “buckling”.
In alternativa, per profili standard (sezioni doppiamente simmetriche ad I o H) il In alternativa, per profili standard (sezioni doppiamente simmetriche ad I o H) il
momento critico può calcolarsi con la seguente formula momento critico può calcolarsi con la seguente formula
INE
1.75 1.05 0.3 B 1.75 1.05 0.3 B [C4.2.31]
MA MA MA MA
in cui MA ed MB sono i momenti flettenti agenti alle estremità della trave, con MB<MA.
NL
in cui MA ed MB sono i momenti flettenti agenti alle estremità della trave, con MB<MA.
O
CA
di Iresistenza, per elementi pressoinflessi devono essere eseguite,
C4.2.4.1.3.3 Membrature inflesse e compresse C4.2.4.1.3.3 Membrature inflesse e compresse
Oltre alle verifiche di resistenza, per elementi pressoinflessi devono essere eseguite, Oltre alle verifiche N
quando rilevanti, anche verifiche di instabilità a pressoflessione.
T
quando rilevanti, EC anche verifiche di instabilità a pressoflessione.
In assenza di più accurate valutazioni, si possono impiegare, in alternativa, i metodi A e B In assenza
N Eneldiseguito,
più accurate valutazioni, si possono impiegare, in alternativa, i metodi A e B
riportati nel seguito, o anche altre metodi ricavati da normative di comprovata validità.
Z O
IC4.2.4.1.3.3.1.
riportati o anche altre metodi ricavati da normative di comprovata validità.
C4.2.4.1.3.3.1. Metodo A
A
Nel caso di aste prismatiche soggette a compressione N e a momenti flettenti ML e Nel caso di aste prismatiche soggette a compressione N e a momenti flettenti M
Metodo A
I S e
EG
Ed y,Ed Ed y,Ed
L
M z,Ed agenti nei due piani principali di inerzia, in presenza di vincoli che impediscono gli M agenti
z,Ed nei due piani principali di inerzia, in presenza di vincoli che impediscono gli
spostamenti torsionali, si dovrà controllare che risulti:
D I spostamenti torsionali, si dovrà controllare che risulti:
N
Ed M1
M
yeq,Ed M1
M
zeq,Ed M1
I N O
1 [C4.2.32]
N Ed
M1
M
yeq,Ed M1
M zeq,Ed
1 [C4.2.32]
M1
TT
f A
min yk N N f A
min yk N N
f W 1 f W 1 f W 1 f W 1
N E
Ed
Ed Ed
Ed
N N
LL
yk y yk z yk y yk z
cr,y cr,z cr,y N cr,z
dove:
min B O
è il minimo fattore relativo all’inflessione intorno agli assi principali
dove:
min è il minimo fattore relativo all’inflessione intorno agli assi principali
di inerzia; di inerzia;
W y e Wz sono i moduli resistenti elastici per le sezioni di classe 3 e i moduli Wy e Wz sono i moduli resistenti elastici per le sezioni di classe 3 e i moduli
resistenti plastici per le sezioni di classe 1 e 2, resistenti plastici per le sezioni di classe 1 e 2,
Ncr,y e Ncr,z sono i carichi critici euleriani relativi all’inflessione intorno agli assi Ncr,y e Ncr,z sono i carichi critici euleriani relativi all’inflessione intorno agli assi
principali di inerzia; principali di inerzia;
Myeq,Ed e Mzeq,Ed sono i valori equivalenti dei momenti flettenti da considerare nella Myeq,Ed e Mzeq,Ed sono i valori equivalenti dei momenti flettenti da considerare nella
verifica. verifica.
Se il momento flettente varia lungo l’asta si assume, per ogni asse principale di inerzia, Se il momento flettente varia lungo l’asta si assume, per ogni asse principale di inerzia,
essendo Mm,Ed il valor medio del momento flettente, con la limitazione essendo Mm,Ed il valor medio del momento flettente, con la limitazione
0,75 Mmax,Ed Meq,Ed Mmax,Ed [C4.2.34] 0,75 Mmax,Ed Meq,Ed Mmax,Ed [C4.2.34]
Nel caso di asta vincolata agli estremi, soggetta a momento flettente variabile linearmente Nel caso di asta vincolata agli estremi, soggetta a momento flettente variabile linearmente
tra i valori di estremità Ma e Mb, MaMb, (Figura C4.2.11), si può assumere per Meq,Ed il tra i valori di estremità Ma e Mb, MaMb, (Figura C4.2.11), si può assumere per Meq,Ed il
seguente valore seguente valore
Meq,Ed 0,6 Ma 0, 4 Mb 0, 4 Ma [C4.2.35] Meq,Ed 0,6 Ma 0, 4 Mb 0, 4 Ma [C4.2.35]
I N E
N L
A O
IC
Figura C4.2.11 - Trave soggetta a momenti d’estremità Figura C4.2.11 - Trave soggetta a momenti d’estremità
N
EC
In presenza di fenomeni di instabilità flesso-torsionali bisogna verificare che sia: In presenza di fenomeni di instabilità flesso-torsionali bisogna verificare che sia:
T
N Ed M1 M yeq,Ed M1 M zeq,Ed M1 N Ed M1 M M zeq,Ed M1
NE
1 [C4.2.36] yeq,Ed M1
1 [C4.2.36]
min f yk A min f yk A
ZIO
N N N N
LT f yk Wy 1 Ed f yk Wz 1 Ed LT f yk Wy 1 Ed f yk Wz 1 Ed
Ncr,y Ncr,z Ncr,y Ncr,z
A
I N O a sezione costante con In assenza di più accurate valutazioni, nel caso di membrature a sezione costante con
T
sezioni doppiamente simmetriche aperte o chiuse, soggette a sforzo assiale e momento sezioni doppiamente simmetriche aperte o chiuse, soggette a sforzo assiale e momento
ET disuguaglianze
flettente, la verifica di stabilità a pressoflessione, per sezioni di classe 1, 2 o 3, può essere flettente, la verifica di stabilità a pressoflessione, per sezioni di classe 1, 2 o 3, può essere
L L
eseguita controllando che siano soddisfatte le seguenti eseguita controllando che siano soddisfatte le seguenti disuguaglianze
MO
k B
N M y,Ed M1 N M y,Ed M M1
k 1 k k 1
Ed M1 z,Ed M1 Ed M1 z,Ed M1
yy yz yy yz
y A f yk LT Wy f yk Wz f yk y A f yk LT Wy f yk Wz f yk
[C4.2.37] [C4.2.37]
N Ed M1 M y,Ed M1 M z,Ed M1 N Ed M1 M y,Ed M1 M z,Ed M1
k zy k zz 1 k zy k zz 1
z A f yk LT Wy f yk Wz f yk z A f yk LT Wy f yk Wz f yk
dove NEd, My,Ed ed Mz,Ed sono, rispettivamente, lo sforzo assiale ed i massimi momenti dove NEd, My,Ed ed Mz,Ed sono, rispettivamente, lo sforzo assiale ed i massimi momenti
flettenti agenti sull’elemento nei piani di normale y e z, A è l’area e W y e Wz i moduli flettenti agenti sull’elemento nei piani di normale y e z, A è l’area e W y e Wz i moduli
resistenti elastici per le sezioni di classe 3 e i moduli resistenti plastici per le sezioni di resistenti elastici per le sezioni di classe 3 e i moduli resistenti plastici per le sezioni di
classe 1 e 2, e kyy, kyz, kzy e kzz sono opportuni coefficienti di interazione dati nel seguito. classe 1 e 2, e kyy, kyz, kzy e kzz sono opportuni coefficienti di interazione dati nel seguito.
Per sezioni di classe 4 le [C4.2.26] si modificano nelle Per sezioni di classe 4 le [C4.2.37] si modificano nelle
N Ed M1
k zy
M y,Ed M y,Ed M1
k zz
M z,Ed M y,Ed M1
1
N Ed M1
k zy
M y,Ed M y,Ed M1
k zz
M z,Ed M y,Ed M1
1
z A eff f yk LT Weff ,y f yk Weff ,z f yk z A eff f yk LT Weff ,y f yk Weff ,z f yk
dove Aeff è l’area efficace della sezione, Wy e Wz i moduli resistenti efficaci e My,Ed e dove Aeff è l’area efficace della sezione, Weff,y e Weff, z i moduli resistenti efficaci e My,Ed e
Mz,Ed i momenti della forza normale NEd rispetto al baricentro della sezione efficace, Mz,Ed i momenti della forza normale NEd rispetto al baricentro della sezione efficace,
My,Ed eN,z NEd e Mz,Ed e N,y NEd [C4.2.39] My,Ed eN,z NEd e Mz,Ed e N,y NEd [C4.2.39]
con eN,y e eN,z distanze del baricentro della sezione efficace dal baricentro della sezione con eN,y e eN,z distanze del baricentro della sezione efficace dal baricentro della sezione
lorda, lungo gli assi y e z rispettivamente. lorda, lungo gli assi y e z rispettivamente.
I N E
Nelle [C4.2.37] e [C4.2.38] , sono i coefficienti di riduzione per l’instabilità a Nelle [C4.2.37] e [C4.2.38] , sono
N L i coefficienti di riduzione per l’instabilità a
O
y z y z
LT
ANTC.
compressione e è il coefficiente di riduzione per l’instabilità flessotorsionale, dati nel compressione e è il coefficiente di riduzione per l’instabilità flessotorsionale, dati nel
C
§4.2.4.1.3.1 e §4.2.4.1.3.2Idelle
LT
CN
§4.2.4.1.3 delle NTC.
E
T - Coefficienti di interazione per la verifica di stabilità a pressoflessione di elementi con
Tabella C4.2.IV - Coefficienti di interazione per la verifica di stabilità a pressoflessione di elementi con
N E
Tabella C4.2.IV
I O
modesta deformabilità torsionale modesta deformabilità torsionale
L AZ
G IS
I LE
O D
T TIN
L LE
I coefficienti di interazione k , k ,B
O
k e k sono dati nella Tabella C4.2.IV, per le I coefficienti di interazione k , k , k e k sono dati nella Tabella C4.2.IV, per le
yy yz zy zz yy yz zy zz
membrature a sezione chiusa e per quelle a sezione aperta vincolate a torsione, e nella membrature a sezione chiusa e per quelle a sezione aperta vincolate a torsione, e nella
Tabella C4.2.V per le membrature a sezione aperta non vincolate a torsione. I valori Tabella C4.2.V per le membrature a sezione aperta non vincolate a torsione. I valori
riportati dipendono dai coefficienti my, mz per l’instabilità a compressione con riportati dipendono dai coefficienti my, mz per l’instabilità a compressione con
inflessione intorno agli assi y e z, rispettivamente, e dal coefficiente mLT, per l’instabilità inflessione intorno agli assi y e z, rispettivamente, e dal coefficiente mLT, per l’instabilità
flessotorsionale, che sono dati, in funzione del tipo di carico e dell’effettiva distribuzione flessotorsionale, che sono dati, in funzione del tipo di carico e dell’effettiva distribuzione
dei momenti flettenti lungo l’elemento strutturale, in Tabella C4.2.VI. dei momenti flettenti lungo l’elemento strutturale, in Tabella C4.2.VI.
I N E
N L
Per la valutazione dei coefficienti my si farà riferimento ai vincoli allo spostamento lungo
si farà riferimento ai vincoli allo z; per la valutazione dei A
O
Per la valutazione dei coefficienti my si farà riferimento ai vincoli allo spostamento lungo
z; per la valutazione dei coefficienti e
mz mLT
O N rispettivamente.
mz
A Z adeguatamente
il calcolo dei coefficienti d’interazione si possono adottare metodi alternativi,
adeguatamente comprovati.
S L comprovati.
E GI
Tabella C4.2.VI - Coefficienti correttivi del momento flettente per la verifica di stabilità a presso-flessione Tabella C4.2.VI - Coefficienti correttivi del momento flettente per la verifica di stabilità a presso-flessione
deviata.
I L deviata.
Coefficienti D, ,
Diagramma del O
IN concentrato
my mz mLT
Diagramma del
Coefficienti , , my mz mLT
T
Intervallo Intervallo
T
momento Carico Carico momento Carico Carico
LE
uniforme uniforme concentrato
L
BO
1 1 0,6 0, 4 0, 4 Elimin
1 1 0,6 0, 4 0, 4
0 S 1 1 1 0, 2 0,8s 0, 4 0, 2 0,8s 0, 4
0 S 1 1 1 0, 2 0,8s 0, 4 0, 2 0,8s 0, 4
0 1 0, 95 0, 05h 0, 90 0,10h
1 h 0 0 1 0, 95 0, 05h 0, 90 0,10h
h Mh Ms 0
,9,
001
0
12
1 h 0
h
10 0
,9,0
50 5
12
h Mh Ms
h
0
,9,
001
0h
12
10 0
,9,0
50 5h
12
C4.2.4.1.3.3.3. Metodo generale per la verifica ad instabilità laterale e flesso-torsionale
Se elementi strutturali o parti di struttura non sono conformi ai requisiti imposti per C4.2.4.1.3.3.3. Metodo generale per la verifica ad instabilità laterale e flesso-torsionale
IC
Da tali moltiplicatori è possibile ricavare la snellezza adimensionale
ult,k
op [C4.2.40]
C N
ult,k
TE
cr,op op [C4.2.40]
NE
cr,op
dalla quale si ottiene il fattore di riduzione della resistenza del sistema
ZIO min ;
dalla quale si ottiene il fattore di riduzione della resistenza del sistema
A
op min op ; LT op [C4.2.41]
G e per le Tali moltiplicatori dei carichi di progetto, sono ricavati all’interno del §4.2.4.1.3 delle NTC
Tali moltiplicatori dei carichi di progetto, sono ricavati all’interno del §4.2.4.1.3 delle
con formule semplificate valide solo per particolari casi di sollecitazione
L Einvece,
D
geometrie delle sezioni più comuni e doppiamente simmetriche. Il calcolo, I di tali con formule semplificate valide solo per particolari casi di sollecitazione e per le
coefficienti tramite modelli numerici più complessi consente la
geometrie e condizioni di carico qualunque, purché IconvalidatoN O tramite attendibili coefficienti tramite modelli numerici più complessi consente la loro definizione per
loro definizione per geometrie delle sezioni più comuni e doppiamente simmetriche. Il calcolo, invece, di tali
T
ET è fortemente
riscontri sperimentali. Ovviamente tale metodo di analisi
caso di strutture speciali e/o caratterizzate daLconformazioni
raccomandato nel geometrie e condizioni di carico qualunque, purché convalidato tramite attendibili
L strutturali particolarmente riscontri sperimentali. Ovviamente tale metodo di analisi è fortemente raccomandato nel
BO sperimentale.
complesse, per le quali sia giustificato il riscontro
La verifica complessiva nei confronti dell’instabilità al di fuori del piano per l’elemento
caso di strutture speciali e/o caratterizzate da conformazioni strutturali particolarmente
complesse, per le quali sia giustificato il riscontro sperimentale.
strutturale generico (non prismatico, con condizioni al contorno particolari, ecc.) o per la La verifica complessiva nei confronti dell’instabilità al di fuori del piano per l’elemento
struttura è imposta con la formula seguente strutturale generico (non prismatico, con condizioni al contorno particolari, ecc.) o per la
op ult,k struttura è imposta con la formula seguente
1,0 [C4.2.42]
M1 op ult,k
1,0 [C4.2.42]
M1
C4.2.4.1.3.4 Stabilità dei pannelli
C4.2.4.1.3.4 Stabilità dei pannelli
I pannelli d’anima degli elementi strutturali, laminati oppure realizzati in soluzione
composta saldata, devono essere verificati nei confronti dei fenomeni di instabilità I pannelli d’anima degli elementi strutturali, laminati oppure realizzati in soluzione
dell’equilibrio allo stato limite ultimo. composta saldata, devono essere verificati nei confronti dei fenomeni di instabilità
dell’equilibrio allo stato limite ultimo.
E
paragrafi seguenti. paragrafi seguenti.
C4.2.4.1.3.4.1. Stabilità dei pannelli soggetti a taglio
I N
C4.2.4.1.3.4.1. Stabilità dei pannelli soggetti a taglio
L
N
I pannelli d’anima rettangolari delle travi a pareti piena devono essere verificati nei I pannelli d’anima rettangolari delle travi a pareti piena devono essere verificati nei
riguardi dell’instabilità per taglio quando il rapporto altezza spessore h w/t supera il
O
riguardi dell’instabilità per taglio quando il rapporto altezza spessore h w/t supera il
A
IC
valore valore
h W 72 h W 72
C N
TE
[C4.2.43] [C4.2.43]
t t
N E
IO
nel caso di pannelli non irrigiditi e nel caso di pannelli non irrigiditi e
h W 31
AZh 31
k
L k
W
[C4.2.44] [C4.2.44]
GIS
t t
E
per pannelli irrigiditi, dove hw è l’altezza del pannello, t il suo spessore, è uguale a 1,20, per pannelli irrigiditi, dove hw è l’altezza del pannello, t il suo spessore, è uguale a 1,20,
k è il minimo coefficiente di instabilità per taglio del pannello e
D IL k è il minimo coefficiente di instabilità per taglio del pannello e
235 f y [MPa]
IN O
[C4.2.45] 235 f y [MPa] [C4.2.45]
T T
LE
In questo caso devono essere previsti irrigidimenti trasversali in corrispondenza dei In questo caso devono essere previsti irrigidimenti trasversali in corrispondenza dei
vincoli.
L vincoli.
intermedi è espressa da
BO
La resistenza all’instabilità per taglio di un pannello d’anima privo di irrigidimenti La resistenza all’instabilità per taglio di un pannello d’anima privo di irrigidimenti
intermedi è espressa da
f yw h w t f yw h w t
Vb,Rd Vbw,Rd Vbf ,Rd [C4.2.46] Vb,Rd Vbw,Rd Vbf ,Rd [C4.2.46]
3 M1 3 M1
dove fyw è la tensione di snervamento del pannello, w è un coefficiente che tiene conto dove fyw è la tensione di snervamento del pannello, w è un coefficiente che tiene conto
dell’instabilità elastica dell’elemento ed è dato nella Tabella C4.2.VII in funzione del dell’instabilità elastica dell’elemento ed è dato nella Tabella C4.2.VII in funzione del
coefficiente di snellezza w e della rigidezza dell’irrigiditore sull’appoggio, Vbw,Rd è il coefficiente di snellezza w e della rigidezza dell’irrigiditore sull’appoggio, Vbw,Rd è il
contributo resistente dell’anima contributo resistente dell’anima
N L
O
dell’irrigiditore, tf lo spessore della piattabanda di resistenza assiale minima e M f,red è il dell’irrigiditore, tf lo spessore della piattabanda di resistenza assiale minima e M f,red è il
momento resistente di progetto ridotto della sezione costituita dalle aree efficaci, A fi e Afs
A
momento resistente di progetto ridotto della sezione costituita dalle aree efficaci, A fi e Afs
IC
N
rispettivamente, delle sole piattabande inferiore e superiore, che tiene conto rispettivamente, delle sole piattabande inferiore e superiore, che tiene conto
dell’eventuale presenza dello sforzo normale di progetto NEd,
E C
dell’eventuale presenza dello sforzo normale di progetto NEd,
T
NE 1 A A
Mfk NEd M0 M N
Mf ,red 1 fk Ed M0
IO
[C4.2.49] Mf ,red [C4.2.49]
A fi A fs f yf
fs f yf
M0
Z M0 fi
O
ciascuna coppia di piatti sia almeno uguale a 4 h t /e può essere considerato 2 2
T rigido. altri casi il montante d’appoggio deve essere considerato non rigido.
Coefficiente di
snellezza B O
Coefficiente
montanti d’appoggio rigidi
w
gli altri casi
w Coefficiente di
snellezza
Coefficiente per
montanti d’appoggio rigidi
Coefficiente per
gli altri casi
w w
w 0,83 w 0,83
w 1,08
1,37 0,7 w 0,83 w w 1,08
1,37 0,7 w 0,83 w
Il parametro di snellezza w è dato dalla formula Il parametro di snellezza w è dato dalla formula
f yw f yw
W 0,76 [C4.2.50] W 0,76 [C4.2.50]
cr cr
N
2
h h
O
k 4,00 5,34 w se a h w 1 k 4,00 5,34 w se a h w 1
a a
IC A
N
dove a è la lunghezza del pannello compreso tra due irrigiditori trasversali rigidi dove a è la lunghezza del pannello compreso tra due irrigiditori trasversali rigidi
C
TE
consecutivi. In assenza di irrigidimenti la lunghezza a del pannello si considera consecutivi. In assenza di irrigidimenti la lunghezza a del pannello si considera
E
coincidente con quella della trave. coincidente con quella della trave.
Un irrigiditore trasversale può essere considerato rigido quando il suo momento d’inerzia
IO N
Un irrigiditore trasversale può essere considerato rigido quando il suo momento d’inerzia
AZ I
Ist soddisfa le relazioni seguenti Ist soddisfa le relazioni seguenti
Ist 1,5 h 3w t 3 /a 2 se a h w 2
IS L 1,5 h 3w t 3 /a 2 se a h w 2
G
st
LE
[C4.2.52] [C4.2.52]
Ist 0,75 h w t 3 se a h w 2 Ist 0,75 h w t 3 se a h w 2
D I
O
Gli irrigiditori trasversali rigidi devono essere verificati per una forza assiale Gli irrigiditori trasversali rigidi devono essere verificati per una forza assiale
f yw h w t IN
TT
f yw h w t
Nst,d VEd Nst,d VEd
LE
[C4.2.53] [C4.2.53]
3 2w M1 3 2w M1
L
BO
essendo VEd è il taglio di calcolo a distanza 0,5hw dal bordo del pannello più sollecitato. essendo VEd è il taglio di calcolo a distanza 0,5hw dal bordo del pannello più sollecitato.
Nel caso di pannelli dotati di irrigiditori longitudinali: Nel caso di pannelli dotati di irrigiditori longitudinali:
se gli irrigiditori longitudinali sono più di due o se il rapporto d’allungamento =a/hw≥3 se gli irrigiditori longitudinali sono più di due o se il rapporto d’allungamento =a/hw≥3
il coefficiente k è dato da il coefficiente k è dato da
2 2
h h
k 5,34 4,00 w +k l quando =a h w 1 k 5,34 4,00 w +k l quando =a h w 1
a a
[C4.2.54] [C4.2.54]
2
h h
2
k 4,00 5,34 w +k l quando = a h w 1 k 4,00 5,34 w +k l quando = a h w 1
a a
in cui in cui
1 I Isl 1 I Isl
k 4,1 6,3 0,18 3 sl k 4,1 6,3 0,18 3 sl
INE
2 +2,2 [C4.2.56] 2 +2,2 [C4.2.56]
3 3
t hw
3
t hw t hw
3
t hw
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
GIS
E
IL
Figura C4.2.12 - Irrigidimenti longitudinali dei pannelli d’anima Figura C4.2.12 - Irrigidimenti longitudinali dei pannelli d’anima
OD
C4.2.4.1.3.4.2. Stabilità dei pannelli soggetti a compressione C4.2.4.1.3.4.2. Stabilità dei pannelli soggetti a compressione
TIN
La verifica di stabilità dei pannelli compressi non irrigiditi si conduce considerando la La verifica di stabilità dei pannelli compressi non irrigiditi si conduce considerando la
ET
sezione efficace del pannello. sezione efficace del pannello.
L
L’area della sezione efficace è definita come Ac,eff Ac , dove è il coefficiente di
L lastra e A è l’area lorda della sezione del
L’area della sezione efficace è definita come Ac,eff Ac , dove è il coefficiente di
pannello. B O
riduzione che tiene conto dell’instabilità della c riduzione che tiene conto dell’instabilità della lastra e Ac è l’area lorda della sezione del
pannello.
Nel caso dei pannelli irrigiditi su entrambi i lati longitudinali il coefficiente è dato da Nel caso dei pannelli irrigiditi su entrambi i lati longitudinali il coefficiente è dato da
1,0 se p 0,673 1,0 se p 0,673
p 0,055 3 1 [C4.2.57] p 0,055 3 1 [C4.2.57]
se p 0,673 se p 0,673
2p p 2p p
dove = 2/1 è il rapporto tra le tensioni ai bordi del pannello, essendo 1 la tensione di dove = 2/1 è il rapporto tra le tensioni ai bordi del pannello, essendo 1 la tensione di
compressione massima in valore assoluto. compressione massima in valore assoluto.
Nel caso di pannelli irrigiditi su un solo lato longitudinale ρ è dato da Nel caso di pannelli irrigiditi su un solo lato longitudinale ρ è dato da
fy b fy b
p [C4.2.59] p [C4.2.59]
cr 28,4 t k cr 28,4 t k
dove il coefficiente per l’instabilità per compressione k , dipendente da e dalle dove il coefficiente per l’instabilità per compressione k , dipendente da e dalle
condizioni di vincolo, è dato nella Tabella C4.2.VIII per i pannelli con entrambi i bordi
N E
condizioni di vincolo, è dato nella Tabella C4.2.VIII per i pannelli con entrambi i bordi
I
longitudinali irrigiditi e nella Tabella C4.2.IX per i pannelli con un solo bordo
N L
longitudinali irrigiditi e nella Tabella C4.2.IX per i pannelli con un solo bordo
longitudinale irrigidito, e b è la larghezza del pannello. b é uguale a hw per i pannelli
O
longitudinale irrigidito, e b è la larghezza del pannello. b é uguale a hw per i pannelli
A
d’anima, è uguale alla larghezza b della piattabanda per le piattabande interne, è uguale a
IC
d’anima, è uguale alla larghezza b della piattabanda per le piattabande interne, è uguale a
N
C
b-3tf per le piattabande delle sezioni rettangolari cave di spessore tf ed è uguale alla b-3tf per le piattabande delle sezioni rettangolari cave di spessore tf ed è uguale alla
lunghezza c dello sbalzo per le piattabande o le ali irrigidite da un sol lato.
TE
lunghezza c dello sbalzo per le piattabande o le ali irrigidite da un sol lato.
E
IO N
AZ
Tabella C4.2.VIII - Larghezza efficace di pannelli compressi con entrambi i bordi longitudinali irrigiditi Tabella C4.2.VIII - Larghezza efficace di pannelli compressi con entrambi i bordi longitudinali irrigiditi
Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello
IS L Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello
EG
2
2 1 1
1
I L 1
beff b
O D beff b
TIN
be1 0,5 beff be2 0,5 beff be1 0,5 beff be2 0,5 beff
T
LE1
2
2
0 1 0
L 1
BO
1
beff b beff b
2 2
be1 beff be2 beff be1 be1 beff be2 beff be1
5 5
2 2
0 0
1 1
b b
beff beff
1 1
be1 0, 4 beff be2 0,6 beff be1 0, 4 beff be2 0,6 beff
1 3
1 0 0 1
1 3
2 / 1 1,00 1 0 0 0 1 -1 2 / 1 1,00 0 -1
Tabella C4.2.IX - Larghezza efficace di pannelli compressi con un solo bordo longitudinale irrigidito Tabella C4.2.IX - Larghezza efficace di pannelli compressi con un solo bordo longitudinale irrigidito
Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello
2 2
INE
1 0 1 0
1 1
beff c N L beff c
A O
2
N IC
2
0
C
0
TE
1 1
NE
c c
beff bc beff bc
ZIO
1 1
2 / 1
1 0 0 1
L A 2 / 1
1 0 0 1
GIS
1,00 0 -1 1,00 0 -1
E
I L23,8
fattore k
0,578 / (0,34 ) 1,7 5 17,12 0,578 / (0,34 ) 1,7 5 17,12
D
0,43 1,70 fattore k 0,43 1,70 23,8
O
TIN
Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello Distribuzione delle tensioni Larghezza efficace del pannello
E T
LL 1 0
2
2
1 0
BO
1 1
beff c beff c
2 2
0 0
1 1
c c
beff bc beff bc
1 1
2 / 1 2 / 1
1 3 1 3
fattore k 0,57 0, 21 0,07 2 fattore k 0,57 0, 21 0,07 2
N
Ed [C4.2.60] Ed [C4.2.60]
ZIO
f A
y eff f W y eff y eff f W y eff
M0 M0
A
L Nel caso in cui l’elemento sia soggetto a compressione e a flessione biassiale, l’equazione
M0 M0
I S
Nel caso in cui l’elemento sia soggetto a compressione e a flessione biassiale, l’equazione
G
di verifica dei pannelli è
L E di verifica dei pannelli è
[C4.2.61] I
N e M N e N e M N e
D
N M y,Ed Ed y,N y,Ed Ed z,N N M y,Ed Ed y,N y,Ed Ed z,N
1,0 1,0 [C4.2.61]
O
Ed Ed
N
f A f W f W f A f W f W
I
y eff y y,eff y z,eff y eff y y,eff y z,eff
M0 M0
T T M0 M0 M0 M0
E calcolo rispetto agli assi y e z della dove M ed M sono i momenti flettenti di calcolo rispetto agli assi y e z della
Ldegli
L
dove M ed M
y,Ed sono i momenti flettenti di
z,Ed y,Ed z,Ed
y,N
B
sezione, mentre e ed e sono le eccentricità
O
z,N
i moduli resistenti e l’area della sezione efficace.
assi neutri e W , W
y,eff ed A sono sezione, mentre e ed e sono le eccentricità degli assi neutri e W , W
z,eff eff y,N z,N
i moduli resistenti e l’area della sezione efficace.
ed A sono y,eff z,eff eff
In alternativa a quanto detto sopra e in via semplificata, l’area efficace Aeff si può In alternativa a quanto detto sopra e in via semplificata, l’area efficace Aeff si può
determinare considerando la sezione soggetta a compressione semplice e il modulo determinare considerando la sezione soggetta a compressione semplice e il modulo
resistente efficace Weff si può determinare considerando la sezione soggetta a flessione resistente efficace Weff si può determinare considerando la sezione soggetta a flessione
pura. pura.
Nel calcolo si deve tener conto anche degli effetti dovuti al trascinamento da taglio, Nel calcolo si deve tener conto anche degli effetti dovuti al trascinamento da taglio,
considerando una larghezza collaborante determinata in accordo con il § C4.2.4.1.3.4.3. considerando una larghezza collaborante determinata in accordo con il § C4.2.4.1.3.4.3.
C4.2.4.1.3.4.3. Larghezza collaborante C4.2.4.1.3.4.3. Larghezza collaborante
Gli effetti di trascinamento da taglio possono essere trascurati se risulta b0<0,02Le, dove Gli effetti di trascinamento da taglio possono essere trascurati se risulta b0<0,02Le, dove
b0=0,5b per le piattabande interne, essendo b l’interasse delle anime, e b 0=c per le parti a b0=0,5b per le piattabande interne, essendo b l’interasse delle anime, e b 0=c per le parti a
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
GIS
E
D IL
IN O
T
ET
Detta Asl l’area di tutti gli irrigiditori longitudinali compresi nella larghezza b 0, il Detta Asl l’area di tutti gli irrigiditori longitudinali compresi nella larghezza b 0, il
coefficiente 0 è
L coefficiente 0 è
0 1
A sl .
B OL [C4.2.63] 0 1
A sl . [C4.2.63]
b0 t b0 t
Nel caso di travi continue in cui le luci di due campate adiacenti non differiscono di più Nel caso di travi continue in cui le luci di due campate adiacenti non differiscono di più
del 50% e gli eventuali sbalzi hanno luce non superiore al 50% della campata adiacente, le del 50% e gli eventuali sbalzi hanno luce non superiore al 50% della campata adiacente, le
luci equivalenti Le ed i coefficienti possono essere calcolati come indicato in Figura luci equivalenti Le ed i coefficienti possono essere calcolati come indicato in Figura
C4.2.13. C4.2.13.
La distribuzione delle tensioni normali nella piattabanda, considerando l’effetto del La distribuzione delle tensioni normali nella piattabanda, considerando l’effetto del
trascinamento da taglio, è riportata in Figura C4.2.14., con l’andamento delle tensioni nei trascinamento da taglio, è riportata in Figura C4.2.14., con l’andamento delle tensioni nei
due casi (a) e (b) descritto rispettivamente da due casi (a) e (b) descritto rispettivamente da
2 1, 25 ( 0, 20) 1 2 0 2 1, 25 ( 0, 20) 1 2 0
4
4 [C4.2.64]
4
4 [C4.2.64]
(a) 0, 20 y ; (b) 0, 20 y (a) 0, 20 y ; (b) 0, 20 y
(y) 2 ( 1 )
2 1-
(y)
1 1-
(y) 2 (1 2 ) 1- (y) 1 1-
b0
b1
b0
b
1
Allo stato limite ultimo, gli effetti di trascinamento da taglio delle piattabande compresse Allo stato limite ultimo, gli effetti di trascinamento da taglio delle piattabande compresse
possono essere determinati considerando un’area efficace Aeff data da possono essere determinati considerando un’area efficace Aeff data da
I N
Per tener conto dell’instabilità locale l’area effettiva di ciascun sottopannello deve essere
L
Per tener conto dell’instabilità locale l’area effettiva di ciascun sottopannello deve essere
N
O
valutata considerando il coefficiente di riduzione indicato nel seguito. valutata considerando il coefficiente di riduzione indicato nel seguito.
Il pannello irrigidito deve essere verificato per l’instabilità globale: il calcolo deve essere
IC A
Il pannello irrigidito deve essere verificato per l’instabilità globale: il calcolo deve essere
effettuato considerando le aree efficaci degli irrigiditori e modellando il pannello come
N
effettuato considerando le aree efficaci degli irrigiditori e modellando il pannello come
C
TE
una piastra ortotropa equivalente, in modo da determinare il coefficiente di riduzione c una piastra ortotropa equivalente, in modo da determinare il coefficiente di riduzione c
per l’instabilità globale.
E
per l’instabilità globale.
N
IO
Indicati con Asl,eff la somma delle aree efficaci di tutti gli irrigiditori longitudinali che sono Indicati con Asl,eff la somma delle aree efficaci di tutti gli irrigiditori longitudinali che sono
nella zona compressa e con loc il coefficiente di riduzione della larghezza bc,loc della parte
L AZ nella zona compressa e con il coefficiente di riduzione della larghezza b della parte
IS
loc c,loc
compressa di ogni sottopannello, valutati come indicato nel seguito, e detto t lo spessore compressa di ogni sottopannello, valutati come indicato nel seguito, e detto t lo spessore
G
LE
del sottopannello, l’area efficace Ac,eff,loc degli irrigiditori e dei sottopannelli che sono in del sottopannello, l’area efficace Ac,eff,loc degli irrigiditori e dei sottopannelli che sono in
zona compressa è data da
D I zona compressa è data da
O
Ac,eff ,loc Asl,eff loc bc,loc t Ac,eff ,loc Asl,eff loc bc,loc t
TIN
[C4.2.66] [C
T
c c
E
LL
essendo la sommatoria estesa a tutta la zona compressa del pannello irrigidito, ad essendo la sommatoria estesa a tutta la zona compressa del pannello irrigidito, ad
BO
eccezione delle parti, di larghezza blat,eff, vincolati a lastre adiacenti (Figura C4.2.15). eccezione delle parti, di larghezza blat,eff, vincolati a lastre adiacenti (Figura C4.2.15).
Figura C4.2.15 - Lastra irrigidita uniformemente compressa Figura C4.2.15 - Lastra irrigidita uniformemente compressa
L’area efficace della parte compressa del pannello nervato è quindi data da L’area efficace della parte compressa del pannello nervato è quindi data da
Nel caso di lastre irrigidite pressoinflesse si può far riferimento alla Figura C4.2.16. In Nel caso di lastre irrigidite pressoinflesse si può far riferimento alla Figura C4.2.16. In
detta figura bi e bi+1 rappresentano le larghezze di lamiera collaboranti con l’irrigidi-tore, detta figura bi e bi+1 rappresentano le larghezze di lamiera collaboranti con l’irrigiditore, Elimin
che possono essere ricavate, sempre in riferimento alla Figura C4.2.16, dalla Tabella che possono essere ricavate, sempre in riferimento alla Figura C4.2.16, dalla Tabella
C4.2.XI. C4.2.XI.
Il coefficiente di riduzione c per l’instabilità globale può essere determinato come Il coefficiente di riduzione c per l’instabilità globale può essere determinato come
c
c
2
c [C4.2.68]
c
c
2
c [C4.2.68]
IS
cr,c cr,c
E t
G E t
2 2 2 2
12 1 a
[C4.2.70]
L E
12 1 a
[C4.2.70]
I
cr,c 2 2 cr,c 2 2
O D
N
se non irrigidito, e da se non irrigidito, e da
T I
T
b b
LEle distanze del lembo e dell’irrigiditore se irrigidito, essendo b e b , rispettivamente, le distanze del lembo e dell’irrigiditore
cr,c cr,sl
c [C4.2.71]
cr,c cr,sl
c [C4.2.71]
b b
L
sl,l sl,l
Z
LA
Tabella C4.2.XI - Calcolo della larghezza di lamiera collaborante in riferimento alla Figura C4.2.16 Tabella C4.2.XI - Calcolo della larghezza di lamiera collaborante in riferimento alla Figura C4.2.16
GIS
larghezza collaborante larghezza collaborante
larghezza collaborante larghezza collaborante
E
per il calcolo dell’area per il calcolo dell’area
IL
per il calcolo dell’area i per il calcolo dell’area i
efficace efficace
D
lorda lorda
(Tabella C4.2.VIII) (Tabella C4.2.VIII)
31 O
IN 31 cr,sl,1
T
3 1 3 1
b1,eff 0 b1,eff 0
T
cr,sl,1
b1,inf b1 b1,inf b1
51 cr,p
L2E
5 1 51
1
cr,p 5 1 1
L b
BO 5
2 2 2
b2,sup b2 2
0 b2,sup b2 b2,eff 2
0
52 52
2
52
2,eff 2
2 cr,sl,1 cr,sl,1
b3,sup 0, 4 b3c 0,4 b3c,eff 3 3 0 b3,sup 0, 4 b3c 0,4 b3c,eff 3 3 0
2 2
Nella [C4.2.71] cr,sl rappresenta la tensione critica eleuriana dell’irrigiditore Nella [C4.2.71] cr,sl rappresenta la tensione critica eleuriana dell’irrigiditore
maggiormente compresso maggiormente compresso
2 E Isl,l 2 E Isl,l
cr,sl [C4.2.72] cr,sl [C4.2.72]
Asl a 2 Asl a 2
fy fy
c [C4.2.73] c [C4.2.73]
cr,c cr,c
per i pannelli non irrigiditi e da per i pannelli non irrigiditi e da
E
Asl,l,efffy Asl,l,eff fy
c
A [C4.2.74] λc =√ Asl σcr,c
L I N [C4.2.74]
N
sl,l
per i pannelli irrigiditi, essendo Asl,l,eff l’area efficace dell’irrigiditore e delle parti di
A O
per i pannelli irrigiditi, essendo Asl,l,eff l’area efficace dell’irrigiditore e delle parti di
IC
pannello ad esso adiacenti.
N
pannello ad esso adiacenti.
Il fattore di riduzione c può essere ottenuto applicando la formula [4.2.44] del §4.2.4.1.3.1
EC un opportuno valore amplificato, , del coefficiente .
Il fattore di riduzione c può essere ottenuto applicando la formula [4.2.44] del §4.2.4.1.3.1
delle NTC e considerando un opportuno valore amplificato, e, del coefficiente . T
delle NTC e considerando
E irrigiditi si può assumere
e
N
Per pannelli
O 0,09e
ZI
Per pannelli irrigiditi si può assumere
e
0,09e
L A [C4.2.75]
GIS
e
[C4.2.75] i
i
LE
dove =0,34 (curva b della Tabella 4.2.VIII delle NTC) per irrigiditori a sezione chiusa e
dove =0,34 (curva b della Tabella 4.2.VIII delle NTC) per irrigiditori a sezione chiusa e
D I
=0,49 (curva c della Tabella 4.2.VIII delle NTC) per irrigiditori a sezione aperta. Nella
=0,49 (curva c della Tabella 4.2.VIII delle NTC) per irrigiditori a sezione aperta. Nella
O
[C4.2.75] e=max(e1,e2), dove e1 e e2 rappresentano le distanze dal baricentro della lamiera
IN
[C4.2.75] e=max(e1,e2), dove e1 e e2 rappresentano le distanze dal baricentro della lamiera
T
e dal baricentro dell’irrigiditore singolo, rispettivamente, (o dei baricentri dei due
ET
e dal baricentro dell’irrigiditore singolo, rispettivamente, (o dei baricentri dei due
irrigiditori, in casi di irrigiditori doppi) dal baricentro della sezione efficace
L L
irrigiditori, in casi di irrigiditori doppi) dal baricentro della sezione efficace
dell’irrigiditore (vedi Figura C4.2.16), e i è il raggio d’inerzia della sezione lorda
BO
dell’irrigiditore (vedi Figura C4.2.16), e i è il raggio d’inerzia della sezione lorda
dell’irrigiditore, comprensiva della parte di lamiera collaborante:
dell’irrigiditore, comprensiva della parte di lamiera collaborante:
Isl,l
I i
i sl,l [C4.2.76] Asl,l [C4.2.76]
Asl,l
Per pannelli non irrigiditi si può porre e==0,21 (curva a della Tab. 4.2.VIII delle NTC).
Per pannelli non irrigiditi si può porre e==0,21 (curva a della Tab. 4.2.VIII delle NTC).
dove t e b sono lo spessore e la larghezza della piastra irrigidita (v. Figura C4.2.16) e k ,p è dove t e b sono lo spessore e la larghezza della piastra irrigidita (v. Figura C4.2.16) e k ,p è
il coefficiente d’instabilità per tensioni normali.
E
il coefficiente d’instabilità per tensioni normali.
I N
In mancanza di determinazioni più accurate, il coefficiente k,p per un pannello di
L
In mancanza di determinazioni più accurate, il coefficiente k,p per un pannello di
N
lunghezza a può essere assunto uguale a
O
lunghezza a può essere assunto uguale a
A
IC
2 2
2
2
N
21 1 21 1
1 1
C
TE
k s
e 4 [C4.2.78.a] k s
e 4 [C4.2.78.a]
,p 1
,p 1
2
1
1
2
1
1
E4
1 1
41
N
IO
1
k s
e
4
AZ k s
e
4
L
,p 1 [C4.2.78.b]
,
p 1 [C4.2.78.b]
IS
11 11
E G
IL
in cui in cui
OD
a a
1= 0,5; 1= 0,5;
IN= / 0,5, essendo
b b
T
ET
è il rapporto tra le tensioni ai lembi del pannello, la è il rapporto tra le tensioni ai lembi del pannello, =2/10,5, essendo 1 la
L
2 1 1
O L
tensione al lembo maggiormente compresso; tensione al lembo maggiormente compresso;
momento d’inerzia della lamiera:
B baricentrico dell’intera piastra irrigidita, I
è il rapporto tra il momento d’inerzia sl, e il è il rapporto tra il momento d’inerzia baricentrico dell’intera piastra irrigidita, I sl, e il
momento d’inerzia della lamiera:
12 1
2
Isl [C4.2.79]
12 1
2
Isl [C4.2.79]
bt 3
bt 3
è il rapporto tra l’area complessiva lorda degli irrigiditoriAsl e l’area lorda della è il rapporto tra l’area complessiva lorda degli irrigiditoriAsl e l’area lorda della
lamiera lamiera
Asl [C4.2.80]
Asl [C4.2.80]
b t b t
Piastre con uno o due irrigiditori longitudinali in zona compressa Piastre con uno o due irrigiditori longitudinali in zona compressa
1
,
05
E s
l
,
1
It b 3
1
,
05
E s
l
,
1
It b 3
s
e
aa [C4.2.81.a] s
e
aa [C4.2.81.a]
E
c
r
,
sl c c
r
,
sl c
Ab b Ab b
N
s
l,
1 1 2 s
l,
1 1 2
L I
ON
2
EI E
b
a
23
t
2
EI E
b
a
23
t
s l
,
1
s
e
a
a [C4.2.81.b] s l
,
1
s
e
a
ac [C4.2.81.b]
c
r
,
s
l c c
r
,
s
l
2
2 2
22
2
2 2
22
A
A
s
l
,a
1 4 1 As
l
,
1b1b
2 A
s
l
,a
1 4 1 As
l
,
1b1b
2
dove Asl,1 è l’area lorda dell’irrigiditore, ottenuta come indicato in Figura C4.2.16 e in
N I C
dove Asl,1 è l’area lorda dell’irrigiditore, ottenuta come indicato in Figura C4.2.16 e in
EC
Tabella C4.2.XI, Isl,1 è il momento d’inerzia baricentrico della sezione lorda Tabella C4.2.XI, Isl,1 è il momento d’inerzia baricentrico della sezione lorda
dell’irrigiditore, b1 e b2 sono le distanze dell’irrigiditore dai bordi longitudinali del
E T
dell’irrigiditore, b1 e b2 sono le distanze dell’irrigiditore dai bordi longitudinali del
pannello b1+b2=b, e ac è uguale a
I O N pannello b1+b2=b, e ac è uguale a
Z ,3
LA a4
Il,1b
1b
2 2
I bb 2 2
GIS
a
c4
,3
34s 2
[C4.2.82]
3 c
4s
l,
1 1 2
[C4.2.82]
3
t b 3
t b
L E
DI
Piastra con due irrigiditori longitudinali Piastra con due irrigiditori longitudinali
O
Se la piastra presenta due irrigiditori longitudinali, di area Asl,1 e Asl,2, e momenti Se la piastra presenta due irrigiditori longitudinali, di area Asl,1 e Asl,2, e momenti
T I N
d’inerzia Isl,1 e Il,2I, rispettivamente, si possono considerare le tre situazioni limite d’inerzia Isl,1 e Il,2I, rispettivamente, si possono considerare le tre situazioni limite
illustrate in Figura C4.2.17.
E T illustrate in Figura C4.2.17.
LL
Nel caso I il primo irrigiditore si instabilizza e il secondo è considerato rigido; nel caso II Nel caso I il primo irrigiditore si instabilizza e il secondo è considerato rigido; nel caso II
BO
il secondo irrigiditore si instabilizza e il primo è considerato rigido; nel caso III, infine, si
considera un unico irrigiditore equivalente di area Asl,eq=Asl,1+Asl,2 e momento d’inerzia
il secondo irrigiditore si instabilizza e il primo è considerato rigido; nel caso III, infine, si
considera un unico irrigiditore equivalente di area Asl,eq=Asl,1+Asl,2 e momento d’inerzia
Isl,eq=Isl,1+Isl,2, disposto nel punto d’applicazione della risultante delle forze normali Isl,eq=Isl,1+Isl,2, disposto nel punto d’applicazione della risultante delle forze normali
incassate dei due irrigiditori. incassate dei due irrigiditori.
Mediante le formule [C4.2.81], ponendo b1=b*1, b2=b*2, b=b*, si calcolano le tensioni critiche
I N E
Mediante le formule [C4.2.81], ponendo b1=b*1, b2=b*2, b=b*, si calcolano le tensioni critiche
euleriane, , e , relative ai tre casi indicati in Figura C4.2.17. euleriane, , e
N
, relative ai Ltre casi indicati in Figura C4.2.17.
O
cr,pI cr,pII cr,pIII cr,pI cr,pII cr,pIII
La tensione critica del pannello è quella minima tra le tre sopra determinate
cr,p
I C A
La tensione critica del pannello è quella minima tra le tre sopra determinate
cr,p
m in , , m in CN
, ,
E
c
r,
p c
r,
pI c
r,
pII c
r,
pII
I [C4.2.83] c
r,
p c
r,
pI c
r,
pII c
r,
pII
I [C4.2.83]
C4.2.4.1.3.4.7.T
E
C4.2.4.1.3.4.7. Requisiti minimi per gli irrigiditori trasversali Requisiti minimi per gli irrigiditori trasversali
Gli irrigiditori trasversali devono garantire un adeguato vincolo alla lamiera, sia in Gli irrigiditori
I O N sia in presenza
trasversali devono garantire un adeguato vincolo alla lamiera, sia in
assenza, sia in presenza di nervature longitudinali.
A Z Gli irrigiditori trasversali
assenza, di nervature longitudinali.
Gli irrigiditori trasversali possono essere considerati come elementi semplicemente
I S L di appoggiati soggetti ai carichipossono essere considerati come elementi semplicemente
EG
appoggiati soggetti ai carichi laterali e ad un difetto di rettilineità di forma sinusoidale laterali e ad un difetto di rettilineità di forma sinusoidale di
ampiezza
I L ampiezza
w
m ina ;a;b
1 2
O D w
m ina ;a;b
1 2
N
[C4.2.84] [C4.2.84]
I
0 0
T all’irrigiditore considerato e b è in cui a e a sono le lunghezze dei due pannelli adiacenti all’irrigiditore considerato e b è
3 0 0 300
ET gli altri irrigiditori si considerano la luce dell’irrigiditore (Figura C4.2.18). Nel calcolo, gli altri irrigiditori si considerano
in cui a e a sono le lunghezze dei due pannelli adiacenti
la luce dell’irrigiditore (Figura C4.2.18). Nel L
1 2 1 2
L calcolo,
rigidi e rettilinei, come rappresentato in Figura
BO C4.2.18. rigidi e rettilinei, come rappresentato in Figura C4.2.18.
Figura C4.2.18 - Schema di calcolo per gli irrigiditori trasversali Figura C4.2.18 - Schema di calcolo per gli irrigiditori trasversali
Con le ipotesi sopra dette, si deve verificare, mediante un’analisi elastica del Con le ipotesi sopra dette, si deve verificare, mediante un’analisi elastica del
second’ordine che la tensione massima nell’irrigiditore risulti minore di f y/M1 e che second’ordine che la tensione massima nell’irrigiditore risulti minore di f y/M1 e che
LA
C4.2.4.1.3.4.5 e C4.2.4.1.3.4.6. NEd deve comunque soddisfare la relazione C4.2.4.1.3.4.5 e C4.2.4.1.3.4.6. NEd deve comunque soddisfare la relazione
E
[C4.2.88] [C4.2.88]
I L
D
in cui Ac,eff è l’area compressa effettiva del pannello nervato e max la massima tensione di in cui Ac,eff è l’area compressa effettiva del pannello nervato e max la massima tensione di
compressione nel pannello nervato stesso.
IN O compressione nel pannello nervato stesso.
T
ET
Qualora l’irrigidimento sia anche soggetto a forza normale di compressione N st, questa Qualora l’irrigidimento sia anche soggetto a forza normale di compressione N st, questa
L
deve essere incrementata ai fini della presente verifica semplificata di deve essere incrementata ai fini della presente verifica semplificata di
L
BO
m b2 m b2
Nst [C4.2.89] Nst [C4.2.89]
2
2
In alternativa al metodo appena descritto, in assenza di forza normale, la verifica In alternativa al metodo appena descritto, in assenza di forza normale, la verifica
semplificata può essere effettuata mediante un’analisi elastica lineare, considerando un semplificata può essere effettuata mediante un’analisi elastica lineare, considerando un
carico fittizio addizionale uniformemente distribuito sulla lunghezza b carico fittizio addizionale uniformemente distribuito sulla lunghezza b
q m w0 wel [C4.2.90] q m w0 wel [C4.2.90]
4 4
dove w0 è l’imperfezione [C4.2.84] e wel la deformazione elastica, che può essere dove w0 è l’imperfezione [C4.2.84] e wel la deformazione elastica, che può essere
determinata per iterazione, o assunta cautelativamente uguale a b/300. determinata per iterazione, o assunta cautelativamente uguale a b/300.
Nel caso di irrigiditori aperti, si deve inoltre effettuare la verifica di stabilità torsionale. Nel caso di irrigiditori aperti, si deve inoltre effettuare la verifica di stabilità torsionale.
i cui IT è il momento d’inerzia torsionale del solo irrigiditore e IP è il momento d’inerzia i cui IT è il momento d’inerzia torsionale del solo irrigiditore e IP è il momento d’inerzia
polare del solo irrigiditore, rispetto all’attacco con la lamiera. polare del solo irrigiditore, rispetto all’attacco con la lamiera.
Qualora si consideri la rigidezza torsionale da ingobbamento impedito, la verifica di Qualora si consideri la rigidezza torsionale da ingobbamento impedito, la verifica di
stabilità torsionale può essere effettuata controllando, in alternativa alla [C4.2.91], che stabilità torsionale può essere effettuata controllando, in alternativa alla [C4.2.91], che
risulti soddisfatta la disuguaglianza risulti soddisfatta la disuguaglianza
cr 6 f y cr 6 f y
E
[C4.2.92] [C4.2.92]
dove è la tensione critica eleuriana per l’instabilità torsionale dell’irrigiditore dove è la tensione critica eleuriana
L I N
N
cr cr per l’instabilità torsionale dell’irrigiditore
considerato incernierato alla lamiera. considerato incernierato alla lamiera.
O
Adovrebberolongitudinali
C4.2.4.1.3.4.9. Requisiti minimi per gli irrigiditori longitudinali
Gli irrigiditori longitudinali dovrebbero essere vincolati ad entrambe le estremità ad Gli irrigiditori longitudinali I C
C4.2.4.1.3.4.9. Requisiti minimi per gli irrigiditori
E
possono essere impiegati solo per le anime, e non per le piattabande, e non possono possono essere piattabande, e non possono
O N
essere considerati nell’analisi globale né nel calcolo delle tensioni; possono essere, invece, essere considerati
messi in conto per la determinazione delle tensioni critiche eleuriane e per il calcolo delle Imessi
nell’analisi globale né nel calcolo delle tensioni; possono essere, invece,
La distribuzione temporale delle ampiezze delle azioni nel corso della vita della struttura La distribuzione temporale delle ampiezze delle azioni nel corso della vita della struttura
è assegnata mediante il cosiddetto spettro di carico, che fornisce il numero di ripetizioni è assegnata mediante il cosiddetto spettro di carico, che fornisce il numero di ripetizioni
di ciascun livello delle azioni di progetto in un intervallo di tempo di riferimento, in di ciascun livello delle azioni di progetto in un intervallo di tempo di riferimento, in
funzione della destinazione d’uso della struttura e dell’intensità dell’utilizzazione. funzione della destinazione d’uso della struttura e dell’intensità dell’utilizzazione.
Quando lo spettro di carico effettivo è complesso al punto da non poter essere impiegato Quando lo spettro di carico effettivo è complesso al punto da non poter essere impiegato
direttamente nelle verifiche, esso può essere sostituito da spettri convenzionali, in grado direttamente nelle verifiche, esso può essere sostituito da spettri convenzionali, in grado
di riprodurre il danneggiamento a fatica e/o il livello massimo di escursione delle tensioni di riprodurre il danneggiamento a fatica e/o il livello massimo di escursione delle tensioni
Δσmax prodotti dallo spettro effettivo. Δσmax prodotti dallo spettro effettivo.
Nel caso degli edifici la verifica a fatica non è generalmente necessaria, salvo che per Nel caso degli edifici la verifica a fatica non è generalmente necessaria, salvo che per
membrature che sostengono macchine vibranti o dispositivi di sollevamento e trasporto membrature che sostengono macchine vibranti o dispositivi di sollevamento e trasporto
Gli spettri di tensione debbono essere ricavati analizzando gli oscillogrammi di tensione
N L
Gli spettri di tensione debbono essere ricavati analizzando gli oscillogrammi di tensione
(t), indotti nel dettaglio considerato dalle azioni dello spettro di carico assegnato, con O
(t), indotti nel dettaglio considerato dalle azioni dello spettro di carico assegnato, con
A
opportuni metodi di identificazione e di conteggio. Per le strutture civili si possono
IC
opportuni metodi di identificazione e di conteggio. Per le strutture civili si possono
N
C
impiegare, in alternativa, il metodo del serbatoio (reservoirmethod) o il metodo del flusso impiegare, in alternativa, il metodo del serbatoio (reservoirmethod) o il metodo del flusso
TE
di pioggia (rainflowmethod). Per singole strutture, ad esempio strutture offshore ecc., di pioggia (rainflowmethod). Per singole strutture, ad esempio strutture offshore ecc.,
anche in considerazione della particolare tipologia dello spettro di carico cui sono
N E
anche in considerazione della particolare tipologia dello spettro di carico cui sono
IO
soggette, si può far ricorso a metodi di conteggio alternativi, previa adeguata soggette, si può far ricorso a metodi di conteggio alternativi, previa adeguata
AZ Nel metodo del serbatoio (Figura C4.2.19) si ipotizza che l’oscillogramma delle tensioni
giustificazione. giustificazione.
Nel metodo del serbatoio (Figura C4.2.19) si ipotizza che l’oscillogramma delle tensioni
IS L
G
LE
rappresenti il profilo di fondo di un serbatoio pieno di liquido, i cui paramenti esterni rappresenti il profilo di fondo di un serbatoio pieno di liquido, i cui paramenti esterni
sono costituiti dal tratto convergente verso il massimo assoluto e da un tratto
D I sono costituiti dal tratto convergente verso il massimo assoluto e da un tratto
O
corrispondente, reale o fittizio. posto al termine del diagramma stesso. corrispondente, reale o fittizio. posto al termine del diagramma stesso.
T IN
LET
L
BO
Figura C4.2.19 - Metodo del serbatoio Figura C4.2.19 - Metodo del serbatoio
In riferimento alla Figura C4.2.19, si immagina di svuotare il serbatoio a partire dal In riferimento alla Figura C4.2.19, si immagina di svuotare il serbatoio a partire dal
E
traiettoria, immaginato verticale l’asse dei tempi (Figura C4.2.20). Si procede traiettoria, immaginato verticale l’asse dei tempi (Figura C4.2.20). Si procede
alternativamente da un massimo locale e da un minimo locale, curando che i massimi
L I N
alternativamente da un massimo locale e da un minimo locale, curando che i massimi
siano ordinati in senso decrescente e i minimi in senso crescente. Ogni volta che la goccia
N
siano ordinati in senso decrescente e i minimi in senso crescente. Ogni volta che la goccia
O
A
si distacca dalla traiettoria e cade o incontra un tratto già bagnato viene inizializzato un si distacca dalla traiettoria e cade o incontra un tratto già bagnato viene inizializzato un
nuovo semiciclo, in modo che ciascun tratto dell’oscillogramma venga percorso una sola
IC
nuovo semiciclo, in modo che ciascun tratto dell’oscillogramma venga percorso una sola
N
ECalla Figura C4.2.20 e dopo aver spostato il tratto 0 -1 alla fine
volta. I semicicli di uguale ampiezza vengono poi accoppiati sì da individuare i cicli. volta. I semicicli di uguale ampiezza vengono poi accoppiati sì da individuare i cicli.
Con riferimento alla Figura C4.2.20 e dopo aver spostato il tratto 0 -1 alla fine
T
Con riferimento
E
dell’oscillogramma:
N
dell’oscillogramma:
IO
AZ
- la prima goccia viene rilasciata dal punto 1, che rappresenta il massimo assoluto del - la prima goccia viene rilasciata dal punto 1, che rappresenta il massimo assoluto del
diagramma, percorre il tratto 1-2-2’-6 e cade individuando un semiciclo di ampiezza
1 = 1-6; IS L diagramma, percorre il tratto 1-2-2’-6 e cade individuando un semiciclo di ampiezza
1 = 1-6;
L EG
D I
IN O
T
L ET
L
BO
Figura C4.2.20 - Metodo del flusso di pioggia Figura C4.2.20 - Metodo del flusso di pioggia
- la seconda goccia viene rilasciata dal punto 6, che rappresenta il minimo assoluto del - la seconda goccia viene rilasciata dal punto 6, che rappresenta il minimo assoluto del
diagramma, percorre il tratto 5-7-7’-11-11’-14 e cade individuando un semiciclo di diagramma, percorre il tratto 5-7-7’-11-11’-14 e cade individuando un semiciclo di
ampiezza 1 = 14-6 (14=1); ampiezza 1 = 14-6 (14=1);
I N E
L
- la sesta goccia viene rilasciata dal punto 2, che rappresenta il terzo minimo locale del - la sesta goccia viene rilasciata dal punto 2, che rappresenta il terzo minimo locale del
diagramma, percorre il tratto 2-3-3’-5-5’ e si arresta perché incontra il tratto 5’-7, già
O N
diagramma, percorre il tratto 2-3-3’-5-5’ e si arresta perché incontra il tratto 5’-7, già
bagnato, individuando un semiciclo di ampiezza 4 = 5-2;
A
bagnato, individuando un semiciclo di ampiezza 4 = 5-2;
IC
- si ripete quindi il procedimento finché tutto l’oscillogramma non è bagnato.
N
Cdel serbatoio, il metodo del flusso di pioggia ha il vantaggio di poter
- si ripete quindi il procedimento finché tutto l’oscillogramma non è bagnato.
Rispetto al metodo del serbatoio, il metodo del flusso di pioggia ha il vantaggio di poter
T E
Rispetto al metodo
essere più facilmente implementato su calcolatore.
N E
essere più facilmente implementato su calcolatore.
i,d, ricavati moltiplicando O verifica si impiegheranno i delta di tensione di calcolo , ricavati moltiplicando
INella
AZ i delta di tensione dello spettro per il coefficiente parziale di sicurezza per le verifiche
Nella verifica si impiegheranno i delta di tensione di calcolo i,d
i
IS L
i delta di tensione dello spettro per il coefficiente parziale di sicurezza per le verifiche i
IL
Mf Mf
D
i,d Mf i [C4.2.93] i,d Mf i [C4.2.93]
I N O individuata mediante la e la curva caratteristica S-N di resistenza a fatica del dettaglio, individuata mediante la
e la curva caratteristica S-N di resistenza a fatica del dettaglio,
classe , anch’essa definita nel seguito.
E TT classe , anch’essa definita nel seguito.
LL
C C
O
C4.2.4.1.4.3 Curve S-N C4.2.4.1.4.3 Curve S-N
La resistenza a fatica di un dettaglio èB individuata nel piano bilogaritmico log()-log(N) La resistenza a fatica di un dettaglio è individuata nel piano bilogaritmico log()-log(N)
o log()-log(N), essendo N il numero di cicli a rottura, mediante una curva o log()-log(N), essendo N il numero di cicli a rottura, mediante una curva
caratteristica, detta curva S-N. Detta curva, è individuata mediante la classe di resistenza caratteristica, detta curva S-N. Detta curva, è individuata mediante la classe di resistenza
a fatica C o C, che rappresenta la resistenza a fatica del dettaglio, espressa in MPa, a fatica C o C, che rappresenta la resistenza a fatica del dettaglio, espressa in MPa,
per N=2106 cicli. per N=2106 cicli.
Le curve S-N per tensioni normali sono caratterizzate, oltre che dalla classe C, dal Le curve S-N per tensioni normali sono caratterizzate, oltre che dalla classe C, dal
limite di fatica ad ampiezza costante D, corrispondente a N=5106 cicli e dal limite per i limite di fatica ad ampiezza costante D, corrispondente a N=5106 cicli e dal limite per i
calcoli di fatica, L, che corrisponde all’intersezione del secondo ramo della curva con la calcoli di fatica, L, che corrisponde all’intersezione del secondo ramo della curva con la
verticale per N=108 cicli. verticale per N=108 cicli.
I C
E CN
E T
I O N
Z
ISLA
E G
I L
O D
T IN
L ET
L
BO
Figura C4.2.21 - Curve S-N per dettagli/elementi soggetti a tensioni normali Figura C4.2.21 - Curve S-N per dettagli/elementi soggetti a tensioni normali
Le classi di resistenza a fatica per tensioni normali relative a i dettagli più comuni sono Le classi di resistenza a fatica per tensioni normali relative a i dettagli più comuni sono
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
IS
EG
Figura C4.2.22 – Classificazione alternativa Cper dettagli classificati come*C Figura C4.2.22 – Classificazione alternativa Cper dettagli classificati come*C
D IL
Le curve S-N per tensioni tangenziali sono rappresentate in Figura C4.2.23. Le curve S-N per tensioni tangenziali sono rappresentate in Figura C4.2.23.
I N O
Le curve S-N per tensioni tangenziali sono caratterizzate, oltre che dalla classe , dal C Le curve S-N per tensioni tangenziali sono caratterizzate, oltre che dalla classe C, dal
L
Nè Nè
BO
1 1
2 10 6 m 2 106 m
per N 10 8
C per N 108
C N [C4.2.96] N [C4.2.96]
L per N>108 L per N>108
dove m=5, cosicché risulta dove m=5, cosicché risulta
L 0,457C . [C4.2.97] L 0,457C . [C4.2.97]
Le classi di resistenza a fatica per tensioni tangenziali relative ai dettagli più comuni sono Le classi di resistenza a fatica per tensioni tangenziali relative ai dettagli più comuni sono
riportate nella Tabelle C4.2.XIII.b, C4.2.XIII.c e C4.2.XVII.b. riportate nella Tabelle C4.2.XII.b, C4.2.XII.c e C4.2.XVI.b. Elimin
Elimin
Elimin
O D
Per la resistenza dei dettagli costruttivi tipici degli impalcati a piastra Per la resistenza dei dettagli costruttivi tipici degli impalcati a piastra ortotropa, si può far
riferimento al documento EN 1993-1-9.
I N riferimento al documento EN 1993-1-9.
E TT
O LL
B
E
1) 3) Profili cavi 1) 3) Profili cavi
I N
senza senza
L
saldatura, saldatura,
rettangolari e
circolari
O N rettangolari e
circolari
A
NIC
140 Lamiere tagliate 4) Tutti i segni 140 Lamiere tagliate 4) Tutti i segni
con gas o visibili di intaglio con gas o visibili di intaglio
EC
meccanicamente sui bordi devono meccanicamente sui bordi devono
125( 125(
T
essere eliminati. essere eliminati.
1) 1)
4) Taglio a gas Le aree di taglio 4) Taglio a gas Le aree di taglio
automatico o devono essere
N E automatico o devono essere
O
lavorate a lavorate a
I
taglio taglio
meccanico e macchina. Graffi
Z meccanico e macchina. Graffi
LA
successiva e scalfitture di successiva e scalfitture di
IS
eliminazione lavorazione eliminazione lavorazione
tracce devono essere tracce devono essere
G
delle delle
E
del taglio paralleli agli del taglio paralleli agli
L
sforzi sforzi
D I 4) e 5) Angoli 4) e 5) Angoli
O
5) Taglio a gas 5) Taglio a gas
IN
125 manuale o rientranti devono 125 manuale o rientranti devono
ET
automatico con pendenza automatico con pendenza
L
112( con tracce del 1:4, in caso 112( con tracce del 1:4, in caso
OL
1)
taglio regolari contrario occorre 1)
taglio regolari contrario occorre
impiegare impiegare
B
e superficiali e e superficiali e
successiva opportuni fattori successiva opportuni fattori
eliminazione di eliminazione di
di tutti i difetti concentrazione di tutti i difetti concentrazione
dei bordi degli sforzi. dei bordi degli sforzi.
Non sono Non sono
ammesse ammesse
riparazioni riparazioni
mediante mediante
saldatura saldatura
(1) Classe da adottare per acciai resistenti alla corrosione. (1) Classe da adottare per acciai resistenti alla corrosione.
Classe Classe
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
dettagli dettagli
o o
A O
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
IC
dettagli dettagli
N
o o
15) Bulloni
C 15) Bulloni
TE
sollecitati a taglio sollecitati a taglio
E
su uno o due piani su uno o due piani
N
non interessanti la non interessanti la
IO
parte filettata. parte filettata.
- Bulloni calcolati in
Z - Bulloni calcolati in
LA
calibrati riferimento calibrati riferimento
100 100
IS
- Bulloni all’area del - Bulloni all’area del
normali di gambo
E G normali di gambo
L
grado 5.6, grado 5.6,
D
assenza di I
8.8 e 10.9 e 8.8 e 10.9 e
assenza di
IN
carico O
inversioni di inversioni di
carico
T
L ET
L
BO
E
precaricati o precaricati o
N
bulloni bulloni
precaricati
L I precaricati
iniettati
O N iniettati
A
9) Giunti 9) Giunti
NIC
bullonati con bullonati con
coprigiunti riferiti alla coprigiunti riferiti alla
EC
doppi e sezione netta doppi e sezione netta
T
bulloni bulloni
calibrati o calibrati o
10) bulloni Giunti
non
NE 10) bulloni Giunti
non
O
precaricati con precaricati con
I
bullonati bullonati
Z
iniettati
coprigiunti iniettati
coprigiunti
LA
singoli e riferiti alla singoli e riferiti alla
IS
90 bulloni AR sezione lorda 90 bulloni AR sezione lorda
precaricati o precaricati o
bulloni
E G bulloni
precaricati
I L precaricati
D
iniettati iniettati
11) Elementi 11) Elementi
strutturali
IN O
forati soggetti
strutturali
forati soggetti
TT
riferiti alla riferiti alla
a forza a forza
sezione netta sezione netta
E
normale e normale e
L momento momento
OL
flettente flettente
B 12) Giunti
bullonati con
12) Giunti
bullonati con
coprigiunti coprigiunti
singoli e singoli e
riferiti alla riferiti alla
80 bulloni 80 bulloni
sezione netta sezione netta
calibrati o calibrati o
bulloni non bulloni non
precaricati precaricati
iniettati iniettati
INE
14) Bulloni e 14) Bulloni e
barre filettate sezione della barre filettate sezione della
L
soggetti a parte filettata, soggetti a parte filettata,
N
trazione. Per considerando trazione. Per considerando
O
bulloni di gli effetti bulloni di gli effetti
A
diametro dovuti diametro dovuti
IC
all’effetto leva all’effetto leva
50 >30 mm, si 50 >30 mm, si
N
e alla e alla
deve adottare deve adottare
flessione
C flessione
TE
una classe una classe
ulteriore. Per ulteriore. Per
ridotta del ridotta del
bulloni bulloni
E
coefficiente coefficiente
N
precaricati i precaricati i
IO
ks (30/)0,25 possono ks (30/)0,25 possono
AZ
essere ridotti. essere ridotti.
IS L
EG
Tabella C4.2.XIV - Dettagli costruttivi per sezioni saldate () Tabella C4.2.XIII - Dettagli costruttivi per sezioni saldate ()
I L
D
Classe Classe
del del
O
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
IN
dettagli dettagli
T
o o
ET
Saldature Saldature
L L longitudinali longitudinali
BO
continue continue
1) e 2) Non 1) e 2) Non
1) Saldatura sono consentite 1) Saldatura sono consentite
automatica a interruzioni/ripr automatica a interruzioni/ripr
piena ese, a meno piena ese, a meno
penetrazione che la penetrazione che la
effettuata da riparazione sia effettuata da riparazione sia
entrambi i lati eseguita da un entrambi i lati eseguita da un
125 2) Saldatura tecnico 125 2) Saldatura tecnico
automatica a qualificato e automatica a qualificato e
cordoni siano eseguiti cordoni siano eseguiti
d’angolo. Le controlli atti a d’angolo. Le controlli atti a
parti terminali verificare la parti terminali verificare la
dei piatti di corretta dei piatti di corretta
rinforzo esecuzione rinforzo esecuzione
devono della devono della
essere riparazione essere riparazione
verificate verificate
considerando considerando
3) Saldatura 3) Saldatura
automatica a automatica a
cordoni cordoni
d’angolo o a d’angolo o a
piena piena
penetrazione penetrazione
4) Se il 4) Se il
effettuata da effettuata da
dettaglio dettaglio
entrambi i lati, entrambi i lati,
contiene punti contiene punti
ma ma
di di
contenente contenente
E
interruzione/ripr interruzione/ripr
punti di punti di
112
interruzione/ri
esa, si deve far
riferimento alla 112
L I N interruzione/ri
esa, si deve far
riferimento alla
N
presa. presa.
classe 100 classe 100
4) Saldatura
A O 4) Saldatura
IC
automatica a automatica a
piena piena
penetrazione
C N penetrazione
TE
su piatto di su piatto di
sostegno, sostegno,
non
contenente
N E non
contenente
punti di
IO punti di
AZ
interruzione/ri interruzione/ri
5)
presa
Saldatura 5) e 6) Deve
IS L 5)
presa
Saldatura 5) e 6) Deve
manuale a
E
essere
G manuale a essere
IL
cordoni assicurato un cordoni assicurato un
D
d’angolo o a corretto contatto d’angolo o a corretto contatto
piena tra anima e piena tra anima e
IN O
penetra-zione piattabanda. Il penetra-zione piattabanda. Il
TT
6) Saldatura a bordo dell’anima 6) Saldatura a bordo dell’anima
piena deve essere piena deve essere
E
100 preparato in 100 preparato in
L
penetra-zione penetra-zione
OL
manuale o modo da manuale o modo da
automatica garantire una automatica garantire una
B eseguita da
un sol lato, in
penetrazione
regolare
radice,
alla
senza
eseguita da
un sol lato, in
penetrazione
regolare
radice,
alla
senza
particolare particolare
per travi a interruzioni per travi a interruzioni
cassone cassone
8) Saldatura 8) Saldatura
longitudinale riferiti alle longitudinale riferiti alle
80 a cordoni tensioni nella 80 a cordoni tensioni nella
d’angolo a piattabanda d’angolo a piattabanda
tratti tratti
9) Saldatura 9) Saldatura
longitudinale longitudinale
E
a piena a piena
penetrazione,
a cordoni
L I N penetrazione,
a cordoni
d’angolo e a
tratti, con
O N d’angolo e a
tratti, con
lunette
scarico
di
di riferiti alle
ICA lunette
scarico
di
di riferiti alle
71 altezza non tensioni nella 71
C N altezza non tensioni nella
TE
maggiore di piattabanda maggiore di piattabanda
60 mm. Per 60 mm. Per
lunette
altezza
di
N E lunette
altezza
di
IO
maggiore maggiore
AZ
vedere vedere
L
dettaglio 1) dettaglio 1)
IS
della tabella della tabella
G
C4.2.XX) C4.2.XX)
E
IL
10) Saldatura (a) Entrambe le 10) Saldatura (a) Entrambe le
D
longitudinale facce molate in longitudinale facce molate in
O
a piena direzione degli a piena direzione degli
IN
penetrazione sforzi e controlli penetrazione sforzi e controlli
125 125
T
non distruttivi al non distruttivi al
T
(a) 100% (a) 100%
112
(b)
L LE (b)
saldata,
Come 112
(b)
(b)
saldata,
Come
BO
assenza di assenza di
90 interruzioni/ripre 90 interruzioni/ripre
(c) se (c) se
(c) Con (c) Con
interruzioni/ripre interruzioni/ripre
se se
11) Saldatura (a) Difetti entro i 11) Saldatura (a) Difetti entro i
longitudinale limiti della longitudinale limiti della
140 automatica di EN1090. 140 automatica di EN1090.
(a) composizione Spessore t12,5 (a) composizione Spessore t12,5
in sezioni mm e controlli in sezioni mm e controlli
125 125
cave circolari non distruttivi al cave circolari non distruttivi al
(b) o rettangolari, 100% (b) o rettangolari, 100%
90 in assenza di (b) Come 90 in assenza di (b) Come
(c) interruzioni/ri (c) interruzioni/ri
saldata, saldata,
prese prese
assenza di assenza di
interruzioni/ripre interruzioni/ripre
Tabella C4.2.XV - Dettagli costruttivi per saldature a piena penetrazione () Tabella C4.2.XIV - Dettagli costruttivi per saldature a piena penetrazione ()
Classe Classe
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
dettagli dettagli
o o
INE
Saldature senza Saldature Saldature senza Saldature
piatto di sostegno effettuate da piatto di sostegno effettuate da
entrambi i lati,
molate in
N L entrambi i lati,
molate in
1) Giunti trasversali direzione degli
in piatti e lamiere sforzi e
A O 1) Giunti trasversali direzione degli
in piatti e lamiere sforzi e
2) Giunti di anime e sottoposte
in controlli non
a
C
piattabande piattabande
TE
travi composte distruttivi travi composte distruttivi
eseguiti prima eseguiti prima
dell’assemblaggi
o Le saldature
N E dell’assemblaggi
o Le saldature
IO
devono essere devono essere
AZ
3) Giunti trasversali iniziate e 3) Giunti trasversali iniziate e
completi di profili terminate su completi di profili terminate su
laminati,
assenza
in tacchi
di d’estremità, da
IS L laminati,
assenza
in tacchi
di d’estremità, da
lunette di scarico rimuovere una
E G lunette di scarico rimuovere una
IL
4) Giunti trasversali volta completata 4) Giunti trasversali volta completata
D
di lamiere e piatti la saldatura di lamiere e piatti la saldatura
112 112
O
con I bordi esterni con I bordi esterni
IN
rastremazioni in delle saldature rastremazioni in delle saldature
T
larghezza e devono essere larghezza e devono essere
LE
pendenza non direzione degli pendenza non direzione degli
BO
Nelle zone di Nelle zone di
transi-zione gli transi-zione gli
intagli nelle 3) Vale solo per intagli nelle 3) Vale solo per
saldature profilati tagliati e saldature profilati tagliati e
devono essere risaldati devono essere risaldati
eliminati eliminati
ks (25/t)0,2 ks (25/t)0,2
E
larghezza e regolari larghezza e regolari
N
spessore con spessore con
pendenza non Le saldature
L I pendenza non Le saldature
90
maggiore di 1:4. devono essere
Nelle zone
iniziate
di terminate
e
90
O N maggiore di 1:4. devono essere
Nelle zone
iniziate
di terminate
e
A
su su
IC
transizione gli intagli tacchi transizione gli intagli tacchi
nelle saldature d’estremità, da nelle saldature d’estremità, da
devono essere rimuovere una
C N devono essere rimuovere una
TE
eliminati volta eliminati volta
completata la completata la
Per spessori t>25
saldatura
N E Per spessori t>25
saldatura
IO
mm, si deve adot- I bordi esterni mm, si deve adot- I bordi esterni
AZ
tare una classe delle saldature tare una classe delle saldature
L
ridotta del devono essere ridotta del devono essere
IS
coefficiente molati in dire- coefficiente molati in dire-
G
zione degli zione degli
ks (25/t)0,2 ks (25/t)0,2
E
sforzi sforzi
IL
. .
Le saldature dei Le saldature dei
O D dettagli 5) e 7)
devono essere
dettagli 5) e 7)
devono essere
IN
eseguite in eseguite in
T T piano piano
LE
8) Come il dettaglio Saldature 8) Come il dettaglio Saldature
BO
scarico entrambi i lati, scarico entrambi i lati,
molate in molate in
direzione degli direzione degli
Per spessori t>25 sforzi e Per spessori t>25 sforzi e
mm, si deve adot- sottoposte a mm, si deve adot- sottoposte a
tare una classe controlli non tare una classe controlli non
ridotta del distruttivi. ridotta del distruttivi.
coefficiente coefficiente
90 Le saldature 90 Le saldature
ks (25/t)0,2 devono essere ks (25/t)0,2 devono essere
iniziate e iniziate e
terminate su terminate su
tacchi tacchi
d’estremità, da d’estremità, da
rimuovere una rimuovere una
volta volta
completata la completata la
saldatura saldatura
I bordi esterni I bordi esterni
INE
Saldature senza Saldature Saldature senza Saldature
piatto di sostegno effettuate da piatto di sostegno effettuate da
9) Giunti trasversali entrambi i lati,
in travi com- non molate e
N L 9) Giunti trasversali entrambi i lati,
in travi com- non molate e
poste, in sottoposte
di controlli
a
non
A O poste, in sottoposte
di controlli
a
non
IC
assenza assenza
lunette di distruttivi. lunette di distruttivi.
scarico Le saldature
C N scarico Le saldature
TE
10) Giunti trasversali devono essere 10) Giunti trasversali devono essere
completi di iniziate e completi di iniziate e
profili laminati, terminate
tacchi
su
IO
in presenza di in presenza di
d’estremità, da d’estremità, da
AZ
lunette di lunette di
scarico rimuovere una scarico rimuovere una
G
di lamiere, saldatura di lamiere, saldatura
piatti, profilati e
E piatti, profilati e
IL
80 I bordi esterni 80 I bordi esterni
travi composte travi composte
delle saldature delle saldature
O D
Per spessori t>25 devono essere
mm, si deve adot- molati in
Per spessori t>25 devono essere
mm, si deve adot- molati in
IN
tare una classe direzione degli tare una classe direzione degli
T T
ridotta del sforzi ridotta del sforzi
LE
coefficiente coefficiente
Sovraspessore Sovraspessore
BO
. maggiore del . maggiore del
20% della 20% della
larghezza del larghezza del
cordone, per i cordone, per i
dettagli 9) e 11), dettagli 9) e 11),
o del 10% per il o del 10% per il
dettaglio 10, dettaglio 10,
con zone di con zone di
transizione transizione
regolari regolari
INE
delle saldature delle saldature
devono essere devono essere
molati in
N L molati in
O
direzione degli direzione degli
A
sforzi sforzi
NIC
13) Giunti trasversali Saldature senza 13) Giunti trasversali Saldature senza
EC
a piena piatto di a piena piatto di
penetrazione sostegno penetrazione sostegno
eseguiti da un
solo lato, con
Le saldature
E T eseguiti da un
solo lato, con
Le saldature
N
devono essere devono essere
piena piena
O
iniziate e iniziate e
penetrazione terminate su
Z I penetrazione terminate su
LA
controllata tacchi controllata tacchi
mediante mediante
IS
d’estremità, da d’estremità, da
opportuni rimuovere una opportuni rimuovere una
controlli non
E G
volta completata controlli non volta completata
IL
71 distruttivi. la saldatura 71 distruttivi. la saldatura
Per spessori t>25 Per spessori t>25
OD
(36) I bordi esterni (36) I bordi esterni
mm, si deve adot- delle saldature mm, si deve adot- delle saldature
tare una classe tare una classe
IN
devono essere devono essere
ridotta del ridotta del
T
molati in molati in
T
coefficiente direzione degli coefficiente direzione degli
Ek (25/t)
LL
0,2 sforzi ks (25/t)0,2 sforzi
s
BO
In assenza di In assenza di
controlli, si deve controlli, si deve
adottare la classe adottare la classe
36, per qualsiasi 36, per qualsiasi
valore di t valore di t
ks (25/t)0,2 ks (25/t)0,2
16) Saldature su Da adottarsi 16) Saldature su Da adottarsi
piatto di
quando i cordoni piatto di
quando i cordoni
sostegno
permanente
d’angolo che
fissano il piatto
I N E sostegno
permanente
d’angolo che
fissano il piatto
con di sostegno
N L con di sostegno
O
rastremazioni in
terminano a rastremazioni in
terminano a
A
larghezza e
meno di 10 mm larghezza e
meno di 10 mm
IC
spessore condai bordi spessore condai bordi
N
pendenza non dell’elemento o pendenza non dell’elemento o
C
maggiore di 1:4.
quando non può maggiore di 1:4.
quando non può
50 50
TE
Vale anche per essere garantito Vale anche per essere garantito
un buon un buon
E
lamiere curve lamiere curve
accoppiamento accoppiamento
Per spessori t>25
mm, si deve
IO N Per spessori t>25
mm, si deve
AZ
adottare una classe adottare una classe
L
ridotta del ridotta del
IS
coefficiente coefficiente
G
LE
ks (25/t)0,2 ks (25/t)0,2
17)
D I
Saldature Nel caso di 17) Saldature Nel caso di
O
trasversali a disassamento trasversali a disassamento
IN
piena la classe deve piena la classe deve
T
penetrazione essere ridotta penetrazione essere ridotta
ET
pendenza1:2 pendenza1:2
tra elementi di con il tra elementi di con il
L
spessore coefficiente spessore coefficiente
BO
1
1
71 assi allineati 6
e t 1
,5
71 assi allineati 6
e t 1
,5
e
1 1 e
1 1 ,5
1 1
k k
s ,5 1,5 s ,5 1
1 1 2
t t t 1 1 2
t t t
Per spessori t1>25 Per spessori t1>25
mm si deve adottare mm si deve adottare
una classe ridotta da combinare, una classe ridotta da combinare,
del coefficiente eventualmente, del coefficiente eventualmente,
con ks, quando con ks, quando
ks (25/t1)0,2 t1>25 mm ks (25/t1)0,2 t1>25 mm
Classe Classe
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
dettagli dettagli
o o
Attacchi saldati Spessore Attacchi saldati Spessore
longitudinali dell’attacco longitudinali dell’attacco
80 1) La classe del minore della sua 80 1) La classe del minore della sua
dettaglio altezza. In caso dettaglio altezza. In caso
(a) (a)
dipende dalla contrario vedi dipende dalla contrario vedi
71 lunghezza dettagli 5 e 6 71 lunghezza dettagli 5 e 6
(b) dell’attacco (b) dell’attacco
63 (a) L 50 mm 63
I N E (a) L 50 mm
L
(c) (b) 50 < L 80 (c) (b) 50 < L 80
56
(d)
mm 56
(d) O N mm
A
(c) 80 < L 100 (c) 80 < L 100
IC
mm mm
(d) L > mm
C N (d) L > mm
TE
2) Attacchi saldati 2) Attacchi saldati
longitudinali a longitudinali a
71
piatti o tubi con
N E 71 piatti o tubi con
IO
L>100 m e L>100 m e
AZ
<45° <45°
IS L
EG
3) Fazzoletti Raccordo di 3) Fazzoletti Raccordo di
d’attacco transizione di d’attacco transizione di
I
saldati a piatti o
L
raggio r saldati a piatti o raggio r
D
tubi con realizzato con tubi con realizzato con
O
cordoni taglio meccanico cordoni taglio meccanico
IN
d’angolo o a gas d’angolo o a gas
T
longitudinali e realizzato prima longitudinali e realizzato prima
ET
dotati di della saldatura dotati di della saldatura
L
raccordo di del faz-zoletto. raccordo di del faz-zoletto.
BO
80 terminale di salda-tura, la 80 terminale di salda-tura, la
raggio r. parte terminale raggio r. parte terminale
La parte terminale deve essere La parte terminale deve essere
dei cordoni deve molata in dei cordoni deve molata in
essere rinforzata, direzione della essere rinforzata, direzione della
cioè a piena freccia per cioè a piena freccia per
penetrazione, per eliminare penetrazione, per eliminare
una lunghezza completa-mente una lunghezza completa-mente
maggiore di r. la punta della maggiore di r. la punta della
saldatura saldatura
r>150 mm r>150 mm
N
71 freccia per 71 freccia per
I
3). 3).
L
(b) eliminare (b) eliminare
ON
La stessa completamente La stessa completamente
50 classificazione la punta della 50 classificazione la punta della
A
(c) può essere saldatura (c) può essere saldatura
C
adottata anche
I
adottata anche
N
per piattabande per piattabande
EC
saldate dotate di saldate dotate di
raccordo di raccordo di
transizione
raggio r.
di
E T transizione
raggio r.
di
I O N
Z
LA
(a) r L/3 o r (a) r L/3 o r
>150 mm >150 mm
GIS
(b) L/3 >r L/6 (b) L/3 >r L/6
LE
(c) r < L/6 (c) r < L/6
5) Come saldato,
D I 5) Come saldato,
O
senza raccordo senza raccordo
TIN
40 di transizione 40 di transizione
ET
LL Attacchi Attacchi
BO
trasversali 6) e 7) Le parti trasversali 6) e 7) Le parti
terminali delle terminali delle
6) Saldati a una saldature 6) Saldati a una saldature
piastra devono essere piastra devono essere
molate molate
7) Nervature accuratamente 7) Nervature accuratamente
80 verticali saldate per eliminare 80 verticali saldate per eliminare
(a) a un profilo o a tutte le (a) a un profilo o a tutte le
una trave rientranze una trave rientranze
71 composta 71 composta
presenti presenti
(b) (b)
8) Diagrammi di 8) Diagrammi di
travi a cassone travi a cassone
composte, 7) Se la composte, 7) Se la
saldati nervatura saldati nervatura
all’anima o alla termina all’anima o alla termina
piattabanda nell’anima, piattabanda nell’anima,
deve essere deve essere
calcolato calcolato
I N E
N L
Tabella C4.2.XVII.a - Connessioni saldate direttamente sollecitate () O
Tabella C4.2.XVI.a - Connessioni saldate direttamente sollecitate ()
A
Classe Classe
N IC
C
TE
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
dettagli dettagli
E
o o
Giunti a croce o a
IO N Giunti a croce o a
AZ
T 1) Il giunto deve T 1) Il giunto deve
L
essere essere
IS
1) Lesioni al piede controllato: le 1) Lesioni al piede controllato: le
della saldatura discontinuità e i
E
a disallineamenti G della saldatura discontinuità e i
a disallineamenti
IL
in giunti in giunti
piena devono essere piena devono essere
80 80
OD
(a) penetrazione o conformi alle
(a) penetrazione o conformi alle
a parziale tolleranze della a parziale tolleranze della
TIN
71 penetrazione EN1090 71 penetrazione EN1090
(b) (b)
T
LE
63 2) Lesione al 2) Nel calcolo di 63 2) Lesione al 2) Nel calcolo di
L
(c) piede della si deve far (c) piede della si deve far
BO
saldatura a riferimento al saldatura a riferimento al
56 valore di picco 56 valore di picco
partire dal partire dal
(d) bordo del piatto delle tensioni, (d) bordo del piatto delle tensioni,
50 caricato, in mediante un 50 caricato, in mediante un
presenza di opportuno fattore presenza di opportuno fattore
(e) di
(e) di
picchi locali di picchi locali di
45 tensione nelle concentrazione 45 tensione nelle concentrazione
(f) parti terminali degli sforzi kf (f) parti terminali degli sforzi kf
40 della saldatura 40 della saldatura
dovuti alla dovuti alla
(g) deformabilità
1) e 2) Il (g) 1)
deformabilità
e 2) Il
disallineamento disallineamento
del pannello del pannello
dei piatti caricati dei piatti caricati
(a) l 50 mm e t non deve (a) l 50 mm e t non deve
qualsiasi superare il 15% qualsiasi superare il 15%
dello spessore dello spessore
(b) 50< l 80 mm della piastra (b) 50< l 80 mm della piastra
e t qualsiasi intermedia e t qualsiasi intermedia
I N E mm e t >30 mm
(f) l >300 mm e
N L (f) l >300 mm e
O
30< t 50 mm 30< t 50 mm
(g) l >300 mm e t
>50 mm
ICA (g) l >300 mm e t
>50 mm
TE
T parziale T parziale
E
penetrazione penetrazione
N
sono richieste sono richieste
IO
3) Lesione alla due verifiche: la 3) Lesione alla due verifiche: la
AZ
radice della prima riguardo radice della prima riguardo
saldatura in alle lesioni alla saldatura in alle lesioni alla
giunti a T a radice
cordoni
della
IS L giunti a T a radice
cordoni
della
G
saldatura deve saldatura deve
E
d’angolo, a essere riferita d’angolo, a essere riferita
IL
parziale alla classe 36* parziale alla classe 36*
penetrazione e per e alla penetrazione e per e alla
a
O D
parziale classe 80 per ,
penetrazione
a parziale classe 80 per ,
penetrazione
IN
la seconda la seconda
equivalente equivalente
T
riguardo alle riguardo alle
T
alla piena lesioni al piede alla piena lesioni al piede
LE
36* penetrazione della saldatura 36* penetrazione della saldatura
BO
caricato deve caricato deve
essere riferita essere riferita
alle classi dei alle classi dei
dettagli 1 e 2 dettagli 1 e 2
della presente della presente
tabella tabella
Il Il
disallineamento disallineamento
dei piatti caricati dei piatti caricati
non deve non deve
superare il 15% superare il 15%
dello spessore dello spessore
della piastra della piastra
intermedia intermedia
I N E Le verifiche a
L
fatica della fatica della
N
saldatura per saldatura per
O
tensioni tensioni
A
tangenziali tangenziali
IC
devono essere devono essere
N
effettuate in effettuate in
C
riferimento al riferimento al
TE
dettaglio 8 dettaglio 8
(Tabella (Tabella
C4.2.XVII.b)
N E C4.2.XVII.b)
AZ
sovrapposizione elementi sovrapposizione elementi
4) Giunzione a Le
sovrapposti
saldature
IS L sovrapposti
Le saldature
G
4) Giunzione a
sovrapposizion devono
E sovrapposizion devono
IL
e a cordoni terminare a più e a cordoni terminare a più
D
d’angolo di 10 mm dal d’angolo di 10 mm dal
(verifica degli bordo della bordo della
O
(verifica degli
IN
elementi piastra. elementi piastra.
45* 45*
TT
sovrapposti) Le verifiche a sovrapposti) Le verifiche a
fatica della fatica della
OL
tensioni tangen- tensioni tangen-
B
ziali devono ziali devono
essere effettuate essere effettuate
in riferimento al in riferimento al
dettaglio 8 dettaglio 8
(Tabella (Tabella
C4.2.XVII.b) C4.2.XVII.b)
I N E 50 mm
L
(e) tct e t >50 (e) tct e t >50
mm
O N mm
A
Coprigiunti di travi Cordone Coprigiunti di travi Cordone
IC
e travi composte trasversale e travi composte trasversale
N
7) Zone terminali rinforzato molato 7) Zone terminali rinforzato molato
EC
di coprigiunti e raccordato di coprigiunti e raccordato
56
saldati con
cordone
Se tc>20 mm, il
raccordo, di
E T
56
saldati con
cordone
Se tc>20 mm, il
raccordo, di
terminale
rinforzato di
pendenza non
maggiore di 1:4,
IO N terminale
rinforzato di
pendenza non
maggiore di 1:4,
AZ
lunghezza deve essere lunghezza deve essere
L
minima 5 tc esteso fino al minima 5 tc esteso fino al
IS
bordo superiore bordo superiore
G
del coprigiunto del coprigiunto
E
IL
OD
Tabella C4.2.XVII.b - Connessioni saldate direttamente sollecitate () Tabella C4.2.XVI.b - Connessioni saldate direttamente sollecitate ()
TIN
Classe Classe
ET
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
L
dettagli dettagli
o
L o
BO
8) Cordoni 8) deve 8) Cordoni 8) deve
d’angolo essere calcolato d’angolo essere calcolato
continui in riferimento continui in riferimento
soggetti a sforzi alla sezione di soggetti a sforzi alla sezione di
di gola del cordone di gola del cordone
sconnessione, sconnessione,
quali quelli di quali quelli di
composizione9) deve composizione9) deve
80 tra anima e essere calcolato 80 tra anima e essere calcolato
in
piattabanda in riferimento in
piattabanda in riferimento
alla sezione di
travi composte alla sezione di
travi composte
saldate gola del saldate gola del
cordone, cordone,
considerando la considerando la
9) Giunzioni a lunghezza totale 9) Giunzioni a lunghezza totale
sovrapposizion del cordone, che sovrapposizion del cordone, che
e a cordoni deve terminare e a cordoni deve terminare
d’angolo a più di 10 mm d’angolo a più di 10 mm
Tabella C4.2.XVIII - Dettagli costruttivi e resistenza a fatica per le vie di corsa di carriponte Tabella C4.2.XVII - Dettagli costruttivi e resistenza a fatica per le vie di corsa di carriponte
Classe Classe
del del
Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti Dettaglio costruttivo Descrizione Requisiti
dettagli dettagli
o o
1) Sezioni La classe è 1) Sezioni La classe è
E
laminate ad I o H relativa ai delta laminate ad I o H relativa ai delta
I N
di compressione di compressione
L
160 verticali vert 160 verticali vert
indotti nell’anima
dai carichi ruota
O N indotti nell’anima
dai carichi ruota
IC A
N
2) Saldatura a La classe è 2) Saldatura a La classe è
C
piena relativa ai delta piena relativa ai delta
TE
penetrazione a di compressione penetrazione a di compressione
71 T verticali vert
71 T verticali vert
indotti nell’anima
N E indotti nell’anima
IO
dai carichi ruota dai carichi ruota
Z
LA
3) Saldatura a T a La classe è 3) Saldatura a T a La classe è
parziale relativa ai delta parziale relativa ai delta
penetrazione o
a piena verticali
G IS
di compressione
vert
penetrazione o
a piena
di compressione
verticali vert
E
36* 36*
L
penetrazione indotti nella penetrazione indotti nella
equivalente a
parziale
D I sezione di gola
della saldatura
equivalente a
parziale
sezione di gola
della saldatura
penetrazione
TT
4) Saldature a La classe è 4) Saldature a La classe è
E
cordone relativa ai delta cordone relativa ai delta
L
d’angolo di compressione d’angolo di compressione
OL
verticali vert verticali vert
36* 36*
B
indotti nella indotti nella
sezione di gola sezione di gola
della saldatura della saldatura
dai carichi ruota dai carichi ruota
E
36* piattabanda a T indotti nella
36* piattabanda a T
N
indotti nella
sezione di gola
L I sezione di gola
N
della saldatura della saldatura
O
dai carichi ruota dai carichi ruota
IC A
C4.2.4.1.4.4 Curva S-N per connettori a piolo
C N
C4.2.4.1.4.4 Curva S-N per connettori a piolo
T E
E è rappresentata in Figura C4.2.24 ed è caratterizzata dall’assenza di limite di
La curva S-N per connettori a piolo sollecitati a taglio delle strutture composte acciaio- La curva S-N per connettori a piolo sollecitati a taglio delle strutture composte acciaio-
I N
calcestruzzo è rappresentata in Figura C4.2.24 ed è caratterizzata dall’assenza di limite di calcestruzzo
O pendenza della curva è m = 8 e la classe del particolare per calcestruzzo normale
Z
fatica. La pendenza della curva è m = 8 e la classe del particolare per calcestruzzo normale fatica. La
è = 90 MPa.
L A è = 90 MPa.
S
GI densità Per
C C
E
Per calcestruzzi leggeri la classe si riduce, in funzione del limite superiore della calcestruzzi leggeri la classe si riduce, in funzione del limite superiore della densità
IL
della classe di appartenenza, , espresso in kg/m , a 3 della classe di appartenenza, , espresso in kg/m , a 3
2
O D
2
90 MPa
I N
C4.2.98 90 MPa C4.2.98
TT alla sezione nominale del Le tensioni tangenziali devono essere valutate in riferimento alla sezione nominale del
C C
2200 2200
E
LL
Le tensioni tangenziali devono essere valutate in riferimento
connettore.
B O connettore.
Figura C4.2.24 – Curva S-N per connettori a piolo Figura C4.2.24 – Curva S-N per connettori a piolo
C4.2.4.1.4.5 Metodi di verifica C4.2.4.1.4.5 Metodi di verifica
Nelle verifiche a fatica le tensioni da considerare devono essere coerenti con quelle alle Nelle verifiche a fatica le tensioni da considerare devono essere coerenti con quelle alle
E
distensione, sulla base della letteratura consolidata o di adeguata sperimentazione. distensione, sulla base della letteratura consolidata o di adeguata sperimentazione.
Per i dettagli costruttivi dei quali non sia nota la curva di resistenza a fatica le escursioni
L I N
Per i dettagli costruttivi dei quali non sia nota la curva di resistenza a fatica le escursioni
tensionali potranno riferirsi alle tensioni geometriche o di picco, cioè alle tensioni principali
O N
tensionali potranno riferirsi alle tensioni geometriche o di picco, cioè alle tensioni principali
A
nel metallo base in prossimità della potenziale lesione, secondo le modalità e le nel metallo base in prossimità della potenziale lesione, secondo le modalità e le
limitazioni specifiche del metodo, nell’ambito della meccanica della frattura.
IC
limitazioni specifiche del metodo, nell’ambito della meccanica della frattura.
N
C
TE
Nel caso di verifica a danneggiamento, sulla base del danno D si può definire uno spettro Nel caso di verifica a danneggiamento, sulla base del danno D si può definire uno spettro
di tensione equivalente, ad ampiezza di tensione costante, eq,d (o eq,d), in grado di di tensione equivalente, ad ampiezza di tensione costante, eq,d (o eq,d), in grado di
produrre, nello stesso numero di cicli, n tot ni , un danneggiamento uguale a quello
N E
produrre, nello stesso numero di cicli, n tot ni , un danneggiamento uguale a quello
IO
Z prodotto
A
prodotto dallo spettro di tensione di progetto, oppure, in alternativa, un delta di tensione dallo spettro di tensione di progetto, oppure, in alternativa, un delta di tensione
L
GIS
convenzionale E,d, in grado di produrre in 2106 cicli, lo stesso danneggiamento convenzionale , in grado di produrre in 210 cicli, lo stesso danneggiamento
E,d
6
LE
prodotto dallo spettro di tensione di progetto. prodotto dallo spettro di tensione di progetto.
D I
Nel caso di variazioni simultanee di tensioni normali e tangenziali, la valutazione della Nel caso di variazioni simultanee di tensioni normali e tangenziali, la valutazione della
O
resistenza a fatica dovrà considerare i loro effetti congiunti adottando idonei criteri di resistenza a fatica dovrà considerare i loro effetti congiunti adottando idonei criteri di
combinazione del danno.
T IN combinazione del danno.
L ET
Nel caso di variazioni non simultanee del campo di tensioni normali e tangenziali si Nel caso di variazioni non simultanee del campo di tensioni normali e tangenziali si
L
potranno sommare i danneggiamenti D e D prodotti dai cicli di tensione normale e dai potranno sommare i danneggiamenti D e D prodotti dai cicli di tensione normale e dai
Nella valutazione della resistenza a fatica dovrà tenersi conto dello spessore del metallo Nella valutazione della resistenza a fatica dovrà tenersi conto dello spessore del metallo
base nel quale può innescarsi una potenziale lesione. base nel quale può innescarsi una potenziale lesione.
Nel caso che l’influenza dello spessore sulla resistenza a fatica non sia trascurabile, la Nel caso che l’influenza dello spessore sulla resistenza a fatica non sia trascurabile, la
classe del dettaglio deve essere ridotta secondo la formula classe del dettaglio deve essere ridotta secondo la formula
C,red ks C C4.2.100 C,red ks C C4.2.100
dove il coefficiente riduttivo ks dipende dal dettaglio strutturale considerato ed i cui valori dove il coefficiente riduttivo ks dipende dal dettaglio strutturale considerato ed i cui valori
C4.2.5 C4.2.5
C4.2.6 C4.2.6
C4.2.7 C4.2.7
C4.2.8 C4.2.8
I N E
C4.2.9.6 VERNICIATURA E ZINCATURA
L
Gli acciai in strutture metallicheNdevono mantenere nel tempo le loro proprietà
O
Aaffidabile negli ambienti di corrosione in cui il manufatto è
C
meccaniche, preservando la durabilità. Per questo scopo, occorre prevedere una
I
N e a svolgere la sua funzione nel tempo. Secondo la norma
protezione dalla corrosione
E Cinstallato
destinato ad essere
acciaio, E
T
UNI EN 1090-1, norma armonizzata per i componenti e kit di componenti strutturali in
aiO
I N è obbligatorio dichiarare la durabilità nella Dichiarazione delle Prestazioni (DoP)
Z
fini della marcatura CE. La durabilità, ovvero la conservazione nel tempo delle
IS LA caratteristiche essenziali e della geometria dei componenti strutturali, è uno dei requisiti
G
richiesti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni – NTC. In particolare, le NTC
L E prevedono che gli elementi delle strutture in acciaio devono essere adeguatamente
T più possibile gli interventi di manutenzione, essere sufficientemente resistente alle azioni
C4.2.10
C4.2.10 C4.2.11
ftk fyk k n t 2
E
f myk f yk
0,5 f tk f yk C4.2.101 in cui
I N
k=7 per formatura continua con rulli, L
N
Ag
in cui O
A trasversale della membratura,
k=5 per gli altri metodi di formatura,
k=7 per formatura continua con rulli,
è il numero di N
I C
A è l’area lorda della sezione
g
S
t
I
nei casi seguenti: - verifiche di resistenza e verifiche di stabilità di aste compresse aventi sezione di
-
verifiche di resistenza e verifiche di stabilità di aste O
verifiche di resistenza di aste tese, D classe 1, 2 e 3 (cioè sezioni completamente reagenti),
N
verifiche di resistenza e verifiche di stabilità di travi inflesse le parti compresse
I
- compresse aventi sezione di -
classe 1, 2 e 3 (cioè sezioni completamente reagenti), T
T
delle quali siano di classe 1, 2 e 3 (cioè parti compresse completamente reagenti).
-
LE dicompletamente
verifiche di resistenza e verifiche di stabilità
L
travi inflesse le parti compresse Il valore medio della tensione di snervamento f non deve essere tenuto in conto nei
myk
Tabella C4.2.IXX - Valori limite dei rapporti larghezza-spessore di profili formati a freddo
IN
TT
Inoltre, per garantire sufficiente rigidezza degli irrigidimenti di bordo, devono essere Inoltre, per garantire sufficiente rigidezza degli irrigidimenti di bordo, devono essere
rispettate le seguenti limitazioni:
L E rispettate le seguenti limitazioni:
OL
c d c d
0, 2 0,6 0,1 0,3 0, 2 0,6 0,1 0,3
B
C4.2.102 C4.2.102
b b b b
C4.2.12.2.2 INFLESSIONE TRASVERSALE DELLE ALI C4.2.12.2.2 INFLESSIONE TRASVERSALE DELLE ALI
Negli elementi soggetti a flessione le ali molto larghe (sia tese sia compresse) tendono ad Negli elementi soggetti a flessione le ali molto larghe (sia tese sia compresse) tendono ad
incurvarsi in direzione dell’asse neutro (curling).Tale fenomeno può essere considerato, in incurvarsi in direzione dell’asse neutro (curling).Tale fenomeno può essere considerato, in
assenza ed in presenza di irrigidimenti (purché non ravvicinati tra loro), nel modo assenza ed in presenza di irrigidimenti (purché non ravvicinati tra loro), nel modo
seguente. seguente.
Per una trave con asse rettilineo ed in riferimento alla Figura C4.2.25, si ha: Per una trave con asse rettilineo ed in riferimento alla Figura C4.2.25, si ha:
Figura C4.2.25 –Incurvamento delle piattabande Figura C4.2.25 –Incurvamento delle piattabande
I N E
L
Bisogna tener conto di questo fenomeno nel calcolo della resistenza flessionale quando Bisogna tener conto di questo fenomeno nel calcolo della resistenza flessionale quando
u 0,05 h , essendo h l’altezza della trave.
N
u 0,05 h , essendo h l’altezza della trave.
O
C4.2.12.2.3 CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI, INSTABILITÀ LOCALE E DISTORSIONE DELLE SEZIONI
IC A
C4.2.12.2.3 CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI, INSTABILITÀ LOCALE E DISTORSIONE DELLE SEZIONI
TRASVERSALI TRASVERSALI
N
Nelle membrature formate a freddo e nelle lamiere grecate, al fine della utilizzazione Nelle membrature
T ECformate a freddo e nelle lamiere grecate, al fine della utilizzazione
delle Tabelle 4.2.III, IV e V delle NTC per la classificazione delle sezioni, la larghezza b
degli elementi piani deve essere determinata a partire dai punti medi di raccordo di due degliN
p
E piani deve essere determinata a partire dai punti medi di raccordo di due
delle Tabelle 4.2.III, IV e V delle NTC per la classificazione delle sezioni, la larghezza b p
E G
la larghezza dell’elemento piano; X è l’intersezione degli assi degli elementi piani. dell’elemento piano; X è l’intersezione degli assi degli elementi piani.
I
Il raggio medio di piega del raccordo r si determina a partire dal raggio Linterno di piega Il raggio medio di piega del raccordo r si determina a partire dal raggio interno di piega
D
m m
m r
I N O
r r 0,5 t , mentre la proiezione g del segmento PX sull’asse dell’elemento piano è r r 0,5 t , mentre la proiezione g del segmento PX sull’asse dell’elemento piano è
m r
uguale a
T uguale a
g r tan 2 sin 2
L ETC4.2.104 g r tan 2 sin 2 C4.2.104
L
r m r m
BO
Figura C4.2.26 –Determinazione del punto X per la valutazione della larghezza di elementi piani Figura C4.2.26 –Determinazione del punto X per la valutazione della larghezza di elementi piani
Alcuni esempi applicativi sono riportati in Figura C4.2.27. Alcuni esempi applicativi sono riportati in Figura C4.2.27.
E
Nel caso di parti compresse appartenenti alla classi 3 e 4 si possono verificare fenomeni di Nel caso di parti compresse appartenenti alla classi 3 e 4 si possono verificare fenomeni di
instabilità locale e distorsione della sezione trasversale che interagiscono tra loro ed
I N
instabilità locale e distorsione della sezione trasversale che interagiscono tra loro ed
L
insieme alla inflessione trasversale delle aste compresse e/o inflesse. Questi fenomeni
N
insieme alla inflessione trasversale delle aste compresse e/o inflesse. Questi fenomeni
O
A
possono essere studiati mediante una specifica modellazione matematica. In alternativa si possono essere studiati mediante una specifica modellazione matematica. In alternativa si
IC
possono applicare i metodi semplificati indicati nel seguito. possono applicare i metodi semplificati indicati nel seguito.
C N
E TE
IO N
L AZ
GIS
E
D IL
IN O
T T
L LE
B O
Figura C4.2.28 -Modelli statici per diverse tipologie di elementi piani Figura C4.2.28 -Modelli statici per diverse tipologie di elementi piani
I vari tipi di elementi piani possono essere schematizzati con i modelli riportati in Figura I vari tipi di elementi piani possono essere schematizzati con i modelli riportati in Figura
C4.2.28. C4.2.28.
Le parti piane compresse che, con la definizione di larghezza data sopra, non rispettano le Le parti piane compresse che, con la definizione di larghezza data sopra, non rispettano le
limitazioni per la classe 3 sono soggette a fenomeni di ingobbamento locale i quali si limitazioni per la classe 3 sono soggette a fenomeni di ingobbamento locale i quali si
possono considerare con il metodo delle larghezze efficaci per la determinazione delle possono considerare con il metodo delle larghezze efficaci per la determinazione delle
quali si devono seguire i criteri esposti al § C4.2.4.1.3.4. quali si devono seguire i criteri esposti al § C4.2.4.1.3.4.
Tenendo presenti le larghezze efficaci degli elementi piani compressi si possono Tenendo presenti le larghezze efficaci degli elementi piani compressi si possono
determinare le grandezze geometriche efficaci che tengono conto dei fenomeni di determinare le grandezze geometriche efficaci che tengono conto dei fenomeni di
instabilità locale e che sono richiamate al § 4.2.4.1 delle NTC, nell’ipotesi che non instabilità locale e che sono richiamate al § 4.2.4.1 delle NTC, nell’ipotesi che non
I N E
N L
O
A piani delimitati da un’anima e da un irrigidimento di bordo
Figura C4.2.29 –Elementi piani delimitati da un’anima e da un irrigidimento di bordo
I C
Figura C4.2.29 –Elementi
E CN
E T
N
AZIO
IS L
E G
L
Figura C4.2.30 –Elementi piani delimitati da due anime con irrigidimenti intermedi Figura C4.2.30 –Elementi piani delimitati da due anime con irrigidimenti intermedi
D I
L’irrigidimento, insieme alla larghezza collaborante che gli compete (Figura C4.2.31) L’irrigidimento, insieme alla larghezza collaborante che gli compete (Figura C4.2.31)
IN O
viene studiato come trave compressa su letto elastico alla Winkler. Il letto elastico ha viene studiato come trave compressa su letto elastico alla Winkler. Il letto elastico ha
T
costante elastica dipendente dall’elemento piano e dalle altre parti della sezione della costante elastica dipendente dall’elemento piano e dalle altre parti della sezione della
trave alle quali l’elemento è collegato.
L ET trave alle quali l’elemento è collegato.
L
BO
Figura C4.2.31 –Schematizzazione degli irrigidimenti Figura C4.2.31 –Schematizzazione degli irrigidimenti
In Figura C4.2.32 sono riportati alcuni schemi statici di riferimento per il calcolo della In Figura C4.2.32 sono riportati alcuni schemi statici di riferimento per il calcolo della
costante k del letto elastico. costante k del letto elastico.
Detti As l’area efficace dell’irrigidimento con la larghezza collaborante gli compete e I s il Detti As l’area efficace dell’irrigidimento con la larghezza collaborante gli compete e I s il
momento di inerzia dell’irrigidimento con la larghezza collaborante gli compete, calcolato momento di inerzia dell’irrigidimento con la larghezza collaborante gli compete, calcolato
rispetto al suo asse baricentrico parallelo all’elemento piano collaborante, la tensione
I N E
rispetto al suo asse baricentrico parallelo all’elemento piano collaborante, la tensione
critica euleriana dell’irrigidimento compresso su letto elastico σcr,s, salvo più precise
N L
critica euleriana dell’irrigidimento compresso su letto elastico σcr,s, salvo più precise
determinazioni teorico-numeriche, può essere assunta pari a
O
determinazioni teorico-numeriche, può essere assunta pari a
A
cr,s 2
k E Is C4.2.105
N
cr,s 2 IC k E Is C4.2.105
f yk
C4.2.106
L A yk
C4.2.106
GI S
d
d
cr,s cr,s
f C4.2.107 D f C4.2.107
O
TIN
d,Rd d d yk d,Rd d d yk
Essendo Essendo
E T
L
1 per 0,65 1 per 0,65
per 0,65 1,38 L
d d d d
O
1, 47 0,723 C4.2.108 1, 47 0,723 per 0,65 1,38 C4.2.108
B
d d d d d d
0,66 0,66
per 1,38 per 1,38
d d
d d d d
Per semplicità ed in prima approssimazione si può assumere l’area ridotta dello Per semplicità ed in prima approssimazione si può assumere l’area ridotta dello
irrigidimento, che tiene conto dell’instabilità distorsionale, pari a As,rid d As . irrigidimento, che tiene conto dell’instabilità distorsionale, pari a As,rid d As .
Nel caso d< 1, per migliorare l’approssimazione si può far ricorso ad un processo Nel caso d< 1, per migliorare l’approssimazione si può far ricorso ad un processo
iterativo che comporta le seguenti fasi: iterativo che comporta le seguenti fasi:
- nuova definizione della larghezza efficace del pannello piano, riferita alla tensione - nuova definizione della larghezza efficace del pannello piano, riferita alla tensione
massima di compressione, massima di compressione,
- determinazione della nuova tensione critica euleriana 'cr,s , della nuova snellezza 'd e - determinazione della nuova tensione critica euleriana 'cr,s , della nuova snellezza 'd e
della nuova resistenza all’instabilità distorsionale dell’irrigidimento compresso della nuova resistenza all’instabilità distorsionale dell’irrigidimento compresso
'd,Rd f
d d' yk C4.2.110 'd,Rd
d d' f yk C4.2.110
e così via iterando, fino a convergenza. e così via iterando, fino a convergenza.
Una volta raggiunta la convergenza, l’area ridotta dell’irrigidimento, che tiene conto
I N E
Una volta raggiunta la convergenza, l’area ridotta dell’irrigidimento, che tiene conto
dell’instabilità distorsionale, è data da: dell’instabilità distorsionale, è data da:
N L
d f yk As d f yk As
A O
NIC
As,rid C4.2.111 As,rid C4.2.111
M0 com,Ed M0 com,Ed
Per la determinazione delle caratteristiche geometriche della sezione trasversale della
T EC
Per la determinazione delle caratteristiche geometriche della sezione trasversale della
membratura l’area ridotta dell’irrigidimento As,rid può essere utilmente rappresentata
N E
membratura l’area ridotta dell’irrigidimento As,rid può essere utilmente rappresentata
mediante lo spessore ridotto dello stesso
Z I O mediante lo spessore ridotto dello stesso
LA t t
A s,rid A
GIS
t rid t
s,rid
C4.2.112 rid C4.2.112
As As
L E
DI
C4.2.12.2.4 VERIFICHE DI RESISTENZA C4.2.12.2.4 VERIFICHE DI RESISTENZA
C4.2.12.2.4.1 Verifiche di resistenza a trazione
T T è:
La resistenza di calcolo a trazione centrata della sezione lorda La resistenza di calcolo a trazione centrata della sezione lorda è:
Af myk
L LE C4.2.113 N t,Rd
A f myk
BO
N t,Rd C4.2.113
M0 M0
dove A è l’area lorda della sezione trasversale e f myk è il valore della tensione di dove A è l’area lorda della sezione trasversale e fmyk è il valore della tensione di
snervamento media dopo formatura. snervamento media dopo formatura.
La resistenza di calcolo a trazione centrata della sezione lorda Nt,Rd è limitata dalla La resistenza di calcolo a trazione centrata della sezione lorda Nt,Rd è limitata dalla
resistenza di calcolo della sezione netta, indebolita dai fori per i collegamenti di estremità resistenza di calcolo della sezione netta, indebolita dai fori per i collegamenti di estremità
Fn,Rd: Fn,Rd:
A net f tk A net f tk
N t,Rd Fn,Rd C4.2.114 N t,Rd Fn,Rd C4.2.114
M2 M2
essendo Anet l’area netta della sezione trasversale indebolita dai fori per i collegamenti di essendo Anet l’area netta della sezione trasversale indebolita dai fori per i collegamenti di
estremità e ftk la resistenza a rottura dell’acciaio. estremità e ftk la resistenza a rottura dell’acciaio.
La resistenza di calcolo a compressione centrata della sezione lorda è data da La resistenza di calcolo a compressione centrata della sezione lorda è data da
A eff f yk A eff f yk
Nc,Rd C4.2.115 Nc,Rd C4.2.115
M0 M0
se l’area efficace Aeff della sezione traversale è minore dell’area lorda A, e da se l’area efficace Aeff della sezione traversale è minore dell’area lorda A, e da
A f myk A f myk
Nc,Rd C4.2.116 Nc,Rd C4.2.116
M0 M0
se l’area efficace Aeff della sezione traversale è uguale all’area lorda A.
N E
se l’area efficace Aeff della sezione traversale è uguale all’area lorda A.
I
C4.2.12.2.4.3 Verifiche di resistenza a flessione
N
C4.2.12.2.4.3 Verifiche di resistenza a flessione L
La resistenza di calcolo a flessione rispetto ad un asse principale di inerzia è:
A O
La resistenza di calcolo a flessione rispetto ad un asse principale di inerzia è:
Weff f yk
N IC
Weff f yk
Mc,Rd C4.2.117 Mc,Rd
C C4.2.117
TE
M0 M0
se il modulo di resistenza della sezione efficace, Weff, è minore di quello dell’area lorda
N E
se il modulo di resistenza della sezione efficace, Weff, è minore di quello dell’area lorda
IO
AZ M
W, e da W, e da
Mc,Rd
W f yk
C4.2.118
IS L
W f yk
C4.2.118
G
c,Rd
M0 M0
E
IL
OD
se Weff=W, salvo più favorevoli indicazioni fornite da normative di comprovata validità. se Weff=W, salvo più favorevoli indicazioni fornite da normative di comprovata validità.
èI
N
C4.2.12.2.4.4 Verifiche di resistenza a presso-tenso flessione C4.2.12.2.4.4 Verifiche di resistenza a presso-tenso flessione
L1L
M M M M N M y,Ed M y,Ed M z,Ed M z,Ed NEd
N O
y,Ed
y,Ed z,Ed
z,Ed Ed
1 C4.2.119
M cy,Rd M cz,Rd
B c,Rd Mcy,Rd Mcz,Rd Nc,Rd
in cui My,Ed e Mz,Ed sono gli eventuali momenti flettenti addizionali dovuti allo in cui My,Ed e Mz,Ed sono gli eventuali momenti flettenti addizionali dovuti allo
spostamento del baricentro della sezione efficace rispetto al baricentro della sezione spostamento del baricentro della sezione efficace rispetto al baricentro della sezione
lorda. lorda.
Nella [C4.2.119] si considera il segno + quando la condizione più sfavorevole per la Nella [C4.2.119] si considera il segno + quando la condizione più sfavorevole per la
resistenza a flessione è dettata dalle fibre compresse; si considera il segno ‒ quando la resistenza a flessione è dettata dalle fibre compresse; si considera il segno ‒ quando la
condizione più sfavorevole per la resistenza a flessione è dettata dalle fibre tese (di questa condizione più sfavorevole per la resistenza a flessione è dettata dalle fibre tese (di questa
differenza si deve tener conto anche nella determinazione di M cy,Rd e di Mcz,Rd). differenza si deve tener conto anche nella determinazione di Mcy,Rd e di Mcz,Rd).
Nel caso di tensoflessione, la condizione di resistenza è Nel caso di tensoflessione, la condizione di resistenza è
INE
Vb,Rd C4.2.121 Vb,Rd C4.2.121
M0 sin M0 sin
N L
O
dove t è lo spessore dell’anima, hw è l’altezza dell’anima è l’angolo di inclinazione dove t è lo spessore dell’anima, hw è l’altezza dell’anima è l’angolo di inclinazione
dell’anima e fbv è la resistenza alle tensioni tangenziali dell’anima, che tiene conto
IC A
dell’anima e fbv è la resistenza alle tensioni tangenziali dell’anima, che tiene conto
dell’instabilità locale.
N
dell’instabilità locale.
La resistenza alleC
La resistenza alle tensioni tangenziali è data da
T E tensioni tangenziali è data da
f f f f E
N
C4.2.122 C4.2.122
Z λOdell’anima,
bv yk w bv yk w
essendo un coefficiente riduttivo, dipendente dalla snellezza adimensionale Iessendo un coefficiente riduttivo, dipendente dalla snellezza
A
adimensionale
λ dell’anima,
w
I S L w
f
E G f
L
s yk s yk
0,346 w
0,346 w
I
C4.2.123 C4.2.123
D
w w
t E t E
dove s è la lunghezza dell’anima (Figura C4.2.33).
w
I N O dove s è la lunghezza dell’anima (Figura C4.2.33).
w
E TT
O LL
B
Figura C4.2.33 –Anime di profili sottili Figura C4.2.33 –Anime di profili sottili
In presenza di irrigidimenti agli appoggi, atti ad incassare la reazione vincolare e a In presenza di irrigidimenti agli appoggi, atti ad incassare la reazione vincolare e a
prevenire distorsioni dell’anima, si può assumere prevenire distorsioni dell’anima, si può assumere
TE
VEd0,5 Vb,Rd VEd0,5 Vb,Rd
- la interazione tra carichi concentrati e flessione,
N E
- la interazione tra carichi concentrati e flessione,
IO
AZ C4.2.12.2.5.1 Verifiche di stabilità di aste compresse
C4.2.12.2.5 VERIFICHE DI STABILITÀ C4.2.12.2.5 VERIFICHE DI STABILITÀ
C4.2.12.2.5.1 Verifiche di stabilità di aste compresse
IS L
G
LE
La resistenza delle aste compresse si valuta con i criteri di cui al § 4.2.4.1.3 delle NTC La resistenza delle aste compresse si valuta con i criteri di cui al § 4.2.4.1.3 delle NTC
I
adottando le curve di stabilità specificate nella Tabella C4.2.XX adottando le curve di stabilità specificate nella Tabella C4.2.XX
O D
Si richiama l’attenzione sul fatto che per aste con sezione aperta a simmetria polare Si richiama l’attenzione sul fatto che per aste con sezione aperta a simmetria polare
T IN
(profilati a Z e simili) i carichi critici torsionali possono essere inferiori a quelli flessionali; (profilati a Z e simili) i carichi critici torsionali possono essere inferiori a quelli flessionali;
ET
similmente, per aste con sezione aperta con un solo asse di simmetria i carichi critici similmente, per aste con sezione aperta con un solo asse di simmetria i carichi critici
L L
flessotorsionali possono essere inferiori a quelli puramente flessionali. flessotorsionali possono essere inferiori a quelli puramente flessionali.
BO
C4.2.12.2.5.2 Verifiche di stabilità di aste inflesse
Si tratta di problemi specifici per i quali si rinvia alla normativa di comprovata validità. Si tratta di problemi specifici per i quali si rinvia alla normativa di comprovata validità.
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
GIS
E
D IL
IN O
TTgrecate si possono impiegare, oltre
C4.2.12.2.6 UNIONI C4.2.12.2.6 UNIONI
E
LLa cordoni d’angolo, trattati nelle NTC, altri
Nelle unioni dei profilati formati a freddo e delle lamiere Nelle unioni dei profilati formati a freddo e delle lamiere grecate si possono impiegare, oltre
I C A
N
dp diametro della saldatura del bottone, dp diametro della saldatura del bottone,
s passo della filettatura delle viti autofilettanti o automaschianti. s
T EC
passo della filettatura delle viti autofilettanti o automaschianti.
N E
Z I O
ISLA
E G
I L
O D
IN
TT
Figura C4.2.34 –Parametri significativi per i collegamenti Figura C4.2.34 –Parametri significativi per i collegamenti
L E
B OL
IInOFigura C4.2.34 sono indicati gli interassi e le varie distanze che interessano il
AZ dimensionamento dei collegamenti; in Figura C4.2.35 sono indicati i diametri dei punti e
In Figura C4.2.34 sono indicati gli interassi e le varie distanze che interessano il
dimensionamento dei collegamenti; in Figura C4.2.35 sono indicati i diametri dei punti e
IS L
bottoni di saldatura.
EG bottoni di saldatura.
C4.2.12.2.6.1 Chiodi ciechi
D IL C4.2.12.2.6.1 Chiodi ciechi
O
C4.2.12.2.6.1.1. Chiodi ciechi soggetti a taglio C4.2.12.2.6.1.1. Chiodi ciechi soggetti a taglio
La resistenza a rifollamento è data da
IN La resistenza a rifollamento è data da
f tk d t
E TTC4.2.127 f tk d t
Fb,Rd
L Fb,Rd C4.2.127
OL
M2 M2
dove B dove
t t
3,6 2,1 per t1 t 3,6 2,1 per t1 t
d C4.2.128 d C4.2.128
2,1 per t1 2,5 t 2,1 per t1 2,5 t
nei casi intermedi (t ≤ t1<2,5 t) può essere determinato per interpolazione lineare. nei casi intermedi (t ≤ t1<2,5 t) può essere determinato per interpolazione lineare.
La resistenza allo strappo della lamiera collegata è data da La resistenza allo strappo della lamiera collegata è data da
f tk e1 t f tk e1 t
Ft,Rd C4.2.129 Ft,Rd C4.2.129
1, 2 M2 1, 2 M2
essendo e1 indicato in Figura C4.2.34. essendo e1 indicato in Figura C4.2.34.
O
dedotte sperimentalmente, con adeguata base statistica (EOTA), sulle specifiche dedotte sperimentalmente, con adeguata
produzioni.
A
riferimento a documenti resi disponibili dall’EOTA), sulle specifiche produzioni.
I C
C4.2.12.2.6.2 VitiE
CN
T Viti autofilettanti o automaschianti soggette a taglio
C4.2.12.2.6.2 Viti autofilettanti e automaschianti
autofilettanti e automaschianti
C4.2.12.2.6.2.1. Viti autofilettanti o automaschianti soggette a taglio
E
N a rifollamento è data da
C4.2.12.2.6.2.1.
I O
La resistenza a rifollamento è data da
AZ F f d t
La resistenza
f d t
L
tk
C4.2.133
S
F
I
b,Rd tk
C4.2.133
EG
b,Rd
M2
M2
L
dove
C4.2.134I
dove
D
t
3,6 2,1 per t1 t oppure per t1 2,5 t e t 1 mm
O
t
d 3,6 2,1 C4.2.134
per t1 t oppure per t1 2,5 t e t 1 mm
INinterpolazione lineare.
d
2,1 per t 1 2,5 t e t 1 mm
LE
nei casi intermedi (t ≤ t <2,5 t) può essere determinato
nei casi intermedi (t ≤ t <2,5 t) può essere determinato per interpolazione lineare.
1
L
1
La resistenza allo strappo della lamiera collegata
f e t B O è data da
La resistenza allo strappo della lamiera collegata è data da
F tk 1
C4.2.135 f e t
t,Rd
1, 2 M2 Ft,Rd tk 1
C4.2.135
1, 2 M2
essendo e1 indicato in Figura C4.2.34.
essendo e1 indicato in Figura C4.2.34.
La resistenza a trazione della sezione netta è data da
La resistenza a trazione della sezione netta è data da
A f
Fn,Rd net tk C4.2.136 A net f tk
M2 Fn,Rd C4.2.136
M2
C4.2.12.2.6.2.2. Viti autofilettanti o automaschianti soggette a trazione
C4.2.12.2.6.2.2. Viti autofilettanti o automaschianti soggette a trazione
La resistenza all’imbutitura delle lamiere collegate è data da
La resistenza all’imbutitura delle lamiere collegate è data da
O
1 1 2 2
E G
Informazioni sulla resistenza a taglio, a trazione, ecc. delle viti autofilettanti
maschianti devono essere dedotte sperimentalmente, con adeguata
D I L base statistica maschianti devono essere dedotte sperimentalmente, con adeguata base statistica
O
(EOTA), sulle specifiche produzioni. (EOTA), sulle specifiche produzioni.
C4.2.12.2.6.3 Chiodi sparati
T I N C4.2.12.2.6.3 Chiodi sparati
C4.2.12.2.6.3.1. Chiodi sparati soggetti a taglio
L ET C4.2.12.2.6.3.1. Chiodi sparati soggetti a taglio
La resistenza a rifollamento è data da
O L La resistenza a rifollamento è data da
F
b,Rd
3, 2 f d t
tk B C4.2.142 F
3, 2 f d t
tk
C4.2.142
M2
b,Rd
M2
La resistenza a trazione della sezione netta è data da La resistenza a trazione della sezione netta è data da
A net f tk A net f tk
Fn,Rd C4.2.143 Fn,Rd C4.2.143
M2 M2
La resistenza all’imbutitura delle lamiere collegate è data da La resistenza all’imbutitura delle lamiere collegate è data da
f tk d w t f tk d w t
Fp,Rd C4.2.144 Fp,Rd C4.2.144
M2 M2
Questo valore è da ridurre al 50% quando queste viti sono adottate per collegamenti Questo valore è da ridurre al 50% quando questichiodi sono adottatiper collegamenti
I collegamenti con chiodi tesi devono soddisfare, inoltre, I collegamenti con chiodi tesi devono soddisfare, inoltre,
0,5 mm t 1,5 mm e t 6 mm
E
*
C4.2.147 0,5 mm t 1,5 mm e t* 6 mm C4.2.147
N
Informazioni sulla resistenza a taglio, a trazione, allo sfilamento ecc. dei chiodi sparati Informazioni sulla resistenza a taglio, a Itrazione,
L con adeguata
N
allo sfilamento ecc. dei chiodi sparati
devono essere dedotte sperimentalmente, con adeguata base statistica (EOTA), sulle devono essere dedotte sperimentalmente,
A O base statistica (EOTA), sulle
I C
specifiche produzioni. specifiche produzioni.
C4.2.12.2.6.4 Bulloni (per impiego con spessori minori di 4 mm)
C N con spessori minori di 4 mm)
deiE
C4.2.12.2.6.4 Bulloni (per impiego
Per le classiT
E
Per le classi dei bulloni si veda il § 11.3.4.6 delle NTC. bulloni si veda il § 11.3.4.6 delle NTC.
C4.2.12.2.6.4.1. Bulloni soggetti a taglio
O N
C4.2.12.2.6.4.1.
I
Bulloni soggetti a taglio
AZ F 2,5 k f d t
La resistenza a rifollamento è data da La resistenza a rifollamento è data da
F
2,5 k f d t
b t tk
C4.2.148
IS L b t tk
C4.2.148
G
b,Rd
b,Rd
LE
M2 M2
dove
D I dove
O e
e
N
min 1 ; 1
C4.2.149 min 1 ;
I
1
b e e C4.2.149
3 d
TT C4.2.150
b
3 d
per t 1,25 mm ; k 1,0 per t>1,25E
L
0,8 t 1,5 0,8 t 1,5
L
k mm. kt per t 1,25 mm ; k t 1,0 per t>1,25 mm.
C4.2.150
BO
t t
2,5 2,5
La resistenza a trazione della sezione netta è data da La resistenza a trazione della sezione netta è data da
A net f tk A net f tk
Fn,Rd C4.2.151 Fn,Rd C4.2.151
M2 M2
in cui, detto r il rapporto tra il numero di bulloni nella sezione netta e il numero totale di in cui, detto r il rapporto tra il numero di bulloni nella sezione netta e il numero totale di
bulloni impiegati ed u il minimo tra 2e2 e p2, è bulloni impiegati ed u il minimo tra 2e2 e p2, è
d d
1 3 r 0 0,3 1 C4.2.152 1 3 r 0 0,3 1 C4.2.152
u u
Per il calcolo della resistenza a taglio dei bulloni si applicano le formule [4.2.63] e [4.2.64] Per il calcolo della resistenza a taglio dei bulloni si applicano le formule [4.2.63] e [4.2.64]
di cui al § 4.2.8 delle NTC: con piccoli spessori di serraggio i piani di rescissione
O
Vale quanto riportato al § 4.2.8 delle NTC. C4.2.12.2.6.6 Saldature per punti (a resistenza
C4.2.12.2.6.6 Saldature per punti (a resistenza o per fusione) C4.2.12.2.6.6.1.
I C A
Saldature per punti soggette a taglio
CN
C4.2.12.2.6.6.1. Saldature per punti soggette a taglio La resistenza a rifollamento è data da
La resistenza a rifollamento è data da
T E Fb,Rd
2,7 f tk d s t
per t t1 2,5 t
E
2,7 f tk d s t M2 C4.2.154
Fb,Rd
M2
per t t1 2,5 t
C4.2.154
I O N 2,7 f tk d s t
min
0,7 f tk d s2 3,1 f tk d s t
per t1 2,5 t
Z
Fb,Rd
; ;
M2 M2 M2
IS
M2 M2 M2
L
La resistenza a trazione della sezione netta è data
O Fn,Rd
A net f tk
B
C4.2.156
A f M2
Fn,Rd net tk
C4.2.156
M2 La resistenza a taglio dei punti è data da
La resistenza a taglio dei punti è data da 0, 25 ds2 f tk
Fv,Rd C4.2.157
0, 25 ds2 f tk M2
Fv,Rd C4.2.157
M2 Le formule [C4.2.154], [C4.2.155], [C4.2.156], e [C4.2.157] per saldature per punti sono
Le formule [C4.2.154], [C4.2.155], [C4.2.156], e [C4.2.157] per saldature per punti sono valide per geometrie del collegamento che rispettino le condizioni
valide per geometrie del collegamento che rispettino le condizioni 2 ds e1 6 ds ; 3 ds p1 8 ds ; 1,5 ds e2 4 ds ; 3 ds p2 6 ds C4.2.158
2 ds e1 6 ds ; 3 ds p1 8 ds ; 1,5 ds e2 4 ds ; 3 ds p2 6 ds C4.2.158
dove ds= 0,5t+5 mm per punti di fusione e ds= 5t0,5, t in mm, per punti a resistenza.
dove ds= 0,5t+5 mm per punti di fusione e ds= 5t , t in mm, per punti a resistenza.
0,5
C4.2.12.2.6.7 Bottoni di saldatura
I N E
N L
A O
IC
Figura C4.2.36 –Saldature oblunghe a bottone
C N
Secondo la direzione della forza trasmessa, la distanza minima tra il centro del bottone ed
TE
Figura C4.2.36 –Saldature oblunghe a bottone
il bordo libero deve soddisfare la relazione
2,1E
Secondo la direzione della forza trasmessa, la distanza minima tra il centro del bottone ed
il bordo libero deve soddisfare la relazione
N
IO f
e1
F w,Sd M2
C4.2.159
AZ dove F
2,1 Fw,Sd M2 tk t
e1
f tk t
C4.2.159
IS L è la resistenza a taglio del bottone, che per i bottoni circolari è data da
G
w,Sd
dove Fw,Sd è la resistenza a taglio del bottone, che per i bottoni circolari è data da
I LE Fw,Sd
0, 25 ds2 0,625 f tk
C4.2.160
0, 25 ds2 0,625 f tk
O
C4.2.160
D M2
N
Fw,Sd
M2
I
TT
Il diametro effettivamente resistente della saldatura a bottone ds,(fig. C4.2.35), viene
E
determinato con la seguente espressione:
L
con le seguenti limitazioni
OL
ds = 0,7dw - 1,5 Σ t C4.2.161
1,5 d p f tk t dp
B
420 con la limitazione ds ≥0,55 dw
Fw,Sd per 18 ;
M2 t f tk
C4.2.161 con dw diametro di saldatura visibile (figg. C4.2.35 e C4.2.36)
t
2
27 f tk 420 420 dp 420 con le seguenti limitazioni
Fw,Sd per 18 30 ;
M2 f tk f tk t f tk
1,5 d p f tk t dp 420
Fw,Sd 18
0, 9 d p f tk t
per ;
Fw,Sd per
dp
30
420
;
M2 t f tk
C4.2.162
M2 t f tk
27 f tk t
2
dp
420 420 420
Fw,Sd per 18 30 ;
e che per i bottoni oblunghi è data da M2 f tk f tk t f tk
Fw,Sd
0, 25 ds2
Lw ds 0,625 f tk
C4.2.162
Fw,Sd
0, 9 d p f tk t
M2
per
dp
t
30
420
f tk
;
M2
e che per i bottoni oblunghi è data da
con la limitazione
Fw,Sd
0,5 Lw 1,67 dp ftk t
C4.2.164
M2
essendo Lw indicato in Figura C4.2.36e l’effettivo diametro perifericodp di una saldatura
a bottone si ottiene con le seguenti espressioni:
- per un unione a due piastre di spessore minimo t:
I N E
dp = dw – t
N L C4.2.165
A O
- per unione di di piastre multipla con spessore totale Σt:
dp = dw - 2 Σt
N IC C4.2.166
N E
IO
La progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzopresenta alcuni aspetti
AZ
analoghi al caso delle strutture di acciaio e alcuni aspetti tipici del calcestruzzo armato,
IS L
ma sicuramente la sua specificità riguarda la connessione tra la parte di acciaio e quella di
G
calcestruzzo, da cui dipende l’effettiva azione composta.
E
IL
Anche per questo tipo di costruzioni si deve considerare che la progettazione allo SLU
D
deve essere attenta sia alla resistenza sia alla duttilità, considerando che entrambe le
O
IN
proprietà sono influenzate non solo dalla sezione composta ma anche dalla connessione
dei due componenti.
T T
L LE
Nel seguito si sottolineano alcuni punti delle indicazioni normative su cui si ritiene di
B O
richiamare l’attenzione del progettista.
Per le costruzioni composte acciaio-calcestruzzo, la gamma degli acciai da carpenteria Per le costruzioni composte acciaio-calcestruzzo, la gamma degli acciai da carpenteria
normalmente impiegabili è stata estesa dall’acciaio S235 fino all’acciaio S460, come nel normalmente impiegabili è estesa dall’acciaio S235 fino all’acciaio S460, come nel caso
caso dell’acciaio. dell’acciaio.
Il calcestruzzo ordinario deve avere classe non inferiore a C20/25 né superiore a C60/75, Il calcestruzzo ordinario deve avere classe non inferiore a C20/25 né superiore a C60/75,
mentre il calcestruzzo con aggregati leggeri, la cui densità non può essere inferiore a 1800 mentre il calcestruzzo con aggregati leggeri, la cui densità non può essere inferiore a 1800
kg/m3, deve avere classe non inferiore a LC20/22 e non superiore a LC55/60. Calcestruzzi kg/m3, deve avere classe non inferiore a LC20/22 e non superiore a LC55/60. Calcestruzzi
di classe di resistenza superiori a C45/55 e LC 40/44, rispettivamente, richiedono di classe di resistenza superiori a C45/55 e LC 40/44, rispettivamente, richiedono
comunque uno studio adeguato e specifiche procedure per il controllo di qualità. comunque uno studio adeguato e specifiche procedure per il controllo di qualità.
Particolare attenzione deve essere posta al sistema di connessione, che determina il
comportamento di queste strutture.
La classificazione delle sezioni è analoga a quella delle strutture metalliche, ma è possibile La classificazione delle sezioni è analoga a quella delle strutture metalliche, ma è possibile
IC A
N
C4.3.1 C4.3.1 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
E
NTC di considerare ulteriori stati limite, ed in particolare:
StatoN
I O limite di resistenza della connessione acciaio-calcestruzzo;
Z limite di esercizio della connessione acciaio-calcestruzzo.
A
L E’ inoltre richiesta l’esplicita considerazione delle Fasi Costruttive.
Stato
G IS
L E
D I
IN O C4.3.2 ANALISI STRUTTURALE
T
ET
C4.3.2 ANALISI STRUTTURALE C4.3.2.1 CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI
L
Lacciaio-calcestruzzo
La classificazione di una sezione composta acciaio-calcestruzzo può farsi con riferimento
O
C4.3.2.1 CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI
B
alla sola sezione metallica, adottando quindi come classe quella meno favorevole delle
La classificazione di una sezione composta può farsi con riferimento
parti metalliche.
alla sola sezione metallica, adottando quindi come classe quella meno favorevole delle
parti metalliche. In ogni caso, una piattabanda metallica, efficacemente collegata ad una soletta di
calcestruzzo mediante connettori soddisfacenti alle condizioni date nel § 4.3.4.1 delle
In ogni caso, una piattabanda metallica, efficacemente collegata ad una soletta di
NTC, può essere classificata in classe 1.
calcestruzzo mediante connettori soddisfacenti alle condizioni date in C4.3.4.1 delle NTC,
può essere classificata in classe 1. Una piattabanda metallica di una sezione parzialmente rivestita di calcestruzzo può
essere classificata in accordo con la Tabella C4.3.I. In una sezione parzialmente rivestita di
Una piattabanda metallica di una sezione parzialmente rivestita di calcestruzzo può
calcestruzzo, il calcestruzzo che circonda l’anima dovrebbe essere efficacemente collegato
essere classificata in accordo con la Tabella C4.3.I. In una sezione parzialmente rivestita di
alla sezione metallica e dovrebbe impedire l’instabilità dell’anima o della piattabanda
calcestruzzo, il calcestruzzo che circonda l’anima dovrebbe essere efficacemente collegato
compressa verso l’anima.
alla sezione metallica e dovrebbe impedire l’instabilità dell’anima o della piattabanda
compressa verso l’anima.
Classe 1: c 9 Classe 1: c 9
t t
c c
Classe 2: 9 14 Classe 2: 9 14
t t
solo maggiore di 9ε solo maggiore di 9ε
c c
Classe 2: 14 20 Classe 2: 14 20
t t
solo maggiore di solo maggiore di
14ε
I N E 14ε
c
Classe 4: 20
N L c
Classe 4: 20
t
A O t
N IC
EC
C4.3.3 RESISTENZE DI CALCOLO C4.3.3 RESISTENZE DI PROGETTO
IO N
AZ C4.3.4.2
C4.3.4.1 C4.3.1.1
E
Il momento resistente, Mpl,Rd di una sezione composta di classe 1 o 2 si valuta nell’ipotesi
G Il momento resistente, Mpl,Rd di una sezione composta di classe 1 o 2 si valuta nell’ipotesi
di conservazione delle sezioni piane, assumendo un diagramma equilibrato delle tensioni
D IL di conservazione delle sezioni piane, assumendo un diagramma equilibrato delle tensioni
O
nella sezione, come indicato in Figura C4.3.1, e considerando nullo il contributo del nella sezione, come indicato in Figura C4.3.1, e considerando nullo il contributo del
calcestruzzo teso.
T IN calcestruzzo teso.
T
LE
L’armatura longitudinale in soletta si ipotizza plasticizzata, sia in trazione sia in L’armatura longitudinale in soletta si ipotizza plasticizzata, sia in trazione sia in
L
compressione, così come l’acciaio strutturale. A momento positivo, la parte compressa compressione, così come l’acciaio strutturale. A momento positivo, la parte compressa
BO
della sezione efficace della soletta di calcestruzzo si considera uniformemente compressa della sezione efficace della soletta di calcestruzzo si considera uniformemente compressa
con tensione di compressione pari 0,85 fcd, e la risultante di compressione è detta Ncf. con tensione di compressione pari 0,85 fcd, e la risultante di compressione è detta Ncf.
Figura C4.3.1 - Distribuzione delle tensioni plastiche allo SLU per il calcolo del momento resistente positivo Figura C4.3.1 - Distribuzione delle tensioni plastiche allo SLU per il calcolo del momento resistente positivo
Si dice grado di connessione il rapporto =Nc/Ncf tra il massimo sforzo trasmissibile Sidefinisce, in questo paragrafo, grado di connessione il rapporto Nc/Ncf tra il massimo
E
d’armatura in soletta, calcolata ipotizzando le barre d’armatura completamente snervate e soggette ad una tensione fsd(vedi Figura C4.3.2).
e soggette ad una tensione fsd(vedi Figura C4.3.2).
L I N
O N
IC A
C N
E TE
IO N
AZ Quando la connessione a taglio è a parziale ripristino di resistenza (N /N <1) e realizzata
Figura C4.3.2 - Distribuzione delle tensioni plastiche allo SLU per il calcolo del momento resistente negativo
L
Figura C4.3.2 - Distribuzione delle tensioni plastiche allo SLU per il calcolo del momento resistente negativo
G
Quando la connessione a taglio è a parziale ripristino di resistenza ( <1) e realizzata
connettori “duttili”, il momento resistente, M , è calcolato utilizzando ilE
L soletta,
Rd
I
metodo rigido- rigido-plastico ed il valore ridotto della risultante delle compressioni in soletta, N . In
D
Rd c
plastico ed il valore ridotto della risultante delle compressioni in N . In particolare, può assumersi una relazione lineare tra il grado di connessione ed il
O di connessione ed il momento resistente ottenibile, vedi Figura C4.3.3, rappresentata dalla formula
c
I N
particolare, può assumersi una relazione lineare tra il grado
T
E T
momento resistente ottenibile, vedi Figura C4.3.3, rappresentata dalla formula
M M M M C4.3.3
LL
Rd pl,a,Rd pl,Rd pl,a,Rd
M M M M C4.3.3
O
Rd pl,a,Rd pl,Rd pl,a,Rd
O
duttili duttili
T sono
Ea taglio.
N
“parziali” a taglio. “parziali”
Z
Nel seguito viene discusso il concetto di connessione a taglio (“completa” o “parziale”) e NelO seguito oviene
I(“completa” più dettagliatamente illustrato il concetto di connessione a taglio
vengono illustrate le limitazioni applicative.
A
Lcosì
“parziale”) e vengono illustrate le limitazioni applicative.
G S
Si ha una connessione a taglio “completa” quando i connettori, nel loro insieme, Isono Si ha una connessione a taglio “completa” quando i connettori, nel loro insieme, sono così
LEdi acciaio con resistenza flessionale. Ad esempio, la capacità portante limite della trave di acciaio con
robusti che la capacità portante limite della struttura è determinata dalla massima robusti che la capacità portante limite della struttura è determinata dalla massima
resistenza flessionale. Ad esempio, la capacità portante limite della Itrave
O
soletta collaborante rappresentata in Figura C4.3.5, semplicemente D appoggiata agli soletta collaborante rappresentata in Figura C4.3.5, semplicemente appoggiata agli
TINnella sezione II si stabilisce la taglio “completa” lungo la sezione III si raggiunge quando nella sezione II si stabilisce la
estremi e soggetta ad un carico uniformemente distribuito, nel caso di connessione a estremi e soggetta ad un carico uniformemente distribuito, nel caso di connessione a
taglio “completa” lungo la sezione III si raggiunge T
LEal momento plastico.
quando
L
distribuzione di tensioni normali che corrisponde distribuzione di tensioni normali che corrisponde al momento plastico.
BO
Figura C4.3.5 – Trave d’acciaio con soletta collaborante Figura C4.3.5 – Trave d’acciaio con soletta collaborante
Nel caso di connessione “completa” a taglio, pertanto, un eventuale incremento del Nel caso di connessione “completa” a taglio, pertanto, un eventuale incremento del
numero dei connettori a taglio nella sezione III non si tradurrebbe in aumento della numero dei connettori a taglio nella sezione III non si tradurrebbe in aumento della
capacità portante, essendo determinante la resistenza flessionale. capacità portante, essendo determinante la resistenza flessionale.
Per contro, disponendo connettori in minor numero si avrà una capacità portante ridotta,
C N
Per contro, disponendo connettori in minor numero si avrà una capacità portante ridotta,
che dipende dalla numerosità dei connettori disposti nella sezione III, perché si riduce la
TE
che dipende dalla numerosità dei connettori disposti nella sezione III, perché si riduce la
E
N
risultante delle tensioni normali (di trazione e compressione) e quindi il momento limite risultante delle tensioni normali (di trazione e compressione) e quindi il momento limite
nella sezione II: in questo caso si parla di connessione “parziale” a taglio.
IO
nella sezione II: in questo caso si parla di connessione “parziale” a taglio.
In Figura C4.3.6 è schematizzato quanto sopra esposto: in ascisse è riportata la resistenza
L AZ IndellaFigura C4.3.6 è schematizzato quanto sopra esposto: in ascisse è riportata la resistenza
della connessione a taglio nella sezione III, in ordinate la capacità portante ultima della
IS connessione a taglio nella sezione III, in ordinate la capacità portante ultima della
trave composta.
L EGpuò essere trave composta.
D I
Al limite, quando mancassero del tutto i connettori, la resistenza della soletta Al limite, quando mancassero del tutto i connettori, la resistenza della soletta può essere
trascurata rispetto a quella della trave di acciaio.
N O per le travi composte
L’applicazione della connessione “parziale” a taglio haIinteresse
trascurata rispetto a quella della trave di acciaio.
L E
acciaio-calcestruzzo nelle quali non è necessario sfruttare acciaio-calcestruzzo nelle quali non è necessario sfruttare a fondo la collaborazione tra i
C4.3.4.3.1 CONNESSIONI A TAGLIO CON PIOLI C4.3.4.3.1 CONNESSIONI A TAGLIO CON PIOLI
Le regole di progetto contenute nel § 4.3.4 delle NTC per la verifica delle travi composte Le regole di progetto contenute nel § 4.3.4 delle NTC per la verifica delle travi composte
acciaio-calcestruzzo riguardano elementi strutturali realizzati con connettori a taglio acciaio-calcestruzzo riguardano elementi strutturali realizzati con connettori a taglio
dotati di comportamento duttile. In particolare, tale condizione è imprescindibile dotati di comportamento duttile. In particolare, tale condizione è imprescindibile
allorquando si applichi il calcolo plastico per la definizione del momento resistente della
E
allorquando si applichi il calcolo plastico per la definizione del momento resistente della
trave. Nelle NTC sono indicate le condizioni che si devono verificare per assumere
I N
trave. Nelle NTC (§4.3.4.3.1.1) sono indicate le condizioni che si devono verificare per
L
N
l’ipotesi di connettori duttili. assumere l’ipotesi di connettori duttili.
Per quanto riguarda la disposizione minima dei connettori, la spaziatura massima tra i
A O
La spaziatura massima tra i connettori deve essere pari a sMAX 22 t f 235 f yk per le
connettori deve essere pari a sMAX 22 t f 235 f yk per le travi collaboranti con
N IC
travi collaboranti con solette piene o solette gettate su lamiere con greche parallele all’asse
della trave; s C 15 t 235 f
solette piene o solette gettate su lamiere con greche parallele all’asse della trave;
T E MAX f nel caso in cui le greche della lamiera siano
yk
sMAX 15 t f 235 f yk nel caso in cui le greche della lamiera siano ortogonali all’asse
N E
ortogonali all’asse della trave, dove con t si è indicato lo spessore della piattabanda del
IO
f
AZ spaziatura
della trave, dove con tf si è indicato lo spessore della piattabanda del profilo e con f yk la profilo e con f la tensione di snervamento della piattabanda del profilo. In ogni caso la
yk
L
tensione di snervamento della piattabanda del profilo. In ogni caso la spaziatura massima massima deve essere inferiore ad 800 mm. La spaziatura minima dei
G
deve essere inferiore ad 800 mm. La spaziatura minima dei connettori a pioli deve essere
IS connettori a pioli deve essere non minore di 5 volte il diametro del gambo del connettore.
LE
non minore di 5 volte il diametro del gambo del connettore. In direzione ortogonale alla In direzione ortogonale alla forza di scorrimento l’interasse dei pioli non deve essere
D I
forza di scorrimento l’interasse dei pioli non deve essere inferiore a 2,5 volte il diametro inferiore a 2,5 volte il diametro del gambo per le solette di calcestruzzo piene ed a 4 volte
O
del gambo per le solette di calcestruzzo piene ed a 4 volte il diametro del gambo per tutti il diametro del gambo per tutti gli altri tipi di soletta.
gli altri tipi di soletta.
T IN
L ET
I connettori possono essere disposti uniformemente tra i punti di momento massimo e I connettori possono essere disposti uniformemente tra i punti di momento massimo e
L minimo della trave solo nel caso di sezioni di classe 1 e classe 2 e se il fattore di
BO
minimo della trave solo nel caso di sezioni di classe 1 e classe 2 e se il fattore di
connessione rispetta le limitazioni indicate. Se l’azione composta della connessione è connessione rispetta le limitazioni indicate. Se l’azione composta della connessione è
tale da definire una sezione con un momento plastico resistente maggiore di 2,5 volte tale da definire una sezione con un momento plastico resistente maggiore di 2,5 volte
quello della sola sezione di acciaio è necessario eseguire verifiche supplementari nelle quello della sola sezione di acciaio è necessario eseguire verifiche supplementari nelle
sezioni intermedie tra quelle di massimo e minimo momento perché in tale caso il sistema sezioni intermedie tra quelle di massimo e minimo momento perché in tale caso il sistema
di connessione potrebbe avere un comportamento non duttile. di connessione potrebbe avere un comportamento non duttile.
C4.3.4.3.1.2 Resistenza dei connettori a sollecitazioni combinate C4.3.4.1.2 Resistenza dei connettori (a sollecitazioni combinate)
Quando i connettori a taglio disposti sul profilo di acciaio sono simultaneamente Quando i connettori a taglio disposti sul profilo di acciaio sono simultaneamente
considerati efficaci per due elementi ortogonali, come ad esempio nel caso di una trave considerati efficaci per due elementi ortogonali, come ad esempio nel caso di una trave
composta longitudinale e di una soletta composta, si deve considerare la combinazione composta longitudinale e di una soletta composta, si deve considerare la combinazione
delle forze di connessione provenienti dai due elementi strutturali e la verifica di delle forze di connessione provenienti dai due elementi strutturali e la verifica di
resistenza del connettore può essere eseguita con la formula resistenza del connettore può essere eseguita con la formula
E
C4.3.4.3.2 VALUTAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI DI TAGLIO AGENTI SUL SISTEMA DI CONNESSIONE C4.3.4.3.3 VALUTAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI DI TAGLIO AGENTI SUL SISTEMA DI CONNESSIONE
Il calcolo della forza di scorrimento a taglio necessaria per il progetto dei connettori può
L I N
Il calcolo della forza di scorrimento a taglio necessaria per il progetto dei connettori può
essere condotta utilizzando sia la teoria elastica sia la teoria plastica. Per le connessioni a
O N
essere condotta utilizzando sia la teoria elastica sia la teoria plastica. Per le connessioni a
completo ripristino di resistenza, in sezioni progettate utilizzando il calcolo plastico, la
A
completo ripristino di resistenza, in sezioni progettate utilizzando il calcolo plastico, la
IC
N
forza totale di scorrimento con cui progettare la connessione tra la sezione di massimo forza totale di scorrimento con cui progettare la connessione tra la sezione di massimo
C
TE A f
momento positivo e un appoggio di estremità è data da momento positivo e un appoggio di estremità è data da
NE
Aa f yk
f A A f a yk fck Ac Ase fsk
Vld Fcf min ;0,85 ck c se sk C4.3.7 Vld Fcf min ;0,85 C4.3.7
a
c s
O
ZIdove
a c s
dove Aa, Ac ed Ase sono le aree, rispettivamente, del profilo di acciaio, della soletta di A
L calcestruzzo
A , A ed A sono le aree, rispettivamente, del profilo di acciaio, della soletta di
GIS
a c se
calcestruzzo e dell’armatura compressa. La forza di scorrimento tra una sezione soggetta e dell’armatura compressa. La forza di scorrimento tra una sezione soggetta
E
IL
al minimo momento flettente e la sezione soggetta al massimo momento flettente al minimo momento flettente e la sezione soggetta al massimo momento flettente
D
(appoggio intermedio e campata) è pari a (appoggio intermedio e campata) è pari a
Vld Fcf
As fsk Aap f yp
Aa f yk
min
f A A f A f Aap f yp
;0,85 ck c se sk s sk
IN O
C4.3.8 Vld Fcf
As fsk Aap f yp
Aa f yk
min
f A A f A f Aap f yp
;0,85 ck c se sk s sk C4.3.8
s ap a c s s
T
ap
T s ap a c s s ap
LE
OL
dove Aap è l’area della lamiera grecata, da considerarsi solo se è dimostrata la sua dove Aap è l’area della lamiera grecata, da considerarsi solo se è dimostrata la sua
B
efficacia, fyp la sua tensione di snervamento e As e fsk sono, rispettivamente, l’area e la efficacia, fyp la sua tensione di snervamento e As e fsk sono, rispettivamente, l’area e la
tensione di snervamento delle barre d’armatura in soletta. tensione di snervamento delle barre d’armatura in soletta.
Nel caso di connessione a parziale ripristino di resistenza con connettori duttili, si può Nel caso di connessione a parziale ripristino di resistenza con connettori duttili, si può
assumere che allo stato limite ultimo si sviluppino scorrimenti sufficienti per ottenere assumere che allo stato limite ultimo si sviluppino scorrimenti sufficienti per ottenere
nelle sezioni critiche i momenti resistenti calcolati sulla base della teoria plastica. In tal nelle sezioni critiche i momenti resistenti calcolati sulla base della teoria plastica. In tal
caso, la forza di scorrimento agente tra la sezione di estremità della trave e la sezione a caso, la forza di scorrimento agente tra la sezione di estremità della trave e la sezione a
momento flettente massimo si assume pari a momento flettente massimo si assume pari a
M Rd Ma,pl,Rd M Rd Ma,pl,Rd
Vld Fc Fcf Fcf C4.3.9 Vld Fc Fcf Fcf C4.3.9
M pl,Rd Ma,pl,Rd M pl,Rd Ma,pl,Rd
mentre la forza di scorrimento tra la sezione a massimo momento flettente positivo e la mentre la forza di scorrimento tra la sezione a massimo momento flettente positivo e la
sezione a minimo momento flettente negativo è pari a sezione a minimo momento flettente negativo è pari a
E
connettore non deve eccedere il 60% della resistenza di progetto. connettore non deve eccedere il 60% della resistenza di progetto.
C4.3.4.3.3 C4.3.4.3.3
L I N
C4.3.4.3.4 C4.3.4.3.4
O N
C4.3.4.3.5 ARMATURA TRASVERSALE (DELLE TRAVI COMPOSTE)
IC A(
C4.3.4.3.5 ARMATURA TRASVERSALE DELLE TRAVI COMPOSTE)
C N
TE
La disposizione dell’armatura trasversale in soletta secondo le tipologie mostrate nelle La disposizione dell’armatura trasversale in soletta secondo le tipologie mostrate nelle
Figure 4.3.5a, 4.3.5b e 4.3.5c delle NTC è necessaria per l’eliminazione di possibili rotture Figure 4.3.5a, 4.3.5b e 4.3.5c delle NTC è necessaria per l’eliminazione di possibili rotture
fragili nel calcestruzzo a causa degli elevati sforzi di taglio che si concentrano in
N E
fragili nel calcestruzzo a causa degli elevati sforzi di taglio che si concentrano in
IO
AZ
prossimità della connessione piolata. Le superfici interessate dai maggiori sforzi di taglio prossimità della connessione piolata. Le superfici interessate dai maggiori sforzi di taglio
L
sono differenti in relazione alla tipologia di soletta considerata nel progetto della trave sono differenti in relazione alla tipologia di soletta considerata nel progetto della trave
composta e comunque l’armatura trasversale deve essere disposta in modo tale da
G IS composta e comunque l’armatura trasversale deve essere disposta in modo tale da
E
rinforzare e cucire tali superfici di scorrimento potenziali. rinforzare e cucire tali superfici di scorrimento potenziali.
IL
La sollecitazione di taglio agente lungo tali superfici critiche, Ed, è determinata, sulla base La sollecitazione di taglio agente lungo tali superfici critiche, Ed, è determinata, sulla base
IN OD
delle ipotesi di calcolo seguite per la definizione del momento resistente plastico della delle ipotesi di calcolo seguite per la definizione del momento resistente plastico della
T
sezione, dalla forza di compressione massima sviluppata in soletta. Per cui la sollecitazione sezione, dalla forza di compressione massima sviluppata in soletta. Per cui la sollecitazione
ET
di taglio per unità di lunghezza si ricava, vedi Figura C4.3.7, dalla formula di taglio per unità di lunghezza si ricava, vedi Figura C4.3.7, dalla formula
Fs
L L Fs
BO
Ed C4.3.11 Ed C4.3.11
x h f x h f
dove hf è lo spessore della piattabanda di calcestruzzo e x la distanza tra la sezione di dove hf è lo spessore della piattabanda di calcestruzzo e x la distanza tra la sezione di
momento massimo o minimo e la sezione di momento nullo. momento massimo o minimo e la sezione di momento nullo.
O N Ed
A
A f A f
h C4.3.12 h C4.3.12
C
sf sk sf sk
s
I
Ed f
s
Ed f
Nsingola
s f s f
dove A è l’area della singola barra d’armatura disposta ad un interasse s . Per evitare la dove A è l’area C
sf f
T E compresso
della sf barra d’armatura disposta ad un interasse s . Per evitare la f
rottura del calcestruzzo compresso è necessario imporre che
E
rottura del calcestruzzo
N f f
è necessario imporre che
IO 0,3 1
f f
Z
0,3 1 ck ck C4.3.13 ck ck C4.3.13
A
Ed
Ed
250
L
250 c c
C4.3.4.4
O
INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE DELLE TRAVI COMPOSTE D C4.3.4.3.6 INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE DELLE TRAVI COMPOSTE
dove LT è il fattore riduttivo della resistenza flessionale MRd espresso, tramite la formula dove LT è il fattore riduttivo della resistenza flessionale MRd espresso, tramite la formula
4.2.51 delle NTC, in funzione della snellezza relativa LT 4.2.51 delle NTC, in funzione della snellezza relativa LT
E
b. la soletta è composta e fissata su due profili contigui a formare una sezione ad “U b. la soletta è composta e fissata su due profili contigui a formare una sezione ad “U
invertita” (v. Figura C4.3.4); invertita” (v. Figura C4.3.4);
L I N
N
c. in ogni punto di appoggio l’elemento di acciaio ha la flangia inferiore bloccata c. in ogni punto di appoggio l’elemento di acciaio ha la flangia inferiore bloccata
lateralmente e l’anima irrigidita,
A O
lateralmente e l’anima irrigidita,
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
IS
EG
Figura C4.3.4 -Telaio ad U invertita: A-B-C-D Figura C4.3.4 -Telaio ad U invertita: A-B-C-D
I
il contributo stabilizzante da considerare nel calcolo di M si può valutare
L definendo la il contributo stabilizzante da considerare nel calcolo di Mcr si può valutare definendo la
D come:
cr
O
rigidezza rotazionale k per unità di lunghezza della soletta d’impalcato
S rigidezza rotazionale kS per unità di lunghezza della soletta d’impalcato come:
k
1
1
T IN
C4.3.16 kS
1
1 C4.3.16
T
S
E
k k k1 k 2
dove k , rigidezza flessionale in fase fessurata L
1 2
L
BO è definita come k EJ / a , in cui =2
1 della soletta di calcestruzzo o composta ed dove k1, rigidezza flessionale in fase fessurata della soletta di calcestruzzo o composta ed
in direzione trasversale ai profili d’acciaio, 1 2 in direzione trasversale ai profili d’acciaio, è definita come k1 EJ 2 / a , in cui =2
per le travi esterne ed =3 per le travi interne (per un telaio con più di 4 travi =4 per le per le travi esterne ed =3 per le travi interne (per un telaio con più di 4 travi =4 per le
travi più interne) e a è la distanza tra due profili consecutivi; (EJ) 2 è il modulo di rigidezza travi più interne) e a è la distanza tra due profili consecutivi; (EJ)2 è il modulo di rigidezza
fessurato per unità di larghezza della soletta; k 2 è la rigidezza flessionale dell’anima del fessurato per unità di larghezza della soletta; k2 è la rigidezza flessionale dell’anima del
profilo d’acciaio, che vale profilo d’acciaio, che vale
Ea t 3w C4.3.17 Ea t 3w C4.3.17
k2 k2
4 1 2 hS 4 1 2 hS
dove è il coefficiente di Poisson, hS è l’altezza del profilo di acciaio e tw è lo spessore dove è il coefficiente di Poisson, hS è l’altezza del profilo di acciaio e tw è lo spessore
dell’anima. dell’anima.
Se la trave composta è continua su più appoggi o fa parte di un telaio a più campate e è di Se la trave composta è continua su più appoggi o fa parte di un telaio a più campate e è di
E
della sua sezione di acciaio non eccede l’altezza fornita in Tabella C4.3.II di più di 200 della sua sezione di acciaio non eccede l’altezza fornita in Tabella C4.3.II di più di 200
mm, per le classi d’acciaio S235, S275 ed S355, e di più di 150 mm, per le classi S420 ed
IO N
mm, per le classi d’acciaio S235, S275 ed S355, e di più di 150 mm, per le classi S420 ed
AZ
S460. S460.
Tabella C4.3.II -Altezza massima in mm dell’elemento di acciaio non rivestito
IS L Tabella C4.3.II -Altezza massima in mm dell’elemento di acciaio non rivestito
E G
IL
Grado nominale dell’acciaio Grado nominale dell’acciaio
Elemento di acciaio Elemento di acciaio
O D 270
S235 S275 S355 S420 e S460 S235 S275 S355 S420 e S460
IN
IPE 600 550 400 IPE 600 550 400 270
HE 800 700
T 650 500 HE 800 700 650 500
L ET
OL
C4.3.5 COLONNE COMPOSTE C4.3.5 COLONNE COMPOSTE
B
C4.3.6 SOLETTE COMPOSTE CON LAMIERA GRECATA C4.3.6 SOLETTE COMPOSTE CON LAMIERA GRECATA
C4.3.6.1 C4.3.6.1
C4.3.6.2 VERIFICHE DI RESISTENZA ALLO STATO LIMITE ULTIMO (SOLETTE COMPOSTE) C4.3.6.2 VERIFICHE DI RESISTENZA ALLO STATO LIMITE ULTIMO (SOLETTE COMPOSTE)
La resistenza a flessione delle sezioni trasversali di una soletta composta realizzata con La resistenza a flessione delle sezioni trasversali di una soletta composta realizzata con
una soletta armata di calcestruzzo gettata su una lamiera grecata collaborante può essere una soletta armata di calcestruzzo gettata su una lamiera grecata collaborante può essere
determinata con la teoria plastica, in accordo a quanto esposto in § 4.3.4.2.1.2 delle NTC determinata con la teoria plastica, in accordo a quanto esposto in § 4.3.4.2.1.2 delle NTC
ed in § C4.3.4.2, se sono soddisfatte le seguenti condizioni: ed in § C4.3.4.2, se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
- sussiste la piena interazione tra lamiera e calcestruzzo; - sussiste la piena interazione tra lamiera e calcestruzzo;
- la sezione efficace della lamiera è valutata al netto di bugnature o dentelli; - la sezione efficace della lamiera è valutata al netto di bugnature o dentelli;
I N E
N L
A O
N IC
T EC plastica delle tension: (a) asse neutro nel calcestruzzo sopra la lamiera; (b) asse
Figura C4.3.11 - Distribuzione plastica delle tension: (a) asse neutro nel calcestruzzo sopra la lamiera; (b) asse Figura C4.3.11 - Distribuzione
neutro che taglia la lamiera grecata
E allo scorrimento tra lamiera grecata e soletta deve essere verificata nelle
neutro che taglia
N
la lamiera grecata
IO
zone in cui sono localizzate le massime sollecitazioni di taglio, in generale le sezioniZ zone in cui sono localizzate le massime sollecitazioni di taglio, in generale le sezioni
La resistenza allo scorrimento tra lamiera grecata e soletta deve essere verificata nelle La resistenza
A
L è prossime agli appoggi, poiché in caso di connessione parziale tra i due elementi non è
prossime agli appoggi, poiché in caso di connessione parziale tra i due elementi non
I S
G parziale
E
possibile sviluppare il momento resistente plastico così come al § 4.3.6.2 delle NTC. A tal possibile sviluppare il momento resistente plastico così come al § 4.3.6.2 delle NTC. A tal
riguardo, è possibile definire una relazione lineare che rappresenta l’interazione L
Iscorrimento riguardo, è possibile definire una relazione lineare che rappresenta l’interazione parziale
tra la lamiera grecata ed il calcestruzzo, basata sulla resistenza allo D
O massimo ottenibile dalla lamiera, , che consente di ricavare il momento resistente massimo ottenibile
offerta tra la lamiera grecata ed il calcestruzzo, basata sulla resistenza allo scorrimento offerta
dalla lamiera, , che consente di ricavare il momento resistente
u,Rd
T I N u,Rd
T
LE
prima del raggiungimento della crisi per flessione (vedi Figura C4.3.12). Tale relazione, prima del raggiungimento della crisi per flessione (vedi Figura C4.3.12). Tale relazione,
basandosi sulla capacità basandosi sulla capacità
L
della lamiera grecata, dipende dal tipo di lamiera utilizzata. della lamiera grecata, dipende dal tipo di lamiera utilizzata.
BO
u,Rd u,Rd
Altre tipologie di connessione e differenti condizioni di carico definiscono differenti Altre tipologie di connessione e differenti condizioni di carico definiscono differenti
diagrammi di interazione parziale, come presentato in § 7.4.3 della CNR10016. diagrammi di interazione parziale, come presentato in § 7.4.3 della CNR10016.
Metodi per il calcolo della resistenza allo scorrimento di sistemi di connessione a pioli, Metodi per il calcolo della resistenza allo scorrimento di sistemi di connessione a pioli,
illustrati nella Figura 4.3.4(a,b) delle NTC, sono basati sulle resistenze fornite nel § illustrati nella Figura 4.3.4(a,b) delle NTC, sono basati sulle resistenze fornite nel §
4.3.4.3.1 delle NTC; ulteriori informazioni e metodi per il calcolo sono riportati in § 9.7.3, 4.3.4.3.1 delle NTC; ulteriori informazioni e metodi per il calcolo sono riportati in § 9.7.3,
§ 9.7.4 della EN1994-1-1. § 9.7.4 della EN1994-1-1.
I N E
C4.4 COSTRUZIONI DI LEGNO C4.4 COSTRUZIONI DI LEGNO
N L
L’impostazione generale relativa alla valutazione della sicurezza delle strutture di legno
A O
L’impostazione generale relativa alla valutazione della sicurezza delle strutture di legno
di nuova costruzione può essere utilizzata anche per le strutture di legno esistenti, purché
IC
di nuova costruzione può essere utilizzata anche per le strutture di legno esistenti, purché
N
C
si provveda ad una attenta valutazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche del legno si provveda ad una attenta valutazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche del legno
con metodi di prova diretti o indiretti. I calcoli, riferiti alle reali dimensioni geometriche
TE
con metodi di prova diretti o indiretti. I calcoli, riferiti alle reali dimensioni geometriche
E
N
degli elementi in sito, terranno opportunamente conto dei difetti del legno, degli degli elementi in sito, terranno opportunamente conto dei difetti del legno, degli
IO
eventuali stati di degrado, delle condizioni effettive dei vincoli e dei collegamenti. eventuali stati di degrado, delle condizioni effettive dei vincoli e dei collegamenti.
Con riferimento anche a quanto previsto nel § 8.5 delle NTC, particolare attenzione va
L AZ Con riferimento anche a quanto previsto nel § 8.5 delle NTC, particolare attenzione va
G IS
posta inoltre per le costruzioni antiche di rilevante interesse storico per le quali risulti posta inoltre per le costruzioni antiche di rilevante interesse storico per le quali risulti
LE
opportuno il mantenimento dei materiali originali e per le quali si giustifica l’impiego di opportuno il mantenimento dei materiali originali e per le quali si giustifica l’impiego di
D I
prove e criteri di valutazione che tengano conto anche delle prestazioni dimostrate dagli prove e criteri di valutazione che tengano conto anche delle prestazioni dimostrate dagli
O
elementi strutturali nel corso della storia dell’opera. elementi strutturali nel corso della storia dell’opera.
L LElegatile sueall’anatomia
Il legno è un materiale di origine biologica e pertanto caratteristiche fisiche e il suo Il legno è un materiale di origine biologica e pertanto le sue caratteristiche fisiche e il suo
BO
comportamento meccanico sono strettamente della pianta di comportamento meccanico sono strettamente legati all’anatomia della pianta di
provenienza. provenienza.
All’interno del tronco, idealmente cilindrico, si individuano tre direzioni principali All’interno del tronco, idealmente cilindrico, si individuano tre direzioni principali
(longitudinale, radiale e circonferenziale) cui corrispondono tre sezioni (trasversale, (longitudinale, radiale e circonferenziale) cui corrispondono tre sezioni (trasversale,
radiale e tangenziale), per ognuna delle quali è possibile definire caratteristiche radiale e tangenziale), per ognuna delle quali è possibile definire caratteristiche
morfologiche differenziate e caratteristiche fisiche e meccaniche molto variabili, che morfologiche differenziate e caratteristiche fisiche e meccaniche molto variabili, che
conferiscono al materiale uno spiccato comportamento anisotropo. conferiscono al materiale uno spiccato comportamento anisotropo.
Le caratteristiche naturali del legno (presenza di nodi, inclinazione della fibratura, Le caratteristiche naturali del legno (presenza di nodi, inclinazione della fibratura,
presenza di cretti, presenza di legno di reazione, ecc.) possono rappresentare da un punto presenza di cretti, presenza di legno di reazione, ecc.) possono rappresentare da un punto
di vista strutturale dei difetti che vanno debitamente considerati procedendo ad una di vista strutturale dei difetti che vanno debitamente considerati procedendo ad una
accurata selezione e classificazione secondo quanto indicato nel § 11.7 delle NTC. accurata selezione e classificazione secondo quanto indicato nel § 11.7 delle NTC.
I N
L
delle singole membrature e dei collegamenti nelle varie fasi costruttive, anche in relazione delle singole membrature e dei collegamenti nelle varie fasi costruttive, anche in relazione
alle imperfezioni geometriche e strutturali, la cui definizione quantitativa può essere
O N
alle imperfezioni geometriche e strutturali, la cui definizione quantitativa può essere
effettuata anche sulla base di indicazioni di altre normative pertinenti di consolidata
A
effettuata anche sulla base di indicazioni di altre normative pertinenti di consolidata
IC
N
validità. validità.
C
TE
L’analisi della struttura terrà conto non solo delle caratteristiche di resistenza e di L’analisi della struttura terrà conto non solo delle caratteristiche di resistenza e di
E
rigidezza dei materiali impiegati, ma anche della loro duttilità e delle loro caratteristiche rigidezza dei materiali impiegati, ma anche della loro duttilità e delle loro caratteristiche
reologiche, in relazione alle condizioni ambientali definite al § 4.4.5 delle NTC e C.4.4.5.
O
Generalmente, l’analisi della struttura può essere condotta con riferimento a un IGeneralmente,
N
reologiche, in relazione alle condizioni ambientali definite al § 4.4.5 delle NTC e C.4.4.5.
siaZ comportamento elastico lineare del materiale e dei collegamenti; tuttavia, qualora sia
l’analisi della struttura può essere condotta con riferimento a un
comportamento elastico lineare del materiale e dei collegamenti; tuttavia, qualora A
I S L
EGcon analisi innonconto
quantificabile un comportamento duttile dei collegamenti, il loro effetto può essere tenuto quantificabile un comportamento duttile dei collegamenti, il loro effetto può essere tenuto
L
in conto mediante una analisi lineare con ridistribuzione o, più in generale, mediante una analisi lineare con ridistribuzione o, più in generale, con analisi
non lineari.
D I lineari.
I N O i quali la rigidezza I collegamenti generalmente utilizzati nelle costruzioni lignee, per i quali la rigidezza
I collegamenti generalmente utilizzati nelle costruzioni lignee, per
I N
L
legno. legno.
O N
A
C4.4.4 CLASSI DI DURATA DEL CARICO C4.4.4 CLASSI DI DURATA DEL CARICO
Il comportamento reologico del materiale ha un effetto diretto sulla resistenza e sulla
N IC
Il comportamento reologico del materiale ha un effetto diretto sulla resistenza e sulla
C
TE
deformabilità degli elementi di legno. E’ quindi di fondamentale importanza tener conto deformabilità degli elementi di legno. E’ quindi di fondamentale importanza tener conto
E
della correlazione esistente tra il tempo di permanenza dell’azione sulla struttura e le della correlazione esistente tra il tempo di permanenza dell’azione sulla struttura e le
caratteristiche di resistenza e deformabilità del materiale secondo quanto previsto nei §
N
caratteristiche di resistenza e deformabilità del materiale secondo quanto previsto nei §
IO
AZ Il carico provocato dalla neve, valutato secondo il § 3.4 delle NTC per uno specifico sito
4.4.4, § 4.4.6 e § 4.4.7 delle NTC. 4.4.4, § 4.4.6 e § 4.4.7 delle NTC.
IS
Il carico provocato dalla neve, valutato secondo il § 3.4 delle NTC per uno specifico sito
L
EG
ad una certa altitudine di riferimento as, deve essere considerato almeno di media durata ad una certa altitudine di riferimento a , deve essere considerato almeno di media durata
s
I L
per altitudini as superiori a 1000 m; per altitudini inferiori la classe di durata dovrà essere per altitudini as superiori a 1000 m; per altitudini inferiori la classe di durata dovrà essere
O D
scelta in funzione delle caratteristiche del sito, e comunque almeno di breve durata. scelta in funzione delle caratteristiche del sito, e comunque almeno di breve durata.
TIN
C4.4.5 CLASSI DI SERVIZIO C4.4.5 CLASSI DI SERVIZIO
Per tener conto dell’influenza della variazione T
LE reologico, si definiscono le tre classi
di umidità del materiale sulle sue Per tener conto dell’influenza della variazione di umidità del materiale sulle sue
L
BO
caratteristiche di resistenza e sul suo comportamento caratteristiche di resistenza e sul suo comportamento reologico, si definiscono le tre classi
di servizio indicate. di servizio indicate.
In prima approssimazione, si propone il seguente criterio di assegnazione: In prima approssimazione, si propone il seguente criterio di assegnazione:
- classe di servizio 1: elementi in ambiente chiuso e riscaldato; - classe di servizio 1: elementi in ambiente chiuso e riscaldato;
- classe di servizio 2: elementi in ambiente interno non riscaldato, elementi in - classe di servizio 2: elementi in ambiente interno non riscaldato, elementi in
ambiente esterno protetti dall’esposizione diretta agli agenti atmosferici; ambiente esterno protetti dall’esposizione diretta agli agenti atmosferici;
- classe di servizio 3: elementi in ambiente esterno esposti direttamente agli agenti - classe di servizio 3: elementi in ambiente esterno esposti direttamente agli agenti
atmosferici. atmosferici.
Elementi posti in ambienti particolarmente umidi, ivi compresi ambienti interni quali Elementi posti in ambienti particolarmente umidi, ivi compresi ambienti interni quali
piscine, palaghiacci, depuratori e simili, saranno di regola assegnati alla classe di servizio 3. Scelte
piscine,
diverse
palaghiacci,
da quelle depuratori
sopra proposte
e simili,
dovranno
saranno
essere
di regola
giustificate
assegnati
da adeguati
alla classedati
di servizio
previsionali
3. Scelte
relativi
divers
all
E
finale ufin. finale ufin.
La deformazione istantanea, uinst, deve essere calcolata sotto la combinazione
I N
La deformazione istantanea, uinst, deve essere calcolata sotto la combinazione
L
caratteristica (o rara) di azioni di cui al § 2.5.3 delle NTC, utilizzando il valore medio dei
N
caratteristica (o rara) di azioni di cui al § 2.5.3 delle NTC, utilizzando il valore medio dei
O
A
moduli di elasticità normale e tangenziale del materiale per le membrature, ed il valore moduli di elasticità normale e tangenziale del materiale per le membrature, ed il valore
istantaneo del modulo di scorrimento (Kser) per le unioni.
IC
istantaneo del modulo di scorrimento (Kser) per le unioni.
N
C
In generale la deformazione finale ufin provocata dal generico carico può essere valutata In generale la deformazione finale ufin provocata dal generico carico può essere valutata
TE
come segue: come segue:
ufin= uinst + udif
N E ufin= uinst + udif
IO
AZ -
dove: dove:
L
- ufin è la deformazione finale data dalla somma della deformazione istantanea e della ufin è la deformazione finale data dalla somma della deformazione istantanea e della
deformazione differita;
G IS deformazione differita;
LE
- uinst è la deformazione istantanea; - uinst è la deformazione istantanea;
- udif è la deformazione differita.
D I - udif è la deformazione differita.
IN O
La freccia netta, unet, per un elemento inflesso, riferita alla corda congiungente i punti La freccia netta, unet, per un elemento inflesso, riferita alla corda congiungente i punti
della trave in corrispondenza degli appoggi, è data da:
T della trave in corrispondenza degli appoggi, è data da:
ET
LL
unet = u1 + u2 – u0 unet = u1 + u2 – u0
BO
dove: dove:
- u0 è la controfreccia iniziale (qualora presente); - u0 è la controfreccia iniziale (qualora presente);
- u1 è la freccia dovuta ai soli carichi permanenti; - u1 è la freccia dovuta ai soli carichi permanenti;
- u2 è la freccia dovuta ai soli carichi variabili. - u2 è la freccia dovuta ai soli carichi variabili.
Nel caso di strutture costituite da elementi o componenti aventi lo stesso comportamento Nel caso di strutture costituite da elementi o componenti aventi lo stesso comportamento
E
derivante cioè dai carichi permanenti e dai carichi variabili, in particolare nel caso degli derivante cioè dai carichi permanenti e dai carichi variabili, in particolare nel caso degli
impalcati che sopportano elementi portati fragili, quali tramezzature in laterizio,
IO N
impalcati che sopportano elementi portati fragili, quali tramezzature in laterizio,
IL
delle caratteristiche dei materiali e del tipo di unione, con riferimento a normative di calcolato,in funzione delle caratteristiche dei materiali e del tipo di unione, con
comprovata validità.
IN
Per il calcolo della deformazione istantanea delle membrature si fa riferimento al valore Per il calcolo della deformazione istantanea delle membrature si fa riferimento al valore
T T
medio dei moduli di elasticità normale e tangenziale del materiale; per le deformazioni medio dei moduli di elasticità normale e tangenziale del materiale; per le deformazioni
LE
istantanee delle unioni si fa riferimento al valore istantaneo del modulo di scorrimento. istantanee delle unioni si fa riferimento al valore istantaneo del modulo di scorrimento.
L
BO
La deformazione a lungo termine può essere calcolata utilizzando i valori medi dei La deformazione a lungo termine può essere calcolata utilizzando i valori medi dei
moduli elastici ridotti opportunamente mediante il fattore 1/(1+ kdef) per le membrature e moduli elastici ridotti opportunamente mediante il fattore 1/(1+ kdef) per le membrature e
utilizzando un valore ridotto con lo stesso fattore del modulo di scorrimento dei utilizzando un valore ridotto con lo stesso fattore del modulo di scorrimento dei
collegamenti. collegamenti.
Si dovrà verificare che le azioni previste sulla struttura non producano vibrazioni che ne Si dovrà verificare che le azioni previste sulla struttura non producano vibrazioni che ne
possano compromettere la normale utilizzazione o comunque ridurre il comfort degli possano compromettere la normale utilizzazione o comunque ridurre il comfort degli
utenti. utenti.
Si raccomanda che gli effetti provocati sui solai da vibrazioni e urti indotti dal calpestio Si raccomanda che gli effetti provocati sui solai da vibrazioni e urti indotti dal calpestio
siano limitati, in modo da garantire un accettabile livello di comfort per gli utilizzatori. siano limitati, in modo da garantire un accettabile livello di comfort per gli utilizzatori.
Per solai aventi una frequenza fondamentale maggiore o uguale a 8 Hz, le verifiche Per solai aventi una frequenza fondamentale maggiore o uguale a 8 Hz, le verifiche
devono essere effettuate limitando il valore massimo di freccia verticale indotto da un devono essere effettuate limitando il valore massimo di freccia verticale indotto da un
carico concentrato F agente su qualsiasi punto del solaio, nonché limitando il valore di carico concentrato F agente su qualsiasi punto del solaio, nonché limitando il valore di
E
suggerisce inoltre di adottare un valore di massa del solaio corrispondente alla suggerisce inoltre di adottare un valore di massa del solaio corrispondente alla
combinazione di carico quasi-permanente.
I N
combinazione di carico quasi-permanente.
O
Nel caso si ritenga opportuno svolgere analisi più dettagliate si può far riferimento ai Nel caso si ritenga opportuno svolgere
NdiLnormative
analisi più dettagliate si può far riferimento ai
A
metodi di verifica proposti all’interno di normative di comprovata validità. metodi di verifica proposti all’interno di comprovata validità.
N IC
ECDI RESISTENZA
C4.4.8 STATI LIMITE ULTIMI C4.4.8 STATI LIMITE ULTIMI
C4.4.8.1.1 T
IO N
C4.4.8.1.1 RAZIONE PARALLELA ALLA FIBRATURA
Nel caso di giunzioni di elementi lignei mediante coprigiunti è possibile computare inZ Nel caso di giunzioni di elementi lignei mediante coprigiunti è possibile computare in
RAZIONE PARALLELA ALLA FIBRATURA
E
trazione parallela alla fibratura, riducendo al 60% la resistenza a trazione nel
coprigiunto. È possibile trascurare queste azioni di flessione qualora si L
medesimo trazione parallela alla fibratura, riducendo al 60% la resistenza a trazione nel medesimo
D I prevedano idonei coprigiunto. È possibile trascurare queste azioni di flessione qualora si prevedano idonei
Odell'azione di trazione nel generalmente non si considerano partecipanti alla trasmissione dell'azione di trazione nel
dispositivi di contenimento atti a prevenire eventuali aperture del giunto, che dispositivi di contenimento atti a prevenire eventuali aperture del giunto, che
I N
generalmente non si considerano partecipanti alla trasmissione
coprigiunto salvo valutazioni più accurate (si veda il §T
T C4.4.9). coprigiunto salvo valutazioni più accurate (si veda il § C4.4.9).
C4.4.8.1.2 T
L LE C4.4.8.1.2 T RAZIONE PERPENDICOLARE ALLA FIBRATURA
B trasversale alla fibratura, quali travi a doppia Nel caso di elementi soggetti a trazione trasversale alla fibratura, quali travi a doppia
rastremazione, travi centinate ecc., particolare attenzione dovrà essere posta nei casi in rastremazione, travi centinate ecc., particolare attenzione dovrà essere posta nei casi in
cui tali elementi risultino parzialmente o totalmente esposti alla pioggia o alla radiazione cui tali elementi risultino parzialmente o totalmente esposti alla pioggia o alla radiazione
solare, a causa della possibilità di innesco di lesioni che possono compromettere la solare, a causa della possibilità di innesco di lesioni che possono compromettere la
capacità di resistenza. In tali casi si deve valutare la opportunità di introdurre appropriati capacità di resistenza. In tali casi si deve valutare la opportunità di introdurre appropriati
elementi di contenimento trasversale. elementi di contenimento trasversale.
C4.4.8.1.3 C4.4.8.1.3
C4.4.8.1.4 COMPRESSIONE PERPENDICOLARE ALLA FIBRATURA C4.4.8.1.4 COMPRESSIONE PERPENDICOLARE ALLA FIBRATURA
Nella determinazione della resistenza a compressione inclinata è ammesso assumere un Nella determinazione della resistenza a compressione inclinata è ammesso assumere un
valore di resistenza di compressione ortogonale incrementato di un fattore kc,90, per il valore di resistenza di compressione ortogonale incrementato di un fattore kc,90, per il
quale valgono tutte le considerazioni fatte al punto C4.4.8.1.4. quale valgono tutte le considerazioni fatte al punto C4.4.8.1.4.
C4.4.8.1.6 C4.4.8.1.6
C4.4.8.1.7 C4.4.8.1.7
C4.4.8.1.8 C4.4.8.1.8
presa in considerazione una larghezza di trave ridotta secondo il fattore kcr che assume i
I N
presa in considerazione una larghezza di trave ridotta secondo il fattore kcr che assume i
L
N
valori seguenti: valori seguenti:
- kcr = 2,0/fv,k per legno massiccio; - kcr = 2,0/fv,k
O
per legno massiccio;
A lamellare;
- kcr = 2.5/fv,k per legno lamellare; - kcr = 2.5/fv,k
I C
per legno
N altri prodotti a base legno secondo EN 13986 e EN 14374;
EC
- kcr = 1.0 per gli altri prodotti a base legno secondo EN 13986 e EN 14374; - kcr = 1.0 per gli
essendo fv,k il valore della resistenza caratteristica a taglio dell'elemento
Tessendo fv,k il valore della resistenza caratteristica a taglio dell'elemento
Econsiderato (in MPa).
considerato (in MPa).
I O N
Z può approssimativamente assumere non maggiore di due volte la resistenza a trazione
In assenza di certificazioni, la resistenza a taglio per rotolamento delle fibre (rollingshear)In assenza di certificazioni, la resistenza a taglio per rotolamento delle fibre (rollingshear)
si può approssimativamente assumere non maggiore di due volte la resistenza a trazione
IS LA siortogonale.
G
ortogonale. In presenza di valori di resistenza certificati si dovrà fare riferimento ai valori In presenza di valori di resistenza certificati si dovrà fare riferimento ai valori
E
IL
caratteristici riportati nelle certificazioni di prodotto (ETA, Valutazione Tecnica Europea, caratteristici riportati nelle certificazioni di prodotto (ETA, Valutazione Tecnica Europea,
D
o CIT, Certificato di Idoneità Tecnica). o CIT, Certificato di Idoneità Tecnica).
IN O
Nel caso di pannelli di tavole incollate a strati incrociati, nella verifica a taglio delle tavole Nel caso di pannelli di tavole incollate a strati incrociati, nella verifica a taglio delle tavole
T
disposte parallelamente alla direzione dell’azione sollecitante si dovrà fare riferimento al disposte parallelamente alla direzione dell’azione sollecitante si dovrà fare riferimento al
T
LE
valore della resistenza a taglio fv,d mentre nella verifica a taglio delle tavole disposte valore della resistenza a taglio fv,d mentre nella verifica a taglio delle tavole disposte
L
ortogonalmente alla direzione dell’azione sollecitante si dovrà fare riferimento al valore ortogonalmente alla direzione dell’azione sollecitante si dovrà fare riferimento al valore
BO
della resistenza a taglio per rotolamento delle fibre fR,d. della resistenza a taglio per rotolamento delle fibre fR,d.
E
elementi. Nell'eventualità che si debbano prevedere rinforzi meccanici per garantire la elementi. Nell'eventualità che si debbano prevedere rinforzi meccanici per garantire la
trasmissione della reazione verticale all'appoggio, è necessario affidare in toto la
I N
trasmissione della reazione verticale all'appoggio, è necessario affidare in toto la
L
trasmissione della stessa a tali dispositivi.
N
trasmissione della stessa a tali dispositivi.
O
A
I collegamenti meccanici sono caratterizzati dalla trasmissione delle sollecitazioni I collegamenti meccanici sono caratterizzati dalla trasmissione delle sollecitazioni
attraverso opportuni mezzi di unione, generalmente metallici, o mediante adesivi. I
IC
attraverso opportuni mezzi di unione, generalmente metallici, o mediante adesivi. I
N
metodi di calcolo per la valutazione della resistenza e della deformazione dei singoli
C
metodi di calcolo per la valutazione della resistenza e della deformazione dei singoli
mezzi di unione devono essere convalidati sulla base di prove sperimentali eseguite nel
TE
mezzi di unione non riportati in documenti di comprovata validità, devono essere
E
N
rispetto di normative di comprovata validità. convalidati sulla base idonee prove sperimentali.
IO
AZ
La valutazione della capacità portante di collegamenti con mezzi di unione multipli, tutti La valutazione della capacità portante di collegamenti con mezzi di unione multipli, tutti
L
dello stesso tipo e dimensione, terrà conto della ridotta efficienza dovuta alla presenza di dello stesso tipo e dimensione, terrà conto della ridotta efficienza dovuta alla presenza di
più mezzi di unione.
G IS più mezzi di unione.
E
IL
La capacità portante di collegamenti con piani di taglio multipli va valutata con La capacità portante di collegamenti con piani di taglio multipli va valutata con
D
riferimento a una opportuna combinazione di unioni con uno e/o due piani di taglio. riferimento a una opportuna combinazione di unioni con uno e/o due piani di taglio.
IN O
Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione a gambo cilindrico, come Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione a gambo cilindrico, come
T
ET
chiodi, bulloni, perni, viti, e cambre, la capacità portante dipende dal contributo della chiodi, bulloni, perni, viti e cambre, la capacità portante dipende dal contributo della Elimin
L
resistenza allo snervamento dell'acciaio, della resistenza al rifollamento del legno, nonché resistenza allo snervamento dell'acciaio, della resistenza al rifollamento del legno, nonché
L
BO
della resistenza all'estrazione del mezzo di unione. È sempre da evitare che, prima del della resistenza all'estrazione del mezzo di unione. È sempre da evitare che, prima del
raggiungimento della resistenza dell’unione, si attivino meccanismi di rottura di tipo raggiungimento della resistenza dell’unione, si attivino meccanismi di rottura di tipo
fragile come: spacco, espulsione di tasselli di legno in corrispondenza dei singoli fragile come: spacco, espulsione di tasselli di legno in corrispondenza dei singoli
connettori, strappo lungo il perimetro del gruppo di mezzi di unione. La resistenza a connettori, strappo lungo il perimetro del gruppo di mezzi di unione. La resistenza a
trazione della sezione netta dell’elemento ligneo o dell’eventuale piastra metallica va trazione della sezione netta dell’elemento ligneo o dell’eventuale piastra metallica va
comunque verificata. In generale, si dovranno sempre tenere in considerazione le comunque verificata. In generale, si dovranno sempre tenere in considerazione le
eccentricità locali presenti nei sistemi di collegamento, in particolare prevedendo idonei eccentricità locali presenti nei sistemi di collegamento, in particolare prevedendo idonei
dispositivi di chiusura atti a prevenire eventuali aperture del giunto. In generale, tali dispositivi di chiusura atti a prevenire eventuali aperture del giunto. In generale, tali
dispositivi non potranno essere considerati nel calcolo della resistenza del collegamento dispositivi non potranno essere considerati nel calcolo della resistenza del collegamento
(si veda anche C4.4.8.1.1). (si veda anche C4.4.8.1.1).
Per collegamenti meccanici realizzati con pannelli di tavole incrociate incollate, la Per collegamenti meccanici realizzati con pannelli di tavole incrociate incollate, la
determinazione dei valori caratteristici di portata può essere eseguita sulla base delle determinazione dei valori caratteristici di portata può essere eseguita sulla base delle
indicazioni contenute nelle certificazioni di prodotto o nella norma EN 1995-1-1. Nel caso indicazioni contenute nelle certificazioni di prodotto o nella norma EN 1995-1-1. Nel caso
E
asse del connettore e direzione della fibratura, una riduzione del 50% della resistenza di asse del connettore e direzione della fibratura, una riduzione del 50% della resistenza di
rifollamento. A causa dell’incertezza di montaggio, si deve assumere che il connettore
I N
rifollamento. A causa dell’incertezza di montaggio, si deve assumere che il connettore
L
venga inserito nello strato con direzione della fibratura più sfavorevole.
N
venga inserito nello strato con direzione della fibratura più sfavorevole.
O
A
Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione di superficie, come anelli, Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione di superficie, come anelli,
caviglie, piastre dentate, la capacità portante è la minore tra la capacità portante del
IC
caviglie, piastre dentate, la capacità portante è la minore tra la capacità portante del
N
gruppo di mezzi di unione costituente il collegamento stesso, tenendo conto della loro
C
gruppo di mezzi di unione costituente il collegamento stesso, tenendo conto della loro
disposizione e del loro numero, e la resistenza della sezione residua indebolita dalla
TE
disposizione e del loro numero, e la resistenza della sezione residua indebolita dalla
E
N
presenza degli stessi elementi di unione. presenza degli stessi elementi di unione.
IO
AZ
Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione di acciaio incollati, si Per i collegamenti meccanici realizzati con mezzi di unione di acciaio incollati, si
L
utilizzano barre o piastre inserite in apposite sedi ricavate negli elementi di legno da utilizzano barre o piastre inserite in apposite sedi ricavate negli elementi di legno da
G IS
unire e solidarizzate ad essi mediante adesivi strutturali. Tali unioni potranno essere unire e solidarizzate ad essi mediante adesivi strutturali. Tali unioni potranno essere
E
IL
impiegate per strutture in classe di servizio 1 e 2 su legno già in equilibrio igrometrico impiegate per strutture in classe di servizio 1 e 2 su legno già in equilibrio igrometrico
D
con l’ambiente. Particolare attenzione dovrà essere posta nel garantire che le con l’ambiente. Particolare attenzione dovrà essere posta nel garantire che le
O
caratteristiche dell'adesivo e la sua adesione all'acciaio e al legno siano compatibili con la caratteristiche dell'adesivo e la sua adesione all'acciaio e al legno siano compatibili con la
T IN
durabilità della struttura, sulla base di evidenze sperimentali o specifici test di durabilità della struttura, sulla base di evidenze sperimentali o specifici test di
T
LE
laboratorio, nelle condizioni di temperatura e umidità che saranno presenti per tutta la laboratorio, nelle condizioni di temperatura e umidità che saranno presenti per tutta la
L
vita in esercizio della struttura. vita in esercizio della struttura.
comprovata validità. BO
La resistenza delle singole unioni dovrà essere valutata con riferimento a normative di La resistenza delle singole unioni dovrà essere valutata con riferimento a normative di
comprovata validità.
Il progetto riporterà espressamente le specifiche relative alle modalità di realizzazione e Il progetto riporterà espressamente le specifiche relative alle modalità di realizzazione e
di messa in opera dei sistemi di connessione. di messa in opera dei sistemi di connessione.
N
connettori meccanici, occorre tener conto dello scorrimento nelle unioni ai fini della connettori meccanici, occorre tener conto dello scorrimento nelle unioni ai fini della
C
TE
determinazione delle tensioni nelle varie parti nonché per la valutazione delle determinazione delle tensioni nelle varie parti nonché per la valutazione delle
E
deformazioni della trave. deformazioni della trave.
Nel caso di travi aventi la sezione trasversale composta da elementi incollati con anime
IO N
Nel caso di travi aventi la sezione trasversale composta da elementi incollati con anime
AZ
sottili, realizzate con materiali di legno o derivati dal legno, è possibile valutare lo stato sottili, realizzate con materiali di legno o derivati dal legno, è possibile valutare lo stato
IS
tensionale nel materiale nell’ipotesi di conservazione delle sezioni piane. Se i materiali
L tensionale nel materiale nell’ipotesi di conservazione delle sezioni piane. Se i materiali
G
(legno o derivati dal legno) costituenti le ali e le anime sono diversi si può omogeneizzare (legno o derivati dal legno) costituenti le ali e le anime sono diversi si può omogeneizzare
la sezione in relazione ai moduli di elasticità medi.
L E
I incollati con ali
la sezione in relazione ai moduli di elasticità medi.
Nel caso di travi aventi la sezione trasversale composta da elementi
D
O delle sezioni piane,
Nel caso di travi aventi la sezione trasversale composta da elementi incollati con ali
N
sottili, realizzate con materiali di legno o derivati dal legno, anche con più anime, è
I
sottili, realizzate con materiali di legno o derivati dal legno, anche con più anime, è
O
L’utilizzo di travi incollate secondo tipologie
legno va valutato con particolare B cautela e comunque dopo un’attenta analisi sia
L’utilizzo di travi incollate secondo tipologie diverse e con materiali non derivati dal
legno va valutato con particolare cautela e comunque dopo un’attenta analisi sia
tecnologica che statica. In ogni caso si terrà conto del comportamento reologico dei tecnologica che statica. In ogni caso si terrà conto del comportamento reologico dei
materiali accoppiati e degli incollaggi utilizzati, in relazione alla resistenza, alla materiali accoppiati e degli incollaggi utilizzati, in relazione alla resistenza, alla
deformabilità e alla durabilità, valutando attentamente i rischi legati a fenomeni di deformabilità e alla durabilità, valutando attentamente i rischi legati a fenomeni di
delaminazione. delaminazione.
Nel caso di colonne composte, ottenute assemblando due o più elementi resi collaboranti Nel caso di colonne composte, ottenute assemblando due o più elementi resi collaboranti
da idonei sistemi di collegamento, la valutazione della snellezza terrà conto in modo da idonei sistemi di collegamento, la valutazione della snellezza terrà conto in modo
appropriato della deformabilità dei collegamenti. appropriato della deformabilità dei collegamenti.
Nel caso di pannelli strutturali realizzati con tavole incollate a strati incrociati, le verifiche Nel caso di pannelli strutturali realizzati con tavole incollate a strati incrociati, le verifiche
di resistenza e le verifiche di deformabilità dovranno tenere conto della reale stratigrafia di resistenza e le verifiche di deformabilità dovranno tenere conto della reale stratigrafia
dell’elemento strutturale. Il calcolo del comportamento flessionale fuori piano di tali dell’elemento strutturale. Il calcolo del comportamento flessionale fuori piano di tali
C N
E
C4.4.11 SISTEMI STRUTTURALI C4.4.11 SISTEMI STRUTTURALI
T
E geometriche della struttura.
N
La stabilità dei telai potrà essere verificata con un’analisi non lineare, tenendo conto delle La stabilità dei telai potrà essere verificata con un’analisi non lineare, tenendo conto delle
imperfezioni geometriche della struttura.
O
La stabilità degli archi nel proprio piano va verificata adottando un’analisi del secondoZILa stabilità degli archi nel proprio piano va verificata adottando un’analisi del secondo
imperfezioni
A
L ordine, tenendo conto di imperfezioni iniziali proporzionali alle prime possibili forme
I S
ordine, tenendo conto di imperfezioni iniziali proporzionali alle prime possibili forme
Gl’equilibrio
E
d’onda di instabilità. Si possono adottare modalità approssimate di verifica riferendosi ad d’onda di instabilità. Si possono adottare modalità approssimate di verifica riferendosi ad
un elemento compresso equivalente. Per tutte le strutture spingenti
D I L di significativi un elemento compresso equivalente. Per tutte le strutture spingenti l’equilibrio strutturale
O preposti specificamente oppure dovranno essere previsti idonei elementi preposti specificamente all’assorbimento
strutturale potrà essere garantito dai vincoli esterni verificando l’assenza potrà essere garantito dai vincoli esterni verificando l’assenza di significativi cedimenti,
cedimenti, oppure dovranno essere previsti idonei elementi
T I N
all’assorbimento delle spinte.
Le strutture che non risultino adeguatamente E
T delle spinte.
L L rigide devono essere controventate. Le Le strutture che non risultino adeguatamente rigide devono essere controventate. Le
A
- la scelta e la disposizione corretta dei sistemi di controventamento; e la disposizione corretta dei sistemi di controventamento;
- la scelta di sistemi di collegamento poco sensibili all'azione dell'incendio;
I S L scelta di sistemi di collegamento poco sensibili all'azione dell'incendio;
EG
- l’utilizzazione di più elementi funzionanti in parallelo o di collegamenti realizzati con un - utilizzazione di più elementi funzionanti in parallelo o di collegamenti realizzati con un
numero elevato di mezzi elementari di unione a comportamento non fragile.
I L numero elevato di mezzi elementari di unione a comportamento non fragile.
C4.4.13 DURABILITÀ
O D C4.4.13 DURABILITÀ
IN prevedendo in sede di La durabilità delle strutture lignee deve essere sempre assicurata, prevedendo in sede di
Taccorgimenti
T
La durabilità delle strutture lignee deve essere sempre assicurata,
L
progetto adeguati particolari costruttivi ed opportuni
E e/o insetti xilofagi,di edprotezione dagli progetto adeguati particolari costruttivi ed opportuni accorgimenti di protezione dagli
O
agenti atmosferici e dagli attacchi biologici di L o per possibilità di impregnazione, inle agenti
funghi utilizzando atmosferici e dagli attacchi biologici di funghi e/o insetti xilofagi, ed utilizzando le
specie legnose più idonee per durabilità B naturale
relazione alle condizioni ambientali di esercizio.
specie legnose più idonee per durabilità naturale o per possibilità di impregnazione, in
relazione alle condizioni ambientali di esercizio.
È possibile anche prevedere elementi sacrificali, da sostituire periodicamente secondo il È possibile anche prevedere elementi sacrificali, da sostituire periodicamente secondo il
piano di manutenzione da allegare obbligatoriamente al progetto esecutivo come previsto piano di manutenzione da allegare obbligatoriamente al progetto esecutivo come previsto
nel § 10.1, che comprende comunque tutte le altre operazioni di manutenzione ordinaria e nel § 10.1, che comprende comunque tutte le altre operazioni di manutenzione ordinaria e
straordinaria da mettere in atto durante la vita utile della struttura. straordinaria da mettere in atto durante la vita utile della struttura.
I mezzi di unione metallici strutturali devono, generalmente, essere intrinsecamente I mezzi di unione metallici strutturali devono, generalmente, essere intrinsecamente
resistenti alla corrosione, oppure devono essere protetti contro la corrosione. resistenti alla corrosione, oppure devono essere protetti contro la corrosione.
L’utilizzo di pannelli di tavole incollate a strati incrociati in ambienti le cui condizioni di L’utilizzo di pannelli di tavole incollate a strati incrociati in ambienti le cui condizioni di
esercizio sono attribuibili alla classe di servizio 3 secondo §4.4.5 delle NTC non è in esercizio sono attribuibili alla classe di servizio 3 secondo §4.4.5 delle NTC non è in
generale ammesso, a meno che non sia esplicitamente previsto nella certificazione di generale ammesso, a meno che non sia esplicitamente previsto nella certificazione di
E
carbonizzato; carbonizzato;
- sezione trasversale efficace: la sezione trasversale originaria ridotta, oltre che dello
L I N
- sezione trasversale efficace: la sezione trasversale originaria ridotta, oltre che dello
strato carbonizzato, anche di un successivo strato in cui si considerano nulli i valori di
N
strato carbonizzato, anche di un successivo strato in cui si considerano nulli i valori di
O
A
resistenza e di rigidezza. resistenza e di rigidezza.
La resistenza al fuoco può essere valutata sotto l’ipotesi che le proprietà meccaniche della
N IC
La resistenza al fuoco può essere valutata sotto l’ipotesi che le proprietà meccaniche della
C
TE
sezione trasversale efficace non risultino ridotte rispetto alle condizioni a temperatura di sezione trasversale efficace non risultino ridotte rispetto alle condizioni a temperatura di
normale utilizzo. normale utilizzo.
N E
IO
Il calcolo della capacità portante allo stato limite ultimo di collasso (per rottura o per Il calcolo della capacità portante allo stato limite ultimo di collasso (per rottura o per
AZ
instabilità) di ogni singolo elemento strutturale dovrà essere effettuato con riferimento ai instabilità) di ogni singolo elemento strutturale dovrà essere effettuato con riferimento ai
IS L
documenti normativi di comprovata validità di cui al §12, e in particolare alla norma EN documenti normativi di comprovata validità di cui al §12, e in particolare alla norma EN
G
1995-1-2. Si ricorda che la resistenza della struttura lignea non coincide, in generale, con 1995-1-2. Si ricorda che la resistenza della struttura lignea non coincide, in generale, con
E
IL
quella delle singole membrature componenti, essendo determinanti le prestazioni dei quella delle singole membrature componenti, essendo determinanti le prestazioni dei
D
collegamenti e degli altri componenti (come, ad esempio, i sistemi di stabilizzazione) che, collegamenti e degli altri componenti (come, ad esempio, i sistemi di stabilizzazione) che,
nella pratica, sono spesso realizzati con elementi metallici.
O
IN ligneapresenti,
nella pratica, sono spesso realizzati con elementi metallici.
T T
Ai fini del calcolo della resistenza al fuoco della struttura è necessario quindi Ai fini del calcolo della resistenza al fuoco della struttura lignea è necessario quindi
E
LL
valutare la resistenza al fuoco offerta dagli eventuali collegamenti sulla base dei valutare la resistenza al fuoco offerta dagli eventuali collegamenti presenti, sulla base dei
O
documenti sopra citati o di idonea sperimentazione. documenti sopra citati o di idonea sperimentazione.
I N
L
dovrà essere limitata la presenza di nodi, cretti, smussi o altri difetti, che possano ridurre dovrà essere limitata la presenza di nodi, cretti, smussi o altri difetti, che possano ridurre
la capacità portante del collegamento.
O N
la capacità portante del collegamento.
Se non diversamente previsto in sede progettuale ed espressamente specificato, si
IC A
Se non diversamente previsto in sede progettuale ed espressamente specificato, si
N
raccomanda che i chiodi siano infissi ortogonalmente rispetto alla fibratura e fino a una raccomanda che i chiodi siano infissi ortogonalmente rispetto alla fibratura e fino a una
C
TE
profondità tale che le superfici delle teste risultino a filo della superficie del legno.Si profondità tale che le superfici delle teste risultino a filo della superficie del legno.Si
E
raccomanda, inoltre, che il diametro delle preforature non sia maggiore di 0,8 d, essendo d raccomanda, inoltre, che il diametro delle preforature non sia maggiore di 0,8 d, essendo d
il diametro del chiodo.
N
il diametro del chiodo.
ISiOraccomanda che,nel legno, i fori per i bulloni abbiano un diametro che non sia più
AZ grande
Si raccomanda che,nel legno, i fori per i bulloni abbiano un diametro che non sia più
grande di 1 mm rispetto al diametro d del bullone. Si raccomanda che,nelle piastre di
I S L di 1 mm rispetto al diametro d del bullone. Si raccomanda che,nelle piastre di
G
acciaio, i fori per i bulloni abbiano un diametro che non sia più grande di max[2 mm; acciaio, i fori per i bulloni abbiano un diametro che non sia più grande di max[2 mm;
0,1d] rispetto al diametro d del bullone.
L E 0,1d] rispetto al diametro d del bullone.
D I rondelle aventi
Al di sotto della testa del bullone e del dado dovranno essere utilizzate Al di sotto della testa del bullone e del dado dovranno essere utilizzate rondelle aventi
N O
lunghezza del lato o diametro pari ad almeno 3d e spessore pari ad almeno 0,3d e che le
I
lunghezza del lato o diametro pari ad almeno 3d e spessore pari ad almeno 0,3d e che le
E
L l'umidità di equilibrio in fase di
Si raccomanda che bulloni e tirafondi siano serrati
perfettamente accostati. Qualora il legno L
Si raccomanda che bulloni e tirafondi siano serrati in modo tale che gli elementi siano
E
preforatura sia determinato tramite prove. preforatura sia determinato tramite prove.
Nel caso si utilizzino viti, le cui certificazioni di prodotto (ETA, Valutazione Tecnica
L I N
Nel caso si utilizzino viti, le cui certificazioni di prodotto (ETA, Valutazione Tecnica
Europea, o CIT, Certificato di Idoneità Tecnica) attestino la capacità di auto-foratura, non
O N
Europea, o CIT, Certificato di Idoneità Tecnica) attestino la capacità di auto-foratura, non
A
è necessario eseguire il preforo. è necessario eseguire il preforo.
Nei casi in cui la resistenza dell'incollaggio sia un requisito limitativo per la verifica agli
N IC
Nei casi in cui la resistenza dell'incollaggio sia un requisito limitativo per la verifica agli
C
TE
stati limite ultimi, si raccomanda che la produzione delle unioni incollate sia sottoposta a stati limite ultimi, si raccomanda che la produzione delle unioni incollate sia sottoposta a
E
controllo di qualità, per assicurare che l'affidabilità e la qualità dell’unione siano conformi controllo di qualità, per assicurare che l'affidabilità e la qualità dell’unione siano conformi
alle specifiche tecniche pertinenti.
N
alle specifiche tecniche pertinenti.
ISiOraccomanda che siano seguite le prescrizioni del produttore dell'adesivo, in relazione
AZ alla
Si raccomanda che siano seguite le prescrizioni del produttore dell'adesivo, in relazione
S L
alla conservazione, miscelazione e applicazione, alle condizioni ambientali necessarie, sia
I
conservazione, miscelazione e applicazione, alle condizioni ambientali necessarie, sia
G
in fase di applicazione sia in fase di indurimento, all'umidità degli elementi e a tutti i in fase di applicazione sia in fase di indurimento, all'umidità degli elementi e a tutti i
fattori pertinenti al corretto utilizzo dell'adesivo.
L E fattori pertinenti al corretto utilizzo dell'adesivo.
D I un periodo di
Per gli adesivi per i quali il raggiungimento della piena resistenza richiede Per gli adesivi per i quali il raggiungimento della piena resistenza richiede un periodo di
N O di tale periodo.
tempo dopo l'indurimento iniziale, si raccomanda che l'applicazione di carichi (pesi
I
tempo dopo l'indurimento iniziale, si raccomanda che l'applicazione di carichi (pesi
T T
propri, permanenti, variabili) non avvenga prima della conclusione propri, permanenti, variabili) non avvenga prima della conclusione di tale periodo.
C4.4.16 VERIFICHE PER SITUAZIONI TRANSITORIE, CONTROLLI E PROVE DI CARICO C4.4.16 VERIFICHE PER SITUAZIONI TRANSITORIE, CONTROLLI E PROVE DI CARICO
In considerazione delle specifiche caratteristiche del legno e materiali da esso derivati, in In considerazione delle specifiche caratteristiche del legno e materiali da esso derivati, in
aggiunta a quanto previsto per le costruzioni realizzate con altri materiali è opportuno, aggiunta a quanto previsto per le costruzioni realizzate con altri materiali è opportuno,
fin dalla fase di progetto, predisporre un dettagliato piano di controlli che comprenda: fin dalla fase di progetto, predisporre un dettagliato piano di controlli che comprenda:
a) controlli in fase di costruzione; a) controlli in fase di costruzione;
b) controlli sulla struttura completa; b) controlli sulla struttura completa;
c) controlli della struttura in esercizio. c) controlli della struttura in esercizio.
T
- prove preliminari, per verificare l'idoneità di materiali e dei metodi di produzione (si - prove preliminari, per verificare l'idoneità di materiali e dei metodi di produzione (si
veda il pertinente sottoparagrafo in C.11.7);
E
veda il pertinente
N
in C.11.7);
AeZ elementi
marcatura, trattamenti e umidità, tipo di adesivo, processo di produzione degli
C4.4.16.2 CONTROLLI SULLA STRUTTURA COMPLETA C4.4.16.2 CONTROLLI SULLA STRUTTURA COMPLETA
I controlli sulla costruzione ultimata sono quelli previsti anche per le altre costruzioni. Le I controlli sulla costruzione ultimata sono quelli previsti anche per le altre costruzioni. Le
eventuali prove di carico da eseguire a struttura ultimata, così come quelle sui singoli eventuali prove di carico da eseguire a struttura ultimata, così come quelle sui singoli
elementi strutturali, anche in fase di costruzione verranno eseguite con riferimento, elementi strutturali, anche in fase di costruzione verranno eseguite con riferimento,
generalmente, a carichi di prova tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per generalmente, a carichi di prova tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per
combinazioni rare. Le procedure da seguire saranno pertanto limitate alla procedura 1 e/o combinazioni rare. Le procedure da seguire saranno pertanto limitate alla procedura 1 e/o
alla procedura 2 della UNI EN 380, in relazione al tipo della struttura ed alla natura dei alla procedura 2 della UNI EN 380, in relazione al tipo della struttura ed alla natura dei
carichi. carichi.
L’esito della prova potrà essere valutato sulla base dei seguenti elementi: L’esito della prova potrà essere valutato sulla base dei seguenti elementi:
C4.4.16.3 CONTROLLI DELLA STRUTTURA IN ESERCIZIO C4.4.16.3 CONTROLLI DELLA STRUTTURA IN ESERCIZIO
Il programma di controllo della struttura in esercizio specificherà le caratteristiche e Il programma di controllo della struttura in esercizio specificherà le caratteristiche e
l’intervallo temporale delle ispezioni, dei controlli e delle manutenzioni, adottando quelle
N E
l’intervallo temporale delle ispezioni, dei controlli e delle manutenzioni, adottando quelle
I
misure atte ad assicurare con sufficiente adeguatezza che le condizioni ambientali,
L
misure atte ad assicurare con sufficiente adeguatezza che le condizioni ambientali,
N
O
strutturali e di utilizzazione permangano e siano conformi alle ipotesi assunte a base del strutturali e di utilizzazione permangano e siano conformi alle ipotesi assunte a base del
progetto. progetto.
IC A
N
Tutte le informazioni necessarie per il corretto utilizzo in esercizio e per la manutenzione Tutte le informazioni necessarie per il corretto utilizzo in esercizio e per la manutenzione
C
TE
della struttura saranno messe a disposizione degli utilizzatori. della struttura saranno messe a disposizione degli utilizzatori.
N E
IO COSTRUZIONI DI MURATURA
AZ C4.5.1
C4.5 COSTRUZIONI DI MURATURA C4.5
C4.5.1
IS L
E G
IL
C4.5.2 MATERIALIECARATTERISTICHETIPOLOGICHE C4.5.2 MATERIALIECARATTERISTICHETIPOLOGICHE
C4.5.2.1
O D C4.5.2.1
T IN
ET
C4.5.2.2 ELEMENTI RESISTENTI DI MURATURA C4.5.2.2 ELEMENTI RESISTENTI DI MURATURA
C4.5.2.2.1 ELEMENTIARTIFICIALI
Il rispetto degli spessori minimi dei settiO
LL C4.5.2.2.1 ELEMENTIARTIFICIALI
Analogamente, il rispetto della percentuale di foratura e della massima areaf della Analogamente, il rispetto della percentuale di foratura e della massima areaf della
sezione normale di ogni singolo foro ha il fine principale di garantire sufficiente sezione normale di ogni singolo foro ha il fine principale di garantire sufficiente
robustezza agli elementi, cioè di prevenire rotture fragili. L’uso di elementi con robustezza agli elementi, cioè di prevenire rotture fragili. L’uso di elementi con
percentuale di foratura superiore o con fori di dimensioni superiori, anche se riempiti con percentuale di foratura superiore o con fori di dimensioni superiori, anche se riempiti con
materiale il quale non abbia però proprietà meccaniche uguali a quelle del materiale di materiale il quale non abbia però proprietà meccaniche uguali a quelle del materiale di
base dell’elemento (laterizio, calcestruzzo, silicato di calcio, etc…), è soggetto a quanto base dell’elemento (laterizio, calcestruzzo, silicato di calcio, etc…), è soggetto a quanto
previsto nei §§ 4.6 e 11.1 delle NTC. Si rammenta comunque che, in base al §4.5.2.2.1, previsto nei §§ 4.6 e 11.1 delle NTC. Si rammenta comunque che, in base al §4.5.2.2.1,
Ai fini delle limitazioni in altezzaindicate, qualora si impieghino giunti sottili e/o giunti
I N E
Ai fini delle limitazioni in altezzaindicate, qualora si impieghino giunti sottili e/o giunti
verticali a secco, l’altezza interpiano è intesa come altezza massima del paramento
N L
verticali a secco, l’altezza interpiano è intesa come altezza massima del paramento
murario misurata dall’estradosso del solaio o del cordolo inferiore all’intradosso del
A O
murario misurata dall’estradosso del solaio o del cordolo inferiore all’intradosso del
solaio o cordolo superiore.
IC
solaio o cordolo superiore.
N
C
TE
Nel caso in cui vengano utilizzati elementi che consentono la realizzazione di giunti Nel caso in cui vengano utilizzati elementi che consentono la realizzazione di giunti
E
verticali a tasca, le condizioni per cui tali giunti possono essere considerati verticali a tasca, le condizioni per cui tali giunti possono essere considerati
equivalenti ai giunti interamente riempiti sono riportate al paragrafo §8.1.5(3)
N
O norma UNI-EN 1996-1-1
equivalenti ai giunti interamente riempiti sono riportate al paragrafo §8.1.5(3)
della norma UNI-EN 1996-1-1
AZIdella
IS L C4.5.3
G
C4.5.3
E
C4.5.4 ORGANIZZAZIONESTRUTTURALE
D IL C4.5.4 ORGANIZZAZIONESTRUTTURALE
I N O
La funzione “portante” di un muro consiste nel sopportare i carichi verticali. La funzione La funzione “portante” di un muro consiste nel sopportare i carichi verticali. La funzione
T
di controvento consiste nel resistere alle azioni orizzontali. La resistenza di un muro a di controvento consiste nel resistere alle azioni orizzontali. La resistenza di un muro a
L
BOdi resistere
prevede in pianta secondo piano. Una adeguata concezione strutturale prevede muri disposti in pianta secondo
almeno due direzioni ortogonali, al fine ad azioni orizzontali comunque almeno due direzioni ortogonali, al fine di resistere ad azioni orizzontali comunque
dirette. La presenza di uno stato di compressione verticale influenza la resistenza della dirette. La presenza di uno stato di compressione verticale influenza la resistenza della
muratura alle azioni orizzontali, in particolar modo nel caso di muratura non armata. Per muratura alle azioni orizzontali, in particolar modo nel caso di muratura non armata. Per
bassi valori di compressione media, un setto di muratura incrementa la sua resistenza alle bassi valori di compressione media, un setto di muratura incrementa la sua resistenza alle
forze orizzontali (nel piano e fuori del piano) al crescere della compressione verticale. forze orizzontali (nel piano e fuori del piano) al crescere della compressione verticale.
L’orientamento dei solai e la modalità con cui questi trasmettono i carichi verticali ai setti L’orientamento dei solai e la modalità con cui questi trasmettono i carichi verticali ai setti
murari rientrano quindi tra le scelte progettuali che possono influenzare il murari rientrano quindi tra le scelte progettuali che possono influenzare il
comportamento strutturale nei confronti delle azioni orizzontali. comportamento strutturale nei confronti delle azioni orizzontali.
E
C4.5.6.1 RESISTENZE DI PROGETTO
Per quanto riguarda il controllo e valutazione in loco delle proprietà della malta, il
I N
Per quanto riguarda il controllo e valutazione in loco delle proprietà della malta, il
L
N
rispetto del requisito può essere considerato soddisfatto dai controlli di accettazione rispetto del requisito può essere considerato soddisfatto dai controlli di accettazione
previsti al cap. 11 delle NTC. previsti al cap. 11 delle NTC.
A O
IC
Il coefficiente parziale di sicurezza M da impiegarsi nelle espressioni 4.5.2 e 4.5.3 delle
N
C
TE VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI
NTC è riportato in Tabella 4.5.II.
C4.5.6.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI
Il metodo semplificato proposto è una possibile alternativa ai metodi riportati dalle
N E
C4.5.6.2
IO
Il metodo semplificato proposto è una possibile alternativa ai metodi riportati dalle
AZ
normative di comprovata validità (ad esempio la UNI EN 1996-1-1) ed introduce una
normative di comprovata validità (ad esempio la UNI EN 1996-1-1) ed introduce una
L
riduzione della resistenza a compressione della muratura per l’effetto combinato di
IS
eccentricità trasversali del carico e effetti geometrici del secondo ordine mediante il riduzione della resistenza a compressione della muratura per l’effetto combinato di
E G
coefficiente . Questo metodo deriva dalle norme tecniche italiane precedentemente in eccentricità trasversali del carico e effetti geometrici del secondo ordine mediante il
IL
vigore (a partire dal DM 20/11/87). Nell’applicazione di tale metodo è opportuno coefficiente . Questo metodo deriva dalle norme tecniche italiane precedentemente in
O D
ricordare che le tensioni di compressione possono essere distribuite in modo non vigore (a partire dal DM 20/11/87). Nell’applicazione di tale metodo è opportuno
IN
uniforme in direzione longitudinale al muro, a causa di una eccentricità longitudinale ricordare che le tensioni di compressione possono essere distribuite in modo non
T T
della risultante dei carichi verticali. Tale eccentricità longitudinale può essere dovuta alle uniforme in direzione longitudinale al muro, a causa di una eccentricità longitudinale
LE
della risultante dei carichi verticali. Tale eccentricità longitudinale può essere dovuta alle
L
modalità con cui i carichi verticali sono trasmessi al muro, oppure alla presenza di
BO
momenti nel piano del muro dovuti ad esempio alla spinta del vento nel caso di muri di modalità con cui i carichi verticali sono trasmessi al muro, oppure alla presenza di
controvento. momenti nel piano del muro dovuti ad esempio alla spinta del vento nel caso di muri di
controvento.
È quindi necessario tenere conto, nella verifica di sicurezza, della distribuzione non
uniforme in senso longitudinale delle compressioni.In alternativa, è possibile valutare È quindi necessario tenere conto, nella verifica di sicurezza, della distribuzione non
l’eccentricità longitudinale el dei carichi verticali e definire una ulteriore riduzione uniforme in senso longitudinale delle compressioni.In alternativa, è possibile valutare
convenzionale della resistenza a compressione applicando alla resistenza ridotta f d,rid un l’eccentricità longitudinale el dei carichi verticali e definire una ulteriore riduzione
convenzionale della resistenza a compressione applicando alla resistenza ridotta f d,rid un
ulteriore coefficiente lvalutato dalla Tabella 4.5.III delle NTC, ponendo m = 6el/l dove l è
ulteriore coefficiente lvalutato dalla Tabella 4.5.III delle NTC, ponendo m = 6el/l dove l è
la lunghezza del muro, e ponendo = 0.
la lunghezza del muro, e ponendo = 0.
La verifica di sicurezza viene formulata quindi come Nd≤ lfdtl dove Ndè il carico
La verifica di sicurezza viene formulata quindi come N d≤ lfdtl dove Ndè il carico
verticale totale agente sulla sezione del muro oggetto di verifica, l e t sono
rispettivamente lunghezza e spessore del muro. verticale totale agente sulla sezione del muro oggetto di verifica, l e t sono
C4.5.6.3 C4.5.6.3
IO
considerando la poligonale definita dal filo esterno delle pareti perimetrali al netto di considerando
eventuali aggetti (per es. gronde, balconi).
A Z eventuali aggetti (per es. gronde, balconi).
I
Le verifiche semplificate consentite, quando applicabili, garantiscono il progettista
S Lnei Le verifiche semplificate consentite, quando applicabili, garantiscono il progettista nei
EG del eccezione della verifica per eventuali carichi concentrati. Rimane responsabilità del
confronti degli stati limite per tutti i casi previsti ai §4.5.6.2 e §4.5.6.3delle NTC, con confronti degli stati limite per tutti i casi previsti ai §4.5.6.2 e §4.5.6.3delle NTC, con
eccezione della verifica per eventuali carichi concentrati. Rimane L
e Ila necessità di una progettista valutare l’eventuale presenza di carichi concentrati e la necessità di una
responsabilità
progettista valutare l’eventuale presenza di carichi concentratiD
conseguente verifica locale.
I N O conseguente verifica locale.
E TT
C4.5.7 MURATURA ARMATA
L C4.5.7 MURATURA ARMATA
L riportate nel §4.5.7 delle NTCsi basano Le indicazioni progettuali sulla muratura armata riportate nel §4.5.7 delle NTCsi basano
B
Le indicazioni progettuali sulla muratura O armata
sulle esperienze e sulle rilevanze sperimentali attualmente disponibili. Pertanto nei sulle esperienze e sulle rilevanze sperimentali attualmente disponibili. Pertanto nei
sistemi di muratura armata qui normati è previsto l’uso di giunti orizzontali e verticali sistemi di muratura armata qui normati è previsto l’uso di giunti orizzontali e verticali
completamente riempiti di malta. Sono quindi esclusi, in accordo anche con quanto completamente riempiti di malta. Sono quindi esclusi, in accordo anche con quanto
prescritto nella UNI EN 1996-1-1 § 8.1.5(3), riempimenti parziali dei giunti verticali, come prescritto nella UNI EN 1996-1-1 § 8.1.5(3), riempimenti parziali dei giunti verticali, come
quelli consentiti per la muratura non armata (ad esempio i sistemi a tasca). quelli consentiti per la muratura non armata (ad esempio i sistemi a tasca).
Le NTC chiariscono che si intendono per “sistemi costruttivi diversi da quelli disciplinati dalle
N E
presenti norme tecniche” quelli per cui le regole di progettazioneed esecuzione non siano
I
N L
previste nelle NTC stesse o nei riferimenti tecnici e nei documenti di comprovatavalidità
O
di cui al Capitolo 12, nel rispetto dei livelli di sicurezza previsti dalle norme tecniche. Si
A
IC
estende quindi il concetto di sistemi costruttivi disciplinati dalla normativa tecnica
N
nazionale, oltre a quelli esplicitamente trattati (quali strutture in c.a. e c.a.p., in
C
TE
carpenteria metallica, miste acciaio-cls, in legno ed in muratura), anche ai sistemi
E
costruttivi le cui regole di progettazione siano riportate nei documenti di comprovata
IO N
validità di cui al Capitolo 12, nel rispetto dei livelli di sicurezza delle norme tecniche
AZ
nazionali. In altre parole si intendono disciplinati dalle norme tecniche nazionali anche
IS L quei sistemi costruttivi compiutamente trattati negli Eurocodici, quali, a mero titolo
G
esemplificativo, quelli basati sull’impiego dell’alluminio, a condizione che siano applicate
E
IL
le Appendici nazionali italiane.
OD
Pertanto, all’impiego di sistemi costruttivi diversi da quelli disciplinati nelle NTC, così
IN
come sopra chiarito, si applica quanto indicato all’articolo 52, comma 2, del DPR
T
ET
380/2001, che prevede che la loro idoneità debba esserecomprovata da una dichiarazione
L
rilasciata, dal Presidente del Consiglio superioredei lavori pubblici, su conforme parere
L
BO
dello stesso Consiglio e previa istruttoria del Servizio Tecnico Centrale.
Tale dichiarazione sarà riferita allo specifico progetto e/o cantiere, non avrà carattere
generale, dovrà essere comunque preventiva all’avvio dei lavori e potrà essere richiesta
mediante istanza indirizzata al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio superiore dei
lavori pubblici secondo le procedure previste dallo stesso Servizio. La documentazione
allegata all’istanza dovrà ricomprendere anche la descrizione delle regole di
progettazione ed esecuzione assunte a base del progetto, la loro giustificazione teorica,
tecnica, scientifica ed, eventualmente, sperimentale, nonché la dimostrazione del rispetto
dei principi e dei livelli di sicurezza previsti dalle NTC.
Come indicato nelle NTC, in ogni caso, i materiali o prodotti strutturali utilizzati nel
sistema costruttivo devono essere conformi ai requisiti di cui al Capitolo11, con
particolare riferimento, per i materiali o prodotti innovativi, a quanto previsto al caso c)
I N E
normativa nazionale od europea, di cui al § 11.1, caso c), delle NTC. Quest’ultima, infatti,
L
costituisce documentazione di qualificazione idonea alla generica dichiarazione delle
O N
prestazioni finalizzata alla commercializzazione ed impiego di un prodotto da
A
costruzione, indipendentemente dall’uso specifico, dalle regole di progettazione
IC
dell’opera di destinazione e che non ne comprova l’idoneità allo ad uno specifico impiego
N
C
in un determinato sistema costruttivo o in una determinata opera. La Dichiarazione di
TE
idoneità di cui al presente paragrafo si riferisce invece ad uno specifico sistema
E
N
costruttivo oppure ad una specifica opera, con particolare riferimento ai casi in cui
IO
vengono impiegati materiali e prodotti ometodi e criteri di progettazione non contenuti
L AZ Infine, stante le possibili difficoltà applicative e/o interpretative della materia trattata al
nelle NTC o nei documenti di comprovata validità in esse considerati.
G IS
E
IL
par. 4.6 delle NTC e nel presente paragrafo, le NTC rammentano che le amministrazioni
D
territorialmente competenti alla verifica dell’applicazione delle norme tecniche per
IN O lecostruzioni ai sensi del DPR 380/2001 (gli ex Uffici del Genio Civile Regionali, nelle
T
articolazioni territoriali oggi previste da apposite leggi regionali) o le amministrazioni
T
LE
committenti, possono avvalersi dell’attività consultiva, ai sensidell’articolo 2, comma 1,
L lettera b), del DPR 204/2006, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che si esprime
C5 PONTI C5 PONTI
Il Capitolo 5 delle NTC tratta i criteri generali e le indicazioni tecniche per la Il Capitolo 5 delle NTC tratta i criteri generali e le indicazioni tecniche per la
progettazione e l’esecuzione dei ponti stradali e ferroviari. progettazione e l’esecuzione dei ponti stradali e ferroviari.
In particolare, per quanto attiene i ponti stradali, oltre alle principali caratteristiche In particolare, per quanto attiene i ponti stradali, oltre alle principali caratteristiche
geometriche, vengono definite le diverse possibili azioni agenti ed assegnati gli schemi
I N E
geometriche, vengono definite le diverse possibili azioni agenti ed assegnati gli schemi
di carico corrispondenti alle azioni variabili da traffico.
N L
di carico corrispondenti alle azioni variabili da traffico.
Gli schemi di carico stradali e ferroviari da impiegare per le verifiche statiche e a fatica
A O
Gli schemi di carico stradali e ferroviari da impiegare per le verifiche statiche e a fatica
sono generalmente coerenti con gli schemi dell’EN 1991-2, cui si può far riferimento
IC
sono generalmente coerenti con gli schemi dell’EN 1991-2, cui si può far riferimento
N
per aspetti di dettaglio non trattati nelle NTC.
I carichi da traffico per ponti stradali del modello principale sono indipendenti I carichi da E
C
per aspetti di dettaglio non trattati nelle NTC.
LE
effetti globali in ponti di luce superiore a 300 m. effetti globali in ponti di luce superiore a 300 m.
Per i ponti ferroviari particolare attenzione viene posta sui carichiI ed
O D i relativi effetti Per i ponti ferroviari particolare attenzione viene posta sui carichi ed i relativi effetti
N
dinamici. Particolari e dettagliate prescrizioni vengono fornite per le verifiche, sia agli dinamici. Particolari e dettagliate prescrizioni vengono fornite per le verifiche, sia agli
SLU sia agli SLE.
T I SLU sia agli SLE.
T che per i ponti ferroviari, sono I modelli di carico assegnati, sia per i ponti stradali che per i ponti ferroviari, sono
LE
I modelli di carico assegnati, sia per i ponti stradali
modelli ideali, intesi a riprodurre gli effettiLdel
BOrappresentativi di veicoli o convogli reali. periodo di ritorno. Essi non sono pertanto rappresentativi di veicoli o convogli reali.
traffico reale caratterizzati da assegnato modelli ideali, intesi a riprodurre gli effetti del traffico reale caratterizzati da assegnato
periodo di ritorno. Essi non sono pertanto
Si segnala ancora che i coefficienti parziali di sicurezza relativi ai sovraccarichi da Si segnala ancora che i coefficienti parziali di sicurezza relativi ai sovraccarichi da
traffico sono minori di quelli pertinenti ad altri sovraccarichi; infatti, il coefficiente Q traffico sono minori di quelli pertinenti ad altri sovraccarichi; infatti, il coefficiente Q
per le azioni da traffico stradale vale 1,35 per le combinazioni EQU e STR e 1,15 per la per le azioni da traffico stradale vale 1,35 per le combinazioni EQU e STR e 1,15 per la
combinazione GEO, e il coefficiente Q per le azioni da traffico ferroviario vale 1,45 per combinazione GEO, e il coefficiente Q per le azioni da traffico ferroviario vale 1,45 per
le combinazioni EQU e STR e 1,25 per la combinazione GEO. le combinazioni EQU e STR e 1,25 per la combinazione GEO.
C5.1.1 C5.1.1
C5.1.2.2 C5.1.2.2
Gli elementi del ponte, quali le opere strutturali, di difesa ed accessorie, quando
I N E
Gli elementi del ponte, quali le opere strutturali, di difesa ed accessorie, quando
L
interessino l'alveo di un corso d'acqua, fanno parte di un progetto unitario corredato
N
interessino l'alveo di un corso d'acqua, faranno parte di un progetto unitario.
O
dallo studio di compatibilità idraulica di cui al punto 5.1.2.3 delle NTC. Il progetto sarà
A
impostato tenendo in considerazione la necessità di garantire l’accesso per il ripristino
IC
N
dell'officiosità idraulica degli attraversamenti parzialmente o totalmente intasati dai
T
Edelle diverse situazioni, è opportuno siano tra l’altro illustrati i seguenti aspetti:
Fermo restando
N
Nello studio, in funzione delle diverse situazioni, è opportuno siano in particolare
I-Oanalisi degli eventi di massima piena; esame dei principali eventi verificatisi nel corso
funzione
illustrati i seguenti aspetti:
L AZ d'acqua; raccolta dei valori estremi in quanto disponibili, e loro elaborazione in termini
IS
- ricerca e raccolta, presso gli Uffici ed Enti competenti, delle notizie e dei rilievi esistenti,
G
di frequenza probabile del verificarsi; per i ponti in sezioni di un corso d’acqua che
E
anche storici, utili per lo studio idraulico da svolgere;
IL
abbiano a monte manufatti artificiali che limitino il naturale deflusso delle piene,
D
- giustificazione della soluzione proposta per: l'ubicazione del ponte, le sue dimensioni e queste sono da valutarsi anche nell’ipotesi che tali manufatti siano dismessi;
O
le sue strutture in pianta, in elevazione ed in fondazione, tenuto conto del regime del
IN
- ricerca e raccolta, presso gli Uffici ed Enti competenti, delle notizie e dei rilievi esistenti,
T
corso d'acqua, dell'assetto morfologico attuale e della sua possibile evoluzione, nonché
anche storici, utili per lo studio idraulico da svolgere;
T
LE
delle caratteristiche geotecniche della zona interessata;
- giustificazione della soluzione proposta per: l'ubicazione del ponte, le sue dimensioni e
L
- studio idrologico degli eventi di massima piena; esame dei principali eventi verificatisi
BO
le sue strutture in pianta, in elevazione ed in fondazione, tenuto conto del regime del
nel corso d'acqua; raccolta dei valori estremi in quanto disponibili, e loro elaborazione
corso d'acqua, dell'assetto morfologico attuale e della sua possibile evoluzione, nonché
in termini di frequenza probabile del verificarsi; definizione dei mesi dell'anno durante
delle caratteristiche geotecniche della zona interessata;
i quali siano da attendersi eventi di piena, con riferimento alla prevista successione
delle fasi costruttive; per i ponti in sezioni di un corso d’acqua che abbiano a monte - allontanamento delle acque dall’impalcato e prevenzione del loro scolo incontrollato
manufatti artificiali che limitino il naturale deflusso delle piene, queste sono da sulle strutture del ponte stesso o su infrastrutture sottostanti.
valutarsi anche nell’ipotesi che i manufatti siano dismessi; Inoltre è di interesse stimare i valori della frequenza probabile (1/Tr) di ipotetici eventi
- definizione della scala delle portate nella sezione interessata per le condizioni attuali e che diano luogo a riduzioni del franco stesso.
per quelle dipendenti dal costruendo manufatto, anche per le diverse e possibili fasi Nello studio idraulico, in funzione delle diverse situazioni, sono inoltre considerati, ove
costruttive previste; applicabili, i seguenti problemi:
- calcolo del rigurgito provocato dal ponte; - classificazione del corso d'acqua ai fini dell'esercizio della navigazione interna: per
- allontanamento delle acque dall’impalcato e prevenzione del loro scolo incontrollato ponti posti su vie classificate navigabili va rispettata la luce minima sotto il ponte che
sulle strutture del ponte stesso o su infrastrutture sottostanti. compete ai natanti per i quali il corso è classificato, fino alla portata per la quale sia
E
considerati i seguenti problemi: superficie immersa delle pile (e delle spalle per i ponti esistenti) con riferimento al
- classificazione del corso d'acqua ai fini dell'esercizio della navigazione interna;
I N
Lche si verifica mediamente ogni anno, in assenza
livello idrico massimo che si verifica mediamente ogni anno.
- valutazione dello scavo localizzato con riferimento alle forme ed alle dimensioni delle
O N
Per la stima del livello idrico massimo
iA
pile, delle spalle e delle relative fondazioni e di altri manufatti presenti nelle vicinanze; di dati che garantiscano una robusta caratterizzazione statistica degli eventi, è da
utilizzarsi il minimo fraC
- esame delle conseguenze della presenza di natanti, corpi flottantitrasportati dalle acque
N I valori di portata massimi annuali registrati. Scalzamento e
A
L anche con l'ausilio di modelli fisici.
S
In situazioni particolarmente complesse può essere opportuno sviluppare le indagini
anche con l'ausilio di modelli idraulici sperimentali.
G I
Quando, per caratteristiche del territorio e del corso d’acqua, si possa E
L
I dimensioni, in sezione oggetto dell’attraversamento il transito di tronchi di rilevanti dimensioni, in
verificare nella Quando, per caratteristiche del territorio e del corso d’acqua, si possa verificare nella
D
sezione oggetto dell’attraversamento il transito di tronchi di rilevanti
O
TINsia non inferiore a 6÷7 m.
aggiunta alla prescrizione di un franco normale minimo di 1,50 m, è da raccomandare, a aggiunta alla prescrizione di un franco normale minimo di 1,50 m, è da raccomandare, a
titolo di indicazione, che il dislivello tra fondo e sottotrave sia non inferiore a 6÷7 m.Nel
T
titolo di indicazione, che il dislivello tra fondo e sottotrave
LEassicurato per tutta la luce, se questa è quota della sommità arginale per l’intera luce. Per tutti gli attraversamenti è opportuno
Quando l’intradosso delle strutture non sia costituito da un’unica linea orizzontale tra gli caso di corsi di acqua arginati, la quota di sottotrave sarà comunque non inferiore alla
L
BO di 2/3 della luce e comunque non inferiore a sia
appoggi, è opportuno che il franco previsto sia
inferiore a 40 m, per una ampiezza centrale garantito il transito dei mezzi di manutenzione delle sponde e/o delle arginature.
40 m, se la luce netta è superiore a 40 m. Le limitazioni alle modifiche delle pile o delle spalle e relative fondazioni di ponti
Nel caso fosse necessario realizzare pile in alveo si puntualizza che, per alvei esistenti previste al punto 5.1.2.3 della Norma, sono da riferirsi agli elementi che
morfologicamente stabili, al fine dell’applicazione di tale punto della norma l’alveo è da interessano l’alveo, come sopra definito, o i corpi arginali. La possibilità di deroga,
intendersi come quella parte della regione fluviale interessata dal deflusso idrico in subordinata all’autorizzazione dell’Autorità competente come previsto allo stesso punto
condizioni di piena corrispondenti ad un periodo di ritorno di 10 anni. Nella restante della norma, è relativa alle sole pile.
parte della regione fluviale interessata dal deflusso idrico in condizioni di piena di
progetto la luce netta minima tra pile contigue sarà valutata in funzione della geometria
della sezione, del tirante idrico, della velocità della corrente e della possibilità di
trasporto di corpi galleggianti e, indicativamente, non sarà inferiore a 15m.
I N E
Nelle Relazioni idrologica e idraulica sarà valutato il sistema di smaltimento delle acque
L
pluviometria della zona.
Il tubo di eduzione è opportuno sia sufficientemente prolungato fino a portare l’acqua di
O N
meteoriche, tenendo in considerazione anche i seguenti aspetti:
A
- analisi degli eventi pluviometrici brevi ed intensi della zona;
IC
scolo a distanza tale da evitare la ricaduta sulle strutture anche in presenza di vento.
- disposizione delle caditoie in numero e posizioni dipendenti dalle loro dimensioni,
C N
dalla geometria plano-altimetrica della sede stradale e dai dati pluviometrici, al fine di
Nel caso di attraversamento di zone urbane ed in tutti quei casi in cui le acque di
E TE
evitare ristagni;
N
- influenza del trasporto solido e dell’eventuale deposito residuo in condotta sul
IO
eduzione possono produrre danni e inconvenienti, è opportuno considerare la possibilità
dimensionamento del sistema di tubazioni che collettano le acque fino al tubo di
AZ
che esse siano intubate fino a terra ed eventualmente immesse in un sistema fognante.
L
eduzione;
IS
Nelle strutture a cassone va considerata l’opportunità di praticare, nei punti di possibili - posizione e lunghezza dei tubi di eduzione affinché l’acqua di scolo sia portata a
E G
accumulo, fori di evacuazione di eventuali acque di infiltrazione. Tubi di evacuazione e distanza tale da evitare la ricaduta sulle strutture anche in presenza di vento.
IL
gocciolatoi saranno predisposti in modo da evitare scoli di acque sul manufatto.
OD
Fermo restando il rispetto della normativa ambientale vigente, in tutti quei casi in cui le
acque di eduzione possono produrre danni e inconvenienti o nel caso di attraversamento
T IN di zone urbane, è opportuno considerare la possibilità che esse siano intubate fino a terra
ET
ed eventualmente immesse in un sistema fognante.
L
OL
Nelle strutture a cassone va considerata l’opportunità di praticare, nei punti di possibili
I N E
dell’altezza della sezione, garantendo comunque un franco minimo di 0,50 m;
-
N L
il calcolo idraulico è da sviluppare prendendo in considerazione le condizioni che si
O
realizzano nel tratto del corso d’acqua a valle del tombino;
A
IC
- la tenuta idraulica deve essere garantita per ciascuna sezione dell'intero manufatto per
N
un carico pari al maggiore tra: 0,5 bar rispetto l'estradosso o 1,5 volte la massima
C
TE
pressione d'esercizio;
E
- il massimo rigurgito previsto a monte del tombino deve garantire il rispetto del franco
AZ
nel caso sia da temersi l'ostruzione anche parziale del manufatto da parte dei detriti
G
varice presidiata da una griglia che consenta il passaggio di elementi caratterizzati da
E
IL
dimensioni non superiori alla metà della larghezza del tombino; in alternativa il
D
tombino è da dimensionare assumendo che la sezione efficace ai fini del deflusso delle
IN O acque sia ridotta almeno alla metà di quella effettiva. È in ogni caso da garantire
T
l’accesso in alveo ai mezzi necessari per le operazioni di manutenzione ordinaria o
T
LE
straordinaria da svolgere dopo gli eventi di piena;
OL
- i tratti del corso d'acqua immediatamente prospicienti l'imbocco e lo sbocco del
C5.1.3.2 C5.1.3.1
Lparticolari
corsie fisiche, disegnate sulla carreggiata mediante la segnaletica orizzontale.
convenzionali possono essere disposte in modo meno severo.
In alcuni casi quali verifiche per
O N SLE e/o verifiche a fatica, le corsie
C5.1.3.3.3 SCHEMI DI CARICO
IC A
convenzionali possono essere disposte in modo meno severo.
Gli schemi di carico specificati al § 5.1.3.3.3 delle NTC includono gli effetti dinamici
determinati con riferimento alla rugosità di pavimentazioni stradali di media qualità N
C specificati al § 5.1.3.3.3 delle NTC includono gli effetti dinamici
C5.1.3.3.3 SCHEMI DI CARICO
Gli schemi diE
secondo la norma ISO 8685:1995. T carico
Ela norma ISO 8685:1995.
N
determinati con riferimento alla rugosità di pavimentazioni stradali di media qualità
O
Per ponti di luce superiore a 300 m e in assenza di studi specifici, in alternativa alloZILo schema di carico 1 vale per ponti di luce non maggiore di 300 m.
Lo schema di carico 1 vale per ponti di luce non maggiore di 300 m. secondo
I N O
Gli assi tandem si considerano viaggianti secondo l’asse longitudinale del ponte e sono
BO
la minima distanza trasversale tra due tandem
tandem affiancati, per ponti con carreggiata di larghezza minore di 5,80 m
cm.
la minima distanza trasversale tra due tandem affiancati si può considerare uguale a 50
C5.1.3.3.5.1 Carichi verticali da traffico su rilevati e su terrapieni adiacenti al ponte cm.
Ai fini del calcolo delle spalle, dei muri d’ala e delle altre parti del ponte a contatto con il C5.1.3.3.5.1 Carichi verticali da traffico su rilevati e su terrapieni adiacenti al ponte
terreno, sul rilevato o sul terrapieno si può considerare applicato lo schema di carico 1 in
Ai fini del calcolo delle spalle, dei muri d’ala e delle altre parti del ponte a contatto con il
cui, per semplicità, i carichi tandem possono essere sostituiti da carichi uniformemente
terreno, sul rilevato o sul terrapieno si può considerare applicato lo schema di carico 1 in
distribuiti equivalenti, applicati su una superficie rettangolare larga 3,0 m e lunga 2,20 m.
cui, per semplicità, i carichi tandem possono essere sostituiti da carichi uniformemente
In un rilevato correttamente consolidato, si può assumere una diffusione del carico con distribuiti equivalenti, applicati su una superficie rettangolare larga 3,0 m e lunga 2,20 m.
angolo di 30°.
In un rilevato correttamente consolidato, si può assumere una diffusione del carico con
C5.1.3.3.5.2 Carichi orizzontali da traffico su rilevati e su terrapieni adiacenti al ponte angolo di 30°.
Ai fini del calcolo delle spalle, dei muri d’ala e dei muri laterali, i carichi orizzontali da C5.1.3.3.5.2 Carichi orizzontali da traffico su rilevati e su terrapieni adiacenti al ponte
I N E
N L
A O
N IC
C
Figura C5.1.1 - Carichi da traffico su muri paraghiaia
E TE
N
Figura C5.1.1 - Carichi da traffico su muri paraghiaia
IO
C5.1.4 VERIFICHE DI SICUREZZA
IS L C5.1.4.1
C5.1.4.2
E G
C5.1.4.3 VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI FATICA
D IL C5.1.4.2
T
al §5.1.4.3 delle NTC. I predetti modelli di carico aTfatica includono gli effetti dinamici,
in mancanza di esso, si può far riferimento ai quattro modelli Per le verifiche a fatica, in alternativa all’effettivo spettro di carico che interessa il ponte, o
E
LL
in mancanza di esso, si può far riferimento ai quattro modelli di carico a fatica assegnati
O
calcolati con riferimento alla rugosità di pavimentazioni stradali di qualità buona al §5.1.4.3 delle NTC. I predetti modelli di carico a fatica includono gli effetti dinamici,
secondo la norma ISO8685:1995.
B calcolati con riferimento alla rugosità di pavimentazioni stradali di qualità buona
secondo la norma ISO8685:1995.
Per le verifiche a fatica di dettagli caratterizzati da limite di fatica ad ampiezza costante
debbono essere effettuate verifiche differenziate a seconda che si conducano verifiche a Per le verifiche a fatica di dettagli caratterizzati da limite di fatica ad ampiezza costante
vita illimitata o verifiche a danneggiamento. Per dettagli caratterizzati da curve S-N prive debbono essere effettuate verifiche differenziate a seconda che si conducano verifiche a
di limite di fatica ad ampiezza costante, possono essere condotte solo verifiche a vita illimitata o verifiche a danneggiamento. Per dettagli caratterizzati da curve S-N prive
danneggiamento. di limite di fatica ad ampiezza costante, possono essere condotte solo verifiche a
danneggiamento.
Per le verifiche a vita illimitata si possono impiegare, in alternativa, il modello di carico a
fatica n. 1, derivato dal modello di carico statico, che è un modello cautelativo, molto Per le verifiche a vita illimitata si possono impiegare, in alternativa, il modello di carico a
semplificato, che consente anche di considerare l’effetto d’interazione di carichi fatica n. 1, derivato dal modello di carico statico, che è un modello cautelativo, molto
simultaneamente applicati su più corsie, o il modello di carico a fatica n. 2, che è un semplificato, che consente anche di considerare l’effetto d’interazione di carichi
modello molto raffinato costituito da uno spettro di carico frequente, il quale, però, non simultaneamente applicati su più corsie, o il modello di carico a fatica n. 2, che è un
IC
consolidata. rilevanti, è necessario tener conto, facendo ricorso a studi specifici o a letteratura tecnica
N
EaCdanneggiamento si possono impiegare, in alternativa, il modello di
consolidata.
Per le verifiche a danneggiamento si possono impiegare, in alternativa, il modello di
carico a fatica n. 3, semplificato e generalmente cautelativo, costituito da un veicolo di
T
Per le verifiche
carico aE
fatica convenzionale equivalente, e il modello di carico a fatica n. 4, costituito da uno
IL
in funzione della tipologia di traffico interessante il ponte in esame, nella Tab. 5.1.VIII. strada servita, nella Tab. 5.1.X delle NTC, mentre la composizione del traffico è riportata,
O D
Con assunzione estremamente cautelativa, i veicoli dei modelli di carico di fatica 3 o 4
in funzione della tipologia di traffico interessante il ponte in esame, nella Tab. 5.1.VIII.
IN
possono essere applicati in asse alle corsie convenzionali determinate in accordo con il Con assunzione estremamente cautelativa, i veicoli dei modelli di carico di fatica 3 o 4
§5.1.3.3.5 delle NTC.
E TT possono essere applicati in asse alle corsie convenzionali determinate in accordo con il
E
dove d è la distanza in m della sezione considerata dalla sezione di giunto, espressa in m.
C5.1.4.4
L I N
N
C5.1.4.4
O
C5.1.4.5 VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI DEFORMAZIONE
Per la valutazione della domanda relativa alla componente cinematica dei vincoli e per il
IC A
C5.1.4.5 VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI DEFORMAZIONE
N
calcolo della dimensione dei varchi, ovvero della distanza tra costruzioni contigue in Per la valutazione della domanda relativa alla componente cinematica dei vincoli e per il
C
TE
corrispondenza delle interruzioni strutturali, si potranno prendere in conto, oltre alle calcolo della dimensione dei varchi, ovvero della distanza tra costruzioni contigue in
E
combinazioni sismiche, anche le combinazioni SLU delle altre azioni significative per il corrispondenza delle interruzioni strutturali, si potranno prendere in conto, oltre alle
caso in esame (ritiro, viscosità, variazioni termiche, frenatura, azione centrifuga, vento,
N
combinazioni sismiche, anche le combinazioni SLU delle altre azioni significative per il
IO
AZ
precompressione, ecc.). caso in esame (ritiro, viscosità, variazioni termiche, frenatura, azione centrifuga, vento,
L
precompressione, ecc.).
IS
I valori di progetto della variazione termica uniforme per la valutazione agli SLU della
G
massima espansione/contrazione si possono esprimere come segue: I valori di progetto della variazione termica uniforme per la valutazione agli SLU della
E
IL
Delta_T_exp_d = Delta_T_exp + Delta_To massima espansione/contrazione si possono esprimere come segue:
Delta_T_con_d= Delta_T_con + Delta_To
O D Delta_T_exp_d = Delta_T_exp + Delta_To
IN
In cui: Delta_T_con_d= Delta_T_con + Delta_To
Delta_T_exp = +Te,max – To
T T In cui:
LE
Delta_T_con = -Te,min + To Delta_T_exp = +Te,max – To
O L Delta_T_con = -Te,min + To
B
Te,max e Te,min sono rispettivamente la massima e minima temperature
uniforme del ponte ricavabili, come indicato nel capitolo 6 dello EN-1991-1-5, in Te,max e Te,min sono rispettivamente la massima e minima temperature
funzione della Tmin e Tmax dell’aria esterna di cui al § 3.5 delle NTC. uniforme del ponte ricavabili, come indicato nel capitolo 6 dello EN-1991-1-5, in
To è la temperatura iniziale all’atto della regolazione degli appoggi del ponte di funzione della Tmin e Tmax dell’aria esterna di cui al § 3.5 delle NTC.
cui al § 3.5.4 delle NTC. To è la temperatura iniziale all’atto della regolazione degli appoggi del ponte di
Delta_To è indicato nella tabella seguente. cui al § 3.5.4 delle NTC.
Delta_To è indicato nella tabella seguente.
N
Delta_To = 30°C per strutture di acciaio Installazione senza alcuna preregolazione per effetti termici.
L I esterna.
I valori caratteristici della variazione termica uniforme per la massima
O N
Delta_To = 20°C per strutture di c.a., c.a.p. e acciaio/cls
A
Delta_To = 30°C per strutture di acciaio Installazione senza alcuna preregolazione
espansione/contrazione si possono esprimere con la seguente formulazione.
Delta_T_exp_k = Delta_T_exp
N IC
C
I valori caratteristici della variazione termica uniforme per la massima
TE
Delta_T_con_k= Delta_T_con espansione/contrazione si possono esprimere con la seguente formulazione.
C5.1.4.6 VERIFICA DELLE AZIONI SISMICHE
N E Delta_T_exp_k = Delta_T_exp
IO
Delta_T_con_k= Delta_T_con
L
infrastrutture lineari, caratterizzate da valori non coincidenti di V N e CU, per non
G IS
pregiudicare il livello di sicurezza dell’infrastruttura più rilevante occorrerà progettare
Nella progettazione sismica di manufatti che si collocano sull’intersezione di due
E
IL
gli elementi strutturali delle opere di intersezione assumendo il più alto valore di V R fra
infrastrutture lineari, caratterizzate da valori non coincidenti di VN e CU, per non
D
quelli determinati considerando l’opera appartenente a ciascuna delle infrastrutture
pregiudicare il livello di sicurezza dell’infrastruttura più rilevante occorrerà progettare
O
interferenti
IN
gli elementi strutturali delle opere di intersezione assumendo il più alto valore di V R fra
C5.1.5
T T quelli determinati considerando l’opera appartenente a ciascuna delle infrastrutture
LE
interferenti
L
BO
C5.1.6
C5.1.5
C5.1.7
C5.1.6
C5.1.8 PONTI PEDONALI
C5.1.7
Per i ponti pedonali si deve considerare lo schema di carico 4, folla compatta, applicato su
tutta la parte sfavorevole della superficie d’influenza. C5.1.8 PONTI PEDONALI
L’intensità del carico, comprensiva degli effetti dinamici, è di 5,0 kN/m . Tuttavia,
2
Per i ponti pedonali si deve considerare lo schema di carico 4, folla compatta, applicato su
quando si possa escludere la presenza di folla compatta, come accade per ponti in zone tutta la parte sfavorevole della superficie d’influenza.
scarsamente abitate, l’intensità del carico può essere ridotta, previa adeguata
L’intensità del carico, comprensiva degli effetti dinamici, è di 5,0 kN/m 2. Tuttavia,
giustificazione, a
quando si possa escludere la presenza di folla compatta, come accade per ponti in zone
scarsamente abitate, l’intensità del carico può essere ridotta, previa adeguata
I N
forza orizzontale di frenamento pari al 60% del carico verticale.
L
O N
IC A
C N
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
Figura C5.1.2 -Veicolo di servizio per ponti di
D3a categoria IL
IN O Figura C5.1.2 -Veicolo di servizio per ponti di 3a categoria
T
C5.1.8.1 Modelli dinamici per ponti pedonali
T
LE
Vibrazioni nei ponti pedonali possono essere indotte da varie cause quali, per esempio, C5.1.8.1 Modelli dinamici per ponti pedonali
L
BO
vento o persone singole o in gruppo che camminano, corrono, saltano o danzano sul Vibrazioni nei ponti pedonali possono essere indotte da varie cause quali, per esempio,
ponte. vento o persone singole o in gruppo che camminano, corrono, saltano o danzano sul
Ai fini delle verifiche nei riguardi dello stato limite di vibrazione può essere necessario ponte.
considerare appropriati modelli dinamici, che tengano conto del numero e della Ai fini delle verifiche nei riguardi dello stato limite di vibrazione può essere necessario
posizione delle persone simultaneamente presenti sul ponte e di fattori esterni, quale la considerare appropriati modelli dinamici, che tengano conto del numero e della
localizzazione del ponte stesso, e definire opportuni criteri di comfort, facendo posizione delle persone simultaneamente presenti sul ponte e di fattori esterni, quale la
riferimento a normative e a procedure di comprovata validità. localizzazione del ponte stesso, e definire opportuni criteri di comfort, facendo
A titolo puramente informativo si può considerare che, in assenza di significativa riferimento a normative e a procedure di comprovata validità.
risposta da parte del ponte, una persona che cammini ecciti il ponte con un’azione A titolo puramente informativo si può considerare che, in assenza di significativa risposta
periodica verticale di frequenza compresa tra 1 e 3 Hz e un’azione orizzontale simultanea da parte del ponte, una persona che cammini ecciti il ponte con un’azione periodica
di frequenza compresa tra 0,5 e 1,5 Hz, e che un gruppo di persone in leggera corsa ecciti verticale di frequenza compresa tra 1 e 3 Hz e un’azione orizzontale simultanea di
il ponte con una frequenza verticale pari a circa 3 Hz. frequenza compresa tra 0,5 e 1,5 Hz, e che un gruppo di persone in leggera corsa ecciti il
C5.2.1.1 C5.2.1
N
Per ferrovie a scartamento ridotto, tramvie e linee ferroviarie leggere, metropolitane e rete ferroviaria
IO ferrovie a scartamento ridotto, tramvie e linee ferroviarie leggere, metropolitane e
caso per caso, in riferimento alle peculiarità della linea servita, sulla base di studi specificiZ funicolari non valgono le prescrizioni di cui sopra e le azioni debbono essere determinate
funicolari non valgono le prescrizioni di cui sopra e le azioni debbono essere determinate Per
A
L caso per caso, in riferimento alle peculiarità della linea servita, sulla base di studi specifici
o a normative di comprovata validità.
I S
L EG o a normative di comprovata validità.
I
C5.2.2.4
C5.2.2.4.1
O D C5.2.2.4
T IN C5.2.2.4.1
T NTC.
C5.2.2.4.2 T
EMPERATURA
L E
Le azioni della temperatura sono definite al § 3.5 delle C5.2.2.4.2 T
EMPERATURA
L
BOnel rispetto di queste azioni.
Nelle stesse norme sono individuate le metodologie per valutare l’effetto dell’azione. Le Le azioni della temperatura sono definite al § 3.5 delle NTC.
strutture andranno progettate e verificate Nelle stesse norme sono individuate le metodologie per valutare l’effetto dell’azione. Le
Per le opere direttamente esposte alle azioni atmosferiche le variazioni termiche uniformi strutture andranno progettate e verificate nel rispetto di queste azioni.
da considerare, in mancanza di studi approfonditi, rispetto alla temperatura media del Per le opere direttamente esposte alle azioni atmosferiche le variazioni termiche uniformi
sito, sono da assumersi pari a quanto indicato nello stesso § 3.5. da considerare, in mancanza di studi approfonditi, rispetto alla temperatura media del
Per la valutazione della domanda relativa alla componente cinematica dei vincoli e per il sito, sono da assumersi pari a quanto indicato nello stesso § 3.5.
calcolo della dimensione dei varchi, ovvero della distanza tra costruzioni contigue in Per la valutazione della domanda relativa alla componente cinematica dei vincoli e per il
corrispondenza delle interruzioni strutturali vale quanto indicato al punto C.5.1.4.5. calcolo della dimensione dei varchi, ovvero della distanza tra costruzioni contigue in
corrispondenza delle interruzioni strutturali vale quanto indicato al punto C.5.1.4.5.
C5.2.2.5 EFFETTI DI INTERAZIONE STATICA TRENO-BINARIO-STRUTTURA
Ai fini della determinazione degli effetti di interazione statica treno-binario-struttura, di C5.2.2.5 EFFETTI DI INTERAZIONE STATICA TRENO-BINARIO-STRUTTURA
cui al § 5.2.2.6 delle NTC, si possono utilizzare i legami tra la resistenza longitudinale allo Ai fini della determinazione degli effetti di interazione statica treno-binario-struttura, di
E
Nel caso di binario con posa diretta, la resistenza allo scorrimento q dipende dal tipo di univocamente definita la rigidezza iniziale.
attacco e dalla forza di serraggio, oltre che dal carico verticale applicato, come descritto
L I N
Nel caso di binario con posa diretta, la resistenza allo scorrimento q dipende dal tipo di
nel seguito. Dette norme non si applicano alle opere d’arte con armamento di tipo
O N
attacco e dalla forza di serraggio, oltre che dal carico verticale applicato, come descritto
A
innovativo. nel seguito. Dette norme non si applicano alle opere d’arte con armamento di tipo
Per l'attacco tradizionale indiretto di tipo K, la forza di scorrimento longitudinale q è innovativo.
N IC
C
TE
assunta, per interasse fra le traverse di 0,6 m, 50 kN/m in assenza di carico verticale da Per l'attacco tradizionale indiretto di tipo K, la forza di scorrimento longitudinale q è
E
traffico, 80 kN/m in presenza di un carico verticale da traffico di 80 kN/m. assunta, per interasse fra le traverse di 0,6 m, 50 kN/m in assenza di carico verticale da
Per l'attacco elastico, la forza di scorrimento longitudinale q è assunta pari a 13 kN/m in
N traffico, 80 kN/m in presenza di un carico verticale da traffico di 80 kN/m.
Ol'attacco elastico, la forza di scorrimento longitudinale q è assunta pari a 13 kN/m in
assenza di carico verticale da traffico e a 35 kN/m in presenza di un carico verticale da
AZIPer
traffico di 80 kN/m.
IS L traffico di 80 kN/m.
assenza di carico verticale da traffico e a 35 kN/m in presenza di un carico verticale da
G
Nel caso di posa diretta e per carichi verticali da traffico diversi, i valori della resistenza si
E
L
DI
otterranno per interpolazione o estrapolazione lineare. In tutti i casi si assume uno Nel caso di posa diretta e per carichi verticali da traffico diversi, i valori della resistenza si
spostamento di soglia di 0,5 mm, per cui risulta univocamente definita la rigidezza otterranno per interpolazione o estrapolazione lineare. In tutti i casi si assume uno
iniziale.
I N O spostamento di soglia di 0,5 mm, per cui risulta univocamente definita la rigidezza
T T iniziale.
E
LL
BO
N E
IO
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Figura C5.2.2 - Legame tra resistenza allo scorrimento e scorrimento longitudinale per metro di singolo Figura C5.2.2 - Legame tra resistenza allo scorrimento e scorrimento longitudinale per metro di singolo
binario (posa diretta con attacco tradizionale indiretto di tipo K) binario (posa diretta con attacco tradizionale indiretto di tipo K)
G
binario (posa diretta con attacco elastico) binario (posa diretta con attacco elastico)
E
IL
C5.2.2.6 C5.2.2.6
C5.2.2.7
O D C5.2.2.7
T IN
ET
C5.2.2.8 AZIONI SISMICHE C5.2.2.8 AZIONI SISMICHE
L
OL
Nella progettazione sismica di manufatti che si collocano sull’intersezione di due Nella progettazione sismica di manufatti che si collocano sull’intersezione di due
B
infrastrutture lineari, caratterizzate da valori non coincidenti di VN e CU, per non infrastrutture lineari, caratterizzate da valori non coincidenti di VN e CU, per non
pregiudicare il livello di sicurezza dell’infrastruttura più rilevante occorrerà progettare pregiudicare il livello di sicurezza dell’infrastruttura più rilevante occorrerà progettare
gli elementi strutturali delle opere di intersezione assumendo il più alto valore di V R fra gli elementi strutturali delle opere di intersezione assumendo il più alto valore di V R fra
quelli determinati considerando l’opera appartenente a ciascuna delle infrastrutture quelli determinati considerando l’opera appartenente a ciascuna delle infrastrutture
interferenti interferenti
C5.2.3 PARTICOLARI PRESCRIZIONI PER LE VERIFICHE C5.2.3 PARTICOLARI PRESCRIZIONI PER LE VERIFICHE
C5.2.3.1 C5.2.3.1
C5.2.3.2 VERIFICHE AGLI SLU E SLE C5.2.3.2 VERIFICHE AGLI SLU E SLE
C5.2.3.2.1 REQUISITI CONCERNENTI GLI SLU C5.2.3.2.1 REQUISITI CONCERNENTI GLI SLU
Al §5.2.3.3.1 delle NTC, il carico permanente dovuto al ballast è trattato, se sfavorevole, Al §5.2.3.3.1 delle NTC, il carico permanente dovuto al ballast è trattato, se sfavorevole,
C5.2.3.2.3 VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI FATICA C5.2.3.2.3 VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI FATICA
Per la definizione dei modelli di carico a fatica, si può far riferimento agli spettri e ai Per la definizione dei modelli di carico a fatica, si può far riferimento agli spettri e ai
coefficienti dinamici riportati nella norma UNI EN1991-2. coefficienti dinamici riportati nella norma UNI EN1991-2.
I N
L
può utilizzare il modello di carico LM71, associato ad un appropriato coefficiente può utilizzare il modello di carico LM71, associato ad un appropriato coefficiente
dinamico. dinamico.
O N
Per la determinazione dei coefficienti di danneggiamento equivalente, che devono essere
IC A
Per la determinazione dei coefficienti di danneggiamento equivalente, che devono essere
specificamente calibrati sul predetto modello LM71, si può far riferimento alle norme
N
specificamente calibrati sul predetto modello LM71, si può far riferimento alle norme
C
TE
UNI EN1992-2, UNI EN1993-2 ed UNI EN1994-2. UNI EN1992-2, UNI EN1993-2 ed UNI EN1994-2.
G IS
E
D IL
IN O
TT
LLE
BO
Per progettazione geotecnica si intende l’insieme delle attività progettuali, dalla Per progettazione geotecnica si intende l’insieme delle attività progettuali, dalla
pianificazione delle indagini geotecniche fino alle verifiche di sicurezza e al pianificazione delle indagini geotecniche fino alle verifiche di sicurezza e al
monitoraggio, che riguardano le costruzioni o le parti di costruzioni che interagiscono monitoraggio, che riguardano le costruzioni o le parti di costruzioni che interagiscono
con il terreno, gli interventi di miglioramento e di rinforzo, le opere in materiali sciolti, i
N E
con il terreno, gli interventi di miglioramento e di rinforzo, le opere in materiali sciolti, i
I
fronti di scavo, nonché la stabilità globale del sito nel quale ricade la costruzione.
N L
fronti di scavo, nonché la stabilità globale del sito nel quale ricade la costruzione.
Gli obiettivi della progettazione geotecnica sono quindi la verifica delle condizioni di
O
Gli obiettivi della progettazione geotecnica sono quindi la verifica delle condizioni di
A
IC
sicurezza del sito e del sistema costruzione-terreno, inclusa la determinazione delle sicurezza del sito e del sistema costruzione-terreno, inclusa la determinazione delle
sollecitazioni nelle strutture a contatto con il terreno e la valutazione delle prestazioni
C N
sollecitazioni nelle strutture a contatto con il terreno e la valutazione delle prestazioni
del sistema nelle condizioni d’esercizio.
T E
del sistema nelle condizioni d’esercizio.
IO sviluppo lineare o che investano aree molto estese; esse derivano da studi
progettazione geotecnica, soprattutto quando si tratti di opere infrastrutturali a
di opere infrastrutturali a grande sviluppo lineare o che investano aree molto estese; esse Zgrande
A
L geologici, basati anche sugli esiti di specifiche indagini.
I S
derivano da studi geologici, basati anche sugli esiti di specifiche indagini. L’insieme
EG
degli aspetti geologici è illustrato nella Relazione Geologica (§ 6.2.1 NTC), che costituisce
uno specifico e distinto elaborato di progetto.
L
I (ad esempio il
O D
La prima fase della progettazione geotecnica riguarda le scelte tipologiche
L
stati
O
nel § 3.2.2 delle NTC; indagini geotecniche, stati limite e metodi di analisi sono
conto del loro carattere tipicamenteBnon lineare, anche a piccole deformazioni, del
intrinsecamente connessi. La caratterizzazione
intrinsecamente connessi. La caratterizzazione meccanica dei terreni deve infatti tenere
conto del loro carattere tipicamente non lineare, anche a piccole deformazioni, del
possibile comportamento fragile, della dipendenza dai percorsi tensionali, degli effetti di
possibile comportamento fragile, della dipendenza dai percorsi tensionali, degli effetti di
scala così come delle fasi costruttive e delle modalità esecutive. È dunque compito e
scala così come delle fasi costruttive e delle modalità esecutive. È dunque compito e
responsabilità del progettista definire il piano delle indagini geotecniche e, sulla base dei
responsabilità del progettista definire il piano delle indagini geotecniche e, sulla base dei
risultati ottenuti, individuare i modelli geotecnici di sottosuolo più appropriati alla
risultati ottenuti, individuare i modelli geotecnici di sottosuolo più appropriati alla
tipologia di opera e/o intervento, tenendo conto delle tecnologie e delle modalità
tipologia di opera e/o intervento, tenendo conto delle tecnologie e delle modalità
costruttive previste. In definitiva, alla luce degli studi geologici, il progettista definisce le
costruttive previste. In definitiva, alla luce degli studi geologici, il progettista definisce le
scelte tipologiche dell’opera, i materiali da costruzione, le modalità e le fasi esecutive,
scelte tipologiche dell’opera, i materiali da costruzione, le modalità e le fasi esecutive,
programma le indagini geotecniche per stabilire i modelli geotecnici di sottosuolo ed
programma le indagini geotecniche per stabilire i modelli geotecnici di sottosuolo ed
effettua le verifiche agli stati limite; se ritenuti necessari a questi fini può richiedere
effettua le verifiche agli stati limite; se ritenuti necessari a questi fini può richiedere
approfondimenti dello studio geologico con ulteriori indagini e accertamenti che
approfondimenti dello studio geologico con ulteriori indagini e accertamenti che
E
necessari alle relative verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio. Definito il quadro necessari alle relative verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio. Definito il quadro
geologico di riferimento, le indagini geotecniche, logicamente consequenziali, sono
I N
geologico di riferimento, le indagini geotecniche, logicamente consequenziali, sono
L
programmate dal progettista sulla base della conoscenza dell'opera e dei suoi possibili
N
programmate dal progettista sulla base della conoscenza dell'opera e dei suoi possibili
O
A
stati limite. stati limite. 1
Le indicazioni e le prescrizioni riportate in questo capitolo devono intendersi come
IC
Le indicazioni e le prescrizioni riportate in questo capitolo devono intendersi come
N
integrative delle analoghe indicazioni e prescrizioni che si riferiscono alla progettazione
C
integrative delle analoghe indicazioni e prescrizioni che si riferiscono alla progettazione
geotecnica in condizioni sismiche di cui ai §§3.2 e 7.11.
TE
geotecnica in condizioni sismiche di cui ai §§3.2 e 7.11.
E
C6.1
IO N
C6.1
D I in relazione alla
O di opera.
Lo studio geologico deve essere esteso ad un ambito significativo,
I N
complessità geologica dell’area in cui l’opera si inserisce e al tipo
I metodi e le tecniche di studio, l’approfondimento eT
E T ilgeologica
dettaglio delle indagini e delle
L L ed ambientaledelin sito,
analisi devono essere commisurati alla complessità alle finalità
I N E
L
litologiche, devono essere evidenziate le differenze di caratteristiche fra le diverse unità
e devono essere descritte in dettaglio le discontinuità, quali contatti stratigrafici e/o
O N
A
tettonici, piani di stratificazione, fratture, faglie con relativa fascia di frizione, cavità,
nonché l'attribuzione a classi di qualità di riferimento.
N IC
Tale relazione, che comprende quanto previsto al § 6.2.1 delle NTC, tiene conto dei
G
• presenti;
tettonici presenti;
L E • processi morfoevolutivi e principali fenomeni geomorfologici presenti, con
•
presenti, con particolare riferimento al loro stato e tipo diD
I processi morfoevolutivi del territorio e i principali elementi I geomorfologici particolare riferimento a quelli di frana, individuandone stato e tipo di attività,
E
• lo schema di circolazione idrica superficiale e sotterranea;
superficiale e sotterranea;
L L • risultati dello studio sismo-tettonico;
•
• BO
I risultati dello studio sismo-tettonico;
Assetti geologici finalizzati alla valutazione degli effetti di sito sismoindotti;
• Assetti geologici finalizzati alla valutazione degli effetti di sito sismoindotti;
La relazione geologica sarà corredata dai relativi elaborati grafici, quali: carte
La compatibilità geologica con riferimento all'opera in progetto. geologiche, idrogeologiche(con eventuale schema di circolazione idrica sotterranea) e
geomorfologiche, sezioni geologiche, planimetrie e profili utili a rappresentare in
dettaglio aspetti significativi, schema geologico di dettaglio alla scala dell’opera, carte
La Relazione Geologica sarà corredata da elaborati grafici (carte e sezioni geologiche, dei vincoli geologico-ambientali e rapporto tecnico sulle indagini pregresse ed eseguite,
planimetrie e profili per rappresentare in dettaglio aspetti significativi o specifici corredate da una planimetria con la loro ubicazione
tematismi, ecc) in scala adeguata al dettaglio degli studi eseguiti e dalla documentazione Il piano delle indagini nell’area di interesse deve essere definito ed attuato sulla base
delle indagini pregresse e di quelle effettuate ai fini geologici. dell’inquadramento geologico della zona e in funzione dei dati che è necessario
A titolo esemplificativo, se ritenuti rilevanti per l'ambito in cui si colloca l’opera in acquisire per pervenire ad una ricostruzione geologica adeguata ed utile per la
progetto, dovranno essere allegati i seguenti elaborati grafici e descrittivi in scala caratterizzazione e la modellazione geotecnica del sottosuolo. Gli studi svolti devono
adeguata: condurre ad una valutazione delle pericolosità geologiche presenti e devono essere
E
C6.2.2 INDAGINI, CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOTECNICA
Stabilito il volume significativo di terreno coinvolto dall’opera in progetto (definito nel § I N
Stabilito il volume significativo di terreno coinvolto dall’opera in progetto (definito nel §
L
N
6.2.2 delle NTC), l’obiettivo delle indagini è di giungere alla definizione del modello
O
3.2.2 delle NTC), l’obiettivo delle indagini è di giungere alla definizione del modello geotecnico ovvero a uno schema rappresentativo del volume significativo stesso,
geotecnico ovvero a uno schema rappresentativo del volume significativo stesso,
IC A
suddiviso in unità omogenee sotto il profilo fisico-meccanico.
N
suddiviso in unità omogenee sotto il profilo fisico-meccanico.
C
A tal fine devono essere definiti la successione stratigrafica, il regime delle pressioni
TE
A tal fine devono essere definiti la successione stratigrafica, il regime delle pressioni interstiziali e gli altri elementi significativi del sottosuolo, nonché i valori caratteristici
E
interstiziali e gli altri elementi significativi del sottosuolo, nonché i valori caratteristici
N
dei parametri geotecnici; questi ultimi da intendersi come stime cautelative dei singoli
IO
dei parametri geotecnici; questi ultimi da intendersi come stime ragionate e cautelative parametri per ogni stato limite considerato.
dei singoli parametri per ogni stato limite considerato.
AZPer le costruzioni di opere in materiali sciolti devono essere definite le proprietà dei
IS
Per le costruzioni di opere in materiali sciolti devono essere definite le proprietà dei L materiali da impiegare per la costruzione.
materiali da impiegare per la costruzione.
E G
L
La caratterizzazione geomeccanica degli ammassi rocciosi richiede inoltre
D I
La caratterizzazione degli ammassi rocciosi richiede inoltre l’individuazione delle l’individuazione delle famiglie (o dei sistemi) di discontinuità presenti e la definizione
I N le seguenti caratteristiche
TT
caratteristiche delle discontinuità: forma, apertura, estensione, scabrezza, riempimento.
delle discontinuità: forma, apertura, continuità, scabrezza, riempimento.
Trincee
Pozzi
Cunicoli
Stratigrafia
Sondaggi a carotaggio continuo
Prove penetrometriche
I N EProve penetrometriche
Indagini di tipo geofisico (*)
N L
A O Prove scissometriche
IC a grana fine
Prove dilatometriche
N
Prove di laboratorio
LA
Proprietà
Prove penetrometriche
IS
fisiche e
G
Terreni a grana Prove di carico su piastra
meccaniche
O
TIN
Prove speciali in sito (prove di
T
taglio)
E
LL
Rocce Prove di carico su piastra
BO
Prove di laboratorio
Prove di tipo geofisico (*)
Misure di
Terreni di qualsiasi
pressione Piezometri
tipo
interstiziale
Misure piezometriche
Terreni a grana fine
Prove di laboratorio
Permeabilità Prove idrauliche in fori di
Terreni a grana
sondaggio
grossa
Prove di emungimento da pozzi
N L
strumentazione in
O
profondità
A
NIC
Senza esecuzioni di Penetrometro sismico
(*) Indagini
EC
fori, con Dilatometro sismico
di tipo
T
strumentazione in
geofisico
N E profondità
Z I O Con strumentazione
Prove SASW o MASW
LA
Prove di rifrazione sismica
in superficie
IS
Prove di riflessione sismica
G
La posizione dei punti di indagine e la loro quota assoluta devono essere rilevate
E
topograficamente e riportate in planimetria.
I L
D
La scelta dei mezzi di indagine deve essere effettuata in fase di pianificazione e
O
TIN
verificata durante lo svolgimento dell’indagine stessa, modificando ed integrando le La scelta dei mezzi di indagine è effettuata in fase di pianificazione e verificata durante
T
scelte iniziali, se necessario.
E
lo svolgimento dell’indagine stessa, modificando ed integrando le scelte iniziali, se
LL
Gli scavi esplorativi (pozzi, cunicoli e trincee) devono essere eseguiti nel rispetto delle necessario.
BO
norme di sicurezza per gli scavi a cielo aperto o in sotterraneo, avendo cura di garantire
l’accessibilità per tutto il tempo di durata delle indagini.
Gli scavi devono essere realizzati in modo da non causare apprezzabili modifiche alla Gli eventuali scavi, cunicoli o trincee realizzati a scopo esplorativo sono realizzati in
situazione esistente, sia dal punto di vista statico, sia da quello idraulico. modo da non causare apprezzabili modifiche alla situazione esistente, sia dal punto di
Il tipo e la tecnica esecutiva delle perforazioni di sondaggio devono essere scelti in vista statico, sia da quello idraulico.
funzione della natura dei terreni e delle operazioni da compiere nel corso del sondaggio
stesso (prelievo di campioni indisturbati, installazione di strumenti di misura,
esecuzione di prove, ecc.).
Le indagini di tipo tradizionale (sondaggi, prove penetrometriche, piezometri, ecc.), Le indagini di tipo tradizionale (sondaggi, prove penetrometriche, piezometri, ecc.),
sono frequentemente integrate da indagini di tipo geofisico. In questo caso, i risultati sono frequentemente integrate da indagini di tipo geofisico. In questo caso, i risultati
delle indagini geofisiche devono essere interpretati alla luce dei risultati ottenuti dalle delle indagini geofisiche sono interpretati alla luce dei risultati ottenuti dalle altre
altre indagini di tipo tradizionale, con l’obbiettivo di ottenere un quadro sperimentale
− una planimetria con la collocazione delle verticali di indagine; I risultati delle indagini e delle prove geotecniche in sito sono documentati con:
esplorativi;
A O
− i profili stratigrafici ottenuti dalle perforazioni di sondaggio e dagli scavi
IC
esplorativi;
− i particolari esecutivi delle prove e delle misure eseguite in sito e in laboratorio;
N
EC
− i particolari esecutivi delle prove e delle misure eseguite in sito e in laboratorio;
− i risultati delle prove e delle misure eseguite in sito e in laboratorio ;
− le notizie di eventi particolari verificatisi durante lo svolgimento delle indagini
− E
T
− i risultati delle prove e delle misure eseguite in sito e in laboratorio;
ZC6.2.2.2
e ogni altro dato utile per la caratterizzazione del sottosuolo.
C6.2.2.2 PROVE GEOTECNICHE DI LABORATORIO
Le prove geotecniche di laboratorio integrano le prove in sito e, a seconda del S
A
L di
I
PROVE GEOTECNICHE DI LABORATORIO
E meccaniche
Le prove geotecniche di laboratorio integrano le prove in sito e, a seconda del tipo di
necessarie per le verifiche agli stati limite ultimi e agli stati limiteLdi esercizio. La terreno, permettono di ricavare alcuni valori delle grandezze fisiche e meccaniche
D I
dal grado di disturbo dei campioni di terreno prelevati che O
possibilità di ricavare grandezze fisiche e meccaniche da prove di laboratorio dipende, necessarie per le verifiche agli stati limite ultimi e agli stati limite di esercizio. La
B O
la caratterizzazione meccanica in laboratorio
grandezze fisiche. In questi casi i parametri meccanici devono essere ricavati dalle prove la caratterizzazione meccanica in laboratorio ma solo la determinazione di alcune
in sito. Di contro, per terreni saturi a grana fine (di bassa permeabilità), le prove di grandezze fisiche. In questi casi i parametri meccanici devono essere ricavati dalle prove
laboratorio costituiscono il solo mezzo per la determinazione di parametri di resistenza in sito. Di contro, per terreni saturi a grana fine (di bassa permeabilità), le prove di
in termini di tensioni efficaci laboratorio costituiscono il solo mezzo per la determinazione di parametri di resistenza
in termini di tensioni efficaci
Le prove sui terreni utilizzati come materiali da costruzione devono essere effettuate su
campioni rappresentativi dei materiali disponibili, preparati in laboratorio secondo Le prove sui terreni utilizzati come materiali da costruzione devono essere effettuate su
modalità da stabilire in relazione alle condizioni di posa in opera previste e alla campioni rappresentativi dei materiali disponibili, preparati in laboratorio secondo
destinazione del manufatto. modalità da stabilire in relazione alle condizioni di posa in opera previste e alla
destinazione del manufatto.
I risultati delle prove di laboratorio devono essere accompagnati da chiare indicazioni
sulle procedure sperimentali adottate. I risultati delle prove di laboratorio devono essere accompagnati da chiare indicazioni
sulle procedure sperimentali adottate.
C6.2.2.4 VALORI CARATTERISTICI DEI PARAMETRI GEOTECNICI C6.2.2.4 VALORI CARATTERISTICI DEI PARAMETRI GEOTECNICI
La scelta dei valori caratteristici dei parametri geotecnici avviene in due fasi. La scelta dei valori caratteristici dei parametri geotecnici avviene in due fasi.
La prima fase comporta l’identificazione dei parametri geotecnici appropriati ai fini
E
La prima fase comporta l’identificazione dei parametri geotecnici appropriati ai fini
I N
L
progettuali. Tale scelta richiede una valutazione specifica da parte del progettista, per il progettuali. Tale scelta richiede una valutazione specifica da parte del progettista, per il
necessario riferimento alle diverse verifiche da effettuare (ad esempio, ai diversi tipi di
O N
necessario riferimento alle diverse verifiche da effettuare (ad esempio, ai diversi tipi di
meccanismi di collasso del terreno nel caso di verifiche SLU). A titolo di esempio, nel
A
meccanismi di collasso del terreno nel caso di verifiche SLU).
IC
N
valutare la stabilità di un muro di sostegno è opportuno che la verifica allo scorrimento A titolo di esempio, nel valutare la stabilità di un muro di sostegno è opportuno che la
C
TE
della fondazione del muro sia effettuata con riferimento al valore dell’angolo di verifica allo scorrimento della fondazione del muro sia effettuata con riferimento al
resistenza al taglio a volume costante (stato critico), poiché il meccanismo di
E
valore dell’angolo di resistenza al taglio a volume costante (stato critico), poiché il
scorrimento, che coinvolge spessori molto modesti di terreno, e l’inevitabile disturbo
IO N
meccanismo di scorrimento, che coinvolge spessori molto modesti di terreno, e
AZ
connesso con la preparazione del piano di posa della fondazione, implicano il l’inevitabile disturbo connesso con la preparazione del piano di posa della fondazione,
L
rimaneggiamento del terreno. Per questo stesso motivo, nelle analisi svolte in termini di implicano il rimaneggiamento del terreno. Per questo stesso motivo, nelle analisi svolte
GIS
tensioni efficaci, è opportuno trascurare ogni contributo della coesione nelle verifiche in termini di tensioni efficaci, è opportuno trascurare ogni contributo della coesione nelle
allo scorrimento.
E
IL
verifiche allo scorrimento.
OD
Considerazioni diverse, invece, devono essere svolte con riferimento al calcolo della Considerazioni diverse, invece, devono essere svolte con riferimento al calcolo della
capacità portante della fondazione del muro che, per l’elevato volume di terreno
IN
capacità portante della fondazione del muro che, per l’elevato volume di terreno
T
indisturbato coinvolto, comporta il riferimento alla resistenza al taglio del terreno indisturbato coinvolto, comporta il riferimento alla resistenza al taglio del terreno
ET
intatto, considerando, quando appropriato, anche il contributo della coesione efficace.
L
intatto, considerando, quando appropriato, anche il contributo della coesione efficace.
L
BO
Identificati i parametri geotecnici appropriati, la seconda fase del processo decisionale Identificati i parametri geotecnici appropriati, la seconda fase del processo decisionale
riguarda la valutazione dei valori caratteristici degli stessi parametri. riguarda la valutazione dei valori caratteristici degli stessi parametri.
Nelle valutazioni che il progettista deve svolgere per pervenire ad una scelta corretta dei Nelle valutazioni che il progettista deve svolgere per pervenire ad una scelta corretta dei
valori caratteristici, appare giustificato il riferimento a valori prossimi ai valori medi valori caratteristici, appare giustificato il riferimento a valori prossimi ai valori medi
quando nello stato limite considerato è coinvolto un elevato volume di terreno, con quando nello stato limite considerato è coinvolto un elevato volume di terreno, con
possibile compensazione delle eterogeneità o quando la struttura a contatto con il possibile compensazione delle eterogeneità o quando la struttura a contatto con il
terreno è dotata di rigidezza sufficiente a trasferire le azioni dalle zone meno resistenti a terreno è dotata di rigidezza sufficiente a trasferire le azioni dalle zone meno resistenti a
quelle più resistenti. Al contrario, valori caratteristici prossimi ai valori minimi dei quelle più resistenti. Al contrario, valori caratteristici prossimi ai valori minimi dei
parametri geotecnici appaiono più giustificati nel caso in cui siano coinvolti modesti parametri geotecnici appaiono più giustificati nel caso in cui siano coinvolti modesti
volumi di terreno, con concentrazione delle deformazioni fino alla formazione di volumi di terreno, con concentrazione delle deformazioni fino alla formazione di
superfici di rottura nelle porzioni di terreno meno resistenti del volume significativo, o superfici di rottura nelle porzioni di terreno meno resistenti del volume significativo, o
nel caso in cui la struttura a contatto con il terreno non sia in grado di trasferire forze nel caso in cui la struttura a contatto con il terreno non sia in grado di trasferire forze
dalle zone meno resistenti a quelle più resistenti a causa della sua insufficiente rigidezza.
E
resistenza non drenata mediante una media locale effettuata nel volume di terreno resistenza alla punta è appropriata la valutazione del valore caratteristico della
interessato dal meccanismo di collasso indotto dalla punta stessa.
I N
resistenza non drenata mediante una media locale effettuata nel volume di terreno
L
C6.2.2.5 RELAZIONE GEOTECNICA
O N
interessato dal meccanismo di collasso indotto dalla punta stessa.
TE
interagenti con l’opera e riassume i risultati delle analisi svolte per la verifica delle geotecniche, descrive la caratterizzazione e la modellazione geotecnica dei terreni
condizioni di sicurezza e la valutazione delle prestazioni nelle condizioni d’esercizio del
E
interagenti con l’opera e riassume i risultati delle analisi svolte per la verifica delle
N
IO
sistema costruzione-terreno. condizioni di sicurezza e la valutazione delle prestazioni nelle condizioni d’esercizio del
AZI contenuti della relazione geotecnica, modulati in relazione alla fase progettuale, al tipo
A titolo esemplificativo, si indicano di seguito i tipici contenuti della Relazione sistema costruzione-terreno.
Geotecnica:
IS L
E G di opera ed al contesto in cui essa si inserisce, sono indicativamente i seguenti:
− descrizione del sito, delle opere e degli interventi;
IL − descrizione del sito, delle opere e degli interventi;
OD
− valutazione della pericolosità ambientale (stabilità del territorio in condizioni − valutazione della pericolosità ambientale (stabilità del territorio in condizioni
statiche e sismiche);
T IN statiche e sismiche);
− risposta sismica locale;
ET − risposta sismica locale;
O LL
− problemi geotecnici e scelte tipologiche; − problemi geotecnici e scelte tipologiche;
− B e delle prove geotecniche;
descrizione del programma delle indagini − descrizione del programma delle indagini e delle prove geotecniche;
− caratterizzazione fisica e meccanica dei terreni e delle rocce e definizione dei valori − caratterizzazione fisica e meccanica dei terreni e delle rocce e definizione dei valori
caratteristici dei parametri geotecnici; caratteristici dei parametri geotecnici;
− identificazione degli stati limite geotecnici per le opere in progetto e valori di
− identificazione degli stati limite per le opere in progetto e valori di progetto dei progetto dei parametri geotecnici;
parametri geotecnici; − modelli geotecnici di sottosuolo e metodi di analisi;
− modelli geotecnici di sottosuolo e metodi di analisi; − risultati delle analisi;
− risultati delle analisi; − confronto dei risultati con le prestazioni previste per le opere;
− confronto dei risultati con le prestazioni previste per le opere; − prescrizioni sulle modalità costruttive;
− prescrizioni sulle modalità costruttive; − eventuale piano di monitoraggio in corso d’opera e in esercizio.
I N
L
l’adozione di una delle soluzioni previste e dei relativi limiti di accettabilità. A questo delle soluzioni previste e dei relativi limiti di accettabilità. A questo fine, il piano di
fine, il piano di monitoraggio deve includere l’individuazione della specifica
O N
monitoraggio include l’individuazione della specifica strumentazione di controllo e la
A
strumentazione di controllo e la definizione delle procedure di acquisizione, definizione delle procedure di acquisizione, archiviazione ed elaborazione delle misure.
archiviazione ed elaborazione delle misure.
N IC
C6.2.3 FASI E MODALITÀ COSTRUTTIVE
T EC COSTRUTTIVE
C6.2.3 FASI E MODALITÀ
Nel progetto devono essere individuate le diverse fasi esecutive per definire eventuali La definizione,
N E nel progetto, delle fasi esecutive di cui al § 6.2.3 delle Norme, comprende
anche a carattere temporaneo, che possono verificarsi nel corso dei lavori, da sottoporre Z
specifiche condizioni geotecniche, identificando gli stati limite ultimi e di esercizio, anche
IO l’individuazione dei connessi stati limite ultimi e di esercizio.
L A
I S
EG
a specifiche analisi.
L
C6.2.4 VERIFICHE DELLA SICUREZZA E DELLE PRESTAZIONI
C6.2.4 VERIFICHE DELLA SICUREZZA E DELLE PRESTAZIONI
D I Conseguentemente ai principi generali enunciati nelle NTC, la progettazione geotecnica
N O parziali di sicurezza.
Conseguentemente ai principi generali enunciati nelle NTC, la progettazione
I
geotecnica si basa sul metodo degli stati limite e sull’impiego dei coefficienti parziali di sicurezza.
O L
alle azioni, agli effetti delle azioni, alle caratteristiche
I coefficienti parziali possono essereB
I coefficienti parziali possono essere diversamente raggruppati e combinati tra loro in
diversamente raggruppati e combinati tra loro in funzione del tipo e delle finalità delle verifiche, nei diversi stati limite considerati.
funzione del tipo e delle finalità delle verifiche, nei diversi stati limite considerati.
C6.2.4.1 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI (SLU)
C6.2.4.1 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI (SLU)
Si considerano cinque stati limite ultimi che, mantenendo la denominazione abbreviata
Si considerano cinque stati limite ultimi che, mantenendo la denominazione abbreviata delle EN 1990:2002, sono così identificati:
delle EN 1990:2002, sono così identificati: EQU perdita di equilibrio della struttura fuori terra, del terreno o dell’insieme terreno-
EQU perdita di equilibrio della struttura, del terreno o dell’insieme terreno-struttura, struttura, considerati come corpi rigidi;
considerati come corpi rigidi; STR raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali, compresi gli elementi
STR raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali, compresi gli elementi di fondazione e tutti gli altri elementi strutturali che eventualmente interagiscono
di fondazione e tutti gli altri elementi strutturali che eventualmente interagiscono con il terreno;
con il terreno; GEO raggiungimento della resistenza del terreno interagente con la struttura con
GEO raggiungimento della resistenza del terreno interagente con la struttura con
E
questi casi si esegue, di fatto, una verifica del sistema geotecnico nei confronti di un questi casi si esegue, di fatto, una verifica del sistema geotecnico nei confronti di un
meccanismo di collasso che può implicare anche la plasticizzazione degli elementi
I N
meccanismo di collasso che può implicare anche la plasticizzazione degli elementi
L
strutturali (è il caso, ad esempio, della resistenza a carico limite sotto forze trasversali dei
N
strutturali (è il caso, ad esempio, della resistenza a carico limite sotto forze trasversali dei
O
A
pali di fondazione), Al contrario , nelle verifiche agli stati limite STR, ci si riferisce in pali di fondazione. Diversamente, nelle verifiche agli stati limite STR, ci si riferisce in
IC
genere al raggiungimento della crisi di una delle sezioni della struttura, senza pervenire genere al raggiungimento della crisi di una delle sezioni della struttura, senza pervenire
necessariamente alla determinazione di un meccanismo di collasso, o alla valutazione di
C N
necessariamente alla determinazione di un meccanismo di collasso, o alla valutazione di
TE
una distanza da esso. una distanza da esso.
Tenuto conto dell’esperienza e della sensibilità acquisite negli anni di applicazione delle
N E
Nelle verifiche di sicurezza rispetto agli stati limite ultimi strutturale e geotecnico, la
NTC08, nelle verifiche di sicurezza rispetto agli stati limite ultimi strutturale e
IO
Norma non richiede al progettista la scelta, per una stessa opera e con riferimento allo
L
geotecnico, con questa versione delle NTC si è voluto evitare all’utente la scelta, per una
AZ stesso stato limite ultimo, tra i due approcci progettuali, Approccio 1(DA1) ed
IS
stessa opera e con riferimento allo stesso stato limite ultimo, tra i due approcci Approccio 2(DA2), privilegiando per quanto possibile il secondo, anche per la
E
progettuali DA1 e DA2, privilegiando per quanto possibile il secondo, anche per la
G semplificazione conseguente all’impiego di una sola combinazione di coefficienti di
D IL
semplificazione conseguente all’impiego di una sola combinazione di coefficienti di sicurezza parziali, così come riportato nella Norma stessa.
O
sicurezza parziali.
IN
TT
Il riferimento all’approccio progettuale DA1 è stato tuttavia mantenuto in quei casi per i NOTA: Il riferimento all’approccio progettuale DA1 è stato tuttavia mantenuto in quei
E
quali può manifestarsi qualche ambiguità, non risolvibile a priori, sugli effetti delle casi per i quali può manifestarsi qualche ambiguità, non risolvibile a priori, sugli effetti
L
OL
azioni permanenti nelle verifiche di tipo geotecnico. Per consentire l’impiego più delle azioni permanenti nelle verifiche di tipo geotecnico. Per consentire l’impiego più
B
appropriato del DA1, è opportuno richiamare i due presupposti fondamentali sui quali appropriato del DA1, è opportuno richiamare i due presupposti fondamentali sui quali
sono basate le verifiche rispetto a SLU di tipo geotecnico e di tipo strutturale in entrambi sono basate le verifiche rispetto a SLU di tipo geotecnico e di tipo strutturale in entrambi
gli approcci progettuali: gli approcci progettuali:
1) le verifiche SLU di tipo geotecnico hanno lo scopo di controllare che l’opera sia 1) le verifiche SLU di tipo geotecnico hanno lo scopo di controllare che l’opera sia
dimensionata in modo da garantire un adeguato margine di sicurezza nei dimensionata in modo da garantire un adeguato margine di sicurezza nei
riguardi della formazione di uno o più meccanismi di collasso del terreno, che riguardi della formazione di uno o più meccanismi di collasso del terreno, che
eventualmente possono coinvolgere anche gli elementi strutturali. Il controllo si eventualmente possono coinvolgere anche gli elementi strutturali. Il controllo si
esercita mediante la fattorizzazione delle azioni e delle resistenze esercita mediante la fattorizzazione delle azioni e delle resistenze
nell’approccio DA2 e delle sole azioni variabili e dei parametri di resistenza nell’approccio DA2 e delle sole azioni variabili e dei parametri di resistenza
nell’approccio DA1-C2; nell’approccio DA1-C2;
2) le verifiche SLU di tipo strutturale fanno sempre riferimento al raggiungimento 2) le verifiche SLU di tipo strutturale fanno sempre riferimento al raggiungimento
locale della resistenza di progetto e, per questo motivo, richiedono la verifica locale della resistenza di progetto e, per questo motivo, richiedono la verifica
E
svolte impiegando i valori caratteristici anche delle azioni. Il margine di svolte impiegando i valori caratteristici anche delle azioni. Il margine di
sicurezza è poi introdotto fattorizzando opportunamente le sollecitazioni
IO N sicurezza è poi introdotto fattorizzando opportunamente le sollecitazioni
AZ
risultanti dall’analisi d’interazione. Poiché nelle verifiche strutturali si adottano risultanti dall’analisi d’interazione. Poiché nelle verifiche strutturali si adottano
IS L
R, che fattorizzano la resistenza, questo R, che fattorizzano la resistenza, questo
G
procedimento è comune sia al DA1-C1 sia al DA2.2 procedimento è comune sia al DA1-C1 sia al DA2.2
E
IL
Come si desume dalla conclusione del punto 2), le verifiche strutturali dei muri di
D
sostegno e delle fondazioni, effettuate con il DA2 e la combinazione A1+M1+(R1=1),
O
IN
corrispondono esattamente a quelle svolte con il DA1-C1 rendendo così omogeneo, per
T T
tutte le opere prese in considerazione nelle presenti norme, il livello di sicurezza
LE
raggiungibile con le verifiche relative a SLU strutturali. Si deve inoltre rimarcare come
OL
questo carattere di omogeneità si estenda anche ai casi non esplicitamente trattati dalle
B
presenti Norme che, al § 6.4.1, prescrivono l’impiego del DA1.
La Combinazione 2 del DA1 è la sola che deve essere utilizzata per le verifiche di La Combinazione 2 del DA1 è la sola che deve essere utilizzata per le verifiche di
stabilità globale della parte di sottosuolo su cui insistono le opere di fondazione e di stabilità globale della parte di sottosuolo su cui insistono le opere di fondazione e di
sostegno, nonché per le verifiche della stabilità dei fronti di scavo e dei paramenti delle sostegno, nonché per le verifiche della stabilità dei fronti di scavo e dei paramenti delle
opere di materiali sciolti. opere di materiali sciolti
Nell’attuale versione delle NTC lo stato limite di ribaltamento dei muri di sostegno è Lo stato limite di ribaltamento dei muri di sostegno è compreso nelle verifiche GEO, da
compreso nelle verifiche GEO, da condurre con l’approccio progettuale DA2, condurre con l’approccio progettuale DA2, diversamente da quanto previsto nelle
diversamente da quanto previsto nelle NTC08 nelle quali era trattato come uno stato NTC08 nelle quali era trattato come uno stato limite di equilibrio di corpo rigido (EQU).
limite di equilibrio di corpo rigido (EQU). Questa scelta è stata effettuata per evitare che Questa scelta è stata effettuata per evitare che la verifica a ribaltamento richieda una
la verifica a ribaltamento richieda una differente determinazione della spinta rispetto a differente determinazione della spinta rispetto a quella da utilizzare per le verifiche a
quella da utilizzare per le verifiche a scorrimento e a carico limite. Nell'attuale versione scorrimento e a carico limite. Le verifiche EQU, ai fini geotecnici, sono limitate al
E
stati limite HYD.
Nell’attuale versione delle NTC, gli stati limite HYD sono stati trattati diversamente
L I N
rispetto alla versione precedente, semplificando il procedimento nelle situazioni più
O N
A
frequenti di frontiera di efflusso libera o con un carico imposto, lasciando al progettista
IC
la valutazione delle forze di filtrazione e la garanzia di raggiungere adeguati margini di
N
ECNEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI IDRAULICI
sicurezza.
C6.2.4.2 T
Elimite UPL e HYD si riferiscono a stati limite ultimi di tipo idraulico (§ 6.2.3.2
C6.2.4.2 VERIFICHE
N
IO Ad esempio, gli stati limite di sollevamento per galleggiamento di strutture
Gli stati
AZNTC).
IS L interrate (parcheggisotterranei, stazioni metropolitane, ecc.) o di opere marittime
E G devono essere trattati come stati limite di equilibrio UPL. Al contrario, lo stato limite di
I L sifonamento al quale corrisponde l’annullamento delle tensioni efficaci e che può essere
O D prodotto da moti di filtrazione diretti dal basso verso l’alto, devono essere trattati come
IN
stati limite HYD.
T
ET
Gli stati limite HYD sono stati trattati diversamente rispetto alle precedenti norme
LL
tecniche, semplificando il procedimento nelle situazioni più frequenti di frontiera di
O
efflusso libera o con un carico imposto.
C6.3 STABILITÀ DEI PENDII NATURALI C6.3 STABILITÀ DEI PENDII NATURALI
I paragrafi successivi (dal §6.3.1 al §6.3.6, ad eccezione di quanto precisato al §6.3.3) si
riferiscono alla stabilità dei pendii naturali, sedi di movimenti franosi, potenziali o in atto, la cui
scala di riferimento sia quella del singolo pendio.
Nello studio delle condizioni di stabilità dei pendii naturali sono presi in considerazione
almeno i seguenti fattori:
caratteristiche geologiche;
caratteristiche morfologiche;
I N E
proprietà fisiche e meccaniche dei terreni costituenti il pendio;
L
regime delle pressioni interstiziali e delle pressioni dell’acqua nelle discontinuità
N
eventualmente presenti;
A O
peso proprio e azioni applicate sul pendio;
N IC
regime delle precipitazioni atmosferiche;
C
TE
sismicità della zona.
E
A tal fine sono presi in considerazione i seguenti fattori (aspetti principali):
AZ
− gli assetti geomorfologici e l’evoluzione morfologica;
− gli assetti geomorfologici e l’evoluzione morfologica;
−
IS L
la sismicità dell’area e le evidenze di fenomeni di instabilità pregressi sismo-indotti;
− la sismicità dell’area e le evidenze di fenomeni di instabilità pregressi sismo-indotti;
G
− le condizioni climatiche ed in particolare la distribuzione nel tempo degli eventi
E
− le condizioni climatiche ed in particolare la distribuzione nel tempo degli eventi
IL
meteorici significativi;
meteorici significativi;
− gli assetti idrogeologici;
O D − gli assetti idrogeologici;
IN
− il regime idrico superficiale;
− il regime idrico superficiale;
− le caratteristiche geometriche del pendio
T T − le caratteristiche geometriche del pendio
LE
− le caratteristiche cinematiche della frana;
− le caratteristiche cinematiche della frana;
L
BO
− il regime delle pressioni interstiziali;
− il regime delle pressioni interstiziali;
− le proprietà fisiche e meccaniche dei terreni e delle rocce costituenti il pendio e quelle
− le proprietà fisiche e meccaniche dei terreni e delle rocce costituenti il pendio e quelle
che caratterizzano le discontinuità.
che caratterizzano le discontinuità.
A questo fine deve essere predisposta una serie di indagini, anche distribuite nel tempo,
A questo fine deve essere predisposta una serie di indagini, anche distribuite nel tempo,
per identificare, come verrà più dettagliatamente illustrato nel seguito, il modello
per identificare, come verrà più dettagliatamente illustrato nel seguito, il modello
geologico di riferimento e i modelli geotecnici necessari per le verifiche di sicurezza e
geologico di riferimento e i modelli geotecnici necessari per le verifiche di sicurezza e
per la progettazione degli interventi.
per la progettazione degli interventi.
La sequenza delle indagini e la scelta della relativa strumentazione di indagine e di
La sequenza delle indagini e la scelta della relativa strumentazione di indagine e di
controllo devono conseguire da osservazioni e rilievi di carattere preliminare che
controllo devono conseguire da osservazioni e rilievi di carattere preliminare che
permettano di definire il tipo di frana, in atto o potenziale, e il suo stato attuale. A questo
permettano di definire il tipo di frana, in atto o potenziale, e il suo stato attuale. A questo
fine è utile acquisire innanzitutto i dati già disponibili, qualora esistano, riguardanti
fine è utile acquisire innanzitutto i dati già disponibili, qualora esistano, riguardanti
l’evoluzione della frana e gli eventuali effetti sui manufatti esistenti.
l’evoluzione della frana e gli eventuali effetti sui manufatti esistenti.
E
stabilità di un versante è infatti spesso controllata dal regime delle pressioni interstiziali stabilità di un versante è infatti spesso controllata dal regime delle pressioni interstiziali
e dalle sue variazioni nel tempo; tali variazioni non richiedono necessariamente la
I N
e dalle sue variazioni nel tempo; tali variazioni non richiedono necessariamente la
L
presenza di flussi di acqua significativi.
N
presenza di flussi di acqua significativi.
O
A
Occorre inoltre osservare che parte della strumentazione impiegata nelle fasi di
identificazione e descrizione del fenomeno franoso (in particolare quella utilizzata per la
N IC
misura di spostamenti e di pressioni interstiziali) può utilmente essere impiegata anche
C
per il monitoraggio in corso d’opera, durante l’esecuzione degli interventi di
E TE
N
stabilizzazione e, successivamente, per verificarne l’efficacia nel tempo. È quindi
opportuno, anche per evidenti motivi di economicità, tener conto di tutto ciò fin dalle
IO
fasi preliminari della programmazione delle indagini. I recenti sviluppi in campo
L AZ
IS
tecnologico hanno reso disponibili tecniche di monitoraggio distribuito di provata
E G
efficacia, quali ad esempio l’interferometria satellitare e da terra, il monitoraggio GPS, le
IL
riprese fotogrammetriche multi-temporali, i rilievi delle deformazioni del corpo di frana
D
O
con inclinometri, assestimetri e laser scanner.
IN
TTalla valutazione delle condizioni
C6.3.2 MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL PENDIO C6.3.2 MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL PENDIO
E
LL i meccanismi
Lo studio geologico di un pendio naturale, finalizzato Lo studio geologico di un pendio naturale, finalizzato alla valutazione delle condizioni
O
di stabilità, consiste nella definizione dell’assetto lito-strutturale, geomorfologico e di stabilità, consiste nella definizione dell’assetto lito-strutturale, geomorfologico e
B
idrogeologico del versante al fine di identificare
attuali o potenziali, nonché le possibili cause.
e i cinematismi di rottura idrogeologico del versante al fine di identificare i meccanismi e i cinematismi di rottura
attuali o potenziali, nonché le possibili cause.
Con tali riferimenti viene definito l’ambito geomorfologico significativo che corrisponde Con tali riferimenti viene definito l’ambito geomorfologico significativo che corrisponde
a quella porzione di territorio, identificabile cartograficamente sul terreno e delimitabile a quella porzione di territorio, identificabile cartograficamente sul terreno e delimitabile
anche in profondità, nella quale sussistano assetti predisponenti ad una specifica anche in profondità, nella quale sussistano assetti predisponenti ad una specifica
tipologia di movimento franoso ed in cui i processi morfo-evolutivi di tipologia di movimento franoso ed in cui i processi morfo-evolutivi di
versante/fondovalle possano interferire direttamente o indirettamente con l’area versante/fondovalle possano interferire direttamente o indirettamente con l’area
d’interesse. d’interesse.
L’obiettivo dello studio geologico di un versante è, pertanto, quello di costruire un L’obiettivo dello studio geologico di un versante è, pertanto, quello di costruire un
modello geologico finalizzato, oltre che alla illustrazione dei predetti assetti, anche alla modello geologico finalizzato, oltre che alla illustrazione dei predetti assetti, anche alla
conoscenza delle condizioni evolutive che hanno prodotto l’attuale assetto lito- conoscenza delle condizioni evolutive che hanno prodotto l’attuale assetto lito-
E
riempimento. riempimento.
E G
difficili da caratterizzare utilizzando le tradizionali tecniche di indagine, per cui
IL
necessitano di attente valutazioni di ordine litologico e strutturale. Di conseguenza,
D
O
appare fondamentale che l’analisi litostratigrafica definisca la presenza di tali ammassi
IN
anche al fine di indirizzare la successiva fase di caratterizzazione geotecnica.
T T
LE
L’analisi geomorfologica ha lo scopo di individuare i segni di instabilità, attuale e
L
potenziale, sul versante nonché la presenza di specifici caratteri morfologici sia naturali
BO
sia indotti da attività antropica. Il riconoscimento di fenomeni franosi avvenuti nel
passato è, comunque, elemento conoscitivo essenziale nella modellazione geologica del
pendio poiché le instabilità possono ripetersi con simili tipologie in aree caratterizzate
da analoghi assetti. A questo riguardo, le informazioni su instabilità preesistenti,
contenute nelle cartografie di pianificazione disponibili, ad esempio le carte PAI, o di
specifici cataloghi, ad esempio l'inventario IFFI, sono da considerarsi solo un riferimento
di base per i successivi approfondimenti da condurre sulla porzione di versante
d’interesse. La ricostruzione morfologica del pendio richiede l’integrazione di rilievi
morfologici di superficie, analisi, anche multi-temporali, di foto aeree stereoscopiche e di
immagini satellitari. Anche in relazione al tipo di opera o intervento e all’estensione
dell’area di indagine, l’analisi morfologica di dettaglio dovrebbe essere basata su
modelli topografici aggiornati del pendio, realizzati anche con tecniche adeguate al
I N E
L
possono generare falde idriche in pressione che vanno evidenziate nello studio
geologico. Lo studio idrogeologico è elemento fondamentale di base per la definizione
O N
A
del regime delle pressioni interstiziali, parte essenziale della modellazione geotecnica
del pendio.
N IC
C
TE
In particolari condizioni geologiche (copertura detritica sottile e discontinua, elevata
E
energia di rilievo, elevate pendenze), i fenomeni di frana possono originarsi da processi
di ruscellamento incanalato o d'instabilità superficiale ed evolvere come colate
IO N
AZ
detritiche. L'occorrenza di tali fenomeni merita un’attenzione particolare nell’ambito
dello studio geologico tenendo conto del rischio per l'incolumità delle persone e dei
IS L
G
danni possibili sui beni e sulle attività antropiche. A riguardo, devono essere stimate le
E
IL
potenziali aree di invasione delle colate. Come per altre frane, anche le colate di detrito
D
possono ripetersi ciclicamente nella stessa area, per cui il riconoscimento di specifiche
O
forme morfologiche di eventi del passato, quali argini, lobi di accumulo, o depositi di
IN
T
sponda presenti all’interno dei canali costituisce un riferimento di specifica importanza.
T
LE
Nel caso di presenza di eventi di frana nell’area di specifico interesse, i dati scaturenti Nel caso di presenza di eventi di frana nell’area di specifico interesse, i dati scaturenti
B OL
dalle attività di indagine, sia di superficie sia in profondità, dovranno condurre ad una
dettagliata ricostruzione dell’evento nelle tre dimensioni attraverso specifiche
dalle attività di indagine, sia di superficie sia in profondità, dovranno condurre ad una
dettagliata ricostruzione dell’evento nelle tre dimensioni attraverso specifiche
planimetrie (carta della frana) e sezioni illustrative. Soprattutto quando si è in presenza planimetrie (carta della frana) e sezioni illustrative. Soprattutto quando si è in presenza
di eventi attivi può essere necessario integrare i dati dei rilievi con misure di di eventi attivi può essere necessario integrare i dati dei rilievi con misure di
spostamento superficiale o profondo del pendio e con i dati di monitoraggio più in spostamento superficiale o profondo del pendio e con i dati di monitoraggio più in
generale, al fine di validare il modello geologico. generale, al fine di validare il modello geologico.
C6.3.3 MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL PENDIO C6.3.3 MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL PENDIO
Lo studio geotecnico di un pendio è finalizzato alla valutazione delle sue condizioni di
stabilità in relazione allo sviluppo di possibili fenomeni franosi che interferiscano con
manufatti e opere esistenti o in costruzione.
Alla luce del modello geologico di riferimento, lo studio geotecnico è finalizzato Tenendo conto del modello geologico di riferimento, lo studio geotecnico di un pendio è
I N
L
ambientali, con il dimensionamento degli eventuali interventi di stabilizzazione e la ambientali, con il dimensionamento degli eventuali interventi di stabilizzazione e la
programmazione del piano di monitoraggio.
O N
programmazione del piano di monitoraggio.
Nel caso di pendii costituiti da terreni, le verticali di indagine devono essere
IC A
Nel caso di pendii costituiti da terreni, le verticali di indagine devono essere
N
preferibilmente allineate lungo una o più sezioni longitudinali del pendio ed essere preferibilmente allineate lungo una o più sezioni longitudinali del pendio ed essere
C
TE
opportunamente spaziate per ottenere informazioni sufficienti lungo tutta l’estensione opportunamente spaziate per ottenere informazioni sufficienti lungo tutta l’estensione
E
del pendio e nell’ambito delle profondità significative per il fenomeno in atto o del pendio e nell’ambito delle profondità significative per il fenomeno in atto o
potenziale.
N
potenziale.
IOi pendii in frana attiva, le indagini devono definire la posizione e la forma della
in Zsuperficie di scorrimento. A tal fine si deve provvedere alla misura degli spostamenti in
Per i pendii in frana attiva, le indagini devono definire la posizione e la forma della Per
superficie di scorrimento. A tal fine si deve provvedere alla misura degli spostamenti A
I S L superficie e in profondità. Queste misure devono permettere la determinazione
G in dell’entità degli spostamenti e del loro andamento nel tempo, da porre eventualmente in
superficie e in profondità. Queste misure devono permettere la determinazione
L Eprecipitazioni
dell’entità degli spostamenti e del loro andamento nel tempo, da porre eventualmente
relazione al regime delle pressioni interstiziali e a quello delle
D Ia quelli misurati in relazione al regime delle pressioni interstiziali e a quello delle precipitazioni
I N O
atmosferiche. Gli spostamenti in profondità devono essere riferiti atmosferiche. Gli spostamenti in profondità devono essere riferiti a quelli misurati in
T
superficie, avendo cura, ad esempio, di eseguire il rilievo topografico della testa degli superficie, avendo cura, ad esempio, di eseguire il rilievo topografico della testa degli
E T
inclinometri ogni volta che si effettuino le corrispondenti misure. inclinometri ogni volta che si effettuino le corrispondenti misure.
L la determinazione sperimentale delle La caratterizzazione geotecnica del pendio richiede la determinazione sperimentale delle
Lattraverso
O
La caratterizzazione geotecnica del pendio richiede
B
proprietà meccaniche e idrauliche dei terreni prove in situ e in laboratorio. In proprietà meccaniche e idrauliche dei terreni attraverso prove in situ e in laboratorio. In
presenza di terreni a grana fina, le prove di laboratorio sono soprattutto necessarie per la presenza di terreni a grana fina, le prove di laboratorio sono soprattutto necessarie per la
determinazione dei parametri di resistenza. determinazione dei parametri di resistenza.
La definizione del Modello Geotecnico può essere utilmente orientata a seconda che si La definizione del modello geotecnico può essere utilmente orientata a seconda che si sia
sia in presenza di una frana o di un pendio naturale del quale occorra valutarne la in presenza di una frana o di un pendio naturale del quale occorra valutarne la stabilità.
stabilità. Nel primo caso, il riconoscimento della superficie di scorrimento fornisce Nel primo caso, il riconoscimento della superficie di scorrimento fornisce indicazioni
indicazioni essenziali per l’ubicazione dei piezometri. Inoltre, poiché il fenomeno in atto essenziali per l’ubicazione dei piezometri. Inoltre, poiché il fenomeno in atto comporta il
comporta il valore unitario del coefficiente di sicurezza, tramite delle analisi a ritroso è valore unitario del coefficiente di sicurezza, tramite delle analisi a ritroso è possibile
possibile calibrare i valori dei parametri di resistenza del terreno compreso nella fascia calibrare i valori dei parametri di resistenza del terreno compreso nella fascia di
di scorrimento. Nel secondo caso, invece, questa calibrazione non è possibile, essendo scorrimento. Nel secondo caso, invece, questa calibrazione non è possibile, essendo
incognito il coefficiente di sicurezza, e la scelta dei valori dei parametri di resistenza non incognito il coefficiente di sicurezza, e la scelta dei valori dei parametri di resistenza non
può che scaturire dall'interpretazione dei risultati delle prove di laboratorio e di quelle può che scaturire dall'interpretazione dei risultati delle prove di laboratorio e di quelle
I N
L
tenga opportunamente conto della loro prontezza, utili anche per la valutazione in sito tenga opportunamente conto della loro prontezza, utili anche per la valutazione in sito
delle caratteristiche di permeabilità dei terreni. Piezometri a circuito chiuso, con
O N
delle caratteristiche di permeabilità dei terreni. Piezometri a circuito chiuso, con
A
registrazione automatica delle misure, possono essere impiegati in situazioni di registrazione automatica delle misure, possono essere impiegati in situazioni di
particolare importanza e complessità, che richiedano un monitoraggio protratto a lungo
IC
particolare importanza e complessità, che richiedano un monitoraggio protratto a lungo
N
nel tempo. I piezometri devono essere installati in posizioni opportunamente scelte in
C
nel tempo. I piezometri devono essere installati in posizioni opportunamente scelte in
relazione alle caratteristiche geometriche e stratigrafiche del pendio e alla posizione
TE
relazione alle caratteristiche geometriche e stratigrafiche del pendio e alla posizione
E
N
presunta della superficie di scorrimento, potenziale o effettiva. Per rilevare le variazioni presunta della superficie di scorrimento, potenziale o effettiva. Per rilevare le variazioni
del regime delle pressioni interstiziali nel tempo è necessario effettuare il rilievo per un
IO
del regime delle pressioni interstiziali nel tempo è necessario effettuare il rilievo per un
L AZ
periodo di tempo di durata significativa. La ricostruzione del regime idrico nelle zone di periodo di tempo di durata significativa. La ricostruzione del regime idrico nelle zone di
IS
sottosuolo non saturo implica in genere misure tensiometriche. sottosuolo non saturo implica in genere misure tensiometriche.
G
LE
Alcuni tipi di frane, quali le colate di fango indotte da fenomeni meteorologici intensi o Alcuni tipi di frane, quali le colate di fango indotte da fenomeni meteorologici intensi o
D I
persistenti in terreni non saturi, con attivazione pressoché immediata ed effetti talvolta persistenti in terreni non saturi, con attivazione pressoché immediata ed effetti talvolta
O
catastrofici devono essere studiati con riferimento a specifici ed appropriati modelli catastrofici devono essere studiati con riferimento a specifici ed appropriati modelli
interpretativi.
T IN interpretativi.
ET
Nei pendii in roccia si devono effettuare rilievi della struttura dell'ammasso roccioso con Nei pendii in roccia si devono effettuare rilievi della struttura dell'ammasso roccioso con
L L
individuazione delle principali discontinuità, definite da posizione, giacitura e individuazione delle principali discontinuità, definite da posizione, giacitura e
BO
persistenza. Si deve procedere, poi, alla caratterizzazione meccanica della resistenza a
taglio delle discontinuità, che è influenzata dalla rugosità della superficie, dalla
persistenza. Si deve procedere, poi, alla caratterizzazione meccanica della resistenza a
taglio delle discontinuità, che è influenzata dalla rugosità della superficie, dalla
resistenza a compressione della roccia in prossimità della superficie stessa, dalla resistenza a compressione della roccia in prossimità della superficie stessa, dalla
presenza di materiale di riempimento, e così via. presenza di materiale di riempimento, e così via.
I N
L
condizioni di stabilità iniziali, prima dell’esecuzione dell’intervento, e quelle finali, ad condizioni di stabilità iniziali, prima dell’esecuzione dell’intervento, e quelle finali, ad
intervento eseguito, in modo da valutare l’incremento del margine di sicurezza rispetto
O N
intervento eseguito, in modo da valutare l’incremento del margine di sicurezza rispetto
al cinematismo di collasso critico potenziale o effettivo. In dipendenza della tipologia di
A
al cinematismo di collasso critico potenziale o effettivo. In dipendenza della tipologia di
IC
N
intervento deve essere valutata l’evoluzione temporale dell’incremento del coefficiente intervento deve essere valutata l’evoluzione temporale dell’incremento del coefficiente
C
TE
di sicurezza nel tempo, per garantire il raggiungimento di condizioni di stabilità di sicurezza nel tempo, per garantire il raggiungimento di condizioni di stabilità
adeguate in tempi compatibili con i requisiti di progetto. In ogni caso, le condizioni di adeguate in tempi compatibili con i requisiti di progetto. In ogni caso, le condizioni di
stabilità devono essere verificate non solo lungo il cinematismo di collasso critico
N E
stabilità devono essere verificate non solo lungo il cinematismo di collasso critico
IO
AZSe un pendio è interessato da una nuova costruzione, il progettista deve verificare la
originario, ma anche lungo possibili cinematismi alternativi che possano innescarsi a originario, ma anche lungo possibili cinematismi alternativi che possano innescarsi a
L
seguito della realizzazione dell’intervento di stabilizzazione. seguito della realizzazione dell’intervento di stabilizzazione.
G IS
Se un pendio è interessato da una nuova costruzione, il progettista deve verificare la
LE
stabilità del pendio prima della realizzazione dell’opera, quantificandone il coefficiente stabilità del pendio prima della realizzazione dell’opera, quantificandone il coefficiente
D I
di sicurezza nelle condizioni più critiche. Se in queste condizioni il valore del di sicurezza nelle condizioni più critiche. Se in queste condizioni il valore del
O
coefficiente di sicurezza è giudicato adeguato alla nuova costruzione si procede alle coefficiente di sicurezza è giudicato adeguato alla nuova costruzione si procede alle
T IN
verifiche dell'opera, valutandone anche la stabilità globale secondo quanto prescritto nel verifiche dell'opera, valutandone anche la stabilità globale secondo quanto prescritto nel
ET
§6.8.2. Il progettista deve poi rianalizzare la stabilità del pendio tenendo conto della §6.8.2. Il progettista deve poi rianalizzare la stabilità del pendio tenendo conto della
L L
presenza della nuova costruzione e controllando che il valore del coefficiente di presenza della nuova costruzione e controllando che il valore del coefficiente di
BO
sicurezza non risulti inferiore al valore ottenuto con l’analisi effettuata prima della sicurezza non risulti inferiore al valore ottenuto con l’analisi effettuata prima della
costruzione dell’opera. In caso contrario, è necessario predisporre interventi di costruzione dell’opera. In caso contrario, è necessario predisporre interventi di
stabilizzazione del pendio per riportarne il margine di sicurezza finale almeno pari a stabilizzazione del pendio per riportarne il margine di sicurezza finale almeno pari a
quello precedente la realizzazione della nuova opera. quello precedente la realizzazione della nuova opera.
Nel caso di frane di ampie dimensioni, per le quali non sempre è possibile giungere alla Nel caso di frane di ampie dimensioni, per le quali non sempre è possibile giungere alla
stabilizzazione, gli interventi possono essere progettati con il fine di rallentare stabilizzazione, gli interventi possono essere progettati con il fine di rallentare
l'evoluzione dei fenomeni in atto. In tal caso, l’efficacia di un intervento sul pendio deve l'evoluzione dei fenomeni in atto. In tal caso, l’efficacia di un intervento sul pendio deve
essere valutata in termini di riduzione della pericolosità. Poiché l'obiettivo finale è la essere valutata in termini di riduzione della pericolosità. Poiché l'obiettivo finale è la
mitigazione del rischio per la vita umana e per le proprietà, in alcuni casi possono essere mitigazione del rischio per la vita umana e per le proprietà, in alcuni casi possono essere
concepiti interventi di protezione (reti paramassi, vasche di accumulo, ecc.), che non concepiti interventi di protezione (reti paramassi, vasche di accumulo, ecc.), che non
incidono sulla pericolosità dell'evento franoso ma sulla protezione di persone e cose. incidono sulla pericolosità dell'evento franoso ma sulla protezione di persone e cose.
E
comportamento del pendio prima di attuare un intervento di stabilizzazione. Si comportamento del pendio prima di attuare un intervento di stabilizzazione. Si
dovranno a questo fine installare dispositivi che permettano di misurare l’evoluzione di
I N
dovranno a questo fine installare dispositivi che permettano di misurare l’evoluzione di
L
grandezze fisiche significative quali spostamenti, superficiali e profondi, e pressioni
N
grandezze fisiche significative quali spostamenti, superficiali e profondi, e pressioni
O
A
interstiziali. Le misure dovranno essere messe in relazione con i dati di natura interstiziali. Le misure dovranno essere messe in relazione con i dati di natura
meteoclimatica resi disponibili da stazioni di osservazione presenti nella zona, ovvero
IC
meteoclimatica resi disponibili da stazioni di osservazione presenti nella zona, ovvero
N
ECil monitoraggio del pendio si avvale delle informazioni sullo stato di
installate appositamente. installate appositamente.
Quando possibile, il monitoraggio del pendio può avvalersi delle informazioni sullo Quando possibile,
T
E e/ostrutturale
N
stato di sforzo e di deformazione e/o fessurazione di manufatti presenti. In tal caso è deformazione fessurazione di manufatti presenti. In tal caso è necessario conoscere
I O
Zprofondità delle fondazioni.
necessario conoscere la consistenza strutturale dei manufatti, in particolare tipologia e l’organizzazione del manufatto con particolare riferimento alla tipologia e
profondità del sistema di fondazione.
L A
stabilizzazione si esegue attraverso il monitoraggio delle grandezze fisiche G
Il controllo del pendio nel corso del tempo ed a seguito di un intervento
IS di
I N
TT
- parametri ambientali (piogge, temperatura, neve); dei beni esistenti. Tipiche grandezze fisiche da monitorare sono:
O
- terreni accelerazioni sismiche al suolo;
- spostamenti assoluti di puntiB sulla superficie e in profondità - pressioni interstiziali e suzioni (nei terreni insaturi)
- spostamenti relativi tra punti interni ad un eventuale corpo di frana - spostamenti assoluti di punti sulla superficie e in profondità
- sforzi e deformazioni di elementi strutturali. - spostamenti relativi tra punti interni ad un eventuale corpo di frana
Il sistema di controllo da mettere in opera dovrà essere progettato con una sensibilità - deformazioni di elementi strutturali.
adeguata alla pericolosità del fenomeno e al rischio ad essa connesso. Il rischio deve poi Il sistema di controllo da mettere in opera dovrà essere progettato in relazione alla
essere differenziato tra rischio per le cose e rischio per la vita umana. Quest'ultimo è pericolosità del fenomeno e al rischio ad essa connesso. Il rischio deve poi essere
anche funzione della velocità di sviluppo dell’evento franoso. Pertanto, nei casi di differenziato tra rischio per le cose e rischio per la vita umana. Quest'ultimo è anche
fenomeni di crollo potenziale di scarpate in roccia, per limitare il rischio per la vita funzione della velocità di sviluppo dell’evento franoso. Pertanto, nei casi di fenomeni di
umana il monitoraggio dovrà essere continuo e idoneo a cogliere tutti i possibili segni crollo potenziale, per limitare il rischio per la vita umana il monitoraggio dovrà essere
premonitori di un’instabilità. continuo.
E
monitoraggio deve essere predisposto sulla base di un modello interpretativo del
fenomeno franoso e dell’impiego di strumentazione automatica e appropriate modalità
L I N
di frequenza di acquisizione delle misure, tali da consentire la restituzione delle
O N
A
condizioni di criticità in tempo reale o quasi-reale.
N IC
C
C6.4 OPERE DI FONDAZIONE C6.4 OPERE DI FONDAZIONE
Le fondazioni sono distinte in fondazioni superficiali, o dirette (ad es.: plinti, travi, Le fondazioni E
platee), eE
T sono distinte in fondazioni superficiali, o dirette (ad es.: plinti, travi,
platee), e fondazioni profonde (ad es.: pali, pozzi, cassoni).
N
IO CRITERI GENERALI DI PROGETTO
fondazioni profonde (ad es.: pali, pozzi, cassoni).
L
delle strutture in elevazione, tenendo conto delle condizioni geotecniche
I
strutture in elevazione, tenendo conto delle condizioni geotecniche e delle
D
prestazioni richieste alla costruzione nel suo complesso. prestazioni richieste alla costruzione nel suo complesso.
N O
Il progetto delle fondazioni prevede le sequenze progettuali evidenziate
I
nel §6.2 che Il progetto delle fondazioni prevede le sequenze progettuali evidenziate nel §6.2 che
T terreni compresi nel volume prove per la caratterizzazione meccanica dei terreni compresi nel volume significativo,
Tdei
vanno dalla scelta tipologica del sistema di fondazione, alla pianificazione delle indagini vanno dalla scelta del sistema di fondazione, alla pianificazione delle indagini e delle
E
LLanalisi e al dimensionamento geotecnico definito nel §6.2.2 delle NTC, alle analisi e al dimensionamento geotecnico delle opere,
e delle prove per la caratterizzazione meccanica
B per la verifica delle condizioni di sicurezza e per nonché alle analisi eseguite per la verifica delle condizioni di sicurezza e per la
la valutazione delle prestazioni nelle condizioni d’esercizio del sistema costruzione- valutazione delle prestazioni nelle condizioni d’esercizio del sistema costruzione-
terreno. terreno.
In relazione alle diverse fasi della progettazione sopraccitate si riferiscono i dettagli che In relazione alle diverse fasi sopraccitate occorre almeno considerare:
occorre considerare:
a) Terreni di fondazione: a) Terreni di fondazione:
- Profondità del volume significativo - Profondità del volume significativo
Nel caso di fabbricati di civile abitazione la profondità da raggiungere con le Nel caso di fondazioni superficiali la profondità da raggiungere con le indagini
indagini può essere dell’ordine di b÷2b, dove b è la lunghezza del lato minore può essere dell’ordine di b÷2b, dove b è la lunghezza del lato minore del
del rettangolo che meglio approssima la forma in pianta del manufatto. rettangolo che meglio approssima la forma in pianta del manufatto.
Nel caso di fondazioni su pali, la profondità, considerata dall’estremità Nel caso di fondazioni su pali, la profondità, considerata dall’estremità
AZ
-
fondazione, distinguendo i carichi permanenti da quelli variabili, e questi, a
L
(fasi costruttive);
IS
loro volta, in statici e dinamici.
G
- distribuzione, intensità o variazione nel tempo dei carichi trasmessi in
E
IL
c) Fattori ambientali: fondazione, distinguendo i carichi permanenti dai sovraccarichi, e questi, a loro
D
- caratteri morfologici del sito; volta, in statici e dinamici.
- deflusso delle acque superficiali;
IN O c) Fattori ambientali:
T T
- presenza o caratteristiche di altri manufatti (edifici, canali, acquedotti, strade, - caratteri morfologici del sito;
LE
muri di sostegno, gallerie, ponti, ecc.) esistenti nelle vicinanze o dei quali è - deflusso delle acque superficiali;
prevista la costruzione.
L
BO
- presenza o caratteristiche di altri manufatti (edifici, canali, acquedotti, strade,
Le fasi di progetto assumono ampiezza e grado di approssimazione diversi secondo muri di sostegno, gallerie, ponti, ecc.) esistenti nelle vicinanze o dei quali è
l’importanza del manufatto e dei fattori sopra elencati e in relazione al grado di sviluppo prevista la costruzione.
della progettazione.
Qualora non si adotti un'unica tipologia di fondazione per tutto il manufatto, si deve Qualora non si adotti un'unica tipologia di fondazione per tutto il manufatto, si deve
tenere conto dei diversi comportamenti dei tipi di fondazione adottati, in particolare per tenere conto dei diversi comportamenti dei tipi di fondazione adottati, in particolare per
quanto concerne i cedimenti. quanto concerne i cedimenti.
Nel caso di ponti, opere marittime e simili è necessario in particolare considerare la Nel caso di opere in alveo ea mare, o in bacini naturali e artificiali caratterizzati dalla
configurazione e la mobilità dell’alveo fluviale o del fondo marino, l'erodibilità di questi presenza di correnti e/o moto ondoso, è necessario considerare la configurazione e la
in dipendenza del regime delle acque e delle caratteristiche dei terreni e del manufatto. possibile evoluzionedel fondooltre ai fenomeni erosivi localizzati in dipendenza del
regime delle acque e delle caratteristiche dei terreni e del manufatto.
Particolare attenzione deve essere posta nel progetto di opere contigue ad altre Particolare attenzione deve essere posta nel progetto di opere contigue ad altre
E
a quanto indicato nel § 6.3 delle NTC. a quanto indicato nel § 6.3 delle NTC.
Il dimensionamento geotecnico delle fondazioni deve essere effettuato con riferimento ai
L I N
Il dimensionamento geotecnico delle fondazioni deve essere effettuato con riferimento ai
modelli geotecnici del volume significativo definiti per i diversi stati limite considerati.
O N
modelli geotecnici del volume significativo definiti per i diversi stati limite considerati.
Quale che sia il sistema di fondazione prescelto, l’applicazione del metodo degli stati
IC A
Per tutti i sistemi di fondazione, l’applicazione del metodo degli stati limite richiede
N
limite richiede necessariamente sia le verifiche agli stati limite ultimi sia le verifiche agli necessariamente sia le verifiche agli stati limite ultimi sia le verifiche agli stati limite di
C
TE
stati limite di esercizio poiché queste ultime permettono, da un lato, di completare la esercizio.
E
valutazione delle prestazioni delle fondazioni e, dall’altro, potrebbero essere
maggiormente condizionanti per la progettazione.
IO N
Gli stati limite ultimi delle fondazioni si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di
AZGli
L
stati limite ultimi delle fondazioni si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di
IS
collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno interagente con le collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno interagente con le
E G
fondazioni (GEO) e al raggiungimento della resistenza degli elementi che compongono fondazioni (GEO) e al raggiungimento della resistenza degli elementi che compongono
la fondazione stessa (STR).
I L la fondazione stessa (STR).
O D
Per le verifiche agli stati limite ultimi delle fondazioni, nelle presenti Norme, è Per le verifiche agli stati limite ultimi delle fondazioni, nelle presenti Norme, è
IN
considerato il solo approccio 2 richiamato nel § C6.2.4 della presente Circolare.
T
considerato il solo approccio 2 richiamato nel § C6.2.4 della presente Circolare.
B
Criteri di progetto Criteri di progetto
Nel progetto si deve tenere conto della presenza di sottoservizi e dell’influenza di questi
sul comportamento del manufatto.
Nel caso di reti idriche e fognarie occorre particolare attenzione ai possibili effetti
derivanti da immissioni o perdite di liquidi nel sottosuolo.
È opportuno che i piani di posa di tutte le fondazioni di uno stesso manufatto siano È opportuno che i piani di posa di tutte le fondazioni di uno stesso manufatto siano
posti alla stessa quota. Ove ciò non sia possibile, le fondazioni adiacenti, appartenenti o posti alla stessa quota. Ove ciò non sia possibile, le fondazioni adiacenti, appartenenti o
non ad un unico manufatto, dovranno essere verificate tenendo conto della reciproca non ad un unico manufatto, dovranno essere verificate tenendo conto della reciproca
influenza e della configurazione dei piani di posa. influenza e della configurazione dei piani di posa.
Le fondazioni situate nell’alveo o nelle golene di corsi d’acqua possono essere soggette Le fondazioni situate nell’alveo o nelle golene di corsi d’acqua possono essere soggette
allo scalzamento e devono perciò essere adeguatamente difese e approfondite. Analoga allo scalzamento e devono perciò essere adeguatamente difese e approfondite. Analoga
IC
riguardano il collasso per carico limite nei terreni di fondazione e per scorrimento sul riguardano il collasso per carico limite nei terreni di fondazione e per scorrimento sul
piano di posa. piano di posa.
C N
In tali verifiche,E
T
In tali verifiche, tutte le azioni su un elemento di fondazione possono essere ricondotte a
tutte le azioni su un elemento di fondazione possono essere ricondotte a
una forza risultante applicata al piano di posa.
N
una forza Erisultante applicata al piano di posa.
l’azione di progetto è la componente della risultante delle forze in direzione normale al ZI
Nella condizione di collasso per raggiungimento del carico limite della fondazione,
O Nella condizione di collasso per raggiungimento del carico limite della
NOTA:
piano di posa. La resistenza di progetto è il valore della forza normale al piano di L A fondazione, l’azione di progetto è la componente della risultante delle forze in direzione
G I S posa
normale al piano di posa. La resistenza di progetto è il valore della forza normale al
E
cui corrisponde il raggiungimento del carico limite del complesso terreno-fondazione.
La resistenza di progetto a carico limite è funzione delle caratteristicheL
piano di posa cui corrisponde il raggiungimento del carico limite del complesso terreno-
T I
della fondazione, inclinazione del piano di posa e della superficie
T
terreno di fondazione, di fattori geometrici (profondità del piano di posa, dimensioni
B
del meccanismo di raggiungimento della
punzonamento) e così via.
del meccanismo di raggiungimento della condizione ultima (rottura generale,
Nello stato limite di collasso per scorrimento, l’azione di progetto è data dalla punzonamento) e così via.
componente della risultante delle forze in direzione parallela al piano di scorrimento
Nello stato limite di collasso per scorrimento, l’azione di progetto è data dalla
della fondazione, mentre la resistenza di progetto è il valore della forza parallela allo
componente della risultante delle forze in direzione parallela al piano di scorrimento
stesso piano cui corrisponde lo scorrimento della fondazione. Per fondazioni massicce
della fondazione, mentre la resistenza di progetto è il valore della forza parallela allo
(pozzi, blocchi di ancoraggio, ecc.) a diretto contatto con le pareti di scavo,
stesso piano cui corrisponde lo scorrimento della fondazione. Per fondazioni massicce
eventualmente sostenute da paratie o palancolate, nella verifica allo scorrimento si può
(pozzi, blocchi di ancoraggio, ecc.) a diretto contatto con le pareti di scavo,
tenere conto della resistenza al taglio mobilitata lungo le pareti parallele all’azione di
eventualmente sostenute da paratie o palancolate, nella verifica allo scorrimento si può
progetto, oltre che della spinta attiva e della resistenza passiva parallele alla stessa
tenere conto della resistenza al taglio mobilitata lungo le pareti parallele all’azione di
azione.
progetto, oltre che della spinta attiva e della resistenza passiva parallele alla stessa
Il progetto delle fondazioni superficiali deve prevedere anche l’analisi degli stati limite azione.
VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI GEOTECNICI VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI GEOTECNICI
Nelle verifiche agli stati limite ultimi di tipo geotecnico (GEO) per la stabilità globale Nelle verifiche agli stati limite ultimi di tipo geotecnico (GEO) per la stabilità globale
l’analisi deve essere condotta con la Combinazione (A2+M2+R2) dell’approccio DA1, l’analisi deve essere condotta con la Combinazione (A2+M2+R2) dell’approccio DA1,
tenendo conto dei coefficienti parziali, riportati nelle tabelle 6.2.I e 6.2.II, dei gruppi A2 tenendo conto dei coefficienti parziali, riportati nelle tabelle 6.2.I e 6.2.II, dei gruppi A2
per le azioni di progetto derivanti dalle analisi strutturali ed M2 per i parametri di
I N E
per le azioni di progetto derivanti dalle analisi strutturali ed M2 per i parametri di
L
resistenza del terreno; la resistenza globale del sistema deve essere ridotta tramite i resistenza del terreno; la resistenza globale del sistema deve essere ridotta tramite i
coefficienti γR del gruppo R2 riportati nella tabella §6.8.I .
O N
coefficienti γR del gruppo R2 riportati nella tabella §6.8.I .
Per le verifiche agli stati limite ultimi di tipo geotecnico (GEO) per carico limite e per
IC A
Per le verifiche agli stati limite ultimi di tipo geotecnico (GEO) per carico limite e per
N
scorrimento si deve fare riferimento all'approccio 2. L’analisi deve essere condotta con la scorrimento si deve fare riferimento all'approccio 2. L’analisi deve essere condotta con la
C
TE
Combinazione (A1+M1+R3), nella quale i coefficienti parziali sui parametri di resistenza Combinazione (A1+M1+R3), nella quale i coefficienti parziali sui parametri di resistenza
E
del terreno (M1) sono unitari, i coefficienti parziali sulle azioni (A1) sono indicati dalla del terreno (M1) sono unitari, i coefficienti parziali sulle azioni (A1) sono indicati dalla
tabella 6.2.I e la resistenza globale del sistema è ridotta tramite i coefficienti γR del
IO N
tabella 6.2.I e la resistenza globale del sistema è ridotta tramite i coefficienti γR del
IL
si considerano gli stati limite ultimi per raggiungimento della resistenza negli elementi si considerano gli stati limite ultimi per raggiungimento della resistenza negli elementi
O D
di fondazione. Si deve fare riferimento all’approccio DA2 con la Combinazione di fondazione. Si deve fare riferimento all’approccio DA2 con la Combinazione
IN
(A1+M1+R3), assumendo γR =1. (A1+M1+R3), assumendo γR =1.
LcheLdi glifondazione
C6.4.2.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
La scelta e il dimensionamento del sistema di fondazione deve scaturire anche dalla
O
La scelta e il dimensionamento del sistema deve scaturire anche dalla
B
verifica, effettuata in termini quantitativi, spostamenti del terreno, assoluti e
differenziali, immediati e differiti nel tempo, siano compatibili con la sicurezza e la
verifica, che gli spostamenti del terreno, assoluti e differenziali, immediati e differiti nel
tempo, siano compatibili con la costruzione in progetto.
funzionalità della costruzione in progetto.
Nel caso in cui la nuova costruzione possa influire sul comportamento statico e/o sulla Nel caso in cui la nuova costruzione possa influire sul comportamento statico e/o sulla
funzionalità di manufatti adiacenti, la verifica suesposta deve essere estesa a questi funzionalità di manufatti adiacenti, la verifica suesposta deve essere estesa a questi
ultimi. ultimi.
A questi fini, devono essere impiegati metodi e modelli di comprovata validità per la A questi fini, devono essere impiegati metodi e modelli di comprovata validità per la
valutazione del campo di spostamenti del terreno indotti dalla costruzione in progetto. valutazione del campo di spostamenti del terreno indotti dalla costruzione in progetto.
Conseguentemente, il modello geotecnico di sottosuolo deve comprendere la Conseguentemente, il modello geotecnico di sottosuolo deve comprendere la
caratterizzazione della rigidezza dei terreni, valutata in corrispondenza delle caratterizzazione della rigidezza dei terreni, valutata in corrispondenza delle
deformazioni attese, e, nei terreni a grana fina, anche delle caratteristiche di deformazioni attese, e, nei terreni a grana fina, anche delle caratteristiche di
IO
AZ
profondità significativa sotto la base dei pali (§6.4.1). La caratterizzazione geotecnica dei terreni che interagiscono con i pali deve essere
Per i pali di fondazione è particolarmente importante l’accuratezza nella definizione dei
IS L effettuata tenendo conto delle diverse modalità di trasmissione degli sforzi lungo la
G
modelli geotecnici di sottosuolo. La caratterizzazione geotecnica dei terreni che superficie laterale e alla base e dei relativi meccanismi di collasso. Conseguentemente, il
E
IL
interagiscono con i pali deve essere effettuata tenendo conto delle diverse modalità di progettista deve orientare le indagini in sito e le prove di laboratorio verso la ricerca dei
D
trasmissione degli sforzi lungo la superficie laterale e alla base e dei relativi meccanismi parametri più appropriati alla descrizione di tali meccanismi, oltre che alla valutazione
IN O
di collasso. Conseguentemente, il progettista deve orientare le indagini in sito e le prove della rigidezza del complesso palo-terreno necessaria per le verifiche agli stati limite di
T
di laboratorio verso la ricerca dei parametri più appropriati alla descrizione di tali esercizio.
T
LE
meccanismi, oltre che alla valutazione della rigidezza del complesso palo-terreno
L
necessaria per le verifiche agli stati limite di esercizio.
BO
Considerazioni del tutto analoghe valgono per i pali caricati trasversalmente. In
quest’ultimo caso, per lo specifico tipo d’interazione palo-terreno, è necessaria
Considerazioni del tutto analoghe valgono per i pali caricati trasversalmente. In
quest’ultimo caso, per lo specifico tipo d’interazione palo-terreno, è necessaria
un’accurata caratterizzazione geotecnica dei terreni più superficiali, maggiormente un’accurata caratterizzazione geotecnica dei terreni più superficiali, maggiormente
coinvolti nel fenomeno d’interazione. coinvolti nel fenomeno d’interazione.
C6.4.3.1 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI (SLU) C6.4.3.1 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI (SLU)
Come già anticipato nel §C.6.2.4.1 e ulteriormente precisato per le fondazioni Come già anticipato nel §C.6.2.4.1 e ulteriormente precisato per le fondazioni
superficiali, le verifiche di stabilità globale dei pali devono essere effettuate seguendo superficiali, le verifiche di stabilità globale dei pali devono essere effettuate seguendo
l’approccio DA1 con la combinazione di coefficienti (A2, M2, R2) definiti dalle tabelle l’approccio DA1 con la combinazione di coefficienti (A2, M2, R2) definiti dalle tabelle
6.2.I, 6.2.II e 6.8.I. 6.2.I, 6.2.II e 6.8.I.
Per le altre verifiche agli stati limite ultimi finalizzate al dimensionamento geotecnico Per le altre verifiche agli stati limite ultimi finalizzate al dimensionamento geotecnico
(carico limite della palificata nei riguardi di carichi assiali, trasversali e di sfilamento) le (carico limite della palificata nei riguardi di carichi assiali, trasversali e di sfilamento) le
IC
sia valutata con procedimenti analitici, i valori dei fattori di correlazione permettono di la completezza degli accertamenti. Ad esempio, nel caso in cui la resistenza caratteristica
valorizzare la qualità del modello geotecnico di sottosuolo, la cui accuratezza è
C N
sia valutata con procedimenti analitici, i valori dei fattori di correlazione permettono di
TE
migliorata al crescere del numero di verticali d’indagine per ciascuna delle quali sia valorizzare la qualità del modello geotecnico di sottosuolo, la cui accuratezza è
possibile desumere una completa caratterizzazione geotecnica dei terreni. A questo
E
migliorata al crescere del numero di verticali d’indagine per ciascuna delle quali sia
N
IO
proposito si deve ribadire che il numero di verticali d’indagine, con i requisiti necessari possibile desumere una completa caratterizzazione geotecnica dei terreni. A questo
AZ
innanzi richiamati per ciascuna di esse, deve essere riferito al volume significativo. Ciò proposito si deve ribadire che il numero di verticali d’indagine, con i requisiti necessari
IS L
significa, ad esempio, che per gli edifici il volume significativo deve essere riferito a innanzi richiamati per ciascuna di esse, deve essere riferito al volume significativo. Ciò
EG
ciascun corpo di fabbrica, mentre per un’opera lineare, come un viadotto, il volume significa, ad esempio, che per gli edifici il volume significativo deve essere riferito a
significativo riguarda ogni singola fondazione.
Per le verifiche sotto azioni sismiche oltre a quanto previsto nelD
L
I paragrafo le
ciascun corpo di fabbrica, mentre per un’opera lineare, come un viadotto, il volume
significativo riguarda ogni singola fondazione.
fondazioni su pali devono rispettare i criteri di verifica di cui O
presente
I N al §7.11.5.3.2 Per le verifiche sotto azioni sismiche oltre a quanto previsto nel presente paragrafo le
TT
fondazioni su pali devono rispettare i criteri di verifica di cui al §7.11.5.3.2
E
LL
C6.4.3.2
O
C6.4.3.2
B
C6.4.3.3
C6.4.3.3
C6.4.3.4
C6.4.3.4
C6.4.3.5
C6.4.3.5
C6.4.3.6
AZ
parte infissa dell'opera ed, eventualmente, mediante sistemi di vincolo costituiti da
IN
degli elementi strutturali e dal contatto terra-opera, dalla geometria
sequenza costruttiva.
Le verifiche agli stati limite ultimi delle opere diE T T sequenza costruttiva.
O
muro (GEO) e al raggiungimento della resistenza degli elementi che compongono le opere stesse (STR).
opere stesse (STR).
IC A
Gli stati limite ultimi di tipo GEO riguardano il ribaltamento, lo scorrimento sul piano di
Gli stati limite ultimi di tipo GEO riguardano il ribaltamento, lo scorrimento sul piano di
C N
posa, il raggiungimento del carico limite nei terreni di fondazione e la stabilità globale
TE
posa, il raggiungimento del carico limite nei terreni di fondazione e la stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno. Per quest’ultimo stato limite si rimanda al §6.8
E
del complesso opera di sostegno-terreno. Per quest’ultimo stato limite si rimanda al §6.8 sezione relativa alle opere di materiali sciolti e ai fronti di scavo.
sezione relativa alle opere di materiali sciolti e ai fronti di scavo.
IO N
AZ
Il coefficiente di spinta attiva assume valori che dipendono dalla geometria del
paramento del muro e del terrapieno retrostante, nonché dalle caratteristiche
IS L
meccaniche dei terreni e del contatto terra-muro.
E G
IL
Nel caso di muri i cui spostamenti orizzontali siano impediti, la spinta può raggiungere
Nel caso di muri i cui spostamenti orizzontali siano impediti, la spinta può raggiungere
D
valori maggiori di quelli relativi alla condizione di spinta attiva.
valori maggiori di quelli relativi alla condizione di spinta attiva.
T
alle differenti condizioni che possono verificarsi nel tempo in dipendenza, ad esempio, dell’intensità e
OL del muro.
durata delle precipitazioni, della capacità drenante della efficienza di eventuali sistemi di drenaggio del muro.
B
della efficienza di eventuali sistemi di drenaggio
Le azioni sul muro devono essere valutate con riferimento all’intero paramento di
Le azioni sul muro devono essere valutate con riferimento all’intero paramento di monte, compreso il basamento di fondazione.
monte, compreso il basamento di fondazione.
Nelle verifiche a ribaltamento intorno all'estremità anteriore della fondazione, l'effetto
Nelle verifiche a ribaltamento intorno all'estremità anteriore della fondazione, l'effetto delle azioni di progetto è il momento ribaltante della spinta e delle altre forze sub-
delle azioni di progetto è il momento ribaltante della spinta e delle altre forze sub- orizzontali che potrebbero produrre il ribaltamento dell'opera, mentre la resistenza è il
orizzontali che potrebbero produrre il ribaltamento dell'opera, mentre la resistenza è il momento stabilizzante del peso proprio del muro e del terreno che grava direttamente
momento stabilizzante del peso proprio del muro e del terreno che grava direttamente su di esso e delle altre eventuali azioni sub-verticali che possono concorrere alla stabilità.
su di esso e delle altre eventuali azioni sub-verticali che possono concorrere alla stabilità.
NOTA: Nello stato limite ultimo di collasso per scorrimento, l’azione di progetto è data
Nello stato limite ultimo di collasso per scorrimento, l’azione di progetto è data dalla dalla componente della risultante delle forze in direzione parallela al piano di
componente della risultante delle forze in direzione parallela al piano di scorrimento scorrimento della fondazione, mentre la resistenza di progetto è il valore della forza
della fondazione, mentre la resistenza di progetto è il valore della forza parallela al parallela al piano a cui corrisponde lo scorrimento del muro.
E
e la resistenza di progetto è il valore della sollecitazione che produce la crisi crisi nell’elemento esaminato.
nell’elemento esaminato.
L I N
Per muri di sostegno che facciano uso di ancoraggi o di altri sistemi di vincolo, deve
Per muri di sostegno che facciano uso di ancoraggi o di altri sistemi di vincolo, deve
O N
essere verificata la sicurezza rispetto a stati limite ultimi che comportino la crisi di questi
A
elementi.
IC
essere verificata la sicurezza rispetto a stati limite ultimi che comportino la crisi di questi
N
elementi.
DA2 C
TE approccio ammesso per le verifiche di tipo GEO (carico limite,
A PPROCCIO DA2 A PPROCCIO
E
ION della fondazione del muro (GEO), si considera lo sviluppo di meccanismi di
E' questo l'unico approccio ammesso per le verifiche di tipo GEO (carico limite, E' questo l'unico
scorrimento e ribaltamento) e di tipo STR. Nelle verifiche per il dimensionamento scorrimento e ribaltamento) e di tipo STR. Nelle verifiche per il dimensionamento
geotecnico della fondazione del muro (GEO), si considera lo sviluppo di meccanismi di Zgeotecnico
L A collasso determinati dal raggiungimento della resistenza del complesso terreno-
collasso determinati dal raggiungimento della resistenza del complesso terreno-
S
I nella fondazione. L’analisi deve essere condotta con la Combinazione (A1+M1+R3), nella
Gparziali
E
fondazione. L’analisi deve essere condotta con la Combinazione (A1+M1+R3),
L
gruppo A1, che possono essere applicati alle spinte, ai pesi e Iai sovraccarichi; i gruppo A1, che possono essere applicati alle spinte, ai pesi e ai sovraccarichi; i
quale le azioni permanenti e variabili sono amplificate mediante i coefficienti del quale le azioni permanenti e variabili sono amplificate mediante i coefficienti parziali del
O D
TneiINconfronti
coefficienti parziali sui parametri di resistenza del terreno (M1) sono unitari e la coefficienti parziali sui parametri di resistenza del terreno (M1) sono unitari e la
T
resistenza globale del sistema è ridotta tramite i coefficienti γ del gruppo R3. Tali resistenza globale del sistema è ridotta tramite i coefficienti γ del gruppo R3. Tali
R R
L E considerato, dalladelforza
coefficienti si applicano solo alla resistenza globale meccanismo di coefficienti si applicano solo alla resistenza globale nei confronti del meccanismo di
I N E
Per lo stato limite di collasso per carico limite verticale si tiene conto della resistenza
L
Per lo stato limite di collasso per carico limite verticale si tiene conto della resistenza
N
O
laterale e di quella alla punta, tenendo conto degli effetti connessi alla realizzazione in laterale e di quella alla punta, tenendo conto degli effetti connessi alla realizzazione in
analogia a quanto fatto per i pali di fondazione.
IC A
analogia a quanto fatto per i pali di fondazione.
Per rotazione intorno a un punto dell’opera deve intendersi uno stato limite in cui si
N
Per rotazione intorno a un punto dell’opera deve intendersi uno stato limite in cui si
C
TE
raggiungano le condizioni di equilibrio limite nel terreno interagente con l’opera e sia raggiungano le condizioni di equilibrio limite nel terreno interagente con l’opera e sia
E
cinematicamente possibile, al raggiungimento della resistenza del terreno, un atto di cinematicamente possibile, al raggiungimento della resistenza del terreno, un atto di
moto rigido per la paratia. Tipicamente, per una paratia con più livelli di vincolo questo
IO N
moto rigido per la paratia. Tipicamente, per una paratia con più livelli di vincolo questo
AZ
stato limite ultimo non può verificarsi. Per tali opere si possono verificare solo stato limite ultimo non può verificarsi. Per tali opere si possono verificare solo
meccanismi di collasso per rotazione che coinvolgano sia il terreno sia gli elementi
IS L meccanismi di collasso per rotazione che coinvolgano sia il terreno sia gli elementi
G
strutturali. strutturali.
E
IL
Gli stati limite relativi al raggiungimento delle resistenze negli elementi strutturali Gli stati limite relativi al raggiungimento delle resistenze negli elementi strutturali
O D
(STR) sono quelli relativi al raggiungimento della condizione di rottura in una sezione (STR) sono quelli relativi al raggiungimento della condizione di rottura in una sezione
IN
della paratia o in un elemento del sistema di contrasto costituito da puntoni, ancoraggi, della paratia o in un elemento del sistema di contrasto costituito da puntoni, ancoraggi,
travi di ripartizione, ecc..
T T travi di ripartizione, ecc..
LE
Gli stati limite di sifonamento del fondo scavo o di instabilità del fondo scavo per Gli stati limite di sifonamento del fondo scavo o di instabilità del fondo scavo per
B OL
sollevamento dovuto a sottospinta idraulica agente al di sotto di strati di terreni di
terreno a grana fine a fondo scavo sono rispettivamente di tipo HYD e UPL e vanno
sollevamento dovuto a sottospinta idraulica agente al di sotto di strati di terreni a grana
fine a fondo scavo sono rispettivamente di tipo HYD e UPL e vanno analizzati come
analizzati come illustrato al § 6.2.4.2 delle NTC. illustrato al § 6.2.4.2 delle NTC.
IC
N
particolare, le sollecitazioni (comprese quelle nei puntoni e negli ancoraggi) devono particolare, le sollecitazioni (comprese quelle nei puntoni e negli ancoraggi) devono
C
TE
calcolarsi portando in conto, anche in maniera semplificata, l’interazione fra paratia e calcolarsi portando in conto, anche in maniera semplificata, l’interazione fra paratia e
terreno, operando su configurazioni che rispettino l’equilibrio e la compatibilità con il terreno, operando su configurazioni che rispettino l’equilibrio e la compatibilità con il
criterio di resistenza. Dato che i coefficienti parziali amplificativi delle azioni permanenti
N E
criterio di resistenza. Dato che i coefficienti parziali amplificativi delle azioni permanenti
IO
AZSe
e variabili (gruppo A1) sono diversi, è necessario in genere distinguere le sollecitazioni e variabili (gruppo A1) sono diversi, è necessario in genere distinguere le sollecitazioni
L
prodotte dai carichi permanenti da quelle prodotte dai carichi variabili. prodotte dai carichi permanenti da quelle prodotte dai carichi variabili.
Se le analisi sono svolte impiegando codici di calcolo automatico basati sulla
G IS le analisi sono svolte impiegando codici di calcolo automatico basati sulla
E
IL
discretizzazione del continuo (ad elementi finiti o alle differenze finite) o sui metodi discretizzazione del continuo (ad elementi finiti o alle differenze finite) o sui metodi
D
della reazione di sottofondo (“metodi a molle”), le verifiche SLU di tipo geotecnico e di della reazione di sottofondo (“metodi a molle”), le verifiche SLU di tipo geotecnico e di
IN O
tipo strutturale scaturiscono da una stessa analisi d’interazione terreno-struttura tipo strutturale scaturiscono da una stessa analisi d’interazione terreno-struttura
T
impiegando, come indicato nel §6.2.4.1.3 delle Norme e nel precedente §C6.2.4.1, i valori impiegando, come indicato nel §6.2.4.1.3 delle Norme e nel precedente §C6.2.4.1, i valori
T
LE
caratteristici dei parametri geotecnici e delle azioni. caratteristici dei parametri geotecnici e delle azioni.
OL
Nella verifica nei confronti di meccanismi di rottura che coinvolgono il terreno (GEO), Nella verifica nei confronti di meccanismi di rottura che coinvolgono il terreno (GEO),
B
dopo la simulazione di tutte le fasi di scavo, il margine di sicurezza si ricava con un
ulteriore passo di calcolo, finalizzato alla ricerca di un meccanismo di collasso del
dopo la simulazione di tutte le fasi di scavo, il margine di sicurezza si ricava con un
ulteriore passo di calcolo, finalizzato alla ricerca di un meccanismo di collasso del
terreno ed eventualmente nella struttura, riducendo progressivamente i parametri di terreno ed eventualmente nella struttura, riducendo progressivamente i parametri di
resistenza dopo aver incrementato le azioni permanenti non strutturali e le azioni resistenza dopo aver incrementato le azioni permanenti non strutturali e le azioni
variabili (sovraccarichi) dei coefficienti parziali (G2Q) del gruppo A2. Si ricorda, a tal variabili (sovraccarichi) dei coefficienti parziali (G2Q) del gruppo A2. Si ricorda, a tal
proposito, che il peso del terreno che interagisce con la paratia e le azioni che da esso proposito, che il peso del terreno che interagisce con la paratia e le azioni che da esso
derivano sono da considerare come permanenti strutturali. In tali verifiche il derivano sono da considerare come permanenti strutturali. In tali verifiche il
comportamento delle sezioni della paratia e degli altri elementi strutturali è comportamento delle sezioni della paratia e degli altri elementi strutturali è
schematizzato ammettendo la formazione di cerniere plastiche, con valori delle schematizzato ammettendo la formazione di cerniere plastiche, con valori delle
sollecitazioni limite pari a quelli di plasticizzazione di progetto. La verifica è soddisfatta sollecitazioni limite pari a quelli di plasticizzazione di progetto. La verifica è soddisfatta
se il fattore di riduzione dei parametri risulta non inferiore a c’ e a nelle analisi in se il fattore di riduzione dei parametri risulta non inferiore a c’ e a nelle analisi in
tensioni efficaci e a cunelle analisi in tensioni totali. Questo tipo di verifica, se tensioni efficaci e a cunelle analisi in tensioni totali. Questo tipo di verifica, se
E
assenza del sovraccarico, in modo da isolare l’aliquota di sollecitazione ad esso associata assenza del sovraccarico, in modo da isolare l’aliquota di sollecitazione ad esso associata
e permetterne la fattorizzazione prescritta in normativa.
I N
e permetterne la fattorizzazione prescritta in normativa.
Se ritenuto necessario per le peculiarità dell’opera, le verifiche di cui sopra si eseguono Se ritenuto necessario per le peculiaritàLdell’opera, le verifiche di cui sopra si eseguono
O N
Ao con un solo livello di vincolo in testa le verifiche di
anche per le fasi di scavo intermedie. anche per le fasi di scavo intermedie.
I C
sicurezza nei riguardi degli stati limite ultimi possono essere svolte spesso impiegando i sicurezza nei riguardiN
Nel caso di paratie a sbalzo o con un solo livello di vincolo in testa le verifiche di Nel caso di paratie a sbalzo
E C limite.
degli stati limite ultimi possono essere svolte spesso impiegando i
metodi dell’equilibrio limite.
E T
metodi dell’equilibrio
O N la combinazione
Nella verifica SLU nei confronti di meccanismi di tipo geotecnico, la verifica si esegue Nella verifica
I
SLU nei confronti di meccanismi di tipo geotecnico, la verifica si esegue
G
verifichino meccanismi di collasso che coinvolgano il complesso terreno-struttura.
L Erispetto
queste verifiche, l'effetto delle azioni E e la resistenza R sono rispettivamente i queste verifiche, l'effetto delle azioni E e la resistenza R sono rispettivamente i
I con un livello di momenti
d d d d
D
momenti della spinta attiva di progetto e della spinta passiva di progetto ad un della spinta attiva di progetto e della spinta passiva di progetto rispetto ad un
I N O Mantenendo la stessa ancoraggio; punto di rotazione per le paratie a sbalzo). Mantenendo la stessa
punto di rotazione (punto di applicazione del vincolo nelle paratie punto di rotazione (punto di applicazione del vincolo nelle paratie con un livello di
T di tipo strutturale mediante configurazione geometrica si effettua la verifica SLU di tipo strutturale mediante
ancoraggio; punto di rotazione per le paratie a sbalzo).
configurazione geometrica si effettua la verificaTSLU
E
La priori della distribuzione
L
un’analisi d’interazione, svolta ancora con i valori caratteristici dei parametri geotecnici un’analisi d’interazione, svolta ancora con i valori caratteristici dei parametri geotecnici
E
Se si adoperano metodi numerici, devono essere adeguatamente documentate la scelta Se si adoperano metodi numerici, devono essere adeguatamente documentate la scelta
dei modelli costitutivi per i terreni e per il sistema di sostegno e la scelta dei parametri
I N
dei modelli costitutivi per i terreni e per il sistema di sostegno e la scelta dei parametri
L
del modello. I valori delle proprietà meccaniche da adoperare nell’analisi sono quelli
N
del modello. I valori delle proprietà meccaniche da adoperare nell’analisi sono quelli
O
A
caratteristici e i coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri di resistenza sono caratteristici e i coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri di resistenza sono
sempre unitari. sempre unitari.
N IC
C6.6 TIRANTI DIC
C6.6 TIRANTI DI ANCORAGGIO
T E ANCORAGGIO
N E DI PROGETTO
O
C6.6.1 CRITERI DI PROGETTO C6.6.1 CRITERI
Il progetto degli ancoraggi deve tener conto delle prestazioni attese delle opere, dei ZI
L A
I S
caratteri geologici del sito, delle caratteristiche geotecniche dei terreni nel volume
EdaGspecifiche
significativo e delle condizioni ambientali.
I L
indagini e prove che il progettista deve definire in base alle scelteD
Le analisi di progetto devono essere basate su modelli geotecnici dedotti
O
tipologiche dell’opera
o dell’intervento e alle previste modalità esecutive.
T I N
E Tdelle
Il programma e i risultati delle indagini, la caratterizzazione e la modellazione
L
geotecnica, le scelte progettuali, la descrizioneLgeotecnico degli ancoraggi, devono
fasi e modalità costruttive,
BO
unitamente ai calcoli per il dimensionamento
illustrati in una specifica relazione geotecnica.
essere
E
complesso dell’opera ancorata e degli ancoraggi
c) caratterizzare l'ambiente fisico nel quale devono essere realizzati gli ancoraggi,
IO N
AZLa validità delle schematizzazioni del sottosuolo adottate in progetto e delle conseguenti
con particolare riferimento alla aggressività nei riguardi degli elementi
IS L
costitutivi il sistema in opera (elementi di acciaio, malta di cemento, ecc.).
G
La validità delle schematizzazioni del sottosuolo adottate in progetto e delle conseguenti
E
I L
soluzioni progettuali deve essere verificata durante la costruzione degli ancoraggi sulla soluzioni progettuali deve essere verificata durante la costruzione degli ancoraggi sulla
D
base di osservazioni dirette. base di osservazioni dirette.
I N O
L’ampiezza dell’indagine è funzione delle caratteristiche morfologiche del sito entro cui L’ampiezza dell’indagine è funzione delle caratteristiche morfologiche del sito entro cui
T T
ricade l’opera ancorata, della complessità delle condizioni litologiche, strutturali e ricade l’opera ancorata, della complessità delle condizioni litologiche, strutturali e
L E
idrogeologiche del sottosuolo, del tipo e dell’importanza dell’opera ancorata. L’indagine idrogeologiche del sottosuolo, del tipo e dell’importanza dell’opera ancorata. L’indagine
Il progetto di un sistema di ancoraggio richiede l’esecuzione di analisi di tipo globale, Il progetto di un sistema di ancoraggio richiede l’esecuzione di analisi di tipo globale,
riferite al complesso degli ancoraggi, e analisi sull’ancoraggio singolo. riferite al complesso degli ancoraggi, e analisi sull’ancoraggio singolo.
Per le analisi di tipo globale, si devono considerare uno o più cinematismi possibili, Per le analisi di tipo globale, si devono considerare uno o più cinematismi possibili,
relativi a diverse superfici di rottura, tenendo conto delle caratteristiche stratigrafiche, relativi a diverse superfici di rottura, tenendo conto delle caratteristiche stratigrafiche,
strutturali, idrauliche e geotecniche del terreno, anche al di fuori della zona direttamente strutturali, idrauliche e geotecniche del terreno, anche al di fuori della zona direttamente
interessata dagli ancoraggi. Dalle analisi di tipo globale derivano ad esempio lunghezza interessata dagli ancoraggi. Dalle analisi di tipo globale derivano ad esempio lunghezza
minima e resistenze di progetto degli ancoraggi nei casi di scarpate instabili, di vasche o minima e resistenze di progetto degli ancoraggi nei casi di scarpate instabili, di vasche o
platee di fondazione soggette alla spinta di galleggiamento, di fronti di scavo da platee di fondazione soggette alla spinta di galleggiamento, di fronti di scavo da
I N
L
- rottura per sfilamento della fondazione - rottura per sfilamento della fondazione
- rottura dell’armatura - rottura dell’armatura
O N
Tenendo conto della necessità di contenere il rischio di rotture di tipo fragile, per il
IC A
Tenendo conto della necessità di contenere il rischio di rotture di tipo fragile, per il
N
rispetto della gerarchia delle resistenze, quando l’armatura è realizzata mediante trefoli rispetto della gerarchia delle resistenze, quando l’armatura è realizzata mediante trefoli
C
TE
di acciaio armonico, la resistenza a sfilamento della fondazione dell’ancoraggio deve di acciaio armonico, la resistenza a sfilamento della fondazione dell’ancoraggio deve
E
risultare minore della resistenza a snervamento dell’armatura. risultare minore della resistenza a snervamento dell’armatura.
Nel caso in cui la fondazione dell’ancoraggio ricada in terreni soggetti a deformarsi per
IO N
Nel caso in cui la fondazione dell’ancoraggio ricada in terreni soggetti a deformarsi per
AZ
fenomeni di tipo viscoso, la resistenza limite deve essere stabilita in modo tale che, nel fenomeni di tipo viscoso, la resistenza limite deve essere stabilita in modo tale che, nel
IS L
corso della sua vita utile, l’opera ancorata non subisca deformazioni tali da determinare corso della sua vita utile, l’opera ancorata non subisca deformazioni tali da determinare
G
il raggiungimento di uno stato limite di esercizio, dunque inaccettabili. il superamentodi uno stato limite di esercizio, dunque inaccettabili.
E
IL
Lo stato limite ultimo che chiama in causa la resistenza del terreno è quello relativo allo Lo stato limite ultimo che chiama in causa la resistenza del terreno è quello relativo allo
O D
sfilamento della fondazione dell’ancoraggio per raggiungimento della resistenza al sfilamento della fondazione dell’ancoraggio per raggiungimento della resistenza al
IN
contatto fra bulbo e terreno. Stabilito il valore della resistenza caratteristica contatto fra bulbo e terreno. Stabilito il valore della resistenza caratteristica
T T
dell’ancoraggio, la corrispondente verifica può essere effettuata con la combinazione di dell’ancoraggio, la corrispondente verifica può essere effettuata con la combinazione di
LE
coefficienti parziali A1+M1+R3, dove i coefficienti γR sono quelli riportati nella Tabella coefficienti parziali A1+M1+R3, dove i coefficienti γR sono quelli riportati nella Tabella
L
BO
6.6.I delle NTC. 6.6.I delle NTC.
Per i tiranti delle paratie, l’azione di progetto sull’ancoraggio si ottiene amplificando, Per i tiranti delle paratie, l’azione di progetto sull’ancoraggio si ottiene amplificando,
mediante i coefficienti A1, l’azione caratteristica calcolata mediante un’analisi che porti mediante i coefficienti A1, l’azione caratteristica calcolata mediante un’analisi che porti
in conto, anche in maniera semplificata, l’interazione fra paratia e terreno, operando su in conto, anche in maniera semplificata, l’interazione fra paratia e terreno, operando su
configurazioni che rispettino l’equilibrio e la compatibilità con il criterio di resistenza, e configurazioni che rispettino l’equilibrio e la compatibilità con il criterio di resistenza, e
nella quale tutti i coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri di resistenza siano nella quale tutti i coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri di resistenza siano
unitari. unitari.
I N
L
dispositivo per la vita utile della struttura ancorata. dispositivo per la vita utile della struttura ancorata.
O N
A
C6.7 OPERE IN SOTTERRANEO C6.7 OPERE IN SOTTERRANEO
Le opere in sotterraneo indicate nella norma cui si riferiscono le presenti istruzioni sono
N IC
Le opere in sotterraneo indicate nella norma cui si riferiscono le presenti istruzioni sono
C
TE
ad esempio le gallerie idrauliche, stradali, ferroviarie, con relativi imbocchi di estremità ad esempio le gallerie idrauliche, stradali, ferroviarie, con relativi imbocchi di estremità
E
o intermedi (pozzi, finestre, discenderie), le caverne per centrali idroelettriche, gli scavi o intermedi (pozzi, finestre, discenderie), le caverne per centrali idroelettriche, gli scavi
per stazioni (metropolitane e ferroviarie), parcheggi, depositi sotterranei.
IO N
per stazioni (metropolitane e ferroviarie), parcheggi, depositi sotterranei.
Indagini specifiche
AZIndagini specifiche
IS L
Il programma di ricerche e di indagini sui terreni e sulle rocce deve essere predisposto Il programma di ricerche e di indagini sui terreni e sulle rocce deve essere predisposto
ed attuato sulla base dell’inquadramento geologico della zona ed in dipendenza
E G ed attuato sulla base dell’inquadramento geologico della zona ed in dipendenza
I L
dell’entità del ricoprimento. Nel caso di rocce fratturate le ricerche devono comprendere dell’entità del ricoprimento. Nel caso di rocce fratturate le ricerche devono comprendere
O D
la descrizione qualitativa e quantitativa dello stato di fratturazione ed, in genere, delle la descrizione qualitativa e quantitativa dello stato di fratturazione ed, in genere, delle
IN
discontinuità strutturali presenti nella formazione. discontinuità strutturali presenti nella formazione.
T
ET
LL
C6.7.1 C6.7.1
C6.7.2
BO C6.7.2
C6.7.3 C6.7.3
I N E
L
C6.7.4.1 METODI DI SCAVO C6.7.4.1 METODI DI SCAVO
La stabilità del fronte di avanzamento dipende dallo stato dei terreni che si attraversano
O N
La stabilità del fronte di avanzamento dipende dallo stato dei terreni che si attraversano
o di quelli immediatamente circostanti, dalla grandezza del ricoprimento in rapporto al
IC A
o di quelli immediatamente circostanti, dalla grandezza del ricoprimento in rapporto al
diametro della galleria, dalla velocità di avanzamento, dalle caratteristiche della
N
diametro della galleria, dalla velocità di avanzamento, dalle caratteristiche della
C
TE
eventuale macchina di scavo, dai procedimenti che si seguono nella posa in opera dei eventuale macchina di scavo, dai procedimenti che si seguono nella posa in opera dei
E
sostegni e del pre-rivestimento. In particolari terreni (ad es.: sabbie fini, argille sostegni e del pre-rivestimento. In particolari terreni (ad es.: sabbie fini, argille
consistenti o rocce fessurate) le condizioni di stabilità possono essere notevolmente
IO N
consistenti o rocce fessurate) le condizioni di stabilità possono essere notevolmente
AZ
modificate dagli effetti meccanici dei fenomeni di filtrazione o di percolazione dal fronte modificate dagli effetti meccanici dei fenomeni di filtrazione o di percolazione dal fronte
di scavo.
IS L di scavo.
G
Eventuali interventi di trattamento preventivo, previsti in progetto per migliorare Eventuali interventi di trattamento preventivo, previsti in progetto per migliorare
E
I L disposto al § essere adeguatamente illustrati, giustificati e dimensionati secondo quanto disposto al §
temporaneamente o permanentemente le proprietà meccaniche dei terreni, devono temporaneamente o permanentemente le proprietà meccaniche dei terreni, devono
D
essere adeguatamente illustrati, giustificati e dimensionati secondo quanto
O
N
6.9 delle NTC. 6.9 delle NTC.
T I
eventuali variazioni delle proprietà meccaniche dei T
Le previsioni di progetto devono essere sufficientemente cautelative per tener conto di Le previsioni di progetto e le verifiche devono tener conto di eventuali variazioni delle
L E terreni lungo l’asse della galleria. proprietà meccaniche dei terreni lungo l’asse della galleria.
L
C6.7.4.2 VERIFICA DEL RIVESTIMENTO
BO C6.7.4.2 VERIFICA DEL RIVESTIMENTO
Il comportamento del rivestimento dipende dalle dimensioni e dalla profondità della Il comportamento del rivestimento dipende dalle dimensioni e dalla profondità della
galleria, dallo stato tensionale del sottosuolo, dalla rigidezza della struttura, dal metodo, galleria, dallo stato tensionale del sottosuolo, dalla rigidezza della struttura, dal metodo,
dalla sequenza e dai tempi delle operazioni di scavo e di costruzione dell’eventuale pre- dalla sequenza e dai tempi delle operazioni di scavo e di costruzione dell’eventuale pre-
rivestimento. rivestimento.
Il comportamento del pre-rivestimento dipende principalmente dalle modalità e Il comportamento del pre-rivestimento dipende principalmente dalle modalità e
dall’accuratezza con le quali viene realizzato. Pertanto l’adeguatezza del rivestimento e dall’accuratezza con le quali viene realizzato. Pertanto l’adeguatezza del rivestimento e
dell’eventuale pre-rivestimento sarà controllata in fase costruttiva per mezzo di misure. dell’eventuale pre-rivestimento sarà controllata in fase costruttiva per mezzo di misure.
C6.7.5 C6.7.5
C6.8 OPERE DI MATERIALI SCIOLTI E FRONTI DI SCAVO C6.8 OPERE DI MATERIALI SCIOLTI E FRONTI DI SCAVO
Le opere di materiali sciolti indicati nella norma cui si riferiscono le presenti istruzioni Le opere di materiali sciolti indicati nella norma cui si riferiscono le presenti istruzioni
sono ad esempio i rilevati per strade, ferrovie, aeroporti e piazzali, i riempimenti a tergo sono ad esempio i rilevati per strade, ferrovie, aeroporti e piazzali, i riempimenti a tergo
di strutture di sostegno, gli argini e i moli. di strutture di sostegno, gli argini e i moli.
E
rigonfianti. rigonfianti.
Per i muri in terra armata o rinforzata i materiali da preferire sono costituiti da terre con
IO N
Per i muri in terra armata o rinforzata i materiali da preferire sono costituiti da terre con
AZ
passante ai 15 micron non superiore al 20%, le cui caratteristiche meccaniche e chimico passante ai 15 m non superiore al 20%.
fisiche devono soddisfare i requisiti richiesti comunemente per tali tipi di opere.
IS L
E G
Per gli elementi di rinforzo dei muri in terra armata o rinforzata è necessario effettuare
IL
verifiche locali, di rottura e di sfilamento, e verifiche nei riguardi dell’azione aggressiva
D
Per gli elementi di rinforzo dei muri in terra armata o rinforzata è necessario effettuare
O
dell’ambiente ed in particolare delle acque. verifiche locali, di rottura e di sfilamento, e verifiche nei riguardi dell’azione aggressiva
IN
dell’ambiente ed in particolare delle acque.
T
I materiali per gli argini saranno scelti tenendo presenti i possibili moti di filtrazione. Per
ET
i dreni saranno adoperati materiali di elevata permeabilità. La loro granulometria deve I materiali per gli argini saranno scelti tenendo presenti i possibili moti di filtrazione. Per
LL
essere scelta in relazione alle caratteristiche dei materiali a contatto con i dreni stessi i dreni saranno adoperati materiali di elevata permeabilità. La loro granulometria deve
secondo quanto specificato di seguito.
O
B di rocce durevoli, in particolare nei confronti
Per i moli devono essere adoperati blocchi
essere scelta in relazione alle caratteristiche dei materiali a contatto con i dreni stessi
secondo quanto specificato di seguito.
dell’acqua marina, e di dimensioni e caratteristiche idonee a resistere alle azioni Per i moli devono essere adoperati blocchi di materiale durevole, in particolare nei
esercitate dal moto ondoso. Limitatamente alla zona interna del manufatto possono confronti dell’acqua marina, e di dimensioni e caratteristiche idonee a resistere alle
essere adoperati materiali naturali o di frantumazione purché privi di frazione fine e azioni esercitate dal moto ondoso. Limitatamente alla zona interna del manufatto
opportunamente protetti da filtri. possono essere adoperati materiali naturali o di frantumazione purché privi di frazione
Per gli aspetti non trattati nelle NTC nei riguardi dell’impiego delle terre nei manufatti fine e opportunamente protetti da filtri.
stradali e ferroviari ci si riferisca alla specifica normativa per la campionatura, le prove Per gli aspetti non trattati nelle NTC nei riguardi dell’impiego delle terre nei manufatti
sui materiali e la tecnica di impiego delle terre. stradali e ferroviari ci si riferisca alla specifica normativa per la campionatura, le prove
sui materiali e la tecnica di impiego delle terre.
E
- il materiale filtrante deve essere più permeabile del terreno con il quale è a contatto; - il materiale filtrante deve essere più permeabile del terreno con il quale è a contatto;
- la granulometria del materiale filtrante deve essere tale da evitare che particelle di
I N
- la granulometria del materiale filtrante deve essere tale da evitare che particelle di
L
terreno causino intasamento del filtro e del drenaggio;
N
terreno causino intasamento del filtro e del drenaggio;
O
A
- lo spessore dello strato filtrante deve essere sufficientemente elevato da consentire una - lo spessore dello strato filtrante deve essere sufficientemente elevato da consentire una
IC
buona distribuzione delle frazioni granulometriche nello strato stesso e deve essere buona distribuzione delle frazioni granulometriche nello strato stesso e deve essere
N
EC sopra elencati non possono essere soddisfatti con un solo strato
definito tenendo conto anche dei procedimenti costruttivi. definito tenendo conto anche dei procedimenti costruttivi.
T
Se i criteri di progetto sopra elencati non possono essere soddisfatti con un solo strato Se i criteri di progetto
Edi quelli adiacenti, alla stessa stregua di un filtro monostrato.
N
filtrante, sarà impiegato un tipo a più strati. Ciascuno strato filtrante sarà progettato, nei filtrante, sarà impiegato un tipo a più strati. Ciascuno strato filtrante sarà progettato, nei
riguardi di quelli adiacenti, alla stessa stregua di un filtro monostrato.
IO
riguardi
I tubi disposti nei drenaggi allo scopo di convogliare l’acqua raccolta devono essere ZI tubi disposti nei drenaggi allo scopo di convogliare l’acqua raccolta devono essere
A
L dimensionati tenendo conto della portata massima ed i fori di drenaggio dei tubi vanno
I
dimensionati tenendo conto della portata massima ed i fori di drenaggio dei tubi vanno
S
G nelle dimensionati in modo da evitare che granuli del materiale filtrante penetrino nelle
L
dimensionati in modo da evitare che granuli del materiale filtrante penetrino
E
tubazioni stesse.
D I tubazioni stesse.
I N O
I materiali naturali o artificiali da impiegare per la confezione di drenaggi e filtri, I materiali naturali o artificiali da impiegare per la confezione di drenaggi e filtri,
T
devono essere formati da granuli resistenti e durevoli e non devono contenere sostanze devono essere formati da granuli resistenti e durevoli e non devono contenere sostanze
organiche o altre impurità.
E T organiche o altre impurità.
Le acque ruscellanti in superficie non devonoLpenetrare entro i drenaggi e i filtri; esse Le acque ruscellanti in superficie non devono penetrare entro i drenaggi e i filtri; esse
devono essere regimentate in superficie O
L
B mediante canalizzazioni. devono essere regimentate in superficie mediante canalizzazioni.
Il terreno formante il piano di posa di drenaggio e filtri non deve subire Il terreno formante il piano di posa di drenaggio e filtri non deve subire
rimaneggiamenti, deve essere sufficientemente consistente e se necessario costipato. rimaneggiamenti, deve essere sufficientemente consistente e se necessario costipato.
Durante la costruzione vanno eseguiti regolari controlli della granulometria del Durante la costruzione vanno eseguiti regolari controlli della granulometria del
materiale impiegato. materiale impiegato.
Il materiale del filtro e del drenaggio va posto in opera evitando la separazione delle Il materiale del filtro e del drenaggio va posto in opera evitando la separazione delle
frazioni granulometriche. frazioni granulometriche.
C6.8.2 C6.8.2
C6.8.3 C6.8.3
C6.8.5 C6.8.5
C6.8.6.1 C6.8.6.1
I N
Le verifiche di sicurezza si intendono soddisfatte se la condizione (6.2.1) delle NTC
L
Le verifiche di sicurezza si intendono soddisfatte se la condizione (6.2.1) delle NTC
N
risulta soddisfatta per tutti i possibili cinematismi di collasso. Bisogna quindi ricercare la
O
risulta soddisfatta per tutti i possibili cinematismi di collasso. Bisogna quindi ricercare la
A
IC
condizione di minimo per il rapporto Rd/Ed. Le verifiche devono essere effettuate condizione di minimo per il rapporto Rd/Ed. Le verifiche devono essere effettuate
utilizzando l'approccio progettuale DA1 con rifermento alla combinazione 2 dei
N
utilizzando l'approccio progettuale DA1 con rifermento alla combinazione 2 dei
C
TE
coefficienti parziali di cui al § 6.8.2 delle NTC. coefficienti parziali di cui al § 6.8.2 delle NTC.
C6.9
N
C6.9 E
IO
C6.10
L AZC6.10
G IS
Enatura
C6.11 DISCARICHE CONTROLLATE DI RIFIUTI E DEPOSITI DI INERTI C6.11 DISCARICHE CONTROLLATE DI RIFIUTI E DEPOSITI DI INERTI
I L
quelli versati alla rinfusa (ad es. i depositi di rifiuti solidi urbani eD
In questa categoria rientrano gli accumuli di materiali sciolti di qualsiasi inclusi In questa categoria rientrano gli accumuli di materiali sciolti di qualsiasi natura inclusi
C6.12 FATTIBILITÀ DI OPERE SU GRANDI AREE C6.12 FATTIBILITÀ DI OPERE SU GRANDI AREE
I N
L
dei principali tipi di terreno e del regime delle pressioni interstiziali. A tal fine saranno dei principali tipi di terreno e del regime delle pressioni interstiziali. A tal fine saranno
eseguite indagini in sito e in laboratorio in quantità ed estensione proporzionate alla
O N
eseguite indagini in sito e in laboratorio in quantità ed estensione proporzionate alla
A
prevista destinazione dell’area. prevista destinazione dell’area.
Sarà accertata l’eventuale esistenza di cavità naturali o artificiali nel sottosuolo, di
N IC
Sarà accertata l’eventuale esistenza di cavità naturali o artificiali nel sottosuolo, di
dimensioni significative ai fini del progetto.
C in tutto o in parte, ricadano in specchi d’acqua marini, lacustri o
Eche,
dimensioni significative ai fini del progetto.
Nel caso di aree che, in tutto o in parte, ricadano in specchi d’acqua marini, lacustri o Nel caso di T
fluviali, gli studi saranno estesi ai fondali e devono essere integrati dal rilievo della fluviali, E
aree
I O N glichestudi saranno estesi ai fondali e devono essere integrati dal rilievo della
AZdell’area.
batimetria che comprenda anche le zone adiacenti, significative ai fini della destinazione batimetria comprenda anche le zone adiacenti, significative ai fini della destinazione
dell’area.
IS L
E G
I ilLsistema di opere La verifica di fattibilità comprende l’accertamento delle modifiche che il sistema di opere
C6.12.2 VERIFICHE DI FATTIBILITÀ C6.12.2 VERIFICHE DI FATTIBILITÀ
D
La verifica di fattibilità comprende l’accertamento delle modifiche che
O onerosità.
I N
in progetto può indurre nell’area e deve precisare se le condizioni locali impongano in progetto può indurre nell’area e deve precisare se le condizioni locali impongano
LE e a seguito della costruzione di tali precedente la realizzazione delle opere in progetto e a seguito della costruzione di tali
aree acclivi, deve essere accertata la stabilità dei pendii condizione aree acclivi, deve essere accertata la stabilità dei pendii con riferimento alla condizione
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Il Cap. 7 della norma illustra, per ciascuna delle tipologie costruttive considerate nei Il Cap. 7 della norma illustra, per ciascuna delle tipologie costruttive considerate nei
Capitoli 4, 5 e 6, i provvedimenti specifici da adottare, in presenza di azioni sismiche, Capitoli 4, 5 e 6, i provvedimenti specifici da adottare, in presenza di azioni sismiche,
finalizzandoli alla progettazione e costruzione delle nuove opere (per le opere esistenti finalizzandoli alla progettazione e costruzione delle nuove opere (per le opere esistenti
si rimanda ai Capitoli 8 delle NTC e C8 della presente circolare). si rimanda ai Capitoli 8 delle NTC e C8 della presente circolare).
Le indicazioni relative ai modelli di calcolo, alle sollecitazioni e alle resistenze degli Le indicazioni relative ai modelli di calcolo, alle sollecitazioni e alle resistenze degli
elementi strutturali sono additive e non sostitutive di quelle riportate nei Cap. 4 e 5. Si
I N E
elementi strutturali sono additive e non sostitutive di quelle riportate nei Cap. 4 e 5. Si
deve inoltre fare riferimento al Cap. 2, per le azioni e le loro combinazioni, e al Cap. 3,
N L
deve inoltre fare riferimento al Cap. 2, per le azioni e le loro combinazioni, e al Cap. 3,
per le modalità di rappresentazione dell’azione sismica e la definizione della sua entità
O
per le modalità di rappresentazione dell’azione sismica e la definizione della sua entità
A
IC
in relazione ai diversi stati limite da considerare. Particolare attenzione richiedono, in relazione ai diversi stati limite da considerare. Particolare attenzione richiedono,
infine, le indicazioni geotecniche specificamente antisismiche (§ 7.11), al solito additive e
C N
infine, le indicazioni geotecniche specificamente antisismiche (§ 7.11), al solito, additive
non sostitutive di quelle già riportate nel Cap. 6.
T E
e non sostitutive di quelle già riportate nel Cap. 6.
A Z
attenzione è giustificata dalla indiscutibile efficacia che tali tecniche hanno manifestato attenzione
I L accordo con componenti strutturali, sia alle componenti non strutturali e agli impianti.
D
O semplice da utilizzare. essa. Con tale finalità, particolare attenzione è stata dedicata a raccogliere, in una
La norma fa sistematico riferimento alla EN 1998, risultando in sostanziale La norma fa sistematico riferimento alla EN 1998, risultando in sostanziale accordo con
essa, ma è volutamente più sintetica e omogenea, dunque più
I N
T i requisiti comuni
T
Con tale finalità, particolare attenzione è stata dedicata a raccogliere, in una trattazione trattazione sintetica iniziale valida per tutte le tipologie costruttive, i requisiti comuni
L LE e modellazione (§ 7.2),
sintetica iniziale valida per tutte le tipologie costruttive, nei confronti nei confronti degli stati limite (§ 7.1), i criteri generali di progettazione e modellazione (§
di analisi e i criteri di verifica (§ 7.3),B Oda renderli il più possibile esaurientii metodi
degli stati limite (§ 7.1), i criteri generali di progettazione
così
7.2), i metodi di analisi e i criteri di verifica (§ 7.3). I paragrafi successivi (dal 7.4 al
e, nel 7.11) sono poi dedicati alle diverse tipologie costruttive e a problemi specifici.
contempo, perfettamente integrati nella trattazione generale e semplici da intendere
ed impiegare. I paragrafi successivi (dal 7.4 al 7.11) sono poi dedicati alle diverse
tipologie costruttive e a problemi specifici.
Le novità delCap.7 delle attuali NTC rispetto alla precedente versione sono più di Le novità del Cap.7 delle attuali NTC rispetto alla precedente versione sono più di
carattere organizzativo che di carattere concettuale e verranno esaurientemente carattere organizzativo che di carattere concettuale e verranno esaurientemente
illustrate nei successivi paragrafi; tra le poche novità di carattere concettuale le illustrate nei successivi paragrafi; tra le poche novità di carattere concettuale le
principali sono: principali sono:
la scomparsa di qualunque riferimento alla zonazione sismica; la scomparsa di qualunque riferimento alla zonazione sismica, sostituita dalla
indicazione dei livelli di accelerazione a gS, attesa allo SLV;
la chiara distinzione tra progettazione in capacità (approccio concettuale con la chiara distinzione tra progettazione in capacità (approccio concettuale con
C7.1 REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE C7.1 REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE
La norma indica, per ciascuno stato limite, l’insieme delle verifiche da eseguire La norma indica, per ciascuno stato limite, l’insieme delle verifiche da eseguire
attraverso il confronto tra capacità e domanda espresse in termini di rigidezza, attraverso il confronto tra capacità e domanda, così come definite al §7.1 delle NTC.
resistenza e duttilità; queste caratteristiche sono manifestate dalla struttura quando
I N E
NOTA: Pur essendo la capacità unaLcaratteristica intrinseca della struttura, per
Nlivello dell’azione; nel caso di comportamento non
soggetta a un prefissato insieme di azioni, inclusa l’azione sismica.
richiede un preciso livello dell’azione; nel caso di comportamento non lineare quale lineare quale quello in esame,A
Pur essendo la capacità una caratteristica intrinseca della struttura, per manifestarsi essa manifestarsi essa richiede un preciso O
quello in esame, peraltro, le grandezze che esprimono la capacità possono variare in variare in funzione N IC peraltro, le grandezze che esprimono la capacità possono
IO
di progettazione, è finalizzato ad assicurare alla costruzione nel suo insieme i livelli insieme
prestazionali prefissati. Tali livelli prestazionali si misurano essenzialmente in termini di Zessenzialmente
A
in termini di danni, per gli elementi strutturali e non strutturali, in
danni, per gli elementi strutturali e non strutturali, in termini di funzionamento
I S L e termini di funzionamento e stabilità, per gli impianti.
EGsu livelli danni ad essa corrispondenti;non è possibile basarsi unicamente su verifiche in termini
stabilità, per gli impianti. Ciò prevede una strategia progettuale basata su livelli crescenti dell’azione sismica e dei
Secondo questo approccio, che prevede un’articolazione progettuale L
D Iè possibile basarsi di resistenza ma occorre effettuare verifiche anche in termini di duttilità. Riferendosi,
basata
O verifiche anche in inoltre, agli Stati Limite definiti al § 3.2.1 della norma, occorre anche garantire
crescenti dell’azione sismica e dei danni ad essa corrispondenti, non
I N
unicamente su verifiche in termini di resistenza ma occorre effettuare
T
oT
termini di duttilità. Riferendosi, infatti, agli Stati Limite definiti al § 3.2.1 della norma, l’operatività della costruzione o il controllo dei danni, per gli Stati Limite di Esercizio, la
occorre garantire l’operatività della costruzioneE
LLo la prevenzione del collasso, per gli Stati
il controllo dei danni, per gli Stati salvaguardia della vita o la prevenzione del collasso, per gli Stati Limite Ultimi.
Limite Ultimi. B O
Limite di Esercizio, la salvaguardia della vita
Scelta la tipologia strutturale e definite le caratteristiche generali della struttura, da cui
Scelta la tipologia strutturale e definite le caratteristiche generali della struttura, da cui dipende il comportamento sismico e dunque l’azione sismica stessa (legata alle
dipende il comportamento sismico e dunque l’azione sismica stessa (legata alle proprietà dinamiche e di duttilità) la prestazione associata a ciascuno Stato Limite può
proprietà dinamiche e di duttilità) la prestazione associata a ciascuno Stato Limite può essere assicurata progettando gli elementi strutturali e non strutturali in modo da
essere assicurata progettando gli elementi strutturali e non strutturali in modo da garantire loro che una o più delle grandezze proprie della capacità (rigidezza,
garantire loro che una o più delle grandezze proprie della capacità (rigidezza, resistenza, duttilità) siano adeguate alla corrispondente domanda, secondo i criteri di
resistenza, duttilità) siano adeguate alla corrispondente domanda. verifica dettagliati nelle NTC.
Il controllo del danneggiamento strutturale e non strutturale, ad esempio, si consegue Il controllo del danneggiamento strutturale e non strutturale, ad esempio, si consegue
essenzialmente attraverso la limitazione degli spostamenti rigidi di interpiano; la essenzialmente attraverso la limitazione degli spostamenti rigidi di interpiano; la
relativa capacità, pertanto, è quantizzata in termini di rigidezza, tenendo relativa capacità, pertanto, è quantizzata in termini di rigidezza, tenendo
opportunamente conto delle non linearità di materiale che si manifestano, in genere, già opportunamente conto delle non linearità di materiale che si manifestano, in genere, già
per conseguire un comportamento dinamico ottimale in presenza di azioni sismiche, con un comportamento dinamicoAottimale in presenza di azioni sismiche, con particolare
modellazione, indicando le caratteristiche generali che le costruzioni devono possedere indicando le caratteristiche generali che le costruzioni devono possedere per conseguire
T
come insieme di struttura, elementi non strutturali e impianti, dedicando attenzione specificate , gli elementiE
corrispondente valore dell’azione sismica, così da consentire il raggiungimento dei per il N
E
specifica a ciascuna delle tre componenti, per ciascuno stato limite e, dunque, per il attenzione specifica a ciascuna delle tre componenti, per ciascuno stato limite e, dunque,
O
conseguire fornendo i principi, le modalità operative e le regole pratiche per conseguire i livelli di
duttilità prefissati.
I N duttilità prefissati.
E TT
L
C7.2.1 CARATTERISTICHE GENERALI DELLE COSTRUZIONI C7.2.1 CARATTERISTICHE GENERALI DELLE COSTRUZIONI
L
BOa favorire, anche in campo inelastico, un La regolarità strutturale è finalizzata a favorire, anche in campo inelastico, un
REGOLARITÀ R EGOLARITÀ
La regolarità strutturale è finalizzata
comportamento della costruzionee delle sue membrature il più possibile uniforme e comportamento della costruzionee delle sue membrature il più possibile uniforme e tale
caratterizzato da percorsi chiari e diretti per la trasmissione delle azioni, così da evitare da evitare concentrazioni di sforzi.
concentrazioni di sforzi.
In generale, un edificio può dirsi regolare in pianta e in altezza quando il suo In generale, un edificio può dirsi regolare in pianta e in altezza quando il suo
comportamento dinamico sia governato principalmente da modi di vibrare traslazionali comportamento dinamico sia governato principalmente da modi di vibrare traslazionali
lungo le sue direzioni principali e quando tali modi siano caratterizzati da spostamenti lungo le sue direzioni principali e quando tali modi siano caratterizzati da spostamenti
crescenti, all’incirca linearmente, con l’altezza. crescenti, all’incirca linearmente, con l’altezza.
Le condizioni a) e b) di regolarità in pianta sono sintetizzate nella figura C7.2.1. Le condizioni a) e b) di regolarità in pianta sono sintetizzate nella figura C7.2.1.
La condizione g) di regolarità in elevazione è sintetizzata nella figura C7.2.2. e riferita al La condizione g) di regolarità in elevazione è sintetizzata nella figura C7.2.2. e riferita al
caso in cui, in una stessa direzione, siano presenti restringimenti in elevazione ad caso in cui, in una stessa direzione, siano presenti restringimenti in elevazione ad
L0 L0
Li-1 Li-1
Li Li
L’i L’i
L’’i
𝐿𝑖−1 − 𝐿′𝑖 L’’i
𝐿𝑖−1 − 𝐿′𝑖
A0 +Ai ≤ 0,10 A0 +Ai ≤ 0,10
≤ 0,05 𝐿𝑖−1 ≤ 0,05 𝐿𝑖−1
E
A0 A0
L I N
N
𝐿𝑖−1 − 𝐿′′𝑖 𝐿𝑖−1 − 𝐿′′𝑖
≤ 0,10 ≤ 0,10
O
𝐿𝑖−1 𝐿𝑖−1
IC A
N
𝐿1 ≤ 4𝐿2 𝐿0 − 𝐿𝑖 𝐿1 ≤ 4𝐿2 𝐿0 − 𝐿𝑖
C
≤ 0,30 ≤ 0,30
TE
𝐿0 𝐿0
IO
AZ
regolarità in pianta. regolarità in elevazione regolarità in pianta. regolarità in elevazione
In accordo con quanto specificato al § 7.3.2 delle NTC, anche quando una struttura è
IS L
regolare in altezza, se il suo comportamento dipende significativamente dai modi di
EG
D IL
vibrare superiori, non è possibile utilizzare per essa metodi d’analisi di tipo statico e si
O
deve ricorrere, di necessità, ad analisi di tipo dinamico.
Nel caso in cui in un edificio, immediatamente al di sopraN
T Idadella fondazione, sia presente Nel caso in cui in un edificio, immediatamente al di sopra della fondazione, sia presente
B
regolarità in altezza, si può far riferimento alla regolarità in altezza, si può far riferimento alla sola parte della struttura che si sviluppa
al di sopra del basamento. Tale indicazione tende a escludere la fondazione scatolare al di sopra del basamento. Tale indicazione tende a escludere la fondazione scatolare
rigida dall’individuazione del comportamento strutturale, a condizione che ad essa rigida dall’individuazione del comportamento strutturale, a condizione che ad essa
venga assicurato un comportamento non dissipativo, indipendentemente dallo stato venga assicurato un comportamento non dissipativo, indipendentemente dallo stato
limite considerato. limite considerato.
Questo requisito è essenzialeperché le eventuali plasticizzazioni nella fondazione NOTA: Questo requisito è essenziale perché le eventuali plasticizzazioni nella
scatolare altererebbero i rapporti di rigidezza con la sovrastruttura,con la conseguenza fondazione scatolare altererebbero i rapporti di rigidezza con la sovrastruttura, con la
di nonpoter assicurare il soddisfacimento dei criteri di regolarità in elevazione posti a conseguenza di non poter assicurare il soddisfacimento dei criteri di regolarità in
base della progettazione. elevazione posti a base della progettazione.
DISTANZA TRA COSTRUZIONI CONTIGUE DISTANZA TRA COSTRUZIONI CONTIGUE
Tra costruzioni contigue la norma impone la verifica degli spostamenti massimi per Tra costruzioni contigue la norma impone la verifica degli spostamenti massimi per
C7.2.2 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE DEI SISTEMI STRUTTURALI C7.2.2 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE DEI SISTEMI STRUTTURALI
Quanto maggiore è la pericolosità sismica del sito tanto più i criteri di progettazione nei
E
confronti delle azioni sismiche devono essere considerati già nell’impostazione della
progettazione strutturale, in ragione della necessità che la costruzione sia dotata di
L I N
sistemi strutturali capaci, con costi accettabili, di soddisfare i requisiti di sicurezza nei
O N
A
confronti sia dei carichi verticali sia dell’azione sismica.
La costruzione deve essere dotata di sistemi resistenti disposti almeno secondo due
N IC
Le prescrizioni normative sono volte a garantire che l’organismo strutturalesia dotato di
C
TE
direzioni distinte, capaci di garantire un’adeguata resistenza e rigidezza nei confronti sia sistemi resistenti disposti almeno secondo due direzioni distinte, capaci di garantire
dei moti traslazionali, sia dei moti torsionali dovuti all’eccentricità tra il centro di massa un’adeguata resistenza e rigidezza nei confronti sia dei moti traslazionali, sia dei moti
ed il centro di rigidezza dell’intera struttura o anche solo di una sua porzione.
N E
torsionali, dovuti all’eccentricità tra il centro di massa ed il centro di rigidezza
IO
AZ
dell’intera struttura o anche solo di una sua porzione, che tendono a sollecitare i diversi
L
elementi strutturali in maniera non uniforme.
G IS
Tali moti torsionali tendono a sollecitare i diversi elementi strutturali in maniera non
E
IL
uniforme.
OD
Al riguardo, sono da preferirsi configurazioni strutturali in cui i principali elementi Al riguardo, nel caso degli edifici, sono da preferirsi configurazioni strutturali in cui i
resistenti all’azione sismica sono distribuiti nelle zone perimetrali, così da massimizzare
IN
principali elementi resistenti all’azione sismica sono distribuiti nelle zone perimetrali,
T
la rigidezza torsionale della costruzione. Per sfruttare al meglio la rigidezza torsionale così da massimizzare la rigidezza torsionale della costruzione. Per sfruttare al meglio la
ET
conseguita nel modo suddetto è necessario che gli orizzontamenti, ai fini della rigidezza torsionale conseguita nel modo suddetto è necessario che gli orizzontamenti,
L L
ripartizioni tra gli elementi verticali che li sostengono degli effetti delle componenti ai fini della ripartizioni tra gli elementi verticali che li sostengono degli effetti delle
si basa sulla E
tale da rimanere in campo sostanzialmente elastico per tutti gli stati limite considerati,elastico per tutti gli stati
dove “sostanzialmente” significa che sono ammesse unicamente non linearità derivanti
E T duttilità e presuppone dunque l’accettazione del danneggiamento
da fessurazioni, scorrimenti delle barre di armatura e delle unioni, e limitate
I O Nultimi.
strutturale come strategia di protezione passiva per i terremoti di progetto agli stati
Z
plasticizzazioni. Il comportamento strutturale dissipativo (b) si basa sulla duttilità e limite
presuppone dunque l’accettazione del danneggiamento strutturale come strategia di
IS LA
G
protezione passiva per i terremoti di progetto agli stati limite ultimi.
E
IL
Nel caso di comportamento strutturale non dissipativo(a) la risposta sismica della Nel caso di comportamento strutturale non dissipativo(a) la risposta sismica della
O D
struttura dipende, essenzialmente, dalle sue caratteristiche di rigidezza e resistenza; in struttura dipende, essenzialmente, dalle sue caratteristiche di rigidezza e resistenza; in
IN
caso di comportamento strutturale dissipativo(b), dalle caratteristiche di rigidezza e caso di comportamento strutturale dissipativo(b), dalle caratteristiche di rigidezza e
T T
resistenza e dalla capacità di sviluppare deformazioni cicliche in campo plastico resistenza e dalla capacità di sviluppare deformazioni cicliche in campo plastico
LE
(duttilità). (duttilità).
L
BO
L’insieme delle prescrizioni contenute nella norma, finalizzate al conseguimento dei
prefissati livelli di duttilità, costituisce la “progettazione in capacità”.
Quando si opta per il comportamento non dissipativo (a) le azioni sismiche di progetto
Quando si opta per il comportamento (a) le azioni sismiche di progetto sono più elevate, sono più elevate, ma la duttilità necessaria è molto contenuta e dunque non sono
ma la duttilità necessaria è molto contenuta e dunque non sono richiesti la progettazione richiesti la progettazione in capacità e l’adozione dei dettagli costruttivi riportati al
in capacità e i dettagli costruttivi specifici;quando, invece, si opta per il comportamento capitolo 7; quando, invece, si opta per il comportamento dissipativo (b), le azioni
(b), le azioni sismiche di progetto sono minori, ma la duttilità necessaria è più elevata e sismiche di progetto sono minori, ma la duttilità necessaria è più elevata e dunque sono
dunque sono richiesti la progettazione in capacità e i dettagli costruttivi specifici. richiesti la progettazione in capacità e i dettagli costruttivi specifici.
Il comportamento dissipativo (b), ammette, in generale, un danneggiamento della
Riferendosi ora, in particolare, al comportamento (b), si ammette, in generale, un costruzione eventualmente anche esteso ma controllato per i livelli di azione relativi a
danneggiamento esteso ma controllato della costruzione per i livelli di azione relativi a SLV e SLC e un possibile danneggiamento, di entità comunque limitata, per lo SLD.
SLVeSLC e un possibile danneggiamento, di entità comunque limitata, per lo SLD. A ciò fanno eccezione le strutture dotate di isolamento alla base, per le quali anche i
E
mediante adeguati accorgimenti, significativa capacità di dissipare energia. duttili ai quali è invece possibile associare, mediante adeguati accorgimenti, significativa
La progettazione deve dunque garantire l’attivazione di meccanismi deformativi, locali capacità di dissipare energia.
L I N
e globali, che concentrino la domanda di duttilità negli elementi più duttili (ad es. le
O N
La progettazione del comportamento dissipativo, effettuata secondo le NTC, è mirata a
A
travi) invece che negli elementi meno duttili (ad es. le pareti o i pilastri, particolarmente garantire l’attivazione di meccanismi deformativi, locali e globali, che concentrino la
IC
quelli soggetti a sforzi normali di compressione rilevanti) e che impediscano domanda di duttilità negli elementi più duttili (ad es. le travi) invece che negli elementi
l’attivazione di meccanismi fragili (ad es. rottura a taglio di pareti, travi o pilastri,
C N
meno duttili (ad es. le pareti o i pilastri, particolarmente quelli soggetti a sforzi normali
TE
rottura di nodi trave-pilastro), sia locali siaglobali, o globalmente instabili. di compressione rilevanti) e che impediscano l’attivazione di meccanismi fragili (ad es.
E
rottura a taglio di pareti, travi o pilastri, rottura di nodi trave-pilastro), sia locali sia
N
IO
globali, o globalmente instabili.
G
elementi ed i meccanismi resistenti ai quali affidare le capacità dissipative e
E
localizzando, all’interno del sistema strutturale, le zone in cui ammettere la
L
localizzando, all’interno del sistema strutturale, le zone in cui ammettere la
I
plasticizzazione, in modo da ottenere un meccanismo deformativo d’insieme stabile, che
D
plasticizzazione, in modo da ottenere un meccanismo deformativo d’insieme stabile, che
coinvolga il maggior numero possibile di fonti di duttilità locale.
O
coinvolga il maggior numero possibile di fonti di duttilità locale.
TIN
Nell’ambito del comportamento strutturale dissipativo, il progettista può decidere di
Nell’ambito del comportamento strutturale dissipativo, il progettista può decidere di
LL
assegnare la struttura alla Classe di Duttilità Alta (CD”A”), a elevata capacità dissipativa,
Classe di Duttilità Media (CD”B”), a media capacità dissipativa, rappresentando dunque le
BO
oppure alla Classe di Duttilità Media (CD”B”), a media capacità dissipativa,
lettere “A” e “B” una mera tipizzazione.
rappresentando dunque le lettere “A” e “B” una mera tipizzazione.
La scelta della CD”A” rispetto alla CD”B” si traduce in un’ulteriore riduzione delle
La scelta della CD”A” rispetto alla CD”B” si traduce in un’ulteriore riduzione delle
azioni di progetto, ma implica richieste di duttilità più elevate e, in generale, un
azioni di progetto, ma implica richieste di duttilità più elevate e, in generale, un
maggiore onere in termini di dettagli costruttivi.
maggiore onere in termini di dettagli costruttivi.
La norma definisce i criteri progettuali per conseguire il livello di duttilità prefissato;
La norma definisce i criteri progettuali per conseguire il livello di duttilità prefissato;
l’insieme di tali criteri costituisce la “progettazione in capacità”.
l’insieme di tali criteri costituisce la “progettazione in capacità”.
In particolare, al fine di garantire il comportamento duttile localeeglobale, fatta la
In particolare, al fine di garantire il comportamento duttile locale e globale, fatta la
distinzione tra elementi/meccanismi fragili e duttili, su ciascun elemento si determina:
distinzione tra elementi/meccanismi fragili e duttili, su ciascun elemento si determina:
la domanda in termini di resistenza, stabilendo, in base a considerazioni di
la domanda in termini di resistenza, stabilendo, in base a considerazioni di
equilibrio, una “gerarchia delle resistenze” tra elementi/meccanismi fragili (più
equilibrio, una “gerarchia delle resistenze” tra elementi/meccanismi fragili (più
resistenti) e elementi/meccanismi duttili (meno resistenti);
resistenti) e elementi/meccanismi duttili (meno resistenti);
N
resistenza (e di conseguenza la corrispondente capacità) degli elementi/meccanismi di resistenza (e di conseguenza la corrispondente capacità) degli elementi/meccanismi
C
TE
fragili di cui si vuole impedire l’attivazione. Essi includono, oltre alle incertezze dette, fragili di cui si vuole impedire l’attivazione. Essi includono, oltre alle incertezze dette,
E
anche l’incertezza sulla capacità dell’elemento duttile di cui si vuole favorire la anche l’incertezza sulla capacità dell’elemento duttile di cui si vuole favorire la
plasticizzazione ed hanno lo scopo di ridurre la probabilità di attivazione delle
N
plasticizzazione ed hanno lo scopo di ridurre la probabilità di attivazione delle
IO
AZLe NTC prescrivono che il comportamento duttile vada perseguito sia a livello locale sia
rotture/meccanismi indesiderati. rotture/meccanismi indesiderati.
L
IS a livello globale. A tal fine viene prescritto un fattore di sovraresistenza ≥1,25 per i
Le attuali NTC evidenzianocome il comportamento duttile vada perseguito sia a livello
G
locale sia a livello globale e che un comportamento duttile si ottenga solo conseguendo
LE
Rd
la duttilità ad ambedue i livelli detti. Significativa, al riguardo, è l’imposizione di un
I
meccanismi globali fragili rispetto ai meccanismi globali duttili.
D
fattore di sovraresistenzaRd≥1,25 per i meccanismi globali fragili rispetto ai meccanismi
O
IN
globali duttili.
T
ET
Ad esempio, per una struttura alla quale si chiede un comportamento duttile e che abbia Per una struttura alla quale si richiede un comportamento duttile e che abbia al suo
L
al suo interno pareti di controventamento tozze (che si rompono a taglio) e telai duttili,
L
interno pareti di controventamento tozze (particolarmente suscettibili di rottura a taglio)
BO
ciò comporta l’assunzione di Rd locali sulle pareti tali da assicurare che, per attivare un e telai duttili, ciò comporta l’assunzione di Rd locali sulle pareti tali da assicurare che,
meccanismo globale che veda la rottura a taglio delle pareti, occorrano azioni sismiche per attivare un meccanismo globale che veda la rottura a taglio delle pareti, occorrano
maggiori, almeno di un fattore 1,25, delle azioni richieste per attivare il meccanismo a azioni sismiche maggiori, almeno di un fattore 1,25, delle azioni richieste per attivare il
telaio. meccanismo a telaio.
Per evitare che, in forza di questa prescrizione, il progettista sia obbligato a produrre più NOTA Per evitare che, in forza di questa prescrizione, il progettista sia obbligato a
modelli di calcoloconfrontandoli poi sistematicamente, le NTC richiedono che la verifica produrre più modelli di calcolo confrontandoli poi sistematicamente, le NTC richiedono
avvenga ”anche solo su base deduttiva a partire dai fattori di sovra resistenza γRd da che la verifica avvenga ”anche solo su base deduttiva a partire dai fattori di sovra
utilizzare nella progettazione in capacità a livello locale” limitandosi dunque a resistenza γRd da utilizzare nella progettazione in capacità a livello locale”.
segnalare l’esistenza del problema e l’importanza del controllo senza renderlo, peraltro,
troppo gravoso ma chiedendo soltanto che il progettista dimostri di essersene occupato.
Al riguardo è bene chiarire che, nel caso di strutture a telaio, l’applicazione della Al riguardo è bene chiarire che, nel caso di strutture a telaio, l’applicazione della
progettazione in capacità è finalizzata, a livello globale, ad impedire l’attivazione di progettazione in capacità è finalizzata, a livello globale, ad impedire l’attivazione di
meccanismi instabili di piano, a livello locale, a controllare le plasticizzazioni nei
E
indipendentemente dall’azione sismica di progetto, a partire dalla capacità effettiva
della struttura soprastante, maggiorata dei fattori di sovraresistenza. Tale domanda non
IO N
AZAnalogamente, se si vuole valutare la massima domanda a taglio in un elemento
può, in ogni caso, superare quella derivante da un’analisi elastica.
Analogamente, se si vuole valutare la massima domanda a taglio in un elemento
L
IS strutturale si determina, in base a semplici considerazioni di equilibrio, il valore del
G
strutturalesi determina, in base a semplici considerazioni di equilibrio, il valore del
E
IL
taglio in equilibrio con le azioni esterne (ad es. il carico verticale distribuito in una trave) taglio in equilibrio con le azioni esterne (ad es. il carico verticale distribuito in una trave)
D
e con la capacità a flessione (momenti resistenti) nelle sezioni di estremità, analizzando,
O
e con la capacità a flessione (momenti resistenti) nelle sezioni di estremità, analizzando,
IN
per quanto riguarda i versi delle sollecitazioni,le diverse situazioni possibili in per quanto riguarda i versi delle sollecitazioni, le diverse situazioni possibili in
condizioni sismiche.
T T condizioni sismiche.
LE
OL
C7.2.3 CRITERI DI PROGETTAZIONE DI ELEMENTI STRUTTURALI “SECONDARI” ED C7.2.3 CRITERI DI PROGETTAZIONE DI ELEMENTI STRUTTURALI “SECONDARI” ED
B
ELEMENTI NON STRUTTURALI ELEMENTI NON STRUTTURALI
Per facilitare la progettazione in situazioni oggettivamente difficili quali, ad esempio, NOTA: per facilitare la progettazione in situazioni oggettivamente difficili quali, ad
quelle che si presentano quando, per ragioni architettoniche, alcuni elementi debbano esempio, quelle che si presentano quando, per ragioni architettoniche, alcuni elementi
avere dimensioni nettamente maggiori di quelle che sarebbero loro richieste dal debbano avere dimensioni nettamente maggiori di quelle che sarebbero loro richieste
progetto strutturale, le NTC consentono di trattare tali elementi come elementi dal progetto strutturale, le NTC consentono di trattare tali elementi come elementi
secondari e dunque di trascurare la loro rigidezza e resistenza alle azioni orizzontali. secondari e dunque di trascurare la loro rigidezza e resistenza alle azioni orizzontali.
Tale semplificazione è condizionata al rispetto di alcune condizioni precisate nelle Tale semplificazione è condizionata al rispetto di alcune condizioni precisate nelle
norme. norme.
La norma divide gli elementi costruttivi non strutturali in due gruppi: La norma classifica gli elementi costruttivi non strutturali in due gruppi:
1) elementi con rigidezza, resistenza e massa tali da influenzare in maniera 1) elementi con rigidezza, resistenza e massa tali da influenzare in maniera
significativa la risposta strutturale;
I
significativa la risposta strutturale;
N E
2) elementi che influenzano la risposta strutturale solo attraverso la loro massa, ma
N L
2) elementi che influenzano la risposta strutturale solo attraverso la loro massa, ma
sono ugualmente significativi ai fini della sicurezza e/o dell’incolumità delle
O
sono ugualmente significativi ai fini della sicurezza e/o dell’incolumità delle
A
IC
persone. persone.
Per il primo gruppo di elementinon strutturali occorre introdurre nel modello
C N
Ai fini, anche, della determinazione della domanda sismica, per il primo gruppo di
TE
strutturale globale, oltre alla massa degli elementi, che viene sempre considerata, anche elementinon strutturali si potrà introdurre, in relazione al tipo di verifica e di analisi da
la loro rigidezza descrivendone le condizioni di vincolo alla struttura. In tal caso la
E
effettuarsi, nel modello strutturale globale, oltre alla massa degli elementi, che viene
N
IO
domanda sismica sugli elementi non strutturali è ottenuta direttamente dal modello di sempre considerata, anche la loro rigidezza descrivendone le condizioni di vincolo alla
AZ
calcolo. struttura.
IS
Per il secondo gruppo di elementinon strutturali, ottenuta la risposta in accelerazione
L Per il secondo gruppo di elementinon strutturali, ottenuta la risposta in accelerazione
EG
della struttura a ciascun piano,la si può assimilare auna forzante esterna da applicare della struttura a ciascun piano,la si può assimilare auna forzante esterna da applicare
B O
soggetti a verifica sono collocati (forme modali). soggetti a verifica sono collocati (forme modali); a tal fine risulta utile la seguente
definizione di spettri di risposta di piano.
Spettri di risposta di piano Spettri di risposta di piano
Gli spettri di risposta di ciascun piano possono essere determinati, a partire dalla Gli spettri di risposta di ciascun piano possono essere determinati, a partire dalla
risposta in accelerazione della struttura alla quota considerata, nell’ipotesi risposta in accelerazione della struttura alla quota considerata, nell’ipotesi
semplificativa che la struttura possa essere assunta come una forzante armonica per semplificativa che la struttura possa essere assunta come una forzante armonica per
l’elemento non strutturale, portando in conto le amplificazioni dovute agli effetti l’elemento non strutturale, portando in conto le amplificazioni dovute agli effetti
dinamici sul singolo elemento non strutturale, legate al suo periodo di oscillazione e al dinamici sul singolo elemento non strutturale, legate al suo periodo di oscillazione e al
suo coefficiente di smorzamento nonché alle corrispondenti caratteristiche della suo coefficiente di smorzamento nonché alle corrispondenti caratteristiche della
struttura. struttura.
Nella formula [7.2.1], il parametro Sarappresentaappuntol’accelerazione massima Nella formula [7.2.1], il parametro Sa rappresentaappunto l’accelerazione massima
(risposta), normalizzata rispetto a quella di gravità, che l’elemento non strutturale (risposta), normalizzata rispetto a quella di gravità, che l’elemento non strutturale
E
a g ed eventualmente ridotta attraverso il fattore di comportamento qdella g ed eventualmente ridotta attraverso il fattore di comportamento qdella
costruzione); costruzione);
L I N
i è il “fattore di partecipazione modale”, definito dalla relazione: i è il “fattore di partecipazioneNmodale”, definito dalla relazione:
A O
M T M
IC
T
CN
i iT [C7.2.2] i iT [C7.2.2]
i M i i M i
Il vettore è il vettore di trascinamento corrispondente alla direzione del sisma Il vettore T
E
E è il vettore di trascinamento corrispondente alla direzione del sisma
N il vettore è la forma modale del modo i-esimo normalizzata al valore
O
considerata; il vettore è la forma modale del modo i-esimo normalizzata al valore considerata;
I
ZL'accelerazione
i i
A
massimo; la matrice M è la matrice di massa del sistema reale. massimo; la matrice M è la matrice di massa del sistema reale.
I
L'accelerazione dell'elemento non strutturale al piano considerato, nella direzione
S L dell'elemento non strutturale al piano considerato, nella direzione
considerata, per il modo i-esimo, è data, dunque, dall’equazione:
E G considerata, per il modo i-esimo, è data, dunque, dall’equazione:
T
I L T
S S R ;
D S S R ;
a a
[C7.2.3] [C7.2.3]
O
a ,ij ij a a ,ij ij a
T T
I N
i i
O
T e il periodo del modo i-esimo della struttura
a i T e il periodo del modo i-esimo della struttura T , e vale:
B
a i
T T
2
2
2
T T
2
R 2 a a 1 a [C7.2.4] R 2 a a 1 a [C7.2.4]
Ti Ti Ti Ti
L’eq. C7.2.3 rappresenta la risposta del singolo elemento non strutturale di periodo Ta, L’eq. C7.2.3 rappresenta la risposta del singolo elemento non strutturale di periodo Ta,
posto al piano j-esimo, per effetto del modo di vibrare i-esimo della struttura e tiene posto al piano j-esimo, per effetto del modo di vibrare i-esimo della struttura e tiene
conto attraverso il coefficiente (variabile tra 0,4 e 0,5) dell’accoppiamento tra ciascun conto attraverso il coefficiente (variabile tra 0,4 e 0,5) dell’accoppiamento tra ciascun
modo di vibrare della struttura e il modo proprio dell’elemento non strutturale. La modo di vibrare della struttura e il modo proprio dell’elemento non strutturale. La
risposta totale si ottiene combinando opportunamente le risposte relative ai diversi risposta totale si ottiene combinando opportunamente le risposte relative ai diversi
modi, ad es. attraverso la regola SRSS. modi, ad es. attraverso la regola SRSS.
E
altezza altezza
I N
Pareti interne ed esterne Pareti interne ed esterne
Tramezzatura e facciate Tramezzatura e facciate
N L
O
Ciminiere, antenne e serbatoi su supporti Comignoli, antenne e serbatoi su supporti
A
funzionanti come mensole non funzionanti come mensole non
IC
controventate per meno di metà della loro controventate per meno di metà della loro
altezza o connesse alla struttura in
N
altezza o connesse alla struttura in
C
TE
corrispondenza o al di sopra del loro 2,0 corrispondenza o al di sopra del loro 2,0
centro di massa centro di massa
Elementi di ancoraggio per armadi e
N E
Elementi di ancoraggio per armadi e
IO
librerie permanenti direttamente librerie permanenti direttamente
AZ
poggianti sul pavimento poggianti sul pavimento
L
Elementi di ancoraggio per controsoffitti e Elementi di ancoraggio per controsoffitti e
IS
corpi illuminanti corpi illuminanti
E G
IL
È opportuno che il progettista, in base a considerazioni specifiche sulla risposta È opportuno che il progettista, in base a considerazioni specifiche sulla risposta
O D
strutturale dell’elemento, indichi espressamente il gruppo attribuito a ciascun elemento strutturale dell’elemento, indichi espressamente il gruppo attribuito a ciascun elemento
IN
non strutturale e il tipo di modellazione adottata. Nell’attribuzione del gruppo è non strutturale e il tipo di modellazione adottata. Nell’attribuzione del gruppo è
T T
opportuno ricordare che uno stesso elemento strutturale, ad esempio una tamponatura opportuno ricordare che uno stesso elemento strutturale, ad esempio una tamponatura
LE
robusta, può appartenere al gruppo 1 per azioni sismiche nel proprio piano medio e al robusta, può appartenere al gruppo 1 per azioni sismiche nel proprio piano medio e al
OL
gruppo 2 per azioni sismiche ortogonali al proprio piano medio e tenere opportuno gruppo 2 per azioni sismiche ortogonali al proprio piano medio e tenere opportuno
conto di ciò nel modello di calcolo.
B
Poiché la risposta degli elementi non strutturali è legata, attraverso il periodo proprio
conto di ciò nel modello di calcolo.
Poiché la risposta degli elementi non strutturali è legata, attraverso il periodo proprio
dell’elemento, ai modi di vibrare della struttura, nel valutarne la risposta si deve dell’elemento, ai modi di vibrare della struttura, nel valutarne la risposta si deve
considerare un intervallo nell’intorno del periodo fondamentale della struttura, che considerare un intervallo nell’intorno del periodo fondamentale della struttura, che
tenga conto, per il limite inferiore dell’intervallo, delle possibili incertezze di tenga conto, per il limite inferiore dell’intervallo, delle possibili incertezze di
modellazione o dell’incremento di rigidezza rispetto al modello di riferimento dovuta modellazione o dell’incremento di rigidezza rispetto al modello di riferimento dovuta
agli elementi non strutturali, per il limite superiore dell’intervallo,, dell’incremento di agli elementi non strutturali, per il limite superiore dell’intervallo,, dell’incremento di
periodo dovuto alle plasticizzazioni, da valutarsi in funzionedel fattore di periodo dovuto alle plasticizzazioni, da valutarsi in funzionedel fattore di
comportamento attribuito alla struttura.. Lo stesso fattore di comportamento deve essere comportamento attribuito alla struttura.. Lo stesso fattore di comportamento deve essere
utilizzato per la valutazione della risposta spettrale inelastica della struttura. utilizzato per la valutazione della risposta spettrale inelastica della struttura.
Formulazione semplificata, a diverse quote, per elementi non strutturali, impianti, Formulazione semplificata, a diverse quote, per elementi non strutturali, impianti,
ZIO
ì ì
ï 1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z) ï 1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z)
T < a Tk T < a Tk
ï æ T ö
1.6
ï æ T ö
1.6
A
ï 1+ ë1.1 x k h (x ) -1ùûç1-
é ï 1+ ë1.1 x k h (x ) -1ùûç1-
é
-0.5 -0.5
÷ ÷
L
ï è aTk ø ï è aTk ø
GIS
ï ï
SeZ,k (T, x , z) = í
ï
1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z) a Tk £ T £ b Tk [C7.2.6] SeZ,k (T, x , z) = í
ï
1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z) a Tk £ T £ b Tk [C7.2.6]
E
ï 1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z) ï 1.1 x k-0.5h (x ) aZ,k (z)
L
T > b Tk T > b Tk
ï ï
DI
æ ö æ ö
1.2 1.2
INO
aZ,k (z) = Se (Tk , x k ) g kyk (z) 1+ 0.0004x k2 [C7.2.7] aZ,k (z) = Se (Tk , x k ) g kyk (z) 1+ 0.0004x k2 [C7.2.7]
TT
LE
dove: dove:
L
Se(T,) è lo spettro di risposta elastico al suolo, valutato per il periodo equivalente T e Se(T,) è lo spettro di risposta elastico al suolo, valutato per il periodo equivalente T e
aZ ( z) = åa 2
Z,k (z) [C7.2.8] aZ ( z) = åa 2
Z,k (z) [C7.2.8]
mentre il contributo al picco di accelerazione spettrale in corrispondenza del periodo Tk, mentre il contributo al picco di accelerazione spettrale in corrispondenza del periodo Tk,
fornito dal k-esimo modo, vale: fornito dal k-esimo modo, vale:
SeZ,k (Tk ,x , z) =1.1 xk-0.5h(x ) aZ,k (z) [C7.2.9] SeZ,k (Tk ,x ,z) =1.1 xk-0.5h(x ) aZ,k (z) [C7.2.9]
Nella verifica di meccanismi locali in edifici multipiano è, in genere, sufficiente riferirsi Nella verifica di meccanismi locali in edifici multipiano è, in genere, sufficiente riferirsi
al solo primo modo di vibrare nella direzione di verifica, in quanto è quello che induce
E
al solo primo modo di vibrare nella direzione di verifica, in quanto è quello che induce
I N
L
la domanda di spostamento più significativa; nel caso in cui si stia eseguendo una la domanda di spostamento più significativa; nel caso in cui si stia eseguendo una
verifica globale dell’edificio principale attraverso un’analisi statica non lineare, per il
O N
verifica globale dell’edificio principale attraverso un’analisi statica non lineare, per il
periodo T1 può essere assunto il periodo elastico T*, dato dalla formula [C7.3.6] riportata
A
periodo T1 può essere assunto il periodo elastico T*, dato dalla formula [C7.3.6] riportata
IC
N
nel § C7.3.4.1. nel § C7.3.4.1.
C
TE
Una valutazione più accurata di T1 richiederebbe la stima del periodo secante del Una valutazione più accurata di T1 richiederebbe la stima del periodo secante del
E
sistema bilineare, in corrispondenza della domanda di spostamento (v. equazione sistema bilineare, in corrispondenza della domanda di spostamento (v. equazione
[C7.3.7] o [C7.3.8]) prodotta dall’accelerazione al suolo che porta allo stato limite il
IO N
[C7.3.7] o [C7.3.8]) prodotta dall’accelerazione al suolo che porta allo stato limite il
AZ
meccanismo locale (procedimento iterativo che tiene conto dello stato di meccanismo locale (procedimento iterativo che tiene conto dello stato di
L
danneggiamento della struttura principale, al raggiungimento dello stato limite da parte danneggiamento della struttura principale, al raggiungimento dello stato limite da parte
del meccanismo locale).
G IS del meccanismo locale).
E
IL
In assenza di tali valutazioni, il periodo T1 può essere stimato con la formula [7.3.6] del § In assenza di tali valutazioni, il periodo T1 può essere stimato con la formula [7.3.6] del §
D
7.3.3.2. 7.3.3.2.
IN O
Nel caso di strutture con masse distribuite in maniera sostanzialmente uniforme lungo Nel caso di strutture con masse distribuite in maniera sostanzialmente uniforme lungo
T T
l’altezza, se si assume la prima forma modale lineare e la si normalizza allo spostamento l’altezza, se si assume la prima forma modale lineare e la si normalizza allo spostamento
LE
in sommità all’edificio, il coefficiente di partecipazione modale può essere approssimato in sommità all’edificio, il coefficiente di partecipazione modale può essere approssimato
L
BO
dalla formula: dalla formula:
3n 3n
g1 = [C7.2.10] g1 = [C7.2.10]
2n+1 2n+1
dove n è il numero di piani. dove n è il numero di piani.
Si segnala che gli spettri alle diverse quote sono fortemente influenzati dal livello di non Si segnala che gli spettri alle diverse quote sono fortemente influenzati dal livello di non
linearità della struttura principale; essi presentano infatti una forte amplificazione in linearità della struttura principale; essi presentano infatti una forte amplificazione in
corrispondenza del periodo fondamentale della struttura elastica. Tale amplificazione si corrispondenza del periodo fondamentale della struttura elastica. Tale amplificazione si
riduce considerevolmente quando la struttura entra in campo non lineare. La riduce considerevolmente quando la struttura entra in campo non lineare. La
formulazione proposta considera tale effetto attraverso lo smorzamento viscoso formulazione proposta considera tale effetto attraverso lo smorzamento viscoso
equivalente k e l’incremento del periodo equivalente Tk. equivalente k e l’incremento del periodo equivalente Tk.
Formulazione semplificata per costruzioni con struttura a telai Formulazione semplificata per costruzioni con struttura a telai
Per le sole costruzioni con struttura intelaiata, in alternativa alle precedenti Per le sole costruzioni con struttura intelaiata, in alternativa alle precedenti
ap ap
S 1 z H S per Ta a T1 S 1 z H S per Ta a T1
2
2
1 a p 1 1 a T1 1 a p 1 1 a T1
Ta Ta
E
N
Sa Ta S 1 z / H a p Sa Ta S 1 z / H a p
I
per a T1 Ta b T1 per a T1 Ta b T1
L
[C7.2.11] [C7.2.11]
N
O
ap ap
S 1 z / H S per Ta b T1 S 1 z / H S per Ta b T1
A
2 2
Ta
Ta
IC
1 a 1 1 1 a 1 1
b T1 b T1
p p
C N
TE
èE
dove: dove:
α è il rapporto tra accelerazione massima del terreno ag su sottosuolo tipo A da α N
IO considerare nello stato limite in esame (si veda § 3.2.1) e l'accelerazione di
il rapporto tra accelerazione massima del terreno a su sottosuolo tipo A da g
AZ
considerare nello stato limite in esame (vedi § 3.2.1) e l'accelerazione di gravità
g;
L
IS S
gravità g;
S è il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni
EG è il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni
IL
topografiche secondo quanto riportato nel § 3.2.3.2.1; topografiche secondo quanto riportato nel § 3.2.3.2.1;
Ta è il periodo fondamentale di vibrazione dell'elemento non strutturale;
O D Ta è il periodo fondamentale di vibrazione dell'elemento non strutturale;
IN
T1 è il periodo fondamentale di vibrazione della costruzione nella direzione T1 è il periodo fondamentale di vibrazione della costruzione nella direzione
considerata;
T T considerata;
LE
z è la quota del baricentro dell'elemento non strutturale misurata a partire dal z è la quota del baricentro dell'elemento non strutturale misurata a partire dal
L
BO
piano di fondazione (vedi § 3.2.2); piano di fondazione (si veda § 3.2.2);
H è l'altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione. H è l'altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione.
a, b, ap sono parametri definiti in accordo con il periodo fondamentale di vibrazione a, b, ap sono parametri definiti in accordo con il periodo fondamentale di vibrazione
della costruzione (vedi Figura C.7.2.4 e Tabella C.7.2.II). della costruzione (si vedano Fig. C.7.2.4 e Tabella C.7.2.II).
Per le strutture con isolamento sismico si assume sempre z = 0. Per le strutture con isolamento sismico si assume sempre z = 0.
Gli spettri di piano, descritti attraverso l’eq. C7.2.11, sono in generale conservativi per Gli spettri di piano, descritti attraverso l’eq. C7.2.11, sono in generale conservativi per
un ampio campo di periodi, con particolare riguardo a elementi non strutturali aventi un ampio campo di periodi, con particolare riguardo a elementi non strutturali aventi
periodo proprio prossimo al periodo fondamentale della costruzione. In particolare i periodo proprio prossimo al periodo fondamentale della costruzione. In particolare i
parametri a, b e apsono stati definiti in accordo con il periodo proprio della struttura e parametri a, b e apsono stati definiti in accordo con il periodo proprio della struttura e
calibrati per tener conto dell'elongazione del periodo fondamentale, legata alle non calibrati per tener conto dell'elongazione del periodo fondamentale, legata alle non
linearità del sistema, e del contributo dei modi superiori. linearità del sistema, e del contributo dei modi superiori.
Sa/(·S) [-]
I N E
a·T1 T1 b·T1 Ta [sec]
N
a·T1 T1 b·T1
L Ta [sec]
T E
E
a b a p a B a p
GI
1 1
E
IL
12 12 12 12
D
z/H = 0 z/H = 0 z/H = 0 z/H = 0
10 10 10 10
O
z/H = 0.5 z/H = 0.5 z/H = 0.5 z/H = 0.5
I N
8 z/H = 1.0 8 z/H = 1.0 8 z/H = 1.0 8 z/H = 1.0
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
TT
6 6 6 6
E
LL
4 4 4 4
0 B O 2
0
2
0
2
0
0 1 2 3 4 0 1 2 3 4 0 1 2 3 4 0 1 2 3 4
Ta[s] Ta[s] Ta[s] Ta[s]
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
Sa/( S) [-]
6 6 6 6
4 4 4 4
2 2 2 2
0 0 0 0
0 1 2 3 4 0 1 2 3 4 0 1 2 3 4 0 1 2 3 4
Ta[s] Ta[s] Ta[s] Ta[s]
TE
che la risposta strutturale sia determinata attraverso un modello che includa sia la massa che la risposta strutturale sia determinata attraverso un modello che includa sia la massa
sia la rigidezza degli elementi non strutturali. Ciò può rendersi necessario per quei
E
sia la rigidezza degli elementi non strutturali. Ciò può rendersi necessario per quei
N
IO
modelli che non consentano la determinazione diretta della risposta dinamica degli modelli che non consentano la determinazione diretta della risposta dinamica degli
AZC7.2.4
elementi non strutturali. elementi non strutturali.
E
IL
La norma fornisce indicazioni specifiche per la progettazione degli impianti,
distinguendo gli impianti veri e propri dai dispositivi di alimentazione e dai
O D
IN
collegamenti. Si forniscono anche indicazioni relative ai compiti specifici del progettista,
T T
dell’installatore e del fornitore, distinguendo le relative responsabilità. Le verifiche da
LE
eseguire per garantire le prestazioni della costruzione, con particolare riguardo al
L
BO
funzionamento degli impianti e alle condizioni di sicurezza ad essi correlate, sono
indicate esplicitamente, per i diversi Stati Limite, nel § 7.3.6 delle NTC.
C7.2.5 REQUISITI STRUTTURALI DEGLI ELEMENTI DI FONDAZIONE C7.2.5 REQUISITI STRUTTURALI DEGLI ELEMENTI DI FONDAZIONE
Le azioni trasmesse in fondazione dagli elementi della struttura in elevazione si
ottengono, in base a considerazioni di equilibrio, a partire dalla capacità degli elementi
soprastanti.
Ad esempio, quando si vogliano determinare le azioni trasmesse in fondazione da una
colonna, un pilastro o una pila da ponte, si deve considerare il momento resistente nella
sezione di base, che ne costituisce la capacità a flessione, unitamente al taglio ricavato da
considerazioni di equilibrio e al valore corrispondente dello sforzo normale.
Analogamente, nelle strutture a telaio, i valori massimi degli sforzi normali possono
essere dedotti in base a considerazioni di equilibrio, in corrispondenza dei valori
C7.2.6 CRITERI DI MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA E DELL' AZIONE SISMICA C7.2.6 CRITERI DI MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA E DELL' AZIONE SISMICA
O
orizzontali tra le membrature verticali stesse. Particolare attenzione va posta quando orizzontali tra le membrature verticali stesse. Particolare attenzione va posta quando
abbiano forma molto allungata o comunque non compatta; in quest’ultimo caso, occorre
IC A
abbiano forma molto allungata o comunque non compatta; in quest’ultimo caso, occorre
N
valutare se le aperture presenti, specie se localizzate in prossimità dei principali valutare se le aperture presenti, specie se localizzate in prossimità dei principali
EG
7.2.6), salvo porre particolare attenzione quando gli orizzontamenti siano sostenuti
L
elementi strutturali verticali (per es. pareti) di notevole rigidezza e resistenza.
I rigidi nel loro Quando gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro
elementi strutturali verticali (per es. pareti) di notevole rigidezza e resistenza.
Quando gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente
piano, le masse e le inerzie rotazionali di ogni piano possonoO
D
IN
essere concentrate nel suo piano, le masse e le inerzie rotazionali di ogni piano possono essere concentrate nel suo
centro di gravità.
Ai fini di una corretta valutazione della rispostaE T T centro di gravità.
L strutturale, la norma richiede che, nel Ai fini di una corretta valutazione della risposta strutturale, la norma richiede che, nel
rappresentare la rigidezza flessionale e aLtaglio dei singoli elementi di muratura, rappresentare la rigidezza flessionale e a taglio dei singoli elementi di muratura,
calcestruzzo, acciaio-calcestruzzo, si B O conto della fessurazione. La norma impone calcestruzzo, acciaio-calcestruzzo, si tenga conto della fessurazione. La norma
tenga
che, in assenza di analisi specifiche, la rigidezza degli elementi fessurati non sia assunta prevedeche, in assenza di analisi specifiche, la rigidezza degli elementi fessurati non sia
minore del 50% delle corrispondenti rigidezze non fessurate. Tale limite non è assunta minore del 50% delle corrispondenti rigidezze non fessurate. Valori minori
ovviamente un limite inderogabile, ma,nel caso di deroga, le diverse assunzioni devono possono essere assunti a fronte di specifiche valutazioni adeguatamente motivate,
essere opportunamente giustificate.
La norma precisa anche che, nella valutazione della rigidezza degli elementi fessurati, si La norma precisa che in ogni caso, nella valutazione della rigidezza degli elementi
debba tenere conto dello stato limite considerato e dell’influenza della sollecitazione fessurati, si debba tenere conto dello stato limite considerato e dell’influenza della
assiale permanente. sollecitazione assiale permanente.
Il coefficiente di fessurazione allo SLD dipende dal fattore di comportamento q, in NOTA: il coefficiente di fessurazione allo SLD dipende dal fattore di comportamento q,
quanto quest’ultimo condiziona lo stato fessurativo che si riscontra in corrispondenza in quanto quest’ultimo condiziona lo stato fessurativo che si riscontra in corrispondenza
dei diversi stati limite considerati. Ad esempio, se si adotta per la progettazione allo SLV dei diversi stati limite considerati. Ad esempio, se si adotta per la progettazione allo SLV
E
per effetto dei soli carichi verticali. per effetto dei soli carichi verticali.
Per gli elementi di calcestruzzo armato la fessurazione degli elementi dipende dalla
L I N
Per gli elementi di calcestruzzo armato la fessurazione degli elementi dipende dalla
geometria, dai quantitativi di armatura e dallo stato di sollecitazione; pertanto, per
N
geometria, dai quantitativi di armatura e dallo stato di sollecitazione; pertanto, per
O
A
tenerne correttamente conto, si dovrebbe ricorrere a un processo iterativo, che tenerne correttamente conto, si dovrebbe ricorrere a un processo iterativo, che
risulterebbe eccessivamente oneroso e, in ogni caso, affetto da numerose incertezze.
IC
risulterebbe eccessivamente oneroso e, in ogni caso, affetto da numerose incertezze.
N
In linea con le principali normative si può, in maniera semplificata, fissare un
C
TE
Per gli elementi in calcestruzzo armato si può, in maniera semplificata, adottare un
coefficiente riduttivo della rigidezza denominato coefficiente di fessurazione f, da coefficiente riduttivo della rigidezza denominato coefficiente di fessurazione f, da
applicare sia alla rigidezza flessionale sia alla rigidezza a taglio di ciascun elemento.
N E
applicare sia alla rigidezza flessionale sia alla rigidezza a taglio di ciascun elemento.
Tale coefficiente è espresso in funzione del carico assiale N e del fattore di
IO
AZNelle Figure C7.2.5 (a) e C7.2.5 (b), q rappresenta il fattore di comportamento, N lo
Tale coefficiente è espresso in funzione del carico assiale N e del fattore di
comportamento q adottati per la progettazione allo SLV.
L
comportamento q adottati per la progettazione allo SLV.
G IS
E
Nelle Figure C7.2.5 (a) e C7.2.5 (b), q rappresenta il fattore di comportamento, N lo
IL
sforzo normale dovuto ai soli carichi verticali nella combinazione sismica, Ac l’area della
sforzo normale dovuto ai soli carichi verticali nella combinazione sismica, Ac l’area della
D
sezione, fcdla resistenza a compressione del calcestruzzo.
sezione, fcdla resistenza a compressione del calcestruzzo; in assenza di più accurate
IN O
valutazioni, i valori dif, possono essere dedotti dalle Figure C7.2.5a e C7.2.5b,
T T
interpolando linearmente per valori di N e di q compresi tra quelli considerati.
L LE
I valori proposti sono leggermente più elevati dei valori solitamente riportati in altre
BO
normative o nella letteratura scientifica, hanno un valore indicativo e si mantengono
entro limiti che, da norma, ne consentono, nella maggior parte dei casi correnti,
l'adozione senza analisi o valutazioni specifiche.
f f f f
0 0 0 0
0 0,25 0,5 0,75 1 0 1 2 3 4 5 0 0,25 0,5 0,75 1 0 1 2 3 4 5 6
N/Agfcd q N/Agfcd q
N L
Figura C7.2.5 Dipendenza di f dal carico assiale N e dal fattore di comportamento q Figura C7.2.5
A O
Dipendenza di f dal carico assiale N e dal fattore di comportamento q.
AZ
Nell’analisi della risposta sismica, in assenza di più accurate analisi e per i soli edifici, la
norma prescrive che si debba considerare un’eccentricità accidentale di applicazione
IS L
dell’azione sismica, in ogni direzione, non inferiore a 0,05 volte la dimensione media
E G
IL
dell’edificio (da intendersi come media ponderata rispetto alle aree) misurata
perpendicolarmente a taledirezione.Detta eccentricità è assunta costante, per entità e
O D
IN
direzione, su tutti gli orizzontamenti.
T
ET
Si specifica che l’eccentricità accidentale, oltre che per considerare le incertezze legate NOTA: Si specifica che l’eccentricità accidentale, oltre che per considerare le incertezze
L L
alla localizzazione delle masse, è una maniera indiretta per tener conto della variabilità legate alla localizzazione delle masse, è una maniera indiretta per tener conto della
BO
spaziale del moto sismico. A rigore, infatti, si dovrebbe considerare una componente variabilità spaziale del moto sismico. A rigore, infatti, si dovrebbe considerare una
torsionale del trascinamento sismico, sia nelle analisi statiche, sia nelle analisi componente torsionale del trascinamento sismico, sia nelle analisi statiche, sia nelle
dinamiche; tradizionalmente, invece, l’azione sismica viene descritta esclusivamente analisi dinamiche; tradizionalmente, invece, l’azione sismica viene descritta
attraverso le due componenti traslazionali orizzontali del moto, cui va aggiunta, ove esclusivamente attraverso le due componenti traslazionali orizzontali del moto, cui va
significativa, la componente verticale. aggiunta, ove significativa, la componente verticale.
Per semplicità di analisi si preferisce descrivere la variabilità spaziale del moto Per semplicità di analisi è possibile descrivere la variabilità spaziale del moto e
attraverso lo spostamento del centro di massa dalla sua posizione originaria nella l’aleatorietà dell’effettivo baricentro delle masse e delle rigidezze attraverso lo
direzione delle due componenti orizzontali e in ambo i versi. In alternativa la norma, al spostamento del centro di massa dalla sua posizione originaria nella direzione delle due
§7.3.3, consente l’utilizzo di un momento torcente valutato a partire dalla risultante componenti orizzontali e in ambo i versi. In alternativa è consentito (§7.3.3) applicare un
orizzontale della forza agente al piano, determinata come in § 7.3.3.2, moltiplicata per momento torcente valutato a partire dalla risultante orizzontale della forza agente al
l’eccentricità accidentale del baricentro delle masse rispetto alla sua posizione di calcolo, piano, determinata come in § 7.3.3.2, moltiplicata per l’eccentricità accidentale del
determinata come in § 7.2.6. baricentro delle masse rispetto alla sua posizione di calcolo, determinata come in § 7.2.6.
C7.3 METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA C7.3 METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
C7.3.1 ANALISI LINEARE O NON LINEARE C7.3.1 ANALISI LINEARE O NON LINEARE
I N E
Quando nella progettazione allo SLV si adottano fattori di comportamento q elevati
N L
Quando nella progettazione allo SLV si adottano fattori di comportamento q elevati
(mediamente superiori a 2,5), può accadere che le ordinate dello spettro SLD superino le
A O
(mediamente superiori a 2,5), può accadere che le ordinate dello spettro SLD superino le
IC
corrispondenti ordinate dello spettro SLV, così accettando che gli elementi strutturali corrispondenti ordinate dello spettro SLV.
possano plasticizzarsi anche per eventi sismici relativamente frequenti, quali quelli
C N
Per le strutture in classe d’uso 1 e 2, per le quali a SLD è richiesta dalle NTC la solo
TE
corrispondenti allo SLD. In questo caso, se si vuole garantire l’assenza di danno verifica in termini di rigidezza (RIG, si veda § 7.3.6) ciò implica che gli elementi
strutturale allo SLD, è necessario ridurre opportunamente il fattore di comportamento
E
strutturali possano plasticizzarsi anche per eventi sismici relativamente frequenti, quali
N
IO
da adottare nella progettazione allo SLV in modo tale da mantenere le ordinate dello quelli corrispondenti allo SLD. In questo caso, se si vuole garantire l’assenza di danno
AZ
spettro SLD al di sotto delle corrispondenti ordinate delle spettro SLV. strutturale allo SLD, è necessario effettuare, allo stesso SLD, anche la verifica in termini
EG
progettazione allo SLV in modo tale da mantenere le ordinate dello spettro SLD al di
L
I direzione, dalla
sotto delle corrispondenti ordinate delle spettro SLV.
O D
Il nuovo fattore di comportamento q’ può essere ottenuto, per ciascuna Il nuovo fattore di comportamento q’ può essere ottenuto, per ciascuna direzione, dalla
relazione C7.3.1:
I N relazione C7.3.1:
S T
E TT[C7.3.1] S e,SLV T1
LL
q' q q' q ND
e, SLV 1
[C7.3.1]
ND
S T S e,SLD T1
è il fattore di comportamentoO
e, SLD 1
dove: q ND
B non dissipativo definito dall’espressione [7.3.2]
della norma;T1 è il periodo del primo modo traslazionale nella direzione considerata;.
dove: q ND è il fattore di comportamento non dissipativo definito dall’espressione [7.3.2]
della norma;T1 è il periodo del primo modo traslazionale nella direzione considerata;.
Se,SLV T1 e Se,SLD T1 sono, rispettivamente, la risposta spettrale elastica allo SLV e Se,SLV T1 e Se,SLD T1 sono, rispettivamente, la risposta spettrale elastica allo SLV e
allo SLD, relative al periodo T1. allo SLD, relative al periodo T1.
C7.3.3 ANALISI LINEARE DINAMICA O STATICA C7.3.3 ANALISI LINEARE DINAMICA O STATICA
I N
L
progetto, per ciascuno dei modi di vibrare individuati; progetto, per ciascuno dei modi di vibrare individuati;
3) combinazione degli effetti relativi a ciascun modo di vibrare per valutare la
O N
3) combinazione degli effetti relativi a ciascun modo di vibrare per valutare la
risposta complessiva. risposta complessiva.
IC A
N
L’analisi modale consiste nella soluzione delle equazioni del moto della struttura, L’analisi modale consiste nella soluzione delle equazioni del moto della struttura,
C
TE
considerata elastica, in condizioni di oscillazioni libere (assenza di forzante esterna) e considerata elastica, in condizioni di oscillazioni libere (assenza di forzante esterna) e
E
nella individuazione di particolari configurazioni deformate che costituiscono i modi nella individuazione di particolari configurazioni deformate che costituiscono i modi
naturali di vibrare di una costruzione. Questi modi di vibrare sono una caratteristica
N
naturali di vibrare di una costruzione. Questi modi di vibrare sono una caratteristica
IO
AZ
propria della struttura, in quanto sono individuati in assenza di forzante, e sono propria della struttura, in quanto sono individuati in assenza di forzante, e sono
L
caratterizzati da un periodo proprio di oscillazione T e da un fattore di smorzamento caratterizzati da un periodo proprio di oscillazione T e da un fattore di smorzamento
G IS
convenzionale , nonché da una forma. Tranne che per casi particolari, quali ad esempio convenzionale , nonché da una forma. Tranne che per casi particolari, quali ad esempio
E
IL
quelli di costruzioni dotate di sistemi di isolamento e di dissipazione, si assume che i quelli di costruzioni dotate di sistemi di isolamento e di dissipazione, si assume che i
D
modi di vibrare abbiano tutti lo stesso valore del fattore di smorzamento convenzionale modi di vibrare abbiano tutti lo stesso valore del fattore di smorzamento convenzionale
ossia 5%
O
Nstato di sollecitazione a tale
Qualunque configurazione deformata di una struttura (eIlo
ossia 5%
E
contemporaneamente. La SRSS può essere utilizzata, ove ritenuto necessario, come contemporaneamente. La SRSS può essere utilizzata, ove ritenuto necessario, come
riferimento per il controllo dei risultati, tenendo presente che, in assenza di correlazione,
I N
riferimento per il controllo dei risultati, tenendo presente che, in assenza di correlazione,
L
la CQC degenera nella SRSS e che, in generale, quando il periodo di vibrazione di
N
la CQC degenera nella SRSS e che, in generale, quando il periodo di vibrazione di
O
A
ciascun modo differisce di più del 10% da quello degli altri modi, le differenze tra le due ciascun modo differisce di più del 10% da quello degli altri modi, le differenze tra le due
IC
regole diventano trascurabili. regole diventano trascurabili.
C N
C7.3.3.2 ANALISI LINEARE STATICA
Elineare
C7.3.3.2 ANALISI LINEARE STATICA
T
E
L’analisi lineare statica consiste sostanzialmente in una analisi lineare dinamica NOTA: l’analisi statica consiste sostanzialmente in una analisi lineare dinamica
semplificata in cui:
O N
semplificata
I
in cui:
IS L 1
approssimata (utilizzando l’espressione [7.3.6c] delle NTC) e spostamenti
E G approssimata (utilizzando l’espressione [7.3.6c] delle NTC) e spostamenti
I Ldelle NTC. A
linearmente crescenti con l’altezza dal piano di fondazione, ai quali corrisponde linearmente crescenti con l’altezza dal piano di fondazione, ai quali corrisponde
O L
2) si calcolano gli effetti dell’azione sismica, si calcolano gli effetti dell’azione sismica, rappresentata dallo spettro di risposta
B
di progetto, per il modo di vibrare principale considerato;
3) non si effettua alcuna combinazione degli effetti in quanto non si considerano
di progetto, per il modo di vibrare principale considerato;
3) non si effettua alcuna combinazione degli effetti in quanto non si considerano
altri modi di vibrare. altri modi di vibrare.
In letteratura e nelle diverse normative esistono espressioni più o meno semplici per In letteratura e nei diversi documenti tecnici di riferimento esistono espressioni più o
determinare, in maniera approssimata, il periodo del primo modo di vibrare della meno semplici per determinare, in maniera approssimata, il periodo del primo modo di
struttura, in ciascuna delle due direzioni principali. vibrare della struttura, in ciascuna delle due direzioni principali.
L’equazione [7.3.6c] della norma porta in conto, in maniera indiretta l’effettiva rigidezza L’equazione [7.3.6] della norma porta in conto, in maniera indiretta, l’effettiva rigidezza
laterale della struttura e risulta, pertanto, più affidabile rispetto ad altre formulazioni laterale della struttura e risulta, pertanto, più affidabile rispetto ad altre formulazioni
più semplici, basate unicamente sul numero di piani o sull’altezza complessiva della più semplici, basate unicamente sul numero di piani o sull’altezza complessiva della
costruzione, ma richiede necessariamente un modello di calcolo e un’analisi statica costruzione, ma richiede necessariamente un modello di calcolo e un’analisi statica
specifica. specifica.
I N E
C7.3.4 ANALISI NON LINEARE DINAMICA O STATICA C7.3.4 ANALISI NON LINEARE DINAMICA
O NLO STATICA
C7.3.4.1 ANALISI NON LINEARE DINAMICA
I C A
C7.3.4.1 ANALISI NON LINEARE DINAMICA
Per eseguire
C
analisi N dinamiche occorre definire da un lato un modello della
non lineari
E opportunamente le fonti di non linearità significative, dall’altro le
Per eseguire analisi non lineari dinamiche occorre definire da un lato un modello della
struttura che descriva opportunamente le fonti di non linearità significative, dall’altro le struttura
E
che
T
descriva
N
storie temporali di accelerazioni che descrivono il moto del terreno. Ciascuna storia storie temporali di accelerazioni che descrivono il moto del terreno. Ciascuna storia
dell'azione sismica; l'insieme delle tre componenti (due orizzontali, tra loro ortogonali, e Z
temporale (accelerogramma) descrive una componente, orizzontale o verticale,
I O
temporale (accelerogramma) descrive una componente, orizzontale o verticale,
una verticale) costituisce un gruppo di storie temporali del moto del terreno. L
A dell'azione sismica; l'insieme delle tre componenti (due orizzontali, tra loro ortogonali, e
G I S Gli una verticale) costituisce un gruppo di storie temporali del moto del terreno. Gli
E
accelerogrammi possono essere artificiali, naturali o simulati e devono essere accelerogrammi possono essere artificiali, naturali o simulati e devono essere
opportunamente selezionati e scalati, secondo quanto indicato L
D I nel § 3.2.3.6 e opportunamente selezionati e scalati, secondo quanto indicato nel § 3.2.3.6 e nel §
L
dell’input sismico rispetto alle direzioni principali degli accelerogrammi, è rappresentato dalla scelta delle direzioni di applicazione
A questo scopo, per gli accelerogrammiO
B naturali, può essere utile proiettare ciascuna dell’input sismico rispetto alle direzioni principali della struttura.
coppia di registrazioni lungo le direzioni principali del sisma, come indicato al § A questo scopo, per gli accelerogrammi naturali, può essere utile proiettare ciascuna
C3.2.3.6. coppia di registrazioni lungo le direzioni principali del sisma, come indicato al §
Per siti lontani dalla faglia (denominati “far-fault”), che rappresentano la situazione più C3.2.3.6.
ricorrente, o nei casi in cui non si abbiano informazioni specifiche sui meccanismi di
sorgente, non è possibile stabilire una dipendenza direzionale tra l’input sismico e la
struttura in esame. In questo caso, a rigore, si dovrebbero orientare le componenti
principali, precedentemente definite, lungo le direzioni che massimizzano gli effetti
sulla struttura (sollecitazioni, deformazioni, spostamenti).
Invece, per i siti prossimi alla faglia (denominati "near-fault"), ma solo nel caso in cui ci
si riferisca ad analisi di scenario, è possibile applicare alla struttura ciascuna coppia di
accelerogrammi lungo le direzioni principali dell'input sismico, che sono individuate
E
descrizione della matrice di smorzamento, che deve includere tutti quei fenomeni non adeguatadefinizione della matrice di smorzamento.
portati direttamente in conto nel modello di calcolo.
L I N
Quando si effettua questo tipo di analisi occorre utilizzare un’analisi non lineare anche
O N
A
per la valutazione degli effetti dei carichi verticali. Questa analisi deve precedere
l’analisi con accelerogrammi e può essere anche di tipo statico-incrementale, consistente
N IC
nel far crescere tutti i carichi gravitazionali in maniera proporzionale fino al loro valore
C
di progetto.
E TE
La norma richiede espressamente il confronto tra i risultati dell’analisi dinamica non
N
La norma richiede espressamente il confronto tra i risultati dell’analisi dinamica non
IO
AZ
lineare e quelli dell’analisi modale con spettro di progetto, in termini di sollecitazioni lineare e quelli dell’analisi modale con spettro di progetto, in termini di sollecitazioni
L
globali alla base della struttura.Tale confronto deve fornire risultati coerenti, in generale globali alla base della struttura.Tale confronto deve fornire risultati coerenti, in generale
spiegabili attraverso il fattore di comportamento o, in caso contrario, attraverso
G IS spiegabili attraverso il fattore di comportamento o, in caso contrario, attraverso
E
l’interpretazione della risposta della struttura e dei meccanismi inelastici evidenziati l’interpretazione della risposta della struttura e dei meccanismi inelastici evidenziati
dalle analisi non lineari.
D IL dalle analisi non lineari.
T
ET
L’analisi non lineare statica consente di determinare la curva di capacità della struttura, L’analisi non lineare statica consente di determinare la curva di capacità della struttura,
L L
espressa dalla relazione Fb-dc, in cui Fb è il taglio alla base e dc lo spostamento di un espressa dalla relazione Fb-dc, in cui Fb è il taglio alla base e dc lo spostamento di un
BO
punto di controllo, che per gli edifici è in genere rappresentato dal centro di massa punto di controllo, che per gli edifici è in genere rappresentato dal centro di massa
dell’ultimo orizzontamento.Per ogni stato limite considerato, il confronto tra la curva di dell’ultimo orizzontamento.Per ogni stato limite considerato, il confronto tra la curva di
capacità e la domanda di spostamento, consente di determinareil livello di capacità e la domanda di spostamento, consente di determinare il livello di prestazione
prestazioneraggiunto.A tal fine, abitualmente, si associaal sistema strutturale reale un raggiunto.A tal fine, abitualmente, si associa al sistema strutturale reale un sistema
sistema strutturale equivalente a un grado di libertà. strutturale equivalente a un grado di libertà.
F* Fb F* Fb C N
d* d c
[C7.3.4]
E
d* d c TE [C7.3.4]
N
IO è il “fattore di partecipazione modale” definito dalla relazione:
dove è il “fattore di partecipazione modale” definito dalla relazione:
AZdove
T M
ISL M
T
T [C7.3.5] [C7.3.5]
M
G T M
Il vettore è il vettore di trascinamento corrispondente alla direzione
LE del sisma
considerata; il vettore è il modo di vibrare fondamentale Idel sistema reale
Il vettore è il vettore di trascinamento corrispondente alla direzione del sisma
T
LdiEbilinearizzazione
Ai fini operativi, per poter determinare in forma chiusa Ai fini operativi, per poter determinare in forma chiusa l’energia dissipata dal sistema e,
quindi, lo smorzamento equivalente, alla curva
L di capacità del sistema equivalente è quindi, lo smorzamento equivalente, alla curva di capacità del sistema equivalente è
Metodo A Metodo A
Alla curva di capacità del sistema equivalente si sostituisce una curva bilineare avente Alla curva di capacità del sistema equivalente si sostituisce una curva bilineare avente
un primo tratto elastico ed un secondo tratto perfettamente plastico (vedi Figura C7.3.1). un primo tratto elastico ed un secondo tratto perfettamente plastico (si veda Figura
m* m*
T * 2
k*
[C7.3.6] T * 2
k*
I N E [C7.3.6]
N L
dove m* T M e k* è la rigidezza del tratto elastico della bilineare.
O
dove m* T M e k* è la rigidezza del tratto elastico della bilineare.
A
IC
Nel caso in cui T*≥ TC la domanda in spostamento per il sistema anelastico è assunta Nel caso in cui T*≥ TC la domanda in spostamento per il sistema anelastico è assunta
uguale a quella di un sistema elastico di pari periodo (v. § 3.2.3.2.3 delle NTC e Figura
C N
uguale a quella di un sistema elastico di pari periodo (v. § 3.2.3.2.3 delle NTC e Figura
TE
C7.3.2a): C7.3.2a):
*
d max d e*,max S De T * *
N
d max E
d e*,max S De T *
IO
[C7.3.7] [C7.3.7]
Nel caso in cui T*<
TC la domanda in spostamento per il sistema anelastico è maggiore di
AZNel caso in cui T*<
T la domanda in spostamento per il sistema anelastico è maggiore di
L
C
IS
quella di un sistema elastico di pari periodo (v. Figura C7.3.2b) e si ottiene da quella di un sistema elastico di pari periodo (v. Figura C7.3.2b) e si ottiene da
quest’ultima mediante l’espressione:
E G quest’ultima mediante l’espressione:
L
DI
d e*,max T d e*,max
T
*
d max 1 q* 1 C* d e*,max *
d max 1 q* 1 C* d e*,max
INO
[C7.3.8] [C7.3.8]
q T q T
q Se T m / Fy è il rapporto tra
* * * *
T T * *
q Se T m / Fy è il rapporto tra la
* *
LE
dove la forza di risposta elastica e la forzadi dove forza di risposta elastica e la forza di
L
BO
snervamento del sistema equivalente. snervamento del sistema equivalente.
Se risulta q* ≤1 allora si ha d*max d*e,max . Se risulta q* ≤1 allora si ha d*max d*e,max .
Figura C7.3.2a – Spostamento di Figura C7.3.2b – Spostamento di Figura C7.3.2a – Spostamento di Figura C7.3.2b – Spostamento di
Metodo B Metodo B
In questo metodo il punto di prestazione e lo spostamento atteso per un dato livello di In questo metodo il punto di prestazione e lo spostamento atteso per un dato livello di
azione sono valutati attraverso un processo iterativo. azione sono valutati attraverso un processo iterativo.
Si converte lo spettro di domandanel relativo spettro sul piano ADRS, in cui le Si converte lo spettro di domanda nel relativo spettro sul piano ADRS, in cui le
accelerazioni spettrali Se sono rappresentate in funzione degli spostamenti spettrali SDe, accelerazioni spettrali Se sono rappresentate in funzione degli spostamenti spettrali SDe,
ottenuti attraverso l'espressione [3.2.10] delle NTC. ottenuti attraverso l'espressione [3.2.10] delle NTC.
Si effettua una prima stima del punto di prestazione ipotizzando, generalmente, che lo Si effettua una prima stima del punto di prestazione ipotizzando, generalmente, che lo
spostamentod*max sia pari a quello di una struttura elastica avente la stessa rigidezza
I N E
spostamento d*max sia pari a quello di una struttura elastica avente la stessa rigidezza
iniziale della struttura analizzata: iniziale della struttura analizzata:
N L
*(0)
d max de [C7.3.9]
*(0)
d max de
A O [C7.3.9]
T E adadottando
essa si sostituisce una curva bilineare equivalente, in termini
E
energetici, ottenuta adottando un primo tratto con pendenza pari alla rigidezza iniziale energetici, ottenuta un primo tratto con pendenza pari alla rigidezza iniziale
N dell'area sottesa ladalle
I O
della struttura ed identificando la forza F * e la pendenza del tratto F *-d * imponendo della struttura
y y max ed identificando forza F * e la pendenza del tratto F *-d * imponendo
y y max
Z
rappresentare la curva bilineareF*-d* sul piano ADRS, occorre dividere le forze per m*.A rappresentare la curva bilineareF*-d* sul piano ADRS, occorre dividere le forze per m*.
l’uguaglianzadell'area sottesa dalle due curve, come mostrato in Figura C7.3.3. Per l’uguaglianza due curve, come mostrato in Figura C7.3.3. Per
I S L
L EG
D I
I N O
E TT
O LL
B
A partire dalla curva bilinearizzata così definita, si calcola lo smorzamento viscoso A partire dalla curva bilinearizzata così definita, si calcola lo smorzamento viscoso
equivalente associato, espresso in percentuale, attraverso la [C7.3.10]: equivalente associato, espresso in percentuale, attraverso la [C7.3.10]:
E
strutture a moderata capacità dissipativa (caratterizzate da cicli di isteresi con strutture a moderata capacità dissipativa (caratterizzate da cicli di isteresi con
moderata riduzione dell’area): k=0,66;
L I N
moderata riduzione dell’area): k=0,66;
strutture a bassa capacità dissipativa (caratterizzate da cicli di isteresi con
N
strutture a bassa capacità dissipativa (caratterizzate da cicli di isteresi con
O
A
pinching elevato e da una sostanziale riduzione dell’area): k=0,33; pinching elevato e da una sostanziale riduzione dell’area): k=0,33;
strutture dotate di appositi dispositivi di dissipazione: va valutata l’energia
IC
strutture dotate di appositi dispositivi di dissipazione: va valutata l’energia
N
dissipata complessivamente, attribuendo alla struttura e al sistema di
C
dissipata complessivamente, attribuendo alla struttura e al sistema di
dissipazione il valore di k corrispondente all‘effettiva capacità di dissipazione.
E TE
dissipazione il valore di k corrispondente all‘effettiva capacità di dissipazione.
N
Grazie al coefficiente ξeqcosì calcolato si abbatte, utilizzando l'espressione [3.2.4] delle Grazie al coefficiente ξeqcosì calcolato si abbatte, utilizzando l'espressione [3.2.4] delle
NTC, lo spettro di domanda.
IO
NTC, lo spettro di domanda.
L'intersezione, sul piano ADRS, fra lo spettro di domanda abbattuto e la curva di
L AZL'intersezione, sul piano ADRS, fra lo spettro di domanda abbattuto e la curva di
G IS
capacità del sistema equivalente fornisce il nuovo punto di prestazione, come mostrato capacità del sistema equivalente fornisce il nuovo punto di prestazione, come mostrato
LE
∗(1) ∗(1)
in Figura C7.3.4; se esso è caratterizzato da uno spostamento𝑑𝑚𝑎𝑥 ragionevolmente in Figura C7.3.4; se esso è caratterizzato da uno spostamento𝑑𝑚𝑎𝑥 ragionevolmente
∗(0)
D I
prossimo a quello stimato in partenza𝑑𝑚𝑎𝑥 , la procedura iterativa ha terminee si ha la
∗(0)
prossimo a quello stimato in partenza𝑑𝑚𝑎𝑥 , la procedura iterativa ha terminee si ha la
soluzione.
IN O soluzione.
T
L ET
L
BO
Figura C7.3.4– Individuazione del Punto di prestazione Figura C7.3.4– Individuazione del Punto di prestazione
E
ipotizzato. ipotizzato.
L I N
Calcolo di
(1)
e riduzione dello Calcolo di
(1)
O N
e riduzione dello
A
spettro di domanda. spettro di domanda.
IC
10 10
(1) (1)
eq 5
C N eq 5
E TE
IO N
Calcolo del nuovo
NO
L AZ Calcolo del nuovo
NO
IS
Si assume: Si assume:
punto di intersezione punto di intersezione
0 1
eq0 eq1
G
eq eq *0
d max d max
*1 *0
d max d max
*1
E
*(1)
d max d max
*(0)
? *(1)
d max d max
*(0)
?
D IL
SI
IN O SI
T T
LE
PP FINALE (F*max, d*max) PP FINALE (F*max, d*max)
L
BO
Figura C7.3.5– Diagramma di flusso per la procedura iterativa di ricerca del punto di Figura C7.3.5– Diagramma di flusso per la procedura iterativa di ricerca del punto di
prestazione prestazione
Gli effetti torsionali accidentali vengono considerati nel modo previsto al § 7.2.6 delle Gli effetti torsionali accidentali vengono considerati nel modo previsto al § 7.2.6 delle
NTC. NTC.
Una volta trovata la domanda in spostamento, d*max , per lo stato limite in esame si Una volta trovata la domanda in spostamento, d*max , per lo stato limite in esame si
verifica la compatibilità degli spostamenti, per gli elementi/meccanismi duttili, e delle verifica la compatibilità degli spostamenti, per gli elementi/meccanismi duttili, e delle
resistenze, per gli elementi/meccanismi fragili. resistenze, per gli elementi/meccanismi fragili.
L’analisi non lineare statica, condotta nei modi previsti dalle NTC, può sottostimare L’analisi non lineare statica, condotta nei modi previsti dalle NTC, può sottostimare
significativamente le deformazioni sui lati più rigidi e resistenti di strutture flessibili significativamente le deformazioni sui lati più rigidi e resistenti di strutture flessibili
torsionalmente, cioè strutture in cui il modo di vibrare torsionale abbia un periodo torsionalmente, cioè strutture in cui il modo di vibrare torsionale abbia un periodo
superiore ad almeno uno dei modi di vibrare principali traslazionali. Per tener conto di superiore ad almeno uno dei modi di vibrare principali traslazionali. Per tener conto di
C7.3.5 RISPOSTA A DIVERSE COMPONENTI DELL’AZIONE SISMICA E VARIABILITÀ C7.3.5 RISPOSTA A DIVERSE COMPONENTI DELL’AZIONE SISMICA E VARIABILITÀ
SPAZIALE DEL MOTO SPAZIALE DEL MOTO
Ai fini dell’utilizzo della Norma, nel caso di analisi statiche non lineari, è possibile
E
applicare separatamente ciascuna delle due componenti orizzontali (insieme a quella
I N
verticale, e agli spostamenti relativi prodotti della variabilità spaziale del moto, ove
L
N
necessario), riconducendo quindi la valutazione unitaria degli effetti massimi ai valori
più sfavorevoli così ottenuti.
O
A del moto può avere effetti significativi sulla risposta
Quando la variabilità spaziale del moto può avere effetti significativi sulla risposta Quando la variabilità spaziale
N I C
strutturale essa deve essere considerata.
Cprincipale
strutturale essa deve essere
E
considerata.
che essa genera alla base delle strutture, mentre la risposta dinamica risulta inferiore a che essa E
T
In generale l’effetto principale della variabilità è dovuto ai notevoli spostamenti relativi In generale l’effetto della variabilità è dovuto ai notevoli spostamenti relativi
quella ottenuta con moto sincrono. In questi casi risulta pertanto cautelativa la quellaNottenuta con moto sincrono. In questi casi risulta pertanto cautelativa la
genera alla base delle strutture, mentre la risposta dinamica risulta inferiore a
IO
valutazione della risposta sovrapponendo l’effetto della distorsione degli appoggi a Zvalutazione della risposta sovrapponendo l’effetto della distorsione degli appoggi a
A
terra alla risposta all’azione sincrona, come indicato al punto 3.2.5.
Qualora si utilizzi l’analisi non lineare si potranno cautelativamente G
ISL terra alla risposta all’azione sincrona, come indicato al punto 3.2.5.
LE
imporre le Qualora si utilizzi l’analisi non lineare si potranno cautelativamente imporre le
distorsioni alla base ed effettuare l’analisi dinamica sincrona.
D I distorsioni alla base ed effettuare l’analisi dinamica sincrona.
N O
In alternativa è possibile imporre alla base della costruzione serie temporali del moto In alternativa è possibile imporre alla base della costruzione serie temporali del moto
I
sono situati i punti di appoggio della costruzione. TT
sismico differenziate ma coerenti tra loro, in accordo con le caratteristiche dei siti ove sismico differenziate ma coerenti tra loro, in accordo con le caratteristiche dei siti ove
O LL richiedepresentando
Quest’ultimo criterio, apparentemente più rigoroso, difficoltà operative Quest’ultimo criterio, apparentemente più rigoroso, presentando difficoltà operative
del progettista.
B
nella effettiva definizione delle storie temporali, una notevole cautela da parte nella effettiva definizione delle storie temporali, richiede una notevole cautela da parte
del progettista.
In ogni caso si deve considerare anche la risposta al moto sincrono. In ogni caso si deve considerare anche la risposta al moto sincrono.
C7.3.6 RISPETTO DEI REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE C7.3.6 RISPETTO DEI REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE
La norma specifica, in questo paragrafo, le verifiche da eseguire sugli elementi
strutturali, sugli elementi non strutturali e sugli impianti, per assicurare alla costruzione
le prestazioni desiderate.
La progettazione di norma ha un’articolazione di tipo multi-prestazionale e multi- In generale, la progettazione ha un’articolazione di tipo multi-prestazionale e multi-
strategico. I diversi livelli prestazionali sono associati ai diversi stati limite, mentre le strategico. I diversi livelli prestazionali sono associati ai diversi stati limite, mentre le
diverse strategie sono associate alla destinazione d’uso della costruzione. diverse strategie sono associate alla destinazione d’uso della costruzione.
E
termini di confronto tra capacità e domanda, e il tipo di elemento su cui la verifica deve tipo di verifica, in termini di confronto tra capacità e domanda, e il tipo di elemento su
essere eseguita, per soddisfare il requisito prestazionale dato.
I N
cui la verifica deve essere eseguita, per soddisfare il requisito prestazionale dato.
L
O N
A
Tabella C7.3.I - Stati Limite di elementi strutturali primari, elementi non strutturali e Tabella C7.3.I - Stati Limite di elementi strutturali primari, elementi non strutturali e
impianti: descrizione delle prestazioni e corrispondenti verifiche
IC
impianti: descrizione delle prestazioni e corrispondenti verifiche
N
C
TE
ST NS IM Classe d'uso ST NS IM Classe d'uso
NE
STATI Descrizione della STATI Descrizione della
LIMITE prestazione DUT III LIMITE prestazione DUT III
RIG RES STA FUN STA I II RIG RES STA FUN STA I II
ZIO
(SPO) IV (SPO) IV
Limitazione Limitazione
L A
del danno del danno
IS
degli degli
elementi elementi
G
NS non NS non
E
§ 7.3.6.1 x § 7.3.6.1 x
L
ST strutturali, o ST strutturali, o
I
delle pareti delle pareti
D
SLO per le SLO per le
costruzioni costruzioni
O
di muratura di muratura
TIN
Funzioname Funzioname
ET
IM nto degli § 7.3.6.3 x IM nto degli § 7.3.6.3 x
impianti impianti
L
OL
SLE Controllo SLE Controllo
B
del danno del danno
ST degli § 7.3.1(*) x ST degli § 7.3.1(*) x
elementi elementi
strutturali strutturali
Controllo Controllo
del danno del danno
SLD degli SLD degli
elementi elementi
NS non NS non
§ 7.3.6.1 x x § 7.3.6.1 x x
ST strutturali, o ST strutturali, o
delle pareti delle pareti
per le per le
costruzioni costruzioni
di muratura di muratura
Livello di Livello di
danno degli danno degli
elementi elementi
strutturali strutturali
SLU SLV ST § 7.3.6.1 x x x SLU SLV ST § 7.3.6.1 x x x
coerente con coerente con
il fattore di il fattore di
comportame comportame
nto adottato, nto adottato,
E
diffusi diffusi
I N
Capacità Capacità
L
ultima degli ultima degli
N
IM impianti e § 7.3.6.3 x x IM impianti e § 7.3.6.3 x x
O
dei dei
A
collegamenti collegamenti
IC
Margine di Margine di
N
sicurezza sicurezza
C
sufficiente sufficiente
TE
per azioni § 7.3.6.1 per azioni § 7.3.6.1
ST x x ST x x
verticali ed (DUT) verticali ed (DUT)
E
esiguo per esiguo per
N
azioni azioni
IO
orizzontali orizzontali
SLC Capacità di SLC Capacità di
AZ
spostamento spostamento
L
dei dei
IS
dispositivi dispositivi
§ 7.10.6.2.2 § 7.10.6.2.2
ST nelle x x ST nelle x x
G
(SPO) (SPO)
costruzioni costruzioni
E
IL
con con
isolamento isolamento
D
sismico sismico
T
ET
Nelle verifiche di cui al § 7.3.6.1,nel caso di analisi lineari (§7.3.3.) si assume dr = dEe.
BO
Le verifiche sugli elementi strutturali si eseguono in termini di: rigidezza, per contenere le deformazioni indotte dal sisma e conseguentemente i
rigidezza, per contenere le deformazioni indotte dal sisma e conseguentemente i danni sugli elementi non strutturali;
danni sugli elementi non strutturali; resistenza, per soddisfare la domanda allo SLV, in condizioni ultime o
resistenza, per soddisfare la domanda allo SLV, in condizioni ultime o sostanzialmente elastiche, a seconda che si faccia riferimento a un
sostanzialmente elastiche, a seconda che si faccia riferimento a un comportamento strutturale dissipativo o non dissipativo;
comportamento strutturale dissipativo o non dissipativo; duttilità, per garantire alla struttura la capacità di sostenere la domanda di
duttilità, per garantire alla struttura la capacità di sostenere la domanda di spostamento allo SLC.
spostamento allo SLC. Relativamente all’ultimo dei tre punti sopra elencati, per le strutture a telaio o a pareti,
Relativamente all’ultimo dei tre punti sopra elencati, per le strutture a telaio o a pareti, oltre ai dettagli costruttivi, sono previste specifiche verifiche di duttilità che riguardano
oltre ai dettagli costruttivi, sono previste specifiche verifiche di duttilità che riguardano gli elementi verticali primari allo spiccato delle fondazioni e per tutte le zone dissipative
gli elementi verticali primari allo spiccato delle fondazioni e per tutte le zone dissipative degli elementi strutturali secondari.
degli elementi strutturali secondari. In merito alle “VERIFICHE DI RIGIDEZZA (RIG)”, per le tamponature duttili di cui al punto
C7.3.6.2 ELEMENTI NON STRUTTURALI (NS) C7.3.6.2 ELEMENTI NON STRUTTURALI (NS)
Il controllo del danno negli elementi non strutturali si effettua, in maniera indiretta, Il controllo del danno negli elementi non strutturali si effettua, in maniera indiretta,
intervenendo sulla rigidezza degli elementi strutturali al fine di contenere gli intervenendo sulla rigidezza degli elementi strutturali al fine di contenere gli
spostamenti di interpiano, come indicato al § 7.3.6.1. Devono essere eseguite invece
N E
spostamenti di interpiano, come indicato al § 7.3.6.1. Devono essere eseguite invece
I
verifiche dirette in termini di stabilità. La prestazione, consistente nell’evitare la
L
verifiche dirette in termini di stabilità. La prestazione, consistente nell’evitare la
N
O
possibile espulsione delle tamponature sotto l’azione della Fa, si può ritenere conseguita possibile espulsione delle tamponature sotto l’azione della Fa, si può ritenere conseguita
con l’inserimento di leggere reti da intonaco sui due lati della muratura, collegate tra
IC A
con l’inserimento di leggere reti da intonaco sui due lati della muratura, collegate tra
N
loro ed alle strutture circostanti a distanza non superiore a 500 mm sia in direzione loro ed alle strutture circostanti a distanza non superiore a 500 mm sia in direzione
C
TE
orizzontale sia in direzione verticale, ovvero con l’inserimento di elementi di armatura orizzontale sia in direzione verticale, ovvero con l’inserimento di elementi di armatura
E
orizzontale nei letti di malta, a distanza non superiore a 500 mm. La domanda sismica F a orizzontale nei letti di malta, a distanza non superiore a 500 mm. La domanda sismica F a
si determina secondo le indicazioni del § 7.2.3 della norma e del § C7.2.3 della presente
IO N
si determina secondo le indicazioni del § 7.2.3 della norma e del § C7.2.3 della presente
D IL
C7.4 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO
IN O
TTcontiene disposizioni specifiche
C7.4 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO
B O
debolmente armato è possibile fare riferimento
prescelto. Per le strutture di calcestruzzo
alle “Linee guida per sistemi costruttivi
a seconda del comportamento strutturale prescelto.
IC
elementi strutturali, poiché contribuiscono alla realizzazione di meccanismi ciclici elementi strutturali, poiché contribuiscono alla realizzazione di meccanismi ciclici
inelastici dissipativi e globalmente stabili.
C N
inelastici dissipativi e globalmente stabili.
T E
Nell’ottica del perseguimento di un comportamento duttile, affidato a plasticizzazioni Nell’ottica del perseguimento di un comportamento duttile, affidato a plasticizzazioni
N E
diffuse nelle zone a tal fine individuate (zone dissipative) la norma dà particolare diffuse nelle zone a tal fine individuate (zone dissipative) la norma dà particolare
risalto, per le costruzioni di calcestruzzo, al confinamento. È noto, infatti, che il risalto,
IO
confinamento migliora il comportamento del calcestruzzo in termini sia di resistenza, sia Zconfinamento
per le costruzioni di calcestruzzo, al confinamento. È noto, infatti, che il
T
dell’esigenza di contenere i fenomeni di degrado e riduzione
LE
di rigidezza nelle zone dell’esigenza di contenere i fenomeni di degrado oligociclico e riduzione di rigidezza
BO
secondari. dissipative, sia degli elementi primari, sia degli elementi secondari.
Un particolare riguardo è richiesto per le verifiche di duttilità nelle zone allo spiccato
Un particolare riguardo è richiesto per le verifiche di duttilità nelle zone allo spiccato delle fondazioni di tutti i pilastri primari. Per questi elementi, la norma fornisce, in
delle fondazioni di tutti i pilastri primari. Per questi elementi, la norma fornisce, in alternativa alle verifiche specifiche, anche delle espressioni semplificate per il calcolo
alternativa alle verifiche specifiche, anche delle espressioni semplificate per il calcolo delle armature trasversali in funzione della domanda di duttilità.
delle armature trasversali in funzione della domanda di duttilità. In generale, per tutti gli elementi strutturali, la norma fornisce dettagli costruttivi
In generale, per tutti gli elementi strutturali, la norma fornisce dettagli costruttivi finalizzati a garantire il comportamento desiderato a livello sia locale sia globale.
finalizzati a garantire il comportamento desiderato a livello sia locale sia globale.
C7.4.1 C7.4.1
C7.4.2 C7.4.2
C7.4.2.2 ACCIAIO
L’uso di barre di acciaio B450A, nei tipi e nei diametri indicati in § 7.4.2.2, è limitato a
quelle armature in cui l’azione sismica non produce sollecitazioni sensibili (armature
non partecipanti alla resistenza sismica).
C7.4.3 TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO C7.4.3 TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO
I N E
L classificandole essenzialmente in base alla
C7.4.3.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI C7.4.3.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI
O N
La norma identifica le tipologie strutturali, classificandole essenzialmente in base alla La norma identifica le tipologie strutturali,
C A
tipologia delle strutture verticali che contribuiscono maggiormente alla resistenza tipologia delle strutture verticali che contribuiscono maggiormente alla resistenza
I
Ne, considerato che i fattori di comportamento e dunque l’azione
laterale. Ciò significa che l’individuazione della tipologia è possibile, a rigore, solo a laterale. Ciò significa che l’individuazione della tipologia è possibile, a rigore, solo a
progettazione avvenuta e, considerato che i fattori di comportamento e dunque l’azione progettazione avvenuta
E Cdipendono
necessitàE
sismica di progetto dipendono proprio dalla tipologia, il processo dovrebbe essere di sismica di progetto
T proprio dalla tipologia, il processo dovrebbe essere di
necessità iterativo.
In realtà, almeno in prima battuta, per l’identificazione della tipologia strutturale, si può InIO
N iterativo.
A Zvalutare la percentuale del taglio totale al piede agente su ciascun tipo di struttura
realtà, almeno in prima battuta, per l’identificazione della tipologia strutturale, si può
valutare la percentuale del taglio totale al piede agente su ciascun tipo di struttura
L
S in verticale sismoresistente (telaio, parete, ecc.)a partire dalle rigidezze relative, quindi in
Ielastico.
G
verticale sismoresistente (telaio, parete, ecc.)a partiredalle rigidezze relative, quindi
base alla ripartizione delle sollecitazioni ottenuta attraverso un modello
L Eripartizione base alla ripartizione delle sollecitazioni ottenuta attraverso un modello elastico.
Sarebbe, pertanto, opportuno verificare, almeno a fine progettazione,
D I la Sarebbe, pertanto, opportuno verificare, almeno a fine progettazione, la ripartizione
I N O strutturale ai fini conto delle eventuali incertezze nell’individuazione della tipologia strutturale ai fini
delle resistenze rispetto alla resistenza a taglio totale, o comunque tenere debitamente delle resistenze rispetto alla resistenza a taglio totale, o comunque tenere debitamente
E
della determinazione del fattore di comportamento.
O LLoccorre
Le strutture dotate di rigidezza e/o resistenza torsionale basse sono deformabili Le strutture dotate di rigidezza e/o resistenza torsionale basse sono deformabili
B
torsionalmente; per tali tipologie strutturali evitare o limitare, quanto più torsionalmente; per tali tipologie strutturali occorre evitare o limitare, quanto più
possibile, le eccentricità tra il centro di massa e il centro di rigidezza, in quanto possibile, le eccentricità tra il centro di massa e il centro di rigidezza, in quanto
l'attivazione di modi di vibrare torsionali può provocare amplificazioni significative l'attivazione di modi di vibrare torsionali può provocare amplificazioni significative
degli effetti legati all'azione sismica. Qualora non si riesca, modificando degli effetti legati all'azione sismica. Qualora non si riesca, modificando
opportunamente la geometria e la disposizione degli elementi strutturali, a ridurre la opportunamente la geometria e la disposizione degli elementi strutturali, a ridurre la
significatività dei modi torsionali, la norma tende a penalizzare la struttura, significatività dei modi torsionali, la norma tende a penalizzare la struttura,
particolarmente nei telai perimetrali,per tener conto dell’incremento della domanda di particolarmente nei telai perimetrali,per tener conto dell’incremento della domanda di
duttilità dovuta alla torsione d’insieme. duttilità dovuta alla torsione d’insieme.
Da un punto di vista operativo, ciò si traduce in una riduzione significativa del fattore di Da un punto di vista operativo, ciò si traduce in una riduzione significativa del fattore di
comportamento e nel conseguente incremento dell’azione sismica di progetto. Secondo comportamento e nel conseguente incremento dell’azione sismica di progetto. Secondo
quanto prescritto al § 7.4.3.1, le strutture deformabili torsionalmente sono tipologie quanto prescritto al § 7.4.3.1, le strutture deformabili torsionalmente sono tipologie
strutturali la cui rigidezza torsionale non soddisfa ad ogni piano la condizione r 2/ls2 >1. strutturali la cui rigidezza torsionale non soddisfa ad ogni piano la condizione r2/ls2 >1.
E
Il parametro ls è il raggio di inerzia delle masse, che è pari alla radice quadrata del Il parametro ls è il raggio di inerzia delle masse, che è pari alla radice quadrata del
rapporto tra il momento di inerzia polare della massa del piano, rispetto ad un asse
L I N
rapporto tra il momento di inerzia polare della massa del piano, rispetto ad un asse
verticale passante per il centro di massa, e la massa del piano stesso. Nel caso di pianta
N
verticale passante per il centro di massa, e la massa del piano stesso. Nel caso di pianta
O
A
rettangolare e distribuzione uniforme delle masse, è valida la formulazione semplificata rettangolare e distribuzione uniforme delle masse, è valida la formulazione semplificata
proposta dalla norma al § 7.4.3.1; tale espressione può essere estesa a tutte le strutture
IC
proposta dalla norma al § 7.4.3.1; tale espressione può essere estesa a tutte le strutture
N
che rispettano i requisiti di regolarità in pianta, considerando L e B come le dimensioni
C
che rispettano i requisiti di regolarità in pianta, considerando L e B come le dimensioni
medie dell'ingombro lungo le due direzioni principali.
TE
medie dell'ingombro lungo le due direzioni principali.
E
N
Alternativamente l’individuazione delle strutture deformabili torsionalmente può essere Alternativamente l’individuazione delle strutture deformabili torsionalmente può essere
effettuata valutando il rapporto Ωtra i periodi dei modi di vibrare:
IO
effettuata valutando il rapporto Ωtra i periodi dei modi di vibrare:
T
L AZ TT
IS
[C7.4.2] [C7.4.2]
G
T
E
IL
dove: dove:
T Periodo traslazionale disaccoppiato;
O D T Periodo traslazionale disaccoppiato;
Tθ Periodo torsionale disaccoppiato.
T IN Tθ Periodo torsionale disaccoppiato.
T
LE
Se Ω è maggiore di 1 la risposta è principalmente traslazionale, se inferiore ad 1 la Se Ω è maggiore di 1 la risposta è principalmente traslazionale, se inferiore ad 1 la
L
risposta è dominata da un comportamento torsionale, dunque la struttura viene risposta è dominata da un comportamento torsionale, dunque la struttura viene
BO
classificata come deformabile torsionalmente. classificata come deformabile torsionalmente.
C7.4.4 DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI PRIMARI E C7.4.4 DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI PRIMARI E
SECONDARI SECONDARI
L’analisi delle sollecitazioni è effettuata con riferimento alla combinazione sismica delle L’analisi delle sollecitazioni è effettuata con riferimento alla combinazione sismica delle
azioni specificata al § 2.5.3 delle NTC ed alla combinazione delle componenti orizzontali azioni specificata al § 2.5.3 delle NTC ed alla combinazione delle componenti orizzontali
e verticali del sisma specificata al § 7.3.5 delle NTC (espressione [7.3.10]). Le verifiche di e verticali del sisma specificata al § 7.3.5 delle NTC (espressione [7.3.10]). Le verifiche di
resistenza degli elementi strutturali si effettuano come indicato al § 4.1.2 delle NTC, resistenza degli elementi strutturali si effettuano come indicato al § 4.1.2 delle NTC,
dove si assumono, per tener conto del degrado ciclico dei materiali, gli stessi coefficienti dove si assumono, per tener conto del degrado ciclico dei materiali, gli stessi coefficienti
parziali C e S delle condizioni non sismiche. parziali C e S delle condizioni non sismiche.
Le verifiche di duttilità previste al § 7.4.4 delle NTC si intendono implicitamente Le verifiche di duttilità previste al § 7.4.4 delle NTC si intendono implicitamente
soddisfatte se si seguono le regole per i materiali, i dettagli costruttivi e la progettazione soddisfatte se si seguono le regole per i materiali, i dettagli costruttivi e la progettazione
E
condizioni cicliche, non attivi un meccanismo combinato di taglio-flessione. condizioni cicliche, non attivi un meccanismo combinato di taglio-flessione.
Tale verifica deve essere eseguita almeno nelle zone dissipative degli elementi in cui
L I N
Tale verifica deve essere eseguita almeno nelle zone dissipative degli elementi in cui
sono attese con maggiore probabilità le plasticizzazioni, ovvero le sezioni di estremità
O N
sono attese con maggiore probabilità le plasticizzazioni, ovvero le sezioni di estremità
delle travi, dei pilastri secondari e le sezioni allo spiccato dei pilastri primari e delle
A
delle travi, dei pilastri secondari e le sezioni allo spiccato dei pilastri primari e delle
IC
N
pareti. pareti.
C
TE
Si deve verificare che la capacità a taglio nell’elemento sia maggiore della Si deve verificare che la capacità a taglio nell’elemento sia maggiore della
E
corrispondente domanda valutata in base ai criteri della progettazione in capacità, con i corrispondente domanda valutata in base ai criteri della progettazione in capacità, con i
fattori di sovraresistenza specifici per la classe di duttilità scelta.
N
IOcapacità a taglio in condizioni cicliche, in funzione della domanda di duttilità, può
fattori di sovraresistenza specifici per la classe di duttilità scelta.
A
La capacità a taglio in condizioni cicliche, in funzione della domanda di duttilità, può La
Zessere
S
essere determinata come indicato nel §8.7.2.3.5. Il rispetto delle condizioni sopra
L
I un raggiungimento
determinata come indicato nel §8.7.2.3.5. Il rispetto delle condizioni sopra
G
indicate comporta l’esecuzione di una ulteriore verifica a taglio, per garantire il indicate comporta l’esecuzione di una ulteriore verifica a taglio, per garantire il
D I
meccanismo a taglio. Il quantitativo di armatura trasversale nelle zone dissipative Il quantitativo di armatura trasversale nelle zone dissipative sarà,
N O
pertanto, pari al valore massimo tra l’armatura trasversale a taglio,
I
considerando il pertanto, pari al valore massimo tra l’armatura trasversale a taglio, considerando il
L E
conseguire una duttilità di curvatura maggiore di quella una duttilità di curvatura maggiore di quella richiesta, coerentemente con il
fattore di comportamento adottato.
L fattore di comportamento adottato.
Taglio Taglio
Per il calcolo della domanda a taglio sulla trave, si può far riferimento allo schema di Per il calcolo della domanda a taglio sulla trave, si può far riferimento allo schema di
Figura C7.4.1, dove è rappresentato sia il caso di plasticizzazione delle sezioni di Figura C7.4.1, dove è rappresentato sia il caso di plasticizzazione delle sezioni di
estremità delle travi (quando la somma dei momenti resistenti delle sezioni di estremità estremità delle travi (quando la somma dei momenti resistenti delle sezioni di estremità
delle travi convergenti nel nodo è inferiore alla somma dei momenti resistenti delle delle travi convergenti nel nodo è inferiore alla somma dei momenti resistenti delle
sezioni di estremità dei pilastri convergenti nel medesimo nodo) sia il caso di sezioni di estremità dei pilastri convergenti nel medesimo nodo) sia il caso di
plasticizzazione dei pilastri (quando la somma dei momenti resistenti delle sezioni di plasticizzazione dei pilastri (quando la somma dei momenti resistenti delle sezioni di
estremità delle travi convergenti nel nodo è superiore alla somma dei momenti resistenti estremità delle travi convergenti nel nodo è superiore alla somma dei momenti resistenti
I N E
N L
A O
N IC
Figura C7.4.1 – Equilibrio dei momenti per il calcolo delle sollecitazioni di taglio di progetto
C
Figura C7.4.1 – Equilibrio dei momenti per il calcolo delle sollecitazioni di taglio di progetto
VEdnelle travi.
E TE VEdnelle travi.
Le verifiche di duttilità devono essere eseguite secondo quanto specificato al cap. 4 delle
L AZLeNTC.
verifiche di duttilità devono essere eseguite secondo quanto specificato al cap. 4 delle
NTC.
G IS
E
IL
C7.4.4.2 PILASTRI C7.4.4.2 PILASTRI
O D
IN
C7.4.4.2.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES) C7.4.4.2.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
T
ET
La progettazione in capacità dei pilastri prevede, basandosi su considerazioni di La progettazione in capacità dei pilastri prevede, basandosi su considerazioni di
L L
equilibrio, che la somma dei momenti resistenti delle sezioni di estremità dei pilastri equilibrio, che la somma dei momenti resistenti delle sezioni di estremità dei pilastri
BO
convergenti in un nodo sia maggiore della somma dei momenti resistenti delle sezioni convergenti in un nodo sia maggiore della somma dei momenti resistenti delle sezioni
di estremità delle travi convergenti nello stesso nodo, moltiplicati per un fattore di di estremità delle travi convergenti nello stesso nodo, moltiplicati per un fattore di
sovraresistenza. sovraresistenza.
Dal punto di vista applicativo, per determinare le sollecitazioni di progetto in ciascuna Dal punto di vista applicativo, per determinare le sollecitazioni di progetto in ciascuna
sezione dei pilastri all’interfaccia col pannello nodale, si può ipotizzare che il rapporto sezione dei pilastri all’interfaccia col pannello nodale, si può ipotizzare che il rapporto
fra i momenti flettenti nelle due sezioni considerate si mantenga invariato a seguito fra i momenti flettenti nelle due sezioni considerate si mantenga invariato a seguito
delle plasticizzazioni nelle travi; in tale ipotesi, il coefficiente moltiplicativo da delle plasticizzazioni nelle travi; in tale ipotesi, il coefficiente moltiplicativo da
applicare ai momenti flettenti sui pilastri derivanti dall’analisi elastica vale: applicare ai momenti flettenti sui pilastri derivanti dall’analisi elastica vale:
Rd M b,Rd Rd M b,Rd
M c,Ed M c,Ed
[C7.4.3] [C7.4.3]
con Mb,Rd momento resistente della generica trave convergente nel nodo e con Mb,Rd momento resistente della generica trave convergente nel nodo e
E
duttilità su di essi. In questo caso, a parte le incertezze portate in conto attraverso il duttilità su di essi. In questo caso, a parte le incertezze portate in conto attraverso il
fattore di sovraresistenza, la progettazione in capacità non è in grado di impedire
I N
fattore di sovraresistenza, la progettazione in capacità non è in grado di impedire
L
plasticizzazioni, seppur limitate, in alcuni pilastri.
N
plasticizzazioni, seppur limitate, in alcuni pilastri.
O
Nella realtà, infatti, a causa della variazione delle rigidezze relative fra gli elementi
A
Nella realtà, infatti, a causa della variazione delle rigidezze relative fra gli elementi
IC
N
strutturali, quando la struttura entra in campo inelastico varia la distribuzione delle strutturali, quando la struttura entra in campo inelastico varia la distribuzione delle
caratteristiche della sollecitazione all’interno della struttura. Può pertanto accadere che,
C
caratteristiche della sollecitazione all’interno della struttura. Può pertanto accadere che,
pur mantenendosi inalterato l’equilibrio al nodo, una volta raggiunta la plasticizzazione
TE
pur mantenendosi inalterato l’equilibrio al nodo, una volta raggiunta la plasticizzazione
E
N
nelle sezioni delle travi possa modificarsi, all’interfaccia del pannello nodale, il rapporto nelle sezioni delle travi possa modificarsi, all’interfaccia del pannello nodale, il rapporto
fra i momenti nelle sezioni dei pilastri convergenti nel medesimo nodo ovvero, in
IO
fra i momenti nelle sezioni dei pilastri convergenti nel medesimo nodo ovvero, in
pratica, che uno dei due momenti dei pilastri possa crescere, potenzialmente fino alla
L AZ pratica, che uno dei due momenti dei pilastri possa crescere, potenzialmente fino alla
plasticizzazione, e l’altro decrescere.
G IS plasticizzazione, e l’altro decrescere.
LE
Pertanto non è escluso che, pur avendo utilizzato le regole della progettazione in Pertanto non è escluso che, pur avendo utilizzato le regole della progettazione in
D I
capacità, si possano verificare delle plasticizzazioni nelle zone di estremità di qualche capacità, si possano verificare delle plasticizzazioni nelle zone di estremità di qualche
O
pilastro. D’altra parte, scopo della progettazione in capacità è limitare il più possibile pilastro. D’altra parte, scopo della progettazione in capacità è limitare il più possibile
T IN
tale eventualità e, soprattutto, escludere la formazione di meccanismi globalmente tale eventualità e, soprattutto, escludere la formazione di meccanismi globalmente
ET
instabili, quali ad esempio quelli che possono determinarsi a causa della plasticizzazione instabili, quali ad esempio quelli che possono determinarsi a causa della plasticizzazione
LL
contemporanea, alla base ed in testa, di tutti i pilastri di uno stesso livello (meccanismi contemporanea, alla base ed in testa, di tutti i pilastri di uno stesso livello (meccanismi
di piano).
O
B di tutti i pilastri primari la norma aggiunge,
Per i motivi detti, nelle zone dissipative
di piano).
Per i motivi detti, nelle zone dissipative di tutti i pilastri primari la norma aggiunge,
all’utilizzo della progettazione in capacità, l’applicazione di specifici accorgimenti per la all’utilizzo della progettazione in capacità, l’applicazione di specifici accorgimenti per la
duttilità. Un riguardo maggiore è dato alle zone dissipative allo spiccato dei pilastri duttilità. Un riguardo maggiore è dato alle zone dissipative allo spiccato dei pilastri
primari, che devono necessariamente plasticizzarsi affinché si possa formare il primari, che devono necessariamente plasticizzarsi affinché si possa formare il
meccanismo globale desiderato, cioè quello che prevede la contemporanea meccanismo globale desiderato, cioè quello che prevede la contemporanea
plasticizzazione delle sezioni di estremità delle travi a tutti i livelli. plasticizzazione delle sezioni di estremità delle travi a tutti i livelli.
Nella progettazione dei pilastri la norma prevede un approccio semplificato Nella progettazione dei pilastri la norma prevede un approccio semplificato
consentendo, per ciascuna direzione di applicazione del sisma, una verifica a presso- consentendo, per ciascuna direzione di applicazione del sisma, una verifica a presso-
flessione retta purché la corrispondente capacità a flessione del pilastro venga flessione retta purché la corrispondente capacità a flessione del pilastro venga
considerata ridotta del 30%. considerata ridotta del 30%.
Le sollecitazioni della domanda si riferiscono alle due combinazioni sismiche con Le sollecitazioni della domanda si riferiscono alle due combinazioni sismiche con
E
direzione considerata. Si incrementa poi il momento nell’altra direzione,rispetto a quello direzione considerata. Si incrementa poi il momento nell’altra direzione,rispetto a quello
ottenuto dall’analisi, in modo da mantenere invariato il rapporto tra le componenti. Si
I N
ottenuto dall’analisi, in modo da mantenere invariato il rapporto tra le componenti. Si
L
procede in analogia, massimizzando il momento lungo l’altra direzione principale della
N
procede in analogia, massimizzando il momento lungo l’altra direzione principale della
O
A
sezione. A partire dalla domanda a pressoflessione deviata nelle diverse combinazioni, sezione. A partire dalla domanda a pressoflessione deviata nelle diverse combinazioni,
IC
associata ai corrispondenti valori del carico assiale, si eseguono le verifiche di resistenza. associata ai corrispondenti valori del carico assiale, si eseguono le verifiche di resistenza.
N
ECdel taglio di calcolo attraverso la formula [7.4.5] delle NTC, M
Taglio Taglio
Nella valutazione del taglio di calcolo attraverso la formula [7.4.5] delle NTC, M i,d
E T
Nella valutazione i,d
IO N
rappresenta la massima azione flettente trasmessa al pilastro, ove si tiene conto che le rappresenta la massima azione flettente trasmessa al pilastro, ove si tiene conto che le
oppure (qualora si formino prima) nelle zone di estremità dei pilastri, come illustrato in Zoppure (qualora si formino prima) nelle zone di estremità dei pilastri, come illustrato in
cerniere plastiche devono formarsi nelle zone estremali delle travi convergenti al nodo cerniere plastiche devono formarsi nelle zone estremali delle travi convergenti al nodo
L A Figura C7.4.2.
Figura C7.4.2.
S
GIpilastro L’utilizzo della [7.4.5] consente di individuare il massimo taglio agente sul pilastro
E
I L [7.4.5],
L’utilizzo della [7.4.5] consente di individuare il massimo taglio agente sul
D
nell’ipotesi che le sequenze di plasticizzazionesianocoerenti col meccanismo globale nell’ipotesi che le sequenze di plasticizzazionesianocoerenti col meccanismo globale
IN O
ipotizzato; nella valutazione del taglio di calcolo mediante l’espressione la ipotizzato; nella valutazione del taglio di calcolo mediante l’espressione [7.4.5], la
T
lunghezza del pilastro l è da valutarsi escludendo l’ingombro delle travi in esso lunghezza del pilastro l è da valutarsi escludendo l’ingombro delle travi in esso
T
p p
E
confluenti. confluenti.
O LL
B
T
progetto VEd nei pilastri. progetto VEd nei pilastri.
T
LE
OL secondo quanto specificato al cap. 4 delle
C7.4.4.2.2 VERIFICHE DI DUTTILITÀ(DUT) C7.4.4.2.2 VERIFICHE DI DUTTILITÀ(DUT)
E
bjx,a = max(bcx; bbx)
bjy,a = max(bcy; bby)
I N
Le verifiche di resistenza dei nodi indicate nel presente paragrafo si applicano a
L
N
bbx
strutture in CD”A” e, limitatamente ai nodi non interamente confinati, in CD”B”. Esse
O
bjx,b = min(bcx+bcy/2; bbx+bcy/2)
A
bjx,a non si applicano alle strutture non dissipative.
bjy,b = min(bpy+bbx/2; bby+bcx/2)
IC
bjx,b Per le verifiche di resistenza dei nodi trave-pilastro è richiesta l’identificazione della
bb = dim. trave
C N
zona efficace ai fini del trasferimento delle sollecitazioni da un elemento strutturale
TE
bc = dim. pilastro all’altro. In Fig. C.7.4.3 sono sintetizzate le limitazioni di norma per la determinazione
E
bcy bj = dim. nodo bcx
delle dimensioni della zona efficace nelle due direzioni ortogonali. Le armature
IO N
trasversali nelle due direzioni devono essere contenute all’interno della zona efficace.
L AZ
IS
bbx
bjx = min(bjx,a; bjx,b) bcx
EG
bby bjy = min(bjy,a; bjy,b)
I L bby
D
bjy,a bjy,b bcy
Figura C7.4.3 – Dimensione efficace dei nodi trave-pilastro
Oformulazioni alternative.
bjx,a = max(bcx; bbx)
T
Attraverso l’uso della [7.4.10] si garantisce che le tensioni all’interno del pannello nodale
L
non superino la resistenza a trazione del calcestruzzo, del nodo; bjy,b = min(bpy+bbx/2; bby+bcx/2)
bjx,a
armature orizzontali, accettando dunque Ola fessurazione del nodo. Nel primo casoallela
attraverso la [7.4.11] e la [7.4.12] la capacità
B bb = dim. trave
bjx,b
bc = dim. pilastro
verifica dipende dalle dimensioni del pannello nodale; nel secondo caso la verifica bj = dim. nodo
bcy bcx
risulta indipendente da esse.
Nella pratica, non è raro incontrare situazioni in cui il primo approccio risulti
bbx
dimensionante per sisma prevalente in una direzione ed il secondo risulti
dimensionante per sisma nella direzione ortogonale alla prima; in tali casi, l’adozione di bby
E
conto del confinamento del calcestruzzo, così come indicato al § 4.1.2.1.2.1 delle NTC,
I N
ponendo j = 0,48 (fck,c / fck), avendo cura di considerare soltanto il volume di
L
N
calcestruzzo effettivamente confinato.
O
IC A
C N
C7.4.4.4 DIAFRAMMI ORIZZONTALI
C7.4.4.5.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
E TE
C7.4.4.4.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
Nella progettazione di strutture con pareti, la norma consente una ridistribuzione degli
IO N
Qualora la verifica indichi deformazioni sensibili dell’orizzontamento nel suo piano,
AZ
effetti dell'azione sismica fino al 30%, purché non si verifichi una riduzione della
non si può assumere l’ipotesi di diaframma rigido nell’analisi della struttura
L
IS C7.4.4.5 PARETI
domanda totale di resistenza delle pareti stesse. Questa possibilità, se ben utilizzata, può
G
consentire: di risolvere criticità progettuali (dettagli costruttivi, azioni trasmesse alle
E
IL
fondazioni, trazioni, ecc.); di ottimizzare la progettazione; di migliorare l’affidabilità Il presente paragrafo si applica alle verifiche sulle pareti, così come definite al § 7.4.4.5
della costruzione nel conseguire le prestazioni desiderate.
O D delle NTC.
IN
La norma raccomanda di ridistribuire momenti e tagli dalle pareti soggette a modesta Per le strutture di calcestruzzo debolmente armato ottenute con blocchi cassero, si
TT
compressione o a trazione semplice a quelle soggette a un’elevata compressione assiale, applicano le “linee guida per sistemi costruttivi a pannelli portanti basati
E
LLtra le pareti gli effetti dell’azione sismica,
con la finalità evidente di ottenere un comportamento dissipativo stabile. sull’impiego di blocchi cassero e calcestruzzo debolmente armato gettato in opera”
dovute alle ridistribuzioni. È pertanto opportuno che, nel determinare la risposta C7.4.4.5.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
d’insieme, il progettista consideri le possibili eccentricità indotte da plasticizzazioni non Nella progettazione di strutture con pareti, la norma consente una ridistribuzione degli
uniformi nelle pareti, per non peggiorare le condizioni di regolarità strutturale effetti dell'azione sismica fino al 30%, purché non si verifichi una riduzione della
conseguite in fase di dimensionamento degli elementi strutturali. domanda totale di resistenza delle pareti stesse.
In generale, nella progettazione di strutture con pareti, indipendentemente dall’utilizzo
delle ridistribuzioni, occorre considerare le incertezze nella valutazione degli effetti
dinamici in campo post-elastico. Tali incertezze, in assenza di determinazioni più
accurate, ad esempio attraverso analisi non lineari, possono essere portate in conto La norma consente di ridistribuire momenti e tagli dalle pareti soggette a modesta
modificando opportunamente la distribuzione dei momenti nelle pareti ed amplificando compressione o a trazione semplice a quelle soggette a un’elevata compressione assiale,
coerentemente, ed in linea con i principi della progettazione in capacità, la domanda a con la finalità di ottenere un comportamento dissipativo stabile.
I N E
L
fattore MEd/MRd, dove MEd è il momento flettente di progetto alla base della parete
fornito dall’analisi nella situazione sismica di progetto (domanda) e MRd è il momento
O N
resistente di calcolo (capacità).
IC A
N
Si noti che, nel caso in cui nella progettazione si ricorra alla ridistribuzione degli effetti
C
TE
tra le pareti, il fattore MEd/MRd può assumere valori maggiori dell’unità, comportando
E
un conseguente incremento della domanda di duttilità nelle pareti progettate con valori
C7.4.4.5.2 VERIFICHE DI DUTTILITÀ
N
(DUT)
del momento resistente inferiori alla corrispondente sollecitazione flessionale ottenuta
IO
AZ
dall’analisi. Per le zone dissipative delle pareti, la norma prevede che vengano eseguite specifiche
L
Le formule [7.4.29] e [7.4.30] contenute nel § 7.4.6.2.4 delle NTC consentono di verifiche di duttilità. La domanda di duttilità in tali zone viene espressa, a livello di
determinare i quantitativi di armatura trasversale in funzione della domanda di
G IS sezione, mediante il fattore di duttilità in curvatura µ. Qualora non si proceda ad una
LE
duttilità; tali quantitativi sono da intendersi come minimi inderogabili solo nel caso in determinazione diretta mediante analisi non lineare, tale domanda può essere valutata
D I
cui non vengano eseguite le verifiche di duttilità come indicato al § 7.4.4.5.2. attribuendo a μi valori forniti dalle [7.4.3] del § 7.4.4.1.2 in cui il valore di q è ridotto del
O
fattore MEd/MRd, dove MEd è il momento flettente di progetto alla base della parete
C7.4.5 COSTRUZIONI CON STRUTTURA PREFABBRICATA
T IN fornito dall’analisi nella situazione sismica di progetto (domanda) e MRd è il momento
ET
resistente di calcolo (capacità).
L
C7.4.5.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO
OL
Si noti che, nel caso in cui nella progettazione si ricorra alla ridistribuzione degli effetti
Il § 7.4.5.1 delle NTC si riferisce alle tipologie delle strutture prefabbricate, per le quali si
riportano nel seguito alcune precisazioni.B tra le pareti, il fattore MEd/MRd può assumere valori maggiori dell’unità, comportando
un conseguente incremento della domanda di duttilità nelle pareti progettate con valori
del momento resistente inferiori alla corrispondente sollecitazione flessionale ottenuta
dall’analisi.
Le formule [7.4.29] e [7.4.30] contenute nel § 7.4.6.2.4 delle NTC consentono di
determinare i quantitativi di armatura trasversale in funzione della domanda di
duttilità; tali quantitativi sono da intendersi come minimi inderogabili solo nel caso in
cui non vengano eseguite le verifiche di duttilità come indicato al § 7.4.4.5.2.
Una prima categoria di sistemi a telaio prefabbricati si riferisce a strutture con C7.4.5.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO
E
A questa categoria di telai si applicano le regole relative ai collegamenti tipo c) di cui al §
N
C7.4.5.1.1 STRUTTURE A TELAIO
7.4.5.2.1 delle NTC.Il vincolo di base dei pilastri deve realizzare un incastro totale con la
L I
N
fondazione e deve essere dimensionato con le regole delle strutture in opera di cui al § Una prima categoria di sistemi a telaio prefabbricati si riferisce a strutture con
7.4 o con le regole relative ai collegamenti tipo b) o tipo c) di cui al § 7.4.5.2.1 delle NTC.
A O
collegamenti monolitici realizzati con getti integrativi che danno continuità di forze e
IC
momenti, ad emulazione delle strutture gettate in opera (v. Figura C7.4.4).
N
Una seconda categoria di sistemi a telaio prefabbricati si riferisce a strutture con
C
TE
collegamenti realizzati con dispositivi meccanici tra i vari elementi prefabbricati. A
questa categoria di telai si applicano le regole relative ai collegamenti di cui al § 7.4.5.2.1
delle NTC. Il vincolo di base dei pilastri deve realizzare un incastro totale con la
N E
IO
AZ
fondazione dimensionato con le regole delle strutture in opera di cui al § 7.4 o con le
L
regole relative ai collegamenti tipo b) o tipo c) di cui al § 7.4.5.2.1 delle NTC.
G IS
Eincernierati
C7.4.5.1.2 STRUTTURE CON PILASTRI INCASTRATI ALLA BASE E ORIZZONTAMENTI AD ESSI CERNIERATI FiguraC7.4.4 -Strutture a telaio con collegamenti monolitici
I L A questa categoria di telai si applicano le regole relative alle strutture in opera di cui al §
collegamento a cerniera dà continuità di forze (v. Figura C7.4.5).D
Nelle strutture con pilastri incastrati alla base ed orizzontamenti ad essi il
O le regole relative ai
A questa categoria di 7.4 delle NTC. Il vincolo di base dei pilastri deve realizzare un incastro totale con la
telai, tipica della tecnologia prefabbricativa, si applicano
I N
T dei pilastri deve realizzare
fondazione dimensionato con le regole delle strutture in opera di cui al § 7.4 o con le
T
E dimensionato con le regole delle
collegamenti di cui al § 7.4.5.2.1 delle NTC. Il vincolo di base regole relative ai collegamenti tipo b) o tipo c) di cui al § 7.4.5.2.1 delle NTC.
L
un incastro totale con la fondazione e deve essere
Lrelative Una seconda categoria di sistemi prefabbricati a telaio si riferisce a strutture con
C7.4.5.1.2 STRUTTURE CON PILASTRI INCASTRATI ALLA BASE E ORIZZONTAMENTI AD ESSI CERNIERATI
Nelle strutture con pilastri incastrati alla base ed orizzontamenti ad essi incernierati il
collegamento a cerniera dà continuità di forze (v. Figura C7.4.5). A questa categoria di
telai, tipica della tecnologia della prefabbricazione, si applicano le regole relative ai
collegamenti di cui al § 7.4.5.2.1 delle NTC, mentre il vincolo di base dei pilastri deve
realizzare un incastro totale con la fondazione dimensionato con le regole delle strutture
Figura C7.4.5 -Strutture con pilastri incastrati alla base ed orizzontamenti ad essi cernierati
I N E
Le strutture con pilastri isostatici del tipo di quelle rappresentate in Figura C7.4.6, che
N L
O
consentono le libere dilatazioni della copertura per effetto di fenomeni come le
variazioni termiche, concentrano le azioni orizzontali dovute al sisma su alcuni pilastri.
IC A
Figura C7.4.5 -Strutture con pilastri incastrati alla base ed orizzontamenti ad essi cernierati
N
Per queste strutture si applicano le regole date al § 7.4.5.2.1 con riferimento sia ai
collegamenti fissi, sia ai collegamenti scorrevoli.
Le strutture conE C isostatici del tipo di quelle rappresentate in Figura C7.4.6, che
T pilastri
Etermiche, concentrano le azioni orizzontali dovute al sisma su alcuni pilastri.
N
consentono le libere dilatazioni della copertura per effetto di fenomeni come le
T IN
ET
C7.4.6 DETTAGLI COSTRUTTIVI
Con riferimento al secondo capoverso del § 7.4.6.1.2 delle NTC, dove si pone una C7.4.6.1.1 TRAVI
limitazione geometrica alle dimensioni della sezione dei pilastri nel caso di rilevanti
effetti del 2° ordine (>0,1), si precisa che tale limitazione non si applica quando detti C7.4.6.1.2 PILASTRI
effetti vengano compiutamente valutati attraverso un’analisi non lineare che tenga conto
delle non-linearità sia meccaniche sia geometriche. Resta la limitazione sul valore
Con riferimento al secondo capoverso del § 7.4.6.1.2 delle NTC, dove si pone una
massimo degli effetti del 2° ordine data al § 7.3.1 delle NTC (0,3).
limitazione geometrica alle dimensioni della sezione dei pilastri nel caso di rilevanti
C7.4.6.2.1 TRAVI
I N E
Con riferimento al terzo capoverso del L
O N § “e7.4.6.2.1 delle NTC, si chiarisce che il termine
A
“comunque ≥ 0,25 .” deve intendersi nel resto della trave comunque ≥ 0,25 .”
IC
comp comp
N
EC-P
C7.4.6.2.2
C7.4.6.2.3 N T
N E T ODI RAVE ILASTRO
I O
Zarmature longitudinali del pilastro che attraversano i nodi devono essere disposte staffe
La NTC prevedono che, oltre a quanto richiesto dalla verifica nel § 7.4.4.3.1, lungo le
IS LA di contenimento in quantità almeno pari alla maggiore prevista nelle zone adiacenti al
E G nodo del pilastro inferiore e superiore; nel caso di nodi interamente confinati il passo
IN
aggiuntivo rispetto a quanto previsto al § 7.4.4.3
T
ET
Nel capitolo sono opportunamente integrate le regole generali di progettazione ed
L
esecuzione per le Costruzioni in acciaio per l’impiego in zona sismica.
OL
C7.5 COSTRUZIONI D’ACCIAIO
In particolare, al fine di garantire la richiesta duttilità, sono fornite prescrizioni più
B
dettagliate per la concezione dei dettagli nelle zone dissipative e per le modalità di Nel capitolo sono opportunamente integrate le regole generali di progettazione ed
verifica, in termini di gerarchia delle resistenze,dei gruppi trave-colonna. esecuzione per le Costruzioni in acciaio per l’impiego in zona sismica.
In particolare, al fine di garantire la richiesta duttilità, sono fornite prescrizioni più
C7.5.1
dettagliate per la concezione dei dettagli nelle zone dissipative e per le modalità di
C7.5.2 TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO verifica, in termini di gerarchia delle resistenze,dei gruppi trave-colonna.
E
travi della copertura);
I N
alla base ed alla sommità delle colonne nelle strutture ad un unico piano (d).
L
O N
Figura C7.5.1 - Configurazioni dissipative di strutture intelaiate: disposizione delle cerniere plastiche,
IC A
secondo le tipologie esposte nella Tabella 7.3.II del § 7.3.1 delle NTC
C N
E TE
N
Una tipologia dissipativa ad un piano, in cui le cerniere plastiche sono localizzate nelle
IO
travi ed alla base delle colonne (tipo a, Figura C7.5.1), è caratterizzata da maggiori Figura C7.5.1 - Configurazioni dissipative di strutture intelaiate: disposizione delle cerniere plastiche,
AZ
secondo le tipologie esposte nella Tabella 7.3.II del § 7.3.1 delle NTC
L
proprietà dissipative rispetto alle strutture del tipo d (Figura C7.5.1). Infatti, gran parte
IS
della capacità dissipativa della struttura è fornita dalle cerniere plastiche delle travi,
G
LE
soggette a sforzi normali trascurabili: per tale ragione il fattore di comportamento q 0 è Una tipologia dissipativa ad un piano, in cui le cerniere plastiche sono localizzate nelle
pari a 5u/1 per il tipo (a) ed a 2u/1 per il tipo (d) e per il tipo (e).
D I travi ed alla base delle colonne (tipo a, Figura C7.5.1), è caratterizzata da maggiori
O
proprietà dissipative rispetto alle strutture del tipo d (Figura C7.5.1). Infatti, gran parte
In genere nel calcolo del fattore di comportamento, si assume per il coefficiente di
IN
della capacità dissipativa della struttura è fornita dalle cerniere plastiche delle travi,
sovraresistenza u/1 il valore proposto nel § 7.5.2.2. Tale valore, però, può essere
T
ET
soggette a sforzi normali trascurabili: per tale ragione il fattore di comportamento q0 è
determinato utilizzando metodi di analisi non lineari quali l’analisi dinamica non-
L pari a 5u/1 per il tipo (a) ed a 2u/1 per il tipo (d) e per il tipo (e).
OL
lineare oppure l’analisi statica non-lineare (§ 7.3.4.1 e § 7.3.4.2). Ad ogni modo, durante
B
la progettazione tale coefficiente non può assumere valori maggiori di 1,6, anche nel In genere nel calcolo del fattore di comportamento, si assume per il coefficiente di
caso si ottengano valori più elevati a seguito di analisi non-lineari. sovraresistenza u/1 il valore proposto nel § 7.5.2.2. Tale valore, però, può essere
determinato utilizzando metodi di analisi non lineari quali l’analisi dinamica non-
C7.5.3 REGOLE DI PROGETTO GENERALI PER ELEMENTI STRUTTURALI DISSIPATIVI lineare oppure l’analisi statica non-lineare (§ 7.3.4.1 e § 7.3.4.2). Ad ogni modo, durante
la progettazione tale coefficiente non può assumere valori maggiori di 1,6, anche nel
C7.5.3.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
caso si ottengano valori più elevati a seguito di analisi non-lineari.
Si ritiene che il requisito di sovraresistenza sia soddisfatto nel caso di saldature a
completa penetrazione. C7.5.3 REGOLE DI PROGETTO GENERALI PER ELEMENTI STRUTTURALI DISSIPATIVI
Nel caso in cui i collegamenti in zone dissipative siano realizzati mediante unioni
C7.5.3.1 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
bullonate, queste devono essere sufficientemente sovraresistenti per evitare la rottura
dei bulloni a taglio. Per tale ragione, la resistenza di progetto dei bulloni a taglio deve Si ritiene che il requisito di sovraresistenza sia soddisfatto nel caso di saldature a
essere almeno 1,2 volte superiore alla resistenza a rifollamento dell’unione. Inoltre, deve completa penetrazione.
E
C7.5.4.1
C7.5.4.4 PANNELLI D’ANIMA DEI COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA
L I N
N
C7.5.4.2
Affinché il pannello d’anima della colonna possa sostenere lo sviluppo del meccanismo
dissipativo globale a telaio, secondo uno degli schemi proposti nella Figura C7.5.1, è C7.5.4.3
A O
necessario che la forza di taglio trasmessa dalle travi al pannello d’anima della colonna
N IC
Cd’anima della colonna possa sostenere lo sviluppo del meccanismo
sia calcolata in condizioni di collasso. Per tale motivo la forza con cui è necessario C7.5.4.4 PANNELLI D’ANIMA DEI COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA
confrontare la resistenza a taglio di progetto del pannello, V WP,Rd, non deriva dalle
T E
Affinché il pannello
sollecitazioni di calcolo ottenute dall’analisi strutturale, bensì dal momento plastico
N Eche la forza di taglio trasmessa dalle travi al pannello d’anima della colonna
dissipativo globale a telaio, secondo uno degli schemi proposti nella Figura C7.5.1, è
IOcalcolata in condizioni di collasso. Per tale motivo la forza con cui è necessario
resistente delle travi in esso concorrenti tramite la formula necessario
M AZsia
z
L confrontare la resistenza a taglio di progetto del pannello, V , non deriva dalle
GIS
VWP,Ed,U ov b,pl,Rd
1 H h [C7.5.2] WP,Rd
Z b
E
sollecitazioni di calcolo ottenute dall’analisi strutturale, bensì dal momento plastico
L
DI
resistente delle travi in esso concorrenti tramite la formula
dove Mb,pl,Rd è la sommatoria dei momenti plastici resistenti delle travi, H è l’altezza
M
INO
di interpiano del telaio, z è il braccio di coppia interna della trave ed h b è l’altezza della z
VWP,Ed,U ov b,pl,Rd
1 H h [C7.5.2]
T T
sezione della trave. La resistenza del pannello nodale privo di piatti di irrigidimento e/o Z b
LE
continuità, ove i fenomeni di instabilità non siano condizionanti, è data da
OL
dove Mb,pl,Rd è la sommatoria dei momenti plastici resistenti delle travi, H è l’altezza
2
B
fy
VWP,Rd A VC 1 [C7.5.3] di interpiano del telaio, z è il braccio di coppia interna della trave ed h b è l’altezza della
3 fy sezione della trave. La resistenza del pannello nodale privo di piatti di irrigidimento e/o
continuità, ove i fenomeni di instabilità non siano condizionanti, è data da
dove AVC (§ 4.3.3.1.2) è l’area resistente a taglio, mentre è la tensione normale media
2
agente nel pannello dovuta allo sforzo normale di calcolo presente nella colonna. fy
VWP,Rd A VC 1 [C7.5.3]
In Figura C7.5.2 sono rappresentati i dettagli costruttivi dei pannelli nodali, cui è 3 fy
necessario fare riferimento per il calcolo della resistenza a taglio. Nel caso di
collegamenti trave-colonna saldati i piatti di continuità in prosecuzione delle ali della dove AVC (§ 4.3.3.1.2) è l’area resistente a taglio, mentre è la tensione normale media
trave devono essere sempre previsti. agente nel pannello dovuta allo sforzo normale di calcolo presente nella colonna.
In Figura C7.5.2 sono rappresentati i dettagli costruttivi dei pannelli nodali, cui è
necessario fare riferimento per il calcolo della resistenza a taglio. Nel caso di
collegamenti trave-colonna saldati i piatti di continuità in prosecuzione delle ali della
I N E
L
Figura C7.5.2 - Dettagli costruttivi di pannelli nodali irrigiditi
C7.5.5 REGOLE DI PROGETTO SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI
CONCENTRICI
O N
C7.5.5 REGOLE DI PROGETTO SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI
La risposta carico-spostamento laterale di una struttura con controventi concentrici deve CONCENTRICI
IC A
risultare sostanzialmente indipendente dal verso dell’azione sismica. Tale requisito si
C N
La risposta carico-spostamento laterale di una struttura con controventi concentrici deve
TE
ritiene soddisfatto se ad ogni piano vale la seguente disuguaglianza: risultare sostanzialmente indipendente dal verso dell’azione sismica. Tale requisito si
A A
0, 05 [C7.5.6]
N E
ritiene soddisfatto se ad ogni piano vale la seguente disuguaglianza:
IO 0, 05
A A A A
ZA A
[C7.5.6]
LA essendo A
essendo A+ e A- le proiezioni verticali delle sezioni trasversali delle diagonali tese,
GIS
valutate per i due versi possibili delle azioni sismiche, secondo quanto presentato nella + e A- le proiezioni verticali delle sezioni trasversali delle diagonali tese,
E
Figura C7.5.3.
L
valutate per i due versi possibili delle azioni sismiche, secondo quanto presentato nella
DI
direzione (+) direzione (-)
Figura C7.5.3.
INO
direzione (+) direzione (-)
T
T
L LE
BO
A1 A2
A = A1 cos 1
A = A2 cos 2 A1 A2
1 2
A = A1 cos 1 A = A2 cos 2
1 2
Figura C7.5.3 - Definizione dell’area delle sezioni dei controventi tesi, A+ ed A-, da utilizzare nella formula
C7.5.6 Figura C7.5.3 - Definizione dell’area delle sezioni dei controventi tesi, A+ ed A-, da utilizzare nella formula
C7.5.6
C7.5.6 REGOLE DI PROGETTO SPECIFICHE PER STRUTTURA CON CONTROVENTI
ECCENTRICI
A
NIC
l’altezza della trave e p la massima
a56tw hb /5 per p 0,03rad
C
TE
deformazione plastica a taglio. tw è lo spessore dell’anima, hb
IO
a) «Elementi di connessione corti»
Z
deformazione plastica a taglio.
LA
b=min{hb, 1,5bf}
c=min{1,5bf, 1,5L}
E
IL
a*=a per e 1, 6 M l , Rd b=min{hb, 1,5bf}
OD
Vl , Rd c=min{1,5bf, 1,5L}
TIN
3 M l , Rd a*=a per e 1, 6 M l , Rd
b f per
ET
a*=
2 Vl , Rd Vl , Rd
L L 3 M l , Rd
BO
M l , Rd
e3 a*= b f per
2 Vl , Rd
Vl , Rd
M l , Rd
per valori intermedi di e si esegue
un’interpolazione lineare
e3
Vl , Rd
b) «Elementi di connessione intermedi»
per valori intermedi di e si esegue
un’interpolazione lineare
b) «Elementi di connessione intermedi»
E
Per quanto riguarda gli elementi di connessione corti, l’instabilità inelastica a taglio c) «Elementi di connessione lunghi»
potrebbe limitare le capacità dissipative di tali elementi che potrebbero, quindi, non
L I N
Figura C7.5.4 - Dettagli costruttivi degli elementi di connessione
raggiungere la necessaria capacità rotazionale (espressa in termini di mrad). Pertanto,
O N
Per quanto riguarda gli elementi di connessione corti, l’instabilità inelastica a taglio
A
allo scopo di migliorare la duttilità locale, devono essere impiegati degli irrigidimenti
IC
d’anima il cui interasse “a”, perché si raggiunga un’adeguata capacità deformativa, deve potrebbe limitare le capacità dissipative di tali elementi che potrebbero, quindi, non
soddisfare le limitazioni presentate nella Figura C7.5.4 (a).
C N
raggiungere la necessaria capacità rotazionale (espressa in termini di mrad). Pertanto,
TE
allo scopo di migliorare la duttilità locale, devono essere impiegati degli irrigidimenti
Il comportamento degli elementi di connessione lunghi è dominato dalla
E
d’anima il cui interasse “a”, perché si raggiunga un’adeguata capacità deformativa, deve
N
plasticizzazione per flessione per cui è necessario disporre irrigidimenti che coprano
AZIlplasticizzazione
L
“lunghi” il passo degli irrigidimenti governa le capacità dissipative dell’elemento. Per
IS
ottenere “link” di buone proprietà dissipative è necessario seguire le prescrizioni per flessione per cui è necessario disporre irrigidimenti che coprano
costruttive presentate nelle figure C7.5.4 (b) e C7.5.4 (c).
E G tutta l’altezza dell’anima del profilo. Anche nel caso di collegamenti “intermedi” o
IN
costruttive presentate nelle figure C7.5.4 (b) e C7.5.4 (c).
T
ET
Le regole integrative di progettazione ed esecuzione, per l’impiego in zona sismica, delle
LL
costruzioni composte acciaio-calcestruzzo sono, per larga parte, analoghe a quelle delle C7.6 COSTRUZIONI COMPOSTE DI ACCIAIO-CALCESTRUZZO
BO
corrispondenti strutture metalliche; tuttavia sono previste regole specifiche aggiuntive
per quanto riguarda la disposizione delle armature in soletta in prossimità dei nodi Le regole integrative di progettazione ed esecuzione, per l’impiego in zona sismica, delle
trave-pilastro e la progettazione dei pannelli nodali delle strutture intelaiate, poiché i costruzioni composte acciaio-calcestruzzo sono, per larga parte, analoghe a quelle delle
collegamenti trave-pilastro devono essere progettati considerando una gerarchia di corrispondenti strutture metalliche; tuttavia sono previste regole specifiche aggiuntive
resistenza che determini la plasticizzazione nell’elemento trave. per quanto riguarda la disposizione delle armature in soletta in prossimità dei nodi
trave-pilastro e la progettazione dei pannelli nodali delle strutture intelaiate, poiché i
Nel caso del nodo composto la resistenza è fortemente influenzata dalla capacità di
collegamenti trave-pilastro devono essere progettati considerando una gerarchia di
trasferimento delle forze dalla soletta alla colonna e dalla resistenza del pannello nodale
resistenza che determini la plasticizzazione nell’elemento trave.
che può essere in solo acciaio o riempito di calcestruzzo.
Nel caso del nodo composto la resistenza è fortemente influenzata dalla capacità di
Nel seguito sono illustrati i meccanismi resistenti che si possono attivare nella zona del
trasferimento delle forze dalla soletta alla colonna e dalla resistenza del pannello nodale
nodo composto e quindi il tipo di dettagli costruttivi a cui si deve fare riferimento; per
che può essere in solo acciaio o riempito di calcestruzzo.
quanto riguarda ulteriori regole e formule di progetto si rimanda a normative di
comprovata validità. Nel seguito sono illustrati i meccanismi resistenti che si possono attivare nella zona del
C7.6.3 C7.6.1
C7.6.4.1 C7.6.3
I N E
L
C7.6.4.3 COLLEGAMENTI COMPOSTI NELLE ZONE DISSIPATIVE C7.6.4.1
I meccanismi che si attivano nelle zone di nodo tra la trave composta e la colonna
C7.6.4.2
O N
composta o in acciaio possono essere diversi in base al segno del momento flettente
IC A
N
trasferito dalla trave e ad alcuni dettagli costruttivi nella zona nodale. C7.6.4.3 COLLEGAMENTI COMPOSTI NELLE ZONE DISSIPATIVE
C
TE
In particolare, per il nodo esterno, la differenza fondamentale è dovuta alla presenza o I meccanismi che si attivano nelle zone di nodo tra la trave composta e la colonna
E
meno di una mensola esterna e della trave trasversale, (Figura C7.6.1); inoltre nelle zone composta o in acciaio possono essere diversi in base al segno del momento flettente
dissipative delle travi soggette a momento negativo, occorre predisporre armatura
N
trasferito dalla trave e ad alcuni dettagli costruttivi nella zona nodale.
IO
ZInmeno
metallica ad elevata duttilità, così come schematicamente riportato in Figura C7.6.1. particolare, per il nodo esterno, la differenza fondamentale è dovuta alla presenza o
L A
IS
di una mensola esterna e della trave trasversale, (Figura C7.6.1); inoltre nelle zone
G
dissipative delle travi soggette a momento negativo, occorre predisporre armatura
D I
IN O
T
L ET
L
1
BO 2
svilupparsi delle cerniere plastiche all’interno delle travi composte. Figura C7.6.1- Dettagli di armatura in corrispondenza dei nodi trave-colonna
Nel caso si utilizzino collegamenti metallici travi-colonna a parziale ripristino di La disposizione delle barre d’armatura presentata in Figura C7.6.1 è efficace solo nel
resistenza e semi-rigidi per una ottimale distribuzione delle tensioni e per evitare un caso in cui la connessione tra trave e colonna sia sufficientemente rigida da consentire lo
prematuro collasso della porzione di soletta soggetta a compressione è necessario svilupparsi delle cerniere plastiche all’interno delle travi composte.
eseguire una opportuna qualifica, per via sperimentale e/o numerica, del collegamento e Nel caso si utilizzino collegamenti metallici travi-colonna a parziale ripristino di
progettare su tale base la disposizione dell’armatura in soletta. resistenza e semi-rigidi per una ottimale distribuzione delle tensioni e per evitare un
E
migliore diffusione della sollecitazione di compressione dalla colonna composta alla composta.
soletta, è possibile predisporre una piastra supplementare saldata sull’ala della colonna
L I N
Per il calcolo delle armature necessarie in soletta devono essere utilizzati metodi di
e di larghezza maggiore di quest’ultima, in modo da incrementare la porzione di soletta
N
calcolo basati su schemi di equilibrio “puntone-tirante”. Inoltre, per favorire una
O
A
collaborante nel trasferimento delle sollecitazioni in condizioni sismiche. migliore diffusione della sollecitazione di compressione dalla colonna composta alla
IC
soletta, è possibile predisporre una piastra supplementare saldata sull’ala della colonna
N
C
C7.6.4.3.1 MODELLI RESISTENTI PER LA SOLETTA SOGGETTA A COMPRESSIONE
e di larghezza maggiore di quest’ultima, in modo da incrementare la porzione di soletta
La configurazione di tutti i meccanismi che si possono attivare in un nodo esterno è
TE
collaborante nel trasferimento delle sollecitazioni in condizioni sismiche.
E
N
illustrata nella Figura C7.6.2. per il caso di momento positivo (a) e di momento negativo
IO
(b). C7.6.4.3.1 MODELLI RESISTENTI PER LA SOLETTA SOGGETTA A COMPRESSIONE
G IS illustrata nella Figura C7.6.2. per il caso di momento positivo (a) e di momento negativo
LE
(b).
D I
IN O
T
L ET
L
BO
a) b)
Figura C7.6.2– Meccanismi attivabili nella soletta: a) Soletta compressa (momento positivo); b) Soletta tesa
(momento negativo)
a) b)
Nel caso di nodi trave-colonna in acciaio, rigidi ed a completo ripristino di resistenza, si Figura C7.6.2– Meccanismi attivabili nella soletta: a) Soletta compressa (momento positivo); b) Soletta tesa
osserva che la compressione trasferibile dalla soletta alla colonna (FiguraC7.6.2 a) (momento negativo)
avviene per contatto diretto della soletta sull’ala della colonna, mediante meccanismi
resistenti puntone-tirante in corrispondenza dell’anima della colonna, nel caso in cui sia Nel caso di nodi trave-colonna in acciaio, rigidi ed a completo ripristino di resistenza, si
E
Sulla base di quanto illustrato, in presenza di momento positivo si possono individuare mensola esterna e si dispone l’armatura circondando la colonna si forma un sistema di
tre meccanismi di trasferimento della compressione dalla soletta alla colonna, che
I N
puntoni e tiranti; nel caso in cui sia presente una trave trasversale dotata di connettori a
L
possono essere sommati:
meccanismo 1 – compressione diretta sull’ala della colonna; N
taglio si può realizzare un trasferimento diretto ancorando l’armatura tesa ai pioli.
O
A
Sulla base di quanto illustrato, in presenza di momento positivo si possono individuare
IC
meccanismo 2 – puntoni inclinati verso l’anima della colonna. tre meccanismi di trasferimento della compressione dalla soletta alla colonna, che
meccanismo 3 – compressione sui pioli della trave trasversale
C N
possono essere sommati:
TE
meccanismo 1 – compressione diretta sull’ala della colonna;
E
meccanismo 2 – puntoni inclinati verso l’anima della colonna.
N
IO
meccanismo 3 – compressione sui pioli della trave trasversale
L AZ
IS
Armatura trasversale
G
antisismica
seismic transverse re-bars
E
IL
OD
Armatura trasversale
IN
antisismica
seismic transverse re-bars
T
L ET
Mechanism 2
F
L
BO
Rd,2 Mechanism
FRd,1 1
Figura C7.6.3-Vista in pianta dei meccanismi resistenti attivabili nella soletta compressa (momento positivo) Mechanism 2
F
Rd,2 Mechanism
FRd,1 1
La forza trasmessa alla colonna dal meccanismo 1 (Figura C7.6.3), si calcola come segue:
Figura C7.6.3-Vista in pianta dei meccanismi resistenti attivabili nella soletta compressa (momento positivo)
FRd ,1 deff bb fcd [C7.6.1]
dove deff e bb sono, rispettivamente, lo spessore e la larghezza della sezione della soletta La forza trasmessa alla colonna dal meccanismo 1 (Figura C7.6.3), si calcola come segue:
a contatto con la colonna. Nel caso di soletta realizzata con lamiera grecata d eff è lo FRd ,1 deff bb fcd [C7.6.1]
spessore di calcestruzzo al di sopra delle greche. Per il completo sviluppo della
resistenza FRd,1 è necessario disporre un quantitativo minimo di armatura di dove deff e bb sono, rispettivamente, lo spessore e la larghezza della sezione della soletta
a contatto con la colonna. Nel caso di soletta realizzata con lamiera grecata d eff è lo
N L
La forza trasmessa alla colonna dal meccanismo 2 (Figura C7.6.3), è pari a:
O
dove hc è l’altezza della sezione della colonna. Affinché possano formarsi i due puntoni
A
FRd ,2 0, 7 hc deff fcd [C7.6.3]
IC
inclinati del meccanismo 2 è necessario disporre un quantitativo di armatura minimo
pari a:
C N
dove hc è l’altezza della sezione della colonna. Affinché possano formarsi i due puntoni
TE
FRd ,2 inclinati del meccanismo 2 è necessario disporre un quantitativo di armatura minimo
AT [C7.6.4]
FE
2 f yd , T pari a:
N
IO 2 f
Rd , 2 [C7.6.4]
L
yd , T
sezione della colonna e le barre trasversali d’armatura impiegate devono avere una
lunghezza almeno pari a L bb 4 hc 2lb , dove lb è la lunghezza d’ancoraggio
GIS c della
E
IL
necessaria affinché la singola barra di armatura possa sviluppare la sua tensione di sezione della colonna e le barre trasversali d’armatura impiegate devono avere una
D
snervamento fyd,T. lunghezza almeno pari a L bb 4 hc 2lb , dove lb è la lunghezza d’ancoraggio
IN O
La massima compressione Fc,max trasferibile dalla trave composta alla colonna in un nodo necessaria affinché la singola barra di armatura possa sviluppare la sua tensione di
T
snervamento fyd,T.
T
trave-colonna esterno in assenza di trave trasversale e soggetta a momento flettente
LE
positivo, è dunque pari a: La massima compressione Fc,max trasferibile dalla trave composta alla colonna in un nodo
Fc,max FRd ,1 FRd ,2 O Lhc bb ) deff fcd trave-colonna esterno in assenza di trave trasversale e soggetta a momento flettente
B
(0,7 [C7.6.5]
positivo, è dunque pari a:
Per quanto riguarda il contributo del meccanismo 3, da considerare in caso di trave
Fc,max FRd ,1 FRd ,2 (0,7hc bb ) deff fcd [C7.6.5]
trasversale collegata con pioli alla soletta, si rimanda al caso del nodo interno trattato
successivamente poiché è analogo anche per il nodo esterno. Per quanto riguarda il contributo del meccanismo 3, da considerare in caso di trave
Nel caso di nodo esterno soggetto a momento negativo, i meccanismi presentati nella trasversale collegata con pioli alla soletta, si rimanda al caso del nodo interno trattato
figura C7.6.2b si attivano solo in presenza di mensola esterna e possono essere ancora successivamente poiché è analogo anche per il nodo esterno.
distinti come meccanismo 1, di compressione diretta sull’ala della colonna, meccanismo Nel caso di nodo esterno soggetto a momento negativo, i meccanismi presentati nella
2, di diffusione verso l’anima della colonna, meccanismo 3, di ancoraggio dell’armatura figura C7.6.2b si attivano solo in presenza di mensola esterna e possono essere ancora
quando è presente la trave trasversale. distinti come meccanismo 1, di compressione diretta sull’ala della colonna, meccanismo
Si deve rilevare che nel caso di momento negativo la larghezza efficace della trave nella 2, di diffusione verso l’anima della colonna, meccanismo 3, di ancoraggio dell’armatura
zona di nodo è determinata dall’angolo di diffusione θ delle bielle che si formano nella quando è presente la trave trasversale.
E
comportamento dissipativo per una struttura a telaio, impone infatti lo sviluppo delle comportamento dissipativo, è necessario limitare la massima forza di compressione
cerniere plastiche all’estremità delle travi composte; per tale motivo, la massima
L I N
trasmissibile alla colonna con i meccanismi 1 e 2. L’assumere in fase di progetto un
compressione trasferibile alla colonna dalla trave soggetta a momento flettente positivo
N
comportamento dissipativo per una struttura a telaio, impone infatti lo sviluppo delle
O
A
deve essere limitata in ragione della massima trazione che le barre d’armatura cerniere plastiche all’estremità delle travi composte; per tale motivo, la massima
trasferiscono alla colonna dalla trave soggetta a momento flettente negativo, come
IC
compressione trasferibile alla colonna dalla trave soggetta a momento flettente positivo
N
mostrato in Figura C7.6.4.
C
deve essere limitata in ragione della massima trazione che le barre d’armatura
In tal caso, considerando che si raggiunga lo snervamento delle armature prima della
E TE
trasferiscono alla colonna dalla trave soggetta a momento flettente negativo, come
N
crisi del calcestruzzo, la massima compressione Fc,max trasferibile alla colonna dalla trave mostrato in Figura C7.6.4.
IO
AZ
composta è pari a: In tal caso, considerando che si raggiunga lo snervamento delle armature prima della
L
crisi del calcestruzzo, la massima compressione Fc,max trasferibile alla colonna dalla trave
Fc,max FRd ,1 FRd ,2 2 Fb, yd
IS
[C7.6.6] composta è pari a:
E G
IL
dove 2·Fb,yd è la forza complessiva dovuta allo snervamento delle barre longitudinali Fc,max FRd ,1 FRd ,2 2 Fb, yd [C7.6.6]
O D
disposte sul lato teso della soletta che circonda la colonna composta.
dove 2·Fb,yd è la forza complessiva dovuta allo snervamento delle barre longitudinali
T IN disposte sul lato teso della soletta che circonda la colonna composta.
T
L LE
BO
Fb,yd Fb,yd
I N E
Frd,1+Frd,2-2Fb,yd Frd,1+Frd,2-2Fb,yd
N L
A O
Fb,yd
N IC Fb,yd
C
E TE
IO N
AZ
Figura C7.6.4 - Distribuzione a S.L.U. sotto azioni sismiche, delle massime resistenze agenti nella soletta del Figura C7.6.4 - Distribuzione a S.L.U. sotto azioni sismiche, delle massime resistenze agenti nella soletta del
L
nodo. nodo.
G IS
E
IL
La presenza delle travi secondarie o di travi di bordo meccanicamente connesse con la La presenza delle travi secondarie o di travi di bordo meccanicamente connesse con la
soletta può rendere possibile un ulteriore meccanismo di trasferimento delle
IN
sollecitazioni di compressione (meccanismo 3), utile specialmente nei nodi trave- sollecitazioni di compressione (meccanismo 3), utile specialmente nei nodi trave-
T T
colonna interni al telaio ed in cui si abbia la presenza delle barre d’armatura in trazione. colonna interni al telaio ed in cui si abbia la presenza delle barre d’armatura in trazione.
LE
L’attivazione di questo meccanismo resistente è infatti assicurata dalla resistenza a L’attivazione di questo meccanismo resistente è infatti assicurata dalla resistenza a
L
taglio dei connettori disposti sull’ala superiore della trave secondaria e ricadenti taglio dei connettori disposti sull’ala superiore della trave secondaria e ricadenti
BO
all’interno di una zona di soletta larga 0,15L (Figura C7.6.5) con L luce della trave.
La resistenza del meccanismo 3 è pari a:
all’interno di una zona di soletta larga 0,15L (Figura C7.6.5) con L luce della trave.
La resistenza del meccanismo 3 è pari a:
dove n è il numero dei connettori a taglio presenti all’interno della larghezza dove n è il numero dei connettori a taglio presenti all’interno della larghezza
collaborante 0,15L mentre PRd è la resistenza a taglio del singolo connettore impiegato. collaborante 0,15L mentre PRd è la resistenza a taglio del singolo connettore impiegato.
Fb,yd Fb,yd
I N E
L
ON
Fb,yd Fb,yd
I C A
N
EC
Figura C7.6.5 - Meccanismo 3 – Connettori a taglio sulle travi secondarie Figura C7.6.5 - Meccanismo 3 – Connettori a taglio sulle travi secondarie
E T
In conclusione:
per i nodi trave-colonna perimetrali al telaio, in cui concorre una sola trave N
In conclusione:
IO composta,
trasferibile dalla soletta della trave Z
per i nodi trave-colonna perimetrali al telaio, in cui concorre una sola trave
composta, la compressione massima F
L A la compressione massima F trasferibile dalla soletta della trave
S
c,max c,max
I
EG
composta alla colonna, considerando la collaborazione delle travi secondarie composta alla colonna, considerando la collaborazione delle travi secondarie
L
connesse a taglio alla soletta, è pari a: connesse a taglio alla soletta, è pari a:
F F
c,max
F
Rd,1
F n P 0,7 h b d f
Rd,2 Rd,3 Rd c
D bI
[C7.6.8]
eff cd
F F F F
c,max
n P 0,7 h b d f
Rd,1 Rd,2 Rd,3 Rd
[C7.6.8] c b eff cd
I N
per i nodi trave-colonna interni al telaio, in cui concorrono Odelladue travi composte, per i nodi trave-colonna interni al telaio, in cui concorrono due travi composte,
la compressione massima F
T T
trasferibile dalla soletta trave composta alla la compressione massima F trasferibile dalla soletta della trave composta alla
E
c,max c,max
colonna è pari a:
L L colonna è pari a:
BO
[C7.6.9]
Fc,max FRd,1 FRd,2 FRd,3 2 Fb, yd n PRd 0,7 hc bb d eff f cd As, l , totale f yd [C7.6.9]
Fc,max FRd,1 FRd,2 FRd,3 2 Fb, yd n PRd 0,7 hc bb d eff f cd As, l , totale f yd
Al fine di poter ritenere il giunto composto a completo ripristino di resistenza è Al fine di poter ritenere il giunto composto a completo ripristino di resistenza è
necessario che: necessario che:
a) Il giunto metallico sia sovraresistente a flessione rispetto alla trave metallica (nel d) Il giunto metallico sia sovraresistente a flessione rispetto alla trave metallica (nel
rispetto della gerarchia delle resistenze) considerando entrambi i segni del rispetto della gerarchia delle resistenze) considerando entrambi i segni del
momento flettente. Il pannello d’anima della colonna deve essere sovraresistente momento flettente. Il pannello d’anima della colonna deve essere sovraresistente
a taglio (vedere punto C7.6.4.3.2); a taglio (vedere punto C7.6.4.3.2);
b) La compressione Fc,maxcalcolata come ai punti precedenti in funzione della e) La compressione Fc,maxcalcolata come ai punti precedenti in funzione della
posizione del giunto (interno o esterno) sia maggiore della massima posizione del giunto (interno o esterno) sia maggiore della massima
compressione trasmissibile dalla soletta della trave pari a: compressione trasmissibile dalla soletta della trave pari a:
dove As,l,totale rappresenta l’armatura longitudinale contenuta all’interno della dove As,l,totale rappresenta l’armatura longitudinale contenuta all’interno della
larghezza efficace della trave a momento negativo riportata in Tabella 7.6.IV
I N E
larghezza efficace della trave a momento negativo riportata in Tabella 7.6.IV
delle NTC; delle NTC;
N L
Tale metodo di calcolo è valido solo per le tipologie di nodo, presentate in questo
A O
Tale metodo di calcolo è valido solo per le tipologie di nodo, presentate in questo
paragrafo e cioè nodi a completo ripristino di resistenza e rigidi, con colonna
IC
paragrafo e cioè nodi a completo ripristino di resistenza e rigidi, con colonna
N
ECcolonne di differente geometria o particolari sistemi di connessione
parzialmente o completamente rivestita di calcestruzzo e con/senza travi secondarie. parzialmente o completamente rivestita di calcestruzzo e con/senza travi secondarie.
T
Nel caso si utilizzino colonne di differente geometria o particolari sistemi di connessione Nel caso si utilizzino
E odia acciaio
IO N
tra gli elementi di acciaio concorrenti nel nodo e la soletta, si deve fare riferimento ad tra gli elementi concorrenti nel nodo e la soletta, si deve fare riferimento ad
Z
altre normative o a documentazione tecnica di comprovata validità. altre normative documentazione tecnica di comprovata validità.
L A C7.6.4.3.2 R
C7.6.4.3.2 R ’
ESISTENZA DEI PANNELLI D ANIMA DELLE COLONNE COMPOSTE
G I S ’
ESISTENZA DEI PANNELLI D ANIMA DELLE COLONNE COMPOSTE
L Edella
La resistenza a taglio del pannello d’anima, nel caso dei profili composti parzialmente La resistenza a taglio del pannello d’anima, nel caso dei profili composti parzialmente
I N O di maggior cimento. In pannello, V , deve essere calcolato considerando la situazione di maggior cimento. In
sollecitante agente sul calcestruzzo localizzata a livello del nodo trave-colonna. Il taglio sollecitante agente sul
TT della colonna composta deve particolare, sotto azioni sismiche, il pannello d’anima della colonna composta deve
pannello, V wp,Sd, deve essere calcolato considerando la situazione wp,Sd
E
LcheLla forza
particolare, sotto azioni sismiche, il pannello d’anima
O
consentire lo sviluppo del meccanismo dissipativo globale a telaio assunto in fase di consentire lo sviluppo del meccanismo dissipativo globale a telaio assunto in fase di
B
progettazione. Per tale ragione è necessario di taglio trasmessa dalle travi al progettazione. Per tale ragione è necessario che la forza di taglio trasmessa dalle travi al
pannello d’anima della colonna sia calcolata in condizioni di collasso, secondo lo pannello d’anima della colonna sia calcolata in condizioni di collasso, secondo lo
schema proposto in § C7.5.4.5 per le strutture metalliche. schema proposto in § C7.5.4.5 per le strutture metalliche.
Per una colonna il contributo del riempimento in calcestruzzo della sezione, V wp,c,Rd, Per una colonna il contributo del riempimento in calcestruzzo della sezione, V wp,c,Rd,
può essere calcolato utilizzando normative e documentazione tecnica di comprovata può essere calcolato utilizzando normative e documentazione tecnica di comprovata
affidabilità. In alternativa, nel caso delle colonne completamente o parzialmente affidabilità. In alternativa, nel caso delle colonne completamente o parzialmente
rivestite, è possibile calcolare tale contributo tramite la formula rivestite, è possibile calcolare tale contributo tramite la formula
Vwp,c, Rd 0,85 AC fcd sen [C7.6.12] Vwp,c, Rd 0,85 AC fcd sen [C7.6.12]
dove AC rappresenta l’area della sezione del puntone inclinato che si forma, a livello del dove AC rappresenta l’area della sezione del puntone inclinato che si forma, a livello del
pannello d’anima della colonna, tra la linea d’azione della risultante delle forze di pannello d’anima della colonna, tra la linea d’azione della risultante delle forze di
C N
Z Z
E TE Z Z
IO N
L AZFigura C7.6.6 - Definizione del braccio di coppia interna Z e rappresentazione del puntone di calcestruzzo
IS
Figura C7.6.6 - Definizione del braccio di coppia interna Z e rappresentazione del puntone di calcestruzzo
G colonna
Enella
attivo nell’assorbire le sollecitazioni di taglio attivo nell’assorbire le sollecitazioni di taglio
L
I in ragione del
Il fattore tiene in conto gli effetti della compressione assiale presente Il fattore tiene in conto gli effetti della compressione assiale presente nella colonna
D
O tramite la formula:
riducendo, opportunamente, la resistenza del rivestimento in calcestruzzo riducendo, opportunamente, la resistenza del rivestimento in calcestruzzo in ragione del
I N
TT
livello di sforzo presente. Tale coefficiente può essere determinato livello di sforzo presente. Tale coefficiente può essere determinato tramite la formula:
N N
E
LL
0,55 1 2 Ed
1 [C7.6.14] 0,55 1 2 Ed 1
[C7.6.14]
N
O N pl , Rd
pl , Rd
C7.6.5
B C7.6.5
C7.6.6 C7.6.6
C7.6.7 REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI CONCENTRICI C7.6.7 REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI CONCENTRICI
I controventi dovrebbero essere realizzati utilizzando unicamente elementi in acciaio, I controventi dovrebbero essere realizzati utilizzando unicamente elementi in acciaio,
seguendo in tal modo tutte le indicazioni progettuali fornite in §7.5.5 delle NTC ed in § seguendo in tal modo tutte le indicazioni progettuali fornite in §7.5.5 delle NTC ed in §
C7.5.5. C7.5.5.
T
sezione del profilo in acciaio nella zona del link, calcolati secondo le formule riportate sezione del profilo
nel §7.5.6E
nel §7.5.6 delle NTC, trascurando perciò il contributo della soletta.
N delle NTC, trascurando perciò il contributo della soletta.
IO COSTRUZIONI DI LEGNO
A ZC7.7
C7.7 COSTRUZIONI DI LEGNO
I S L
C7.7.1 ASPETTI CONCETTUALI DELLA PROGETTAZIONE
L EG C7.7.1 ASPETTI CONCETTUALI DELLA PROGETTAZIONE
Gli edifici a struttura lignea devono essere progettati in accordoD I comportamento Gli edifici a struttura lignea devono essere progettati in accordo a un comportamento
O
a un
I N
strutturale dissipativo (classe di duttilità “A” o “B”) o non dissipativo.
Per gli edifici a struttura lignea progettati in accordoT
strutturale dissipativo (classe di duttilità “A” o “B”) o non dissipativo.
E T a un comportamento strutturale Per gli edifici a struttura lignea progettati in accordo a un comportamento strutturale
L Lriportato
non dissipativo non è necessario adottare i procedimenti tipici della progettazione in non dissipativo non è necessario adottare i procedimenti tipici della progettazione in
BO
capacità, rimanendo comunque valido quanto nelle norme tecniche (cap. 4.4) e capacità, rimanendo comunque valido quanto riportato nelle norme tecniche (cap. 4.4) e
nella presente circolare (C.4.4). nella presente circolare (C.4.4).
C7.7.2 MATERIALI E PROPRIETÀ DELLE ZONE DISSIPATIVE C7.7.2 MATERIALI E PROPRIETÀ DELLE ZONE DISSIPATIVE
Le richieste di dissipazione energetica sono concentrate a livello dei singoli collegamenti Le richieste di dissipazione energetica sono concentrate a livello dei singoli collegamenti
specificamente individuati e progettati. Conseguentemente tali richieste possono non specificamente individuati e progettati. Conseguentemente tali richieste possono non
essere estese agli altri collegamenti strutturali non ritenuti dissipativi purché, essere estese agli altri collegamenti strutturali non ritenuti dissipativi purché,
applicando i procedimenti tipici della progettazione in capacità, questi siano progettati applicando i procedimenti tipici della progettazione in capacità, questi siano progettati
per essere sovraresistenti rispetto a quei collegamenti individuati come dissipativi, per essere sovraresistenti rispetto a quei collegamenti individuati come dissipativi,
utilizzando le disposizioni del pertinente capitolo delle NTC (7.2.2). utilizzando le disposizioni del pertinente capitolo delle NTC (7.2.2).
I valori del fattore di sovraresistenza indicati in Tabella 7.2.I per la tipologia strutturale
Legno sono utilizzati per incrementare la capacità in resistenza degli
T Edelle
E per alcuni esempi di tipologie strutturali.
Nella Tab. 7.3.II delle NTC sono riportati i valori massimi del valore del fattore di Nella Tab. 7.3.II
comportamento per alcuni esempi di tipologie strutturali.
N
comportamento
A ZcheIOcon il termine
Relativamente alle tipologie strutturali riportate nella Tabella 7.3.II delle NTC si precisa Relativamente alle tipologie strutturali riportate nella Tabella 7.3.II delle NTC si precisa
S
che con il termine diaframma si intendono solai e coperture. Nella medesima tabella, per
L diaframma si intendono solai e coperture. Nella medesima tabella, per
Iadottati tipologie strutturali sicheintendono
G
diaframmi chiodati si intendono solai e coperture in grado di dissipare energia. Per le diaframmi chiodati solai e coperture in grado di dissipare energia. Per le
tipologie strutturali che adottano tali diaframmi, i fattori di comportamento
E
Ldebitamente
adottano tali diaframmi, i fattori di comportamento adottati
D
devono essere giustificati mediante analisi di tipo non lineare tenendo I in devono essere giustificati mediante analisi di tipo non lineare tenendo debitamente in
I N O
conto la dissipazione dei solai. Per diaframmi incollati si intendono solai e coperture conto la dissipazione dei solai. Per diaframmi incollati si intendono solai e coperture
T
non in grado di dissipare energia. non in grado di dissipare energia.
L ETpiù tipologie
In generale, le forze sismiche dovrebbero essere contrastate solamente da una tipologia
B
materiali diversi, collaborino nella resistenza in parallelo), è sismica (sistemi resistenti in parallelo), è possibile computare il contributo di entrambe
possibile computare il contributo di entrambe le tipologie, purché nell’analisi sia le tipologie, purché nell’analisi sia adottato il fattore di comportamento con valore
adottato il fattore di comportamento con valore minore. In alternativa dovranno essere minore. In alternativa dovranno essere utilizzate analisi di tipo non lineare.
utilizzate analisi di tipo non lineare.
È consentito realizzare una struttura in legno che sormonti una struttura realizzata con È consentito realizzare una struttura in legno che sormonti una struttura realizzata con
altra tipologia di materiale (calcestruzzo armato, muratura, acciaio, ecc.). In particolare, altra tipologia di materiale (calcestruzzo armato, muratura, acciaio, ecc.). In particolare,
qualora sia presente un piano cantinato o seminterrato con pareti di calcestruzzo qualora sia presente un piano cantinato o seminterrato con pareti di calcestruzzo
armato, esso può essere assimilato a struttura di fondazione dei sovrastanti piani in armato, esso può essere assimilato a struttura di fondazione dei sovrastanti piani in
legno, nel rispetto dei requisiti di continuità delle fondazioni. legno, nel rispetto dei requisiti di continuità delle fondazioni.
In generale, nel caso in cui la sottostruttura possa essere considerata rigida rispetto alla In generale, nel caso in cui la sottostruttura possa essere considerata rigida rispetto alla
sovrastruttura in legno, nella quale il progetto prevede che avvenga la dissipazione sovrastruttura in legno, progettata come dissipativa, l’analisi delle azioni sulla
E
sperimentali.Tale giustificazione può essere omessa se vengono adottate le disposizioni giustificazione può essere omessa se vengono adottate le disposizioni riportate al punto
riportate al punto 7.7.3.1 delle NTC. 7.7.3.1 delle NTC.
I N
L uno specifico valore per la CD”A”, le
Qualora nella Tabella 7.3.II sia adottato un unico fattore di comportamento per Qualora nella Tabella 7.3.II non sia indicato
O Nessere
A
entrambe le classi di duttilità, le relative tipologie strutturali sono da intendersi in classe relative tipologie strutturali possono progettate solo in classe di duttilità bassa
di duttilità bassa CD”B”. CD”B”. C
NIlignea non attribuibili a nessuna delle tipologie strutturali
C
TE 7.3.II delle NTC, qualora si scelga di adottare un comportamento
Per edifici a struttura lignea non attribuibili a nessuna delle tipologie strutturali Per edifici a struttura
riportate nella Tabella 7.3.II delle NTC, qualora si scelga di adottare un comportamento riportate nella Tabella
strutturale dissipativo, il valore appropriato del fattore di comportamento q dovrà strutturale E
Ndeterminato mediante analisi non lineari, effettuate utilizzando per le zone
O
dissipativo, il valore appropriato del fattore di comportamento q dovrà
I
AZdissipative i risultati di test sperimentali.
essere determinato mediante analisi non lineari, effettuate utilizzando per le zone essere
L
dissipative i risultati di test sperimentali.
D I
O
realizzati a pareti portanti (pareti intelaiate leggere, pareti di tavole incollate incrociate, realizzati a pareti portanti (pareti intelaiate leggere, pareti di tavole incollate incrociate,
T I N
ecc.), devono essere considerati i possibili contributi di deformabilità derivanti dal ecc.), devono essere considerati i possibili contributi di deformabilità derivanti dal
T
LE che la vincolano al sollevamento e giunzione
comportamento meccanico della parete (deformabilità del materiale e dei sistemi di comportamento meccanico della parete (deformabilità del materiale e dei sistemi di
L
giunzione interni alla parete stessa, tenendo conto delle reali dimensioni di produzione interni alla parete stessa, tenendo conto delle reali dimensioni di produzione
BO
dei pannelli che la costituiscono) e dei collegamenti dei pannelli che la costituiscono) e dei collegamenti che la vincolano al sollevamento e
alla traslazione. alla traslazione.
Per le tipologie strutturali riconducibili a quella di parete a telaio leggero, qualora gli Per le tipologie strutturali riconducibili a quella di parete a telaio leggero, qualora gli
elementi di parete svolgano anche funzione di controventamento nel loro piano, è elementi di parete svolgano anche funzione di controventamento nel loro piano, è
necessario escludere nell’analisi nei confronti delle azioni orizzontali il contributo della necessario escludere nell’analisi nei confronti delle azioni orizzontali il contributo della
porzione di parete contenente un’apertura di porta o finestra. porzione di parete contenente un’apertura di porta o finestra.
Le pareti di tamponamento e le pareti strutturali non facenti parte del sistema sismo- Le pareti di tamponamento e le pareti strutturali non facenti parte del sistema sismo-
resistente (pareti secondarie in accordo con il punto 7.2.3 delle NTC) devono essere resistente (pareti secondarie in accordo con il punto 7.2.3 delle NTC) devono essere
progettate con dettagli costruttivi atti a non trasmettere azioni orizzontali nel piano progettate con dettagli costruttivi atti a non trasmettere azioni orizzontali nel piano
della parete medesima. Nell’analisi della struttura, il contributo in termini di resistenza della parete medesima. Nell’analisi della struttura, il contributo in termini di resistenza
e rigidezza di tali pareti secondarie nei confronti delle azioni orizzontali deve essere e rigidezza di tali pareti secondarie nei confronti delle azioni orizzontali deve essere
trascurato. trascurato.
E
conto delle modalità di realizzazione, dei materiali impiegati e delle caratteristiche dei conto delle modalità di realizzazione, dei materiali impiegati e delle caratteristiche dei
mezzi di unione. mezzi di unione.
I N
Possono essere considerati rigidi nel proprio piano:
NLmediante
Possono essere considerati rigidi nel proprio
O
piano:
A
gli impalcati lignei realizzati mediante travi ed elementi di rivestimento gli impalcati lignei realizzati travi ed elementi di rivestimento
(pannelli, tavolato, tavoloni, ecc), per i quali il trasferimento delle azioni
IC al rivestimento, che rispettino tutte le disposizioni
(pannelli, tavolato, tavoloni,
N
ecc), per i quali il trasferimento delle azioni
orizzontali sia affidato al rivestimento, che rispettino tutte le disposizioni
Criportate al punto 7.7.5.3. delle NTC e al punto C7.7.5.3;
orizzontali sia
E
affidato
competenti riportate al punto 7.7.5.3. delle NTC e al punto C7.7.5.3;
gli impalcati lignei realizzati mediante elementi prefabbricati (ad esempio
E T
competenti
gli impalcati lignei realizzati mediante elementi prefabbricati (ad esempio
N
ZIO disposizioni pertinenti al punto C.7.7.5.3.
cassoni, pannelli di tavole incollate incrociate, ecc.) che rispettino tutte le cassoni, pannelli di tavole incollate incrociate, ecc.) che rispettino tutte le
disposizioni pertinenti al punto C.7.7.5.3.
A
L C7.7.5 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE
I S
EG
C7.7.5 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE
I L
D
C7.7.5.1 GENERALITÀ C7.7.5.1 GENERALITÀ
I N Odi parete dovrà avvenire incollate incrociate, ecc.) la giunzione in altezza tra gli elementi di parete dovrà avvenire
Negli edifici lignei realizzati a pareti portanti (pareti intelaiate leggere, pareti di tavole Negli edifici lignei realizzati a pareti portanti (pareti intelaiate leggere, pareti di tavole
T la giunzione nelle zone non all’intersezione con i solai. Deve cioè essere evitata la giunzione nelle zone non
incollate incrociate, ecc.) la giunzione in altezza tra gli elementi
ETdisposto un opportuno elemento presidiate dagli impalcati a meno che non venga disposto un opportuno elemento
all’intersezione con i solai. Deve cioè essere evitata
presidiate dagli impalcati a meno che non L
OL
venga
stabilizzante.
B stabilizzante.
Nel caso di pareti a telaio leggero tutti i bordi dei rivestimenti strutturali devono essere Nel caso di pareti a telaio leggero tutti i bordi dei rivestimenti strutturali devono essere
collegati agli elementi del telaio: i rivestimenti che non terminano su elementi del telaio collegati agli elementi del telaio: i rivestimenti che non terminano su elementi del telaio
(ad esempio fogli di rivestimento giuntati in altezza) devono essere sostenuti e collegati (ad esempio fogli di rivestimento giuntati in altezza) devono essere sostenuti e collegati
da appositi elementi di bloccaggio taglio-resistenti. La valutazione della rigidezza della da appositi elementi di bloccaggio taglio-resistenti. La valutazione della rigidezza della
parete dovrà tener conto della cedevolezza di tali connessioni. parete dovrà tener conto della cedevolezza di tali connessioni.
C7.7.5.2 C7.7.5.2
C7.7.5.3 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE PER GLI IMPALCATI C7.7.5.3 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE PER GLI IMPALCATI
Negli impalcati (solai, orizzontamenti, coperture, ecc.), realizzati mediante travi ed Negli impalcati (solai, orizzontamenti, coperture, ecc.), realizzati mediante travi ed
elementi di rivestimento (pannelli, tavolato, tavoloni, ecc.), gli elementi di rivestimento elementi di rivestimento (pannelli, tavolato, tavoloni, ecc.), gli elementi di rivestimento
E
tra impalcato e pareti di controvento. tra impalcato e pareti di controvento.
Negli impalcati (solai, orizzontamenti, coperture, ecc.), realizzati mediante elementi
L I N
Negli impalcati (solai, orizzontamenti, coperture, ecc.), realizzati mediante elementi
prefabbricati (ad esempio cassoni, pannelli di tavole incrociate incollate) valgono le
O N
prefabbricati (ad esempio cassoni, pannelli di tavole incrociate incollate) valgono le
seguenti prescrizioni:
il collegamento reciproco tra gli elementi deve essere progettato e realizzato in
seguenti prescrizioni:
IC A
il collegamento reciproco tra gli elementi deve essere progettato e realizzato in
C N
TE
modo da assicurare il trasferimento delle forze sismiche di piano; modo da assicurare il trasferimento delle forze sismiche di piano;
i vincoli tra gli elementi di solaio e i sistemi resistenti a sviluppo verticale i vincoli tra gli elementi di solaio e i sistemi resistenti a sviluppo verticale
devono essere di tipo bilatero.
N Edevono essere di tipo bilatero.
IO
ZC7.7.6
C7.7.6 VERIFICHE DI SICUREZZA
L A VERIFICHE DI SICUREZZA
G I S
I valori di resistenza di progetto possono essere determinati assumendo per i coefficienti
M
L Edeformazioni
parziali di sicurezza i valori definiti nel cap. 4.4.6 delle NTC per le combinazioni
D I a quanto stabilito
eccezionali solamente se si considera per le zone dissipative il degrado per
I N
TT
adottare per i coefficienti
parziali di sicurezza i valori definiti per le combinazioni
E
M fondamentali.
Le disposizioni riportate nel paragrafo 7.7.7.1 e 7.7.7.2delle NTC si applicano alle zone e C7.7.7.1 DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE PER I COLLEGAMENTI
ai collegamenti identificati come dissipativi nelle strutture progettate in CD”A” e
CD”B”.
Nel capitolo sono opportunamente integrate le regole generali di progettazione ed Nel capitolo sono opportunamente integrate le regole generali di progettazione ed
esecuzione per le costruzioni di muratura per l’impiego in zona sismica. esecuzione per le costruzioni di muratura per l’impiego in zona sismica.
E
riferiscono ai soli elementi in laterizio e, per la percentuale di foratura, sono applicabili
I N
solo nel caso in cui ag S è non maggiore di 0,075 g-
L
C7.8.1.3 C7.8.1.3
O N
C7.8.1.4 C7.8.1.4
IC A
C7.8.1.5 METODI DI C
N
C7.8.1.5 METODI DI ANALISI
T E ANALISI
C7.8.1.5.1 E
C7.8.1.5.1 G ENERALITÀ
IO N G ENERALITÀ
D
inferiore al 75% della massa totale, ma comunque non inferiore al 60%.”.
O
I N
TT
C7.8.1.5.2
E C7.8.1.5.2 A
LL
NALISI LINEARE STATICA
O
Per le pareti resistenti al sisma, il richiamo alla tabella Tab. 7.8.II è da intendersi alla Tab.
B 7.8.I
C7.8.1.5.3 C7.8.1.5.3
C7.8.1.5.4 ANALISI STATICA NON LINEARE C7.8.1.5.4 ANALISI STATICA NON LINEARE
L’analisi statica non lineare consiste nell’applicare all’edificio i carichi gravitazionali ed L’analisi statica non lineare consiste nell’applicare all’edificio i carichi gravitazionali ed
un sistema di forze orizzontali che vengono tutte scalate in modo da far crescere lo un sistema di forze orizzontali che vengono tutte scalate in modo da far crescere lo
spostamento orizzontale di un punto di controllo sulla struttura (ad esempio posto in spostamento orizzontale di un punto di controllo sulla struttura (ad esempio posto in
sommità dell’edificio, a livello della copertura) fino al raggiungimento delle condizioni sommità dell’edificio, a livello della copertura) fino al raggiungimento delle condizioni
ultime. Il principalerisultatodell’analisi consiste in un diagramma riportante in ascissa lo ultime. Il principalerisultato dell’analisi consiste in un diagramma riportante in ascissa
spostamento orizzontale del punto di controllo, in ordinata la forza orizzontale totale lo spostamento orizzontale del punto di controllo, in ordinata la forza orizzontale totale
applicata (taglio alla base). La capacità di spostamento relativa ai diversi stati limite (§ applicata (taglio alla base). La capacità di spostamento relativa ai diversi stati limite (§
E
dei valori riportati al § 7.3.6.1. dei valori riportati al § 7.3.6.1.
IO N
AZNel
C7.8.1.6 VERIFICHE DI SICUREZZA C7.8.1.6 VERIFICHE DI SICUREZZA
Nel caso dell’analisi statica non lineare le verifiche consistono nel confronto tra la
IS L caso dell’analisi statica non lineare le verifiche consistono nel confronto tra la
G
capacità di spostamento della costruzione e la domanda di spostamento, ai diversi stati capacità di spostamento della costruzione e la domanda di spostamento, ai diversi stati
LE
limite. La domanda di spostamento può essere valutata sul sistema bilineare equivalente limite. La domanda di spostamento può essere valutata sul sistema bilineare equivalente
D I
attraverso le espressioni indicate nel § C.7.3.4.2. Per lo SLC vale inoltre il requisito q*4, attraverso le espressioni C.7.3.6, C.7.3.7 e C.7.3.8, indicate nel § C.7.3.4.2. Per lo SLC vale
IN O
ovvero la capacità di spostamento del sistema allo SLC non potrà mai eccedere lo inoltre il requisito q*4, ovvero la capacità di spostamento del sistema allo SLC non
T
spostamento corrispondente al valore q*=4 per tutte le tipologie di muratura (ordinaria, potrà mai eccedere lo spostamento corrispondente al valore q*=4 per tutte le tipologie di
ET
armata, confinata). Si raccomanda inoltre che la capacità di spostamento del sistema allo muratura (ordinaria, armata, confinata). Si raccomanda inoltre che la capacità di
L L
SLV non ecceda lo spostamento corrispondente al valore q*=3 per tutte le tipologie di spostamento del sistema allo SLV non ecceda lo spostamento corrispondente al valore
BO
muratura (ordinaria, armata, confinata). q*=3 per tutte le tipologie di muratura (ordinaria, armata, confinata).
Le verifiche fuori piano sulle pareti dovranno comunque essere svolte anche nel caso Le verifiche fuori piano sulle pareti dovranno comunque essere svolte anche nel caso
dell’analisi statica non lineare e potranno essere effettuate separatamente, secondo le dell’analisi statica non lineare e potranno essere effettuate separatamente, secondo le
procedure indicate per l’analisi lineare statica. procedure indicate per l’analisi lineare statica.
Per la verifica apressoflessione fuori del piano delle pareti, di cui al primo capoverso del
§ 7.8.1.6 delle NTC, il richiamo alla tabella Tab. 7.8.II è da intendersi alla Tab. 7.8.I.
Inoltre, quanto riportato al penultimo capoverso dello stesso §7.8.1.6 in merito alla
verifica di sicurezza per costruzioni non progettate in capacità, si applica anche alla
muratura confinata.
C7.8.1.7 C7.8.1.7
C7.8.1.8 C7.8.1.8
A O
nel caso di costruzioni in classe I e II.
IC
Per la muratura confinata, nella Tabella 7.8.II, si applicano i valori indicati per la
N
EC DI MURATURA ORDINARIA
muratura ordinaria.
IO N
ZC7.8.2.2
C7.8.2.1 C7.8.2.1
L A
IS
C7.8.2.2 VERIFICHE DI SICUREZZA VERIFICHE DI SICUREZZA
E G
I Lè coerente con
C7.8.2.2.1 PRESSOFLESSIONE NEL PIANO C7.8.2.2.1 PRESSOFLESSIONE NEL PIANO
I N
rotture per pressoflessione caratterizzate da bassi valori dello
Tassumere
rotture per pressoflessione caratterizzate da bassi valori dello sforzo di compressione
T
medio normalizzato = /f . In particolare tale valore è coerente con i risultati medio normalizzato = /fd. In particolare tale valore è coerente con i risultati
LsiEsuggerisce di assumere
d
sperimentali ottenuti per≤0.2; per > 0.2 è opportuno sperimentali ottenuti per≤0.2; per > 0.2 è opportuno assumere valori più cautelativi.
L
valori più cautelativi.
C7.8.2.2.2 TAGLIO
C7.8.2.2.3
C7.8.3.1 C7.8.3.1
Si sottolinea che la capacità di spostamento ultimo allo SLC pari a 1.6% è coerente con Si sottolinea che la capacità di spostamento ultimo allo SLC pari a 1.6% è coerente con
rotture per pressoflessione caratterizzate da bassi valori dello sforzo di compressione rotture per pressoflessione caratterizzate da bassi valori dello sforzo di compressione
medio normalizzato = /fd. Per valori di superiori a 0.2 è opportuno assumere valori medio normalizzato = /fd. Per valori di superiori a 0.2 è opportuno assumere valori
più cautelativi. In assenza di considerazioni più approfondite si suggerisce di assumere
I N E
più cautelativi. In assenza di considerazioni più approfondite si suggerisce di assumere
che la capacità di spostamento ultima sia non superiore a 2.0% x (1-) e, comunque, non
N L
che la capacità di spostamento ultima sia non superiore a 2.0% x (1-) e, comunque, non
inferiore allo spostamento al limite elastico del pannello.
O
inferiore allo spostamento al limite elastico del pannello.
A
N IC
C f è da intendersi f , invece nella espressione 7.8.9 f è da
C7.8.3.2.2 TAGLIO
In questo §, il E
E T simbolo y v vd
N
intendersi f .
yd
D I
Le resistenze a taglio e a pressoflessione nel piano, e a pressoflessione
O
possono essere calcolate in accordo con la EN 1996-1-1:2004. Le resistenze a taglio e a pressoflessione nel piano, e a pressoflessione fuori piano,
I N
TT
La capacità di spostamento ai fini della verifica allo SLC, a meno di moti rigidi del possono essere calcolate in accordo con la EN 1996-1-1:2004.
Epressoflessione
La capacità di spostamento ai fini della verifica allo SLC, a meno di moti rigidi del
1.2% dell’altezza del pannello (rottura L
pannello, può essere assunta pari a:
L
O per taglio);
per con ≤); pannello, può essere assunta pari a:
B
0.5% dell’altezza del pannello (rottura
in cui è lo sforzo assiale medio normalizzato = /f =N/(Af ) ed A è l’area lorda della
d d
1.2% dell’altezza del pannello (rottura per pressoflessione con ≤);
0.5% dell’altezza del pannello (rottura per taglio);
sezione normale del setto murario. in cui è lo sforzo assiale medio normalizzato = /fd=N/(Afd) ed A è l’area lorda della
Per valori di superiori a 0.2, nel caso di rottura per pressoflessione è opportuno sezione normale del setto murario comprensiva degli elementi di confinamento in c.a.
assumere valori più cautelativi. In assenza di considerazioni più approfondite, si Per valori di superiori a 0.2, nel caso di rottura per pressoflessione è opportuno
suggerisce di assumere che la capacità di spostamento ultima sia non superiore a 1.5% x assumere valori più cautelativi. In assenza di considerazioni più approfondite, si
(1-) e, comunque, non inferiore allo spostamento al limite elastico del pannello. suggerisce di assumere che la capacità di spostamento ultima sia non superiore a 1.5% x
(1-) e, comunque, non inferiore allo spostamento al limite elastico del pannello.
C7.8.5 STRUTTURE MISTE
C7.8.5 STRUTTURE MISTE
La trasmissione delle azioni sismiche in una struttura mista può avvenire attraverso un
organismo strutturale che presenti elementi in muratura ed elementi in cemento armato La trasmissione delle azioni sismiche in una struttura mista può avvenire attraverso un
organismo strutturale che presenti elementi in muratura ed elementi in cemento armato
I N E
L
C7.8.6.1 C7.8.6.1
O N
A
C7.8.6.2 C7.8.6.2
muraturaE
quanto riportato al § 7.8.6.1, in analogia con le costruzioni in muratura ordinaria e in quanto riportato § 7.8.6.1, in analogia con le costruzioni in muratura ordinaria e in
muratura armata.
I O Nperarmata.
A
Come per le costruzioni in muratura armata è possibile derogare dal requisito di avere Come
Zagli incrociledelle
costruzioni in muratura armata è possibile derogare dal requisito di avere
S L
agli incroci delle pareti perimetrali zone di parete muraria di lunghezza non inferiore ad
I
pareti perimetrali zone di parete muraria di lunghezza non inferiore ad
un metro su ciascun lato dell’angolo.
G un metro su ciascun lato dell’angolo.
I LE
C7.9 PONTI
O D C7.9 PONTI
T I N
C7.9.1
T C7.9.1
L LE
O
C7.9.2 C7.9.2
C7.9.3 B C7.9.3
C7.9.4 C7.9.4
C7.9.5 DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI C7.9.5 DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI
Per garantire alle pile da ponte un comportamento dissipativo, nel dimensionamento e Per garantire alle pile da ponte un comportamento dissipativo, nel dimensionamento e
nella verifica degli elementi strutturali si adotta la progettazione in capacità. A nella verifica degli elementi strutturali si adotta la progettazione in capacità. A
differenza degli elementi strutturali di tutte le altre tipologie strutturali, per le quali i differenza degli elementi strutturali di tutte le altre tipologie strutturali, per le quali i
fattori di sovraresistenza sono tutti riassunti nella Tabella 7.2.I, la norma fornisce fattori di sovraresistenza sono tutti riassunti nella Tabella 7.2.I, la norma fornisce
un’espressione specifica per le strutture in elevazione dei ponti. Per individuare la un’espressione specifica per le strutture in elevazione dei ponti. Per individuare la
domanda calcolata, in base a considerazioni di equilibrio, a partire dalla capacità a domanda calcolata, in base a considerazioni di equilibrio, a partire dalla capacità a
La figura C7.9.1sintetizza i criteri di verifica per le pile, con riferimento a due schemi La figura C7.9.1sintetizza i criteri di verifica per le pile, con riferimento a due schemi
tipo: quello della pila libera in testa (mensola) e quello della pila con incastro al piede e tipo: quello della pila libera in testa (mensola) e quello della pila con incastro al piede e
in testa, con diverso grado di vincolo. Le prescrizioni sulla lunghezza delle zone in testa, con diverso grado di vincolo. Le prescrizioni sulla lunghezza delle zone
dissipative sono riportate al § 7.9.6.1.3 della norma. dissipative sono riportate al § 7.9.6.1.3 della norma.
RDMRd,2
I N E RDMRd,2
MRd,2
N L MRd,2
O
MEd,2 MEd,2
2
A 2
NIC
Lzd,2-M Lzd,2-M
Lzd,2-sez Lzd,2-sez
Lzd = max(Lzd-sez;Lzd-M) Lzd = max(Lzd-sez;Lzd-M)
E
ION
Mprc Mprc
Z
LA
Mprc Mprc
G IS
E
IL
Lzd-M Lzd-sez Lzd,1-M Lzd,1-sez Lzd-M Lzd-sez Lzd,1-M Lzd,1-sez
OD
1 1
MEd Med,1 MEd Med,1
IN
TT
MRd MRd,1 MRd MRd,1
LE
RdMRd RdMRd,1 RdMRd RdMRd,1
O L
Figura C7.9.1 – Progettazione in capacità delle pile (schema a mensola e a doppio incastro) Figura C7.9.1 – Progettazione in capacità delle pile (schema a mensola e a doppio incastro)
zona dissipativa; L
B
Si specifica di seguito il significato dei simboli in Figura C7.9.1: L = lunghezza della
= lunghezza della zona dissipativa in funzione delle dimensioni
zd-sez
zd Si specifica di seguito il significato dei simboli in Figura C7.9.1: L zd = lunghezza della
zona dissipativa; Lzd-sez= lunghezza della zona dissipativa in funzione delle dimensioni
della sezione (§ 7.9.6.1.3 NTC); Lzd-M = lunghezza della zona dissipativa in funzione della sezione (§ 7.9.6.1.3 NTC); Lzd-M = lunghezza della zona dissipativa in funzione
della domanda flessionale Mprcdefinita al § 7.9.5 della norma. della domanda flessionale Mprcdefinita al § 7.9.5 della norma.
C7.10 COSTRUZIONI E PONTI CON ISOLAMENTO E/O DISSIPAZIONE C7.10 COSTRUZIONI E PONTI CON ISOLAMENTO E/O DISSIPAZIONE
E
dovuti alla progettazione, acquisto e installazione dei dispositivi, comunque
generalmente compensati dalla minore richiesta di rigidezza e resistenza della struttura
L I N
necessarie per conseguire le prestazioni desiderate.
O N
A
Per realizzare l’isolamento sismico, occorre creare una discontinuità strutturale lungo Per realizzare l’isolamento sismico, occorre creare una discontinuità strutturale lungo
l’altezza della costruzione che permetta ampi spostamenti orizzontali relativi tra la parte
IC
l’altezza della costruzione che permetta ampi spostamenti orizzontali relativi tra la parte
N
della costruzione superiore (sovrastruttura) e quella inferiore (sottostruttura)alla
C
della costruzione superiore (sovrastruttura) e quella inferiore (sottostruttura) alla
discontinuità. Il collegamento tra la sovrastruttura e la sottostruttura è realizzato
TE
discontinuità. Il collegamento tra la sovrastruttura e la sottostruttura è realizzato
E
N
mediante isolatori, ovvero speciali apparecchi di appoggio caratterizzati da rigidezze mediante isolatori, ovvero speciali apparecchi di appoggio caratterizzati da rigidezze
basse nei confronti degli spostamenti orizzontali, elevate nei confronti di quelli verticali.
IO
basse nei confronti degli spostamenti orizzontali, elevate nei confronti di quelli verticali.
Un’opportuna scelta delle caratteristiche meccaniche degli isolatori consente di
L AZ
IS
“disaccoppiare” la sovrastruttura dalla sottostruttura nelle oscillazioni che coinvolgono
G
prevalentemente spostamenti orizzontali. Il “disaccoppiamento” consiste nella
E
D IL
diversificazione del comportamento dinamico delle due porzioni della costruzione:
O
durante un moto oscillatorio, mentre la sottostruttura subisce deformazioni di modesta
IN
entità, tanto minori quanto maggiore è la sua rigidezza, la sovrastruttura compie
T
T
oscillazioni molto più ampie, tanto maggiori quanto minore è la rigidezza e resistenza
L LE
degli isolatori. Dette oscillazioni sono dovute, per la maggior parte, alla deformazione
BO
degli isolatori collocati al di sotto della sovrastruttura e solo in minor parte alle
deformazioni della sovrastruttura stessa. Durante un terremoto, generalmente, tanto più
sono ampie queste oscillazioni tanto più sono modeste le conseguenti accelerazioni,
quindi le forze d’inerzia, che subisce la sovrastruttura.
Ne consegue che l’isolamento è tanto più efficace quanto minori sono le accelerazioni
della sovrastruttura e ciò comporta sostanzialmente due tipi di benefici:
- benefici diretti sulla sovrastruttura, in quanto si contiene l’entità delle forze d’inerzia
1Per energia in ingresso si intende l’energia trasmessa alla costruzione da un’azione generica e nel caso del terremoto dal movimento sismico del terreno. Tale energia si manifesta
N E
IO
Per sfruttare pienamente i vantaggi dell’isolamento, deve essere possibile individuare
AZ
una porzione rilevante della costruzione, in termini di massa rispetto alla massa
complessiva, che possa facilmente essere separata dalla porzione sottostante, dalle
IS L
G
costruzioni contigue e dal terreno circostante, ed abbia un basso rapporto tra massa e
E
IL
rigidezza orizzontale (ovvero basso periodo proprio dei modi naturali di vibrare della
D
costruzione che interessano significativamente questa porzione).
IN O
Qualora l’isolamento sia utilizzato per interventi su costruzioni esistenti, in generale
T
occorre rispettare i criteri e le regole del Cap. 8 delle NTC e del Cap. C8 della presente
T
LE
circolare, per tutti gli aspetti di non stretta pertinenza dell’applicazione dell’isolamento
OL
sismico, per i quali, invece, si applicano il § 7.10 delle NTC ed i relativi commenti del
presente testo.
B
I vantaggi dell’isolamento sono riconducibili non solo al drastico abbattimento delle
accelerazioni agenti sulle masse strutturali, ma anche all’assenza di oscillazioni brusche
nella sovrastruttura per effetto dell’alto periodo proprio di vibrazione. Quest’ultimo
effetto comporta notevoli benefici per la protezione dei contenuti, in quanto riduce il
rischio di ribaltamento di arredi (talvolta molto pesanti e pericolosi per le persone, come
all’interno di librerie, archivi e magazzini), la caduta di oggetti (talvolta di elevato
valore, come nei musei), le vibrazioni ad alta frequenza nei macchinari ad alta
tecnologia (ad esempio in ospedali, in centri elaborazione dati, etc.) e comporta una
minore percezione della scossa sismica da parte delle persone presenti nella porzione di
costruzione isolata, aspetto, quest’ultimo, particolarmente importante per ridurre il
panico in luoghi affollati come scuole ed ospedali.
E
fondamentale di oscillazione Tbf in una data direzione, l’isolamento alla base di questa fondamentale di oscillazione Tbf in una data direzione, l’isolamento alla base di questa
porzione deve produrre uno dei seguenti effetti: porzione deve produrre uno dei seguenti effetti:
L I N
a) l’incremento del periodo grazie all’adozione di dispositivi con comportamento a) l’incremento del periodo grazie all’adozione di dispositivi con comportamento
O N
d’insieme approssimativamente lineare. Si ottiene un buon “disaccoppiamento” d’insieme approssimativamente lineare. Si ottiene un buon “disaccoppiamento”
IC A
N
quando il periodo della struttura isolata TIS risulta TIS ≥ 3·Tbf. Maggiore è quando il periodo della struttura isolata TIS risulta TIS ≥ 3·Tbf. Maggiore è
C
TE
l’incremento di periodo (generalmente TIS> 2,0 s) maggiore è la riduzione delle l’incremento di periodo (generalmente TIS> 2,0 s) maggiore è la riduzione delle
accelerazioni sulla sovrastruttura (spettro in accelerazioni) e l’incremento degli accelerazioni sulla sovrastruttura (spettro in accelerazioni) e l’incremento degli
spostamenti (spettro in spostamenti), che si concentrano essenzialmente nel sistema
N E
spostamenti (spettro in spostamenti), che si concentrano essenzialmente nel sistema
IO
AZ
di isolamento; di isolamento;
L
b) la limitazione della forza trasmessa alla sottostruttura, grazie all’adozione di b) la limitazione della forza trasmessa alla sottostruttura, grazie all’adozione di
dispositivi con comportamento d’insieme non lineare, caratterizzato da basso
G IS dispositivi con comportamento d’insieme non lineare, caratterizzato da basso
incrudimento ovvero incrementi minimi o nulli della forza per grandi spostamenti.
E incrudimento ovvero incrementi minimi o nulli della forza per grandi spostamenti.
In questo modo si limitano le forze d’inerzia, quindi l’accelerazione, sulla
D IL In questo modo si limitano le forze d’inerzia, quindi l’accelerazione, sulla
O
sovrastruttura, ancora a scapito di un sensibile incremento degli spostamenti nel sovrastruttura, ancora a scapito di un sensibile incremento degli spostamenti nel
sistema di isolamento.
T IN sistema di isolamento.
T
LE
Oltre che nei due modi detti, l’isolamento si può conseguire utilizzando dispositivi che Oltre che nei due modi detti, l’isolamento si può conseguire utilizzando dispositivi che
garantiscano al sistema un comportamento d’insieme intermedio tra i due.
L garantiscano al sistema un comportamento d’insieme intermedio tra i due.
La dissipazione di energia, dovuta agli isolatori e/o ad eventuali dispositivi ausiliari
determina sempre una riduzione degli spostamenti nel sistema di isolamento. Essa è
BO La dissipazione di energia, dovuta agli isolatori e/o ad eventuali dispositivi ausiliari
determina sempre una riduzione degli spostamenti nel sistema di isolamento. Essa è
particolarmente utile in siti caratterizzati da elevata sismicità e/o nel caso di sottosuoli particolarmente utile in siti caratterizzati da elevata sismicità e/o nel caso di sottosuoli
con caratteristiche meccaniche scadenti (tipo C, D, E), cioè nei casi in cui gli spettri di con caratteristiche meccaniche scadenti (tipo C, D, E), cioè nei casi in cui gli spettri di
risposta possono presentare spostamenti elevati ed accelerazioni significative anche su risposta possono presentare spostamenti elevati ed accelerazioni significative anche su
periodi di oscillazioni elevati. periodi di oscillazioni elevati.
incremento del periodo incremento del periodo incremento del periodo incremento del periodo
incremento incremento
Accelerazione
Accelerazione
dissipazione dissipazione
Spostamento
Spostamento
Accelerazione
Accelerazione
Spostamento
Spostamento
dello di energia dello di energia
smorzamento smorzamento
Tbf Tis Periodo Tbf Tis Periodo Periodo Periodo Tbf Tis Periodo Tbf Tis Periodo Periodo Periodo
(a) Incremento del periodo (e (b) Limitazione della forza (e (a) Incremento del periodo (e (b) Limitazione della forza (e
L’applicazione dell’isolamento sismico, anche alle usuali costruzioni, richiede criteri, L’applicazione dell’isolamento sismico, anche alle usuali costruzioni, richiede criteri,
regole e accorgimenti particolari, riportati nel § 7.10 delle NTC e, ove necessario, meglio regole e accorgimenti particolari, riportati nel § 7.10 delle NTC e, ove necessario, meglio
esplicitati in questa circolare, per tener conto del comportamento peculiare dell’insieme esplicitati in questa circolare, per tener conto del comportamento peculiare dell’insieme
sottostruttura-sistema d’isolamento-sovrastruttura. sottostruttura-sistema d’isolamento-sovrastruttura.
Tali regole, evidentemente, non possono essere estese all’applicazione strutturale di altri Tali regole, evidentemente, non possono essere estese all’applicazione strutturale di altri
sistemi di protezione sismica, quali quelli basati sull’impiego di dispositivi dissipativi sistemi di protezione sismica, quali quelli basati sull’impiego di dispositivi dissipativi
distribuiti a vari livelli, all’interno della costruzione, come nel caso dei sistemi di
N E
distribuiti a vari livelli, all’interno della costruzione, come nel caso dei sistemi di
I
controventi dissipativi per gli edifici a struttura intelaiata.
L
controventi dissipativi per gli edifici a struttura intelaiata.
N
Per essi non è necessaria una trattazione specifica, poiché la loro progettazione non
O
Per essi non è necessaria una trattazione specifica, poiché la loro progettazione non
A
IC
richiede regole aggiuntive rispetto a quelle già descritte per le costruzioni ordinarie, una richiede regole aggiuntive rispetto a quelle già descritte per le costruzioni ordinarie, una
volta che il comportamento dei dispositivi antisismici sia tenuto correttamente in conto
C N
volta che il comportamento dei dispositivi antisismici sia tenuto correttamente in conto
TE
e che le loro caratteristiche e le modalità di accertamento siano conformi alle prescrizioni e che le loro caratteristiche e le modalità di accertamento siano conformi alle prescrizioni
del § 11.9 delle NTC, fatto salvo il numero di cicli da effettuare nelle prove di
E
del § 11.9 delle NTC, fatto salvo il numero di cicli da effettuare nelle prove di
N
IO
qualificazione, che dovrà essere commisurato a quello prevedibile per il terremoto di qualificazione, che dovrà essere commisurato a quello prevedibile per il terremoto di
AZ
progetto allo SLC. Infatti, le NTCforniscono indicazioni e prescrizioni sugli strumenti e progetto allo SLC. Infatti, le NTC forniscono indicazioni e prescrizioni sugli strumenti e
metodi di valutazione (modellazione e analisi strutturali lineari e non lineari) nonché le
IS L metodi di valutazione (modellazione e analisi strutturali lineari e non lineari) nonché le
G
regole per le verifiche di sicurezza degli elementi strutturali e dei dispositivi. regole per le verifiche di sicurezza degli elementi strutturali e dei dispositivi.
E
IL
Per questi schemi applicativi, lo spostamento di interpiano prodotto dal sisma attiva i Per questi schemi applicativi, lo spostamento di interpiano prodotto dal sisma attiva i
O D
meccanismi di dissipazione di energia prima che gli spostamenti relativi possano meccanismi di dissipazione di energia prima che gli spostamenti relativi possano
IN
produrre danni significativi sugli elementi strutturali. In tal modo la maggior parte produrre danni significativi sugli elementi strutturali. In tal modo la maggior parte
TT
dell'energia in entrata viene immagazzinata e dissipata nei dispositivi, mentre la dell'energia in entrata viene immagazzinata e dissipata nei dispositivi, mentre la
E
L di risposta elastici delle accelerazioni
funzione di sostegno dei carichi verticali rimane attribuita alla struttura convenzionale.
Facendo riferimento alle forme tipiche degliL
funzione di sostegno dei carichi verticali rimane attribuita alla struttura convenzionale.
10 0.3 10 0.3
=5% =5%
Accelerazione spettrale (m/s )
2
= 10 % 0.25 = 10 % 0.25
INE
0.2 0.2
Incremento
L
Incremento
ON
5 0.15 5 0.15
0.1
I C A 0.1
N
2.5 2.5
C
TE
0.05 0.05
0 0
N E 0 0
IO
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4
Periodo (s)
Z Periodo (s)
Figura C7.10.2 - Strategie di riduzione della domanda mediante dissipazione di energia
IS LA Figura C7.10.2 - Strategie di riduzione della domanda mediante dissipazione di energia
E G
IL
Tra i pregi che la strategia della dissipazione di energia presenta, anche rispetto Tra i pregi che la strategia della dissipazione di energia presenta, anche rispetto
D
all'isolamento sismico, spicca la capacità di far fronte a qualsiasi tipo di azione dinamica, all'isolamento sismico, spicca la capacità di far fronte a qualsiasi tipo di azione dinamica,
indipendentemente dal contenuto in frequenze della forzante, il che la rende
IN O indipendentemente dal contenuto in frequenze della forzante, il che la rende
T
favorevolmente applicabile a qualsiasi tipo di edificio, in particolare anche agli edifici favorevolmente applicabile a qualsiasi tipo di edificio, in particolare anche agli edifici
T
LE
alti, e qualunque sia la natura del terreno di fondazione, quindi anche nel caso di terreni alti, e qualunque sia la natura del terreno di fondazione, quindi anche nel caso di terreni
L
soffici. Inoltre essa ben si presta all'adeguamento o miglioramento sismico di costruzioni soffici. Inoltre essa ben si presta all'adeguamento o miglioramento sismico di costruzioni
E
del § 11.9, fatto salvo il numero di cicli da effettuare nelle prove di qualificazione, che
dovrà essere commisurato a quello prevedibile per il terremoto di progetto allo SLC.
L I N
Infatti, le NTC forniscono indicazioni e prescrizioni sugli strumenti e metodi di
O N
A
valutazione (modellazione e analisi strutturali lineari e non lineari) nonché le regole per
IC
le verifiche di sicurezza degli elementi strutturali e dei dispositivi.
C7.10.2 REQUISITIC N
C7.10.2 REQUISITI GENERALI E CRITERI PER IL LORO SODDISFACIMENTO
T E GENERALI E CRITERI PER IL LORO SODDISFACIMENTO
IO
contempo, le previste condizioni di vincolo sotto le azioni di servizio. Per garantire contempo,
quest’ultima condizione, qualora i dispositivi d’isolamento non siano in grado di Zquest’ultima
A
condizione, qualora i dispositivi d’isolamento non siano in grado di
I S L
garantire la condizione di vincolo necessaria, possono essere anche utilizzati dispositivi garantire la condizione di vincolo necessaria, possono essere anche utilizzati dispositivi
EsiGutilizzano efficaci quando l’azione sismica supera una prefissata intensità. Quando si utilizzano
di vincolo temporaneo, del tipo “a fusibile” (v. § 11.9 delle NTC), che cessano di essere di vincolo temporaneo, del tipo “a fusibile” (v. § 11.9 delle NTC), che cessano di essere
L
DI sul movimento dispositivi
efficaci quando l’azione sismica supera una prefissata intensità. Quando
dispositivi di vincolo temporaneo occorre valutare gli effetti che hanno di vincolo temporaneo occorre valutare gli effetti che hanno sul movimento
della struttura isolata, anche per azioni sismiche che eccedonoO
INrequisito aggiuntivo, legato La capacità di ricentraggio del sistema d’isolamento è un requisito aggiuntivo, legato
questo livello prefissato. della struttura isolata, anche per azioni sismiche che eccedono questo livello prefissato.
La capacità di ricentraggio del sistema d’isolamento T
T è un
L LE di egarantire
alla necessità, o semplicemente, all’opportunità, che al termine di un alla necessità, o semplicemente, all’opportunità, di garantire che al termine di un
BOnulli o molto piccoli, in modo da non globalità, presenti spostamenti residui nulli o molto piccoli, in modo da non
terremoto anche violento il sistema d’isolamento, quindi la struttura nella sua terremoto anche violento il sistema d’isolamento, e quindi la struttura nella sua
globalità, presenti spostamenti residui
comprometterne l’efficacia operativa nel caso di scosse successive. comprometterne l’efficacia operativa nel caso di scosse successive.
Il comportamento di una costruzione con isolamento sismico risulta ben prevedibile se i Il comportamento di una costruzione con isolamento sismico risulta valutabile, con una
suoi elementi strutturali non subiscono grandi escursioni in campo plastico. La completa buona approssimazione, se i suoi elementi strutturali non subiscono grandi escursioni in
plasticizzazione della sovrastruttura può condurre, in alcuni casi particolari (strutture campo plastico. La completa plasticizzazione della sovrastruttura può condurre, in
con uno o due piani, con alti periodi di isolamento, scarsa ridondanza e basso alcuni casi particolari (strutture con uno o due piani, con alti periodi di isolamento,
incrudimento post-elastico), a notevoli richieste di duttilità. Per questo motivo la scarsa ridondanza e basso incrudimento post-elastico), a notevoli richieste di duttilità.
sovrastruttura e la sottostrutturadevono avere comportamento strutturale non Per questo motivo la sovrastruttura e la sottostruttura devono avere comportamento
dissipativo, il che, per azioni sismiche relative allo SLV, implica un danneggiamento strutturale non dissipativo, il che, per azioni sismiche relative allo SLV, implica un
strutturale molto più limitato, quasi nullo, rispetto a quello di una struttura antisismica danneggiamento strutturale molto più limitato, quasi nullo, rispetto a quello di una
convenzionale, per la quale si ammette che, per lo stesso livello di azione, si verifichino struttura antisismica convenzionale, per la quale si ammette che, per lo stesso livello di
E
richiedono particolari capacità dissipative, ma solo un’adeguata resistenza laterale. richiedono particolari capacità dissipative, ma solo un’adeguata resistenza laterale.
I dispositivi dissipativi dovranno soddisfare le condizioni generali di non
L I N
I dispositivi dissipativi dovranno soddisfare le condizioni generali di non
danneggiamento e di non rottura nei confronti degli stati limite SLD e SLC,
N
danneggiamento e di non rottura nei confronti degli stati limite SLD e SLC,
O
A
analogamente a quanto previsto per i dispositivi facenti parte di sistemi di isolamento. analogamente a quanto previsto per i dispositivi facenti parte di sistemi di isolamento.
Come per i dispositivi d'isolamento, infatti, un'affidabilità superiore è richiesta ai
IC
Come per i dispositivi d'isolamento, infatti, un'affidabilità superiore è richiesta ai
N
dispositivi del sistema di dissipazione, per un ruolo critico che essi svolgono. Tale
C
dispositivi del sistema di dissipazione, per un ruolo critico che essi svolgono. Tale
affidabilità si ritiene conseguita se sono progettati e verificati sperimentalmente secondo
TE
affidabilità si ritiene conseguita se sono progettati e verificati sperimentalmente secondo
E
N
quanto stabilito nel § 11.9. quanto stabilito nel § 11.9.
IO
AZ
Condizioni di malfunzionamento o di collasso dei sistemi dissipativi possono dipendere Condizioni di malfunzionamento o di collasso dei sistemi dissipativi possono dipendere
L
anche dai controventi che collegano o inglobano i dispositivi dissipativi, per i quali anche dai controventi che collegano o inglobano i dispositivi dissipativi, per i quali
dovrà essere evitata la possibilità di instabilizzazione a compressione o di
G IS dovrà essere evitata la possibilità di instabilizzazione a compressione o di
E
plasticizzazione a trazione per livelli di forza inferiori o pari a quelli di progetto, per plasticizzazione a trazione per livelli di forza inferiori o pari a quelli di progetto, per
qualsiasi Stato limite considerato.
D IL qualsiasi Stato limite considerato.
IN O
Ulteriori condizioni generali sono legate alle caratteristiche di resistenza degli elementi Ulteriori condizioni generali sono legate alle caratteristiche di resistenza degli elementi
T
strutturali collegati ai dispositivi e/o ai controventi. In particolare, nei pilastri adiacenti i strutturali collegati ai dispositivi e/o ai controventi. In particolare, nei pilastri adiacenti i
T
LE
campi controventati occorre controllare che eccessivi stati di sforzo assiale di campi controventati occorre controllare che eccessivi stati di sforzo assiale di
L
compressione non inducano fenomeni di instabilità nel caso di strutture in acciaio o di compressione non inducano fenomeni di instabilità nel caso di strutture in acciaio o di
BO
rotture di tipo fragile nel caso di strutture in c.a. Per queste ultime occorre, inoltre, rotture di tipo fragile nel caso di strutture in c.a. Per queste ultime occorre, inoltre,
evitare che sforzi di trazione troppo grandi indotti dall'azione sismica riducano evitare che sforzi di trazione troppo grandi indotti dall'azione sismica riducano
eccessivamente il momento resistente ultimo, al punto da determinare la rottura. eccessivamente il momento resistente ultimo, al punto da determinare la rottura.
C7.10.3 CARATTERISTICHE E CRITERI DI ACCETTAZIONE DEI DISPOSITIVI C7.10.3 CARATTERISTICHE E CRITERI DI ACCETTAZIONE DEI DISPOSITIVI
In relazione alla funzione svolta nell’ambito del sistema d’isolamento, i dispositivi In relazione alla funzione svolta nell’ambito del sistema d’isolamento, i dispositivi
facenti parte di un sistema di isolamento si possono distinguere in “isolatori” e facenti parte di un sistema di isolamento si possono distinguere in “isolatori” e
“dispositivi ausiliari”. “dispositivi ausiliari”.
Gli isolatori, in accordo con la definizione data nel § 11.9 delle NTC, sono dispositivi che Gli isolatori, in accordo con la definizione data nel § 11.9 delle NTC, sono dispositivi che
svolgono fondamentalmente la funzione di sostegno dei carichi verticali, con i requisiti svolgono fondamentalmente la funzione di sostegno dei carichi verticali, con i requisiti
di un’elevata rigidezza in direzione verticale e di una bassa rigidezza o resistenza in di un’elevata rigidezza in direzione verticale e di una bassa rigidezza o resistenza in
direzione orizzontale, permettendo notevoli spostamenti orizzontali. A tale funzione direzione orizzontale, permettendo notevoli spostamenti orizzontali. A tale funzione
E
rotolamento, che inglobano funzioni dissipative o ricentranti per capacità intrinseca o che inglobano funzioni dissipative o ricentranti per capacità intrinseca o per presenza di
per presenza di elementi capaci di svolgere tali funzioni, oppure da un’opportuna
L I N
elementi capaci di svolgere tali funzioni, oppure da un’opportuna combinazione di
combinazione di isolatori e dispositivi ausiliari, questi ultimi generalmente con funzione
N
isolatori e dispositivi ausiliari, questi ultimi generalmente con funzione dissipativa,
O
A
dissipativa, ricentrante e/o di vincolo. ricentrante e/o di vincolo.
Le proprietà di un sistema di isolamento, nel suo complesso, e la loro costanza nel
N IC
Le proprietà di un sistema di isolamento, nel suo complesso, e la loro costanza nel
C
TE
tempo e nelle varie condizioni di funzionamento scaturiscono dalla combinazione delle tempo e nelle varie condizioni di funzionamento scaturiscono dalla combinazione delle
proprietà dei dispositivi che lo costituiscono. proprietà dei dispositivi che lo costituiscono.
N E
IO
I dispositivi utilizzabili per l'applicazione della strategia della dissipazione di energia
AZ
appartengono fondamentalmente alle categorie, definite nel § 11.9, dei dispositivi
L
"dipendenti dallo spostamento" e dei dispositivi "dipendenti dalla velocità", in relazione
IS
G
al meccanismo utilizzato e al loro conseguente comportamento sotto azioni dinamiche.
E
IL
I dispositivi dipendenti dagli spostamenti, in accordo con la definizione data nel § 11.9,
D
possono essere a comportamento "lineare" o "non lineare" in funzione del legame forza-
O
IN
spostamento che li caratterizza sotto azioni cicliche e degli spostamenti residui che
T
mostrano in fase di scarico. A tali dispositivi appartengono quelli che sfruttano le
T
LE
particolari capacità deformative e/o dissipative di alcuni materiali, quali polimeri e
L
BO
metalli.
I dispositivi dipendenti dalla velocità, detti anche dispositivi a comportamento
"viscoso", sono invece caratterizzati dalla dipendenza della forza soltanto dalla velocità
o da entrambe le grandezze: velocità e spostamento contemporaneamente. Il
funzionamento di tali dispositivi è tipicamente basato sulle forze di reazione causate dal
flusso di un fluido viscoso attraverso orifizi o sistemi di valvole.
In generale, i sistemi dissipativi includono qualsiasi dispositivo in grado di migliorare le
prestazioni delle costruzioni, modificandone le caratteristiche della risposta sismica
mediante l'incremento dello smorzamento e, in alcuni casi, della rigidezza e della
resistenza. I dispositivi di tipo isteretico, attritivo o viscoelastico tipicamente aumentano
sia lo smorzamento sia la rigidezza del sistema strutturale, mentre i dispositivi viscosi
aumentano generalmente solo lo smorzamento.
E
differenziati di fattori, quali ad esempio la temperatura e l'invecchiamento, che possono differenziati di fattori, quali ad esempio la temperatura e l'invecchiamento, che possono
variare il comportamento dei dispositivi rispetto a condizioni di riferimento medie.
I N
variare il comportamento dei dispositivi rispetto a condizioni di riferimento medie.
L
C7.10.4 INDICAZIONI PROGETTUALI C7.10.4 INDICAZIONI PROGETTUALI
O N
La progettazione richiede, in generale, la scelta della tipologia dei dispositivi e il loro La progettazione richiede, inA
dimensionamento, in N ICagligenerale, la scelta della tipologia dei dispositivi e il loro
C
dimensionamento, in base agli obiettivi da raggiungere. base obiettivi da raggiungere.
Nel caso in cui si intervenga su una struttura esistente, l'analisi preliminare della Nel caso in cuiEsi intervenga su una struttura esistente, l'analisi preliminare della
struttura allo stato attuale fornisce utili indicazioni per il progetto del sistema di strutturaE
T
N
allo stato attuale fornisce utili indicazioni per il progetto del sistema di
dissipazione.
IO
L'inserimento del sistema dissipativo sarà finalizzato a ridurre le deformazioni, in modo ZL'inserimento del sistema dissipativo sarà finalizzato a ridurre le deformazioni, in modo
dissipazione.
A
L da contenere i danni ed evitare il collasso della struttura, attraverso le due seguenti
G I S
da contenere i danni ed evitare il collasso della struttura, attraverso le due seguenti
E
I L dello spettro 1. l'incremento
azioni alternative: azioni alternative:
D
1. l'incremento della sola dissipazione, che si traduce in uno smorzamento modale della sola dissipazione, che si traduce in uno smorzamento modale
O
equivalente aggiuntivo, con la conseguente riduzione dell'ordinata equivalente aggiuntivo, con la conseguente riduzione dell'ordinata dello spettro
degli spostamenti, a parità di periodo proprio;
T I N degli spostamenti, a parità di periodo proprio;
E T
2. l'incremento della rigidezza e della dissipazione, per cui la riduzione 2. l'incremento della rigidezza e della dissipazione, per cui la riduzione
L L
dell'ordinata dello spettro degli spostamenti avviene sia per aumento dello dell'ordinata dello spettro degli spostamenti avviene sia per aumento dello
BOdi dispositivi dipendenti dalla velocità e si La prima è ottenibile con l'utilizzazione di dispositivi dipendenti dalla velocità e si
smorzamento che per riduzione del periodo. smorzamento che per riduzione del periodo.
La prima è ottenibile con l'utilizzazione
applica bene a strutture dotate di per sè di buona rigidezza e resistenza, per le quali è applica bene a strutture dotate di per sè di buona rigidezza e resistenza, per le quali è
sufficiente una riduzione dell'ordine del 20-40% delle deformazioni sismiche, sufficiente una riduzione dell'ordine del 20-40% delle deformazioni sismiche,
conseguente ad una uguale riduzione delle forze sismiche. conseguente ad una uguale riduzione delle forze sismiche.
La seconda è ottenibile con l'utilizzazione di dispositivi dipendenti dalla velocità e si
applica bene a strutture dotate di per sè di buona rigidezza e resistenza, per le quali è
sufficiente una riduzione dell'ordine del 20-40% delle deformazioni sismiche,
conseguente ad una uguale riduzione delle forze sismiche.
La seconda è ottenibile con l'utilizzazione di dispositivi dipendenti dallo spostamento e La seconda è ottenibile con l'utilizzazione di dispositivi dipendenti dallo spostamento e
permette di ridurre drasticamente le deformazioni prodotte dal sisma. Nel contempo si permette di ridurre drasticamente le deformazioni prodotte dal sisma. Nel contempo si
possono però avere notevoli incrementi delle accelerazioni, e quindi incrementi delle possono però avere notevoli incrementi delle accelerazioni, e quindi incrementi delle
IC
Per ridurre o annullare gli spostamenti residui a seguito di un terremoto è inoltre Per ridurre o annullare gli spostamenti residui a seguito di un terremoto è inoltre
necessario verificare la presenza o prevedere appositi elementi strutturali di contrasto
C N
necessario verificare la presenza o prevedere appositi elementi strutturali di contrasto
contro cui fare forza per ricollocare la struttura nella sua posizione originaria.
T E
contro cui fare forza per ricollocare la struttura nella sua posizione originaria.
N E
Le connessioni tra i controventi e i nodi strutturali devono essere progettate in modo Le connessioni tra i controventi e i nodi strutturali devono essere progettate in modo
T
LE
eventualmente predisponendo sistemi di ridistribuzione
d dy BO μ e il rapporto tra la rigidezza del sistema Per i dispositivi dipendenti dagli spostamenti i parametri fondamentali sono la
la rigidezza k e la resistenza F , la duttilità c
dissipativo kc e quella della struttura ks, mentre per i dispositivi dipendenti dalla rigidezza kd e la resistenza Fdy, la duttilità μc e il rapporto tra la rigidezza del sistema
velocità sono la costante di smorzamento e l'eventuale rigidezza. dissipativo kc e quella della struttura ks, mentre per i dispositivi dipendenti dalla
velocità sono la costante di smorzamento e l'eventuale rigidezza.
N IC
La rigidezza del sistema dissipativo deriva dalla combinazione delle rigidezze dei
C
La rigidezza del sistema dissipativo deriva dalla combinazione delle rigidezze dei
singoli componenti, ossia del dispositivo dissipativo e della struttura, generalmente
TE
singoli componenti, ossia del dispositivo dissipativo e della struttura, generalmente
E
N
metallica, di supporto. metallica, di supporto.
IO
AZ
Indicando con: kc la rigidezza del sistema dissipativo, k s la rigidezza del telaio, kd la Indicando con: kc la rigidezza del sistema dissipativo, ks la rigidezza del telaio, kd la
L
rigidezza del dispositivo e ka la rigidezza del supporto metallico, e con riferimento alla rigidezza del dispositivo e ka la rigidezza del supporto metallico, e con riferimento alla
Figura C7.10.2, si ha:
G IS Figura C7.10.2, si ha:
E
IL
1 1
kC rigidezza del sistema; [C10.2.1] kC rigidezza del sistema; [C10.2.1]
1 1
O D 1 1
IN
kd ka kd ka
T
ET
k TOT k s k c rigidezza del telaio rinforzato. [C10.2.2] k TOT k s k c rigidezza del telaio rinforzato. [C10.2.2]
L L
BO
In generale il sistema di supporto deve possedere un'elevata rigidezza, rigidezza assiale In generale il sistema di supporto deve possedere un'elevata rigidezza, rigidezza assiale
se si tratta di controventi, necessaria per concentrare le deformazioni indotte dal sisma se si tratta di controventi, necessaria per concentrare le deformazioni indotte dal sisma
nei dispositivi e per garantire una significativa dissipazione d'energia per piccoli nei dispositivi e per garantire una significativa dissipazione d'energia per piccoli
spostamenti. spostamenti.
Per garantire un'efficace interazione, i sistemi dissipativi devono essere posizionati nel Per garantire un'efficace interazione, i sistemi dissipativi devono essere posizionati nel
piano dei telai, possibilmente all'interno delle maglie strutturali. In caso contrario, piano dei telai, possibilmente all'interno delle maglie strutturali. In caso contrario,
particolare attenzione va posta nello studio delle connessioni, che possono risultare non particolare attenzione va posta nello studio delle connessioni, che possono risultare non
sufficientemente rigide o indurre eccessive sollecitazioni locali nelle strutture portanti sufficientemente rigide o indurre eccessive sollecitazioni locali nelle strutture portanti
dell'edificio. dell'edificio.
E
conferiscano rigidezza e/o resistenza al sistema, è opportuno disporre questi ultimi
lungo il perimetro in modo da massimizzare la rigidezza e/o resistenza torsionale del
L I N
sistema d’isolamento.
O N
A
Sistemi d’isolamento che combinano isolatori elastomerici e isolatori a scorrimento
possono fornire ottime prestazioni in relazione alla necessità di conseguire un elevato
N IC
periodo di vibrazione in presenza di bassi carichi verticali, e quindi di piccole masse da
C
isolare. È opportuno in tal caso, in relazione alle suddette problematiche, collocare gli
E TE
N
isolatori elastomerici lungo il perimetro e quelli a scorrimento nella zona centrale.
IO
AZSideformabilità
Si sottolinea, inoltre, la necessità di valutare i possibili effetti sulla struttura legati alla
L
deformabilità verticale degli isolatori elastomerici, funzione delle caratteristiche sottolinea la necessità di valutare i possibili effetti sulla struttura legati alla
G IS
geometriche dell’isolatore e meccaniche dell’elastomero, e a quella pressoché nulla degli verticale degli isolatori elastomerici, funzione delle caratteristiche
E
isolatori a scorrimento. Si possono avere spostamenti differenziali significativi sia nella geometriche dell’isolatore e meccaniche dell’elastomero, e a quella pressoché nulla degli
D IL
fase elastica di caricamento, sia nella fase successiva, di deformazioni lente (viscosità isolatori a scorrimento. Si possono avere spostamenti differenziali significativi sia nella
O
della gomma), sia, infine, sotto l’azione del terremoto. fase elastica di caricamento, sia nella fase successiva, di deformazioni lente (viscosità
T
L’isolatore in gomma, infatti, sottoposto a spostamento N laterale, degli
Iconcentrazione subisce anche della gomma), sia, infine, sotto l’azione del terremoto.
E
cavitazione nella gomma e l’innesco di rotture. Nel caso di isolatori a scorrimento, cavitazione nella gomma e l’innesco di rotture. Nel caso di isolatori a scorrimento,
possono determinarsi sollevamenti e quindi distacchi tra le superfici di scorrimento, con
L I N
possono determinarsi sollevamenti e quindi distacchi tra le superfici di scorrimento, con
possibili negativi effetti di impatto. In generale, la trazione negli isolatori determina
N
possibili negativi effetti di impatto. In generale, la trazione negli isolatori determina
O
A
comportamenti non lineari, difficilmente valutabili attraverso un calcolo lineare, ed una comportamenti non lineari, difficilmente valutabili attraverso un calcolo lineare, ed una
condizione di lavoro degli isolatori di solito non verificata sperimentalmente.
IC
condizione di lavoro degli isolatori di solito non verificata sperimentalmente.
N
C
TE
Anche la progettazione del sistema d’isolamento dovrà quindi essere finalizzata, per
quanto possibile, ad evitare tali situazioni.
N E
IO
Nel caso in cui si adottino dispositivi dissipativi occorre evitare effetti torsionali
AZ
d'insieme. Nel caso di forti non linearità, ciò può indurre differenze di comportamento
L
che possono ulteriormente accentuare la torsione. Tali effetti sono frequenti negli edifici
IS
G
esistenti, progettati per soli carichi verticali o con vecchie norme antisismiche e
E
IL
strumenti di calcolo che non ne consentivano una corretta valutazione. Occorre cercare
D
di evitare o limitare quanto più possibile le eccentricità massa-rigidezza, attraverso una
O
progettazione mirata della rigidezza dei dispositivi dissipativi e dei relativi supporti, e,
IN
T
soprattutto, incrementare la rigidezza e/o la resistenza torsionale del sistema strutturale
T
LE
nel suo complesso, disponendo opportunamente i dispositivi lungo il perimetro. Anche
L
nel caso di sistemi dissipativi viscosi la disposizione perimetrale è generalmente
BO
ottimale, in quanto contrasta più efficacemente l'attivazione di modi di vibrazione
torsionale.
La concentrazione di deformazioni ad un solo piano di un edificio rappresenta un
fattore di innesco del danneggiamento e del collasso di una struttura per meccanismo di
piano, particolarmente frequente nelle strutture esistenti. La progettazione del sistema
di dissipazione, aggiungendo rigidezza e resistenza e/o dissipazione in maniera
calibrata ad ogni piano permette di ottenere una distribuzione uniforme delle
deformazioni lungo l'altezza dell'edificio.
In generale, salvo situazioni particolari in cui una parte della struttura abbia resistenza In generale, salvo situazioni particolari in cui una parte della struttura abbia resistenza
sovrabbondante rispetto alla richiesta locale, sarà opportuno che il sistema di sovrabbondante rispetto alla richiesta locale, sarà opportuno che il sistema di
dissipazione sia distribuito lungo tutta l'altezza della struttura, con caratteristiche dissipazione sia distribuito lungo tutta l'altezza della struttura, con caratteristiche
meccaniche piano per piano calibrate in modo da conseguire gli obiettivi sopra meccaniche piano per piano calibrate in modo da conseguire gli obiettivi sopra
E
collegante quest'ultimo con il nodo della maglia strutturale. Queste disposizioni
funzionano tanto meglio quanto più l'angolo di inclinazione sull'orizzontale è piccolo. In
L I N
presenza di strutture particolarmente rigide, che sono sottoposte a piccoli spostamenti
O N
A
interpiano, ma che, nello stesso tempo, richiedono grandi smorzamenti, si possono
utilizzare configurazioni diverse, capaci di amplificare il movimento del dispositivo e
N IC
migliorarne l'efficienza.
C
Econfigurazione
La posizione e la configurazione dei controventi dissipativi è spesso condizionata dalle La posizione e la
esigenze architettoniche, e ciò può costituire un vincolo all'ottimizzazione della esigenze E
T dei controventi dissipativi è spesso condizionata dalle
cercare soluzioni concordate con il progettista architettonico, che possano conciliare Zcercare soluzioni concordate con il progettista architettonico, che possano conciliare
posizione in pianta e della disposizione nella maglia strutturale. Sarà, quindi, opportuno posizione
L A entrambe le esigenze.
entrambe le esigenze.
È opportuna una buona ridondanza degli elementi che costituiscono il G
I S
E
I L cuinumero
sistema di È opportuna una buona ridondanza degli elementi che costituiscono il sistema di
D
protezione per un duplice motivo. In primo luogo, l'utilizzo di un maggior di protezione per un duplice motivo. In primo luogo, l'utilizzo di un maggior numero di
ET
possibile scongiurare il rischio che il malfunzionamento
compromettere l'efficacia dell'intero sistema diL
L protezione. compromettere l'efficacia dell'intero sistema di protezione.
E
presenza del piano rigido inferiore.
L I N
N
C7.10.4.4 CONTROLLO DEGLI SPOSTAMENTI RELATIVI AL TERRENO ED ALLE COSTRUZIONI C7.10.4.4 CONTROLLO DEGLI SPOSTAMENTI RELATIVI AL TERRENO ED ALLE COSTRUZIONI
O
CIRCOSTANTI CIRCOSTANTI
Il corretto funzionamento di una struttura con isolamento sismico si consegue solo a
IC A
Il corretto funzionamento di una struttura con isolamento sismico si consegue solo a
N
condizione che la massa isolata, ossia quella della sovrastruttura, possa muoversi condizione che la massa isolata, ossia quella della sovrastruttura, possa muoversi
C
TE
liberamente in tutte le direzioni orizzontali per spostamenti almeno pari a quelli di liberamente in tutte le direzioni orizzontali per spostamenti almeno pari a quelli di
E
progetto. Questa condizione deve essere verificata in tutte le fasi progettuali, progetto. Questa condizione deve essere verificata in tutte le fasi progettuali,
realizzative e di collaudo.
In particolare è importante controllare che elementi non strutturali e/o impianti non InIO
N
realizzative e di collaudo.
A Zriducano
particolare è importante controllare che elementi non strutturali e/o impianti non
EAlGriguardo architettonici
quelli strutturale. In tal senso è richiesta, da parte di tutti i progettisti inclusi quelli
L
architettonici e impiantistici, la massima sensibilizzazione e la piena consapevolezza e impiantistici, la massima sensibilizzazione e la piena consapevolezza
D
delle modalità di funzionamento di una struttura con isolamento sismico. I dei giunti, ai delle modalità di funzionamento di una struttura con isolamento sismico.
I N O
occorre prestare molta attenzione, in corrispondenza dell’attraversamento
T
dettagli delle condutture adottando giunzioni flessibili o che, comunque, possano subire
E
gli spostamenti relativi di progetto senza determinare T danni e perdite.
È inoltre importante controllare coprigiunti eLelementi di attraversamento orizzontali È inoltre importante controllare coprigiunti e elementi di attraversamento orizzontali
(dispositivi di giunto) e verticali (scale, O
L
B ascensori), affinché siano concepiti e realizzati (dispositivi di giunto) e verticali (scale, ascensori), affinché siano concepiti e realizzati
così da non impedire il libero movimento della sovrastruttura. così da non impedire il libero movimento della sovrastruttura.
C7.10.5.1 PROPRIETÀ DEL SISTEMA DI ISOLAMENTO C7.10.5.1 PROPRIETÀ DEL SISTEMA DI ISOLAMENTO
Ai fini della valutazione globale delle variazioni di caratteristiche meccaniche da Ai fini della valutazione globale delle variazioni di caratteristiche meccaniche da
mettere in conto nelle analisi, occorrerà tener conto sia della (bassa) probabilità di mettere in conto nelle analisi, occorrerà tener conto sia della (bassa) probabilità di
occorrenza del terremoto contemporaneamente alle diverse condizioni che determinano occorrenza del terremoto contemporaneamente alle diverse condizioni che determinano
tali variazioni, sia della correlazione tra le variazioni dei parametri che definiscono il
N E
tali variazioni, sia della correlazione tra le variazioni dei parametri che definiscono il
I
comportamento meccanico dei diversi dispositivi che compongono il sistema di
N L
comportamento meccanico dei diversi dispositivi che compongono il sistema di
isolamento, in particolare verificando se le variazioni avvengono con stesso segno o con
A O
isolamento, in particolare verificando se le variazioni avvengono con stesso segno o con
IC
segno opposto. segno opposto.
L’entità delle deformazioni subite in relazione allo stato limite considerato ha notevole
C N
L’entità delle deformazioni subite in relazione allo stato limite considerato ha notevole
TE
influenza nel caso di sistemi a comportamento non lineare, minore nel caso di sistemi a influenza nel caso di sistemi a comportamento non lineare, minore nel caso di sistemi a
E
comportamento quasi-lineare. Nel primo caso, quando si esegue l’analisi non lineare, comportamento quasi-lineare. Nel primo caso, quando si esegue l’analisi non lineare,
tale variabilità è automaticamente messa in conto nel modello. Qualora, invece, fosse
IO N
tale variabilità è automaticamente messa in conto nel modello. Qualora, invece, fosse
AZ
possibile adottare l’analisi lineare, particolare cura dovrà essere rivolta alla possibile adottare l’analisi lineare, particolare cura dovrà essere rivolta alla
IS L
determinazione delle caratteristiche lineari equivalenti del sistema. Per i sistemi quasi determinazione delle caratteristiche lineari equivalenti del sistema. Per i sistemi quasi
G
lineari l’effetto risulterà tanto maggiore quanto maggiore è la dissipazione di energia. lineari l’effetto risulterà tanto maggiore quanto maggiore è la dissipazione di energia.
E
IL
Nel caso di isolatori elastomerici, per rapporti di smorzamento dell’ordine del 10%, le Nel caso di isolatori elastomerici, per rapporti di smorzamento dell’ordine del 10%, le
D
analisi per lo SLU e per lo SLD possono eseguirsi, in genere, con gli stessi valori di
O
analisi per lo SLU e per lo SLD possono eseguirsi, in genere, con gli stessi valori di
IN
rigidezza e di smorzamento, se i valori di deformazione raggiunti per i due livelli di rigidezza e di smorzamento, se i valori di deformazione raggiunti per i due livelli di
T
azione sono compresi tra il 50% e il 150% .
T
azione sono compresi tra il 50% e il 150% .
LE
La variabilità delle caratteristiche meccaniche dei dispositivi nell’ambito della fornitura,
L
BO
può richiedere precauzioni diverse in relazione al numero di dispositivi dello stesso tipo
che costituiscono il sistema d’isolamento.
Nel caso in cui i dispositivi siano in numero sufficientemente alto, come accade spesso
nei sistemi costituiti da isolatori elastomerici, si può assumere nell’analisi il valore
medio delle caratteristiche per tutti i dispositivi, essendo scarse le probabilità di una
sistematica differenza di caratteristiche in una precisa zona del sistema di isolamento,
tale da determinare effetti significativi di eccentricità rigidezza-massa.
Nel caso in cui i dispositivi di uno stesso tipo siano presenti in numero limitato, occorre
valutare attentamente l’effetto di differenze significative portandole in conto nell’analisi.
La velocità di deformazione (frequenza), nell’ intervallo di variabilità del ±30% del
La velocità di deformazione (frequenza), nell’ intervallo di variabilità del ±30% del
valore di progetto ha, per la maggior parte dei dispositivi normalmente utilizzati,
valore di progetto ha, per la maggior parte dei dispositivi normalmente utilizzati,
influenza trascurabile. Più importanti sono le differenze di comportamento tra le
influenza trascurabile. Più importanti sono le differenze di comportamento tra le
E
elastomerici con elevati fattori di forma e con verifiche di stabilità soddisfatte con ampio soddisfatte con ampio margine, la dipendenza della rigidezza orizzontale dallo sforzo
margine, la dipendenza della rigidezza orizzontale dallo sforzo verticale presente è in
I N
L una direzione può essere, per alcuni tipi,
verticale presente è in genere trascurabile.
genere trascurabile. Il comportamento di un dispositivo N
O
secondo
I C A
Il comportamento di un dispositivo secondo una direzione può essere, per alcuni tipi, influenzato dalle deformazioni in direzione trasversale a quella considerata, per effetti
N
influenzato dalle deformazioni in direzione trasversale a quella considerata, per effetti del second’ordine non trascurabili.
Le variazioni di C
E
del second’ordine non trascurabili. caratteristiche meccaniche conseguenti alle variazioni termiche
potranno essere valutate coerentemente con i valori di combinazione degli effetti termici. E
Le variazioni di caratteristiche meccaniche conseguenti alle variazioni termiche potranno essere T valutate coerentemente con i valori di combinazione degli effetti
I O N
AZdell’invecchiamento che, per i dispositivi elastomerici, possono essere particolarmente
termici. Nel piano di manutenzione dei dispositivi antisismici occorre tenere conto degli effetti
Gli effetti dell’invecchiamento sono particolarmente significativi per i dispositivi
elastomerici. Le variazioni delle loro caratteristiche meccaniche nel tempo I
L
S significativi.
G
possono
essere valutate approssimativamente mediante procedure di invecchiamento
I LE accelerato.
O D
Una differenza del 20% sulle caratteristiche meccaniche del sistema di isolamento
I N
rispetto al valore medio, assunto come valore di progetto, comporta, se si fa riferimento
TTsulla struttura.
ad un sistema elastico o quasi elastico, una differenza del periodo proprio dell’ordine
E
LL
del 10% e analoghe differenze in termini di accelerazioni
C7.10.5.2 MODELLAZIONE
B O C7.10.5.2 MODELLAZIONE
Anche nel caso in cui sia necessario ricorrere all’analisi non lineare, il modello della Anche nel caso in cui sia necessario ricorrere all’analisi non lineare, il modello della
sovrastruttura e della sottostruttura sarà costituito da elementi a comportamento sovrastruttura e della sottostruttura sarà costituito da elementi a comportamento
lineare, essendo assenti o trascurabili le escursioni in campo non lineare della struttura, lineare, essendo assenti o trascurabili le escursioni in campo non lineare della struttura,
per quanto specificato in 7.10.5.2 e in 7.10.6.2.1. per quanto specificato in 7.10.5.2 e in 7.10.6.2.1.
In tal caso si farà riferimento ad un modello in cui gli elementi della struttura operano in In tal caso si farà riferimento ad un modello in cui gli elementi della struttura operano in
campo elastico lineare mentre gli elementi del sistema d’isolamento operano in campo campo elastico lineare mentre gli elementi del sistema d’isolamento operano in campo
non lineare, riproducendone al meglio il comportamento ciclico reale dei dispositivi, non lineare, riproducendone al meglio il comportamento ciclico reale dei dispositivi,
così come ricavato dalle prove di qualificazione (v. 11.9). così come ricavato dalle prove di qualificazione (v. 11.9).
E
modellabile come visco-elastico lineare (v. 7.10.5.2). modellabile come visco-elastico lineare (v. 7.10.5.2).
L’analisi dinamica non lineare può essere svolta in ogni caso. Essa è obbligatoria quando
L I N
L’analisi dinamica non lineare del sistema di isolamento può essere svolta in ogni caso.
il sistema d’isolamento non può essere rappresentato da un modello lineare equivalente.
O N
Essa è obbligatoria quando il sistema d’isolamento non può essere rappresentato da un
In tal caso si farà riferimento ad un modello in cui gli elementi della struttura operano in
A
modello lineare equivalente. In tal caso si farà riferimento ad un modello in cui gli
IC
N
campo elastico lineare mentre gli elementi del sistema d’isolamento operano in campo elementi della struttura operano in campo elastico lineare mentre gli elementi del
C
TE
non lineare, riproducendone al meglio il suo comportamento ciclico (v. 7.10.5.2). sistema d’isolamento operano in campo non lineare, riproducendone al meglio il suo
comportamento ciclico (v. 7.10.5.2).
N E
IO
Particolare attenzione andrà posta nella scelta dei parametri di smorzamento viscoso del Particolare attenzione andrà posta nella scelta dei parametri di smorzamento viscoso del
AZ
sistema strutturale. Quando la dissipazione nel sistema d’isolamento è affidata sistema strutturale. Quando la dissipazione nel sistema d’isolamento è affidata
esclusivamente a dispositivi con comportamento dipendente dallo spostamento, la
IS L esclusivamente a dispositivi con comportamento dipendente dallo spostamento, la
G
matrice di smorzamento andrà definita in modo tale che lo smorzamento viscoso dia un matrice di smorzamento andrà definita in modo tale che lo smorzamento viscoso dia un
E
IL
contributo trascurabile alla dissipazione di energia nel movimento del sistema contributo trascurabile alla dissipazione di energia nel movimento del sistema
D
d’isolamento e il corretto contributo, assimilabile a quello della struttura in elevazione d’isolamento e il corretto contributo, assimilabile a quello della struttura in elevazione
IN O
operante in campo lineare, nei movimenti della struttura. Per valutare l’influenza della operante in campo lineare, nei movimenti della struttura. Per valutare l’influenza della
TT
scelta dei parametri dello smorzamento è consigliabile eseguire più analisi variando tali scelta dei parametri dello smorzamento è consigliabile eseguire più analisi variando tali
E
parametri intorno al valore ritenuto più idoneo. parametri intorno al valore ritenuto più idoneo.
Non è citata l’analisi statica non lineare inL L dovendo essere trascurabili le non Non è citata l’analisi statica non lineare in quanto, dovendo essere trascurabili le non
O
quanto,
B
linearità che si sviluppano nella struttura, l’adozione dell’analisi statica non lineare non
comporterebbe particolari vantaggi nella progettazione della struttura.
linearità che si sviluppano nella struttura, l’adozione dell’analisi statica non lineare non
comporterebbe particolari vantaggi nella progettazione della struttura.
Alle costruzioni con sistemi di dissipazione di energia si applicano le prescrizioni del § Per le costruzioni con sistemi di dissipazione di energia le prescrizioni del § 7.3 delle
7.3 delle NTC, integrate con le indicazioni contenute nei successivi punti. NTC, integrate con le indicazioni contenute nei successivi punti possono costituire un
utile riferimento.
In relazione alle caratteristiche dell'edificio e del sistema di dissipazione di energia
possono essere utilizzati i metodi di analisi lineare o non lineare, statica o dinamica
previsti nel suddetto punto delle NTC.
La dipendenza del comportamento dei dispositivi da fattori quali la frequenza, la
La dipendenza del comportamento dei dispositivi da fattori quali la frequenza, la
temperatura, l'invecchiamento dei materiali, può essere tenuta in conto, qualora
temperatura, l'invecchiamento dei materiali, deve essere tenuta in conto, qualora
significativa, effettuando analisi multiple che considerino il comportamento dei
significativa, effettuando analisi multiple che considerino il comportamento dei
dispositivi in corrispondenza dei valori limite dei parametri sopra detti. Le verifiche di
dispositivi in corrispondenza dei valori limite dei parametri sopra detti. Le verifiche di
sicurezza degli elementi strutturali e dei componenti del sistema dissipativo saranno
E
dei dispositivi stessi (v. §11.9 e relativi commenti in circolare).
L I N
C7.10.5.3.1 ANALISI LINEARE STATICA C7.10.5.3.1 ANALISI LINEARE STATICA
O N
L’analisi statica lineare considera due traslazioni orizzontali indipendenti, cui
IC A
L’analisi statica lineare considera due traslazioni orizzontali indipendenti, cui
N
sovrappone gli effetti torsionali. Si assume che la sovrastruttura sia un solido rigido che sovrappone gli effetti torsionali. Si assume che la sovrastruttura sia un solido rigido che
C
TE
trasla al di sopra del sistema di isolamento, con un periodo equivalente di traslazione trasla al di sopra del sistema di isolamento, con un periodo equivalente di traslazione
pari a:
E
pari a:
Tis 2 M / K esi
IO N
Tis 2 M / K esi
Z
[C7.10.5.1]
LA in cui:
[C7.10.5.1]
IS
in cui:
M è la massa totale della sovrastruttura;
G
E ottenuta
M è la massa totale della sovrastruttura;
K è la rigidezza equivalente orizzontale del sistema d’isolamento,
I L
D
esi Kesi è la rigidezza equivalente orizzontale del sistema d’isolamento, ottenuta
O
trascurando eventuali effetti torsionali a livello di isolamento. trascurando eventuali effetti torsionali a livello di isolamento.
Lo spostamento del centro di rigidezza dovuto all’azione N
I
TTespressione (equazione [7.10.2]
sismica d verrà calcolato, in
dc Lo spostamento del centro di rigidezza dovuto all’azione sismica d dc verrà calcolato, in
E
ciascuna direzione orizzontale, mediante la seguente
LL
ciascuna direzione orizzontale, mediante la seguente espressione (equazione [7.10.2]
della norma):
O
della norma):
d dc
M S (T , )
e is esi B [C7.10.5.2] d dc
M Se (Tis , esi )
[C7.10.5.2]
Kesi ,min Kesi ,min
In cui Se(Tis, esi) è l’accelerazione spettrale definita in 3.2.3 per la categoria di suolo di In cui Se(Tis, esi) è l’accelerazione spettrale definita in 3.2.3 per la categoria di suolo di
fondazione appropriata e Kesi,min è la rigidezza equivalente minima in relazione alla fondazione appropriata e Kesi,min è la rigidezza equivalente minima in relazione alla
variabilità delle proprietà meccaniche del sistema di isolamento, per effetto dei fattori variabilità delle proprietà meccaniche del sistema di isolamento, per effetto dei fattori
definiti in 10.7.1. definiti in 10.7.1.
Anche quando non sussistono le condizioni per la sua applicabilità, l’analisi statica Anche quando non sussistono le condizioni per la sua applicabilità, l’analisi statica
lineare è un ottimo ausilio per la progettazione del sistema di isolamento e dei principali lineare è un ottimo ausilio per la progettazione del sistema di isolamento e dei principali
elementi strutturali ed i suoi risultati possono fornire utili indicazioni sull’impostazione elementi strutturali ed i suoi risultati possono fornire utili indicazioni sull’impostazione
generale del progetto e sui risultati ottenuti con analisi più sofisticate. Si consiglia di generale del progetto e sui risultati ottenuti con analisi più sofisticate soprattutto nei
La matrice di smorzamento, in caso di integrazione diretta delle equazioni del moto La matrice di smorzamento, in caso di integrazione diretta delle equazioni del moto
(analisi con accelerogrammi), può essere definita, se non si può determinarla (analisi con accelerogrammi), può essere definita, se non si può determinarla
direttamente, con la classica formulazione: direttamente, con la classica formulazione:
C = M + K [C7.10.5.3] C = M + K [C7.10.5.3]
con: con:
= 4 2T21T1) / (T22 – T12) [C7.10.5.4] = 4 2T21T1) / (T22 – T12)
I N E [C7.10.5.4]
= [(T T ) / T T ) / (T – T )]L
= [(T T ) / T T ) / (T – T )] [C7.10.5.5]
N [C7.10.5.5]
2 2 2 2
O
1 2 1 2 2 1 2 1 1 2 1 2 2 1 2 1
1 2
della struttura isolata (in caso di modello 3D si hanno tre periodi di isolamento); ZI
Assumere T circa pari a quello della struttura a base fissa e T circa pari a quello
1 2 T circa pari a quello della struttura a base fissa e T circa pari a quello
1 2
G I
Assumere T e T estremi dell’intervallo di periodi in cui si situano i tre periodi
1
S 1 2
E
di isolamento del modello 3D. di isolamento del modello 3D.
Per scegliere nella maniera più opportuna occorre tener conto dello
D I Le smorzamento Per scegliere nella maniera più opportuna occorre tener conto dello smorzamento
tarati su due risultante per gli altri modi di vibrare dall’adozione dei coefficienti e tarati su due
O
risultante per gli altri modi di vibrare dall’adozione dei coefficienti
soli modi, ricavabile con la formula seguente:
I N soli modi, ricavabile con la formula seguente:
= 0.5 [(T )/(2) + (2 )/(T )]
E TT = 0.5 [(T )/(2) + (2 )/(T )]
L
i i i [C7.10.5.6] i i i [C7.10.5.6]
L
C7.10.6 VERIFICHE
BO C7.10.6 VERIFICHE
C7.10.6.1 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO C7.10.6.1 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO
Il requisito del sostanziale mantenimento in campo elastico della struttura nelle Il requisito del sostanziale mantenimento in campo elastico della struttura nelle
verifiche allo SLV fornisce ampie garanzie rispetto alla sicurezza nei confronti dello verifiche allo SLV fornisce ampie garanzie rispetto alla sicurezza nei confronti dello
SLD. SLD.
Ovviamente la condizione da rispettare allo SLD relativa agli spostamenti di interpiano, Ovviamente la condizione da rispettare allo SLD relativa agli spostamenti di interpiano,
si applica solo agli edifici. In generale gli edifici con isolamento sismico subiscono si applica solo agli edifici. In generale gli edifici con isolamento sismico subiscono
spostamenti interpiano decisamente minori rispetto agli edifici convenzionali, grazie spostamenti interpiano decisamente minori rispetto agli edifici convenzionali, grazie
alla forte riduzione dell’ordinata spettrale legata all’incremento del periodo proprio e alla forte riduzione dell’ordinata spettrale legata all’incremento del periodo proprio e
dello smorzamento, riduzione che può risultare dell’ordine di 4-5 volte e anche più. Per dello smorzamento, riduzione che può risultare dell’ordine di 4-5 volte e anche più. Per
questo negli edifici con isolamento sismico i limiti da rispettare, pur ridotti ai 2/3 dei questo negli edifici con isolamento sismico i limiti da rispettare, pur ridotti ai 2/3 dei
C
TE
tipicamente adottate nella transizione tra edifici fissi alla base e terreno (o altre tipicamente adottate nella transizione tra edifici fissi alla base e terreno (o altre
costruzioni o parti strutturali). Occorre, perciò, prestare particolare attenzione ai dettagli costruzioni o parti strutturali). Occorre, perciò, prestare particolare attenzione ai dettagli
degli impianti, soprattutto delle condutture, in corrispondenza dell’attraversamento dei
N E
degli impianti, soprattutto delle condutture, in corrispondenza dell’attraversamento dei
IO
AZSi raccomanda di valutare, di caso in caso, l’opportunità di elevare la protezione degli
giunti. Per queste ultime occorre adottare delle giunzioni flessibili e comunque che giunti. Per queste ultime occorre adottare delle giunzioni flessibili e comunque che
L
permettano di subire spostamenti dell’entità detta, senza determinare danni e perdite. permettano di subire spostamenti dell’entità detta, senza determinare danni e perdite.
G IS
Si raccomanda di valutare, di caso in caso, l’opportunità di elevare la protezione degli
E
IL
impianti, riferendola al terremoto di progetto allo SLV, come già richiesto in 7.10.6.2.1 impianti, riferendola al terremoto di progetto allo SLV, come già richiesto in 7.10.6.2.1
D
per le costruzioni di classe IV, o comunque a un’azione di intensità superiore a quella per le costruzioni di classe IV, o comunque a un’azione di intensità superiore a quella
dello SLD.
O
INla però
dello SLD.
T
È auspicabile che i dispositivi dissipativi possono esplicare loro funzione dissipativa
T derivanticomprometterne
È auspicabile che i dispositivi dissipativi possono esplicare la loro funzione dissipativa
anche per le azioni orizzontali relative allo SLD,
E senza le anche per le azioni orizzontali relative allo SLD, senza però comprometterne le
B
nei dispositivi dissipativi a comportamento
malfunzionamenti del sistema di dissipazione, né a compromissione delle normali
nei dispositivi dissipativi a comportamento non lineare, non deve portare né a
malfunzionamenti del sistema di dissipazione, né a compromissione delle normali
condizioni di esercizio della costruzione. condizioni di esercizio della costruzione.
Gli edifici rinforzati mediante inserimento di dispositivi dissipativi che potrebbero Gli edifici rinforzati mediante inserimento di dispositivi dissipativi che potrebbero
giungere a rottura per un numero non elevato di cicli (es. smorzatori di tipo giungere a rottura per un numero non elevato di cicli (es. smorzatori di tipo
elastoplastico) devono resistere in campo elastico alle altre azioni di progetto, al fine di elastoplastico) devono resistere in campo elastico alle altre azioni di progetto, al fine di
evitare rotture premature dovute a fatica. evitare rotture premature dovute a fatica.
C7.10.6.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI C7.10.6.2 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE ULTIMI
Di seguito si forniscono alcune indicazioni per gli edifici isolati alla base. Di seguito si forniscono alcune indicazioni per gli edifici isolati alla base.
E
In virtù della bassa probabilità che i massimi delle sollecitazioni indotte nella In virtù della bassa probabilità che i massimi delle sollecitazioni indotte nella
sottostruttura dalle forze d’inerzia sulla sovrastruttura e dalle forze d’inerzia
I N
sottostruttura dalle forze d’inerzia sulla sovrastruttura e dalle forze d’inerzia
L
direttamente applicate alla sottostruttura siano contemporanei, si può applicare la
N
direttamente applicate alla sottostruttura siano contemporanei, si può applicare la
O
A
regola di combinazione della radice quadrata della somma dei quadrati, anche nel caso regola di combinazione della radice quadrata della somma dei quadrati, anche nel caso
IC
in cui le sollecitazioni prodotte dai due sistemi di forze d’inerzia (sulla sovrastruttura e in cui le sollecitazioni prodotte dai due sistemi di forze d’inerzia (sulla sovrastruttura e
sulla sottostruttura) siano calcolate separatamente mediante analisi statiche.
N
C significativi della sovrastruttura, le sollecitazioni di progetto
sulla sottostruttura) siano calcolate separatamente mediante analisi statiche.
T E
Per evitare danneggiamenti significativi della sovrastruttura, le sollecitazioni di progetto Per evitare danneggiamenti
quelle ottenute dal calcolo, nell’ipotesi di comportamento perfettamente elastico lineare, quelleN
E
degli elementi strutturali della sovrastruttura possono essere determinate a partire da degli elementi strutturali della sovrastruttura possono essere determinate a partire da
T I N degli elementi dissipativi connessioni di un dispositivo elasto-plastico ad esclusione degli elementi dissipativi
(metallici o altro), etc.
T (metallici o altro), etc.
L
Gli edifici di classe d’uso IV debbono mantenere LEla loro piena funzionalità anche dopo Gli edifici di classe d’uso IV debbono mantenere la loro piena funzionalità anche dopo
BO anche per il terremoto di progetto allo requisiti di assenza di danni nelle connessioni anche per il terremoto di progetto allo
un terremoto violento. Per i loro impianti, pertanto, si richiede che vengano rispettati i un terremoto violento. Per i loro impianti, pertanto, si richiede che vengano rispettati i
requisiti di assenza di danni nelle connessioni
SLV. SLV.
La verifica allo SLC dei dispositivi del sistema d’isolamento realizza il requisito La verifica allo SLC dei dispositivi del sistema d’isolamento realizza il requisito
enunciato in precedenza, riguardante il livello superiore di sicurezza richiesto al sistema enunciato in precedenza, riguardante il livello superiore di sicurezza richiesto al sistema
d’isolamento. Lo spostamento d2, che definisce lo spostamento di riferimento per la d’isolamento. Lo spostamento d2, che definisce lo spostamento di riferimento per la
verifica dei dispositivi di isolamento, è prodotto da un terremoto di intensità superiore verifica dei dispositivi di isolamento, è prodotto da un terremoto di intensità superiore
all’intensità del terremoto per il quale vengono progettate le strutture allo SLV e forma all’intensità del terremoto per il quale vengono progettate le strutture allo SLV e forma
spettrale diversa. Ciò implica la necessità di ripetere il calcolo, anche in caso di analisi spettrale diversa. Ciò implica la necessità di ripetere il calcolo, anche in caso di analisi
dinamica lineare. dinamica lineare.
C7.10.7 ASPETTI COSTRUTTIVI, MANUTENZIONE, SOSTITUIBILITÀ C7.10.7 ASPETTI COSTRUTTIVI, MANUTENZIONE, SOSTITUIBILITÀ
Il ruolo cruciale svolto dal sistema di isolamento richiede una speciale attenzione sia
nella progettazione e realizzazione dei dispositivi, sia nella loro posa in opera, sia,
infine, negli aspetti manutentivi e in quelli relativi alla loro eventuale sostituzione.
I N E
C7.10.8 ACCORGIMENTI SPECIFICI IN FASE DI COLLAUDO
N L
È auspicabile che il collaudatore abbia specifiche competenze, acquisite attraverso
A O
C7.10.8 ACCORGIMENTI SPECIFICI IN FASE DI COLLAUDO
IC
precedenti esperienze, come progettista, collaudatore o direttore dei lavori di strutture È auspicabile che il collaudatore abbia specifiche competenze, acquisite attraverso
con isolamento sismico, o attraverso corsi universitari o di specializzazione
C N
precedenti esperienze, come progettista, collaudatore o direttore dei lavori di strutture
TE
universitaria. con isolamento sismico, o attraverso corsi universitari o di specializzazione
Oltre a quanto indicato nelle norme tecniche emanate ai sensi dell'art.21 della legge
N E
universitaria.
5.11.71 n.1086, per le opere in c.a., in c.a.p. ed a struttura metallica, devono osservarsi le
IO
Oltre a quanto indicato nelle norme tecniche emanate ai sensi dell'art.21 della legge
indicazioni di seguito riportate:
L AZ 5.11.71 n.1086, per le opere in c.a., in c.a.p. ed a struttura metallica, devono osservarsi le
IS
devono essere acquisiti dal collaudatore i documenti di origine, forniti dal indicazioni di seguito riportate:
E G
produttore dei dispositivi, unitamente ai certificati relativi alle prove sui devono essere acquisiti dal collaudatore i documenti di origine, forniti dal
D IL
materiali ed alla qualificazione dei dispositivi, nonché i certificati relativi alle produttore dei dispositivi, unitamente ai certificati relativi alle prove sui
O
prove di accettazione in cantiere disposte dalla Direzione dei Lavori; materiali ed alla qualificazione dei dispositivi, nonché i certificati relativi alle
IN
la documentazione ed i certificati sopraindicati devono essere esposti nella prove di accettazione in cantiere disposte dalla Direzione dei Lavori;
T T
relazione a struttura ultimata del Direttore dei Lavori cui spetta, ai sensi delle la documentazione ed i certificati sopraindicati devono essere esposti nella
L LE
vigenti norme, il preminente compito di accertare la qualità dei materiali relazione a struttura ultimata del Direttore dei Lavori cui spetta, ai sensi delle
BO
impiegati nella realizzazione dell'opera. vigenti norme, il preminente compito di accertare la qualità dei materiali
In relazione all’importanza di assicurare la totale libertà di spostamento orizzontale impiegati nella realizzazione dell'opera.
della sovrastruttura (ossia della parte isolata), ai fini del corretto funzionamento In relazione all’importanza di assicurare la totale libertà di spostamento orizzontale
dell’isolamento sismico, particolare attenzione andrà posta nel verificare tale condizione della sovrastruttura (ossia della parte isolata), ai fini del corretto funzionamento
nelle ispezioni di collaudo. Oltre all’assenza di connessioni strutturali, è importante dell’isolamento sismico, particolare attenzione andrà posta nel verificare tale condizione
verificare che non ci siano elementi non strutturali, impianti o contatto con il terreno nelle ispezioni di collaudo. Oltre all’assenza di connessioni strutturali, è importante
circostante che possano creare impedimento al movimento della sovrastruttura. verificare che non ci siano elementi non strutturali, impianti o contatto con il terreno
circostante che possano creare impedimento al movimento della sovrastruttura.
La progettazione delle opere e dei sistemi geotecnici in presenza di azioni sismiche si La progettazione delle opere e dei sistemi geotecnici in presenza di azioni sismiche si
esegue rispettando, in modo integrato, le prescrizioni contenute nel Cap. 6 delle esegue rispettando, in modo integrato, le prescrizioni contenute nel Cap. 6 delle
NTCrelative alle azioni statiche e quelle specifiche fornite nel presente §7.11per le azioni NTCrelative alle azioni statiche e quelle specifiche fornite nel presente §7.11per le azioni
sismiche sismiche
C7.11.1 REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE C7.11.1 REQUISITI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE
E
Le verifiche agli stati limite ultimi in presenza di azioni sismiche (SLV) devono essere Le verifiche agli stati limite ultimi in presenza di azioni sismiche (SLV) devono essere
effettuate adottando valori unitari dei coefficienti parziali dei gruppi A ed M per il
I N
effettuate adottando valori unitari dei coefficienti parziali dei gruppi A ed M per il
L
calcolo delle azioni e dei parametri geotecnici di progetto e i soli coefficienti parziali del
N
calcolo delle azioni e dei parametri geotecnici di progetto e i soli coefficienti parziali del
O
A
gruppo R per il calcolo delle resistenze di progetto. A quest’ultimo fine, devono essere gruppo R per il calcolo delle resistenze di progetto. A quest’ultimo fine, devono essere
IC
impiegati i valori dei coefficienti R riportati nel presente Cap. 7. Nel caso in cui non impiegati i valori dei coefficienti R riportati nel presente Cap. 7. Nel caso in cui non
N
EC
fossero espressamente indicati, si fa riferimento ai valori di R indicati nel Cap. 6. fossero espressamente indicati, si fa riferimento ai valori di R indicati nel Cap. 6.
E
sismiche. Ne consegue che la caratterizzazione geotecnica ai fini sismici costituisce Ne consegue che la caratterizzazione geotecnica ai fini sismici costituisce la
L E tenere conto degli aspetti sismici. comprendendo anche tutti gli elementi necessari per tenere conto degli aspetti sismici.
E
ancorato all’accelerazione amax=SS·ag,, dove ag è l’accelerazione massima su sito di ancorato all’accelerazione amax=SS·ag,, dove ag è l’accelerazione massima su sito di
riferimento rigido ed SS è il coefficiente di amplificazione stratigrafica. Analogamente,
I N
riferimento rigido ed SS è il coefficiente di amplificazione stratigrafica. Analogamente,
L
per condizioni topografiche riconducibili alle categorie di cui alla Tab. 3.2.III delle NTC,
N
per condizioni topografiche riconducibili alle categorie di cui alla Tab. 3.2.III delle NTC,
O
A
la valutazione dell’amplificazione topografica può essere effettuata con metodi la valutazione dell’amplificazione topografica può essere effettuata con metodi
IC
semplificati, utilizzando il coefficiente di amplificazione topografica ST. semplificati, utilizzando il coefficiente di amplificazione topografica ST.
C N
C7.11.3.1.1 I
NDAGINI SPECIFICHE C7.11.3.1.1 I
T E
NDAGINI SPECIFICHE
IO
l’identificazione dei modelli geotecnici di sottosuolo in condizioni statiche, per la l’identificazione
progettazione in presenza di azioni sismiche le indagini e le prove devono comprendere Zprogettazione
l’accertamento della profondità e della conformazione del substrato rigido o di L A in presenza di azioni sismiche le indagini e le prove devono comprendere
TT delle proprietà meccaniche Queste analisi richiedono, inoltre, un’adeguata conoscenza delle proprietà meccaniche
dei terreni in condizioni cicliche, da determinareEmediante specifiche indagini in sito e dei terreni in condizioni cicliche, da determinare mediante specifiche indagini in sito e
Queste analisi richiedono, inoltre, un’adeguata conoscenza
O LL in funzione del tipo di opera e/o di prove di laboratorio, programmate dal progettista in funzione del tipo di opera e/o di
Bche intende adottare. In particolare, è fortemente intervento, e della procedura di analisi che intende adottare. In particolare, è auspicabile
prove di laboratorio, programmate dal progettista
intervento, e della procedura di analisi
raccomandata l’esecuzione di prove in sito per la determinazione dei profili di velocità l’esecuzione di prove in sito per la determinazione dei profili di velocità di
di propagazione delle onde di taglio, ai fini della valutazione della rigidezza a bassi propagazione delle onde di taglio, ai fini della valutazione della rigidezza a bassi livelli
livelli di deformazione. Le prove di laboratorio sono invece raccomandate per la di deformazione. Le prove di laboratorio sono invece raccomandate per la valutazione
valutazione della dipendenza della rigidezza e dello smorzamento dal livello della dipendenza della rigidezza e dello smorzamento dal livello deformativo, e per la
deformativo, e per la determinazione, in dipendenza del legame costitutivo adottato per determinazione, in dipendenza del legame costitutivo adottato per i terreni, dei
i terreni, dei parametri di ingresso necessari alle analisi. A titolo di esempio e in maniera parametri di ingresso necessari alle analisi. A titolo di esempio e in maniera non
non esaustiva, le prove in sito possono includere le prove Cross-Hole, le prove Down- esaustiva, le prove in sito possono includere le prove Cross-Hole, le prove Down-Hole,
Hole, le prove SASW, le prove MASW, le prove eseguite con il dilatometro sismico le prove SASW, le prove MASW, le prove eseguite con il dilatometro sismico (SDMT) e
(SDMT) e con il penetrometro sismico SCPT, ecc.; le prove di laboratorio possono invece con il penetrometro sismico SCPT, ecc.; le prove di laboratorio possono invece consistere
consistere in prove cicliche di taglio torsionale o di taglio semplice, prove di colonna in prove cicliche di taglio torsionale o di taglio semplice, prove di colonna risonante,
C7.11.3.1.2 ANALISI NUMERICHE DI RISPOSTA SISMICA LOCALE C7.11.3.1.2 ANALISI NUMERICHE DI RISPOSTA SISMICA LOCALE
Le analisi della risposta sismica locale sono effettuate utilizzando procedure di calcolo Le analisi della risposta sismica locale sono effettuate utilizzando procedure di calcolo
numerico in cui viene simulata la propagazione delle onde sismiche entro gli strati di numerico in cui viene simulata la propagazione delle onde sismiche entro gli strati di
terreno compresi tra il sottostante substrato rigido e il piano campagna (volume terreno compresi tra il sottostante substrato rigido e il piano campagna (volume
significativo ai fini della definizione della azione sismica). In generale, queste analisi significativo ai fini della definizione della azione sismica). In generale, queste analisi
E
richiedono le seguenti operazioni: richiedono le seguenti operazioni:
scelta della schematizzazione geometrica del problema;
I N
scelta della schematizzazione geometrica del problema;
L
N
definizione del modello geotecnico di sottosuolo; definizione del modello geotecnico di sottosuolo;
definizione delle azioni sismiche al substrato rigido;
O
definizione delle azioni sismiche al substrato rigido;
A
IC
scelta della procedura di analisi. scelta della procedura di analisi.
C7.11.3.1.2.1 Scelta della schematizzazione geometrica e definizione del modello
C N
C7.11.3.1.2.1 Scelta della schematizzazione geometrica e definizione del modello
geotecnico di sottosuolo
TE
geotecnico di sottosuolo
E
N
La schematizzazione geometrica monodimensionale è la più semplice ai fini delle La schematizzazione geometrica monodimensionale è la più semplice ai fini delle
analisi; a prescindere dalla effettiva configurazione topografica del piano campagna, ci
IO
analisi; a prescindere dalla effettiva configurazione topografica del piano campagna, ci
L AZ
si riconduce allo schema di terreno omogeneo o stratificato orizzontalmente, delimitato si riconduce allo schema di terreno omogeneo o stratificato orizzontalmente, delimitato
IS
da piano campagna orizzontale e poggiante su un substrato rigido, anch’esso da piano campagna orizzontale e poggiante su un substrato rigido, anch’esso
E G
orizzontale. Sono assimilabili ad un substrato rigido strati di terreno caratterizzati da orizzontale. Sono assimilabili ad un substrato rigido strati di terreno caratterizzati da
valori di velocità delle onde di taglio maggiori di 800 m/s.
D IL valori di velocità delle onde di taglio maggiori di 800 m/s.
O
Qualora il piano di campagna o la giacitura degli strati e/o del substrato non siano Qualora il piano di campagna o la giacitura degli strati e/o del substrato non siano
TIN
facilmente riconducibili a tale schematizzazione a causa di assetti morfologici e facilmente riconducibili a tale schematizzazione a causa di assetti morfologici e
T
LE
stratigrafici complessidebbono essere valutate schematizzazioni che consentano una stratigrafici complessidebbono essere valutate schematizzazioni che consentano una
L
rappresentazione adeguata degli effetti della morfologia superficiale e dell’assetto rappresentazione adeguata degli effetti della morfologia superficiale e dell’assetto
B O
stratigrafico del sito, attraverso una modellazione numerica più raffinata.
Nella definizione del modello geotecnico di sottosuolo è necessario specificare, per
stratigrafico del sito, attraverso una modellazione numerica più raffinata.
Nella definizione del modello geotecnico di sottosuolo è necessario specificare, per
ciascuno degli strati individuati, i parametri di ingresso all’analisi. Tale scelta è ciascuno degli strati individuati, i parametri di ingresso all’analisi.
strettamente connessa al legame costitutivo adottato per rappresentare nel modello
numerico la risposta meccanica del terreno.
C7.11.3.1.2.2 Definizione delle azioni sismiche di ingresso C7.11.3.1.2.2 Definizione delle azioni sismiche di ingresso
Le azioni sismiche di ingresso sono costituite da storie temporali del moto del terreno Le azioni sismiche di ingresso sono costituite da storie temporali del moto del terreno
rappresentative dello scuotimento sismico atteso su un sito di riferimento rigido ed rappresentative dello scuotimento sismico atteso su un sito di riferimento rigido ed
affiorante con superficie topografica orizzontale (sottosuolo di categoria A e classe affiorante con superficie topografica orizzontale (sottosuolo di categoria A e classe
topografica T1 descritte nel § 3.2.2 delle NTC). topografica T1 descritte nel § 3.2.2 delle NTC).
Come specificato nel § 3.2.3.6 delle NTC, nelle analisi di risposta sismica locale, così Come specificato nel § 3.2.3.6 delle NTC, nelle analisi di risposta sismica locale, così
come nelle analisi dinamiche di opere e sistemi geotecnici, non è consentito usare come nelle analisi dinamiche di opere e sistemi geotecnici, non è consentito usare
T ECesseresismica
Per le analisi di risposta sismica locale e per le analisi dinamiche di opere e sistemi Per le analisi di risposta locale e per le analisi dinamiche di opere e sistemi
di E
geotecnici devono essere impiegati accelerogrammi registrati. È ammesso tuttavia geotecnici devono impiegati accelerogrammi registrati. È ammesso tuttavia
l’uso di accelerogrammi sintetici, purché siano generati mediante simulazione del l’uso N
Z I O accelerogrammi sintetici, purché siano generati mediante simulazione del
A
meccanismo di sorgente (§ 3.2.3.6 delle NTC). La scelta di accelerogrammi registrati meccanismo di sorgente (§ 3.2.3.6 delle NTC). La scelta di accelerogrammi registrati
I S L disponibili in rete, a condizione che la loro scelta sia rappresentativa della sismicità
può essere effettuata attingendo da archivi nazionali o internazionali accreditati, può essere effettuata attingendo da archivi nazionali o internazionali accreditati,
G
disponibili in rete, a condizione che la loro scelta sia rappresentativa della sismicità
E
L
della sorgente, alla magnitudo, alla distanza dalla sorgenteI e alla massima della sorgente, alla magnitudo, alla distanza dalla sorgente e alla massima
del sito e sia adeguatamente giustificata in base alle caratteristiche sismogenetiche del sito e sia adeguatamente giustificata in base alle caratteristiche sismogenetiche
O D
Ncaratteristiche geotecniche occorre anche tenere conto del contesto geologico e delle caratteristiche geotecniche
accelerazione orizzontale attesa al sito. Nella selezione degli accelerogrammi registrati accelerazione orizzontale attesa al sito. Nella selezione degli accelerogrammi registrati
T TdiIregistrazione.
occorre anche tenere conto del contesto geologico e delle
L E roccioso affioranteIdealmente
dei siti ove sono ubicate le stazioni accelerometriche essi dei siti ove sono ubicate le stazioni accelerometriche di registrazione. Idealmente essi
OLutilizzare registrazioni in campo libero ed topografica orizzontale. Inoltre è opportuno utilizzare registrazioni in campo libero ed
dovrebbero essere caratterizzati da substrato e superficie dovrebbero essere caratterizzati da substrato roccioso affiorante e superficie
B
topografica orizzontale. Inoltre è opportuno
evitare la selezione di accelerogrammi registrati all’interno di edifici o altre tipologie evitare la selezione di accelerogrammi registrati all’interno di edifici o altre tipologie
di strutture. Ulteriori dettagli sui criteri di scelta degli accelerogrammi registrati sono di strutture. Ulteriori dettagli sui criteri di scelta degli accelerogrammi registrati sono
riportati nel § C3.2.3.6 delle NTC. È inoltre raccomandabile effettuare analisi di riportati nel § C3.2.3.6 delle NTC. È inoltre raccomandabile effettuare analisi di
risposta sismica locale utilizzando un numero adeguato di segnali (almeno 7 come risposta sismica locale utilizzando un numero adeguato di segnali (almeno 7 come
richiamato in diversi punti delle NTC). Ciò è relativamente agevole, considerata richiamato in diversi punti delle NTC). Ciò è relativamente agevole, considerata
l’ampia disponibilità di registrazioni accelerometriche di terremoti reali. l’ampia disponibilità di registrazioni accelerometriche di terremoti reali.
Benché le NTC prescrivano che il requisito della spettro-compatibilità debba essere Benché le NTC prescrivano che il requisito della spettro-compatibilità debba essere
soddisfatto rispetto allo spettro di risposta medio di un insieme di accelerogrammi, è soddisfatto rispetto allo spettro di risposta medio di un insieme di accelerogrammi, è
opportuno evitare l’utilizzo di segnali individuali il cui spettro di risposta presenti opportuno evitare l’utilizzo di segnali individuali il cui spettro di risposta presenti
uno scarto in eccesso rispetto allo spettro elastico di riferimento superiore al 30% uno scarto in eccesso rispetto allo spettro elastico di riferimento superiore al 30%
questo per evitare l’adozione di accelerogrammi rappresentativi di una domanda questo per evitare l’adozione di accelerogrammi rappresentativi di una domanda
E
del problema in esame. del problema in esame.
Nelle analisi semplificate, il terreno viene assimilato a un mezzo monofase visco-elastico
L I N
Nelle analisi semplificate, il terreno viene assimilato a un mezzo monofase visco-elastico
non lineare, con caratteristiche di rigidezza e smorzamento dipendenti dal livello di
O N
non lineare, con caratteristiche di rigidezza e smorzamento dipendenti dal livello di
A
deformazione. Le analisi sono generalmente eseguite in termini di tensioni totali, deformazione. Le analisi sono generalmente eseguite in termini di tensioni totali,
risolvendo la non linearità con un approccio lineare equivalente. Queste analisi possono
N IC
risolvendo la non linearità con un approccio lineare equivalente. Queste analisi possono
essere condotte in condizioni monodimensionali o bidimensionali e forniscono i profili o
C
essere condotte in condizioni monodimensionali o bidimensionali e forniscono i profili o
le isolinee di accelerazione massima, deformazione e tensione di taglio, i valori operativi
TE
le isolinee di accelerazione massima, deformazione e tensione di taglio, i valori operativi
E
N
del modulo di taglio e del coefficiente di smorzamento, le storie temporali di del modulo di taglio e del coefficiente di smorzamento, le storie temporali di
accelerazione, deformazione e tensione di taglio e gli spettri di risposta e di Fourier in
IO
accelerazione, deformazione e tensione di taglio e gli spettri di risposta e di Fourier in
prefissati punti del dominio. L’analisi non permette la valutazione delle deformazioni
L AZ prefissati punti del dominio. L’analisi non permette la valutazione delle deformazioni
IS
permanenti indotte dal sisma nel terreno, in quanto essa è condotta facendo riferimento permanenti indotte dal sisma nel terreno, in quanto essa è condotta facendo riferimento
E G
ad un modello elastico. Inoltre, essendo svolte in termini di tensioni totali, nel caso di ad un modello elastico. Inoltre, essendo svolte in termini di tensioni totali, nel caso di
D IL
terreni saturi, le analisi non permettono la valutazione della variazione delle pressioni terreni saturi, le analisi non permettono la valutazione della variazione delle pressioni
O
interstiziali e delle tensioni efficaci. Le analisi semplificate risultano poco accurate nei interstiziali e delle tensioni efficaci. Le analisi semplificate risultano poco accurate nei
IN
casi in cui la non-linearità di comportamento dei terreni assume un ruolo importante casi in cui la non-linearità di comportamento dei terreni assume un ruolo importante
T T
(eventi sismici di elevata intensità e terreni teneri/sciolti, di modesta rigidezza). Per (eventi sismici di elevata intensità e terreni teneri/sciolti, di modesta rigidezza). Per
L LE
valori delle deformazioni di taglio maggiori di 1-2%, soprattutto in presenza di terreni valori delle deformazioni di taglio maggiori di 1-2%, soprattutto in presenza di terreni
BO
molto deformabili, è quindi opportuno non utilizzare l’approccio lineare equivalente e molto deformabili, è quindi opportuno non utilizzare l’approccio lineare equivalente e
riferirsi a leggi costitutive maggiormente rappresentative del comportamento meccanico riferirsi a leggi costitutive maggiormente rappresentative del comportamento meccanico
del terreno. del terreno.
Nelle procedure di analisi avanzate, il terreno viene assimilato a un mezzo polifase Nelle procedure di analisi avanzate, il terreno viene assimilato a un mezzo polifase
elasto-plastico il cui comportamento è descritto in termini di tensioni efficaci. Affinché le elasto-plastico il cui comportamento è descritto in termini di tensioni efficaci. Affinché le
analisi siano affidabili, i modelli costitutivi adottati devono essere in grado di riprodurre analisi siano affidabili, i modelli costitutivi adottati devono essere in grado di riprodurre
adeguatamente il comportamento non lineare e isteretico dei terreni in condizioni adeguatamente il comportamento non lineare e isteretico dei terreni in condizioni
cicliche, a partire da bassi livelli di deformazione. In queste condizioni è possibile cicliche, a partire da bassi livelli di deformazione. In queste condizioni è possibile
ottenere una descrizione più realistica del comportamento dei terreni, ottenendo, ad ottenere una descrizione più realistica del comportamento dei terreni, ottenendo, ad
esempio, in aggiunta a quanto summenzionato, la valutazione di: esempio, in aggiunta a quanto summenzionato, la valutazione di:
sovrappressioni interstiziali indotte dal sisma, particolarmente rilevanti nelle sovrappressioni interstiziali indotte dal sisma, particolarmente rilevanti nelle
verifiche di stabilità nei confronti della liquefazione; verifiche di stabilità nei confronti della liquefazione;
C7.11.3.2 C7.11.3.2
I N E
L
C7.11.3.3 C7.11.3.3
T E
Le NTC, innanzitutto, fissano i casi in cui è possibile omettere la verifica a liquefazione. Le NTC, innanzitutto,
N E
E’ sufficiente che si verifichi almeno una delle quattro condizioni indicate nel §7.11.3.4.2 E’ sufficiente che si verifichi almeno una delle quattro condizioni indicate nel §7.11.3.4.2
affinché si possa omettere l’esecuzione di tale verifica.
IO
affinché si possa omettere l’esecuzione di tale verifica.
Se la condizione relativa alla severità della azione sismica non è soddisfatta (e cioè se le ZSe la condizione relativa alla severità della azione sismica non è soddisfatta (e cioè se le
A
prescrivono degli approfondimenti delle indagini geotecniche finalizzati a G ISL il accelerazioni
accelerazioni massime attese al piano campagna in campo libero sono superiori a 0,1g), le NTC massime attese al piano campagna in campo libero sono superiori a 0,1g), le NTC
LE
verificare prescrivono degli approfondimenti delle indagini geotecniche finalizzati a verificare il
manifestarsi o meno delle altre tre condizioni.
D I manifestarsi o meno delle altre tre condizioni.
E
adeguatamente il comportamento meccanico delle terre adeguatamente il comportamento meccanico delle terre in condizioni cicliche.
E
suscettibilità nei confronti della liquefazione, valutata in base ai valori assunti dal suscettibilità nei confronti della liquefazione, valutata in base ai valori assunti dal
potenziale di liquefazione, è così riferita ad uno spessore finito di terreno piuttosto che
L I N
potenziale di liquefazione, è così riferita ad uno spessore finito di terreno piuttosto che
al singolo punto. al singolo punto.
O N
Tali procedure sono valide per piano di campagna sub-orizzontale. In caso contrario, la
A
Tali procedure sono valide per piano di campagna sub-orizzontale. In caso contrario, la
IC
N
verifica deve essere eseguita con studi specifici. verifica deve essere eseguita con studi specifici.
C
TE
Se le verifiche semplificate sono effettuate contemporaneamente con più metodi, si deve Se le verifiche semplificate sono effettuate contemporaneamente con più metodi, si deve
E
adottare quella più cautelativa, a meno di non giustificare adeguatamente una scelta adottare quella più cautelativa, a meno di non giustificare adeguatamente una scelta
diversa.
N
diversa.
IOsicurezza nei confronti della liquefazione deve essere effettuata utilizzando i valori
La sicurezza nei confronti della liquefazione deve essere effettuata utilizzando i valori La
AZcaratteristici
caratteristici delle proprietà meccaniche dei terreni. L’adeguatezza del margine di
I S L delle proprietà meccaniche dei terreni. L’adeguatezza del margine di
G
sicurezza nei confronti della liquefazione deve essere valutata e motivata dal progettista. sicurezza nei confronti della liquefazione deve essere valutata e motivata dal progettista.
I LE
D
C7.11.3.5 STABILITÀ DEI PENDII C7.11.3.5 STABILITÀ DEI PENDII
I N Oe alle condizioni esistenti all’evento stesso, è strettamente legato alla natura del terreno e alle condizioni esistenti
Il comportamento dei pendii durante un evento sismico, e per un periodo successivo Il comportamento dei pendii durante un evento sismico, e per un periodo successivo
TT indelcondizioni
all’evento stesso, è strettamente legato alla natura del terreno
E
prima del terremoto. Un’analisi completa della stabilità sismiche deve prima del terremoto. Un’analisi completa della stabilità in condizioni sismiche deve
L L
perciò sempre comprendere lo studio del comportamento pendio prima, durante e perciò sempre comprendere lo studio del comportamento del pendio prima, durante e
BO
dopo il terremoto. dopo il terremoto.
I metodi per l’analisi di stabilità dei pendii in presenza di sisma possono essere I metodi per l’analisi di stabilità dei pendii in presenza di sisma possono essere
suddivisi in tre categorie principali, in ordine di complessità crescente: suddivisi in tre categorie principali, in ordine di complessità crescente:
metodi pseudostatici metodi pseudostatici
metodi degli spostamenti (analisi dinamica semplificata) metodi degli spostamenti (analisi dinamica semplificata)
metodi di analisi dinamica avanzata metodi di analisi dinamica avanzata
Per i pendii naturali le verifiche di sicurezza devono essere effettuate utilizzando i valori Per i pendii naturali le verifiche di sicurezza devono essere effettuate utilizzando i valori
caratteristici dei parametri di resistenza dei terreni e delle azioni. In altre parole, tutti i caratteristici dei parametri di resistenza dei terreni e delle azioni. In altre parole, tutti i
coefficienti parziali sono assunti unitari. coefficienti parziali sono assunti unitari.
Nei metodi pseudostatici la condizione di stato limite ultimo viene riferita al Nei metodi pseudostatici la condizione di stato limite ultimo viene riferita al
cinematismo di collasso critico, caratterizzato dal più basso valore del coefficiente di cinematismo di collasso critico, caratterizzato dal più basso valore del coefficiente di
IO sono applicate nel baricentro della massa potenzialmente in frana, nei metodi
del pendio è assunto uniforme e le componenti orizzontale e verticale delle forze di del pendio
inerzia sono applicate nel baricentro della massa potenzialmente in frana, nei metodi inerzia
A Zglobali,
fenomeni di amplificazione del moto sismico all’interno del pendio, ilIS
L
globali, o nei baricentri delle singole strisce, nei metodi delle strisce. Per tener conto dei o nei baricentri delle singole strisce, nei metodi delle strisce. Per tener conto dei
coefficienti derivano da valutazioni sulla duttilità del meccanismo di rottura per coefficienti derivano da valutazioni sulla duttilità del meccanismo di rottura per
scorrimento dei pendii di terra. Nel caso dei pendi di roccia, soprattutto per i scorrimento dei pendii di terra. Nel caso dei pendi di roccia, soprattutto per i
meccanismi di rottura per crollo e per ribaltamento, decisamente più fragili di quello per meccanismi di rottura per crollo e per ribaltamento, decisamente più fragili di quello per
scorrimento, si dovrebbero utilizzare valori di β S più elevati, al limite unitari. scorrimento, si dovrebbero utilizzare valori di βS più elevati, al limite unitari.
La norma non fissa esplicitamente i valori di βS per le verifiche allo SLD. Per queste La norma non fissa esplicitamente i valori di βS per le verifiche allo SLD. Per queste
verifiche il coefficiente βS potrebbe essere unitario, nel caso in cui non si accettassero verifiche il coefficiente βS potrebbe essere unitario, nel caso in cui non si accettassero
spostamenti residui, o compreso tra 1 e quello fissato per le verifiche allo SLV, in spostamenti residui, o compreso tra 1 e quello fissato per le verifiche allo SLV, in
funzione dello spostamento massimo ritenuto accettabile per lo stato limite SLD in funzione dello spostamento massimo ritenuto accettabile per lo stato limite SLD in
cinematismi di rottura per scorrimento. Per la valutazione di β S per questo stato limite si cinematismi di rottura per scorrimento. Per la valutazione di βS per questo stato limite si
può fare riferimento alla Fig. 7.11.3 delle NTC. Per la definizione dello spostamento può fare riferimento alla Fig. 7.11.3 delle NTC. Per la definizione dello spostamento
E
della Vita (SLV), sia con valori di soglia dello spostamento corrispondenti ad una della Vita (SLV), sia con valori di soglia dello spostamento corrispondenti ad una
perdita di funzionalità (SLD). perdita di funzionalità (SLD).
I N
L fanno riferimento a cinematismi di collasso
Tenuto conto che i metodi degli spostamenti fanno riferimento a cinematismi di collasso Tenuto conto che i metodi degli spostamenti
O N
I C Aspostamenti reali, e quindi come un indice di prestazione
idealizzati e semplificati, gli spostamenti calcolati devono considerarsi come una stima idealizzati e semplificati, gli spostamenti calcolati devono considerarsi come una stima
CN sismiche.
dell’ordine di grandezza degli spostamenti reali, e quindi come un indice di prestazione dell’ordine di grandezza degli
E
del pendio in condizioni sismiche. del pendio in condizioni
natura di strutture/infrastrutture esistenti, il livello di protezione che si intende adottare, natura diE
Lo spostamento ammissibile dipende da molteplici fattori tra i quali la presenza e la Lo spostamento T ammissibile dipende da molteplici fattori tra i quali la presenza e la
la gravità dei danni connessi ad un eventuale movimento franoso. In generale, maggiori laIO
N strutture/infrastrutture esistenti, il livello di protezione che si intende adottare,
a Zvalori dello spostamento ammissibile possono essere adottati per terreni e manufatti a
gravità dei danni connessi ad un eventuale movimento franoso. In generale, maggiori
valori dello spostamento ammissibile possono essere adottati per terreni e manufatti A
I S L
EG
comportamento duttile, o il cui comportamento sia analizzato utilizzando parametri di comportamento duttile, o il cui comportamento sia analizzato utilizzando parametri di
L
resistenza a grandi deformazioni. resistenza a grandi deformazioni.
D I
La sensibilità del metodo degli spostamenti alle caratteristiche dell'accelerogramma La sensibilità del metodo degli spostamenti alle caratteristiche dell'accelerogramma
max
I N
(a , forma, durata e contenuto in frequenza) è ben nota e pertanto
O l'accelerogramma di (a , forma, durata e contenuto in frequenza) è ben nota e pertanto l'accelerogramma di
max
TTstrumentali a scala regionale. È pericolosità sismica e un'analisi statistica dei dati strumentali a scala regionale. È
riferimento dovrebbe essere scelto accuratamente dopo un’analisi dettagliata della riferimento dovrebbe essere scelto accuratamente dopo un’analisi dettagliata della
E
LL di più accelerogrammi (almeno 7) opportuno
pericolosità sismica e un'analisi statistica dei dati
TE
fronti di scavo in ammassi rocciosi, soprattutto nel caso di meccanismi di rottura fragili fronti di scavo in ammassi rocciosi, soprattutto nel caso di meccanismi di rottura fragili
(ad es., ribaltamento).
E
(ad es., ribaltamento).
N
IO
Si applicano ai fronti di scavo e ai rilevati le considerazioni già esposte per i pendii Si applicano ai fronti di scavo e ai rilevati le considerazioni già esposte per i pendii
AZ
naturali, relative alla scelta dei parametri di resistenza, alla necessità di valutare la naturali, relative alla scelta dei parametri di resistenza, alla necessità di valutare la
IS L
riduzione della resistenza al taglio indotta dall’azione sismica, e di tenere conto degli riduzione della resistenza al taglio indotta dall’azione sismica, e di tenere conto degli
effetti dei fenomeni di risposta sismica locale.
E G effetti dei fenomeni di risposta sismica locale.
IL
Anche quando la verifica viene eseguita con il metodo degli spostamenti, l’accelerazione Anche quando la verifica viene eseguita con il metodo degli spostamenti, l’accelerazione
O D
critica deve essere valutata utilizzando i valori caratteristici dei parametri di resistenza. critica deve essere valutata utilizzando i valori caratteristici dei parametri di resistenza.
IN
Le condizioni del fronte di scavo possono in questo caso essere riferite ad una Le condizioni del fronte di scavo possono in questo caso essere riferite ad una
T T
condizione di stato limite di salvaguardia della Vita (SLV) o di danno (SLD), in condizione di stato limite di salvaguardia della Vita (SLV) o di danno (SLD), in
LE
dipendenza del valore di soglia fissato per lo spostamento ammissibile (vedi § 7.11.3.5). dipendenza del valore di soglia fissato per lo spostamento ammissibile (si veda §
L
BO
Anche nel caso dei fronti di scavo o dei rilevati è opportuno che si faccia riferimento a 7.11.3.5). Anche nel caso dei fronti di scavo o dei rilevati è opportuno che si faccia
più accelerogrammi (almeno 7) scelti secondo i criteri di cui al §3.2.3.6. riferimento a più accelerogrammi (almeno 7) scelti secondo i criteri di cui al §3.2.3.6.
E
della struttura, mediante un’analisi non lineare o lineare equivalente di risposta sismica della struttura, mediante un’analisi non lineare o lineare equivalente di risposta sismica
locale nella condizione di campo libero. Si può tenere conto della modifica del moto
L I N
locale nella condizione di campo libero. Si può tenere conto della modifica del moto
sismico dovuta all’interazione cinematica fondazione-terreno. Nella seconda fase si
N
sismico dovuta all’interazione cinematica fondazione-terreno. Nella seconda fase si
O
A
applica il moto sismico così ottenuto alla struttura la cui fondazione è generalmente applica il moto sismico così ottenuto alla struttura la cui fondazione è generalmente
modellata con vincoli visco-elastici caratterizzati da opportune funzioni di impedenza
IC
modellata con vincoli visco-elastici caratterizzati da opportune funzioni di impedenza
N
dinamica. Nel calcolo dell’impedenza dinamica è necessario tenere conto della
C
dinamica. Nel calcolo dell’impedenza dinamica è necessario tenere conto della
dipendenza della rigidezza e dello smorzamento dei terreni dal livello deformativo e
TE
dipendenza della rigidezza e dello smorzamento dei terreni dal livello deformativo e
E
N
dalla frequenza di eccitazione. dalla frequenza di eccitazione.
IO
AZ
Nei metodi semplificati, l’analisi della struttura viene svolta in modo completamente
L
disaccoppiato da quello della fondazione. In questo caso le sollecitazioni nella struttura
IS
discendono dall’analisi della struttura stessa a vincoli fissi. L’adozione di tale approccio
G
E
deve essere adeguatamente giustificata mediante la comparazione con metodi di analisi,
IL
anche semplificati, in cui si tiene conto della deformabilità della fondazione. Anche in Anche in questo caso l’azione sismica può essere valutata con analisi di risposta sismica-
OD
questo caso l’azione sismica può essere valutata con analisi di risposta sismica-locale locale lineare o lineare equivalente.
lineare o lineare equivalente.
T IN
ET
Qualora le verifiche nella struttura in elevazione siano condotte utilizzando le Qualora le verifiche nella struttura in elevazione siano condotte utilizzando le
L L
sollecitazioni derivanti da analisi effettuate con spettri di progetto applicati su strutture sollecitazioni derivanti da analisi effettuate con spettri di progetto applicati su strutture
BO
schematizzate come elastiche, e non da analisi non lineari, le azioni di progetto da schematizzate come elastiche, e non da analisi non lineari, le azioni di progetto da
considerare applicate sulle strutture di fondazione nelle verifiche agli stati limite ultimi considerare applicate sulle strutture di fondazione nelle verifiche agli stati limite ultimi
(SLV e, eventualmente, SLC) delle fondazioni devono tenere conto di quanto previsto al (SLV e, eventualmente, SLC) delle fondazioni devono tenere conto di quanto previsto al
§ 7.5.delle NTC. § 7.5.delle NTC.
L’analisi sismica delle fondazioni con il metodo degli spostamenti o con metodi L’analisi sismica delle fondazioni con il metodo degli spostamenti o con metodi
dinamici avanzati si esegue utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e dei dinamici avanzati si esegue utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e dei
parametri di resistenza. In questo caso, il risultato dell’analisi è uno spostamento parametri di resistenza. In questo caso, il risultato dell’analisi è uno spostamento
permanente (cedimento, traslazione orizzontale e/o rotazione). La verifica consiste nel permanente (cedimento, traslazione orizzontale e/o rotazione). La verifica consiste nel
confronto tra lo spostamento calcolato e quello limite scelto dal progettista per l’opera in confronto tra lo spostamento calcolato e quello limite scelto dal progettista per l’opera in
esame, in funzione dello stato limite considerato. esame, in funzione dello stato limite considerato.
C7.11.5.2 C7.11.5.2
L’analisi pseudo-statica delle fondazioni si esegue utilizzando valori unitari per i L’analisi pseudo-statica delle fondazioni si esegue utilizzando valori unitari per i
coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri geotecnici come specificato al § 7.11.1. Si coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri geotecnici come specificato al § 7.11.1. Si
utilizzano invece i coefficienti γR riportati nella Tabella 7.11.II per i diversi meccanismi utilizzano invece i coefficienti γR riportati nella Tabella 7.11.II per i diversi meccanismi
considerati. considerati.
L’azione del sisma si traduce in accelerazioni nella parte di sottosuolo che interagisce L’azione del sisma si traduce in accelerazioni nella parte di sottosuolo che interagisce
con l'opera e in variazioni delle sollecitazioni normali, di taglio e dei momenti flettenti
E
con l'opera e in variazioni delle sollecitazioni normali, di taglio e dei momenti flettenti
I N
L
sulla fondazione, per l’azione delle forze d’inerzia generate nella struttura in elevazione sulla fondazione, per l’azione delle forze d’inerzia generate nella struttura in elevazione
(effetto inerziale). Nella valutazione delle azioni di progetto agenti sulle fondazioni,
O N
(effetto inerziale). Nella valutazione delle azioni di progetto agenti sulle fondazioni,
nelle verifiche SLV, si deve tenere conto anche di quanto previsto al §7.2.5.
A
nelle verifiche SLV, si deve tenere conto anche di quanto previsto al §7.2.5.
IC
N
Le verifiche a scorrimento e a ribaltamento si eseguono utilizzando gli usuali metodi già Le verifiche a scorrimento e a ribaltamento si eseguono utilizzando gli usuali metodi già
previsti per le verifiche sotto azioni statiche.
aE
C
previsti per le verifiche sotto azioni statiche.
Nelle verifiche a carico limite, le NTC consentono di trascurare le azioni inerziali agenti Nelle verifiche T
E di terreno sottostante la fondazione. In tal caso l’effetto dell’azione sismica si
carico limite, le NTC consentono di trascurare le azioni inerziali agenti
N
IO nella
nel volume di terreno sottostante la fondazione. In tal caso l’effetto dell’azione sismica si nel volume
traduce nella sola variazione delle azioni di progetto in fondazione rispetto a quelle traduce
A Zvalutate sola variazione delle azioni di progetto in fondazione rispetto a quelle
valutate nelle combinazioni statiche. La verifica viene condotta con le usuali formule del
I S Ldel carico limite tenendo conto dell’eccentricità e dell'inclinazione, rispetto alla verticale, del
nelle combinazioni statiche. La verifica viene condotta con le usuali formule del
carico agente sul piano di posa. In tal caso si adotta un coefficiente γ a caricoG
carico limite tenendo conto dell’eccentricità e dell'inclinazione, rispetto alla verticale,
L E limite pari carico agente sul piano di posa. In tal caso si adotta un coefficiente γ a carico limite pari
I
R R
D
a 2.3. a 2.3.
N O
Nel caso in cui si considerino esplicitamente le azioni inerziali nel volume di terreno al Nel caso in cui si considerino esplicitamente le azioni inerziali nel volume di terreno al
I
T
di sotto della fondazione, le NTC consentono di utilizzare
T unnelcoefficiente γ a carico di sotto della fondazione, le NTC consentono di utilizzare un coefficiente γ a carico
R R
LE i coefficienti di capacità portante in interessato dai cinematismi di rottura modificano i coefficienti di capacità portante in
limite più basso e pari a 1.8. In tal caso, le accelerazioni volume di sottosuolo limite più basso e pari a 1.8. In tal caso, le accelerazioni nel volume di sottosuolo
L
BO , che simula l'azione sismica in tale funzione del coefficiente sismico pseudo-statico K , che simula l'azione sismica in tale
interessato dai cinematismi di rottura modificano
funzione del coefficiente sismico pseudostaticoK h h
volume di terreno. La scelta del valore di K è nella responsabilità del progettista e volume di terreno. La scelta del valore di K è nella responsabilità del progettista e
h h
dovrebbe tenere conto del livello di spostamenti permanenti che si ritiene di accettare in dovrebbe tenere conto del livello di spostamenti permanenti che si ritiene di accettare in
occasione dell'evento sismico, considerando anche che le azioni inerziali sulla struttura occasione dell'evento sismico, considerando anche che le azioni inerziali sulla struttura
in elevazione e quelle sul volume di terreno sottostante la fondazione potrebbero non in elevazione e quelle sul volume di terreno sottostante la fondazione potrebbero non
essere sincrone. essere sincrone.
L’analisi sismica delle fondazioni (sia SLV sia SLD) con il metodo degli spostamenti si L’analisi sismica delle fondazioni (sia SLV sia SLD) con il metodo degli spostamenti si
esegue utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e delle resistenze. In questo esegue utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e delle resistenze. In questo
caso, il risultato dell’analisi è uno spostamento permanente, che si genera quando caso, il risultato dell’analisi è uno spostamento permanente, che si genera quando
l’accelerazione massima al sito è superiore o uguale all’accelerazione critica del sistema. l’accelerazione massima al sito è superiore o uguale all’accelerazione critica del sistema.
La verifica consiste nel confrontare lo spostamento calcolato con uno spostamento limite La verifica consiste nel confrontare lo spostamento calcolato con uno spostamento limite
scelto dal progettista per l’opera in esame. Nel caso in cui si applichi il metodo degli scelto dal progettista per l’opera in esame. Nel caso in cui si applichi il metodo degli
E
fondazione maggiori di quelle allo SLV. fondazione maggiori di quelle allo SLV.
L I N
N
C7.11.5.3.2 FONDAZIONI SU PALI C7.11.5.3.2 FONDAZIONI SU PALI
L’analisi pseudo-statica delle fondazioni su pali si esegue utilizzando valori unitari per i
A O
L’analisi pseudo-statica delle fondazioni su pali si esegue utilizzando valori unitari per i
coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri geotecnici, come specificato al § 7.11.1
IC
coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri geotecnici, come specificato al § 7.11.1
N
delle NTC. Si utilizzano invece i coefficienti γR riportati nella Tabella 6.4.II e 6.4.VI,
C
delle NTC. Si utilizzano invece i coefficienti γR riportati nella Tabella 6.4.II e 6.4.VI,
rispettivamente, per i carichi assiali e trasversali.
TE
rispettivamente, per i carichi assiali e trasversali.
E
Gruppi di pali
N
Gruppi di pali
IO
AZ
La resistenza per carico limite verticale del complesso pali-terreno deve essere valutata La resistenza per carico limite verticale del complesso pali-terreno deve essere valutata
IS L
tenendo conto dell’eccentricità del carico verticale e degli effetti di gruppo. Ci si deve tenendo conto dell’eccentricità del carico verticale e degli effetti di gruppo. Ci si deve
G
riferire alla rottura per carico limite verticale ed eccentrico della palificata nel suo riferire alla rottura per carico limite verticale ed eccentrico della palificata nel suo
E
IL
complesso Anche nella verifica a carico limite orizzontale ci si deve riferire alla rottura complesso Anche nella verifica a carico limite orizzontale ci si deve riferire alla rottura
D
della palificata nel suo complesso, tenendo conto degli effetti di gruppo. della palificata nel suo complesso, tenendo conto degli effetti di gruppo.
IN O
Nelle verifiche agli stati limite ultimi nei confronti della rottura strutturale dei pali, con Nelle verifiche agli stati limite ultimi nei confronti della rottura strutturale dei pali, con
T T
le limitazioni alle condizioni previste dalle NTC circa le caratteristiche del sottosuolo in le limitazioni alle condizioni previste dalle NTC circa le caratteristiche del sottosuolo in
LE
cui sono ammorsati i pali, si deve tenere conto anche degli effetti flessionali prodotti cui sono ammorsati i pali, si deve tenere conto anche degli effetti flessionali prodotti
L
dall’interazione cinematica palo-terreno, tenendo conto dei livelli di deformazione nel dall’interazione cinematica palo-terreno, tenendo conto dei livelli di deformazione nel
Fondazioni miste
BO
sottosuolo prodotti dal passaggio delle onde sismiche. sottosuolo prodotti dal passaggio delle onde sismiche.
Fondazioni miste
Se la capacità portante della fondazione diretta è sufficiente, ai pali può essere affidata la Se la capacità portante della fondazione diretta è sufficiente, ai pali può essere affidata la
sola funzione di controllo e regolazione del cedimento. In tale circostanza, per fare in sola funzione di controllo e regolazione del cedimento. In tale circostanza, per fare in
modo che i pali possano svolgere correttamente tale funzione, occorre evitare la rottura modo che i pali possano svolgere correttamente tale funzione, occorre evitare la rottura
di uno degli elementi strutturali (pali e struttura di collegamento). di uno degli elementi strutturali (pali e struttura di collegamento).
Se la capacità portante della fondazione diretta è invece insufficiente, è possibile tenere Se la capacità portante della fondazione diretta è invece insufficiente, è possibile tenere
conto del contributo dei pali nell’analisi dei seguenti stati limite ultimi: conto del contributo dei pali nell’analisi dei seguenti stati limite ultimi:
- collasso della fondazione mista nei riguardi dei carichi assiali; - collasso della fondazione mista nei riguardi dei carichi assiali;
- collasso per carico limite della fondazione mista nei riguardi dei carichi - collasso per carico limite della fondazione mista nei riguardi dei carichi
trasversali. trasversali.
E
7.11.5.3.1 e 7.11.5.3.2. Se invece l’interazione fra la struttura di collegamento e i pali 7.11.5.3.1 e 7.11.5.3.2. Se invece l’interazione fra la struttura di collegamento e i pali
viene giudicata non significativa, o si omette la relativa analisi, il carico orizzontale deve
I N
viene giudicata non significativa, o si omette la relativa analisi, il carico orizzontale deve
L
essere affidato integralmente ai pali, e le verifiche della palificata nei confronti dei
N
essere affidato integralmente ai pali, e le verifiche della palificata nei confronti dei
O
A
carichi trasversali vanno effettuate con le prescrizioni di cui al § 7.11.5.3.2. carichi trasversali vanno effettuate con le prescrizioni di cui al § 7.11.5.3.2.
L’integrità strutturale della fondazione mista (e dunque dei suoi componenti) deve
IC
L’integrità strutturale della fondazione mista (e dunque dei suoi componenti) deve
N
essere preservata sia se l’aggiunta dei pali serve ad evitare una rottura per carico limite
C
essere preservata sia se l’aggiunta dei pali serve ad evitare una rottura per carico limite
sia se l’aggiunta dei pali serve a ridurre il cedimento delle fondazioni. In ambedue le
TE
sia se l’aggiunta dei pali serve a ridurre il cedimento delle fondazioni. In ambedue le
E
N
circostanze, l’azione orizzontale di progetto da applicare alla palificata può essere circostanze, l’azione orizzontale di progetto da applicare alla palificata può essere
individuata con lo stesso criterio considerato per la verifica della fondazione mista nei
IO
individuata con lo stesso criterio considerato per la verifica della fondazione mista nei
confronti del collasso per carico limite orizzontale.
L AZIn considerazione del fatto che non è consolidato in ambito tecnico l’uso di procedimenti
confronti del collasso per carico limite orizzontale.
IS
In considerazione del fatto che non è consolidato in ambito tecnico l’uso di procedimenti
G
LE
per la valutazione degli spostamenti permanenti delle fondazioni su pali prodotti da per la valutazione degli spostamenti permanenti delle fondazioni su pali prodotti da
D I
azioni sismiche, le NTC richiedono, per le verifiche SLD, che il progettista, in alternativa azioni sismiche, le NTC richiedono, per le verifiche SLD, che il progettista, in alternativa
O
al calcolo degli spostamenti, effettui le stesse verifiche in fondazione con gli stessi valori al calcolo degli spostamenti, effettui le stesse verifiche in fondazione con gli stessi valori
T IN
dei coefficienti di sicurezza riportati in Tab.6.4.II e 6.4.VI rispettivamente per carichi dei coefficienti di sicurezza riportati in Tab.6.4.II e 6.4.VI rispettivamente per carichi
ET
assiali e trasversali. Tali verifiche potrebbero essere anche più gravose di quelle allo assiali e trasversali. Tali verifiche potrebbero essere anche più gravose di quelle allo
L L
SLV, in quanto in alcuni casi lo spettro elastico SLD può superare quello SLV e dare SLV, in quanto in alcuni casi lo spettro elastico SLD può superare quello SLV e dare
BO
luogo a sollecitazioni di taglio e flettenti in fondazione maggiori di quelle allo SLV. luogo a sollecitazioni di taglio e flettenti in fondazione maggiori di quelle allo SLV.
C7.11.6.1 C7.11.6.1
TE
riferimento alla minore tra l’accelerazione orizzontale massima attesa al sito e riferimento alla minore tra l’accelerazione orizzontale massima attesa al sito e
l'accelerazione sismica pseudostatica critica, che produce lo scorrimento in fondazione.
E
l'accelerazione sismica pseudo-statica critica, che produce lo scorrimento in fondazione.
N
IO
L’analisi sismica dei muri di sostegno con il metodo degli spostamenti si esegue L’analisi sismica dei muri di sostegno con il metodo degli spostamenti si esegue
AZ
utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e delle resistenze. In questo caso, il utilizzando i valori caratteristici delle azioni statiche e delle resistenze. In questo caso, il
risultato dell’analisi è uno spostamento permanente, eventualmente anche nullo. La
IS L risultato dell’analisi è uno spostamento permanente, eventualmente anche nullo. La
E G
verifica consiste nel confrontare lo spostamento calcolato con uno spostamento limite verifica consiste nel confrontare lo spostamento calcolato con uno spostamento limite
IL
scelto dal progettista per l’opera in esame. Nel caso in cui si applichi il metodo degli scelto dal progettista per l’opera in esame. Nel caso in cui si applichi il metodo degli
O D
spostamenti si deve fare riferimento ad almeno 7 accelerogrammi scelti in accordo con spostamenti si deve fare riferimento ad almeno 7 accelerogrammi scelti in accordo con
IN
quanto riportato al §3.2.3.6. delle NTC. La verifica allo scorrimento con il metodo degli quanto riportato al §3.2.3.6. delle NTC. La verifica allo scorrimento con il metodo degli
T T
spostamenti sostituisce la sola verifica allo scorrimento pseudostatica. Vanno spostamenti sostituisce la sola verifica allo scorrimento pseudo-statica. Vanno
LE
ovviamente condotte comunque le altre verifiche geotecniche e strutturali, tenendo ovviamente condotte comunque le altre verifiche geotecniche e strutturali, tenendo
L
BO
conto delle indicazioni riportate in precedenza. conto delle indicazioni riportate in precedenza.
Il progetto dei muri di sostegno sotto azioni sismiche devono essere improntato per Il progetto dei muri di sostegno sotto azioni sismiche devono essere improntato per
favorire lo sviluppo di meccanismi di rottura duttili (scorrimento) rispetto ad altri favorire lo sviluppo di meccanismi di rottura duttili (scorrimento) rispetto ad altri
meccanismi considerati più fragili, primo tra tutti il ribaltamento. meccanismi considerati più fragili, primo tra tutti il ribaltamento.
E
Il coefficiente è minore di 1 solo se l’accelerazione massima attesa al sito risulta Il coefficiente è minore di 1 solo se l’accelerazione massima attesa al sito risulta
maggiore dell’accelerazione critica del sistema. Con < 1, a seguito del sisma, la paratia
I N
maggiore dell’accelerazione critica del sistema. Con < 1, a seguito del sisma, la paratia
L
subirà quindi spostamenti di tipo permanente.
N
subirà quindi spostamenti di tipo permanente.
O
L’entità degli spostamenti permanenti può essere valutata in modo semplificato
A
L’entità degli spostamenti permanenti può essere valutata in modo semplificato
IC
N
attraverso il diagramma di Figura 7.11.3 che assimila gli effetti permanenti prodotti dal attraverso il diagramma di Figura 7.11.3 che assimila gli effetti permanenti prodotti dal
C
TE
sisma a quelli calcolati sul blocco rigido di Newmark con riferimento a numerosi sisma a quelli calcolati sul blocco rigido di Newmark con riferimento a numerosi
accelerogrammi italiani. A tal fine, il valore di può essere assunto pari al rapporto fra accelerogrammi italiani. A tal fine, il valore di può essere assunto pari al rapporto fra
accelerazione critica del sistema e accelerazione massima attesa.
N E
accelerazione critica del sistema e accelerazione massima attesa.
IO
AZ
Qualora l’accelerazione massima non fosse sufficiente a produrre un meccanismo di Qualora l’accelerazione massima non fosse sufficiente a produrre un meccanismo di
IS L
rottura generale nel terreno, allora deve essere = 1. Conseguentemente, l’accelerazione
equivalente coincide con quella massima, a meno del fattore di deformabilità, che va
rottura generale nel terreno, allora deve essere = 1. Conseguentemente, l’accelerazione
equivalente coincide con quella massima, a meno del fattore di deformabilità, che va
E G
IL
considerato solo come riduttore della spinta attiva. considerato solo come riduttore della spinta attiva.
OD
La verifica delle paratie può essere condotta anche con metodi dinamici avanzati, La verifica delle paratie può essere condotta anche con metodi dinamici avanzati,
IN
tenendo conto del comportamento non lineare, non elastico e isteretico dei terreni tenendo conto del comportamento non lineare, non elastico e isteretico dei terreni
T
interessati dall’opera. L’uso di tali modelli richiede necessariamente un’adeguata interessati dall’opera. L’uso di tali modelli richiede necessariamente un’adeguata
L ET
campagna di indagini in sito e in laboratorio che consenta la caratterizzazione del campagna di indagini in sito e in laboratorio che consenta la caratterizzazione del
L
comportamento meccanico dei terreni in un ampio campo di deformazioni, oltre a comportamento meccanico dei terreni in un ampio campo di deformazioni, oltre a
BO
strumenti di calcolo adeguati. Inoltre, poiché – sia per le verifiche SLV sia per quelle
SLD – la verifica consiste nella valutazione degli effetti del sisma in termini di
strumenti di calcolo adeguati. Inoltre, poiché – sia per le verifiche SLV sia per quelle
SLD – la verifica consiste nella valutazione degli effetti del sisma in termini di
spostamenti e di variazioni del regime di sollecitazione dell’opera, la verifica va spostamenti e di variazioni del regime di sollecitazione dell’opera, la verifica va
condotta confrontando gli effetti di più accelerogrammi (almeno 7) selezionati secondo i condotta confrontando gli effetti di più accelerogrammi (almeno 7) selezionati secondo i
criteri descritti nel § 3.2.3.6. criteri descritti nel § 3.2.3.6.
E G
A quanto detto si è aggiunta la consapevolezza che, per l’Italia, il principale problema della
D IL
protezione antisismica è oggi rappresentato dalle costruzioni esistenti e che il renderle
sufficientemente antisismiche, senza peraltro snaturarle, è questione non facile da affrontare
IN O
e risolvere, sostanzialmente legata a una approfondita conoscenza delle peculiarità
dell’oggetto su cui si interviene.
T T
L LE
Alla conoscenza della costruzione esistente si è dedicata, dunque, particolare attenzione,
BO
riducendo l’importanza attribuita alla conoscenza dei materiali impiegati per concentrarsi sui
particolari costruttivi e sulle indicazioni progettuali dell’epoca di costruzione, maggiormente
responsabili del reale comportamento della costruzione a fronte di azioni sismiche.
Le costruzioni esistenti sono definite, nel § 8.1 delle NTC, come quelle costruzioni per le quali Le costruzioni esistenti sono definite, nel § 8.1 delle NTC, come quelle costruzioni per le quali
Per gli interventi finalizzati alla riduzione della vulnerabilità sismica dei beni del patrimonio Per gli interventi finalizzati alla riduzione N L vulnerabilità sismica dei beni del patrimonio
O
della
patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto del patrimonio culturale conN
è costituito dalla DPCM 9 febbraio 2011 “Valutazione e riduzione del rischio sismico del disposizioni, è costituito dalla DPCM
ministeriale 14 gennaio 2008”. Tale direttiva, in considerazione della specificità e articolazione ministeriale 14 gennaioE
C riferimento alle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto
E T delle caratteristiche del patrimonio storico edilizio italiano, è adottabile
2008”. Tale direttiva, in considerazione della specificità e articolazione
come riferimento per le costruzioni che comunque abbiano una valenza storica, artistica o come riferimento
I O N per le costruzioni che comunque abbiano una valenza storica, artistica o
del contenuto nonché delle caratteristiche del patrimonio storico edilizio italiano, è adottabile del contenuto nonché
L AZ
urbanistico-ambientale, anche se non esplicitamente vincolate, fatto salvo quanto previsto al urbanistico-ambientale, anche se non esplicitamente vincolate, fatto salvo quanto previsto al
punto 8.4.3 delle NTC.
G IS punto 8.4.3 delle NTC.
I LE
C8.2 CRITERI GENERALI
O D C8.2 CRITERI GENERALI
I N
TT essi, considerata la loro
Nel § 8.2 delle NTC sono esaminati alcuni aspetti generali relativi alle valutazioni della
E
sicurezza e alla progettazione degli interventi sugli edifici esistenti;
L un problema di fondamentale
L
numerosità ed elevata vulnerabilità, costituiscono, in Italia,
BO esecuzione.
importanza, che si tratti di edifici sia storici, sia di recente
Infatti, se da un lato molti edifici di muratura sono caratterizzati da una limitata capacità nei
confronti delle azioni, sia sismiche, sia non sismiche, dall’altro un numero ampio di edifici di
calcestruzzo armato, ed anche di acciaio, progettati secondo le prescrizioni vigenti all’epoca
della costruzione, possono essere caratterizzati da livelli di sicurezza non coerenti con quelli
previsti dalle NTC per gli edifici di nuova realizzazione. Il livello originario di sicurezza
della costruzione, peraltro, può essersi ridotto nel tempo anche in conseguenza di eccessive o
anomale sollecitazioni o di trasformazioni subite o di fenomeni di degrado dei materiali.
Il notevole assortimento delle tipologie costruttive e l’ampia casistica delle relative criticità
rendono particolarmente complesse le problematiche in gioco, con conseguenti difficoltà
nella standardizzazione dei metodi di verifica e di progetto degli interventi. Per tale motivo
D
ragione del livello di conoscenza). ragione del livello di conoscenza).
O
È comunque opportuno, viste le evidenti incertezze e difficoltà, che, in un’apposita relazione
IN
È necessario che il progettista espliciti, nei documenti progettuali, le caratteristiche
TT
il progettista espliciti, motivandolo, il grado di approfondimento raggiunto dalle indagini geometriche e strutturali della costruzione e il grado di approfondimento raggiunto dalle
E
finalizzate a individuare le caratteristiche geometriche e strutturali della costruzione.
L delle criticità nei confronti delle
indagini.
O L
La valutazione della sicurezza consiste nell’identificazione
azioni considerate, sia non sismiche, come pesi B
propri, sovraccarichi e azioni climatiche, sia
In generale, la valutazione della sicurezza consiste nell’identificazione delle criticità nei
confronti delle azioni considerate, sia non sismiche, come pesi propri, sovraccarichi e azioni
sismiche. climatiche, sia sismiche.
Per quanto riguarda le costruzioni esistenti di muratura, la valutazione della sicurezza NOTA: Per quanto riguarda le costruzioni esistenti di muratura, la valutazione della
(particolarmente quella relativa alle azioni sismiche) deve essere effettuata nei confronti dei sicurezza deve essere effettuata nei confronti dei meccanismi di collasso, sia locali, sia
meccanismi di collasso, sia locali, sia globali, ove questi ultimi siano significativi; la verifica globali, ove questi ultimi siano significativi; la verifica dei meccanismi globali diviene, in
dei meccanismi globali diviene, in genere, significativa solo dopo che gli eventuali interventi genere, significativa solo dopo che gli eventuali interventi abbiano eliminato i meccanismi di
abbiano eliminato i meccanismi di collasso locale. E’ inoltre opportuno considerare la collasso locale. E’ inoltre opportuno considerare la distinzione tipologica tra edifici singoli e
distinzione tipologica tra edifici singoli e edifici in aggregato (es. edilizia dei centri storici, edifici in aggregato (es. edilizia dei centri storici, complessi formati da più corpi). In
complessi formati da più corpi). In particolare, per le tipologie in aggregato, particolarmente particolare, per le tipologie in aggregato, particolarmente frequenti nei centri storici, il
frequenti nei centri storici, il comportamento globale è spesso non definibile o non comportamento globale è spesso non definibile o non identificabile, al contrario del
identificabile, al contrario del comportamento delle singole parti o unità strutturali. comportamento delle singole parti o unità strutturali.
C N
Anche lo spostamento o la demolizione di tramezzature o tamponature con rigidezza e
TE
C8.2.1.1.1 Infine anche lo spostamento o la demolizione di tramezzature o tamponature con resistenza non trascurabili per una specifica struttura,potrebbero alterare la configurazione
rigidezza e resistenza non trascurabili possono alterare la configurazione del fabbricato e
E
del fabbricato.
N
IO
incrementarne la vulnerabilità nei confronti delle azioni sismiche.
Riguardo ai dettagli costruttivi, per gli edifici esistenti le NTC non impongono la conformità
Riguardo ai dettagli costruttivi, per gli edifici esistenti le NTC non impongono la conformità
L AZ
alle prescrizioni previste per le nuove costruzioni.
IS
a soluzioni tecniche determinate, né richiedono verifiche quantitative, per cui possono
G
risultare qualificanti i confronti con le regole del corretto costruire, validate dall’esperienza.
E
IL
Gli esiti della valutazione della sicurezza comportano conseguenze diversificate in termini di
Gli esiti della valutazione della sicurezza comportano conseguenze diversificate in termini di
D
tempi e necessità di intervento, a seconda che le carenze della struttura si manifestino nei
O
tempi e necessità di intervento, a seconda che le carenze della struttura si manifestino nei confronti delle azioni non sismiche o di quelle sismiche.
confronti delle azioni non sismiche o di quelle sismiche.
IN
TTlocali o di riparazione, di
Le categorie di intervento si differenziano in interventi locali o di riparazione, di
E miglioramento e di adeguamento.
LL
C8.2.1.1.2 Le categorie di intervento si differenziano in interventi
miglioramento e di adeguamento.
Le NTC specificano, per ciascuna categoria,B
O
la condizione di applicazione, sancendo
Le NTC specificano, per ciascuna categoria, la condizione di applicazione, sancendo
l’obbligatorietà del collaudo statico, non solo per gli interventi di adeguamento, ma anche
per quelli di miglioramento. Sono poi definiti alcuni fondamentali criteri di intervento,
l’obbligatorietà del collaudo statico, non solo per gli interventi di adeguamento, ma anche
comuni a tutte le tipologie, quali la ricerca della regolarità, l’attenzione necessaria per le fasi
per quelli di miglioramento. Sono poi definiti alcuni fondamentali criteri di intervento,
di esecuzione e le priorità da assegnare e sono quindi esaminati i più usuali interventi per le
comuni a tutte le tipologie, quali la ricerca della regolarità, l’attenzione necessaria per le fasi
varie tipologie strutturali.
di esecuzione e le priorità da assegnare e sono quindi esaminati i più usuali interventi per le
varie tipologie strutturali. Non è invece previsto il collaudo statico per gli interventi locali o di riparazione di cui al
§8.4.1 delle NTC.
Non è invece previsto il collaudo statico per gli interventi locali o di riparazione di cui al
§8.4.1 delle NTC. Al fine di una corretta valutazione del possibile utilizzo delle costruzioni, il tecnico incaricato
delle verifiche o del progetto deve esplicitare, nei documenti progettuali, i livelli di sicurezza
Al fine di una corretta valutazione del possibile utilizzo dei fabbricati, il tecnico incaricato
attuali e quelli che l’eventuale intervento si prefigge di conseguire, nonché le eventuali
delle verifiche o del progetto deve esplicitare, in un’apposita relazione, i livelli di sicurezza
conseguenti limitazioni nell’uso della costruzione, esplicitando, per quanto possibile anche il
attuali e quelli raggiunti con l’intervento, nonché le eventuali conseguenti limitazioni
N E
Il § 8.3 contiene una definizione della procedura di valutazione della sicurezza, le situazioni nelle quali è obbligatoria la valutazione, e gli stati limite ai quali fare riferimento.
nelle quali è obbligatoria la valutazione, indipendentemente dalla previsione dei lavori in
A ZIO
progetto, e gli stati limite ai quali fare riferimento.
I S L
EGdella
La valutazione della sicurezza è definita come il procedimento finalizzato alla
I L
quantificazione dell’entità massima delle azioni che la costruzione è capace di sostenere con i
margini di sicurezza richiesti dalle NTC, oppure alla valutazione della capacità
O
costruzione di resistere alle combinazioni delle azioni di progetto. È opportuno D ricordare,
nella sola analisi delle criticità strettamente strutturali, locali eT TINma debba, peresaurirsi
tuttavia, come la valutazione della sicurezza di una costruzione esistente non possa
E globali, quanto
che possano mettere comunque a rischio la sicurezza, B quali le opere di partizione degli spazi,
connesse a elementi anche non strutturali
variazioni relative a porzioni limitate della costruzione, che influiscono solo sul
comportamento locale di uno o più elementi strutturali (v. anche § 8.4 delle NTC);
variazioni che implicano sostanziali differenze di comportamento globale della
costruzione; a tale proposito va sottolineato che un cambiamento del
I N E
comportamento globale della costruzione può avvenire anche a seguito di una serie
N L
di modifiche locali.
A O
IC
Nel primo caso la verifica può riguardare solamente le porzioni interessate dalle variazioni
apportate (ad esempio la verifica relativa alla sostituzione, al rafforzamento o alla semplice
C N
TE
variazione di carico su un singolo campo di solaio può interessare solo quel campo e gli
elementi che lo sostengono).
N E
Nel secondo caso, invece, la verifica è necessariamente finalizzata a determinare l’effettivo
IO
comportamento della costruzione nella nuova configurazione.
L AZ
Nei successivi § C.8.5, § C.8.6, § C.8.7 sono trattate in modo esteso le modalità operative
G IS
consigliate per le verifiche.
E
IL
OD
Dall’obbligatorietà della verifica è normalmente esclusa la situazione determinata da una Tra i casi per i quali è obbligatorio procedere alla verifica della costruzione è escluso il caso
variazione dell’entità delle azioni che intervenga a seguito di una revisione o della normativa conseguente ad una eventualevariazione dell’entità delle azioni a seguito di una revisione o
T IN
o delle zonazioni che differenziano le azioni ambientali (sisma, neve, vento) nelle diverse della normativa o delle zonazioni che differenziano le azioni ambientali (sisma, neve, vento)
ET
parti del territorio italiano. nelle diverse parti del territorio italiano.
L L
La valutazione della sicurezza degli edifici esistenti, per quanto possibile, deve essere La valutazione della sicurezza degli edifici esistenti, per quanto possibile, deve essere
BO
effettuata in rapporto a quella richiesta per gli edifici nuovi. A tale scopo, le NTC
introducono due nuovi parametri che costituiscono fattori indicativi per un rapido confronto
effettuata in rapporto a quella richiesta per gli edifici nuovi. A tale scopo, le NTC
introducono due nuovi parametri che costituiscono fattori indicativi per un rapido confronto
tra l’azione sopportabile da una struttura esistente e quella richiesta per il nuovo: tra l’azione sopportabile da una struttura esistente e quella richiesta per il nuovo:
- ζE, definito come il rapporto tra l’azione sismica massima sopportabile dalla struttura e - ζE, definito come il rapporto tra l’azione sismica massima sopportabile dalla struttura e
l’azione sismica massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione sul l’azione sismica massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione sul
medesimo suolo e con le medesime caratteristiche (periodo proprio, fattore di medesimo suolo e con le medesime caratteristiche (periodo proprio, fattore di
comportamento ecc.). Il parametro di confronto dell’azione sismica da adottare per la comportamento ecc.). Il parametro di confronto dell’azione sismica da adottare per la
definizione di ζE è, di norma, l’accelerazione al suolo ag S. definizione di ζE è, salvo casi particolari, l’accelerazione al suolo ag S.
-ζv,i, definito come il rapporto tra il valore massimo del sovraccarico verticale variabile -ζv,i, definito come il rapporto tra il valore massimo del sovraccarico verticale variabile
sopportabile dalla parte i-esima della costruzione e il valore del sovraccarico verticale sopportabile dalla parte i-esima della costruzione e il valore del sovraccarico verticale
variabile che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione. variabile che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione.
I parametri ζ possono offrire un ausilio anche ai proprietari e ai gestori nella individuazione
LE
combinate per gli stati limite sismiche, quali carichi permanenti e altre azioni di servizio combinate per gli stati limite
TE
TSLV
TINT C U
=-ln(1-0,05)=0,051 [C8.3.2]
N E
TSLC
IO
L AZ
IS
essendo CU il coefficiente d'uso e TSLV (oppure TSLC) il periodo di ritorno dell'azione sismica
corrispondente all'attivazione, allo SLV (oppure allo SLC), del meccanismo di rottura in
E G
IL
esame.Tenuto comunque conto del carattere probabilistico della valutazione della sicurezza,
O D
quando si utilizzi un simile parametro di valutazione è possibile indicativamente affermare
che, nello stato di fatto, la probabilità annua di superamento dello stato limite è un multiplo
T IN
di quella delle strutture adeguate. Tale multiplo è pari a VN/TINT. Peraltro le C.8.3.1 e C.8.3.2
T
LE
sono ricavate in ipotesi restrittive (cosiddetto processo senza memoria) e, pertanto, TINT, sebbene
OL
utilizzabile in valutazioni comparative, non rappresenta il limite temporale entro il quale
l’intervento deve essere attuato.
Nella scelta dei tempi e delle priorità
B
di intervento sul patrimonio edilizio possono
intervenire anche altri fattori quali:
le previsioni di utilizzo futuro (es.: ipotesi di prossima cessazione dell'attuale
utilizzo);
il ruolo della specifica struttura, nell’ambito di una rete di servizi più ampia (es.: un
ospedale di rilevanza regionale rispetto a un ospedale con bacino di utenza solo
locale);
la possibilità di intervenire senza interrompere totalmente la fruizione dell'edificio,
ovvero la possibilità di disporre facilmente di un altro edificio in cui spostare
temporaneamente le attività;
le disponibilità economiche, tenendo conto anche del quadro complessivo delle
N E
al § 8.3 delle NTC. Nella relazione indicata dalla norma, il tecnico dovrà esplicitare che non
I
L
sussistono le condizioni indicate al § 8.3 delle NTC tenendo ovviamente conto anche della
N
O
gravità del dissesto (in atto o prodottosi in passato).
A
N IC
C
C8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI C8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI
T E
E
Le NTC confermano le tre categorie di intervento previste dalle precedenti norme: riparazione Le NTC confermano le tre categorie di intervento previste dalle precedenti norme: riparazione
o intervento locale, miglioramento, adeguamento. Indipendentemente dall’appartenenza ad una o intervento N
IOciò al fine ricollocare gli interventi di riparazione o locali ed il miglioramento in
locale, miglioramento, adeguamento, elencandole in ordine inverso rispetto al D.M.
A Z
delle tre categorie, è opportuno che gli interventi in progetto siano primariamente finalizzati 14.01.2008,
all’individuazione e all'eliminazione o riduzione di carenze e criticità locali che possano L
G
incidere sulla sicurezza, per poi prevedere l'eventuale rafforzamento della costruzione nel I S una meglio articolata scansione logica ed operativa..
L E
suo complesso. Interventi mirati all’eliminazione di specifiche criticità locali, pur con
NOTA: è opportuno che gli interventi in progetto siano primariamente finalizzati
opere all’individuazione e all'eliminazione o riduzione di carenze e criticità locali che possano
di modesto impatto economico e senza alterare sistemi d’equilibrio venutisiI a creare nel incidere sulla capacità strutturale, per poi prevedere l'eventuale rafforzamento della
O D
N
tempo, possono infatti produrre aumenti sensibili della sicurezza.
T I costruzione nel suo complesso. Interventi mirati all’eliminazione di specifiche criticità locali,
T pur con opere di modesto impatto economico e senza alterare sistemi d’equilibrio venutisi a
L LE creare nel tempo, possono infatti produrre aumenti sensibili della sicurezza.
D I
C8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO
O C8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO
L'intervento di miglioramento è finalizzato a conseguire un aumento
T TIN della sicurezza della L'intervento di miglioramento è finalizzato a conseguire un aumento della sicurezza della
LEnon rientrando nella categoria In questa categoria ricadono tutti gli interventi che, pur non rientrando nella categoria
costruzione. costruzione.
In questa categoria ricadono tutti gli interventi che,Lpur
dell’adeguamento, possono determinare modifiche, B Oanche significative, del comportamento dell’adeguamento, possono determinare modifiche, anche significative, del comportamento
strutturale locale o globale o operando variazioni di rigidezza, resistenza o capacità strutturale locale o globale o operando variazioni di rigidezza, resistenza o capacità
deformativa di singoli elementi o di porzioni della struttura, o introducendo nuovi elementi deformativa di singoli elementi o di porzioni della struttura, o introducendo nuovi elementi
strutturali. Ciò può avvenire, ad esempio, impegnando maggiormente gli elementi più strutturali. Ciò può avvenire, ad esempio, impegnando maggiormente gli elementi più
resistenti, riducendo le irregolarità in pianta e in elevazione, eliminando i meccanismi di resistenti, riducendo le irregolarità in pianta e in elevazione, eliminando i meccanismi di
collasso locali o trasformandoli da fragili in duttili. collasso locali o trasformandoli da fragili in duttili.
L’intervento di miglioramento può essere effettuato nei confronti anche soltanto di alcune L’intervento di miglioramento può essere effettuato nei confronti anche soltanto di alcune
categorie di azioni quali, indicativamente ma non esaustivamente, le azioni del vento, le categorie di azioni quali, indicativamente ma non esaustivamente, le azioni del vento, le
azioni sismiche, le azioni gravitazionali, fermi restando gli obblighi indicati al § C.8.3. azioni sismiche, le azioni gravitazionali, fermi restando gli obblighi indicati al § C.8.3.
Come specificato nel § 8.3 delle NTC, per questa categoria di interventi la valutazione della Come specificato nel § 8.3 delle NTC, per questa categoria di interventi la valutazione della
sicurezza è obbligatoria e finalizzata a determinare l’entità massima delle azioni, considerate sicurezza è obbligatoria e finalizzata a determinare l’entità massima delle azioni, considerate
IS
gli edifici di nuova costruzione; nel § 8.4.3 delle NTC sono definiti i casi nei quali l’interventoLL’intervento
gli di nuova costruzione così come specificati; nel § 8.4.3 delle NTC.
di adeguamento è obbligatorio.
E G
IL
Per questa categoria di interventi la valutazione della sicurezza è obbligatoria e finalizzata a
O D
Per questa categoria di interventi la valutazione della sicurezza è obbligatoria e finalizzata a
stabilire se la struttura, a seguito dell’intervento, è in grado di resistere alle combinazioni
stabilire se la struttura, a seguito dell’intervento, è in grado di resistere alle combinazioni
delle azioni di progetto con il grado di sicurezza richiesto dalle NTC. Non è necessario il
T IN
delle azioni di progetto con il grado di sicurezza richiesto dalle NTC per le nuove soddisfacimento delle prescrizioni sui dettagli costruttivi (per esempio armatura minima,
T
LE
costruzioni. Non è, in generale, necessario il soddisfacimento delle prescrizioni sui dettagli passo delle staffe, dimensioni minime di travi e pilastri, ecc.) previste per le costruzioni
L
costruttivi (per esempio armatura minima, passo delle staffe, dimensioni minime di travi e nuove.
BO
pilastri, ecc.) valide per le costruzioni nuove, purché il progettista dimostri che le prestazioni
previste per i vari stati limite sono comunque garantite.
Negli interventi di adeguamento delle costruzioni nei confronti delle azioni sismiche è Negli interventi di adeguamento delle costruzioni nei confronti delle azioni sismiche è
richiesto, generalmente, il raggiungimento del valore unitario del parametro ζE; nel caso di richiesto, generalmente, il raggiungimento del valore unitario del parametro ζE; nel caso di
semplici variazioni di classe e/o destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi semplici variazioni di classe e/o destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi
verticali in fondazione superiori al 10% (caso c) del § 8.4.3 delle NTC è ammesso un valore verticali in fondazione superiori al 10% (caso c) del § 8.4.3 delle NTC è ammesso un valore
minimo di ζE pari a 0,8. È assimilabile a tale situazione anche l’adeguamento sismico deciso minimo di ζE pari a 0,8. È assimilabile a tale situazione anche l’adeguamento sismico deciso
dal proprietario a seguito di inadeguatezza riscontrata attraverso la valutazione di sicurezza dal proprietario a seguito di inadeguatezza riscontrata attraverso la valutazione di sicurezza
di cui al § 8.3 delle NTC,ma non ricadente nei casi a), b) o d). Tale riduzione, giustificata di cui al § 8.3 delle NTC,ma non ricadente nei casi a), b) o d).
dalla conoscenza che si ha di una struttura esistente rispetto ad una ipotetica struttura da
realizzare, consentedi evitare stravolgimenti delle strutture originarie, oltre che incentivare
gli interventi di adeguamento.
Per questo motivo, è conveniente limitare l’alterazione dello stato di fatto per non creare
situazioni di esito incerto; particolare cautela deve pertanto essere adottata nel caso di
interventi di tipo a), b) e d).
I N E
In merito all’ultimo capoverso del §8.4.3, esso stabilisce che non è necessario procedere
all’adeguamento, salvo che non ricorrano una o più delle condizioni b), c), d) od e) di cui allo
N L
stesso §8.4.3, solo nel caso di “variazione dell’altezza dell’edificio” causata dalla
A O
realizzazione di cordoli sommitali oppure causata da variazioni della copertura che non
IC
comportino incrementi di superficie abitabile. La “variazione dell’altezza dell’edificio” è
N
C
localmente definita dalle norme urbanistiche e dai regolamenti edilizi.
E TE
C8.5 DEFINIZIONE DEL MODELLO DI RIFERIMENTO PER LE ANALISI
N
C8.5 DEFINIZIONE DEL MODELLO DI RIFERIMENTO PER LE ANALISI
IO
A Z
La definizione di modelli di riferimento che descrivano il comportamento dell’edificio
costituisce certamente una delle fasi più complesse dell’intera procedura di analisi. Infatti,
I S LLa definizione di modelli di riferimento che descrivano il comportamento dell’edificio
costituisce certamente una delle fasi più complesse dell’intera procedura di analisi. Infatti,
E G
considerando la grande varietà di costruzioni esistenti, non è possibile indicare procedure di considerando la grande varietà di costruzioni esistenti, non è possibile indicare procedure di
D IL
modellazione univoche e, pertanto, si demanda al progettista la scelta di quelle più modellazione. Tali problematiche diventano, poi, particolarmente rilevanti per le costruzioni
IN O
opportune per la particolare costruzione in esame. Tali problematiche diventano, poi,
particolarmente rilevanti per le costruzioni in muratura, anche a causa delle numerose
in muratura, anche a causa delle numerose incertezze relative agli stati di sollecitazione in
atto, ai tipi di materiale impiegati e al loro comportamento meccanico, al grado di
T T
incertezze relative agli stati di sollecitazione in atto, ai tipi di materiale impiegati e al loro connessione tra gli elementi strutturali e alla loro morfologia interna, oltre che agli eventuali
L LE
comportamento meccanico, al grado di connessione tra gli elementi strutturali e alla loro interventi di trasformazione, riparazione o consolidamento già attuati in passato.
BO
morfologia interna, oltre che agli eventuali interventi di trasformazione, riparazione o
consolidamento già attuati in passato.
L’adeguata conoscenza del manufatto è presupposto fondamentale e fase imprescindibile per L’adeguata conoscenza del manufatto è presupposto fondamentale e fase imprescindibile per
la comprensione di singole criticità e del comportamento strutturale; l’attendibilità dei la comprensione di singole criticità e del comportamento strutturale; l’attendibilità dei
risultati, dunque, è strettamente legata al livello di conoscenza. risultati, dunque, è strettamente legata al livello di conoscenza.
È opportuno sottolineare che le fasi della conoscenza e dell’analisi non sono sequenziali, ma È opportuno sottolineare che le fasi della conoscenza e dell’analisi non sono sequenziali, ma
strettamente connesse. strettamente connesse.
Il piano delle indagini, ad esempio, può essere efficacemente indirizzato, in relazione sia alla Il piano delle indagini, ad esempio, può essere efficacemente indirizzato, in relazione sia alla
tipologia delle prove, sia alla loro localizzazione, da un’analisi basata su dati preliminari tipologia delle prove, sia alla loro localizzazione, da un’analisi basata su dati preliminari
relativi alle caratteristiche geometriche, costruttive e dei materiali. In tal modo è possibile relativi alle caratteristiche geometriche, costruttive e dei materiali. In tal modo è possibile
identificare le zone critiche nei riguardi degli stati limite ultimi, investigando eventualmente identificare le zone critiche nei riguardi degli stati limite ultimi, investigando eventualmente
C
interventi, sono riportate nel § I8.7
A
valutazione della sicurezza, sia nello stato di fatto, sia a seguito della realizzazione di valutazione della sicurezza, sia nello stato di fatto, sia a seguito della realizzazione di
CN
interventi, sono riportate nel § 8.7 delle NTC. delle NTC.
Z
della sicurezza attuale, sia per la definizione degli interventi e la previsione della loro della sicurezza I O sia per la definizione degli interventi e la previsione della loro
efficacia.
L A
efficacia.
L’analisi storica deve essere finalizzata a comprendere le vicende costruttive, i dissesti,IS
EGnelle fenomeni di degrado, i cimenti subiti dall’edificio e, particolarmente frequenti nelle
i L’analisi storica deve essere finalizzata a comprendere le vicende costruttive, i dissesti, i
fenomeni di degrado, i cimenti subiti dall’edificio e, particolarmente frequenti
L
I prodotto costruzioni in muratura, le trasformazioni operate dall’uomo che possono aver prodotto
costruzioni in muratura, le trasformazioni operate dall’uomo che possono aver
D
Oall’interpretazione
N
cambiamenti nell’assetto statico originario. In tal senso l’indagine storica diventa indagine cambiamenti nell’assetto statico originario. In tal senso l’indagine storica diventa indagine
T I
critica e fonte, per eccellenza, di documentazione e conoscenza finalizzate critica e fonte, per eccellenza, di documentazione e conoscenza finalizzate all’interpretazione
del comportamento strutturale.
E T del comportamento strutturale.
L
ad esempio, elaborati e relazioni progettuali dellaB OL realizzazione
L’analisi inizia con il reperire tutti i documenti disponibili
prima
sulle origini del fabbricato quali, L’analisi inizia con il reperire tutti i documenti disponibili sulle origini del fabbricato quali,
della costruzione e di ad esempio, elaborati e relazioni progettuali della prima realizzazione della costruzione e di
eventuali successivi interventi, elaborati e rilievi già prodotti, eventuali relazioni di collaudo eventuali successivi interventi, elaborati e rilievi già prodotti, eventuali relazioni di collaudo
e riguarda: e riguarda:
- l'epoca di costruzione; - l'epoca di costruzione;
- le tecniche, le regole costruttive e, se esistenti, le norme tecniche dell’epoca di - le tecniche, le regole costruttive e, se esistenti, le norme tecniche dell’epoca di
costruzione; costruzione;
- la forma originaria e le successive modifiche; - la forma originaria e le successive modifiche;
- i traumi subiti e le alterazioni delle condizioni al contorno; - i traumi subiti e le alterazioni delle condizioni al contorno;
- le deformazioni, i dissesti e i quadri fessurativi, con la loro evoluzione nel tempo; - le deformazioni, i dissesti e i quadri fessurativi, con indicazioni, ove possibile, della
- gli interventi di consolidamento pregressi; loro evoluzione nel tempo;
- gli aspetti urbanistici e storici che hanno regolato lo sviluppo dell’aggregato edilizio - gli interventi di consolidamento pregressi;
di cui l'edificio è parte. - gli aspetti urbanistici e storici che hanno regolato lo sviluppo dell’aggregato edilizio
OD
Nelle costruzioni di muratura, in vista della grande varietà di materiali e tecniche costruttive Nelle costruzioni di muratura, in vista della grande varietà di materiali e tecniche costruttive
impiegate, riveste un ruolo di primaria importanza la conoscenza della composizione degli impiegate, riveste un ruolo di primaria importanza la conoscenza della composizione degli
T IN
elementi costruttivi e delle caratteristiche dei collegamenti, a partire dalla tipologia e elementi costruttivi e delle caratteristiche dei collegamenti, a partire dalla tipologia e
L ET
disposizione dei materiali e dalla presenza di discontinuità; in questo ambito, la verifica disposizione dei materiali e dalla presenza di discontinuità; in questo ambito, la verifica
L
dell’efficacia degli incatenamenti, siano essi lignei o metallici, merita una particolare dell’efficacia degli incatenamenti, siano essi lignei o metallici, merita una particolare
attenzione.
BO
A titolo esemplificativo, il rilievo comprende anche:
attenzione.
a) morfologia delle murature, con valutazione della tipologia e della disposizione dei
materiali sulle superfici e all’interno dello spessore, con particolare attenzione alla
presenza del nucleo;
b) vuoti, discontinuità, cavedi, tracce di passati interventi e di vecchie aperture tamponate;
c) continuità delle pareti in direzione verticale e collegamenti tra di esse;
d) architravature delle aperture, con i relativi particolari di appoggio;
e) elementi spingenti (archi, volte, coperture) e presenza di presidi atti ad assorbirne le
spinte;
f) orditure dei solai, particolari di appoggio delle travi, loro collegamenti con le pareti
circostanti;
G IS
LE
C8.5.2.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O ACCIAIO C8.5.2.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O ACCIAIO
D I
Il rilievo è finalizzato alla definizione sia della geometria esterna, sia dei dettagli di tutti gli Il rilievo è finalizzato alla definizione sia della geometria esterna, sia dei dettagli di tutti gli
O
elementi costruttivi effettivamente raggiungibili, con funzione strutturale o meno. Per gli elementi costruttivi effettivamente raggiungibili, con funzione strutturale o meno. Per gli
T IN
elementi aventi funzione strutturale la geometria esterna deve essere sempre descritta in elementi aventi funzione strutturale la geometria esterna deve essere sempre descritta in
ET
maniera la più completa possibile, allo scopo di ottenere un modello di calcolo affidabile, maniera la più completa possibile, allo scopo di ottenere un modello di calcolo affidabile,
L L
mentre i dettagli, spesso occultati alla vista (ad esempio la disposizione delle armature), mentre i dettagli, spesso occultati alla vista (ad esempio la disposizione delle armature),
BO
possono essere rilevati a campione, estendendo poi le valutazioni agli altri elementi possono essere rilevati a campione, estendendo poi le valutazioni agli altri elementi
operando per analogia, anche in forza delle norme vigenti e dei prodotti in commercio operando per analogia, anche in forza delle norme vigenti e dei prodotti in commercio
all’epoca della costruzione. all’epoca della costruzione.
Il rilievo di manufatti che non hanno funzione strutturale (pareti divisorie, controsoffitti, Il rilievo di manufatti che non hanno funzione strutturale (pareti divisorie, controsoffitti,
impianti) deve essere effettuato con l’obiettivo principale di identificare eventuali rischi per impianti) deve essere effettuato con l’obiettivo principale di identificare eventuali rischi per
la sicurezza degli abitanti, connessi a problemi di stabilità dei manufatti stessi o delle la sicurezza degli abitanti, connessi a problemi di stabilità dei manufatti stessi o delle
strutture. Particolarmente pericolose si sono rivelate, in occasione di eventi sismici, le pareti strutture. Particolarmente pericolose si sono rivelate, in occasione di eventi sismici, le pareti
di tamponamento formate da più paramenti accostati e privi di adeguati collegamenti tra di tamponamento formate da più paramenti accostati e privi di adeguati collegamenti tra
loro o/e separati da intercapedini isolanti, ancor più quando non sono contenute in riquadri loro o/e separati da intercapedini isolanti, ancor più quando non sono contenute in riquadri
strutturali. strutturali.
Il rilievo geometrico degli elementi deve permettere: Il rilievo geometrico degli elementi deve permettere:
l’identificazione dell’organizzazione strutturale; l’identificazione dell’organizzazione strutturale;
G IS
effettuare rilievi in situ. Nei rilievi si possono individuare tre livelli di indagine, in relazione effettuare rilievi in situ. Nei rilievi si possono individuare tre livelli di indagine, in relazione
al loro grado di approfondimento.
E al loro grado di approfondimento.
IL
OD
Indagini limitate: consentono di valutare, mediante saggi a campione, la corrispondenza tra Indagini limitate: consentono di valutare, mediante saggi a campione, la corrispondenza tra
le caratteristiche dei collegamenti riportate nei disegni costruttivi o ottenute attraverso il le caratteristiche dei collegamenti riportate negli elaborati progettuali originali o ottenute
progetto simulato, e quelle effettivamente presenti.
T IN attraverso il progetto simulato, e quelle effettivamente presenti.
ET
Indagini estese: si effettuano quando non sono disponibili i disegni costruttivi originali, o Indagini estese: si effettuano quando non sono disponibili gli elaborati progettuali originali, o
O LL
come alternativa al progetto simulato seguito da indagini limitate, oppure quando i disegni come alternativa al progetto simulato seguito da indagini limitate, oppure quando gli
costruttivi originali risultano incompleti.
B
Indagini esaustive: si effettuano quando si desidera un livello di conoscenza accurata e non
elaborati progettuali originali risultano incompleti.
Indagini esaustive: si effettuano quando si desidera un livello di conoscenza accurata e non
sono disponibili i disegni costruttivi originali. sono disponibili gli elaborati progettuali originali.
Le indagini in-situ basate su saggi sono effettuatesu una congrua percentuale degli elementi Le indagini in-situ basate su saggi sono effettuatesu una congrua percentuale degli elementi
strutturali, privilegiando, tra le tipologie di elementi strutturali (travi, pilastri, pareti…), strutturali, privilegiando, tra le tipologie di elementi strutturali (travi, pilastri, pareti…),
quelle che rivestono un ruolo di primaria importanza nella struttura. quelle che rivestono un ruolo di primaria importanza nella struttura.
Il quantitativo di indagini in-situ basate su saggi dipende dal livello di conoscenza desiderato Il quantitativo di indagini in-situ basate su saggi dipende dal livello di conoscenza desiderato
in relazione al grado di sicurezza attuale e deve essere accuratamente valutato, anche in vista in relazione al grado di sicurezza attuale e deve essere accuratamente valutato, anche in vista
delle notevoli conseguenze che comporta sulla progettazione degli interventi. delle notevoli conseguenze che comporta sulla progettazione degli interventi.
Al fine di determinare, in maniera opportuna, il numero e la localizzazione delle indagini in- Al fine di determinare, in maniera opportuna, il numero e la localizzazione delle indagini in-
situ da effettuare, è utile eseguire, a seguito del rilievo geometrico: situ da effettuare, è utile eseguire, a seguito del rilievo geometrico:
AZ
quantità e dettagli di armatura trasversale nelle zone critiche e nei nodi trave-pilastro; quantità e dettagli di armatura trasversale nelle zone critiche e nei nodi trave-pilastro;
quantità di armatura longitudinale che contribuisce al momento negativo di travi a T,
IS L quantità di armatura longitudinale che contribuisce al momento negativo di travi a T,
presente nei solai;
E G presente nei solai;
IL
lunghezze di appoggio e condizioni di vincolo degli elementi orizzontali; lunghezze di appoggio e condizioni di vincolo degli elementi orizzontali;
spessore dei copriferri;
O D
lunghezza delle zone di sovrapposizione delle barre e dei loro ancoraggi;
spessore dei copriferri;
lunghezza delle zone di sovrapposizione delle barre e dei loro ancoraggi;
Costruzioni di acciaio:
T IN Costruzioni di acciaio:
T
LE
tipologia e localizzazione dei giunti tra le membrature; tipologia e localizzazione dei giunti tra le membrature;
particolari di appoggio dei solai;
L particolari di appoggio dei solai;
modalità di collegamento alle fondazioni.
BO modalità di collegamento alle fondazioni.
C8.5.3 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DEI MATERIALI C8.5.3 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DEI MATERIALI
Il § 8.5.3 delle NTC tratta della conoscenza delle caratteristiche di resistenza e deformabilità Il § 8.5.3 delle NTC tratta della conoscenza delle caratteristiche di resistenza e deformabilità
dei materiali con i quali è realizzato un fabbricato. dei materiali con i quali è realizzato un fabbricato.
I N E
La norma prevede che per le prove di cui alla Circolare 08 settembre 2010, n. 7617/STC o
L
eventuali successive modifiche o integrazioni, il prelievo dei campioni dalla struttura e
N
l’esecuzione delle prove stesse devono essere effettuate a cura di un laboratorio di cui
O
IC A
all’articolo 59 del DPR 380/2001. Ciò fa riferimento, esclusivamente, al prelievo dei campioni
per le prove distruttive i cui esiti sono soggetti a certificazione ai sensi dello stesso ’articolo
N
ECvoluto ricondurre ad un modello unitario - in termini di qualità e
59 del DPR 380/01.
In tal senso le NTCThanno
responsabilità E
prelievo,O
N - l’intero loro processo costruttivo e, conseguentemente anche l’attività di
ZI del materiale, alla verifica fisica, chimica e meccanica della carota stessa. Il
quale ad esempio il carotaggio, giacché le prove comprendono ogni fase: dal
A
Lcarotaggio costituisce una prima analisi, almeno qualitativa, di resistenza fisica del campione
prelievo
O
TINdi materiali diversi, in
C8.5.3.1 COSTRUZIONI DI MURATURA C8.5.3.1 COSTRUZIONI DI MURATURA
L L ledeterminano
caratteristiche meccaniche dei in cui la tecnica costruttiva, le modalità di posa in opera, le caratteristiche meccaniche dei
LEprecisa in particolare, negli edifici storici, rende priva di significato la prescrizione di una precisa
tipologica e la frequente presenza di stratificazioni temporalmente successive, come avviene, e la frequente presenza di stratificazioni temporalmente successive, come avviene,
in particolare, negli edifici storici, rende priva di significato la prescrizione diI una
O D
quantità e tipologia di indagini, anche in vista del fatto che, talvolta, l’individuazione delle quantità e tipologia di indagini, anche in vista del fatto che, talvolta, l’individuazione delle
B
Alla luce di queste osservazioni, la scelta delle zone
numero delle indagini da effettuare deve scaturire da considerazioni basate sull’analisi
storico critica per l’identificazione delle zone omogenee, e su opportune ispezioni visive
preliminari, eventualmente accompagnate da saggi, per l’identificazione dei fenomeni di
degrado e degli eventuali dissesti oltre che sui risultati forniti dall’analisi basata su dati
preliminari (§ C8.5). Il piano delle indagini, tale da consentire anche la valutazione della
significatività dei valori dei parametri meccanici globali dedotti dalla sperimentazione,
costituisce quindi parte integrante dell’analisi della sicurezza e del progetto degli interventi.
Nel caso di edifici appartenenti al patrimonio storico-artistico e nel recupero dei centri storici,
occorre considerare l’impatto delle indagini in termini di conservazione del bene.
Data la difficoltà di effettuare prove in sito in numero statisticamente significativo, la tabella La tabella C8.5.I riporta, per il comportamento delle tipologie murarie più ricorrenti,
C8.5.I offre, per il comportamento a tempi brevi delle tipologie murarie più ricorrenti, indicazioni, non vincolanti, sui possibili valori dei parametri meccanici, identificati attraverso
L AZ
significativamente.
Nel caso di murature di blocchi artificiali di tecnologia moderna, i parametri da utilizzare per
GIS Nel caso di murature di blocchi artificiali di tecnologia moderna, i parametri da utilizzare per
LE
le verifiche possono essere derivati dalle indicazioni per la progettazione di nuove le verifiche possono essere derivati dalle indicazioni per la progettazione di nuove
costruzioni in muratura (§11.10 delle NTC).
D I costruzioni in muratura (§11.10 delle NTC).
O
Tabella C8.5.I -Valori di riferimento dei parametri meccanici della muratura, da usarsi nei criteri di resistenza di Tabella C8.5.I -Valori di riferimento dei parametri meccanici della muratura, da usarsi nei criteri di resistenza di
TIN
seguito specificati (comportamento a tempi brevi), e peso specifico medio per diverse tipologie di muratura. I valori seguito specificati (comportamento a tempi brevi), e peso specifico medio per diverse tipologie di muratura. I valori
T
LEnela proposito
si riferiscono a: f = resistenza media a compressione, 0 = resistenza media a taglio in assenza di tensioni normali si riferiscono a: f = resistenza media a compressione, 0 = resistenza media a taglio in assenza di tensioni normali
L
(con riferimento alla formula riportata, a proposito dei modelli di capacità, §C8.7.1.3), fv = resistenza media a
0 (con riferimento alla formula riportata, a proposito dei modelli di capacità, nel §C8.7.1.3), fv0 = resistenza media a
f 0 fv0 E G w f 0 fv0 E G w
(N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (kN/m3) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (kN/m3)
Tipologia di muratura Tipologia di muratura
min- min-
min-max min-max min-max min-max min-max min-max
max max
Muratura in pietrame - Muratura in pietrame -
disordinata (ciottoli, pietre 1,0-2,0 0,018-0,032 - 690-1050 230-350 19 disordinata (ciottoli, pietre 1,0-2,0 0,018-0,032 - 690-1050 230-350 19
erratiche e irregolari) erratiche e irregolari)
Muratura a conci sbozzati, - Muratura a conci sbozzati, -
con paramenti di spessore 2,0 0,035-0,051 - 1020-1440 340-480 20 con paramenti di spessore 2,0 0,035-0,051 - 1020-1440 340-480 20
disomogeneo (*) disomogeneo (*)
Muratura in pietre a - Muratura in pietre a -
2,6-3,8 0,056-0,074 1500-1980 500-660 21 2,6-3,8 0,056-0,074 1500-1980 500-660 21
spacco con buona tessitura - spacco con buona tessitura -
E
40%) 40%)
(*) Nella muratura a conci sbozzati i valori di resistenza tabellati si possono incrementare se si riscontra la sistematica
I N
(*) Nella muratura a conci sbozzati i valori di resistenza tabellati si possono incrementare se si riscontra la sistematica
L
N
presenza di zeppe profonde in pietra che migliorano i contatti e aumentano l’ammorsamento tra gli elementi presenza di zeppe profonde in pietra che migliorano i contatti e aumentano l’ammorsamento tra gli elementi
lapidei; in assenza di valutazioni più precise, si utilizzi un coefficiente pari a 1,2.
O
lapidei; in assenza di valutazioni più precise, si utilizzi un coefficiente pari a 1,2.
A
IC
(**) Data la varietà litologica della pietra tenera, il peso specifico è molto variabile ma può essere facilmente stimato con (**) Data la varietà litologica della pietra tenera, il peso specifico è molto variabile ma può essere facilmente stimato con
N
prove dirette. Nel caso di muratura a conci regolari di pietra tenera, in presenza di una caratterizzazione diretta prove dirette. Nel caso di muratura a conci regolari di pietra tenera, in presenza di una caratterizzazione diretta
della resistenza a compressione degli elementi costituenti, la resistenza a compressione f può essere valutata
C
della resistenza a compressione degli elementi costituenti, la resistenza a compressione fpuò essere valutata
TE
attraverso le indicazioni del § 11.10 delle NTC. attraverso le indicazioni del § 11.10 delle NTC.
(***) Nella muratura a mattoni pieni è opportuno ridurre i valori tabellati nel caso di giunti con spessore superiore a 13
E
(***) Nella muratura a mattoni pieni è opportuno ridurre i valori tabellati nel caso di giunti con spessore superiore a 13
N
IO
mm; in assenza di valutazioni più precise, si utilizzi un coefficiente riduttivo pari a 0,7 per le resistenze e 0,8 per i mm; in assenza di valutazioni più precise, si utilizzi un coefficiente riduttivo pari a 0,7 per le resistenze e 0,8 per i
L ARegioni
IS definire zone omogenee a cui riferirsi a tal fine.
A integrazione della Tabella C8.5.I, le Regioni possono fornire indicazioni aggiuntive Le
specifiche per le tipologie murarie ricorrenti sul proprio territorio. Si deve comunque
E G
IL
sottolineare che, data la notevole varietà di tecniche costruttive e materiali impiegati, un
inquadramento della muratura in tipologie precostituite deve essere considerato con estrema
cautela.
O D
T IN
ET
Le caratteristiche meccaniche della muratura,in uno stato di fatto migliore di quello indicato Le caratteristiche meccaniche della muratura,in uno stato di fatto migliore di quello indicato
LL
nella Tabella C8.5.I, possono ottenersi applicando (indicativamente e salvo più dettagliate nella Tabella C8.5.I, possono ottenersi applicando (indicativamente e salvo più dettagliate
O
valutazioni) i coefficienti migliorativi di Tabella C8.5.II.
B fattori:
I coefficienti migliorativi sono funzione dei seguenti
valutazioni) i coefficienti migliorativi di Tabella C8.5.II.
I coefficienti migliorativi sono funzione dei seguenti fattori:
malta di buone caratteristiche: il coefficiente indicato in Tabella C8.5.II, malta di buone caratteristiche: il coefficiente indicato in Tabella C8.5.II,
diversificato per le varie tipologie, si può applicare sia ai parametri di resistenza (f, diversificato per le varie tipologie, si può applicare sia ai parametri di resistenza (f,
e fv0), sia ai moduli elastici (E e G); e fv0), sia ai moduli elastici (E e G);
presenza di ricorsi (o listature): il coefficiente di tabella si può applicare ai soli presenza di ricorsi (o listature): il coefficiente di tabella si può applicare ai soli
parametri di resistenza (f e0); tale coefficiente ha significato solo per alcune parametri di resistenza (f e0); tale coefficiente ha significato solo per alcune
tipologie murarie, in cui si riscontra tale tecnica costruttiva; tipologie murarie, in cui si riscontra tale tecnica costruttiva;
presenza sistematica di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: il presenza sistematica di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: il
coefficiente indicato in tabella si può applicare ai soli parametri di resistenza (f, 0e coefficiente indicato in tabella si può applicare ai soli parametri di resistenza (f, 0e
fv0). fv0).
I suddetti coefficienti migliorativi possono essere applicati in combinazione tra loro, in forma I suddetti coefficienti migliorativi possono essere applicati in combinazione tra loro, in forma
IC
instabilità, maggiore nei muri in pietrame, è presente anche nei casi di pietre squadrate sulle
N
Il rischio di distacco dei paramenti per instabilità può essere accentuato dalla presenza di superfici esterne.
C
orizzontamenti appoggiati solo su uno dei paramenti e dall’assenza di efficaci ancoraggi tra i
solai e i paramenti esterni dei muri; il rischio di instabilità, maggiore nei muri in pietrame, è
E TE
presente anche nei casi di pietre squadrate sulle superfici esterne ed è, inoltre, connesso al
IO N
rapporto tra l’altezza libera di inflessione della muratura e lo spessore dei singoli paramenti.
L AZ
Nel caso non sussistano rischi di instabilità dei singoli paramenti si potrà considerare il muro
G IS Nel caso non sussistano rischi di instabilità dei singoli paramenti si potrà considerare il muro
LE
come composto da due pareti tra loro semplicemente accostate, ciascuna di spessore pari alla come composto da due pareti tra loro semplicemente accostate, ciascuna di spessore pari alla
propria sezione efficace.
D I propria sezione efficace.
IN O
Dopo avere esclusa la possibilità di meccanismi di distacco tra i paramenti, nel caso in cui il Dopo avere esclusa la possibilità di meccanismi di distacco tra i paramenti, nel caso in cui il
T
nucleo interno sia ampio rispetto ai paramenti, e in particolare se scadente, è opportuno nucleo interno sia ampio rispetto ai paramenti, e in particolare se scadente, è opportuno
ET
ridurre i parametri di resistenza e deformabilità propri dei paramenti esterni. Nel caso di ridurre i parametri di resistenza e deformabilità propri dei paramenti esterni. Nel caso di
L L
nucleo interno di spessore consistente, le proprietà meccaniche equivalenti della muratura, nucleo interno di spessore consistente, le proprietà meccaniche equivalenti della muratura,
BO
da attribuire all’intero spessore della parete, sono da ottenersi a partire da quelle dei
paramenti (Tabella C8.5.I, eventualmente modificata dai coefficiente della Tabella C8.5.II) e
da attribuire all’intero spessore della parete, sono da ottenersi a partire da quelle dei
paramenti (Tabella C8.5.I, eventualmente modificata dai coefficiente della Tabella C8.5.II) e
del nucleo, attraverso valutazioni opportune. del nucleo, attraverso valutazioni opportune.
Nel caso particolare di nucleo interno di caratteristiche meccaniche trascurabili, le proprietà Nel caso particolare di nucleo interno di caratteristiche meccaniche trascurabili, le proprietà
equivalenti del panello murario possono essere ottenute, cautelativamente e in via equivalenti del panello murario possono essere ottenute, cautelativamente e in via
semplificata, trascurando lo spessore del nucleo. semplificata, trascurando lo spessore del nucleo.
Tabella C8.5.II -Coefficienti correttivi massimi da applicarsi in presenza di: malta di caratteristiche buone; ricorsi Tabella C8.5.II -Coefficienti correttivi massimi da applicarsi in presenza di: malta di caratteristiche buone; ricorsi
o listature; sistematiche connessioni trasversali; consolidamento con iniezioni di malta; consolidamento con o listature; sistematiche connessioni trasversali; consolidamento con iniezioni di malta; consolidamento con
intonaco armato; ristilatura armata con connessione dei paramenti. intonaco armato; ristilatura armata con connessione dei paramenti.
Tipologia di muratura Stato di fatto Interventi di consolidamento Tipologia di muratura Stato di fatto Interventi di consolidamento
Ristilatura armata
Ristilatura armata
dei paramenti (**)
con connessione
Malta buona
Malta buona
Connessione
Connessione
complessivo
complessivo
Iniezione di
Iniezione di
coefficiente
coefficiente
armato (**)
armato (**)
trasversale
trasversale
Massimo
Massimo
Ricorsi o
Ricorsi o
Intonaco
Intonaco
listature
listature
Muratura in pietrame Muratura in pietrame
disordinata (ciottoli, pietre 1,5 1,3 1,5 2 2,5 1,6 3,5 disordinata (ciottoli, pietre 1,5 1,3 1,5 2 2,5 1,6 3,5
erratiche e irregolari) erratiche e irregolari)
Muratura a conci sbozzati, con Muratura a conci sbozzati, con
paramenti di spessore 1,4 1,2 1,5 1,7 2,0 1,5 3,0 paramenti di spessore 1,4 1,2 1,5 1,7 2,0 1,5 3,0
INE
disomogeneo disomogeneo
1,3 L
Muratura in pietre a spacco con Muratura in pietre a spacco con
buona tessitura
1,3 1,1 1,3 1,5 1,5 1,4 2,4
buona tessitura
O N 1,1 1,3 1,5 1,5 1,4 2,4
EC
Muratura a conci regolari di Muratura a conci regolari di
pietra tenera (tufo, calcarenite,
ecc,)
1,6 - 1,2 1,2 1,5 1,2 1,8
E
ecc,) T
pietra tenera (tufo, calcarenite, 1,6 - 1,2 1,2 1,5 1,2 1,8
GIS
- 1,2 1,5 1,2 1,8 - 1,2 1,5 1,2 1,8
malta di calce *) (****) malta di calce *) (****)
Muratura in mattoni semipieni
L E Muratura in mattoni semipieni
DI
con malta cementizia (es,: 1,2 - - - 1,3 - 1,3 con malta cementizia (es,: 1,2 - - - 1,3 - 1,3
O
doppio UNI foratura 40%) doppio UNI foratura 40%)
I N
(*) I coefficienti correttivi relativi alle iniezioni di miscele leganti devono essere commisurati all’effettivo beneficio
T
(*) I coefficienti correttivi relativi alle iniezioni di miscele leganti devono essere commisurati all’effettivo beneficio
T
apportato alla muratura, riscontrabile con verifiche sia nella fase di esecuzione (iniettabilità) sia a-posteriori apportato alla muratura, riscontrabile con verifiche sia nella fase di esecuzione (iniettabilità) sia a-posteriori
(riscontri sperimentali attraverso prove soniche o similari).
E (riscontri sperimentali attraverso prove soniche o similari).
LL
(**) Valori da ridurre convenientemente nel caso di pareti di notevole spessore (p.es. >70 cm). (**) Valori da ridurre convenientemente nel caso di pareti di notevole spessore (p.es. > 70 cm).
BO
(***) Nel caso di muratura di mattoni si intende come “malta buona” una malta con resistenza media a compressione fm (***) Nel caso di muratura di mattoni si intende come “malta buona” una malta con resistenza media a compressione fm
superiore a 2 N/mm2. In tal caso il coefficiente correttivo può essere posto pari a fm0.35 (fm in N/mm2). superiore a 2 N/mm2. In tal caso il coefficiente correttivo può essere posto pari a fm0.35 (fm in N/mm2).
(****) Nel caso di muratura di mattoni si intende come muratura trasversalmente connessa quella apparecchiata a regola (****) Nel caso di muratura di mattoni si intende come muratura trasversalmente connessa quella apparecchiata a regola
d’arte. d’arte.
In presenza di murature consolidate o nel caso in cui si debba progettare un intervento di In presenza di murature consolidate o nel caso in cui si debba progettare un intervento di
rinforzo, è possibile incrementare i valori ottenuti con il procedimento suddetto applicando rinforzo, è possibile incrementare i valori ottenuti con il procedimento suddetto applicando
gli ulteriori coefficienti indicati in Tabella C8.5.II, in base alle tecniche di consolidamento gli ulteriori coefficienti indicati in Tabella C8.5.II, in base alle tecniche di consolidamento
previste, secondo le modalità di seguito illustrate. previste, secondo le modalità di seguito illustrate
Consolidamento con iniezioni di miscele leganti Consolidamento con iniezioni di miscele leganti
Il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie murarie, può essere Il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie murarie, può essere
applicato ai valori sia dei parametri di resistenza (f, 0e fv0), sia dei moduli elastici (E e G); i applicato ai valori sia dei parametri di resistenza (f, 0e fv0), sia dei moduli elastici (E e G); i
benefici conseguibili dipendono in modo sensibile dalla qualità originaria della malta, benefici conseguibili dipendono in modo sensibile dalla qualità originaria della malta,
E
ridotta quando realizzato su un solo paramento. ridotta quando realizzato su un solo paramento.
Nell’adozione degli eventuali coefficienti migliorativi si deve tenere conto delle
IO N
Nell’adozione degli eventuali coefficienti migliorativi si deve tenere conto delle
AZ
caratteristiche delle malte utilizzate (cementizie o a calce) e delle armature (metalliche o in caratteristiche delle malte utilizzate (cementizie o a calce) e delle armature (metalliche o in
fibra). Infine, si segnala la necessità di una preventiva verifica che il paramento non evidenzi
IS L fibra). Infine, si segnala la necessità di una preventiva verifica che il paramento non evidenzi
un’eccessiva disgregazione o presenza di vuoti, tale da rendere inefficace l’accoppiamento
E G un’eccessiva disgregazione o presenza di vuoti, tale da rendere inefficace l’accoppiamento
IL
con l’intonaco armato; in questi casi è opportuno accoppiare l’intervento con iniezioni. con l’intonaco armato; in questi casi è opportuno accoppiare l’intervento con iniezioni.
T IN
Nel caso dell’inserimento di diatoni artificiali dotati di una significativa rigidezza a taglio e Nel caso dell’inserimento di diatoni artificiali dotati di una significativa rigidezza a taglio e
T
sufficientemente diffusi, si può applicare a tutti i parametri di resistenza il coefficiente sufficientemente diffusi, si può applicare a tutti i parametri di resistenza il coefficiente
L LE
indicato per le murature originariamente dotate di una buona connessione trasversale; gli indicato per le murature originariamente dotate di una buona connessione trasversale; gli
BO
elementi di connessione a trazione (tirantini) hanno un effetto significativo solo per la elementi di connessione a trazione (tirantini) hanno un effetto significativo solo per la
resistenza a compressione (f). resistenza a compressione (f).
Consolidamento con ristilatura armata e connessione dei paramenti Consolidamento con ristilatura armata e connessione dei paramenti
Il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie murarie, può essere Il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie murarie, può essere
applicato ai valori sia dei parametri di resistenza (f, 0e fv0), sia dei moduli elastici (E , G), in applicato ai valori sia dei parametri di resistenza (f, 0e fv0), sia dei moduli elastici (E , G), in
quest’ultimo caso in misura ridotta del 50%; nel caso in cui la muratura sia già dotata di quest’ultimo caso in misura ridotta del 50%.
elementi di connessione trasversale, il corrispondente coefficiente non si applica nella
valutazione dei parametri di partenza della muratura non consolidata, in quanto la ristilatura
armata con connessione dei paramenti realizza anche questa funzione. Questa tecnica (con i Questa tecnica (con i relativi coefficienti migliorativi) può essere applicata anche sostituendo,
relativi coefficienti migliorativi) può essere applicata anche sostituendo, su uno dei su uno dei paramenti, la ristilatura armata con un intonaco armato di limitato spessore,
paramenti, la ristilatura armata con un intonaco armato di limitato spessore, realizzato con realizzato con malta a base calce, purché siano posti in opera gli elementi di connessione
malta a base calce, purché siano posti in opera gli elementi di connessione trasversale. trasversale.
I N E
Nella caratterizzazione meccanica dei materiali si possono distinguere, in relazione al loro
L
Nella caratterizzazione meccanica dei materiali si possono distinguere, in relazione al loro
N
O
grado di approfondimento, tre livelli di prova. grado di approfondimento, tre livelli di prova.
Prove limitate: Si tratta di indagini non dettagliate e non estese, basate principalmente su
IC A
Prove limitate: Si tratta di indagini non dettagliate e non estese, basate principalmente su
esami visivi delle superfici, che prevedono limitati controlli degli elementi costituenti la
N
esami visivi delle superfici, che prevedono limitati controlli degli elementi costituenti la
C
TE
muratura. Sono previste rimozioni locali dell’intonaco per identificare i materiali di cui è muratura. Sono previste rimozioni locali dell’intonaco per identificare i materiali di cui è
E
costituito l’edificio; in particolare, avvalendosi anche dell’analisi storico-critica, è possibile costituito l’edificio; in particolare, avvalendosi anche dell’analisi storico-critica, è possibile
suddividere le pareti murarie in aree considerabili come omogenee. E’ richiesta la
N
suddividere le pareti murarie in aree considerabili come omogenee. Scopo delle indagini è
IO
AZ
valutazione dello stato di conservazione dei materiali e il rilievo dei quadri fessurativi e consentire l’identificazione delle tipologie di muratura alla quale fare riferimento ai fini della
deformativi. Scopo delle indagini è consentire l’identificazione delle tipologie di muratura
alla quale fare riferimento ai fini della determinazione delle proprietà meccaniche; questo IS L determinazione delle proprietà meccaniche; questo prevede il rilievo della tessitura muraria
dei paramenti ed una stima della sezione muraria.
E G
L
prevede il rilievo della tessitura muraria dei paramenti ed una stima della sezione muraria.
Prove estese: Si tratta di indagini visive, diffuse e sistematiche, accompagnate
D I da Prove estese: Si tratta di indagini visive, diffuse e sistematiche, accompagnate da
TT
significativo, i valori delle caratteristiche meccaniche dei materiali possono
E
queste, prescindendo dalle classi discretizzate previste nelle NTC.
Per definire le caratteristiche meccaniche dei materiali èL
O L possibile riferirsi anche alle norme Per definire le caratteristiche meccaniche dei materiali è possibile riferirsi anche alle norme
dell’epoca della costruzione.
B
Calcestruzzo: la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante estrazione di dell’epoca della costruzione.
campioni ed esecuzione di prove di compressione fino a rottura. Calcestruzzo: si fa riferimento alle Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del
calcestruzzo in opera, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici .
Acciaio: la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante estrazione di campioni Acciaio: la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene, in generale, mediante estrazione
ed esecuzione di prove a trazione fino a rottura con determinazione della tensione di di campioni ed esecuzione di prove a trazione fino a rottura con determinazione della
snervamento, della resistenza a rottura e dell’allungamento, salvo nel caso in cui siano tensione di snervamento, della resistenza a rottura e dell’allungamento, salvo nel caso in cui
disponibili certificati di prova conformi a quanto richiesto per le nuove costruzioni nella siano disponibili certificati di prova conformi a quanto richiesto per le nuove costruzioni
normativa dell’epoca di costruzione. nella normativa dell’epoca di costruzione.
Unioni di elementi d’acciaio: la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante Unioni di elementi d’acciaio: la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene, ove
estrazione di campioni ed esecuzione di prove a trazione fino a rottura con determinazione possibile, mediante estrazione di campioni ed esecuzione di prove a trazione fino a rottura
I N E
Si possono distinguere, in relazione al loro grado di approfondimento, tre livelli di prova.
L
Si possono distinguere, in relazione al loro grado di approfondimento, tre livelli di prova.
N
Prove limitate: prevedono un numero limitato di prove in-situ o su campioni, impiegate per
O
Prove limitate: prevedono un numero limitato di prove in-situ o su campioni, impiegate per
A
IC
completare le informazioni sulle proprietà dei materiali, siano esse ottenute dalle normative completare le informazioni sulle proprietà dei materiali, siano esse ottenute dalle normative
in vigore all’epoca della costruzione, o dalle caratteristiche nominali riportate sui disegni
N
in vigore all’epoca della costruzione, o dalle caratteristiche nominali riportate sui disegni
costruttivi o nei certificati originali di prova.
ECprove in-situ o su campioni più numerose di quelle del caso
costruttivi o nei certificati originali di prova.
T
Prove estese:prevedono prove in-situ o su campioni più numerose di quelle del caso Prove estese:prevedono
precedente e finalizzate a fornire informazioni in assenza sia dei disegni costruttivi, sia dei precedente N E
Z I O e finalizzate a fornire informazioni in assenza sia dei disegni costruttivi, sia dei
certificati originali di prova o quando i valori ottenuti con le provelimitate risultino inferiori certificati originali di prova o quando i valori ottenuti con le provelimitate risultino inferiori
aA
a quelli riportati nei disegni o sui certificati originali.
L
IS Prove esaustive: prevedono prove in-situ o su campioni più numerose di quelle del caso
quelli riportati nei disegni o sui certificati originali.
Prove esaustive: prevedono prove in-situ o su campioni più numerose di quelle del caso
G
precedente e finalizzate a ottenere informazioni in mancanza sia dei disegni costruttivi,
I LE sia precedente e finalizzate a ottenere informazioni in mancanza sia dei disegni costruttivi, sia
dei certificati originali di prova, o quando i valori ottenuti dalle prove, limitate
O D o estese, dei certificati originali di prova, o quando i valori ottenuti dalle prove, limitate o estese,
T I N
risultino inferiori a quelli riportati sui disegni o nei certificati originali, oppure nei casi in cui risultino inferiori a quelli riportati sui disegni o nei certificati originali, oppure nei casi in cui
T
si desideri una conoscenza particolarmente accurata. si desideri una conoscenza particolarmente accurata.
Analogamente a quanto definito per le verifiche dei dettagliE
L Lprovecostruttivi, al fine di determinare Al fine di determinare in maniera opportuna il numero e la localizzazione delle prove sui
in maniera opportuna il numero e la localizzazione delle
- eseguire un numero limitato di indaginiB
O sui materiali, è utile:
preliminari sugli elementi individuati come
materiali, è utile:
- eseguire un numero limitato di indagini preliminari sugli elementi individuati come
rappresentativi a seguito dell'analisi storico-critica, della documentazione rappresentativi a seguito dell'analisi storico-critica, della documentazione
disponibile e del rilievo geometrico, al fine di definire un modello preliminare della disponibile e del rilievo geometrico, al fine di definire un modello preliminare della
struttura; struttura;
- eseguire un'analisi per la verifica preliminare della sicurezza statica e della - eseguire un'analisi per la verifica preliminare della sicurezza statica e della
vulnerabilità sismica, utilizzando i dettagli costruttivi valutati nel corso della vulnerabilità sismica, utilizzando i dettagli costruttivi valutati nel corso della
campagna di indagini preliminari (§ C8.5.3.3). campagna di indagini preliminari (§ C8.5.3.3).
In base all’esito dell’analisi preliminare è valutata la necessità di approfondimenti della In base all’esito dell’analisi preliminare è valutata la necessità di approfondimenti della
campagna di indagini in termini di numero e localizzazione, in relazione all’impegno statico campagna di indagini in termini di numero e localizzazione, in relazione all’impegno statico
delle diverse membrature, del loro ruolo riguardo alla sicurezza della struttura e del grado di delle diverse membrature, del loro ruolo riguardo alla sicurezza della struttura e del grado di
omogeneità dei risultati delle prove preliminari, anche in relazione a quanto previsto dai omogeneità dei risultati delle prove preliminari, anche in relazione a quanto previsto dai
N IaC
ottenute con metodi diversi, tenendo presente che la variabilità dei singoli parametri è in ottenute con metodi E C tenendo
conoscenze, qualora si ricorra a metodi indiretti di prova, è opportuno confrontare le misure conoscenze, qualora si ricorra metodi indiretti di prova, è opportuno confrontare le misure
Occorre identificare l’eventuale degrado materico di tipo biotico, anche in relazione alle Occorre O N
I ambientalil’eventuale
identificare degrado materico di tipo biotico, anche in relazione alle
A Z
all'analisi del microclima nell'intorno di un elemento ligneo o di una sua parte che si è L
condizioni ambientali di conservazione. Particolare attenzione deve quindi essere rivolta condizioni di conservazione. Particolare attenzione deve quindi essere rivolta
G S
I instaurato in particolari condizioni di posa in opera (ad esempio testate di travi e capriate
all'analisi del microclima nell'intorno di un elemento ligneo o di una sua parte che si è
E
instaurato in particolari condizioni di posa in opera (ad esempio testate di travi e capriate
D IL
inserite nella muratura o elementi nascosti da controsoffitti, elementi lignei che appoggiano inserite nella muratura o elementi nascosti da controsoffitti, elementi lignei che appoggiano
O
in fondazione). in fondazione).
T
Si possono distinguere, in relazione al loro grado di approfondimento,
INtre livelli di prova. Si possono distinguere, in relazione al loro grado di approfondimento, tre livelli di prova.
ET visivi delle superfici, che Prove limitate: si tratta di indagini basate principalmente su esami visivi delle superfici, che
Prove limitate: si tratta di indagini basate principalmente su esami
comprendano almeno tre facce e una testata di ogniL
secondaria e che prevedano limitati controlli degliO
L elemento dell’orditura primaria e comprendano almeno tre facce e una testata di ogni elemento dell’orditura primaria e
B elementi costruttivi e delle connessioni; secondaria e che prevedano limitati controlli degli elementi costruttivi e delle connessioni;
sono previste rimozioni locali dello strato di protezione per procedere a una valutazione sono previste rimozioni locali dello strato di protezione per procedere a una valutazione
dello stato di conservazione, ad esempio in accordo alla norma UNI 11119. dello stato di conservazione, ad esempio in accordo alla norma UNI 11119.
Prove estese: si tratta di indagini visive diffuse sulle superfici degli elementi, accompagnate Prove estese: si tratta di indagini visive diffuse sulle superfici degli elementi, accompagnate
da alcuni controlli strumentali a supporto, nonché sulle condizioni dei collegamenti. Sono da alcuni controlli strumentali a supporto, nonché sulle condizioni dei collegamenti. Sono
previste rimozioni locali dello strato di protezione per procedere a una valutazione dello previste rimozioni locali dello strato di protezione per procedere a una valutazione dello
stato di conservazione, ad esempio in accordo alla norma UNI 11119. Come controlli stato di conservazione, ad esempio in accordo alla norma UNI 11119. Come controlli
strumentali, sono almeno da prevedere alcuni controlli dell'umidità del materiale in zone strumentali, sono almeno da prevedere alcuni controlli dell'umidità del materiale in zone
specificatamente individuate come particolarmente sensibili. specificatamente individuate come particolarmente sensibili.
Prove esaustive: si tratta di indagini visive diffuse e sistematiche, accompagnate da Prove esaustive: si tratta di indagini visive diffuse e sistematiche, accompagnate da
approfondimenti strumentali, eventualmente di tipo resistografico. Si prevedono analisi per approfondimenti strumentali, eventualmente di tipo resistografico. Si prevedono analisi per
C8.5.4 LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA C8.5.4 LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA
I fattori di confidenza sono utilizzati per la riduzione dei valori dei parametri meccanici dei I fattori di confidenza sono utilizzati per la riduzione dei valori dei parametri meccanici dei
materiali e devono essere intesi come indicatori del livello di approfondimento raggiunto. materiali e devono essere intesi come indicatori del livello di approfondimento raggiunto.
I N E
L
Limitatamente al caso di verifiche in condizioni non sismiche di singoli componenti (ad Limitatamente al caso di verifiche in condizioni non sismiche di singoli componenti (ad
esempio solai sui quali siano state condotte indagini particolarmente accurate) oppure di
N
esempio solai sui quali siano state condotte indagini particolarmente accurate) oppure di
O
verifiche sismiche nei riguardi dei meccanismi locali, è possibile adottare livelli di
conoscenza differenziati rispetto a quelli impiegati nelle verifiche sismiche globali.
IC A
verifiche sismiche nei riguardi dei meccanismi locali, è possibile adottare livelli di
conoscenza differenziati rispetto a quelli impiegati nelle verifiche sismiche globali.
C N
TE
Di seguito, con riferimento alle specifiche contenute al § 8.5 delle NTC, è riportata una guida Di seguito, con riferimento alle specifiche contenute al § 8.5 delle NTC, è riportata una guida
alla stima dei Fattori di Confidenza (FC), definiti con riferimento a tre Livelli di Conoscenza alla stima dei Fattori di Confidenza (FC), definiti con riferimento ai tre Livelli di Conoscenza
(LC)crescenti,secondo quanto segue.
N E
(LC)crescenti,secondo quanto segue.
LC1: si intende raggiunto quando siano stati effettuati, come minimo, l’analisi storico-critica
A Z O al raggiunto
LC1: siIintende quando siano stati effettuati, come minimo, l’analisi storico-critica
in modo sommario, con riferimento al § C8.5.1, il rilievo geometrico completo e indagini
Lcommisurata livello considerato, con riferimento al § C8.5.1, il rilievo geometrico completo
IS caratteristiche meccaniche dei materiali, con riferimento al § C8.5.3; il corrispondente fattore
G
limitatesui dettagli costruttivi, con riferimento al § C8.5.2, prove limitate sulle caratteristiche e indagini limitate sui dettagli costruttivi, con riferimento al § C8.5.2, prove limitate sulle
L E
meccaniche dei materiali, con riferimento al § C8.5.3; il corrispondente fattore di confidenza è
D I
FC=1,35 (nel caso di costruzioni di acciaio, se il livello di conoscenza non è LC2 solo a causa di confidenza è FC=1,35 (nel caso di costruzioni di acciaio, se il livello di conoscenza non è
IN O
di una non estesa conoscenza sulle proprietà dei materiali, il fattore di confidenza può essere LC2 solo a causa di una non estesa conoscenza sulle proprietà dei materiali, il fattore di
T
ridotto, giustificandolo con opportune considerazioni anche sulla base dell’epoca di confidenza può essere ridotto, giustificandolo con opportune considerazioni anche sulla base
costruzione);
L ET dell’epoca di costruzione);
L
LC2: si intende raggiunto quando siano stati effettuati, come minimo, l’analisi storico-critica LC2: si intende raggiunto quando siano stati effettuati, come minimo, l’analisi storico-critica
BO
in modo esteso, con riferimento al § C8.5.1, il rilievo geometrico completo e indagini
estesesui dettagli costruttivi, con riferimento al § C8.5.2, prove estese sulle caratteristiche
commisurata al livello considerato , con riferimento al § C8.5.1, il rilievo geometrico completo
e indagini estese sui dettagli costruttivi, con riferimento al § C8.5.2, prove estese sulle
meccaniche dei materiali, con riferimento al § C8.5.3; il corrispondente fattore di confidenza è caratteristiche meccaniche dei materiali, con riferimento al § C8.5.3; il corrispondente fattore
FC=1,2 (nel caso di costruzioni di acciaio, se il livello di conoscenza non è LC3 solo a causa di di confidenza è FC=1,2 (nel caso di costruzioni di acciaio, se il livello di conoscenza non è
una non esaustiva conoscenza sulle proprietà dei materiali, il fattore di confidenza può essere LC3 solo a causa di una non esaustiva conoscenza sulle proprietà dei materiali, il fattore di
ridotto, giustificandolo con opportune considerazioni anche sulla base dell’epoca di confidenza può essere ridotto, giustificandolo con opportune considerazioni anche sulla base
costruzione); dell’epoca di costruzione);
LC3: si intende raggiunto quando siano stati effettuati l’analisi storico-critica completa, come LC3: si intende raggiunto quando siano stati effettuati l’analisi storico-critica commisurata al
descritta al § C8.5.1, il rilievo geometrico, completo ed accurato in ogni sua parte, e indagini livello considerato , come descritta al § C8.5.1, il rilievo geometrico, completo ed accurato in
esaustive sui dettagli costruttivi, come descritto al § C8.5.2,prove esaustive sulle ogni sua parte, e indagini esaustive sui dettagli costruttivi, come descritto al § C8.5.2, prove
caratteristiche meccaniche dei materiali, come indicato al § C8.5.3; il corrispondente fattore di esaustive sulle caratteristiche meccaniche dei materiali, come indicato al § C8.5.3; il
confidenza è FC=1 (da applicarsi limitatamente ai valori di quei parametri per i quali sono corrispondente fattore di confidenza è FC=1 (da applicarsi limitatamente ai valori di quei
IO livelli di conoscenza,
verifiche possono essere definiti, con riferimento alla tipologia muraria in considerazionee verifiche possono definiti, con riferimento alla tipologia muraria in considerazionee
per i diversi livelli di conoscenza, come segue: per iZ
A diversi come segue:
LLC1: -Resistenze: i valori minimi degli intervalli riportati in Tabella C8.5.I.
LC1: -Resistenze: i valori minimi degli intervalli riportati in Tabella C8.5.I.
I S
-Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta.
L EG LC2: --Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta.
LC2: - Resistenze: i valori medi degli intervalli riportati in Tabella C8.5.I
D I Resistenze: i valori medi degli intervalli riportati in Tabella C8.5.I
.
I O
-Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta.
N . -Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta.
T base dei risultati delle
Tsulla
LC3: -I valori delle resistenze e dei moduli elastici riportati in Tabella C.8.5.I individuano LC3: -I valori delle resistenze e dei moduli elastici riportati in Tabella C.8.5.I individuano
una distribuzione a-priori che può essere aggiornata E
L parametro X, i una stima dei una distribuzione a-priori che può essere aggiornata sulla base dei risultati delle
misure eseguite in sito. Considerato il generico L
Opuò essere dedotta dai valori minimo e misure eseguite in sito. Considerato il generico parametro X, i una stima dei
' = 12 (X max
X min ) [C8.5.4.2] ' = 12 ( X max X min ) . [C8.5.4.2]
D I meccaniche
Tabella C.8.5.III –Valori del coefficiente 𝜅 suggeriti per l’aggiornamento del valore medio dei parametri Tabella C.8.5.III –Valori del coefficiente 𝜅 suggeriti per l’aggiornamento del valore medio dei parametri meccanici,
I N O
secondo l’equazione [C8.5.4.3], con riferimento ai più diffusi metodi di indagine diretta sulle proprietà secondo l’equazione [C8.5.4.3], con riferimento ai più diffusi metodi di indagine diretta sulle proprietà meccaniche
T
della muratura. della muratura.
E TParame
Metodo di prova
L L tro κ Metodo di prova Parame
κ
BO
tro
Prova di compressione diretta (su una porzione di E 1,5 Prova di compressione diretta (su una porzione di E 1,5
parete muraria) f 1 parete muraria) f 1
E 1,5 E 1,5
Martinetto piatto doppio f Martinetto piatto doppio f
2 (*) 2 (*)
(*) (*)
G 1,5 G 1,5
Prova di compressione e taglio (su un pannello isolato Prova di compressione e taglio (su un pannello isolato
0 - 0 -
nella parete muraria) – prova tipo Sheppard 1 nella parete muraria) – prova tipo Sheppard 1
fv0 fv0
G 1,5 G 1,5
Prova di compressione diagonale Prova di compressione diagonale
0 1 0 1
E
il modulo E ottenuto dalla prova con martinetto piatto può fornire una stima il modulo E ottenuto dalla prova con martinetto piatto può fornire una stima
indiretta di f utilizzabile nell’equazione [C8.5.4.3] purché si adotti un valore di
I N
indiretta di f utilizzabile nell’equazione [C8.5.4.3] purché si adotti un valore di
L
N
almeno pari a 3. almeno pari a 3.
(**) Nel caso di muratura in blocchi di pietra squadrati o artificiali pieni o semipieni
O
(**) Nel caso di muratura in blocchi di pietra squadrati o artificiali pieni o semipieni
A
IC
si ipotizza che, con prove a compressione diretta sugli elementi e sulla malta (i si ipotizza che, con prove a compressione diretta sugli elementi e sulla malta (i
N
costituenti), si possa stimare la resistenza caratteristica a compressione della costituenti), si possa stimare la resistenza caratteristica a compressione della
C
muraturafktramitei metodi descritti al § 11.10.3.1.2 delle Norme. Nota fk, la muraturafktramitei metodi descritti al § 11.10.3.1.2 delle Norme. Nota fk, la
TE
resistenza a compressione media f della muratura potrà essere quindi stimata resistenza a compressione media f della muratura potrà essere quindi stimata
E
come f = 1,25 fk. come f = 1,25 fk.
IO N
AZ
C8.5.4.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O DI ACCIAIO C8.5.4.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O DI ACCIAIO
Negli edifici di calcestruzzo armato o di acciaio i fattori determinanti i livelli di conoscenza
IS L
sono:
EG
IL
- la geometria, ossia le caratteristiche geometriche degli elementi strutturali,
D
- i dettagli strutturali, ossia la quantità e disposizione delle armature, compreso il passo
O
IN
delle staffe, l’efficacia della loro chiusura, l’efficacia degli ancoraggi delle barre
T T
longitudinali per il c.a., i collegamenti per l’acciaio, i collegamenti tra elementi
LE
strutturali diversi, la tipologia e le caratteristiche degli elementi non strutturali,
L
BO
- i materiali, le loro caratteristiche e il loro stato di conservazione.
I fattori di confidenza, determinati in funzione del livello di conoscenza acquisito, vengono I fattori di confidenza, determinati in funzione del livello di conoscenza acquisito, vengono
applicati ai valori medi delle resistenze dei materiali ottenuti dai campioni di prove applicati ai valori medi delle resistenze dei materiali ottenuti dai campioni di prove
distruttive e non distruttive, per fornire una stima dei valori medi delle resistenze dei distruttive e non distruttive, per fornire una stima dei valori medi delle resistenze dei
materiali della struttura, entro l’intervallo di confidenza considerato (in genere si assume un materiali della struttura, entro l’intervallo di confidenza considerato (in genere si assume un
intervallo di confidenza pari al 95%). Per determinare i fattori di confidenza per i diversi intervallo di confidenza pari al 95%). Per determinare i fattori di confidenza per i diversi
elementi strutturali o loro insiemi si deve tener conto che essi includono, oltre alle incertezze elementi strutturali o loro insiemi si deve tener conto che essi includono, oltre alle incertezze
nella stima della resistenza dei materiali, anche le incertezze relative all’individuazione dei nella stima della resistenza dei materiali, anche le incertezze relative all’individuazione dei
dettagli costruttivi. dettagli costruttivi.
Nel calcolo della capacità degli elementi in c.a. le incertezze sono legate alla geometria
(incertezza riducibile attraverso il rilievo), ai materiali (in genere più all’acciaio che al
calcestruzzo), ai dettagli costruttivi (posizione, quantità e diametro delle armature). Per
FC =
pu
= FC1
+1
N E
pu* +
IO
AZ
-
dove = FC1/FC2 e = MR2/MR1, essendo MR1 il momento resistente d’incastro nelle sezioni di
estremità e MR2 il momento resistente in campata, entrambi valutati in base ai dettagli IS L
costruttivi stimati.
L EG
Considerazioni analoghe possono essere effettuate per le strutture in acciaio, Iin particolare
O D
per tener conto delle incertezze nell’individuazione delle caratteristiche delle unioni.
Il livello di conoscenza acquisito in base ai rilievi, alle indagini T N strutturali e alle
suiIdettagli
T
Il livello di conoscenza acquisito in base ai rilievi, alle indagini sui dettagli strutturali e alle
prove sui materiali, determina i valori dei fattori di confidenzaE da applicare
Lstrutturali alle proprietà dei prove sui materiali, determina i valori dei fattori di confidenza da applicare alle proprietà dei
materiali,anche in maniera differenziata per elementi L
O di valutazioni specifiche, ci si può
o gruppi di elementi, e materiali,anche in maniera differenziata per elementi strutturali o gruppi di elementi, e
suggerisce il metodo di analisi più appropriato. B In assenza suggerisce il metodo di analisi più appropriato. In assenza di valutazioni specifiche, ci si può
riferire alla Tabella C8.5.IV. riferire alla Tabella C8.5.IV.
Tabella C8.5.IV – Livelli di conoscenza in funzione dell’informazione disponibile e conseguenti metodi di analisi Tabella C8.5.IV – Livelli di conoscenza in funzione dell’informazione disponibile e conseguenti metodi di analisi
ammessi e valori dei fattori di confidenza, per edifici in calcestruzzo armato o in acciaio ammessi e valori dei fattori di confidenza, per edifici in calcestruzzo armato o in acciaio
Livel Livel
lo di Geometrie Metodi lo di Geometrie Metodi
Dettagli Proprietà dei Dettagli Proprietà dei
cono (carpenterie di FC (*) cono (carpenterie di FC (*)
strutturali materiali strutturali materiali
scen ) analisi scen ) analisi
za za
Da disegni Progetto Valori usuali Analisi Da disegni Progetto Valori usuali Analisi
LC1 di simulato in per la pratica lineare 1,35 LC1 di simulato in per la pratica lineare 1,35
carpenteria accordo alle costruttiva statica carpenteria accordo alle costruttiva statica
E
situ; in situ; in
con prove con prove
alternativa
limitate in situ;
alternativa
L I N
limitate in situ;
N
indagini indagini
in alternativa in alternativa
estese in
situ
da prove estese
estese in
situ
A O da prove estese
in situ
N IC in situ
C
Dai certificati Dai certificati
TE
Disegni di prova Elaborati di prova
E
costruttivi originali o progettuali originali o
completi dalle specifiche
IO N completi dalle specifiche
AZ
con indagini originali di con indagini originali di
L
limitate in progetto, con limitate in progetto, con
LC3 Tutti 1,00 LC3 Tutti 1,00
situ; in prove estese in
E
alternativai situ; in alternativa situ; in
IL
ndagini alternativa indagini alternativa
esaustive in
situ
daprove
esaustive in
O D esaustive in
situ
daprove
esaustive in
IN
TT
situ situ
E
(*) A meno delle ulteriori precisazioni già fornite nel § C8.5.4. (*) A meno delle ulteriori precisazioni già fornite nel § C8.5.4.
AZ
elementi strutturali, insieme a quelle riguardanti i dettagli strutturali, devono consentire la sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a quelle riguardanti i dettagli strutturali,
messa a punto di un modello strutturale idoneo.
IS L devono consentire la messa a punto di un modello strutturale idoneo.
LC3 si intende raggiunto quando sia stata effettuata l’analisi storico-critica in modo
G LC3 si intende raggiunto quando sia stata effettuata l’analisi storico-critica commisurata al
I LE
sommario (con riferimento al § C8.5.1), la geometria della struttura sia nota in base ai disegni livello considerato (con riferimento al § C8.5.1), la geometria della struttura sia nota in base ai
O D
originali (effettuando un rilievo visivo a campione per verificare l’effettiva corrispondenza disegni originali (effettuando un rilievo visivo a campione per verificare l’effettiva
IN
del costruito ai disegni) o a un rilievo, i dettagli costruttivi siano noti, o dai disegni costruttivi corrispondenza del costruito ai disegni) o a un rilievo, i dettagli costruttivi siano noti, o dai
T
ET
originali integrati da indagini limitate in situ sulle armature e sui collegamenti presenti negli disegni costruttivi originali integrati da indagini limitate in situ sulle armature e sui
L L
elementi più importanti, o (con riferimento al § C8.5.2) a seguito di una indagine esaustiva in collegamenti presenti negli elementi più importanti, o (con riferimento al § C8.5.2) a seguito
BO
situ (i dati raccolti devono essere tali da consentire, nel caso si esegua un’analisi lineare, di una indagine esaustiva in situ (i dati raccolti devono essere tali da consentire, nel caso si
verifiche locali di resistenza, oppure la messa a punto di un modello strutturale non lineare), esegua un’analisi lineare, verifiche locali di resistenza, oppure la messa a punto di un
le caratteristiche meccaniche dei materiali siano note in base ai disegni costruttivi e ai modello strutturale non lineare), le caratteristiche meccaniche dei materiali siano note in base
certificati originali di prova, integrati da prove limitate in situ (se i valori ottenuti dalle prove ai disegni costruttivi e ai certificati originali di prova, integrati da prove limitate in situ (se i
in situ sono minori dei corrispondenti valori indicati nei certificati originali di prova, si valori ottenuti dalle prove in situ sono minori dei corrispondenti valori indicati nei certificati
eseguono proveesaustivein situ), o con prove esaustive in situ(con riferimento al § C8.5.3); il originali di prova, si eseguono prove esaustive in situ), o con prove esaustive in situ (con
corrispondente fattore di confidenza è FC=1. La valutazione della sicurezza è eseguita riferimento al § C8.5.3); il corrispondente fattore di confidenza è FC=1. La valutazione della
mediante metodi di analisi lineare o non lineare, statici o dinamici; le informazioni raccolte sicurezza è eseguita mediante metodi di analisi lineare o non lineare, statici o dinamici; le
sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a quelle riguardanti i dettagli strutturali, informazioni raccolte sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a quelle riguardanti
devono consentire la messa a punto di un modello strutturale idoneo. i dettagli strutturali, devono consentire la messa a punto di un modello strutturale idoneo.
Le resistenze dei materiali cui riferirsi nelle formule di capacità degli elementi sono ricavate Le resistenze dei materiali cui riferirsi nelle formule di capacità degli elementi sono ricavate
dalle resistenze medie, ottenute dalle informazioni disponibili e dalle prove in situ dalle resistenze medie, ottenute dalle informazioni disponibili e dalle prove in situ
Indagini e costruttivi)(a)
Prove E
Indagini e T (a)
IO disposizione
Z
limitato La quantità e 1 provino di cls. per 300 m2 limitato La quantità e 1 provino di cls. per 300 m 2
LA
disposizione di piano dell’edificio, 1 di piano dell’edificio, 1
dell’armatura è campione di armatura per
E
verificata per almeno il piano dell’edificio verificata per almeno il piano dell’edificio
15% degli elementi
I L 15% degli elementi
esteso La quantità
disposizione
e 2 provini di cls. per 300 m2
di piano dell’edificio, 2
O D esteso La quantità
disposizione
e 2 provini di cls. per 300 m2
di piano dell’edificio, 2
IN
TT
dell’armatura è campioni di armatura per dell’armatura è campioni di armatura per
E
verificata per almeno il piano dell’edificio verificata per almeno il piano dell’edificio
L
OL
35% degli elementi 35% degli elementi
B
esaustivo La quantità e 3 provini di cls. per 300 m2 esaustivo La quantità e 3 provini di cls. per 300 m2
disposizione di piano dell’edificio, 3 disposizione di piano dell’edificio, 3
dell’armatura è campioni di armatura per dell’armatura è campioni di armatura per
verificata per almeno il piano dell’edificio verificata per almeno il piano dell’edificio
50% degli elementi 50% degli elementi
Tabella C8.5.VI – Definizione orientativa dei livelli di rilievo e prova per edifici di acciaio Tabella C8.5.VI – Definizione orientativa dei livelli di rilievo e prova per edifici di acciaio
Livello di Rilievo (dei Prove (sui materiali) (b)(c) Livello di Rilievo (dei Prove (sui materiali) (b)(c)
Indagini e collegamenti)(a) Indagini e collegamenti)(a)
Prove Per ogni elemento “primario” (trave, pilastro…) Prove Per ogni elemento “primario” (trave, pilastro…)
limitato Le caratteristiche dei 1 provino di acciaio per limitato Le caratteristiche dei 1 provino di acciaio per
collegamenti sono piano dell’edificio, 1 collegamenti sono piano dell’edificio, 1
verificate per almeno il campione di bullone o verificate per almeno il campione di bullone o
L
NOTE ESPLICATIVE ALLE TABELLE C8.5.V E C8.5.VI NOTE ESPLICATIVE ALLE TABELLE C8.5.V E C8.5.VI
Le percentuali di elementi da indagare ed il numero di provini da estrarre e sottoporre a prove di resistenza riportati
nelle Tabelle C8.5.V e C8.5.VI hanno valore indicativo e vanno adattati ai singoli casi, tenendo conto dei seguenti
O N
Le percentuali di elementi da indagare ed il numero di provini da estrarre e sottoporre a prove di resistenza riportati
nelle Tabelle C8.5.V e C8.5.VI hanno valore indicativo e vanno adattati ai singoli casi, tenendo conto dei seguenti
aspetti: aspetti:
IC A
N
(a) Nel controllo del raggiungimento delle percentuali di elementi indagati ai fini del rilievo dei dettagli costruttivi si (a) Nel controllo del raggiungimento delle percentuali di elementi indagati ai fini del rilievo dei dettagli costruttivi si
tiene conto delle eventuali situazioni ripetitive, che consentano di estendere ad una più ampia percentuale i
C
tiene conto delle eventuali situazioni ripetitive, che consentano di estendere ad una più ampia percentuale i
TE
controlli effettuati su alcuni elementi strutturali facenti parte di una serie con evidenti caratteristiche di ripetibilità, controlli effettuati su alcuni elementi strutturali facenti parte di una serie con evidenti caratteristiche di ripetibilità,
per geometria e ruolo uguali nello schema strutturale.
(b) Le prove sugli acciai sono finalizzate all’identificazione della classe dell’acciaio utilizzata con riferimento alla
N E
per geometria e ruolo uguali nello schema strutturale.
(b) Le prove sugli acciai sono finalizzate all’identificazione della classe dell’acciaio utilizzata con riferimento alla
IO
AZ
normativa vigente all’epoca di costruzione. Ai fini del raggiungimento del numero di prove sull’acciaio necessario normativa vigente all’epoca di costruzione. Ai fini del raggiungimento del numero di prove sull’acciaio necessario
per acquisire il livello di conoscenza desiderato è opportuno tener conto dei diametri (nelle strutture in c.a.) o dei per acquisire il livello di conoscenza desiderato è opportuno tener conto dei diametri (nelle strutture in c.a.) o dei
profili (nelle strutture in acciaio) di più diffuso impiego negli elementi principali, con esclusione delle staffe.
IS L profili (nelle strutture in acciaio) di più diffuso impiego negli elementi principali, con esclusione delle staffe.
G
(c) Ai fini delle prove sui materiali è consentito sostituire alcune prove distruttive, non più del 50%, con almeno il triplo (c) Ai fini delle prove sui materiali è consentito sostituire alcune prove distruttive, non più del 50%, con almeno il triplo
di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive.
E di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive.
D IL
(d) Il numero di provini riportato nelle tabelle C8.5.V e C8.5.VI può esser variato, in aumento o in diminuzione, in
relazione alle caratteristiche di omogeneità del materiale. Nel caso del calcestruzzo in opera, tali caratteristiche
(d) Il numero di provini riportato nelle tabelle C8.5.V e C8.5.VI può esser variato, in aumento o in diminuzione, in
relazione alle caratteristiche di omogeneità del materiale. Nel caso del calcestruzzo in opera, tali caratteristiche
IN O
sono spesso legate alle modalità costruttive tipiche dell’epoca di costruzione e del tipo di manufatto, di cui sono spesso legate alle modalità costruttive tipiche dell’epoca di costruzione e del tipo di manufatto, di cui
T
occorrerà tener conto nel pianificare l’indagine. Sarà opportuno, in tal senso, prevedere l’effettuazione di una occorrerà tener conto nel pianificare l’indagine. Sarà opportuno, in tal senso, prevedere l’effettuazione di una
T
seconda campagna di prove integrative, nel caso in cui i risultati della prima risultino fortemente disomogenei. seconda campagna di prove integrative, nel caso in cui i risultati della prima risultino fortemente disomogenei.
L LE
BOindicato nel § 8.5 delle NTC, si deve
C8.5.4.3 COSTRUZIONI DI LEGNO C8.5.4.3 COSTRUZIONI DI LEGNO
Per le costruzioni di legno, fermo restando quanto Per le costruzioni di legno, fermo restando quanto indicato nel § 8.5 delle NTC, stante la
evidenziare la scarsa attendibilità di indagini a campione, stante la variabilità del materiale, possibile variabilità del materiale, soprattutto nel costruito storico, è opportuno estendere,
soprattutto nel costruito storico. Serve quindi un’indagine estesa a ciascun singolo elemento, ove possibile, l’indagine ai singoli elementi, soprattutto per valutare il degrado biotico e
soprattutto per quantificare il degrado biotico e abiotico. È fondamentale verificare le abiotico. E’ inoltre opportuno verificare le condizioni delle estremità delle membrature (o di
condizioni di ciascuna estremità di membratura (o di struttura lignea), in particolare quando struttura lignea), in particolare quando a contatto con altro materiale.
questa sia a contatto con altro materiale.
pieni; pieni;
I C A
u 1 u 1
N (elementi semipieni, forati….).
- q = 1,75 α α per edifici regolari in elevazione, nel caso di muratura in blocchi artificiali con - q = 1,75 α α per edifici regolari
C>15%
in elevazione, nel caso di muratura in blocchi artificiali con
percentuale di foratura >15% (elementi semipieni, forati….).
E
percentuale di foratura
in cui α e α sono definiti al § 7.8.1.3 delle NTC. In assenza di più precise valutazioni, non in cui α e α sonoT
u 1 u
Nel caso di edificio non regolare in elevazione i valori di q sono ridotti del 25%. La Nel Z I O
può essere assunto un rapporto α α superiore a 1,5.
u 1
definizione di regolarità per un edificio esistente in muratura è quella indicata al § 7.2.1 delle L A caso didiedificio non regolare in elevazione i valori di q sono ridotti del 25%. La
IS NTC.
definizione regolarità per un edificio esistente in muratura è quella indicata al § 7.2.1 delle
NTC.
G
I LE
C8.5.5.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O ACCIAIO
Il fattore di comportamento q è scelto nel campo fra 1,5 e 3,0, sulla O
D C8.5.5.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O ACCIAIO
T N sismiche).
base della regolarità Il fattore di comportamento q è scelto nel campo fra 1,5 e 3,0, sulla base della regolarità
nonché dei tassi di lavoro dei materiali (quando soggetti alle azioni Inon
T
Valori di q nonché dei tassi di lavoro dei materiali (quando soggetti alle azioni non sismiche). Valori di q
superiori a quelli sopra indicati devono essere adeguatamente
L E giustificati con riferimento alla superiori a quelli sopra indicati devono essere adeguatamente giustificati con riferimento alla
L
BO
duttilità disponibile a livello locale e globale. duttilità disponibile a livello locale e globale.
In aggiunta a quanto indicato al § 8.5.3 riguardo ai materiali degli edifici esistenti, il § 8.6 In aggiunta a quanto indicato al § 8.5.3 riguardo ai materiali degli edifici esistenti, il § 8.6
delle NTC fornisce indicazioni sui materiali da utilizzare per gli interventi di restauro e delle NTC fornisce indicazioni sui materiali da utilizzare per gli interventi sulle costruzioni
consolidamento. esistenti.
I casi di incompatibilità più frequentemente riscontrati in merito all’associazione di materiali I casi di incompatibilità più frequentemente riscontrati in merito all’associazione di materiali
diversi sono legati alla differente rigidezza di questi, al loro diverso comportamento termico, diversi sono legati alla differente rigidezza di questi, al loro diverso comportamento termico,
ai fenomeni di ritiro differenziali e alle reazioni chimiche tra di essi. ai fenomeni di ritiro differenziali e alle reazioni chimiche tra di essi.
Le differenze di rigidezza possono essere messe in conto attraverso i moduli di elasticità, Le differenze di rigidezza possono essere messe in conto attraverso i moduli di elasticità,
peraltro affetti da incertezze nella valutazione. Inoltre il comportamento reologico dei peraltro affetti da incertezze nella valutazione. Inoltre il comportamento reologico dei
N
Per quanto riguarda gli interventi sulle strutture lignee, gli accoppiamenti
metalliche estese vanno valutati con attenzione perché, in presenza Idi
con lastre Per quanto riguarda gli interventi sulle strutture lignee, gli accoppiamenti con lastre
Il § 8.7 contiene indicazioni sia sulle modalità di verifica che sulle caratteristiche dei Il § 8.7 contiene indicazioni sia sulle modalità di verifica che sulle caratteristiche dei
principali interventi da applicare agli edifici esistenti, in funzione delle specifiche tipologie principali interventi da applicare agli edifici esistenti, in funzione delle specifiche tipologie
costruttive, per migliorarne il comportamento strutturale e aumentarne la sicurezza. Tali costruttive, per migliorarne il comportamento strutturale e aumentarne la sicurezza. Tali
indicazioni sono anche utili per la valutazione della sicurezza degli edifici nello stato di fatto. indicazioni sono anche utili per la valutazione della sicurezza degli edifici nello stato di fatto.
Con riferimento a quanto espresso nel § C8.3 si precisa che, ai fini della determinazione Con riferimento a quanto espresso nel § C8.3 si precisa che, ai fini della determinazione
dell’entità massima delle azioni sismiche sopportabili dalla struttura, nella combinazione di dell’entità massima delle azioni sismiche sopportabili dalla struttura, nella combinazione di
carico sismica si considerano i carichi permanenti effettivi e quelli variabili previsti dalle carico sismica si considerano i carichi permanenti effettivi e quelli variabili previsti dalle
NTC. NTC.
Per le costruzioni esistenti a struttura prevalentemente lignea, per le quali non sono date Per le costruzioni esistenti a struttura prevalentemente lignea, per le quali non sono date
I
CN
NTC; le verifiche nei riguardi delle M
La principale caratteristica delle costruzioni di muratura, segnalata dalle NTC, è quella di Le costruzioni di T
E
manifestare meccanismi di dissesto sia locali, sia globali. L’esperienza di passati eventi meccanismiN E evidenziano
locali
muratura manifestano meccanismi di dissesto sia locali, sia globali. I
maggiore vulnerabilità e si manifestano per primi, soprattutto
I O
AZ costruttivi e dalla mancanza di presidi atti a sopportare tensioni di trazione e a
sismici ha mostrato come i fenomeni di dissesto che evidenziano maggiore vulnerabilità e nelle costruzioni storiche di muratura, e sono prodotti, principalmente, da carenze nei singoli
locali, ad esempio prodotti da carenze nei singoli elementi costruttivi e dalla mancanza Idi
L
che per primi si manifestano, soprattutto nelle costruzioni storiche di muratura, sono quelli elementi
S diffondere le sollecitazioni. Tali meccanismi sono identificabili sia in base comportamento
E G
I L
presidi atti a sopportare tensioni di trazione e a diffondere le sollecitazioni. Tali meccanismi tipicamente manifestato dagli edifici con caratteristiche simili, sia in base a criticità
simili, sia in base a criticità specifiche che possono essere individuate ancheD
sono identificabili sia in base all’esperienza del comportamento di edifici con caratteristiche specifiche che possono essere individuate anche grazie a quadri fessurativi o dissesti
TT richiede la verifica degli La valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti di muratura richiede la verifica degli
fessurativi o dissesti presenti.
E
La valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti di muratura
O LL riportate
stati limite definiti al § 3.2.1 delle NTC, con le precisazioni al § 8.3 delle NTC e nel stati limite definiti al § 3.2.1 delle NTC, con le precisazioni riportate al § 8.3 delle NTC e nel
eA
in questo caso, i solai contribuiscono a prevenire il collasso prematuro delle pareti più deboli in questo caso, i solai contribuiscono a prevenire il collasso prematuro delle pareti più deboli
e le connessioni tra solai e pareti risultano, in genere, meno sollecitate rispetto al caso di solai L
IS infinitamente rigidi.
le connessioni tra solai e pareti risultano, in genere, meno sollecitate rispetto al caso di solai
infinitamente rigidi.
G
In via approssimata e in alternativa alla modellazione esplicita dei diaframmi, sulla
I LEbase di In via approssimata e in alternativa alla modellazione esplicita dei diaframmi, sulla base di
O
opportune considerazioni è possibile riferirsi ai casi limite di analisi con solaiD infinitamente opportune considerazioni è possibile riferirsi ai casi limite di analisi con solai infinitamente
rigidi e analisi per singole pareti.
I N rigidi e analisi per singole pareti.
Tin epoche successive) e in Nei casi di edifici articolati (in particolare con porzioni realizzate in epoche successive) e in
E Tpareti,
Nei casi di edifici articolati (in particolare con porzioni realizzate
I N E
- assenza di connessioni, soprattutto in sommità, tra le diverse pareti di muratura;
- assenza di connessioni efficaci tra pareti ortogonali;
N L
- assenza di connessioni efficaci tra pareti ortogonali;
- assenza di connessioni trasversali tra i paramenti murari di una parete;
A O
- assenza di connessioni trasversali tra i paramenti murari di una parete;
- muratura comunque poco coesa e facilmente disgregabile;
IC
- muratura comunque poco coesa e facilmente disgregabile;
N
- presenza di elementi spingenti (archi, volte, cupole, puntoni di copertura) la spinta dei
C
- presenza di elementi spingenti (archi, volte, cupole, puntoni di copertura) la spinta dei
quali non sia efficacemente trasferita a elementi strutturali adeguatamente resistenti;
- presenza di orizzontamenti voltati di limitato spessore e soggetti a significativi
E TE
quali non sia efficacemente trasferita a elementi strutturali adeguatamente resistenti;
- presenza di orizzontamenti voltati di limitato spessore e soggetti a significativi
spostamenti delle imposte (in particolare ai piani alti dell’edificio);
IO N
spostamenti delle imposte (in particolare ai piani alti dell’edificio);
- coperture e/o solai male organizzati e/o mal collegati alle pareti;
L AZ
- coperture e/o solai male organizzati e/o mal collegati alle pareti;
IS
- presenza di pareti eccessivamente snelle; - presenza di pareti eccessivamente snelle;
- presenza, ai piani alti, di masse di entità significativa (anche dovute a sopraelevazioni
E G - presenza, ai piani alti, di masse di entità significativa (anche dovute a sopraelevazioni
successive);
- presenza di fenomeni di degrado nei materiali. D IL successive);
- presenza di fenomeni di degrado nei materiali.
IN O
- presenza di elementi non strutturali non adeguatamente ancorati o di per sé fragili e poco - presenza di elementi non strutturali non adeguatamente ancorati o di per sé fragili e poco
T T
resistenti (cornicioni, timpani di facciata, camini, elementi di decoro, serbatoi, resistenti (cornicioni, timpani di facciata, camini, elementi di decoro, serbatoi,
apparecchiature impiantistiche ecc.);
LE apparecchiature impiantistiche ecc.);
B OL
- presenza di corpi di fabbrica di differente altezza. - presenza di corpi di fabbrica di differente altezza.
C8.7.1.1 VERIFICA DELLE PARETI MURARIE ALLE AZIONI NON SISMICHE C8.7.1.1 VERIFICA DELLE PARETI MURARIE ALLE AZIONI NON SISMICHE
Per la verifica delle pareti murarie nei riguardi delle azioni non sismiche è possibile fare Per la verifica delle pareti murarie nei riguardi delle azioni non sismiche è possibile fare
riferimento alle indicazioni per la progettazione delle nuove strutture di muratura del § 4.5.6 riferimento alle indicazioni per la progettazione delle nuove strutture di muratura del § 4.5.6
delle NTC, ovviamente nei casi in cui queste siano compatibili con le specifiche delle NTC, ovviamente nei casi in cui queste siano compatibili con le specifiche
caratteristiche costruttive dell’edificio in esame; le limitazioni geometriche e costruttive caratteristiche costruttive dell’edificio in esame; le limitazioni geometriche e costruttive
indicate per le nuove costruzioni non sono da considerarsi vincolanti per una struttura indicate per le nuove costruzioni non sono da considerarsi vincolanti per una struttura
esistente. Procedimenti alternativi di analisi e verifica sono quindi possibili, purché si faccia esistente. Procedimenti alternativi di analisi e verifica sono quindi possibili, purché si faccia
riferimento a formulazioni di comprovata validità. riferimento a formulazioni di comprovata validità.
Nel caso in cui sia richiesta la verifica sismica dell’edificio, essa non esime dalle verifiche nei
riguardi delle azioni non sismiche che sono sempre obbligatorie.
E
ingranamento nello spessore), degli ammorsamenti tra le pareti e delle connessioni tra le ingranamento nello spessore), ammorsamenti tra le pareti e delle connessioni tra le
I O N
pareti e gli orizzontamenti,la presenza di catene o altri elementi atti ad assorbire spinte pareti e gli orizzontamenti,la presenza di catene o altri elementi atti ad assorbire spinte
AZadiacenti.
(speroni e contrafforti) e le interazioni con altri elementi appartenenti alla costruzione o agli (speroni e contrafforti) e le interazioni con altri elementi appartenenti alla costruzione o agli
edifici adiacenti.
Ledifici
S Le forme ricorrenti con cui i meccanismi locali si manifestano, identificate e classificate per le
Le forme ricorrenti con cui i meccanismi locali si manifestano, identificate e classificate perIle
G
E sule diverse
I Ldefinire
diverse tipologie di edifici in base alle esperienze maturate nel passato, sono riportate tipologie di edifici in base alle esperienze maturate nel passato, sono riportate su
modalità di collasso.
O D
linee guida e pubblicazioni scientifiche e costituiscono un utile riferimento per linee guida e pubblicazioni scientifiche e costituiscono un utile riferimento per definire le
modalità di collasso.
I N
TT utilizzabile anche per la l’analisi dei cinematismi di corpo rigido, illustrata ai punti seguenti, utilizzabile anche per la
La verifica della maggior parte dei suddetti meccanismi può essere eseguita attraverso La verifica della maggior parte dei suddetti meccanismi può essere eseguita attraverso
l’analisi dei cinematismi di corpo rigido, illustrata ai punti E
Lmurari in edifici esistenti, come verifica a pressoflessione fuori dal piano di pannelli murari in edifici esistenti, come
seguenti,
OL delle NTC. In particolare occorre possibile alternativa alla procedura indicata al § 7.8.1.6 delle NTC. In particolare occorre
verifica a pressoflessione fuori dal piano di pannelli
possibile alternativa alla procedura indicata al B § 7.8.1.6
eseguire la verifica dei meccanismi locali di pressoflessione fuori dal piano individuando eseguire la verifica dei meccanismi locali di pressoflessione fuori dal piano individuando
accuratamente gli elementi ritenuti vulnerabili per posizione e snellezza. accuratamente gli elementi ritenuti vulnerabili per posizione e snellezza.
C8.7.1.2.1 ANALISI DEI MECCANISMI LOCALI DI CORPO RIGIDO C8.7.1.2.1 ANALISI DEI MECCANISMI LOCALI DI CORPO RIGIDO
In generale, ogni meccanismo locale di corpo rigido può essere descritto da un insieme di In generale, ogni meccanismo locale di corpo rigido può essere descritto da un insieme di
blocchi murari, che possono essere considerati indeformabili, tra loro collegati attraverso blocchi murari, che possono essere considerati indeformabili, tra loro collegati attraverso
vincoli interni (sconnessioni, quali ad esempio cerniere o bielle, che lasciano liberi uno o più vincoli interni (sconnessioni, quali ad esempio cerniere o bielle, che lasciano liberi uno o più
gradi di libertà relativi) ed elementi di connessione (rigidi o elastici, lisci o attritivi), che gradi di libertà relativi) ed elementi di connessione (rigidi o elastici, lisci o attritivi), che
simulano l’eventuale presenza di catene metalliche, travi o ammorsamenti murari; sono simulano l’eventuale presenza di catene metalliche, travi o ammorsamenti murari; sono
inoltre presenti vincoli esterni che simulano il collegamento della porzione interessata dal inoltre presenti vincoli esterni che simulano il collegamento della porzione interessata dal
I N E
resistenza a compressione della muratura, infinita.
Tuttavia, per una simulazione più realistica (anche se in forma approssimata) del
N L
Tuttavia, per una simulazione più realistica (anche se in forma approssimata) del
comportamento, è possibile considerare:
A O
comportamento, è possibile considerare:
a) gli scorrimenti tra i blocchi, considerando la presenza dell’attrito; a)
IC
gli scorrimenti tra i blocchi, considerando la presenza dell’attrito;
N
b) le connessioni, anche di resistenza limitata, tra le pareti murarie;
C
b) le connessioni, anche di resistenza limitata, tra le pareti murarie;
c) la presenza di catene metalliche e di collegamenti alle strutture orizzontali;
d) la limitata resistenza a compressione della muratura, considerando le cerniere
c)
TE
la presenza di catene metalliche e di collegamenti alle strutture orizzontali;
E
d) la limitata resistenza a compressione della muratura, considerando le cerniere
adeguatamente arretrate rispetto allo spigolo della sezione;
IO N adeguatamente arretrate rispetto allo spigolo della sezione;
e) la presenza di pareti a paramenti scollegati.
L AZ e) la presenza di pareti a paramenti scollegati.
G IS
In generale occorre considerare i meccanismi locali significativi, verificando ciascuno di essi In generale occorre considerare i meccanismi locali significativi, verificando ciascuno di essi
LE la cui
con analisi che vanno dalla statica, lineare o non lineare, alla dinamica non lineare. con analisi che vanno dalla statica, lineare o non lineare, alla dinamica non lineare.
Nel caso di analisi statica, l’azione sismica è espressa da forze orizzontali diImassa
Dorizzontali e i
Nel caso di analisi statica, l’azione sismica è espressa da forze orizzontali di massa la cui
T
in termini di corrispondenti pesi delle masse presenti. La verifica può essere eseguita in termini di
accelerazione (approccio cinematico lineare) o di spostamento
E T (approccio non accelerazione (approccio cinematico lineare) o di spostamento (approccio cinematico non
lineare).
O LLlimite con approccio cinematico si lineare).
individuare una risposta media significativa, stante la sensibilità alle caratteristiche del G
IS individuare una risposta media significativa, stante la sensibilità alle caratteristiche del
seguito della presente Circolare; tali accelerogrammi debbono essere in numero sufficiente ad
O
ad azioni fuori dal loro piano medio. ad azioni fuori dal loro piano medio.
C8.7.1.2.1.1 Analisi con approccio cinematico lineare
T N
Ipuò C8.7.1.2.1.1 Analisi con approccio cinematico lineare
B
del solo moltiplicatore di attivazione del meccanismo
di comportamento q, e richiede il calcolo verifica allo Stato Limite di Danno (attivazione del meccanismo locale) sia quella allo SLV, in
quest’ultimo caso attraverso il metodo semplificato del fattore di comportamento q,
A titolo indicativo, è necessario individuare preliminarmente l’entità ed il punto di A titolo indicativo, è necessario individuare preliminarmente l’entità ed il punto di
applicazione dei pesi propri e di quelli portati da ciascun blocco o elemento della catena applicazione dei pesi propri e di quelli portati da ciascun blocco o elemento della catena
cinematica, l’entità delle forze esterne applicate e attritive, nonché di quelle interne agenti cinematica, l’entità delle forze esterne applicate e attritive, nonché di quelle interne agenti
negli elementi elastici. L’azione sismica può essere rappresentata da un sistema di forze negli elementi elastici. L’azione sismica può essere rappresentata da un sistema di forze
orizzontali, proporzionali ai pesi attraverso un coefficiente . Nel calcolo dell’azione sismica orizzontali, proporzionali ai pesi attraverso un coefficiente . Nel calcolo dell’azione sismica
è opportuno che siano considerate anche le forze orizzontali indotte dalle eventuali masse è opportuno che siano considerate anche le forze orizzontali indotte dalle eventuali masse
che non gravano direttamente sui blocchi, ma la cui azione sismica inerziale andrebbe ad che non gravano direttamente sui blocchi, ma la cui azione sismica inerziale andrebbe ad
agire sui blocchi del meccanismo (ad esempio, un solaio o una copertura gravano agire sui blocchi del meccanismo (ad esempio, un solaio o una copertura gravano
sull’elemento della catena cinematica solo parzialmente ma, se non trattenuti all’altra sull’elemento della catena cinematica solo parzialmente ma, se non trattenuti all’altra
estremità, possono esercitare un’azione sismica orizzontale proporzionale all’intera massa). estremità, possono esercitare un’azione sismica orizzontale proporzionale all’intera massa).
dove:
k=1 [C8.7.1.1]
å ( P + Q )
k k PQx,k
k=1 [C8.7.1.1]
N è il numero dei blocchi di cui è costituita la catena cinematica; dove:
m è il numero di forze esterne, assunte indipendenti dall’azione sismica, applicate ai
E
N è il numero dei blocchi di cui è costituita la catena cinematica;
diversi blocchi; m
I N
è il numero di forze esterne, assunte indipendenti dall’azione sismica, applicate ai
L
N
Pk è la risultante delle forze peso applicate al k-esimo blocco (peso proprio del blocco, diversi blocchi;
applicato nel suo baricentro, sommato agli altri pesi portati); Pk O
è la risultante delle forze peso applicate al k-esimo blocco (peso proprio del blocco,
A
IC
Qk è la risultante delle forze peso non gravanti sul k-esimo blocco ma la cui massa genera applicato nel suo baricentro, sommato agli altri pesi portati);
su di esso una forza sismica orizzontale, in quanto non efficacemente trasmessa ad Qk
C N
è la risultante delle forze peso non gravanti sul k-esimo blocco ma la cui massa genera
TE
altre parti dell'edificio; su di esso una forza sismica orizzontale, in quanto non efficacemente trasmessa ad
Fk è la generica forza esterna applicata ad uno dei blocchi; tali forze possono favorire
E
altre parti dell'edificio;
N
IO
l’attivazione del meccanismo (ad es. spinte di volte) o ostacolarlo (ad es. archi di Fk è la generica forza esterna applicata ad uno dei blocchi; tali forze possono favorire
AZ
contrasto, ovvero forze attritive che si sviluppano in presenza di con parti della l’attivazione del meccanismo (ad es. spinte di volte) o ostacolarlo (ad es. archi di
costruzione non coinvolte nel meccanismo);
IS L contrasto, ovvero forze attritive che si sviluppano in presenza di con parti della
E G
Py è lo spostamento virtuale verticale del baricentro delle forze peso proprie e portate Pk, costruzione non coinvolte nel meccanismo);
IL
agenti sul k-esimo blocco, assunto positivo se verso l’alto; Py è lo spostamento virtuale verticale del baricentro delle forze peso proprie e portate Pk,
O D
F, è lo spostamento virtuale del punto d’applicazione della forza esterna Fk, proiettato
nella direzione della stessa (di segno positivo o negativo a seconda che questa
agenti sul k-esimo blocco, assunto positivo se verso l’alto;
IN
F, è lo spostamento virtuale del punto d’applicazione della forza esterna Fk, proiettato
favorisca o contrasti il meccanismo);
T T nella direzione della stessa (di segno positivo o negativo a seconda che questa
LE
PQx, è lo spostamento virtuale orizzontale del baricentro delle forze orizzontali (Pk+Qk) favorisca o contrasti il meccanismo);
L
agenti sul k-esimo blocco, assumendo come verso positivo quello dell’azione sismica
BO
PQx, è lo spostamento virtuale orizzontale del baricentro delle forze orizzontali (Pk+Qk)
che attiva il meccanismo; agenti sul k-esimo blocco, assumendo come verso positivo quello dell’azione sismica
Li è il lavoro totale di eventuali forze interne (allungamento di una catena; scorrimento che attiva il meccanismo;
con attrito in presenza di ammorsamento tra i blocchi del meccanismo, dovuto a moti Li è il lavoro totale di eventuali forze interne (allungamento di una catena; scorrimento
relativi traslazionali o torsionali; deformazione nel piano di solai o coperture collegate con attrito in presenza di ammorsamento tra i blocchi del meccanismo, dovuto a moti
ma non rigide). relativi traslazionali o torsionali; deformazione nel piano di solai o coperture collegate
ma non rigide).
Poiché tale analisi discende dal teorema cinematico dell’analisi limite, il moltiplicatore che Il moltiplicatore che si ottiene dall’equazione [C8.7.1.1] rappresenta una stima per eccesso
si ottiene dall’equazione [C8.7.1.1] rappresenta una stima non cautelativa dell’effettivo dell’effettivo moltiplicatore statico di collasso (corrispondente all’attivazione del meccanismo
moltiplicatore statico di collasso (corrispondente all’attivazione del meccanismo in ambito in ambito dinamico).
dinamico).
Quest’ultimo può essere stimato come il più basso dei moltiplicatori ottenuti per i Quest’ultimo può essere stimato come il più basso dei moltiplicatori ottenuti per i
dove: dove:
N
Oil numero dei filari interessati dalla lesione verticale (n=h/h , dove h è l’altezza
n è il numero dei filari interessati dalla lesione verticale (n=h/h , dove h è l’altezza n
b b
A ZIèmedia b b
LE
successivi; successivi;
b
D I
è il coefficiente di ammorsamento, così definito =h /l; tale parametro è analogamente è il coefficiente di ammorsamento, così definito =h /l; tale parametro è analogamente
b
I N O
definito per il criterio di resistenza a taglio per fessurazione diagonale, con rottura “a definito per il criterio di resistenza a taglio per fessurazione diagonale, con rottura “a
T
scaletta” nei giunti di malta, nell’equazione [C8.7.1.22]; scaletta” nei giunti di malta, nell’equazione [C8.7.1.22];
m
E T
è il coefficiente d’attrito; un valore di riferimento è 0,577, identico a quello indicato m è il coefficiente d’attrito; un valore di riferimento è 0,577, identico a quello indicato
per l’equazione [C8.7.1.22];
L L ridotto nel caso di muratura a t è lo l’equazione
per [C8.7.1.22];
t
S
tre paramenti); BO
è lo spessore della parete trasversale (opportunamente S spessore
tre paramenti);
della parete trasversale (opportunamente ridotto nel caso di muratura a
w è il peso specifico della muratura (valori sono suggeriti nella Tabella C8.5.I). w è il peso specifico della muratura (valori sono suggeriti nella Tabella C8.5.I).
Il punto di applicazione di questa resistenza può essere assunto a quota 1/3h; si ricorda che Il punto di applicazione di questa resistenza può essere assunto a quota 1/3h; si ricorda che
l’altezza h (ovvero la estensione della cerniera) dovrebbe essere identificata attraverso un l’altezza h (ovvero la estensione della cerniera) dovrebbe essere identificata attraverso un
processo di minimizzazione del moltiplicatore . processo di minimizzazione del moltiplicatore .
Queste resistenze attritive si sviluppano anche nel caso in cui la lesione non sia “a pettine” Queste resistenze attritive si sviluppano anche nel caso in cui la lesione non sia “a pettine”
(verticale) ma presenti un andamento inclinato. Tuttavia la [C8.7.1.2] può essere considerata (verticale) ma presenti un andamento inclinato. Tuttavia la [C8.7.1.2] può essere considerata
valida solo nel caso di lesione verticale, perché nel caso di lesione inclinata le rotazioni e i valida solo nel caso di lesione verticale, perché nel caso di lesione inclinata le rotazioni e i
distacchi tendono ad essere prevalenti sugli scorrimenti. Nel caso limite di lesione secondo la distacchi tendono ad essere prevalenti sugli scorrimenti. Nel caso limite di lesione secondo la
“scaletta” naturale (definita dal parametro ) in genere si ha solo distacco per rotazione e il “scaletta” naturale (definita dal parametro ) in genere si ha solo distacco per rotazione e il
contributo attritivo si annulla; la [C8.7.1.2] è stata formulata assumendo un coefficiente contributo attritivo si annulla; la [C8.7.1.2] è stata formulata assumendo un coefficiente
D I
capacità” del meccanismo locale, ovvero ricondursi alla risposta (a meno dell’accelerazione del meccanismo locale, ovvero ricondursi alla risposta (a meno dell’accelerazione
I N O
di gravità g) di un oscillatore equivalente non lineare a un grado di libertà descritta in termini di gravità g) di un oscillatore equivalente non lineare a un grado di libertà descritta in termini
accelerazione-spostamento come (d):
T T accelerazione-spostamento come (d):
(d )g
L E
[C8.7.1.3] (d )g [C8.7.1.3]
a=
L a=
C C
e* FC
N
B O e* FC
N
å( P + Q )
k k
2
PQx,k [C8.7.1.4] å( P + Q ) k k
2
PQx,k [C8.7.1.4]
d = dC k=1
N
d = dC k=1
N
Cx å( Pk + Qk ) PQx,k Cx å( Pk + Qk ) PQx,k
k=1 k=1
dove: dove:
g è l’accelerazione di gravità; g è l’accelerazione di gravità;
FC è il Fattore di Confidenza, che in questo caso si applica direttamente alla capacità in FC è il Fattore di Confidenza, che in questo caso si applica direttamente alla capacità in
termini di resistenza (nel caso in cui, per la valutazione del moltiplicatore non si termini di resistenza (nel caso in cui, per la valutazione del moltiplicatore non si
tenga conto della resistenza a compressione della muratura, il fattore di confidenza da tenga conto della resistenza a compressione della muratura, il fattore di confidenza da
utilizzare sarà comunque quello relativo al livello di conoscenza LC1; utilizzare sarà comunque quello relativo al livello di conoscenza LC1;
[C8.7.1.5]
I N E[C8.7.1.5]
La curva di capacità così ottenuta presuppone che il comportamento del meccanismo, prima La curva di capacità così ottenuta presupponeLche il comportamento del meccanismo, prima
della sua attivazione, sia infinitamente rigido; questa assunzione è ammissibile nel caso di della sua attivazione, sia infinitamenteO N questa assunzione è ammissibile nel caso di
rigido;
I C
meccanismi fuori dal piano di pareti murarie inizialmente vincolate con continuità alle pareti meccanismi fuori dal piano di pareti Amurarie inizialmente vincolate con continuità alle pareti
sono caratterizzate daE unC
trasversali, in quanto le prime, precedentemente all’attivazione del meccanismo stesso, non trasversali, in quanto le prime, N precedentemente all’attivazione del meccanismo stesso, non
sono caratterizzate da un comportamento dinamico autonomo.
pinnacoli o merlature, ecc.) è necessario considerare che la loro risposta, prima che si pinnacoli oN
Nel caso invece di elementi liberi di vibrare (quali parapetti, porzioni svettanti di facciate, Nel caso invece di elementi liberi di vibrare (quali parapetti, porzioni svettanti di facciate,
G S
Id elastico iniziale nella curva di capacità, legando l’accelerazione a allo spostamento d
caratterizzata da un basso periodo di vibrazione; è quindi necessario introdurre un ramo
E
elastico iniziale nella curva di capacità, legando l’accelerazione a allo spostamento
mediante il periodo T attraverso la equazione [C8.7.1.6].
I L mediante il periodo T attraverso la equazione [C8.7.1.6].
D
0 0
4p
O 4p
2 2
a=
T
d
2
[C8.7.1.6]
T I N a=
T
d 2
[C8.7.1.6]
T
0 0
w [C8.7.1.7] w [C8.7.1.7]
T = L
0
T = L0
Eg Eg
dove: dove:
è un coefficiente che vale 6,2 per elementi svettanti (mensola) e 2,2 per meccanismi è un coefficiente che vale 6,2 per elementi svettanti (mensola) e 2,2 per meccanismi
flessionali verticali (trave appoggiata); flessionali verticali (trave appoggiata);
L è la lunghezza dell’elemento; L è la lunghezza dell’elemento;
è la snellezza dell’elemento (rapporto tra la lunghezza L e lo spessore t); è la snellezza dell’elemento (rapporto tra la lunghezza L e lo spessore t);
w è il peso specifico della muratura; w è il peso specifico della muratura;
E è il modulo elastico della muratura (valori sono suggeriti nella Tabella C8.5.I); si E è il modulo elastico della muratura (valori sono suggeriti nella Tabella C8.5.I); si
L
muratura presentano un incremento del periodo equivalente compreso tra il 50% ed il 100% e muratura
A un incremento del periodo equivalente compreso tra il 50% ed il 100% e
raggiungono valori di smorzamento viscoso equivalente variabili dal 10% fino al 20%. S
GIdi Infine, si segnala che, nel caso di meccanismi locali che coinvolgano significative porzioni di
raggiungono valori di smorzamento viscoso equivalente variabili dal 10% fino al 20%.
E
L non è muratura (ad esempio porzioni svettanti di facciate), la verifica per sottostrutture non è
Infine, si segnala che, nel caso di meccanismi locali che coinvolgano significative porzioni
D Idinamica
muratura (ad esempio porzioni svettanti di facciate), la verifica per sottostrutture
O
pienamente legittima, in quanto sarebbe necessario considerare l’interazione tra pienamente legittima, in quanto sarebbe necessario considerare l’interazione dinamica tra
INstimata attraverso unin struttura
T T
struttura principale e secondaria. Tale interazione comporta una riduzione della domanda principale e secondaria. Tale interazione comporta una riduzione della domanda in
L E
accelerazione sulla struttura secondaria, che può essere eventualmente accelerazione sulla struttura secondaria, che può essere eventualmente stimata attraverso un
opportuno coefficiente funzione del rapporto tra la massa
L di quest’ultima e quella della opportuno coefficiente funzione del rapporto tra la massa di quest’ultima e quella della
C8.7.1.2.1.5 Verifica dello Stato Limite di Attivazione del meccanismo (SLAt) C8.7.1.2.1.5 Verifica dello Stato Limite di Danno del meccanismo locale
Nel caso dei meccanismi locali l’attivazione del meccanismo comporta l’apertura di lesioni, Nel caso dei meccanismi locali l’attivazione del meccanismo comporta l’apertura di lesioni,
una condizione che può essere ancora lontana dal vero e proprio ribaltamento; peraltro, la una condizione che può essere ancora lontana dal vero e proprio ribaltamento; peraltro, la
presenza di un quadro fessurativo non necessariamente indica l’attivazione di un presenza di un quadro fessurativo non necessariamente indica l’attivazione di un
meccanismo di dissesto. Tuttavia, nel caso di elementi murari non efficacemente connessi al meccanismo di dissesto. Tuttavia, nel caso di elementi murari non efficacemente connessi al
resto della costruzione per l’assenza di catene, di ammorsamento con i muri ortogonali, di resto della costruzione per l’assenza di catene, di ammorsamento con i muri ortogonali, di
collegamenti con i diaframmi orizzontali, la vulnerabilità nei confronti di questo stato limite collegamenti con i diaframmi orizzontali, la vulnerabilità nei confronti di questo stato limite
può risultare elevata, come è stato osservato frequentemente a seguito dei passati terremoti. può risultare elevata, come è stato osservato frequentemente a seguito dei passati terremoti.
Nell’ipotesi che la porzione rappresentata dal sistema di corpi rigidi si comporti come Nell’ipotesi che la porzione rappresentata dal sistema di corpi rigidi si comporti come
LE
La verifica a stato limite ultimo può essere eseguita con riferimento ad uno dei due stati La verifica a stato limite ultimo può essere eseguita con riferimento ad uno dei due stati
I
limite (SLV o SLC) individuati sulla curva di capacità attraverso opportune soglie dello
D
limite (SLV o SLC) individuati sulla curva di capacità attraverso opportune soglie dello
O
spostamento spettrale d. spostamento spettrale d.
IN
Tspettrale
SLV: lo spostamento dSLV corrisponde al minore tra gli spostamenti così definiti: SLV: lo spostamento dSLV corrisponde al minore tra gli spostamenti così definiti:
T
E di cui è verificata
il 40% dello spostamento d per cui si annulla l’accelerazione avalutata su una il 40% dello spostamento d0 per cui si annulla l’accelerazione spettrale avalutata su una
L
0
L
curva di capacità in cui si considerino solamente le azioni
O
la presenza curva di capacità in cui si considerino solamente le azioni di cui è verificata la presenza
fino al collasso;
B
lo spostamento corrispondente a situazioni nelle quali si verifichino rotture di elementi,
fino al collasso;
lo spostamento corrispondente a situazioni nelle quali si verifichino rotture di elementi,
quali catene o altri collegamenti, che, pur non comportando problemi di equilibrio, quali catene o altri collegamenti, che, pur non comportando problemi di equilibrio,
producano una riduzione della capacità, in termini di accelerazione, superiore al 50% producano una riduzione della capacità, in termini di accelerazione, superiore al 50%
del valore massimo; ovviamente non devono verificarsi le condizioni di seguito indicate del valore massimo; ovviamente non devono verificarsi le condizioni di seguito indicate
per lo SLC (ad esempio sfilamento di travi, collasso di volte). per lo SLC (ad esempio sfilamento di travi, collasso di volte).
SLC: lo spostamento dSLC corrisponde al minore tra gli spostamenti così definiti: SLC: lo spostamento dSLC corrisponde al minore tra gli spostamenti così definiti:
il 60% dello spostamento d0 per cui si annulla l’accelerazione spettrale valutata su una il 60% dello spostamento d0 per cui si annulla l’accelerazione spettrale valutata su una
curva di capacità in cui si considerino solamente le azioni di cui è verificata la presenza curva di capacità in cui si considerino solamente le azioni di cui è verificata la presenza
fino al collasso; fino al collasso;
lo spostamento corrispondente a situazioni localmente incompatibili con la stabilità lo spostamento corrispondente a situazioni localmente incompatibili con la stabilità
I N E
C8.7.1.2.1.7 Verifica semplificata dello SLV con fattore di comportamento q (analisi
L
C8.7.1.2.1.7 Verifica semplificata dello SLV con fattore di comportamento q (analisi
N
cinematica lineare)
Questo metodo di verifica può essere utilizzato quando non viene calcolata la curva di
cinematica lineare)
A O
Questo metodo di verifica può essere utilizzato quando non viene calcolata la curva di
capacità a(d), ma solo il moltiplicatore che attiva il meccanismo. Tale semplificazione può
N IC
capacità a(d), ma solo il moltiplicatore che attiva il meccanismo. Tale semplificazione può
C
TE
essere conveniente, in particolare, per meccanismi complessi, identificati tenendo conto essere conveniente, in particolare, per meccanismi complessi, identificati tenendo conto
anche del contributo dell’attrito e dell’interazione con altri elementi della costruzione, per i anche del contributo dell’attrito e dell’interazione con altri elementi della costruzione, per i
quali l’esecuzione di un’analisi cinematica non lineare risulterebbe problematica.
N E
quali l’esecuzione di un’analisi cinematica non lineare risulterebbe problematica.
L’accelerazione al suolo a g,SLV può essere calcolata moltiplicando per un fattore di L’accelerazione
A ZIO alq l’accelerazione
suolo a g,SLV può essere calcolata moltiplicando per un fattore di
comportamento q l’accelerazione valutata per lo SLAt (a g,SLAt
S L
), attraverso le equazioni comportamento valutata per lo SLD (a ), attraverso le equazioni
I principale, o le equazioni [C8.7.1.9] e [C7.2.5], nel caso di elementi liberivincolati
g,SLD
I L e dello In assenza di valutazioni più accurate, che tengano conto del tipo di meccanismo e dello
di vibrare.
In assenza di valutazioni più accurate, che tengano conto del tipo di meccanismo
O D
N
spessore delle pareti, si può assumere q = 2. spessore delle pareti, si può assumere q = 2.
I
T vita di riferimento,
L’accelerazione al suolo a g,SLV
T
deve essere confrontata con l’accelerazione di riferimento al L’accelerazione al suolo a
E il corrispondente periodo definita al §3.2 delle NTC.
g,SLV deve essere confrontata con l’accelerazione di riferimento al
suolo a valutata per la probabilità di superamento dello SLV
g
L Lcalcolare
nella come suolo ag valutata per la probabilità di superamento dello SLV nella vita di riferimento, come
T O
definita al §3.2 delle NTC. A partire da a è possibile
di ritorno T nel sito, da usarsi per il calcolo di B
g,SLV
SLV INT (vedi § C8.3).
C8.7.1.2.1.8 Verifica in spostamento allo SLV e allo SLC (analisi cinematica non lineare) C8.7.1.2.1.8 Verifica in spostamento allo SLV e allo SLC (analisi cinematica non lineare)
La verifica in spostamento si esegue calcolando l’accelerazione al suolo che produce una La verifica in spostamento si esegue calcolando l’accelerazione al suolo che produce una
domanda di spostamento sul meccanismo locale pari a quella prima definita come domanda di spostamento sul meccanismo locale pari a quella prima definita come
corrispondente al raggiungimento dello SLV o dello SLC. A tal fine è necessario valutare, a corrispondente al raggiungimento dello SLV o dello SLC. A tal fine è necessario valutare, a
partire dalla curva di capacità a(d), il periodo equivalente caratteristico dei due stati limite: partire dalla curva di capacità a(d), il periodo equivalente caratteristico dei due stati limite:
dSLV dSLV
TSLV = 1.68p [C8.7.1.10] TSLV = 1.68p [C8.7.1.10]
a(dSLV ) a(dSLV )
N E
IO
Per meccanismi ad una quota z dell’edificio è necessario fare riferimento allo spettro in Per meccanismi ad una quota z dell’edificio è necessario fare riferimento allo spettro in
AZ
accelerazione alla quota z (v. formula [C7.2.5]), trasformato in spettro in spostamento sempre accelerazione alla quota z (v. formula [C7.2.5]), trasformato in spettro in spostamento sempre
alla quota z moltiplicandolo per T2/4p2. Per la verifica a stato limite ultimo dei meccanismi
IS L
alla quota z moltiplicandolo per T2/4p2. Per la verifica a stato limite ultimo dei meccanismi
locali, considerato che i periodi di interesse dello spettro sono in genere lunghi, è sufficiente
EG locali, considerato che i periodi di interesse dello spettro sono in genere lunghi, è sufficiente
IL
considerare il solo primo modo di vibrazione, o comunque il primo tra quelli caratterizzati considerare il solo primo modo di vibrazione, o comunque il primo tra quelli caratterizzati
da spostamenti significativi nella zona dove si sviluppa il meccanismo locale.
IN
Considerato che la domanda di spostamento deve essere valutata, per quanto sopra detto, su Considerato che la domanda di spostamento deve essere valutata, per quanto sopra detto, su
uno spettro di spostamento non decrescente con il periodo T, è possibile riferirsi alle seguenti
T T uno spettro di spostamento non decrescente con il periodo T, è possibile riferirsi alle seguenti
LE
espressioni per lo SLV: espressioni per lo SLV:
L
BO [C8.7.1.12]
2 æ 2 2 ö 2 æ 2 2 ö
TSLV ç ³ SeZ (T1, , z) b T1 TSLV ç ³ SeZ (T1, , z) b T1
dSLV = SeZ (TSLV , , z) per TSLV > bT1 ÷ dSLV = SeZ (TSLV , , z) per TSLV > bT1 ÷ [C8.7.1.12]
4p 2 ç 4p 2 ÷ 4p 2 ç 4p 2 ÷
è ø è ø
Dalla espressione [8.7.1.12] è possibile calcolare l’accelerazione al suolo ag,SLV (nel caso in cui Dalla espressione [8.7.1.12] è possibile calcolare l’accelerazione al suolo ag,SLV (nel caso in cui
questa risulti minore di agSLAtcalcolata al §C8.7.1.2.5, si assume quest’ultima anche per lo questa risulti minore di agSLD calcolata al §C8.7.1.2.5, si assume quest’ultima anche per lo
SLV). Per la verifica, agSLV deve essere confrontata con l’accelerazione di riferimento al suolo SLV). Per la verifica, agSLV deve essere confrontata con l’accelerazione di riferimento al suolo
ag valutata per la probabilità di superamento dello SLV nella vita di riferimento, come ag valutata per la probabilità di superamento dello SLV nella vita di riferimento, come
definita al §3.2 delle NTC. A partire da ag,SLV è possibile calcolare il corrispondente periodo definita al §3.2 delle NTC.
di ritorno TSLV nel sito, da usarsi per il calcolo di TINT (vedi § C8.3).
Un’espressione analoga alla [C8.7.1.12] consente di valutare la domanda di spostamento allo Un’espressione analoga alla [C8.7.1.12] consente di valutare la domanda di spostamento allo
SLC e i corrispondenti valori ag,SLC e TSLC. SLC e i corrispondenti valori di ag,SLC.
Si ribadisce che nel calcolo della domanda di spostamento allo stato limite ultimo è Nel calcolo della domanda di spostamento allo stato limite ultimo è importante considerare
importante considerare l’effetto della dissipazione, sia nel calcolo dello spettro in quota (non l’effetto della dissipazione, sia nel calcolo dello spettro in quota (non linearità della struttura
manifestano nelle strutture murarie, quali ad esempio la distanza epicentrale, la sequenza e meccanismi locali che si manifestano
I C A nelle strutture murarie, quali ad esempio la distanza
in modo adeguato, di fattori importanti nella risposta dinamica dei meccanismi locali che si consente di tenere conto, in modo adeguato, importanti nella risposta dinamica dei
la durata dei picchi del segnale accelerometrico, fattori questi che possono essere epicentrale, la sequenza e la
C N dei picchi del segnale accelerometrico, fattori questi che
durata
T
rappresentati solo parzialmente attraverso uno spettro di risposta. A tal fine il numero di possono essere rappresentati E solo parzialmente attraverso uno spettro di risposta. Per contro,
accelerogrammi rappresentativi da considerare è in genere maggiore che per la verifica con però, tali fattori
N E è possibile conoscerli con un accettabile grado di dettaglio esclusivamente
ZIO da considerare è in genere maggiore che per la verifica con analisi dinamica
analisi dinamica non lineare delle risposta globale, per tener conto della sensibilità della dopo che si è manifestato l’evento.A tal fine,in fase di analisi,il numero di accelerogrammi
risposta dei meccanismi locali alle caratteristiche del singolo accelerogramma.
A
rappresentativi
Lnon lineare delle risposta globale, per tener conto della sensibilità della risposta dei
I S
EG
meccanismi locali alle caratteristiche del singolo accelerogramma.
In particolare, si consiglia di ricercare combinazioni di accelerogrammi naturali L
D I digitali, con gli spettri in accelerazione delle NTC, utilizzando cataloghi di registrazioni digitali,
compatibili In particolare, si consiglia di ricercare combinazioni di accelerogrammi naturali compatibili
A Z
VERIFICA
C8.7.1.3.1 EDIFICI SINGOLI
L
IS C8.7.1.3.1 E
EGnon
DIFICI SINGOLI
L
L’analisi globale della risposta sismica degli edifici con struttura muraria “singoli” (cioè
facenti parte di un aggregato) può essere effettuata sia mediante l’analisi deiI singoli setti
L’analisi globale della risposta sismica degli edifici con struttura muraria “singoli” (cioè non
O D facenti parte di un aggregato) può essere effettuata sia mediante l’analisi dei singoli setti
IN sia mediante un
murari sottoposti alle azioni di loro competenza (nel proprio piano e fuori dal proprio piano) murari sottoposti alle azioni di loro competenza (nel proprio piano e fuori dal proprio piano)
T Tsismiche
in base ad una suddivisione per aree di influenza (come già esposto), in base ad una suddivisione per aree di influenza (come già esposto), sia mediante un
T
coerentemente assunto come lo spostamento medio tra quello delle diverse assunto come lo spostamento medio tra quello delle diverse pareti, pesato con
le corrispondenti masse sismiche.
E T le corrispondenti masse sismiche.
Nella modellazione globale eventuali porzioni di muratura
degli elementi verticali possono essere considerate O
LL in grado di accoppiare la risposta Nella modellazione globale eventuali porzioni di muratura in grado di accoppiare la risposta
verificate entrambe le seguenti condizioni:
B parte del sistema resistente, quando siano degli elementi verticali possono essere considerate parte del sistema resistente, quando siano
verificate entrambe le seguenti condizioni:
la porzione considerata sia sorretta da un architrave, da un arco o da una la porzione considerata sia sorretta da un architrave, da un arco o da una
piattabanda strutturalmente efficace, che ne garantisca il sostegno anche nel caso in piattabanda strutturalmente efficace, che ne garantisca il sostegno anche nel caso in
cui la stessa sia fessurata e danneggiata dal sisma; cui la stessa sia fessurata e danneggiata dal sisma;
essa sia efficacemente ammorsata alle pareti che la sostengono (ovvero sia possibile essa sia efficacemente ammorsata alle pareti che la sostengono (ovvero sia possibile
confidare in una resistenza orizzontale a trazione, anche se limitata) o si possa confidare in una resistenza orizzontale a trazione, anche se limitata) o si possa
instaurare nella porzione un meccanismo resistente a puntone diagonale (ad instaurare nella porzione un meccanismo resistente a puntone diagonale (ad
esempio per la presenza di una catena o di un elemento accoppiato resistente a esempio per la presenza di una catena o di un elemento accoppiato resistente a
trazione). trazione).
Per le verifiche di sicurezza nei riguardi del comportamento sismico globale, è possibile Per le verifiche di sicurezza nei riguardi del comportamento sismico globale, è possibile
applicare quanto prescritto dalle NTC per la progettazione delle nuove costruzioni in applicare quanto prescritto dalle NTC per la progettazione delle nuove costruzioni in
A O
IC
SLV: lo spostamento ultimo a SLV, sulla bilineare equivalente sopra definita, è pari a ¾ dello SLV: lo spostamento ultimo a SLV, sulla bilineare equivalente sopra definita, è pari a ¾ dello
spostamento a SLC spostamento a SLC
C N
TE
SLD: lo spostamento corrispondente è il minore tra gli spostamenti ottenuti dalle seguenti SLD: lo spostamento corrispondente è il minore tra gli spostamenti ottenuti dalle seguenti
E
due condizioni: due condizioni:
quello corrispondente al limite elastico della bilineare equivalente, definita a partire
N
quello corrispondente al limite elastico della bilineare equivalente, definita a partire
IO
AZ
dallo spostamento ultimo a SLC; dallo spostamento ultimo a SLC;
quello corrispondente al raggiungimento della resistenza massima a taglio in tutti i
maschi murari verticali in un qualunque livello di una qualunque parete ritenuta IS L quello corrispondente al raggiungimento della resistenza massima a taglio in tutti i
maschi murari verticali in un qualunque livello di una qualunque parete ritenuta
E G
IL
significativa ai fini dell’uso della costruzione (e comunque non prima dello significativa ai fini dell’uso della costruzione (e comunque non prima dello
D
spostamento per il quale si raggiunge un taglio di base pari a 3/4 del taglio di base spostamento per il quale si raggiunge un taglio di base pari a 3/4 del taglio di base
massimo).
IN O massimo).
TTcapacità di spostamento ai
SLO: lo spostamento corrispondente è pari a 2/3 di quello allo SLD. SLO: lo spostamento corrispondente è pari a 2/3 di quello allo SLD.
E
O LLbilineare equivalente attraverso le
La domanda di spostamento, da confrontarsi con le suddette La domanda di spostamento, da confrontarsi con le suddette capacità di spostamento ai
u u
O D u u
q =
[C8.7.1.13] TI
N q =
i 0 i 0
i i i i
h h
i
T i [C8.7.1.13]
q =
u u
L LE q =
u u
O
0 j 0 j
B
j j j j
h j
h j
dove(assumendo nel piano della parete una terna destrorsa): i e j sono le rotazioni, uj e ui dove(assumendo nel piano della parete una terna destrorsa): i e j sono le rotazioni, uj e ui
sono gli spostamenti orizzontali, u0 è lo spostamento orizzontale del punto di flesso, hi e hj sono gli spostamenti orizzontali, u0 è lo spostamento orizzontale del punto di flesso, hi e hj
sono le luci di taglio (essendo h = hi + hj l’altezza dell’elemento). Lo spostamento ultimo a SLC sono le luci di taglio (essendo h = hi + hj l’altezza dell’elemento). Lo spostamento ultimo a SLC
è definito in corrispondenza di una rotazione della corda pari a 0,01. è definito in corrispondenza di una rotazione della corda pari a 0,01.
Il criterio di resistenza per la verifica a taglio scorrimento, da valutare nelle sezioni soggette a Il criterio di resistenza per la verifica a taglio scorrimento, da valutare nelle sezioni soggette a
momento massimo (solitamente le due sezioni di estremità del pannello), è quello indicato al momento massimo (solitamente le due sezioni di estremità del pannello), è quello indicato al
§ 7.8.2.2.2 delle NTC, con la precisazione che la limitazione fv,lim relativa alla rottura dei § 7.8.2.2.2 delle NTC, utilizzando i valori di fv0 indicati in tabella 8.5.1,con la precisazione che
blocchi è fornita dalla seguente relazione, ricavata per blocchi di forma standard: la limitazione fv,lim relativa alla rottura dei blocchi è fornita dalla seguente relazione, ricavata
per blocchi di forma standard:
estremità per effetto dell’ingranamento con le porzioni di muratura adiacenti. I meccanismi estremità
di rottura possono coinvolgere la resistenza per trazione dei blocchi f o avvenire per L A Z
bt
scorrimento lungo i giunti orizzontali; la resistenza a trazione orizzontale è quindi data I S di rottura possono coinvolgere la resistenza per trazione dei blocchi f o avvenire per
G scorrimento
bt
coefficiente d’attrito locale del giunto;; è il in questo contesto può essere trascurata); mè il coefficiente d’attrito locale del giunto;; è il
coefficiente di ingranamento murario, già definito nella equazione [C8.7.1.2]. coefficiente di ingranamento murario, già definito nella equazione [C8.7.1.2].
In assenza di valutazioni più accurate, y può essere stimata pari a metà della tensione In assenza di valutazioni più accurate, y può essere stimata pari a metà della tensione
normale media 0 agente nei maschi adiacenti. Stimata la resistenza a trazione della fascia fft, normale media 0 agente nei maschi adiacenti. Stimata la resistenza a trazione della fascia fft,
il dominio di resistenza a pressoflessione M-N può essere calcolato ipotizzando la il dominio di resistenza a pressoflessione M-N può essere calcolato ipotizzando la
conservazione della sezione piana e un legame tensione-deformazione elasto-plastico a conservazione della sezione piana e un legame tensione-deformazione elasto-plastico a
compressione ed elasto-fragile a trazione, nel caso di rottura dei blocchi, elasto-plastico, compressione ed elasto-fragile a trazione, nel caso di rottura dei blocchi, elasto-plastico,
eventualmente a duttilità controllata, nel caso di rottura per scorrimento dei giunti. Per la eventualmente a duttilità controllata, nel caso di rottura per scorrimento dei giunti. Per la
resistenza a compressione occorre valutare quella in direzione orizzontale fh, usualmente resistenza a compressione occorre valutare quella in direzione orizzontale fh, usualmente
inferiore a quella in direzione verticale. . Considerato che per le fasce il modello globale non è inferiore a quella in direzione verticale. . Considerato che per le fasce il modello globale non è
usualmente in grado di valutare in modo affidabile l’azione assiale orizzontale, la resistenza usualmente in grado di valutare in modo affidabile l’azione assiale orizzontale, la resistenza
TT
[C8.7.1.16]
dove:
L E dove:
l
t
è la lunghezza del pannello
è lo spessore del pannello B OL l
t
è la lunghezza del pannello
è lo spessore del pannello
è la tensione normale media, riferita all’area totale della sezione (= P/lt, con P forza è la tensione normale media, riferita all’area totale della sezione (= P/lt, con P forza
assiale agente, positiva se di compressione) assiale agente, positiva se di compressione)
ftd e 0d sono, rispettivamente, i valori di calcolo della resistenza a trazione per fessurazione ftd e 0d sono, rispettivamente, i valori di calcolo della resistenza a trazione per fessurazione
diagonale e della corrispondente resistenza a taglio di riferimento della muratura (ft diagonale e della corrispondente resistenza a taglio di riferimento della muratura (ft
= 1,5); nel caso in cui tale parametro sia desunto da prove di compressione = 1,5); nel caso in cui tale parametro sia desunto da prove di compressione
diagonale, la resistenza a trazione per fessurazione diagonale ft si assume pari al diagonale, la resistenza a trazione per fessurazione diagonale ft si assume pari al
carico diagonale di rottura diviso per due volte la sezione media del pannello carico diagonale di rottura diviso per due volte la sezione media del pannello
sperimentato valutata come t(l+h)/2, con t, l e h rispettivamente spessore, base e sperimentato valutata come t(l+h)/2, con t, l e hrispettivamente spessore, base e
altezza del pannello. altezza del pannello.
–AZ
– architrave in calcestruzzo armato o in profilato d’acciaio, purché appoggiato per una massima fornita dalla [C8.7.1.16], pari a:
significativa estensione nella muratura: 60%;
architrave in legno, di buone caratteristiche e ben ammorsato: 40%; S L architrave in calcestruzzo armato o in profilato d’acciaio, purché appoggiato per una
I – significativa estensione nella muratura: 60%;
G
–
LE
– arco in muratura: 10%. architrave in legno, di buone caratteristiche e ben ammorsato: 40%;
I N O
Il contributo della resistenza residua può eventualmente essere messo in conto attraverso un Il contributo della resistenza residua può eventualmente essere messo in conto attraverso un
T
legame costitutivo multilineare, che simula la riduzione di resistenza in corrispondenza di legame costitutivo multilineare, che simula la riduzione di resistenza in corrispondenza di
E
una deformazione angolare pari a 0,005, o ancora con un modello T e assumendomaunassegnando
bilineare una deformazione angolare pari a 0,005, o ancora con un modello bilineare ma assegnando
L L
alla fascia direttamente una resistenza pari a quella residua valore di alla fascia direttamente una resistenza pari a quella residua e assumendo un valore di
deformazione angolare ultimo pari a 0,015.
B O deformazione angolare ultimo pari a 0,015.
Nel caso di muratura regolare, la resistenza a taglio può essere ottenuta dalla relazione: Nel caso di muratura regolare, la resistenza a taglio può essere ottenuta dalla relazione
semplificata, indicata per la muratura irregolare che risulterà generalmente più cautelativa,
oppure dalla relazione più completa riportata nel seguito:
[C8.7.1.17] [C8.7.1.17]
dove: è la resistenza equivalente a taglio della muratura e m~ è un coefficiente di attrito dove: è la resistenza equivalente a taglio della muratura e m~ è un coefficiente di attrito
equivalente, funzione dei parametri di resistenza locale del giunto (coesione, assunta equivalente, funzione dei parametri di resistenza locale del giunto (coesione, assunta
convenzionalmente pari alla resistenza a taglio della muratura in assenza di tensioni normali convenzionalmente pari alla resistenza a taglio della muratura in assenza di tensioni normali
fv0,e mcoefficiente d’attrito) e della tessitura attraverso il coefficiente di ingranamento fv0,e mcoefficiente d’attrito) e della tessitura attraverso il coefficiente di ingranamento
murario , definito come rapporto tra l’altezza del blocco e la lunghezza di sovrapposizione
E
di un paramento costruito con mattoni disposti “per lungo” o “di lista”, in quanto presenta di un paramento costruito con mattoni disposti “per lungo” o “di lista”, in quanto presenta
normalmente una diversa inclinazione della fessura a scaletta.
I N
normalmente una diversa inclinazione della fessura a scaletta.
Lin via approssimata, in funzione della rottura
Vt,limè un valore limite che può essere stimato, in via approssimata, in funzione della rottura V t,lim
O N
è un valore limite che può essere stimato,
bt
I
l’espressione, ricavata per blocchiC Aforma standard:
a trazione dei blocchif , e tenendo conto della geometria del pannello, attraverso a trazione dei blocchif , e tenendo conto della geometria del pannello, attraverso
di
EC
N
1+T
lt f lt f
V = 1+
btd 0
V = btd 0
b 2.3 E f
[C8.7.1.18] [C8.7.1.18]
N
t ,lim t ,lim
b 2.3 f
dove f può essere ricavata da dati di letteratura o attraverso prove di caratterizzazione doveZfIO
btd btd
come nel caso della rottura a taglio per trazione diagonale e assumendoD I leLtipologie Lo
Lo spostamento ultimo a SLC è definito valutando la deformazione angolare rappresentativa
per
spostamento ultimo a SLC è definito valutando la deformazione angolare rappresentativa
come nel caso della rottura a taglio per trazione diagonale e assumendo per le tipologie
INO
murarie riportate in Tabella C8.5.I una soglia limite pari a 0,005. Nel caso invece di murature murarie riportate in Tabella C8.5.I una soglia limite pari a 0,005. Nel caso invece di murature
di tipologia moderna, ovvero costituite da blocchi forati, la sogliaT
T limite è pari a 0,004. di tipologia moderna, ovvero costituite da blocchi forati, la soglia limite è pari a 0,004.
L LE per la rottura a taglio per Nel caso delle fasce di piano valgono le precisazioni riportate per la rottura a taglio per
Nel caso delle fasce di piano valgono le precisazioni riportate
BO
trazione diagonale, relativamente alla valutazione della tensione media di compressione e trazione diagonale, relativamente alla valutazione della tensione media di compressione e
0 0
Un aggregato edilizio di edifici1è il risultato di una genesi articolata e sovente non unitaria, Un aggregato edilizio di edifici2è il risultato di una genesi articolata e sovente non unitaria,
dovuta a molteplici fattori (sequenza costruttiva, uso di materiali diversi, mutate esigenze, dovuta a molteplici fattori (sequenza costruttiva, uso di materiali diversi, mutate esigenze,
etc.). Nell’analisi di un aggregato edilizio occorre individuare, in via preliminare, le Unità etc.). Nell’analisi di un aggregato edilizio occorre individuare, in via preliminare, le Unità
Strutturali (US) che compongono l’aggregato, evidenziando le azioni che su ciascuna di esse Strutturali (US) che compongono l’aggregato, evidenziando le azioni che su ciascuna di esse
possono derivare dalle Unità Strutturali contigue. Ove necessario, tale analisi preliminare possono derivare dalle Unità Strutturali contigue. Ove necessario, tale analisi preliminare
può estendersi all’intero aggregato, al fine di individuare le relazioni tra ciascuna US e il può estendersi all’intero aggregato, al fine di individuare le relazioni tra ciascuna US e il
resto dell’aggregato, con particolare attenzione al contesto ed ai meccanismi di resto dell’aggregato, con particolare attenzione al contesto ed ai meccanismi di
giustapposizione e di sovrapposizione. giustapposizione e di sovrapposizione.
La porzione di aggregato che costituisce l’US comprende cellule tra loro legate in elevazione
I N E
La porzione di aggregato che costituisce l’US comprende cellule tra loro legate in elevazione
ed in pianta da un comune processo costruttivo, e considera tutti gli elementi interessati dalla
N L
ed in pianta da un comune processo costruttivo, e considera tutti gli elementi interessati dalla
trasmissione a terra dei carichi verticali. O
trasmissione a terra dei carichi verticali.
A
In particolare, il processo di indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare, ove
IC
In particolare, il processo di indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare, ove
N
significativo in relazione alle verifiche da effettuare e/o agli interventi previsti, attraverso
C
significativo in relazione alle verifiche da effettuare e/o agli interventi previsti, attraverso
l’individuazione di diversi strati d’informazione:
TE
l’individuazione di diversi strati d’informazione:
E
-
-
i rapporti tra i processi di aggregazione ed organizzazione dei tessuti edilizi;
i principali eventi che hanno influito sugli aspetti morfologici del costruito storico (fonti
-
-
IO N
i rapporti tra i processi di aggregazione ed organizzazione dei tessuti edilizi;
i principali eventi che hanno influito sugli aspetti morfologici del costruito storico (fonti
storiche);
L AZ storiche);
- la disposizione e la gerarchia dei cortili ed il posizionamento delle scale;
G IS - la disposizione e la gerarchia dei cortili ed il posizionamento delle scale;
E
- l’allineamento delle pareti (con particolare riferimento alle facciate, al disassamento dei - l’allineamento delle pareti (con particolare riferimento alle facciate, al disassamento dei
fronti ed ai flessi planimetrici);
D IL
i rapporti spaziali elementari delle singole cellule murarie, nonché i rapporti di
fronti ed ai flessi planimetrici);
i rapporti spaziali elementari delle singole cellule murarie, nonché i rapporti di
O
- -
T IN
regolarità, ripetizione, modularità, ai diversi piani, al fine di distinguere le cellule regolarità, ripetizione, modularità, ai diversi piani, al fine di distinguere le cellule
originare da quelle realizzate successivamente;
T originare da quelle realizzate successivamente;
-
L LE
la forma e la posizione delle aperture nelle pareti: loro assialità, simmetria e ripetizione - la forma e la posizione delle aperture nelle pareti: loro assialità, simmetria e ripetizione
BO
al fine di individuare il percorso di trasmissione degli sforzi e la sua evoluzione nel al fine di individuare il percorso di trasmissione degli sforzi e la sua evoluzione nel
tempo; tempo;
- i disassamenti e le rastremazioni delle pareti, i muri poggianti “in falso” sui solai - i disassamenti e le rastremazioni delle pareti, i muri poggianti “in falso” sui solai
sottostanti, le differenze di quota tra solai contigui. sottostanti, le differenze di quota tra solai contigui.
L’US è caratterizzata da comportamento strutturale unitario nei confronti dei carichi L’US è caratterizzata da comportamento strutturale unitario nei confronti dei carichi
orizzontali e verticali per cui, nell’individuarla, si terrà conto della tipologia costruttiva e del orizzontali e verticali per cui, nell’individuarla, si terrà conto della tipologia costruttiva e del
1 Nell’analisi degli aggregati, al concetto di edificio si preferisce sostituire il concetto di Unità Strutturale (US), chiaramente definito e individuato negli ultimi capoversi del §
8.7.1 delle NTC.
2 Nell’analisi degli aggregati, al concetto di edificio si preferisce sostituire il concetto di Unità Strutturale (US), chiaramente definito e individuato negli ultimi capoversi del §
8.7.1 delle NTC.
I N
Ove necessario, occorre anche considerare gli effetti di: spinte causate da orizzontamenti
L
Ove necessario, occorre anche considerare gli effetti di: spinte causate da orizzontamenti
N
O
sfalsati di quota sulle pareti in comune con le US adiacenti; effetti locali causati da sfalsati di quota sulle pareti in comune con le US adiacenti; effetti locali causati da
disallineamenti dei prospetti, differenze di altezza o di rigidezza tra US adiacenti; azioni di
A
disallineamenti dei prospetti, differenze di altezza o di rigidezza tra US adiacenti; azioni di
IC
N
ribaltamento e di traslazione nelle US di testata. ribaltamento e di traslazione nelle US di testata.
T EC
L'analisi di una US secondo i metodi utilizzati per edifici isolati, se effettuata modellando in L'analisi di una US secondo i metodi utilizzati per edifici isolati, se effettuata modellando in
S Lsingole pareti dell’US, ciascuna analizzata come struttura indipendente, soggetta ai carichi
Qualora i solai dell'edificio siano di rigidezza trascurabile si può procedere all'analisi delle Qualora i solai dell'edificio siano di rigidezza trascurabile si può procedere all'analisi delle
I
nelG
singole pareti dell’US, ciascuna analizzata come struttura indipendente, soggetta ai carichi
verticali di competenza ed all'azione del sisma nella direzione parallela alla parete;E
I L caso verticali di competenza ed all'azione del sisma nella direzione parallela alla parete; nel caso
D
in cui la parete oggetto di verifica abbia continuità con quella di una US adiacente (ad in cui la parete oggetto di verifica abbia continuità con quella di una US adiacente (ad
Oa quella derivante da prendere in considerazione non debba essere incrementata rispetto a quella derivante
esempio nel caso delle facciate di aggregati in linea) è necessario stimare se l’azione sismica esempio nel caso delle facciate di aggregati in linea) è necessario stimare se l’azione sismica
I N
TT nelle US di angolo o di dalle sole masse dell’US in esame (fatto che, ad esempio, si verifica nelle US di angolo o di
da prendere in considerazione non debba essere incrementata rispetto
E
dalle sole masse dell’US in esame (fatto che, ad esempio, si verifica
testata). L'analisi e le verifiche di ogni singola parete L
O L seguono i criteri esposti nei punti testata). L'analisi e le verifiche di ogni singola parete seguono i criteri esposti nei punti
precedenti.
B precedenti.
Nel caso di solai infinitamente rigidi o di rigidezza significativa, la verifica agli stati limite Nel caso di solai infinitamente rigidi o di rigidezza significativa, la verifica agli stati limite
ultimi e/o di esercizio di una US in aggregato può essere svolta, anche per edifici con più di ultimi e/o di esercizio di una US in aggregato può essere svolta, anche per edifici con più di
due piani, mediante l'analisi statica non lineare analizzando e verificando separatamente due piani, mediante l'analisi statica non lineare analizzando e verificando separatamente
ciascun interpiano dell'edificio e trascurando la variazione della forza assiale nei maschi ciascun interpiano dell'edificio e trascurando la variazione della forza assiale nei maschi
murari dovuta all'effetto dell'azione sismica. Con l'esclusione di unità strutturali d'angolo o murari dovuta all'effetto dell'azione sismica. Con l'esclusione di unità strutturali d'angolo o
di testata, così come di parti di edificio non vincolate o non aderenti su più lati alle US di testata, così come di parti di edificio non vincolate o non aderenti su più lati alle US
contigue (es. piani superiori di un edificio di maggiore altezza rispetto alle US adiacenti), contigue (es. piani superiori di un edificio di maggiore altezza rispetto alle US adiacenti),
l'analisi può anche essere svolta trascurando gli effetti torsionali, ipotizzando che i solai, l'analisi può anche essere svolta trascurando gli effetti torsionali, ipotizzando che i solai,
infinitamente rigidi, possano unicamente traslare nella direzione considerata dell'azione infinitamente rigidi, possano unicamente traslare nella direzione considerata dell'azione
sismica. sismica.
È consentito applicare le regole semplificate di cui al § 7.8.1.9 delle NTC utilizzando, al posto Sulle costruzioni esistenti è possibile eseguire interventi che consentano di assimilare la
della resistenza caratteristica a compressione fk, il valore medio fm, diviso per il fattore di costruzione ad un edificio semplice. In tali casi l’intervento è volto a soddisfare le regole di
confidenza. Oltre alle condizioni ivi prescritte è necessario che, dopo l’eventuale intervento cui al § 7.8.1.9 delle NTC; facendo riferimento, al posto della resistenza caratteristica a
di adeguamento, risulti verificato quanto segue: compressione fk, il valore medio fm, diviso per il fattore di confidenza. Oltre alle condizioni
sopra indicate è necessario che, dopo l’eventuale intervento, risulti verificato anche quanto
segue:
a. i solai siano in grado di svolgere la funzione di diaframma di piano, siano ben a. i solai siano in grado di svolgere la funzione di diaframma di piano, siano ben
collegati alle pareti e siano in grado di evitare il ribaltamento delle pareti fuori dal collegati alle pareti e siano in grado di evitare il ribaltamento delle pareti fuori dal
loro piano; loro piano;
I N E
b. tutte le aperture abbiano architravi dotati di adeguata resistenza flessionale; b.
N L
tutte le aperture abbiano architravi dotati di adeguata resistenza flessionale;
c. tutti gli elementi spingenti, comprese le coperture a falda, eventualmente presenti c.
O
tutti gli elementi spingenti, comprese le coperture a falda, eventualmente presenti
A
IC
siano dotati di accorgimenti atti ad eliminare o equilibrare le spinte orizzontali e a siano dotati di accorgimenti atti ad eliminare o equilibrare le spinte orizzontali e a
inibire lo scivolamento dei vari elementi (es. presenza di connessioni quali chiodi,
N
inibire lo scivolamento dei vari elementi (es. presenza di connessioni quali chiodi,
C
TE
viti o staffe tra tutti gli elementi delle coperture a falda con struttura lignea); viti o staffe tra tutti gli elementi delle coperture a falda con struttura lignea);
d. tutti gli elementi ad elevata vulnerabilità, anche non strutturali, siano stati eliminati
E
d. tutti gli elementi ad elevata vulnerabilità, anche non strutturali, siano stati eliminati
N
IO
o resi sicuri (ad esempio comignoli, cornicioni ecc.); o resi sicuri (ad esempio comignoli, cornicioni ecc.);
AZ
e. le pareti ortogonali siano tra loro ben collegate e. le pareti ortogonali siano tra loro ben collegate
f. le murature non siano a sacco o a doppio paramento o, in generale, di cattiva qualità
IS L f. le murature non siano a sacco o a doppio paramento o, in generale, di cattiva qualità
e scarsa resistenza (es. muratura in “forati”, muratura con pietre tondeggianti di
E G e scarsa resistenza (es. muratura in “forati”, muratura con pietre tondeggianti di
IL
fiume o pareti di spessore chiaramente insufficiente). fiume o pareti di spessore chiaramente insufficiente)
O D Sel’intervento rispetta tutto quanto sopra descritto, lo stesso potrà essere considerato come
un intervento di adeguamento e sarà possibile omettere le analisi ante e post intervento.
T IN
T
LE
C8.7.1.4 ELEMENTI STRUTTURALI IN LEGNO C8.7.1.4 ELEMENTI STRUTTURALI IN LEGNO
OL
I collegamenti tra differenti elementi lignei devono essere ripristinati nella loro funzionalità I collegamenti tra differenti elementi lignei devono essere ripristinati nella loro funzionalità
B
statica, mantenendo valori di rigidezza simili a quelli posseduti dalla struttura originaria, a
meno di evidenti riconosciute carenze strutturali/costruttive.
statica, mantenendo valori di rigidezza simili a quelli posseduti dalla struttura originaria, a
meno di evidenti riconosciute carenze strutturali/costruttive.
Il ripristino della continuità strutturale tra parti diverse di uno stesso elemento può essere Il ripristino della continuità strutturale tra parti diverse di uno stesso elemento può essere
realizzato mediante collegamenti tradizionali a secco utilizzando, quando possibile, elementi realizzato mediante collegamenti tradizionali a secco utilizzando, quando possibile, elementi
lignei o, in alternativa, metallici o altri riconosciuti idonei. Adesivi strutturali, in alternativa a lignei o, in alternativa, metallici o altri riconosciuti idonei. Adesivi strutturali, in alternativa a
collegamenti meccanici, possono essere usati con cautela e comunque non per trasmettere collegamenti meccanici, possono essere usati con cautela e comunque non per trasmettere
tensioni di trazione ortogonali al piano di incollaggio. tensioni di trazione ortogonali al piano di incollaggio.
Nell’intervenire su elementi lignei è opportuno garantire la possibilità di variazione Nell’intervenire su elementi lignei è opportuno garantire la possibilità di variazione
dimensionale dell'elemento a seguito di variazioni di umidità, per evitare stati di coazione. dimensionale dell'elemento a seguito di variazioni di umidità, per evitare stati di coazione.
Sono da evitarsi interventi che producano manomissioni delle fessure longitudinali da ritiro Sono da evitarsi interventi che producano manomissioni delle fessure longitudinali da ritiro
(cretti) o che impediscano, in qualsiasi modo, dilatazioni e ritiri trasversali del legno. (cretti) o che impediscano, in qualsiasi modo, dilatazioni e ritiri trasversali del legno.
C8.7.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O DI ACCIAIO C8.7.2 COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO ARMATO O DI ACCIAIO
Nei paragrafi che seguono, che non hanno corrispettivi nelle NTC, l’attenzione è
I N E
Nei paragrafi che seguono, che non hanno corrispettivi nelle NTC, l’attenzione è
prevalentemente concentrata sugli edifici; alcune considerazioni di carattere generale,
N L
prevalentemente concentrata sugli edifici; alcune considerazioni di carattere generale,
nonché quelle relative a valutazioni sui singoli elementi strutturali, possono essere estese O
nonché quelle relative a valutazioni sui singoli elementi strutturali, possono essere estese
A
anche ad altri tipi costruttivi.
IC
anche ad altri tipi costruttivi.
N
Gli elementi che contribuiscono alla capacità sismica sono definiti primari. Differentemente
C
Alcuni elementi considerati non strutturali, ma comunque dotati di resistenza non
dalle nuove costruzioni, alcuni elementi considerati non strutturali, ma comunque dotati di
TE
trascurabile, o anche strutturali, ma comunemente non presi in conto nei modelli, possono
E
N
resistenza non trascurabile (come ad esempio le tamponature robuste), o anche strutturali, essere presi in conto nelle valutazioni di sicurezza globali della costruzione, a condizione che,
ma comunemente non presi in conto nei modelli, possono essere presi in conto nelle
IO
per il livello di azione considerato, ne sia adeguatamente verificata l’efficacia.
valutazioni di sicurezza globali della costruzione, a condizione che, per il livello di azione
L AZ
considerato, ne sia adeguatamente verificata l’efficacia.
G IS
E
IL
C8.7.2.1 REQUISITI DI SICUREZZA C8.7.2.1 REQUISITI DI SICUREZZA
O D
IN
C8.7.2.1.1 STATO LIMITE DI PREVENZIONE DEL COLLASSO (SLC) C8.7.2.1.1 STATO LIMITE DI PREVENZIONE DEL COLLASSO (SLC)
T
ET
Nel caso di elementi/meccanismi duttili (v. § C8.7.2.3 e § C8.7.2.4) gli effetti da considerare Nel caso di elementi/meccanismi duttili (v. § C8.7.2.3 e § C8.7.2.4) gli effetti da considerare
L L
sono quelli derivanti dall’analisi strutturale, mentre nel caso di elementi/meccanismi fragili sono quelli derivanti dall’analisi strutturale, mentre nel caso di elementi/meccanismi fragili
BO
(v. § C8.7.2.3 e § C8.7.2.4) gli effetti derivanti dall’analisi strutturale possono venire (v. § C8.7.2.3 e § C8.7.2.4) gli effetti derivanti dall’analisi strutturale possono venire
modificati come indicato nel § C8.7.2.2. modificati come indicato nel § C8.7.2.2.
Le capacità sono definite in termini di deformazioni ultime per gli elementi/meccanismi Le capacità sono definite in termini di deformazioni ultime per gli elementi/meccanismi
duttili e di resistenze ultime per gli elementi/meccanismi fragili. duttili e di resistenze ultime per gli elementi/meccanismi fragili.
C8.7.2.1.2 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (SLV) C8.7.2.1.2 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (SLV)
Nel caso di elementi/meccanismi duttili gli effetti da considerare sono quelli derivanti
dall’analisi strutturale, mentre nel caso di elementi/meccanismi fragili gli effetti derivanti
dall’analisi strutturale possono venire modificati come indicato nel § C8.7.2.2.
Per gli elementi/meccanismi duttili, le capacità sono definite in termini di “deformazioni
sostenibili” e di “resistenze ultime”; per gli elementi/meccanismi fragili le capacità sono
definite in termini di “deformazioni ultime” e di resistenze prudenzialmente ridotte.
O LL
Gli effetti dell’azione sismica, possono essere valutati con i metodi Gli effetti dell’azione sismica, possono essere valutati con i metodi di cui al § 7.3 delle NTC,
B
con le precisazioni seguenti. con le precisazioni seguenti.
Ai fini delle verifiche di sicurezza, gli elementi/meccanismi strutturali vengono distinti in Ai fini delle verifiche di sicurezza, gli elementi/meccanismi strutturali vengono distinti in
“duttili” e “fragili”. La classificazione degli elementi/meccanismi nelle due categorie è fornita “duttili” e “fragili”. La classificazione degli elementi/meccanismi nelle due categorie è fornita
in § C8.7.2.3 per le costruzioni in c.a. e in § C8.7.2.4 per le costruzioni in acciaio. in § C8.7.2.3 per le costruzioni in c.a. e in § C8.7.2.4 per le costruzioni in acciaio.
I fattori di confidenza indicati nella Tabella C8.5.III servono a un duplice scopo: I fattori di confidenza indicati nella Tabella C8.5.III servono a un duplice scopo:
a. per definire le resistenze dei materiali da utilizzare nelle formule di capacità degli a. per definire le resistenze dei materiali da utilizzare nelle formule di capacità degli
elementi duttili e fragili; le resistenze medie, ottenute dalle prove in situ e dalle elementi duttili e fragili; le resistenze medie, ottenute dalle prove in situ e dalle
informazioni aggiuntive, sono divise per i fattori di confidenza; informazioni aggiuntive, sono divise per i fattori di confidenza;
b. per determinare le sollecitazioni trasmesse dagli elementi/meccanismi duttili a b. per determinare le sollecitazioni trasmesse dagli elementi/meccanismi duttili a
quelli fragili; a tale scopo, le resistenze medie degli elementi duttili, ottenute dalle quelli fragili; a tale scopo, le resistenze medie degli elementi duttili, ottenute dalle
prove in situ e dalle informazioni aggiuntive, sono moltiplicate per i fattori di prove in situ e dalle informazioni aggiuntive, sono moltiplicate per i fattori di
confidenza. confidenza.
I N E
L
L’analisi statica lineare può essere effettuata ove siano soddisfatte le condizioni di cui al § L’analisi statica lineare può essere effettuata ove siano soddisfatte le condizioni di cui al §
7.3.3.2 delle NTC, con le seguenti indicazioni aggiuntive:
N
7.3.3.2 delle NTC, con le seguenti indicazioni aggiuntive:
O
considerando tutti gli elementi primari della strutturae indicato, per l’i-esimo di tali
elementi, con i = Di Ci il rapporto tra il momento flettente Di fornito dall’analisi
IC A
considerando tutti gli elementi primari della struttura ed indicato, per l’i-esimo di
tali elementi, con i = Di Ci il rapporto tra il momento flettente Di fornito
C N
TE
della struttura soggetta alla combinazione di carico sismica e il corrispondente dall’analisi della struttura soggetta alla combinazione di carico sismica e il
E
momento resistente Ci (valutato in presenza dello sforzo normale relativo alle corrispondente momento resistente Ci (valutato in presenza dello sforzo normale
condizioni di carico gravitazionali), il coefficiente di variazione di tutti i 𝜌 ≥ 1 non
IO N
relativo alle condizioni di carico gravitazionali), il coefficiente di variazione di tutti i
AZ
deve superare il valore di 0,5; 𝜌 ≥ 1 non deve superare il valore di 0,5;
la capacità Ci degli elementi/meccanismi fragili è maggiore della corrispondente
IS L la capacità Ci degli elementi/meccanismi fragili è maggiore della corrispondente
EGsulla
domanda Di , quest’ultima calcolata sulla base della resistenza degli elementi duttili domanda Di , quest’ultima calcolata sulla base della capacità degli elementi duttili
adiacenti, se il degli elementi/meccanismi fragili è maggiore di 1, oppure L
I è minore di adiacenti, se il i degli elementi/meccanismi fragili è maggiore di 1, oppure sulla
D
i
i
I N O
base dei risultati dell’analisi, se il degli elementi/meccanismi fragili base dei risultati dell’analisi, se il i degli elementi/meccanismi fragili è minore di
TT
1. 1.
Analisi statica lineare con spettro elastico
E Analisi statica lineare con spettro elastico
O LeLladiverifica
Nel caso di analisi lineare con spettro elastico, lo spettro risposta da impiegare è quello Nel caso di analisi lineare con spettro elastico, lo spettro di risposta da impiegare è quello
C8.7.2.2.2 ANALISI DINAMICA MODALE CON SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO O CON FATTORE DI
I N E
C8.7.2.2.2 ANALISI DINAMICA MODALE CON SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO O CON FATTORE DI
COMPORTAMENTO q COMPORTAMENTO q
N L
Tale metodo di analisi è applicabile secondo quanto indicato al § 7.3.3.1 delle NTC, alle
A O
Tale metodo di analisi è applicabile secondo quanto indicato al § 7.3.3.1 delle NTC, alle
medesime condizioni di cui ai punti precedenti. La prima modalità prevede che lo spettro di
IC
medesime condizioni di cui ai punti precedenti. La prima modalità prevede che lo spettro di
N
risposta da impiegare sia quello elastico di cui al § 3.2.3 delle NTC e si applica con le stesse
C
risposta da impiegare sia quello elastico di cui al § 3.2.3 delle NTC e si applica con le stesse
modalità di cui all’analisi statica lineare con spettro elastico; la seconda che si faccia
riferimento ad uno spettro di progetto, definito nel § 3.2.3 delle NTC, utilizzando le E TE
modalità di cui all’analisi statica lineare con spettro elastico; la seconda che si faccia
riferimento ad uno spettro di progetto, definito nel § 3.2.3 delle NTC, utilizzando le
precisazioni riportate per l’analisi statica lineare con fattore q.
IO N
precisazioni riportate per l’analisi statica lineare con fattore q.
L AZ A
IS
C8.7.2.2.3 ANALISI STATICA NON LINEARE C8.7.2.2.3 NALISI STATICA NON LINEARE
E
Tale metodo di analisi si applica con le modalità indicate al § 7.3.4.1 delle NTC, con le G Tale metodo di analisi si applica con le modalità indicate al § 7.3.4.1 delle NTC, con le
limitazioni della Tabella C8.5.III.
D IL limitazioni della Tabella C8.5.IV.
IN O
Le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sugli elementi/meccanismi sia duttili sia fragili, Le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sugli elementi/meccanismi sia duttili sia fragili,
TT
da utilizzare ai fini delle verifiche, sono quelle derivanti dall’analisi strutturale eseguita da utilizzare ai fini delle verifiche, sono quelle derivanti dall’analisi strutturale eseguita
utilizzando i valori medi delle proprietà dei materiali.
E utilizzando i valori medi delle proprietà dei materiali.
O LL la domanda in termini di
La verifica degli elementi “duttili” è eseguita confrontando La verifica degli elementi “duttili” è eseguita confrontando la domanda in termini di
B
deformazioni ottenuta dall’analisi con la relativa capacità. deformazioni ottenuta dall’analisi con la relativa capacità.
La verifica degli elementi “fragili” è eseguita confrontando la domanda in termini di La verifica degli elementi “fragili” è eseguita confrontando la domanda in termini di
sollecitazioni con la relativa capacità. sollecitazioni con la relativa capacità.
Nel caso di analisi statica non lineare con ramo degradante e stati limite che si verificano su Nel caso di analisi statica non lineare con ramo degradante e stati limite che si verificano su
questo, inoltre: questo, inoltre:
nel caso di elementi duttili la domanda in termini di deformazione si calcola in nel caso di elementi duttili la domanda in termini di deformazione si calcola in
corrispondenza di dmax per ciascuno stato limite; corrispondenza di dmax per ciascuno stato limite;
nel caso di elementi fragili la domanda in termini di sollecitazione di taglio si può nel caso di elementi fragili la domanda in termini di sollecitazione di taglio si può
calcolare utilizzando la seguente procedura: calcolare utilizzando la seguente procedura:
a. si valuta il taglio massimo alla base Vbusulla base dei risultati dell’analisi statica non a. si valuta il taglio massimo alla base Vbu sulla base dei risultati dell’analisi statica non
lineare lineare
C8.7.2.2.4 ANALISI DINAMICA NON LINEARE C8.7.2.2.4 ANALISI DINAMICA NON LINEARE
Tale metodo di analisi è applicabile secondo quanto indicato al § 7.3.4.2 delle NTC, alle Tale metodo di analisi è applicabile secondo quanto indicato al § 7.3.4.2 delle NTC, alle
medesime condizioni di cui al punto precedente. medesime condizioni di cui al punto precedente.
I N E
C8.7.2.3 MODELLI DI CAPACITÀ PER LA VALUTAZIONE DI EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
N
C8.7.2.3 MODELLI DI CAPACITÀ PER LA VALUTAZIONE DI EDIFICI IN CEMENTO ARMATO L
Gli elementi ed i meccanismi resistenti sono classificati in: Gli elementi ed i meccanismi resistenti sono classificati in:
A O
“duttili”: travi, pilastri e pareti inflesse con e senza sforzo normale;
IC
“duttili”: travi, pilastri e pareti inflesse con e senza sforzo normale;
N
C
“fragili”: meccanismi di taglio in travi, pilastri, pareti e nodi; “fragili”: meccanismi di taglio in travi, pilastri, pareti e nodi;
Pilastri e pareti soggetti a sollecitazioni di sforzo normale particolarmente elevate possono
manifestare comportamento fragile.
E TE
Pilastri e pareti soggetti a sollecitazioni di sforzo normale particolarmente elevate possono
manifestare comportamento fragile.
IO N
AZ
C8.7.2.3.1 TRAVI, PILASTRI E PARETI: FLESSIONE CON E SENZA SFORZO NORMALE C8.7.2.3.1 TRAVI, PILASTRI E PARETI: FLESSIONE CON E SENZA SFORZO NORMALE
INO
T
ET
C8.7.2.3.2 STATO LIMITE DI PREVENZIONE DEL COLLASSO C8.7.2.3.2 STATO LIMITE DI PREVENZIONE DEL COLLASSO
Allo stato limite di prevenzione del collasso, la capacità θu in termini di rotazione totale
L L Allo stato limite di prevenzione del collasso, la capacità θu in termini di rotazione totale
rispetto alla corda può essere valutata alternativamente utilizzando modelli numerici che
tengano in debito conto i contributi del calcestruzzo, dell’acciaio ed dell’aderenza acciaio
BO rispetto alla corda può essere valutata alternativamente utilizzando modelli numerici che
tengano in debito conto i contributi del calcestruzzo, dell’acciaio ed dell’aderenza acciaio
calcestruzzo, ovvero mediante formule di comprovata validità, come, ad esempio, quelle calcestruzzo, ovvero mediante formule di comprovata validità, come, ad esempio, quelle
riportate nel seguito. riportate nel seguito.
0.225 æ f ö 0.225 æ f ö
0,35 ç sx yw ÷ 0,35 ç sx yw ÷
1 max(0,01; ' ) æ LV ö ç f c ÷ø 1 max(0,01; ' ) æ LV ö ç f c ÷ø
qu = 0,016 (0,3 ) fc ç ÷ 25è (1,25100 d ) qu = 0,016 (0,3 ) fc ç ÷ 25è (1,25100 d )
el max(0,01; ) è h ø el max(0,01; ) è hø
[C8.7.2.1] [C8.7.2.1]
dove: dove:
γel = 1.5 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come definiti γel = 1.5 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come definiti
al § 7.2.3 delle NTC), al § 7.2.3 delle NTC),
LV è la luce di taglio; LV è la luce di taglio;
å T ÷÷ 1 å ÷
= çç1 N÷÷E
sh öæç bi2 ö s öæç b ö 2
æ sh ö æ æ s öæ
= çç1 ÷÷çç1 ÷÷ 1 ÷ çç1
h h i
è IO2b øè 2h øè 6h b ø
2 b 2 h ç 6h b ÷ ç ÷
è o øè o øè o o ø
[C8.7.2.2]
A Z o o o o
[C8.7.2.2]
L
GIS
(bo e ho dimensioni del nucleo confinato, bi distanze delle barre (b o e h o dimensioni del nucleo confinato, bi distanze delle barre
longitudinali trattenute da tiranti o staffe presenti sul perimetro). longitudinali trattenute da tiranti o staffe presenti sul perimetro).
I
Per le pareti il valore dato dall’espressione (8.7.2.1) deve essere diviso per 1,6.
LE Per le pareti il valore dato dall’espressione (8.7.2.1) deve essere diviso per 1,6.
T I N
effettuata una verifica di duttilità, quindi con percentuali di armatura trasversale e effettuata una verifica di duttilità, quindi con percentuali di armatura trasversale e
T
longitudinale diverse da quelle ottenibili utilizzando le indicazioni riportate per la longitudinale diverse da quelle ottenibili utilizzando le indicazioni riportate per la
L LE
progettazione delle nuove costruzioni, il valore dato dall’espressione [8.7.2.1] deve essere progettazione delle nuove costruzioni, il valore dato dall’espressione [8.7.2.1] deve essere
moltiplicato per 0,85.
O
Il fattore di efficienza del confinamento α datoBdalla [8.7.2.2] è definito nell’ipotesi che le
moltiplicato per 0,85.
Il fattore di efficienza del confinamento α dato dalla [8.7.2.2] è definito nell’ipotesi che le
staffe presenti nell’elemento abbiano ancoraggi idonei ad evitare l’apertura delle stesse, ad staffe presenti nell’elemento abbiano ancoraggi idonei ad evitare l’apertura delle stesse, ad
esempio se presentano una chiusura con ganci a 135°. Nel caso tale ipotesi non sia esempio se presentano una chiusura con ganci a 135°. Nel caso tale ipotesi non sia
soddisfatta, è opportuno assumere α = 0. soddisfatta, è opportuno assumere α = 0.
Per gli elementi armati con barre longitudinali nervate continue, senza sovrapposizione in Per gli elementi armati con barre longitudinali nervate continue, senza sovrapposizione in
corrispondenza della regione plastica, la capacità di rotazione allo SLC è definita dalla corrispondenza della regione plastica, la capacità di rotazione allo SLC è definita dalla
[8.7.2.1]. Viceversa, se le barre longitudinali nervate sono caratterizzate, a partire dalla [8.7.2.1]. Viceversa, se le barre longitudinali nervate sono caratterizzate, a partire dalla
sezione di estremità dell’elemento, da una sovrapposizione di lunghezza lo il valore dato sezione di estremità dell’elemento, da una sovrapposizione di lunghezza lo il valore dato
dall’espressione (8.7.2.1) deve essere moltiplicato per il fattore: dall’espressione (8.7.2.1) deve essere moltiplicato per il fattore:
0.025 min( 40, lo / d bL ) [C8.7.2.3]
0.025 min( 40, lo / d bL ) [C8.7.2.3]
A O
La decurtazione valutata con la [8.7.2.4] è applicabile solo per sovrapposizioni costituite dalla La decurtazione valutata con la [8.7.2.4] è applicabile solo per sovrapposizioni costituite dalla
presenza di ganci ad uncino di estremità; la lunghezza l è definita al netto delle dimensioni presenza di ganci ad uncino di C
I estremità; la lunghezza l è definita al netto delle dimensioni
CpariNganci
o o
degli uncini. In assenza di ganci ad uncino di estremità il valore dato dalla [8.7.2.4] è degli uncini. In assenza di ad uncino di estremità il valore dato dalla [8.7.2.4] è
opportuno sia assunto pari a zero. Inoltre, il fattore [8.7.2.4] non tiene in conto della opportuno sia assunto E
Tall’assenza di adeguati dettagli di tipo antisismico; in tal caso la [8.7.2.4] è
a zero. Inoltre, il fattore [8.7.2.4] non tiene in conto della
E
Nper 0,85.
riduzione connessa all’assenza di adeguati dettagli di tipo antisismico; in tal caso la [8.7.2.4] è riduzione connessa
moltiplicata per 0,85.
I O
moltiplicata
L
Allo SLC, per la valutazione della capacità θu in termini di rotazione totale rispetto alla corda AlloAZSLC, per la valutazione della capacità θu in termini di rotazione totale rispetto alla corda
può essere utilizzata anche la seguente equazione:
G IS può essere utilizzata anche la seguente equazione:
1 æç æ 0,5L ö ö
I LE 1 æç æ 0,5L ö ö
÷÷ ÷
D ÷÷ ÷
pl pl
q = ç q + ( ) L çç1
÷ q = ç q + ( ) L çç1 ÷
O
u y u y pl u y u y pl
è è L øø è è L øø
N
el V el V
[C8.7.2.5]
I [C8.7.2.5]
TT in [8.7.2.7a] e [8.7.2.7b], dove q è la rotazione rispetto alla corda allo snervamento definita in [8.7.2.7a] e [8.7.2.7b],
dove q è la rotazione rispetto alla corda allo snervamento definita
E
L
y y
uniforme al carico massimo, in mancanza di informazioni si può assumere che la uniforme al carico massimo, in mancanza di informazioni si può assumere che la
deformazione ultima dell’acciaio sia pari al 4%), y è la curvatura allo snervamento valutata deformazione ultima dell’acciaio sia pari al 4%), y è la curvatura allo snervamento valutata
considerando l’acciaio alla deformazione di snervamento sy , LV è la luce di taglio e Lpl è la considerando l’acciaio alla deformazione di snervamento sy , LV è la luce di taglio e Lpl è la
lunghezza di cerniera plastica valutabile come: lunghezza di cerniera plastica valutabile come:
d bL f y d bL f y
Lpl = 0,1LV + 0,17h + 0,24 [C8.7.2.6] Lpl = 0,1LV + 0,17h + 0,24 [C8.7.2.6]
fc fc
dove h è l’altezza della sezione, dbL è il diametro (medio) delle barre longitudinali, ed fc e fy dove h è l’altezza della sezione, dbL è il diametro (medio) delle barre longitudinali, ed fc e fy
C8.7.2.3.3 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA C8.7.2.3.3 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
La capacità di rotazione totale rispetto alla corda allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita La capacità di rotazione totale rispetto alla corda allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita
(SLV), θSD, può essere assunta pari a 3/4 del valore θuvalutato per lo SLC. (SLV), θSD, può essere assunta pari a 3/4 del valore θuvalutato per lo SLC.
E
C8.7.2.3.4 STATO LIMITE DI DANNO C8.7.2.3.4 STATO LIMITE DI DANNO
IC A
per travi e pilastri per travi e pilastri
N
q y = y
LV æ
+ 0,0013çç1 + 1,5
h ö d f
÷÷ + 0,13 y b y q =
L
T Eæçç1C+ 1,5 h ö÷÷ + 0,13
+ 0,0013
V
db f y
3 E
y y y
3 è LV ø fc
N è L ø fc
ZIO
V
[C8.7.2.7a] [C8.7.2.7a]
per pareti
L A
per pareti
LV æ L ö d f
G IS q LV æ L ö d f
q y = y + 0,002ç1 0,125 V ÷ + 0,13 y b y E = y + 0,002ç1 0,125 V ÷ + 0,13 y b y
IL
y
3 è h ø fc 3 è h ø fc
[C8.7.2.7b]
D [C8.7.2.7b]
dove y è la curvatura al raggiungimento della tensione di snervamento
INO della sezione
terminale, h l’altezza della sezione, db è il diametro (medio) delleTbarre longitudinali, ed fc e
dove y è la curvatura al raggiungimento della tensione di snervamento della sezione
ETcalcestruzzo e la tensione di
terminale, h l’altezza della sezione, db è il diametro (medio) delle barre longitudinali, ed fc e
fy sono rispettivamente la resistenza a compressioneL
OL come media delle prove eseguite in
del fy sono rispettivamente la resistenza a compressione del calcestruzzo e la tensione di
B
snervamento dell’acciaio longitudinale in [MPa], ottenute
sito e da fonti aggiuntive di informazione, divise per il fattore di confidenza appropriato in
snervamento dell’acciaio longitudinale in [MPa], ottenute come media delle prove eseguite in
sito e da fonti aggiuntive di informazione, divise per il fattore di confidenza appropriato in
relazione al Livello di Conoscenza raggiunto. relazione al Livello di Conoscenza raggiunto.
Per la valutazione delle resistenze ultime di elementi monodimensionali nei confronti di Per la valutazione delle resistenze ultime di elementi monodimensionali nei confronti di
sollecitazioni taglianti dovute ai soli carichi gravitazionali, vale quanto indicato per le sollecitazioni taglianti dovute ai soli carichi gravitazionali, vale quanto indicato per le
condizioni non sismiche al § 4.1.2.3.5 delle NTC, facendo in generale riferimento al § condizioni non sismiche al § 4.1.2.3.5 delle NTC, facendo in generale riferimento al §
4.1.2.3.5.2, considerando per le travi il contributo delle barre di armatura piegate ove 4.1.2.3.5.2, considerando per le travi il contributo delle barre di armatura piegate ove
presenti. presenti.
Per le azioni sismiche, occorre considerare la riduzione di resistenza a taglio in condizioni Per le azioni sismiche, occorre considerare la riduzione di resistenza a taglio in condizioni
E
1 h x
( )) æ æ L öö 𝑉 = 𝑚𝑖𝑛(𝑁; 0.55𝐴 𝑓 ) + 1 − 0.05𝑚𝑖𝑛 0.5; 𝜇∆, 0.16𝑚𝑎𝑥(0.5; 100𝜌 ) 1 − 0.16𝑚𝑖𝑛 5; 𝑓𝐴 + 𝑉
(
min ( N ;0.55 Ac fc ) + 1 0.05min 5; m, pl 0.16max ( 0.5;100tot ) ç1 0.16min ç 5; V ÷ ÷ fc Ac + VW
N
VR =
[C8.7.2.8]
I
el 2LV è è h øø
L
[C8.7.2.8]
(unità di misura MN, m) dove: (unità di misura MN, m) dove:
O N
γel = 1.15 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come definiti al § 7.2.3 γel
IC A
= 1.15 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come definiti al § 7.2.3
delle NTC); delle NTC);
N
Csezione;
è l'altezza totaleE
h è l'altezza totale della sezione; h
è l'altezzaE
T della
x è l'altezza della zona compressa della sezione (profondità dell'asse neutro); x
è IloO
N della zona compressa della sezione (profondità dell'asse neutro);
N è lo sforzo normale di compressione (assunto pari a zero se di trazione); N
AZ sforzo normale di compressione (assunto pari a zero se di trazione);
LV è la luce di taglio;
IS A LL è la luce di taglio;
V
Ac
E G
è l'area della sezione pari a b d per la sezione rettangolare e πD 2/4 per quella circolare c è l'area della sezione pari a b d per la sezione rettangolare e πDc2/4 per quella circolare
(dove D = D-2c-d , essendo D il diametro della sezione, c il copriferro, d L
c
c bw
D I il diametro bw (dove Dc = D-2c-dbw, essendo D il diametro della sezione, c il copriferro, dbw il diametro
delle staffe);
delle staffe);
O
IN media delle prove f è la resistenza a compressione del calcestruzzo ottenuta come media delle prove
fc è la resistenza a compressione del calcestruzzo ottenuta come
T c
ET aggiuntive di informazione,
eseguite in sito, eventualmente corretta sulla base di fonti
divisa per il fattore di confidenza appropriato in L
eseguite in sito, eventualmente corretta sulla base di fonti aggiuntive di informazione,
I N E
rotazione massima q m per il livello di azione sismica considerato e la rotazione di prima
L
rotazione massima q m per il livello di azione sismica considerato e la rotazione di prima
N
plasticizzazione q y . Ove necessario, la relazione tra duttilità di rotazione e duttilità di
O
plasticizzazione q y . Ove necessario, la relazione tra duttilità di rotazione e duttilità di
A al posto di , essendo la domanda di curvatura
u m
I
curvatura si ottiene dalla [8.7.2.7], con al posto di , essendo la domanda di curvatura curvatura si ottiene dalla [8.7.2.7], con
m
C m u m
La resistenza a taglio in condizioni sismiche può essere valutata come indicato nel seguito.
LLaAresistenza
Quando la domanda di duttilità m dell’elemento è inferiore a 2, la resistenza a taglio è data
G IS Quando la domanda di duttilità m dell’elemento è inferiore a 2, la resistenza a taglio è data
E non dalla maggiore tra la resistenza a taglio con armatura trasversale per le condizioni non
dalla maggiore tra la resistenza a taglio con armatura trasversale per le condizioni
I L
O D attraverso
sismiche (Eq. [4.1.29] delle NTC) e la resistenza a taglio ciclica fornita dalla [8.7.2.8]. Quando sismiche (Eq. [4.1.29] delle NTC) e la resistenza a taglio ciclica fornita dalla [8.7.2.8]. Quando
T I N
m > 3 , la resistenza a taglio è quella relativa alle condizioni cicliche, valutata la m > 3 , la resistenza a taglio è quella relativa alle condizioni cicliche, valutata attraverso la
elementi senza armature trasversali resistenti a taglio (§ 4.1.2.3.5.1 delle NTC). elementi senza armature trasversali resistenti a taglio (§ 4.1.2.3.5.1 delle NTC).
In questo caso si deve verificare che, per l’azione considerata, la domanda a flessione o a In questo caso si deve verificare che, per l’azione considerata, la domanda a flessione o a
pressoflessione non superi la corrispondente capacità al limite elastico (momento di prima pressoflessione non superi la corrispondente capacità al limite elastico (momento di prima
plasticizzazione come definito al § 4.1.2.3.4.2 delle NTC) in entrambe le direzioni principali plasticizzazione come definito al § 4.1.2.3.4.2 delle NTC) in entrambe le direzioni principali
della sezione. Nel caso in cui si adottino metodi di analisi lineari, la domanda dovuta alle della sezione. Nel caso in cui si adottino metodi di analisi lineari, la domanda dovuta alle
azioni sismiche deve essere valutata con riferimento al fattore di comportamento q≤1,5. azioni sismiche deve essere valutata con riferimento al fattore di comportamento q≤1,5.
In condizioni sismiche, un approccio prudenziale suggerisce che la resistenza a taglio In condizioni sismiche, un approccio prudenziale suggerisce che la resistenza a taglio
valutata con riferimento agli elementi senza armature trasversali venga considerata valutata con riferimento agli elementi senza armature trasversali venga considerata
esclusivamente per le strutture in cui la domanda plastica sia in ogni caso contenuta, ad es. esclusivamente per le strutture in cui la domanda plastica sia in ogni caso contenuta, ad es.
E
2 Ag è g ø è gø [C8.7.2.11]
N
[C8.7.2.11]
L A
IS 𝜎 =
2 2
æ N ö æ Vn ö
EG
N − + ≤ 0.5𝑓 (𝑓 𝑖𝑛 𝑀𝑃𝑎)
nc = + ç ÷ +ç ÷ 0,5 f c
ç 2A ÷ çA ÷
2 Ag è g ø è g ø [C8.7.2.12] L
Itotale
[C8.7.2.12]
O D
dove N indica l’azione assiale presente nel pilastro superiore, Vn indica il taglio agente dove N indica l’azione assiale presente nel pilastro superiore, Vj indica il taglio totale agente
T INlongitudinale
sul nodo, considerando sia il taglio derivante dall’azione presente nel pilastro superiore, sia sul nodo, considerando sia il taglio derivante dall’azione presente nel pilastro superiore, sia
La capacità in termini di deformazione di travi e pilastri è definita con riferimento alla La capacità in termini di deformazione di travi e pilastri è definita con riferimento alla
rotazione totale rispetto alla corda θ analogamente a quanto già descritto per le strutture di rotazione totale rispetto alla corda θanalogamente a quanto già descritto per le strutture di
c.a. (v. § C8.7.2.3). c.a. (v. § C8.7.2.3).
TE
normale corrispondente al raggiungimento della tensione di snervamento del materiale. normale corrispondente al raggiungimento della tensione di snervamento del materiale.
N E
IO
C8.7.2.4.3 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA C8.7.2.4.3 STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
AlloZ
Allo stato limite di salvaguardia della vita, la capacità in termini di rotazione totale rispetto
L A stato limite di salvaguardia della vita, la capacità in termini di rotazione totale rispetto
alla corda, θSD, può essere assunta pari a 3/4 del valore θuvalutato per lo SLC.
G IS alla corda, θSD, può essere assunta pari a 3/4 del valore θuvalutato per lo SLC.
E
C8.7.2.4.4 STATO LIMITE DI DANNO
D IL C8.7.2.4.4 STATO LIMITE DI DANNO
O
Allo stato limite di esercizio, la capacità in termini di rotazione rispetto alla corda, θy, al Allo stato limite di esercizio, la capacità in termini di rotazione rispetto alla corda, θy, al
raggiungimento della tensione di snervamento può essere valutata
T TINmediante la seguente raggiungimento della tensione di snervamento può essere valutata mediante la seguente
LE
espressione: espressione:
L
q = y
M L e. Rd V
2 EI BO[C8.7.2.13] qy =
M e. Rd LV
2 EI [C8.7.2.13]
dove: dove:
Me,Rd è il momento di prima plasticizzazione di calcolo; Me,Rd è il momento di prima plasticizzazione di calcolo;
LV è la luce di taglio; LV è la luce di taglio;
I è il momento di inerzia della sezione nella direzione considerata. I è il momento di inerzia della sezione nella direzione considerata.
La capacità in termini di resistenza a taglio VR si valuta come per il caso di nuove costruzioni La capacità in termini di resistenza a taglio VR si valuta come per il caso di nuove costruzioni
per situazioni non sismiche. per situazioni non sismiche.
Si applica quanto prescritto per gli edifici di nuova costruzione. Si applica quanto prescritto per gli edifici di nuova costruzione.
E
rigidezze e comportamento meccanico del materiale e strutturale diversi. In campo non comportamento è spesso complesso e non rappresentabile attraverso modelli e metodi
lineare il comportamento è spesso complesso e non rappresentabile attraverso modelli e
I N
semplificati, a meno che non si possa trascurare il contributo alla capacità resistente sismica
L
metodi semplificati, a meno che non si possa trascurare il contributo alla capacità resistente
N
di tutti gli elementi di uno dei materiali costituenti, considerandoli come elementi secondari.
O
A
sismica di tutti gli elementi di uno dei materiali costituenti, considerandoli come elementi Tale assunzione è ammissibile solo nel caso il contributo degli elementi considerati secondari,
secondari. Tale assunzione è ammissibile solo nel caso il contributo degli elementi considerati
IC
nel caso di azione sismica, sia favorevole.
N
secondari, nel caso di azione sismica, sia favorevole.
C
L’analisi statica non lineare può essere eseguita se è disponibile un modello in grado di
E TE
simulare, per gli elementi strutturali realizzati con i diversi materiali utilizzati, il loro
comportamento nonlineare sino alla capacità ultima in termini di deformazione. La verifica
IO N
L’analisi statica non lineare può essere eseguita se è disponibile un modello in grado di
simulare, per gli elementi strutturali realizzati con i diversi materiali utilizzati, il loro
deve condursi tenendo conto dei meccanismi locali e globali a seconda della tipologia di
L AZ
comportamento non lineare sino alla capacità ultima in termini di deformazione. La verifica
elementi strutturali che si sta analizzando e del loro materiale costituente. Particolare
G IS deve condursi tenendo conto dei meccanismi locali e globali a seconda della tipologia di
E
attenzione deve poi essere rivolta alla verifica delle connessioni tra elementi di diverso elementi strutturali che si sta analizzando e del loro materiale costituente. Attenzione deve
IN O
T
ET sugli edifici esistenti, qui
C8.7.4 CRITERI E TIPI D’INTERVENTO C8.7.4 CRITERI E TIPI D’INTERVENTO
Il § 8.7.4 delle NTC descrive gli aspetti principali degli L
sono riportate alcune raccomandazioni che possonoO
L interventi Il § 8.7.4 delle NTC descrive gli aspetti principali degli interventi sugli edifici esistenti, qui
C8.7.4.1 CRITERI PER GLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI DI MURATURA C8.7.4.1 CRITERI PER GLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI DI MURATURA
Nel presente capitolo si forniscono criteri generali per gli interventi di consolidamento degli Nel presente capitolo si forniscono criteri generali per gli interventi di consolidamento degli
edifici di muratura, con riferimento ad alcune tecniche usualmente utilizzate. Ovviamente i edifici di muratura, con riferimento ad alcune tecniche usualmente utilizzate. I criteri e le
D I durante
Il ruolo primario dei solai è quello di sostenere i carichi verticali, ma la loro funzione Il ruolo primario dei solai è quello di sostenere i carichi verticali, ma la loro funzione durante
I N O
lo scuotimento sismico è quella di trasferire le azioni orizzontali alle pareti e di scongiurare lo scuotimento sismico è quella di trasferire le azioni orizzontali alle pareti e di scongiurare
l’attivazione dei meccanismi fuori piano delle pareti collegandole
devono pertanto essere ben ancorati alle murature, soprattuttoT
T efficacemente. I solai l’attivazione dei meccanismi fuori piano delle pareti collegandole efficacemente. I solai
I LE
mediante solette armate rese solidali ai profilati e collegate alle murature perimetrali mediante solette armate rese solidali ai profilati e collegate alle murature perimetrali
O D
mediante opportuni connettori. Nel caso di solai con voltine, può essere necessario anche mediante opportuni connettori. Nel caso di solai con voltine, può essere necessario anche
TIN
collegare tra loro i profilati, saldando bandelle o barre metalliche trasversali, all’intradosso o collegare tra loro i profilati, saldando bandelle o barre metalliche trasversali, all’intradosso o
T
all’estradosso. all’estradosso.
L LEleè masse
Per quanto riguarda le coperture, nelle costruzioni in muratura in linea generale opportuno Per quanto riguarda le coperture, nelle costruzioni in muratura è in linea generale opportuno
La carpenteria lignea della copertura può essere usata per realizzare diaframmi resistenti nei
piani delle falde. La connessione con le pareti portanti per scongiurare meccanismi fuori
piano di quest’ultime deve essere assicurata lungo il coronamento delle murature.
- Connessioni delle pareti tra loro e ai diaframmi di piano - Connessioni delle pareti tra loro e ai diaframmi di piano
Le connessioni delle pareti tra loro e ai diaframmi di piano hanno il compito di ridurre la Le connessioni delle pareti tra loro e ai diaframmi di piano hanno il compito di ridurre la
IS
maschi murari. maschi murari.
E G
IL
Il progetto dell’inserimento di nuovi tiranti presuppone il rilievo di quelli eventualmente
D
O
esistenti e la valutazione della loro efficacia.
T IN
In alternativa, il funzionamento scatolare dell’edificio è favorito dallecerchiature esterne, che In alternativa, il funzionamento scatolare dell’edificio è favorito dalle cerchiature esterne, che
in alcuni casi si possono realizzare con elementi metallici
E T ridotte, come i campanili,
o materiali compositi, in alcuni casi si possono realizzare con elementi metallici o materiali compositi,
T
limitare gli incrementi di peso. I cordoli possono essere eseguiti attraverso una leggera
LE
struttura reticolare nel piano orizzontale, in elementi angolari e piatti metallici. In
L
BO
alternativa è possibile realizzare, ad una quota di poco inferiore alla sommità della parete
muraria, una trave di muratura armata, applicando piatti o profili ai due lati della
muratura e collegandoli tra loro tramite barre passanti. In entrambi i casi, è necessario
realizzare un accettabile collegamento alla muratura (più complesso nel primo caso). I
cordoli metallici si prestano particolarmente bene al collegamento degli elementi lignei
della copertura e contribuiscono all’eliminazione delle spinte.
Cordoli di calcestruzzo armato. I cordoli di c.a. sono di largo impiego e, in genere, di Cordoli di calcestruzzo armato..
buona efficacia per le moderne costruzioni in muratura. Nelle costruzioni storiche
esistenti, cordoli possono essere realizzati in sommità delle murature, valutandone
attentamente la compatibilità con l’esistente in termini di rigidezza (si consiglia la
realizzazione di cordoli di limitata altezza). È in genere opportuno un consolidamento
della muratura in corrispondenza della sommità, al fine di migliorare il collegamento tra
D IL
Il vantaggio dei diatoni artificiali rispetto ai tirantiniantiespulsivi è quello di possedere
IN O
rigidezza a taglio. L’efficacia di tali interventi è comunque legata all’effettiva possibilità di L’efficacia di tali interventi è legata all’effettiva possibilità di solidarizzare detti presidi con la
T
realizzare la solidarietà dei presidi con la muratura circostante che, pertanto, deve presentare muratura circostante che, pertanto, deve presentare buona consistenza.
T
LE
buona consistenza per evitare che gli elementi aggiuntivi siano causa di discontinuità e
OL
determinino concentrazioni di sforzo.
- Incremento della sismo-resistenza delle pareti
B
Qualora i setti murari siano costituiti da materiale di bassa qualità, sia per difetto originario,
- Incremento della capacità delle pareti
Qualora i setti murari siano costituiti da materiale di bassa qualità, può risultare opportuno
sia per effetto dei fenomeni di degrado o di eventi traumatici, può risultare opportuno migliorare le caratteristiche meccaniche del materiale. Il tipo di intervento da applicare va
migliorare le caratteristiche meccaniche del materiale. Il tipo di intervento da applicare va valutato in base alla tipologia e alla qualità della muratura e può variare dalla ricostruzione
valutato in base alla tipologia e alla qualità della muratura e può variare dalla ricostruzione parziale (interventi di scuci-cuci) al consolidamento mediante iniezioni o mediante interventi
parziale (interventi di scuci-cuci) al consolidamento mediante iniezioni o mediante interventi superficiali o altre tecniche opportune; si deve procedere alla verifica preliminare della
superficiali o altre tecniche opportune; in ogni caso si deve procedere alla verifica compatibilità chimico-fisica dei materiali nuovi con quelli originari.
preliminare della compatibilità chimico-fisica dei materiali nuovi con quelli originari. Anche
in questo caso, gli interventi devono essere ragionevolmente diffusi, a meno che non si
riscontri in singoli maschi murari una qualità particolarmente scadente o un maggiore
impegno statico rispetto a quelli adiacenti.
I
opera i necessari collegamenti trasversali bene ancorati alle armature. Le fodere possono siano posti in opera i necessari collegamenti
N C trasversali bene ancorati alle armature poste su
essere realizzate con malte a base di cemento e armatura in reti o tessuti di acciaio entrambe le facce della muratura.
E C Le fodere possono essere realizzate con malte a base di
aramidiche. L’uso di tale tecnica su grandi superfici può creare problemi di traspirabilità e utilizzando fibre diT
inossidabile, oppure con materiali compositi, utilizzando fibre di carbonio, vetro o cemento e armatura in reti o tessuti di acciaio inossidabile, oppure con materiali compositi,
ZIO
può aumentare la rigidezza dei setti in maniera considerevole (l’effetto di tale irrigidimento
sulla risposta sismica deve essere adeguatamente verificato).
Il rinforzo dei setti murari può essere eseguito mediante elementi strutturali integrativi L
A
I S Il rinforzo dei setti murari può essere eseguito mediante elementi strutturali integrativi
G collaboranti disposti sulla superficie; questi possono essere, per esempio, realizzati in acciaio
E
collaboranti disposti sulla superficie; questi possono essere, per esempio, realizzati in acciaio
stesso ordine di grandezza di quelle della muratura. Qualora gli T IN devono essere dello
L
rigidezza significativamente maggiore di quella della parete,
L connessioni possono consentire di
BOpeso della parete ai fini delle verifiche
per sopportare l’intera sollecitazione sismica. Opportune
trasmettere agli elementi di rinforzo parte o l’intero
nei riguardi delle azioni non sismiche.
L’applicazione di fasciature resistenti a trazione può essere realizzata sia con fasce di L’applicazione di fasciature resistenti a trazione può essere realizzata sia con fasce di
materiali compositi (sopra citati) sia con tessuti in trefoli di acciaio inossidabile, fissate al materiali compositi (sopra citati) sia con tessuti in trefoli di acciaio inossidabile, fissate al
supporto murario con prodotti a base cementizia o polimerica. Verifiche accurate devono supporto murario con prodotti a base cementizia o polimerica.
essere eseguite nei confronti del rischio di scollamento progressivo (debonding), dovuto alla
concentrazione degli sforzi alle estremità delle fasciature, o di peeling, dovuto al cedimento
dello strato superficiale del supporto.
L’inserimento di tiranti verticali post-tesiè un intervento applicabile solo in presenza di L’inserimento di tiranti verticali post-tesi è un intervento applicabile solo in presenza di
murature di ottima qualità. In ogni caso, devono essere tenute in considerazione le perdite di murature di ottima qualità.
tensione che si possono verificare nel tempo e, di conseguenza, il rischio di annullamento
deiO
L’assorbimento delle spinte di strutture voltate, particolarmente importante in caso di sisma, L’assorbimento delle spinte di strutture voltate, particolarmente importante in caso di sisma,
può essere ottenuto con tiranti e cerchiature. La posizione ottimaleN
delle imposte degli archi, ma spesso tale soluzione non puòTessere
I
T adottata, per cui può delle imposte degli archi, ma spesso tale soluzione non può essere adottata, per cui può
tiranti è al di sopra può essere ottenuto con tiranti e cerchiature. La posizione ottimale dei tiranti è al di sopra
L
essere necessario disporre i tiranti all’estradosso, purchéLEne siaestradossali
dimostrata l'efficacia e la essere necessario disporre i tiranti all’estradosso, purché ne sia dimostrata l'efficacia e la
LE
particolarmente sottile e spingente su murature esterne, oppure quelle realizzate con gradini particolarmente sottile e spingente su murature esterne, oppure quelle realizzate con gradini
di pietra a sbalzo, sia per le insufficienti dimensioni dei gradini, sia per Il’insufficiente
D
di pietra a sbalzo, sia per le insufficienti dimensioni dei gradini, sia per l’insufficiente
spessore delle murature nelle quali questi sono inseriti.
O spessore delle murature nelle quali questi sono inseriti.
È infine opportuno verificare la sicurezza dei parapetti, spesso
T TINinaspettatamente poco Èresistenti.
infine opportuno verificare la sicurezza dei parapetti, spesso inaspettatamente poco
LE
resistenti.
Realizzazione di giunti sismici L
O di muratura, specie se in aggregato, La Realizzazione di giunti sismici
B
La realizzazione di giunti sismici in edifici esistenti realizzazione di giunti sismici in edifici esistenti di muratura, specie se in aggregato,
risulta tecnicamente problematica e deve essere attentamente valutata perché può produrre risulta tecnicamente problematica e deve essere attentamente valutata perché può produrre
effetti negativi nei confronti dell’equilibrio statico delle diverse parti coinvolte. effetti negativi nei confronti dell’equilibrio statico delle diverse parti coinvolte.
In linea generale questa potrebbe essere opportuna nei casi di strutture adiacenti con marcate
differenze di altezza, per evitare martellamenti e danneggiamenti in corrispondenza delle
zone di contiguità, oppure quando due corpi di fabbrica connessi sono caratterizzati da
rigidezze significativamente diverse, situazione molto frequente nei centri storici.
Interventi in fondazione Interventi in fondazione
I cedimenti in fondazione di un edificio sono generalmente fenomeni che si manifestano I cedimenti in fondazione di un edificio sono generalmente fenomeni che si manifestano
lentamente, se non sono prodotti da repentine alterazioni del suolo (ad es. variazioni del lentamente, se non sono prodotti da repentine alterazioni del suolo (ad es. variazioni del
regime idrico per perdite di tubazioni e fognature, nuove costruzioni contigue, rilevati o regime idrico per perdite di tubazioni e fognature, nuove costruzioni contigue, rilevati o
G IS post-tese che garantiscono una trasmissione per attrito) in grado di trasferire parte dei carichi
realizzato un collegamento rigido (travi in c.a., traversi in acciaio di idonea rigidezza, barre
E
post-tese che garantiscono una trasmissione per attrito) in grado di trasferire parte dei carichi
provenienti dalla sovrastruttura ai nuovi elementi. In presenza di possibiliLcedimenti
D I provenienti dalla sovrastruttura ai nuovi elementi. In presenza di possibili cedimenti
O
differenziali della fondazione è opportuno valutarne gli effetti sull’intero fabbricato. differenziali della fondazione è opportuno valutarne gli effetti sull’intero fabbricato.
T
Consolidamento dei terreni di fondazione. Gli interventi di consolidamentoN (ad es. poliuretani
Iresine dei terreni Consolidamento dei terreni di fondazione. Gli interventi di consolidamento dei terreni
IS Nel presente capitolo si forniscono criteri generali per gli interventi di consolidamento degli
CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO
G
Nel presente capitolo si forniscono criteri generali per gli interventi di consolidamento degli
E
I L
edifici in calcestruzzo armato, insieme ai relativi modelli di capacità, con riferimento ad edifici in calcestruzzo armato, insieme ai relativi modelli di capacità, con riferimento ad
O D
alcune tecniche usualmente utilizzate. I criteri e le tecniche di seguito riportati sono indicativi
e non esaustivi; non si esclude pertanto l’impiego di tecniche di intervento non citate,
alcune tecniche usualmente utilizzate. I criteri e le tecniche di seguito riportati sono indicativi
e non esaustivi; non si esclude pertanto l’impiego di tecniche di intervento non citate,
T IN
metodologie innovative o soluzioni particolari che il progettista individui come adeguate al metodologie innovative o soluzioni particolari che il progettista individui come adeguate al
caso specifico.
L ET caso specifico.
L
BO
A pilastri o pareti possono essere applicate camicie di c.a. o acciaio o fasciature di materiali
compositi per conseguire tutti o alcuni dei seguenti obiettivi:
aumento della capacità portante verticale, grazie al maggiore confinamento;
aumento della resistenza a flessione e/o taglio;
aumento della capacità in termini di deformazione;
miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione (per le sole
camicie di acciaio).
Le fasce di materiali compositi possono essere utilizzate anche per il rinforzo a taglio delle
travi e dei nodi.
A pilastri o pareti possono essere applicate camicie dic.aper conseguire tutti o alcuni dei
IC
per i soli carichi permanenti, all’intera sezione incamiciata per i carichi variabili e
N
C
per le azioni sismiche;
E TE
le proprietà meccaniche del calcestruzzo della camicia si considerano estese all’intera
sezione se le differenze fra i due materiali non sono eccessive.
IO N
le sezioni si conservano piane;
L AZ
I valori della capacità da adottare nelle verifiche sono quelli calcolati con riferimento alla
IS
I valori della capacità da adottare nelle verifiche sono quelli calcolati con riferimento alla intera sezione incamiciata nelle ipoptesi semplificative su indicate ridotte secondo le
E G
intera sezione incamiciata, considerando le diverse resistenze dei materiali e tenendo conto espressioni seguenti:
dell’eventuale confinamento, come di seguito indicato:
IL
OD
capacità in termini di resistenza a taglio:
~
IN VR = 0.9VR
TT
[C8.7.4.1]
L E
OL
capacità in termini di resistenza a flessione:
B ~
M y = 0 .9 M y
[C8.7.4.2]
OD
~
raggiunto e, solo nel calcolo della resistenza a taglio , divisa anche per il coefficiente calcolo di V , divisa anche per il coefficiente parziale;
R
parziale;
BO
y
Camicie in acciaio possono essere applicate principalmente a pilastri o pareti per conseguire
tutti o alcuni dei seguenti obiettivi:
aumento della capacità in termini di resistenza a taglio;
VA=Z0.5
2t j b 1
V j = 0.5 f yw j
cos t L
GIS
s j
s
yw
cos
[C8.7.4.5] t
[C8.7.4.5]
L E(b/s=1)
j
TIN
l’inclinazione delle fessure per taglio. l’inclinazione delle fessure per taglio.
Azione di confinamento
L’effetto di confinamento di una camicia di acciaio L si E
T Azione di confinamento
L valuta, come per le staffe, con L’effetto di confinamento di una camicia di acciaio si valuta, come per le staffe, con
trasversali. BO
riferimento alla percentuale geometrica di armatura presente in ciascuna delle direzioni riferimento alla percentuale geometrica di armatura presente in ciascuna delle direzioni
trasversali.
Per le proprietà del calcestruzzo confinato si può fare riferimento al §4.1.2.1.2.1 delle NTC e Per le proprietà del calcestruzzo confinato possono essere impiegate espressioni di
al §C4.1.2.1.2.1 della presente circolare, considerando che l’area di armatura trasversale Ast, comprovata validità, come ad esempio le seguenti:
da utilizzare nelle [4.1.12.b] delle NTC, è pari a tjhj, dove tj è lo spessore della camicia, mentre per la resistenza del calcestruzzo confinato:
hj è l’altezza delle bande discontinue (se la camicia è continua si assume hj=s).
æ 0,5 n s s f y ö
0,86
f cc = f c 1 + 3,7çç ÷
÷
è fc ø
(C8.7.4.6)
dove s è il rapporto volumetrico di armatura trasversale, pari a s = 2 (b+h) ts / (b h) nel caso
di camicie continue (ts = spessore della camicia, b e h = dimensioni della sezione) e pari a s =
n = 1
(b 2 R )2 + (h 2 R )2
3bh n = 1
(b 2 R ) + (h 2 R )
2 2
[C8.7.4.6a]
3bh
[C8.7.4.76a]
s hs s hs
s = (1 )(1
2b 2h
)
s = (1
s hs
)(1
s hs
)
I N E
[C8.7.4.6b] 2b 2h L
N [C8.7.4.76b]
O
A (eventuale) degli spigoli della sezione (in presenza di
dove R è il raggio di arrotondamento (eventuale) degli spigoli della sezione (in presenza di dove R è il raggio di arrotondamento
C
angolari R può essere assunto pari al minore tra la lunghezza del lato degli angolari e 5 volte angolari R può essere assunto Ipari al minore tra la lunghezza del lato degli angolari e 5 volte
N
lo spessore degli stessi),C
lo spessore degli stessi), b, h sono le dimensioni della sezione.
E b, h sono le dimensioni della sezioneed h è l’altezza delle bande
T è continua si assume h =s).
s
per la N
E
discontinue (se la camicia s
𝜀AZ
,
I S L = 0,0035 + 0,5
O
a) per il calcestruzzo esistente, la resistenza ottenuta come media delle prove eseguite a) per il calcestruzzo esistente, la resistenza ottenuta come media delle prove eseguite
in sito e da fonti aggiuntive di informazione, divisa per N
T I il fattore di confidenza in sito e da fonti aggiuntive di informazione, divisa per il fattore di confidenza
Miglioramento della giunzioni per aderenza BO Miglioramento della giunzioni per aderenza
Le camicie di acciaio possono fornire un’efficace azione di “serraggio” nelle zone di Le camicie di acciaio possono fornire un’efficace azione di “serraggio” nelle zone di
giunzione per aderenza. Per ottenere questo risultato occorre che: giunzione per aderenza. Per ottenere questo risultato occorre che:
la camicia si prolunghi oltre la zona di sovrapposizione per una lunghezza pari almeno al la camicia si prolunghi oltre la zona di sovrapposizione per una lunghezza pari almeno al
50% della lunghezza della zona di sovrapposizione; 50% della lunghezza della zona di sovrapposizione;
nella zona di sovrapposizione la camicia sia mantenuta aderente in pressione contro le nella zona di sovrapposizione la camicia sia mantenuta aderente in pressione contro le
facce dell’elemento mediante almeno due file di bulloni ad alta resistenza; facce dell’elemento mediante almeno due file di bulloni ad alta resistenza;
nel caso in cui la sovrapposizione sia alla base del pilastro, le file di bulloni siano disposte nel caso in cui la sovrapposizione sia alla base del pilastro, le file di bulloni siano disposte
una alla sommità della zona di sovrapposizione, l’altra ad un terzo dell’altezza di tale una alla sommità della zona di sovrapposizione, l’altra ad un terzo dell’altezza di tale
zona misurata a partire dalla base. zona misurata a partire dalla base.
L’uso di idonei materiali compositi (o altri materiali resistenti a trazione) nel rinforzo sismico L’uso di idonei materiali compositi (o altri materiali resistenti a trazione) nel rinforzo sismico
di elementi di c.a. è finalizzato a conseguire i seguenti obiettivi: di elementi di c.a. è finalizzato a conseguire i seguenti obiettivi:
un aumento della resistenza a taglio di pilastri e pareti mediante applicazione di fasce con aumento della resistenza a taglio di pilastri, travi, nodi trave-pilastro e pareti mediante
le fibre disposte secondo la direzione delle staffe; applicazione di fasce con le fibre disposte secondo la direzione delle staffe;
aumento della resistenza nelle parti terminali di travi e pilastri mediante applicazione di
un aumento della resistenza nelle parti terminali di travi e pilastri mediante applicazione fasce con le fibre disposte secondo la direzione delle barre longitudinali ed
di fasce con le fibre disposte secondo la direzione delle barre longitudinali ed opportunamente ancorate, purché si garantisca l’efficacia dell’ancoraggio nel tempo
opportunamente ancorate, purché si garantisca l’efficacia dell’ancoraggio nel tempo un aumento della duttilità degli elementi monodimensionali, per effetto dell’azione di
un aumento della capacità in termini di duttilità nei pilastri, per effetto dell’azione di
I N E
confinamento passivo esercitata dalle fasce con le fibre disposte secondo la direzione
confinamento passivo esercitata dalle fasce con le fibre disposte secondo la direzione delle staffe.
N L
delle staffe. O
Ai fini delle verifiche di sicurezza degli elementi rafforzati con materiali compositi si possono
A
Ai fini delle verifiche di sicurezza degli elementi rafforzati con FRP si possono adottare le
IC
adottare documenti di comprovata validità.
N
C
Istruzioni CNR-DT 200/04.
T E
C8.7.5 ELABORATI DEL PROGETTO DELL’INTERVENTO C8.7.5
E
ELABORATI
N
DEL PROGETTO DELL’INTERVENTO
Di seguito è riportato, come promemoria, un elenco più dettagliato del contenuto degli Di seguito
Z I O è riportato, come promemoria, un elenco più dettagliato del contenuto degli
L A
elaborati necessari per illustrare i progetti relativamente al punto (a) dell’elenco presente al § elaborati necessari per illustrare i progetti relativamente al punto (a) dell’elenco presente al §
8.7.5 delle NTC:
G S
I analisi storico critica;
8.7.5 delle NTC:
analisi storico critica;
E
rilievo completo della geometria;
D
rilievo dei sintomi di dissesto, dei quadri fessurativi e dei fenomeni di degrado;
IL rilievo completo della geometria;
rilievo dei sintomi di dissesto, dei quadri fessurativi e dei fenomeni di degrado;
identificazione dei materiali, dei dettagli strutturali e delle tecniche O
T I N costruttive; identificazione dei materiali, dei dettagli strutturali e delle tecniche costruttive;
T
identificazione dei dissesti manifestatisi nel tempo e delle relative cause; identificazione dei dissesti manifestatisi nel tempo e delle relative cause;
BO
elementi non strettamente strutturali; identificazione delle criticità statiche e sismiche di elementi non strettamente strutturali;
analisi della struttura nella situazione attuale; analisi della struttura nella situazione attuale;
identificazione delle carenze e indicazione del livello di azione sismica per il quale si identificazione delle carenze e indicazione del livello di azione sismica per il quale si
ritiene venga raggiunto lo SLU(e SLE se richiesto). ritiene venga raggiunto lo SLU(e SLE se richiesto).
Gli elaborati sopra elencati sono da considerare necessari anche per le valutazioni della Gli elaborati sopra elencati sono da considerare necessari anche per le valutazioni della
sicurezza richieste al § 8.3 in assenza di interventi. In tal caso, in una specifica relazione sicurezza richieste al § 8.3 in assenza di interventi. In tal caso, in una specifica relazione
devono essere indicati i presupposti delle valutazioni effettuate, i risultati, le eventuali devono essere indicati i presupposti delle valutazioni effettuate, i risultati, le eventuali
criticità esistenti, anche di elementi non pensati per svolgere funzioni strutturali, e le criticità esistenti, anche di elementi non pensati per svolgere funzioni strutturali, e le
eventuali conseguenze sull’utilizzo dei fabbricati, anche con riferimento ai parametri ζ eventuali conseguenze sull’utilizzo dei fabbricati, anche con riferimento ai parametri ζ
introdotti al § 8.3. introdotti al § 8.3.
Per un’esaustiva documentazione relativa al punto (f), ovvero per una completa Per un’esaustiva documentazione relativa al punto (f), ovvero per una completa
comprensione dei risultati attesi con l’intervento in progetto, è necessario che sia ugualmente comprensione dei risultati attesi con l’intervento in progetto, è necessario che sia ugualmente
C8.7.6 INDICAZIONI AGGIUNTIVE PER GLI ELEMENTI NON STRUTTURALI E GLI C8.7.6 INDICAZIONI AGGIUNTIVE PER GLI ELEMENTI NON STRUTTURALI E GLI
IMPIANTI SOGGETTI AD AZIONI SISMICHE IMPIANTI SOGGETTI AD AZIONI SISMICHE
E
I danni causati dal terremoto ai componenti e ai sistemi non strutturali possono essere I danni causati dal terremoto ai componenti e ai sistemi non strutturali possono essere
significativi. Ai notevoli miglioramenti nella concezione sismica dei sistemi strutturali
I N
significativi. Ai notevoli miglioramenti nella concezione sismica dei sistemi strutturali
L
resistenti non sono corrisposti significativi progressi nell’ambito dell’ancoraggio e del
N
resistenti non sono corrisposti significativi progressi nell’ambito dell’ancoraggio e del
O
A
controventamento dei componenti e dei sistemi non strutturali, che spesso hanno subito controventamento dei componenti e dei sistemi non strutturali, che spesso hanno subito
danni estesi, anche nel caso di terremoti di modesta intensità. D’altro canto, i danni sismici di
IC
danni estesi, anche nel caso di terremoti di modesta intensità. D’altro canto, i danni sismici di
N
componenti non strutturali e impianti possono essere tali da rendere la struttura
C
componenti non strutturali e impianti possono essere tali da rendere la struttura
inutilizzabile per un periodo di tempo anche molto lungo, con conseguenze notevoli, in
particolare per le strutture strategiche.
E TE
inutilizzabile per un periodo di tempo anche molto lungo, con conseguenze notevoli, in
particolare per le strutture strategiche.
Le NTC, ai §§ 7.2.3 e 7.2.4, contengono prescrizioni esplicite per la progettazione di sistemi e
IO N
Le NTC, ai §§ 7.2.3 e 7.2.4, contengono prescrizioni esplicite per la progettazione di sistemi e
componenti non strutturali.
L AZ
componenti non strutturali.
G IS
LE
C8.7.6.1 INDIVIDUAZIONE DEI COMPONENTI NON STRUTTURALI CHE RICHIEDONO UNA C8.7.6.1 INDIVIDUAZIONE DEI COMPONENTI NON STRUTTURALI CHE RICHIEDONO UNA
I
VALUTAZIONE SISMICA VALUTAZIONE SISMICA
O D
La scelta dei componenti non strutturali da sottoporre ad una valutazione sismica si basa La scelta dei componenti non strutturali da sottoporre ad una valutazione sismica si basa
IN
sulle seguenti considerazioni: sulle seguenti considerazioni:
T
ET
la pericolosità sismica, la pericolosità sismica,
la vulnerabilità sismica del componente,
O LL la vulnerabilità sismica del componente,
l’importanza del componente per la funzionalità
B nel periodo post-terremoto,
il costo e il grado di interruzione dei servizi necessari per adeguare o ancorare il
l’importanza del componente per la funzionalità nel periodo post-terremoto,
il costo e il grado di interruzione dei servizi necessari per adeguare o ancorare il
componente. componente.
C8.7.6.2 CRITERI DI PROGETTAZIONE E AZIONI DI VERIFICA C8.7.6.2 CRITERI DI PROGETTAZIONE E AZIONI DI VERIFICA
In assenza di valutazioni più dettagliate, le sollecitazioni agenti sui componenti non In assenza di valutazioni più dettagliate, le sollecitazioni agenti sui componenti non
strutturali possono essere calcolate in base ai §§ 7.2.3 e 7.2.4 delle NTC. Possibili strutturali possono essere calcolate in base ai §§ 7.2.3 e 7.2.4 delle NTC. Possibili
formulazioni per la valutazione dell’azione sismica agente su un componente non strutturale formulazioni per la valutazione dell’azione sismica agente su un componente non strutturale
è proposta al § C7.2.3 (spettri di piano). è proposta al § C7.2.3 (spettri di piano).
E’ possibile altresì valutare l’azione sismica agente su un componente non strutturale E’ possibile altresì valutare l’azione sismica agente su un componente non strutturale
utilizzando direttamente i risultati delle analisi dinamiche incrementali determinando, ad utilizzando direttamente i risultati delle analisi dinamiche incrementali determinando, ad
I N E
descrive queste alternative(3), basate sul miglioramento dell’integrità degli impianti o delle
L
strutture o sull’utilizzo di dispositivi per la limitazione del flusso di gas. Ogni alternativa
N
O
presenta vantaggi e svantaggi, in relazione a costi di realizzazione, livello di miglioramento
A
della sicurezza, benefici collaterali per emergenze non sismiche. La scelta della opzione
IC
N
migliore andrà, quindi, condotta caso per caso.
C l’opzione
Eatto
Per limitare questo rischio più efficace, ed in generale priva di controindicazioni,
T
E ai quali si è fatto cenno nei paragrafi precedenti.
consiste nella messa in di opportuni controventamenti e vincoli sismici degli impianti e
N
delle apparecchiature,
O ad attivazione automatica, i criteri per l’accettazione e per il controllo sono
Per le Ivalvole
A Z
ISLesistenti .
disciplinate dalle norme di settore, che potranno essere basate su standard internazionali
EG
(4)
L
DI
La prescrizione di cui al § 7.2.4 delle NTC, relativa al passaggio dal terreno alla costruzione
dei tubi per la fornitura del gas, evidenzia il problema che può derivare dagli assestamenti
I N O del terreno in prossimità delle fondazioni e dei danni che questi cedimenti possono produrre
T T sulle tubature.
E
LL
Sono da esaminare, inoltre, quei casi in cui le tubature possono subire distorsioni
BO
significative a causa del moto sismico relativo tra i punti di vincolo delle stesse alla struttura.
Questa circostanza si verifica, in particolare, negli edifici dotati di sistemi di isolamento alla
base, nelle zone di passaggio tra basamento ed elevazione. Si può verificare anche quando le
tubature attraversano giunti strutturali tra corpi diversi quando non sono adottati
accorgimenti che evitino i danni conseguenti agli spostamenti differenziali.
Tabella C8.7.6.3.I - Raccomandazioni per la valutazione e l’adeguamento di componenti non strutturali esistenti e
per l’ancoraggio di componenti non strutturali di nuova installazione al variare della zona sismica
3
La Tabella C8.7.6.3II è tratta da ATC-74 Development of recommended requirements for automatic natural gas shut-off valves in Italy, 2007 (http://www.atcouncil.org).
4
Ad esempio American Society of Civil Engineers, 1997, Earthquake Actuated Automatic Gas Shutoff Devices, ASCE Standard 25-97. Bisogna rilevare che le soglie di attivazione dei dispositivi ivi definite possono rendere ininfluente l’installazione di questi
dispositivi nelle Zone sismiche 3 e 4 del territorio italiano, se ci si trova in situazioni in cui non sono prevedibili effetti significativi di amplificazione locale del moto sismico.
E
elettrico d’emergenza
Batterie per i generatori
di corrente elettrica Media Alta Molto basso
L I1N 2 3 1 2 3
d’emergenza
O N
A
Ascensori
NIC
Guide dell’ascensore Molto alta Alta Medio-alto 1 2 1 2 3 4
C
Motori e generatori
Medio-alta Alta Medio 1 1 2 3
TE
dell’ascensore
Pannelli elettrici e di
NE
Variabile Alta Basso 1 2 1 2 3
controllo dell’ascensore
ZIO
Apparecchiature per la
comunicazione
L AComputers e schermi
GIS
nei “call centers” Medio-alta Medio-alta Molto basso 1 2 3 1 2 3 4
d’emergenza
E
IL
Armadietti non
ancorati che
O D supportano le
apparecchiature
Alta Alta Basso 1 2 3 1 2 3 4
IN
telefoniche per i “call
TT centers” d’emergenza
LE
Interruttori e pannelli
OL
da muro dell’impianto
Bassa Alta Medio 1 2 3
telefonico dei “call
B centers” d’emergenza
Apparecchiature e
rifornimenti medici
Scaffali per stoccaggio
di medicinali e altri
Alta Alta Basso 1 2 1 2 3
importanti materiali
medici di scorta
Apparecchiature
Variabile Alta Variabile 1 2 1 2 3
mediche
Componenti fissati al
pavimento o sul tetto(4)
Caldaie Media Medio-alta Basso 1 2 1 2 3
Cabine contenenti i
Bassa Alta Medio-basso 1 1 2 3
trasformatori elettrici
Tipici componenti da
Medio-alta Media Medio-basso 1 2 1 2 3
installarsi sul
INE
Media Media Basso 1 2 1 2 3
sul tetto con un
rapporto di
ribaltamento tra 1 e 1.6.
N L
O
Tipici componenti o
A
serbatoi fissati al
NIC
pavimento o installati
Media Media Basso 1 2 1 2
sul tetto con un
EC
rapporto di
T
ribaltamento < 1
E
Medio-
ION
Pedane d’appoggio Variabile Medio-alto 1 2
bassa
Sistemi di distribuzione
AZ
Tubature sospese nei
IS L
sistemi critici con un
diametro nominale Media Alta Medio 1 2 1 2 3
EG >200 mm e su attacchi
IL
lunghi più di 500 mm
OD
Tubature sospese di
diametro nominale Medio-
Medio-alta Medio 1 2
IN
>100 mm e attacchi bassa
T
lunghi più di 300 mm
ET
Condotto per gli
L
impianti di
OL
riscaldamento, Bassa Medio-alta Medio 1
B
ventilazione, e
condizionamento d’aria
Componenti
dell’impianto elettrico
come condotti
contenenti i cavi e
Bassa Alta Medio 1
piattaforme di sostegno
dei condotti per la
distribuzione
dell’energia elettrica
Componenti
architettonici
Soffitto sospeso o a Medio-
Bassa Medio 1
pannelli bassa
Lampadari su
Bassa Media Medio-basso 1 1 2
controsoffitti
Tamponamenti interni Media Media Molto alto 1 2
I N E
L
(1) La vulnerabilità è quella assunta per alta sismicità.
(2)
N
Le raccomandazioni si basano sulle osservazioni dei danni dei terremoti passati e sull’ipotesi di vulnerabilità,
O
A
importanza e costi di adeguamento per sistemi tipici.
IC
(3)
La colonna “Ancoraggi se nuovi nelle zone” riguarda i componenti o i sistemi di nuova installazione in edifici sia
nuovi che esistenti.
C N
TE
(4) Per i componenti fissati sul pavimento o sul tetto il rapporto di ribaltamento è pari hc / xmin, dove hc è l’altezza del
E
baricentro del componente sopra la sua base, e xmin è la distanza orizzontale più breve dal baricentro al bordo della base
del componente.
IO N
AZ C8.7.6.3.II – Possibili alternative per la limitazione del rischio di fuoriuscite di gas sotto azioni sismiche
C8.7.7
Tabella
IS L Valvole
EG Valvole ad ad eccesso
IL
Valvole ad Valvole sismiche eccesso di di flusso
Criterio Sensori di Sistemi
attivazione ad attivazione flusso (istallazio
D
di confronto metano ibridi
manuale automatica (istallazione ne
IN O al contatore) all’appare
cchio)
T
ET
Principio di Sono istallate Interrompono Interrompon Interromp Individua Sistema
L
funzionamento dal fornitore in automaticamente o ono no la modulare
L
corrispondenza il flusso del gas automaticam automatic elevata costituito
BO
di ogni quando avvertono ente il flusso amente il concentra da una
contatore una eccitazione di gas se un flusso di zione di unità
sismica al di sopra danno gas se un gas centrale di
di una soglia di provoca, a danno metano e controllo,
taratura valle del provoca, a producon sensori,
dispositivo, valle del o un dispositivi
una perdita dispositiv segnale di di
di entità o, una allarme controllo e
superiore ad perdita di di allarme
una soglia di entità
taratura superiore
ad una
soglia di
taratura
E
modifiche dell’appar a)
I N
dell’impiant ecchio e
L
o. adeguate
O N in caso di
modifiche
IC A dell’appar
ecchio
C N
TE
NE
Benefici Presenti in ogni Interrompono il Interrompon Interromp Avvisano Sono
impianto. flusso quando il o il flusso ono il l’utente modulari
ZIO
Istruzioni per il livello di solo quando flusso solo quando si e possono
loro utilizzo di eccitazione si verificano quando si verifica essere
IS
presenti nelle sufficiente a pericolo condizioni situazione zati per
G
informazioni danneggiare le dovute ad di potenzial varie
E
divulgate dal tubature del gas. una perdita pericolo mente esigenze.
D
certificate in base Devono una , modulo è
O
ad uno standard essere perdita di lasciando dotato di
IN
certificate in gas. gli la funzioni
TT
base ad uno Devono scelta su specifiche.
standard essere come
LE certificate intervenir
OL
in base ad e.
uno
E
nto si
N
modifica e
L I le valvole
N
non
A O vengono
adeguate.
NIC
Altri aspetti Le operazioni Installazioni Disponibili Disponibil
EC
sulla valvola diffuse sul con o senza i con o
potrebbero territorio bypass senza
E T
essere difficili
quando questa
potrebbero
causare
(consentono
il ripristino
bypass
(consento
I O N fosse bloccata,
oppure
interruzioni
generalizzate di
automatico).
Non sono
no il
ripristino
Z
LA
impossibili per forniture e ritardi sensibili allo automatic
utenti disabili, nel ripristino. scuotimento o).
GIS
feriti o anziani Eventuale necessità sismico. Devono
nel post-terremoto essere
DI
rendere potabile per ogni
l’acqua. apparecch
INO
Non sono sensibili io.
ai cambiamenti di Non sono
T T flusso o di sensibili
LE
pressione. allo
L
scuotimen
BO
to sismico.
C8.8 INDICAZIONI AGGIUNTIVE RELATIVE AI PONTI ESISTENTI C8.8 INDICAZIONI AGGIUNTIVE RELATIVE AI PONTI ESISTENTI
I paragrafi che seguono non hanno corrispondenza nelle NTC, essi comunque forniscono I paragrafi che seguono non hanno corrispondenza nelle NTC, essi comunque forniscono
utili indicazioni per la valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sui utili indicazioni per la valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sui
ponti esistenti. ponti esistenti.
Si fa riferimento a quanto previsto nel § 3 delle NTC. Si fa riferimento a quanto previsto nel § 3 delle NTC.
O D
derivanti dalla documentazione disponibile e dalle ulteriori indagini effettuate. derivanti dalla documentazione disponibile e dalle ulteriori indagini effettuate.
IN
TTstrutturale, di tipo lineare
C8.8.5 METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA C8.8.5 METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
E
LL e/o di deformabilità di tutti gli
Le verifiche di sicurezza comportano l’esecuzione di un’analisi Le verifiche di sicurezza comportano l’esecuzione di un’analisi strutturale, di tipo lineare
C8.8.5.3 ANALISI NON LINEARE STATICA C8.8.5.3 ANALISI NON LINEARE STATICA
Il metodo, nella sua versione più semplice, consiste nell'applicazione alla struttura di un Il metodo, nella sua versione più semplice, consiste nell'applicazione alla struttura di un
sistema di forze statiche di intensità crescente fino al raggiungimento della capacità massima sistema di forze statiche di intensità crescente fino al raggiungimento della capacità massima
in termini di resistenza o di deformabilità. La struttura viene ridotta ad un sistema bilineare in termini di resistenza o di deformabilità. La struttura viene ridotta ad un sistema bilineare
equivalente ad un grado di libertà. La domanda di spostamento al periodo dell’oscillatore equivalente ad un grado di libertà. La domanda di spostamento al periodo dell’oscillatore
equivalente T si ottiene mediante spettro di risposta inelastico. In assenza di più accurate equivalente T si ottiene mediante spettro di risposta inelastico. In assenza di più accurate
determinazioni quest’ultimo può essere approssimato con le seguenti espressioni:
N E
determinazioni quest’ultimo può essere approssimato con le seguenti espressioni:
I
S Di (T ) = S De (T ) T ³ TC S Di (T ) = S De (T ) T ³ TC
N L
S (T ) = S De (T ) 1 + (q 1) TC T TC
S (T ) = S De (T ) 1 + (q 1) TC
A O T TC
Di
q T Di
q
N IC T
C
TE
dove dove
q = mS e (T ) / Fy m= åm Fy
N Econ m = å m
q = mS e (T ) / Fy Fy
IO
i i i i
con e la massa e la resistenza dell’oscillatore equivalente. e la massa e la resistenza dell’oscillatore equivalente.
La verifica consiste nel controllare che la configurazione della struttura corrispondente alla
L AZ
La verifica consiste nel controllare che la configurazione della struttura corrispondente alla
domanda in spostamento del sistema equivalente produca domande di duttilità compatibili
G IS domanda in spostamento del sistema equivalente produca domande di duttilità compatibili
E
con le rispettive capacità e forze di taglio minori delle rispettive resistenze. con le rispettive capacità e forze di taglio minori delle rispettive resistenze.
Si distinguono due casi:
a) Ponti a travi semplicemente appoggiate. I ponti costituiti da impalcatiD
IL Si distinguono due casi:
O semplicemente
INla cui massa
a) Ponti a travi semplicemente appoggiate. I ponti costituiti da impalcati semplicemente
T
appoggiati sulle pile sono modellabili in ogni caso come sistemi ad un grado di libertà. In appoggiati sulle pile sono modellabili in ogni caso come sistemi ad un grado di libertà. In
ET
direzione trasversale ciascuna pila costituisce un oscillatore semplice
dalla somma della massa efficace della pila e della massaLdell'impalcato
m è data direzione trasversale ciascuna pila costituisce un oscillatore semplice la cui massa m è data
C8.8.5.4 VERIFICA DEI MECCANISMI DUTTILI C8.8.5.4 VERIFICA DEI MECCANISMI DUTTILI
Gli elementi soggetti a presso-flessione sono verificati confrontando la domanda di rotazione
N E
Gli elementi soggetti a presso-flessione sono verificati confrontando la domanda di rotazione
I
rispetto alla corda con la rispettiva capacità. rispetto alla corda con la rispettiva capacità.
N L
Le espressioni seguenti forniscono i valori medi della rotazione rispetto alla corda allo
O
Le espressioni seguenti forniscono i valori medi della rotazione rispetto alla corda allo
A
IC
snervamento e al collasso: snervamento e al collasso:
L
q y (N ) = y (N ) s
L
q y (N ) = y (N ) s C N
3
E
3 TE
æ
qu (N ) = q y (N ) + u (N ) y (N ) L p çç1
0 .5 L p ö
÷ N
IO æ
qu (N ) = q y (N ) + u (N ) y ( N ) L p çç1
0 .5 L p ö
÷
è Ls ÷ø
L AZ è Ls ÷ø
della stessa effettuate per un numero discreto di valori dello sforzo normaleD I
sezione trasversale dell’elemento, calcolate mediante una serie di analisi momento-curvatura sezione trasversale dell’elemento, calcolate mediante una serie di analisi momento-curvatura
N . Ad ogni della stessa effettuate per un numero discreto di valori dello sforzo normale N . Ad ogni
I N
livello dello sforzo normale, i valori delle curvature e si ottengonoO approssimando il livello dello sforzo normale, i valori delle curvature e si ottengono approssimando il
TTè quella minima tra la più diagramma M con una curva bilineare. La curvatura ultima è quella minima tra la più
y u y u
C8.8.5.5 VERIFICA DEI MECCANISMI FRAGILI C8.8.5.5 VERIFICA DEI MECCANISMI FRAGILI
Il valore di verifica della domanda per sollecitazione di taglio è: Il valore di verifica della domanda per sollecitazione di taglio è:
quello fornito dall’analisi, se a entrambe le estremità dell’elemento la distorsione non quello fornito dall’analisi, se a entrambe le estremità dell’elemento la distorsione non
supera il valore di snervamento (l’elemento è elastico); supera il valore di snervamento (l’elemento è elastico);
quello equilibrato dai momenti di estremità, limitati al loro valore di snervamento quello equilibrato dai momenti di estremità, limitati al loro valore di snervamento
quando risulta q > q y per una o entrambe le estremità.
N E
quando risulta q > q y per una o entrambe le estremità.
I
La capacità resistente a taglio deve essere valutata in accordo a modelli di comprovata La capacità resistente a taglio deve essere N Lvalutata in accordo a modelli di comprovata
O
Asforzo normale e delle armature trasversali:
validità. Ad esempio, può essere la formula seguente che fornisce la resistenza come somma validità. Ad esempio, può essere la formula seguente che fornisce la resistenza come somma
dei contributi del calcestruzzo, dello sforzo normale e delle armature trasversali:
I C
dei contributi del calcestruzzo, dello
N
V = V +V +V V E = 0C
h-x A h-x A
T
sw sw
V = V +V +V V = 0.8 A k f V =N V = f z .8A k f V = N V = f z
E
u c N s c c c N s y u c N s c c c N s y
2L s 2L s
N
s s
dove A , A sono rispettivamente l’area della sezione di calcestruzzo interna alle staffe e dove A
Z IO sono rispettivamente l’area della sezione di calcestruzzo interna alle staffe e
, A
A dell’armatura trasversale, h, x ez l’altezza efficace della sezione, la profondità dell’asse
c sw c sw
S L
quella dell’armatura trasversale, h, x ez l’altezza efficace della sezione, la profondità dell’asse quella
( ) variaIin neutro e il braccio delle forze interne, s il passo delle staffe. Il parametro k = k(m ) varia in
m
neutro e il braccio delle forze interne, s il passo delle staffe. Il parametro k = k
generale tra 0.29 e 0.1 in funzione della duttilità in spostamento dell’elemento traE
G
I L 1 e 4) e generale tra 0.29 e 0.1 in funzione della duttilità in spostamento dell’elemento tra 1 e 4) e
D
tiene conto del degrado ciclico del contributo del calcestruzzo alla resistenza a taglio. tiene conto del degrado ciclico del contributo del calcestruzzo alla resistenza a taglio.
Il valore della resistenza a taglio da impiegare nelle verifiche (SLV eO
riportato diviso per un coefficiente di sicurezza pari a = 1.25 .TI
N SLC) è quello sopra Ilriportato
valore della resistenza a taglio da impiegare nelle verifiche (SLV e SLC) è quello sopra
LE
el el
O L
B
C8.8.6 FONDAZIONI E SPALLE C8.8.6 FONDAZIONI E SPALLE
Per quanto riguarda la verifica delle fondazioni e delle spalle valgono le indicazioni di cui al Per quanto riguarda la verifica delle fondazioni e delle spalle valgono le indicazioni di cui al
§7 delle NTC. §7 delle NTC.
IL
questa fattispecie anche gli interventi che modificano lo schema statico della travata questa fattispecie anche gli interventi che modificano lo schema statico della travata
O D
(ad esempio mediante l’uso di nuovi impalcati a trave continua o mediante la
creazione di una catena cinematica tra campate adiacenti) con o senza l’impiego di
(ad esempio mediante l’uso di nuovi impalcati a trave continua o mediante la
creazione di una catena cinematica tra campate adiacenti) con o senza l’impiego di
T IN
sistemi di isolamento e/o dissipazione, purché non determinino incremento delle sistemi di isolamento e/o dissipazione, purché non determinino incremento delle
T
LE
sollecitazioni trasmesse alla sottostruttura. sollecitazioni trasmesse alla sottostruttura.
L
La combinazione degli interventi indicati nei punti precedenti, purché essa non La combinazione degli interventi indicati nei punti precedenti, purché essa non
Interventi di adeguamento
BO
determini la necessità di interventi di adeguamento. determini la necessità di interventi di adeguamento.
Interventi di adeguamento
Per gli interventi di adeguamento conseguiti mediante idonei accorgimenti mirati a mitigare Per gli interventi di adeguamento conseguiti mediante idonei accorgimenti mirati a mitigare
gli effetti dell’azione sismica sull’opera, la valutazione della sicurezza può essere limitata alle gli effetti dell’azione sismica sull’opera, la valutazione della sicurezza può essere limitata alle
sole strutture di elevazione solo nel caso in cui, oltre a non sussistere le condizioni di cui al sole strutture di elevazione solo nel caso in cui, oltre a non sussistere le condizioni di cui al
sesto capoverso del § 8.3 delle NTC, non siano previsti interventi di rinforzo delle strutture sesto capoverso del § 8.3 delle NTC, non siano previsti interventi di rinforzo delle strutture
originarie in elevazione. Possono rientrare in questa fattispecie gli interventi che modificano originarie in elevazione. Possono rientrare in questa fattispecie gli interventi che modificano
lo schema statico della travata (ad esempio mediante l’uso di nuovi impalcati a trave lo schema statico della travata (ad esempio mediante l’uso di nuovi impalcati a trave
continua o mediante la creazione di una catena cinematica tra campate adiacenti) con o senza continua o mediante la creazione di una catena cinematica tra campate adiacenti) con o senza
l’impiego di sistemi di isolamento e/o dissipazione. l’impiego di sistemi di isolamento e/o dissipazione.
Ove non ricorrano condizioni diverse, gli interventi inerenti l’adeguamento sismico di Ove non ricorrano condizioni diverse, gli interventi inerenti l’adeguamento sismico di
I N E
N L
A O
N IC
C
E TE
IO N
L AZ
G IS
E
D IL
IN O
T T
L LE
BO
Il Capitolo 9 delle NTC detta le disposizioni per l’esecuzione del collaudo statico ed Il Capitolo 9 delle NTC detta le disposizioni per l’esecuzione del collaudo statico ed
individua, come oggetto di questa attività, tutte le opere e componenti strutturali
E
individua, come oggetto di questa attività, tutte le opere e componenti strutturali,
I N
L
comprese nel progetto ed eventuali varianti, depositati presso gli organi di controllo rientranti nel campo di applicazione delle NTC, comprese nel progetto ed eventuali
secondo le modalità individuate dalle norme vigenti.
O N
varianti, depositati presso gli organi di controllo secondo le modalità individuate da
A
leggi e norme vigenti.
Si stabilisce inoltre che, tranne casi particolari (ad esempio i procedimenti di sanatoria
N IC
In generale, il collaudo statico deve essere eseguito in corso d’opera. Ne discende
C
TE
edilizia), il collaudo statico deve essere eseguito in corso d’opera. Ne discende la l’importanza da attribuire a questa attività che, di fatto, si svolge in parallelo all’azione
E
rilevante importanza da attribuire a questa attività che, di fatto, si svolge in parallelo del Direttore dei Lavori ed accompagna tutto l’iter della fase realizzativa di una
all’azione del Direttore dei Lavori ed accompagna tutto l’iter della fase realizzativa di
IO N
costruzione.
L
IS incaricato, di un’adeguata preparazione e competenza tecnica, in relazione alla
Per svolgere questa attività è fondamentale il possesso, da parte del professionista
incaricato, di un’adeguata preparazione e competenza tecnica, in relazione alla
E G
IL
tipologia, dimensione, specificità dell’opera da collaudare, unita ad una consapevolezza tipologia, dimensione, specificità dell’opera da collaudare, unita ad una consapevolezza
O D
dell’importanza dell’attività stessa e delle responsabilità connesse. dell’importanza dell’attività stessa e delle responsabilità connesse.
IN
Il collaudo statico, così inteso, deve essere effettuato per tutte le costruzioni, le opere Il collaudo statico, così inteso, deve essere effettuato per tutte le costruzioni, le opere
T T
geotecniche e le opere di protezione ambientale, gli interventi di adeguamento e geotecniche, le opere di protezione ambientale quando presentino componenti rilevanti
L LE
miglioramento strutturale delle costruzioni esistenti. ai fini strutturali, gli interventi di adeguamento e miglioramento delle costruzioni
B O
Dovendo il collaudo statico riguardare l’intero contenuto del progetto strutturale,
esistenti di cui al Cap.8.
E
- Adempimenti amministrativi: volti ad accertare l’avvenuto rispetto delle d’uso, ai periodi di riferimento e alle azioni sulle costruzioni.
procedure tecnico-amministrative previste dalle normative vigenti in materia di
I N
- Adempimenti amministrativi: volti ad accertare l’avvenuto rispetto delle
L
strutture.
N
procedure tecnico-amministrative previste dalle normative vigenti in materia di
O
A
strutture.
E
settore. settore.
Il Collaudatore statico, pertanto, è tenuto ad effettuare:
IO N
Il Collaudatore statico, pertanto, è tenuto ad effettuare:
AZ
a) un controllo generale sulla regolarità delle procedure amministrative seguite a) un controllo generale sulla regolarità delle procedure amministrative seguite
IS L
nelle fasi precedenti; si citano ad esempio: il deposito presso gli uffici tecnici nelle fasi precedenti; si citano ad esempio: il deposito presso gli uffici tecnici
G
competenti, il rilascio dell’autorizzazione sismica, quando prevista, etc.; competenti, il rilascio dell’autorizzazione sismica, quando prevista, etc.;
E
IL
b) l’ispezione generale dell’opera nelle varie fasi costruttive degli elementi b) l’ispezione generale dell’opera nelle varie fasi costruttive degli elementi
D
strutturali, con specifico riguardo alle strutture più significative, da confrontare strutturali, con specifico riguardo alle strutture più significative, da confrontare
IN O
con il progetto depositato di cui al punto a), conservato in cantiere; la con il progetto depositato di cui al punto a), conservato in cantiere; la
T
ricognizione generale deve avvenire alla presenza del Direttore dei lavori e del ricognizione generale deve avvenire alla presenza del Direttore dei lavori e del
T
LE
Costruttore; per ciascuna visita di ispezione deve essere redatto un apposito rappresentante delCostruttore; per ciascuna visita di ispezione deve essere
L
verbale controfirmato dal Costruttore e dal Direttore dei Lavori; i diversi redatto un apposito verbale controfirmato dagli intervenutialla visita e
BO
verbali devono essere poi allegati al Certificato di collaudo statico;
c) l’esame dei certificati relativi alle prove sui materiali; detto esame deve essere
trasmesso al Committente; i diversi verbali devono essere poi allegati al
Certificato di collaudo statico;
finalizzato a verificare che: c) l’esame dei certificati relativi alle prove sui materiali; detto esame deve essere
- il numero dei prelievi effettuati sia coerente con le dimensioni della struttura; finalizzato a verificare che:
- il laboratorio che ha emesso i certificati sia in possesso dell’autorizzazione - il numero dei prelievi effettuati sia coerente con le dimensioni della struttura;
prevista dall’art.59 del DPR n.380/2001; - il laboratorio che ha emesso i certificati sia in possesso dell’autorizzazione
- i certificati siano conformi alle relative indicazioni fornite dal Cap. 11 delle prevista dall’art.59 del DPR n.380/2001;
NTC. In particolare occorre verificare: che nel certificato sia chiaramente - i certificati siano conformi alle relative indicazioni fornite dal Cap. 11 delle
indicato il cantiere di cui trattasi, che sia riportato il nominativo del Direttore NTC. In particolare occorre verificare: che nel certificato sia chiaramente
dei lavori, che vi sia la conferma che il Direttore dei lavori ha regolarmente indicato il cantiere di cui trattasi, che sia riportato il nominativo del Direttore
sottoscritto la richiesta di prove al laboratorio, che siano indicati gli estremi dei dei lavori, che vi sia la conferma che il Direttore dei lavori ha regolarmente
verbali di prelievo dei campioni; sottoscritto la richiesta di prove al laboratorio, che siano indicati gli estremi dei
I N
L
documenti di origine, forniti dal produttore e dei certificati relativi: documenti di origine, forniti dal produttore e dei certificati relativi:
- alle prove sui materiali;
O
- alle prove sui materiali;
N
A
- alla qualificazione dei dispositivi utilizzati; - alla qualificazione dei dispositivi utilizzati;
- alle prove di accettazione in cantiere disposte dal Direttore dei Lavori. In tal
IC
- alle prove di accettazione in cantiere disposte dal Direttore dei Lavori. In tal
N
caso è fondamentale il controllo della posa in opera dei dispositivi, del rispetto
C
caso è fondamentale il controllo della posa in opera dei dispositivi, del rispetto
delle tolleranze e delle modalità di posa prescritte in fase di progetto.
E TE
delle tolleranze e delle modalità di posa prescritte in fase di progetto.
N
Sulla base dell’esito del predetto esame, il Collaudatore statico può prevedere,
IO
Z
eventualmente, l’esecuzione di prove complementari, come previsto al § 11.2 delle
G
per la Il Collaudatore statico ha facoltà di disporre l’esecuzione di speciali prove per la
L E
caratterizzazione dinamica del sistema di isolamento, atte a verificare il comportamento caratterizzazione dinamica del sistema di isolamento, atte a verificare il
della costruzione nei riguardi delle azioni di tipo sismico.
D I comportamento della costruzione nei riguardi delle azioni di tipo sismico.
N O
e) l’esame dei verbali delle prove di carico eventualmente fatte eseguire dal
I
e) l’esame dei verbali delle prove di carico eventualmente fatte eseguire dal
O L
tensioni e deformazioni attese, strumentazione tensioni e deformazioni attese, strumentazione impiegata per le misure;
f) l’esamedell’impostazione generaleB del progetto dell’opera, degli schemi di
calcolo utilizzati e delle azioni considerate;
f) l’esamedell’impostazione generale del progetto dell’opera, degli schemi di
calcolo utilizzati e delle azioni considerate;
g) l’esame delle indagini eseguite nelle fasi di progettazione e costruzione in g) l’esame delle indagini eseguite nelle fasi di progettazione e costruzione in
conformità delle vigenti norme; particolare attenzione dovrà essere posta, in tal conformità delle vigenti norme; particolare attenzione dovrà essere posta, in tal
senso, a verificare la presenza, nella documentazione progettuale, della senso, a verificare la presenza, nella documentazione progettuale, della
Relazione geologica (redatta da un Geologo) e della Relazione geotecnica Relazione geologica (redatta da un Geologo) e della Relazione geotecnica
(redatta dal Progettista), verificando che in quest’ultima siano presenti i (redatta dal Progettista), verificando che in quest’ultima siano presenti i
certificati delle indagini geotecniche – rilasciati da uno dei laboratori di cui certificati delle indagini geotecniche – rilasciati da uno dei laboratori di cui
all’art.59 del DPR n.380/2001 – posti a base delle scelte progettuali inerenti le all’art.59 del DPR n.380/2001 – posti a base delle scelte progettuali inerenti le
fondazioni e le relative verifiche; fondazioni e le relative verifiche;
h) la convalida dei documenti di controllo qualità ed il registro delle non- h) la convalida dei documenti di controllo qualità ed il registro delle non-
E
come prescritto dalle vigenti disposizioni di legge; i) l’esame della Relazione a struttura ultimata, redatta dal Direttore dei Lavori,
I N
come prescritto dalle vigenti disposizioni di legge.
formazione di un definitivo A
formazione di un definitivo convincimento sulla sicurezza, durabilità e collaudabilità studi, indagini, sperimentazioni e ricerche, utili per la
dell’opera.
I C
CN
convincimento sulla sicurezza, durabilità e collaudabilità
dell’opera.
In particolare ilE
In particolare il Collaudatore statico potrà richiedere di effettuare:
- prove di carico;
E T Collaudatore statico potrà richiedere di effettuare:
- N prove sui materiali messi in opera, eseguite secondo le specifiche norme afferenti a
- prove sui materiali messi in opera, svolte ed interpretate secondo le specifiche - prove di carico;
I O
AZ - ciascun
norme afferenti a ciascun materiale previsto nelle vigenti norme tecniche di
L
settore; materiale previsto nelle vigenti norme tecniche di settore;
- monitoraggio programmato di grandezze significative del comportamento
G IS monitoraggio programmato di grandezze significative del comportamento
L
dell’opera da proseguire, eventualmente, anche dopo il collaudo della
Al termine di questo processo il Collaudatore potrà concludere le sueIattività
E stessa. dell’opera, da proseguire, eventualmente, anche dopo il collaudo della stessa.
D
Al termine di questo processo il Collaudatore potrà concludere le sue attività
T EC dei calcoli,
A richiesta del Committente, nell’ambito della procedura di collaudo statico, può essere
N E
effettuata la revisione da compensarsi a parte.
Z I O
C9.2 PROVE DI CARICO
IS LA C9.2 PROVE DI CARICO
E G
IL
Le prove di carico, sia quelle esplicitamente disposte dalle NTC – quando non vi abbia Le prove di carico, sia quelle esplicitamente disposte dalle NTC – quando non vi abbia
D
provveduto la Direzione dei Lavori – sia quelle ritenute comunque necessarie dal provveduto la Direzione dei Lavori – sia quelle ritenute comunque necessarie dal
IN O
Collaudatore statico, hanno la finalità di identificare la corrispondenza fra Collaudatore statico, hanno la finalità di identificare la corrispondenza fra
T
comportamento teorico e sperimentale. comportamento teorico e sperimentale.
T
LE
Il programma delle prove richieste dal Collaudatore statico, con l’indicazione delle Il programma delle prove richieste dal Collaudatore statico, con l’indicazione delle
L
procedure di carico e delle prestazioni attese (deformazioni, livelli tensionali, reazione
BO
procedure di carico e delle prestazioni attese (deformazioni, livelli tensionali, reazione
dei vincoli, ecc.), deve essere: dei vincoli, ecc.), deve essere:
- sottoposto al Direttore dei lavori per l’attuazione; - sottoposto al Direttore dei lavori per l’attuazione;
- reso noto al Progettista, perché ne convalidi la compatibilità con il progetto - reso noto al Progettista, perché ne verifichi la compatibilità con il progetto
strutturale; strutturale;
- reso noto al Costruttore per accettazione. - reso noto al Costruttore per accettazione.
Nel caso di mancata convalida da parte del Progettista o di non accettazione da parte Nel caso di mancata convalida da parte del Progettista o di non accettazione da parte
del Costruttore, il Collaudatore statico, con relazione motivata, potrà chiederne del Costruttore, il Collaudatore statico, con relazione motivata, potrà chiederne
l’esecuzione al Direttore dei Lavori, ovvero dichiarare l’opera non collaudabile. l’esecuzione al Direttore dei Lavori, ovvero dichiarare l’opera non collaudabile.
Di questo processo deve essere redatta idonea documentazione attestante gli esiti Di questo processo deve essere redatta idonea documentazione attestante gli esiti, anche
formali dei passaggi e delle azioni degli attori sopra richiamati. formali, dei passaggi e delle azioni delle figure sopra richiamate.
Le prove di carico devono essere svolte con le modalità indicate dal Collaudatore statico Le prove di carico devono essere svolte con le modalità indicate dal Collaudatore
I N
L
strutturale esaminato, applicando le azioni previste per la prova e determinando quindi applicando le azioni previste per la prova e determinando quindi lo stato tensionale e
lo stato tensionale e deformativo con il quale confrontare i risultati della prova stessa.
O N
deformativo con il quale confrontare i risultati della prova stessa.
In relazione al tipo di struttura ed alla natura dei carichi le prove possono essere
IC A
In relazione al tipo di struttura ed alla natura dei carichi le prove possono essere
N
convenientemente protratte nel tempo, ovvero ripetute in più cicli. convenientemente protratte nel tempo, ovvero ripetute in più cicli.
Il giudizio sull’esito delle prove è responsabilità del Collaudatore statico.
T ECverificando, durante il loro svolgimento, che:
Esse vanno condotte verificando, durante il loro svolgimento, che:
E
Esse vanno condotte
N
- le deformazioni si accrescano all’incirca proporzionalmente ai carichi;
I O
- le deformazioni si accrescano all’incirca proporzionalmente ai carichi;
- non si producano fratture, fessurazioni, deformazioni o dissesti che compromettano Z- non si producano fratture, fessurazioni, deformazioni o dissesti che compromettano
L A la sicurezza o la conservazione dell’opera;
la sicurezza o la conservazione dell’opera;
I S
Gsuperi
- la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non
L E - la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi
IN O
tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che tale limite
T
venga superato, prove di carico successive devono indicare che la struttura tenda ad venga superato, prove di carico successive devono indicare che la struttura tenda ad
un comportamento elastico;
E T un comportamento elastico;
L L di quella calcolata come sopra indicato. - la deformazione elastica risulti non maggiore di quella calcolata come sopra indicato.
O
- la deformazione elastica risulti non maggiore
Il Collaudatore statico dovrà a priori Bstabilire un congruo numero statistico di prove IlcicliCollaudatore
ovvero di cicli di prova a seconda del componente o della struttura da collaudare.
statico dovrà a priori stabilire un congruo numero di prove ovvero di
di prova a seconda del componente o della struttura da collaudare.
Le prove statiche, a giudizio del Collaudatore ed in relazione all’importanza dell’opera, Le prove statiche, a giudizio del Collaudatore ed in relazione all’importanza dell’opera,
possono essere integrate con prove dinamiche che consentano di giudicare il possono essere integrate con prove dinamiche che consentano di giudicare il
comportamento dell’opera attraverso la risposta dinamica della struttura, nonché comportamento dell’opera attraverso la risposta dinamica della struttura; le prove di
integrate con prove a rottura su elementi strutturali; le prove di carico dinamiche carico dinamiche possono essere anche sostitutive di quelle di tipo statico, in forza della
possono essere anche sostitutive di quelle di tipo statico, in forza della specialità specialità dell’opera e delle condizioni al contorno in cui la prova può essere eseguita.
dell’opera e delle condizioni al contorno in cui la prova può essere eseguita, giustificate Il giudizio sull’esito delle prove è responsabilità del Collaudatore statico.
e documentate nel Certificato di collaudo statico.
E
quanto possibile, all’intero organismo strutturale. riferitoall’intero organismo strutturale.
L I N
N
C9.2.2 PONTI STRADALI
Le prove sui ponti stradali devono essere eseguite sulla base di un piano dettagliato C9.2.2 PONTI STRADALI
A O
predisposto dal Collaudatore statico con riferimento ai calcoli strutturali ed ai loro
N IC
Oltre a quanto specificato nel precedente § C9.2, il Collaudatore statico deve controllare
C
TE
risultati. che le deformazioni sotto i carichi di prova, in termini di spostamenti, rotazioni etc,
E
Oltre a quanto specificato nel precedente § C9.2, il Collaudatore statico deve controllare siano comparabili con quelle previste nel calcolo della struttura effettuato con le azioni
che le deformazioni sotto i carichi di prova, in termini di abbassamenti, rotazioni etc,
N
di prova; in genere le eventuali deformazioni residue dopo il primo ciclo di carico,
IO
AZ
siano comparabili con quelle previste nel calcolo della struttura effettuato con le azioni determinate come sopra indicato, non dovrebbero risultare superiori al 15% di quelle
di prova, tenendo anche conto delle sollecitazioni e delle deformazioni di progetto; in
G
genere le eventuali deformazioni residue dopo il primo ciclo di carico, determinate deformazioni residue tendono ad esaurirsi.
E
IL
come sopra indicato, non dovrebbero risultare superiori al 15% di quelle massime Per i ponti a campata multipla, la prova di carico va eseguita, secondo le modalità
D
misurate, ovvero successive prove di carico dovrebbero dimostrare che le deformazioni precisate nel § C9.2, interessando almeno 1/5 del numero complessivo di campate,
residue tendono ad esaurirsi.
O
N secondo le modalità
Per i ponti a campata multipla, la prova di carico va Ieseguita,
arrotondato all’unità superiore.
T T Per le opere di significativa rilevanza, le prove statiche devono essere integrate con
E
LL
precisate nel § C9.2, interessando almeno 1/5 del numero complessivo di campate, prove dinamiche che misurino la risposta del ponte all’eccitazione dinamica,
arrotondato all’unità superiore.
Per le opere di significativa rilevanza, O
controllando che il periodo fondamentale sperimentale sia confrontabile con quello
B le prove statiche devono essere integrate con
prove dinamiche che misurino la risposta del ponte all’eccitazione dinamica,
previsto in progetto.
I N
L
che il periodo fondamentale sperimentale sia confrontabile con quello previsto in che il periodo fondamentale sperimentale sia confrontabile con quello previsto in
progetto. progetto.
O N
C9.2.4 PONTI STRADALI E FERROVIARI CON DISPOSITIVI DI ISOLAMENTO E/O C9.2.4 PONTI STRADALI E AFERROVIARI CON DISPOSITIVI DI ISOLAMENTO E/O
N IC
ECdi tali strutture è di fondamentale importanza il controllo della
DISSIPAZIONE DISSIPAZIONE
T
Il collaudo statico deve essere effettuato in corso d’opera; al riguardo si segnala che di Nel collaudo statico
fondamentale importanza è il controllo della posa in opera dei dispositivi, nel rispetto posa in E
N opera dei dispositivi, nel rispetto delle tolleranze e delle modalità di posa
L A
I
strutture adiacenti, con il rigoroso rispetto delle distanze di separazione previste
S in delle distanze di separazione previste in progetto. Il Collaudatore può disporre
EG
progetto. Il Collaudatore può disporre l’esecuzione di speciali prove per la l’esecuzione di speciali prove per la caratterizzazione dinamica del sistema di
caratterizzazione dinamica del sistema di isolamento atte a verificare,Lnei
azioni di tipo sismico, che il comportamento della costruzioneD I riguardi di isolamento atte a verificare, nei riguardi di azioni di tipo sismico, che il comportamento
O
corrisponda a quello della costruzione corrisponda a quello atteso.
TIN
atteso.
T
L LE
BO
C10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE C10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE
RELAZIONI DI CALCOLO RELAZIONI DI CALCOLO
Le norme di cui al Cap.10, disciplinando la redazione dei progetti esecutivi delle Le norme di cui al Cap.10, disciplinando la redazione dei progetti esecutivi delle
strutture, contengono anche criteri guida per il loro esame ed approvazione da parte strutture, contengono anche criteri guida per il loro esame ed approvazione da parte
degli Uffici preposti nonché criteri per la loro verifica e validazione.
N E
degli Uffici preposti nonché criteri per la loro verifica e validazione.
I
Anche per la progettazione geotecnica e per le costruzioni esistenti si applicano i criteri
N L
Anche per la progettazione geotecnica e per le costruzioni esistenti si applicano i criteri
di redazione della progettazione strutturale di cui al Cap. 10 delle NTC, salvo quanto
O
di redazione della progettazione strutturale di cui al Cap. 10 delle NTC, salvo quanto
A
IC
aggiunto e/o diversamente indicato rispettivamente nei Cap. 6 e 8 delle NTC e nei Cap. aggiunto e/o diversamente indicato rispettivamente nei Cap. 6 e 8 delle NTC e nei Cap.
C6 e C8 della presente Circolare.
N
C progetti degli interventi strutturali di edifici tutelati ai sensi del
C6 e C8 della presente Circolare.
T E
Per la redazione dei progetti degli interventi strutturali di edifici tutelati ai sensi del Per la redazione dei
N E
DLgs 42/2006 si fa riferimento alle specifiche disposizioni del settore, di legge e DLgs 42/2006 si fa riferimento alle specifiche disposizioni del settore, di legge e
ZIO
regolamentari. regolamentari.
L A
C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI
I S
L EcheGriguarda, C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI
La disciplina dei contenuti della progettazione esecutiva strutturale
essenzialmente, la redazione della relazione di calcolo e di quelleD I
(geologica, geotecnica, sismica ecc.), degli elaborati grafici eO
specialistiche annesse La disciplina dei contenuti della progettazione esecutiva strutturale che riguarda,
T IN normative di settore, (geologica, geotecnica, sismica ecc.), degli elaborati grafici e dei particolari costruttivi
dei particolari costruttivi essenzialmente, la redazione della relazione di calcolo e di quelle specialistiche annesse
T
nonché del piano di manutenzione, salvo diverse disposizioni
trova riferimento:
nel T.U. dell’edilizia DPR n. 380/2001O di L
LE nonché del piano di manutenzione, salvo diverse disposizioni normative di settore,
B
cui vanno osservate modalità e procedure; trova riferimento:
nel vigente Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; nel T.U. dell’edilizia DPR n. 380/2001 di cui vanno osservate modalità e procedure;
nel Regolamento di attuazione del sopra citato Codice. nel vigente Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture;
nel decreto relativo ai livelli della progettazione, di cui all’articolo 23, comma 3 del
In ogni caso il progetto deve essere redatto in modo da “assicurare la perfetta stabilità e sopra citato Codice.
sicurezza delle strutture e di evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità” (DPR In ogni caso il progetto deve essere redatto in modo da “assicurare la perfetta stabilità e
n. 380/2001 art. 64) ed escludere, per quanto possibile, “la necessità di variazioni in corso sicurezza delle strutture e di evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità” (DPR
di esecuzione”. n. 380/2001 art. 64) ed escludere, per quanto possibile, “la necessità di variazioni in corso
A tale scopo il § 10.1 delle NTC prescrive che il progetto strutturale, tenuto conto dei di esecuzione”.
precedenti riferimenti legislativi, debba essere informato a caratteri di chiarezza A tale scopo il § 10.1 delle NTC prescrive che il progetto strutturale, tenuto conto dei
espositiva di completezza nei contenuti, che definiscano compiutamente l’intervento da riferimenti legislativi sopra richiamati, debba essere informato a caratteri di chiarezza
1) relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera e Il progetto strutturale si compone dei seguenti elaborati:
dei criteri generali di analisi e di verifica; 1) relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera,
2) relazione sui materiali; dei criteri generali di analisi e di verifica, nonché degli esiti delle elaborazioni di
calcolo;
3) elaborati grafici, particolari costruttivi;
2) relazione sui materiali;
E
4) piano di manutenzione della struttura dell’opera;
I N
3) elaborati grafici, particolari costruttivi;
L
5) relazioni specialistiche sui risultati sperimentali forniti dalle indagini preliminari
ritenute necessarie alla progettazione dell’opera. In tal senso la Relazione di calcolo
O N
4) piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera;
A
deve essere sempre accompagnata dalla Relazione geologica e dalla Relazione 5) relazioni specialistiche sui risultati sperimentali forniti dalle indagini eseguite.
geotecnica.
N IC
La progettazione esecutiva delle strutture è effettuata unitamente alla progettazione
E C
esecutiva delle opere civili al fine di prevedere ingombri, passaggi, cavedi, sedi, La progettazione
T esecutiva delle strutture è effettuata unitamente alla progettazione
E e simili e di definire e ottimizzare le fasi di realizzazione.
N
attraversamenti e simili e di definire e ottimizzare le fasi di realizzazione. esecutiva delle opere civili al fine di prevedere ingombri, passaggi, cavedi, sedi,
I calcoli esecutivi delle strutture e le relative verifiche, nell'osservanza delle normative O esecutivi delle strutture e le relative verifiche, nell'osservanza delle normative
ZIIcalcoli
attraversamenti
D
più possibile la necessità di variazioni in corso d’opera. delle strutture stesse in ogni loro aspetto generale e particolare, in modo da limitare il
O
più possibile la necessità di variazioni in corso d’opera.
N
Relazione di calcolo strutturale
O
nonché dei criteri normativi di sicurezza L specifici della tipologia della costruzione - l’illustrazione dell’opera nel suo complesso, del suo uso, della sua funzione
con i quali la struttura progettata B deve risultare compatibile; la definizione delle
caratteristiche della costruzione (localizzazione, destinazione e tipologia, dimensioni
nonché
con i
dei criteri normativi di sicurezza specifici della tipologia della costruzione
quali la struttura progettata deve risultare compatibile; la definizione delle
principali) e delle interferenze, in particolare con le costruzioni esistenti limitrofe; le caratteristiche della costruzione (localizzazione, destinazione e tipologia, dimensioni
caratteristiche geomorfologiche e topografiche del sito ove l’opera viene realizzata. principali) e delle interferenze, in particolare con le costruzioni esistenti limitrofe; le
Analogamente, nel caso di intervento sull’esistente, non si può prescindere dalla caratteristiche geomorfologiche e topografiche del sito ove l’opera viene realizzata.
accurata descrizione del sito sul quale ricade l’opera esistente sulla quale si interviene Analogamente, nel caso di intervento sull’esistente, non si può prescindere dalla
e delle caratteristiche dell’opera stessa; accurata descrizione del sito sul quale ricade l’opera esistente sulla quale si interviene
- le normative di riferimento; e delle caratteristiche dell’opera stessa;
- la descrizione del modello strutturale, correlato con quello geotecnico, ed i - le normative di riferimento;
criteri generali di analisi e verifica; - la descrizione del modello strutturale, correlato con quello geotecnico, ed i
- la presentazione e la sintesi dei risultati, preferibilmente anche in forma criteri generali di analisi e verifica;
- la presentazione e la sintesi dei risultati, preferibilmente anche in forma
E
mantenuti durante tutta la vita dell’opera. mantenuti durante tutta la vita dell’opera.
Elaborati grafici
IO N
Elaborati grafici
AZGli
L
Gli elaborati grafici del progetto strutturale devono comprendere almeno: elaborati grafici del progetto strutturale devono comprendere almeno:
IS
- tutti i disegni che definiscono il progetto architettonico e d’insieme (planimetrie,
- tutti i disegni che definiscono il progetto architettonico e d’insieme (planimetrie,
E G
piante, sezioni delle opere e del terreno con la sua sistemazione, prospetti, ecc.) sui piante, sezioni delle opere e del terreno con la sua sistemazione, prospetti, ecc.), sui
I L
quali va resa evidente l’esatta posizione delle strutture e del loro ingombro, a tutti i quali va riportata con evidenza l’esatta posizione delle strutture e del loro ingombro, a
O D
livelli compreso le fondazioni rispetto al terreno. Nel caso di interventi previsti su tutti i livelli comprese le fondazioni rispetto al terreno. Nel caso di interventi previsti su
IN
costruzioni esistenti, i disegni devono riportare un dettagliato rilievo delle strutture costruzioni esistenti, i disegni devono riportare un dettagliato rilievo delle strutture
T
ET
esistenti sulle quali si interviene; esistenti sulle quali si interviene;
-
L L
la rappresentazione degli elementi predisposti per la ispezione e - la rappresentazione degli elementi predisposti per la ispezione e
BO
manutenzione delle strutture; manutenzione delle strutture;
- tutti i disegni in fondazione ed in elevazione, in scala adeguata, accuratamente - tutti i disegni in fondazione ed in elevazione, in scala adeguata, accuratamente
quotati della carpenteria delle strutture (piante e sezioni) e degli interventi sulle quotati della carpenteria delle strutture (piante e sezioni) e degli interventi sulle
strutture esistenti, con la precisa indicazione della foronomia prevista per cavedi e strutture esistenti, con la precisa indicazione della foronomia prevista per cavedi e
passaggio di impianti ed apparecchiature. passaggio di impianti ed apparecchiature.
In particolare, gli elaborati grafici di insieme (carpenterie, profili e sezioni) da redigere In particolare, gli elaborati grafici di insieme (carpenterie, profili e sezioni) da redigere
in scala non inferiore ad 1:50, e gli elaborati grafici di dettaglio da redigere in scala non in scala non inferiore ad 1:50, e gli elaborati grafici di dettaglio da redigere in scala non
inferiore ad 1:10, devono contenere fra l'altro: inferiore ad 1:10, devono contenere fra l'altro:
- per le strutture in cemento armato o in cemento armato precompresso: i - per le strutture in cemento armato o in cemento armato precompresso: i
tracciati dei ferri di armatura con l'indicazione delle sezioni e delle misure parziali e tracciati dei ferri di armatura con l'indicazione delle sezioni e delle misure parziali e
complessive, del copriferro e dell’interferro, nonché i tracciati delle armature per la complessive, del copriferro e dell’interferro, nonché i tracciati delle armature per la
precompressione; precompressione; resta esclusa soltanto la compilazione delle distinte di ordinazione
E
attracco, opere di sostegno delle terre e simili, il progetto esecutivo deve essere attracco, opere di sostegno delle terre e simili, il progetto esecutivo deve essere
completo di particolari esecutivi di tutte le opere integrative.
I N
completo di particolari esecutivi di tutte le opere integrative.
Su ogni tavola vanno indicati la classe e le caratteristiche del calcestruzzo, il tipo di Su ogni elaborato grafico vanno indicati
O NlaLtipologia
la classe e le caratteristiche del calcestruzzo, il
A
acciaio o di ogni altro metallo, la tipologia dei solai e le caratteristiche del legno e di tipo di acciaio o di ogni altro metallo, dei solai e le caratteristiche del legno e
ogni materiale e prodotto da impiegarsi.
IC
di ogni materiale e prodotto da
N
impiegarsi.
EC
I particolari costruttivi vanno definiti, numerati ed indicati sugli elaborati grafici del
progetto strutturale.
T
E costruttivi
Particolari costruttivi
O N
Particolari
I particolari costruttivi, debitamente numerati ed ubicati come sopra, accuratamente IIparticolari
A Z costruttivi vanno definiti, numerati ed indicati sugli elaborati grafici di
I S L delle NTC per ogni tipologia di nuova struttura o di intervento sulle costruzioni
quotati, vanno progettati in conformità alle indicazioni delle NTC per ogni tipologia di insieme del progetto strutturale; devono essere progettati in conformità alle indicazioni
T I
dell’ancoraggio alla struttura degli elementi T
dei dispositivi di ogni tipo (appoggi, respingenti, isolatori,
E
- i solai,
Piano di manutenzione delle strutture Piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera
Il piano di manutenzione delle strutture è il documento complementare al progetto Il piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera è il documento
strutturale che ne prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati complementare al progetto strutturale che ne prevede, pianifica e programma, tenendo
N E
eventualmente redatte da uno specialista, ferma restando la responsabilità del
I
L
progettista dell’opera, le seguenti relazioni specialistiche:
N
O
Sono previste le seguenti relazioni specialistiche:
TE
Generalmente propedeutica alla progettazione vera e propria dell’opera, è redatta
E
dal geologo incaricato, e contiene l’inquadramento generale del territorio ed in
particolare del sito nel quale si inserirà l’opera da progettare;
IO N
2) la Relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del
AZ2)volume significativo
Relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del
volume significativo di terreno (§ 6.2.2 delle NTC e § C 6.2.2 della presente
IS L di terreno (§ 6.2.2 delle NTC e § C 6.2.2 della presente Circolare);
G
Circolare). Redatta dal progettista dell’opera, riporta tutte le considerazioni tecniche
E
I L
ed i parametri sulla base dei quali vengono operate le principali scelte progettuali in
D
termini di dimensionamento e verifiche delle fondazioni. Alla Relazione geotecnica
O
IN
devono essere allegati tutti i certificati delle prove geotecniche – in situ ed in
T
ET
laboratorio - che hanno condotto alla caratterizzazione meccanica del terreno di
L
fondazione, rammentando che le suddette prove geotecniche devono essere eseguite
O L
e certificate da uno dei laboratori di cui all’art.59 del DPR n.380/2001.
3) B sismica concernente la “pericolosità sismica di
la Relazione sulla modellazione
base” del sito di costruzione (§ 3.2 delle NTC e § C3.2 della presente Circolare).
3) Relazione sulla modellazione sismica concernente la “pericolosità sismica di base”
del sito di costruzione (§ 3.2 delle NTC e § C3.2 della presente Circolare), contenente il
Redatta dal progettista, contiene il riferimento a tutti i parametri ed i coefficienti in riferimento a tutti i parametri ed i coefficienti in base ai quali sono state determinate le
base ai quali sono state determinate le azioni sismiche da applicare. azioni sismiche da applicare.
C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO
Il § 10.2 delle NTC approfondisce il tema relativo all’analisi strutturale condotta con
l’ausilio di programmi automatici di calcolo, affidando al progettista delle strutture il
compito e la responsabilità di comprovare la validità dei risultati dei calcoli e delle
verifiche, al fine di garantire l’attendibilità dei risultati ottenuti.
E C
T
b) informazioni sull’origine, le caratteristiche e la validazione dei codici di calcolo: b) informazioni sull’origine, le caratteristiche e la validazione dei codici di calcolo:
b.1) titolo, autore, produttore, distributore, versione, estremi della licenza o di altro
N E
b.1) titolo, autore, produttore, distributore, versione, estremi della licenza o di altro
O titolo d’uso;
b.2) documentazione fornita dal produttore e dal distributore a corredo del ZI b.2) documentazione fornita dal produttore e dal distributore a corredo del
titolo d’uso;
L A
programma:
G I S programma:
E
IL
- una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli algoritmi impiegati; - una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli algoritmi impiegati;
- l’individuazione dei campi d’impiego;
D
O con files di input che
- l’individuazione dei campi d’impiego;
L LE del programma
b.3) l’esame preliminare, condotto dal progettista delle strutture, di valutazione b.3) l’esame preliminare, condotto dal progettista delle strutture, di valutazione
BO
dell’affidabilità e soprattutto dell’idoneità nel caso specifico di dell’affidabilità e soprattutto dell’idoneità del programma nel caso specifico di
applicazione; applicazione;
b.4) l’esame della documentazione fornita dal produttore o dal distributore sulle b.4) l’esame della documentazione fornita dal produttore o dal distributore sulle
modalità e procedure seguite per la validazione del programma; modalità e procedure seguite per la validazione del programma;
Particolare attenzione assume quindi la modalità di presentazione dei risultati, che deve Particolare attenzione assume quindi la modalità di presentazione dei risultati, che deve
costituire una sintesi completa ed efficace, capace di riassumere il comportamento della costituire una sintesi completa ed efficace, capace di riassumere il comportamento della
struttura, per ogni tipo di analisi svolta. struttura, per ogni tipo di analisi svolta.
I valori numerici di ogni elaborazione, preceduta dall’indicazione della convenzione sui I valori numerici di ogni elaborazione, preceduti dall’indicazione della convenzione sui
segni e delle unità di misura, devono essere sintetizzati mediante disegni, schemi grafici segni e delle unità di misura, devono essere sintetizzati mediante disegni, schemi grafici
rappresentativi almeno delle parti più sollecitate della struttura, delle configurazioni rappresentativi almeno delle parti più sollecitate della struttura e delle configurazioni
delle deformate, la rappresentazione grafica delle principali caratteristiche di delle deformate, rappresentazione grafica delle principali caratteristiche di
sollecitazione, delle componenti degli sforzi, nonché dei diagrammi di inviluppo sollecitazione, delle componenti degli sforzi, nonché dei diagrammi di inviluppo
A
impossibile, da parte degli organi e/o delle figure preposte ad un eventuale controllo,
IC
parte degli organi e/o delle figure preposte ad un eventuale controllo, riscontrare tutte
riscontrare tutte quelle informazioni sull’impostazione progettuale, i parametri ed i
N
quelle informazioni sull’impostazione progettuale, i parametri ed i coefficienti scelti, gli
coefficienti scelti, gli elementi strutturali più sollecitati, come sopra descritti, che devono
C
TE
elementi strutturali più sollecitati, come sopra descritti, che devono essere posti a base
costituire la Relazione di calcolo vera e propria.
E
della Relazione di calcolo vera e propria.
IO N
C10.2.2 VALUTAZIONE INDIPENDENTE DEL CALCOLO
L AZC10.2.2 VALUTAZIONE INDIPENDENTE DEL CALCOLO
G IS può Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, il progettista
Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, il progettista
O D dal progettista da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente, diverso dal progettista
essere utile, in taluni casi, il confronto con i risultati ottenuti dalla ripetizione essere utile, in taluni casi, il confronto con i risultati ottenuti dalla ripetizione dei calcoli
INessere daeseguita
da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente, diverso
originario delle strutture; la ripetizione del calcolo deve
T T generalmente originario delle strutture; la ripetizione del calcolo deve essere eseguita generalmente
mediante l’impiego di programmi automatici
E diversi quelli impiegati mediante l’impiego di programmi automatici diversi da quelli impiegati
originariamente.
O LL originariamente.
B
C11 MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE C11 MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE
Il Capitolo 11 delle NTC tratta le procedure di identificazione, di qualificazione e di Il Capitolo 11 delle NTC tratta le procedure di identificazione, di qualificazione e di
accettazione in cantiere dei materiali e prodotti per uso strutturale, con una accettazione in cantiere dei materiali e prodotti per uso strutturale, con una
formulazione finalizzata, fra l’altro, a definire con chiarezza i compiti assegnati ai vari formulazione finalizzata, fra l’altro, a definire con chiarezza i compiti assegnati ai vari
soggetti coinvolti (progettista, fabbricante o produttore, direttore dei lavori, appaltatore, soggetti coinvolti (progettista, fabbricante o produttore, direttore dei lavori, appaltatore,
collaudatore, etc). collaudatore, etc).
I N E
Ciò consente, attraverso la qualificazione, la chiara identificazione da parte del
L
Ciò consente la chiara identificazione da parte del fabbricante dei materiali e prodotti e
N
fabbricante dei materiali e prodotti e delle relative caratteristiche tecniche, rendendo
O
delle relative caratteristiche tecniche e prestazionali nonché la qualificazione dei
A
IC
possibile, agli utilizzatori dei prodotti ed ai soggetti preposti alla vigilanza ed al prodotti stessi mediante le specifiche procedure indicate al § 11.1 delle NTC (casi A, B e
controllo, la valutazione dell’idoneità del prodotto all’uso previsto.
N
C). A seguito di tali procedure, i progettisti e gli utilizzatori dei prodotti potranno
C
TE
valutare l’idoneità del prodotto qualificato allo specifico uso richiesto per una
E
determinata opera ed i soggetti preposti alla vigilanza ed al controllo potranno
IO N
verificare la conformità del prodotto stesso a quanto indicato nelle NTC o negli elaborati
I
collaudo e manutenzione delle “Opere” ed in particolare degli elementi
Lstrutturale
D
che prioritariamente assicurano e/o contribuiscono alla sicurezza delle
O particolarmente a successive
produzione, affinchè tali materiali e prodotti possano essere utilizzati nelle
N
accidentale. I richiami ad altre fasi del processo di Icostruzione,
opere stesse, anche in concomitanza ad eventi eccezionali di origine naturale o fasi di progettazione, posa/installazione, collaudo e manutenzione delle
TTdi produzione (in fabbrica, a piè contribuiscono alla sicurezza strutturale delle opere stesse Ciò assume particolare
opere ed in particolare degli elementi strutturali che prioritariamente assicurano e/o
E
LLnelle
quelle che sono accomunabili in un esteso concetto
O
d’opera, di cantiere e/o di trasformazione), che concernono l’immissione sul mercato rilievo anche allo scopo di meglio definire e distinguere le responsabilità che sono
B
di prodotti e/o sistemi da incorporare suddette opere, costituiscono
necessario complemento, anche allo scopo di meglio definire le responsabilità che
un proprie delle diverse figure professionali direttamente operanti nell’ambito della
norma.
sono proprie delle figure professionali direttamente operanti nell’ambito della
Norma.
2. Il termine “prodotto” (come definito nel Regolamento UE 305/2011) ha un significato
2. assunto che il termine “prodotto” (come definito nel Regolamento UE 305/2011) ha un estensivo che spazia dal materiale al sistema e che configura come “prodotto da
significato estensivo che spazia dal materiale al sistema e che configura come costruzione” qualsiasi prodotto fabbricato e immesso sul mercato al fine di essere
“Prodotto da Costruzione” qualsiasi prodotto fabbricato e immesso sul mercato al fine permanentemente incorporato in un’opera o in una sua parte.
di essere permanentemente incorporato in un’Opera o in una sua parte; si intende
inoltre per “prodotto per uso strutturale”, qualsiasi materiale o prodotto che consente
ad un’Opera ove questo è incorporato di soddisfare il requisito di base n.1
“Resistenza meccanica e stabilità”, e quindi i requisiti previsti in termini di rispetto
I N E
rispetto degli stati limite, ultimi e di esercizio, nonché di durabilità e robustezza,
L
previsti negli altri capitoli delle Norme Tecniche per le Costruzioni, ivi compresi gli
aspetti geotecnici.
O N
In sintesi, dunque, la caratteristica che consente di identificare “materiali e prodotti per
IC A
In sintesi, dunque, la caratteristica che consente di identificare “materiali e prodotti per
N
uso strutturale” è la “destinazione d’uso”, che si intende prioritariamente strutturale. uso strutturale” è la “destinazione d’uso”, che si intende prioritariamente strutturale.
T EC
C11.1 GENERALITÀ
E
C11.1 GENERALITÀ
N
fabbricante prima dell’immissione sul mercato e quindi dell’impiego, dei materiali A
Per quanto riguarda le modalità di qualificazione ed identificazione, da parte del Per
ZIOquanto riguarda le modalità di qualificazione ed identificazione, da parte del
I S L prodotti, viene opportunamente specificato quali siano i possibili casi di riferimento:
e fabbricante, prima dell’immissione sul mercato e quindi dell’impiego, dei materiali e
G
prodotti, viene opportunamente specificato quali siano i possibili casi di riferimento:
A) materiali e prodotti per uso strutturale per i quali sia disponibile una E
I L norma europea A) materiali e prodotti per uso strutturale per i quali sia disponibile una norma europea
armonizzata;
D armonizzata;
ET in uno dei due casi indicati con le C) materiali e prodotti per uso strutturale non ricadenti in uno dei due casi indicati con
modalità e le procedure indicate nelle presenti norme;
N
GUUE) a cura della Commissione, con indicazione del periodo di coesistenza nel quale Europea (nel seguito GUUE) a cura della Commissione, con indicazione del periodo di
C
TE
l’applicazione della norma stessa non è obbligatoria. Al termine di tale periodo possono coesistenza nel quale l’applicazione della norma stessa non è obbligatoria. Al termine di
E
essere immessi sul mercato soltanto i prodotti da costruzione valutati in base alla norma tale periodo possono essere immessi sul mercato soltanto i prodotti da costruzione
armonizzata di riferimento e le pertinenti norme nazionali sono ritirate. La
N
valutati in base alla norma armonizzata di riferimento e le pertinenti norme nazionali
IO
AZ
pubblicazione dei testi delle norme europee armonizzate è compito dei singoli sono ritirate. La pubblicazione dei testi delle norme europee armonizzate è compito dei
L
Organismi nazionali di normazione (per l’Italia l’UNI) che ne predispongono, singoli Organismi nazionali di normazione (per l’Italia l’UNI) che ne predispongono
normalmente, ma non obbligatoriamente, una versione nella propria lingua. Può
G IS generalmente una versione nella propria lingua. Può accadere che la datazione della
E
IL
accadere che la datazione della versione nazionale di una norma europea armonizzata versione nazionale di una norma europea armonizzata non coincida con quella
D
non coincida con quella originaria. Ciascuna norma armonizzata, predisposta sulla base originaria. Ciascuna norma armonizzata, predisposta sulla base di uno specifico
O
di uno specifico Mandato della Commissione Europea, in applicazione del CPR, Mandato della Commissione Europea, in applicazione del CPR, contiene un “Allegato
T IN
contiene un “Allegato ZA” che identifica i paragrafi della norma che appartengono alla ZA” che identifica i paragrafi della norma che appartengono alla parte “armonizzata”
T
LE
parte “armonizzata” della norma stessa e che quindi diventano cogenti ai sensi del CPR della norma stessa e che quindi diventano cogenti ai sensi del CPR e da applicarsi,
L
e da applicarsi, quindi, nella procedura di marcatura CE. quindi, nella procedura di marcatura CE.
BO
«Marcatura CE» - Attualmente, ai sensi del CPR, la Marcatura CE indica
fondamentalmente che un prodotto da costruzione risponde alle pertinenti Norme
«Marcatura CE» - Attualmente, ai sensi del CPR, la Marcatura CE indica
fondamentalmente che un prodotto da costruzione risponde alle pertinenti Norme
armonizzate, oppure è conforme ad una Valutazione Tecnica Europea (in inglese ETA - armonizzate, oppure è conforme ad una Valutazione Tecnica Europea (in inglese ETA -
European Tehnical Assessment), rilasciata ai sensi della procedura di cui al Cap. IV ed European Technical Assessment), rilasciata ai sensi della procedura di cui al Cap. IV ed
all’Allegato II del CPR. all’Allegato II del CPR.
Le indicazioni in merito alla Marcatura CE (etichetta e documenti di Le indicazioni in merito alla Marcatura CE (etichetta e documenti di
accompagnamento), sono esplicitamente comprese in ogni Allegato ZA di una norma accompagnamento), sono esplicitamente comprese in ogni Allegato ZA di una norma
armonizzata di prodotto. Tali informazioni devono essere riportate, in relazione alle armonizzata di prodotto. Tali informazioni devono essere riportate, in relazione alle
effettive possibilità, prioritariamente sul prodotto stesso, altrimenti su un’etichetta ad effettive possibilità, prioritariamente sul prodotto stesso, altrimenti su un’etichetta ad
esso applicata,ovverosul suo imballo, oppure far parte dei Documenti di Trasporto esso applicata,ovvero sul suo imballo, oppure far parte dei Documenti di Trasporto
(DdT). Esse devono essere riprodotte in modo visibile, leggibile ed indelebile. (DdT). Esse devono essere riprodotte in modo visibile, leggibile ed indelebile.
«ValutazioneTecnica Europea (ETA)» - L’articolo 2 del CPR definisce la Valutazione «Valutazione Tecnica Europea (ETA)» - L’articolo 2 del CPR definisce la Valutazione
E
- il prodotto non rientra nel campo di applicazione di alcuna norma armonizzata - il prodotto non rientra nel campo di applicazione di alcuna norma armonizzata
esistente; esistente;
- per almeno una delle caratteristiche essenziali del prodotto il metodo di valutazione - per almeno una delle caratteristicheL
I N
O N non
essenziali del prodotto il metodo di valutazione
L A sul relativo sito internet) ed i cui riferimenti sono periodicamente pubblicati, a cura
I S
resi disponibili sul relativo sito internet) ed i cui riferimenti sono periodicamente
pubblicati, a cura della Commissione Europea in GUUE. A tal fine è G
E
I2013L in conformità
anche utile della Commissione Europea, in GUUE. A tal fine è anche utile rammentare che, ai sensi
D
rammentare che, ai sensi dell’articolo 66(3) del CPR, anche gli orientamenti per il dell’articolo 66(3) del CPR, anche gli orientamenti per il benestare tecnico europeo (ETAG)
O
benestare tecnico europeo (ETAG) pubblicati prima del 1 luglio pubblicati prima del 1 luglio 2013 in conformità all’articolo 11 della Direttiva
TIN
all’articolo 11 della Direttiva 89/106/CEE possono essere utilizzati come Documenti per 89/106/CEE possono essere utilizzati come Documenti per la Valutazione Europea
la Valutazione Europea (EAD).
T
E che riunisce tutti gli organismi L’EOTA (www.eota.eu) è l’Organizzazione europea che riunisce tutti gli organismi
(EAD).
LL deputati
L’EOTA (www.eota.eu) è l’Organizzazione europea
nazionali (TAB - Technical Assessment O
Tecnica Europea per una o più delle B aree di prodotto
Bodies) al rilascio della Valutazione nazionali (TAB - Technical Assessment Bodies) deputati al rilascio della Valutazione
indicate nella Tabella 1 Tecnica Europea per una o più delle aree di prodotto indicate nella Tabella 1
dell’Allegato IV del CPR. dell’Allegato IV del CPR.
Si rammenta, altresì, che l’articolo 4 del CPR sancisce l’obbligo di Dichiarazione della Si rammenta, altresì, che l’articolo 4 del CPR sancisce l’obbligo di Dichiarazione della
Prestazione, da parte del fabbricante, anche nel caso in cui il prodotto sia coperto da un Prestazione, da parte del fabbricante, anche nel caso in cui il prodotto sia coperto da un
ETA; a tal fine dovrà essere quindi effettuata, dopo l’emanazione da parte del TAB di ETA; a tal fine dovrà essere quindi effettuata, dopo l’emanazione da parte del TAB di
un ETA e sulla base dell’ETA stesso, la pertinente procedura di valutazione e verifica della un ETA e sulla base dell’ETA stesso, la pertinente procedura di valutazione e verifica della
costanza della prestazione, con il coinvolgimento, ove previsto, di un Organismo notificato costanza della prestazione, con il coinvolgimento, ove previsto, di un Organismo notificato
per la specifica attività prevista per la specifica attività prevista
« Valutazione e verifica della costanza della prestazione» -Un prodotto da costruzione può «Valutazione e verifica della costanza della prestazione» - Un prodotto da costruzione può
essere marcato CE solo qualora il fabbricante abbia redatto una Dichiarazione di essere marcato CE solo qualora il fabbricante abbia redatto una Dichiarazione di
Prestazione, e quindi, ai sensi dell’Articolo 4 del CPR, nel caso in cui esso rientri nel Prestazione, e quindi, ai sensi dell’articolo 4 del CPR, nel caso in cui esso rientri nel
E
secondo caso, al Controllo della produzione in fabbrica (FPC) nel caso di sistema 2+ e caso, al Controllo della produzione in fabbrica (FPC) nel caso di sistema 2+.
2.
I N
O NLdail documento
«Dichiarazione di Prestazione» -Costituisce il documento fondamentale, obbligatoriamente «Dichiarazione di Prestazione» -Costituisce fondamentale, obbligatoriamente
ION elettronico
previsto nell’articolo 8 del CPR.Qualora la dichiarazione di prestazione venga fornita su previsto all’articolo
supporto elettronico oppure messa a disposizione su un sito web nei modi previsti dal supporto
Regolamento delegato (UE) n. 157/2014, ai sensi dell’articolo 7, paragrafi 1 e 3, del CPR, ZRegolamento
oppure messa a disposizione su un sito web nei modi previsti dal
GI S
si adottano le procedure di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive
E
modificazioni (Codice dell’Amministrazione Digitale).
IL
modificazioni (Codice dell’Amministrazione Digitale).
D
«Certificato di Valutazione Tecnica» - Costituisce una valutazione del materiale, prodotto, «Certificato di Valutazione Tecnica» - Costituisce una valutazione del materiale, prodotto,
O della legge n.64/74).Il accordo alle disposizioni nazionali (si veda anche l’art.1 della legge n.64/74).Il
o sistema da costruzione, ai fini dell’uso strutturale previsto in Opere realizzate in o sistema da costruzione, ai fini dell’uso strutturale previsto in opere realizzate, in
I N
TT
accordo alle disposizioni nazionali (si veda anche l’art.1
LL Europea in caso di applicazione nazionale o anche in quello di altri stati dell’Unione Europea in caso di applicazione
tecniche ed ha validità sul territorio delle procedure indicate dalle vigenti norme tecniche ed ha validità sul territorio
O
B in base al concetto di “equivalenza” più avanti della procedura di mutuo riconoscimento, in base al concetto di “equivalenza” più
nazionale o anche in quello di altri stati dell’Unione
della procedura di muto riconoscimento,
specificato. Qualora il fabbricante preveda l’impiego dei prodotti strutturali anche con avanti specificato. Qualora il fabbricante preveda l’impiego dei prodotti strutturali
funzioni di compartimentazione antincendio, dichiarando anche la prestazione in anche con funzioni di compartimentazione antincendio, dichiarando anche la
relazione alla caratteristica essenziale “resistenza al fuoco”, le Linee Guida sono prestazione in relazione alla caratteristica essenziale “Resistenza al fuoco”, le Linee
elaborate dal Servizio Tecnico Centrale di concerto, per la valutazione di tale specifico Guida sono elaborate dal Servizio Tecnico Centrale di concerto, per la valutazione di
aspetto, con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della difesa tale specifico aspetto, con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e
Civile del Ministero dell’Interno. della difesa Civile del Ministero dell’Interno.
«Attestato di Qualificazione» - È il documento emesso dal Servizio Tecnico Centrale che «Attestato di Qualificazione» - È il documento emesso dal Servizio Tecnico Centrale che
attesta la positiva conclusione della procedura di qualificazione per materiali e prodotti attesta la positiva conclusione della procedura di qualificazione per materiali e prodotti
ricadenti nel caso C di cui al §11.1 delle NTC. ricadenti nel caso B di cui al §11.1 delle NTC.
«Controllo della produzione in fabbrica (FPC)» - Si intende il controllo interno permanente e «Controllo della produzione in fabbrica (FPC)» - Si intende il controllo interno permanente e
I N
- Organismi di Certificazione di prodotto (sistemi 1 e 1*) e di FPC (sistema 2+)), -
N L
Organismi di Certificazione di prodotto (sistemi 1 e 1+) e di FPC (sistema 2+),
- Laboratori di Prova. -
A O
Laboratori di Prova (sistema 3).
IC
Il compito degli Organismi notificati è quello dettagliato nell’Allegato V del CPR, ed in Il compito degli Organismi notificati, in relazione ai sistemi di valutazione e verifica
sintesi:
C N
della costanza della prestazione dei prodotti da costruzione, è quello dettagliato
TE
- L’Organismo di Certificazione del prodotto, rilascia il Certificato di costanza della nell’Allegato V del CPR, così come modificato dal Regolamento delegato (UE) N.
prestazione del prodotto (Certificate of constancy of performance of the construction
N E
568/2014 della Commissione del 18 febbraio 2014
product) Per i sistemi 1 e 1+, secondo regole procedurali date. La base per la
IO
certificazione sono i risultati dell’attività di Determinazione del prodotto-tipo in
L AZ
IS
base a prove (incluso il campionamento), a calcoli di tipo, a valori desunti da tabelle
E
o a una documentazione descrittiva del prodotto, di Ispezione iniziale e di
G
IL
Sorveglianza dello stabilimento di produzione e del suo FPC. Per il sistema 1+,
D
O
l’Organismo esegue periodicamente anche delle prove di controllo di campioni
IN
prelevati presso lo stabilimento di produzione o presso i depositi del fabbricante.
T T
L’Organismo di Certificazione del controllo della produzione in fabbrica rilascia il
LE
Certificato del controllo della produzione in fabbrica ( Certificate of conformity of the
L
BO
factory production control). La base per la certificazione sono i risultati dell’attività di
Ispezione iniziale e di Sorveglianza dello stabilimento di produzione e del suo FPC.
- Il Laboratorio di Prova, valuta le prestazioni del prodotto da costruzione, in base al
campionamento effettuato dal fabbricante, mediante l’esecuzione di prove, calcoli,
valori desunti da tabelle o una documentazione descrittiva del prodotto.
Un medesimo Organismo, se notificato per le varie funzioni, sulla base di quanto
Un medesimo Organismo, lo stesso, se notificato per le varie funzioni, sulla base di previsto nelle specifiche tecniche armonizzate, può agire quale Organismo di
quanto previsto nelle specifiche tecniche armonizzate, può agire quale Organismo di Certificazione del prodotto, da Organismo di Certificazione del controllo di produzione
Certificazione del prodotto, da Organismo di Certificazione del controllo di produzione in fabbrica e da Laboratorio di Prova.
in fabbrica e da Laboratorio di Prova.
La procedura di autorizzazione di tali organismi è attualmente regolata in Italia dal
La procedura di autorizzazione di tali organismi è attualmente regolata in Italiadalle D.Lgs. 106/2017 e dalle specifiche disposizioni emanate in materia dalle
specifiche disposizioni emanate in materia dalle Amministrazioni competenti in Amministrazioni competenti in attuazione del CPR.
attuazione del CPR.
IC
utilizzabili ai sensi del CPR; utilizzabili ai sensi del CPR;
L’accettazione in cantiere dei materiali e prodotti per uso strutturale è responsabilità del
C N
L’accettazione in cantiere dei materiali e prodotti per uso strutturale è responsabilità del
Direttore dei Lavori; questa avviene mediante l’acquisizione e verifica della
TE
Direttore dei Lavori e viene attuata mediante l’acquisizione e verifica della
E
N
documentazione di accompagnamento dei materiali e prodotti, nonché mediante prove documentazione di accompagnamento dei materiali e prodotti, nonché mediante prove
di accettazione. Per quanto riguarda gli aspetti documentali il Direttore dei Lavori deve
IO
di accettazione. Per quanto riguarda gli aspetti documentali il Direttore dei Lavori deve
acquisire oltre alla predetta la documentazione di accompagnamento, la
L AZ acquisire, oltre alla predetta documentazione di accompagnamento, la documentazione
IS
documentazione che attesti la qualificazione del prodotto (differente a seconda dei casi che attesti la qualificazione del prodotto (differente a seconda dei casi A), B) o C) previsti
E
A), B) o C) previsti al §11.1 delle NTC). Il Direttore dei Lavori deve anche verificare
G al §11.1 delle NTC). Il Direttore dei Lavori deve anche verificare l’idoneità di tale
D IL
l’idoneità di tale documentazione, ad esempio verificando la titolarità di chi ha emesso la documentazione, ad esempio verificando la titolarità di chi ha emesso la dichiarazione di
O
dichiarazione di prestazione, le informazioni in esse riportate, la titolarità dell’Organismo prestazione, le informazioni in esse riportate, la titolarità dell’Organismo che ha emesso il
IN
che ha emesso il certificato su cui si basa la dichiarazione, nonché la pertinenza del certificato su cui si basa la dichiarazione, nonché la pertinenza del certificato stesso (caso
T T
certificato stesso (caso A) o le certificazioni e/o attestazioni (casi B e C), la loro validità ed il A) o le certificazioni e/o attestazioni (casi B e C), la loro validità ed il campo di
L LE
campo di applicazione in relazione ai prodotti effettivamente consegnati ed all’uso per essi applicazione in relazione ai prodotti effettivamente consegnati ed all’uso per essi previsto,
BO
previsto, la conformità alle caratteristiche prestazionali contenute nelle specifiche la conformità alle caratteristiche prestazionali contenute nelle specifiche progettuali o
progettuali o capitolari, etc. capitolari, etc.
Oltre i casi in cui le NTC esplicitamente prevedono l’esecuzione delle prove di Oltre ai casi in cui le NTC prevedono esplicitamente l’esecuzione delle prove di
accettazione, precisando le modalità di campionamento ed esecuzione, il Direttore dei accettazione, precisando le modalità di campionamento ed esecuzione, il Direttore dei
Lavori può in ogni caso richiedere l’esecuzione di prove che ritenga opportune o Lavori può in ogni caso richiedere l’esecuzione di prove che ritenga opportune o
necessarie ai fini dell’accettazione del materiale o prodotto per uso strutturale. Essendo necessarie ai fini dell’accettazione del materiale o prodotto per uso strutturale. Essendo
le predette prove finalizzate all’accettazione, le stesse devono far parte della le predette prove finalizzate all’accettazione, le stesse devono far parte della
documentazione tecnica prevista dal DPR 380/01, ed in particolare della Relazione a documentazione tecnica prevista dal DPR 380/01, ed in particolare della Relazione a
1 http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/nando/index.cfm?fuseaction=directive.notifiedbody&dir_id=33
2 http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/nando/index.cfm?fuseaction=directive.notifiedbody&dir_id=33
E
conseguente istruttoria tecnica volta alla verifica dei requisiti di terzietà, competenza, conseguente istruttoria tecnica volta alla verifica dei requisiti di terzietà, competenza,
disponibilità delle necessarie attrezzature e capacità nell’esecuzione delle specifiche
I N
disponibilità delle necessarie attrezzature e capacità nell’esecuzione delle specifiche
L
prove richieste. prove richieste.
O N
A
Si premette, per quanto verrà precisato nel seguito, che possono essere “oggetto” di In via generale e fermo restando quanto previsto nelle NTC, che possono essere oggetto
prova: di prova:
N IC
C
TE
- i provini: confezionati da materiale in genere sciolto, come il conglomerato - i provini: confezionati da materiale in genere sciolto, come il conglomerato
E
cementizio, le malte, etc. cementizio, le malte, etc;
- i saggi: ottenuti da prodotti finiti, come lo spezzone prelevato da una barra di -
IO N
i saggi: ottenuti/estratti da prodotti finiti, come lo spezzone estratto da una barra di
AZ-
acciaio da c.a. o il tallone ricavato da una lamiera, etc. acciaio da c.a. o il tallone ricavato da una lamiera, etc;
- i campioni: un numero di pezzi singoli prelevati da un lotto di produzione o di
IS L i campioni: un numero di pezzi singoli prelevati da un lotto di produzione o di
spedizione, come ad esempio i bulloni.
E G spedizione, come ad esempio i bulloni;
D IL
E’ compito del Direttore dei Lavori definire quantità e modalità del campionamento dei E’ compito del Direttore dei Lavori provvedere al campionamento dei materiali e dei
O
materiali e dei prodotti da sottoporre alle prove di accettazione, nonché il prodotti da sottoporre alle prove di accettazione, quindi al confezionamento dei provini,
IN
confezionamento dei provini, ovvero l’esecuzione dei saggi, il confezionamento dei all’esecuzione/estrazione dei saggi, al prelevamento dei campioni, nonché la corretta
T T
provini, l’esecuzione dei saggi, il prelevamento dei campioni, la corretta conservazione conservazione e custodia degli stessi fino alla consegna al Laboratorio ufficiale
L LE
e custodia degli stessi fino alla consegna al Laboratorio ufficiale incaricato, che a tal fine incaricato, che a tal fine rilascia apposito verbale di accettazione. Tali attività possono
BO
rilascia apposito verbale di accettazione. Tali attività possono essere eventualmente essere eventualmente eseguite attraverso personale a tal fine formalmente delegato dal
eseguite attraverso personale di, a tal fine formalmente delegato, ferma restando la Direttore dei Lavori, ferma restando la responsabilità del Direttore dei Lavori stesso.
responsabilità del Direttore dei Lavori.
I certificati riportanti gli esiti delle prove di accettazione sono acquisiti dal Direttore dei I certificati riportanti gli esiti delle prove di accettazione sono acquisiti dal Direttore dei
Lavori, cui devono essere consegnati in originale, indipendentemente dal soggetto che Lavori, cui devono essere consegnati in originale analogico, indipendentemente dal
effettua il pagamento della prestazione, ovvero trasmessi allo stesso Direttore dei soggetto che effettua il pagamento della prestazione, oppure trasmessi in formato
Lavori, firmati digitalmente, tramite PEC ai sensi del Codice dell’Amministrazione elettronico allo stesso Direttore dei Lavori, firmati digitalmente, tramite PEC ai sensi del
Digitale. I Laboratori ufficiali registrano e documentano l’identità sia dei soggetti che Codice dell’Amministrazione Digitale. I Laboratori ufficiali registrano e documentano
consegnano i provini, saggi o campioni, sia di quelli cui il Laboratorio consegna i l’identità sia dei soggetti che consegnano i provini, saggi o campioni, sia di quelli cui il
certificati, prendendo nota ed acquisendo l’eventuale delega sottoscritta dal Direttore Laboratorio consegna i certificati, prendendo nota ed acquisendo l’eventuale delega
dei Lavori. sottoscritta dal Direttore dei Lavori.
Principio generale della Norma è che le prove previste dalle stesse NTC, quali quelle di
I N E
di trasformazione, etc.) dovrà evidenziare quanto sopra nei pertinenti documenti
N L
(verbale di accettazione, relazione a strutture ultimate, documenti di accompagnamento
O
della fornitura, etc.), motivandolo opportunamente, e subordinare, sotto la propria
A
IC
responsabilità, l’efficacia ed il buon esito della posa in opera e/o della fornitura all’esito
N
positivo delle suddette prove, assumendosi tutte le responsabilità e prendendosi carico
C
TE
di ogni eventuale onere derivante dal mancato esito positivo delle prove e quindi
E
dell’accettazione in cantiere.
Per i materiali e prodotti ad uso strutturale occasionali o realizzati a piè d’opera, cioè
IO N
Poiché le NTC rappresentano una regola tecnica nazionale che impone, ai fini
AZ
nell’area di cantiere, ai sensi dell’articolo 5 del CPR può essere omessa la procedura di dell’impiego sul territorio italiano, la dichiarazione delle caratteristiche essenziali dei
IS
marcatura CE e/o di qualificazione nazionale. Tali prodotti devono essere, comunque, L materiali e prodotti ad uso strutturale, a tali prodotti non si applicano, in generale e
E G
conformi alle eventuali norme e/o specifiche tecniche applicabili e la responsabilità della fatto salvo quanto eventualmente specificato nelle NTC in merito alla produzione
IL
realizzazione di tali prodotti e della conformità delle prestazioni previste dalle suddette occasionale, le deroghe alla redazione della dichiarazione di prestazione di cui
D
norme e/o specifiche tecniche applicabili o, se superiori, a quelle indicate nel progetto
O
all’articolo 5 del CPR.
IN
ricade sul Direttore dei Lavori dell’opera, che la esercita mediante le necessarie verifiche In generale si intendono per prodotti occasionali, prodotti fabbricati non in serie, senza il
T T
durante la fabbricazione del prodotto e le successive prove di accettazione. presupposto della ripetitività tipologica, non realizzati secondo procedure e processi
L LE
Si intendono, comunque, per prodotti occasionali, prodotti fabbricati non in serie, cioè da ripetitivi indipendentemente dal grado di automazione di tali processi, non inserite e
BO
un fabbricante mediante procedure e/o attrezzature non coperte da un Controllo di non inseribili in un catalogo della produzione, poiché destinate unicamente ad una
Produzione in Fabbrica certificato, non inserite e non inseribili in un catalogo della specifica opera o cantiere, il cui Direttore dei Lavori assume la responsabilità diretta dei
produzione poiché destinate unicamente ad una specifica opera o cantiere, il cui controlli di produzione , oltre che dei controlli di accettazione, in assoluta analogia con i
Direttore dei Lavori assume la responsabilità diretta dei controlli di produzione, oltre, materiali e prodotti fabbricati a piè d’opera o in cantiere stesso.
come già accennato, dei controlli di accettazione, in assoluta analogia con i materiali e Si applica il Decreto Legislativo 16 giugno 2017, n. 106 “Adeguamento della normativa
prodotti fabbricati a piè d’opera o in cantiere stesso. nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011, che fissa condizioni armonizzate
per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE”,
che in particolare, all’articolo 5, comma 5, richiama che “L'impiego nelle opere di un
prodotto da costruzione e' soggetto, per i materiali e prodotti per uso strutturale, alle
norme tecniche per le costruzioni adottate in applicazione dell'articolo 52 del decreto
del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni, …”.
Si applicano pertanto anche le disposizioni del Capo V del medesimo Decreto
C11.2 CALCESTRUZZO
C11.2 CALCESTRUZZO
N
prestazionali minime che devono essere indicate nel progetto (classe di resistenza, classe
caratteristiche prestazionali minime che devono essere indicate nel progetto (classe di
di consistenza, diametro massimo dell’aggregato), introduce anche l’obbligo di
A O
resistenza, classe di consistenza, diametro massimo dell’aggregato), introduce anche
IC
indicazione della classe di esposizione ambientale. Viene inoltre precisato che nel caso
l’obbligo di indicazione della classe di esposizione ambientale. Viene inoltre precisato
di impiego di armature pretese o post-tese, permanentemente incorporate in getti di
C N
che nel caso di impiego di armature pretese o post-tese, permanentemente incorporate
TE
calcestruzzo, è obbligatoria l’indicazione della classe di contenuto in cloruri.
in getti di calcestruzzo, è obbligatoria l’indicazione della classe di contenuto in cloruri.
Per quanto attiene la classe di resistenza si ribadisce che la stessa è individuata
N E
Per quanto attiene la classe di resistenza, la stessa è individuata esclusivamente dai
IO
esclusivamente dai valori caratteristici delle resistenze cilindrica f ck e cubica Rck a
AZ
valori caratteristici delle resistenze cilindrica fck e cubica Rck a compressione uniassiale,
compressione uniassiale, misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente su
L
misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente su cilindri di diametro 150 mm
IS
cilindri di diametro 150 mm e di altezza 300 mm e su cubi di spigolo 150 mm.
e di altezza 300 mm e su cubi di spigolo 150 mm.
E G
Per quanto attiene la resistenza caratteristica a compressione, la cui valutazione deve
IL
Per quanto attiene la resistenza caratteristica a compressione, la cui valutazione deve
avvenire, di norma, dopo 28 giorni di maturazione, si precisa che, in casi particolari,
D
avvenire, di norma, dopo 28 giorni di maturazione, si precisa che, in casi particolari,
potranno essere indicati, sulla base di documentate motivazioni, anche altri tempi di
IN O
maturazione cui riferire le misure di resistenza ed il corrispondente valore caratteristico.
potranno essere indicati, sulla base di documentate motivazioni, anche altri tempi di
T
maturazione cui riferire le misure di resistenza ed il corrispondente valore caratteristico.
T
LE
C11.2.2
OL
C11.2.2 CONTROLLI DI QUALITÀ DEL CALCESTRUZZO
B Il §11.2.2 delle vigenti NTC in merito alle prove di accettazione in cantiere sul
calcestruzzo, stabilisce che “Le prove di accettazione e le eventuali prove complementari,
compresi i carotaggi di cui al punto 11.2.6, devono essere eseguite e certificate dai laboratori di
cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001”.
Tale disposizione, come l’analoga riportata al §8.4.2 per la caratterizzazione meccanica
dei materiali per le costruzioni esistenti, si applica soltanto alle prove distruttive da
effettuarsi, e certificarsi, in applicazione della citata Circolare 7167/STC del 2010, e nulla
ha a che vedere con eventuali prove non distruttive da effettuarsi sulla struttura
esistente, di cui al Cap.8 delle NTC, o in fase di accettazione da parte del Direttore dei
Lavori, quando si verifichino i casi di cui al §11.2.6 delle stesse NTC. Si evidenzia,
inoltre, che dette prove non distruttive non rientrano fra le prove complementari di cui
al §11.2.7 delle stesse NTC.
E
tramite l’acquisizione di documenti relativi ai componenti, sia attraverso l’esecuzione di alle caratteristiche prestazionali indicate dal progettista, e alle esigenze costruttive, sia
prove, per le quali la Direzione dei lavori si avvale di un Laboratorio ufficiale.
I N
tramite l’acquisizione di documenti relativi ai componenti, sia attraverso l’esecuzione di
L
Tale valutazione deve essere effettuata indipendentemente dalla modalità di
O N
prove, per le quali la Direzione dei lavori si avvale di un Laboratorio ufficiale.
produzione del calcestruzzo, che può avvenire sia in cantiere, sia presso un impianto di
IC A
Tale valutazione deve essere effettuata indipendentemente dalla modalità di
N
produzione industrializzata. Quest’ultima modalità, presuppone che il calcestruzzo sia produzione del calcestruzzo, che può avvenire sia in cantiere, sia presso un impianto di
C
TE
prodotto in un impianto di produzione certificato secondo la procedura indicata al § produzione industrializzata. Quest’ultima modalità presuppone che il calcestruzzo sia
prodotto in un impianto di produzione certificato secondo la procedura indicata al §
E
11.2.8. E’ compito del Direttore dei lavori, prima di autorizzare qualsiasi fornitura di
N
11.2.8. E’ compito del Direttore dei lavori, prima di autorizzare qualsiasi fornitura di
IO
calcestruzzo, verificare la documentazione relativa alla valutazione preliminare del
AZ
calcestruzzo eseguita dal costruttore e, in caso di produzione in stabilimento, la calcestruzzo, verificare la documentazione relativa alla valutazione preliminare del
L
sussistenza della prevista certificazione rilasciata dagli organismi terzi indipendenti calcestruzzo eseguita dal costruttore e, in caso di produzione in stabilimento, la
autorizzati dal Servizio Tecnico Centrale.
G IS sussistenza della prevista certificazione rilasciata dagli organismi terzi indipendenti
E
autorizzati dal Servizio Tecnico Centrale.
IL
OD
C11.2.4 PRELIEVO E PROVA DEI CAMPIONI
C11.2.4 PRELIEVO E PROVA DEI CAMPIONI
IN
Il prelievo dei provini in concomitanza dell’esecuzione de getti costituisce un momento
TT
importante dei controlli di sicurezza sulle strutture in calcestruzzo, controlli sanciti Il prelievo dei provini in concomitanza dell’esecuzione dei getti costituisce un momento
E
importante dei controlli di sicurezza sulle strutture in calcestruzzo, controlli sanciti
L
dalla Legge n. 1086/71, poi richiamati nel DPR n. 380/2001, e descritti nel § 11.2.5 delle
OL
NTC. Per tale motivo al § 11.2.5.3 delle NTC è riportata una serie di prescrizioni relative dalla Legge n. 1086/71, poi richiamati nel DPR n. 380/2001, e descritti nel § 11.2.5 delle
B
alle modalità di prelievo dei provini, ai compiti ed alle relative responsabilità attribuite NTC. Per tale motivo al § 11.2.5.3 delle NTC è riportata una serie di prescrizioni relative
in tal senso al Direttore dei lavori ed al laboratorio di prove autorizzato. alle modalità di prelievo dei provini, ai compiti ed alle relative responsabilità attribuite
al Direttore dei lavori ed al laboratorio di prove autorizzato.
Premesso che se il prelievo dei campioni viene effettuato correttamente, i due provini di
uno stesso prelievo non possono presentare valori di resistenza sensibilmente differenti, Premesso che se il prelievo dei campioni viene effettuato correttamente, i due provini di
la norma stabilisce che il prelievo (due provini) non può essere considerato valido, ai uno stesso prelievo non possono presentare valori di resistenza sensibilmente differenti,
fini del controllo di accettazione di cui al successivo punto C11.2.5, se la differenza fra i la norma stabilisce che il prelievo (due provini) non può essere considerato valido, ai
valori di resistenza dei due provini supera il 20% del valore inferiore (NTC, §11.2.4); si fini del controllo di accettazione di cui al successivo punto C11.2.5, se la differenza fra i
rinvia al § 11.2.5.3 delle NTC per le determinazioni da assumersi in tale evenienza. valori di resistenza dei due provini supera il 20% del valore inferiore (NTC, §11.2.4); si
rinvia al § 11.2.5.3 delle NTC per le determinazioni da assumersi in tale evenienza.
In questo caso il Laboratorio emetterà il relativo certificato, in cui sarà chiaramente
indicato, per i campioni per cui la suddetta differenza superi il 20% del valore inferiore,
che “ai sensi del §11.2.4 del D.M. 17.01.2018 i risultati non sono impiegabili per i
L
termini di classe di resistenza e classe di esposizione; sono fatte salve lievi modifiche in ottenuto da una medesima ricetta di base, che mantenga costanti i requisiti richiesti in
termini di quantità e/o qualità dei componenti eventualmente necessarie per mantenere
O N
termini di classe di resistenza e classe di esposizione; sono fatte salve lievi modifiche in
le prestazioni richieste.
IC A
termini di quantità e/o qualità dei componenti eventualmente necessarie per mantenere
N
le prestazioni richieste.
C
TE
C11.2.5.1 CONTROLLO DI ACCETTAZIONE DI TIPO A
C11.2.5.1 CONTROLLO DI ACCETTAZIONE DI TIPO A
E
Ai fini di un efficace controllo di accettazione di Tipo A, è necessario che il numero dei
N
provini prelevati e provati sia non inferiore a sei, quindi tre prelievi, anche per getti di Ai fini di un efficace controllo di accettazione di Tipo A, è necessario che il numero dei
IO
provini prelevati e provati sia non inferiore a sei, quindi tre prelievi, anche per getti di
AZPremesso che R è il valore di resistenza di prelievo, ovvero il valore medio fra i valori
calcestruzzo di quantità inferiore a 100 m3 di miscela omogenea.
L
calcestruzzo di quantità inferiore a 100 m3 di miscela omogenea.
IS
Premesso che Rc è il valore di resistenza di prelievo, ovvero il valore medio fra i valori
G
c
di resistenza dei due provini di uno stesso prelievo, il Controllo di Tipo A è ritenuto
E
IL
accettabile se, per un numero di prelievi uguale a 3, sono verificate entrambe le di resistenza dei due provini di uno stesso prelievo, il Controllo di Tipo A è ritenuto
D
disuguaglianze: accettabile se, per un numero di prelievi uguale a 3, sono verificate entrambe le
O
1) Rc,min ≥ Rck - 3,5 disuguaglianze:
TT
2) Rcm28 ≥ Rck + 3,5
2) Rcm28 ≥ Rck + 3,5
E
LRcL minore fra i tre prelievi;
dove:
dove:
-
-
Rc,min
Rcm28
O
è il valore di resistenza di prelievo
B di resistenza di prelievo; il termine 28 indica
è il valore medio fra i tre valori
- Rc,min è il valore di resistenza di prelievo Rc minore fra i tre prelievi;
- Rcm28 è il valore medio fra i tre valori di resistenza di prelievo; il termine 28 indica
che i valori considerati sono quelli ottenuti da prove sui provini eseguite a 28 giorni
che i valori considerati sono quelli ottenuti da prove sui provini eseguite a 28 giorni
di stagionatura;
di stagionatura;
- Rck è il valore caratteristico di resistenza di progetto.
- Rck è il valore caratteristico di resistenza di progetto.
A
IC
ovvero prima sull’ultimo gruppo di 15, poi sulla somma di tutti i precedenti; prima sull’ultimo gruppo di 15, poi sulla somma di tutti i precedenti;
5. qualora l’ultimo gruppo disponibile sia inferiore a 15 prelievi, questi si
N
5. qualora l’ultimo gruppo disponibile sia inferiore a 15 prelievi, questi si aggiungono
C
TE
aggiungono al precedente gruppo. al precedente gruppo.
E
I requisiti prestazionali più stringenti, adottati per i controlli di Tipo B, sono finalizzati a I requisiti prestazionali più stringenti, adottati per i controlli di Tipo B, sono finalizzati a
garantire la costanza prestazionale della miscela. In tal senso viene anche precisato che
IO N
garantire la costanza prestazionale della miscela. In tal senso viene anche precisato che
AZ0,3, dove s è lo scarto quadratico medio e R è la resistenza media dei prelievi (N/mm ).
non possono essere accettati calcestruzzi con coefficiente di variazione (s/Rm) superiore a non possono essere accettati calcestruzzi con coefficiente di variazione (s/Rm) superiore a
L
2
IS Inoltre, la norma prevede che con coefficiente di variazione superiore a 0,15 occorrono
0,3, dove s è lo scarto quadratico medio e Rm è la resistenza media dei prelievi (N/mm2). m
E G
Inoltre, la norma prevede che con coefficiente di variazione superiore a 0,15 occorrono
IL
controlli più accurati, integrati con prove complementari di cui al § 11.2.7. controlli più accurati, integrati con prove complementari di cui al § 11.2.7.
O D
IN
C11.2.5.3 PRESCRIZIONI COMUNI PER ENTRAMBI I CRITERI DI CONTROLLO C11.2.5.3 PRESCRIZIONI COMUNI PER ENTRAMBI I CRITERI DI CONTROLLO
T
ET
In questo paragrafo la norma fornisce una serie di prescrizioni comuni sia ai controlli di In questo paragrafo la norma fornisce una serie di prescrizioni comuni sia ai controlli di
L
Tipo A che di Tipo B, utili ai fini di una corretta esecuzione dei controlli di accettazione. Tipo A che di Tipo B, utili ai fini di una corretta esecuzione dei controlli di accettazione.
L
BO
In primo luogo la norma intende sottolineare i compiti attribuiti al Direttore dei Lavori, In primo luogo la norma intende sottolineare i compiti attribuiti al Direttore dei Lavori,
che deve assicurare la propria presenza alle operazioni di prelievo dei provini di che deve assicurare la propria presenza alle operazioni di prelievo dei provini di
calcestruzzo nella fase di getto, provvedendo sotto la propria responsabilità: calcestruzzo nella fase di getto, provvedendo sotto la propria responsabilità:
- a redigere apposito Verbale di prelievo; - a redigere apposito Verbale di prelievo;
- a fornire indicazioni circa le corrette modalità di prelievo; - a fornire indicazioni circa le corrette modalità di prelievo;
- a fornire indicazioni circa le corrette modalità di conservazione dei provini in - a fornire indicazioni circa le corrette modalità di conservazione dei provini in
cantiere, fino alla consegna al laboratorio incaricato delle prove; cantiere, fino alla consegna al laboratorio incaricato delle prove;
- ad identificare i provini mediante sigle, etichettature indelebili, etc. - ad identificare i provini mediante sigle, etichettature indelebili, etc.
- a sottoscrivere la domanda di prove al Laboratorio ufficiale, avendo cura di fornire, - a sottoscrivere la domanda di prove al Laboratorio ufficiale, avendo cura di fornire,
nella domanda, precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da nella domanda, precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da
ciascun prelievo, la data di prelievo, gli estremi dei relativi Verbali di prelievo, ciascun prelievo, la data di prelievo, gli estremi dei relativi Verbali di prelievo,
nonché le sigle di identificazione di ciascun provino; nonché le sigle di identificazione di ciascun provino;
N
ritenuto opportuno prescrivere, laddove le prove non possano essere eseguite ed emetterà il relativo certificato, in cui sarà chiaramente indicato, per i campioni
C
TE
esattamente al 28° giorno di stagionatura, che le stesse siano comunque eseguite, entro eventualmente provati oltre il 45° giorno dalla data del prelievo risultante dal verbale
E
45 giorni dalla data di prelievo. Trascorso tale termine il Laboratorio ufficiale effettua di prelievo redatto dal Direttore dei Lavori, che “ai sensi del §11.2.5.3 del D.M. 17.01.2018
comunque le prove sul materiale consegnato ed accettato ma, in luogo del Certificato
IO N
le prove di compressione vanno integrate da quelle riferite al controllo della resistenza del
AZ
ufficiale, rilascia un semplice Rapporto di prova, non utilizzabile ai sensi del DPR calcestruzzo in opera”. In tale situazione il Direttore dei Lavori, nell’effettuazione dei
L
380/01. controlli integrativi di cui al §11.2.6 delle NTC, valuterà l’approfondimento delle
Come già accennato in precedenza, da quanto sopra emerge chiaramente
G IS allalaindagini attraverso l’esecuzione di eventuali controlli distruttivi, sulla base della
LE al fine di
responsabilità attribuita al Direttore dei Lavori in merito al confezionamento, situazione effettivamente riscontrata, dell’esito delle prove e delle motivazioni del
conservazione, custodia e consegna dei provini al Laboratorio ufficiale, I
D di accettazione
differimento nell’esecuzione della prova. Di tale attività si darà riscontro nella redazione
O
della Relazione a Strutture ultimate.
T N a garantire
garantire la necessaria corrispondenza fra i risultati delle prove
certificati dai Laboratori ufficiali ed una parte o porzioneIdell’opera soggetta a controllo. Qualora la consegna avvenga prima dei 28 giorni, il laboratorio provvede alla corretta
L’esercizio di tale responsabilità, assolutamente T
credibilità della filiera di controllo prevista L E Legge e dalle Norme, potrà
necessaria l’efficacia e conservazione dei provini.
O L dalla anche Pertanto, tenendo opportunamente conto della possibilità di consegna anticipata dei
Un ruolo significativo nella procedura di accettazione è svolto dal laboratorio incaricato Un ruolo significativo nella procedura di accettazione è svolto dal Laboratorio incaricato
di effettuare le prove sul calcestruzzo, il quale, sotto il controllo del Servizio Tecnico di effettuare le prove sul calcestruzzo, il quale, sotto il controllo del Servizio Tecnico
E
Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,svolge costantemente la propria Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, deve svolgere costantemente la
attività nel rispetto dei principi di qualità, trasparenza e indipendenza.
I N
propria attività nel rispetto dei principi di qualità, trasparenza e indipendenza, declinati
L
In tal senso, il laboratorio deve, di norma:
O N
nei requisiti previsti dalle pertinenti disposizioni normative e ministeriali.
A
In tal senso, il laboratorio deve, di norma:
IC
- certificare solo prove le cui richieste siano regolarmente sottoscritte dal Direttore dei
N
Lavori o altra figura titolata a richiedere prove ufficiali (collaudatore, RUP, CTU, nei - certificare solo prove le cui richieste siano regolarmente sottoscritte dal Direttore dei
C
TE
casi previsti, etc.); diversamente, in luogo del previsto Certificato ufficiale di prova, il Lavori o altra figura titolata a richiedere prove ufficiali (collaudatore, RUP, CTU, nei
E
laboratorio rilascia semplice Rapporto di prova, precisando che lo stesso Rapporto di casi previsti, etc.); diversamente, in luogo del previsto Certificato ufficiale di prova, il
prova non costituisce certificato utile ai fini della procedura prevista dalla legge
IO N
laboratorio rilascia semplice Rapporto di prova, precisando che lo stesso Rapporto di
AZ
1086/71; prova non costituisce certificato utile ai fini della procedura prevista dalla legge
L
- accettare solo richieste di prova in originale, rifiutando richieste non firmate o non 1086/71;
G IS
firmate in originale (in fotocopia o altro), salvo che le stesse non siano trasmesse via - accettare solo richieste di prova in originale, rifiutando richieste non firmate o non
E
IL
PEC ai sensi del Codice dell’Amministrazione Digitale; in tal caso oltre alla richiesta firmate in originale (in fotocopia o altro), salvo che le stesse non siano trasmesse via
D
deve essere conservata – in formato elettronico o cartaceo - anche la mail di PEC ai sensi del Codice dell’Amministrazione Digitale; in tal caso oltre alla richiesta
O
trasmissione, dalla quale sia possibile rilevare con certezza l’identità del mittente; deve essere conservata – in formato elettronico o cartaceo - anche la mail di
T IN
- accettare solo provini di calcestruzzo provvisti di contrassegno; tutti i provini devono trasmissione, dalla quale sia possibile rilevare con certezza l’identità del mittente;
T
LE
essere identificati mediante sigle apposte direttamente dal richiedente, che devono - accettare solo provini di calcestruzzo provvisti di contrassegno; tutti i provini devono
L
corrispondere, evidentemente, alle sigle riportate sulla richiesta; essere identificati mediante sigle apposte direttamente dal richiedente, che devono
BO
- rifiutare provini che rechino segni evidenti che mettano in dubbio il regolare prelievo corrispondere, evidentemente, alle sigle riportate sulla richiesta;
dall’opera indicata dalla richiesta (ne sono un esempio il segno di vecchie etichette - rifiutare provini che rechino segni evidenti che mettano in dubbio il regolare prelievo
rimosse, ovvero la presenza di altre sigle pregresse rispetto a quelle indicate sulla dall’opera indicata dalla richiesta (ne sono un esempio il segno di vecchie etichette
richiesta); rimosse, ovvero la presenza di altre sigle pregresse rispetto a quelle indicate sulla
- verificare le condizioni di planarità e verticalità sui cubetti di calcestruzzo prima di richiesta);
eseguire la prova; si evidenzia al riguardo che, in genere, una discreta percentuale dei - verificare le condizioni di planarità e verticalità sui cubetti di calcestruzzo prima di
provini consegnati in laboratorio non è a norma, in particolar modo quelli prelevati eseguire la prova; si evidenzia al riguardo che, in genere, una discreta percentuale dei
con casseforme in polistirolo; una percentuale di provini rettificati prossima allo zero provini consegnati in laboratorio non è a norma, in particolar modo quelli prelevati
indica quindi presumibilmente un mancato controllo dei requisiti; in tal senso è con casseforme in polistirolo; una percentuale di provini rettificati prossima allo zero
fortemente sconsigliato l’impiego di casseforme in polistirolo; indica quindi presumibilmente un mancato controllo dei requisiti; in tal senso è
- provvedere alla esecuzione delle prove a compressione conformemente alle norme fortemente sconsigliato l’impiego di casseforme in polistirolo;
UNI EN più aggiornate; - provvedere alla esecuzione delle prove a compressione conformemente alle norme
N
dei Lavori Pubblici.
C
TE
Il contenuto minimo dei certificati di prova è descritto nel § 11.2.5.3 delle NTC. Lo stesso
E
§ 11.2.5.3 delle NTC ribadisce che: “Il laboratorio verifica lo stato dei provini e la
IO N
documentazione di riferimento ed in caso di anomalie riscontrate sui campioni oppure di
AZ
mancanza totale o parziale degli strumenti idonei per la identificazione degli stessi, deve
IS L sospendere l’esecuzione delle prove e darne notizia al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio
G
Superiore dei Lavori Pubblici” e che “La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta
E
IL
dal Direttore dei Lavori e deve contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture
D
interessate da ciascun prelievo”, diversamente pertanto il Laboratorio non accetterà i
IN O relativi campioni.
T
ET
La norma precisa infine che le prove non richieste dal Direttore dei Lavori non possono
La norma precisa infine che le prove non richieste dal Direttore dei Lavori non possono
L
fare parte dell’insieme statistico che serve per la determinazione della resistenza
L
fare parte dell’insieme statistico che serve per la determinazione della resistenza
BO
caratteristica del materiale. In tal caso, pertanto, il laboratorio effettua le prove ma, in
caratteristica del materiale. In tal caso, pertanto, il laboratorio effettua le prove ma, in
luogo del certificato ufficiale, rilascia un semplice rapporto di prova.
luogo del Certificato ufficiale, rilascia un semplice Rapporto di prova.
Inoltre, qualora il numero dei provini di calcestruzzo consegnati in laboratorio sia
Inoltre, qualora il numero dei provini di calcestruzzo consegnati in laboratorio sia
inferiore a sei, il laboratorio effettua le prove e rilascia il richiesto certificato, ma vi
inferiore a sei, il laboratorio effettua le prove e rilascia il richiesto Certificato, ma vi
appone una nota con la quale segnala al Direttore dei lavori che “il numero di campioni
appone una nota con la quale segnala al Direttore dei lavori che “il numero di campioni
provati dal Laboratorio non è sufficiente per eseguire il controllo di Tipo A previsto
provati dal Laboratorio non è sufficiente per eseguire il controllo di Tipo A previsto
dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni”, tale segnalazione non inficia la
dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni”, tale segnalazione non inficia la
validità del certificato, ma costituisce una segnalazione per il Direttore dei Lavori o altri
validità del Certificato, ma costituisce solo una segnalazione per il Direttore dei Lavori e
soggetti preposti al controllo.
per gli altri soggetti preposti al controllo.
Si evidenzia, infine, che nello spirito di quanto esplicitamente previsto ai §§ 11.2.5.3,
11.3.2.12, 11.3.3.5.4, 11.3.4.11.3, 11.7.10.2, 11.10.1.1, 11.10.2.4, delle NTC, i Laboratori di
cui all’articolo 59 del DPR 380/01 incaricati dell’esecuzione delle prove devono
A
controlli di accettazione, ma possono essere utili al Direttore dei lavori od al
C
controlli di accettazione, ma possono essere utili al Direttore dei lavori od al
Collaudatore per formulare un giudizio tecnico sul calcestruzzo in opera.
Collaudatore per formulare
N I un giudizio tecnico sul calcestruzzo in opera.
Fatti salvi i diversiC
Fatti salvi i diversi tipi di prove non distruttive che possono essere impiegate, quando il
controllo della resistenza del calcestruzzo in opera viene effettuato mediante carotaggio, E
Tresistenza del calcestruzzo in opera viene effettuato mediante carotaggio,
tipi di prove non distruttive che possono essere impiegate, quando il
E
controllo della
N
si rammenta che per quanto attiene le procedure per l’estrazione, la lavorazione dei
O
si rammenta che per quanto attiene le procedure per l’estrazione, la lavorazione dei
saggi estratti e le relative modalità di prova a compressione, si può fare riferimento alle
norme UNI EN 12504-1 (“Prelievo sul calcestruzzo nelle strutture – Carote – Prelievo, esame e Z I
saggi estratti e le relative modalità di prova a compressione, si può fare riferimento alle
L A norme UNI EN 12504-1 (“Prelievo sul calcestruzzo nelle strutture – Carote – Prelievo, esame e
prova di compressione”), UNI EN 12390-1 (“Prova sul calcestruzzo indurito – Forma,
G S
I sul prova di compressione”), UNI EN 12390-1 (“Prova sul calcestruzzo indurito – Forma,
Eresistenza”) e calcestruzzo indurito – Confezionamento e stagionatura dei provini per prove di resistenza”) e
dimensioni ed altri requisiti per provini e per casseforme”), UNI EN 12390-2 (“Prova
L
dimensioni ed altri requisiti per provini e per casseforme”), UNI EN 12390-2 (“Prova sul
O
alla compressione dei
IN
UNI EN 12390-3 (“Prova sul calcestruzzo indurito – Resistenza alla compressione dei
Provini”), nonché alle Linee guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in
operaemanate dal Servizio Tecnico Centrale.
T T Provini”), nonché alle Linee guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in
LLsuperiore a tre volte il diametro massimo In ogni caso si devono prendere in considerazione le seguenti avvertenze:
In ogni caso si devono prendere in considerazione le seguenti avvertenze:
O
B le Linee Guida precisino che i diametri - ildegli
- il diametro delle carote deve essere almeno
degli aggregati; al riguardo, ancorché diametro delle carote deve essere almeno superiore a tre volte il diametro massimo
consigliati sono compresi tra 75 e 150 mm, si suggerisce di prelevare carote di aggregati; al riguardo, ancorché le Linee Guida precisino che i diametri
diametro, ove possibile, non inferiore a 100 mm, ai fini delle valutazioni sulla consigliati sono compresi tra 75 e 150 mm, si suggerisce di prelevare carote di
resistenza più avanti riportate; diametro, ove possibile, non inferiore a 100 mm, ai fini delle valutazioni sulla
- le carote destinate alla valutazione della resistenza non dovrebbero contenere ferri resistenza più avanti riportate;
d’armatura, (si devono scartare i saggi contenenti barre d’armatura inclinate o - le carote destinate alla valutazione della resistenza non dovrebbero contenere ferri
parallele all’asse); d’armatura, (si devono scartare i saggi contenenti barre d’armatura inclinate o
- per ottenere la stima attendibile della resistenza di un’area di prova devono essere parallele all’asse);
prelevate e provate almeno tre carote; - per ottenere la stima attendibile della resistenza di un’area di prova devono essere
- il rapporto altezza/diametro delle carote deve essere possibilmente pari a 1 o 2; prelevate e provate almeno tre carote;
- i saggi estratti devono essere protetti nelle fasi di lavorazione e di deposito al fine di - il rapporto altezza/diametro delle carote deve essere possibilmente pari a 1 o 2;
- i saggi estratti devono essere protetti nelle fasi di lavorazione e di deposito al fine di
E
materiali da costruzione. materiali da costruzione.
Sotto il profilo operativo, effettuato il prelievo di un determinato numero di carote ed
IO N
Sotto il profilo operativo, effettuato il prelievo di un determinato numero di carote ed
AZ
eseguita sulle stesse la prova di compressione con le procedure previste,si determina il eseguita sulle stesse la prova di compressione con le procedure previste,si determina il
IS L
valore caratteristico della resistenza strutturale cilindrica in situ, definita come fckis. A valore caratteristico della resistenza strutturale cilindrica in situ, definita come fckis. A
E G
tale riguardo, le norme prevedono che la resistenza caratteristica in situ va calcolata in tale riguardo, le norme prevedono che la resistenza caratteristica in situ va calcolata in
IL
accordo alle Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in opera accordo alle Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in opera
O D
elaborate e pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori elaborate e pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori
IN
Pubblici, nonché secondo quanto previsto nella norma UNI EN 13791:2008 (§§ 7.3.2 e Pubblici, nonché secondo quanto previsto nella norma UNI EN 13791:2008 (§§ 7.3.2 e
7.3.3).
T T 7.3.3).
LE
In particolare, le Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzoin In particolare, le Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in opera
B OL
operasottolineano come l’estrazione delle carote dalla struttura, per quanto condotta con
le attenzioni sopra raccomandate, produca comunque un disturbo al calcestruzzo, per
sottolineano come l’estrazione delle carote dalla struttura, per quanto condotta con le
attenzioni sopra raccomandate, produca comunque un disturbo al calcestruzzo, per cui
cui nel risultato di prova sulla carota si manifesta un decremento di resistenza. Per nel risultato di prova sulla carota si manifesta un decremento di resistenza. Per tenere
tenere conto di tale decremento, le citate Linee Guida hanno introdotto un Fattore di conto di tale decremento, le citate Linee Guida hanno introdotto un Fattore di danno Fd,
danno Fd, moltiplicativo della resistenza ottenuta dalla prova; il valore di F ddecresce moltiplicativo della resistenza ottenuta dalla prova; il valore di F ddecresce all’aumentare
all’aumentare della resistenza fcarota rilevata sulla specifica carota, come indicato nella della resistenza fcarota rilevata sulla specifica carota, come indicato nella tabella seguente:
tabella seguente: Tabella del fattore di disturbo in funzione della resistenza a compressione delle carote (H/D=1;
Tabella del fattore di disturbo in funzione della resistenza a compressione delle carote (H/D=1; d=100 mm)
d=100 mm)
fcarota[N/mm2] 10 ÷ 20 20 ÷ 25 25 ÷ 30 30 ÷ 35 35 ÷ 40
fcarota[N/mm2] 10 ÷ 20 20 ÷ 25 25 ÷ 30 30 ÷ 35 35 ÷ 40 > 40
Fd 1.10 1.09 1.08 1.06 1.04
Fd 1.10 1.09 1.08 1.06 1.04 1.00
E
segue: segue:
I N
NL da carote con rapporto H/D=2.
fcarota * Fd = Rc,is nel caso di provini, ottenuti da carote con rapporto H/D=1 fcarota * Fd = Rc,is, nel caso di provini, ottenuti da carote con rapporto H/D=1;
O
f
carota* F = f , nel caso di provini, ottenuti da carote con rapporto H/D=2.
d c,is f * F = f , nel caso di provini, ottenuti
carota d c,is
determinata considerando l’approccio B se il numero di carote è minore di 15, oppure determinata considerando l’approccio B se il numero di carote è minore di 15, oppure
l’approccio A se il numero di carote è > 15, secondo quanto previsto nella norma UNI l’approccio A se ilC
E
numero UNI
EN 13791:2008 (§§ 7.3.2 e 7.3.3).
E
EN 13791:2008T (§§ 7.3.2 e 7.3.3).
Determinato il valore della resistenza caratteristica strutturale in opera, la norma Determinato
I O N che èilaccettabile
valore della resistenza caratteristica strutturale in opera, la norma
I L in termini di
sempre la resistenza cilindrica o utilizzando sempre la resistenza cubica.
Per riportare un semplice esempio applicativo, si immagini di operare
D
Oche nel progetto sia stato
previsto l’impiego di un calcestruzzo di classe C25/30. IN
resistenza cubica, su carote con rapporto H/D=1, ipotizzando
IS
inferiore all’85% del valore caratteristico di resistenza cubica di progetto (30 L
N/mmq); dal confronto otteniamo:
E G
20,8 < 0,85 * 30 = 25,5
D IL
La verifica è negativa.
IN O
T T
LLE
BO C11.2.7 PROVE COMPLEMENTARI
C11.2.7 PROVE COMPLEMENTARI
Si precisa che i controlli complementari, come i controlli in corso d’opera sul
Si precisa che i controlli complementari, come i controlli in corso d’opera sul calcestruzzo fresco, devono essere eseguiti dai laboratori di cui all’art. 59 del DPR n.
calcestruzzo fresco, devono essere eseguiti dai laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
380/2001.
C11.2.8 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON PROCESSO
C11.2.8 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON PROCESSO INDUSTRIALIZZATO
INDUSTRIALIZZATO
Gli stabilimenti che producono calcestruzzo con processo industrializzato devono
Gli stabilimenti che producono calcestruzzo con processo industrializzato devono dotarsi di un sistema permanente di controllo interno della produzione allo scopo di
dotarsi di un sistema permanente di controllo interno della produzione allo scopo di assicurare che il prodotto risponda ai requisiti previsti e che tale rispondenza sia
assicurare che il prodotto risponda ai requisiti previsti e che tale rispondenza sia
I N
L
applicano gli specifici criteri emanati dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con le applicano gli specifici criteri emanati dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con le
Istruzioni operative per il rilascio dell’autorizzazione agli Organismi di certificazione del Controllo
O N
Istruzioni operative per il rilascio dell’autorizzazione agli Organismi di certificazione del Controllo
A
del processo di fabbrica FPC del calcestruzzo prodotto con processo industrializzato, ai sensi del del processo di fabbrica FPC del calcestruzzo prodotto con processo industrializzato, ai sensi del
§11.2.8. delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14.01.2008.
IC
§11.2.8. delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14.01.2008.
N
C
TE
Si precisa, inoltre, che la prescrizione di cui al settimo capoverso del § 11.2.8 Si precisa, inoltre, che la prescrizione di cui al settimo capoverso del § 11.2.8 delle NTC
E
delle NTC si riferisce ad impianti di produzione predisposti nell’ambito di uno si riferisce ad impianti di produzione predisposti nell’ambito di uno specifico cantiere
specifico cantiere destinato alla realizzazione di un’opera nella quale viene
IO N
destinato alla realizzazione di un’opera nella quale viene impiegato un volume di
AZNei
calcestruzzo strutturale superiore a 1500 m³.
impiegato un volume di calcestruzzo strutturale superiore a 1500 m³.
Nei cantieri di opere che prevedono una quantità di calcestruzzo inferiore a 1.500 m³,
I S L cantieri di opere che prevedono una quantità di calcestruzzo inferiore a 1.500 m³,
G
restano nella responsabilità del Costruttore e del Direttore dei lavori, ciascuno per le
E
restano nella responsabilità del Costruttore e del Direttore dei lavori, ciascuno per le
IL
proprie competenze, tutte le procedure di confezionamento e messa in opera del
proprie competenze, tutte le procedure di confezionamento e messa in opera del
D
calcestruzzo.
calcestruzzo.
IN O
Nel caso in cui l’impianto è ubicato all’interno di uno stabilimento di prefabbricazione
Nel caso in cui l’impianto è ubicato all’interno di uno stabilimento di prefabbricazione
di serie, allora si distinguono due casi:
T T di serie, allora si distinguono due casi:
LE
- se il cls prodotto viene impiegato esclusivamente per la realizzazione dei manufatti
L
- se il cls prodotto viene impiegato esclusivamente per la realizzazione dei manufatti
BO
prefabbricati, l’impianto non necessita di certificazione in quanto rientra nella
prefabbricati, l’impianto non necessita di certificazione in quanto rientra nella
qualificazione dei manufatti stessi, sia se forniti di marcatura CE sia se qualificati dal
qualificazione dei manufatti stessi, sia se forniti di marcatura CE sia se qualificati dal
Servizio Tecnico Centrale;
Servizio Tecnico Centrale;
- se il cls prodotto viene fornito ad altri utilizzatori al di fuori dello stabilimento di
- se il cls prodotto viene fornito ad altri utilizzatori al di fuori dello stabilimento di
prefabbricazione, allora l’impianto deve essere regolarmente certificato.
prefabbricazione, allora l’impianto deve essere regolarmente certificato.
C11.2.12 CALCESTRUZZI FIBRORINFORZATI (FRC)
Le NTC definiscono il calcestruzzo FRC come “caratterizzato dalla presenza di fibre
discontinue nella matrice cementizia” e stabiliscono che sia per la sua qualificazione che
per la progettazione delle strutture in FRC, si dovrà fare esclusivo riferimento a
specifiche disposizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, rese attraverso
apposite Linee Guida.
E
preveda l’utilizzo di fibre non può essere definito, ai fini strutturali, come
I N
“fibrorinforzato” e quindi il suo impiego, non vincolato dalle procedure autorizzative di
L
N
cui al citato p.to 11.2.12, può fare riferimento alle prescrizioni per il calcestruzzo
O
A
normale, contenute nei pertinenti capitoli delle vigenti NTC.
IC
Ne consegue, in termini pratici, che la presenza di un quantitativo di fibre al di sotto
N
C
della soglia sopra indicata, può essere considerata nei normali calcestruzzi quale
TE
semplice ausilio per il miglioramento del comportamento del calcestruzzo in particolari
E
N
situazioni, quali ad esempio le fasi di scassero, con lo scopo di tenere sotto controllo
IO
microfessurazioni e di minimizzare l’effetto di cavillature in punti sensibili del
L AZ
manufatto, quali spigoli e zone d’angolo, non facilmente raggiungibili dall’armatura
IS
ordinaria.
G
LE
Naturalmente, l’impiego delle fibre comporta comunque l’obbligo del rispetto della
O
marcatura CE.
IN
TT
Inoltre, in sintonia con quanto previsto dal p.to 11.2.3 delle NTC, occorre che anche tali
E
calcestruzzi non definibili strutturalmente quali fibrorinforzati, siano oggetto di prove
L
OL
preliminari di studio, non solo al fine di ottenere le prestazioni richieste dal progetto,
C11.3.1 PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO C11.3.1 PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO
C11.3.1.1 CONTROLLI C11.3.1.1 CONTROLLI
Le NTC prevedono che il controllo sugli acciai da costruzione sia obbligatorio e si Le NTC prevedono che il controllo sugli acciai da costruzione sia obbligatorio e si
effettui, con modalità e frequenze diverse, negli stabilimenti di produzione, nei centri di effettui, con modalità e frequenze diverse, negli stabilimenti di produzione, nei centri di
trasformazione, in cantiere. Per quanto attiene l’entità dei controlli, si prevede questi trasformazione, in cantiere. Per quanto attiene l’entità dei controlli, si prevede questi
siano effettuati: siano effettuati:
- negli stabilimenti di produzione su lotti di produzione continua. Nella maggior parte
I N E
- negli stabilimenti di produzione su lotti di produzione continua. Nella maggior parte
dei casi, negli stabilimenti nei quali sono presenti i forni di fusione, si può individuare
N L
dei casi, negli stabilimenti nei quali sono presenti i forni di fusione, si può individuare
come lotto di produzione la colata;
O
come lotto di produzione la colata;
A
IC
- nei centri di trasformazione su forniture di materiale lavorato; - nei centri di trasformazione su forniture di materiale lavorato;
- in cantiere, nell’ambito dei controlli di accettazione, su lotti di spedizione.
C N
- in cantiere, nell’ambito dei controlli di accettazione, su lotti di spedizione.
AZ
valutazione della conformità del controllo di produzione in stabilimento e del prodotto valutazione della conformità del controllo di produzione in stabilimento e del prodotto
finito è effettuata:
L
IScaso
finito è effettuata:
- mediante la marcatura CE, ai sensi del CPR; quando applicabile (§11.1,
E G - mediante la marcatura CE, ai sensi del CPR; quando applicabile (§11.1, caso “A”);
“A”);
I L - attraverso la qualificazione del Servizio Tecnico Centrale, con la procedura indicata
- attraverso la qualificazione del Servizio Tecnico Centrale,
O D con la procedura nelle NTC stesse (§11.1, caso “B”).
IN
Nel secondo caso, ultimata l’istruttoria e verificato il possesso dei requisiti richiesti, il
indicata nelle NTC stesse (§11.1, caso “B”).
Nel secondo caso, ultimata l’istruttoria e verificato ilT
T
Servizio Tecnico Centrale rilascia allo stabilimento di produzione, un apposito Attestato
LEdi produzione, un apposito Attestato L’Attestato di qualificazione, di validità 5 anni, individuato da un numero progressivo,
possesso dei requisiti richiesti, il di qualificazione.
L
Servizio Tecnico Centrale rilascia allo stabilimento
BO
di qualificazione.
riporta il nome dell’azienda, lo stabilimento, i prodotti qualificati, il marchio. Un elenco
L’Attestato di qualificazione, di validità 5 anni, individuato da un numero progressivo, di tutti gli attestati rilasciati è riportato sul sito del Consiglio Superiore dei lavori
riporta il nome dell’azienda, lo stabilimento, i prodotti qualificati, il marchio. Un elenco pubblici.
di tutti gli attestati rilasciati è riportato sul sito del Consiglio Superiore dei lavori
pubblici. C11.3.1.3 MANTENIMENTO E RINNOVO DELLA QUALIFICAZIONE
La documentazione, di cui al §11.3.1.3 delle NTC, finalizzata al mantenimento della
C11.3.1.3
qualificazione, è trasmessa al STC, con cadenza annuale, entro sessanta giorni dalla data
di scadenza di ciascun anno di riferimento.
L'istanza di rinnovo è trasmessa almeno sessanta giorni prima della scadenza del
periodo di validità dell’Attestato. Detta istanza è corredata di tutta la documentazione
prevista per l’avvio della procedura di qualificazione di cui al §11.3.1.2, ad eccezione di
E
A) nel caso sussista l’obbligo della Marcatura CE
I N
A) nel caso sussista l’obbligo della Marcatura CE
- copia della Dichiarazione di prestazione CE;
N L
- copia della Dichiarazione di prestazione CE;
O
- certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma UNI EN 10204, dello specifico
- certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma UNI EN 10204, dello specifico
lotto di materiale fornito
IC
lotto di materiale fornito A
N
- documento di trasporto con la data di spedizione, la quantità, il tipo di acciaio, il
C
- documento di trasporto con la data di spedizione, la quantità, il tipo di acciaio, il
TE
destinatario ed i riferimenti della Dichiarazione di prestazione.
destinatario ed i riferimenti della Dichiarazione di prestazione.
B) nel caso non sussista l’obbligo della Marcatura CE
E
B) nel caso non sussista l’obbligo della Marcatura CE
N
IO
- copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale;
- copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale;
AZ
- certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma UNI EN 10204, dello specifico
- certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma UNI EN 10204, dello specifico
lotto di materiale fornito;
IS L lotto di materiale fornito;
G
- documento di trasporto con la data di spedizione ed il riferimento alla quantità, al tipo
E
- documento di trasporto con la data di spedizione ed il riferimento alla quantità, al tipo
IL
di acciaio, alle colate, al destinatario ed i riferimenti del’ Attestato di qualificazione.
di acciaio, alle colate, al destinatario ed i riferimenti dell’ Attestato di qualificazione.
O D Il “certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma EN 10024”, citato dalla
IN
norma, deve intendersi strettamente riferito al certificato di origine fornito
LE
OL
In considerazione dell’impiego ormai generalizzato degli strumenti informatici, in
B
particolare fruibili attraverso piattaforme “on line” su canale Internet, può non essere
necessario che tra i documenti di accompagnamento forniti dal “produttore” compaiano
anche la copia del certificato di controllo interno tipo 3.1, di cui alla norma UNI EN
10204, dello specifico lotto di materiale fornito, purché tali certificati siano resi
disponibili, su richiesta del Direttore tecnico del Centro di Trasformazione e/o dal
Direttore dei lavori dell’opera di destinazione, anche attraverso i canali informatici di
cui sopra.
Gli stabilimenti di produzione (Produttori) di acciai qualificati, caso B, non sono tenuti Gli stabilimenti di produzione (Produttori) di acciai qualificati, caso B, non sono tenuti
ad allegare alle forniture copia dei Certificati rilasciati dal Laboratorio incaricato che ad allegare alle forniture copia dei Certificati rilasciati dal Laboratorio incaricato che
effettua i controlli periodici di qualità. Si precisa infatti, al riguardo, che i predetti effettua i controlli periodici di qualità. Si precisa infatti, al riguardo, che i predetti
Certificati non sono significativi ai fini della fornitura, trattandosi di documenti riservati Certificati non sono significativi ai fini della fornitura, trattandosi di documenti riservati
al Servizio Tecnico Centrale per i controlli finalizzati al mantenimento e rinnovo della al Servizio Tecnico Centrale per i controlli finalizzati al mantenimento e rinnovo della
I N E
C11.3.1.7 CENTRI DI TRASFORMAZIONE
N L
A O
La normativa insiste, in modo particolare, sull’adozione di procedure documentate e
IC
sull’implementazione di un sistema di controllo delle lavorazioni, coerentemente alle
N
C
UNI EN ISO 9001, allo scopo di garantire il mantenimento della conformità delle
TE
caratteristiche meccaniche e geometriche dei prodotti oggetto di lavorazione e di
E
N
assicurarne una completa tracciabilità,
IO
AZ
Ciò comporta, da parte del centro di trasformazione, la necessità dell’adozione di tutta
L
una serie di misure e di accorgimenti tecnici ed organizzativi, volti a garantire il
O
Ispettori del STC).
IN
TT
Si ritiene opportuno esplicitare, a scopo esemplificativo, alcune di queste misure, anche
E
alla luce delle utili indicazioni fornite nella UNI EN 13670 e nelle Linee Guida per la
L
OL
messa in opera del calcestruzzo strutturale, edizione 2017, pubblicate dal Consiglio
I N E
responsabilità delle lavorazioni eseguite dal subappaltatore e tiene a disposizione del
E
periodica manutenzione delle apparecchiature, conformemente alle
O N
indicazioni
I
fornite dalle aziende costruttrici dei macchinari.
Z
LA la necessità di un interscambio dei mandrini in funzione dei diametri delle varie barre in
In particolare, gli operatori devono essere adeguatamente informati e sensibilizzati circa
G IS lavorazione, conformemente alle indicazioni fornite dalla UNI EN 13670 ed alle citate
L E
I
Linee guida del Consiglio Superiore dei LL.PP. Inoltre, al fine di assicurare la corretta
IN
rispetto delle lunghezze minime di ingombro dei lati, in funzione del diametro della
T
ET
barra in lavorazione e della effettiva sagomatura da realizzare.
L Qualora i disegni esecutivi riportino sagome con angoli e dimensioni incompatibili con i
C11.3.2.1 ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO B450C C11.3.2.1 ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO B450C
La norma stabilisce, preliminarmente, i valori nominali della tensione di snervamento f y La norma stabilisce, preliminarmente, i valori nominali della tensione di snervamento
nom e di rottura ft nom che possono essere utilizzati nel calcolo delle strutture.
fy,nom e di rottura ft,nom che possono essere utilizzati nel calcolo delle strutture.
Vengono quindi fissati i requisiti che gli acciai devono possedere per rispondere alle Vengono quindi fissati i requisiti che gli acciai devono possedere per rispondere alle
attese previste nel calcolo. Nella Tabella 11.3.1.b delle NTC si stabilisce infatti che i attese previste nel calcolo. Nella Tabella 11.3.1.b delle NTC si stabilisce infatti che i
valori caratteristici con frattile 5%, fyk e ftk, ottenuti mediante prove su un numero
E
valori caratteristici con frattile 5%, fyk e ftk, ottenuti mediante prove su un numero
significativo di saggi, non siano inferiori ai rispettivi valori nominali fissati, ovvero 450
I N
significativo di saggi, non siano inferiori ai rispettivi valori nominali fissati, ovvero 450
L
N
N/mm² e 540 N/mm². N/mm² e 540 N/mm².
Per garantire le necessarie caratteristiche di duttilità, le NTC stabiliscono inoltre che:
A O
Per garantire le necessarie caratteristiche di duttilità, le NTC stabiliscono inoltre che:
il valore caratteristico con frattile 10% del rapporto fra il valore della tensione di
N IC
il valore caratteristico con frattile 10% del rapporto fra il valore della tensione di
snervamento effettiva, riscontrata sulla barra, ed il valore nominale (fy/fy nom)k non sia
C
snervamento effettiva, riscontrata sulla barra, ed il valore nominale (fy/fy nom)k non sia
superiore a 1,25;
E TE
superiore a 1,25;
N
il valore caratteristico con frattile 10% del rapporto fra il valore della tensione di il valore caratteristico con frattile 10% del rapporto fra il valore della tensione di
AZ
rottura e la tensione di snervamento (ft/fy)k sia compreso fra 1,15 e 1,35;
il valore caratteristico con frattile 10% dell’allungamento al massimo sforzo (A gt)k non
L
il valore caratteristico con frattile 10% dell’allungamento al massimo sforzo (A gt)k non
sia inferiore al 7,5%.
G IS sia inferiore al 7,5%.
E
IL
Tutti i confronti di cui alla Tabella 11.3.1.b, basati sui valori caratteristici, sono quindi Tutti i confronti di cui alla Tabella 11.3.1.b, basati sui valori caratteristici, sono quindi
D
sostanzialmente demandati ai controlli che i Laboratori ufficiali effettuano negli sostanzialmente demandati ai controlli che i Laboratori ufficiali effettuano negli
IN O
stabilimenti di produzione, sia in fase di qualificazione iniziale che di verifica periodica stabilimenti di produzione, sia in fase di qualificazione iniziale che di verifica periodica
TT
della qualità. della qualità.
E
LLe, quindi, la necessaria lavorabilità agli
I valori attesi nei controlli di cantiere sono invece definiti nel § 11.3.2.12 delle NTC. I valori attesi nei controlli di cantiere sono invece definiti nel § 11.3.2.12 delle NTC.
O
Al fine di garantire l’idoneità alla piegatura
B le barre debbano essere piegate a 90° e poi
acciai da c.a. la norma stabilisce che
Al fine di garantire l’idoneità alla piegatura e, quindi, la necessaria lavorabilità agli
acciai da c.a. la norma stabilisce che le barre debbano essere piegate a 90° e poi
raddrizzate, con opportuni raggi di curvatura stabiliti in base al diametro della barra raddrizzate, con opportuni raggi di curvatura stabiliti in base al diametro della barra
stessa, senza che, dopo la prova, le barre mostrino rotture o incrinature visibili “ad una stessa, senza che, dopo la prova, le barre mostrino rotture o incrinature visibili “ad una
persona con visione normale o corretta”. persona con visione normale o corretta”.
C11.3.2.2 ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO B450A C11.3.2.2 ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO B450A
Valgono le indicazioni di cui al § 11.3.2.1 delle NTC, fatti salvi i diversi valori richiesti in Valgono le indicazioni di cui al § 11.3.2.1 delle NTC, fatti salvi i diversi valori richiesti in
termini di duttilità, allungamento e lavorabilità. termini di duttilità, allungamento e lavorabilità.
C11.3.2.3 ACCERTAMENTO DELLE PROPRIETÀ MECCANICHE C11.3.2.3 ACCERTAMENTO DELLE PROPRIETÀ MECCANICHE
In relazione alle prove sugli acciai deformati a freddo, si ribadisce che rientrano nelle In relazione alle prove sugli acciai deformati a freddo, si ribadisce che rientrano nelle
categorie degli acciai deformati a freddo anche gli acciai forniti in rotoli, siano essi categorie degli acciai deformati a freddo anche gli acciai forniti in rotoli, siano essi
E
La norma precisa che la sagomatura e/o l’assemblaggio possono avvenire: La norma precisa che la sagomatura e/o l’assemblaggio possono avvenire:
- in cantiere, sotto la vigilanza della Direzione Lavori;
L I N
- in cantiere, sotto la vigilanza della Direzione Lavori;
- in centri di trasformazione, solo se provvisti dei requisiti di cui al § 11.3.1.7 delle NTC.
N
- in centri di trasformazione, solo se provvisti dei requisiti di cui al § 11.3.1.7 delle NTC.
O
A
Nel primo caso, per cantiere si intende esplicitamente l’area recintata del cantiere, Nel primo caso, per cantiere si intende esplicitamente l’area recintata del cantiere,
all’interno della quale il Costruttore e la Direzione lavori sono responsabili
IC
all’interno della quale il Costruttore e la Direzione lavori sono responsabili
N
dell’approvvigionamento e lavorazione dei materiali, secondo le competenze e
C
dell’approvvigionamento e lavorazione dei materiali, secondo le competenze e
responsabilità che la legge attribuisce a ciascuno.
TE
responsabilità che la legge attribuisce a ciascuno.
E
Al di fuori dell’area di cantiere, tutte le lavorazioni di sagomatura e/o assemblaggio
N
Al di fuori dell’area di cantiere, tutte le lavorazioni di sagomatura e/o assemblaggio
IO
AZ
devono avvenire esclusivamente in Centri di trasformazione provvisti dei requisiti di devono avvenire esclusivamente in Centri di trasformazione provvisti dei requisiti di
L
cui al § 11.3.1.7 delle NTC. cui al § 11.3.1.7 delle NTC.
G IS
Eeffettuata:
C11.3.2.5 RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI C11.3.2.5 RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI
L
I per le reti
La norma precisa che la produzione di reti e tralicci elettrosaldati può essere Le NTC prevedono che la produzione di reti e tralicci elettrosaldati deve essere effettuata
O
a) dallo stesso stabilimento che produce il filo o le barre impiegate D a partire da materiale di base qualificato.
e/o i tralicci;
b) da un produttore che utilizza materialeTdi
I N
T base proveniente da altro
Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti nello stesso stabilimento, la
marchiatura del prodotto finito può coincidere con quella dell’elemento base.
E
LLsemilavorati e nel proprio processo
Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti in altro stabilimento, deve
stabilimento qualificato;
B O
c) da un produttore che utilizza elementi
essere apposta su ogni confezione di reti o tralicci un’apposita etichettatura con indicati
tutti i dati necessari per la corretta identificazione del prodotto e del fabbricante delle reti e
di lavorazione, conferisce al semilavorato le caratteristiche meccaniche dei tralicci stessi.
finali richieste dalla norma. In questo caso il produttore provvede, ove possibile, ad apporre su ogni pannello o
Nel caso a) le reti e/o i tralicci vengono prodotti generalmente nello stesso stabilimento traliccio una apposita marchiatura che identifichi il produttore medesimo. La
che produce il filo o le barre impiegate e quindi la marchiatura del prodotto finito può marchiatura di identificazione può essere anche costituita da sigilli o etichettature
coincidere con la marchiatura dell’elemento base; qualora la produzione di reti e/o metalliche indelebili con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del
tralicci avvenga in altri stabilimenti, sempre della stessa azienda ma dislocati in località prodotto, ovvero da marchiatura supplementare indelebile. In ogni caso, se si utilizza
diverse, alla marchiatura di base può essere aggiunto un segno di riconoscimento che una propria marchiatura aggiuntiva di identificazione, questa deve essere identificabile
consenta di individuare l’acciaieria di base ma di distinguere gli eventuali diversi in modo permanente anche dopo annegamento nel calcestruzzo. Laddove invece non
stabilimenti di produzione di reti o tralicci. fosse possibile tecnicamente applicare su ogni pannello o traliccio la marchiatura
Nel caso b) il produttore utilizza acciai qualificati ma di un’altra azienda, quindi deve secondo le modalità sopra indicate, dovrà essere comunque apposta su ogni pacco di
E
conferire al semilavorato le caratteristiche meccaniche finali richieste dalla norma, può
apporre sugli elementi base costituenti le reti o i tralicci una propria marchiatura,
IO N
AZ
ricadendo quindi, per quanto attiene l’identificazione, nel caso a). Diversamente,
valgono tutte le disposizioni di cui al caso b).
IS L
G
In ogni caso il produttore dovrà procedere alla qualificazione del prodotto finito, rete o
E
IL
traliccio, secondo le procedure di cui al § 11.3.2.11 delle NTC.
D
Nel caso c), oltre al prodotto finito, rete o traliccio, la qualificazione deve comprendere
anche le procedure per il trattamento del semilavorato.
IN O Il riferimento alla UNI EN ISO 17660 introdotto per le reti e i tralicci elettrosaldati è
T
applicabile anche alle travi tralicciate in acciaio conglobate nel getto di calcestruzzo
T
LE
collaborante, di cui alle pertinenti Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori
L Pubblici, con particolare riferimento alla categoria classificabile come gruppo b), ovvero
I N E
L
C11.3.2.10.1
N
C11.3.2.10.2
O
C11.3.2.10.3 CONTROLLI NEI CENTRI DI TRASFORMAZIONE C11.3.2.10.2
TE
centri di trasformazione.
E
Tutte le prove indicate al § 11.3.2.10.3 delle NTC, sia sui rotoli che sulle barre, devono Tutte le prove indicate al § 11.3.2.10.3 delle NTC, sia sui rotoli che sulle barre, devono
essere eseguite dopo le lavorazioni e le piegature atte a dare ad esse le forme volute per il
IO N
essere eseguite dopo le lavorazioni e le piegature atte a dare ad esse le forme volute per il
AZ
particolare tipo di impiego previsto. Ciò non vuol dire che i saggi da sottoporre a prova particolare tipo di impiego previsto. Ciò non vuol dire che i saggi da sottoporre a prova
L
debbano essere necessariamente ottenuti da ferri piegati e poi raddrizzati, bensì che il
IS
debbano essere necessariamente ottenuti da ferri piegati e poi raddrizzati, bensì che il
Direttore di stabilimento sceglie gli spezzoni di barra da prelevare da una sagoma
G
Direttore di stabilimento sceglie gli spezzoni di barra da prelevare da una sagoma
E
IL
opportuna nella quale sia presente comunque un tratto rettilineo di lunghezza idonea in opportuna nella quale sia presente comunque un tratto rettilineo di lunghezza idonea in
D
accordo a EN ISO 6892-1:2016 (in genere superiore ad un metro), dal quale prelevare lo accordo a EN ISO 6892-1:2016 (in genere superiore ad un metro), dal quale prelevare lo
O
spezzone, non piegato, da sottoporre a prova.
IN
spezzone, non piegato, da sottoporre a prova.
T
ET
L’annotazione circa l’effettuazione dei controlli di competenza “prima dell’invio in
L
cantiere” discende dalla ovvia necessità di poter utilmente intervenire, in caso di esiti
L
BO
negativi delle prove, sulla singola fornitura prima che il materiale sia effettivamente
impiegato e posto in opera.
Le criticità che possano presentarsi in situazioni di ritardo nell’inoltro della certificazione
ufficiale da parte del laboratorio di cui all’art.59 del DPR 380/01, sono risolvibili ad
esempio attraverso l’implementazione di procedure che prevedano la redazione di
rapporti di prova preliminari e il loro tempestivo inoltro al centro di trasformazione,
ovvero la consegna del materiale al cantiere di destinazione con apposita clausola, o
riserva, relativa al corretto utilizzo del materiale in accordo con la vigente normativa
tecnica.
Si evidenzia l’importanza dell’obbligo di effettuare almeno un controllo per ogni giorno di
lavorazione e la verifica del rispetto dei valori minimi riportati nella Tab. 11.3.VI a) –
Valori di accettazione nei centri di trasformazione.
E
l’inidoneità della partita.
L I N
La compilazione del Registro per le prove di controllo interno deve essere curata
O N
direttamente dal Direttore di stabilimento, che lo firma per validazione; anche in caso di
A
registro in formato elettronico, occorre la necessaria formalizzazione con metodi adeguati
IC
(firma elettronica).
N
C
C11.3.2.10.4 CONTROLLI DI ACCETTAZIONE IN CANTIERE [SPOSTATO IN PAR.11.3.2.12]
E TE
I controlli di accettazione in cantiere sono obbligatori. È opportuno che gli stessi siano
IO N
AZ
effettuati prima della messa in opera del lotto di spedizione e comunque entro 30 giorni
IS L
dalla data di consegna del materiale. Le prove, effettuate e certificate presso uno dei
G
laboratori di cui all’art.59 del DPR n. 380/2001, devono fornire valori di resistenza ed
E
IL
allungamento di ciascun saggio compresi fra i valori massimi e minimi riportati nella
Tabella 11.3.VII a) delle NTC stesse.
O D
IN
Il campionamento viene generalmente effettuato su tre diversi diametri
T T
opportunamente differenziati nell’ambito di ciascun lotto di spedizione, in numero di 3
LE
spezzoni, marchiati, per ciascuno dei diametri selezionati, sempre che il marchio e la
L
BO
documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno
stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere estesi ai lotti provenienti
da altri stabilimenti.
Oltre alla verifica di quanto riportato nelle Tabelle 11.3.VII delle NTC e con
riferimento al § 4.1.2.1.2.2 delle NTC, deve farsi presente, in merito al
controllo del rapporto rottura/snervamento (ft/fy) che se il progettista ha
adottato il modello costitutivo a) della relativa Figura 4.1.3, utilizzando un
valore del rapporto di sovraresistenza k = (ft/fy)kmaggiore di 1,15, il Direttore
dei lavori deve accertare, mediante le previste prove di accettazione in
cantiere e, se necessario, anche mediante prove aggiuntive, che il valore
caratteristico del rapporto ft/fyrisulti non inferiore a quello stabilito dal
N
C11.3.2.10.4 PROVE DI ADERENZA
Per quanto riguarda le prove di aderenza, la norma prevede l’obbligo, ai soli
C
TE
fini della qualificazione iniziale (fatte salve eventuali ripetizioni che dovessero Per quanto riguarda le prove di aderenza, la norma prevede l’obbligo, ai soli fini della
E
qualificazione iniziale (fatte salve eventuali ripetizioni che dovessero rendersi necessarie
rendersi necessarie nel corso della qualificazione), delle prove Beam-test da
eseguirsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001,
IO N
nel corso della qualificazione), delle prove Beam-test da eseguirsi presso uno dei
AZ
laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001, estese ad almeno tre diametri scelti negli
estese ad almeno tre diametri scelti negli intervalli indicati al § 11.3.2.10.4, nel
numero minimo di tre barre per diametro e da eseguirsi con le modalità
IS L intervalli indicati al § 11.3.2.10.4, nel numero minimo di tre barre per diametro e da
G
eseguirsi con le modalità specificate nella norma UNI EN 10080:2005.
specificate nella norma UNI EN 10080:2005.
E
IL
Per le verifiche periodiche della qualità e per le verifiche delle singole partite, la norma
O D
Per le verifiche periodiche della qualità e per le verifiche delle singole partite, la norma
conferma che non è richiesta la ripetizione delle prove di aderenza col metodo Beam-test
conferma che non è richiesta la ripetizione delle prove di aderenza col metodo Beam-test
IN
quando se ne possa determinare la rispondenza mediante misure geometriche; ciò vale,
T
quando se ne possa determinare la rispondenza mediante misure geometriche; ciò vale, comunque, con riferimento a barre simili, per tipologia, caratteristiche e gamma di
T
LE
comunque, con riferimento a barre simili, per tipologia, caratteristiche e gamma di diametri, alle barre che abbiano superato le prove Beam-test con esito positivo.
L
diametri, alle barre che abbiano superato le prove Beam-test con esito positivo.
BO
Nell’ accertamento della rispondenza delle singole partite nei riguardi delle proprietà di
Nell’ accertamento della rispondenza delle singole partite nei riguardi delle proprietà di aderenza, è stata introdotta la distinzione fra due tipologie di barre differenti sotto il
aderenza, è stata introdotta la distinzione fra due tipologie di barre differenti sotto il profilo geometrico: l’acciaio nervato e l’acciaio dentellato, per i quali si può fare
profilo geometrico: l’acciaio nervato e l’acciaio dentellato, per i quali si può fare riferimento alla norma UNI EN ISO 15630-1:2010. Sostanzialmente:
riferimento alla norma UNI EN ISO 15630-1:2010. Sostanzialmente: le barre di acciaio nervato, come è noto, sono caratterizzate da una sezione effettiva
le barre di acciaio nervato, come è noto, sono caratterizzate da una sezione effettiva circolare, mentre le nervature sono posizionate al di fuori della predetta sezione
circolare, mentre le nervature sono posizionate al di fuori della predetta sezione effettiva;
effettiva;
IN
I controlli di accettazione in cantiere sono obbligatori. È opportuno che gli stessi siano
T effettuati prima della messa in opera del lotto di spedizione e comunque entro 30 giorni
L ET dalla data di consegna del materiale. Le prove, effettuate e certificate presso uno dei
L
BO
laboratori di cui all’art.59 del DPR n. 380/2001, devono fornire valori di resistenza ed
allungamento di ciascun saggio compresi fra i valori massimi e minimi riportati nella
Tabella 11.3.VII a) delle NTC stesse.
Il campionamento è costituito da un prelievo di 3 campioni ogni 30 t di acciaio
impiegato della stessa classe proveniente dallo stesso stabilimento o Centro di
trasformazione, anche se con forniture successive. I campioni devono essere dello stesso
diametro.
Oltre alla verifica di quanto riportato nelle Tabelle 11.3.VII delle NTC e con riferimento
al § 4.1.2.1.2.2 delle NTC, deve farsi presente, in merito al controllo del rapporto
rottura/snervamento (ft/fy) che se il progettista ha adottato il modello costitutivo a) della
relativa Figura 4.1.3, utilizzando un valore del rapporto di sovraresistenza k =
(ft/fy)kmaggiore di 1,15, il Direttore dei lavori deve accertare, mediante le previste prove
E
snervamento/snervamento nominale (fy/fynom) risulti sempre non minore di 0.94 (fy,min ≥
L I N
425 N/mm2) e non maggiore di 1,27 ( fy,max ≤ 572 N/mm2).
C11.3.3 C11.3.3
O N
IC A
C11.3.3.1
C N
C11.3.3.2
E TE
IO N
C11.3.3.3
L AZC11.3.3.4
G IS
LE
C11.3.3.5 PROCEDURE DI CONTROLLO PER ACCIAII DA CALCESTRUZZO ARMATO
D I PRECOMPRESSO
O
TIN
C11.3.3.5.6 PRODOTTI ZINCATI
T
LE
Per la zincatura, se effettuata in “sub-fornitura” in autonomi stabilimenti, va garantito
L
un adeguato livello di integrazione dei Controlli di Produzione in Fabbrica tra
BO
produttore degli elementi base e zincatore. A questo scopo il produttore garantisce la
qualifica del sub-fornitore della zincatura, secondo idonee procedure.
C11.3.4 ACCIAI PER STRUTTURE METALLICHE E PER STRUTTURE COMPOSTE C11.3.4 ACCIAI PER STRUTTURE METALLICHE E PER STRUTTURE COMPOSTE
C11.3.4.2
E
una costruzione, ovvero una parte di esso.
deve N
E
Come previsto dalle NTC, per quanto attiene bulloni e chiodi, il Direttore dei Lavori
AZimpiegati;
IS L non può comunque essere inferiore a tre. Per opere per la cui realizzazione è previsto
E G l’impiego di una quantità di pezzi non superiore a 100, il numero di campioni da
I L prelevare è stabilito dal Direttore dei Lavori. Sui 3 campioni devono in genere eseguite
O D prove a strappo sul bullone; qualora i risultati dovessero presentare qualche criticità, si
IN
consiglia di estendere le prove prelevando ulteriori 4 campioni sui quali eseguire:
T
ET
- su tre viti: una prova di trazione verticale, una prova di taglio o rescissione, una prova
L L di tenacità;
BO
- su tre dadi: una prova di carico, una prova di durezza, una prova di allargamento;
- sul quarto bullone: una ulteriore prova di strappo.
C11.3.4.7
C11.3.4.7
C11.3.4.8
C11.3.4.8
C11.3.4.9
C11.3.4.9
C11.3.4.10
C11.3.4.10 CENTRI DI TRASFORMAZIONE E CENTRI DI PRODUZIONE DI ELEMENTI IN
ACCIAIO
Agli stabilimenti che producono o lavorano esclusivamente elementi in acciaio per
carpenteria metallica in ottemperanza ad una norma europea armonizzata, si applica il
E
o impianti che impiegano materiali, prodotti e/o componenti strutturali per i quali non
I N
sia applicabile la marcatura CE, oppure che realizzano una lavorazione in subappalto
L
N
per conto del costruttore e, pertanto, non immettono prodotti lavorati direttamente nel
O
A
mercato.
IC
Nelle attività di questi stabilimenti o impianti si individuano le seguenti principali
N
casistiche:
- Officine per E
C
T
E che non rispondono alle caratteristiche di cui al p.to 11.3.4.6, devono
la produzione di chiodi e bulloni: laddove essi intendano realizzare
N
elementi
O al p.to 11.1-caso
Iindicato
Z
preliminarmente provvedere alla qualificazione dei loro prodotti secondo quanto
G IS
E
IL
soggetti a lavorazione sono quelli oggetto delle norme armonizzate citate cap. 11.3.4.1
D
e delle altre norme citate al p.to 11.3.4.10. Laddove si effettuassero lavorazioni su
T
qualificazione dei loro prodotti secondo quanto indicato al p.to 11.1-caso B), con le
T
LE
procedure di qualificazione indicate al p.to 11.3.1.2;
L
BO
- Officine di produzione di elementi strutturali: gli elementi seriali da essi fabbricati
sono qualificabili quali elementi finiti di cui al p.to 11.3.1.2 e la loro conformità sarà
valutata secondo quanto indicato al p.to 11.1-caso B), con le procedure di
qualificazione indicate al p.to 11.3.1.2;
- Centri di prelavorazione/servizio e officine di produzione di carpenteria metallica:
normalmente tali impianti realizzano lavorazioni in subappalto per conto del
costruttore, su materiali marcati CE, quindi non immettono prodotti lavorati
direttamente sul mercato. Quando tali impianti ricevono elementi base (prodotti
lunghi e/o piani) che non sono marcati CE in quanto non soggetti a norma
armonizzata, devono preliminarmente verificare che tali elementi siano dotati di
idonea qualificazione ai sensi del p.to 11.1-caso B, secondo le procedure di
qualificazione indicate al p.to 11.3.1.2; in mancanza di tale qualificazione, il materiale
base non può essere lavorato ed i prodotti strutturali da essi realizzati non possono
C11.3.4.11 PROCEDURE DI CONTROLLO SU ACCIAI DA CARPENTERIA C11.3.4.11 PROCEDURE DI CONTROLLO SU ACCIAI DA CARPENTERIA
C11.3.4.11.1 C11.3.4.11.1
C11.3.4.11.2 CONTROLLI NEI CENTRI DI TRASFORMAZIONE C11.3.4.11.2 CONTROLLI NEI CENTRI DI TRASFORMAZIONE
C11.3.4.11.2.1 Centri di produzione di lamiere grecate e profilati formati a freddo C11.3.4.11.2.1 Centri di produzione di lamiere grecate e profilati formati a freddo
Per la realizzazione di profilati formati a freddo e di lamiere grecate possono essere Per la realizzazione di profilati formati a freddo e di lamiere grecate possono essere
impiegati nastri o piatti di acciai conformi sia alle UNI EN 10025 (di cui al § 11.3.4.1 impiegati nastri o piatti di acciai conformi sia alle UNI EN 10025 (di cui al § 11.3.4.1
delle NTC) sia alle UNI EN 10149 ed alle UNI EN 10326 (di cui al § 11.3.4.11.2 delle
I N E
delle NTC) sia alle UNI EN 10149 ed alle UNI EN 10326 (di cui al § 11.3.4.11.2 delle
NTC). NTC).
N L
Gli acciai conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 10025, recanti la marcatura
A O
Gli acciai conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 10025, recanti la marcatura
IC
CE, ai quali si applica il sistema di controllo 2+, devono essere dotati della CE, ai quali si applica il sistema di controllo 2+, devono essere dotati della
N
ECseppure conformi ad eventuali norme europee non armonizzate,
documentazione di cui al punto A del § 11.1 delle NTC. documentazione di cui al punto A del § 11.1 delle NTC.
Altri tipi di acciaio, seppure conformi ad eventuali norme europee non armonizzate, Altri tipi di acciaio,
devono essere sottoposti ai procedimenti di qualifica e devono essere dotati della devono E T
documentazione di cui al punto B del § 11.1 delle NTC.
IO N essere sottoposti ai procedimenti di qualifica e devono essere dotati della
Gli acciai per la realizzazione di profilati formati a freddo e di lamiere grecate devono ZGli acciai per la realizzazione di profilati formati a freddo e di lamiere grecate devono
documentazione di cui al punto B del § 11.1 delle NTC.
I N O
rottura ftk riportati nella seguente tabella C11.1. Tali acciai potranno essere impiegati rottura f riportati nella seguente Tabella C11.1. Tali acciai potranno essere impiegati
tk
T
nella gamma di spessori da 0,6 a 15 mm compresi.
T
nella gamma di spessori da 0,6 a 15 mm compresi.
Tabella C11.1
L LE
O
Tabella C11.1
Nastri e lamiere di acciaio per impieghi UNI S 250GD+Z 250 330 Nastri e lamiere di acciaio per impieghi UNI S 250GD+Z 250 330
strutturali, zincati per immersione a caldo EN10326 S 280GD+Z 280 360 strutturali, zincati per immersione a caldo EN10326 S 280GD+Z 280 360
in continuo. Condizioni tecniche di in continuo. Condizioni tecniche di
S 320GD+Z 320 390 S 320GD+Z 320 390
fornitura. fornitura.
S 350GD+Z 350 420 S 350GD+Z 350 420
S 315 MC 315 390 S 315 MC 315 390
Prodotti piani laminati a caldo di acciai ad Prodotti piani laminati a caldo di acciai ad
alto limite di snervamento per formatura a UNI EN S 355 MC 355 430 UNI EN S 355 MC 355 430
alto limite di snervamento per formatura a
freddo. Condizioni di fornitura degli acciai 10149-2 S 420 MC 420 480 10149-2
freddo. Condizioni di fornitura degli acciai S 420 MC 420 480
ottenuti mediante laminazione ottenuti mediante laminazione
I raggi interni di piegatura dei profilati formati a freddo e delle lamiere grecate I raggi interni di piegatura dei profilati formati a freddo e delle lamiere grecate devono
devono rispettare le seguenti limitazioni: rispettare le seguenti limitazioni:
I N E
Acciai S 235 – S 275 t ≤ 8 mm r/t 1 Acciai S 235 – S 275 t ≤ 8 mm
N L r/t 1
8 mm t ≤ 15 mm r/t 1,5.
t ≤A
O
8 mm t ≤ 15 mm r/t 1,5.
IO
ZInprevede
merito ai criteri di valutazione dei risultati dei controlli di accettazione, che la norma
L A
IS
siano adeguatamente stabiliti dal Direttore dei lavori, può farsi riferimento ai
G
valori minimi garantiti dal produttore, indicati nelle pertinenti norme europee
D I
C11.4 ANCORANTI PER USO STRUTTURALE E GIUNTI DI DILATAZIONE
O
TIN degli ancoranti e dei
C11.4 ANCORANTI PER USO STRUTTURALE E GIUNTI DI DILATAZIONE
Le NTC stabiliscono che per la qualificazione ed T
E identificazione
ETAG 001 ed ETAG 032. B delle Linee guida di benestare tecnico europeo C) del § 11.1, sulla base, rispettivamente, delle Linee guida di benestare tecnico europeo
ETAG 001 ed ETAG 032.
Dette Linee Guida ETAG possono essere impiegati, ai sensi dell’articolo 66(3) del CPR, Dette Linee Guida ETAG possono essere impiegati, ai sensi dell’articolo 66(3) del CPR,
come Documenti per la Valutazione Europea (EAD).Certamente, all’emanazione, da come Documenti per la Valutazione Europea (EAD).Certamente, all’emanazione, da
parte dell’EOTA, di nuovi o aggiornati Documenti di Valutazione Europea EAD che parte dell’EOTA, di nuovi o aggiornati Documenti di Valutazione Europea EAD che
sostituiranno le suddette Linee Guida ETAG, questi si applicheranno alla qualificazione sostituiranno le suddette Linee Guida ETAG, questi si applicheranno alla qualificazione
ed identificazione dei prodotti in questione. ed identificazione dei prodotti in questione.
C11.5 SISTEMI DI PRECOMPRESSIONE A CAVI POST-TESI E TIRANTI DI C11.5 SISTEMI DI PRECOMPRESSIONE A CAVI POST-TESI E TIRANTI DI
ANCORAGGIO ANCORAGGIO
E
sostituiranno le suddette Linee Guida ETAG, questi si applicheranno alla qualificazione sostituiranno le suddette Linee Guida ETAG, questi si applicheranno alla qualificazione
ed identificazione dei prodotti in questione.
I
ed identificazione dei prodotti in questione.
L N
O N
C11.6 APPOGGI STRUTTURALI C11.6 APPOGGI STRUTTURALI
IC A
C N
TE
Per gli appoggi ricadenti nel campo di applicazione delle norme europee armonizzate Per gli appoggi ricadenti nel campo di applicazione delle norme europee armonizzate
della serie EN 1337 il Direttore dei Lavori dovrà verificare che il prodotto sia dotato di della serie EN 1337 il Direttore dei Lavori dovrà verificare che il prodotto sia dotato di
marcatura CE rilasciata in conformità alla pertinente norma armonizzata, nonché la
N E
marcatura CE rilasciata in conformità alla pertinente norma armonizzata, nonché la
IO
AZ
corrispondenza della relativa documentazione con il prodotto in accettazione e lo corrispondenza della relativa documentazione con il prodotto in accettazione e lo
L
specifico uso previsto. Per tutti gli usi strutturali si applica il Sistema di Valutazione e specifico uso previsto. Per tutti gli usi strutturali si applica il Sistema di Valutazione e
G IS
Verifica della Costanza della Prestazione 1 ed il fabbricante dichiara le caratteristiche Verifica della Costanza della Prestazione 1 ed il fabbricante dichiara le caratteristiche
E
tecniche di prodotto elencate nelle Appendici ZA delle relative norme armonizzate. tecniche di prodotto elencate nelle Appendici ZA delle relative norme armonizzate.
IL
OD
Nel caso di appoggi strutturali non ricadenti, o non completamente ricadenti, nel campo Nel caso di appoggi strutturali non ricadenti, o non completamente ricadenti, nel campo
di applicazione di una delle norme europee armonizzate della serie UNI EN 1337, si di applicazione di una delle norme europee armonizzate della serie UNI EN 1337, si
applica il caso C) del §11.1.
T IN applica il caso C) del §11.1.
ET
LL
Per gli appoggi ad uso strutturale, quindi, non ha più validità l’attestato di deposito Per gli appoggi ad uso strutturale, quindi, non ha più validità l’attestato di deposito
BO
della documentazione presso il Servizio Tecnico Centrale, effettuata, per i prodotti o della documentazione presso il Servizio Tecnico Centrale, effettuata, per i prodotti o
sistemi che direttamente influiscono sulla sicurezza e la stabilità degli impalcati stradali sistemi che direttamente influiscono sulla sicurezza e la stabilità degli impalcati stradali
e ferroviari e che rientrano nelle pertinenze di esercizio di cui al punto a) della Circolare e ferroviari e che rientrano nelle pertinenze di esercizio di cui al punto a) della Circolare
Min. LL.PP. n.2357 del 16.5.96. Min. LL.PP. n.2357 del 16.5.96.
Ai fini dell’impiego, il Direttore dei Lavori dovrà anche verificare, in fase di Ai fini dell’impiego, il Direttore dei Lavori dovrà anche verificare, in fase di
accettazione, la presenza della documentazione di qualificazione e del manuale accettazione, la presenza della documentazione di qualificazione e del manuale
contenente le specifiche tecniche di posa in opera, nonché, in fase di esecuzione, curare contenente le specifiche tecniche di posa in opera, nonché, in fase di esecuzione, curare
che l’istallazione avvenga in coerenza con le dette specifiche. che l’istallazione avvenga in coerenza con le dette specifiche.
C11.7 MATERIALI E PRODOTTI A BASE DI LEGNO C11.7 MATERIALI E PRODOTTI A BASE DI LEGNO
E
per la quale non sia ancora terminato il periodo di coesistenza, il fabbricante può
optare alternativamente per la procedura la procedura di qualificazione di cui il
L I N
§11.7.10 delle medesime NTC, (caso B del § 11.1), oppure per la marcatura CE
O N
A
(caso A del § 11.1);
IC
- qualora il prodotto sia oggetto di una Valutazione Tecnica Europea (ETA), sulla
base di un Documento di Valutazione Tecnica Europea (EAD) pubblicato sulla
C N
TE
GUUE, in accordo al Capo IV del CPR il produttore appone la marcatura CE in
accordo alla specifica tecnica applicabile (ETA). In alternativa all’iter di
N E
IO
Valutazione Tecnica Europea (ETA), un produttore può qualificare il proprio
AZ
prodotto anche sulla base di Linee guida approvate dal Consiglio Superiore dei
IS L
Lavori Pubblici (ove disponibili) al fine di ottenere un “Certificato di Valutazione
Tecnica”.
G
LE
Sia per i prodotti oggetto di marcatura CE (secondo i casi A e C del par. 11.1), che per i
D I
Sia per i prodotti oggetto di marcatura CE (secondo i casi A e C del par. 11.1), materiali oggetto di procedura di qualificazione nazionale (caso B del par. 11.1) o di
O
che per quei materiali oggetto di procedura di qualificazione nazionale (caso B Certificato di Valutazione Tecnica (Caso C del par. 11.1) valgono gli obblighi di
T IN
del par. 11.1) o di Certificato di Valutazione Tecnica (Caso C del par. 11.1) denuncia di attività definite per i centri di lavorazione di cui il par. 11.7.10.1 delle
ET
valgono gli obblighi di denuncia di attività definite per i centri di taglio di cui il medesime NTC.
par. 11.7.10.1 delle medesime NTC.
L L
C11.7.2 LEGNO MASSICCIO BO C11.7.2 LEGNO MASSICCIO
Legno massiccio con sezione rettangolare Legno massiccio con sezione rettangolare
I prodotti in legno massiccio a sezione rettangolare devono essere oggetto di una I prodotti in legno massiccio a sezione rettangolare devono essere oggetto di una
classificazione secondo la resistenza eseguita con metodi a “vista” o a “macchina”, al classificazione secondo la resistenz, al fine di assegnare ad ogni singolo segato una
fine di assegnare ad ogni singolo segato una classe di resistenza, usualmentecoerente classe di resistenza, usualmente coerente con quanto proposto dalla UNI EN 338.
con quanto proposto dalla UNI EN 338.
Per i metodi di classificazione a vista, il produttore deve essere in possesso di un
rapporto di prova redatto conformemente alla UNI EN 384, qualora il tipo di legname
non sia elencato all’interno della UNI EN 1912.
Per i metodi di classificazione a macchina, il produttore dovrà essere in possesso di un
IC
rettangolare, senza considerare le prescrizioni sugli smussi e sulla variazione della sezione trasversale, purché nel calcolo si tenga conto dell’effettiva geometria delle
sezione trasversale, purché nel calcolo si tenga conto dell’effettiva geometria delle
C N
sezioni trasversali.
TE
sezioni trasversali.
In tal caso il produttore dovrà riportare, all’interno della “dichiarazione” a firma del
N E
IO
Direttore Tecnico di Produzione come da § 11.7.10.1.2, i metodi e le regole di
AZ
classificazione impiegati per l’attribuzione del tipo di legname alla categoria visuale
resistente.
IS L
C11.7.3 LEGNO STRUTTURALE CON GIUNTI A DITA
L EG C11.7.3 LEGNO STRUTTURALE CON GIUNTI A DITA
D I conformi alla
O per opere in Classe di
Gli elementi in legno massiccio giuntati “a tutta sezione” devono essere Gli elementi in legno massiccio giuntati “a tutta sezione” devono essere conformi alla
I
norma armonizzata UNI EN 15497 e non possono essere usati
N norma armonizzata UNI EN 15497 e non possono essere usati per opere in Classe di
servizio 3.
E TT servizio 3.
O
C11.7.4 LEGNO LAMELLARE INCOLLATO E LEGNO LL MASSICCIO INCOLLATO C11.7.4 LEGNO LAMELLARE INCOLLATO E LEGNO MASSICCIO INCOLLATO
B massiccio incollato devono essere sottoposti a
I prodotti in legno lamellare e di legno I prodotti in legno lamellare e di legno massiccio incollato devono essere sottoposti a
marcatura CE in accordo alla UNI EN 14080. marcatura CE in accordo alla UNI EN 14080.
Per il legno lamellare incollato e il legno massiccio incollato, realizzati con legno di Per il legno lamellare incollato e il legno massiccio incollato, realizzati con legno di
latifoglia (o prodotti realizzati attraverso l’impiego di specie non elencate all’interno latifoglia (o prodotti realizzati attraverso l’impiego di specie non elencate all’interno
della Norma Armonizzata UNI EN 14080: 2013),si dovrà fare riferimento al caso C) del della Norma Armonizzata UNI EN 14080), si dovrà fare riferimento al caso C) del §11.1.
§11.1.
Ai pannelli in compensato di tavole, non compresi nel campo di applicazione della UNI Ai pannelli in compensato di tavole, non compresi nel campo di applicazione della UNI
EN 13986 o in assenza di altra specifica norma armonizzata, si applica il caso C) di cui al EN 13986 o in assenza di altra specifica norma armonizzata, si applica il caso C) di cui al
E
La disposizione degli strati deve risultare sempre simmetrica rispetto al piano medio
del pannello.
L I N
Pannelli chiodati o assemblati mediante cambre, viti o altri sistemi che non prevedano
O N
A
l’utilizzo di adesivi non sono assimilabili ai pannelli di cui sopra e devono risultare
conformi a specifici EAD/ETA o, in alternativa, qualificati tramite Certificati di
N IC
Valutazione Tecnica rilasciati dal Servizio Tecnico Centrale, così come altresì previsto
C
dal p.to C del § 11.1 delle NTC.
E TE
C11.7.6 ALTRI PRODOTTI DERIVATI DAL LEGNO
IO N
AZ
C11.7.6
L
In generale, tutti gli altri prodotti derivati dal legno, per i quali non è vigente una norma
G IS
armonizzata di cui al caso A) del § 11.1 delle NTC o non è applicabile quanto specificato
E
IL
al punto B del medesimo § 11.1, ricadono nel caso Cdel § 11.1 delle NTC.
O D
IN
C11.7.7 C11.7.7
C11.7.8 ELEMENTI MECCANICI DI COLLEGAMENTO
E TT
LLpreviste
C11.7.8 ELEMENTI MECCANICI DI COLLEGAMENTO
O
In presenza di azioni sismiche e con particolare riferimento al § 7.7.5.2. delle NTC, il
B
In presenza di azioni sismiche e con particolare riferimento al § 7.7.5.2. delle NTC, il
fabbricante, al fine di garantire le prestazioni nei confronti del comportamento fabbricante, al fine di garantire le prestazioni previste nei confronti del comportamento
a carici ciclici degli elementi meccanici di collegamento di cui al par. 11.7.10.2, dovrà a carici ciclici degli elementi meccanici di collegamento di cui al par. 11.7.10.2, dovrà
fare riferimento ai criteri e alle modalità di prova pertinenti indicati nella UNI EN 14592 fare riferimento ai criteri e alle modalità di prova pertinenti indicati nella UNI EN 14592
o nelle altre specifiche tecniche applicabili. o nelle altre specifiche tecniche applicabili.
C11.7.9 C11.7.9
C11.7.10 PROCEDURE DI IDENTIFICAZIONE, QUALIFICAZIONE E ACCETTAZIONE – CENTRI C11.7.10 PROCEDURE DI IDENTIFICAZIONE, QUALIFICAZIONE E ACCETTAZIONE –
DI LAVORAZIONE CENTRI DI LAVORAZIONE
L’obbligo di denuncia attività per i centri di lavorazioni è da ritenersi cogente sia nel
caso di trasformazione di prodotti marcati CE sia di prodotti oggetto di qualificazione
nazionale.
E
Per la qualificazione di elementi “legname a sezione irregolare” il produttore deve dare Per la qualificazione di elementi “legname a sezione irregolare” il produttore deve dare
evidenza: evidenza:
I N
L del materiale base;
dei processi di selezione e classificazione del materiale base; -
N
dei processi di selezione e classificazione
O
A
della competenza del classificatore e del corretto stoccaggio del materiale (sia questo - della competenza del classificatore e del corretto stoccaggio del materiale (sia
tondo che segato), descrivendo altresì ogni passaggio produttivo in modo da assicurare questo tondo che
N I C
segato), descrivendo altresì ogni passaggio produttivo in modo
la tracciabilità di prodotto in funzione della sua provenienza e del tipo di legname da assicurare
E C la tracciabilità di prodotto in funzione della sua provenienza e del
impiegato. tipo
E
di
T
legname impiegato.
Allo stesso modo devono essere assicurate le tolleranze dei prodotti immessi sul Allo
N
stesso modo devono essere assicurate le tolleranze dei prodotti immessi sul
E G
delle tipo di lavorazione effettuate e del rispetto delle dimensioni così come previsto
I
sede di progetto tenendo conto delle tolleranze indicate nelle specifiche
L tecniche di previsto in sede di progetto tenendo conto delle tolleranze indicate nelle specifiche
riferimento;
D
O la conformità del
tecniche di riferimento;
N
- dei controlli e delle misure adottate al fine di non compromettere la conformità del
I
dei controlli e delle misure adottate al fine di non compromettere
T
T
prodotto definita dal produttore;
L
- dei sistemi di tracciabilità adottati e della opportuna formazione del personale
dei sistemi di tracciabilità adottati e della
O L nell’utilizzo dei macchinari presenti in azienda.
B
nell’utilizzo dei macchinari presenti in azienda.
Gli Attestati di produzione di elementi strutturali in legno (uso Fiume, uso Trieste e
In relazione alla validità dell’attestato, sia quelli di qualificazione, che di denuncia tavolato strutturale con profilo maschio - femmina), già rilasciati ai sensi delle
attività come centri di lavorazione già rilasciati ai sensi del DM 14.01.2008 cessano precedenti NTC 2008, cessano di avere validità allo scadere dei cinque anni dall’entrata
comunque di validità cinque anni dopo l’entrata in vigore della vigente versione delle in vigore delle NTC 2018. Alla scadenza occorrerà inoltrare apposita istanza di rinnovo,
Norme tecniche per le Costruzioni. pagando le relative tariffe indicate dal DM 267/2012. Gli Attestati di denuncia attività
dei centri di lavorazione continuano a rimanere validi senza scadenza.
In relazione ai termini di rinnovo annuale i titolari degli Attestati di Produzione
dovranno confermare la loro attività entro il 31 Dicembre di ogni anno, allegando
documentazione attestante i controlli di produzione effettuati nell’anno precedente.
Gli Attestati di denuncia attività dei centri di lavorazione continuano ad essere senza
scadenza; ne consegue che i precedenti attestati rilasciati ai sensi delle NTC 2008
I N E
Per quanto riguarda i Corsi di formazione e di Aggiornamento per “Direttori tecnici
L
della produzione”, si rammenta che “appositi corsi” di formazione erano già stati
O N
introdotti con le precedenti NTC 2008; sono ora previsti anche i Corsi di aggiornamento,
A
a cadenza triennale, aventi carattere obbligatorio: ne consegue che i Direttori che
IC
abbiano già seguito un Corso di formazione, in caso di mancato aggiornamento,
N
C
vedranno decadere la loro qualificazione di Direttore. Gli attestati di partecipazione
TE
rilasciati ai sensi delle precedenti NTC 2008, cessano di avere validità al termine di tre
E
N
anni dalla data di entrata in vigore dell’attuale “Aggiornamento delle Norme tecniche
IO
per le costruzioni”, ovvero al 20 marzo 2021.Tutti i Corsi di formazione dovranno essere
C11.7.10.1.1
L AZ preventivamente approvati dal STC, a seguito di una valutazione ed esame delle
IS
richieste avanzate dalle società ed enti organizzatori dei corsi medesimi.
E G
L
C11.7.10.1.2 FORNITURE E DOCUMENTAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO
I strutturali in
C11.7.10.1.1 IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITA’ DEI PRODOTTI QUALIFICATI
O D
Il costruttore resta comunque responsabile della qualità degli elementi
Il costruttore resta comunque responsabile della qualità degli elementi strutturali in
N
legno posti in opera, qualità che sarà controllata dal Direttore dei Lavori secondo le
I
T nell’ambito
legno posti in opera, qualità che sarà controllata dal Direttore dei Lavori secondo le
responsabilità, prima dell’inizio della costruzioneTdell’opera,
procedure di cui al § 11.7.10.2. Lo stesso costruttore, delle proprie
E
procedure di cui al § 11.7.10.2. Lo stesso costruttore, nell’ambito delle proprie
documentazione relativa ai componenti, per L
deve acquisire idonea
L responsabilità, prima dell’inizio della costruzione dell’opera, deve acquisire idonea
IC
essere uniformemente distribuito su tutta la fornitura messa in opera. essere uniformemente distribuito su tutta la fornitura messa in opera.
- In relazione ai collegamenti il Direttore Lavori dovrà assicurarsi che le distanze -
C N
In relazione ai collegamenti il Direttore Lavori dovrà assicurarsi che le distanze
TE
degli elementi di collegamento (dai bordi o dalle estremità degli elementi lignei, e degli elementi di collegamento (dai bordi o dalle estremità degli elementi lignei, e
gli interassi tra i medesimi elementi), siano quelle indicate nel progetto. Può essere
E
gli interassi tra i medesimi elementi), siano quelle indicate nel progetto. Può essere
N
IO
prevista una tolleranza sulle distanze indicate in sede di progetto al massimo pari prevista una tolleranza sulle distanze indicate in sede di progetto al massimo pari
AZ-
al 5%. al 5%.
-
IS
Per gli elementi meccanici di collegamento all'interno delle zone dichiarate quali
L Per gli elementi meccanici di collegamento all'interno delle zone dichiarate quali
G
dissipative, secondo quanto indicato nel § 7.7.1, qualora non ne sia definito il dissipative, secondo quanto indicato nel § 7.7.1, qualora non ne sia definito il
E
IL
comportamento a carici ciclici secondo le specifiche tecniche applicabili, il comportamento a carici ciclici secondo le specifiche tecniche applicabili, il
O D
Direttore Lavori esegue prove meccaniche di accettazione in ragione della criticità, Direttore Lavori esegue prove meccaniche di accettazione in ragione della criticità,
IN
della differenziazione e numerosità, come altresì riportato nel § 11.7.10.2. della differenziazione e numerosità, come altresì riportato nel § 11.7.10.2.
T T
LE
In relazione ai controlli di accettazione in cantiere su elementi strutturali in legno il In relazione ai controlli di accettazione in cantiere su elementi strutturali in legno il
L
Direttore lavori può fare altresì utile riferimento a metodi di classificazione misti, attuati Direttore lavori può fare altresì utile riferimento a metodi di classificazione misti, attuati
BO
tramite l’utilizzo di strumenti portatili di ausilio alla classificazione a vista e a quanto tramite l’utilizzo di strumenti portatili di ausilio alla classificazione a vista e a quanto
previsto dal rapporto tecnico UNI TR 11499/2013 (“Legno strutturale – Linee guida per i previsto dal rapporto tecnico UNI TR 11499.
controlli di accettazione in cantiere”).
E
Tecnica”. Tecnica”.
- Negli altri casi si applica la procedura di qualificazione nazionale riportata nel §
IO N
- Negli altri casi si applica la procedura di qualificazione nazionale riportata nel §
AZLe disposizioni di cui ai §§ 11.8.1, 11.8.2 ed 11.8.3 delle Norme Tecniche per le
11.8.4 delle NTC, (caso B del § 11.1). 11.8.4 delle NTC, (caso B del § 11.1).
Le disposizioni di cui ai §§ 11.8.1, 11.8.2 ed 11.8.3 delle Norme Tecniche per le L
IS Costruzioni si intendono estese anche agli elementi prefabbricati di cui al p.to C del §
G
Costruzioni si intendono estese anche agli elementi prefabbricati di cui al p.to C del §
E
IL
11.1, per i quali sia stato rilasciato un Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego (CIT) 11.1, per i quali sia stato rilasciato un Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego (CIT)
rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale.
O D rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale.
IN
La procedura di qualificazione degli elementi prefabbricati comprende anche le fasi La procedura di qualificazione degli elementi prefabbricati comprende anche le fasi
T T
intermedie di produzione, quali quelle di produzione del calcestruzzo e di lavorazione intermedie di produzione, quali quelle di produzione del calcestruzzo e di lavorazione
L LE
dei ferri di armatura. Al riguardo si osserva che di regola, salvo produzioni di elementi dei ferri di armatura. Al riguardo si osserva che di regola, salvo produzioni di elementi
BO
secondari e se appositamente autorizzate dal Servizio Tecnico Centrale, la produzione secondari e se appositamente autorizzate dal Servizio Tecnico Centrale, la produzione
di elementi di serie non può prescindere dalla effettiva produzione del calcestruzzo, di elementi di serie non può prescindere dalla effettiva produzione del calcestruzzo,
nella stessa sede dello stabilimento di prefabbricazione; la mancanza o il non utilizzo di nella stessa sede dello stabilimento di prefabbricazione; la mancanza o il non utilizzo di
idonei impianti per la conservazione delle materie prime e di un impianto di betonaggio idonei impianti per la conservazione delle materie prime e di un impianto di betonaggio
interno allo stabilimento costituiscono, nella maggior parte dei casi, condizioni ostative interno allo stabilimento costituiscono, nella maggior parte dei casi, condizioni ostative
per la qualificazione dello stabilimento e dei prodotti, in quanto elementi significativi ai per la qualificazione dello stabilimento e dei prodotti, in quanto elementi significativi ai
fini della valutazione complessiva della validità dell’intera organizzazione del processo fini della valutazione complessiva della validità dell’intera organizzazione del processo
produttivo e del sistema di controllo della produzione, requisiti espressamente richiesti produttivo e del sistema di controllo della produzione, requisiti espressamente richiesti
dai §§ 11.8.1 e segg. delle NTC. In altri termini, il fatto di delegare i principali fattori di dai §§ 11.8.1 e segg. delle NTC. In altri termini, il fatto di delegare i principali fattori di
produzione al confezionatore esterno del calcestruzzo, fa venire meno, per un produzione al confezionatore esterno del calcestruzzo, fa venire meno, per un
produttore di serie, i presupposti stessi della presenza di un processo produttivo produttore di serie, i presupposti stessi della presenza di un processo produttivo
opportunamente organizzato e del mantenimento di un adeguatolivello di affidabilità opportunamente organizzato e del mantenimento di un adeguato livello di affidabilità
nella produzione del calcestruzzo, secondo il dettato dei §§ 11.8.1 ed 11.8.2 delle NTC. nella produzione del calcestruzzo, secondo il dettato dei §§ 11.8.1 ed 11.8.2 delle NTC.
E
produzione di serie. Tali elementi devono essere comunque realizzati attraverso principale alla produzione di serie. Tali elementi devono essere comunque realizzati
processi sottoposti ad un sistema di controllo della produzione, in particolare occorre
I N
attraverso processi sottoposti ad un sistema di controllo della produzione, certificato da
L
implementare un sistema di gestione per la qualità, certificato da ente terzo (come
N
ente terzo (come specificato al § 11.8.3 delle NTC). A tale proposito si precisa che detta
O
A
specificato al § 11.8.3 delle NTC). certificazione non è necessario che sia relativa all’intero sistema di gestione della qualità
IC
dell’azienda, ma è sufficiente che sia riferita alla gestione che sovraintende allo specifico
N
aC
“sistema di controllo della produzione”
Inoltre, essendoE
Inoltre, essendo a tutti gli effetti assimilabili a normali cantieri edilizi, gli “stabilimenti
di produzione occasionale” sono soggetti a tutti i controlli prescritti nei §§ 11.2 e 11.3
E T tutti gli effetti assimilabili a normali cantieri edilizi, gli “stabilimenti
delle N
delle NTC, in particolare per quanto riguarda i calcestruzzi prodotti ed i controlli sui di produzione occasionale” sono soggetti a tutti i controlli prescritti nei §§ 11.2 e 11.3
ferri di armatura. Inoltre, ai sensi del § 4.1.10.3, per quanto riguarda la produzione degli
IOdi armatura. Inoltre, ai sensi del § 4.1.10.3, per quanto riguarda la produzione degli
Zferri
NTC, in particolare per quanto riguarda i calcestruzzi prodotti ed i controlli sui
elementi prefabbricati, detti stabilimenti “occasionali” sono soggetti alla supervisione
A
L elementi prefabbricati, detti stabilimenti “occasionali” sono soggetti alla supervisione
tecnica del Direttore dei lavori dell’opera di destinazione dei medesimi elementi
G IS
E
tecnica del Direttore dei lavori dell’opera di destinazione dei medesimi elementi
L
prefabbricati. In tal senso è anche compito del Direttore dei lavori far eseguire gli usuali
D I
controlli di accettazione previsti dalle norme; ciò indipendentemente dal soggetto al prefabbricati. In tal senso è anche compito del Direttore dei lavori far eseguire gli usuali
O
quale è attribuito il costo delle prove stesse, secondo gli accordi contrattuali. controlli di accettazione previsti dalle norme; ciò indipendentemente dal soggetto al
IN
quale è attribuito il costo delle prove stesse, secondo gli accordi contrattuali.
T
Per la produzione occasionale non è previsto alcun adempimento, né tecnico né
ET
amministrativo, nei confronti del Servizio Tecnico Centrale. Per la produzione occasionale non è previsto alcun adempimento, né tecnico né
BO
La produzione occasionale non può, in nessun caso, essere riferita a manufatti coperti
da norma armonizzata, per la quale sia terminato il periodo di coesistenza. La produzione occasionale non può, in nessun caso, essere riferita a manufatti coperti
da norma armonizzata, per la quale sia terminato il periodo di coesistenza.
I manufatti prefabbricati “a piè d’opera”, ovvero all’interno dello stesso cantiere
dell’opera di destinazione, non sono considerati di produzione occasionale e sono I manufatti prefabbricati “a piè d’opera”, cioè all’interno dello stesso cantiere dell’opera
realizzati sotto la piena responsabilità del Direttore dei lavori dell’opera di destinazione. di destinazione, sono realizzati sotto la piena responsabilità del Direttore dei lavori
dell’opera di destinazione.
Laddove il produttore di elementi prefabbricati commercializzi direttamente anche il
calcestruzzo prodotto con processo industrializzato ovvero ferri di armatura lavorati, Laddove il produttore di elementi prefabbricati commercializzi direttamente anche il
allora dovranno essere applicate, per tali lavorazioni, distinte procedure di calcestruzzo prodotto con processo industrializzato ovvero ferri di armatura lavorati,
qualificazione relative alla produzione del calcestruzzo con processo industrializzato (§ allora dovranno essere applicate, per tali lavorazioni, distinte procedure di
11.2.8 delle NTC) ed ai centri di lavorazione di elementi in acciaio (§ 11.3.1.7 delle NTC). qualificazione relative alla produzione del calcestruzzo con processo industrializzato (§
11.2.8 delle NTC) ed ai centri di lavorazione di elementi in acciaio (§ 11.3.1.7 delle NTC).
C11.8.2
C11.8.2
Nel caso, assai frequente, in cui nello stabilimento si effettuino operazioni di saldatura
strutturale o operazioni di lavorazione e sagomatura sugli acciai d’armatura, le NTC
indicano il tipo e la frequenza di prove da effettuare, al fine di verificare che le lavorazioni
E
non alterino le caratteristiche originarie del materiale. Come precisato nelle NTC, tali
L I N
prescrizioni si intendono riferite unicamente agli acciai destinati alla realizzazione dei
N
manufatti prefabbricati per i quali non sia applicabile la marcatura CE. Laddove vengano
O
A
effettuate lavorazioni su acciai d’armatura non destinati ai manufatti prodotti ma ad una
IC
commercializzazione autonoma degli acciai stessi, per tale attività lo stabilimento è
N
C
assimilato a tutti gli effetti quale centro di trasformazione ai sensi del § 11.3.1.7 delle
TE
Norme tecniche.
E
IO N
C11.8.4 PROCEDURE DI QUALIFICAZIONE
IN
di qualificazione, secondo l’elenco aggiornato reso disponibile dal Servizio, compresi gli
T T elaborati relativi all’attività svolta, di cui al § 11.8.4.2, nonché della ricevuta di avvenuto
LE
pagamento delle tariffe previste per il rilascio dell’attestato. Per quanto riguarda la
L
BO
documentazione rimasta invariata, si deve comunque produrre una dichiarazione che ne
attesti la permanenza della validità, con relativo elenco esplicativo.
E
e per quanto non in contrasto con le specifiche tecniche europee armonizzate.
L I N
Per quanto riguarda i documenti che devono corredare la singola fornitura di manufatti
O N
prefabbricati, si precisa inoltre quanto segue.
E
N di fabbricazione, di cui al p.to 11.8.3.
utilmente sostituito
I O
processo
ZIl punto f) indica che devono essere allegate anche le copie dei certificati relativi alle prove
ISLA effettuate da un laboratorio incaricato ai sensi dell’art. 59 del DPR n. 380/2001. Tali
E G
L
certificati sono quelli relativi ai prelievi di calcestruzzo destinati al controllo di tipo A, di
D I cui al p.to 11.8.3.1 delle norme, ma anche alle prove effettuate sugli acciai d’armatura: p.to
O
11.8.3.1 per le produzioni di serie; p.to 11.3.2.12 (barre d’armatura, reti e tralicci; 11.3.3.5.4
LET
OL
C11.8.6 DISPOSITIVI MECCANICI DI COLLEGAMENTO
In assenza di una norma armonizzata per lo specifico dispositivo meccanico e nelle more
dell’emanazione di apposita Linea Guida per il rilascio del citato Certificato di
Valutazione tecnica da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, si osserva che,
allo stato, la maggior parte di detti elementi sono realizzabili in appositi centri di
trasformazione, dotati di certificazione CE ai sensi delle norme armonizzate EN 1090-1,
ovvero di apposita denuncia di attività rilasciata dal STC.
I dispositivi antisismici e di controllo delle vibrazioni, così come definiti nella norma, I dispositivi antisismici e di controllo delle vibrazioni, così come definiti nella norma,
sono tipicamente utilizzati per realizzare sistemi di isolamento sismico, negli edifici, nei sono tipicamente utilizzati per realizzare sistemi di isolamento sismico, negli edifici, nei
ponti e in altri tipi di costruzioni (si veda il § 7.10 delle NTC), e sistemi di dissipazione ponti e in altri tipi di costruzioni (si veda il § 7.10 delle NTC), e sistemi di dissipazione
di energia, che negli edifici sono costituiti quasi sempre da controventi che incorporano di energia, che negli edifici sono costituiti quasi sempre da controventi che incorporano
dispositivi dissipativi. Alcuni tipi di dispositivi sono, inoltre, utilizzati per variare dispositivi dissipativi. Alcuni tipi di dispositivi sono, inoltre, utilizzati per variare
favorevolmente lo schema strutturale, congiuntamente o indipendentemente dai favorevolmente lo schema strutturale, congiuntamente o indipendentemente dai
suddetti sistemi, introducendo vincoli temporanei che entrano in funzione, o
E
suddetti sistemi, introducendo vincoli temporanei che entrano in funzione, o
interrompono la loro funzione di vincolo, in presenza di azioni sismiche.
I N
interrompono la loro funzione di vincolo, in presenza di azioni sismiche.
L e la definizione delle loro prestazioni deve
O
La progettazione dei dispositivi antisismici e la definizione delle loro prestazioni deve La progettazione dei dispositivi antisismici N
I C Aalla costruzione in tali condizioni e presentarsi in piena
tener conto delle azioni loro applicate nelle normali condizioni di servizio, affinché tener conto delle azioni loro applicate nelle normali condizioni di servizio, affinché
possano non creare problemi alla costruzione in tali condizioni e presentarsi in piena possano non creare problemi
N
Cdeve
E
efficienza funzionale in caso di terremoto. In particolare la capacità di spostamento di efficienza funzionale in caso di terremoto. In particolare la capacità di spostamento di
tutti i dispositivi deve tener conto degli effetti termici sulla struttura nel quale il tutti i dispositivi
E T tener conto degli effetti termici sulla struttura nel quale il
dispositivo è inserito, i cui spostamenti indotti dovranno essere sommati a quelli dispositivo
I O N dal terremoto di progetto.Quando la presenza di dispositivi antisismici e di
è inserito, i cui spostamenti indotti dovranno essere sommati a quelli
cheLva superare il limite di cui alla formula [3.2.4] delle Norme tecniche, limite che va
controllo delle vibrazioni comporta un rapporto di smorzamento modale tale da
superare il limite di cui alla formula [3.2.4] delle Norme tecniche, limite S
I
Gmotivato
sull’accettabilità dell’utilizzo, nei calcoli, di forme modali non smorzate.L
comunque rispettato nei calcoli, il progettista dovrà esprimere un giudizio
E comunque rispettato nei calcoli, il progettista dovrà esprimere un giudizio motivato
LE norma europea armonizzata per le costanza della prestazione 1 previsto nella suddetta norma europea armonizzata per le
applica il caso A) del §11.1 delle NTC, secondo il sistema della applica il caso A) del §11.1 delle NTC, secondo il sistema di valutazione e verifica della
costanza della prestazione 1 previsto nella L
BO
suddetta
applicazioni critiche. applicazioni critiche.
Nel caso di dispositivi antisismici non ricadenti, o non completamente ricadenti, nel Nel caso di dispositivi antisismici non ricadenti, o non completamente ricadenti, nel
campo di applicazione della norma europea armonizzata UNI EN 15129, si applica il campo di applicazione della norma europea armonizzata UNI EN 15129, si applica il
caso C) del §11.1. caso C) del §11.1.
In aggiunta a quanto previsto ai punti A) o C) del § 11.1, ogni fornitura deve essere In aggiunta a quanto previsto ai punti A) o C) del § 11.1, ogni fornitura deve essere
accompagnata da un manuale contenente le specifiche tecniche per la posa in opera e la accompagnata da un manuale contenente le specifiche tecniche per la posa in opera e la
manutenzione. manutenzione.
Per i dispositivi antisismici, quindi, non ha più alcuna validità l’attestato di deposito Per i dispositivi antisismici, quindi, non ha più alcuna validità l’attestato di deposito
della documentazione presso il Servizio Tecnico Centrale, effettuato per i prodotti o della documentazione presso il Servizio Tecnico Centrale, effettuato per i prodotti o
sistemi che direttamente influiscono sulla sicurezza e la stabilità degli impalcati stradali sistemi che direttamente influiscono sulla sicurezza e la stabilità degli impalcati stradali
TE
consentono tutti i movimenti come se non fossero presenti. Pertanto, essi rappresentano
raggiungimento di una soglia di forza oltre la quale, al superamento della stessa,
E
un vincolo sino a quando non si raggiunge il valore della forza di soglia, oltre il quale il
N
consentono tutti i movimenti come se non fossero presenti. Pertanto, essi rappresentano
IO
vincolo è disattivato ed una sua riattivazione può avvenire solo mediante la sostituzione
un vincolo sino a quando non si raggiunge il valore della forza di soglia, oltre il quale il
AZ
o un eventuale intervento meccanico.
L
vincolo è disattivato ed una sua riattivazione può avvenire solo mediante la sostituzione
IS
o un eventuale intervento meccanico.
E G
IL
I dispositivi dinamici di vincolo provvisorio, detti anche “shock transmitters”, hanno I dispositivi dinamici di vincolo provvisorio, detti anche “shock transmitters”, hanno una
O D
una logica di funzionamento inversa rispetto alla precedente, ovvero lasciano libere e logica di funzionamento inversa rispetto alla precedente, ovvero lasciano libere e prive
IN
prive di vincolo, le parti da essi collegate, sino a quando i movimenti relativi tra gli di vincolo, le parti da essi collegate, sino a quando i movimenti relativi tra gli elementi
T T
elementi che collegano non si manifestino con una velocità maggiore della velocità di che collegano non si manifestino con una velocità maggiore della velocità di attivazione
LE
attivazione del dispositivo, superata la quale si trasformano, per la durata del del dispositivo, superata la quale si trasformano, per la durata del movimento rapido, in
L
movimento rapido, in collegamento pressoché rigido tra le parti. Tali dispositivi collegamento pressoché rigido tra le parti. Tali dispositivi vengono utilizzati, ad
BO
vengono utilizzati, ad esempio, per solidarizzare temporaneamente due elementi in
presenza di movimenti rapidi (quali quelli dinamici dovuti ad un evento sismico) per la
esempio, per solidarizzare temporaneamente due elementi in presenza di movimenti
rapidi (quali quelli dinamici dovuti ad un evento sismico) per la durata dell’azione
durata dell’azione dinamica, consentendo prima e dopo l’evento, tutti i movimenti lenti dinamica, consentendo prima e dopo l’evento, tutti i movimenti lenti (in particolare
(in particolare quelli legati alle dilatazioni termiche) come se le parti non fossero tra loro quelli legati alle dilatazioni termiche) come se le parti non fossero tra loro collegate.
collegate.
Nei Dispositivi dipendenti dalla velocità detti anche Dispositivi a comportamento Nei Dispositivi dipendenti dalla velocità detti anche Dispositivi a comportamento viscoso o
viscoso o “Viscosi” il legame costitutivo forza-spostamento può dipendere sia dalla sola “Viscosi” il legame costitutivo forza-spostamento può dipendere sia dalla sola velocità
velocità che, contemporaneamente, dalla velocità e dallo spostamento. Il funzionamento che, contemporaneamente, dalla velocità e dallo spostamento. Il funzionamento è
è caratterizzato dalle forze di reazione generate dal flusso di un fluido viscoso che caratterizzato dalle forze di reazione generate dal flusso di un fluido viscoso che passa,
passa, attraverso orifizi o sistemi di valvole, tra le due camere che il dispositivo attraverso orifizi o sistemi di valvole, tra le due camere che il dispositivo possiede.
possiede.
I Dispositivi di isolamento, o “Isolatori”, suddivisi in “Isolatori elastomerici” ed “Isolatori a
I Dispositivi di isolamento, o “Isolatori”, suddivisi in “Isolatori elastomerici” ed
E
scorrimento”, svolgono fondamentalmente la funzione di sostegno dei carichi verticali,
“Isolatori a scorrimento”, svolgono fondamentalmente la funzione di sostegno dei
I N
con elevata rigidezza in direzione verticale e bassa rigidezza o resistenza in direzione
L
N
carichi verticali, con elevata rigidezza in direzione verticale e bassa rigidezza o orizzontale, permettendo notevoli spostamenti orizzontali. I primi sono costituiti da
resistenza in direzione orizzontale, permettendo notevoli spostamenti orizzontali. I
A O
strati di gomma frapposti tra piastre in acciaio e ad esse solidarizzati mediante
IC
primi sono costituiti da strati di gomma frapposti tra piastre in acciaio e ad esse vulcanizzazione. Tale configurazione, rispettando taluni rapporti geometrici, determina
solidarizzati mediante vulcanizzazione. Tale configurazione, rispettando taluni rapporti
C N
un forte confinamento alla deformazione trasversale della gomma e conferisce al
TE
geometrici, determina un forte confinamento alla deformazione trasversale della dispositivo un’elevata rigidezza e resistenza nei confronti dei carichi verticali,
gomma e conferisce al dispositivo un’elevata rigidezza e resistenza nei confronti dei
E
conservando un’elevata deformabilità trasversale.
N
IO
carichi verticali, conservando un’elevata deformabilità trasversale.
AZ
Gli isolatori a scorrimento hanno un funzionamento caratterizzato da basse forze di
L
Gli isolatori a scorrimento hanno un funzionamento caratterizzato da basse forze di attrito orizzontali, la cui entità dipende dal tipo di superfici utilizzate e dal loro
G IS
attrito orizzontali, la cui entità dipende dal tipo di superfici utilizzate e dal loro trattamento, che si sviluppano all’interfaccia tra i materiali che costituiscono le due
E
trattamento, che si sviluppano all’interfaccia tra i materiali che costituiscono le due
IL
superfici di contatto su cui avviene lo scorrimento.
superfici di contatto su cui avviene lo scorrimento.
O D C11.9.2
IN
C11.9.2
T
ET
C11.9.3 PROCEDURA DI ACCETTAZIONE
C11.9.3 PROCEDURA DI ACCETTAZIONE
L
OL
La procedura di accettazione è finalizzata ad accertare che le caratteristiche dei
La procedura di accettazione è finalizzata ad accertare che le caratteristiche dei
B
dispositivi messi in opera siano coerenti con le caratteristiche riscontrate nelle prove di
dispositivi messi in opera siano coerenti con le caratteristiche riscontrate nelle prove di
qualificazione sui prototipi dei dispositivi e con quanto previsto nel progetto.
qualificazione sui prototipi dei dispositivi e con quanto previsto nel progetto.
Poiché talvolta le forze e gli spostamenti di progetto dei dispositivi reali sono tali da
Poiché talvolta le forze e gli spostamenti di progetto dei dispositivi reali sono tali da
rendere difficoltosa, se non proibitiva, l’esecuzione delle prove in condizioni dinamiche,
rendere difficoltosa, se non proibitiva, l’esecuzione delle prove in condizioni dinamiche,
le prove di accettazione sono prove quasi-statiche, ed il confronto potrà essere effettuato
le prove di accettazione sono prove quasi-statiche, ed il confronto potrà essere effettuato
sui parametri di comportamento valutati, sia in qualifica che in accettazione, in
sui parametri di comportamento valutati, sia in qualifica che in accettazione, in
condizioni quasi-statiche.
condizioni quasi-statiche.
È evidente che, ove fosse possibile effettuare prove in condizioni dinamiche anche per
È evidente che, ove fosse possibile effettuare prove in condizioni dinamiche anche per
l’accettazione, quest’ultima modalità sarà da preferire, così da poter confrontare
l’accettazione, quest’ultima modalità sarà da preferire, così da poter confrontare
direttamente i parametri caratteristici del comportamento in condizioni più simili a
direttamente i parametri caratteristici del comportamento in condizioni più simili a
quelle sismiche reali.
quelle sismiche reali.
N
formulazione:
e = Ed / (2 F d)= Ed / (2 Ke d ) IO
dove
AZ- d
2
dove
IS L è lo spostamento massimo raggiunto dal dispositivo in un ciclo di carico;
G
LE
-d è lo spostamento massimo raggiunto dal dispositivo in un ciclo di carico; -F è la forza massima raggiunta dal dispositivo in un ciclo di carico;
D I
- F è la forza massima raggiunta dal dispositivo in un ciclo di carico; - Ed è l’energia dissipata da un dispositivo in un ciclo completo di carico, ossia l’area
IN O
- Ed è l’energia dissipata da un dispositivo in un ciclo completo di carico, ossia racchiusa dal ciclo di carico in un diagramma forza-spostamento.
T
l’area racchiusa dal ciclo di carico in un diagramma forza-spostamento.
ET C11.9.5 DISPOSITIVI A COMPORTAMENTO NON LINEARE
LL
C11.9.5 DISPOSITIVI A COMPORTAMENTO NON LINEARE
BO
Come descritto nella norma, tali dispositivi sono caratterizzati da un legame forza-
Come descritto nella norma, tali dispositivi sono caratterizzati da un legame forza- spostamento non lineare, sostanzialmente indipendente dalla velocità, che può
spostamento non lineare, sostanzialmente indipendente dalla velocità, che può realizzare comportamenti meccanici diversi, ad elevata o bassa dissipazione di energia,
realizzare comportamenti meccanici diversi, ad elevata o bassa dissipazione di energia, con riduzione o incremento della rigidezza al crescere dello spostamento, con o senza
con riduzione o incremento della rigidezza al crescere dello spostamento, con o senza spostamenti residui all’azzeramento della forza.
spostamenti residui all’azzeramento della forza.
La stabilità del ciclo si riscontra accertando che, fissata l’ampiezza di spostamento, lo
La stabilità del ciclo si riscontra accertando che, fissata l’ampiezza di spostamento, lo scarto tra la rigidezza del secondo ramo di un generico ciclo “i”, K2(i), e la stessa valutata
scarto tra la rigidezza del secondo ramo di un generico ciclo “i”, K2(i), e la stessa valutata al terzo ciclo e presa a riferimento, K2(3), sia minore del 10%. Analogamente si dovrà
al terzo ciclo e presa a riferimento, K2(3), sia minore del 10%. Analogamente si dovrà riscontrare che lo scarto tra il coefficiente di smorzamento viscoso equivalente di un
riscontrare che lo scarto tra il coefficiente di smorzamento viscoso equivalente di un generico ciclo “i” e lo stesso valutato al terzo ciclo e preso a riferimento, sia minore del
generico ciclo “i” e lo stesso valutato al terzo ciclo e preso a riferimento, sia minore del 10% del valore assunto a riferimento.
10% del valore assunto a riferimento.
Per i dispositivi dotati di ramo di softening, è possibile assumere come valore della Per i dispositivi dotati di ramo di softening, è possibile assumere come valore della
rigidezza K1 anche il valore della rigidezza iniziale Kin. rigidezza K1 anche il valore della rigidezza iniziale Kin.
I C A
giustificazione nell’esigenza di scongiurare che eventuali disallineamenti diano luogo, giustificazione nell’esigenza di scongiurare eventuali disallineamenti diano luogo,
CN
durante i movimenti causati da un evento sismico, alla nascita di sforzi parassiti che durante i movimenti causati da un evento sismico, alla nascita di sforzi parassiti che
rotazione delle cerniere sferiche necessaria dovrà essere determinata dal progettista, in rotazione delle E
danneggino il dispositivo viscoso compromettendone il funzionamento. La capacità di danneggino il dispositivo viscoso compromettendone il funzionamento. La capacità di
relazione agli effetti sia delle azioni di servizio, sia dei movimenti dovuti al terremoto, relazioneE
T cerniere sferiche necessaria dovrà essere determinata dal progettista, in
I O
AZcapacità di rotazione sia non inferiore a ±2°.
sia, infine, a possibili imperfezioni nell’installazione. In ogni caso è consigliabile che la sia, infine,
L
capacità di rotazione sia non inferiore a ±2°.
LE
s
- la tensione massima agente nella generica piastra in acciaio sia non
L
s di
BO
maggiore di
= 1,3 V (t + t )/(Ar ts), = 1,3 V (t + t )/(Ar ts),
s 1 2
s 1 2
- t 5 t 5
- s*/1,5 2
s*/1,5 2
- Il carico massimo verticale agente sul singolo isolatore dovrà essere inferiore
al carico critico Vcr diviso per un coefficiente di sicurezza 2,0. - Il carico massimo verticale agente sul singolo isolatore dovrà essere inferiore al
carico critico Vcr diviso per un coefficiente di sicurezza 2,0.
dove:
t1 e t2 sono gli spessori dei due strati di elastomero direttamente a contatto dove:
con la piastra ts è il suo spessore (ts 2mm), deve risultare inferiore t1 e t2 sono gli spessori dei due strati di elastomero direttamente a contatto con la
alla tensione di snervamento dell’acciaio fyk. piastra ts è il suo spessore (ts 2mm), deve risultare inferiore alla tensione di
E
I L le rotazioni
dove: s = d2/te è la deformazione di taglio dell’elastomero per lo spostamento sismico totale,
2
x x
2
y y
2
x D
a =( b + b ), con ed che rappresentano
Ox ed y nel caso di un
y
inclusi gli effetti torsionali;
I N
rispettivamente attorno alle direzioni
TT
= a2/2tite è la deformazione di taglio dovuta alla rotazione angolare
E
isolatore rettangolare
a =3 D /4 con = L
2 2
(L+ ) nel caso di un isolatore
2 2 1/2 dove:
circolare B O x y
Ec modulo di compressibilità assiale valutato (in MPa) come a2=3 D2 /4 con = (x2 + y2)1/2 nel caso di un isolatore circolare
2 -1
Ec = (1/(6GdinS1 )+4/(3Eb)) dove: t = c + s + di taglio totale di progetto;
deformazione
Gdin modulo di taglio dinamico dell’elastomero;
Ec modulo di compressibilità assiale valutato (in MPa) come
Eb modulo di compressibilità volumetrica della gomma,
da assumere pari a 2000 MPa in assenza di determinazione Ec = (1/(6GdinS12)+4/(3Eb))-1dove:
diretta; Gdin modulo di taglio dinamico dell’elastomero;
drftx,drfty spostamenti relativi tra le due facce (superiore e inferiore)
dE = Max [(dEx+drftx)2 + (0,3dEy+drfty )2]1/2 , [(0,3dEx+drftx)2 + (dEy+drfty )2]1/2 ; drftx,drfty spostamenti relativi tra le due facce (superiore e inferiore) degli isolatori,
prodotti dalle azioni di ritiro, fluagee termiche (ridotte al 50%), ove rilevanti;
I N E
Le prove di accettazione hanno la finalità di verificare la corrispondenza tra il C11.9.7.3
L
PROVE DI ACCETTAZIONE SUI DISPOSITIVI
N
comportamento dei dispositivi messi in opera e quelli su cui è stata condotta la
O
Le prove di accettazione hanno la finalità di verificare la corrispondenza tra il
A
IC
caratterizzazione mediante le prove di qualificazione, verificandone la rispondenza comportamento dei dispositivi messi in opera e quelli su cui è stata condotta la
progettuale. A tale scopo, tramite i test di accettazione, si determina il valore della
C N
caratterizzazione mediante le prove di qualificazione, verificandone la rispondenza
TE
rigidezza verticale e del modulo statico di taglio G, da confrontare con i valori emersi progettuale. A tale scopo, tramite i test di accettazione, si determina il valore della
E
nelle prove di qualificazione, al fine di poterne ritenere associabile la caratterizzazione rigidezza verticale e del modulo statico di taglio G, da confrontare con i valori emersi
compiuta in qualificazione.
IO N
nelle prove di qualificazione, al fine di poterne ritenere associabile la caratterizzazione
AZIn luogo del modulo di taglio statico G è auspicabile la determinazione del Gdin.
compiuta in qualificazione.
L
In luogo del modulo di taglio statico G è auspicabile la determinazione del G din.
GIS
E
D IL
O
C11.10 MURATURA PORTANTE
C11.10.1.1.1 RESISTENZA A COMPRESSIONE DEGLI ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI O NATURALI C11.10.1.1.1 RESISTENZA A COMPRESSIONE DEGLI ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI O NATURALI
È opportuno riportare, dunque, alcune indicazioni utili per la valutazione di f bk. È opportuno riportare, dunque, alcune indicazioni utili per la valutazione di f bk.
TE
data dalla seguente espressione: espressione:
fbi = N/A
N E fbi = N/A
IO
in cui:
AZin cui:
L N = carico di rottura applicato in direzione ortogonale al piano di posa;
N = carico di rottura applicato in direzione ortogonale al piano di posa;
A = area lorda della sezione normale alla direzione di carico.
G IS
L E
I
Il valore della resistenza caratteristica fbk si ricava dalla formula seguente, A = area lorda della sezione normale alla direzione di carico.
applicata ad un numero minimo di 30 elementi:
O D
IN
Il valore della resistenza caratteristica fbk si ricava dalla formula seguente, applicata ad
T
fbk = fbm (1 – 1,64 δ)
ET
un numero minimo di 30 elementi:
L
in cui:
OL
fbk = fbm (1 – 1,64 δ)
fbm = media aritmetica della resistenza dei singoli elementi fbi;
δ=
s B
= coefficiente di variazione;
in cui:
fbm fbm = media aritmetica della resistenza dei singoli elementi fbi;
N E
in cui la resistenza media f bm sarà ricavata da prove su almeno sei campioni.
I
N L
C11.10.2 MALTE PER MURATURA C11.10.2 MALTE PER MURATURA
A O
IC
La norma fornisce le definizioni generali valide per tutte le malte, quindi al §11.10.2.1,
N
La norma fornisce le definizioni generali valide per tutte le malte, quindi al §11.10.2.1,
C
§11.10.2.2, §11.10.2.3 dà informazioni specifiche, rispettivamente, per le malte a §11.10.2.2, §11.10.2.3 dà informazioni specifiche, rispettivamente, per le malte a
TE
prestazione garantita, per le malte a composizione prescritta e per le malte prodotte in prestazione garantita, per le malte a composizione prescritta e per le malte prodotte in
cantiere. La norma inoltre ribadisce che le malte per muratura dei primi due tipi devono
N E
cantiere. La norma inoltre ribadisce che le malte per muratura dei primi due tipi devono
IO
essere conformi alla pertinente normaeuropea armonizzata e, nel caso della malta a essere conformi alla pertinente norma europea armonizzata e, nel caso della malta a
AZC11.10.2.1
prestazione garantita, recare la Marcatura CE. prestazione garantita, recare la Marcatura CE.
IS L
C11.10.2.1
E G
IL C11.10.2.2
OD
C11.10.2.2
TIN
C11.10.2.3 C11.10.2.3
E T
L
C11.10.2.4 PROVE DI ACCETTAZIONE C11.10.2.4 PROVE DI ACCETTAZIONE
C11.10.3 DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI MECCANICI DELLA MURATURA C11.10.3 DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI MECCANICI DELLA MURATURA
La norma fornisce indicazioni sulla determinazione della resistenza caratteristica della La norma fornisce indicazioni sulla determinazione della resistenza caratteristica della
muratura sia a compressione che a taglio. muratura sia a compressione che a taglio.
C11.10.3.1 C11.10.3.1
I N E
N L
O
C11.10.3.2 RESISTENZA CARATTERISTICA A TAGLIO IN ASSENZA DI TENSIONI NORMALI C11.10.3.2 RESISTENZA CARATTERISTICA A TAGLIO IN ASSENZA DI TENSIONI NORMALI
C11.10.3.2.1 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA RESISTENZA A TAGLIO
IC A
C11.10.3.2.1 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA RESISTENZA A TAGLIO
La norma, per la determinazione sperimentale della resistenza a taglio, ha introdotto
C N
TE
La norma, per la determinazione sperimentale della resistenza a taglio, ha introdotto
l’utilizzo delle prove di scorrimento lungo un giunto (UNI EN 1052-3 e, per quanto l’utilizzo delle prove di scorrimento lungo un giunto (UNI EN 1052-3 e, per quanto
applicabile, UNI EN 1052-4) o, in alternativa, l’utilizzo di prove di compressione
N E
applicabile, UNI EN 1052-4) o, in alternativa, l’utilizzo di prove di compressione
IO
diagonale da eseguirsi secondo modalità indicate in normative di comprovata validità.
AZ
diagonale da eseguirsi secondo modalità indicate in normative di comprovata validità.
Va posta attenzione al fatto che, per poter utilizzare il risultato fornito dalle prove, va
L
Va posta attenzione al fatto che, per poter utilizzare il risultato fornito dalle prove, va
IS
osservata la modalità di rottura ottenuta, anche a seconda della tipologia di muratura osservata la modalità di rottura ottenuta, anche a seconda della tipologia di muratura
E G
testata, e va verificato che tale modalità, sia coerente con il modello meccanico testata, e va verificato che tale modalità, sia coerente con il modello meccanico
IL
interpretativo della prova, e con il criterio adottato per la valutazione della resistenza interpretativo della prova, e con il criterio adottato per la valutazione della resistenza
O D
laterale delle pareti (o fasce) in muratura. Le prove di compressione diagonale, inoltre, laterale delle pareti (o fasce) in muratura. Le prove di compressione diagonale, inoltre,
IN
possono essere utilizzate per valutare il modulo di elasticità tangenziale secante G della possono essere utilizzate per valutare il modulo di elasticità tangenziale secante G della
muratura.
T T muratura.
L LE
BO