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Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2: Dal libro di stato alla fine del regime
Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2: Dal libro di stato alla fine del regime
Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2: Dal libro di stato alla fine del regime
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Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2: Dal libro di stato alla fine del regime

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Questo è il secondo volume della raccolta delle normative riguardanti la scuola, strumento cardine per la formazione delle nuove.
In quest'opera vengono raccolte le normative emanate in Italia a partire dalla Legge 7 gennaio 1929, n. 5. Norme per la compilazione e l'adozione del testo unico di Stato per le singole classi elementari, fino alla fine del regime avvenuta nel 1943.
La raccolta è organizzata in ordine cronologico e riporta le legge e i regi decreti che disciplinano le scuole dei vari ordini e grado (dalle elementari all’università), riportando anche le norme sugli ordinamenti scolastici, gli obblighi scolastici, la disciplina dei libri di testo ed i programmi scolastici, la norma istitutiva della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), nuova organizzazione che raggruppava i giovani in età scolare che andava a sostituire l’Organizzazione Nazionale Balilla, oltre alla disciplina dell’istruzione pre e post militare.
LanguageItaliano
Release dateMay 5, 2020
ISBN9788835821564
Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2: Dal libro di stato alla fine del regime

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    Le leggi sulla scuola durante il fascismo Volume 2 - Mirko Riazzoli

    Riazzoli

    Le leggi sulla scuola durante il fascismo

    Dal libro di stato alla fine del regime

    Introduzione

    Questo è il secondo volume della raccolta delle normative riguardanti la scuola, strumento cardine per la formazione delle nuove.

    In quest'opera vengono raccolte le normative emanate in Italia a partire dalla Legge 7 gennaio 1929, n. 5. Norme per la compilazione e l'adozione del testo unico di Stato per le singole classi elementari, fino alla fine del regime avvenuta nel 1943.

    La raccolta è organizzata in ordine cronologico e riporta le legge e i regi decreti che disciplinano le scuole dei vari ordini e grado (dalle elementari all’università), riportando anche le norme sugli ordinamenti scolastici, gli obblighi scolastici, la disciplina dei libri di testo ed i programmi scolastici, la norma istitutiva della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), nuova organizzazione che raggruppava i giovani in età scolare che andava a sostituire l’Organizzazione Nazionale Balilla, oltre alla disciplina dell’istruzione pre e post militare.

    Legge 7 gennaio 1929, n. 5. Norme per la compilazione e l'adozione del testo unico di Stato per le singole classi elementari

    (GURI n. 10, 12 gennaio 1929)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato;

    Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

    Art. 1.

    Nelle scuole elementari pubbliche e private dall'anno scolastico 1930-31 sarà adottato il testo unico di Stato, nel quale saranno svolti i programmi in vigore per tutte le materie.

    Sarà compilato un solo testo per la I e la II classe; un testo separato per ciascuna delle classi III, IV e V.

    Ogni tre anni dalla prima adozione nelle scuole i testi di Stato potranno essere soggetti a revisione ed aggiornamenti.

    Art. 2.

    Per dirigere e coordinare il lavoro di compilazione del testo unico di Stato è istituita una Commissione nominata dal Ministro della pubblica istruzione, la quale si avvarrà della collaborazione di persone eminenti nel campo della scuola e degli studi.

    Art. 3.

    Il testo unico verrà stampato e venduto a cura del Provveditorato generale dello Stato a mezzo della Libreria dello Stato.

    Art. 4.

    Dall'inizio dell'anno scolastico 1930-31 restano abrogati gli articoli da 203 a 213 del testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere d'integrazione, approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577.

    Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

    Data a Roma, addì 7 gennaio 1929 - Anno VII

    VITTORIO EMANUELE

    Regio Decreto 25 aprile 1929, n. 722. Adozione e scelta dei libri di testo nelle scuole elementari per l'anno scolastico 1929-1930

    (GURI n. 114, 16 maggio 1929)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Veduto il testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla istruzione elementare, post-elementare, e sulle sue opere d'integrazione, approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577;

    Veduta la legge 31 gennaio 1926, n. 100;

    Veduto il R. decreto 18 marzo 1928, n. 780;

    Veduto il R. decreto 11 ottobre 1928, n. 2405;

    Udito il parere del Consiglio di Stato;

    Sentito il Consiglio dei Ministri;

    Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per la pubblica istruzione, di concerto con quello per le finanze;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Articolo unico

    Per l'anno scolastico 1929-30, i maestri provvederanno alla scelta dei libri di lettura o confermando quelli in adozione nell'anno scolastico 1928-29 o scegliendo tra quelli approvati nell'anno 1928.

    In nessun caso potranno essere adottati quei libri di lettura che, sottoposti a revisione nell'anno 1928, non ottennero l'approvazione.

    Il presente decreto entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 25 aprile 1929 - Anno VII

    VITTORIO EMANUELE

    Regio Decreto 12 settembre 1929, n. 1661. Trasformazione del Ministero dell'economia nazionale in Ministero dell'agricoltura e delle foreste; istituzione presso il Ministero dell'agricoltura e delle foreste del Sottosegretariato di Stato per l'applicazione delle leggi sulla bonifica integrale; istituzione presso il Ministero delle corporazioni di un secondo posto di Sottosegretario di Stato; modificazione della denominazione del Ministero della pubblica istruzione in quella di Ministero dell'educazione nazionale, ed istituzione presso detto Ministero di un posto di Sottosegretario di Stato per l'educazione fisica e giovanile.

    (GURI n. 227, 30 settembre1929)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA

    Visto l'art. 4 della legge 24 dicembre 1925, n. 2263;

    Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1.

    Il Ministero dell'economia nazionale è trasformato in Ministero dell'agricoltura e delle foreste.

    Il Ministero dell'agricoltura e delle foreste ha un Ministro ed un Sottosegretario di Stato. Presso lo stesso Ministero, inoltre, istituito un Sottosegretariato di Stato per applicazione delle leggi sulla bonifica integrale.

    Art. 2.

    Presso il Ministero delle corporazioni è istituito un secondo posto di Sottosegretario di Stato.

    Art. 3.

    La denominazione del Ministero della pubblica istruzione modificata in quella di Ministero dell'educazione nazionale.

    Presso il Ministero dell'educazione nazionale è istituito un posto di Sottosegretario di Stato per l'educazione tisica e giovanile.

    Art. 4.

    Il presente decreto entrerà in vigore dalla sua data e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei reti del Regno d'ltalia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a San Rossore, addì 12 settembre 1929 - Anno VII

    VITTORIO EMANUELE.

    Regio Decreto-Legge 14 novembre 1929, n. 1992. Passaggio dell'Opera nazionale Balilla e delle Giovani e Piccole italiane alla dipendenza del Ministero dell'educazione nazionale. Convertito dalla Legge 26 dicembre 1929, n. 2239 (GURI 21 gennaio 1930, n. 16).

    (GURI n. 275, 26 novembre 1929)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Veduta la legge 3 aprile 1926, n. 2247, concernente la istituzione dell'Opera nazionale Balilla per l'assistenza e l’educazione fisica e morale della gioventù, e successive modificazioni, nonché i regolamenti per l'Opera stessa;

    Veduto il R. decreto 12 settembre 1929, n. 166L con il quale è stata modificata la denominazione del Ministero della pubblica istruzione in Ministero dell’educazione nazionale, ed è stato istituito presso detto Ministero un Sottosegretariato di Stato per l’educazione fisica e giovanile;

    Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di concentrare presso il Sottosegretariato anzidetto quanto attiene alla educazione giovanile;

    Veduto l'art. 3 della legge 31 gennaio 1926, n. 100;

    Udito il Consiglio dei Ministri;

    Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, di concerto con il Ministro per l’educazione nazionale;

    Abbiamo sanzionato e decretiamo:

    Art. 1.

    Al Ministero dell'educazione nazionale, in aggiunta alle attuali attribuzioni, è assegnato il compito di promuovere e curare l'educazione fisica e spirituale della gioventù.

    Art. 2.

    L'Opera nazionale Balilla per l'assistenza e per l'educazione fisica e morale della gioventù, istituita con la legge 3 aprile 1926, n. 2247, è posta, nella sua attuale condizione di fatto e di diritto, alle dipendenze del Ministero dell’educazione nazionale.

    Tutti i poteri conferiti, nei riguardi dell'Opera predetta, al Capo del Governo dalla legge 3 aprile: 1926, n. 2247, dai regolamenti approvati col R. decreto 9 gennaio 1927, n. 6, e da ogni altra disposizione legislativa e regolamentare, sono deferiti al Ministro per l'educazione nazionale.

    Per il conferimento delle medaglie d'oro di benemerenza, di cui all'art. 11 (ultimo comma) della legge 3 aprile 1926, n. 2247, rimane in vigore la disposizione dell'art. 37 (ultimo comma) del regolamento amministrativo dell'Opera nazionale Balilla, approvato col R. decreto 9 gennaio 1927, n. 6.

    Art. 3.

    Il Sottosegretario di Stato per l'educazione fisica e giovanile è, di diritto, presidente dell'Opera nazionale Balilla.

    Art. 4.

    Le organizzazioni denominate «Giovani italiana» è «Piccole italiane», istituite dalla Direzione del Partito Nazionale Fascista, sono poste alle dipendenze del Ministero dell'educazione nazionale.

    Art. 5.

    Sono abrogate tutte le disposizioni in contrasto con quelle del presente decreto, il quale entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, e sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge.

    Il Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge, Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a San Rossore, addì 14 novembre 1929 -Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE.

    Regio Decreto 21 novembre 1929, n. 2049. Modificazioni al regolamento sugli esami per gli Istituti medi d'istruzione, circa la suddivisione dell'anno scolastico.

    (GURI n. 288, 11 dicembre 1929)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Veduto il Nostro decreto 6 maggio 1923, n. 1054; Veduto il regolamento 4 maggio 1925, n. 653, sugli alunni, gli esami e le tasse scolastiche per gli Istituti medi d'istruzione;

    Veduti i Nostri decreti 5 maggio 1927, nn. 740 e 741;

    Veduto il Nostro decreto 18 aprile 1929, n. 673;

    Veduta la legge 31 gennaio 1926, n. 100; Udito il Consiglio di Stato; Udito il Consiglio dei Ministri;

    Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1. All'art. 80 del R. decreto 6 maggio 1923, n. 1054, è sostituito il seguente:

    «Alla fine dei primi due trimestri di scuola e al termine delle lezioni il Collegio dei professori delibera i voti di profitto e di condotta degli alunni».

    Art. 2. Agli articoli 77, 79 e 80 del regolamento 4 maggio 1925, n. 653, sono sostituiti gli articoli seguenti:

    «Art. 77. - Alla fine dei due primi trimestri e al termine delle lezioni i Consigli di classe si adunano sotto la presidenza del preside o di un suo delegato per l'assegnazione dei voti che rappresentano il giudizio dei professori intorno alla diligenza e al grado di profitto raggiunto dall'alunno nei corrispondenti periodi delle lezioni».

    «Art. 79. - Il voto di profitto nei primi due trimestri si assegna separatamente per ogni prova nelle materie a più prove e per ogni singolo insegnamento nelle materie comprendenti più insegnamenti.

    «Nello scrutinio dell'ultimo periodo delle lezioni il voto e' unico per ciascuna delle materie di cui alla tabella A.

    «I voti si assegnano, su proposta dei singoli professori, in base ad un giudizio brevemente motivato desunto da un congruo numero di interrogazioni e di esercizi scritti, grafici o pratici, fatti in casa o a scuola, corretti e classificati durante il trimestre o durante l'ultimo periodo delle lezioni.

    «Se non siavi dissenso, i voti in tal modo proposti si intendono approvati; altrimenti le deliberazioni sono adottate a maggioranza, e, in caso di parità, prevale il voto del presidente».

    «Art. 80. - Lo scrutinio dell'ultimo periodo delle lezioni ha valore di scrutinio finale.

    «Nell'assegnazione dei voti, si tien conto dei risultati degli scrutini precedenti, i quali, pero', non possono avere valore decisivo.

    «Quando, per una o più materie, si giudichi di non poter assegnare voto a causa di assenze, sebbene giustificate, della relativa deliberazione si fa cenno motivato nel verbale, e il Consiglio di classe decide, caso per caso, circa l'ammissibilità alla sessione di primo esame indipendentemente dal disposto dell'art. 38, ultimo comma».

    Art. 3. In corrispondenza delle norme di cui ai precedenti articoli s'intende modificata ogni altra disposizione concernente gli scrutini e gli esami nei Regi istituti medi d'istruzione. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 21 novembre 1929 - Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE.

    Regio Decreto 17 marzo 1930, n. 394. Disposizioni per l'amministrazione dei Patronati scolastici.

    (GURI n. 98, 26 aprile 1930)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Veduto il testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere di integrazione, approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577;

    Veduta la legge 3 aprile 1926, n. 2247, con la quale si provvede all'istituzione dell'Opera nazionale «Balilla» per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gioventù, ed i regolamenti amministrativo e tecnico disciplinare per l'esecuzione della detta legge, approvati con R. decreto 9 gennaio 1927, n. 6;

    Veduta la legge 31 gennaio 1926, n. 100;

    Sentito il Consiglio di Stato;

    Sentito il Consiglio dei Ministri;

    Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con quello per le finanze;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1.

    L'amministrazione del Patronato scolastico è affidata al Comitato comunale dell'Opera nazionale «Balilla». Nelle città capoluogo di Provincia l'amministrazione del Patronato sarà affidata ad una Giunta di cinque membri nominata dal presidente dell'Opera nazionale «Balilla». Uno dei membri della Giunta del Patronato scolastico di Roma sarà designato dal Governatore. La Giunta agirà sotto la sorveglianza del Comitato provinciale dell'Opera nazionale «Balilla» e di essa farà parte di diritto il membro del Comitato provinciale designato dal provveditore agli studi della regione: il suo bilancio sarà riportato in allegato a quello del Comitato provinciale.

    Art. 2.

    Il bilancio preventivo e quello consuntivo del Patronato devono essere sottoposti all'approvazione del Comitato provinciale dell'Opera.

    Art. 3.

    Lo statuto del Patronato scolastico è proposto dal Comitato comunale dell'Opera nazionale «Balilla» o dalla Giunta di cui all'art. 1 del presente decreto ed è approvato dal Comitato provinciale dell'Opera stessa, udito il parere del podestà del Comune e del Regio provveditore agli studi. Sullo statuto proposto dalla Giunta per Roma sarà udito il Parere del funzionario dell'Amministrazione della educazione nazionale che, a norma dell'art. 4 del R. decreto 29 luglio 1928, n. 1944, dirige tutti i servizi scolastici del Governatorato di Roma. Entro un anno dall'entrata in vigore del presente decreto i Patronati scolastici procederanno ad una revisione dei loro statuti uniformandoli allo statuto-tipo che sarà predisposto dall'Opera nazionale «Balilla».

    Art. 4.

    Nell'art. 219 del testo unico approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577, sono soppresse le seguenti parole del secondo periodo: «ed è amministrato da un Consiglio composto di cinque membri scelti secondo le norme stabilite dal proprio statuto». Nel terzo comma dell'articolo stesso, alle parole: «su conforme parere del Consiglio del Patronato scolastico» sono sostituite le seguenti: «su conforme parere del Comitato comunale dell'Opera nazionale «Balilla» o della Giunta istituita nei Comuni capoluogo di Provincia». Sono abrogati gli articoli 220 e 224 del testo unico approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577.

    Art. 5.

    Il presente decreto entrerà in vigore un mese dopo dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 17 marzo 1930 - Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE.

    Regio Decreto 17 marzo 1930, n. 727. Modificazioni ed aggiunte al testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere integrative, approvato con Regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577.

    (GURI n. 137, 12 giugno 1930)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Visto il testo unico delle leggi e norme giuridiche sulla istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere di integrazione, approvato con R. decreto 5 febbraio 1928, n. 577;

    Visto l'art. 1, n. 3, della legge 31 gennaio 1926, n. 100;

    Udito il parere del Consiglio di Stato;

    Sentito il Consiglio dei Ministri;

    Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con i Ministri per l'interno, per le finanze e per i lavori pubblici;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1.

    All'art. 6 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    "Il regio provveditore agli studi vigila personalmente e per mezzo degli ispettori scolastici sull'insegnamento pubblico e privato; decide, con provvedimento definitivo, sui ricorsi contro i certificati di servizio rilasciati dagli ispettori scolastici e contro la punizione della censura; promuove ogni provvedimento utile alla istruzione elementare; dispone nei casi urgenti per ragioni sanitarie o per grave motivo d'ordine interno, l'immediata temporanea chiusura delle scuole; nomina, d'accordo col prefetto competente, commissari scolastici con facoltà di indagare presso i comuni inadempienti agli obblighi scolastici; approva, oltre a quelle indicate in disposizioni particolari, anche le deliberazioni comunali che abbiano per obbietto:

    a) la costituzione delle commissioni di concorso del personale direttivo ed insegnante nelle scuole elementari;

    b) le assegnazioni di sede agli insegnanti nominati in esito a concorso;

    c) l'iscrizione dei maestri nei ruoli;

    d) i congedi e le aspettative;

    e) le supplenze e le nomine provvisorie; esercita tutte le altre attribuzioni conferitegli dalle leggi e dai regolamenti".

    Art. 2.

    Oltre alle attribuzioni fissate dall'art. 14 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, il regio ispettore scolastico esercita anche le seguenti:

    a) infligge la punizione della censura;

    b) ordina la chiusura delle scuole private, aperte senza autorizzazione;

    c) vigila sull'impiego dei sussidi per l'arredamento scolastico e provvede ai necessari collaudi.

    Art. 3.

    Titolo di ammissione ai concorsi a posti di direttore didattico governativo ed ai concorsi a posti di direttore didattico presso i comuni che conservano l'amministrazione delle scuole elementari, è anche l'abilitazione all'ufficio di maestro delle scuole civiche, conseguita a norma delle leggi e dei regolamenti della cessata monarchia austro-ungarica.

    Art. 4.

    All'art. 53 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    "Le deliberazioni comunali, aventi per oggetto materie contemplate dalle leggi e dai regolamenti sull'istruzione elementare, non sono esecutive se non sono approvate dal consiglio scolastico o dal regio provveditore, secondo le rispettive competenze, ed inoltre dal prefetto e dalla giunta provinciale amministrativa nei casi in cui tale approvazione sia richiesta dalla legge comunale e provinciale.

    "Quando l'autorità comunale non deliberi sulle operazioni fatte obbligatorie dalla legge e dai regolamenti scolastici, oppure deliberi sulle operazioni stesse in modo non rispondente ai fini di legge, si sostituiscono ad essa il consiglio scolastico o il regio provveditore, secondo le rispettive competenze, promuovendo, ove occorrano, i provvedimenti della giunta provinciale amministrativa, ai termini dell'art. 220 del testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, e dell'articolo 64 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, in riforma della detta legge.

    Quando l'urgenza del caso lo richieda, nella ipotesi del presente articolo, il regio provveditore ha la facoltà di deliberare in luogo del consiglio scolastico, sottoponendogli il relativo provvedimento, per la ratifica, nella sua prima adunanza.

    Art. 5.

    All'art. 109 del testo unico delle leggi sull'istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    "I progetti degli edifici scolastici, da compilarsi secondo le norme dettate con decreto del ministro per l'educazione nazionale, sono approvati dal regio provveditore agli studi su parere del genio civile e del medico provinciale, salvo il definitivo nullaosta del ministero.

    "Restano ferme, per quanto riguarda l'edilizia scolastica, nell'Italia meridionale e nelle isole, le disposizioni dei regi decreti 7 luglio 1925, n. 1173, 15 agosto 1925, n. 1925, e 29 dicembre 1925, n. 2385, circa la competenza del ministero dei lavori pubblici, dell'alto commissario per la provincia di Napoli, dei provveditorati alle opere pubbliche e dei comitati tecnico-amministrativi funzionanti presso i suddetti istituti.

    "L'approvazione del progetto equivale a dichiarazione di pubblica utilità. Per le espropriazioni occorrenti si applicano le disposizioni degli art. 12 e13 della legge 15 gennaio 1885, n. 2992, per il risanamento della città di Napoli.

    "Dopo la concessione dei benefici di legge da parte del ministero, il regio provveditore agli studi, con suo decreto, stabilisce il termine entro il quale dovranno iniziarsi le espropriazioni e i lavori. Tale termine non potrà essere superiore a tre anni dalla data del provvedimento di effettiva concessione dei benefici complessivamente assegnati, e, scorso inutilmente il detto termine, l'impegno in favore del comune od ente s'intende decaduto e le quote di contributo tornano disponibili, per lo stesso scopo, agli effetti del bilancio del ministero.

    Le spese per visite relative a controllo, sorveglianza e consegna delle costruzioni degli edifici scolastici a parziale o totale carico del ministero graveranno sui fondi dei capitoli riguardanti le costruzioni stesse.

    Art. 6.

    All'art. 114 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    "Ai comuni e ad altri enti morali, che si occupano della istruzione elementare e della sistemazione della casa e della scuola, possono essere concessi sussidi per costruzione, adattamento e restauro dei locali scolastici, in sedi rurali, di non più di due aule con annessa gratuita abitazione per l'insegnante. Il sussidio è concesso nella misura della metà della spesa sostenuta e, in ogni caso, non sarà superiore alla metà di quella prevista. Per la parte di spesa residua i comuni e gli enti possono ottenere mutui di favore.

    Per la costruzione e l'adattamento dei locali scolastici di più di due aule e senza abitazione per l'insegnante, può essere concesso il sussidio nella misura sopra indicata, ma in ogni caso non superiore alle 200.000 lire, solo quando il comune o l'ente non richieda il contributo degli interessi per la contrattazione del mutuo.

    Nella parte straordinaria dello stato di previsione della spesa del ministero dell'educazione nazionale è stanziata, per la concessione dei sussidi di cui ai precedenti commi, la somma di lire 5.000.000 all'anno per venti esercizi finanziari a datare dal 1924-25.

    Le somme che allo scadere del triennio, giusta quanto è disposto dall'articolo precedente, non siano state erogate, tornano disponibili agli effetti del bilancio per lo stesso scopo, e possono dal ministero essere destinate per altre concessioni".

    Art. 7.

    I maestri che partecipano ai concorsi banditi dal Regio provveditore agli studi, nelle domande di ammissione al concorso devono indicare in ordine di preferenza non oltre due Provincie, nelle cui scuole, ove risultino vincitori, desiderino di essere nominati.

    Compiuta la valutazione dei titoli, la Commissione giudicatrice per i concorsi regionali procede alla compilazione, in base all'ordine di merito, di tante graduatorie di maestri vincitori e di tante graduatorie di maestre vincitrici, quante sono le Provincie comprese nell'ambito della Regione, tenendo presenti le indicazioni fornite dagli interessati nella domanda di ammissione.

    Art. 8.

    Le nomine dei maestri vincitori e delle maestre vincitrici sono disposte, per i posti vacanti in ciascuna Provincia o che si rendano tali, secondo l'ordine di merito delle rispettive graduatorie. Il maestro che consegua ed accetti la nomina secondo l'ordine di una delle due graduatorie di cui faccia parte è radiato dall'altra graduatoria.

    Quando per effetto di consecutive nomine si esaurisca una delle graduatorie relative ad una Provincia, il Regio provveditore agli studi disporrà le nomine per i posti che in quella Provincia si rendano ulteriormente vacanti, avvalendosi della corrispondente graduatoria di una delle Provincie limitrofe.

    Il maestro che sia nominato a norma del comma precedente è radiato dalle graduatorie nelle quali trovasi inscritto, a meno che egli rinunzi alla nomina offertagli, nel qual caso conserva il posto nelle graduatorie anzidette.

    Art. 9.

    All'art. 124, comma quinto, del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    Quando al 31 dicembre del secondo anno di validità della graduatoria siano stati nominati a posti vacanti nella regione meno della metà dei vincitori del concorso, il regio provveditore, sentito il consiglio scolastico, può chiedere al ministro che la validità della graduatoria sia prorogata di un biennio. L'accoglimento della richiesta importa che per il biennio di proroga non si bandisca altro concorso.

    Art. 10.

    I comuni che conservano l'amministrazione delle proprie scuole, possono chiedere al ministro per l'educazione nazionale di essere autorizzati ad estendere l'efficacia di un concorso espletato, quando, avvenuta la nomina dei tre quarti dei maestri vincitori, si prevede che la graduatoria sia per esaurirsi prima che trascorra un biennio dal 1° agosto dell'anno in cui il concorso medesimo fu indetto.

    L'autorizzazione è data con decreto Ministeriale, previo parere del Consiglio scolastico, ed importa la facola nel Comune di includere nella graduatoria i concorrenti che, classificati dopo i vincitori, abbiano riportato però, negli esami e nei titoli, una votazione complessiva non inferiore a 105/150, e di aumentare di altrettanti posti la previsione contenuta nel bando di concorso.

    Art. 11.

    Oltre che per i motivi indicati nell'art. 142 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, gli insegnanti possono essere trasferiti pure da una ad un'altra sede di scuole amministrate dallo stesso provveditore agli studi, col loro consenso, per speciali e comprovate esigenze dell'opera nazionale Balilla. Con questi ultimi trasferimenti non può essere coperto più di un quinto dei posti vacanti riservati ai trasferimenti per domanda degli insegnanti appartenenti ai ruoli della stessa amministrazione.

    I trasferimenti medesimi sono deliberati dal regio provveditore dietro motivata richiesta del presidente dell'opera nazionale Balilla: essi non possono avere luogo nei riguardi degli insegnanti che si trovino nel periodo di prova nè di quelli che, nell'ultimo triennio, abbiano riportato anche una sola qualifica di servizio inferiore al buono o ai quali sia stata inflitta nello stesso periodo di tempo una punizione superiore alla censura.

    Quando il trasferimento avviene, per necessità indilazionabili dei servizi dell'opera nazionale Balilla riconosciute dal regio provveditore, in corso d'anno scolastico, la richiesta di cui al comma precedente deve essere rinnovata, agli effetti dell'assegnazione definitiva della sede, prima della pubblicazione dell'elenco di cui all'art. 146 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577. In caso diverso l'insegnante è restituito alla sede di provenienza.

    Art. 12.

    All'art. 146 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, è sostituito il seguente:

    "Prima di procedere ai trasferimenti il regio provveditore deve pubblicare l'elenco delle sedi vacanti comprendendovi quelle coperte in via provvisoria ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 116, dell'art. 127, comma terzo, e dell'art. 142, comma primo.

    Non si fa luogo al trasferimento d'insegnanti che siano stati destinati da meno di un triennio alla sede in cui si trovano, salvo nei casi di trasferimento deliberato per speciali e comprovate esigenze delle organizzazioni giovanili e in quelli previsti dal regolamento".

    Art. 13.

    Il parere della prima commissione di cui all'art. 168 del testo unico delle leggi sulla istruzione elementare, approvato con regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, può essere dal ministro richiesto anche sui ricorsi contro provvedimenti dell'autorità scolastica riguardanti materie diverse da quelle previste dall'art. 164, comma terzo, del testo medesimo.

    Art. 14.

    I presidenti, gli impiegati e i salariati delle istituzioni ausiliarie della scuola erette in ente morale, debbono prestare il giuramento stabilito dagli art. 5 e 6 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2960, per gli impiegati dello Stato.

    Nei comuni capoluoghi di provincia e con popolazione superiore ai 100.000 abitanti il giuramento dei presidenti anzidetti sarà ricevuto dal regio provveditore agli studi o, per sua delega, dal regio ispettore scolastico: negli altri comuni sarà ricevuto dal podestà.

    Il giuramento degli impiegati e salariati sarà ricevuto dai presidenti dei rispettivi enti.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,

    sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 17 marzo 1930 - Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE

    Regio Decreto 15 maggio 1930, n. 1170. Norme per il pareggiamento degli istituti musicali.

    (GURI n. 209, 6 settembre 1930)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Visto l'art. 1 della legge 31 gennaio 1926, n. 100;

    Sentito il parere del Consiglio superiore dell'educazione nazionale;

    Udito il parere del Consiglio di Stato;

    Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con quello per le finanze;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1. Gli istituti musicali eretti in enti morali, al mantenimento dei quali provvedono enti morali, e in cui siano costituiti almeno cinque corsi d'insegnamento considerati come principali dai regolamenti in vigore, possono essere pareggiati ai conservatori musicali governativi.

    I diplomi rilasciati da tali istituti per i corsi per i quali il pareggiamento sia stato concesso sono parificati a tutti gli effetti ai diplomi rilasciati dai regi conservatori di musica.

    Art. 2. I rappresentanti degli enti da cui dipendono gli istituti musicali che aspirano al pareggiamento debbono inoltrare domanda su carta legale al Ministro della educazione nazionale e dimostrare che essi possiedono i requisiti voluti dal presente decreto.

    Il decreto di pareggiamento sarà promosso dal Ministro dell'educazione nazionale, udito il parere della sezione per l'istruzione artistica del consiglio superiore dell'educazione nazionale.

    Un'apposita commissione ministeriale composta di tre membri procederà in precedenza all'accertamento dei requisiti voluti per il pareggiamento e delle condizioni dell'istituto in generale e delle scuole in particolare. Assisterà la commissione un funzionario amministrativo addetto ai servizi delle antichità e belle arti.

    Art. 3. Gli istituti pareggiati hanno obbligo di uniformarsi per l'insegnamento delle varie discipline e per la durata dei corsi a quanto è prescritto per i conservatori musicali governativi.

    Il ruolo organico del personale insegnante per i rami di insegnamento per i quali è concesso il pareggiamento deve essere uniforme a quello dei conservatori di musica governativa così per le cattedre di materie principali come per le cattedre di materie complementari.

    Art. 4. Ciascun istituto pareggiato deve disporre di un locale adatto per le esercitazioni orchestrali e corali ed avere sede in locali che adeguatamente rispondano alle esigenze didattiche, nonché a quelle igieniche comuni ad ogni istituto di istruzione.

    È fatto anche obbligo a ciascun istituto di avere una biblioteca fornita di tutti i testi occorrenti per lo svolgimento dei vigenti programmi di studio, nonché dei più importanti dizionari di musica.

    Art. 5. Le tasse degli esami di licenza normale e superiore debbono essere determinate in misura non minore di quelle stabilite per i regi conservatori di musica.

    Il regolamento interno di ciascun istituto deve determinare le norme per le esenzioni dalla tasse scolastiche a favore degli alunni meritevoli.

    Art. 6. Alla nomina al posto di direttore di un istituto musicale pareggiato si provvede da parte dell'ente cui spetta il mantenimento della scuola.

    L'ente provvede alla nomina in seguito a giudizio di una commissione composta di tre membri, uno dei quali nominato da esso e gli altri due dal Ministro dell'educazione nazionale.

    Nel caso di nomina senza concorso la commissione esprime il suo giudizio indicando l'ordine di merito degli eleggibili qualora le siano stati sottoposti più nomi.

    Qualora si proceda alla nomina mediante concorso, l'ente con deliberazione non motivata ed insindacabile debitamente approvata dal predetto Ministro, può negare l'ammissione al concorso.

    La commissione giudicatrice del concorso dichiara nella sua relazione quali siano gli idonei a ricoprire il posto e li indica in ordine di merito.

    Tale ordine deve essere osservato nel conferimento del posto in caso di rinuncia del primo degli idonei e degli altri che lo seguano in graduatoria.

    Nel caso di nomina senza concorso l'ente ha facoltà di sottoporre al giudizio della commissione uno o più nomi. La commissione esprime il suo giudizio indicando anche altri nomi oltre quelli eventualmente proposti e dichiarando l'ordine di merito fra coloro che siano riconosciuti idonei. L'ente ha facoltà di dare la preferenza per la nomina a persona da esso proposta sempreché sia compresa fra gli idonei.

    Quando il posto di direttore venga conferito per incarico la relativa nomina è subordinata all'approvazione del Ministro della educazione nazionale.

    Nello stesso modo di cui ai commi da 2 a 7 del presente articolo si procederà nel caso in cui si tratti di nomina ad un posto di insegnante di ruolo con incarico della direzione.

    Art. 7. Gli insegnanti di ruolo degli istituti musicali pareggiati sono assunti in servizio mediante pubblico concorso con le norme vigenti, in quanto applicabili, per il personale insegnante degli istituti musicali governativi. L'ente anche in tal caso può valersi della facoltà di cui al comma 4 dell'articolo precedente.

    Il relativo concorso è giudicato da una commissione di tre membri di cui due di nomina ministeriale, uno di nomina dell'amministrazione dell'ente che provvede al mantenimento della scuola, scelto tra i professori stabili dell'istituto o, in mancanza, fra il personale insegnante di ruolo degli istituti musicali governativi e pareggiati.

    Art. 8. Gl'insegnanti possono eccezionalmente essere nominati senza concorso su proposta dell'ente che provvede al mantenimento dell'istituto, sentito il parere di una speciale commissione costituita dal direttore dell'istituto e da due commissari nominati dal Ministro dell'educazione nazionale, qualora si tratti di persone che per opere o per insegnamenti dati siano venuti in meritata fama di singolare perizia nelle materie che dovrebbero insegnare.

    Gl'insegnanti assunti per concorso dopo tre anni di esperimento, su proposta del direttore con deliberazione dell'amministrazione dell'ente che provvede al mantenimento dell'istituto, ottengono la stabilità o vengono licenziati. Avverso il licenziamento è ammesso ricorso al Ministro della educazione nazionale.

    È in facoltà dell'ente subordinare all'esperimento la nomina definitiva anche nel caso di nomina senza concorso.

    Art. 9. Ai direttori e agli insegnanti di ruolo degli Istituti musicali pareggiati compete il trattamento economico stabilito per il personale direttivo e docente dei Conservatori di musica.

    Art. 10. Lo svolgimento della carriera dei direttori e degli insegnanti di ruolo degli Istituti musicali pareggiati è corrispondente a quello stabilito per i direttori e gli insegnanti dei Conservatori di musica.

    Al personale direttivo e docente incaricato si applicano le norme di legge stabilite per il corrispondente personale dei conservatori relative al trattamento economico e giuridico.

    Art. 11. Il personale direttivo, insegnante, amministrativo e di servizio di ruolo degli istituti musicali pareggiati, deve essere iscritto, a cura di ciascuna amministrazione, alla cassa di previdenza per le pensioni agli impiegati degli enti locali, di cui al regio decreto-legge 15 aprile 1926, n. 679.

    Con decreto reale da emanarsi su proposta del Ministro per l'educazione nazionale, di concerto con il Ministro per le finanze, saranno stabilite le norme per l'applicazione del presente articolo.

    Art. 12. Gli insegnanti di ruolo degli istituti musicali pareggiati che facciano passaggio nel ruolo del personale direttivo e insegnante dei regi conservatori di musica, cumulano, ai fini della pensione, col servizio governativo quello prestato presso gli istituti pareggiati.

    In tale caso si applica l'art. 49 del testo unico sulle pensioni approvato con regio decreto 21 febbraio 1895, n. 70.

    Art. 13. Per un biennio a partire dalla entrata in vigore del presente decreto, sono dispensati dagli obblighi di cui ai precedenti articoli gli istituti attualmente pareggiati, fatta eccezione per le norme di cui agli artt. 6, 7 e 8 le quali entrano in vigore alla data del presente decreto.

    Entro il detto biennio agl'istituti musicali attualmente pareggiati è fatto obbligo di porsi in condizione di essere eretti, quando tali non siano, in enti morali o di porsi alla dipendenza di enti morali.

    Art. 14. Gli esami di licenza normale e superiore negli istituti musicali pareggiati nelle due sessioni di esame, comuni a tutti i candidati interni e privatisti, sono presieduti da un commissario di nomina ministeriale. La data delle relative sessioni è fissata di anno in anno entro il mese di aprile dal Ministero dell'educazione nazionale.

    A fine di ciascuna sessione i capi degli istituti invieranno al Ministero l'elenco dei diplomati.

    I moduli di diplomi di licenza superiore verranno forniti dal Ministero a partire dalla prima sessione dell'anno scolastico 1930-31.

    Art. 15. L'alunno di un istituto pareggiato che intenda far passaggio a un istituto governativo nello stesso corso a cui è iscritto o per cui abbia diritto alla iscrizione nell'istituto d'origine, deve sostenere nell'istituto governativo speciali prove d'esame che saranno di volta in volta determinate dal direttore dell'istituto, sentito il parere del consiglio delle scuole. Il trasferimento è, in ogni caso, subordinato alla disponibilità dei posti nel corso stesso. La stessa norma vale per il passaggio da un istituto pareggiato ad altro pareggiato.

    Coloro che siano forniti di diploma di licenza normale conseguito in un istituto pareggiato potranno ottenere la iscrizione al corso superiore in un conservatorio di musica governativo o in altro pareggiato secondo le norme comuni vigenti in materia.

    Art. 16. Continuano a valere, in quanto non siano in contrasto alle disposizioni del presente decreto, gli statuti vigenti presso gli istituti musicali pareggiati.

    Art. 17. Nessun istituto musicale, all'infuori di quelli governativi, può assumere o mantenere la denominazione di conservatorio di musica.

    Art. 18. È fatto obbligo a tutti gli istituti musicali che non siano pareggiati o che non siano costituiti in enti morali o che non dipendano da enti morali di aggiungere alle loro denominazione la qualifica di privato in tutti gli atti siano essi per uso interno o pubblico o privato.

    Art. 19. Nessun istituto musicale che non sia governativo o pareggiato può rilasciare attestati di licenza o di diploma. Si potranno solo rilasciare certificati degli studi compiuti.

    Art. 20. Il pareggiamento di un istituto può essere revocato o sospeso con decreto reale su proposta del Ministro per l'educazione nazionale quando risulti che l'istituto non adempia ai doveri assunti all'atto del suo pareggiamento o comunque non corrisponda più alle finalità della educazione nazionale.

    Art. 21. Nella provincia in cui ha sede un conservatorio musicale governativo non può sorgere alcun istituto musicale pareggiato.

    Art. 22. Le spese di viaggio e le indennità per i commissari di cui agli artt. 2, 6, 7, 8 e 14 del presente decreto, nonché del funzionario amministrativo di cui all'art. 2, saranno determinate dal Ministro dell'educazione nazionale e graveranno a carico dell'ente che provvede al mantenimento della scuola.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 15 maggio 1930 - Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE.

    Legge 5 giugno 1930, n. 824. Insegnamento religioso negli istituti medi d'istruzione classica, scientifica, magistrale, tecnica ed artistica.

    (GURI n. 150, 28 giugno 1930)

    VITTORIO EMANUELE III

    PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

    RE D'ITALIA

    Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato;

    Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

    Art. 1.

    È istituito negli istituti medi d'istruzione classica, scientifica e magistrale, nelle scuole e negli istituti d'istruzione tecnica e nelle scuole e negli istituti d'istruzione artistica l'insegnamento religioso.

    Art. 2.

    Sono dispensati dall'obbligo di frequentare l'insegnamento religioso gli alunni i cui genitori, o chi ne fa le veci, ne facciano richiesta per iscritto al capo dell'istituto all'inizio dell'anno scolastico.

    Art. 3.

    L'insegnamento religioso è impartito secondo i programmi approvati con decreto reale per un'ora settimanale in ogni classe di ciascun istituto. Nelle prime due classi del corso superiore dell'istituto magistrale saranno assegnate due ore.

    Art. 4.

    Per l'insegnamento religioso, in luogo di voti e di esami, viene redatta a cura dell'insegnante e comunicata alla famiglia una speciale nota, da inserire nella pagella scolastica, riguardante l'interesse con il quale l'alunno segue l'insegnamento e il profitto che ne ritrae.

    Art. 5.

    L'insegnamento religioso è affidato per incarico, e, normalmente, per non più di diciotto ore settimanali, a persone scelte all'inizio dell'anno scolastico dal capo dell'istituto, inteso l'ordinario diocesano.

    Nelle sedi in cui sia da provvedere a più istituti, la scelta degli incaricati sarà fatta collegialmente dai rispettivi capi, inteso l'ordinario diocesano.

    L'incarico è affidato a sacerdoti e religiosi approvati dall'autorità ecclesiastica; in via sussidiaria, a laici riconosciuti a questo fine idonei dall'ordinario diocesano.

    Art. 6.

    Oltre il caso previsto dal terzo comma dell'art. 36 del concordato, l'incarico può essere revocato, anche durante l'anno, di accordo con l'autorità ecclesiastica.

    Art. 7.

    Gli incaricati dell'insegnamento religioso hanno gli stessi diritti e doveri degli altri docenti, fanno parte del corpo insegnante e intervengono ad ogni adunanza collegiale di esso, plenaria o parziale.

    Art. 8.

    Agli incaricati dell'insegnamento religioso viene corrisposta, in ogni caso, la retribuzione nella misura stabilita dalla lettera a) della tabella 6 allegata al regio decreto 6 maggio 1923, n. 1054, con l'aumento previsto dal regio decreto-legge 31 marzo 1925, n. 363.

    Art. 9.

    Il Ministro per l'educazione nazionale 52) è autorizzato a dare con sua ordinanza le disposizioni necessarie per l'esecuzione della presente legge.

    Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

    Data a Roma, addì 5 giugno 1930 - Anno VIII

    VITTORIO EMANUELE

    Decreto Interministeriale 22 agosto 1930-VIII. Modalità per la stampa e la vendita da parte del Provveditorato generale dei testi unici di Stato per le scuole elementari

    (GURI n. 204, 1 settembre 1930)

    IL MINISTRO PER L'EDUCAZIONE NAZIONALE DI CONCERTO CON IL MINISTRO PER LE FINANZE

    Vista la legge 7 gennaio 1929-VII, n. 5, riguardante le norme per la compilazione e l'adozione del testo unico di Stato per le singole classi delle scuole elementari;

    Visto il R. decreto 20 giugno 1929-VII, n. 1058, con il quale fu approvato il regolamento sui servizi del Provveditorato generale dello Stato;

    Viste le relazioni in data 20 settembre 1929-VII e 12 luglio 1930-VIII dirette dal Provveditore generale dello Stato a S. E. il Capo del Governo;

    Decreta:

    In applicazione dell'art. 3, lettera c), del suindicato R. decreto 20 giugno 1929-VII, vengono fissate le seguenti norme per la stampa e per la vendita del testo unico di Stato per le singole classi delle scuole elementari:

    1. Il Ministro per l'educazione nazionale provvede alla preparazione dei testi unici di Stato per le singole classi delle scuole elementari ed il Provveditorato generale, a mezzo dell'Istituto Poligrafico dello Stato, ne assume la edizione e ne cura la composizione e la impaginazione.

    2. I testi per la prima, per la seconda e per la terza classe sono contenuti in un sol volume per ciascuna classe, mentre quelli per la quarta e per la quinta classe sono rispettivamente contenuti in due volumi, uno per le letture e l'altro per gli insegnamenti vari.

    Le cartine storiche e geografiche dei volumi di terza, quarta e quinta sono raccolte in atlantini separati che vengono venduti insieme ai rispettivi volumi ed il cui prezzo è compreso nel prezzo indicato per ciascun volume al seguente articolo 6.

    I volumi per la prima e per la seconda classe sono di tre tipi diversi: due per le scuole urbane ed uno per le scuole rurali. Il formato delle pagine dei volumi per le classi prima e seconda è di cm. 24,5 per 17 e quello delle pagine dei volumi per le classi terza, quarta e quinta è di centimetri 21 per 15,3.

    I volumi della prima, della seconda e della terza classe sono rilegati in cartoncino con dorso di tela e quelli della quarta e della quinta classe sono rilegati in tutta tela.

    3. La stampa e la rilegatura dei libri è affidata alle case editrici che sino a tutto l'anno 1929 hanno stampato testi scolastici elementari, in relazione, per quanto possibile, alla potenzialità dei loro impianti ed all'attività svolta dalle medesime finora in tale campo.

    4. Il Provveditorato generale, allo scopo di ottenere la perfetta uniformità nella stampa dei volumi, fornisce le composizioni impaginate e le illustrazioni ed a tal uopo rimette alle singole ditte l'occorrente numero di galvani di stereotipie, le copie di trasporto, per le parti da eseguire in litografia, delle singole pagine nonché la carta per la stampa, la tela ed il cartoncino per la rilegatura ed i volumi tipo di campione.

    5. La concessione dei lavori di stampa, di rilegatura

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