Sei sulla pagina 1di 45

FINANZA ERARIALE - IMPOSTE DIRETTE

non esistono imposte erariali sul patrimonio, esse colpiscono il reddito (irpef ires e altre imposte sostitutive).

il reddito è una ricchezza nuova che si aggiunge a quella di cui il contribuente già dispone; è una ricchezza
dinamica ed è commisurata ad un arco temporale. ci sono 3 modi di intendere il reddito:

1. reddito di entrata: è la massa delle entrate che il soggetto realizza senza considerare le spese nell'arco
dell'anno solare; è una nozione di reddito "lordo"

2. reddito consumato: è mla parte che si destina ai consumi, mentre non viene considerata la parte destinata al
risparmio (i consumi soon i beni che esauriscono la loro utilità nel momento in cui vengono consumati, mentre
le spese sono una nozione più ampio che riguardano i beni che non si distruggono con un solo utilizzo )

3. reddito prodotto: è la nozione recepita dal legislatore fiscale ed è un dato differenziale tra il reddito di
entrata e le spese: è la ricchezza nuova effettivamente prodotta dal contribuente . il fisco ignora la
destinazione, non gli interessa se destina il reddito ai consumi o al risparmio.

la tassazione avviene nei confronti di colui che ha il possesso del reddito (inteso come disponibilità, ciò
comporta che se un soggetto ha figli minori con un reddito, esso viene imputato per metà a ciascuno dei
genitori, quinid il fisco colpisce i genitori, se il genitore è uno pagherà per intero.

con quali regole si determina il reddito? i redditi non hanno tutti la stessa natura, quindi il ci saranno regole
diversa in relazione alla natura del reddito. ci sono vari criteri di determinazione:

1. reddito effettivo: l'effettività fa riferimento alla capacità contributiva; è la regola base, ma ci sono difficoltà
pratiche nel determinarlo per alcuni tipo di reddito (es. redditi di terreni)

2. reddito medio oridnario continuativo: si determina a tavolino il reddito di quel terreno assumento che è un
reddito medio. (Medio: perchè si assume che mediamente sia così; Continuativo: si considera possa ripetersi
nel tempo).

3. reddito forfettariamente determinato: questo criterio vale per i redditi che hanno determinate
caratteristiche, es. professionista ai primi anni di attività. si calcola in percentuale sui suoi introiti, quindi si
determina in via forfettaria non tenendo conto della realtà (questo regime è a scelta del contribuente, cioè
potrà scegliere tra questo e il reddito effettivo a seconda della convenienza).

la nozione di reddito non è definita dal legislatore fiscale, ma è stata data dall'interprete. per esigenza di
certezza il legislatore si limita a duna elencazione tassativa dei tipi di reddito, che sono 6:

1. fondiari ( terreni e fabbricati )

2. di capitale

3. di lavoro dipendente

4. di lavoro autonomo
5. di impresa

6. diversi (attraverso una lunga elencaizone il legislatore introduce una serie di altri redditi non riconducibili
alle altre categorie).

è un elenco tassativo quindi le fattispecie non menzionate non possono essere tassate, es. il risarcimento del
danno non è tra le ipotesi elencate, quindi non viene colpito.

Profilo temporale del reddito

ci sono anche regole che attengono ad una esigenza di natura temporale. come calcolare il reddito calcolando il
tempo al 31 dicembre? l'obbligazione tributaria va quantificata infatti dal 1 gennaio al 31 dicembre. per
quantificare il reddito in un arco di tempo si applicano 2 principi:

1. Principio di cassa

2. principio di competenza

il principio di cassa prende in considerazione le entrate effettivamente realizzate nel corso dell'anno e le
spese effettivamente realizzate. si dà quindi rilevanza al movimento di cassa; quello che assume rilevanza è ciò
che avviene negli ultimi giorni dell'anno: ex. in imprenditore acquista delle merci che però dovrà pagare l'anno
successivo, secondo questo principio nondeve considerare quella spesa nel reddito dell'anno effettivo di
acquisto, ma in quello dell'anno succesivo, quando dovrò pagaree la merce.

il principio di competenza dà rilevanza al m omento in cui sorge l'obbligo da pagare; non ha importanza se
effettivamente il soggetto paga o incassa. es. la merce arriva il 15 dicembre 2009 quindi è nel 2009 che sorge
l'obbligo di pagare, è irrilevante se paga nel 2010.

IRPEF

è una imposta diretta, prograssima per scaglioni aggiuntivi; è personale in quanto tiene conto delle situazioni
personali e familiari, infatti a parità di reddito due contibuenti la tassazione può essere diversa (se fosse stata
una imposta reale la tassazione sarebbe stata eguale). E' una imposta tendenzialmente generale ->colpisce i
tutti i redditi, tranne quelli esenti. l'irpef è regolata dal testo unico delle imposte sui redditi (dpr 917/1986)).
l'art. 1 stabilisce il presupposto dell'imposta cioè il " possesso di redditi in idenaro o in natura" ( in natura
possono essere ad esempio le auto messe a disposizione dei dirigenti d'azienza o altri benefici in natura
quantificabili n denaro).

soggetti passivi sono persone fisiche residenti nel territoio italiano o non residenti limitatamente ai redditi
prodottin in italia.

risponde ad una logica mondialista: i soggetti residenti sono tenuti al pagamento non solo per i redditi prodotti
nello stato, ma anche per quelli prodotti all'estero (l'aggancio al territorio vuol dire chesi debba pagare).
devono essere maggiorenni: per i minorenniil soggetto passivoè il tutore.

periodo di imposta è l'anno solare. base imponibile: l'imposta si applica sul reddito complessivo del soggetto,
cioè la somma di tutti i suoi redditi ( tranne di quelli esenti, quali soggetti a ritenuta alla fonte o ad imposta
sostitutiva). per calcolare il reddito complessivo del soggetto devo prima calcolare i singoli redditi categoria per
categoria e poi fare la somma. non si realizza una diversità di trattamento con rifetimento alla fonte del
reddito, infatti l'aliquota si applica sul reddito complessivo.

vi è una eccezione per quanto riguarda alcuni redditi che sono soggetti a "tassazione separata": essi non
concorrono a formare il reddit complessivo, ma sono oggetto si un conteggio a parte.. sono redditi a
formazione pluriennale, cioè si sono formate in più anni solari, quindi sarebbe iniquo tassarli come se facessero
parte del reddito in un unico anno. Ad es. sul tratamento di fine rapporto si applical'aliquota media del
quinquennio precedente all'anno in cui è sorto il diritto alla percezione della somma ( si fa la media di ciascuno
dei 5 anni precedenti, poi tra ueste 5 si fa una ulteriore media).

altri esempi di tassazione separata sono:

1. indennità ad agenti dicommercio nel momento di cessazione del contratto di categoria

2. emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente riferibili ad anni precedenti percepiti per effetto
di leggi o ad esempio per il rinnovo del contrattoa collettivo

3. plusvalenze derivanti da cessione di azienza: è il valore dell'azienda sul mercato o quando è sorta -> questo
plusvalore è reddito per il legislatore fiscale.

in questi ultimi casi a differenza del TFR, si applica l'aliquota media del biennio precedente all'anno in cui è
sorto il diritto alla percezione delle somme.

TASSAZIONE DEI REDDITI IN FORMA ASSOCIATA

L'IRPEF colpisce il possesso del reddito; per alcuni tipi di reddito però prevede la tassazione anche in assenza di
disponibilità. questi sono i redditi di partecipazioni in società di persone, società o associazioni tra artisti e
professionisti; sono società semplici in nome collettivo e in accomandita semplice, sono equiparate ad esse le
società di armamento e le società di fatto.

secondo il criterio del possesso del reddito, la tassazione dovrebbe avvenire nel momento in cui la società
distribuisce gli utile agli altri soci, ma in deroga a questo principio il legislatore prevede la tassazione a
prescindere dalla distribuzione del reddito. ad esempio la socità ha prodotto un reddito di 100, io sono socio al
20% su questo 20% pagerò l'IRPEF, ma i redditi che produce sono colpiti da irpef.

socio di una società di persone potrebbe essere una società di capitali o un ente, in questo caso la tassazione
avviene attraverso l'ires, ma è sempre il socio che è colpito da tassazione; le società di persone non sono
soggetti passivi nè di irpef nè di ires.
MECCANISMO DI APPLICAZIONE DEL TRIBUTO

il contribuente deve compiere una serie di operazioni per stabilire le somme da pagare come imposta
(autoliquidazione)- deve prima di tutto determinare i singoli redditi riconducibili alle 6 categorie procedere alla
somma epr ottener eil reddito complessivo lordo. il contribuente ha dirittto a dedurre gli oneri deducibili ->
sono strumenti di personalizzazione del prelievo attraverso i quali si tiene conto della situazione eprsonale e fa
miliare. soon spese sostenute dal contibuente che per scelta politica del legislator possono essere dedotte.

es. spese sostenute da chi ha una invalidità permamente: gli assegni periodici corrisposti al coniuge in caso di
separazione o divorzio (ad esclusione di quelli destinati al mantenimento dei figli); i contributi previdenziali o
assistenzialistici; le erogazioni liberali in denaro a favore dell'ICSC.

si ottiene quindi il reddito complessivo netto a cui si applica l'aliquota per avere l'imposta lorda, che ancora non
è l'imposta da pagare; all'imposta lorda si applicheranon le detrazioni, che si dividono in 3 categorie:

1. per carichi di famiglia: ha diritto ad una serie di detrazioni se il contribuente ha a carico il coniuge e i figli

2. altre detrazioni: legate alle tipologie di reddito( i lavoratori dipendendi detraggono un certo valore, i
lavoratori dipendenti un'altro). in questo modo si realizza la discrimonaizone qualitativa dei redditi; esprimono
lo strumento di personalizzazione che adegua il prelievo alla situazione personale.

3. detrazione per oneri: dall'imposta lorda si detrae un importo pari al 19% di alcune spese sostenute dal
contribuente e ritenute di particolare valore sociale come ad esempio gli interessi passivi sui mutui in ancune
condizioni, le spese per l'istruzione dei figli, spese mediche specialistiche..

a questo punto, dopo le detrazioni si fa lo scomputo degli acconti:

1. si scomputano l'ammontare dei crediti per le imposte pagate all'estero: es. un imprenditore ha prodotto
reddito all'estero, nel momento in cui paga le imposte in quello stato, gli viene riconosciuto un credito di
imposta nei confronti dellos tato italiano, questo per evitare una doppia tassazione.

2. i versamenti eseguiti dal contribuente a titolo di acconto

3. le ritenute alla fonte a titolo di acconto

si ottiene quindi l'imposta da pagare, se l'ammontare complessivo di crediti, versamenti e ritenute è superiore
a quello dell'imposta netta, il contribuente matura un credito di imposta verso il fisco che potrà richiedere a
rimborso o a compensaizone di debiti futuri.

CATEGORIE DI REDDITO: REDDITI FONDIARI

i rediti fondiari si dividono in redditi di fabbricati e redditi di terreni, che a loro volta si suddividono in reddito
dominicale e reddito agrario.

per quanto riguarda i redditi di terreni non si va alla ricerca del reddito effettivo, ma si stabilisce il reddito
medio ordinario continuativo. si effettua una indagine attraverso il catasto dei terreni (è uno strumento di
ricognizione di tutti i terreni) con l'attirbuzione ad ogni appezzamento di terreno del reddito medio. si
effettuano prima di tutto operazioni geometriche, cioè si riportano su pianta i songili appezzamenti di terreno;
poi operazioni estimative, cioè si distinguono i terreni in via terorica per qualità (cioè per tipo di coltivazione) e
per classe (cioè per grado di fertilità): ci sono 5 classi.

alla fine di queste operazioni l'ufficio tecnico erariale (che si trova nella'agenzia del territorio) attribuisce
fisicamente ai singoli appezzamenti la qualità e la classe.

quando di fa riferimento alla particella catastale si isntende quella porizone di terreno continua, cioè senza
interruzioni, avente medesima qualità e classe ricadente nel territorio dello stesso comune, appartenente allo
stesso proprietario.

il catasto non costituisce prova ai fini del diritto di proprietà, ma è soo uno strumento utile ai fini fiscali.

la particella di territorio è identificata con un numero, il territorio comunale è diviso in fogli, quindi ad esempio:
Roma , foglio 15, particella 26.900 indica con precisione quella particolare particella.

per i terreni sono stati individuati 2 tipi di reddito: dominicale e agrario.

si è stabilito che il reddito del terreno derivi:

1. dalla naturale fertilità del fondo

2. una parte del reddito è compensativa degli interessi dei capitali stabilmente investiti nel fondo: sono quelli
usati ad esempio per costruire stalle, recintare il terreno

3. dalla abilità del coltivatore, dal suo impegno agricolo

4. infine una altra parte di reddito è compensativa dei capitali non stabilmente investiti. si è fatta questa
divisione per una questione giuridica, per dividere l'imposta irpef, infatti se il proprietario del fondo lo affitta ad
un altro soggetto pagherà l'irpef sul reddito domicale, mentre l'affittuario la pagherà sul reddito agrario.

anche se il terreno è edificabile si paga l'imposta sempre in base al reddito medio ordinario continuativo dei
terreni. se il terreno viene edificato diventerà reddito da fabbricati (i terreni sono edificabili o meno a seconda
della destinazione che gli viene data nel piano regolatore dle comune).

anche per i redditi da fabbricati vale il criterio del reddito medio ordinario continuativo. quando è stato
istituitto il catasto è stata attribuita ad ogni attività immobiliare la rendita catastale. per i terreni l'unità
immobiliare (che è una porzione di fabbricato suscettibile di produrre autonomamente un reddito ( es. una
casa di 30 m2 è una unità immobiliare perchè abbia una cucina e i servizi igienici che la rendano autonoma) . le
unità sono state classificate secondo la categoria e la classe.

La categoria è legata alla destinazione del fabbricato,, ad esempio cassa, negozio, magazzino. All'interno della
singola categoria c'è una distribuzione per classi che sono otto: più la classe è alta e più il fabbricato è di valore
nell'assegnazione della classe si è tenuto conto dell'ubicazione, del fatto che abbia o meno l'ascensore...
ad ogni fabbricato è stata attribuita la rendita catastale che è il reddito medio ordinario continuativo si
potrebbe aversi da questi fabbricati. Quando si costruisce un nuovo fabbricato si devono consegnare le
planimetrie al catasto che devi attribuire il reddito medio. Il fabbricato può essere usato dal proprietario, o
dato in uso gratuito a terzi, in questi casi la tassazione avviene sulla rendita catastale.. Il fabbricato può essere
inoltre dato in locazione, in questo caso la tassazione avviene sul canone di locazione diminuito del 15%: è una
diminuzione forfettaria e tiene conto del fatto che il proprietario ma pur sempre incontro a delle spese come
ad esempio quelle per la manutenzione. Se questa cifra asciutte il 15% il canone di supera la rendita catastale la
tassazione avverrà il canone di locazione meno il 15%, se la cifra è più bassa della rendita catastale da
tassazione avverrà sulla rendita catastale il catasto tiene conto per gli immobili ad uso abitativo dei vani
catastali per unità abitativa sono spazi chiusi da pareti aventi luce propria, negli altri locali viene conto dei metri
quadri. Per questo tipo di redditi non si pone il problema del criterio di cassa è di competenza perché non si
tiene conto del reddito effettivo, si pone il problema quando il fabbricato è dato in locazione: c'è la regola della
competenza, quindi il proprietario paga l'imposta anche se non ha percepito la somma se in seguito a
controversia è emanata una sentenza di condanna per l'affittuario senza possibilità di esenzione, il proprietario
potrà battere del reddito le somme pagate su somme non percepite.

REDDITI DI CAPITALE

non c'è una nozione di redditi di capitale il legislatore FA una lunga elencazione, è una categoria estremamente
ampia. Questi redditi hanno due caratteristiche molto importante: 1. sono Tassati secondo il principio di cassa,
cioè solo quando si riceve un corrispettivo da questo capitalE

2. Non c'è alcun riconoscimento, cioè non si ammettono deduzioni per eventuali eSPESEre affrontate da
capitalista

molte tipologie di redditi di capitali sfuggono alL'IRPFEF perché colpiti da imposte sostitutive, ad esempio agli
interessi bancari non si applica la tassa, ma l'imposta sostitutiva per interessi da depositi e conti correnti.
Questo trattamento di favore per il capitalista a due ragioni fondamentali: la prima è la norma costituzionale
che tutela il risparmio e la seconda è il fatto che egli subisce una detrazione del capitale a causa dell'inflazione,
per questo li produce reddito da capitale perde il potere d'acquisto. L'articolo 44 del testo unico delle imposte
sui redditi (DPR 917 barra 86) elenca le varie tipologie di redditi di capitale:

1. Interessi derivanti da mutui, depositi e conti correnti

2. Interessi delle obbligazioni

3. Compensi per prestazioni di fideiussione o altra categoria

4. Gli utili derivanti da associazione in partecipazione

5. Gli interessi e gli altri derivanti da altri rapporti aventi per oggetto l'impiego del capitale

una delle più importanti è quella di riguarda gli utili derivanti da partecipazione a società di capitali, questi utili
non sono tassati integralmente in capo al socio ma solo nella misura del 40%. Questo perché il reddito prodotto
dalla società di capitali viene già colpito in capo alla società dalla IRES, quindi per evitare una doppia tassazione
sarà calcolata solo il 40%. Al socio è data la possibilità di esprimere un'opzione: potrà essere colpito sul 40%
degli utili, quindi li inserirà in dichiarazione oppure può optare per la ritenuta alla fonte del 12,5%. Esempio, la
Fiat ha una reddito di 100, paga 30 di IRES e restano utili per 70, poniamo il caso che ci siano due soci, la Fiat
dividerà questo 70% dai due soci ritenendo il 12,5% ogni socio riceverà il di 30.

A questo il socio può non inserire nella dichiarazione questi utili pari a 30 e quindi subisce la ritenuta del 12,5%
della cedolare secca. Oppure potrei indicare nella dichiarazione il 40% degli utili e pagare la tassa portando in
detrazione la ritenuta subita(se ho una aliquota bassa mi conviene inserire gli utili nella dichiarazione:
determinazione del reddito di capitale: il reddito di capitale è costituito dall'ammontare degli interessi o altri
proventi percepiti nel periodo di imposta senza alcuna deduzione.

redditi di lavoro dipendente

l'articolo 49 da la nozione: "sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto
la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri compreso il lavoro a
domicilio". Caratteristica fondamentale è la subordinazione una volta definita la nozione, il legislatore la
estende ad altri tipi di reddito, anche se diversi, ai soli fini fiscali si riuniscono altresì redditi di lavoro
dipendente le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparate.

L'articolo 50 elenca una serie di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Il trattamento fiscale è diverso
tre redditi di lavoro dipendente, comprese le estensioni, i redditi assimilati. Sia per quanto riguarda il calcolo e
le detrazioni.

Sono redditi assimilati:

somme incassate dal coniuge in caso di separazione per il proprio mantenimento

indennità percepite per cariche elettive

somme corrisposte a titolo di borsa di studio

somme percepite è in relazione agli uffici di amministratore sindaco o revisore di società

somme percepite per collaborazioni con giornali, riviste o enciclopedie

somme percepite per partecipazione a collegi o commissioni

somme percepite per altri rapporti di collaborazione aventi per oggetto la prestazione di attività svolte senza
vincolo di subordinazione a favore di un determinato soggetto senza impiego di mezzi organizzati e con
retribuzione periodica prestabilita (sono i redditi da collaborazione coordinata e continuativa)

compensi per attività libero professionale intramuraria del personale dipendente del servizio sanitario
nazionale

come avviene la determinazione del reddito di lavoro dipendente?


- Secondo la regola della cassa

l'articolo 51 indica come criterio onnicomprensivo: è costituito da tutte le somme e i valori in genere compensi
in natura, a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta anche sotto forma di erogazioni liberali in
relazione al rapporto di lavoro. Si elenca una serie di esplosioni: contributi previdenziali e assistenziali, le
erogazioni liberali corrisposte in occasione di festività entro una certa cifra, la somministrazione di vitto da
parte del datore di lavoro, mensa aziendale, fino al 5,29€, le indennità per le trasferte sempre entro certi limiti.

COMPENSI IN NATURA: FRINGE BENEFITS

come si valgono questi compensi in natura? Se il datore di lavoro METTe disposizione del dipendente un
appartamento, o una macchina aziendale come vengono tassati? Prima la tassazione avveniva sulla base del
costo sostenuto dal datore di lavoro, ora avviene sul valore normale di questi servizi, cioè che valore hanno sul
mercato. La valutazione avviene secondo il criterio della normalità: l'articolo nove dice che per valore normale
si intende il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similare in
condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione nel tempo e nel luogo in cui sono
stati acquistati. Per quanto riguarda questo tipo di reddito non si ammettono spese da parte del lavoratore che
viene colpito su tutto lo stipendio. Gli verranno concesse però delle detrazioni dall'imposta che assolvono alla
funzione di spese sostenute.

REDDITI DI LAVORO AUTONOMO

il legislatore ne fornisce la nozione all'articolo 53: sono quelli che derivano dall'esercizio di arti e professioni,
l'esercizio di arte si intende riferito all'artista e non all'artigiano, che è un piccolo imprenditore; il termine
professione non viene usato nel senso civili ma il legislatore ne dà una definizione fiscale per esercizio di arti e
professioni si intende l'esercizio per professione abituale (ripetitività nel tempo) ancorché non esclusiva di
attività di lavoro autonomo (si esalta il requisito contrario alla subordinazione).

La distinzione del reddito di lavoro dipendente è semplice, mentre più difficile è quella con il reddito di
impresa, in quanto il legislatore non fa riferimento alle professioni intellettuali individua l'elemento distintivo
nell'organizzazione dell'impresa(mettere insieme energie umane di terzi e beni materiali in funzione della
produzione di beni e servizi), nel caso del lavoro autonomo l'organizzazione ha rilevanza marginale.

L'articolo 53 al paragrafo due prosegue con i redditi assimilati: sono inoltre redditi di lavoro autonomo i redditi
derivanti dalla utilizzazione economica di opere dell'ingegno, i redditi corrisposti all'associato in partecipazione
quando a porta lavoro, le indennità per la cessazione dei rapporti di agenzia(l'agente di commercio in realtà è
un imprenditore, quindi è una stranezza, è una scelta del legislatore).

La determinazione del reddito segue criteri diversi a seconda che si tratti di reddito di esercenti arti e
professioni o redditi assimilati. Per alcuni tipi di redditi assimilati ad esempio quelli derivanti dallo sfruttamento
delle opere di ingegno, si calcolano i proventi percepiti nel periodo di imposta ridotti di una certa percentuale a
titolo di deduzione forfettaria delle spese, si ritiene forfettariamente che le spese sostenute siano il 25% quindi
verrà tassato il restante 75%.

La determinazione del reddito per gli esercenti arti e professioni a natura differenziale è il frutto di una
sottrazione tra componenti positivi e negativi, la tassazione colpisce questa differenza.

componenti positivi:

- compensi a fronte di prestazioni

- plusvalenze(è la differenza tra il valore di un bene ad una certa data il valore dello stesso bene ad una data
anteriore). Ci sono tre modi di realizzazione della plusvalenze:

1. Il professionista acquista beni strumentali e sono suscettibili di fornire un'utilità ripetuta nel tempo, li venda
ad un prezzo superiore a quello di acquisto realizza una plusvalenza è tassabile

2. Sia valenza anche quando vende il bene ad un prezzo superiore al prezzo di acquisto diminuito degli
ammortamenti. Il bene strumentale perde valore per l'obsolescenza tecnica o per, quindi si dà la possibilità
all'esercente di portare ogni anno tra le spese una frazione di acquisto del bene, per i beni strumentali infatti
non è ammessa la deduzione immediata della stessa in quanto solo beni per durare nel tempo e quindi è più
corretto dedurre una quota ogni anno. La quota messa in deduzione della quota di ammortamento: è una
procedura attraverso la quale la quota delle spese e ammessa tra i componenti negativi. risponde all'esigenza
di far sì che l'esercente possa acquistare un nuovo strumento di farsi che possa esaurirsi nel tempo l'intera
spesa del bene. Ad esempio uno professionista compra un'auto che utilizza per lavoro per € 20.000 i primi due
anni porta in deduzione le prime due quote di ammortamento per € 8000 il terzo anno vende la macchina, la
plusvalenza si realizza se vende la macchina ad un prezzo superiore al prezzo di acquisto diminuito degli
ammortamenti, quindi € 12.000. Se il prezzo di vendita fosse € 15.000 realizzerebbe una plusvalenza per € 3000
che rientrerebbe tra i componenti positivi dell'anno di vendita.

3. Il terzo tipo di plusvalenza è prevista dall'articolo 54: concorrono a formare il reddito i corrispettivi percepiti
a seguito di cessione della clientela o di elementi immateriali (sigla dello stadio) comunque riferibili all'attività
artistica o professionale: è una ipotesi discutibile in quanto la clientela non si può cedere a differenza di quanto
avviene come la cessione di una azienda in cui si celebrano i contratti realizzando l'avviamento. La plusvalenza
dei beni strumentali concorre a formare il se: è realizzata mediante cessione a titolo oneroso, se realizzata
mediante il risarcimento per perdita o danneggiamento di beni, viene attribuita al bene una diversa
destinazione dall'area professionale all'area privata in questi tre casi se si realizza una plusvalenza questa è
sempre tassata.

COMPONENTI NEGATIVI

- spese sostenute inerenti allo svolgimento dell'attività, personale dipendente, cancelleria, manutenzione

- minusvalenze: si hanno quando il prezzo di vendita del bene è inferiore al costo di acquisto, sia che ci siano o
meno ammortamenti. Le minusvalenze saranno deducibili solo nella prima delle due ipotesi, cioè vendita o
risarcimento del danno. Per i primi due casi abbiamo dati numerici certi, mentre nell'ultimo caso abbiamo solo
un dato certo iniziale, ma non un dato certo terminale, si userà il concetto di valore normale.

QUOTE DI AMMORTAMENTO

ogni aNNO le quote di ammortamento del costo storico del bene strumentale vengono inserite tra i
componenti negativi. Si stabilisce le quote di ammortamento? Sono stabilite in un decreto del ministero
dell'economia e delle finanze sono stati identificati i tipi di attività in relazione al tipo di attività nel tipo di bene
è stata stabilita la quota massima di ammortamento di ogni anno o essere inserita tra i componenti negativi
dello stesso bene cambia la percentuale in base all'attività per gli immobili di ammortamento i esaurisce in 33
anni. Le percentuali sono stabiliti in base ad una presumibile uSura O obsolescenza media. il legislatore fiscale
nutre seri dubbi nei confronti degli esercenti arti e professioni la ritiene una categoria che tende ad evadere in
quanto tratta con i privati che spesso non hanno interesse a chiedere la fattura e non c'è rapporto di lavoro con
i clienti. Questo atteggiamento di sfiducia si traduce nell'inserimento di una serie di norme che tendono a
ridurre i componenti negativi.

pur avendo la documentazione non sono deducibili per il timore che vengano inserite spese personali tra quelle
professionali. il legislatore non tiene conto della capacità contributiva di là della capacità di evadere e quindi
riduce la possibilità di dedurre le spese. in questo casso l'irpef non viene pagata non sul reddito effettivo ma
fittizio perché non tenendo conto delle spese effettivamente sostenute il reddito è maggiorato. ad esempio nel
spese relative a prestazioni alberghiere e di ristorazione possono essere dedotte fino al 75% e comunque per
un importo non superiore al 2% dei compensi, è una notevole decurtazione. Le spese di rappresentanza sono
deducibili entro l'1% dei compensi, le spese per la benzina e l'altro sono deducibili al 50% anche se il
professionista dimostra che usa l'auto solo per la professione e non a fini privati. Per i professionisti è
largamente usato lo strumento dello studio di settore.

Vale la regola di cassa con due deroghe:

1. I canoni di leasing seguono le regole della competenza

2. Le indennità di fine rapporto pagate agli lavoratori dipendenti seguono la regola della competenza
annualmente il professionista può portare tre componenti negativi la quota che il lavoratore ha maturato
anche se ancora non è stato pagato nulla. Per ottenere la quota si deve sottrarre dalla somma che andrebbe
corrisposta e si licenzia il 31 dicembre, la somma che gli sarebbe spettato si fosse licenziato il 31 dicembre
dell'anno precedente. I lavoratori autonomi sono obbligati insieme agli imprenditori commerciali alla tenuta
delle scritture contabili. ai fini dell'irpef deve essere tenuto un registro in cui sono annotati tutti i componenti
positivi e negativi questo registro riporta sempre il contenuto di documenti semplici, fatture, ricevute e vanno
conservate o altrimenti scegliere di giovarsi dei registri Iva integrandoli con le annotazioni che valgono ai fini
della suddetta tassa deve essere inoltre tenuto il registro dei cespiti ammortizzabili in cui sono annotati i beni
strumentali e le quote di ammortamento e due registri per il personale dipendente: il libro paga o negli
emolumenti pagati, contributi eccetera e il libro matricola con le generalità e la dipendente e i licenziamenti
REDDITI DI IMPRESA

possono essere prodotti a persone fisiche ma anche dalle società, quindi le norme sulla nozione del reddito di
impresa si trovano nelle parti relative alla IRPEF nel testo unico, mentre le norme dedicate alla determinazione
di tale reddito si trovano nella parte relativa all'IRES. La nozione e dall'articolo 55: sono redditi d'impresa quelli
che derivano dall'esercizio di imprese commerciali e quindi non rientra ogni forma di impresa, quella agricola
rientra nei redditi fondiari la norma precisa poi cosa si intende per impresa commerciale non ha lo stesso
significato del diritto civile, si intende l'esercizio per professione abituale ancorché non esclusivo delle attività
indicate nell'articolo 2195 del codice civile. Usa le parole professione abituale per sottolineare la continuità, ma
un rinvio del giudizio all'articolo del codice civile:

- attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi(epoca conformità dei beni prodotti, devono essere
dello stesso tipo ad esempio la prestazione di attività didattica non è industriale perché tende ad adeguare la
prestazione all'utente)

- attività di trasporto per terra per acqua o per aria

- attività bancaria assicurativa

- altre attività ausiliarie delle precedenti e tendono a favorire lo svolgimento delle attività precedenti esempio
rappresentanti agenti di commercio, mediatore

l'articolo 55 volte in quanto l'interesse del legislatore e scale è quello di far rientrare il maggior numero di
soggetti in questa categoria è particolarmente controllata considera alcune attività agricole come produttive di
reddito di impresa l'impresa agricola è definita dall'articolo 2135 del codice civile:

- coltivatore del fondo

- allevamento di animali

- attività connesse dirette alla manipolazione conservazione e trasformazione e commercializzazione dei


prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o dall'allevamento di animali

il legislatore fiscale considera sempre agricola il primo tipo di attività delle altre due fa una distinzione a
seconda delle modalità di: il reddito agrario quando l'allevamento avviene con mangimi ottenuti almeno per un
quarto dal terreno se il mangime acquistato da pezzi in misura superiore al 75% si produce reddito di impresa,
ad esempio nei polli in batteria la nutrizione non è legata al fondo quindi è attività commerciale. Per quanto
riguarda le attività connesse sono considerate agricole se i beni prodotti sono ottenuti prevalentemente dalla
coltivazione. Cioè oltre il 50% altrimenti sono attività commerciali. In ogni caso tutte le attività agricole se sono
gestite da società di persone commerciali(società in nome collettivo o in accomandita semplice sono
considerate attività commerciali mentre si sono gestite da persone fisiche o società semplici si dovrà fare una
distinzione. il legislatore conclude la lozione con le parole "anche se non organizzate in forma di impresa": c'è il
tentativo di inserire il maggior numero di attività quindi l'elemento dell'organizzazione non è necessario in
questo senso la nozione di impresa commerciale è più ampia di quella civilistica che richiede l'organizzazione
affinché ci sia una impresa.
C'è da dire che l'impresa in senso civilistico all'articolo 2082 del codice civile comprende tutti i tipi di
imprenditori sia agricoli e commerciale e quindi per questo senso è più ampio della nozione fiscale. Diventa
sempre più complesso tracciare una linea di demarcazione tra esercenti arti e professioni è redditi di impresa
infatti se non è il carattere intellettuale della professione l'elemento distintivo crea maggiore difficoltà il fatto
che non sia necessaria l'organizzazione dei redditi d'impresa.

all'articolo 55 paragrafo due sono inoltre considerati quali reddito di impresa i redditi derivanti dall'esercizio di
attività organizzate in forma di impresa dirette alla prestazione di servizi che non rientrano nell'articolo 2195
del codice civile, tipo le prestazioni didattiche. O i redditi derivanti dall'attività di sfruttamento di miniere, cave,
saline, laghi.

i titolari di redditi di lavoro autonomo e di impresa hanno il diritto di portare in deduzione eventuali perdite
subite non è possibile per le altre categorie. Con la cessione dell'azienda da parte del titolare del reddito di
impresa realizza una plusvalenza per la cessione avviene ad un prezzo superiore a quello del costo dei singoli
beni al netto degli ammortamenti.

REDDITI DIVERSI

sono redditi diversi quelli che non rientrano nelle altre categorie il legislatore segue il criterio della elencazione
e nel corso del tempo incrementa sempre di più questo elenco sono tassati secondo il principio di cassa:

- compensi percepiti dal soggetto che consente l'usufrutto a tempo

- reddito di lavoro autonomo occasionale

- reddito derivante dall'attività commerciale volta in via occasionale

- reddito derivante da immobili situati all'estero

- alcuni tipi dI plusvalenza: nella vendita di aree edificabili la differenza di prezzo tra realizza plusvalenza
passata come reddito diverso se reddito un terreno agricolo e poi diventa edificabile si fa riferimento al valore
che aveva cinque anni prima che diventasse edificabile); le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo
oneroso di beni immobili acquistati da non più di cinque anni e non destinati ad uso personale del soggetto;
plusvalenze realizzate mediante cessioni a titolo oneroso di partecipazioni qualificate (titoli) quando esse
superano una certa percentuale del capitale

- redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dall'assunzione di obblighi di
fare, non fare o permettere: è un'espressione molto generica suscettibile di ricomprendere molte fattispecie al
suo interno.

IMPOSTE INDIRETTE SUI CONSUMI

ci si è chiesto se queste mpsote siano legittime in quanto il reddito consumato è già fissato in capo ai
consumaturi con l'ipref, è quindi una doppia tassazione? ma è un problema più teorico che pratico.
i consumi sono stati disi in 3 categorie:

consumi di generi di comodo

consumi di di genere voluttuario

consumi di genere di lusso

essendo beni molto diversi tra loro ci si aspetta un trattamento diverso a seconda della categoria. inoltre i beni,
soprattutto quelli di lusso, perdono valore con il passare del tempo, il legislatoree deve terene condo anche di
ciò. ai fini dell'IVA abbiamo in italia 3 aliquote: 4% su alcuni generi fondamentali, il 10% su un altro elenco di
beni e il 20% che è la regola residuale sulla gran parte dei beni. fino a qualche anno fa c'era anche l'aliquota sui
beni di lusso del 39%.

FORME DI IMPOSIZIONE SUI CONSUMI

ci sono 3 meccanismi di tassazione sui consumi.

1. imposta monofase: è una iposta che si applica una solo volta o all'atto della produzione dle bene o all'atto
del consumo e si distinguono in "imposta di fabbricaizone" e "imposta di consumo": ACCISE. le prime vengono
applicate all'atto dell'uscita dallo stabilimento di produzione, es. l'elettricità e le altre all'atto dell'immissione in
consumo, accise sulle sigarette.

2. imposte plurifase: vengono applicate in più fasi e si dividono in "imposte a cascata" o "imposte sul valore
aggiunto". e prime gravano sul prezzo pieno del prodotto, vengono applicate in ogni fase del processo
produttuvo o distributivo. il produttore immette il bene nei vari passaggi della catena distributiva a 100, nel
mmento in cui viene venduto al grossista si applica l'imposta plurifase tipo del 10%, quindi il grossista
acquisterò il bene a 110. quest'ultimo vorrà avere un margine di guadagno di 10, quindi chiederà 200. anche su
questo risultato verrà applicata l'aliquota dell'imposta quindi 200 + 20 che + il 10% del prezzo. il costo sarà di
220 e vorrà a sua volta guadagnare almeno 80 quindi 300 più 30...

il consumatore finale pagherà 330, oviamente più sono i pasaggi e più aumenta il carico fiscale a carico del
consumatore. tranne che nel primo passaggio, imposta entra a far parte della base imponibile del passaggio
successivo quindi abbiamo una imposta su imposta per questo si definisce a cascata. i passaggi intermedi
rimarranno soggetti all'imposta e tenderanno a scaricare su colui che viene dopo, quindi tenreranno a rivalersi
sui loro clienti.

a causa di questa imposta le imprese hanno cominciato a verticalizzarsi in un unico soggetto, ad esempio
grossita, dettagliante e produttore alterando il funzionamento della concorrenza. E' una delle ragioni per cui
questa imposta, IGE, imposta generale sulle entrate non esiste più dal 1973.

la comunità europea si è resa conto che questo tipo di imposta distorceva la concorrenza ed ha emanato una
direttiva comunitaria (VI direttiva) per introdurre l'imposta sul valore aggiunto che è entrata in vigore
contemporaneamente in tutti gli stati europei.
IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO ( IVA)

è ach'essa una imposta plurifase, cioè si applica in più fasi della filiera, ma non sul prezzo pieno, si applica
sull'accrescimento di prezzo che in bene subisce ad ogni passaggio.

ad esempio poniamo il caso che l'aliquota IVA sia del 10%: il produttore vende a 100 + 10 che è l'onere fiscale, il
grossista acquista a 110 e vorrà ottenere un margine di guadagno di 90 quindi vende a 200 + 9 di imposta,
questo risultato si rcava applicando l'aliquota su 90 che è il guadagno quindi il valore aggiunto. il dettagliante
acquista a 209 e vorrà avere un guadagno di 80 e sarà 289 * 8: questo sarà il prezzo pagato dal consimatore
finale. la base imponibile non include l'imposta dei passaggi precedenti e le imprese non hanno nessun
interesse a verticalizzarsi. l'imposta non grava sui soggetti intermedi che la potranno scaricare, ma grava tutta
sul consumatore finale. a prescindere dal numero dei passaggi l'imposta rimane il 10% del corrispettivo.

Le imposte monofase sono molto semplici da gestire, infatti si applicano 1 sola volta; c’è però da dire che
hanno una aliquota maggiore. Si applicano generalmente ad alcuni beni specifici a produzione accentrata,
come ad esempio le sigarette o la benzina m(per la difficolta dei controlli). Le im poste a cascata soon imposte
non naturali, cioè condizionano le scelte imprenditoriali, quindi la forma più trasparente di imposta è quella
plurifase sul valore aggiunto.

CARATERISTICHE FONDAMENTALI DELL?IVA

- È tendenzialmente generale in quanto colpisce tutti i passaggi della catena produttiva e distributiva, ma
è anche generale nel senso che colpisce la generalità dei beni e dei servizi

- È neutrale in quanto non distorce la concorrenza

- È trasparente perché almeno nei passaggi intermedi, l’IVA viene distinta dal corrispettivo del passaggio

- È a riscossione frazionata, cioè si riscuote passaggio per passaggio.

Il meccanismo dell’iva è il seguente in una catena di soggetti A B C, se prendiamo in considerazione il


soggetto B, dal suo punto di vista l’operazione che conclude con A si chiama A MONTE quella che conclude
con C si chiama A VALLE. La determinazione dell’imposta dovuta a B si ottiene detraendo l’imposta
sull’operazione a monte, dall’imposta sull’operazione a valle. Questa differenza è la cifra che B dovrà
versare al fisco. È uno strumento che serve per far avere allo stato L’IVA di ogni passaggio. L’unico che non
detrae l’IVA è il consumatore finale: la detrazione è i meccanismo che permette a B di non essere inciso
dall’IVA. Se l’iva a monte è maggiore dell’iva a valle è una situazione patologica in cui B sarà a credito
dall’erario, avrà un credito di imposta. La rivalsa è l’addebito che B fa a C ed è obbligatoria: il fisco non ha
interesse ad obbligare un soggetto a detrarre, mentre ha interesse a che un soggetto si rivalga sul prorpio
cliente.

L’imposta a valle si chiama imposta A DEBITO; l’imposta a monte si chiama imposta A CREDITO, B è tenuto
a pagare la differenza tra IVA A DEBITO ed IVA A CREDITO: B acquista beni da A e paga oltre al corrispettivo
l’IVA A MONTE, quindi costituisce un credito nei confronti del fisco: una volta venduto il bene a C riceverà
l’IVA A VALLE che una volta fatta la detrazione diventa un debito nei confronti del fisco.
L?IVA è disciplinata dal dpr 633/72 ed è una imposta armonizzata la livello europeo, cioè le regole di
applicazione sono uguali nei paesi della comunità; ci sono però alcuni aspetti che sfuggono a questa
armonizzazione e che sono rimasti agli stati: sono gli aspetti procedurali, ad esempio termini per i ricorsi e
gli aspetti sanzionatori che sono a discrezione degli stati, anche se con paletti rigidi messi dalla Corte di
Giustizia. Questi limiti sono quello della effetività, icoè i ricorsi devono essere effettivamente accessibili e
non sostanzialmente impossibili; e per quanto riguarda le sanzioni quello della proporzionalità, icoè la
sanzione non può essere sproporzionata rispetto alla violazione.

Le aliquote nei vari stati sono molto diverse e il processo di armonizzazione sarà molto lungo, in quanto gli
stati on le aliquote più alte tenderanno a mantenerle tali. In questo tipo di di impostee c’è una discrepanza
tra il soggetto inciso dall’iva e il soggetto passivo, che è assoggettato ad obblighi IVA: il soggetto inciso è
l’unico che non ha obblighi nei confronti dell’erario.

Il presupposto dell’iva è la cessione di beni o la prestazione di servizi ma il presupposto non è indice di


capacità contributiva, infatti esso è posto in essere soggetti intermedi della catena, quindi da tutti tranne
quello che manifesta capacità contributiva. Le operaizone più importanti ai fini IVA sono 6:

- Cessioni di beni nell’esercizio di impresa

- Prestazioni si servizi effettuate nell’esercizio di impresa

- Cessioni di beni effettuate nell’esercizio di arti e professioni (quadro di pittore)

- Prestazioni di servizi nell’esercizio di arti e professioni ( dentisti)

- Importazioni da chiunque effettuate

- Acquisti intracomunitari effettuati da enti non commerciali

Nelle prime 4 operazioni la qualifica soggettiva dell’acquirente non ha rilievo ai fini IVA, è importante il profilo
soggettivo del prestatario o cedente.

Principio di destinazione: l’IVA si applica nel paese di destinazione, se c’è una esportazione dall’UE al resto del
mondo l’IVA non si applica.

Secondo il profilo soggettivo, il venditore deve essere imprendotore o esercente arti e professioni, se vendo
una casa da privato non pago l’Iva. L’imprenditore ai fini Iva è definito dall’articolo 4 ( si riferisce a imprenditori
persone fisiche, se il soggetto è una società commerciale di qualunque tipo o natura, qualunque operazione
rientra nell’ambito di applicazione IVA. Gli enti commerciali seguono le regole delle società commerciali: quelli
non commerciali seguono le regole che valgono per le persone fisiche, cioè se le cessioni /prestazioni sono
effettuate fuori dall’esercizio di impresa non si applica l’iva.

Gli enti che svolgono attività agricola in via esclusiva o principale e le società semplici cadono nell’area di
applicazione IVA.

L'imprenditore ha i fini Iva è definito dall'articolo quattro: "per l'esercizio di impresa si intende l'esercizio per
professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività commerciali o agricola di cui agli articoli 2135 e 2195
del codice civile.". Anche se non organizzate in forma di impresa, nonché l'esercizio di attività organizzate in
forma di impresa, dirette alla prestazione di servizi che non rientrano nell'articolo 2195 del codice civile. È
diverso dal nozione di impresa ai fini Irpef, che è più ampia. L'esercizio di arti professioni è definito dall'articolo
cinque: "si intende l'esercizio per professione abituale di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di
persone fisiche ovvero di società semplici.". Ci sono regole particolari per le società e gli enti commerciali, sia
infatti una presunzione di imprenditorialità: tutte le operazioni si presumono essere svolte nell'esercizio di
impresa, quindi sempre assoggettate ad Iva per quanto riguarda gli enti non commerciali bisogna fare una
distinzione gli enti che non svolgono nessuna attività commerciale quelli che svolgono attività commerciale
marginale, queste ultime operazioni sono soggetti ad Iva.

Sotto il profilo oggettivo l'articolo 2 definisce la cessione dei beni: virgolette gli atti a titolo oneroso che importa
trasferimento della proprietà ovvero costituzione o trasferimento di diritti reali di godimento su beni di ogni
genere". L'articolo tre definisce prestazioni di servizi: virgolette sono prestazioni verso corrispettivo dipendenti
da contratti d'opera, appalto, trasporto, mandato, spedizione, agenzia, mediazione, deposito e in genere da
obbligazioni di fare, non fare, e di permettere quale ne sia la fonte. Il legislatore poi estende la nozione al
comma due facendo un elenco di altre prestazioni assimilate, mentre prevede delle deroghe, ad esempio non è
considerata prestazione di servizi il conferimento di azienda.

Volume di affari

articolo 20: per volume di affari del contribuente si intende l'ammontare complessivo delle cessioni di beni e
delle prestazioni di servizi dello stesso effettuate con riferimento all'anno solare" alla netto delle cessioni di
beni strumentali, cioè non concorrono a formare il volume di affari le cessioni di beni ammortizzabili. Ad
esempio professionista riceve non hanno un corrispettivo di € 10.000 per prestazioni più vende un tavolo per €
1000. Il volume di affari e di € 10.000. È un dato fondamentale che stabilisce il livello di obblighi formali e
sostanziali a cui soggiace il soggetto.

Le operazioni imponibili sono:

- a formare il volume di affari

- sono soggette obblighi formali

- consentono detrazioni dell'Iva a monte

- sono soggette ad iva

Imposta sul reddito delle società


il nome di questa imposta non coincide con il suo contenuto, infatti soggetti passivi non sono solo le società
inoltre non tutte le società sono soggette ad IRES. I soggetti passivi si distinguono in quattro categorie: mutano
le regole di quantificazione del reddito a seconda dell'appartenenza ad una o all'altra categoria.

1. Società di capitali: società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità
limitata, società cooperativa, società mutua assicuratrice e alcune società europee
2. enti commerciali: gli enti pubblici o privati diversi dalle società, compresi i trust che hanno per oggetto
esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciale. Nella definizione è una prima connotazione
negativa di enti devono essere diversi dalla società e dalle persone fisiche, possono essere una quantità
notevole di soggetti: associazioni, consorzi, fondazioni, associazioni temporanee di imprese e altri tipi
di enti collettivi, l'elemento della personalità giuridica è irrilevante, come pure la natura pubblicistica
privatistica dell'ente(sono istituiti con meno con legge o con atto della pubblica amministrazione).
Attività commerciale(intesa ai sensi della normativa sugli) come oggetto esclusivo, cioè non svolgono
altre attività; o principale. Per la definizione dell'oggetto dell'ente una prima fonte e l'Alice, che
determina lo scopo dell'ente e l'attività essenziale per raggiungere lo scopo; poi abbiamo l'atto
costitutivo o lo statuto dell'ente, a condizione che siano approvati con atto pubblico o scrittura privata
autenticata o prevista. In mancanza di queste fonti l'oggetto principale dell'ente è determinato in base
all'attività effettivamente esercitata. Per oggetto principale si intende l'attività essenziale per
raggiungere gli scopi primari dell'ente. Esempio, un ente ecclesiastico anche se svolge attività
commerciale non ha come scopo primario quello di raggiungere un profitto, avrà altre finalità sua
propria. come si determina l'effettiva attività dell'ente? Si fa un raffronto tra gli incassi ottenuti con
svolgimento di attività commerciale e quelli ottenuti con lo svolgimento di altre attività non
commerciale, dei primi superano i secondi si avrà un ente con oggetto principale l'esercizio di attività
commerciale
3. enti non commerciali: sono gli stessi enti della seconda categoria quando non hanno per oggetto
esclusivo o principale svolgimento di attività commerciale; è un soggetto non voglio affatto attività
commerciale rientra in questa terza categoria. Esempio, una fondazione che affitta solo immobili
rientra in questa categoria, un ente ecclesiastico proprietario di terreni che non svolge attività
commerciali vi rientra e in generale vi rientrano tutti gli enti ecclesiastici
4. soggetti residenti all'estero: sono le società di qualunque tipo e identità con o senza personalità
giuridica, aventi sede all'estero che svolgono attività in Italia il presupposto della tassa è il reddito
complessivo di ciascuno di questi soggetti derivante da una delle sei categorie di cui all’IRPEF. questi
soggetti non produrranno mai il reddito di lavoro dipendente; per quanto riguarda il reddito di lavoro
autonomo può essere prodotto solo dalle associazioni e società di professionisti residenti all'estero. Per
le prime due categorie di soggetti tutto il reddito prodotto, qualunque sia la provenienza, si considera
reddito di impresa, quindi sottoposto alle regole per questo tipo di reddito. Per la terza e quarta
categoria il reddito si determina secondo le regole del Irpef con riferimento alle sei tipologie. L'imposta
etica sul reddito complessivo, però per determinarlo si utilizzano le le regole delle varie tipologie di
reddito

CARATTERISTICHE DELL?IRES

- è una imposta diretta


- è un'imposta reale: prescindere dalla situazione personale e familiare del soggetto
- è una imposta generale: colpisce il reddito complessivo
- è una imposta fondamentale si trova alla base del sistema, come per gli Irpef ci si aspetta un elevato
gettito
- è una imposta proporzionale: con l'aliquota del 27,5% non è progressiva come gli

CRITERI DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO DI IMPRRESA

sono gli stessi criteri che valgono per la determinazione del reddito di impresa ai fini Irpef 15 sono le stesse
regole qualunque sia il soggetto passivo, persone fisiche, società... se svolgono attività commerciale marginale
queste regole si applicano solo alle attività commerciali quindi per le persone fisiche e per i soggetti della terza
quarta categoria queste regole valgono per le attività commerciali, mentre per le prime due categorie valgono
per tutti i tipi di reddito, anche non derivante da impresa. Sono regole estremamente complessa: il legislatore
nuove da un atteggiamento di sfiducia nei confronti dei soggetti che producono reddito d'impresa, in quanto lo
vede come un soggetto che tende a sottrarsi al prelievo. Detta regole particolari diverse da quelle civilistiche.
Secondo il diritto civile questi soggetti devono redigere il bilancio ma lascia un margine di discrezionalità
l'imprenditore per una serie di voci. Ad esempio della quantificazione degli ammortamenti l'imprenditore ha
uno spazio di valutazione. Il legislatore fiscale non accetta questa discrezionalità quindi detta una serie di regole
rigide, il reddito da tassare non coincide con quello determinato secondo le regole civili si parte dall'utile
civilistico poi ogni volta che l'imprenditore si è discostato dalle regole fiscali deve fare delle correzioni in
aumento o in diminuzione per riportare questo dato al reddito imponibile. Il legislatore fiscale detta regole
precise per ciascuno dei componenti passivi negativi, e nel reddito di natura differenziale che si ottiene
sottraendo i componenti negativi da quelli positivi.

COMPONENTI POSITIVI

sono: ricavi, plusvalenze patrimoniali, sopravvenienze attive, dividendi, interessi, proventi immobiliari e
incremento delle rimanenze finali rispetto a quelle iniziali. Per il reddito d'impresa si applica la regola della
competenza l'imprenditore è obbligato alla tenuta delle scritture contabili, il legislatore attribuisce rilevanza
fiscale alle scritture civilistiche: libro giornale, libro degli inventari, libro di cespiti ammortizzabili cioè dei beni
strumentali), registro riepilogativo di magazzino (ci sono le rimanenze), registri Iva(registro degli acquisti
registro delle fatture e registro dei corrispettivi), libro matricola(dei lavoratori dipendenti), libro paga e ogni
altra scrittura utile in relazione al tipo di attività. Deve inoltre redigere il bilancio: conto patrimoniale, conto
economico e nota integrativa perché si parte dall'utile civilistico per arrivare al reddito imponibile.

- Ricavi: articolo 85: sono considerati ricavi è una considerazione e fini fiscali, diversa da quella che
possiamo trovare in altri ambiti.
1. corrispettivi derivanti dalla cessione di beni e prestazioni di servizi che costituiscono l'oggetto
specifico dell'esercizio d'impresa
2. corrispettivi di vendite di materie prime sussidiarie, i semilavorati e di altri beni mobili esclusi quelli
strumentali ad esempio una costruttore di compra una quantità eccessiva di cemento e lo rivende,
normalmente non vende cemento ma appartamenti e comunque un ricavo
3. corrispettivi per la vendita di titoli di qualsiasi natura obbligazioni, azioni simili i vari strumenti
finanziari, costituiscono il capo quando sono classificati in bilancio alla voce "attivo circolante". Sia
attivo circolante quando un soggetto acquista titoli con l'intenzione di rivenderli a breve scadenza
per realizzare un utile, l'intero corrispettivo di vendita è ricavo
4. l'indennità percepite a titolo di risarcimento anche in forma assicurativa per la perdita di ioni di
beni e se fossero stati venduti avrebbero dato luogo a ricavi quindi non si parla di beni strumentali
5. contributi in denaro o in natura spettanti in base a un contratto, ad esempio le imprese produttrici
di determinati prodotti stipulano il contratto con un supermercato secondo il quale entro la fine
dell'anno quest'ultimo vende una certa quantità di prodotto, l'impresa produttrice verserà un
contributo
6. contributi spettanti esclusivamente in conto esercizio a norma di legge, sono volti a coprire la
perdita civilistica che si realizzerebbe in assenza di quel contributo, sono elargiti da un ente
pubblico, riguardano soprattutto quei settori in cui il prezzo è determinato per legge, ad esempio
per le imprese di trasporto
7. valore normale dei beni destinati al consumo personale o familiare dell'imprenditore, ad esempio
commercianti di autoveicoli destinati a uso personale un'auto. Il fisco la banca come il capo anche
se non c'è corrispettivo perché questo prodotto esce dal circuito dell'impresa
8. valore normale dei beni destinati a finalità estranee all'esercizio di imprese, ad esempio negoziante
di scarpe né alcune in magazzino che non venderà perché fuori moda, allora l le regala a un istituto
di beneficenza
9. valore normale dei beni assegnati ai soci sia durante la vita che al momento dello scioglimento
della società, sempre perché c'è una estromissione dei beni dell'esercizio d'impresa
- Plusvalenze patrimoniali: differenza tra il valore di un bene in un dato momento storico il valore dello
stesso bene in un momento precedente. quando si può realizzare? Articolo 86: concessione a titolo
oneroso del bene strumentale, o mediante il risarcimento per la perdita o il danneggiamento di beni
strumentali, oppure dei beni strumentali vengono assegnati ai soci o destinati al consumo personale o
familiare o comunque destinati a finalità estranee all'esercizio d'impresa. Come si calcola la
plusvalenza? È un dato differenziale, si ottiene sottraendo dal prezzo di cessione o dall'indennità di
risarcimento dal valore normale del bene, il costo di acquisto diminuito degli ammortamenti realizzati
fino a quel momento. Se questa sottrazione dal luogo numero negativo avremo una minusvalenza.
L'ammortamento esprime una frazione del costo di acquisto di un bene strumentale per il quale il fisco
ammette la deducibilità. L'imprenditore può portare in deduzione la quota di ammortamento in misura
non superiore alla percentuale stabilita dal decreto ministeriale. Quando il bene esce dal circuito
produttivo, o perché venduto o distrutto, la parte residua non ancora ammortizzata può essere portata
in deduzione in una unica soluzione. Per il primo anno dopo l'acquisto del bene strumentale la
percentuale di ammortamento è ridotta alla metà di quella prevista, inoltre l'ammortamento può
essere seguito solo a partire dall'anno in cui il bene è entrato in funzione, se non coincide con l'anno di
acquisto. Possiamo parlare di pludsalenze patrimoniali solo all'interno della reddito d'impresa, per gli
altri tipi di reddito si tratta di plusvalenze. Si realizzano solo per quei beni diversi da quelli la cui
cessione dà luogo a ricavi, quindi beni strumentali. Costituiscono plusvalenze patrimoniali:
1. i corrispettivi delle cessioni di titoli se sono iscritti in bilancio alla voce immobilizzazioni, cioè se si
tratta di titoli o strumenti finanziari acquistati non allo scopo di rivenderli, ma per ottenere ogni
anno gli interessi o i dirigenti. Sono quindi destinati a restare lungamente nella vita dell'impresa.
Possono comunque essere venduti, in questo caso il corrispettivo della vendita può realizzare una
variazione patrimoniale dipende dal raffronto tra il prezzo di vendita e il costo di acquisto
2. cessione di azienda: la differenza tra prezzo di cessione e il valore dei cespiti ceduti valutato al
corpo può dar luogo a una plus valenza (il compratore paga l'avviamento). Il legislatore fiscale
consente di questa tassazione sia separata perché si è formata in un arco di tempo, ad esempio il
trattamento di fine rapporto.
- Sopravvenienze attive: articolo88 si considera sopravvenienze attive i ricavi conseguiti a fronte di spese
contabilizzate in precedenti servizi. Normalmente c'è un collegamento tra componenti negativi: si
mettono a raffronto i componenti positivi come quelli negativi il cui utilizzo ha consentito di realizzare i
componenti positivi a volte questo collegamento si perde perché c'è una sfasatura temporale tra
componenti positivi e negativi che dovrebbero realizzati nello stesso anno. Quando un componente
così si manifesta in un periodo diverso da quello in cui si sarebbe dovuto manifestare si realizza una
sopravvenienza attiva. Ad esempio commerciante di scarpe acquista dal fornitore 100 paia di scarpe a €
50 l'una, copre che sono dissestate e quindi non potrà ben pretendi allora la restituzione della somma
dal fornitore di il quale restituisce una parte della somma solo l'anno successivo, il commerciante
dipinti è lì da un incrocio successivo quello di acquisto si avrà allora una sopravvenienza attiva. inoltre
si ottiene quando un imprenditore è una vendita ed ottiene delicati indeterminato, per la stessa
operazione nell'anno successivo ottiene un supplemento di pagamento quindi... ricavi in misura
maggiore rispetto a quelli che ha contabilizzato l'anno prima. Terza ipotesi sopravvenienza attiva sia
come la sopravvenuta insussistenza di passività iscritte in bilancio in anni precedenti. Un imprenditore
del 1008 perde una causa di quindi dovrà pagare una certa somma, iscritte in bilancio questo debito e
intanto ricorrere in appello. Nel 2009 la sentenza di appello riduce la somma da pagare, quindi la
passività viene meno in parte: per il fisco è come se si realizzasse un componente positivo. Il legislatore
fiscale prosegue con altre sopravvenienze attive, fa una presunzione legale anche se sulla base della
definizione non sono sopravvenienza attiva, sono comunque considerati tali dal legislatore fiscale ad
esempio i contributi percepiti nei casi diversi dai contributi che costituiscono ricavi. Le sopravvenienze
passive sono le ipotesi contrapposte negli atti: fanno parte dei componenti negativi, articolo 101
comma 4: sono il mancato conseguimento di ricavi che hanno concorso a formare il reddito in
precedenti esercizi. Secondo la regola della competenza indico un ricavo in bilancio anche se non ho
effettivamente ricevuto lo stesso. Se questo ricavo non si realizza sia da una sopravvenienza passiva. Si
realizzi inoltre quando sostengo spese a fronte di ricavi che ho realizzato in esercizi precedenti, ad
esempio un operaio che lavora in una impresa nel 2008, nella 2009 intenta una causa nei confronti del
suo datore di lavoro in quanto reclama compensi aggiuntivi di imprenditore liquida l'operaio con €
10.000: è un componente negativo della 2009 che però non concorre a formare gli elementi positivi del
1009 in quanto l'operaio ha lavorato nel 2008 quindi ha contribuito a ricavi del 1008. Questa è una
sopravvenienza passiva, ancora si avrà provenienza passiva come la sopravvenuta insussistenza di
attività iscritte in bilancio.
- - dividendi: un imprenditore possiede titoli e riceve ogni anno si divide o gli utili della società, essi
costituiscono componenti positivi nell'anno in cui sono percepiti, quindi secondo il principio di cassa
- interessi: si parla di quelli attivi, quelli che il soggetto percepisce ad esempio da un conto corrente
bank. A differenza degli dividendi vanno contabilizzati per competenza, dato che maturano giorno per
giorno.
- Proventi immobiliari: sono quelli che si ottengono dagli immobili che non vengono utilizzati per lo
svolgimento dell'attività, ad esempio l'imprenditore dà in locazione alcuni mobili, oppure
semplicemente non li utilizza, danno luogo a redditi fondiari e quindi saranno considerati componenti
positivi invece gli immobili utilizzati per svolgimento dell'attività non danno luogo a componenti
positivi, perché non producono reddito da sole, ma concorrono a formare il reddito si realizza con la
vendita dei prodotti, parliamo di un supermercato.
- L'incremento delle rimanenze finali rispetto a quella iniziale: ad esempio una impresa inizia l'attività nel
mese di ottobre, acquista merci da vendere per riempire negozi: compra 100 vestiti € 100 l'uno,
sostiene quindi € 10.000 di Stet. Si mette in vendita a 150 volumi ne vende 30 quindi finisce l'anno con
un ricavo di 4500. Come valutare questa situazione? Secondo un primo criterio di andata male perché
ha perso € 5500 e quindi chiuse di questo periodo d'imposta in perdita. C'è però una lettura sfalsata
dalla realtà in magazzino ci sono ancora dei vestiti che ignoriamo le rimanenze arriviamo ad una
conclusione errata in questo caso l'imprenditore aveva rimanenze finali, che sono quelle presenti in
magazzino al 31 dicembre, cioè alla chiusura del periodo d'imposta, e si coincidono con le rimanenze
iniziali dell'esercizio successivo. Nell'esempio l'imprenditore non ha rimanenze iniziali, si ignoriamo le
rimanenze prospettiamo una situazione errata, infatti non ha perso € 5500 ma ha guadagnato su ogni
vestito venduto € 50 quindi 1503 componenti positivi saranno i ricavi: € 4500 e le rimanenze iniziali
sono zero, qual è stato l'incremento? In magazzino ci sono ancora 70 vestiti a € 100 l'uno che danno €
7000 quindi rimanenze finali € 7000 meno rimanenze iniziali zero in quale 7000 e: inserisco questo
incremento tre componenti positivi in tutto i componenti positivi saranno 11.503 componenti negativi
c'è il costo di acquisto dei vestiti e € 10.000 quindi facendo la differenza tra componenti i negativi
avremo un reddito positivo di € 1500. Se attribuiamo rilevanza alla rimanenza arriviamo al vero reddito.
Come si valutano le rimanenze? In magazzino c'è sempre una varietà enorme di merci, non è detto che
siano stati acquistati insieme, ma potrebbero essere stati acquistati in momenti diversi e espressive per
stimare le rimanenze sono state fissate delle regole come la possibilità di chiedere l'amministrazione di
seguire altri criteri di stima dell'imprenditore sceglie un altro criterio, dovrà scegliere tutti gli anni in
quanto i cambi criteri altera il reddito. La tendenza degli imprenditori è quella di abbattere le
rimanenze finali per avere componenti positivi. La normativa fiscale da due criteri principali: 1. Costo
storico: ogni merci in magazzino al 31 dicembre ma sempre valutata al costo di acquisto anche se resta
fra le rimanenze per anni. È un criterio generale però è difficile da guasti in quanto potrebbero essere
prodotti identici acquistati in tempi diversi a prezzi diversi 2. Criterio del LIFO (last in past out): si
considera venduto per primo il prodotto ultimo entrato, quindi la merce giacente è da ritenere per
presunzione che faccia parte della merce entrata per prima. Ad esempio un negoziante compra 50 paia
di scarpe ad aprile € 50 l'una, ne compra altre 30 identiche a dicembre € 55. Alla luce di questo alla fine
dell'anno restano 20 paia che si ritengono appartenenti al primo stock di scarpe, quelle acquistate ad
aprile, da stimare quindi a € 50 al pari. È un sistema di valutazione a scatti perché si presume che resti
in magazzino la merce acquistata per prima fino ad esaurimento dei primi stock passando a quelli
successivi. Questo sistema tende a deprimere le rimanenze, quindi va a favore del contribuente perché
normalmente i prezzi tendono ad aumentare. Il contribuente poi può scegliere altri criteri:
- Sisitema FIFo (first in first out) cioè i primi prodotti acquistati solo i primi ad essere venduti, sempre per
presunzione
- costo medio: si attribuisce la merce rimasta il prezzo risultante dalla media dei prezzi
- valutazione della merce al presumibile valore di vendita, si fa una valutazione prospettiva di quella che
potrebbe essere il prezzo di vendita
componenti negativi

: costi, spese, minus valenze patrimoniali, sopravvenienze passive, perdite, valutazioni, ammortamenti,
accantonamenti, decrementi delle rimanenze finali, rispetto a quelle iniziali.

- Costi: si riferiscono all'acquisto dei beni, si contrappongono ai ricavi.


- Spese: è un concetto più ampio, comprende il corrispettivo pagato per poter godere di prestazione di
vari servizi; possono essere spese per prestazioni di lavoro, sia di dipendenti e di professionisti pure di
interessi passivi, normalmente un soggetto acquisisce capitale dalle banche a cui dovrà pagare gli
interessi. Il legislatore ha previsto regole particolari della loro deduzione per ciò che avveniva in
passato: ad esempio una persona fisica intraprende una attività di impresa, a capitali propri in cui
percepisce gli interessi attivi, anziché utilizzare i capitali propri li prende in prestito dalla banca, su
questi capitali dovrà pagare gli interessi passivi i quali potranno essere portati tre componenti negativi,
in deduzione dal reddito. Mentre continua a percepire gli interessi attivi dei suoi soldi in banca. Questo
meccanismo è conveniente del contribuente in quanto risulterà avere un reddito basso, come reddito
di impresa e considera mantenere un trattamento di favore sui titoli di Stato, sui quali l'aliquota è bassa
mentre sul reddito d'impresa è più alta. Proprio per evitare questo comportamento il legislatore ha
introdotto un meccanismo che tende a ridurre la deducibilità degli interessi passivi parenti come per il
lavoratore autonomo). Nel bilancio sono indicati tre componenti passivi interesse i, si ammettono tre
componenti negativi interessi passivi al massimo fino alla misura degli interessi attivi; per gli ulteriori
interessi passivi non sono ammessi tutti, ma solo per un importo pari al 30% del risultato operativo
lordo. La parte eccedente è deducibile. In questo modo si tende a scoraggiare chi pur avendo capitali
propri sceglie l'indebitamento. Il risultato operativo lordo è la differenza tra il valore della produzione e
costi della produzione di cui alle lettere a e B. dell'articolo 2425 del codice civile che indica lo schema di
bilancio di conseguenza il risultato operativo lordo è alto per un operatore che ha investito molto
mentre batto perché investito poco. Risulta premiato investito molto capitale proprio, favorisce le
imprese capitalizzate e danneggia chi ha capitale preso a prestito.
- Oneri fiscali: sono le imposte pagate al fisco, fanno parte dei componenti negativi, sono deducibili solo
le imposte indirette (ad esempio l'Iva no perché è una partita di giro, si scarica sul consumatore finale e
non incide su di lui) sono deducibili per cassa.
- Oneri contributivi: sono le somme pagate per far parte di associazioni di categoria come ad esempio
l'unione degli industriali, si deducono per cassa
- oneri di utilità sociale: sono elargizioni liberali fatte ai dipendenti o a soggetti diversi sono spese di varia
natura possono essere dedotte sempre per cassa, ma con molti limiti.
- Minus valenze patrimoniali
- sopravvenienze passive
- perdite: è un progetto subisca perdite riguardano ed è decreti, ad esempio in un incendio e perdo nei
beni. Diversa è la perdita di crediti, quelli che non potranno più essere incazzati. Serve la prova precisa
circa l'impossibilità futura di acquisire queste somme ad esempio perché il debitore non è niente. In
questi casi deve eliminare dalla bilancio e del credito e può inoltre portare tra le perdite i crediti vantati
verso imprenditori in fase di procedura concorsuale
- svalutazioni: attendono anche se i crediti, in fase di bilancio l'imprenditore deve procedere ad una
valutazione dei crediti: se non è sicuro di ricevere perché una serie di segnali inducono a pensare che
non recupererà tutto si sarà una valutazione del credito, è il frutto del libero apprezzamento
dell'imprenditore. Per esempio l'imprenditore effettua una vendita a rate, l'editore è indietro di due
rate, questo fa pensare che non riceverà tutto(ci sono segnali negativi e non prove certe). Ci sono
comunque dei limiti, è ammessa in deduzione sono l'importo pari allo 0,50% dell'ammontare
complessivo dei crediti vantati.
- accantonamenti: sono spese maturate nell'arco dell'anno, ma che verranno di fatto sostenute in anni
successivi, ad esempio l'indennità di fine rapporto di lavoro e dipendenti ogni anno quindi
l'imprenditore fa affluire di accantonamenti al fondo per l'indennità di fine rapporto è una spesa certa
che però non si risentiranno. Solo alcuni accantonamenti sono deducibili: quelli per i rischi sui
crediti(non ci sono prove certe né segnali negativi ma l'imprenditore sa che normalmente alcuni crediti
si perdono, allora può accantonare una certa cifra in revisione di queste perdite. Se il credito viene
onorato e avrà una sopravvenienza anche qui il limite dello 0,50% dei crediti, quindi tra svalutazioni e
accantonamenti non si può superare lo 0,50% dei crediti tutti gli altri accantonamenti anche se sono
ammessi dal diritto civile, non possono essere portati in deduzione).
- Decremento delle rimanenze finali rispetto a quelli iniziali: il legislatore introdotto un regime opzionale
detassazione per le società a responsabilità limitata a ristretta base sociale(gruppo ristretto di soci
come ad esempio su base familiare): possono optare per una tassazione identica a quella delle società
di persone, nelle quali il reddito è imputato ai soci secondo la quota di partecipazione in società, la
società non è un soggetto passivo, a prescindere dal fatto che abbiano percepito o meno degli utili.
Quindi non pagheranno l’IRES ma l’IRPEF, è un regime opzionale.. È una regola volta evitare la doppia
tassazione in seguito a distribuzione degli utili ai soci, ad esempio una società distribuisce ai soci il
dividendo che una frazione dell'utile della società; se la società ha già pagato il 27,5% di IRES , passando
anche il dividendo dei soci si avrebbe una doppia tassazione quindi il socio non imprenditore non sarà
passato sull'intero dividendo ma solo sul 60% come Irpef. Il soggetto è a sua volta una società le
tassazione avverrà solo sul 5% del dividendo..

ai fini dell'Iva possiamo distinguere da operazioni imponibili o non imponibili, esenti ed estranee tutte rientrano
nella nozioni generali di operazioni rilevanti ai fini Iva. Criteri per La distinzione tra le operazioni::

1. applicabilità dell'Iva
2. possibilità di effettuare la detrazione dell'Iva a monte dell'Iva a valle(da un lato il soggetto all'obbligo di
effettuare la rivalsa dall'altra ha il diritto di detrarre l'Iva pagata al fornitore;A vende a B per 100,
incassa 100 + 20 A TITOLO DI IVA. B rivende a C per 150 il quale pagherà 30 di Iva quindi: b ha subito la
rivalsa da A per 20 e incassa da C 30 sempre a titolo di IVA, B si riprende i suoi 20 e versa 10 allo stato,
cioè detrae dall’IVA incassata a Valle quella incassata a monte.. lo stato nel passaggio da B a C incassa
10 che è il 20% di 50 che è il maggiore valore che il bene acquisito nel passaggio. Per questo si chiama
imposta sul valore aggiunto).
3. Partecipazione o meno dell'operazione al volume di affari(è l'ammontare dei corrispettivi delle
operazioni attive effettuate dall'operatore economico nell'anno solare al netto dei corrispettivi delle
cessioni di beni strumentali, operazioni attive sono le vendite, operazioni passive sugli acquisti. Ad
esempio un rivenditore di frutta vende in un anno solare € 500.000 di frutta, vende inoltre il camion
per € 20.000 per il volume di affari non si tiene conto del camion quindi rimarrà solo di 500.000.)
4. Osservanza di obblighi formali (delle scritture contabili)

per quanto riguarda le operazioni imponibili: sono soggette all'Iva, danno diritto alla detrazione, concorrono
alla formazione del volume di affari e sono soggette ad obblighi formali. Le operazioni imponibili solo in
generale cessioni di beni e prestazioni di servizi

operazioni non imponibili: sono ad esempio esportazioni, servizi internazionali connessi alle esportazioni,
vendita di navi, aerei (per l'esportazione si intende cessioni di beni da un operatore economico operante in
Italia a un operatore economico di un paese esterno all'unione europea). È interesse dell'Italia che i nostri
operatori economici invadano il mercato di altri paesi agevola quindi le esportazioni per introdursi nei mercati
stranieri. Il soggetto ha comunque il diritto a detrarre l'Iva a monte, altrimenti per lui diventerebbe un costo,
verrebbe incisa dall'Iva e aumenterebbe il prezzo per rifarsi viva è l'unico tributo per cui un soggetto che non ha
mai versato nel fossato ha diritto a un credito verso lo Stato pari all'Iva. In questo modo non si rimane incisi
dall'Iva(inoltre ritroviamo questo meccanismo di tutte le altre ipotesi in cui si ha una Iva a valle minore dell'Iva
a monte, viene riconosciuto un credito per evitare che venga inciso dall'Iva)).

Operazioni esenti: solo un lungo elenco all'articolo 10 tra cui operazioni bancarie e assicurative, prestazioni
didattiche, mediche... non sono soggette ad Iva e non hanno diritto alla detrazione dell'Iva a monte, è
l'elemento di distinzione rispetto alle sue operazioni non imponibili. Concorrono a formare il volume di affari e
sono soggette agli obblighi formali. Questi soggetti nel senso giuridico sono danneggiati dall'Iva, sono
considerati alla stregua del consumatore finale. Nelle realtà economica non è così; l'Iva si configura come un
costo, del quale si terrà conto nella fissazione del prezzo di vendita. Questo fenomeno economico è detto
traslazione: nei limiti del mercato alto il prezzo del prodotto risparmi dell'Iva il soggetto che effettua solo
operazioni esenti non ha crediti di iva, ma neanche debiti verso lo Stato.

Le operazioni estranee (o escluse) non sono soggette le dita, non hanno diritto alla detrazione dell'Iva a monte,
non concorrono alla formazione del volume di affari che non sono soggette ad obblighi formali. Queste
operazioni pur essendo cessioni di beni, o prestazioni di servizi non rientrano nel campo di applicazione dell'Iva
per scelta del legislatore, che le inserisce nella normativa Iva per escluderne. Ad esempio le cessioni di azienda,
la cessione di un terreno, la cessione di un'obbligazione... nessuna delle norme del decreto sull'Iva è dedicata al
presupposto del tributo, perché il fatto è costituito dal consumo, il consumo è realizzato da un soggetto che
non rientra tra i soggetti passivi dell'Iva. Il legislatore ha dedicato l'articolo uno alle operazioni imponibili
caratterizzate da un profilo oggettivo e un profilo soggettivo. Non tutte le operazioni sono colpite da Iva, ma
solo quelle poste in essere da alcune categorie di soggetti 20 sotto il profilo oggettivo dobbiamo riferirci alle
nozioni di cessioni di beni e prestazioni di servizi. Il legislatore dalla definizione di cessioni di beni all'articolo
due: da una nozione generale, poi fa una estensione inserendo nell'elenco di operazioni che considera cessioni
di beni e infine alcuna restrizione, cioè anche se sono operazioni che normalmente rientrerebbero nella
nozioni, sono escluse per scelta del legislatore sono operazioni estranee. Tra le operazioni che costituiscono
nostre cessioni di beni possiamo annoverare;
- la vendita con riserva di proprietà

- l'allocazione con lausola di trasferimento della proprietà

- cessioni gratuite di beni ad esclusione di quelli che non costituiscono oggetto dell'attività fino a € 25

- destinazione dei beni al consumo personale o familiare: autoconsumo esterno mentre la autoconsumo
interno avviene quando un soggetto svolge diverse attività d'impresa di far passare i beni da un settore all'altro
all'interno della sua attività come ad esempio un soggetto produce cemento, e inoltre costruttore edile quindi
una parte di cemento verrà destinata all'attività di costruzione: questo passaggio non viene colpito da Iva
perché il bene non esce dal circuito di impresa.

Poi c'è un elenco di operazioni estranee all'Iva:

- le cessioni che hanno per oggetto denaro o crediti in denaro


- conferimenti in società, i beni che entrano nella società non sono colpiti da Iva, mentre quelli che
escono dalla società come un'assegnazione di beni e soci rientrano
- Le cessioni che hanno per oggetto terreni edificabili
- cessione di valori bollati e postali
- cessione di pasta, pane, latte fresco non concentrato
Le prestazioni di servizi sono disciplinate dall'articolo 3 (nozione, assimilazione ed esclusione); per il
legislatore tutto ciò che non è cessioni di beni e prestazioni di servizi.
Costituiscono inoltre:
- concessione di beni in locazione o in affitto
- cessione, concessione a licenza relativa a diritti d'autore
- prestiti di denaro, mentre gli interessi sono soggetti ad Iva
- cessioni di contratti di ogni tipo e oggetto
- somministrazione di alimenti e bevande

sono invece escluse:

- prestiti obbligazionari
- prestazioni di mandato e mediazione relativi a diritti di autore
- gli acquisti intracomunitari: sono operazioni rilevanti ai fini dell'Iva, se si riferisce alle operazioni
effettuate da enti non commerciali. Ad esempio una università acquisto di macchinari per lo
svolgimento dell'attività all'estero, è un ente non commerciale. È come se effettuasse acquisti in veste
di privato. Dovrà versare l'Iva pur non essendo una impresa quando un'operazione si considera
effettuata ai fini Iva! È importante stabilirlo perché da quel momento scattano una serie di
adempimenti, il legislatore detta regole precise:
- 1. Per quanto riguarda la cessione dei beni mobili si considera effettuata al momento della consegna o
spedizione del bene
3. nella cessioni di beni immobili rileva la stipula della pubblico o della scrittura privata autenticata
con la quale si trasferisce la proprietà o un altro diritto reale di godimento(ad esempio nel caso di
un contratto preliminare si darà una caparra confirmatoria, ma non si paga l'Iva perché non c'è un
trasferimento di proprietà)
4. nella prestazione di servizi vale il momento del pagamento del prezzo

ci sono delle eccezioni:

- se anteriormente al verificarsi degli eventi di cui sopra viene pagato il prezzo in tutto o in parte,
l'operazione si considera effettuata nel momento del pagamento(deve distinguersi in anticipo del
prezzo dalla caparra perché in quest'ultimo caso non si paga l'Iva)
- se anteriormente alla consegna o alla spedizione viene emessa una fattura, l'operazione si considera
effettuata anche se non c'è stata né consegna né spedizione ne pagamento del prezzo questo perché
nel documento abilita l'acquirente a detrarre l'Iva pagata a monte
- quando l'acquirente è lo stato un altro ente pubblico, l'operazione si considera effettuata al pagamento
del prezzo
- per quanto riguarda la cessione di farmaci al servizio sanitario nazionale, per la parte dovuta alla ASL
l'operazione si considera effettuata al momento del pagamento del prezzo.
Una recente normativa ha introdotto una nuova regola in tema di effettuazione delle operazioni Iva, è
un regime a scelta del contribuente: un soggetto può emettere la fattura anche prima del pagamento,
ma facendo un'annotazione sulla stessa fattura l'acquirente non può utilizzarla detrarre l'Iva, dovrà
aspettare il pagamento del prezzo questo regime può essere scelto solo da chi ha avuto nell'anno
precedente un volume di affari non superiore a 200.000 e. Inoltre trascorso un anno dalla data della
fattura l'operazione si considera effettuata e il cessionario potrà portare in detrazione l'Iva a monte.
Ogni soggetto passivo dell'Iva è tenuto a versare all'erario la differenza tra l'Iva a valle e Iva a questa
differenza viene calcolata per, cioè il conteggio va fatto per massa di operazioni, non un prodotto per
prodotto. Può avvenire che un soggetto effettui solo operazioni esenti per questo chiude in pareggio.
Può avvenire però effetti una serie di operazioni imponibili, non imponibili ed esenti. Le prime due
danno diritto a detrarre l'Iva le ultime note nella realtà è difficile stabilire quali acquisti si riferiscono ad
alcune operazioni piuttosto che alla legislatore introdotto la regola del pro-rata, stabilisce in quale
percentuale avrà diritto a portare in detrazione l'Iva. Si fa la somma delle operazioni imponibili e di
quelli non imponibili e si divide in tre volumi di affari, il risultato esprime la percentuale dell'Iva
detraibile.
Questa operazione consente di stabilire la percentuale di base credibile per un soggetto effettua
operazioni varie, comprese le esenti, in un anno solare.
Una altra regola della pro-rata temporis riguarda gli acquisti di beni strumentali e mira a regolare le
ipotesi in cui un soggetto di un anno in anno cambi la percentuale. Ad esempio soggetto acquista beni
strumentali nell'anno in cui la percentuale di terribile è molto alta, così la può detrarre, perché sa già
che l'anno dopo avrà molti acquisti esenti, quindi avrà una percentuale minore Iva detriti. L'Iva sugli
acquisti di beni strumentali viene solo temporaneamente si tratta, se cambia la percentuale l'anno
dopo si farà un conteggio nuovo.

OBBLIGHI FORMALI
solo: fatturazione, registrazione, liquidazione, dichiarazioni
1. dichiarazione: di tutto si deve fare la dichiarazione di inizio attività con le varie informazioni, ad
esempio luogo in cui l'attività si svolge, dove sono collocate le scritture contabili, e ha sede presso il
professionista, il presunto volume di affari del primo anno... va presentata entro 20 giorni dall'inizio
dell'attività, si apre un nuovo punto vendita, un deposito modifica alcuni dati, dovrà presentare la
dichiarazione di variazione, entro 30 giorni. L'attività si intende iniziata con la prima operazione di
acquisto in funzione dello svolgimento dell'attività. Ogni anno poi deve presentare la dichiarazione
annuale con le varie operazioni effettuate dalla quale potrebbero risultare debiti o crediti, ma
normalmente è un mero strumento riepilogativo.
2. FATTURAZIONE: all'articolo 21 per ciascuna operazione imponibile, imponibile in un soggetto che
effettua una cessione con una prefazione di emettere la datata e non scrivo per anno solare
contenente: li e ragione sociale del cedente, i freni del cessionario, natura, qualità e quantità dei
beni e servizi, il corrispettivo, deve indicare separatamente prezzo del bene e l'Iva applicata,
l'aliquota Iva applicata e se l'operazione esente, imponibile imponibile. Attraverso la fatturazione si
può detrarre l'Iva a monte, deve essere emessa lo stesso giorno in cui è effettuata l'operazione, in
duplice copia in duplice copia di cui uno deve essere consegnata o spedita alla cliente. Per alcuni
tipi di attività la fattura non è obbligatoria per evitare di intralcio allo svolgimento dell'attività,
tranne che non venga espressamente richiesta sono i commercianti al minuto, le banche, soggetti
che effettuano somministrazione di cibi e bevande. La fattura può essere richiesta anche se non è
soggetto all'Iva. Questi soggetti sono tuttavia obbligati ad emettere un documento per ogni
operazione: lo scontrino fiscale, e nemmeno dettagliato della fattura. Ci sono altre categorie che al
posto della fattura devono dare una ricevuta fiscale, è più dettagliato dello scontrino ma non
riporta il nome del cliente.
3. REGISTRAZIONE: soggetto è obbligato alla tenuta di due registi ai fini Iva: il registro acquisti(sono
inserite tutte le fatture relative agli acquisti, numerate da soggetto acquirente e riportate nel
registro insieme all'indicazione sul fornitore, l'imponibile e l'Iva, questo registro perde per
quantificare l'Iva a monte) e il registro delle fatture(se il soggetto è obbligato ad emettere le
fatture, annota quelle emesse, le generalità del cliente, l'imponibile e l'Iva da questo registro
emerge l'Iva a valle). Se il soggetto non è obbligato ad emettere la fattura, al posto del secondo
registro si dovrà tenere il registro dei corrispettivi(nel quale l'operazione deve essere registrata
entro il giorno successivo, non festivo a quello a cui si riferisce l'ammontare complessivo lordo dei
corrispettivi, si vede in pratica a fare la somma degli scontrini. Dovrà inoltre dividere la vendita a
seconda dell'aliquota applicata. Mentre la fattura emessa lo stesso giorno dell'operazione si deve
riportare nel registro entro 15 giorni, gli altri documenti vanno adottati entro il primo giorno non
festivo. Se il soggetto e il registro dei corrispettivi non avrà l'Iva separata: dovrà fare un'attività di
depurazione, cioè trova di fronte ad un numero lordo e lo dovrà dividere in imponibile e di. Ottiene
il imponibile dividendo il dato lordo per 120 e poi lo moltiplica per 100. Per ottenere il Iva si fa
differenza tra il dato lordo e l'imponibile. L'Iva che si ottiene è quella valle a cui si dovrà sottrarre
l'Iva a monte e versare differenza lo Stato. Di solito si paga l'Iva del mese precedente.
4. Liquidazione: è un calcolo, è l'annotazione sul registro delle fatture o sul registro dei corrispettivi
della differenza tra Iva alle Iva; e questa liquidazione non viene annotata, c'è una sanzione.
questi finora descritti sono obblighi formali, quello sostanziale e il pagamento. Piano diversi regimi
di pagamento a seconda del volume di affari, poi ci sono dei registri particolari per alcune attività,
ad esempio l'agenzia di viaggio , tabaccaio o cinema
per quanto riguarda l'attività di agricoltura e pesca degli incassi non superano i € 5000 in un anno
solare, i soggetti sono esonerati da ogni adempimento formale. Hanno solo l'obbligo di conservare
le fatture di acquisto in questi casi per la vendita effettuata, l'obbligo di fattura grava sui
clienti(auto fatturazione). Per gli agricoltori che superano questa storia c'è la possibilità di scegliere
tra l'adempimento al regime normale e un particolare dei regimi per il quale l'Iva a monte si
presume uguale all'Iva vale, quindi non si versa né si chiede l'Iva.

ACCISE
sono anche le imposte sui consumi, gravano solo su alcuni tipi di beni e si aggiungono all'Iva, mirano a
colpire il consumatore finale

si vedano in: imposte di fabbricazione e imposte di consumo.


1. Le imposte di fabbricazione sono imposte monofase e colpiscono solo la parte della fabbricazione,
in particolare colpiscono gli oli minerali della benzina) e prodotti alcolici, sono scelti tra i prodotti di
largo consumo e a produzione accentrata, cioè fabbricati in pochi siti identificati e ben controllati
dal fisco . sono imposte specifiche commisurate su un'unità di misura del bene: l'imposta si applica
ad esempio sulla benzina al litro i prezzi salgono il fettito resta sempre uguale: circa il 70% della
benzina è imposta (l'Iva è una imposta ad valorem , cioè commisurata al prezzo). Nella determinare
la base imponibile dell'Iva è inclusa l'imposta di fabbricazione, quindi è un tributo su tributo. Per
aumentare o diminuire il gettito delle accise se deve intervenire la legge, non avviene così nell'Iva e
cambia a seconda del prezzo.
2. Le imposte di consumo sono anche esse monofase, colpiscono però l'ultima parte del ciclo
produttivo, cioè quando il prodotto raggiunge il consumatore finale, colpiscono beni di larghissimo
consumo: energia elettrica e gas metano(è un gettito enorme).

MONOPOLI e DAZI DOGANALI

insieme alle accise si hanno altre due imposte sui consumi: i monopoli fiscali e dazi doganali.

1. Il monopolio è un concetto economico, frutto di una evoluzione della libera concorrenza. Nelle
monopolio fiscale lo Stato con legge si riserva la produzione di in un determinato settore,
impedendone l'accesso ad altri.
2. Fino a pochi decenni fa erano una entrata significativa, erano imposte sulle merci in transito nello stato
e hanno ora ha perso importanza. Nei commerci tre paesi dell'unione europea i dati sono stati aboliti e
le merci si muovono liberamente. Sono rimasti sulle vere e proprie importazioni, cioè sui beni
provenienti dai paesi terzi. La mistura del dazio è modesta perché è un arricchimento per tutti
agevolare la circolazione delle merci. Quindi gli Stati stabiliscono delle convenzioni per ridurre al
minimo i dazi ed agevolare gli scambi. I dazi si dividono in: dazi ad valorem (sono commisurati alla
prezzo del bene) e dazi specifici ( si misurano all'unità di misura, ad esempio un tot di euro per ogni
chilo di banane, ma oramai non ci sono più). Nella prassi si usa la clausola della nazione più favorita: ad
esempio l'Italia fa una convenzione con la Cina importa le magliette dalla Cina con una dazio dell'1% sul
prezzo e inseriscono una clausola del genere cioè il dazio e l'1% ma se in futuro uno dei due paesi
dovette stipulare un'altra convenzione con un altro paese prevedendo una imposta più bassa,
automaticamente il dato il più basso si estende anche all'altro paese. Una ulteriore distinzione si può
fare tra i dazi protettivi e dazi fiscali. I primi vengono introdotti con l'obiettivo che non vengano mai
pagati perché servono a proteggere le imprese nazionali e producono lo stesso bene(ad esempio per
ogni Toyota che entra in Italia richiede un dazio di € 20.000, è un dazio protettivo e cerca di bloccare le
importazioni di Toyota per proteggere la Fiat). Seguono la logica di tutelare la produzione interna. I dati
fiscali si introducono per essere pagati e colpiscono prodotti diversi da quelli prodotti nel territorio
dello Stato. Nella realtà però questa distinzione è stata superata perché al giorno d'oggi dazi protettivi
non se ne hanno più.

IMPOSTE INDIRETTE SUGLI AFFARI

sono riscosse con il sistema del registro: esistono dei registri in cui le operazioni colpite vengono annotate
abbiamo tipi di imposte:

- imposta di registro
- imposta ipotecaria e catastale (accessorie alla prima)
- imposte sulle successioni e donazioni

IMPOSTA DI REGISTRO

nasce in Italia nel 1923, colpisce determinati atti elencati nell'apposita tariffa: è appunto un elenco di atti. I
soggetti passivi sono coloro che partecipano alla formazione dell'atto e sono solidalmente obbligati. Ad
esempio in un atto di trasferimento di immobili il compratore e venditore sono solidalmente obbligati, anche se
sono più soggetti, solidarietà passiva paritaria. L'importo deve essere pagato nel momento in cui il soggetto si
presenta all'ufficio e comunica di avere effettuato l’ATTO deve essere annotato in un apposito registro.

ci sono vari tipi di registrazione ai fini dell'imposta:

1. registrazione in termine fisso: le parti devono presentare gli atti entro il termine di 20 giorni dalla
redazione sono quegli atti elencati nella prima parte della tariffa, ad esempio il trasferimento di diritti
reali di godimento su beni immobili, locazioni e affitti di beni immobili(anche in mancanza di un atto
scritto (, sentenze dell'autorità giudiziaria, operazioni societarie(conferimenti, fusioni, scissioni),
accanto ad ogni atto è elencata la modalità di pagamento, cioè la percentuale la misura fissa.
2. Registrazione volontaria: è possibile richiedere la registrazione di un atto, se il soggetto ha un
particolare interesse
3. registrazione in caso d'uso: riguarda gli a chi elencati nella seconda parte della tariffa, si devono
registrare solo in caso d'uso, cioè in due ipotesi: quando l'arte presentato all'autorità giudiziaria
nell'esercizio dei suoi poteri di volontaria giurisdizione, quando l'atto è presentato all'autorità
amministrativa tranne che la presentazione derivi da un obbligo di legge o sia fatto nell'interesse della
pubblica amministrazione. Questi atti sono: scritture private non autenticate aventi per oggetto
comodato di beni immobili, procedure e si esauriscono in un unico atto, contratti relativi a prestazioni
di lavoro autonomo quando non sono soggette ad Iva, scritture private non autenticate che hanno per
oggetto operazioni imponibili, non imponibili o esenti ai fini Iva, contratti stipulati per corrispondenza.
4. Registrazione d'ufficio: ad iniziativa dell'amministrazione finanziaria quando le parti non vi hanno
provveduto(poi si pretenderanno le somme)
5. registrazione per enunciazione: avviene quando in un atto le parti richiamano un altro atto, redatto
dalle stesse parti, a suo tempo non è stato registrato. Esso doveva essere registrato entro 20 giorni si
dovrà pagare oltre all'imposta anche l'attenzione e gli interessi sull'atto richiamato. Ad esempio in una
controversia non pago le imposte sugli atti altrimenti verrebbe violato il diritto di difesa, al momento
della sentenza si realizza l'enunciazione, vengono cioè richiamati gli atti sui quali si dovrà pagare.

In allegato al decreto sull'imposta di registro c'era tariffa, è un elenco di atti soggetti a tale imposta, e
inoltre allegata la bolla sempre un elenco di atti che per scelta del legislatore sono esclusi dall'obbligo di
registrazione, ad esempio contratti di assicurazione, azioni, obbligazioni ed altri titoli...

ALTERNATIVITA’ TRA IVA E IMPOSTA DI REGISTRO

uno stesso atto può rientrare nella tariffa ed essere soggetto ad Iva, è corretto applicare tutti e due i
tributi? No, quindi ci sono delle regole che disciplinano questa ipotesi. Ad esempio un imprenditore
costruttore edile, dopo aver costruito un palazzo 20 appartamenti: la cessione di immobili certamente
rientra nell'area di applicazione dell'Iva, la stessa operazione però rientra anche nel imposta di registro.
Tutte le volte che un'operazione ricade nell'ambito di applicazione di entrambe le imposte prevale l'Iva il
imposta di registro verrà applicata in una misura fissa che corrisponde a € 168. Non vi è de re propria
alternatività, in quanto si applicano entrambe. L'imposta di registro si applica in misura fissa anche sulle
operazioni non imponibili o esenti ai fini Iva, con alcune eccezioni per alcune operazioni esenti da Iva si
applica l'imposta di registro in misura proporzionale. Quando siamo di fronte ad un atto pubblico, o d'una
scrittura privata autenticata, l'imposta di registro si applica sempre in misura proporzionale, e nel termine
fisso; in presenza di scrittura privata non autenticata si applicherà in caso d'uso. L'imposta è commisurata
al prezzo stabilito dalle parti, ma è inferiore al valore, l'imposta si applicherà valore(frutto di un
apprezzamento soggettivo basato sull'esperienza). Le parti devono indicare nell'atto pubblico le modalità di
pagamento: l'amministrazione può intervenire sui due versanti o su quello del prezzo(perché ad esempio
scopre che quello pagato non è il prezzo dichiarato, Mandela allora un avviso di rettifica in liquidazione con
cui pretende l'imposta completa) oppure può dimostrare che il prezzo è inferiore al valore.

Il legislatore indica dei criteri per determinare il valore:

1. trasferimento dello stesso bene o di beni similari nell'ultimo triennio prima della stipula dell'atto
pubblico, vengono fatte delle perizie giudiziarie su immobili simili
2. reddito netto capitalizzato all'assaggio corrente di interesse praticato nella mercato immobiliare in quel
tempo ed in quel luogo. Ad esempio l'appartamento viene dato in locazione per € 12.000 l'anno,
considerando € 2000 di spese per manutenzione il reddito netto del soggetto è di € 10.000 l'anno da
qui bisogna risalire alla capitale investito nel mercato immobiliare dovrebbe dare quella reddito. Il
reddito nel mercato immobiliare è molto basso, oscilla tra il due e il 3% del capitale investito. Si parte
dalla reddito netto e si capitalizza, cioè si risale alla capitale investito attraverso i saggi d'interesse: €
10.000 è il reddito netto il 23% è il saggio di interesse e di lido otterrò € 500.000 e il capitale investito.
3. Altri elementi di valutazione forniti dai comuni.

In alcuni casi la normativa prevede e se nell'atto c'è una prezzo superiore o uguale al valore tabellare, il
potere di accertamento del fisco si paralizza. Il valore tabellare si ottiene moltiplicando la rendita catastale
per un certo coefficiente. Ipotesi particolari una casa di civile abitazione è venduta da un privato adunato
privato. La base imponibile ai fini del registro è sempre il valore tabellare, anche se il prezzo è superiore, a
condizione che i soggetti che richiedono l'agevolazione.
IMPOSTA IPOTECARIA

uno dei due tributi accessori all'imposta di registro viene applicata quando si procede alla trascrizione di
atti presso la conservatoria dei registri immobiliari, oppure ad operazioni che attengono alle ipoteche.
L'aliquota è del 2% quando si trasferisce un immobile si paga l'imposta di registro e dell'imposta ipotecaria.
Quando vi è alternatività tra Iva e imposta di registro, anche l'imposta ipotecaria sarà in misura fissa di €
168.

IMPOSTA CATASTALE

è l'altro tributo accessorio all'imposta di registro, colpisce beni immobili che comportano una variazione
catastale. Si paga il servizio di aggiornamento del catasto ché l'1% quindi le tre imposte si sommano. Anche
l'imposta catastale sarà in misura fissa di € 168 in caso di alternatività con l'Iva è importante dire il imposta
di registro può scendere sotto la misura minima.

IMPOSTA SULLE SUCCESSIONI E SULLE DONAZIONI

è un'ipotesi di imposta progressiva per detrazione, il legislatore tratta nello stesso modo successioni e
donazioni per evitare che si ricorra alle donazioni per sfuggire all'imposta. L'imposta non si applica sui beni
e i diritti ma sull'asse ereditario netto, cioè la differenza tra i beni caduti in successione e le passività. È una
imposta molto particolare, il prelievo non è eccessivamente pesante. È un'imposta che risente del grado di
parentela né il potere sono più alti quanto più largo e il rapporto di parente più bassa per parentela stretta
questo perché si presume che l'erede abbia contribuito a realizzare la ricchezza quando la parentela molto
stretta, ad esempio i figli che lavorano nell'azienda del padre.

I gradi di parente sono divisi in quattro categorie:

1. passaggi tra i parenti in linea retta: 4%


2. passaggi tra fratelli e sorelle 6%
3. passaggi tra altri parenti fino al quarto grado 6%
4. passaggi tra altri soggetti 8%

per tutti i beni caduti in successione in particolare gli immobili siano terreni agricoli e fabbricati, vale la regola
del valore tabellare al di sotto del valore di mercato ( è un vantaggio). in materia di successioni non c'è un
prezzo, l'erede deve indicare il valore. L'aliquota cambia in base e in relazione alla categoria, non alla base
imponibile, quindi sembrerebbe una imposta proporzionale, ma in realtà è progressiva per detrazione o
almeno lo è in alcuni casi l'aliquota e si ma viene concesso un abbattimento, cioè l'aliquota si applica non
all'intera base imponibile nella prima categoria l'imposta si applica per la parte che eccede 1 milione di euro
riferito alla quota spettante a ciascun erede o legatario. Ad esempio cade in successione un netto ereditario di
4 milioni, ciascun figlio avrà 1 milione, quindi nessuno pagherà l'imposta perché l'abbattimento è di 1 milione di
euro. Giuridicamente parlando l'aliquota è fissa, ma economicamente l'aliquota cambia, c'è una progressività
che va dallo zero al 4%(il quale non verrà mai raggiunto perché il primo milione non si paga). Ad esempio un
figlio riceve dal padre 2 milioni di euro, pagherà il 4% solo su 1 milione quindi rispetto all'intero lascito
l'aliquota non è il 4% ma il 2%. Abbiamo quindi progressività per detrazione per le prime due categorie (nella
seconda l'abbattimento è di 100.000) mentre abbiamo proporzionalità per le altre due categorie in quanto non
c'è un abbattimento. È l'erede è portatore di grave handicap secondo la legge ha diritto ad un abbattimento di
1 milione e mezzo entro un anno dal decesso l'erede è tenuto a presentare la dichiarazione di successione
come l'elenco di tutte le attività e passività. Esiste una solidarietà tra gli eredi per il pagamento dell’imposta
complessiva, cioè rispondono anche per la parte che va ai legatari, i quali rispondono invece solo per l’imposta
dovuta da loro stessi.

Chi non paga l'imposta: ad esempio un socio che investe il suo patrimonio alla società durante la vita trasferisce
le sue quote e parenti questo modo i grandi patrimoni non cadono in successione. Per quanto riguarda le
donazioni se uno ha la stessa disciplina delle successioni, quindi con le loro stesse aliquote e gli stessi
abbattimenti. C'è l'obbligo di elencare in una donazione successiva tutte le precedenti donazioni effettuate alla
stessa persona, si sommano le basi imponibili e una volta superata la soglia di abbattimento si paga l'imposta
sugli immobili oltre l'imposta sulle successioni si paga anche l'imposta ipotecaria e catastale. Quando si apre la
successione la legge presume che siano compresi dentro gioielli e mobilio nella misura pari al 10%
dell'ammontare di tutti gli altri beni caduti in successione, ci può essere prova contraria attraverso
l'accettazione con beneficio d'inventario.

IMPOSTA LOCALE

ci sono una infinità di piccoli tributi locali, l'imposta comunale più importante è l’ICI. È l'unica imposta
patrimoniale del nostro sistema tributario, si commisura alla valore dei beni immobili. Perché si introduce
un'imposta sul patrimonio? La situazione economica complessiva del soggetto non è espressa chiaramente dal
reddito, infatti a parità di reddito la situazione può essere diversa perché dipende dal tipo di reddito. Il
patrimonio invece è indice di situazione reale, colpendo il patrimonio La base imponibile molto alta. L'aliquota
deve necessariamente essere bassa; è infatti espressa in per 1000 non in percentuale altrimenti si avrebbe una
espropriazione.in Italia l'imposta sul patrimonio è proporzionale (in Francia è progressiva, con aliquote
crescenti, in questo modo si colpiscono i grandi patrimoni). Il legislatore può Tassare quanto vuole o deve
seguire dei criteri? L'imposta deve essere effettuata in misura tale da poter essere pagata con il reddito che
proviene da quello stesso cespiti patrimoniali anche perché il soggetto potrebbe non avere altri redditi, per
questo l'aliquota deve essere bassa.

Il gettito dell'Ici va al comune, soggetti passivi sono: pieno proprietario, di parlare del diritto di usufrutto, uso,
abitazione, superficie o enfiteusi (non il nudo proprietario). Il presupposto è il possesso di immobili, intendendo
per categorie: terreni agricoli, aree edificabili e fabbricati. Il legislatore individua la base imponibile per la prima
e la terza categoria nella valore tabellare per evitare liti sul valore; per la seconda categoria si riferisce al valore
venale di comune commercio.

CARATTERISTICHE DELL’ICI

è una imposta diretta sul patrimonio, è un'imposta speciale perché colpisce le forme immobiliari dei patrimoni;
è una imposta proporzionale8 varia dallo 0,4 allo 0,8%(; le modalità di accertamento e di riscossione sono
quelle dell’irpef anche i comuni hanno uno spazio di manovra, quindi possono fare modalità diverse; è una
imposta personale, infatti sulla prima casa non si paga quindi ce ne conto di alcune situazioni.
IRAP

è l'imposta regionale sulle attività produttive. Dal 1 gennaio 2009 avrebbe dovuto essere gestita direttamente
dalle regioni, ma c'è stata una proroga di un anno. Quindi il soggetto attivo e lo Stato, destinatari delle gettito
sono le regioni; dalle 2000 e 10 dovranno organizzarsi per intrattenere rapporti con il contribuente è l'unico
tributo qualificato espressamente come regionale, è stata attaccata perché ritenuta incostituzionale e contro
normativa dell'unione europea, ciò perché il presupposto non è espressivo di capacità contributiva: solo per il
fatto che un soggetto svolge attività nel territorio della regione è obbligatorio pagare un tributo. Esso è
scollegato dall'esito dell'attività, cioè per questa imposta è irrilevante se l'attività è in perdita si ritiene che
svolgendo attività nella regione il soggetto usi i suoi servizi in maniera superiore agli altri che non svolgono
attività produttive. soggetti passivi sono: i titolari di partite Iva (esercenti arti e professioni e imprenditori), ma
non solo infatti è soggetta ogni attività compresa quella degli enti pubblici. Quindi anche lo Stato è soggetto
passivo per le attività che svolge in quanto Stato, ad esempio per le scuole statali deve pagare metà passa alla
regione, perché li tiene i suoi uffici, al contrario le regioni sono escluse dal pagamento dell’IRES. L’irap è
applicata a seconda del tipo di attività svolta con aliquote diverse. Come si applica? Non c'è un criterio unico,
ad esempio per le poste commerciali si applica sul valore della produzione, è dato dalla sottrazione tra alcune
voci positive di bilancio o più precisamente del conto economico che alcune voci negative del conto
economico. Il valore della produzione non coincide con il reddito, infatti nella sua determinazione c'è
un'anomalia tre componenti negativi non si considerano i costi di lavoro, che sono sicuramente i costi più
significativi, negli interessi passivi altrettanto importanti. Questo è un elemento di distorsione molto grave,
infatti sono molto penalizzate le imprese con più dipendenti e più interessi passivi. Sono invece avvantaggiate
le imprese capitalizzate, infatti avendo enormi capitali sostituiscono i dipendenti con le macchine più avanzate
e usano capitale proprio senza ricorrere all'indebitamento. Queste imprese sono ovviamente al nord c'è una
diversità di trattamento tra imprese ricche e quelle che fanno più fatica. Questo meccanismo può uscire dal
mercato le imprese deboli: è uno strumento di selezione tra le imprese. C'è un'altra distorsione: da un lato si
vuole combattere il lavoro in nero, ma dall'altro si spinge a non assumere regolarmente, perché il costo del
lavoro non può essere dedotto. L’IRAP è stata attaccata davanti alla corte costituzionale per violazione
dell'articolo 53 è che Chiatti è il tributo anche in assenza di ricchezza La corte però ha stabilito che svolge
l'attività è già indice di capacità contributiva. È stata inoltre sollevata un'eccezione davanti alla corte di giustizia
per contrasto con la normativa europea, la quale impedisce di stati di introdurre nuovi tributi che hanno un
presupposto simile all'Iva e contributo comunitario; infatti questa tassa colpisce anche il valore aggiunto, il
valore della produzione è una parte del valore aggiunto l'avvocato generale ha sostenuto che l’irap è contraria
alla normativa comunitaria; normalmente la corte non si discosta dalla sua opinione, ma in questo caso la
sentenza è stata favore dell'Italia, in quanto ha sostenuto che queste due tasse non hanno la stessa base
imponibile, quindi tributo è conforme alla normativa europea. Le modalità di accertamento e riscossione sono
le stesse del Irpef: le aliquote oscillano tra il quattro e il 5%. Questa imposta è stata costruita a tavolino per
raggiungere un certo gettito.

CONTENZIOSO TRIBUTARIO

è disciplinato in modo autonomo rispetto agli altri tipi di processo. Il legislatore cerca di ridurre il contenzioso,
ma diritti sono in costante aumento sia per la complessità della materia, sia per la pesantezza sistema
sanzionatorio. Per quanto riguarda gli organi non abbiamo un solo giudice, ma tre a differenza degli altri settori
in cui la giurisdizione spetta a un unico organo.

1. Commissioni tributarie: è un giudice speciale che si occupa delle questioni tributarie(sono nate nel
1936, prima della costituzione quindi possono continuare ad esistere nonostante siano speciali); il
giudice di primo grado e la commissione tributaria provinciale, ne abbiamo una in ogni provincia,
quello di secondo grado e la commissione tributaria regionale(ha sede nel capoluogo con le sezioni
staccate in città diverse); in terzo grado alla cassazione.
2. Tar in primo grado e Consiglio di Stato in secondo grado
3. giudice ordinario: tribunale, corte di appello e cassazione.
Il giudice che ha maggiore spazio di giurisdizione è il primo, gli altri due hanno ambiti ridotti quando si
parla di giudice tributario si intendono le commissioni. Criteri per stabilire la giurisdizione: prima di
tutto si deve fare una distinzione fra diritti soggettivi ed interessi legittimi; si deve inoltre tener conto
della distinzione che riguarda la natura dell'atto emesso dall'amministrazione: atti individuali e patti
collettivi o regolamenti. Ad esempio l'avviso di accertamento è un atto individuale, il ruolo si traduce in
tante cartelle quindi è un atto individuale; il regolamento che fissa l'aliquota dell'Ici è un atto collettivo.
Le controversie relativi ad atti individuali investono diritti soggettivi spettano al giudice tributario.
Le controversie relativi a regolamenti o patti collettivi spettano al tar.
Le controversie che riguardano atti individuali investono interessi legittimi spettano sempre al tar ma
sono ipotesi usare e molto discusse: ad esempio quello di trasferire il mio domicilio fiscale perché ho
un'attività in una città diversa da quella di residenza, la richiesta viene respinta, non investe una diritto
soggettivo ma un interesse legittimo quindi in pugno davanti alTAr.
Per controversie relative ad atti che hanno natura esecutiva dopo la cartella di pagamento restano al
giudice ordinario con le regole particolari perché l'esecuzione forzata è diversa da quella civile .
per quanto riguarda il terzo grado, davanti alla cassazione non ci sono differenze rispetto al processo
civile la sezione dedicata e la quinta dedicata alla materia fiscale. Il processo tributario a elementi tipici
del processo civile, ma anche elementi tipici del processo amministrativo: per questo si può dire e a
doppia natura. Ad esempio l'atto introduttivo il ricorso come nel processo amministrativo, ma
tastandosi di diritti soggettivi si ispira alle regole del codice di procedura civile. Le controversie davanti
alle commissioni tributarie investono due tipi di azione:
1. azioni di annullamento il contribuente riceve un atto, non ritiene illegittimo ed esercita davanti al
giudice tributario azione di annullamento, quindi chiede di annullarlo
2. a e di condanna al rimborso e la contribuente si rivolge al giudice perché ritiene che
l'amministrazione finanziaria, un rimborso
il processo tributario di primo grado è sempre attuato dal contribuente, che riveste la qualifica di
attore in senso formale. Ma l'attore in senso sostanziale? Cioè chi è che per primo diede qualcosa?
Nelle cause di annullamento attore in senso sostanziale non è il contribuente, ma il fisco, il quale
avanza il primo una partita; il contribuente si difende da questa pretesa, quindi in senso sostanziale
è il convenuto; mentre nelle azioni di rimborso il contribuente e attori si è in senso formale in
quello sostanziale. Il decreto sulle processo tributario è il decreto legislativo546/92; l'articolo uno è
stato oggetto di lunghi dibattiti: "i giudici tributari applicano le norme del presente decreto e per
quanto da esse non disposto e con esse compatibili le norme del codice di procedura civile. “
l'articolo minime condizioni, la prima è facilmente individuabile, " per quanto non disposto"; più
complesso stabilire la seconda condizione.
Articolo due: oggetto della giurisdizione tributaria "appartengono alla giurisdizione tributaria delle
controversie aventi ad oggetto i tributi di ogni genere e specie...". Prima di tutto dobbiamo stabilire
cosa sia un tributo, abbiamo detto e comprende imposte, tasse e contributi. Da questa definizione
dobbiamo dedurre che le cause in materia di contributi previdenziali avendo natura fiscale,
metterebbero al giudice tributario ma i sensi dell'articolo 429 del codice di procedura civile queste
controversie sono attribuite al giudice del lavoro. Bisogna in questo caso stabilire quale sia la
norma generale e quale quella speciale: l'articolo due è sicuramente generale perché si riferisce a
tributi di ogni genere specie, quindi è una norma molto ampia l'articolo 429 è una norma speciale
anche se di data anteriore. L'articolo continua: "non che le sovraimposte e addizionali, gli interessi
e ogni altro accessorio": salve di battuta in dottrina, c'è chi sostiene che il contribuente possa
chiedere la rivalutazione monetaria per il ritardato rimborso, ma pochi commissioni hanno ritenuto
che ci sia questo diritto è una questione di equilibrio tra le parti infatti si c'è però da dire che il fisco
può chiedere sanzioni. Un altro accessorio può essere costituito da i danni per lite temeraria: è
previsto dal codice di procedura civile, cioè c'è un risarcimento del danno oltre alle spese, ad una
parte ha resistito sapendo di avere torto. Alcuni ritengono che questo sia un accessori, la dottrina è
favorevole per il rinvio all'articolo uno al codice di procedura civile, ma i giudici si sono orientati nel
senso che né il fisco né il contribuente possono chiedere danni, ma li dovranno far valere davanti al
giudice ordinario in quanto la nozione di danno è estranea alla materia fiscale.

COMPETENZA PER TERRITORIO


La competenza è una finzione della giurisdizione, è l'attribuzione al singolo; c'è un organo in ogni
provincia divisi in sezioni(primo grado) e un organo in ogni regione con sezioni distaccate(secondo
grado). In primo grado la competenza è in relazione alla sede dell'ufficio fiscale che ha emesso
l'atto impugnato o ha rifiutato il rimborso. Ad esempio anche se alla residenza a Roma, e l'atto
viene emesso dall'ufficio di Palermo dovrò rivolgermi alla commissione tributaria di Palermo.

POTERI DELLA COMMISSIONE TRIBUTARIA


Le commissioni per poter svolgere la loro funzione sono dotate di una serie di poteri istruttori, gli
stessi degli uffici fiscali in relazione al tributo di cui si discute; non esistono poteri istruttori identici
per ciascun tributo. Inoltre quando occorre acquisire elementi conoscitivi di particolare complessità
possono chiedere relazioni ad organi tecnici dello Stato, compresa la guardia di finanza possono
chiedere pareri all'agenzia del territorio per arrivare al valore dell'immobile, possono anche
disporre consulenze tecniche di ufficio non sono ammessi giuramenti prova testimoniale questo ha
creato un vasto dibattito in dottrina per il dettato dell'articolo 111 della costituzione. Alcuni
sostengono che c'è il rischio di non avere un giusto processo è stata sollevata eccezione di
incostituzionalità, ma la corte l'ha respinta. Le parti sono sullo stesso piano, inoltre si
trasformerebbe in un processo scritto in un processo alla. Tra i poteri istruttori del fisco c'è quello
di acquisire dichiarazioni dei testi che si possono esibire al giudice a sostegno dell'evasione(è simile
alla testimonianza). Una giurisprudenza consolidata della cassazione sostiene che proprio perché la
testimonianza non è ammessa, queste dichiarazioni non hanno valore di prove, ma sono di veri
indizi; quindi solo se aggiunti ad altri indizi il giudice può tenerne conto. Per assicurare la parità tra
le parti la corte ammette che anche il contribuente possa presentare dichiarazione di altri soggetti.
Per quanto riguarda i regolamenti sono atti generali ad esempio quello che fissa le aliquote Ici,
quello che determina le quote di ammortamento... se il contribuente ritiene che possa essere leso
dal regolamento sulla base di un successivo atto individuale, può impugnato davanti al Tar se viene
annullato dal Tar avrà un effetto erga omnes inoltre l'annullamento ha effetti retroattivi(ex tunc).
Se quindi un contribuente ha già pagato può chiedere il rimborso e il contribuente non impugna il
regolamento e ricevere l'atto impositivo e trae la legittimità dal regolamento, può impugnare l'atto
davanti al giudice tributario, sostenendo che l'atto è illegittimo perché si fonda su un regolamento
da lui ritenuto illegittimo. Secondo l'articolo sette la commissione tributaria può disapplicare il
regolamento e annullare l'atto individuale non può annullare lo stesso regolamento. La sentenza ha
effetto solo nei confronti del contribuente che ha fatto ricorso, e ha un effetto ex nunc, cioè non
vale per eventuali altri atti precedenti, anche se identici.

QUALI SONO LE PARTI DEL PROCESSO TRIBUTARIO


La parte ricorrente(nel senso formale(è colui che presenta ricorso e può essere: il soggetto passivo
del tributo, il soggetto destinatario della sanzione, il sostituto d'imposta, il responsabile d'imposta e
qualunque soggetto che sia collegato con uno dei precedenti.
Parte resistente: l'ufficio periferico dell'agenzia che emesso l'atto impugnato o non ha accolto il
rimborso, nella persona del direttore dell'ufficio periferico, enti locali(regioni, province, comuni);
qualsiasi soggetto attivo della tributo diverso dai precedenti(ad esempio università, concessionario
del servizio della riscossione: tutte le volte in cui non vi è coincidenza tra contenuto della cartella il
ruolo di cui fa parte inoltre il concessionario è parte quando emette provvedimenti di Fermo
amministrativo o le scrive ipoteca sui mobili. In situazioni di incertezza ad esempio non si sa se
l'errore riguardi il ruolo con la cartella, si chiama in causa entrambi i soggetti cioè l'ufficio e il
concessionario.
La è deve essere assistita da un assistente tecnico avvocati, dottori commercialisti, ragioni e di parti
commerciali, inoltre consulenti del lavoro per quel che riguarda le ritenute alla fonte sui redditi di
lavoro dipendente e gli obblighi di sostituto d'imposta, o anche gli ingegneri in materia di
controversie catastali quindi a seconda della controversia i consulenti tecnici cambiano solo in due
ipotesi si può fare a meno dell'assistenza tecnica:
1- lo stesso ricorrente rientra in una delle categorie abilitate si difende da sé
2- Le controversie di modesto valore(inferiori a 5 milioni di lire oggi € 2582) il valore deve
riguardare l'imposta, non anche le sanzioni se si tratta di un atto di contestazione o di
irrogazione di sanzioni, in cui non c'è imposta il valore è dato dall'entità della sanzione.

Il giudice ha la possibilità di imporre la nomina di un assistente tecnico entro un termine, se il contribuente non
rispetta, si avrà inammissibilità del ricorso. Il ricorso è formato dall'assistente tecnico, deve essere munito di
delega conferita con atto pubblico o scrittura privata autenticata; la delega può anche essere all'interno
dell'atto di ricorso in questo caso la forma è autenticata dallo stesso incaricato (in caso di ente collettivo stile
rappresentante legale darà la delega all'assistente tecnico in caso di bisogno). La parte soccombente è
condannata a rimborsare le spese di giudizio; il giudice può disporre compensazione.
COMUNICAZIONE E NOTIFICAZIONE

sono due strumenti di trasmissione della conoscenza legale per assicurare il principio del contraddittorio le
parti devono comunicare tra loro e con il giudice.

Comunicazione: è lo strumento utilizzato dal giudice che attraverso la segreteria in questo modo comunica con
le parti.

Notificazione: è uno strumento più vicino, più formale e complesso del primo, usato dalle parti per comunicare
tra loro.

La comunicazione può avvenire: a mano, ma è una ipotesi molto rara, ad esempio il contribuente si trova
casualmente presso i locali della commissione; in via ordinaria cioè attraverso una raccomandata con ricevuta
di ritorno senza busta(altrimenti potrebbe dire di aver ricevuto una busta vuota).

La notificazione può avere diverse modalità:

1. trasmissione dell'atto attraverso l'ufficiale giudiziario che ha la sede presso l'ufficio giurisdizionale
ordinario più alto in grado della città in cui vivi avvenimenti; il notificante consegna l'ufficiale due
coppie in originale dell'atto, quest'ultimo consegna una copia alla destinatario o notificato, sul lato
originale segna la "pelata di notifica", cioè la relazione sulla notifica che è avvenuta e la riconsegna il
notificante, che vale come ricevuta. I termini sono molto importanti altrimenti si avranno delle
preclusioni processuali. Ai fini della notifica lato si considera consegnato il giorno in cui il notificante
consegna le coppie ufficiali giudiziari, il quale può recarsi personalmente presso il destinatario o può
utilizzare la raccomandata con ricevuta di ritorno.
2. raccomandata con ricevuta di ritorno senza busta ad opera del notificante, la quale si intende
consegnata il giorno in cui è portata all'ufficio postale; viaggia a rischio della notificante.
3. consegna a mano, vale solo quando il destinatario è un ufficio dell'agenzia delle entrate o è un ente
locale; se il destinatario è il contribuente non è ammessa, se è il concessionario del servizio di
riscossione neanche.

INIZIO DEL PROCESSO DI PRIMO GRADO

Il primo problema è stabilire quali sono gli atti impugnabili. L’atto introduttivo del processo è il ricorso che per
sua natura si rivolge contro un atto. L’art. 19 contiene un elenco tassativo di atti impugnabili:

1. Avviso di accertamento del tributo: anche se cambia il nome a seconda del tributo, si intendono le
ipotesi in cui si contesta la base imponibile e l’imposta.
2. Avviso di liquidazione del tributo: è proprio delle imposte indirette sugli affari; pretende una maggiore
somma ma non modifica la base imponibile.
3. Provvedimenti che irrogano sanzioni
4. Ruolo e cartella di pagamento: perché insieme? il ruolo non è un atto portato al legale conoscenza del
contribuente, il quale apprende della sua esistenza attraverso notifica della cartella; né ricorsi
normalmente si impugnano entrambi
5. avviso di mora: non esiste più
6. iscrizioni di ipoteca ad opera della concessionario articolo cautelare e fermo amministrativo di
autoveicoli
7. atti relativi ad operazioni catastali: sono cause che riguardano la collocazione catastale di immobili, non
si impugna una pretesa ma un atto cui si attribuisce il reddito agrario, il reddito dominicale...
8. rifiuto espresso di rimborso: quando il contribuente ritiene di aver diritto a un rimborso, prima di
ricorrere al giudice deve presentare una istanza di rimborso alla soggetto attivo, entro il termine
previsto dalla legge per quel tipo di tributo; se non è stabilito un termine di due anni dal giorno in cui il
contribuente ritiene che sia sorto il diritto al rimborso. Possono questo punto verificarsi tre ipotesi:
l'ufficio esamina l'istanza concede il rimborso; oppure ritiene che non si abbia un diritto al rimborso e di
emettere un provvedimento di rifiuto esplicito di rimborso, a questo punto il contribuente a 60 giorni, a
pena di inammissibilità, per ricorrere alle giudice contro il provvedimento. Inoltre l'amministrazione
può tacere, se il contribuente non ottiene risposta entro 90 giorni dall'istanza può ricorrere al giudice
perché il silenzio va interpretato come un rifiuto; quindi può impugnare il rifiuto espresso attraverso il
silenzio. Il termine per ricorrere è di 10 anni che è il termine di prescrizione ordinaria parentesi rifiuto
tacito)
9. diniego di agevolazioni fiscali: nega agevolazioni richieste dal contribuente
10. revoca di agevolazioni fiscali
11. provvedimento di sospensione della rimborso
12. rigetto di domanda di condono
13. provvedimento di compensazione: quando l'amministrazione compensa un accredito verso il
contribuente con un debito nei confronti, ma il contribuente non ritiene che ci siano le caratteristiche
per la compensazione
14. ogni atto per il quale la legge preveda espressamente la possibilità di impugnazione autonoma; è una
norma di chiusura.
Altri esempi di atti impugnabili contenute in altre norme sono:
1. atto di diniego del credito d'imposta: il fisco nega l'esistenza di un credito. Ci sono poi atti sui quali
vi è un dibattito in dottrina: ad esempio il provvedimento di diniego dell'autotutela; diniego nei
confronti della sospensione degli effetti dell'atto; ha vistobohario: nei tributi comunali anziché
iscrivere a ruolo il comune manda questo avviso per posta ordinaria con cui ricorda il pagamento
dell'imposta. Una sezione della cassazione aveva sostenuto che questo avviso bonario è un atto
con il quale si esprime una pretesa, quindi impugnabile. Un altro problema è che l'articolo 19 è
stato redatto in un'epoca in cui la giurisdizione della commissione riguardava solo alcuni tributi, ora
invece riguarda tutti tributi, questo elenco si rivela quindi poco preciso, ad esempio oggi che
rientrano nella giurisdizione della commissione le imposte doganali, le imposte di fabbricazione...
anche se gli atti hanno nomi diversi, infatti si chiama avviso di pagamento delle imposte di
fabbricazione. All'elenco dell'articolo 19 vogliamo aggiungere gli atti che hanno effetti giuridici
simili agli atti l'elenco ciò non vuole dire che tutti gli atti su impugnabili: quali sono i rimedi contro
gli atti che non sono in elenco che non sono simili? ad esempio processo verbale di verifica: se
viziato, il rischio di trasmettere all'atto successivo; indi si può far valere il rischio di un atto non in
elenco quando l'amministrazione emette il primo atti impugnabile.

PROCESSO
i giudici delle commissioni sono giudici non togati, laureati in giurisprudenza o economia commercio, il
presidente è un giudice togato o uno professore universitario; ogni sezione è composta da cinque giudici, ma
può deliberare con tre fra cui devono essere compresi presidente e vicepresidente. Non sono retribuiti come i
giudici ordinari, ma sentenza; alla carica si accede tramite concorso per titoli. Il consiglio di giustizia tributaria è
l'organo di autogoverno(come la cassazione). C'è chi critica questa composizione che vorrebbe una tribunale
speciale, ma si dovrebbe cambiare la costituzione.

Articolo 18: elementi del ricorso, in assenza degli elementi il ricorso è inammissibile. Ci deve essere: indicazione
della commissione tributaria alla quale è diretto il ricorso, generalità della ricorrente e del legale
rappresentante(città di nascita, residenza, domicilio o sede), indicazione esatta della controparte, l'ufficio che
ha emesso l'atto contro cui si ricorre, non ha emesso l'atto richiesto, atto impugnato, oggetto della
domanda(annullamento un rimborso), indicazione di tutti i motivi anche perché è impossibile nel corso del
processo aggiungere nuovi motivi, il codice fiscale della ricorrente e la sottoscrizione del ricorso, che deve
essere fatta dall'assistente tecnico. Se manca o è incerto anche un solo elemento il ricorso è inammissibile
tranne che per il codice fiscale, la cui mancanza dà luogo a sanzione.

TEMPI DI PRESENTZIONE E MODALITA’

si deve fare ricorso entro 60 giorni dalla ricezione dell'atto che si vuole impugnare a pena di decadenza, solo
nel caso di rifiuto tacito di rimborso e hanno 10 anni di tempo. La presentazione del ricorso avviene in due fasi:
proposizione e deposito (costituzione in giudizio).

La proposizione e la notificazione della coppia alla controparte, in questa fase il giudice ancora non è
interessato; entro i successivi 30 giorni il contribuente deve provvedere alla costituzione in giudizio presso la
segreteria del giudice. Il rapporto giuridico processuale inizia con la costituzione in giudizio. Il contribuente
deve depositare il fascicolo della ricorrente contenente copia del ricorso, prova dell'avvenuta notifica alla
controparte(la notifica è avvenuta attraverso l'ufficiale giudiziario, l'avvenuta ricezione è scritta nel secondo
originale; altrimenti la prova sarà la ricevuta di ritorno o ricevuta della consegna a mano). Possono inoltre
inserire documenti che intendo presentare al giudice, nella copia del ricorso presentato al giudice il
professionista deve attestare che è una copia fedele, identica a quella notificata alla controparte8 attestazioni
di conformità, tranne se l'originale).

Se non presenta la prova dell'avvenuta ricezione, pur se supera i 30 giorni il ricorso è inammissibile; si
dimentica l'attestazione di conformità il giudice si fa consegnare l'originale e contro le tracce sono differenze,
se non c'è solo il ricorso è regolare.

Da parte resistente non è obbligata a costituirsi, il giudice emetterà lo stesso una sentenza; se invece si
costituisce in giudizio, lo fa attraverso un atto del processo: le controdeduzioni che devono contenere la presa
di posizione sui motivi del ricorso, l'indicazione delle prove di cui intende avvalersi, le eccezioni processuali e di
merito che non siano rilevabili d'ufficio(ad esempio le eccezioni circa il termine è rilevabile d'ufficio, quindi in
ogni stato è grado del procedimento), inoltre la parte resistente deve intestare per la chiamata di terzi, cioè
chiedere di chiamare in causa un terzo. La parte resistente si costituisce in giudizio depositando direttamente le
controdeduzioni presso la segreteria del giudice in tante copie quante sono le parti avverse +1 per il giudice: il
quale può imporre la presentazione di più copie. le controdeduzioni non sono note alle ricorrente, perché sono
depositati in segreteria, sarà cura dell'assistente tecnico andare in commissione per ritirare una copia. Se ci
sono documenti allegati alla ricorso o alle controdeduzioni da parte interessata deve fare richiesta alla
segreteria, la quale appagamento rilascia copia. Il termine per presentare le controdeduzioni e di 60 giorni dalla
ricezione del ricorso, ma il termine non è perentorio, è ordinatorio, c'è una disparità di trattamento. Se il
termine non è perentorio fino a quando si può presentare? Ci sono tre tesi:

1. secondo una prima tesi il termine ispira 20 giorni liberi prima dell'udienza , perché è l'ultimo termine
che la legge prevede per presentare documenti(per giorni liberi si intende che non si considera né il
dies a quo né il dies a quem, quindi un giorno in più) .
2. secondo un'altra tesi si può accettare come termine di 10 giorni liberi prima dell'udienza, come il
termine per le memorie difensive; ma questa tesi ha ricevuto molte critiche perché in questo modo si
impedisce alla controparte di replicare a questi argomenti.
3. Infine c'è chi sostiene che possono essere presentati il giorno dell'udienza. La tesi che va colta è
sicuramente la prima perché è l'unica che consente la replica della controparte attraverso le memorie.
Sino a 20 giorni liberi prima dell'udienza le parti possono presentare documenti: devono redigere la
nota di produzione di documenti, cioè in un foglio si fa un elenco dei documenti che si intendono
presentare. La nota va depositata in segreteria in tante copie quante sono le controparti +1 per il
giudice; se la controparte interessata può ritirare la sua copia e si vuole uno documento alla richiesta in
segreteria, che rilascia una copia del documento pagamento.

MEMORIE ILLUSTRATIVE

possono essere presentate fino a 10 giorni liberi prima dell'udienza, sempre in tante copie per la controparte
più per il giudice. Nelle memorie ciascuna parte ribadisce le proprie ragioni e contrasta quelle della
controparte, non si possono aggiungere nuovi motivi e nuove prove. L'udienza davanti al giudice si svolge in
camera di consiglio, è un processo scritto, le parti non vengono sentite; tuttavia se una delle parti ottiene può
esserci una pubblica udienza e le parti devono essere sentite la pubblica udienza è l'eccezione che va richiesta
del ricorso o con un'apposita istanza di una delle parti, la quale deve essere notificata alla controparte e
depositati in segreteria. Quando viene presentato il ricorso il primo presidente della commissione assegna il
ricorso alla sezione; il primo presidente della sezione da una prima occhiata alla ricorso, cioè a un esame
preliminare e mi dichiara l'inammissibilità si manifesta emettere un'ordinanza può essere impugnata dinanzi al
collegio. Invece di simile ricorso regolare il sabato dell'udienza dopo 60 giorni in cui si può costruire la
controparte. La segreteria comunica la data alle parti che si sono costituite. Questo avviso di fissazione
dell'udienza deve pervenire alle parti almeno 30 giorni liberi prima: questo termine è molto importante, che
l'avviso arriva tardi le parti possono scegliere: la parte che teme di perdere non fa nulla, manda avanti il
processo, non si presentino udienza. Se la sentenza sarà per lui sfavorevole all'appello e vincerà per vizio di
comunicazione che ha ristretto l'esercizio di difesa. Oppure presenta istanza al giudice e chiede un rinvio può
inoltre presentarsi in udienza e discutere la causa, in questo modo sta nel vizio.

Sono previsti altri due atti:

1. BREVI REPLICHE: questo atto è presente quando il processo avviene in camera di consiglio il soggetto
diverso da quello che ha presentato della memoria illustrativa può replicare questo atto fino a cinque
giorni liberi prima. Se nessuno ha presentato memorie illustrative non si possono presentare; se tutte
due le parti hanno presentato memorie illustrative, entrambe possono presentare breve replica: la
quale deve essere depositata in una sola copia per il giudice perché ormai siamo arrivati all'udienza e
quindi deve servire solo al giudice.
2. Atto di integrazione dei motivi: in un solo caso si possono aggiungere altri motivi; questo atto può
essere presentato solo dalla ricorrente quando è necessario al seguito del deposito di documenti non
conosciuti ad opera delle altre parti o su ordine del giudice. È un atto particolare perché segue il rito del
ricorso: notifica alla controparte e poi deposito(integro il ricorso). L'atto è ammesso entro 60 giorni
dalla conoscenza del nuovo documento, i documenti non vengono notificati quindi si presuppongono
conosciuti il giorno in cui la parte richiede copia del documento alla segreteria, se documenti vengono
conosciuti in udienza la parte chiede un rinvio.

UDIENZA

il presidente nomina un narratore tra i giudici e fa una breve relazione sul ricorso, poi parlano il rappresentante
del contribuente e quello della controparte; il contribuente ha diritto a replicare brevemente alla
rappresentante dell'ufficio, che a sua volta replica al contribuente. A questo punto l'udienza viene sospesa,
nella prassi avviene che prima si discutono varie cause, poi in data diversa la commissione decide. Si chiama
decisione ma è una sentenza a tutti gli effetti. Entro un mese la sentenza dovrebbe essere depositata in
segreteria; con il deposito del testo integrale della sentenza resa pubblica. deve contenere la motivazione, il
dispositivo ché La parte finale, deve essere sottoscritta dal presidente e dal relatore. Alle parti è comunicato il
dispositivo della sentenza entro 10 giorni dal deposito. cI sono due procedimenti speciali agli articoli 47 E 48
del decreto.

Articolo 47: sospensione della impugnato: è un procedimento cautelare; un atto della pubblica
amministrazione è considerato legittimo, cioè dotato di ESECUTORIETà, fino a quando un giudice nonnulla
come ad esempio il contribuente ricorra contro un avviso di accertamento, fino a quando non ce la sentenza
l'amministrazione può iscrivere al ruolo una parte della somma pretesa. In questo caso è prevista una misura
cautelare per evitare il danno che può derivare dall'esecuzione dell'atto, prima che un giudice si pronunci. Il
contribuente può chiedere al giudice, poi in seno alla ricorso o con istanza separata, in via di urgenza di
sospendere gli effetti dell'atto fino alla sentenza. La sospensione dell'atto è una misura interinale cioè da tempo
ed è cautelare. Tutti gli atti impugnabili sono anche spendibili; se non è stata inserita nel ricorso la richiesta, si
può presentare un'istanza che segue le regole del ricorso: notifica alla controparte e deposito in segreteria.

I presupposti per accogliere le richieste sospensione sono due:

1. FuMUS BONI IURIS: è l'apparenza del buon diritto, cioè deve esserci la prova della non manifesta
infondatezza del ricorso
2. PERICULUM IN MORA: danno grave e irreparabile, il danno è legato all'entità delle somme che rileva a
seconda della situazione economica del contribuente. Deve inoltre essere irreparabile c'è anche se
vince la causa il semplice pagamento degli interessi non è tale da riparare il danno subito, ad esempio
Se pago oggi devo chiudere l'azienda: è un danno enorme.

La commissione chiamata a riunirsi con immediatezza per decidere sulla pensione, si mette poi una ordinanza
non motivata ( quindi non RICOrribile) in cui accogliere o meno l'istanza di sospensione. La segreteria comunica
contribuente non se sospensione accolta, lo stesso giudice deve fissare entro 90 giorni la data per il merito
della causa inoltre può concedere la sospensione ma impone delle garanzie contribuente come ad esempio
fornire una fideiussione bancaria. Nei casi di eccezionale urgenza il provvedimento di sospensione può essere
dato dal solo presidente, con decreto, senza venire la commissione. Questo provvedimento di sospensione
temporanea a una portata limitata dalla data di concessione alla data in cui la commissione si pronuncerà sulla
sospensione, infatti il presidente deve riunire. Il cautelare è ammesso solo se il contribuente fa ricorso, infatti
non è una controversia autonoma, ma è all'interno del processo.

Articolo 48: conciliazione giudiziale o provvedimento conciliativo: può essere attivato solo in primo grado, è
uno strumento deflattivo del contenzioso tributario, cioè con esso si tenta una fine rapida del processo per
evitare l'appello. È un accordo tra le parti in cui il esempio l'amministrazione ridimensiona la pretesa. Può
avvenire in udienza o fuori udienza che nel secondo caso le parti si incontrano e redigono un atto con il quale
dichiarano di voler conciliare la controversia; è una proposta di conciliazione da presentare al giudice e
depositata in segreteria può anche avvenire in udienza: il giudice può sollecitare le parti, prima di emettere la
sentenza, raggiungere una conciliazione, il cui contenuto è inserito nel verbale d'udienza questa è di solito una
ipotesi di scuola, in genere gli accordi vengono presi fuori. L'interesse del fisco è quello di evitare validità del
processo e di incassare anche meno ma subito, e di evitare una eventuale condanna alle spese il contribuente
ha interesse ad evitare la condanna alle spese, a pagare una somma minore, e sanzioni ridotte a 1/3. In caso di
accordo l'imposta deve essere subito pagata, il giudice ha solo il potere di controllo formale: controlla se è
firmata dalle parti in onda l'assistente tecnico, se la controversia era conciliabile (alcune non sono ad esempio
quella di rimborso, in quella che riguarda operazioni catastali; è consigliabile quando si conclude con un
pagamento del contribuente e con sanzioni ridotte e devono esserci). Se è tutto regolare, il giudice dichiara
estinto giudizio, e successivamente il contribuente non paga quanto dovuto il giudizio RIvive e si conclude con
una sentenza che sicuramente sarà contraria contribuente, visto che aveva consigliato. L'atto di conciliazione
deve contenere le somme da pagare con esattezza.

SENTENZA

è resa pubblica con il deposito in segreteria, la quale all'obbligo di comunicare il solo dispositivo della sentenza
le parti (molto ridotto, c'è scritto solo se il ricorso è stato meno accolto). Da questo atto non deriva nessuna
conseguenza giuridica solo dopo aver letto la motivazione si può ricorrere; la conoscenza della sentenza può
avvenire tramite avvocato che ben commissione e richiede il fascicolo, o tramite notifica, mediante ufficiale
giudiziario, della sentenza alla controparte ad opera di una delle parti. Ai fini della prosecuzione del giudizio si
intende conosciuta dalla controparte nel momento in cui gli perviene: la data è molto importante e fini
dell'appello, non si considera al legale conoscenza del soggetto notificante.

MEZZI DI IMPUGNAZIONE

i mezzi per impugnare la sentenza delle commissioni tributarie sono l'appello, il ricorso per cassazione e la
rievocazione: è un mezzo di impugnazione che si caratterizza per il fatto che si attiva davanti all'ufficio giudice
che ha emesso la sentenza e quattro atti solo in rari casi: dolo del giudice e della controparte errore grave. Il
giudizio di appello avviene davanti alla commissione tributaria regionale: l'appello può essere prestato
innanzitutto dalla parte risultanTe soccombente in tutto o in parte. Non si può fare appello per la sola parte
relative alle spese, ma se c'è la controparte che appella, allora l'altra può introdursi per chiedere la condanna
alle spese. Esistono due termini per presentare aspetti: termine breve termine lungo

il termine breve e di 60 giorni che decorrono dalla data di notifica della sentenza, questo termine vale solo per
il notificato. Il termine lungo sia anche nel caso frequente in cui nessuna delle parti procedere notifica della
sentenza, in questi casi il termine di un anno e 46 giorni che decorrono dal giorno del deposito della sentenza(i
46 giorni sono il periodo di sospensione processuale di termini 1 luglio-15 agosto). È possibile che siano
proposti due appelli; quello proposto per primo è l'appello principale; se è proposto appello anche dalla
controparte che deve comunque essere in parte soccombente, sia un appello incidentale.

L'appello principale è sempre lo stesso rito del ricorso, deve essere notificato alla controparte entro i 30 giorni
successivi deve essere depositato presso la segreteria della commissione tributaria regionale è previsto, a pena
di inammissibilità e prima di effettuare questo deposito presso la segreteria tributaria provinciale, tranne nel
caso in cui si sia provveduto a notificare alla controparte attraverso l'ufficiale giudiziario. Il soggetto che ha
ricevuto copia dell'appello deve difendersi con l'atto delle controdeduzioni e a tempo 60 giorni dalla ricezione
dell'appello principale per depositare queste presso la segreteria del giudice anche se il termine è ordinatorio e
l'iter prosegue come primo grado. Le parti sono entrambe soccombenti, il processo si complica ulteriormente
perché allora anche da parte appellata avrà interesse a sua volta presentare appello incidentale.

L'appello incidentale va presentato insieme alle controdeduzioni(questo appello attacca la sentenza per la
parte lesa, le controdeduzioni servono contrastare l'appello principale e sostengono la sentenza della parte
vinta) a pena di inammissibilità entro 60 giorni dalla ricezione del de l'appello principale. Questo appello non va
notificato ma va depositato in segreteria in tante copie quante sono le controparti +1 per il giudice. L'appello
incidentale si distingue in:

- tempestivo: se sono rispettati due termini, cioè si è il termine breve che il termine lungo dalla data di
deposto della sentenza di primo grado
- tardivo: quando viene osservato il termine di 60 giorni dalla ricezione dell'appello principale, ma viene
presentato oltre l'anno e 46 giorni.

Il primo è autonomo rispetto all'appello principale, cioè il giudice li esamina distintamente. L'appello
incidentale tardivo invece è collegato quello principale perché il giudice dichiara inammissibile quest'ultimo,
non si potrà pronunciare sull'appello tardivo in quanto si riflette il vizio di quello principale. È la ratio
dell'appello incidentale?

ha la funzione di scoraggiamento del contenzioso, funzione deflattiva, poiché chi presenta appello non sa se la
controparte presenterà a sua volta appello in tal caso infatti il giudice avrà uno spazio di manovra più ampio
per giudicare, con il rischio per l'appellante di aggravare la sua situazione. Il processo di appello.come quello di
primo grado, entrambe le parti possono presentare documenti, memorie, brevi repliche, ma in tale fase non
possono proporsi domande nuove(articolo 57) essi proposte saranno dichiarati inammissibili d'ufficio; l'unica
cosa che può chiedersi sono gli interessi maturati dopo che la sentenza è stata impugnata. Non possono
propormi anche nuove eccezioni che non siano rilevabili d'ufficio, è la difesa della parte resistente, sono legate
all'inammissibilità. Le questioni ed eccezioni non accolte nella sentenza di primo grado si intendono rinunziate
tranne che non vengano riproposte (articolo 56). Le questioni sono domande proposte da una delle parti, si
riferiscono anche i motivi il contribuente nelle controdeduzioni deve di nuovo propone tutti i motivi. È possibile
avere sospensione degli effetti dell'atto anche se in secondo grado? Una prima tesi sostiene che l'articolo 47
richiami espressamente che la commissione tributaria provinciale, quindi se il contribuente perde in primo
grado si troverà costretto a pagare in base alla sentenza. L'articolo uno richiama le norme del codice civile in
quanto compatibili: nel processo civile può succedere provvedimento cautelare sospensione degli effetti della
sentenza. Perché nel processo tributario no? È previsto che nel processo tributario si possa chieder delle
sanzioni, ma non è espressamente prevista per le imposte gli interessi. La immersa invoca il principio di
carattere generale: è un giudice può pronunciare sul merito può anche avere il potere cautelare perché è un
minus rispetto al potere di decidere un argomento determinante favorevole all'estensione e articolo 61: in
secondo grado e osserva in quanto applicabili le norme di primo grado in merito non abbiamo ancora un
giudizio della cassazione quindi non c'è una giurisprudenza consolidata.

ESECUZIONE DELLA SENTENZA

per quanto riguarda le azioni di annullamento dell'atto prevede la riscossione provvisoria di una certa
percentuale secondo le regole di ogni tributo. Per quanto riguarda la sentenza di primo e secondo grado gli
articoli 67 e 68 prevedono che tributi con i relativi interessi sanzioni vengano riscossi in via provvisoria PER I
2/3 dopo la sentenza della commissione che respinga integralmente ricorso, ovviamente se c'è appello. Se
accoglie parzialmente il ricorso può riscuotere per intero quello indicato in sentenza di in ogni caso oltre gli 2/3
dell'imposta dovuta. la sentenza di secondo grado è eseguibile per intero o integralmente esecutiva, quindi
ricorso in cassazione non blocca la riscossione, e poi si vince si avrà un rimborso. Per quanto riguarda la
sentenza con estrazione di rimborso La normativa è sbilanciata a favore del fisco, infatti all'obbligo di
rimborsare solo con una sentenza passata in giudicato. Nella realtà avviene che anche dopo il giudicato il fisco
non rimborsi; in presenza di sentenza esecutiva di condanna non è seguita si hanno due strumenti di reazione
del contribuente: una azione esecutiva ex codice di procedura civile attraverso la quale cercherà di aggredire i
beni del debitore, ma è un'azione lunga e complessa e non sempre i beni sono attaccabili uno strumento
amministrativo molto efficacE è il giudizio di ottemperanza all'articolo 70.può presentare il ricorso al giudice
che mi sono sentenza definitiva, se è di secondo terzo grado si rivolge alla commissione tributaria regionale.
Prima del ricorso deve mettere in mora con un apposito atto il revisore; notifica attraverso l'ufficiale giudiziario
di atto di messa in mora con termine di 30 giorni, scaduti i quali può fare ricorso una procedura rapida. Il
ricorso è indirizzato al presidente della commissione contenente una somma esposizione dei fatti, l'indicazione
della sentenza passata in giudicato, uno dei due originali è comunicato al debitore dalla segreteria; entro 20
giorni dalla comunicazione il fisco potrà smettere di situazioni. Il presidente assegna ricorso alla sezione che ha
pronunciato la sentenza; fisse il giorno di udienza entro 90 giorni dal deposito del ricorso e dà comunicazione
alle parti almeno 10 giorni prima. L'udienza si che in camera di consiglio alla presenza delle parti parenti si
come il giudizio cautelare). Per dare esecuzione alla sentenza nominò commissario ad acta che si sostituisce
all'ente, uno dei giudici o un professionista esterno, e dà ordine attraverso un provvedimento all'ente che cura
la cassa dell'ufficio, cioè chi detiene la liquidità, di procedere alla rimborso.

Potrebbero piacerti anche