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Il Decreto Legislativo 46/2014, che modifica il Testo Unico Ambientale (D.Lgs.

152/06) con il recepimento


della Direttiva Europea 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED - Industrial Emission Directive), è entrato in
vigore l’11 aprile 2014 e introduce alcune importanti novità riguardanti la disciplina dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA).
L’obiettivo dichiarato della Direttiva IED è quello di estendere il campo di applicazione della precedente
normativa (IPPC - Integrated Pollution and Prevention Control) e contemporaneamente restringere la
discrezionalità degli stati membri relativamente alle condizioni di rilascio delle autorizzazioni. Per aiutare le
industrie a comprendere l’effettoche queste modifiche avranno sulle loro attività, abbiamo identificato e
riassunto le principali novità introdotte con il recepimento della Direttiva IED. Tra queste le più rilevanti sono:

1. Campo di applicazione
Con l'aggiornamento del D.Lgs. 152/2006 vengono aumentate ed ampliate le categorie di installazioni per
cui è prevista l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
L’estensione del campo di applicazione interessa molte categorie, ma soprattutto:

 Gestione dei Rifiuti, dove sono state incluse numerose nuove categorie di impianti.

 Industria Chimico-Farmaceutica, dove l’eliminazione della dicitura “di base” va ad includere - ad esempio

- la fabbricazione di prodotti farmaceutici intermedi.


E’ importante ricordare che per tutte le installazioni che rientrano in Autorizzazione Integrata
Ambientale per effetto dell'aggiornamento del D.Lgs. 152/2006, la scadenza stabilita per la presentazione
dell’istanza di autorizzazione è il 7 settembre 2014.
Inoltre, le sanzioni previste in caso di inosservanza delle prescrizioni AIA, o in caso di esercizio in assenza di
Autorizzazione Integrata Ambientale, sono state ulteriormente inasprite dal D.Lgs 46/2014 (art. 29-decies,
comma 9; art. 29 - quattuordecies).
Per maggiori informazioni vedi anche: Attività soggette ad AIA dopo il recepimento della Direttiva IED
2. Attività connesse
Le Attività Accessorie Tecnicamente Connesse ad installazioni autorizzate mediante AIA, con il Decreto
Legislativo 152/06 aggiornato divengono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) anche se
condotte da un diverso gestore.
Si può quindi ragionevolmente supporre che installazioni quali, ad esempio:

 impianti di cogenerazione a servizio dell’installazione AIA;

 impianti di trattamento dei reflui di un’installazione AIA;


sono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale anche se condotte da un gestore diverso da quello che
conduce l’installazione AIA.

3. Baseline Report
Il D.Lgs. 46/2014 introduce una Relazione di Riferimento (Baseline Report) sullo stato di qualità di suolo e
acque sotterranee.
Dati alcuni requisiti, tra cui la produzione, l’utilizzo o lo scarico di sostanze pericolose, viene prevista una
Relazione di Riferimento che definisce lo stato qualitativo di suolo e sottosuolo al momento della richiesta di
autorizzazione. Tale documento diviene parte integrante dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e
deve essere presentato unitamente alla domanda di autorizzazione oppure in occasione di rinnovo delle
autorizzazioni già in essere.
Leggi anche: Il D.M. 272/2014 e le scadenze per la Relazione di Riferimento di impianti in AIA
4. BAT Conclusion
Vengono definite e descritte in appositi documenti (BAT Conclusion) le prestazioni ambientali ottenibili
con l’applicazione delle migliori tecniche disponibili, in particolare vengono definiti i livelli di emissione
autorizzabili ( BAT-AEL, BAT-Associated Emission Levels) per ciascuno dei settori presi in esame.
Questi documenti costituiscono il riferimento vincolante derivato dall’analisi dei BREF(Bat REFerence
document) introducendo indicazioni univoche per quanto riguarda le migliori tecniche disponibili da prendere in
considerazione ed i relativi limiti emissivi applicabili. Attualmente le BAT Conclusion pubblicate sono 5: per
i settori dove non sono ancora state elaborate, è previsto il riferimento alle conclusioni presenti nei BREF
esistenti.

5. Durata
Il D.Lgs. 152 06 aggiornato estende la durata del periodo autorizzativo.
Il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), precedentemente previsto ogni 5 anni, viene fissato
a:

 10 anni;

 12 anni, per installazioni già dotate di certificazione UNI EN ISO 14001;

 16 anni, per installazioni già dotate di registrazione EMAS


Il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale è inoltre disposto entro 4 anni dalla pubblicazione della
specifica BAT Conclusion.

Sono molte le domande che è possibile porsi a fronte delle numerose novità introdotte:

 Come valutare se sono soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale a seguito di queste novità?

 Quanto tempo ci vuole per preparare la domanda di autorizzazione? Riesco ad essere pronto entro il 7

settembre 2014?

 Cosa cambierà al prossimo rinnovo autorizzativo? Come devo prepararmi?

 Come posso capire se devo presentare la Relazione di Riferimento sul suolo e le acque sotterranee?

Quanto tempo prima mi conviene iniziare a prepararla?

 Se gestisco attività tecnicamente connesse ad impianti AIA, ad esempio impianti di trattamento reflui, cosa

devo fare? Quali sono le BAT di riferimento?


Siamo già al lavoro per chiarire i numerosi dubbi che possono emergere sia per chi era già soggetto ad AIA sia
per chi si trova nelle condizioni di dover verificare l’impatto di questi cambiamenti sulla propria attività, anche in
vista della - vicinissima - scadenza del 7 settembre 2014.
Per maggiori informazioni o per un approfondimento personalizzato, è possibile contattare:
Francesco Galbiati (Milano) +39 02 26626159
Omar Retini (Pisa) +39 050 542780
Leggi anche: Attività soggette ad AIA dopo il recepimento della Direttiva IED
Attività soggette ad AIA dopo il recepimento
della Direttiva IED

Una tra le principali modifiche introdotte dal D.Lgs. 46/2014 è sicuramente la modifica dell’Allegato VIII alla
Parte Seconda del D.Lgs 152/06, che vede un sostanziale allargamento del campo di applicazione
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

A fronte di alcune attività che escono dalla disciplina AIA (per esempio le imprese che producono resine,
definizione ora ristretta alle sole resine epossidiche) numerose altre entrano invece per la prima volta, in
particolare nel settore rifiuti.

Per tutte le attività nuove entranti è stato fissato il termine del 7 settembre 2014 per la presentazione della
domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale e nello stesso tempo sono state inasprite le sanzioni per gli
inadempienti (D.Lgs 46/2014: art. 29-decies, comma 9; art. 29 - quattuordecies)

Ma andiamo nel dettaglio: di seguito presentiamo un’analisi comparativa tra l’elenco di attività soggette ad
AIA come si presentava prima dell’11 Aprile 2014 (data dell’entrata in vigore del D.Lgs 46/2014) e lo stesso
elenco di attività così come lo troviamo oggi.

Introduzione
La parte introduttiva dell’Allegato VIII resta sostanzialmente invariata rispetto al testo precedente, aggiunge
però alcune specifiche tra cui:

 Riferendosi all’industria chimica il termine “produzione” è da intendersi come produzione a scala

industriale che preveda una trasformazione chimica o biologica (e questa è già una novità): sono

pertanto escluse, ad esempio, quelle attività che prevedono solo la miscelazione di prodotti chimici;

 Il rapporto tra le attività di gestione rifiuti elencate nell’allegato in questione e quelle descritte negli

allegati B e C della parte Quarta del D.Lgs. 152/06 è valutato autonomamente dall’autorità competente;

 L’interpretazione del termine “scala industriale” è valutata discrezionalmente dall’autorità

competente: in sostanza il decreto non specifica delle soglie precise oltre le quali la produzione chimica

rientra in AIA. A nostro parere si potrebbe supporre che venga considerata scala industriale qualsiasi

produzione all’interno di impianti industriali, con l’eccezione dei laboratori di ricerca.


PRIMA DOPO
1. Gli impianti o le parti di impianti utilizzati per la A — Le installazioni, gli impianti o le parti di impianti utilizzati per la ricerca,
ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi prodotti e processi non rientrano
prodotti e processi non rientrano nel titolo III-bis della nel Titolo III-bis alla Parte seconda.
seconda Parte del presente decreto.
2. I valori limite riportati di seguito si riferiscono in B — I valori soglia riportati di seguito si riferiscono in genere alle capacità
genere alle capacità di produzione o alla resa. Qualora di produzione o alla resa. Qualora uno stesso gestore ponga in essere
uno stesso gestore ponga in essere varie attività varie attività elencate alla medesima voce in una stessa installazione o in
elencate alla medesima voce in uno stesso impianto o una stessa località, si sommano le capacità di tali attività. Per le attività di
in una stessa località, si sommano le capacità di tali gestione dei rifiuti, tale calcolo si applica al livello delle attività 5.1 e 5.3,
attività. lettere a) e b).
C — Nell'ambito delle categorie di attività di cui al punto 4 (industria
chimica), si intende per produzione la produzione su scala industriale
mediante trasformazione chimica o biologica delle sostanze o dei
gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a 4.6.
D — In mancanza di specifici indirizzi interpretativi emanati ai sensi
dell'articolo 29-quinquies e di linee guida interpretative emanate dalla
Commissione europea, le autorità competenti valuteranno
autonomamente:
a) il rapporto tra le attività di gestione dei rifiuti descritte nel presente
Allegato e quelle descritte agli Allegati B e C alla Parte quarta; e
b) l'interpretazione del termine "scala industriale" in riferimento alle
attività dell'industria chimica descritte nel presente allegato.

1. Attività Energetiche
Per quanto riguarda le attività del settore energetico, l’aggiornamento del D.Lgs. 152/2006 a seguito del
recepimento della Direttiva IED sulle emissioni industriali introduce alcune modifiche al campo di applicazione
dell’AIA:

 Specifica che sono incluse le installazioni per la combustione di combustibili con potenza “pari o

superiore a 50MW”, mentre in precedenza era solo “oltre 50 MW”.

 Riguardo gli impianti di gassificazione o liquefazione, oltre al carbone vengono inclusi anche altri

combustibili, purché la potenza termica sia pari o superiore 20MW.

 Sulle attività localizzate su piattaforme off-shore viene specificato che sono escluse quelle che non

effettuano scarichi.
PRIMA DOPO
1.1 Impianti di combustione con 1.1. Combustione di combustibili in installazione con una potenza termica nominale totale pari o
potenza termica di combustione superiore a 50 MW
di oltre 50 MW.
1.2. Raffinerie di petrolio e di 1.2. Raffinazione di petrolio e di gas
gas.
1.3. Cokerie. 1.3. Produzione di coke
1.4. Impianti di gassificazione e 1.4. Gassificazione o liquefazione di:
liquefazione del carbone.
a) carbone;
b) altri combustibili in installazioni con una potenza termica nominale totale pari o
superiore a 20 MW.
1.4-bis terminali di 1.4-bis attività svolte su terminali di rigassificazione e altre installazioni localizzate in mare su
rigassificazione e altri impianti piattaforme off-shore, esclusi quelli che non effettuino alcuno scarico (ai sensi del Capo II del
localizzati in mare su Titolo IV alla Parte terza) e le cui emissioni in atmosfera siano esclusivamente riferibili ad
piattaforme off-shore; impianti ed attività scarsamente rilevanti di cui alla Parte I dell'allegato IV alla Parte quinta.

2. Produzione e trasformazione dei metalli


Il campo di applicazione riguardo le attività di produzione e trasformazione dei metalli è rimasta
sostanzialmente invariata.
PRIMA DOPO
2.1 Impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici 2.1. Arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici compresi i
compresi i minerali solforati. minerali solforati
2.2. Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o 2.2. Produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o
secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità
superiore a 2,5 tonnellate all'ora. superiore a 2,5 Mg all'ora
2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi 2.3. Trasformazione di metalli ferrosi mediante:
mediante:
a) laminazione a caldo con una capacità superiore a 20 a) attività di laminazione a caldo con una capacità superiore a 20
tonnellate di acciaio grezzo all'ora; Mg di acciaio grezzo all'ora;
b) forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 kJ per b) attività di forgiatura con magli la cui energia di impatto supera
maglio e allorché la potenza calorifica è superiore a 20 MW; 50 kJ per maglio e allorché la potenza calorifica è superiore a 20
MW;
c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità
di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio grezzo all'ora. di trattamento superiore a 2 Mg di acciaio grezzo all'ora.
2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione 2.4. Funzionamento di fonderie di metalli ferrosi con una capacità
superiore a 20 tonnellate al giorno. di produzione superiore a 20 Mg al giorno.
2.5. Impianti: 2.5. Lavorazione di metalli non ferrosi:
a) destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, a) produzione di metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché
nonché concentrati o materie prime secondarie attraverso concentrati o materie prime secondarie attraverso procedimenti
procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; metallurgici, chimici o elettrolitici;
b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di b) fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di
recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una capacità di recupero e funzionamento di fonderie di metalli non ferrosi, con
fusione superiore a 4 tonnellate al giorno per il piombo e il una capacità di fusione superiore a 4 Mg al giorno per il piombo
cadmio o a 20 tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli. e il cadmio o a 20 Mg al giorno per tutti gli altri metalli;
2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie 2.6. Trattamento di superficie di metalli o materie plastiche
plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche
vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a
superiore a 30 m3. 30 m³.

3. Industria dei prodotti minerali


Nel settore dei prodotti minerali le principali modifiche al campo di applicazione dell’AIA sono le seguenti:

 Sono aggiunte le attività di produzione di ossidi di magnesio in forni con capacità > 50 t/g

 La soglia oltre la quale sono incluse le attività di fabbricazione di prodotti ceramici resta a 75 t/g, vengono

però eliminate le altre opzioni presenti in precedenza (forno > 4mc, densità colata > 300 kg/m3)
PRIMA DOPO
3.1. Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui 3.1. Produzione di cemento, calce viva e ossido di
capacità di produzione supera 500 tonnellate al giorno oppure di calce viva in magnesio
forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 tonnellate al giorno, o in
altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 50 tonnellate al
giorno.
a) Produzione di clinker (cemento) in forni rotativi
la cui capacità di produzione supera 500 Mg al
giorno oppure altri forni aventi una capacità di
produzione di oltre 50 Mg al giorno;
b) produzione di calce viva in forni aventi una
capacità di produzione di oltre 50 Mg al giorno;
c) produzione di ossido di magnesio in forni
aventi una capacità di produzione di oltre 50
Mg al giorno.
3.2. Impianti destinati alla produzione di amianto e alla fabbricazione di prodotti 3.2. Produzione di amianto o fabbricazione di
dell'amianto. prodotti dell'amianto
3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla 3.3. Fabbricazione del vetro compresa la
produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione
giorno. di oltre 20 Mg al giorno
3.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli destinati alla 3.4. Fusione di sostanze minerali compresa la
produzione di fibre minerali, con una capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al produzione di fibre minerali, con una capacità di
giorno. fusione di oltre 20 Mg al giorno
3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in 3.5. Fabbricazione di prodotti ceramici mediante
particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni
una capacità di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una refrattari, piastrelle, gres o porcellane con una
capacità di forno superiore a 4 m3 e con una densità di colata per forno capacità di produzione di oltre 75 Mg al giorno.
superiore a 300 kg/m3.

4. Industria chimica
L’ampliamento del campo di applicazione dell’AIA per il settore chimico è rappresentato dalle seguenti
modifiche al D.Lgs. 152/2006:

 Viene eliminata la dicitura “di base” riferita sia alla produzione di chimici inorganici, sia alla produzione di

chimici organici, sia a quella di fitosanitari e biocidi. Con questa modifica viene pertanto chiarita l’inclusione

della produzione chimica secondaria e della chimica fine all’interno dell’ambito AIA.
 La dicitura “fabbricazione prodotti farmaceutici di base” diventa: Fabbricazione di prodotti farmaceutici

compresi gli intermedi


Ricordiamo quanto viene specificato in Introduzione, ovvero che il termine “produzione” è da intendersi come
produzione a scala industriale che preveda una trasformazione chimica o biologica: sono pertanto escluse,
ad esempio, quelle attività che prevedono la sola miscelazione di prodotti chimici. Inoltre la produzione
su “scala industriale” non è definita dal decreto con delle soglie, ma l’interpretazione del termine è valutata
discrezionalmente dall’autorità competente.
PRIMA DOPO
4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici 4.1. Fabbricazione di prodotti chimici organici, e in particolare:
organici di base come:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o
o aromatici); aromatici);
b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni,
acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi; acidi carbossilici, esteri e miscele di esteri, acetati, eteri,
perossidi e resine epossidiche;
c) idrocarburi solforati; c) idrocarburi solforati;
d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti d) idrocarburi azotati, segnatamente amine, amidi, composti
nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati; nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;
e) idrocarburi fosforosi; e) idrocarburi fosforosi;
f) idrocarburi alogenati; f) idrocarburi alogenati;
g) composti organometallici; g) composti organometallici;
h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a h) materie plastiche (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base di
base di cellulosa); cellulosa);
i) gomme sintetiche; i) gomme sintetiche;
l) sostanze coloranti e pigmenti; l) sostanze coloranti e pigmenti;
m) tensioattivi e agenti di superficie. m) tensioattivi e agenti di superficie.
4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici 4.2. Fabbricazione di prodotti chimici inorganici, e in particolare:
inorganici di base, quali:
a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o a) gas, quali ammoniaca, cloro o cloruro di idrogeno, fluoro e
fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi
di azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile; di azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile;
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico,
acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi
solforati; solforati;
c) basi, quali idrossido d'ammonio, idrossido di potassio, c) basi, quali idrossido d'ammonio, idrossido di potassio,
idrossido di sodio; idrossido di sodio;
d) sali, quali cloruro d'ammonio, clorato di potassio, carbonato di d) sali, quali cloruro d'ammonio, clorato di potassio, carbonato di
potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato d'argento; potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato d'argento;
e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali
carburo di calcio, silicio, carburo di silicio. carburo di calcio, silicio, carburo di silicio.
4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di 4.3. Fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o
fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti). potassio (fertilizzanti semplici o composti)
4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di 4.4. Fabbricazione di prodotti fitosanitari o di biocidi
base fitosanitari e di biocidi.
4.5 Impianti che utilizzano un procedimento chimico o biologico 4.5. Fabbricazione di prodotti farmaceutici compresi i prodotti
per la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base. intermedi
4.6. Impianti chimici per la fabbricazione di esplosivi. 4.6. Fabbricazione di esplosivi

5. Gestione dei rifiuti


Con l’entrata in vigore del D.Lgs 46/2014 alcune categorie di impianti di trattamento rifiuti vengono per la prima
volta assoggettate ad Autorizzazione Integrata Ambientale, e dovranno presentare domanda entro il 7
settembre 2014. Tra queste si evidenziano:

 Impianti di compostaggio (potenzialità superiore alle 50 ton/giorno) dei rifiuti urbani;

 Digestori anaerobici (potenzialità superiore alle 100 ton/giorno);

 Impianti di produzione CSS;

 Impianti di combustione CSS;

 Impianti di co-combustione;
 Impianti di tritovagliatura;

 Frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori

uso e relativi componenti;

 Trattamento di scorie e ceneri.


PRIMA DOPO
5.1. Impianti per l'eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, della lista 5.1. Lo smaltimento o il recupero di rifiuti pericolosi, con
di cui all'articolo 1, paragrafo 4, della direttiva 91/689/Cee quali capacità di oltre 10 Mg al giorno, che comporti il ricorso
definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9) ad una o più delle seguenti attività:
della direttiva 75/442/Cee e nella direttiva 75/439/Cee del 16 giugno
1975 del Consiglio, concernente l'eliminazione degli oli usati, con
capacità di oltre 10 tonnellate al giorno.
a) trattamento biologico;
b) trattamento fisico-chimico;
c) dosaggio o miscelatura prima di una delle altre
attività di cui ai punti 5.1 e 5.2;
d) ricondizionamento prima di una delle altre attività
di cui ai punti 5.1 e 5.2;
e) rigenerazione/recupero dei solventi;
f) rigenerazione/recupero di sostanze inorganiche
diverse dai metalli o dai composti metallici;
g) rigenerazione degli acidi o delle basi;
h) recupero dei prodotti che servono a captare le
sostanze inquinanti;
i) recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori;
j) rigenerazione o altri reimpieghi degli oli;
k) lagunaggio.
5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella 5.2. Smaltimento o recupero dei rifiuti in impianti di
direttiva 89/369/Cee dell'8 giugno 1989 del Consiglio, concernente incenerimento dei rifiuti o in impianti di
la prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dai nuovi coincenerimento dei rifiuti:
impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva
89/429/Cee del 21 giugno 1989 del Consiglio, concernente la
riduzione dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di
incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacità superiore a 3
tonnellate all'ora.
a) per i rifiuti non pericolosi con una capacità
superiore a 3 Mg all'ora;
b) per i rifiuti pericolosi con una capacità superiore a
10 Mg al giorno.
5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti 5.3.
nell'allegato 11 A della direttiva 75/442/Cee ai punti D 8, D 9 con
capacità superiore a 50 tonnellate al giorno.
a) Lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con
capacità superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il
ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse
le attività di trattamento delle acque reflue urbane,
disciplinate al paragrafo 1.1 dell'allegato 5 alla Parte
terza:
1) trattamento biologico;
2) trattamento fisico-chimico;
3) pretrattamento dei rifiuti destinati all'incenerimento
o al coincenerimento;
4) trattamento di scorie e ceneri;
5) trattamento in frantumatori di rifiuti metallici,
compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti.
b) Il recupero, o una combinazione di recupero e
smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una
capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano
il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed
escluse le attività di trattamento delle acque reflue
urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'allegato 5
alla Parte terza:
1) trattamento biologico;
2) pretrattamento dei rifiuti destinati all'incenerimento
o al coincenerimento;
3) trattamento di scorie e ceneri;
4) trattamento in frantumatori di rifiuti metallici,
compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti.
Qualora l'attività di trattamento dei rifiuti consista
unicamente nella digestione anaerobica, la soglia di
capacità di siffatta attività è fissata a 100 Mg al
giorno.
5.4. Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una 5.4. Discariche, che ricevono più di 10 Mg di rifiuti al
capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche giorno o con una capacità totale di oltre 25000 Mg, ad
per i rifiuti inerti. esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.
5.5. Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi non
contemplati al punto 5.4 prima di una delle attività
elencate ai punti 5.1, 5.2, 5.4 e 5.6 con una capacità
totale superiore a 50 Mg, eccetto il deposito
temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui
sono generati i rifiuti.
5.6. Deposito sotterraneo di rifiuti pericolosi con una
capacità totale superiore a 50 Mg.

6. Altre attività
Nel paragrafo “Altre attività” del Decreto vengono aggiunte nuove categorie e modificate alcune categorie di
attività esistenti:

 Fabbricazione di pannelli a base di legno, quando la capacità produttiva dell’impianto supera i

600mc/giorno;

 Conservazione del legno ed altri prodotti in legno con prodotti chimici;

 Impianti di trattamento acque reflue, a gestione indipendente, esclusi gli impianti di trattamento delle

acque reflue civili, ed evacuate da un'installazione in cui è svolta una delle attività di cui al presente

allegato.
PRIMA DOPO
6.1. Impianti industriali destinati alla fabbricazione: 6.1. Fabbricazione in installazioni industriali di:
a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose; a) pasta per carta a partire dal legno o da altre materie
fibrose;
b) di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 20 b) carta o cartoni con capacità di produzione superiore a 20
tonnellate al giorno; Mg al giorno;
c) uno o più dei seguenti pannelli a base di legno:
pannelli a fibre orientate (pannelli OSB), pannelli
truciolari o pannelli di fibre, con una capacità di
produzione superiore a 600 m3al giorno.
6.2. Impianti per il pretrattamento (operazioni di lavaggio, 6.2. Pretrattamento (operazioni di lavaggio, imbianchimento,
imbianchimento, mercerizzazione) o la tintura di fibre o di tessili la mercerizzazione) o tintura di fibre tessili o di tessili la cui
cui capacità di trattamento supera le 10 tonnellate al giorno. capacità di trattamento supera le 10 Mg al giorno.
6.3. Impianti per la concia delle pelli qualora la capacità di 6.3. Concia delle pelli qualora la capacità di trattamento
trattamento superi le 12 tonnellate al giorno di prodotto finito. superi le 12 Mg al giorno di prodotto finito.
6.4: 6.4.
a) Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse di oltre 50 a) Funzionamento di macelli aventi una capacità di
tonnellate al giorno; produzione di carcasse di oltre 50 Mg al giorno;
b) Trattamento e trasformazione destinati alla fabbricazione di b) Escluso il caso in cui la materia prima sia esclusivamente il
prodotti alimentari a partire da: materie prime animali (diverse dal latte, trattamento e trasformazione, diversi dal semplice
latte) con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 imballo, delle seguenti materie prime, sia trasformate in
tonnellate al giorno ovvero materie prime vegetali con una capacità precedenza sia non trasformate destinate alla fabbricazione
di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno (valore di prodotti alimentari o mangimi da:
medio su base trimestrale);
1) solo materie prime animali (diverse dal semplice latte) con
una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 Mg al
giorno;
2) solo materie prime vegetali con una capacità di produzione
di prodotti finiti di oltre 300 Mg al giorno o 600 Mg al giorno
se l'installazione è in funzione per un periodo non
superiore a 90 giorni consecutivi all'anno;
3) materie prime animali e vegetali, sia in prodotti
combinati che separati, quando, detta "A" la percentuale
(%) in peso della materia animale nei prodotti finiti, la
capacità di produzione di prodotti finiti in Mg al giorno è
superiore a;
— 75 se A è pari o superiore a 10; oppure
— [300 — (22,5 × A)] in tutti gli altri casi
L'imballaggio non è compreso nel peso finale del
prodotto.
c) Trattamento e trasformazione del latte, con un quantitativo di latte c) Trattamento e trasformazione esclusivamentedel latte,
ricevuto di oltre 200 tonnellate al giorno (valore medio su base con un quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 Mg al giorno
annua). (valore medio su base annua).
6.5. Impianti per l'eliminazione o il recupero di carcasse e di residui 6.5. Lo smaltimento o il riciclaggio di carcasse o di residui di
di animali con una capacità di trattamento di oltre 10 tonnellate al animali con una capacità di trattamento di oltre 10 Mg al
giorno. giorno.
6.6. Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più 6.6. Allevamento intensivo di pollame o di suini:
di:
a) 40.000 posti pollame; a) con più di 40000 posti pollame;
b) 2.000 posti suini da produzione (di oltre 30 kg), o b) con più di 2000 posti suini da produzione (di oltre 30 kg); o
c) 750 posti scrofe. c) con più di 750 posti scrofe.
6.7. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o 6.7. Trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti
prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare, utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare,
stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare,
verniciare, pulire o impregnare, con una capacità di consumo di verniciare, pulire o impregnare, con una capacità di consumo
solvente superiore a 150 kg all'ora o a 200 tonnellate all'anno. di solventi organici superiore a 150 kg all'ora o a 200 Mg
all'anno.
6.8. Impianti per la fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite 6.8. Fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite per
per uso elettrico mediante combustione o grafitizzazione. uso elettrico mediante combustione o grafitizzazione.
6.8-bis. Cattura di flussi di CO2 provenienti da impianti che rientrano 6.9. Cattura di flussi di CO2 provenienti da installazioni che
nel presente allegato ai fini dello stoccaggio geologico a norma del rientrano nel presente Allegato ai fini dello stoccaggio
decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/31/Ce in geologico in conformità decreto legislativo 14 settembre
materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio. 2011, n. 162.
6.10. Conservazione del legno e dei prodotti in legno con
prodotti chimici con una capacità di produzione
superiore a 75 m3 al giorno eccetto il trattamento
esclusivamente contro l'azzurratura.
6.11. Attività di trattamento a gestione indipendente di
acque reflue non coperte dalle norme di recepimento
della direttiva 91/271/Cee, ed evacuate da un'installazione
in cui è svolta una delle attività di cui al presente
allegato.

Conclusioni
A conclusione di quanto riportato possiamo dire che il recepimento della Direttiva Europea 2010/75/EU, tra le
altre cose, ha portato ad un sostanziale allargamento dell’ambito di applicazione dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale.
Tra i settori industriali coinvolti sicuramente quelli che hanno subito le modifiche più significative sono:

 Il settore della gestione dei rifiuti, con l’ingresso in AIA di nuove categorie di impianti di trattamento, come

ad esempio il trattamento biologico dei rifiuti.

 Il settore dell’industria chimica, con l’estensione dell’assoggettabilità ad AIA anche alle produzioni di

prodotti intermedi, purchè a scala industriale e purchè prevedano una trasformazione chimica o biologica;

 Il settore del legno, con l’ingresso in AIA dei produttori di pannelli, quando la produzione supera i 600 mc al

giorno, e le attività di conservazione del legno mediante prodotti chimici.


Infine va evidenziata un’ulteriore circostanza: la nuova formulazione del D.Lgs 152 include nella disciplina AIA
gli impianti non direttamente soggetti ad AIA tecnicamente connessi ad installazione IPPC (es. impianti di
trattamento delle acque reflue evacuate da un’istallazione AIA), anche se condotti da altro gestore.
Questo significa che un impianto connesso ad un impianto IPPC dovrà presentare una propria domanda di AIA
anche se non ricadente nelle categorie individuate all’Allegato VIII: come debba essere presentata tale
domanda e come debba essere sviluppata tale procedura non è chiaro ed in merito è attesa una nota di
chiarimento del MATTM.
Siamo al lavoro su questi temi presso alcuni dei nostri Clienti: abbiamo già valutato caso per caso se le loro
installazioni dovranno presentare domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale o meno e, per i casi dubbi,
abbiamo eseguito direttamente delle attività di gap analysis on site, presso ciascun stabilimento produttivo.
Per le installazioni che sono diventate soggette ad AIA ci stiamo quindi occupando di predisporre la
documentazione necessaria, includendo anche documentazioni inedite come la Relazione di
Riferimento sul suolo e le acque sotterranee, che dovrà essere presentata all’autorità competente entro e
non oltre il 7 settembre 2014.
Ultimo cenno riguardo le sanzioni: per attività rientranti nell’Allegato VIII alla Parte Seconda il D.Lgs. 152/06
prevede l’arresto fino ad un anno o ammenda da 2.500 a 26.000€, nel caso questa eserciti in assenza di AIA.
Per verificare se il vostro impianto rientra o meno in AIA, o per maggiori informazioni, potete contattare:
Francesco Galbiati (Milano) +39 02 26626159
Omar Retini (Pisa) +39 050 542780

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