Sei sulla pagina 1di 71

le microvacanze

cronache dal futuro prossimo

progetto e redazione: SL&A (www.slea.it) - unaltracosa travel (www.unaltracosatravel.it)

illustrazioni e progetto grafico: Niccolò Angeli (www.niccco.it)

prima edizione dicembre 2007 - Roma


Copyright SL&A srl 2007 - tutti i diritti riservati
Indice

5 INTRODUZIONE
6 LE MICROVACANZE CRESCONO - SL&A turismo e territorio
14 MICROVACANZE COME CORIANDOLI - Giuseppe De Rita
20 UN TEMPO BREVE MA INTENSO - Stefano Landi
28 IL SORPASSO IN TRE ANNI? - Roberto Mazzà
34 MICROVACANZA, UN VALORE AGGIUNTO - Anna Quartucci
40 COSA CAMBIA PER IL TERRITORIO - Angelo Angeli
46 LE IMPRESE E IL MICRO-PRODOTTO - Michela Valentini
54 ORGANIZZARE MICROVACANZE - Diego Albanese
62 IL TURISMO DEI SOGNI - Claudio Nardocci
70 RINGRAZIAMENTI
INTRODUZIONE

Questo libretto si spiega da sé.


E’ il nostro modo di vedere le cose e di lavorare, di sentirci parte di un pensiero e di metterne a
parte chi ci sta vicino. Di prendere molto serio quello che facciamo, e insieme di tentare di farlo
in quel modo leggero che sentiamo nostro.

Dodici mesi fa avevamo annunciato il lancio di una nuova impresa: il Tour Operator.
Adesso unaltracosa travel c’è e lavora, col passo sicuro di chi sa dove andare, e sa che la strada
giusta non è quasi mai la più breve e veloce.
Per il nuovo anno abbiamo molte idee e qualcuna anche piuttosto matura.
Ne sentirete presto parlare.

Auguri, intanto.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 5


LE MICROVACANZE
CRESCONO

SL&A - turismo e territorio


“Appena” venticinque anni fa avevamo compreso che il turismo non era più lo stesso, non era
più uno solo, e avevamo immaginato che si passasse “dalle vacanze ai turismi” .
(“Dalle Vacanze ai Turismi”, CENSIS, Quindicinale di Note e Commenti, Roma, 1982)

Avevamo constatato l’”esplosione” della famiglia in vacanza, ognuno in cerca del suo
modo di fare e di essere. Avevamo misurato lo sgretolamento della villeggiatura lunga in pe-
riodi sempre più brevi; e avevamo verificato la crescita delle altre vacanze, quelle secondarie e
“terziarie”, magari meno importanti (per durata, per aspettativa), ma sempre più numerose, fino
a raggiungere in valore assoluto quelle “principali”. Era un po’ come se anziché andare tutta la
famiglia insieme a fare la spesa una volta l’anno, i vari membri andassero anche da soli, più volte
l’anno. Il contrario di quanto successo invece nella distribuzione. Il consumo di vacanza, quindi,
anziché espandere il proprio tempo assoluto, rischiava e tuttora rischia di vederlo frammentato
e compresso, eroso dalle altre esigenze come pure dai sempre possibili contrattempi.
Crollo di un mito: in queste condizioni la pretesa di molte località turistiche di “allunga-
re la permanenza media” diventa illusoria. Semmai si tratta di imparare a gestire un maggior
turnover.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 7


Il consumo di vacanza, inoltre, al di là delle affermazioni verbali, perde buona parte della pro-
pria “santificazione”: dal monoteismo vacanziero si passa al politeismo, e la fiducia e la speranza
riposta in ogni singola divinità, in ogni singolo atto di consumo sono inevitabilmente sempre
minori.
Allo stesso modo la crescente numerosità degli atti di consumo nell’arco di un “ciclo indi-
viduale” che dura ormai anche 50 anni (ogni consumatore compra vacanze almeno dai 18 ai 65
anni, e mentre “l’età della prima volta” si abbassa, l’età dell’ultima volta è per definizione inco-
gnita) in qualche modo ne relativizza l’importanza, rispetto a quando le vacanze erano una nella
vita (il viaggio di nozze?), o una l’anno (la villeggiatura?).
Cosi la vacanza, più che programmarsi religiosamente nella pianificazione della vita o dell’anna-
ta, si improvvisa, si ruba agli altri impegni, si ricava quasi furtivamente dall’agenda.
Si compie quindi anche un’altra trasformazione: la vacanza da genere di investimento (a
scelta lenta, ponderata, collettiva) tende a diventare bene di consumo (a scelta impulsiva, “rap-
tus”, individuale). Non più, quindi, come un abito o un mobilio, quanto come un accessorio o una
suppellettile.
Qualche dato può confortare queste affermazioni:

8 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


->> la vacanza “principale” degli Italiani è cresciuta dall’inizio delle rilevazioni (1959) dal 13% fino
all’attuale 55%, e su questo livello è ormai ferma dagli anni ‘80.
->> le vacanze “secondarie” sono cresciute nel corso degli anni ‘70 e ‘80, e sono arrivate ad un nu-
mero pari a quelle principali intorno al 2000 (e quindi in media ogni Italiano che fa vacanza
in realtà ne fa due).
->> le vacanze brevi sono state rilevate a partire dal 1997, e da quel momento sono costante-
mente cresciute ad un ritmo medio superiore al 7% (+ 23% solo dal 2002 al 2006). Un po’
come dire che il fenomeno si sviluppa con gli stessi ritmi del PIL dell’India e della Cina!

L’ultimo dato utile (2006) segnala che gli Italiani hanno fatto in un anno 43 milioni 662 mila mi-
crovacanze (1-3 notti fuori casa), poco meno dei 50 milioni di macro-vacanze (oltre 4 notti). Sul
totale delle vacanze, il 46,5% contro il 53,5.
In termini di numeri, di “scontrini” battuti dal “grande negozio” delle vacanze, siamo quasi al pa-
reggio, che a questi ritmi verrà raggiunto tra pochissimo, meno di quattro anni.
In termini di peso, evidentemente, siamo su piani diversi: le microvacanze contano per il 12%
delle notti trascorse fuori casa, le macrovacanze per l’88%.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 9


Ma comunque si tratta di 85 milioni di notti trascorse fuori casa, più di tutto il movimento tu-
ristico registrato dall’Olanda, poco meno di quello dell’Austria. Si può invece ragionevolmente
supporre che il rapporto tra i valori economici unitari (spesa per giornata di vacanza) sia diverso,
e intermedio tra il 46.5% dei periodi e il 12% delle notti: perché le microvacanze, se non altro per
l’incidenza del trasporto, “valgono” di più. Ma continuando a leggerli, i dati non finiscono di
stupire: le microvacanze non risentono della stagionalità, e si distribuiscono quasi regolarmente
in tutti i periodi dell’anno.
E’ un altro falso mito che crolla: la domanda turistica, liberata dai vincoli, non è affatto pola-
rizzata. Questo dovrebbero imparare tante località e tante imprese che si piangono addosso
D’altra parte la domanda di microvacanze ha altre peculiarità interessanti: tra queste il fat-
to che non prenota (60%), ma va direttamente sul posto, e che solo raramente passa attraverso
l’intermediazione delle Agenzie di Viaggi (6% contro il 19% delle macrovacanze).
Potrebbe trattarsi di un carattere proprio di questo tipo di domanda, ma lascia trasparire un
problema: chi non usa le strutture dell’intermediazione, non sottoscrive un contratto di viaggio
ai sensi delle normative europee, e quindi non è neppure tutelato in alcun modo. La mancanza
di “prenotazione commerciale” è d’altra parte strettamente connessa con la tipologia di alloggio:
è tipico delle microvacanze farsi ospitare in abitazioni di parenti ed amici (38,7%, + 10 punti

10 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


rispetto alle vacanze lunghe) o in seconde case di proprietà , ma d’altra parte il ricorso agli al-
berghi è strettamente in media, con circa un terzo delle preferenze. Pienamente in linea con la
motivazione familista (che vale per il 34,7% delle microvacanze) è il mezzo di trasporto: dilaga
l’auto (74.8%, + 13 punti), la spuntano il camper, il treno ed il pullman, ma crollano la nave e
soprattutto l’aereo (5,2% contro il 17,4% delle macrovacanze).
E qui rischia di sfatarsi un altro mito: le compagnie low-cost non dovevano servire pro-
prio a questo, con le loro tratte point-to point? Non sarà quindi che si sono semplicemente
sostituite alle altre compagnie per offrire le stesse tratte negli stessi momenti, data la estre-
ma rigidità che mostrano nel gestire il last minute e la domanda di elasticità che è tipica delle
microvacanze?
Infine, una considerazione geografica, tanto semplice quanto fondamentale: le microva-
canze, vuoi per la prossimità ai principali bacini di domanda, vuoi per l’inefficiente sistema di
trasporti aerei a basso costo, hanno ancora e saldamente come destinazioni principali le regioni
del Centro-Nord: Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Veneto, Piemonte.
Il Sud non c’è: per molti buoni motivi “oggettivi”, ma anche per qualche ottimo motivo soggetti-
vo. E’ sufficientemente aperta ed accogliente l’ospitalità turistica meridionale in tutti mesi del-
l’anno, o non è forse insieme vittima e carnefice di una stagionalità esasperata?

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 11


viaggi di vacanza (elaborazioni su dati ISTAT)

1-3 notti 4 o più notti totale viaggi


n° viaggi % sul totale dei viaggi n° viaggi % sul totale dei viaggi n° viaggi
1997 23.265 36,2 40.991 63,8 64.256
1998 37.622 47,5 41.523 52,5 79.145
1999 35.060 46,5 40.371 53,5 75.431
2000 33.870 44,4 42.363 55,6 76.233
2001 32.400 43,0 42.864 57,0 75.264
2002 35.333 43,9 45.134 56,1 80.467
2003 35.670 44,9 43.720 55,1 79.390
2004 38.069 45,8 45.068 54,2 83.137
2005 43.039 46,7 49.085 53,3 92.128
2006 43.662 46,5 50.228 53,5 93.890

12 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


le microvacanze (elaborazioni su dati ISTAT)

n° viaggi n° notti n° persone


1997 23.265 46.717 19.500
1998 37.622 68.296 22.917
1999 35.060 64.669 22.451
2000 33.870 63.437 22.286
2001 32.400 62.367 24.676
2002 35.333 67.770 25.455
2003 35.670 67.988 25.000
2004 38.069 72.118 24.209
2005 43.039 83.057 27.625
2006 43.662 84.536 28.708

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 13


MICROVACANZE
COME CORIANDOLI

Giuseppe De Rita
1 La prima reazione che ho provato a sentir parlare di microvacanze non è stata di segno
positivo. Mi è sembrato infatti un ulteriore segno di una dispersione più generale, dei fenome-
ni e dei comportamenti, delle aggregazioni come delle tendenze, fino quasi a diventare una
“coriandolata”, un vortice di piccole leggerezze come ce ne sono tante, al posto di cose più
robuste, durature, concrete.
Mi sono chiesto quanto tutti questi “coriandoli” potessero essere utili alle persone, o quan-
to invece le scelte di questo genere fossero strettamente soggettive, individuali, originate al
nostro interno, piuttosto che non frutto di una sollecitazione esterna.
Ma certamente, continuando ad immaginare, potrebbe risultare utile un repertorio, una
sorta di almanacco in cui si possono raccogliere e ritrovare gli stimoli, magari quelli che non
sono venuti da soli, e le idee, magari quelle che non sono venute da sole, o le cose che altrimenti
sarebbero risultate impossibili.
Un prodotto conoscitivo quindi, che contenga gli stimoli e le riflessioni connesse: il titolo
ma anche il testo, e che se non arriva a dare un senso unitario a tutti i coriandoli messi insieme,
almeno fornisce uno o più fili intermedi di lettura, di classificazione, di suggestione.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 15


Ad esempio, che riesca a dare risposta per luogo (il Sud? la mia regione?) o per tipo (le città? i
borghi?) e motivo (la ricerca di tartufi? la distillazione della grappa?).
Mi sembra quindi, per concludere questa prima linea di riflessione, che occorra una qual-
che forma di condensazione di tutti questi coriandoli, che altrimenti resterebbero per definizio-
ne minuscoli e dispersi ad ogni refolo di vento. In questa direzione, l’almanacco periodico delle
microvacanze potrebbe diventare, anche un prodotto condensativo dell’immagine nazionale.

2 Il secondo filo di ragionamento mi viene dall’approccio low – cost, che ha permeato un po’
tutto e forse troppo, ma che non si presta, come mostrano anche le microvacanze, a diventare
una chiave di lettura universale.
Ci sono valori e rapporti di valore che devono mantenere il proprio senso, altrimenti qual-
che equilibrio salta, qualche meccanismo profondo non scatta, il sospetto prevale sull’attrazio-
ne. Il valore di esperienza è centrale nelle microvacanze: non sono uno spazio vuoto, non si
risolvono solo nel tran tran della seconda casa, ma hanno forza e senso se entrano nel profondo,
non voglio dire che cambiano la vita, ma certo che la arricchiscono tangibilmente.
Altrimenti è meglio in tutti i sensi non partire per niente, e regalarsi un buon pranzo!

16 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Nelle microvacanze, invece, tutto il contorno può anche essere low – cost (il viaggio per arrivare
e magari anche i servizi più banali), ma per quanto riguarda il nucleo fondante, la vera ragione
dell’esperienza, il valore non deve essere banale, ma tangibile.
Il nucleo fondante di una microvacanza non può che essere una esperienza di valore,
ed il metro con cui misuriamo questo valore non può che essere anche economico.

3 In terzo luogo, mi viene in mente che il rischio della vacanza – coriandolo è anche la gratifi-
cazione individualista, quasi un narcisismo solitario.
Credo invece che un elemento di successo delle microvacanze stia proprio nella ricomposi-
zione di piccola socialità che possono dare.
È la risposta ad una domanda di avventura, come in fondo è insita in ogni esperienza di
valore, una domanda che ci vede gioco forza ricreare il gruppo: quello genetico della famiglia,
quello sociale dell’amicizia, ma pure quello tipico della casualità che ci fa vivere nuove esperien-
ze, e magari socializzare con sconosciuti compagni di viaggio.
Ecco, in questo senso vedo nelle microvacanze una occasione nuova di ri-socializzazione e
di rinsaldamento dei rapporti, a partire dalla condizione di seppur minima sfida ed avventura

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 17


che la novità dell’esperienza ci propone.

4 Infine, penso che in questa avventura ci piacerebbe molto essere condotti per mano.
Non so e non credo si tratti di figure professionali già esistenti, le hostess e gli stewart, penso
piuttosto alla naturalezza di chi fa le cose che ci mostra, di chi vive il territorio in cui ci af-
fianca, di chi offre un po’ del proprio tempo per far scoprire un tesoro di cui è depositario
e guardiano.
C’è posto per tanti, giovani e vecchi, signore e ragazzi in questo nuovo modo di personaliz-
zazione dell’esperienza di vacanza, tutto interno alla filosofia dell’accompagnamento che tanto
mi è cara.

5 Un ultimo punto, quasi un poscritto, che mi fa in parte riconsiderare il segno negativo della
mia riflessione iniziale. Mi sembra assolutamente diffusa e trasversale la nuova domanda di
appartenenza successiva al vuoto delle grandi appartenenze tradizionali.
Non voglio ripercorrere i tanti esempi possibili, ma mi sembra che riconoscersi tra le tifo-
serie estreme di una squadra, o tra gli acquirenti dell’IKEA, sia un po’ un segno del momento

18 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


difficile che attraversano le nostre individualità.
Il popolo delle microvacanze, gli inseguitori di coriandoli, potrebbero allora ritrovarsi in
una nuova comunità (una web community), riconoscendosi come simili ed appartenenti ad una
entità accomunante, ed insieme scambiandosi esperienze, suggerimenti, racconti.

O (perché no?) magari un giorno partendo insieme.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 19


UN TEMPO BREVE
MA INTENSO

Stefano Landi
1 Se guardiamo l’evolversi dei consumi di vacanza nelle nostre economie sviluppate, ci ren-
diamo conto di come la tendenza sempre maggiore sia verso la frammentazione dei periodi, e
quindi si scivoli sempre più dalla considerazione della grande vacanza come genere di investi-
mento (si pensi solo al Grand Tour e ad alcuni prodotti analoghi attuali), a quella della micro-va-
canza come atto di consumo neppure tanto durevole.
D’altra parte, nel sentire corrente e così pure nel lessico di molte “tribù” (tipicamente nei
posti di lavoro delle grandi città centro-nord europee) ci si può capacitare che l’impulso a vince-
re la pigrizia per fare uno “stacco” con l’ordinario quotidiano è un po’ una costante, a prescindere
dalle stagioni e dai momenti, alle volte addirittura di ritorno da viaggi e vacanze che per qualche
motivo si sono rivelati poco soddisfacenti.
Al soddisfacimento di questo impulso si frappongono “istituzionalmente” due vincoli:
quello della disponibilità economica e quello della disponibilità di tempo.
Quanto al primo, è tipico di tutti gli acquisti “di impulso” sottovalutarlo, magari perché si
paga con moneta elettronica e quindi si ha meno il senso dell’incidenza effettiva sul reddito di-
sponibile fino all’estratto-conto mensile della carta di credito.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 21


A questa relativa sottovalutazione si aggiunga il meccanismo, recentemente diffusosi in maniera
esponenziale soprattutto per merito delle compagnie aeree low-cost, dell’uso di prezzi-civetta
che fanno sembrare tutto possibile a costi irrisori, salvo poi verificare il contrario quando oramai
la procedura di acquisto è avviata, e tornare indietro non è più così facile, in senso sia psicologico
(ammissione di sconfitta, debolezza, impotenza) che relazionale (delusione di aspettativa gene-
rata, di promessa fatta, di regalo annunciato).
Il tempo, invece, sembra essere in qualche modo la variabile più scarsa, almeno nella per-
cezione dei potenziali consumatori di viaggi. Ma anche in questo senso aiutano le tecnologie,
magari dando l’illusorietà di poter essere sempre in qualche modo presenti ai propri impegni
tramite telefonini e PC portatili.

A governare il processo di effettuazione di microvacanze e la sua crescita davvero surriscaldata


arrivano quindi considerazioni diverse, riferibili più che altro alla sfera dell’auto-concessione e
dell’auto-gratificazione, pur a fronte di vincoli apparentemente insormontabili, e magari quindi
addirittura per momenti molto brevi, quasi sottratti dalle pieghe del tempo codificato e pro-
grammato, e/o come “festeggiamento” di un evento, di una promozione, di un premio come di

22 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


una entrata imprevista.
D’altra parte il processo di creazione della scelta e di fruizione delle micro-vacanze, per
quanto evidentemente non rientri nelle necessità stringenti, è solo in parte riconducibile al seg-
mento dei beni di lusso, in quanto la variabile del tempo ne costituisce parte preminente, anche
in relazione a quella economica.
In estrema sintesi, quindi, il potenziale consumatore turista di fronte alla microvacanza si
trova con un paio di pre–condizioni rispettate (Desiderio e Denaro) ma con un’altra, il tempo,
sempre scarsa.
Perché il desiderio si concretizzi serve quindi un atto di “forzatura” sul tempo, facendolo
diventare progetto di vacanza, il che è possibile solo se viene liberato dalle altre incombenze
con un atto di imperio. Constatare la crescita del fenomeno delle microvacanze significa proprio
che, a livello molecolare, questo progetto di ricomposizione del tempo, seppure su basi minima-
li, riesce ad avvenire.

2 Dato che la variabile assunta come critica è quella del tempo, un tema connesso è quello
della velocità dell’esperienza di vacanza, che si può sintetizzare così: una vacanza breve non sarà

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 23


obbligatoriamente anche veloce? Non si risolverà in una esperienza classificabile come “fast”, e
quindi in qualche modo esecrabile come tutte le cose che vanno troppo in fretta, dal cibo alla
vita, dal piacere ai sentimenti?
E’ questa una contraddizione sempre possibile, eppure potenzialmente devastante, come
se si ponesse in discussione la “legge costituzionale del consumo di vacanze” che recita più o
meno così: la vacanza è tale se rappresenta una cesura con la quotidianità, e se possibile una
“inversione” rispetto ad essa.
Una inversione tanto più completa e gratificante quanto più riesce ad investire in profon-
dità le varie sfere dell’esperienza: luoghi, orari, ritmi, visioni ed immagini, odori, sapori, testure,
temperature e altre condizioni climatiche, socialità e rapporti, ecc.

Ma se una vacanza per essere davvero tale deve rompere con il quotidiano, evidentemente non
può essere “fast” come il quotidiano di solito è: si tratta allora di verificare la possibilità che la
micro-vacanza riesca ad essere “breve ma intensa”.
Quanto alla brevità, sembra il caso di attenersi alla definizione statistica: “breve” è una va-
canza che dura “almeno una notte” (che bel topos della poetica amorosa!), ed al massimo tre.

24 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Anche se, al di là di queste oggettivazioni, in fondo il senso di brevità è relativo alla densità del-
l’esistenza, e quindi profondamente soggettivo.

3 D’altra parte, che cosa ci si aspetta dal punto di vista dell’intensità? Ormai da diversi anni si
parla della domanda turistica come di una domanda di “total leisure experience”, e quindi non
solo di prestazioni singole o sconnesse, ma di una esperienza totale di tempo libero o da viversi
nel tempo libero.
Ma poi si scopre che in tante “sun belt” e in tante Isole, in tante Riviere e in tante Campa-
gne, l’esperienza totalizzante di tempo libero diventa per milioni di persone una esperienza di
vita. Di un segmento di altra vita (forse l’ultimo, ma chissà…), di una vita diversa da quella cono-
sciuta, sempre alla ricerca quasi animale di un habitat migliore, di un clima migliore, di relazioni
migliori. Questo sogno, pur così diffuso e così intensamente praticato anche nel nostro Paese,
non è però ogni giorno alla portata di tutti. Nel frattempo, in attesa che questo stacco avvenga,
o nella rassegnazione cosciente che non avverrà, si fanno vacanze e microvacanze come fram-
menti di “un’altra vita”, che sentiamo meritata.
Anche quella che offre la microvacanza, in ogni caso, è una esperienza totale e tangibile: è

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 25


un’altra vita vera, vitale, vissuta, non virtuale, a differenza di “Second Life”.
È un’altra vita assaporabile e socializzabile, mentre spesso la vita ed il lavoro sono virtuali, imma-
teriali, insoddisfacenti in quanto intangibili (quanto è più difficile provare la soddisfazione di un
lavoro ben fatto se non lo possiamo toccare…).
Ma, di più, la microvacanza rispetto alla sua “sorella maggiore” è in ogni caso più arrivabile,
raggiungibile, a portata di mano, non agli antipodi.
Sembra quindi in grado, meglio di altri comportamenti e consumi, di conciliare tutte le
precondizioni necessarie e, chissà, anche di offrire una soddisfazione più che proporzionale
rispetto all’investimento di denaro e di tempo.

Sarà questa in definitiva la formula magica di tanto successo?

26 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 27
IL SORPASSO
IN TRE ANNI?

Roberto Mazzà
Questa volta credo proprio che ci abbiamo visto giusto: se andiamo di questo passo non solo la
fila al casello, ma anche quella alla porta delle strutture ricettive, sarà la dominante del fine set-
timana. Il rischio è quello di non trovare più posto per quel week-end che tutti sogniamo, tanto
che se fino a qualche anno fa per le microvacanze non si faceva alcun tipo di prenotazione, oggi
per ogni tre italiani che partono ce ne è uno che si organizza: tutto da solo magari, e spesso
attraverso Internet, ma comunque si organizza.
Guardando a quello che succederà tra qualche anno qualche azzardo previsionale si può
fare, e anche qualche considerazione. Innanzitutto i numeri: mantenendo il passo degli ultimi
quattro anni, prima del 2010 le microvacanze supereranno i 50 milioni (oggi siamo a 43 e mez-
zo), e addirittura saranno raddoppiate nel 2020. In altri termini, sto ipotizzando che nel giro di
due o tre anni saranno 35 milioni gli Italiani “microvacanzieri” che trascorreranno 100 milioni di
notti fuori di casa, di cui oltre 40 negli alberghi e nelle altre strutture ricettive “di mercato”: un
giro d’affari di tutto rispetto.
Sto forse esagerando un po’, ma se pensiamo che in dieci anni gli Italiani delle vacanze
brevi sono passati dai 19 milioni nel 1997 a 30 milioni nel 2006, allora viene quasi da dire che le
previsioni non sono poi così lontane dalla verità.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 29


Ci sono poi alcuni elementi che mi danno man forte.
Il primo è che non ci sono stati grandi eventi, in positivo o in negativo, a spostare i nume-
ri delle microvacanze nell’ultimo decennio. Il trend delle microvacanze appare quindi relativa-
mente insensibile alle variabili “dummies” esterne. Il Giubileo, o le Torri Gemelle, solo per fare
due esempi, hanno avuto una scarsissima incidenza sui numeri e soprattutto sul modo di vivere
le vacanze brevi (non sulla stagionalità, non sulla durata, non sul modo di organizzarsi).
Il secondo è che le dinamiche demografiche del nostro Paese, non vanno certo contro la
crescita delle microvacanze, il cui trend risulta quindi positivamente correlato con l’evoluzione
qualitativa “naturale” della popolazione (per l’evoluzione migratoria non abbiamo ancora dati
precisi). Ad esempio la popolazione invecchia, ma gli “anziani” non sono più un mercato margi-
nale della vacanza, anzi sono un target sempre più guardato con interesse dall’impresa turisti-
ca.
Il terzo è che anche nei periodi più difficili dell’economia non c’è stata una contrazione del-
le vacanze secondarie, che al contrario hanno preso il posto talvolta di quelle primarie (rinuncio
alla vacanza ma non al week-end). Si potrebbe quindi dire che la microvacanza ha un comporta-
mento anticiclico.

30 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Tornando alle considerazioni mi piace cercare di immaginare che cosa cambierà nel modo di
fare queste vacanze. Anche qui, ovviamente, non ci sono certezze, ma alcuni cambiamenti, i po-
chi che ci sono stati negli ultimi due o tre anni, lasciano lo spazio per alcuni spunti previsionali.
Innanzitutto tenderà a scomparire del tutto la stagionalità. Quando l’Istat ha cominciato a
monitorare con costanza questo fenomeno (era il 1997) un terzo delle microvacanze si trascor-
reva in primavera, mentre l’autunno era la bassa stagione.
Oggi questa differenza non c’è quasi più e non è difficile pensare che “dopodomani” sarà
completamente svanita. Poi crescerà il movimento in tutte quelle strutture ricettive “alternative”
all’albergo in grado di avvicinare al territorio, di soddisfare il desiderio di conoscenza, e perché
no, magari anche di far risparmiare un po’, come la ricettività diffusa, gli agriturismi e i B&B. Sap-
piamo bene quanto queste tipologie siano cresciute e stiano continuando a crescere, le seconde
in particolare nelle città.
Infine la comunità auspicata da De Rita sembra già nata attorno al web, e soprattutto pen-
so si svilupperà a grandi passi. Come abbiamo visto, già oggi tra quelli che fanno le microvacan-
ze uno su tre effettua una prenotazione diretta (quasi 9 milioni di Italiani nel 2006), e tra questi
molti attraverso Internet.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 31


Si conferma quindi che la rete non serve solo a prenotare e comprare prodotti turistici
“banali” e standardizzati, o “last minute”, ma anche a trovare prodotti piccoli e rari, che altrimenti
negli altri canali comunicativi non potrebbero riuscire a trovare spazi e quindi a farsi vedere.
E proprio gli strumenti di conoscenza dati dalla rete, la possibilità di vedere, quasi toccare e
scambiare esperienze con gli altri (il passaparola telematico) è facile prevedere che farà il resto.

le microvacanze nel futuro


n° notti n° persone
2000 33.870 22.286
2005 43.039 27.625
2010 53.071 34.895
2015 67.734 44.536
2020 86.448 56.840

32 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 33
MICROVACANZA...
UN VALORE AGGIUNTO

Anna Quartucci
Sempre più spesso ci ritroviamo a consumare il nostro tempo in vite con tempi non rispettosi di
quello che vorremmo veramente, siamo “costretti” in lavori, ritmi non scelti e quindi subìti.
Questo sempre più spesso ci fa sentire stressati, senza forze con la voglia di fuggire dalle lo-
giche aziendali del risultato, della produzione, dell’obiettivo; tutte cose, spesso, imposte da altri.
Scopriamo quindi la voglia di fuggire da tutto questo, sempre di più, sempre più spesso,
magari strappando un piccolo spazio di tempo solo per noi, per recuperare. E’ sicuramente in
questo contesto che si è andata sviluppando la voglia, il bisogno della microvacanza.

Quante volte l’idea di arrivare all’estate, alla vacanza canonica “lunga” o alle vacanze natalizie ci
è sembrata un impresa troppo grande per noi e quindi, perché non regalarci una vacanza prima,
magari micro?
E’ questa idea di regalo, di coccola a se stessi che aggiunge un sapore tutto particolare alla
microvacanza, al massimo il week-end che si fa con il proprio partner, non di più.
L’ idea di viaggiare magari vicino, magari solo alla ricerca dell’ olio novello, ci dà già una di-
mensione possibile, non stressante della vacanza, la scelta di un viaggiare in macchina, in modo
lento, nel rispetto dei nostri ritmi, di una vita che veramente vorremmo vivere.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 35


E’ questa dimensione (che in questo micro - tempo, in una micro - distanza si possa ottenere un
grande relax, in nuovo contatto con tempi lenti, alla scoperta di luoghi vicini), che rende queste
microvacanze interessanti e “responsabili” anche per chi vuole lavorare, studiare e organizzare
questo segmento di mercato in forte crescita.
La forte connotazione di vacanza lenta e di territori vicini, che rende le microvacanze una
risposta efficace e per questo sempre più perseguita dai viaggiatori, spesso alla ricerca della
“familiarità”, come per voler vivere per un po’ un’altra vita, magari che sembra più piacevole della
nostra, da cui siamo fuggiti.
Chiediamo di visitare il frantoio, di capire come si sceglie il vitigno, come si alleva la cinta
senese, cerchiamo di mangiare in luoghi dove “i presìdi” di slow food ci permettono di assaggiare
sapori di una volta, antichi e quindi preziosi. Quanti fagioli, farro, vini, olii, salami hanno riempito,
con nostro orgoglio, il bagagliaio della nostre auto? Quale souvenir più gradito? E’ un ricordo,
che si riproporrà attraverso il palato anche quando torniamo a casa.
E’ interessante riflettere poi su come le microvacanze rispondano e si relazionino alla voglia
di un turismo più attento al territorio, alle persone che ci vivono, agli artigiani che ci producono
i loro manufatti, alle produzioni eno-gastronomiche .

36 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Il contrasto che subito ci fa riflettere è come, anche in micro-periodi, si possano avere at-
tenzioni e sguardi al luogo che stiamo visitando, e sempre più spesso ci è dato di scoprire che il
week end può essere uno studio, una prima visita, un primo assaggio ad un luogo che magari
poi diverrà nostro, quello dove tornare a ritrovare quello che ci piace.
Tante possono essere le tipologie di week-end, le scelte di destinazione, confortati spesso
dal “surfing” in internet, dove tutto diventa vicino e possibile, ma i numeri parlano chiaro: solo il
17% vola, quindi la stragrande maggioranza dei microvacanzieri sceglie luoghi vicini.
Immaginate le motivazioni di vacanza, confortati da numeri interessanti, (ben il 74,8% sce-
glie l’ auto) si può azzardare un’ipotesi: le micro-vacanze sono le vere vacanze responsabili e
sostenibili, vicine, che interagiscono con le comunità locali, che utilizzano trasporti con un
basso impatto ambientale, che lasciano risorse sul territorio visitato.

Possiamo allora pensare ad un turismo che per brevi periodi e più volte in un anno si posiziona
nei nuovi turismi a cui la società si sta sempre più indirizzando.
C’è sempre di più una voglia di etico, corretto, rispettoso dell’ ambiente, in una fascia di
consumatori disposti a spendere di più, ma spendere buono, ed è proprio in questi consumatori

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 37


che si connota il micro-vacanziere.
E’ in quest’ottica tutta positiva, che mi piace pensare si collochi questo trend, in grande crescita,
che a ben vedere nella sua velocità non contiene elementi di consumo negativo.

Quindi quali considerazioni ?


->> Le microvacanze rispondono ad una esigenza di “pensare a sé” come esperienza di arricchi-
mento.
->> Le microvacanze aiutano i piccoli produttori, fanno crescere le comunità locali
->> Il fai-da-te è ancora oggi la modalità più comune nella microvacanza,
->> È un turismo lento che studia e assapora.

Capito tutto questo, entriamo in relazione e in contatto con il microvacanziere e quindi siamo
in sintonia, possiamo rispondere alle sue richieste di “fuga”, essere complici della voglia di vivere,
se pur per un micro - periodo, un’esperienza di arricchimento e relax.

38 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 39
COSA CAMBIA
PER IL TERRITORIO

Angelo Angeli
Ormai sono turisti come residenti, a volte solo un po’ più meravigliati, un turbine veloce alla
ricerca di esperienze. Vengono nel luogo dell’accoglienza, del movimento, del cambiamento,
delle mutazioni, sono i coriandoli delle microvacanze alla ricerca dell’anima della città.
Luogo dell’anima da respirare, nei viali, nelle luci, nei materiali, nei suoni, nelle atmosfere,
strade, volti, facciate, sguardi, giardini, macchine in movimento, canali, odori … è qui che solo
insieme all’anima allora si cerca anche la storia, gli eventi, le occasioni.
La città ha un anima con le braccia aperte, se no che città è ?
Le stesse braccia aperte dei mille luoghi d’Italia, oggetto di desiderio.
Territori e comunità cercate perché accoglienti e desiderabili, è la ricerca di una relazione affet-
tuosa. Una ricerca fatta evitando l’intermediazione troppo distante, credibile solo quando diven-
ta “complice” dei sogni e delle aspettative.
Sono le microvacanze di un turismo che non c’è, che è piuttosto un voler essere “gente di
casa”. Quella stessa gente che ogni giorno guarda il paesaggio dalla finestra di casa.

Paesaggio conteso da parodie di periferie viste altrove.


Paesaggio “abitato”, un insieme fragile fatto di segni : di segni della natura; di segni lasciati dalle

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 41


generazioni che hanno usato ed abitato il territorio, quando questo era ancora un bene primario
fondamentale; di segni della trasformazione recente, quella che vede il territorio farsi sempre
più contenitore di processi economici radicati lontano da esso; di segni dati dall’affermarsi di
nuovi stili di vita che chiedono al territorio prestazioni nuove, a volte contrastanti, (velocità e
mobilità, reti di informazione, efficienza dei servizi, certezza delle dotazioni energetiche, valore
della memoria, sicurezza, rifugio, vivere slow ..).
Paesaggio, come insieme di elementi, che va assumendo un valore rilevante (certamente
economico) quando mantiene vive le sue caratteristiche di rarità e desiderabilità. Un valore alto,
tanto da porlo a rischio di rapida erosione e perdita del valore stesso.
Paesaggio come rappresentazione fisica della identità del territorio e della comunità che ci
vive. Un paesaggio nella maggior parte dei casi connotato fortemente dalla ruralità; una ruralità
a rischio di scomparsa, come a rischio è l’antropizzazione saggia dei luoghi, la manutenzione al
territorio stesso.

I segni storici dati dagli strumenti di produzione (architettura e sistemazioni agrarie) sono in-
dubbiamente quelli più forti ed ancora ben visibili, così come ancora rimangono forti i segni che

42 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


l’azienda contemporanea lascia sia in positivo che in negativo, compreso il segno della dismis-
sione, lasciando il posto a fenomeni di rendita di posizione nuovi ed aggressivi.
Ma le braccia aperte che stanno nel valore del paesaggio vivo, stanno anche nel possede-
re molti requisiti di qualità del vivere, quelli che hanno reso i territori di molte regioni italiane
desiderabili da una domanda sempre più ampia e diversificata, stanno soprattutto nella scelta
consapevole di voler essere territori di accoglienza.
Anche qui c’è un mito da sfatare: è un limite continuare a leggere il principio dell’accoglien-
za in termini meramente turistici. La questione turistica, nella peculiarità dei territori a cui penso,
non è separabile dall’insieme dei fattori di qualità che investono le modalità di vita e di lavoro
di residenti ed imprese. Piuttosto il prodotto turistico è tanto più forte e competitivo, quanto si
integra ed estende in una logica di sistema che riguarda tutti quanti.
Solo comprendendo questo aspetto si potrà gestire il territorio in modo aperto verso l’in-
novazione e l’accoglienza, essere “attraenti e desiderabili” verso una molteplicità di soggetti:

->> verso i residenti di sempre, ai quali offrire la continuità ed il miglioramento della qualità
del vivere, sia quella costruita attraverso l’impegno delle loro generazioni, della quale con-

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 43


tinuare ad esser soddisfatti, sia quella da migliorare ed incrementare per soddisfare i bisogni
del presente.
->> verso nuovi residenti e nuove famiglie alle quali offrire la possibilità di scelte motivate dalla
disponibilità di una maggiore qualità territoriale (ambientale, sociale, culturale).
->> verso le imprese in un contesto di efficienza ma anche di “coerenza produttiva” con le risorse
del territorio.
->> verso i residenti temporanei (i turisti) che qui possono esplorare e fare l’esperienza di vivere
in un territorio diverso e desiderabile.

Ma non tutto fila liscio. Cari Sindaci di “Comuni Turriti” allora attenzione alle nuove: fuor di fine-
stra cadono coriandoli! Sono le microvacanze e le turbe di nuovi arrivati, una vera calamità!
Vogliono cose normali: paesi puliti, campagne ben tenute, trattorie dove si mangia bene e
i prezzi sono corretti, persone sorridenti, accoglienza calorosa, amici veri, piccoli imprenditori e
buone idee a cui affezionarsi e di cui raccontare, .. un bel problema. Capita anche che si alleino
con i più ribaldi dei vostri concittadini, ricordandosi dei due o tre giorni passati con loro, della
piccola casa acquistata, di un amico ritrovato, e piantano una bella grana, protestando per que-

44 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


sto o per quello … ah, le microvacanze.
Ma se è così, bisogna rivedere tutto:

->> i progetti di espansione “turistico-ricettiva”;


->> le nuove infrastrutture che “ci tolgono dall’isolamento” (avevamo pensato perfino anche agli
aerei delle nuove compagnie Low Cost ..)
->> poi le campagne promozionali con grandi affiche negli approdi del mondo (... una terra a
misura d’uomo…);
->> poi ancora il business plan del Borgo Montebirignoccolo, portatoci personalmente dall’AD
del T.O. (sceso per l’occasione dalla sua sede al 37° piano) con la dimostrazione dei benefici
delle 36 buche del golf e dei 200.000 metri cubi, nuovi di pacca, per gli amanti dello sport
e della natura;
->> e infine i nuovi outlet del tipico con pasta peniforme, e tante belle altre idee e novità …

Insomma è un bel problema: bisogna rivedere tutto, o scacciare definitivamente i pericolosi


coriandoli delle microvacanze!

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 45


LE IMPRESE
E IL MICROPRODOTTO

Michela Valentini
Le imprenditrici e gli imprenditori del turismo lo sanno già: le micro-vacanze esistono e sono
sempre più insidiose. Tu gli chiudi la porta e quelle entrano dalla finestra, tu dici “una settimana”
e piovono prenotazioni di due giorni, tu metti sul sito l’offerta “all inclusive 2 notti” ad un prezzo
da favola, e ti chiedono solo il sabato sera.
Chiunque abbia una impresa preferisce avere la certezza del lungo termine: commesse che
durano anni, consulenze che durano per tanti mesi, allotment infiniti e garantiti per la vita.
E preferisce avere grandi clienti: perché così si può pianificare il bilancio, disegnare per
benino il grafico del cash flow, tranquillizzare le banche ed i collaboratori, consolidare una squa-
dra.
Poi i grandi clienti hanno cambiato logica e/o fornitore (magari ne hanno trovato uno più conve-
niente agli antipodi), ed è diventato necessario affrontare un mercato sempre più frammentato:
tanti clienti, tanti prodotti, commesse sempre più piccole: un mercato fatto di tante di micro-
entrate. E quindi i tempi di programmazione continuano ad accorciarsi.
Persino a Ponzano Veneto, sede del colosso Benetton, oggi “la parola d’ordine è velocizzare,
riuscire a proporre almeno cento segmenti di collezione l’anno”, il che è sinonimo di una minore
durata dei prodotti sul mercato, e dell’esigenza di una loro sempre maggiore “customizzazione”,

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 47


anche da parte del profeta del filo di retto col mercato, della produzione just in time.
Ma ci siamo già passati: una volta tutti i fenomeni erano di massa (compreso il turismo), poi pia-
no piano sono diventati di nicchia.
E’ una somma di nicchie piccole o piccolissime a governare il mercato, peggio (se possibile) della
politica del post-maggioritario, in cui un solo onorevole “dissidente” si mette in proprio, fonda un
giornale, un gruppo di pensiero, e va alla trattativa con tutti e per tutto.
Tornando al mercato, eravamo abituati a considerare come riferimento la famosa curva
del “ciclo di vita del prodotto”, che parlava di introduzione, lancio, espansione, crescita, maturità,
declino (o, sperabilmente, rilancio).
Adesso, invece, come è ormai desueto il solo concetto di mono-cliente, nelle imprese e per
le imprese non c’è mai più un solo prodotto, né mai più una sola curva: la serie, il fascio di curve
del ciclo di vita dei diversi prodotti descrive nel tempo il destino di una impresa (e, fatte le debite
proporzioni, di una destinazione turistica).
E nel tempo tante altre grandi imprese hanno imparato a fare i conti con segmenti più
piccoli, con nicchie più piccole, con domande più piccole, e quindi anche prodotti più piccoli.
Ne sono una riprova le confezioni di latte da mezzo litro, i cotechini venduti a fette, le bottigliette

48 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


di vino da 3.75 centilitri, ecc.... e, sul fronte dei servizi, le assicurazioni RCA per un mese, le assi-
curazioni vita per un viaggio, ecc.
Come noto, queste non sono solo conseguenze della “crisi economica” (una definizione
tanto imprecisa quanto permanente, ormai anche in periodi di espansione del ciclo congiuntu-
rale): comprare mezzo litro di latte non è tanto né solo un fatto di povertà assoluta, quanto di
avversione allo spreco, di logistica del trasporto, di riduzione degli spazi domestici, e così via.

Allo stesso modo le microvacanze non sembrano essere tanto una risposta dei consumatori alla
riduzione del loro potere di acquisto: il consumo turismo, infatti, non è tassativo come l’alimen-
tazione o l’alloggio, la salute o il riscaldamento, è ben più in alto nella piramide di Maslow.
Ma per le imprese turistiche questa tendenza, se confermata come fanno presumere le
tendenze e le previsioni, è la fine della comodità, e l’inizio di un altro spacchettamento, di un’al-
tra “coriandolata” (come la chiama De Rita) di comportamenti di domanda da fronteggiare. Cer-
to, non è con l’indifferenza o la rassegnazione che si può far fronte ad un tale cambiamento.
L’impresa turistica, ricettiva, dei trasporti, dei servizi, ha molti modi per far fronte anche
alle onde grandi di cambiamento, … e queste a ben vedere sono solo delle ondine: ben peggio

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 49


sarebbe trovarsi a far fronte ad un’onda grande e avversa, come è capitato altre volte, e come
fortunatamente nel nostro Paese capita di rado, anche grazie alla forza della domanda turistica
interna ed al suo potere anticiclico e stabilizzante.
Certo è più difficile se una impresa piccola, come sono di norma quelle del turismo in Ita-
lia, cerca di affrontare queste onde di cambiamento da sola: ha bisogno delle altre, perché la
cooperazione tra le imprese non è una chimera, ma serve proprio a trasformare le opportunità
del mercato in prodotti di successo. Ad esempio, ci sono tante occasioni che possono diventare
prodotti turistici, se si è capaci di organizzarli e promuoverli come si deve:

->> ogni bell’evento può diventare vacanza


->> ogni passione ha i suoi appassionati
->> ogni stagione celebra i suoi riti
->> tutte le eccellenze hanno i loro estimatori
->> molti personaggi hanno un pubblico di aficionados
->> e così via

50 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Le grandi imprese telefoniche, forse tra le più dinamiche, sempre alla ricerca di nuovi clienti e
con l’obiettivo di fidelizzare i propri, conoscono molto bene questa situazione: una tariffa scon-
tata, un nuovo regalo, una suoneria gratis, Halloween e Natale, la Befana e Pasqua, il nuovo
testimonial, un evento sportivo (meglio se una vittoria), perfino la gravidanza della moglie di un
testimonial, tutto diventa oggetto per parlare di sé, e per parlare con il pubblico.
E le grandi multinazionali dei prodotti di largo consumo, ad esempio chi produce lo sham-
poo, oramai propongono tanti di quei prodotti per capelli (rossi gialli e neri, lunghi medi e corti,
lisci ondulati e ricci, belli medi e brutti, sani malati e così così, ecc…) che lo spazio loro dedicato
nei supermercati è più vasto di quello dei formaggi.
Una segmentazione che rasenta l’assurdo. Eppure viene soddisfatta una domanda ben
precisa, la domanda di sentirsi unici, necessario palliativo di esserlo davvero...

Ma anche senza guardare ai grandi leader del mercato di oggi, in tutte le città ci sono ormai ne-
gozi, gestiti per lo più da stranieri, che applicano sistemi personalizzati di orientamento alla do-
manda: stanno aperti sostanzialmente sempre, propongono sostanzialmente tutto, adeguano
offerte e vetrine alla bisogna del momento, cambiando le vetrine ad una velocità sorprendente

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 51


(se piove, fuori gli ombrelli, se c’è una beatificazione, ecco i santini, ecc…). E pensare che il com-
mercio tradizionale cambiava l’esposizione solo per Natale…
Da una parte quindi i grandi budget e i mega-uffici di marketing, dall’altra i bassi costi del-
la manodopera e il tanto impiego di persone: ma il contenuto di intelligenza reattiva rimane.

Ed è quello di cui ha sempre più bisogno anche la nostra industria del turismo.

52 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 53
ORGANIZZARE
MICROVACANZE

Diego Albanese
1 Che i Romani non conoscano la propria città, che gli Italiani vadano in vacanza dappertutto
tranne che in Italia, e che le Agenzie di Viaggio e i Tour Operators si occupino essenzialmente di
outgoing sono insieme luoghi comuni e mezze verità. Un po’ come le stagioni che non sono
più come una volta.

Ma, partendo proprio dal tema incoming – outgoing, è un dato di fatto che le grandi centrali di
organizzazione del turismo mondiale, europee e pure italiane si concentrano sui bacini di do-
manda, e cioè dove i turisti vivono, a Monaco come a Milano.
Allo stesso modo è di tutta evidenza come il principale business dell’intermediazione ita-
liana sia quello di occuparsi dei viaggi degli Italiani in Italia ma soprattutto all’estero (dato che
per muoverci nel nostro Paese abbiamo tendenzialmente meno bisogno di consulenza ed assi-
stenza professionale).
Negli ultimi mesi le principali Associazioni di Categoria hanno dato dimostrazione di dedi-
care al tema una attenzione nuova, realisticamente anche per poter trovare una più sensibile in-
terlocuzione nelle sfere istituzionali, che come noto, forse per qualche reminiscenza autarchica,

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 55


mal tollerano l’outgoing, mentre stravedono per i turisti stranieri (chi non vorrebbe poter dire:
“Con me sono cresciuti i tedeschi!”).
Ed in effetti molte importanti imprese di incoming in Italia ci sono e lavorano con impegno,
il più delle volte vendendo all’estero i prodotti turistici più apprezzati (le Città e le Isole, ad esem-
pio), quasi sempre concentrandosi su un unico prodotto/territorio, e diventando quindi esperti
di una destinazione e, almeno in buona parte, Destination Manager Organization.
In questo, ad onor del vero, facilitate se non addirittura indirizzate dalle normative regiona-
li, che, come ovvio, ne incentivano l’attività solo nella misura in cui concentrate sul territorio.
Il risultato netto di queste dinamiche, però, è che se un ipotetico “italiano medio” o “euro-
peo medio” vuole programmare o direttamente comporre una microvacanza, non dispone di
nessun riferimento semplice e concentrato che lo aiuti nella scelta, ma deve invece visionare
portali, siti, Agenzie e cataloghi vari, con il risultato, spesso, di scoraggiarsi e lasciar perdere, o di
ritornare dove già sa.
E questa è la prima esigenza, la prima domanda di mercato che unaltracosa travel ha
identificato, e si è riproposta di soddisfare.

56 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


2 Sulla forza di marca e di identità del nostro Paese c’è ormai poco da aggiungere, per quan-
to evidentemente moltissimo da dire.
C’è però da riflettere sulla concentrazione della marca e dell’identità in alcuni luoghi “ste-
reotipi” che quindi diventano simbolici ma pure, e proprio per questo, si trovano spesso a fron-
teggiare una domanda per certi versi eccessiva, per altri difforme/deforme rispetto alla effettiva
capacità e potenzialità di farvi fronte.
Mentre è pienamente comprensibile che quanti per la prima (e forse unica) volta visitano
il nostro Paese con poco tempo a disposizione, vogliano averne una esemplificazione rapida ed
esaustiva e si affidino quindi ad un circuito obbligato e più o meno organizzato che li porta a
Venezia, Firenze, Roma, Napoli e magari Pompei, lo stesso non si può dire per gli Italiani da una
parte, né per gli stranieri “repeaters” dall’altra.
Ma una questione del tutto diversa si pone per quanti conoscono già le nostre “grandi me-
raviglie”, e tutto sommato farebbero volentieri a meno del loro sovraffollamento, dei loro prezzi
surriscaldati, e pure di un certo senso di consunzione che i luoghi troppo frequentati inevitabil-
mente trasmettono.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 57


Ed apprezzano di più i luoghi la cui fruizione si può (ancora) fare da soli o in piccoli gruppi, in
silenzio o rispettando i suoni del luogo, sentendosene parte e non sentendo intimamente di
essere sempre nello stesso posto anche quando si viaggia, come diceva Calvino nelle “Città In-
visibili”.
Ma questa “piccola meraviglia” si verifica solo fuori dai grandi circuiti, nei rivoli piuttosto
che non nelle fiumare, magari proprio dove l’aereo non atterra, il transatlantico non attracca e il
pullman non riesce a girare per le vie troppo strette. E questo è il secondo buon motivo, che ci è
sembrato tanto importante da “dedicargli” una impresa.

3 In Italia centinaia di Amministrazioni pubbliche hanno investito e stanno investendo in pro-


getti di recupero, restauro e riqualificazione del loro patrimonio storico, con la prospettiva di
valorizzare il frutto di questo loro lavoro mediante l’attrazione di un turismo qualificato ed at-
tento.
Ma se prima fanno e poi provano a vendere, si trovano di fronte ad un muro: nessun ope-
ratore li prende in considerazione, perché si tratta sempre di territori poco famosi e fuori mano,
perché la ricettività è sempre fuori standard, perché la ristorazione è poco flessibile, perché la

58 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


stagione è inclemente, perché c’è la crisi, perché questi prodotti non tirano…
E se invece prima di fare provano a rapportarsi all’intermediazione ed all’industria delle vacanze,
le cose non vanno meglio: ci vuole un aeroporto entro un’ora di pullman, ci vuole una strada
idonea ed un parcheggio per i pullman, ci vuole un albergo in grado di ospitare almeno un
pullman (più accompagnatore ed autista), ci vuole un programma di escursioni nei dintorni e
di cose da far che duri almeno una settimana (perché altrimenti non si giustifica il pullman), e
poi i prezzi sono alti, e comunque in questi posti poco famosi ci viene solo il turismo sociale e
quello scolastico… a meno di poter fare un investimento “serio”, con case e casette da vendere,
e magari un campo da golf!

Sempre in Italia, migliaia di imprese dell’ospitalità provano a fare bene il loro lavoro, anche se
sanno “solo” interpretare la cucina regionale, anche se hanno “solo” quindici camere (quando va
bene), anche se fanno “solo” da guide al loro territorio. Un territorio che è sempre unico, eccezio-
nale, mitico, e sempre diverso da ogni altro, sempre più interessante ed irripetibile di qualunque
“pollo di batteria”.
Anche questi imprenditori hanno titolo e diritto a trovare nel mercato referenti sensibili e

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 59


qualificati, a non sentirsi soli ma venire aiutati a formare una rete, a non sentirsi schiacciati dalla
propria piccola dimensione ma a comportarsi sul mercato in coerenza con la grandezza che
hanno dentro e che esprimono nel loro lavoro quotidiano.
Queste Amministrazioni e questi Imprenditori sono il terzo, ottimo, motivo che ci ha spinto
a creare UNALTRACOSA Travel.

4 E’ forse per una qualche forma di pudore atavico che mettiamo sempre i nostri valori più
profondi per ultimi, e non li sbandieriamo come invece altri amano fare.
Tra di noi siamo soliti dire che, ovviamente, dato quello che abbiamo detto e fatto negli
ultimi venti anni, e forse ancora di più per quello che NON abbiamo detto e fatto, ci sentiamo di
appartenere in modo viscerale al turismo responsabile.
Pensiamo cioè che quando si lavora per lo sviluppo turistico di un territorio la cosa prin-
cipale è che questo sviluppo sia accessibile per tutti, rispettoso dell’ambiente e duraturo nel
tempo, se possibile “infinito”. E, meglio ancora, siamo soliti chiedere e pretendere che questo
sviluppo sia anche “desiderato” da chi quel territorio lo vive, e ne è di fatto il depositario.
Per noi, queste sono precondizioni di sviluppo, e non ammennicoli con cui ornare un pro-

60 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


getto magari architettonicamente bellissimo, ma nato altrove, voluto altrove, gradito altrove.
Non siamo i soli a pensarla così, e questo ci fa felici. Per il momento siamo però i soli che or-
ganizzano incoming in tutta Italia, proponendo soggiorni anche brevi, in luoghi piccoli a forte
identità, dando prospettiva di mercato alle Amministrazioni ed alle Imprese, e lavorando per
l’arricchimento delle comunità ospitanti.

A noi è sembrata una cosa buona, sana e giusta da fare. Meglio, unaltracosa.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 61


IL TURISMO
DEI SOGNI

Claudio Nardocci
Per prima cosa avremmo voglia di raccontarvi una storia. Perciò state ad ascoltare:
“C’era una volta…” Sì, lo sappiamo!
Può sembrare strano che nell’era dei computer e della tecnologia più sfrenata ci siano an-
cora storie che iniziano cosi. Che ci siano ancora persone che una storia così abbiano voglia di
raccontarla. Anzi, che ci siano ancora così tante storie da raccontare.
In Italia ci sono migliaia di località, migliaia di paesi di cui varrebbe la pena raccontare la
storia. Storie semplici, storie di vita, storie di luoghi. In questi paesi ci sono migliaia di persone
di cui varrebbe la pena raccontare. Noi siamo sicuri che ci siano anche migliaia di persone che
queste storie abbiano voglia di ascoltarle.

È così che è nata l’idea…


È così che è iniziato tutto…
È così che è nato il progetto…
È così che abbiamo iniziato a viaggiare…
È cosi che abbiamo iniziato a scoprire…
È cosi che abbiamo iniziato a raccontare!

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 63


Il progetto “Aperto per Ferie” è nato in questo modo, semplicemente dalla convinzione che non
ci sono imprese impossibili se ci si crede veramente e che non possiamo far morire, senza fare
nulla, quasi tremila località che rischiano lo spopolamento.
Abbiamo chiamato per questo gli amici a raccolta. L’iniziativa ha finalmente preso forma e
sostanza e ora più di qualcuno inizia a crederci. Per ora molti sono solo sogni.
Ma il sogno è un utensile che prende forma dalle sapienti mani di un artigiano. Il sogno è
una fumante zuppa di erbe selvatiche. I sogni sono anche i miti e le leggende custodite dagli
anziani di questi luoghi. E visitando i nostri borghi si potrebbe pensare di vivere in un sogno…
Insomma stiamo preparandoci per partire per “I borghi del Turismo dei sogni”.

Prima di illustrare il nostro viaggio, Vi vogliamo far conoscere l’uomo ed il luogo che ci hanno
ispirato e fatto venire voglia di tentare l’impresa.
Vogliamo farlo però in maniera molto speciale. Perciò lor signori prendano posto, si sieda-
no comodi, andiamo ad incominciare!

64 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Una drammatica realtà

Una brezza fredda giocava a rimpiattino con le ultime foglie d’autunno.


Un cane malridotto dall’età e dalla razza incerta era suo malgrado l’unica cosa viva in quella
piazza acciottolata, qua e là impreziosita da antiche pietre.
Cenci di nuvole nere e grigie componevano un cielo scuro e maledettamente triste.
Almeno ci fosse stata una candida spiaggia tropicale con la sua giungla lussureggiante che
arrivasse a lambire un mare cristallino ricco di battaglioni di pesci multicolori. Qualcosa si sareb-
be potuto tentare!
Se sotto quella superficie quei pinnati arlecchini si fossero rincorsi tra anemoni, gorgonie
e coralli… Invece la gelida mano di un mago cattivo aveva reso smorto ogni colore: un uomo
avvolto in un pastrano avanzava traballante per il vento o per il vino, o forse per entrambi.
Il cigolio di una vecchia banderuola diventava la colonna sonora di un’agonizzante realtà.
Il ticchettio lento di una goccia d’acqua era l’orologio che scandiva il trascorrere del tempo
in quel dimenticato pezzo di mondo. Le mura del vetusto castello qua e là coperte da un verde
mantello di muschio testimoniavano un’antica, dimenticata nobiltà.

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 65


Almeno ci fosse stata una candida coltre innevata con decine, centinaia di puntini colorati ed
impazziti che freneticamente avessero tracciato migliaia di serpentine sulle bianche pendici.
Forse tutti si sarebbero impegnati, e allora chissà!
Se sui fianchi delle piste agli sciatori fossero sfilati via veloci abeti centenari con le loro belle
sciarpe di candida ovatta… Invece il tempo che non passava mai sembrava il cartello arrugginito
inchiodato all’ingresso del paese che, ormai illeggibile, ne riportava il nome.
Cosi gli uomini pensavano, sbagliando, di aver decretato la fine di quelle poche case ma
soprattutto la fine di se stessi.
Allo stesso modo, spesso senza lottare e facendosi vincere dalla rassegnazione, si rischia di far
scomparire 2.800 borghi italiani!

66 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Ingenui o pragmatici sognatori?

…Eppure…
Dovete crederci perché strano è il mondo quando decide di rivelarti un segreto. Lo fa cosi, senza
curarsi se quello di cui ti renderà partecipe sarà qualcosa che ti farà maturare o che, al contrario,
costituirà per un tranquillo cittadino come te una sconvolgente rivelazione.
Eppure… non si può far altro. Le storie belle vanno raccontate altrimenti è come tradirle, di-
ceva il vento famoso traslocatore di parole, di giuramenti, di bugie, di promesse e frasi d’amore.
Così un bel giorno, avendo appreso queste vicende, una mano, una penna e un foglio si
misero insieme per raccontare agli uomini quello che gli uomini sono in grado di fare quando
hanno il cuore puro, la mente libera e l’animo sereno.
Quello che gli uomini possono un giorno solo osare di sognare e quello che gli stessi uomi-
ni con la loro fantasia, con la loro volontà, con la loro passione, possono con il tempo trasformare
in splendida realtà.
Strano fenomeno quello che queste righe e quelle che seguiranno vi potranno narrare
perché scoprirete che in ogni luogo, in ogni borgo, quello che l’uomo immagina si può realizzare

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 67


e non c’è bisogno di magia ma solo di amicizia, amore e fantasia!
Dal cuore nasce questo racconto perché la storia che si narrerà proprio ai cuori possa arri-
vare. Solo con il cuore, infatti, altri luoghi potranno diventare i protagonisti della nostra sfida: per
sognare, ma soprattutto, per realizzare.

“E se questo non c’è allora lo sogniamo, perché, grazie a Dio, in questo paese siamo ancora matti e ci
immaginiamo le cose…” (da “Saltatempo” di Stefano Benni)

Come nascono i sogni

Si dice che le donne rese celebri dagli artisti e dai poeti di tutti i tempi non fossero poi fulgidi
esempi di bellezza e che solo l’arte, le capacità, l’ispirazione e soprattutto l’amore dei grandi del
passato, da Dante a Petrarca, a Leonardo, le avessero trasformate in eterni simboli di femminilità.
Nello stesso identico modo penso che solo l’amore per il proprio paese possa trasformare que-
ste località agli occhi dei protagonisti delle nostre storie nei “più bei paesi del mondo”.

68 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


È per questo che vi invitiamo ad intraprendere questo viaggio.
Perché vogliamo dimostrare che alcuni valori, ormai quasi dimenticati, come l’amore per le
proprie origini, l’amicizia, la passione non sono nostalgie da vecchi, da sciocchi o da ingenui ma
armi potentissime che, nelle mani sapienti di uomini giusti, possono permettere di raggiungere
qualsiasi obiettivo. Perfino quello di cambiare il mondo o la storia.
Ci considerate degli illusi romantici? Attenti a definirci patetici solo perché non sapete ma-
neggiare gli strumenti meravigliosi che abbiamo appena evocato.
Ricordate la storia de “La spada nella roccia”? Per estrarla occorreva un uomo giusto dal-
l’animo nobile e coraggioso altrimenti la spada sarebbe rimasta intrappolata per sempre.
Potete provare ad estrarla anche voi ma se non siete della stessa pasta dei nostri eroi la spada,
nonostante i vostri sforzi, non si libererà dal suo massiccio scrigno…

Per gentile concessione di:


Claudio Nardocci, Presidente UNPLI
“Il Turismo dei Sogni” - Itinerari alla scoperta di un’Italia sconosciuta - Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, 2006

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 69


Grazie a: Rosa Roberta Massa - segretaria di redazione
Silvia Barbone
Vincenza Auletta
Ambra Benini
Lucia Cavaliere
Milena Marchi
Daniela Pennini
Marco Piscedda
Patrizia Politi
Riccardo Pusceddu
Roberto Vitali

70 le microvacanze - cronache dal futuro prossimo


Per contattarci:

SL&A srl turismo e territorio


Via dell’Olmata, 30 - 00184 Roma
Tel. 06 4741245-46 - Fax 06 47823753
www.slea.it - slea@slea.it

unaltracosa travel tour operator

Via dell’Olmata, 30 - 00184 Roma


Tel. 06 4741230 - Fax 06 47823753
www.unaltracosatravel.it - info@unaltracosatravel.it

le microvacanze - cronache dal futuro prossimo 71

Potrebbero piacerti anche