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v TL PROBLEMA DEL SEGNO NELLA PELOSOFIA .ANTICA. 131 1. _ Lo studjo del lingusggio, prina di assumere que! earatere storico, sttraverso cule” potute’ divenire proprismente seientifico, ? state in gran parte ispi- rato ad esigenze filosofica. Anche se per I ineufficién: za del metodo © por Ja ristrettezze dell’ orxezonte lin guistaco, ess0 non ha potuto dare frutta per noi ogei Receteabili, rimane valade I*ampostazione del problema, Ja quale inquests fasi, che possiano considerare pre- scientifiehe, +’ essenzialmente di ordine conoscativo. Infatta, tanto le valutarionz atnologiche © reli giose delle fas3 arcaiche © delle pramatave, quanto ne] Te speculation: falosofiche, con cui la mente, une vol ta ecoperta la realta’ obiettiva, eerce di rondersi con to del suo repporto con essa, 1] linguaggio ha avute un posto centrale, ed a’ stato implicatanente o capli- citamente considerate in funzione di una sua assolutez Us riconoscinento di valore e’ implicate al]? as~ suazione della lingua a fini magiei, cone appare assed sposeo presso le comunita’ primitava.- Basti peasare, de, un Jato, alle formule di preghiera, di invocaztone¢ di Seonginre, che tanta parte henno nel costume arcaico; e; dall’aitzo, all*inportanze che aon solo nelle prety che magiche, ma in tutto 11 rapporto sociale ha al no- ne riapetto alle cosa cke designa, sopratutto i] none proprio, rispeteo alla peraona e alle sua liberta®, Nel Je preghiera o nofl’anvocazions, J'eaigenza della ees texze formulare si collega'con il fatto chessolo # va le condizione, Ja formals 0? veraje Ja sua verita’ di- vente vincolante anche. per Je davinita’, appunto per eho’ risponde ® una legge della realta’ soprasensisile. Quanto al none proprio, J'ideatita’ di esso con Ju per Sona e' cosi? categorice che nelle pratiche magiche iI possesso del nome e* condizione © mezzo del dominio sul Ja pergona,-Una volta che si voglia motivare tale asso Tutezia su piano cosmogonico, now rimane altra via se non riportere 1 segni delle cose ad origine divine. La nentalite” primitive ed-arceica non si pone il quesito delle origine della funsione. 1) linguageie del Truono ¢ quello degli animali sono nel ltordine navara- Je, alla steise maniera del auono o runore che si. ae- compagna. a forze ed eventi‘della natura, Problenatico invece'#” i] none che indica una cosa non ss intende 132 4 quale titolo particolare Ja indichi, La risposta on tira doveva essere necessarianente dognatica, enon ert tica: i] none ©? un aspetto del medesino atto creative che ha dato origine alle specie delle cose. Questa ef per J’appunto la riapesta che e? data nelle piu’ anti~ che. teolegie, nelle egiziana cone in guells biblies, 4 naloge concezione appare nell’ India vediea: 12 Voce eg. fe divinita’ o" Ia vocalita’, che e’ in tutte le cose e che solo in parte viene scoperta dalla lingua degli vomtnt. 2.. Con il soxgere del pensiero-critico in Grecia, a] Vinguaggio 1 pone di necesaita’ al centro dell in- degine. Le scoperta, infacta, de] cosno conportava to accertanento,del Ja validita’ de) conoscere. La falosd~ fie ionice plu? antica si era euvta iupegnaga.a ricer care la legge de} cosmo in un principio unitario fuori de]]*uomo; ma 21 era trovata ‘nella inpossabilita’ di corrobotare-le proptie effernazion:’ trovands per ease rispondenze © conferme ‘in on ofdine ‘dt verita’ cerce @ hon contestabili. Solo due valori arogivivano s que ato fine cone prstre di paragone por ogni speculaziona; Gs un lato, 12 lingua con i suo dati universalmente acceteati, dal’ altzo Guero, padre della grecita’, so ma e principio i ogni ‘sapéie,'L’ atinologia; cons ricer Ga della verita’ assoluta racchiusa nelle parole, I7in verpretazione el legorica dei poent onerici .cone scopri nento dh verita’ nascostenel mite poetic, + a cenferma dei risuleati raggivner dalla specalazione, costitur- scono le due vie chevanta parte del peneiere-antaco per corre ‘alla ricerca-dk una conferna.della-propria vali~ dita’. in vero © proprio. problena del liaguaggio aon senbra # nol, posto na? in Eraclito, ne’ in Parnenide, i prisi due: pensszori che ce¥cano nell’ arbito unano 1a legge del cosmo: ,perche’. I*uno ¢ 1’altro considerano ill tapporto fra il/processo del pensiero, cone si ia= hifesta in ua segno eapreasivo compiuto, cioe’ nella “fesae© il reale;:e non si preocenpano della verita’ del-singoly segno, cios? def vorsholo, ¢ del suo diret- co rapporte con il reale, In altre termini, essi si preoceupano “solo di arabilire ‘se la rappresentaztone verbale di un" antuizions, clos’ del. reale che ne cost tuises i] contenuto, aderisea a questa, sha vera, ¢ non si fongeno esplicatanente al problems dal singolo segno, cel] Bvoua, © del ‘suo eveatuals legame con 1! reale, Che ad Ereclito importa soltante di stabatire che il processo sttuantess nel logos © quelle che 0% attua nel reale sono identici, si-che il Logos deve essere ts'sunto cone Jegge dal mondo, appare chiaro dal Fanooo ramento B 1 Dicle,che seconde noi’ e'da intendere:” “Di ‘gest. logos, che sempre. c'e',gli uosini non riescono a rendes- si conto, ‘ne prina che lo abbiano udito (eioe', quando’ eam ‘spresao), ne dapo che lo abbiano udito (cice' quando e” expreaso).. Jafacti,per quanta tatte le cose ervengano secondo questo logos. li wonini famo Ia figura ci essere inesperci,nell’ atto stes- so che fanno esperienza di parole e di fatti.dell*or- dine di quelli che 10 spxego, distinguendo ciascuno secondo la sya natura © opinando. come ie cose vanno “ion c'e! traecia nei frannenti eraclitei. di una vera.e propria indigine etanologica: quello che importa all" dgcuro da Bfoso e! di stabilize I"universalita’ del processo, che si Compe nel Logos; 1a rispondenzs delltonoma, cone clonento del logos, con al 'reale non lo ‘impegnas inmpe gnera’ snyece i suoa soguack, 1 quali dal identit de] provesso del Logos con il-divenire. del reale sa- anno necessarsaneate portati, 3 concludare che una ri- spondensa debla sussistere anche neglielementi parte cipanti ai dua processi e che, pertanto, 1] singalo nome sia naturalmente neceasario (p¥cet), Tale svilup: po.nel pensiero ersclateo non appat= compiute, cone puo’ rilevarss dalla, steasa posizione che I’eracliteo Gravilo ha nell’ ononisa dialogo platonico, @ che quella di un teaace attaccanento alla dottrina dell'e terno fluire © della attriburionedi an valore uatarele al processe che si tviluppa nel pensiero discorsiro. ‘Che Ja dottrins di Parmenide sia da considerare in rapporto con quellé eraclites, risulte, oltre he dar palesi riferimenct polesici (bastera’ ]’accenno s¢ yero a color peri quali 1) canmane di tutte le cose eran andare che torne” B.6,9, che richiana Eracli- to B. 6) "una e medesims e* la via che salee che scen de 'J, anche dall’inpostastone dalla cua dottrina, ohe yede la verita’ nell'atto della mente che coglie cio? chee’, @ non il divenire, il-quale include cio" che non'e'(''e? neceasario che il dire © pensare siano cio’ 134 chee’: inated Mesgere @! possibile, mieute nen e! posdabile", B.6..1-27: Anche, Parnenide non si pone il problens del singa lo segne (iol), bensi’ quello del processo rappresen- tative che'si sviluppa nella frase: ¢ ad Eraclito egli Bi oppone, poxche” nega 1a validita’ del processo che Guegli invece afferma. Parneaide afferna la-verita’ di fio! che #” © del pensiero che. lo pensa cone essere Cla stese cosa e* 4) pensare ecto’ di cui ei ha il peniera“ B, 0.34), el’easere o” 1a stessa condizio~ he del pensiero, che non puo? esrstere:senza quello. In 3. 34-4] ricorre 1 parola onona, nee guardare bene, ecsa e? usata ne) senso particolare di "verbo, segno Gi un processo. Dopo avere affernato: “infattx, senza questo “che e” ", non riconosceresti 11 pensare nelle forma in cui easo 9 rappresentato; poche’ “niont’al~ tro ce) e sera’ ell’infucri di cio’ cheve?, detoche 1a Moira Jo lego’, ad essere witto ed amnobile “, si ag- giuage: “percio? aaranno'merovnonés quanti % nortali fe posero, {dando che foasere veri, nascere @ perire, cesere o non cesere #i) mutenento di pesto ¢ tl can pisre le speglia visibile "2" chiaro che questi ‘‘no- mi‘, i queli non esprinono se nen nosion: verbald, pro Cessi, sono secondo Parnenade sinboli fictizi, poiche’ Gn realta’ non e” vero se mon exo’ “che 0? “, @ questo golo Ja mente intuxsce. In sostansa, eriche per Parmeny de 1 problena del Janguaggto 2? ancora solo quello del Ja verite’ che vi si esprine, © il segho dx un proces soe? "mero none"; 1a rappresentazione di wn divenire none? verace, dato che vero e” soltanto cio" che e*, Iniene, 1a mente, in-quanto coglis l'essere in bloc co nella sua unita’. Da quanto abbiand rilevace appare non fondata 18 opinione vorrente che gia’ not due pensators greci, quali sono i print a-porre i] problema doll’wniversa Sone problena del conoacere amano ed a cousiderere il linguaggio in funziene.di' tale conoscare © di tale pro blena,-siano posta eaplicizanents i termini del]’anti. test gdgc-vouios,entro cui #1 svaluppora’ ia discussio~ ne ‘suecegsava. 3:5 Ty problema del singolo: segno, presaocke". tgaora- to in Eraclive ed appene Secennato da Paraenide Jinsta Cogpa notizia di Proclo (in Cret,, 68 .D., 26 Diels); aS qamenbe’ al yorbe, diveata lpia” esplictte-eceentrale cin Pieagata e in Deuocrite, che vi sono: pervenuta:miorea Qo per vie diverse. oe Divegora, una volta posto-1l mumero a.bése.e prin Gipio delle cose, 81 trove" portato dalle: ateasa aualg Brees due sinbolt « conatderare Ia validiea’ de) sin Rolo fonico. Come fonte della sua dottring si ha: solo” dake wetie rieulea che egli nella acala-det valori conosei- SU bacque al prino posto al munero, pereke" asso st identifica con 1a conescenza (von51$) © con cio’ che ine e Thage getto (vort®y}, Quanto al sirbolo fonico, Pitagora, introducendo, Feta di un ovnachete, abteibsizee all‘anina i] digficile cot bite di inverpretare, cone ae ai erattasce di wn ang, Tn no> Mrnebilita’ da quello conforita alJe cose. |." entine 0° Toeata di quelica’ conosextive che son inferiort’ & seeie deta zagione; cost’ che, mentre queate conosct iinarianence, diretvamente, Ivanina ha delle cose. © TO Rut inmegint © rappredencazioni, che alludono’ el [vassenta di essi, cone fosgero statue, forme esters; lo gteseo rapport si verifica nets noni; che. sono Rep sresentarioni delle cose e costituiscons un! raitesions Bry hunerL, ehe invece sono sinbols di entiva’ puramen te razionali. Pont ifeato che per Pitagora 1a conoscenca prin gr quella de) numero, in ovi 1a nenvs ai identafies con Sr ee uhgetter giecche" ozso o? al segno di, an valore Leteteo “al saconds piano viens il simbolo fonice eke seeeetre dell'anina, la quale con inmaguni © rapereson Gesiont discoraive. rende Ja forma osterna delle cose ‘Gdyadua), La superiorita’ del. nanero e’ per Pitagora sriexeultate del faeto che in «sco non c'e Ianterven 1b Ell date ontologicn, della cosa, che opera invece pull anina, “ Per altra via Demoerito e* portato a considersre la parela cone unita’ isolate, Considerata nel suo va Joke acuavico, cose gli appere come una entata’ a se", sere dn Sous, e quest’opinione dividerenno anche Epicy So"E Shy Stoiet (68 A.. 127 Baels). Ma tale eatava’ non wD." Ei silence della cosa, atonaticanente formato, come nai potrebbe pensara, mae’ opera risultata de in see, Giot ar desune da una novizig detaci da Proclo, REINA contanuarione del tosto che abbiano citato sopra 136 fa proposite di Pitagora, in, cui si spiegano le ragio- ni, im base alle quali Denocrito sosteneva che Ja lin- gue e* prodotto di convenzione:, I’ omoninia, cice’ i] fareo che due cose diverse telvolta hanno un medesino none; 1a pelzonima, cioe’ il fatto che uns cosa puo! ayer nomi diversi; Je modificazioni che i nom subi- seono, meatre 1¢ cosas? la stessa; e, inoltre, lama canza di rispondenza analogica nella formazione delle parole. Questa dovtrina viene giustanente messa in rap porto con Ie concezion: storicg-culturala di Denocri* to, mali ei sono note del vrologo del libro prino di Diodoro Siculo, che ha conosciuzo Ja elaberazig ne fattane da Beateo di Abdera (62 B. 9 Diels): partacolarmeate importante e Diodoro 18.8.3 agg. in cui st dice che, muovendo dalla voce 1narti- colata e confusa, gli uomini, modjante orogrensiva &r tivolazione fecero i vocaboli (AéZets) savando posto, con reciproca intesa, i simboli fonaci a fiancodi cig Scun oggetto, essai si sono creata una spicgazione co- noseativa dx tutte le cose, Essendon fornatt siffat- ti sisteni. in tutea.la gerra, © popoli non ebbero tut ti Is nedesina Tingua, poiche’ ciascun gruppo metteva insiene 4 veeaboli cone capitava. Percio’ sorsero tipi & Vingue dipgni, genee i primi sistemi divennero co- si' 4 fondazori di tutte le stirpi, E* palese che & Democrito va i] merito di avere per prino considerato Ja Tingua cone un-bene cultorele, qualifieante delle stortcita’. 4. La Viagua, dave 1a funzione del segue che come forna attus un Fapparto conoscitive fra al saggetto @ Je cose, e° suscettibile di une yalutestone che pvo” grevitare sull’uno o aull’alezo polo. Considerata in Fapporte alle core, secondo I'atteggienento primitive della mente che identifica Ie veriua’ cont] reale, “il suo problema viene ad essere posto nei termini della Pnatura’ (9éceL) 0 della ‘convenzione! 18¢orL) nel seq so che, se'a1 amette come valide 1! Iegaae con la nam tava, Ja lingua viene ad asaunere un yalore conoseiti, vo aasaluto: quando, invece, vale logame non viene 4p nesso, alloracees ei denunzia opera umana, convenzio~ ne, e ia tele qualita’ il suo velore «relative a Guello de} conoseeré useno. Cone sist, Platone nel Bt Cratite finx' on 11 coneludore che 1a varita’ aon ot nelle parole, bensi? nelle cose, riportandosi al post Tato della identica™ natura-veriva®y s lasezando anpre gandteato al problema della veracita’ della lingua net confronti del pensiero che in essa si attua, Eppero! le maniera, con cui il problema fu inpostata ivi da Plate ne, ebbe conseguenze del tutto diverse da quelle che le sues conslusioni gnoseologiche comportavano, Infatti, Vindagine dol vyelore conoscitivo del cegno in relezig ne alle cose (nel Cratilo le conclusiont soao netta- mente negative) avvie aun cipo di ricerca etimologicn, che svra’ qolea fortune: purtroppo, sfuggite” at segua ei di Pluvone il-fatto ch nel dialogo 10" sciame “del Je etimologie, a eui Socrate si abbandona, ha wna pa- ra funzione dialettxea, poiche’ con ess0 si vucle epi gore alle estrene conscguonze le tesi eraclices da con Datere; e,in base ad esso, moles avranno J tmpressso- ne che Piatone abhis ennesse un legano naturale fea il nome © le cose echs per I*appunto il divano onomathete, 45 cui egli parle, avrebbe posto 1 nomi glie cose, tn quinto eono giusti. Pocket la verata’ (ExUiOy). chest corcava dentro a} sogno, uon era affatto una verita” dt ordine storico (mancavano 1 presupposti netodol ogt~ ci per un eiffatte procedere), }andagine | necesearia~ mente doveva nuoversi nell'ambite del raggorto fra. il Bignificante @ le cose; cost” 1] problema venira. ia~ postato 2u basi genctiche, cone il problena, ceive! del Ta origine del segno, in quanto i] legene fra la nau rae 11 cegno non si poteva acquisive se non all! origs, ae di ‘questo. Contro um siffacto Jegane sx poneva In sieasa real ta” lingvintica che palesenonte non denunzia . salvo ra fe. poco importanti ononatopee, alcun reppo-to fra i) suono ¢ 11 significato (Io stesso “sciane.” delle eti~ wolagte nel Cratilo. gis’ avanvate senza 1 winina cop Yinzione, portava palesenente @ tale conclusione); #23 faceva, $ano d’allora, valere l’obiczione che la va rista’ delle lingue, che conporte segni fonici diverar per 4] medesimo oggetto, esclude che wi posaa parlare 42 un Togame di ciysalita’ naturale fra 1s cosae al sg gno. Ove non si volesse annettere 1a completa arbivra~ triste’ nsturele del segno (© spostare quinda il rappor to di verita’ attuentest in questo eu un altro piano), 138 era iieesesario aseuriere i] legand Gon ie natura is ‘ws odo tale che ritsciase © giuscificare, vanto 1a - f= fective mancanze di causalite’ asturale fra suon® $e gno ielle fasi- linguistiche constatabilt, quanto Te Rolteplicita’ delle langue rispetto alla unicita’ de] Ja findione, Due soluzioni opposte furono-sffacciare 4 questo fine dagli Stoici e da Epicure. In ogauna e~ Favatmeseo 1) legane fra oggetto-e segho cone dato ge retico; wa il napporto veane tolto dal piano del] pg Fae senplice causalita’ 2 venne tradotto in esso con taggiore o minore provalenza un conponente, finalisti~ co. E’ turcavia de toners presente che gia’ nello sted bo Cratilo i} eriterio etinologico e? basato-sul rep- “porto naturale fra quono © eignificato attucto, per gli elements fenomenologicamente prisari, attraveree tina, Yalutazions psicologiens alle quale. necessarianey ‘ee avviava Ia concezioue finalistica della natura, asco! “Dopo Pladbie, Aristotele aveva spostato: 1a con~ aiderazione de) lingusggio $u un piano alquantor diver So,.dove Ia sua funzions conoscitiva gli pareva ai gran Junga piu’ fondata ¢ legittint, Egla laseie fus~ Fi dal suo canpo visusle i] problema del significante € del suo rapporto di verita! con’ le cose (asc) ude: quindi il problena genetico) © ferma ‘in particolare Ta sua ettenzione sul discorso, in quanto ¢'. forme da una parte del. pensicro logico, dall‘altre dll" opera Jettereriae poctica, $3 eratta per i! linguaggio dr easere tanto pensicrd logicd, quanto espressione let~ teraria; ma e'certo chenon sfiggi' ad Aristotele I'aute howia dellah€éis quale puro fatto ‘semantico,. come. si puo’ rilevare Barticolarsente dal cap. XX delJa Poe tiea, Tuttavia, I"avere stabilito unt identita’ cooi” piena fra le categorie délla mente quelle della lap Eua,mostra come per lui il linguaggio ebbi sostanzialnen te jamedesina validize’ conoseitiva, che e? ingedia- ta nel pensiero logic; in altre parole, per tele al lingweggio ha funzione "strunentale npetto alle cose, alJa validita’ delle cose, ma non Tiapetto al pensiero che dentro-esso si sviluppa, ¢6~ me dentro 1a sua forma necessaria, Téle posizione ri rulte in modo partzcolare dé un passe del Bl., Sophs, (16$ 2), solitanente nom bene inteso:"Poiche’ nel di~ : 139, acobrere non et possibile porters le cose stezse, ma ci gioviao dai nomi cone sinbola ia Iuogo delle” co- G5, eiteniano che quello che vale per it nomi valga an Che per le cose, nella stesse meniere di coloro. che Geldelo. sull’abaco, lion e* Ie stessa cosa, I noni Soo limieaei © cori” pure Ia molteplicita’ des signi feeti, meatre le cose sono infinite quanto al nancro. EF necenaerio dingue che il medesino significato n= dichi parecehie cobe © al nome abbia un solo signifi: caro" (1): In-alere parole, il segno he un solo si- gaificsto, ma queste significato ef valido per an ave hero illamitato di individu. BP? palose che Aristote Te considera qui il rapport di verica’ non frail sug he © il signifieato, cone avviene in Platene, henst! fea il significato ¢ il particelare che i) vogue é* chianato ¢ indieare, quinds 11 rapporto che #1 deter= ina” fea il significato (hé¥os), a) quale I*etto lip guistico riporta 1a cosa particolare, e la cosa stes~ Sa, La atocsa nezione di logos cone” significate." ap parira’-presso gli Stoici, per 1 qualita lexis, .cioe’ “Gd -segno in quanto ¢” logos, cioe’ signifieato, serve 2 indicare 1] particolare: “il Legos 6? una voce con- notante che emana dal pensiero“ cfr. M. Pholenz, Die Stoa, 1, P.43 La posizione nettomeave Jogica di Aristotele com portava necessariamente J'ammissione “della “arbitre- Theta’ del significante,cioe’ della mancanza di unane cessita’ naturale nef conplesso fonico rispetto al si- gnificato. Tele dottrina, dopo Ja non Junga parentest Gella patristics, fu trasmessa alla scolestica, attra yorao la gista interpretazione di Moezto. In rappor: to alla definiziene ‘ariatotelica: “nomen ext vox"signi Hicative secundum placitum sine “taspore cuzus nulla pats aagnificativa est separate” Boezin, ad categori» fos syllogismos, in Opera ed. Bailes 1370 p.399, com mrenta: “secundum placitun ad:uctun est in definitione, oli ate fevinessy fegee voney « the pia’ fa Aevetctele adie sentra gla ites ra BS ttaot huge de (9 Sige ll pestogo Haale Avaytdtoy oBv mete toy ebrby hevoy Kel tayoue 3 Ey onal one eve Lens ds RyHeKEGR, Arie tottera Conception. of qenoeeet ned pointe ealleteive Crit feo soad Optriciem, Chis eo 1958, p,205: "ip ia noceasery therefore thet, the. Gane 52- EeeZon’ end’ a eingle ner 140 quonian nullin nomen natura significar, sed aecundvin placitu ponentis constituentisque yoluntate. Illud enim unaquaeque res dicit quod ei plécuit qui pri- mos rei done, supressit. Aliae aunt enim voces natu raliter significontes, ut canun Ietretus iras cans Significat, ev elie elus quaedan vox blandinenta ge: nitus etian dolorum, sed non sunt nomina, quod non de signant secundun placitun, sed secundum naturan ‘ E ne} commento al De interpretatwone, ibidy. p. 308 1 “Aristoteles dieit placiten. quod mullim nomen naty raliter constitutum est, neque unguan sicut subiecta Fes a natura est, ita quogue a natura veniente "voc bulo auncupacur; sed hominun genus, quod ot rations et orations vigeret nomina posuit, eaque guibus li bait litteris sy}labisque coniugens singulie aubies iarun rerum substeatiie dedit " B; Gli Stoici riuscirono-ad identificare 16 fn: tlone.conoscitave specifica del linguageio, in quan: to individuerono.4 signi ficata. (onlawvgisvd). come distinti-dal reale ¢ esistenti realmente ‘solo ome Aewtd (Pohlenz. op. cit., p.39).In altri termini i! Aevady e'la rapprosensasione di aleuncke’ in quanto ha Statenesione di valori semantici generict, determing tl Eeciprocenente al fine di rappresencers unt situg ne dolle-coscienze; 3] Lekton e* precissnenteal con= Plesso de segns il singola segno generico in qs9 to ei integre prammaticalments cone valores. concrot Coa git slur alors che conpongono Te frase; un pre- Giceto sense soggetto e'y per esempio, leRten, ma ine completo (hektoy éhktréc). Risulta cosi’ che la rap- prosentadione linguasties ®" qualche cost ches pom Rovira te situations di facto e I'uone che a suo mo- do l'ingerpréca, SulJa stessa lines, per dire covi” concilistiva, gli Stoic: posero e rigelvettere tl pre Siena della forms esterne, cis’ i] prohlema della NGI Gal “segues Lisieatneo prieerdinte, che ¢? ip Eelieto nel segue ed ha dato s'avsso w sa materia al Jesus fornazione, 7 costivaito de un logene fre i] date aaturele assunto come tensaziona e i! suono. Sa tale elemeavo ha opsreso 1a capscita’ coseruttas del Ta mente (ovimy gdats) per trovare il senso indies aL tivo dei yalori astratti, delle idee, che essa viene 4 mano a meno claborando. Bastera’ citers Zenone, Fr. 89 Phe idee non eststono per se" siamo not che partced piano elle formazione doi concetti © trovisno i termi- hi del Linguageio, le cosidetce ‘derivazione’ (1). In Conaegvenza ai cho*, gli Storici ritengono che una veri tar sid insite nei segni, poche! i prima vominiy n= tenpretands Ja natorm, 0 comunque sispondendo alla so] Iieitarions dei senat ye Ja depositarona.. (2) Eppero™ re) fine di prectsaene” une 4 Spding grewsetiveles Ved. ae fe guage’ of Sadist Gli seaigt mevtany petoneonte in reponse Iorigine per. sored nelle formals del. Sogn: alate, ie ah ' ‘can digiaus val Fer logte effichuac £ Cetiantur, see ques! consbwls verborae eace efedide SED'hiustveren dun a0 si'eoneordarent™ 42 Ituso ha olto oscarato-I"ariginaria verite’ insediate nol segne ad opera Jet prisi uomini © inevitasi mente SA sono determinate solve sncongrusnse. fra le forme lip guistica'e cio" che si esprincs Tale anonelie sono'tie Eonosciute daglt Stoict tnene oul plano. grennacienle. 2 idateico. cone un dato di fatto e percio’ osal, cone prariatici sono anonalisti in oppositions agli Alease drink che sono anelogiati (1). In sostanzas IP arhicey Hicte? del. sognoy che e! explicitancnte-asmmea in At Fistotelé, i] guale guards toltante alle fanrionelite’ doi ‘nistona in eto {e gut eno e'iifatti abivrarie) iese Ficonosciuea ancl dagli Sconel, mu la necoueata’ vies ne spostata sul piano gonetico, cone necesaite’ daa Fapporto fra suono © aignificato nel. prine ene! lo del” Je Categoria creativa del segno, Gs" Da Epicuro, inyece, il-problema del. linguaggio e* esplicitanente ed esclusivanente.posto cone protleme de oFigini, Egli son si ef quindi, preoceupato di ace eertave. 1a velidita’ conoseitiva di easo, bensi! di ig Guadrarlo in quella ‘specie dv naturalissio storicista, chee" I*impalcatura della aaa dottrina. Quanto al Lratteggiamento storiersts, Fpicuro e' nel soleo della doverina di Denocrito, 11 quale riteneva che la facol- tat; della voce articolata e quelle di congiungere i com ples: fonici con Ia nozione di alcunche’ fossero il frutte di une progressiva conguista unana; ma ce né dif ferentia, in quanto; mentre Denocrito’ fa porre, per dy re cost’, casusiments i nomi accanto alle cose (si Urst terebbe di un incontro. fra suono « significeto provoca to dal]*intenzione di nminare), Epacuro sostiene che gli atomi costatuenti Ja voce emanano dagli orgeni yo= cali sotto I’azione delle-inpresstoni (tien) © del! gini fantastiche (gaysdoutca) che le caae proveeas no nella concsenze dell! womo, Ti Vinguaggio e’ percento gédct, an quanto J’ azione' che viene dalle cose ed agisee’ su 1*uono si svaJuppa secon do un certo nessa causal. Questo atteggienents visul- ta ‘abbastanza chiero-dalla lettere di Epicure od. E> rodoto, riportata de Diogane Laerzio, X\15- (Epi episte, ed, Vid.lobll, 1,75 sggs): “Me quento e' dn ax GY.CH MPHOLENE, DE Ste, ote, Le 9.4 v1 infra p84 aa. ag sigs bfislu sabere ind th yolie’coneye 44 vata ge Teeth deitg spreceurara e conieetta calle ‘ooae:sees tele clu dola sian eyodhio' Colpo Intersenne le" 9ct Hisstiens af-cluborece cio” che Le orb fonnivo da, “#62 Sa gid eggiengere di suoy iu elount compl pip’ rapit duscatey fu alery pia? leitenentey «in taleds temple periodl piu! efticscencnte, in alerl menor. Avelogann Tetlacho dinost alle soso. in origine non aeeeeng™ por Sanvontlcce, ma ia atenee Ledoli Gigli woidni, soo Go Claseuns atlope suSendo propeie inpreseions © rea: gende con poopie Tappresedcasioni faneastiche, Ecce: fine loro capirere Iveria attoggiata in nodo portice: Tire, sotto Tinflugnsa di quelle inpressiont © di ecile inmginty secondo che foes nei Tvoghs Tsay itet-delle atirpic. In soguite, nell’ anbitedi oiae Lene etinfe, gli-acteggtamnch. pareioolar furons Uiforaitis al ne di tendeve lo commicesiont eci- peotke mene anbigue ed capresse in malo pia’ comets: Nelutiacroiurts-fol noulont di cose che non Sono. par- Copive toh La viata, colo che Te averane inintta, wi. glungevene-al ust sont, footy. che costo eonteee EE Skeifenente eiproducre, o gid. eltri one coversu. eft Wlurerle ton il cartecinicinverpreteyane Comi’ dtup, ais aoontde Ie carmuliter piu’ comune’, We altiek ag te'presenta une dente Qifficol te” interpretative, che Te tradasioni; che'ne sone state date, dscondare notérolenestes (1) Secondo nol,e* chaste che Eplento tr poterdiunt al ease delle brigine dei nogot dl ge: TkD'Sogreves; ovapsoge tale opigiste seamnendo’ Obp toloté, 1 quali rhescote + dntutre mentalaonte tare ng Hones I:azconpagneno per designarle con suoni spon ait, dipendentivdelJa secesa nature della nozionty é git aleri syne portati'a capire ul piano” rastonale Quel valote aetiacte, in quaite interpreteno i suead Zocoalo La cavealite® gungeels, che vege mela repbte- TSneanione fontee di feteicconprecl- aeasibili- Seth dh Belcuro un fetenpite epourtenenty © wid doi ikei del Delle notara, deveus viene Ficonosciuta Vee SANT, Studi"lucrexiané, 1923 (ristampa),e.273 gen, 7 BARRE Ae ieee, 1) nba een Se rents Antal felevar ter lly Ets at tao SEP BS, 1a Iimportanza della lingua au) piano storico-culturele. In ese0 si sfferna che nelle parole vi e', postovi da] Jo natura unane in concordanza con Ja natura delle co- se, un nucleo di verita’ naturale, che st impose cone ovyio © necessario spunto,dal momento in cui la imente umana si mise alja ricerea de) fondamento dei propra yalori conoscitavi © dei propri valori etici. Il féen- mento e’ particolarmente importante, poiche’ riconoace alls lingua una fanzione atorieo-culturale che va el ai Ja di quella, propria ad esse, di organo del ‘com- nicare: la funzione, eioe’, di eccitare Jo menti alla attivita’ razionale, Questa avrebbe avate i] euo primo impuleo nells ricerca dei primi significati, posti co- me una pring verita’ nelle parole; nella riceréa del cg none, della regola cios’ che ei attua nella espressio= ne verbale; ey infine, nella ricerca della legittimita’ di quanto risulta espresso, cioe’ del criterio pér giv disare, Poiche’ tanto 1 pensieri.c le-noztoni quanto le ancuizioni fanvastiche e gli stati da animo di infeli- eita’ Jeqati a satmaziont contiagentio a valutaziond ‘dy carattere universale, hanno yeste -verbale, 1’ avere raggiunto-il "eriterio", ctos’ Ja possibilita’ di valy tare su Lase razionali un conteaute linguistico conpor tala possibilica’ di ellargare 11 doninio de) pensie- ro, muovendo a}]a conguista di nuove nosioni; queste ¢ yocate, dapprima in maniera pressoche’ indistiata me- Giante assoctazioni, diventano per vara motiva . sempre pin’ definite ed utonone, Indubbianente, Epjcure ha trasferito in fase genevica quello che gli ere dato di constatare nella attualita’ dell'esperien:a, ¢, cios’, che ogni ricorea speculativa prendeva per I’ dppuato Je rosse o da indagini sui valor, di singoli segni e sul- Ja norma del loro riunirei nel congegno della frase, 0 da giudizio su formulazioni verbali di divertei conte- nuti del]a coscienza, GY TH engee del frammento, Pap. Here. 1056 f2.7 col -RIIT ¢'oubbli Gayo dn PPICURE Etatee, edeDs oe: Ber is asadysione” We {l concedte’ delis starts baat Bes. TepPHete'{s syilupee dsl penciere’ sia cost> So‘Epdeets fa Fepporeo solo all’ scguisisions del oy, egg! della. ty epione at an contenu La rivtesstene ates ASB) 218 eegote Wavy) operante walla lingza, come” a gapbigse geile formulasione particolere, sone Is coneiztons ae Notedotoy. 14s 3. ka differonda:tra la teoriacstoicae quella epi- carsa’del linguaggio.o” una di fferenza che “si legitet~ me certo in rappostosa.due diversi punts di-viate, Gli Svoiet guardarono efl4slingua:nella‘saa Zunzionalite’ ‘e, pereie!, -furono condetth.a porre an maggiore ri slenento conoscitivo “specifica, cha opera.dentro i] con, gegno: linguistico (hevtéy) © che ed essi-senbrava in steetto. rapporto.‘con. il-penaiero (6udvoial: in eke! es si yoonero-a trovarsé auk:medesino,pacno-d2Atistotele, il pia’ propazio-allavconsiderarione,gramatacale del Ja-Fingua.e glia: owvisveanseguensé dtctrovare im que~ ata i presupposti della-logics cone tecnica. del pensig ro. Essi, in sostanzt, 'si:preoccupayano dei ‘signifi ti; ‘del la-forma anternay meno dei signi ficanti, «cibe? de] problena 4i origine anteriore alla funzionalita’ de] sistema; ma-non Jo ignoreroas: anfarti, esi consi Gerarono il segno, non cone un prodotto spoatanco, na turale.della reaziona che Ja realta’ vesteraa provoca ae] !*uomo,, bensi® come una interprevazione, quind! al- cunche’ 4i piu’ indipendente.c di piu’ razionale, | un prodotto dellasmente che naturalmente. ponea (hoyixh pvais). Lo xguardo.di piéure.o volte piu’ val probleme delle originiie meno alla funzioval ite’ del-sistena an Aveo: i} *suo fine e? di.dimoatrare, anopposizione al (Ia) toet dolla otigine divina;~cong ora stata dialeeti- canente: postulate: da-Platene (partreppow cone sie’ det to, questa che nel Cratilo era soltanto una posizione dinlottica, o stata assunta © coubattuta poi come te- si plateaica), che i] linguageio e” qpere dell ‘ond, prodotto della sua natura, la:quale alo per progress i+ vo aviluppo ei-dsstacea ©

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