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Report qualitativo

sulla gestione dei rischi ambientali

OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’INDAGINE


L’indagine qualitativa sulla gestione dei rischi ambientali è
stata realizzata nel bimestre dicembre 2009 – gennaio 2010.
L’obiettivo prioritario della presente ricerca è diretta a
conoscere il parere dei tecnici o degli interlocutori maggiormente
rilevanti (key informant), che operano ai vari livelli della Pubblica
amministrazione nelle attività di gestione dei rischi naturali del
territorio riguardo allo stato attuale dei sistemi di monitoraggio
ambientale. Indirettamente si sono poste anche le basi per
verificare, certificate le caratteristiche e i desiderata dei soggetti
competenti in materia, la possibilità di penetrazione potenziale di
un innovativo sistema di monitoraggio ambientale, denominato
SMART (Sistema Monitoraggio Ambientale Real Time).
Sistema SMART. Una breve descrizione
Si tratta di un sistema di monitoraggio ambientale integrato, vale a dire un unico sistema
informativo, progettato allo scopo di ridurre il rischio idrogeologico attraverso la conoscenza in
tempo reale dei parametri fisici che condizionano la pericolosità di aree a rischio. Il sistema
consente il monitoraggio continuo dei parametri geo-ambientali che consentono di valutare il livello
di pericolosità di numerose calamità sia naturali (frana, alluvione, sisma) che indette da attività
antropiche (stabilità manufatti, inquinamento ambientale, etc).
Tramite un sistema di sensori è possibile registrare eventuali spostamenti del territorio e verificarne
conseguentemente il livello di rischio che questi possono rappresentare. Il sensore viene posizionato
nelle aree considerate a rischio per monitorare soprattutto gli spostamenti minimi della terra che non
potrebbero essere percepiti senza queste apposite apparecchiature. Nel caso in cui gli spostamenti
registrati superino il livello di sicurezza, la protezione civile o gli enti preposti alla sicurezza
nazionale verrebbero avvertiti in tempo reale al fine di prevenire disastri ambientali nelle zone
abitate.

A questo fine, nell’ambito del Progetto SMART, gestito dal


Dipartimento di elettronica, informatica e sistemistica
dell’Università della Calabria, è stata realizzata una rilevazione

1
qualitativa presso i soggetti istituzionali “sensibili” al tema
oggetto dello studio.

L’osservazione demoscopica ha coperto i seguenti ambiti di


indagine:

• disponibilità di un sistema di monitoraggio ambientale;


• livello di soddisfazione rispetto ad una batteria di servizi in
essere al sistema di monitoraggio ambientale;
• livello di interesse per l’acquisizione di un sistema di
monitoraggio ambientale;
• caratteristiche richieste ad un sistema di monitoraggio
ambientale;
• osservazione degli items sul mancato interesse ad un
sistema di monitoraggio ambientale.

Per la realizzazione dell’indagine si è operata la scelta di


coinvolgere direttamente i dirigenti e/o i responsabili dei settori
competenti per la gestione dei rischi ambientali per avere una
visione d’insieme delle linee di servizio attivate in materia e per
riuscire a cogliere anche la dimensione strategico-progettuale
che caratterizza i diversi contesti locali nonché la “permeabilità
interessata” ad innovativi sistemi di monitoraggio ambientale.
Tutti i dirigenti coinvolti hanno offerto la loro piena
disponibilità a collaborare all’indagine, in alcuni casi
partecipando direttamente in qualità di soggetti intervistati,
affiancati da una o più figure con funzioni, in altri delegando
direttamente questi ultimi a rappresentarli.

Tabella 1
Il panel qualitativo della ricerca

Regione Enti Ufficio


Regione Calabria Servizio Protezione Civile (Unità Operativa Cosenza)
Provincia di Cosenza Servizio Protezione Civile
Provincia di Crotone Settore Ambiente
CALABRIA
Provincia di Crotone Servizio Protezione Civile

Provincia di Vibo Valentia Servizio Programmazione territoriale ed Urbanistica

Provincia di Reggio Calabria Assessorato Ambiente: Servizio Demanio - Idraulica


Regione Campania ARPAC
CAMPANIA
Provincia di Napoli Servizio SIT (Sistema Informativo Territoriale)
Regione Piemonte ARPA
PIEMONTE
Provincia di Torino Servizio Protezione Civile
Provincia di Pesaro Urbino Servizio Uso e tutela del suolo – Attività Estrattive - Bonifica
MARCHE
Regione Marche ARPAM – Direzione Scientifica

2
Sulla base delle interviste realizzate, integrate, se del caso,
dalla documentazione di supporto e dall’analisi dei siti web è
stato redatto un report che risulta articolato in tre parti:

• la prima parte, a carattere introduttiva, fornisce alcuni


elementi di scenario e i principali riferimenti metodologici utili
a contestualizzare l’indagine;
• la seconda parte, che costituisce il corpus centrale del report,
fornisce alcuni elementi di lettura, anche in chiave
comparativa, delle diverse realtà analizzate;
• la terza e l’ultima parte contiene delle schede descrittive
analitiche (questionari) di ciascuna realtà sottoposta ad
osservazione demoscopica.

LE IPOTESI DI RICERCA
L’indagine ha preso avvio da una prima riflessione di scenario
finalizzata alla definizione delle ipotesi di ricerca - da validare sul
campo - e all’individuazione di elementi critici e fattori strategici
da approfondire nella rilevazione.
La prima ipotesi da verificare è stata mirata a verificare se i
diversi soggetti istituzionali intervistati (panel qualitativo)
disponevano di un sistema di monitoraggio ambientale.
Successivamente rispetto a chi ne ha dichiarato il possesso è
stato chiesto di esprimere il livello di soddisfazione rispetto
all’adozione del sistema. A tal proposito sono state ipotizzate
almeno sei tipologie di risposta chiusa:

• rilevazione dei parametri atmosferici (pressione,


temperatura, umidità,…);
• rilevazione dei parametri di superficie;
• rilevazione dei parametri del sottosuolo (umidità del suolo,
livelli piezometrici, in clinometri in foro fissi, portata
sorgenti e qualità delle acque);
• sistema di monitoraggio da remoto attraverso interfaccia
web;
• memorizzazione dei dati acquisiti;

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• software di rilevazione ed elaborazione dei dati acquisiti.

E due item aperti:


• su funzionalità del sistema utilizzato dai key informant;
• su eventuali innovative caratteristiche preferite.

La seconda ipotesi ha riguardato una possibile misurazione


del livello di interesse ad acquisire un sistema di monitoraggio
ambientale. Anche in questa circostanza, ai key informant
“disponibili” sono state sottoposte le medesime modalità di
risposta di cui sopra con l’aggiunta di un item aperto su
eventuali innovative caratteristiche preferite finalizzate, in
questo caso, ad acquisire proficui orientamenti circa “i
desiderata” richiesti dal target di riferimento individuato ad un
sistema di monitoraggio ambientale.
La terza ipotesi, infine, è stata incentrata ad analizzare le
motivazioni del panel qualitativo che ha dichiarato un
disinteresse ad acquisire un sistema di monitoraggio ambientale.
I sotto sistemi interessati dalla rilevazione trasversale ai diversi
sottosistemi interessati dalla rilevazione possono essere
ricondotta a tre macro-tipologie:
• Sicurezza ambientale del territorio di riferimento. La modalità
sottoposta poneva l’attenzione sul fatto che “il territorio di
riferimento non è soggetto a particolari rischi;
• Indisponibilità di risorse finanziarie. La modalità in questo caso
riguardava “il budget a disposizione non sufficiente;
• Altre criticità. Nella fattispecie è stata scelta la modalità di
risposta “aperta” sia per lasciare maggiore libertà di espressione
al rispondente e sia perché strumento esplorativo molto utile per
i campioni di piccole dimensioni.

I PRINCIPALI RISULTATI EMERSI


Le amministrazioni pubbliche possono intervenire per
contrastare il rischio ambientale essenzialmente in due diversi
modi:

• nelle attività ordinarie legate alle gestione del territorio


(es. pianificazione urbanistica,corretta manutenzione del
territorio ecc. );
• nella pianificazione delle emergenze (es. organizzazione
locale di protezione civile, al fine di garantire soccorsi
tempestivi ed efficaci in caso di alluvione o frana).

4
La pianificazione delle emergenze dipende da un'efficace
politica di prevenzione dei rischi ambientali che la si può
realizzare attraverso l'implementazione di un sistema di gestione
ambientale.
L’analisi preliminare delle modalità operative con cui le
diverse realtà istituzionali hanno dato concreta attuazione alle
politiche di gestione del rischio ambientale, ha evidenziato una
realtà sicuramente avanzata sul territorio nazionale.
Ad una visione d’insieme, infatti, molto ampio appare il
numero di soggetti istituzionali (75,0% vs. 25,0%) che hanno
dichiarato di possedere un sistema di monitoraggio ambientale
e, dunque, con una ferma intenzione a prevenire i rischi
ambientali di attraverso l’adozione di misure programmate di
innovativo controllo del territorio.

Tabella 2
Siete in possesso di un sistema di monitoraggio ambientale?
Anno 2010
Valori percentuali

Modalità di risposta %
Possessori 75,0
Non possessori 25,0
Totale 100,0

Fonte: Demoskopika.

Grafico 1
Disponibilità di un sistema di monitoraggio ambientale
Anno 2010
Valori percentuali

Non Possessori
25,0%

Possessori
75,0%

5
Fonte: Demoskopika.

Complessivamente dall'analisi emerge che i sistemi di


monitoraggio ambientale riescono a soddisfare quasi pienamente
tutte le esigenze / funzioni essenziali per un più completo
monitoraggio sui rischi ambientali. Risultano maggiormente
soddisfatte le esigenze di “Memorizzazione dei dati acquisiti” e
“Software di rilevazione ed elaborazione dei dati acquisiti” che
hanno fatto registrare entrambe un livello di soddisfazione pari
all’88,9 per cento.
A seguire la “Rilevazione dei parametri atmosferici” e il
“Sistema di monitoraggio da remoto attraverso interfaccia web”
rispettivamente con il 77,8% e il 55,6%. Al di sotto della soglia
del 50% del livello di soddisfazione del panel le modalità di
risposta “Rilevazione dei parametri del sottosuolo” e
“Rilevazione dei parametri di superficie” ferme entrambe al 44,4
per cento.

Tabella 2
Se SI, riesce a soddisfare le seguenti esigenze?
Anno 2010
Valori percentuali

Modalità di risposta SI NO
Rilevazione dei parametri atmosferici (pressione, temperatura, umidità,…) 77,8 22,2
Rilevazione dei parametri di superficie 44,4 55,6
Rilevazione dei parametri del sottosuolo (umidità del suolo, livelli piezometrici, in
44,4 55,6
clinometri in foro..);
Sistema di monitoraggio da remoto attraverso interfaccia web 55,6 44,4
Memorizzazione dei dati acquisiti 88,9 11,1
Software di rilevazione ed elaborazione dei dati acquisiti 88,9 11,1

Fonte: Demoskopika

Grafico 2
Livello di soddisfazione delle funzioni del sistema di monitoraggio
ambientale
Anno 2010
Valori percentuali

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Softw are di rilevazione
11,1 88,9
ed elaborazione dati
Memorizzazione dei dati
11,1 88,9
acquisiti

Rilevazione dei parametri


22,2 77,8
atmosferici
Sistema di monitoraggio
44,4 55,6
da remoto
Rilevazione dei parametri
55,6 44,4
di superficie
Rilevazione dei parametri
55,6 44,4
del sottosuolo

No Si

Nella tabella seguente vengono indicati gli enti che si


ritengono soddisfatti e non soddisfatti delle funzioni del proprio
sistema di monitoraggio ambientale e gli Enti che sono e non
sono interessati ad averle come funzioni.

Tabella 3

Enti in possesso dello S.M.A con relative funzioni soddisfacenti/non


soddisfacenti / che s'intendono acquisire
Anno 2010
Valori percentuali

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Servizi/funzioni del Sistema di Monitoraggio Ambientale

Rilevazione Software di
Rilevazione Rilevazione Sistema di Memorizz.
ENTI parametri parametri di
parametri
monitoraggio dei dati
rilevazione ed
del elaborazioni
atmosferici superficie da remoto acquisiti
sottosuolo dati acquisiti

Provincia Torino - Settore Protezione


■ ■ ■ ■ ■ ■
civile

Regione Piemonte - Arpa ■ ■ ■ ■ ■ ■

Provincia Crotone – Settore Ambiente ■ ▼ ▼ ▼ ■ ■

Provincia Crotone – Servizio


■ ▼ ▼ ▼ ■ ■
Protezione Civile
Regione Calabria – Servizio
Protezione Civile (Unità operativa ■ ■ ▲ ■ ■ ■
Cosenza)
Provincia Napoli – Ufficio SIT
▼ ▼ ▼ ■ ■ ■
(Sistema Informativo Territoriale)

Regione Campania – ARPAC ■ ■ ■ ■ ■ ■

Provincia Pesaro Urbino ▼ ▼ ■ ▼ ▼ ▲

Regione Marche - ARPAM ■ ▼ ▼ ▼ ■ ■

▲: Servizi/Funzioni che non vengono soddisfatti e che si ha interesse ad acquisire


▼: Servizi/Funzioni che non vengono soddisfatti e che non si ha interesse ad acquisire
■: Servizi/Funzioni che vengono soddisfatti

Con le dovute diversità relative all'effettiva entità del rischio


tra zona e zona, la maggior parte delle amministrazioni
intervistate svolgono un lavoro di prevenzione del rischio
ambientale attraverso l'utilizzo di un sistema di monitoraggio
ambientale. Indubbiamente dalle interviste in profondità
realizzate, la realtà piemontese è risultata tra le più avanzate.
“... L'ARPA della Regione Piemonte possiede un Centro di allertamento emergenze ambientali che
rappresenta il modello richiesto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio
2004 recante “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di
allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione
civile”. Ad esempio per la gestione del rischio frane il territorio piemontese presenta 2 tipologie di
frane, quelle superficiali che vengono monitorate attraverso le previsioni meteo, e le grandi frane
che vengono monitorate con apposite tecnologie che verificano gli spostamenti. Infatti, la Regione

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possiede una mappatura completa delle aree a rischio frane che complessivamente sono 700. Da
questa mappatura il 10% delle aree identificate (quelle che presentano un livello alto di pericolosità)
sono attrezzate con sistemi evoluti (es. inclinometri che monitorano la frana, monitoraggio
satellitare ecc..)”1.

Una realtà, dunque, quella piemontese che oltre alle


funzionalità del sistema di monitoraggio ambientale in possesso
ha indicato anche la funzionalità legata all'opportunità di
consultazione online dei dati da parte delle altre strutture
territoriali competenti palesando, inoltre, l'interesse alle nuove
tecnologie per migliorare i sistemi di monitoraggio già esistenti.
L’importanza di trasferimento dei dati a livello verticale tra i
soggetti che, a vario titolo, si occupano di emergenze e
prevenzioni ambientali risulta estremamente rilevante. Alcune
interviste in profondità condotte pongono l’accento in questa
direzione:
“... Il Sistema Informativo Territoriale permette di raccogliere e distribuire tutte le informazioni
ambientali e territoriali che le varie Direzioni provinciali di riferimento hanno necessità di utilizzare
(cartografia, ortofoto, immagini da satellite, modelli digitali del terreno, dati LIDAR e MIDAR)”2

La maggior parte delle realtà osservate sono organizzate


attraverso una stretta collaborazione organizzativa tra gli enti
territoriali, le Agenzie regionali per l’ambiente, la Protezione
civile e le varie sedi locali del Centro Nazionale di Ricerca. Ciò - a
detta degli intervistati - risponde alle esigenze sia di
miglioramento organizzativo e sia al sopperimento di
apparecchiature strumentali nell’espletamento dei servizi legati
all’attività di monitoraggio ambientale del territorio.

“... Il territorio provinciale gestisce le emergenze ambientali attraverso il supporto dell'ARPA


Piemonte e il CNR che effettua rilevazioni su tutto il territorio regionale. Risulta, inoltre, che nella
provincia di Torino alcuni comuni gestiscono in maniera efficiente i rischi ambientali grazie
all'organizzazione interna delle risorse umane di riferimento e senza alcuna dotazione strumentale di
monitoraggio ambientale. all'organizzazione interna delle risorse umane di riferimento e senza
alcuna dotazione strumentale di monitoraggio ambientale”3.

“... Le province devono dotarsi di strumentazione per il loro territorio e per la gestione di
determinati rischi ambientali (rischio idrogeologico, etc.). Oggi in mancanza di un’organizzazione
strumentale il territorio viene supportato dal CNR e dall’ARPACAL”4.

1
Ing. Secondo Barbero, Responsabile Centro funzionale dell'ARPA della Regione Piemonte.
2
Dott,. Rocco Mari, Responsabile del Sistema Informativo Territoriale – Provincia di Napoli.
3
Dott. Vitale Francesco, Ufficio operativo della protezione civile – Provincia di Torino.
4
Sig. Rizzuto, Unità operativa Cosenza – Protezione civile Regione Calabria.

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“... Ad oggi è la Protezione civile regionale che interviene sulle emergenze. La Provincia di Crotone
non possiede la strumentazione idonea al controllo delle emergenze”5.

Nella tabella successiva, infine, vengono indicati gli enti che,


pur non possedendo un sistema di monitoraggio ambientale,
manifestano interesse o disinteresse verso l’acquisizione dei
servizi comuni e innovativi di uno SMA.
Rilevante sottolineare che sono tre Enti provinciali calabresi a
non possedere un proprio Sistema di monitoraggio ambientale il
che lascerebbe presupporre anche degli spazi di concreto
posizionamento del sistema SMART: a differenza di Cosenza, le
province di Vibo Valentia e di Reggio Calabria dichiarano
entrambe concreto interesse all’acquisizione della batteria di
servizi elencati.

Tabella 4
Enti che non sono in possesso dello S.M.A e le relative funzioni che
s’intendono acquisire/ non s'intendono acquisire
Anno 2010
Valori percentuali

Servizi/funzioni del Sistema di Monitoraggio Ambientale

Rilevazione Software di
Rilevazione Rilevazione Sistema di Memorizz.
ENTI parametri parametri di
parametri
monitoraggio dei dati
rilevazione ed
del elaborazioni
atmosferici superficie da remoto acquisiti
sottosuolo dati acquisiti

Provincia Cosenza - Settore


▼ ▼ ▼ ▼ ▼ ▼
Protezione civile
Provincia Vibo Valentia – Servizio
Programmazione territoriale ed ▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲
urbanistica
Provincia Reggio Calabria – Servizio
▲ ▲ ▲ ▲ ▲ ▲
Demanio -

▲: Servizi/Funzioni che non si posseggono e che si ha interesse ad acquisire


▼: Servizi/Funzioni che non si posseggono e che non si ha interesse ad acquisire

5
Arch. Leone, Responsabile Protezione civile – Provincia di Crotone.

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