Da “La sfida”, romanzo storico di Carlo Patriarca.
Edito da Rizzoli, Milano 2018.
1918: MEDICINA TRA GUERRA ED EPIDEMIA DI
SPAGNOLA "Dottò, qui c'è un altro che vomita e dice di avere l'ulcera ma ha l'alito che puzza forte di tabacco, per me si è preparato una bibita con le sigarette". "Giacomo diobono, dovrei essere qui per curare fanti malati non per smascherare malfattori", sibilò Steno. L'autolesionismo dei fanti mina nel profondo la vocazione medica di Steno e mette in discussione il senso del suo interventismo. In un mondo che si dibatte tra moralismo e teorie lombrosiane, Il medico è stufo di passare in rassegna simulatori e autolesionisti. Ma la guerra sul fronte interno fu anche contrapposizione tra dottori e soldati disposti a tutto pur di sottrarsi al fuoco della prima linea. E' una lotta intestina, ancor più sordida se a combatterla su opposti fronti si cimentano due medici, alle prese con uomini dai lineamenti sconvolti dal terrore cieco della trincea. Tutto li divide, tranne che il crollo delle aspettative, e forse la strada percorsa da una donna. Finché irrompe sulla scena, ovattata ma peggiore della guerra, una tragica novità che di certo non aiuta Steno a ritrovare le ragioni del suo essere medico: una malattia per la quale non vi è cura né spiegazione.