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Cartesio si chiede come distinguere il vero dal falso in modo tale da trarne dei
vantaggi. Si basa sulle scienze matematiche e le giustifica usando un metodo
che consiste nell’applicazione di quattro passaggi:
- L’evidenza : accogliere come vero solo ciò che risulta evidente
- L’analisi : dividere il problema in modo tale da semplificarlo
- La sintesi : risalire dalle conoscenze più semplici alle più complesse
- L’enumerazione e la revisione : controllare i passaggi
La prima certezza è che può dubitare solo chi esiste (cogito ergo sum). Si
afferma quindi un soggetto pensante.
La prima accusa sostiene che se il cogito ergo sum viene accettato perché
evidente, allora la regola dell’evidenza risulta anteriore allo stesso cogito.
Su questo Cartesio risponde che è un’autoevidenzia che il soggetto ha di sé,
infatti gli risulta impossibile pensare di non pensare.
La terza accusa dice che non si sa cosa pensa, e non perché pensa è un essere
pensante, senno “io passeggio” = io sono una passeggiata.
Cartesio risponde che l’uomo non passeggia sempre, ma pensa sempre, e che
il pensiero esige un sostegno quindi la cosa pensante.
1. È difficile pensare che una creatura finita e imperfetta abbia potuto produrre
l’idea infinita e eterna di Dio, quindi l’idea è sicuramente esterna.
La seconda dice che affermando l’esistenza di una cosa,si afferma anche la sua
esistenza fuori dalla cosa pensante. Inoltre venne contestata l’idea di Dio come
cosa infinita sempre inscritta nella mente, il quale torna dire che l’idea viene da
me stesso e non dall’esperienza.
Cartesio afferma quindi che Dio essendo perfetto non può ingannare. Allora
come è possibile l’errore?
L’errore è possibile a causa dell’intelletto e dalla volontà umana, perché se io
affermassi o negassi solo ciò che l’intelletto mi fa concepire abbastanza chiaro,
e quindi evidente, l’errore non esisterebbe. È appunto la volontà che mi spinge
a dare un giudizio su quello che non mi appare evidente.
Per spiegare il rapporto tra anima e corpo pensa alla teoria della ghiandola
pineale (la sola parte del cervello, che non essendo doppia, può unificare le
sensazioni che vengono dagli organi di senso).
Definizioni