Sei sulla pagina 1di 1

Acque operaie

Quando pensiamo a un corso d’acqua che attraversi le nostre terre, pensiamo subito al fiume Po,
naturalmente. Ma il Po è il termine ultimo, il confine quasi, l’orlo del Basso Lodigiano: l’acqua che
rende fertile la nostra pianura viene da altrove ed è convogliata da quel sistema di navigli, canali,
rogge, fossi, che disperdono l’acqua a monte (di laghi e fiumi, come Lambro e Adda) in decine di
rivoli preziosi per i campi e gli abitanti che vivono lungo il Po. Sono questi canali a rendere florida
la riva lombarda del Po, non il Grande Fiume: a ben pensarci, anche il Piacentino si affaccia sullo
stesso fiume, ma in estate patisce molto di più l’aridità, proprio perché è privo di grandi bacini da
cui trarre la preziosissima acqua.
Percorriamo allora il corso di uno di questi canali, quello che solca la Bassa: la Mortizza.
Partiamo da un dato etimologico. Mortizza è un toponimo assai diffuso dove c’è acqua e si
riferisce in genere a zone di acqua stagnante: paludi, stagni, acquitrini, che potrebbero essere i resti
dell’antico corso di un fiume, il quale, cambiando alveo, ha lasciato dietro di sé specchi d’acqua
isolati. Un’altra ipotesi, minoritaria e ben più macabra, suggerisce che mortizza sarebbe il punto di
un’ansa in cui il fiume fa arenare le carcasse delle bestie, trasportate dalle acque.
Il sistema della Mortizza viene ufficialmente chiamato Collettore di bonifica della Bassa
Lodigiana e raccoglie le acque provenienti dall’Alto Lodigiano, racchiuso tra Lambro e Adda. Il
canale venne scavato durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, sfruttando la manodopera dei
prigionieri di guerra, e venne completato nel 1920.
Il sistema del colatore ha origine presso la Cappella Sambughetti a Orio Litta, a poche decine di
metri dal Lambro, con il nome di Colatore Ancona. Durante il suo percorso quasi marziale, assai
poco sinuoso (non è certo un fiume naturale), riceve la acque di altre colature: quasi subito incrocia
la roggia Venere (poco prima di Corte Sant’Andrea), poi accoglie il roggione Senna (a sud di Senna
Lodigiana), quindi prosegue fino a incontrare nei pressi di Somaglia la Nuova Guardalobbia, alla
quale segue il rendez-vous con il roggione Monticchie. A Guardamiglio ecco arrivare sulla sinistra
un nuovo corso, il Brembiolo: dopo la confluenza dei due colatori, l’Ancona prenderà finalmente il
nome di Mortizza.
La Mortizza, quindi, procede ad accogliere le acque della roggia Resmina, a sud di San Fiorano,
la quale a sua volta raccoglie le acque di gran parte delle piccole rogge di quel comune: Riale,
Acqualunga, Tencarola. In località Chiavicone, verso Santo Stefano, la Mortizza si biforca, con un
ramo che sfocia poco oltre nel Po, mentre il corso principale incamera le acque del Gandiolo: lo
snodo è fondamentale perché da qua in poi il colatore assume il nome di Allacciante Gandiolo o
Tosi.
Si dispiega sotto i nostri occhi come in un disegno, in una cartina geografica di quelle appese
nelle aule di scuola, una rete di fili azzurri, alcuni più sottili altri più spessi e un intrico di nomi.
Ormai siamo quasi al termine della corsa: a Corno Giovine il Gandiolo si unisce al
Guardalobbia, ultimo affluente. A Castelnuovo Bocca d’Adda, dopo un salto invalicabile per la
fauna ittica, il nostro canale si getta nel Po.
In totale, il canale è lungo 38 km. Un percorso ciclabile si snoda lungo le sue rive: con la bella
stagione, si può pedalare lungo questo corso d’acqua parallelo al Po; un canale che, come un umile
e industrioso operaio, privo della nomea del grande fiume, porta benefici reali a tutta la Bassa.

Andrea Ghidoni

Potrebbero piacerti anche