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SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione

FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni


UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

Roma, 14 Settembre 2010

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE RSU E


DELLE SEGRETERIE DI SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

Il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia riunitosi a Roma il 9 Settembre


2010, congiuntamente con le Segreterie territoriali e nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-
CISL, UILCOM-UIL giudicano positivamente l’accordo raggiunto in sede di Ministero
dello Sviluppo Economico, rappresentando una buona mediazione tra le rivendicazioni
del Sindacato, contenute nell’Ordine del Giorno del Coordinamento Nazionale delle RSU
di Telecom (giugno 2010) e l’esigenza di tenere aperto un confronto sul futuro delle reti.
Rimangono ovviamente aperti ancora punti importanti, a partire dalle verifiche dei volumi
di investimenti sulle nuove reti e sulle strategie di sviluppo a livello internazionale del
gruppo. Il risultato raggiunto in termini di garanzie sul perimetro, sulle reinternalizzazioni,
sul principio della ricollocazione e riconversione come strada maestra alternativa agli
esuberi, segnano un successo delle mobilitazioni delle lavoratrici e lavoratori di Telecom
Italia, cogliendo di fatto la maggioranza dei punti rivendicati nella piattaforma sindacale.
Politicamente è inoltre da evidenziare come l’accordo raggiunto unitariamente con
Telecom Italia rappresenta un modello di relazioni industriali diverso e alternativo da
quello che in diverse realtà, anche grandi imprese, si punta ad affermare come modello
generale. Aver raggiunto un accordo unitario è merito della forte tenuta confederale ed è
la dimostrazione di come un corretto sistema di relazioni sindacali possa produrre migliori
risultati per tutti, aziende e lavoratori.
Nello specifico l’accordo rappresenta un’intesa quadro che dovrà essere gestita,
implementata e tradotta operativamente sin da fine settembre, con un confronto costante
tra Sindacato e Azienda.
Come Sindacato riteniamo infatti necessario che il percorso di gestione dell’accordo
parta prima di tutto da quale idea ha, Telecom Italia, sul futuro dell’organizzazione
produttiva e industriale dell’azienda da qui ai prossimi anni. E, in relazione a questi
obiettivi, avvenga la giusta riconversione professionale, le necessarie reinternalizzazioni,
il corretto sviluppo degli asset strategici (rete, customer, it).
Occorreranno infatti garanzie reali ed esigibili, strumenti e sedi di verifica e adattamento,
sapendo rispondere alle esigenze anche di chi, come i colleghi dell’ADE, saranno
chiamati anche essi ad una riconversione su nuove attività
Quindi occorrerà un governo attento e condiviso delle necessarie triangolazioni tra uscite
volontarie, gestione della formazione, tempi e modalità di riconversione, utilizzo dei
contratti di solidarietà con il minor impatto economico possibile (anche ricorrendo –
questo chiederemo - alle integrazioni per la formazione previste da accordi e leggi).
Occorrerà quindi una pianificazione certa, visibile e verificabile delle reinternalizzazioni
delle attività, sapendo garantire continuità futura ai diversi reparti e lo sviluppo di nuove
attività.

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Il tutto andrà gestito con un equilibrio nuovo tra “cabine di regia” nazionali
(Coordinamento e Segreterie Nazionali, commissioni settoriali, commissione formazione,
ecc.) e partecipazione delle strutture e dei delegati sindacali sul territorio.
Occorre cioè che tutti i complessi passaggi che porteranno all’attuazione dell’accordo
siano monitorati e verificati con un forte sforzo relazionale a tutti i livelli: una sfida che
deve essere colta innanzitutto da Telecom Italia e dai suoi diversi responsabili territoriali.
Le stesse riconversioni dovranno essere costantemente accompagnate da verifiche sulla
reale efficacia della formazione, dalla costante verifica tra uscite volontarie e
riconversioni (con particolare attenzione a non creare squilibri territoriali), sapendo da
subito le destinazioni finali ed i tempi.
Ovviamente l’accordo quadro pone già degli importanti paletti che dovranno essere fatti
valere e che qui – sommariamente – ricordiamo.

Perimetro e volumi attività: si sancisce che le customer operation interne a Telecom


Italia S.p.A. non saranno oggetto ne di societarizzazione ne di esternalizzazione
(mettendo così fine al progetto aziendale della “grande Telecontact”), rinviando ad un
confronto sindacale successivo il tema del miglioramento produttivo del settore.
Analoghe garanzie sulla non vendita/esternalizzazione riguardano SSC e HRS,
riconosciute parte integranti delle strategie di sviluppo di Telecom. Entro settembre vi
sarà uno specifico confronto durante il quale l’azienda comunicherà i volumi, tempi e
criteri per la reinternalizzazione di attività sia in ambito customer, rete che IT. Per la
prima volta da diversi anni vi sarà cioè un processo di reinternalizzazione di attività, dopo
anni di fuoriuscite anche sensibili.

Esuberi: rispetto al Piano industriale che prevedeva 6822 uscite in Telecom Italia più
645 uscite da SSC (ridotte poi a 450 circa a seguito dei bandi) l’accordo prevede fino ad
un massimo di 3900 uscite volontarie in mobilità fino al 31 dicembre 2012, con il criterio
della non opposizione (volontarietà). Di queste 200 sono “preadesioni” già censite per
l’anno 2010 (resti delle vecchie “aliquote” dell’accordo 2008). In più l’azienda riconosce la
maggiorazione degli importi dal termine della mobilità alla decorrenza dell’eventuale
trattamento pensionistico (a seguito dello slittamento delle vecchie finestre, previsto dal
decreto 78/2010, si vedano anche i comunicati e le note passate), facendo così salvi i
diritti salariali futuri in caso di “buchi” tra il termine della mobilità e il reale riconoscimento
dei trattamenti pensionistici. Chi uscirà avrà cioè garantito il reddito fino all’effettiva
erogazione della pensione.

Ricollocazioni e contratti di solidarietà: viene riconosciuto il principio della


riconversione professionale come strumento alternativo agli esuberi. In particolare 1100
esuberi dichiarati divengono lavoratori da formare nuovamente e da riconvertire verso
altre aree aziendali (con particolare attenzione alle riconversioni verso la rete),
accompagnati da strumenti di integrazione al reddito durante il periodo di formazione
(contratti di solidarietà, che ovviamente dovranno interessare un numero maggiore
possibile al fine di alleggerire il differenziale tra salario ed integrazione INPS),
garantendo a tutti la ricollocazione dentro l’azienda. Sforzo della parti dovrà essere
inoltre quello di individuare forme di rimborso per la formazione tale da integrare le quote
di reddito perse con la solidarietà.

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Importante è comunque il fatto che dentro questo percorso di riconversione e


ricollocazione è riconosciuta priorità ai colleghi di SSC (vedi punto specifico) e soprattutto
delle Directory Assistance, su cui l’azienda aveva invece chiuso fino a qualche mese fa
(si veda comunicato dopo l’incontro al Ministero del Lavoro nel mese di maggio).

SSC: pur rappresentando un punto di mediazione e consapevoli che la vertenza dovrà


continuare anche in relazione ai molti problemi aperti (Premio Annuo, PDR, orari, ecc.) è
importante che l’azienda abbia riconosciuta strategica la funzione dell’informatica
all’interno delle politiche industriali e la valenza del patrimonio professionale dei lavoratori
di SSC. Così come importante sarà agire sulle reinternalizzazioni e sulla riduzione del
ricorso a consulenze esterne per mettere ancor di più in garanzia i livelli occupazionali e
le prospettive di crescita di SSC. In relazione agli impatti occupazionali si prevede prima
di tutto di procedere a una mobilità volontaria all’interno dell’azienda, quindi ad un
processo di riconversione e ricollocazione con sostegno al reddito con l’utilizzo dei
Contratti di Solidarietà per i rimanenti (da qui la definizione “fino ad un massimo di 450”).
Un confronto permanente tra le parti dovrà accompagnare l’intero processo.

Lavoratrici e lavoratori già in mobilità (prima di giugno 2010) e che il decreto 78/2010
penalizza con lo slittamento delle uscite in pensione: dopo una lunga trattativa si è
ottenuto l’impegno scritto da parte di Telecom Italia a farsi garante della copertura
economica dei mesi in più (rispetto a quando si è andati in mobilità calcolando la
pensione con le “vecchie finestre”) fino al riconoscimento del trattamento pensionistico.
L’impegno riguarda i circa 3400 lavoratori già usciti in mobilità e che si sarebbero trovati
scoperti per diversi mesi (fino a 9-12 in alcuni casi) a seguito del cambio della norma,
avvenuto dopo la loro uscita. Al riguardo, al di là della gestione da parte aziendale
(Telecom è in attesa di sapere se verrà o meno modificata la soglia dei 10 mila lavoratori
in mobilità esentati dalle nuove norme sulle pensioni), si invitano le strutture territoriali a
prendere poi contatto con i possibili interessati al fine di intervenire con eventuali
segnalazioni all’azienda. Su questo punto le Segreterie Nazionali terranno informate le
strutture territoriali.

Mobilità territoriali collettive non potranno esserci se non volontarie (questo a tutela
anche dell’eventuale discussione sulle possibili chiusure delle piccole sedi di customer).
Proprio in relazione a questo punto (si pensi alle aree di Staff in eventuale riconversione)
garantire un giusto livello di attività nei comuni ove si attuerà la riconversione sarà un
punto fondamentale dei prossimi confronti.

Per i lavoratori ex TILS arriva finalmente a positiva conclusione una situazione


drammatica che da oltre un anno ha visto i colleghi della formazione impegnati in stretto
contatto con il sindacato in una vertenza durissima per la riconquista del lavoro perduto.

Infine l’accordo consegna alle lavoratrici e lavoratori di Telecom un periodo di


“tranquillità” rispetto alla continua e costante pratica aziendale di annunciare nuovi
esuberi ogni 3-4 mesi.
L’accordo stabilisce infatti che sono “esauriti” gli interventi occupazionali per gli anni di
piano 2010-2012. Ovvero sia fino al 31 dicembre 2012 non vi saranno ulteriori interventi
di riduzione occupazionale.

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Come Segreterie Nazionali e Coordinamento Nazionale delle RSU riteniamo doveroso


informare al massimo i lavoratori di Telecom Italia sull’accordo raggiunto, procedere alla
massima diffusione dei suoi punti e soprattutto “attrezzarci” per la gestione operativa e
per i confronti che si apriranno a fine Settembre, anche avanzando proposte specifiche e
mirate ai diversi settori.

Al riguardo si terranno già nei prossimi giorni assemblee in tutte le sedi di Telecom Italia,
durante le quali saranno illustrati dettagliatamente i contenuti dell’accordo alle lavoratrici
ed ai lavoratori.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

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