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Il contributo si propone di indagare il legame che intercorre fra ironia ed entusiasmo nella teoria

poetologica di Friedrich Schlegel.


Nel Discorso sulla mitologia, Schlegel presenta il reciproco determinarsi [Wechsel] di ironia ed
entusiasmo come uno dei caratteri che anticipano e rendono possibile la nuova mitologia della
ragione, tutta da costruire.
Nel primo paragrafo del contributo cerco di mostrare come nella teoria poetologica di Schlegel le
due disposizioni d’animo non possano essere separate. Senza entusiasmo, senza anelito verso
l’incondizionato, l’ironia non sarebbe, come vuole Schlegel, riprendendo un’espressione di Novalis,
menstruum universale, cioè agente che fluidifica le contraddizioni e rende conto dell’agilità del
caos, ma arbitraria e vuota forma soggettiva. Se l’ironia dà forma alla poesia moderna, l’entusiasmo
ne fornisce la materia. Il fine del reciproco determinarsi di ironia ed entusiasmo è perciò di tenere
viva la connessione fra reale e ideale.
Nel secondo paragrafo del contributo riconduco il rapporto fra ironia ed entusiasmo nella poesia
moderna all’interpretazione che Schlegel fornisce della poesia antica e dell’attività del Socrate
platonico, cercando di mostrare che per Schlegel non è l’ingenuità la nota caratteristica della poesia
antica, perché anch’essa è un misto di istinto e intenzione, quanto piuttosto l’assenza di una
nostalgia nei confronti dell’universale.
Infine, nel terzo paragrafo, soffermandomi sul capitolo/frammento dell’incompiuto romanzo
Lucinde, intitolato “Idillio dell’ozio”, cerco di interpretare il modo in cui, secondo Schlegel,
l’alternarsi di ironia ed entusiasmo contribuisca alla costituzione del romanzo nella forma
prospettata da Schiller di un idillio del futuro.

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