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Lavoro e potenza

Potenza

Consideriamo un uomo di peso 700 N il quale deve salire al quarto piano di un edificio, posto
ad h = 20 m dal suolo. Può decidere di prendere le scale oppure di usare l'ascensore. Siccome il lavoro
in questo caso non dipende dal percorso ma solo dall'altezza, avremo che in entrambi i casi il lavoro
che bisogna compiere è L = P · h = 700 N · 20 m = 14 000 J. Qual è la differenza tra questi due casi?
L'ascensore consente di coprire il dislivello di 20 m in un tempo minore perché la potenza
dell'ascensore è in generale superiore alla potenza muscolare dell'uomo. In fisica la potenza P si
definisce come il rapporto tra il lavoro L che viene compiuto e l'intervallo di tempo Δt impiegato a
compierlo, ossia P = L / Δt. È chiaro che, dal momento che l'intervallo di tempo Δt compare al
denominatore, una macchina sarà tanto più potente quanto meno tempo impiega per compiere un certo
lavoro (nel nostro esempio i 14 000 J necessari per salire al quarto piano). Dal momento che il lavoro
compare invece al numeratore nella definizione di potenza, una macchina sarà tanto più potente quanto
più lavoro riesce a compiere in 1 s.
L'unità di misura della potenza nel Sistema Internazionale è il watt (simbolo W). Dalla
definizione di potenza discende che 1 W = 1 J / (1 s). In altre parole una macchina ha una potenza di 1
W quando è in grado di compiere un lavoro di 1 J in un intervallo di tempo pari a 1 s. Il watt è un'unità
di misura piccola e infatti sono molto più utilizzati i suoi multipli, come il kilowatt (1 kW = 103 W), il
megawatt (1 MW = 106 W) e il gigawatt (1 GW = 109 W). Ad esempio quando diciamo che un'auto ha
una potenza di 50 kW vuol dire che ogni secondo è in grado di compiere un lavoro pari a 50000 J.
Molto utilizzato come unità di misura di potenza è anche il cavallo-vapore (simbolo CV). Il
fattore di conversione con il watt è il seguente: 1 CV = 735.5 W. Esiste poi il cavallo vapore
britannico (simbolo hp per horse-power): 1 hp = 745.7 W.
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IL LAVORO E L'ENERGIA

Premessa. Le leggi della dinamica studiate in precedenza consentono di formulare spiegazioni


efficaci di molti fenomeni relativi al movimento dei corpi; tuttavia rimangono in sospeso alcune
questioni. Qual è l'origine delle forze? Che cosa si trasmette da un corpo all'altro durante
l'applicazione di una forza? Per rispondere a questi interrogativi, vengono introdotte due nuove
grandezze intuitive familiari ma che dovettero essere definite in modo preciso: il lavoro e l'energia.
Le forze al Lavoro. Il concetto scientifico di lavoro ha un significato
molto più specifico di quello che ha nel linguaggio comune. Ad esempio,
ci consideriamo al lavoro mentre studiamo. Tuttavia questo non è un
lavoro in senso fisico poiché non sappiamo come misurarlo. Per compiere
un lavoro è necessario applicare una forza il cui effetto è, di solito, quello
di provocare uno spostamento del corpo su cui agisce, come quando
camminiamo con in spalla lo zainetto pieno di libri. In fisica, si dice che
si effettua lavoro quando un corpo a cui è applicata una forza, subisce uno
spostamento. Ecco, quindi, che quando solleviamo da terra lo zainetto
compiamo lavoro mentre quando lo teniamo sollevato non compiamo in
realtà alcun lavoro, almeno dal punto di vista fisico.

Può sembrare strano che si parli di lavoro quando solleviamo lo zaino e non quando la
manteniamo sollevato da terra, ma se si riflette le due situazioni sono molto diverse tra loro: mentre
nella prima è necessaria la nostra azione per alzare lo zainetto, nella seconda si potrebbe benissimo
farne a meno, essendo infatti sufficiente... appoggiare lo zainetto su una sedia.

Queste considerazioni giustificano la necessità di dar una definizione rigorosa di lavoro

La definizione di Lavoro. Consideriamo un carrello ed applichiamo ad esso una forza F


costante che forma un angolo q con un piano orizzontale. Il carrello, per effetto di questa forza, si mette
in movimento, percorrendo dopo un dato intervallo di tempo una distanza S.

Def. Il lavoro della forza F è il prodotto dell'intensità della forza applicata per la lunghezza S
dello spostamento prodotto da essa e per il coseno dell’angolo che la forza forma con la direzione
dello spostamento.
Oss. 1. Nella (1) compare la funzione goniometrica cos q così definita:

Sia data una circonferenza di raggio unitario nel centro dell'origine.


Consideriamo un qualsiasi angolo con il primo lato coincidente col semiasse positivo x. Sia P il punto
di intersezione del secondo lato dell'angolo con la circonferenza.

Si chiama seno dell'angolo orientato QOP e si scrive sen QOP, l'ordinata del punto P,
dunque la lunghezza del segmento QP.
Si chiama coseno dell'angolo orientato QOP e si scrive cos QOP, l'ascissa del punto P, dunque la
lunghezza del segmento OQ.

Per l’andamento della funzione coseno si vedano anche le seguenti Applet Java:
http://ww2.unime.it/dipart/i_fismed/wbt/ita/wf2/SinCosTan/sincostan_ita.htm
http://www.math.it/goniometria/unita1-3b.htm

Oss. 2. Il prodotto F cosq è la componente della forza nella direzione dello spostamento. Da
questa definizione possiamo dedurre che :

1. il lavoro è nullo, se è nullo lo spostamento, o se è nulla la forza, o se, non essendo nulli
nessuno dei due, sono fra loro perpendicolari;

Lavoro nullo di una forza. La forza premente, esercitata dalla pila di libri, non esegue lavoro
perché non sposta il suo punto di applicazione; la stessa cosa vale quando, da fermi, teniamo sollevata
una valigia. La forza muscolare che esercitiamo non lavora anche quando siamo in movimento poiché,
in tal caso a = 90° e quindi L = 0. Ciò è intuitivamente giustificabile notando che lo spostamento non è
provocato dal braccio, ma dalle gambe, che muovono in orizzontale tutta la persona: sono le gambe che
fanno lavoro, non il braccio. Un altro esempio di lavoro nullo si ha nel moto circolare uniforme, in cui
la forza centripeta è in ogni istante perpendicolare alla velocità e quindi allo spostamento e perciò il
lavoro è nullo
Esempi tratti dal libro Fisica di S. Papucci - Hoepli

2. il lavoro è positivo quando la proiezione della forza sullo spostamento ha lo stesso verso di
questo, ed è negativo se ha verso opposto. Il lavoro positivo, che si ha quando 0 < a < 90 °, è detto
anche lavoro motore, cioè, favorevole al moto. Invece, il lavoro negativo, che si ha quando 90 < a <
180 °, è detto lavoro resistente, cioè, contrario al moto.

Il caso più importante di lavoro resistente è quello prodotto dalle forze di attrito. Si ha un lavoro
negativo anche quando abbassiamo a velocità costante un peso; infatti, in tal caso la direzione della
forza è opposta a quella dello spostamento.

Oss 3. L'unità di misura del lavoro è, nel sistema MKS, il N x m = joule (J), cioè il lavoro che
effettua una forza di un N per spostare il suo punto di applicazione di un m nella sua stessa direzione e
verso. Se, invece della forza di un N, si considera una forza di un chilogrammo-peso, l'unità è il
chilogrammetro (kgm), che corrisponde a 9,8 J. Nel sistema cgs, l'unità è il dina x cm = erg.
1 Joule = 1 newton x 1 metro

Il Joule è un’unità di misura piuttosto piccola: il libro di fisica ha una massa di circa 1 kg e
quindi un peso di 10 N; per sollevarlo di 1 metro è necessaria una forza uguale al suo peso e quindi si
deve esercitare un lavoro di 10 J. In altre parole, eseguo un lavoro di 1 Joule quando sollevo di 1 metro
un …etto di “prosciutto crudo”!

IMPORTANTE ! L'esecuzione di un lavoro implica sempre il consumo di una


corrispondente quantità di una nuova grandezza fisica chiamata “energia”.

Detto in un altro modo: Un corpo o una macchina si dice che possiede energia quando è in
grado di compiere un lavoro.

Importantissimo! L'energia può presentarsi sotto diverse forme e può trasformarsi da una
forma all'altra.

Sulle diverse forme di energia clicca qui:

http://www.geocities.com/codadilupo_2000/energ.htm

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Fisica per le superiori/Lavoro ed Energia - Wikibooks, manuali e libri di testo liberi

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Nel corso della storia gli uomini hanno inventato diversi tipi di macchine per sollevare, spostare
e mettere in movimento gli oggetti.
In tutte le macchine vi sono forze che producono spostamenti. Una nuova grandezza, il lavoro
di una forza, misura l'effetto utile della combinazione di una forza con uno spostamento.
Forza e spostamento paralleli[modifica]

Il caso più semplice è quello in cui il vettore forza è parallelo al vettore spostamento: i due
vettori hanno stessa direzione e stesso verso.
Se la forza e lo spostamento sono paralleli, si definisce il lavoro come: L = F s \'7b\displaystyle

L=Fs\'7d
Per esempio, un motore di ascensore che esercita una forza di 2000 N mentre solleva la cabina
di 6 m compie un lavoro.
L = (2000 N) * (6 m) = 12000 N*m Nel Sistema Internazionale l'unità di misura del lavoro è il newton
per metro (N*m). Questa unità di misura è detta anche joule (J):
1 J = (1 N) * (1 m) Un joule è il lavoro compiuto da una forza di un newton quando il suo punto di
applicazione si sposta di un metro (nella direzione e nel verso della forza).
Puoi eseguire un lavoro pari a 1 J sollevando di un metro un corpo che pesa 1 N. Così, se
afferri, un panetto di burro da 1 hg e lo sollevi di 1 m compi il lavoro di circa 1 J.
Quando i vettori forza e spostamento sono paralleli, la forza mette o mantiene in movimento il
corpo su cui è applicata. In questo caso il lavoro della forza è positivo ed è detto lavoro motore.
Forza e spostamento antiparalleli[modifica]

Un altro caso molto comune è quello in cui i vettori forza e spostamento hanno la stessa
direzione ma versi opposti.
Se la forza e lo spostamento sono antiparalleli, il lavoro è dato dalla formula: L = − F

s \'7b\displaystyle L=-Fs\'7d
Il segno meno è introdotto per descrivere il fatto che, quando forza e spostamento hanno versi
opposti, la forza agisce in modo da opporsi al moto del corpo. Si dice che la forza compie un lavoro
resistente.
Così, la mano che indossa un guantone da baseball compie un lavoro negativo per fermare la
palla. Per esempio, una palla che si muove verso sinistra con una velocità di 24 m/s (86 km/h) può
essere fermata da una forza (rivolta verso destra) di 400 N mentre la mano accompagna la palla per 10
cm. Il lavoro compiuto dalla mano è:
L = - (400 N) * (0,10 m) = - 40 J Forza e spostamento perpendicolari[modifica]

Considera un carrello che si muove senza attrito su un binario orizzontale. Sul carrello agisce la
forza-peso, che è rivolta verso il basso e, quindi, risulta perpendicolare allo spostamento (orizzontale)
del carrello. In questa situazione la forza non influenza in alcun modo lo spostamento (non lo
asseconda ma non lo ostacola neppure).
Nel caso di forza e spostamento perpendicolari il lavoro è nullo:

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