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Si consideri il circuito di figura 1, nel quale le induttanze L1, L2 sono accoppiate mediante il
coefficiente di mutua induzione M.
Siano I 1, I 2 le correnti di lato incognite. Il circuito è costituito da due maglie indipendenti, alle
quali si associano versi di percorrenza orari, come mostrato in figura 1.
E s V R1 Vt1 0 (1a)
V R 2 Vt 2 0 (1b)
ovvero:
E s V R1 Vt1 (2a)
0 VR 2 Vt 2 (2b)
dove nel membro di sinistra compaiono i termini di eccitazione e nel membro di destra le cadute di
tensione. Si noti che nell’equazione (2a) le cadute di tensione sono precedute dal segno positivo in
quanto prodotte dalla corrente I 1 che è concorde con il verso di percorrenza di maglia; al contrario
al secondo membro dell’equazione (2b) le tensioni V R1, V t1 sono precedute dal segno negativo,
poiché la corrente di lato I 2 è discorde con il verso di percorrenza della maglia 2.
Nelle precedenti espressioni V R1, V R2 sono le differenze di potenziale ai capi delle resistenze R1,
R2 rispettivamente, esprimibili in funzione delle correnti I 1, I 2 mediante la legge di Ohm
(convenzione degli utilizzatori):
VR1 R1 I1 (3a)
VR 2 R2 I 2 (3b)
mentre V t1, V t2 sono le differenze di potenziale totali ai capi delle induttanze L1 ed L2,
rispettivamente. Tali d.d.p. sono esprimibili come somma dei contributi originati dal fenomeno di
autoinduzione e dal fenomeno di mutuo accoppiamento:
VR1 VR2
I1 I2
M
R1 R2
Es 1 L1 L2 2
Vt1 Vt2
Figura 1
1
Vt1 V11 V12 (4a)
Vt 2 V22 V21 (4b)
Il segno che compare nelle espressioni (6a) e (6b) è negativo in quanto le correnti I 1 e I 2 sono una
entrante in L1 dalla parte del pallino, e l’altra uscente da L2 dalla parte del pallino.
Considerando le espressioni (3a,b), (5a,b) e 6(a,b) le equazioni di Kirchhoff alle maglie (2a,b)
assumono la forma seguente:
Es R1 j L1 I1 j M I2 (7a)
0 R2 j L2 I2 j M I1 (7b)
Si consideri un circuito nel quale le induttanze Li ed Lj, percorse dalle correnti di lato I i
e I j ed appartenenti alle maglie i-esima e j-esima rispettivamente, sono accoppiate
mediante il coefficiente di mutua induzione Mij. Nell’equazione di Kirchhoff alla maglia
i-esima viene aggiunto il termine:
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Analogamente nell’equazione di Kirchhoff alla maglia j-esima dovrà essere introdotto il
termine:
V ji j Mij Ii (9)
Si consideri nuovamente il circuito di figura 1. Siano I m1, I m2 le correnti associate alla maglia 1 e
della maglia 2, rispettivamente. Tali correnti sono equiverse come mostrato in figura 2 (entrambe
orarie, ad esempio).
Il sistema di equazioni di Kirchhoff (7a,b) può essere riscritto esprimendo le correnti di lato I 1, I 2
in funzione delle correnti di maglia I m1, I m2:
I1 I m1 (10a)
I 2 I m2 (10a)
Si ottiene:
Em Zm Im (12)
dove:
Zm12
Zm ZZm11 Zm22
(13b)
m21
Im Im1 I m2 t (13c)
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sono il vettore delle sorgenti di maglia, la matrice delle impedenza di maglia ed il vettore delle
correnti incognite di maglia, rispettivamente.
E’ possibile procedere direttamente alla formulazione dell’equazione matriciale (12), senza fare
riferimento alla scrittura delle equazioni di Kirchhoff per le tensioni (7a,b).
Infatti dalla (12) si deduce che il coefficiente (1,1) della matrice delle impedenze di maglia è
definito dalla seguente espressione:
Em1
Zm11 (15)
I m1 Im 2 0
ed è pertanto costituito dalla somma di tutte le impedenze che danno luogo a cadute di tensione
nella maglia 1 quando fluisce nel circuito solo la corrente della maglia 1 I m1, supponendo quindi
I m2=0. In altre parole, il coefficiente Z m11 rappresenta la somma algebrica delle cadute di tensione
che si manifestano nella maglia 1 (considerate tutte con la convenzione degli utilizzatori) quando si
pone I m1=1 e I m2=0.
Zm11 R1 j L1 (16)
Infatti quando la corrente I m1 fluisce nella prima maglia provoca nella stessa maglia 1 la caduta di
tensione R1 I m1 sulla resistenza R1 e la caduta di tensione jL1 I m1 sull’induttanza L1. La caduta di
tensione jM I m1 viene indotta ai capi di L2 (nella seconda maglia quindi) e pertanto il termine jM
non deve essere incluso in Z m11.
Em1
Zm12 (17)
I m2 I m1 0
Esso rappresenta la somma algebrica delle cadute di tensione che si manifestano nella maglia 1
(considerate tutte con la convenzione degli utilizzatori) quando si pone I m2=1 e I m1=0. Con
riferimento al circuito in esame risulta quindi:
Zm12 j M (18)
Infatti quando la corrente I m2 fluisce nel circuito, interessando tutti i bipoli che appartengono a lati
della maglia 2, essa produce nella maglia 2 stessa le cadute di tensione R2 I m2 e jL2 I m2 sulla
resistenza R2 e sull’induttanza L2, rispettivamente. Tali cadute di tensione non si manifestano nella
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maglia 1 e pertanto le impedenze R2 e jL2 non devono essere incluse in Z m12. Tuttavia, quando la
corrente I m2 fluisce nella maglia 2, a causa del fenomeno di mutuo accoppiamento essa induce nella
maglia 1 la tensione jM I m2 (secondo la convenzione degli utilizzatori). Pertanto l’impedenza jM
deve essere inclusa nel coefficiente Z m12. Si noti che tale impedenza è preceduta dal segno positivo,
in accordo con la regola dei pallini applicata alle correnti di maglia I m1 (che fluisce in L1, sede del
mutuo accoppiamento) ed I m2 (che fluisce in L2, causa del muto accoppiamento).
In modo perfettamente analogo sono dedotte le espressioni delle impedenze Z m21, Z m22.
Ovviamente risulta Z m12= Z m21.
La matrice delle impedenze di maglia può essere scritta per ispezione diretta del
circuito. Il generico coefficiente Z mij è definito dalla seguente espressione:
Emi
Zmij (19)
I mj Imk 0
k 1,,n , k j
La definizione (19) è generale e si applica sia ai termini propri che ai termini mutui della
matrice [ Z m].