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I tagli agli organici del personale della scuola, previsti dalla legge 133/2008, producono
effetti devastanti sulla scuola e differenti nelle realtà regionali del Paese.
In Sicilia hanno conseguenze insopportabili per le condizioni economiche e sociali di molte
famiglie con la perdita del lavoro in un contesto con un tasso di disoccupazione al 40% (a
fronte dell’8% sul territorio nazionale) e per la destrutturazione del sistema d'istruzione che
sta producendo profonde spaccature sociali e forti disuguaglianze per aree geografiche.
Per queste ragioni la Cgil e la FLC Cgil chiedono di cancellare i tagli previsti dalla legge e
la definizione di un piano triennale di reclutamento e stabilizzazione.
È di tutta evidenza una specificità regionale che non è mera rivendicazione meridionalista
dettata dal dibattito nord-sud nel Paese, ma attenzione alle concrete conseguenze che i
tagli sull’organico del personale della scuola negli ultimi due anni hanno comportato con il
licenziamento di circa 12.500 lavoratori.
I punti di maggiore criticità, a cui occorre rispondere con urgenza entro le prossime
settimane, sono:
La riduzione indiscriminata delle ore di lezione a 27 settimanali per gli alunni della scuola
primaria (elementare) a differenza dei coetanei delle regioni del nord e del centro/nord che
godono nella quasi totalità di un orario settimanale di 32-36 e 40 ore si traduce in una
discriminazione sociale che avrà pesantissime ricadute sulle opportunità future dei
bambini siciliani con una forte accentuazione del divario culturale e quindi socio-
economico Nord/Sud inaccettabile anche sotto il profilo Costituzionale.
Si chiede l’assegnazione del tempo scuola a 40 ore richiesto dai genitori e
supportato dalle delibere degli Enti Locali e la conferma di almeno 30 ore in tutte le
altre classi. L’assegnazione del tempo scuola a 40 ore in tutte le sezioni di scuola
dell’infanzia.
I tagli drastici stanno determinando la chiusura di molte sezioni di scuola serale che
consentivano il diritto allo studio e la possibilità di recuperare percorsi didattici interrotti e
condizioni del sapere dei singoli individui. Un esempio per tutti che testimonia
l’impoverimento della scuola pubblica in Sicilia: una classe di scuola serale di Licata (AG)
composta da 22 alunni viene soppressa al 4° anno impedendo agli alunni di diplomarsi e
rendendo inutile l’avere investito quattro anni della loro vita per un riscatto sociale.
Chiediamo la fruizione piena del diritto allo studio per gli studenti siciliani, la
riapertura dei corsi e delle classi soppresse con la garanzia del raggiungimento
della maturità a tutti gli alunni.