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DIVERSAMENTE LIBERI Illusioni e paradossi di una città giovane

L
p
o
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Livorno, 9 - 10 - 11 Maggio 2008 d
f
http://myspace.com/diveramenteliberi È
d
Direzione Artistica: Lamberto Giannini e Michelangelo Ricci
Direzione Organizzativa: Francesca Ricci c
Direzione Organizzativa e Tecnica: Associazione Nido del cuculo v
Coordinamento Tecnico: Andrea Pagani r
Q
Hanno Collaborato alla realizzazione del festival: ufficio progetti di iniziative per la cittadinanza attiva, a
Selica Vicidomini, Azzurra Ruggeri, Maurizio Muzzi, Matteo Giauro, Federico Bernini, Francesco Pacini, s
Sara Matteoni, Francesca Borella, Simona Baldeschi, Claudio Marmugi, p
Claudia Mazzeranghi, Elena Batazzi, Agnese e Carolina Romani, Alessandra Antonelli.
d
Laboratorio Giornalistico e Realizzazione Catalogo a cura di: redazione Take it Easy Magazine P
Redazione TakeitEasy: Elena Batazzi, Agnese Romani, Alessandra Antonelli, Carolina Romani. o
Redazione Laboratorio: Eleonora Vitale, Marina Petri, Fabiola Fornaciari, c
Diego Pagano, Raffaele Busolli, Luca Birindelli. u
Fotografie: Jacopo Arena, Attilio Zavatta, Allegra Montanelli, Michele Giannoni, Eleonora Vitale. R
Idea grafica: Veronica Giari, Medea Ciangherotti, Matteo Russo, Denise Scarinzi u
Logo e impaginazione: zudesign.grafica@gmail.com a
e
in collaborazione con
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Stampato su carta Riciclata Cyclus

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Promosso da con il contributo

Comune Livorno Regione Tosacna

L’apertura è l’atteggiamento con cui ci siamo posti davanti ai giovani livornesi nel proporre un
progetto come quello di DiversaMente Liberi, illusioni e paradossi di una città giovane, partito
oltre un anno fa con l’idea di produrre una video indagine sul mondo giovanile livornese e giunto
all’organizzazione di un vero e proprio festival che, per tre giorni, ha visto la città animarsi con le più
8 disparate manifestazioni artistiche e culturali. Una tre giorni che è stata non solo un’occasione di
festa ma anche di riflessione.
i È il titolo stesso dell’iniziativa che spinge alla riflessione: DiversaMente Liberi. I pensieri diversi
devono trovare accoglienza nella comunità, costruire ricchezza e diventare un elemento sul quale
i
i ci si confronta per ricucire la distanza di un conflitto generazionale e di genere e per modificare la
o visione distorta che oggi ci porta spesso a considerare l’altro come un problema più che come una
i ricchezza.
Questa iniziativa ci ha inoltre permesso di far progredire una riflessione importante sulla città già
, avviata da tempo con altri progetti come Cisternino 2020, che sta andando avanti molto bene e che
, si concluderà con l’inaugurazione dell’ex casa della cultura, attualmente al centro di un percorso
, partecipativo e destinata a diventare nell’imminente futuro il centro di una rete di iniziative e luoghi
.
della città che vedono protagonisti i ragazzi.
e Per questi progetti, attuali e in cantiere, chiediamo la partecipazione di tutti i giovani. Indispensabili
. oggi se vogliamo costruire un percorso che ci traghetti verso i prossimi anni, facendo sentire la
, comunità più legata ad un’idea di futuro positivo. Troppo spesso si sente nei giovani la mancanza di
. una speranza rispetto a condizioni di vita che oggi appaiono spesso dure.
. Ruolo dell’Amministrazione è quello di valorizzare le capacità trasformandole in azioni. La nostra è
i una città ricca di contrasti e potenzialità che ha bisogno di rafforzarsi, promuovendo e dando voce
m alle spinte che vengono dai suoi abitanti. Questo è stato uno degli obiettivi di DiversaMente Liberi
e lo stesso obiettivo verrà portato avanti mettendo in campo altre iniziative che, in modo continua-
n
tivo, possano dare nuove possibilità di aggregazione e di confronto ai cittadini più giovani, con la
speranza di costruire un futuro condiviso.

Alessandro Cosimi
Sindaco di Livorno

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piaz
za d
el l
e fort ogopio
cavourtro goldoni
piazza Cavour
ezza e
piazza tea vecc
hia

Questo libretto che avete fra le mani è il frutto di un lavoro di squadra messo in campo durante il
laboratorio giornalistico che abbiamo organizzato nella tre giorni di Diversamente Liberi. Mentre
iniziative, musica e spettacoli si alternavano nelle strade e nelle piazze della città, la presenza di-
screta di Take it Easy magazine, tramite gli occhi dei suoi collaboratori, fotografi e giornalisti in erba,
osservava e annotava tutto. Sede operativa del laboratorio: un piccolo ma significativo gazebo bian-
co, allestito nel mezzo di piazza Cavour e attrezzato con computer e stampanti. Lì quattro giovani
grafici operosi, lavoravano all’impaginazione del catalogo.

Foto, articoli e grafiche si intrecciano adesso in queste pagine che, si spera, offrano un bel reso-
conto di quello che la manifestazione, promossa dal Comune di Livorno e dalla Regione Toscana e
realizzata da un team di associazioni, ha offerto alla città. Non solo un momento di intrattenimento
ma soprattutto un modo, a nostro avviso, di far vedere quante belle realtà esistano sul territorio
e quanto sia più proficuo collaborare e lavorare insieme per un progetto comune, piuttosto che
chiudersi dentro se stessi. Con la speranza che l’esperienza sia servita d’esempio a tutti e, in futuro,
se ne possano ripetere altre.

Questo catalogo è dunque il nostro piccolo/grande contributo a Diversamente Liberi e sfogliandolo


troverete interviste, articoli di commento, foto, sondaggi e contributi artistici. C’è uno spazio dedi-
cato alla video-indagine ed uno per il concorso fotografico “Dare i numeri”, l’opinione dei direttori
artistici del festival e anche quella degli assessori alla cultura e alle politiche giovanili. Infine, nella
parte conclusiva, troverete le schede di presentazione di tutti le associazioni che hanno partecipato,
i nostri ringraziamenti e le foto dei ragazzi che, lavorando con noi, hanno contribuito alla nascita di
tutto questo. Un grazie di nuovo a chi l’ha reso possibile e… buona lettura!

La Redazione

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LA POLITICA TRA GIOVANI E CULTURA 08
FRANCESCA RICCI 010
LAMBERTO GIANNINI 012
MICHELANGELO RICCI 013
VIDEO-INDAGINE DIVERSAMENTE LIBERI 014
SIAMO CONFUSI MA NON CI ARRENDEREMO 016
UN MONDO DI FOTO 020
LA STERPAIA 023
MATRIMONIO 028
I SOGNI SON DESIDERI 031
IL RITMO DEL SENEGAL 032
SANTA FELLINIANA 034
TRE DOMANDE AI KOROO 034
NO P NO A NO L 036
30 CONTRO 30 038
CLAUDIO MARMUGI 041
DALLA MUSICA AL CAGE E RITORNO 042
LICAONI, VIDEO E GAG 043
UN NUOVO SPAZIO IN CITTà CHE FARE? 044
ARCI SOLIDARIETà E LILAP24 045
LABORATORIO GIORNALISTICO 047
DOMENICA è SEMPRE DOMENICA 050
ASSOCIAZIONI LIVORNESI 056

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La politica tra giovani e cultura
1.
Le politiche giovanili dell’assessore Baldi

di Marina Petri

Abbiamo incontrato l’assessore delle politiche


giovanili e sociali al Comune di Livorno Alfio
Baldi: più che un’intervista la nostra è stata una
conversazione sui “temi caldi” che interessano ai
giovani, sulle proposte del Comune di Livorno.
Per gettare le basi, oggi, di un futuro diverso.

Assessore, per iniziare vorrei farle una 2.


domanda di tipo lessicale. Ritiene che il
termine “Politiche Giovanili” sia adatto
per descrivere una realtà complessa come
quella dei giovani o non trova piuttosto
che sia una sorta di “sclerotizzazione”?
Penso che il termine “Politiche Giovanili” sia per-
fetto per rappresentare l’impegno istituzionale
in questo ambito: è necessario ricondurre le pa-
role al loro significato originario, intendere cioè
il termine “politica” come complesso di decisioni
strutturate verso un miglioramento della vita
giovanile collettiva, e non come un’ingerenza senso?
politica e dunque partitica nella società. Il video “Diversamente Liberi”, oltre a raccoglie-
Il problema della partecipazione e della re importanti testimonianze, vuole essere un
mancanza di interesse rimane dominante tentativo. Inoltre progetti quale quello del “Ci-
nelle realtà scolastiche e, in senso più am- sternino 2020”, il cui scopo è una vera e propria
pio, giovanili della nostra città. È d’accordo “educazione alla partecipazione”, stanno avendo
con questa affermazione? un’ottima risposta sul territorio. Importante è
Il vero problema, a mio parere, è l’abuso odierno comprendere la “buona fede” che anima questi
del termine “partecipazione”: la realtà è molto progetti, il che comporta una personale presa di
più complicata di quella, strumentalizzata, rac- responsabilità e un allontanamento dal qualun-
contata da partiti ed associazioni. Partecipare, quismo ormai imperante.
insomma, non è una “alzata di mano” ma essere Molti sono anche i progetti proposti diret-
parte attiva di una comunità. Fondamentale è tamente dalle scuole, che rischiano però
dunque allontanarsi dai vecchi dogmi che ve- spesso di essere “subiti” passivamente
dono la politica arroccata nei palazzi del potere, dagli studenti. Cosa propone perché siano
intenta ad escludere la città: la vera partecipa- vissuti meno come “calati dall’alto”?
zione è determinante nei processi decisionali. Il Chiediamo troppo alle nostre scuole: anni fa
problema in ambito giovanile rimane: elemento sarebbe stato impensabile richiedere a queste
chiave è trovare gli stimoli adatti. istituzioni offerte formative complesse come
Quali sono alcuni esempi di quelle odierne. Purtroppo ben poco possiamo
“Partecipazione Positiva” e fare per determinare quante delle proposte
quali le iniziative del Co- siano davvero sviluppate e quante invece
mune di Livorno in questo soltanto “subite”: dipende tutto dagli stimoli di

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alunni ed insegnanti, solo questi infatti hanno
gli strumenti per vagliare l’interesse sul territorio Assessore, di cosa si occupa esattamente?
di specifici progetti. Il mio ufficio ha una delega per le attività
Cosa pensa della carenza di cultura che culturali, intese come gestione della spettaco-
emerge nei giovani intervistati nella video- larità a Livorno e tutela delle strutture culturali
inchiesta “Diversamente Liberi”? già esistenti. La nostra gestione collabora con il
I giovani livornesi rappresentano ciò che la Goldoni, il Mascagni, i musei di Livorno e l’even-
società, gli adulti li hanno resi. Quello della ca- to Effetto Venezia, la tutela si occupa invece
renza culturale non è un problema ma la realtà: di mantenere integri i monumenti di Livorno,
Livorno è una città di enormi contraddizioni, in quali statue, biblioteche e musei. Disponiamo
cui un amore viscerale si coniuga in un degrado di 100 collaboratori interni ed esterni e di due
generalizzato. È questo il momento più oppor- diversi budget: 1 milione e 200mila euro per la
tuno per iniziare a domandarsi come siamo gestione di eventi locali e manutenzione dei
arrivati a questo punto, il momento migliore per monumenti, 9 milioni di euro per la costruzione
lanciare un messaggio: quello di amare davvero di nuove infrastrutture per la cultura.
la nostra città. Qual è stato il suo contributo a questo
Giovani fino a 40 anni, mito dell’eterna evento?
adolescenza. Non sarebbe questo il mo- Insieme alla giunta e con l’assessore al Turismo
mento adatto per responsabilizzare chi Piero Santini e l’assessore Alfio Baldi alle Politi-
giovane è davvero ed attuare un ricambio che Giovanili, abbiamo dato felicemente l’auto-
generazionale in un contesto cittadino e rizzazione e la disponibilità a questo evento.
nazionale? Cosa prevede il comune di Livorno nell’am-
Sentirsi “giovani dentro” è positivo a qualunque bito della cultura e dei giovani?
età: sbagliato è sentirsi giovane per sostituirsi ai La nostra amministrazione si è concentrata in
“veri” giovani. Spero nella prossima legislatura, questo periodo su due progetti: Italia Wave
perché un trentenne o magari un ventenne Festival e la rivalorizzazione dell’ex Casa della
possa prendere il mio posto. Cultura. Italia Wave è il festival più grande della
3. toscana, grazie anche alla sua possibilità di
aggregare giovani e creare cultura grazie alla
contaminazione di gruppi famosi a livello inter-
nazionale e gruppi locali.
Cosa mi può dire invece dell’ex-Casa della
Cultura?
I soldi ci sono, ora bisogna considerare la strut-
tura. Sarà un progetto modulare, tenendo conto
però delle caratteristiche proprie dell’edificio.
Sono previste una sala grande per i concerti,
più altri spazi ancora da dedicare. Ed è qui che
sta il punto centrale del progetto partecipativo
“Cisternino2020”: vogliamo che i cittadini livor-
I progetti culturali dall’assessore Guantini nesi, ed in particolare i giovani, facciano le loro
proposte per l’utilizzo di questa struttura.
di Diego Pagano Che proposte sono state avanzate finora?
Per questo devi rivolgerti a Susan Gorge, una
Eccomi alla prima intervista di Diversamente gallese molto simpatica! (vedi pag. 43)
Liberi. L’assessore alla cultura del comune di
Livorno arriva per primo insieme a Susan Geor-
ge, collaboratrice del progetto Cisternino2020.
Massimo Guantini si presta sorridente e cordiale photo: Attilio Zavatta (1) e
alle domande di un inesperto giornalista. Eleonora Vitale (2,3)

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FRANCESCA RICCI
di Elena Batazzi

Il suo ruolo è quello di stare dietro le quinte e


non apparire. Come un burattinaio conosce
ogni elemento del suo teatrino e tira tutti i fili
della baracca. È Francesca Ricci, la direttrice
organizzativa di Diversamente Liberi. Ovvero:
centinaia di euro spesi di telefonate per chiama-
re, prendere accordi, riferire alle istituzioni, ascol-
tare le esigenze e far funzionare gli ingranaggi.
Scarpe consumate per transitare da un ufficio
all’altro e tra le sedi delle varie associazioni. Non
sale sui palchi a fare discorsi istituzionali, anzi
per quel genere di compito non ha neanche
molta simpatia, ma è ovunque. Se vi sembra
poco chiedetelo ai suoi nervi. L’ultimo giorno
della manifestazione, mentre in piazza Cavallotti
suonava Bobo Rondelli, lei si preparava a salire
sul palco per fare un breve saluto al pubblico e
pareva un po’ tesa. “Tutto bene o sei sull’orlo di
un esaurimento di nervi?” le ho chiesto. “Nervi??
- ha ribattuto lei - no sè... io ormai i nervi non
ce li ho più!”. Ma facciamo un passo indietro,
quando Diversamente Liberi era ancora lontano
dalle vite di tutti noi...

Quando e come è nato questo progetto?


Tutto è partito nell’autunno 2006, quando il territoriale (per cercare di scoprire e studiare gli
Comune ha convocato un “tavolo giovani” per aspetti della gioventù della nostra città).
cercare di aprire un confronto e un dibattito sui Quale percorso ti ha portata a diventare
temi dei giovani, della cultura e degli spazi a l’organizzatrice di questo evento?
questi dedicati. Da quel tavolo è nata per la pri- Il ruolo di organizzatrice mi è sempre piaciuto
ma volta l’idea di una videoindagine sulla nostra fin da piccola. Infatti dopo essermi laureata in
città, avviata nell’aprile 2007, dopo la proiezione Scienze Politiche ho intrapreso un master in
al Kino Desse de “La meglio gioventù”, un pro- organizzazione di eventi presso l’università di
getto simile portato avanti a Roma dal regista Firenze. L’anno scorso ho partecipato all’organiz-
Michelangelo Ricci. Nella realizzazione sono stati zazione di Effetto Venezia e così le associazioni
coinvolt i ragazzi stessi, tramite dei laboratori capofila hanno pensato che fossi la più adatta a
curati da 4 associazioni capofila: Anffas-Aamps portare avanti questo lavoro.
per i laboratori attoriale (per la formazione dei Chi sono stati i tuoi collaboratori più stret-
video intervistatori) e tematico (per la proget- ti, il tuo braccio destro e sinistro?
tazione e lo studio delle domande da porre Nella fase preparatoria, il grande Andrea Pagani
agli intervistati), Nido del Cuculo per che si occupava della parte tecnica (sevice, alle-
le di tecniche di ripresa (per la stimenti, connessioni, ecc). Mentre sul campo,
formazione di coloro che gire- nella tre giorni, sono stati molto d’aiuto anche
ranno la videoindagine) e Arci Federico Bernini e Matteo Giauro.
nuova associazione per quello Qual è stato il momento più difficile dell’or-

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photo: Francesca Ricci

ganizzazione? del festival ho dovuto coordinare tutte le asso-


 I momenti più difficili sono quelli iniziali: ciazioni coinvolte e, in questo modo, conoscerle
conoscere e farmi conoscere dalle associazioni meglio. Ho visto molte realtà interessanti e
coinvolte, prendere accordi, programmare le mi sono trovata bene con tutti… Inoltre mi è
necessità di tutti e cercare di esaudirle. Poi piano molto piaciuto un aspetto della manifestazione,
piano, mentre i giorni dell’evento si avvicinano, quello di andare direttamente addosso ai giova-
tutto si costruisce e si smonta... così, per magia... ni, coinvolgendo i luoghi centrali della città. La
Per tutto il pubblico che ha vissuto l’evento filosofia di tutta l’operazione è stata: se i ragazzi
solo come spettatore, puoi dare un’idea del non vengono da te, vai te da loro!
lavoro e dell’impegno che c’è stato nei mesi C’è un futuro per Diversamente Liberi?
precedenti? Noi tutti crediamo e speriamo di poter orga-
L’impegno è tanto, soprattutto se hai un nizzare un Diversamente Liberi 2009. I segnali
carattere ossessivo e maniacale come il mio! positivi, da parte dell’amministrazione e delle
Tutti devono uscirne contenti, tutti si devono associazioni, sembrano esserci.
divertire, tutti devono avere ciò di cui hanno bi- Per finire la domanda che è diventata il
sogno. È stato un continuo cercare di soddisfare tormentone della video inda-
le esigenze di tutti.... sembra un peso, ma me gine: se sparisse livorno,
piace un sacco... sarò matta! cosa sparirebbe?
Qual è il tuo bilancio personale? Livorno!
È estremamente positivo. Come organizzatrice

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lamberto giannini sta da innamorato. Livorno è aperta perché gli
importa una sega, dice lui. Il modo di esprimersi
livornese è tutto particolare e la livornesità stes-
di Fabiola Fornacciari sa ha contribuito al progetto. Se al livornese
proponi un lavoro produttivo rifiuta ma se
Lamberto Giannini, professore di storia e gli offri una “cavolata” accetta. Alla “cavolata”
filosofia nonché regista nella compagnia hanno partecipato anche ragazzi con handicap,
teatrale Anfas, è il direttore artistico, insieme a determinanti per la buona riuscita dello spet-
Michelangelo Ricci, del progetto Diversamente tacolo, non per la loro diversità, ma per la loro
liberi. “Il miglior modo per apparire - dice bravura in campo attoriale. “Sono bravi attori
scherzando - e non far niente”. Parlando e vengono chiamati da tutta Italia per esibirsi.
seriamente poi, dichiara che quel ruolo in realtà Merito anche del loro essere fulminati”. E anche
ricopre un gran numero di responsabilità, che Giannini pare “fulminato” quando propone una
è ben contento di assumersi perché crede in partita di calcio con 5 palloni e 60 giocatori.
questa iniziativa. Lo scopo principale è quello di L’idea è arrivata ricordando un momento in cui
invogliare i giovani alla riflessione. “La creatività lavorava al Ludobus insieme a Stefano Filippi.
- sostiene - non è l’antidoto alla violenza, ma alla “Dopo l’attività si faceva una partita di pallone -
falsità. La creatività spinge a tirar fuori se stessi”. ricorda - ma i bambini si lamentavano che non
Anche il giorno designato per l’inizio dell’attività toccavano palla così è nata l’idea di aumentare
spinge alla riflessione. Il 9 maggio del 1978, i palloni in campo. Poi l’attuarla in una piazza
ricorda Lamberto da bravo professore di storia, storica come piazza del Logo Pio può presen-
viene ucciso Aldo Moro. “Muore un momento tarsi come un capolavoro”. Sicuramente una
della storia italiana - ricorda - perché gli anni partita fuori dagli schemi, come del resto tutto il
’70 hanno rappresentato un momento di progetto. Per concludere la nostra chiacchierata,
apertura verso la libera espressione dei giovani, chiedo a Giannini di descrivere la sua città con
verso la creatività”. Ma essendoci stati gruppi di qualche aggettivo. “Contraddittoria - dice senza
ragazzi che hanno imboccato la strada deviante esitazione - rozza e raffinata”. Perché contraddit-
della lotta armata, la libera espressione è stata toria? “Perché è Livorno...”
macchiata da episodi di violenza che hanno
portato a una lettura delle varie manifestazioni
come terrorismo. Ma possiamo parlare di atti di
violenza anche in tempi moderni, seppur con
significati diversi. A Verona il 1 maggio (2008)
un giovane di 29 anni è stato picchiato da un
gruppo neofascista, fino a procurargli la morte.
Su quei fatti la posizione di Giannini è netta: “si
tratta di un gruppo politico che ha commesso
un atto fascista”. Critica la risposta blanda che è
stata data da parte di tutti e in particolar modo
dal neo-presidente della camera Gianfranco
Fini che ha ritenuto più grave il fatto di bruciare
bandiere israeliane. “Con questo atteggiamen-
to - prosegue Giannini - si spinge la gioventù
a non riflettere. Il progetto Diversamente
Liberi invece porta i ragazzi verso
un percorso di riflessione ed
esalta la libera espressione”.
Ma Livorno è una città aperta ai
giovani? Giannini da una rispo-
1.
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Michelangelo ricci
di Fabiola Fornacciari

Michelangelo Ricci, regista del video-indagine Diversamente Liberi,


illusioni e paradossi di una città giovane è contento della buona
riuscita del progetto. “Il prodotto soddisfa le aspettative iniziali -
afferma - sicuramente è il metodo di lavoro che assicura un buon
svolgimento nella ricerca e nella selezione dei materiali raccolti”.
Poi continua “esisteva un’idea iniziale, ma essendo una video-
indagine è ovvio che si deve essere pronti a risposte alternative”.
Ricci evidenzia il fatto che se si parte con rigide idee preconcette è
facile cadere in difficoltà. “Il progetto è forte - sottolinea - quello
che conta è il metodo, il materiale che trovi non è casuale
ma dinamico”.
Una volta raccolto il materiale sono state fatte delle statistiche e
delle percentuali che hanno determinato la scelta delle interviste
da inserire. Un problema che ha incontrato è stato l’incoerenza dei
ragazzi. “Il progetto ha interessato un periodo di tempo abbastanza
lungo - ricorda Ricci - c’è stato un andirivieni di ragazzi che
dopo poco perdevano la voglia di continuare a lavorare
anzi, più correttamente direi che c’è stata dispersione. Per il
resto è stata bellissima la partecipazione di persone intelli-
genti e capaci”.
Ma c’è da dire anche che dal video vengono fuori i difetti degli
intervistati e non quelli degli “inquisitori” che rappresentano una
bella gioventù. I collaboratori sono stati tutti ragazzi senza espe-
rienza. Giornalisti, cameraman e attori si sono impegnati molto e
sono riusciti al meglio.
Il miglior risultato si è ottenuto nella comprensione del video. Ricci
pare appagato nell’affermare che il filmato è leggibile a più livelli,
c’è un divertimento superficiale ma anche un aspetto esistenziale
che va in profondità. “Viviamo in una civiltà che non funziona - di-
chiara - le ambizioni sono precondizionate, c’è una merceficazione
del mondo, un fascismo della merce che ti impone una solo forma
di espressione senza alternative. Ad esempio: la pubblicità di un
detersivo ti dice implicitamente che un rom è sporco, che
non è un buon consumatore e quindi va cacciato”. Per questo
troviamo ragazzine di undici anni che in un’intervista urlano “ai
rom gli si da foo”. E se alla domanda sull’essere o meno comunista,
dichiarano di esserlo, riguardo alla politica odierna ammettono di
non seguirla: non perché non capiscono la politica ma perché è la
politica ad essere ambigua. Ricci parla con trasporto dei giovani,
delle loro idee, pulsioni, speranze eroiche ed erotiche ed ammette
che sono gli adulti ad essere confusi. “Quelli tra i 40 e gli 80 anni -

photo: Attilio Zavatta (1) e


Alessandra Antonelli (2)
2.
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commenta - si fanno un mucchio di problemi,
non è questione destra o sinistra, anche se,
video-indAGINE
parlando personalmente devo dire che il partito
che mi da più garanzie è il PD più che il PDL”.
DIVERSAMENTE LIBERI
E lo dice con sconforto, ricordando la recente
sconfitta elettorale del 13 e 14 aprile. Anche di Fabiola Fornacciari
se c’è chi sta “extraparlamentarmente” peggio,
ricorderei io. Il 9 maggio (2008) ha avuto luogo presso il
Per fare una sintesi del progetto Ricci parte da teatro Goldoni la proiezione del video-indagine
Rodari. “La penso esattamente come lui riguar- “Diversamente liberi”. La platea si è riempita di
do ai proverbi, credo che siano la castrazione giovani e meno giovani interessati allo spetta-
della cultura ma, se con uno di questi dovessi colo, mentre i palchetti sono purtroppo rimasti
descrivere l’esperienza direi ‘chi la fa l’aspetti’, tristemente vuoti.
nel senso che se si urla contro i rom significa L’introduzione degli organizzatori del video, il
che qualcuno te l’ha insegnato” e la figlia Ida di direttore artistico Lamberto Giannini e il regista
10 anni che gli siede accanto suggerisce “chi Michelangelo Ricci, è stata utile per chiarire le
semina raccoglie”! idee a chi non era a conoscenza del progetto.
Per concludere una breve riflessione sul tormen- Due parole vengono spese anche dall’assessore
tone del video: Se sparisse Livorno, cosa spari- alle politiche giovanili Alfio Baldi. Manca però il
rebbe? “Scomparirebbe un mondo diverso Sindaco che viene chiamato in causa più volte
- risponde Ricci - sparirebbe una lingua basa- nelle interviste. Particolarmente simpatico è l’in-
ta sul sarcasmo e sull’amore del paradosso. tervento di una ragazza che alla domanda “che
E sta già sparendo a causa di una disattenzione si deve fare per migliorare Livorno?” risponde
politica, una tranquillità di governo nella città, “anzitutto andrebbe ‘ambiato ir sindaco, ovvia
per un’omologazione”. cosa vole che faccia ir Cosimi?”. Ed è su questa

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linea tragicomica che si sviluppa tutto il filmato. asciutto “la squadra di calcio e la città natale di
Il video inizia con l’entrata in carcere di due atto- Ciampi”. Un ragazzo poi si è differenziato per
ri (ragazzi con handicap) e, secondo un criterio originalità: “se il mondo fosse un culo Livorno
di ciclicità, si conclude con il saluto degli stessi, sarebbe ir buo”.
disposti a passare dei giorni in carcere per poter
ottene dei soldi dal comune. Tutto naturalmen-
te è frutto di fantasia, possiamo definirlo un
artificio cinematografico.

La parte centrale del video è suddivisa in tre NO


macrosequenze intitolate rispettivamente: 5
sale giochi, sesso droga e rock and roll, sinistra,
destra. Il titolo della sequenza “5 sale giochi”
riprende la risposta di un ragazzo alla domanda
“cosa deve fare il Sindaco per migliorare la vita
dei giovani livornesi?”. A parlare è un minorenne
che infatti viene oscurato in volto perché i ge- SI
nitori non avevano firmato la liberatoria. Torna
semplice criticarlo ma non ci sono state richie-
ste migliori, c’è chi dice di volere una discoteca
decente “perché Calafuria fa un po’ caa” e chi ha
Ci voleva una video-indagine a Livorno?
chiesto uno skate park. C’è stato anche qualcu-
no che riflettendo è arrivato alla conclusione
che “i giovani non sanno cosa vogliono e sono
insoddisfatti perché è nella loro natura”. 6.
“Sesso droga e rock and roll” è stata la parte 5.
più irriverente. Viene intervistato un signore 4.
anziano al suo posto di lavoro, un bancone 1.
alimentare all’interno del marcato coperto di
piazza Cavallotti, che mostra una foto dei suoi
dieci figli e dichiara di far fuori scatole e scatole 3.
di viagra. Poi ci sono i gruppi giovanili cattolici,
poco credibili, che dichiarano di seguire la via
della castità fino al matrimonio.
“Sinistra, destra” interessa, come intuibile, la 2.
questione politica. C’è una breve intervista a
Gianfranco Fini che, dopo un suo intervento alla
libreria Belforte, si lascia fare un paio di doman-
Cosa ne pensi della video-inchiesta?
de senza però concedersi troppo. Mentre per 1. Utile
quanto riguarda i ragazzi, i più si dichiarano di 2. Interessante
sinistra, specificando però che si tratta di una 3. Piacevole
sinistra moderata. Ma ci sono anche tanti con- 4. Noioso
fusi: un grillino che si dichiara centrista e una 5. Dispersivo
comunista che vuole bruciare i rom. 6. inutile

Arriviamo dunque al tormentone del video, la


provocatoria domanda “se sparisse Livorno,
cosa sparirebbe?”. I più hanno risposto con:
“…ir mare”, qualcuno ha sentenziato in tono
apocalittico “dè...tutto!” mentre Fini ha detto photo: Clarissa Tempestini

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SIAMO CONFUSI
ma non ci arrenderemo
Ecco cosa è emerso dai questionari compi-
lati da chi ha visto la videoindagine
54/96 F 36/96 M
di Elena Batazzi

Siamo confusi, tristi, felici, ignoranti e beceri. De-


motivati, sconsolati e pieni di speranze. Odiamo,
amiamo, pensiamo e non riflettiamo. Vogliamo
vivere per sempre in questa città e scappare
lontano. Tutto ciò è assurdo? No, è la tipica
essenza livornese: contraddittoria. È questo Percentuale di maschi e femmine alla proiezione
che emerge dalla video-indagine condotta da
Michelangelo Ricci, secondo il pubblico che ha eterogenea e non c’è una fascia d’età in cui
assistito alla proiezione nella platea del Teatro è più accentuato il pessimismo o viceversa,
Goldoni. O quantomeno secondo quella parte le idee sono varie e confuse senza divisioni
di pubblico, un centinaio di persone, che ha anagrafiche o di residenza. Ci sono quelli pieni
partecipato al sondaggio, compilando la scheda di buona volontà che dicono che c’è ancora
consegnata all’uscita. tanto da lavorare, che bisogna impegnarsi e non
fermarsi. E ci sono i rassegnati che vedono solo
Inutile provare a tirare fuori un quadro organico tristezza e pessimismo diffusi tra i giovani.
della realtà livornese, tranne nel caso in cui limi- “Siamo una massa di analfabeti” sentenzia
tarsi a dire che “siamo tutto e il contrario di tutto” una donna di 42 anni e “ho avuto una sensazio-
possa considerarsi in qualche modo un bilancio. ne di squallore” dice una 53enne. C’è addirit-
Ci sono un paio di ragazzine tra i 13 e in 14 anni tura chi teme per il suo futuro. “Mi fa paura
che, senza tanti giri di parole scrivono che il questa città... scapperò!”, “Butta male” e “Sono
video è “inutile” perché il loro unico obiettivo era incazzato nero” sono alcuni dei commenti
quello di rivedersi sul grande schermo e invece, negativi. Non mancano però gli orgogliosi che
che delusione, sono state tagliate fuori in fase di non ci stanno a farsi buttare giù: “Se si vuole
montaggio... poi c’ una loro coetanea che invece si può fare molto! Basta con questo ‘un c’è
esulta perché forse adesso potrà diventare un nulla!” e ancora “Siamo unici” , “Siamo una città
pò più famosa in città. Non si sa se sorridere nel di ignoranti... ma simpatici”. Poi c’è chi prende le
leggere certe risposte o se invece scivolare nel
baratro della più profonda preoccupazione. Età degli spettatori alla proiezione
Ma, in generale, che messaggio hanno recepito
dalla video-indagine questi giovanissimi? “Che si
vogliono tutti bene” scrive una dodicenne e che oltre 61 sotto i 17 anni
“la diversità è bella” è il parere di una 19enne. E
poi ancora “che c’è molta ignoranza” scrive un
ragazzo di 16 anni e che “c’è ancora tanta strada
da fare” secondo un 17enne. “Non si ragiona 41 - 60 anni 18 - 24 anni
più” scrive ancora un preoccupato 18enne che
però si è anche divertito a vedere il
film.
31 - 40 anni 25 - 30 anni
I giovanissimi non sono però
gli unici ad aver visto il filmato,
anzi. L’età del pubblico è molto

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4. 1. 1.
7.

3.
6.

2.

5.
2. 3.
4.

Hai fiducia nelle istituzioni? Come passi il tempo libero?


1. Si, molta 3. No, per niente 1. TV
2. Insomma 4. Non mi interessa 2. Leggo
3. Videogiochi
distanze “Sono livornese ma non mi riconosco 4. Computer
5. Esco con gli amici
negli intervistati”…
6. Vado in città
Si parla di conformismo, di poche idee, di poca 7. Viaggi e Sport
cultura e poca voglia di impegno. C’è chi si 8. Musica
appella alla condivisione per migliorare le sorti 9. Scrivo e Studio
e chi dice che siamo annoiati e manca il lavoro 10. Cinema e Fotografie
perché chi detiene il potere non incrementa 11. Altro (giardinaggio, in famiglia, teatro, mostre,
il benessere sociale. “C’è amore per Livorno chiesa, dormo)
ma non per le istituzione” scrive un uomo di
64 anni. Una ragazza di 25 anni commenta “le lasciano emergere che c’è tanto lavoro dietro il
persone e le città cambiano… e spesso in video (più di 60 ore di riprese e 500 intervistati)
peggio”. Un paio di persone poi si soffermano e che al Ricci piacciono le immagini “sbiancate”!
sugli aspetti tecnici della video-indagine e Non potevamo non dedicare uno spazio ad
una delle domande più ricorrenti del video: Se
sparisse Livorno, cosa sparirebbe? Tutto e nulla,
Hai passioni particolari?
1. Teatro 5. Arte ovviamente, per non smentire mai il contrad-
2. Canto 6. Fotografia, Video, Cinema dittorio spirito labronico. Poi, tra tante schede
3. Sport 7. Altro (Politica, Viaggi, Computer, bianche di chi non ha trovato nulla da dire,
4. Musica Scrivere, Sesso, Cucina, Natura...) compaiono alcuni luoghi caratteristici (il porto,
la terrazza Mascagni, il lungomare, il mare, il
civili e i 4 Mori) e elementi culturali (uno stile
di vita unico, una delle città più predisposte ad
7. 1. accogliere, la libertà, il sentimento, un bellissimo
e becero angolo di Toscana). Poi emergono le
6. risposte sentimentali: “sparirebbe un amore
grande che però mi tradisce” scrive una
5.
ragazza di 29 anni e “una città a portata d’essere
2.
umano” dice un ragazzo di 28. E
poi ancora: la città più bella
4. del mondo, le mie radici, la
mia famiglia, il mio ragazzo,
3. i miei amici e anche il
Giannini!
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photo: Francesca Ricci

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Un mondo di foto
Oltre 450 scatti hanno contribuito al
successo del concorso fotografico “Dare i
Numeri”

di Eleonora Vitale

Si è tenuta venerdì 9 maggio 2008, all’interno


del Teatro Goldoni, una mostra fotografica che
ha visto l’esposizione delle venti foto ricono-
sciute come le più belle dal concorso “Dare i
numeri”, organizzato dall’associazione Teatro
del porto, e reso possibile dal sito web flickr

“insane” di joannablu

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(www.flickr.com/groups/dareinumeri), una sorta
di libreria multimediale, nella quale persone
provenienti da tutto il mondo hanno avuto la
possibilità di pubblicare gratuitamente le pro-
prie creazioni fotografiche sul tema dei numeri
e della follia.

“Un successo quantitativo e qualitativo” ha


detto Sara Matteoni, organizzatrice e promo-
trice del concorso insieme a Matteo Giauro,
responsabile del conconrso fotografico. Infatti
il concorso ha potuto contare su un totale di
più di mille utenti registrati, partecipanti con un
gran numero di foto pubblicate, alcune delle
quali di ottima qualità. Venti tra tutte le foto
iscritte al concorso, giudicate tra le migliori,
hanno dato vita alla mostra fotografica allestita
venerdì 9 maggio nel foyer del Teatro Goldoni,
e le prime tre sono state premiate con una
piccola cerimonia.
Il primo premio, aggiudicato a Joanna Blu-
siewicz, una ragazza polacca che ha partecipa-
to con un’immagine intitolata “Insane”, consiste
nella possibilità di svolgere un Workshop di
una settimana presso “La Sterpaia”, un labora-
torio creativo gestito da Oliviero Toscani a San
Rossore.
Il secondo ed il terzo classificato, rispettivamen-
te le opere “Due gelati” di Pupanna e “2 Party
Propaganda” di P. Eldritch, hanno ricevuto due
buoni da spendere in materiale fotografico
presso lo studio Vallesi che ha anche sostenuto
la mostra provvedendo alla stampa delle 20
opere migliori. All’allestimento della mostra
hanno contribuito anche il Centro Donna, che
ha fornito i pannelli, e il Centro Arci Solidarietà,
che ha pensato ai cavalletti.
Le foto, giudicate dagli stessi ragazzi de “La Ster-
paia”, sono state concepite con estrema varietà
di espressione che, come ha suggerito una dei
partecipanti presenti alla premiazione, comu-
nicano un messaggio di libertà
che permette a chi le osserva
di viaggiare con la fantasia
e interpretare soggettiva-
mente il tema ritratto.

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“due gelati” di pupanna

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5
“2 party propaganda” di P. eldritch 7
8
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LA STERPAIA
di Elena Batazzi

È una foto dal titolo “Insane” dall’autrice polacca


Joanna Blusiewicz lo scatto vincitore del con-
corso fotografico “Dare i Numeri”, promosso e
organizzato da Matteo Giauro e Sara Matteoni
in occasione di Diversamente Liberi. “La foto
vincitrice non poteva essere che questa - ha
spiegato Nicolas Ballario, uno dei giudici del
concorso e portavoce del verdetto - perché
è un’esplosione di follia che sprigiona
energia, la vera essenza della condizione
umana”. Nicolas è uno dei ragazzi che collabo-
rano con Oliviero Toscani presso il laboratorio
artistico e culturale de La Sterpaia, un oasi
di pace e di verde nel cuore del parco di San
Rossore. Un luogo dove si vive in mezzo alla
creatività, elemento che Toscani definisce come
“un surplus di intelligenza e sensibilità, la
possibilità che sta tra il cervello e il cuore”.
Sono stati proprio gli organizzatori Sara e Mat-
teo a volere che la giuria fosse affidata allo staff
de La Sterpaia, la quale ha subito aderito all’ini-
ziativa, accollandosi l’onere e l’onore di scegliere
le 20 foto più belle e i tre vincitori assoluti tra i
450 scatti che hanno partecipato al concorso.
“In realtà - ha commentato Nicolas durante la
premiazione - più che un impegno gravoso,
per noi è stato divertente e stimolante
vedere tutte quelle foto e poter decidere
quale fossero le migliori”.
Il verdetto insindacabile de La Sterpaia ha così
dato vita alla mostra fotografica dei 20 scatti
migliori che è stata allestita nel foyer del Teatro
Goldoni il 9 maggio. Un pomeriggio in cui molti
visitatori sono passati a curiosare tra le 17 stam-
pe esposte su pannelli e cavalletti, in attesa di
scoprire quali immagini si nascondessero dietro
i teli che coprivano i primi tre classificati.
È stato poi Nicolas Ballario a soddisfare la
curiosità dei presenti quando, intorno alle 19,
si è finalmente dato inizio alla
vera e propria cerimonia di
4° “Tales of the underground” di dou_ble_you
premiazione: terzo classifi-
5° “tre, un attimo” di Romei Gabriele
cato P.Eldritch con “2 party
7° “dove?” di Tommolo
propaganda”, secondo
8° “23” di Daniele P
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Pupanna con lo scatto “2 gelati”. Entrambi
hanno vinto dei buoni da spendere in materiale
fotografico presso lo studio Vallese mentre la
prima classificata, Joanna Blusiewicz, per ritirare
il premio dovrà lasciare la sua Polonia e andare
fino a San Rossore. Avrà la possibilità di parteci-
pare ad un workshop di una settimana presso
La Sterpaia, fianco a fianco con Oliviero Toscani
e i suo ragazzi. Un premio importante sia per
il curriculum di un artista come esperienza di
crescita professionale e personale. Il perché di
tanta importanza ce l’ha spiegato Nicolas Balla-
rio che, dopo la premiazione, si è gentilmente
trattenuto al Teatro Goldoni per rispondere alle
nostre domande.

Per chi non la conosce, cos’è La Sterpaia?


La Sterpaia è una moderna bottega dell’arte in
stile rinascimentale, un centro culturale e un la-
boratorio creativo. È sorta in collaborazione con
la regione Toscana su una proposta di Oliviero
Toscani che la dirige operativamente.

Di cosa vi occupate esattamente?


Ci occupiamo di arte applicata alla comunica-
zione, a 360°. Si va dalla fotografia al video, dalla
grafica alla scrittura. La nostra non è mai un’at-
tività artistica fine a se stessa, lavoriamo solo su
commissione e su progetti concerti. Abbiamo
moltissimi clienti, anche di un certo livello.

Puoi farmi qualche esempio?


Curiamo ad esempio tutta la comunicazione
dell’Inter. L’ultimo lavoro che abbiamo fatto
per loro è stata la pubblicazione di un volume
di 600 pagine per celebrare il centenario della
squadra di calcio. Un altro cliente importante è
Mucic Box, un canale satellitare interattivo.

Qual è la caratteristica vincente e pecu-


liare de La Sterpaia?
Noi lavoriamo divertendoci. 9° “Arieccome...” di Domo the kies 1
Questa secondo me è una 10° “Vola solo chi osa farlo” di Rosa Pedra 1
cosa bellissima e di grande 11° “Relax della libertà” di Massimo Faccioli 1
importanza. Inoltre siamo tutti 12° “Mercè” di l’etrusco 1
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giovani sotto i 25 anni e nessuno di età maggio-
re può avere accesso ai nostri laboratori creativi.
Di solito il gruppo è multiculturale e varia tra le
15 e le 20 persone. Al momento siamo in 20 e
fanno parte del gruppo anche una giapponese,
un francese ed un’americana.

Come fanno i giovani di tutto il mondo a


conoscere La Sterpaia, come vi promuove-
te?
Attualmente il nome de La Sterpaia circola
soprattutto grazie al nome di Oliviero che è
famoso in tutto il mondo e all’esterno ancor più
che in Italia. Comunque speriamo che molto
presto il nome di questa nostra bottega dell’arte
possa iniziare a essere conosciuto anche indi-
pendentemente dal nome di Oliviero.
Coma si fa a partecipare alla Sterpaia?
Siamo continuamente in cerca di nuovi talenti
e invitiamo tutti i giovani creativi ad inviarci il
loro curriculum al nostro indirizzo e-mail info@
lasterpaia.it.

Come mai avete accettato di partecipare al


concorso “Dare i numeri” come giuria?
Abbiamo accettato perché ci piace partecipare
ai progetti culturali. Inoltre il tema “Dare i nume-
ri”, che abbiamo scelto insieme a Sara e Matteo,
ci sembrava particolarmente interessante e
ricco di grandi potenzialità. Soprattutto perché,
tra numeri e follie varie, ci dava la possibilità di
indagare la condizione umana che è il nostro
grande interesse. A La Sterpaia non ci occupia-
mo di animali o paesaggi, ma dell’uomo.

Come e quando la vincitrice potrà concre-


tizzare il workshop?
Noi ci teniamo molto a concretizzare nel modo
migliore possibile questo workshop, per questo
abbiamo deciso di aspettare a chiama-
re Joanna finché non avremo tra
14° “Winking” di Iuna le mani un progetto valido
16° “Into the wild” di Daria a cui lei possa dare il suo
18° “Gas Station” di Grifone_76 contributo concreto come
19° “Publc Toilette” di Pablore fotografa.

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photo: Jacopo Arena

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Il matrimonio photo: Allegra Montanelli (4,5,6) e Jacopo Arena (1,2,3)

Lo spettacolo itinerante celebra l’unione handicap è stata eccezionale. Sono dei bravissi-
delle diversità. mi attori, comici, intraprendenti ma soprattutto
sorprendenti. Da loro ci si può aspettare di tutto,
di Fabiola Fornacciari esemplari nell’improvvisazione. Già, perché
quest’ultima ha rappresentato un elemen-
Questa è la storia: Renzo (Matteo Giauro) e Lucia to fondamentale. In primo luogo perché il
(Lucia Catalucci). I due si stanno per sposare. Le direttore artistico Lamberto Giannini e il regista
diversità tra i due saltano subito all’occhio. Lo Michelangelo Ricci (presente allo spettacolo
sposo appartiene a una famiglia dell’alta bor- nonostante le stampelle dovute a una caviglia
ghesia, alto circa 2 m, moro con gli occhi azzurri, danneggiata, la bicicletta è un mezzo pericolo-
bellissimo nel suo smoking bianco candido. La so) hanno cambiato continuamente le scene. In
sposa fa parte di una famiglia di pezzenti, una secondo luogo perché siamo artisti di strada, se
nanetta di 1 metro e 40, caschetto moro, occhi non improvvisiamo noi chi lo deve fare? Plauto
neri profondissimi, splendida, bellissima nel suo di Sofocle?
abito bianco.
Tutto inizia con un’atmosfera di attesa (piazza L’interpretazione la lascio al pubblico. Io l’ho
Cavour). I parenti di Renzo vestiti in maniera im- pensata come una critica al modo pomposo di
peccabile, smoking per i signori e abiti, gonne celebrare un matrimonio, al quale siamo tutti
e tacchi per le signore, tengono un comporta- abituati, quello borghese fatto di falsità, sorrisi
mento sostenuto in attesa che arrivi lo sposo. I costretti e auguri forzati. Ma il mio giudizio è di
parenti di Lucia indossano sacchi d’immondizia parte, io sono la pezzente che ha fatto scattare
con decorazioni di spazzatura, per loro è il me- la rissa. Infondo siamo tutti un pò borghesi e pò
glio per una cerimonia. Questi urlano, sbraitano: pezzenti. Siamo borghesi nell’animo, alla ricerca
“Viva la sposa” e ancora: “ma che palle, quando del successo e dell’ultimo I-pode in uscita. Ma
arriva?”. Sono sguaiati e non sopportano aspet- siamo anche pezzenti, poveracci, precari, perché
tare. Alla fine i due arrivano, ci sono feste pacate le nostre tasche piangono miseria.
e urli, schiamazzi. Durante il tragitto per andare
dal sindaco a celebrare le nozze (via ricasoli, via
goldoni), succede il finimondo: le due famiglie si
offendono, “ir babbo della bimba” critica la figlia
e poi si sente male, scatta una rissa. Ma una
volta arrivati dal sindaco (largo Goldoni) le due
famiglie si riappacificano. I pezzenti urlano ad
un’indecisione di Renzo nel pronunciare il fati-
dico “si, lo voglio”. Poi tutto prosegue per il verso
giusto. Riso e spazzatura volano dappertutto, ci
sono auguri e ballate di tarantella.

Il lavoro ha avuto una buona riuscita. Il numero


di prove è stato misero, solo 5 o 6 volte la com-
pagnia si è data ritrovo presso il Teatro del Porto
o presso la stanza di danza attigua al
Teatro Goldoni. L’attività è stata
divertente sia nella prepara-
zione che nell’esecuzione. La
partecipazione di soggetti

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1.

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spettacolo e quanto ci hanno messo. Le ragazze,
I sogni son desideri i maschietti sono una vera e propria minoran-
za qui, non hanno alcun rossore in viso, e mi
di Diego Pagano dicono che si sono preparate al Fuoricentro per
un mesetto, facendo molta improvvisazione. Le
È sabato 10 maggio. Proprio all’inizio di Piazza piccole attrici (e i pochi attori) sono stati seguiti
Cavour c’è un piccolo palchetto di legno che da Silvia Lemmi che li ha aiutati a mettere in
alle 16.30 si riempie con un gruppetto di scena lo spettacolo. La vedo in piazza, non
bambini vestiti da personaggi da fiaba. Ci sono lontana dai suoi allievi, così saluto i bambini e
Biancaneve, i 7 nani, il Principe Azzurro, la Ma- vado dalla regista.
trigna e due personaggi fuori luogo: un dottore
psichiatra e una Bambina Ombrosa. La storia Da quanto tempo ti occupi di teatro?
è cominciata da piazza Attias dove il dottore è Dal 1998 mi occupo di fare teatro con i bambini
stato chiamato per curare i personaggi da fiaba delle elementari e delle medie, per la maggior
che hanno perso i loro sogni. I pazienti stessi parte elementari, e principalmente a Stagno.
non vogliono recuperare i loro sogni, vogliono
solo dormire, ma il dottore non demorde, e Come hai preparato questo spettacolo?
chiama la Strega Cattiva, che dopo un interven- Al Fuoricentro ho fatto fare ai bambini improv-
to di chirurgia magica è diventata la Fata Ma- visazioni e tanto training fisico. Inoltre impie-
drina. Tutti allora espongono i loro problemi e gavamo molto tempo su riflessioni nate dalle
chiedono alla Fata una magia. È a questo punto improvvisazioni, utili per dare sostanza ad un
che i personaggi, che sembrano finalmente feli- personaggio (ad esempio Alice è venuta fuori
ci, arrivano in Piazza Cavour, per partecipare ad come una missionaria).
ballo organizzato dalla Strega Rifatta. Ma ecco
che subito emergono nuovi problemi: qualsiasi Il tema di questo spettacolo è “I Sogni Per-
tipo di musica venga messa (rock, disco, rilas- duti”, sei stata te a proporre questo tema?
sante…) non sono mai tutti contenti. I conflitti No, l’idea è partita dai bambini. All’interno di
che nascono tra i personaggi rivelano i veri una delle nostre riflessioni il personaggio del
problemi: quella di una società che non ascolta Principe Azzurro non si ricordava più chi voleva
le emozioni, rappresentata sposare, cioè il suo sogno. È cominciata così una
dalla Matrigna che non discussione sui sogni fittizi della società, come la
vuole che suo figlio Principe macchina e i soldi, e i bambini si sono resi conto
Azzurro sposi la sua amata che avere dei sogni veri è molto difficile. Mi
Biancaneve, ma a sua volta sono ispirata a loro, per scrivere il copione.
Biancaneve non vuole spo-
sare il Principe perché non Qual è il tuo prossimo progetto?
lo ama. Il dottore, interessa- Al Fuoricentro, in Via Grotta delle Fate, organiz-
to soltanto alla cura e non ziamo sempre il saggio di fine anno. Quest’anno
ai suoi pazienti, organizza il si intitola Il Lungo Freddo, nostra personale
matrimonio. All’altare Bian- interpretazione del seguito dell’Odissea, dove
caneve si ribella e la Falsa stavolta è Penelope ad aver piantato in asso
Fata, che non sa risolvere Ulisse!
i veri problemi, trasforma
tutti in animali, proclaman-
do pace e amore.
Finito lo spettacolo vado dai
bambini e gli faccio qualche photo: Allegra Montanelli (1),
domanda, gli chiedo Michele Giannoni (2,4) e
dove hanno preparato lo Eleonora Vitale (3,5,6)

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IL RITMO DEL SENEGAL
INTERVISTA A mbaye diop

di Eleonora Vitale

Mbaye Diop è il rappresentante della comunità senegalese, anch’essa coinvolta nelle


iniziative di Diversamente Liberi. Sabato 10 maggio è stata infatti protagonista di una
coinvolgente sessione di percussioni in piazza Cavour. “Sono molto soddisfatto – ha detto
Dyop – sia del progetto sia dell’atteggiamento di Livorno. Continuerò con passione la mia
opera di divulgazione della cultura senegalese nella città, perché c’è bisogno di una società
condivisa, dove ognuno deve contribuire con le sue esperienza e il suo bagaglio culturale.
Infatti non ci può essere un legame, senza la conoscenza reciproca”. Il Gruppo Djembè,
composto dai percussionisti della comunità senegalese, ha riscosso grande attenzione
durante la sua performance che da piazza Cavour si è poi unita al corteo itinerante della
performance “Matrimonio” spostandosi per circa un ora per le strade del centro.

1. 2.

032

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5.

4.

3.

photo:Allegra Montanelli (1), Michele Giannoni (2), Alessandra Antonelli (3,4), Attilio Zavatta (5)

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SANTA FELLINIANA
Protettrice del gioco, del genio e della
libertà

di Eleonora Vitale

Si è tenuto nella piazza antistante al Teatro Gol-


doni il Workshop di disegno a cura del gruppo
Koroo, composto da Angelo Foschini e Lavinia
Iacomelli, coppia ormai collaudata nella vita
e nell’arte. In due giorni, gli ideatori di questo
progetto e dei volontari hanno creato il loro
“stendardo”, colorando le curve di una donna,
d’ispirazione felliniana. “Una santa laica e carna-
lissima - così viene descritta da Angelo - tanto
adulta ed erotica quanto bambina e giocosa”.
Le immagini e le atmosfere di Federico Fellini ci
appaiono qui riassunte nel disegno di una don-
na alta, grande, maestosa e dominante, come
erano le donne nei suoi film.
“È realistica e provocatoria - ha detto Jacopo,
uno dei ragazzi coinvolti nel workshop - in
sintonia con i fatti del mondo quotidiano, che
però, lascia spazio anche all’immaginazione per
una libera interpretazione”.
Diverse mani hanno contribuito a dipingere una
parte di Santa Felliniana protettrice del gioco,
del genio e della libertà che, al termine dei lavo-
ri è stata issata e appesa in cima ad un lampione
davanti allo storico teatro cittadino che per due
giorni è stato sede di questo work in progress
artistico.

3 domande ai KOROO
di Raffaele Busolli

Come vi é venuto in mente questo work-


shop?
Volevamo contribuire al festival non sempli-
cemente portando un’opera nostra già pronta
ma provando a realizzarla sul posto
coinvolgendo in questo proget-
to dei volontari di passaggio.

photo: Allegra Montanelli

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Per aiutarli abbiamo stampato su una tela un KOROO
disegno con delle zone già divise per colore, poi Santa felliniana (PARTICOLARE)
l’abbiamo dipinto tutti insieme, noi coi nostri 2008
collaboratori improvvisati.
Qual è il bilancio di questa esperienza?
Ci siamo divertiti ed è stato bello confrontarsi
direttamente col pubblico. Certo, non era la pri-
ma volta che facevamo una cosa del genere. Era
uno schema già collaudato... e alla fine l’opera è
riuscita bene!
C’è stato un momento particolare nella
realizzazione?
Si, un momento molto tenero. Si è fermato al
nostro tavolo da lavoro un bambino col bracci-
no ingessato, ci voleva aiutare ma non poteva
ed è rimasto a guardarci da lontano. Ad un certo
punto si è alzato un po’ di vento e lui è venuto
a mettere il suo gesso sulle tela, per non farla
volare.

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NO P NO A NO L
di Luca Birindelli

NO PUBLIC NO ART NO LOVE è un progetto di


Michael Rotondi per unire ed intrecciare diverse
esperienze artistiche che nasce dall’esigenza di
dialogo tra arte visiva e città. Tutto si basa sull’in-
terazione tra lo spazio pubblico e lo spettatore
che rimane coinvolto perchè é involontariamen-
te visitatore della mostra spontanea, allestita
sfruttando supporti come stendardi, striscioni,
bandiere, civette, manifesti, cartoline, volantini,
locandine, adesivi e tutto quello che di più
comunicativo ed immediato esiste per strada.

In cosa consiste il tuo progetto?


In una sorta di mostra itinerante, composta da
stendardi, striscioni e locandine in pvc create
insieme a vari artisti. Queste istallazioni sono
state poste nella piazza antistante il Goldoni, in CCH
via Ricasoli, Piazza Cavour e Piazza Cavallott. Prosthesis
Quali artisti hanno partecipato? Inchiostro su carta (28cm x 21cm)
Fabrizio del Moro, Koroo, CCH e ovviamente io, 2008
Michael Rotondi. Putroppo gli striscioni proget-
tati da CCH, destinati a via Ricasoli, sono stati MICHAEL ROTONDI
“boicottati” e rimossi perchè trattavano temi Lumicolor su lucido (30X20 cm)
politici come la pena di morte (sopratutto in 2008
paesi non occidentali) e sono stati ritenuti trop-
po provocatori. Sono rimasto sorpreso e deluso
visto che fa tutto parte di un progetto artistico.
Su cosa è orientato il tuo lavoro?
Il mio lavoro spesso si basa sul passato, in
particolare negli ultimi tempi sugli anni 90,
quindi le frasi usate sono ispirati a quegli anni,
come i versi di una canzone dei Nirvana, ”Serve
The Servants”. Per quanto riguarda i disegni mi
sono ispirato all’infanzia, infatti rappresentano
giocattoli come bambole e robottini.
Per quanto riguarda le locandine in PVC?
Create da Fabrizio Del Moro, nascono come
locandine da mettere nelle civette della edicole,
in seguito vengono trasformate in pvc per
renderle itineranti. Riprendono manifesti
Russi e argomenti come inquina-
mento, scenari nucleari, violenza
sui minori e lavori in nero poco
retribuiti. Insomma, è un lavoro
impegnato nel sociale.

036

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photo: Agnese Romani

FABRIZIO DEL MORO


Senza titolo
China su carta (7,50x15 cm)
2008

037

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30 contro 30
La mega partita che ha turbato il sabato
sera de La Venezia
idee stravaganti, non si fa certo mancare niente.
di Elena Batazzi Sarà forse stato il timore di farsi coinvolgere in
una situazione così strana ma i livornesi non
Saranno sicuramente rimasti sorpresi i tanti av- sono certo accorsi in massa. Complice forse
ventori dei locali della Venezia di trovare il par- anche la tristezza per la precaria situazione della
cheggio di piazza del Logo Pio trasformato in un loro amata squadra di calcio, un attimo prima
grande campo di calcetto, con tanto di illumina- che questa precipitasse ufficialmente in B. La
zione da stadio e tribune montate ai partita si è così svolta portando in campo “solo”
margini. E’ li infatti che si è svolta 40 giocatori anzichè 60. I quali però non si sono
la mega partita con 5 palloni certo risparmiati, arrivando a segnare la bellezza
pensata e organizzata da Lam- di oltre cento gol: 56 per la squadra blu e 56
berto Giannini che, in quanto a per la gialla! Il tutto condito dalla telecronaca
d’eccezione di Claudio Marmugi.
038

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“ Se al livornese proponi un lavoro produttivo rifiuta ma se gli
offri una cavolata accetta. Come definire una partita di calcio
con 5 palloni e 60 giocatori se non una cavolata?

photo: Clarissa Tempestini

039

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photo: Alessandra Antonelli (1), Eleonora Vitale (2)

040

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Claudio MARMUGI
Un critico senza moralismi

di Eleonora Vitale

Approfittiamo della sua vicinanza al nostro


gazebo per fare qualche domanda a Claudio
Marmugi, comico e scrittore livornese, che è
venuto a farci visita in compagnia di Olivia, la
sua bellissima bambina di 15 mesi.
Marmugi ci spiega il progetto che sta por-
tando avanti nelle scuole livornesi attraver-
so la messa in scena di spettacoli, anche
piuttosto lunghi, trattanti i temi del disagio
giovanile, la relazione con la società e con la
famiglia e, di sfuggita, il problema delle dro-
ghe, espressi comunque con spirito critico e
senza moralismi.
Ci racconta il piacere di stare a contatto con
gli adolescenti, nonostante la più o meno
grande differenza di età, ma si dice deluso
della scoperta di una grande lacuna in
campo cinematografico da parte dei tanto
stimati giovani. “Su circa 150 ragazzi - ci
dice sconfortato, scuotendo la testa - solo 5
conoscono il famoso film Fight Club, e solo 7
o 8 hanno visto Trainspotting”.
Per quanto riguarda l’iniziativa di “Diver-
samente Liberi” si dice soddisfatto e spera
in un effetto positivo sulla popolazione,
augurandosi di non sentire, a fine progetto,
la tipica frase livornese “A Livorno ‘un c’è
mai nulla!”, perché, dichiara, se la cittadi-
nanza non viene a sapere degli eventi che
si svolgono in città è, sì in parte a causa
della difficoltà di comunicazione, ma anche
perché, in fondo, non c’è tutta questa voglia
di sapere ed essere informati.

1.

041

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Dalla musica al The Cage e ritorno
di Marina Petri post-core indie dagli USA; 20 giugno, HARDCO-
RE SUPERSTAR, gruppo con influenze glam rock
Toto Barbato, organizzatore dei concerti del dalla Svezia).
celebre locale livornese The Cage Club (www. Quest’anno, finalmente, arriva a Livorno
myspace.com/thecageclub), si è fermato a Italia Wave, dopo una bufera di proteste.
scambiare quattro chiacchiere con noi. Perché a Livorno tanti problemi a raggiun-
gere le realtà che altre città toscane vivono
Intanto, il nome: perché “The Cage”? da anni?
Perché a Livorno c’è stato per lungo tempo un Livorno fino ai primi anni ‘90 è stata una città
solo locale storico: il “The Cave”. Dalla cava alla esclusivamente industriale: a prescindere dalla
gabbia… il nostro locale vuole essere un omag- volontà dei livornesi. Il porto, dando lavoro alla
gio alla storia musicale livornese. quasi totalità dei cittadini negli anni 70 e 80, ha
La vostra location estiva è stata inaugurata inibito la vocazione turistica della città. Fino a
in occasione di “Diversamente Liberi”: qua- questo decennio, insomma, Livorno non aveva
li sono le motivazioni che vi hanno spinto a mai avuto bisogno di affacciarsi su nuovi busi-
scegliere proprio la Fortezza Vecchia? ness, come quello turistico o musicale, vivendo
Il luogo è sicuramente uno dei più belli e sugge- in modo indipendente e autarchico. Adesso
stivi di Livorno, abbiamo avuto molta fortuna ad la situazione è cambiata, e le persone devono
ottenerlo! Nell’ambito di “Diversamente Liberi” ci ancora abituarsi all’idea. Penso comunque che
è così stato possibile offrire una grande vetrina ci si stia muovendo nella giusta direzione.
delle varie attività. Dalla video inchiesta “Diversamente Liberi”
Il The Cage riscuote un consenso sempre emerge una certa carenza culturale nei
maggiore tra i giovani livornesi. Qual è la giovani livornesi. Questo spaccato di realtà
chiave del vostro successo? corrisponde con la tua esperienza?
Non credo di dover essere io a dirlo ma le perso- Non sono d’accordo con questa visione:
ne che di volta in volta vengono agli show che viaggiando con la mia band mi sono accorto
organizziamo. Ritengo che possa avere successo che tutte le società sono superficiali. Fuori da
qualsiasi lavoro svolto con attaccamento, pro- Livorno la realtà è uguale o addirittura peggiore
fessionalità e cognizione di causa. Io e gli altri rispetto a quella livornese. Questo non vuol
due ideatori del progetto The Cage, Mimmo e dire che la situazione sia positiva. Dobbiamo
Valerio, siamo musicisti sempre in tournée, co- muoverci uniti per cambiarla in meglio. Credo
nosciamo le esigenze delle band e, per contro, comunque che fatti come quelli di Verona a
anche del pubblico. Livorno non sarebbero mai potuti accadere.
The Cage e internazionalità: potrebbe in
un futuro disegnarsi l’ipotesi di un
“brand” The Cage?
Assolutamente no! Nasciamo come
ARCI e siamo orgogliosi di esserlo,
siamo contrari a quella globalizzazio-
ne che passa per i brand. In futuro
intendiamo anzi impegnarci più
seriamente proprio come
ARCI, e l’internazionalità
del The Cage rimane
puramente musicale
(1 giugno, TRANS AM,

042 photo: Emanuele Voliani

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LICAONI, VIDEO E GAG nel gruppo c’è a chi piace l’uno e a chi l’altro.
Il motore iniziale è stata la volontà di “plagiare”
quello che ci piaceva, con la domanda “Perché
di Diego Pagano non lo possiamo fare anche noi”?
Alessandro: Noi siamo dei sostenitori del low
Il secondo giorno di Diversamente Liberi è stato budget, la parte tecnica è curata quasi tutta con
il giorno degli spettacoli itineranti. Attraverso normali software che si trovano in commercio.
piazza Attias, via Ricasoli e piazza Cavour sono
passati molti artisti di tutte le età, livornesi e Dove avete messo in scena i vostri lavori?
non. Tra di loro anche due dei Licaoni, Francesca Francesca: I nostri primi spettacoli sono stati nel
Detti e Alessandro Izzo, a cui non esito a fare ‘99, e li facevamo dove capitava. Eravamo una
qualche domanda. presenza fissa al Fuoricentro, con i nostri Fat
Show e, prima che venisse trasformato in un
Chi siete e cosa fate? parcheggio, anche all’ex-Odeon, uno dei luoghi
Alessandro: Noi siamo in quattro, un gruppo a noi più cari, dove abbiamo anche proietta-
che crea intrattenimento miscelando videopro- to due lungometraggi: “N.A.N.O.” e “Kiss me
iezioni e parti recitate. Francesca è come dire Lorena”. Quest’ultimo poco prima che il cinema
il boss, che dirige tutta la baracca e scrive le chiudesse.
sceneggiature, io mi occupo della parte recitata
e della regia, insieme a Guglielmo Favilla. Con Quali sono i vostri prossimi progetti?
noi c’è anche Paolo Signorini, il “ragazzo del Francesca: Purtroppo non ci saranno, ci siamo
computer”. sciolti l’anno scorso…
Alessandro: abbiamo partecipato a Diversamen-
Qual’è il tema comune dei vostri spettacoli? te Liberi solo perché ci pagavano... ma in realtà
Alessandro: Essenzialmente una stupidità allegra tramiamo nell’ombra.
e surreale.
Francesca: Un forte desiderio di indipendenza e Come è andato il vostro spettacolo in
anche da un certo odio per la società di oggi. Fortezza?
Alessandro: Non alla grande, a quell’ora la gente
Da cosa è nato il vostro progetto? che veniva si aspettava un certo tipo di musica,
Francesca: L’idea Licaoni nasce dall’esigenza di e invece del Dj set trovano noi.
unire appassionati di cinema e teatro, visto che Francesca: I nostri lavori hanno un’atmosfera
piuttosto intima, e la gente ci guardava straluna-
ta, forse avranno pensato che avevamo qualche
problema.

Cosa pensate del progetto Cisternino


2020? Avete anche voi delle proposte?
Alessandro: si, ci starebbe bene un campo di
calcetto! A parte gli scherzi… penso che questo
progetto, il permettere ai cittadini di fare delle
proposte per un edificio pubblico, sia già un tra-
guardo. Sarebbe una vittoria se la cosa andasse
in porto, perché qui a Livorno le piccole realtà
faticano a creare una rete, tanto
sono impegnate a lottare tra di
loro, come accadde qualche
anno fa con il fenomeno
dei videomakers a Livorno.
2.
043

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1. 2.

un nuovo spazio in città... che fare?


di Birindelli Luca di Diego Pagano

Il progetto “Cisternino 2020” è iniziato due anni Susan George, gallese trapiantata a Pisa, è
fa in collaborazione col comune di Livorno e attualmente presidente del corso di laurea in
l’università di Pisa. Si occupa di interpellare le Comunicazione Pubblica, sociale e d’Impresa
persone, specialmente i giovani, a proposito dell’università della città della torre pendente.
di come occupare le varie strutture inutilizzate Un pò teatrante e “pseudolinguista”, come ama
di Livorno, in particolare il Cisternino di città definirsi, si dimostra subito molto disponibile ed
o ex casa della cultura. Un edificio inutilizzato, interessata ad informarmi in dettaglio del suo
di circa 700 metri quadri nel centro della città, ruolo nel progetto Cisternino2020. Il compito
nel tratto di via Grande compreso tra p.za della di Susan è istruire i facilitatori, una figura ancora
Repubblica e p.za Guerrazzi. poco nota in Italia ma molto efficace nell’ascol-
Dopo un processo partecipativo avviato diversi to attivo e nell’intermediazione. Il modello del
mesi fa e composto da numerose fasi (tra cui la faciltatore è stato sviluppato dalla LDM (Law
mostra itinerante allestita su un autobus, che ha Department of Massachusetts) dove è presente
partecipato alla tre giorni di Diversamente Libe- un’associazione che si occupa di gestire i nego-
ri), il 22 e il 23 maggio si svolge al terminal cro- ziati. Nel caso del Costernino2020 i facilitatori
ciere una delle tappe finali del progetto: l’Open dovranno intervenire alla Stazione Marittima,
Space Technology. Il primo giorno, verranno nei giorni 22-23 Maggio 2008, dalle 10 alle 18,
analizzate le idee che date dalla cittadinanza per i lavori dell’Open Space Technology, due
nei giorni antecedenti e ne verranno avanzate giornate in cui tutti i cittadini potranno interve-
di nuove. Il secondo giorno, si svilupperà un nire con le loro proposte già in mente per la ex
dibattito da cui dovrebbero emergere delle de- casa della cultura. Ogni proposta sarà discussa
cisioni sull’utilizzo di questa struttura. Il progetto e vagliata in una sorta di tavola rotonda del
non tocca solo il Cisternino ma diverse altre nuovo millennio. Per chi fosse interessato a fare
infrastrutture di Livorno attualmente abbando- delle proposte anche adesso, esiste un forum
nate, sparse in diverse parti della città. di discussione all’indirizzo web www.cisterni-
no2020.comune.livorno.it
Queste sono alcune delle idee proposte fino ad ora:
Centro teatrale, musicale o di danza, centro di accoglienza per studenti, museo, Scuola Alberghiera,
Spazio per suonare (in modo da far suonare band emergenti senza problemi da parte
delle forze dell’ordine), Club cinematografico (proiezioni film a basso prezzo), Bibliote-
ca notturna, Spazio per concerti di artisti nazionali e
internazionali

044 photo: Attilio Zavatta (1), Eleonora Vitale (2)

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ARCI SOLIDARIETà E
LILA P 24
7.
di Diego Pagano e Eleonora Vitale 1.
6.
Domenica pomeriggio, ultimo giorno del festi-
val, abbiamo avuto la possibilità di intervistare
alcuni dei responsabile dei due camper che si
sono aggirati durante tutta la manifestazione 2.
ed hanno portato le loro iniziative in giro per la
città. Mentre la folla applaude, mi dirigo verso 5.
quei due strani camper posteggiati all’entrata
3.
di Piazza Cavallotti, sono della Arci Solidarietà e
della Lila P24. 4.

Al camper dell’Arci intervisto Marco Solimano,


presidente dell’Arci e consigliere comunale, che
descrive il loro progetto: hanno raccolto un Dove vai la sera quando esci?
centinaio di video interviste, fatte a ragazzi 1. Al cinema
di 22-23 anni, sul tema della droga. 2. A teatro
Solimano non era ancora in grado di darmi 3. In un pub
4. In discoteca
risultati precisi, ma ha osservato che il mondo
5. A cena fuori (ristorante o pizzeria)
delle sostanze non è per niente sconosciuto tra i 6. Sul mare (baracchine e non)
giovani, e che la cannabis fa parte delle relazioni 7. Altro (concerti, a casa di amici, spazi sociali,
che moltissimi ragazzi stringono tra di loro. chiesa, giro in macchina)

Il secondo camper è quello di Occhio Bimbi,


2.
della Lila P24 e Ceis Comunità. Intervisto Andrea
Cadoni e Andrea Ceccanti, mi raccontano che
il loro camper è in giro da 5 anni, facendo
il test dell’alcol, gratuitamente, a chi lo
richiede, ed è stato molto presente anche a
questa manifestazione.
Oltre a questo la Lila P24 si occupa di preven-
zione e informazione riguardo alle sostanze,
anche per quanto riguarda l’aspetto legislativo,
nonché di sensibilizzazione all’AIDS e distribu-
zione gratuita di preservativi.

Per informazioni:
Arci Solidarietà www.distrettopace.livorno.it
Lila www.lila.it

photo: Elena Batazzi (1), Allegra Montanelli (2)

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LabORATORIO GIORNALISTICO
il risultato è nelle vostre mani

di Elena Batazzi

Quel gazebo bianco allestito in piazza Cavour pc, iniziando fin da subito a pensare alla coper-
ha destato una certa curiosità fin dall’inizio, tina. I giornalisti, aggiornati con la scaletta delle
quando ancora era vuoto. L’interesse è andato interviste del giorno, hanno iniziato a pensare
poi crescendo con la comparsa nella tarda alle domande da porre. Nel giro di poco, hanno
mattinata di venerdì 9 maggio, delle prime per- iniziato a transitare: assessori per le interviste,
sone che lo hanno animato. Da quel momento amici e conoscenti per i saluti e strani ospiti
fino a sera, il gazebo non è più rimasto vuoto. inattesi, desiderosi di ficcanasare. I fotografi
Il montaggio dei pc, l’allacciamento a luce erano già pronti ad immortalare tutto.
ed internet, fili ovunque, tecnici arrampicati Così è andato avanti il laboratorio: 2 giorni di
sulle scale. Anche ciclisti, distratti dai lavori in formicolante attività ai piedi della statua di
corso, messi in pericolo dall’inaspettata pedana Cavour e un giorno da inviati speciali, tutti in
copri-cavi posizionata in terra. Nel pomeriggio diretta da piazza Cavallotti, a seguire i concerti
le persone sono aumentate ed il gazebo è di- che hanno chiuso il festival.
ventato un piccolo crocevia di persone. Così ha Infine è partito il lavoro silenzioso, quello
preso avvio il laboratorio giornalistico di Take it che non si vede perché si svolge tra le mura
Easy magazine. Anzittutto le presentazioni tra la domestiche. I giornalisti a scrivere, i fotografi a
redazione di TiE e gli iscritti, poi una breve serie selezionare le immagini, i grafici a impaginare. Il
di schede illustrative per una piccola infarinatu- prodotto editoriale che avete tra le mani ne è il
ra di giornalismo, fotografia e grafica. A seguire risultato. Un fermo-immagine di Diversamente
un piccolo team di grafici ha preso possesso dei Liberi 2008.

photo: Agnese Romani e Alessandra Antonelli

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1 2 3

5 6
La redazione di Take it Easy magazine
ringrazia:
Francesca Ricci
Andrea Pagani
Clarissa Tempestini
tutti coloro che hanno reso possibile la rea-
lizzazione del festival e i ragazzi che hanno
partecipato al laboratorio giornalistico e
che vedete nelle foto a lato.

1. Diego Pagano - Giornalista


2. Michele Giannoni - Fotografo
3. Attilio Zavatta - Fotografo 9 10
4. Denise Scarinzi - Grafico
5. Jacopo Arena - Fotografo
6. Medea Ciangherotti - Grafico
7. Allegra Montanelli - Fotografo
8. Raffaele Busolli - Giornalista
9. Marina Petri - Giornalista
10. Eleonora Vitale - Fotografo/Giornalista
11. Luca Birindelli - Giornalista
12. Veronica Giari - Grafico
13. Fabiola Fornacciari - Giornalista
14. Matteo Russo - Grafico

photo: Michele Giannoni 13

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3 4

6 7 8

10 11 12

13 14

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DOMENICA è SEMPRE photo: Eleonora Vitale (1,3,4)
e Alessandra Antonelli (2,5,6)
DOMENICA
di Diego Pagano e Eleonora Vitale

La domenica segna la fine della settimana, ma


questa domenica annuncia una fine particolare,
quella di Diversamente Liberi, e lo fa in grande,
con i gruppi di Livorno. Non si tratta di giovani
alle prime armi, ma di musicisti adulti ed esperti:
i romantici Promenade, i divertentissimi Lican-
tropi ed il mitico Bobo Rondelli con gli Ottavo
Padiglione. Piazza Cavallotti si è riempita con
regolarità dalle 17.30 ed è rimasta gremita di
gente fino alla fine, intorno alle 21.00. In piazza, 1.
a contribuire, ci sono anche i camper dell’Arci
Solidarietà e della P24.
2.
I Promenade
Sono in tre: Matteo Sarti (tastiera), Dario Arnone
(percussioni alternative) e Fabio Franciosi (voce,
chitarra e un tubo di metallo). La loro musica è
ricercata e dolcissima, i testi emotivi; suonano
tutti pezzi originali e Fabio dedica uno dei loro
pezzi, “Ninna nanna per quando diventi grande”,
al nonno. Finita l’esibizione li intervistiamo. I Pro-
menade sono nati nel ‘95, con Matteo e Fabio, ai
quali successivamente si è aggiunto Dario. Han-
no sempre suonato in contesti intimi, tenendo
per sé le registrazioni, anche se ultimamente
stanno cambiando direzione.
Il loro primo concerto è avvenuto durante la
notte bianca del 2006, davanti al Goldoni, e
adesso stanno cercando di produrre un disco
con l’aiuto del produttore Alessio Barbieri. I 3.
componenti del gruppo sono molto soddisfatti
dell’iniziativa di Diversamente Liberi, e alla
domanda su cosa pensino a proposito di
chi dice che a Livorno non c’è niente rispon-
dono “É un luogo comune”.

I Licantropi
Subito dopo suonano i Licantropi, con Andrea
Landi alla voce, Alberto Bindi al
contrabbasso elettrico, Alessan-
dro Birilli alla batteria e, ultima
entrata, Claudio “Sax” Fabiani ai
fiati. Questi livornesi veraci pro-

050

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pongono un vasto repertorio di canzoni ispirate
a Livorno. Sono canzoni ironiche, canzonatorie
e goliardiche, ma mai volgari, come “Baciami
sulla punta che spunta”, “Il ballo del favollo” e “Dé
maddé”. Ritengono infatti che la volgarità stia
in realtà nel nascondere la verità e tratte-
nersi dall’esprimersi liberamente su temi
di ogni sorta, quando invece si potrebbe
cantare e suonare ciò che si vuole, tentan-
do di vivere meglio e senza vergogna.
I Licantropi stanno insieme da tre anni e hanno
iniziato con una demo autoprodotta grazie allo
4. studio di registrazione di Brilli Bluebox, a Stagno.
Ora hanno pubblicato un nuovo album e spe-
rano di continuare a suonare e vivere di musica.
5. Chiediamo se pensano veramente di riuscire
a vivere di musica in una città come Livorno e
loro, sereni, dicono di aver avuto un’ottima ri-
sposta finora, e che comunque, da Livorno, non
si può pensare di ottenere un riscontro come in
città quali Milano o Roma ma che per una città
di 170.000 abitanti, quello che stanno ottenen-
do è già moltissimo.

Roberto “Bobo” Rondelli


& Ottavo Padiglione
E alla fine arriva Bobo. Sembrerebbe un’esagera-
zione, ma la folla acclama realmente Bobo, che
non si scompone e attacca subito a suonare.
Suona per due ore, chiamando ad intervenire
sul palco anche un paio di ospiti, suoi amici
6. musicisti. Sa bene come intrattenere il pubbli-
co, che conosce tantissime delle sue canzoni.
Suona con gli Ottavo Padiglione e visita un
intero repertorio, fatto di pezzi nuovi e vecchi,
di reinterpretazioni di brani classici del Rock,
come “The Jack” degli AC/DC. Alle nove Bobo
si congeda e noi siamo già pronti con le nostre
domande, mentre Michele ci segue con la sua
fedele macchina fotografica.
Bobo fa musica da tantissimo tempo
e io gli chiedo qual è il motivo
di questa sua passione.
Mi risponde che per lui
la musica è sempre
stata una necessità,

051

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4.
photo: Eleonora Vitale (1,3), Agnese Romani (2)
e Attilio Zavatta (4)

un rimedio per sfogare la sua “condizione


malata dell’ego”, e la chitarra si è rivelata
più leggera del piccone per questa neces-
sità. Per scrivere e suonare la sua musica afferra
tutto quello che sente nell’aria, non si pone
limiti. Ultimamente, all’età di 43 anni, si sente
più tranquillo, anche grazie alla famiglia e ai suoi
due bambini, e sente di aver fatto quello che gli
piaceva per assicurarsi una vecchiaia più bella.
Però anche se Bobo si è messo in pace con se
stesso, sul palco ha ancora grinta da vedere.

Termina con oggi il festival di Diversamente


Liberi, il riscontro è stato molto positivo, e a Li-
vorno, finalmente, si è fatto qualcosa. Forse non
quello che le entranti generazioni gradiscono,
ma è stato fatto con impegno, e solo coloro
che si impegnano sono degni del futuro.

Link
Licantropi www.ilicantropi.it
Bobo Rondelli www.boborondelli.it
1.

2. 3.

052

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4.

053

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photo: Agnese Romani

054

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055

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ASSOCIAZIONI livornesi
Nelle prossime pagine trovate delle brevi schede di presen-
tazione di tutte le associazioni che hanno in qualche misura I
contribuito alla realizzazione delle tre giornate di eventi i
di Diversamente Liberi. Qui sopra invece trovate tutte le M
associazioni che sono emerse dal questionario che abbiamo F
distribuito agli spettatori della video-indagine al Goldoni e la w
misura, rappresentata delle linee colorate, in cui queste sono t
conosciute dalle persone che erano presenti in sala. h
056

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Altro (Refugio, Fratelli Cinasky, Gozilla, Kino Dessè,
CNGI, Risonanze Armoniche, Senza Soste, Binario 7)

1. Cosa fa la vostra associazione?


Il Teatro del Porto si occupa di attività culturali,
in particolare legate alla realtà teatrale locale e
nazionale. Da quattro anni il direttore artistico
Michelangelo Ricci dirige un laboratorio gratuito
aperto a chiunque. Crea e produce spettacoli
nuovi e originali per anziani, giovani e bambini, di
piazza e da strada, collaborando con numerose
realtà cittadine e non. Inoltre crea e produce video,
film e documentari: di recente siamo stati impe-
gnati anche con il Comune di Roma per un altro
documentario “Partecipata” (http://www.youtube.
com/watch?v=TTxJByg2WY0)
2. è necessaria alla realtà livornese?
Non so se è necessaria alla realtà livornese. Posso
dire che né a livorno, ma neanche in Italia ci sono
4 scellerati e appassionati del Teatro che hanno
deciso di accollarsi un impegno sociale, culturale
ed economico di tale portata.
3. Prossimo progetto in cantiere?
INFO:
è uno spettacolo: “NON TI SARA’ FACILE Non ti sarà
info@teatrodelporto.it
per niente facile”
Maurizio 339 12 44 625 Studio per un manicomico
Francesca 347 52 32 784 Scritto e diretto da Michelangelo
www.teatrodelporto.it Ricci
teatrodelporto.iobloggo.com
http://www.youtube.com/user/tdporto
057

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1. Cosa fa la vostra associazione? 1
Il Nido è conosciuto soprattutto per lo spettacolo L
“Io? Doppio!”. Oltre che per “De’ Rocky Horror s
Picture Show” e “ “ (Virgolette), documentari sulla n
patologia mentale. Il progetto più recente è il n
Musical “80 voglia di...80”, nato da un’idea di Ruffini, r
sotto la regia di Fabrizio Angelini. Poi c’è il Joe D
D’Amato Horror Festival, legato al cinema horror t
e di genere. Ed infine “Diversamente liberi”, una R
tappa importante per la nostra crescita. n
2. è necessaria alla realtà livornese? M
La nostra realtà è necessaria, come le altre. Gli 2
spettacoli sono molto richiesti in Toscana ma non S
solo (il Rocky Horror sarà a Bergamo e Milano). Il v
Festival Horror nel 2007 si è tenuto a Pietrasanta, i
causa lo scarso sostegno da parte della città e delle o
istituzioni. Contiamo tuttavia di radicarci al salma- s
INFO: stro con alcuni prossimi appuntamenti in Fortezza s
Piazza XI Maggio 4 Livorno Vecchia. Il legame con Livorno è importante e g
0586-899097 vorremmo rinforzarlo. G
346 30 78 370 3. Prossimo progetto in cantiere? 3
www.nidodelcuculo.tv Ci saranno le date in fortezza (26/06 “Io Doppio”; “
25/07 “80 Voglia di...‘80!”; 30/06, 23/07 e 30/08 “...Ma i
nido@nidodelcuculo.it
non è un talk show”) e il Festival Horror (5-6-7/07), r
produzione@nidodelcuculo.tv
seguito da una rassegna dedicata agli anni ‘80.

1. Cosa fa la vostra associazione?


Arci Solidarietà progetta e gestisce servizi di
accoglienza ed emergenza abitativa; di riduzione
del danno e prevenzione dell’uso di sostanze stu-
pefacenti; di sostegno ai cittadini extracomunitari;
centri di aggregazione giovanile; servizi culturali e
laboratori teatrali nella Casa Circondariale; eventi
di cultura e spettacolo; laboratori e produzioni
audiovisive; iniziative di promozione della cultura
giovanile e di cooperazione internazionale .
2. è necessaria alla realtà livornese?
Si perchè sviluppa progettazioni finalizzate al
miglioramento della qualità della vita dei cittadini
e del territorio, coniugando qualità dei servizi e dei
progetti, attenzione alla centralità della persona,
responsabilizzazione dei beneficiari.
3. Prossimo progetto in cantiere?
Prossimi progetti in cantiere sono: laboratorio di
video-documentazione nel quartiere Shangai,
organizzazione del Meeting Antirazzista,
INFO: I
potenziamento del settore cultura,
presentazione dello spettacolo
Corso Amedeo 127 Livorno r
teatrale prodotto in carcere 0586 892984 w
all’esterno e la pubblicazione di cinzsi@tin.it
un report sul tema usura.

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1. Cosa fa la vostra associazione?
L’associazione Anffas è una realtà di famiglie di
soggetti disabili, ed organizza un centro di perma-
nenza quotidiana all’interno del quale si svolgono
numerose attività come pittura, Yoga, musicote-
rapia. L’atività con la quale ci siamo presentati per
Diversamente Liberi è quella della compagnia
teatrale diretta da Lamberto Giannini e Azzurra
Ruggeri con la collaborazione di Selica Vicidomi-
ni, Natascia Lombardi, Alexandra Barzi e Gaia De
Murtas.
2. è necessaria alla realtà livornese?
Siamo necessari perchè abbiamo portato la nostra
visone dell’handicap attraverso il teatro non per
imporre ma per confrontarci con le altre realtà, ed
e oggi dopo il successo di “ma che colpa c’ha tu ma”
siamo diventati visibili come realtà artisitica e non
sociale anche se socialmente rilevante. Questo INFO:
grazie anche ad Aamps, Circoscrizione 2 e Teatro Selica Vicidomini 3207074802
Goldoni.
3. Prossimo progetto in cantiere?
“E’ Ma ti eti” uno spettacolo che andrà in scena
il 27 maggio al teatro Godoni. Che dire in modo
raffinato .. ir budello di su... chi un viene.

1. Cosa fa la vostra associazione?


Anzitutto Take it Easy Magazine (TiE per gli amici)
non è un associazione ma una rivista e, come tale,
pubblica notizie! TiE cerca di dare spazio a giovani
artisti che vogliano mostrare le loro opere (foto,
disegni, grafiche…) o recensire dei loro prodotti (li-
bri, dischi, artigianato…) inoltre cerca di presentare
curiosità e tendenze provenienti dal mondo. TiE al
momento sta anche cercando persone disposte a
collaborare al progetto per portarlo verso un’ulte-
riore crescita. Contattateci!
2. è necessaria alla realtà livornese?
Certo, non c’era niente di simile... a parte gli scherzi,
un magazine come Take it Easy, che sopravvive
per oltre 4 anni, a Livorno è un caso unico. Quindi
in un certo senso si può dire che sia necessario
o quantomeno utile. È una fonte di notizie, uno
stimolo in più alla riflessione, una voce fuori dal
coro… Speriamo che il pubblico apprezzi!
3. Prossimo progetto in cantiere?
INFO:
“Lo stesso che cerchiamo di fare
redazione@takeiteasy.it ogni giorno Mignolo... tentare di
www.takeiteasy.it conquistare il mondo!!!”.. ah già,
dobbiamo anche mandare in
stampa il prossimo numero!

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1. Cosa fa la vostra associazione? 1
Il Fuoricentro è uno spazio per la arti contempora- F
nee che accoglie corsi di diverso genere: Teatro per z
adulti, bambini e ragazzi, tango, danze caraibiche, n
scuola di disegno su nudo, percussioni, computer f
music, danza contemporanea, scrittura creativa, dj 2
music, chitarra, fotografia, video. Lo spazio è nato C
con lo scopo di offrire attività creativo-artistiche e
per giovani di Livorno, ma poi l’utenza si è allargata A
a diverse fasce di età. Fuoricentro è gestito da t
Ars Nova, associazione culturale che si occupa di f
teatro dal 1992. Fuoricentro, tramite Ars Nova ha (
organizzato e realizzato progetti di arte contempo- n
ranea con il patrocinio e il finanzianziamento della a
regione e il comune di Livorno, tra cui TRA ARt e e
Arte in transito. 3
2. è necessaria alla realtà livornese? D
Certo che è necessario, l’evoluzione della specie, A
della mente e del cuore umano attraverso l’arte e p
la creatività... come Moreno ci insegna. s
3. Progetto in cantiere? INFO: (
via grotta delle Fate 19 Livorno n
0586 581443 - 3405915212 p
fuoricentro@email.it
www.myspace.com/fuoricentro

1. Cosa fa la vostra associazione?


Adesso niente perché ci siamo sciolti un anno fa.
Quando eravamo in attività realizzavamo Films e
Spettacolis giovani per i giovani.
2. è necessaria alla realtà livornese?
No perché i giovani livornesi, ai quali dovremmo
rivolgerci, sono giovani fuori ma anziani dentro. E
poi Livorno si basta da sola.
3. Qual è il vostro prossimo progetto in
cantiere?
Films e Spettacolis anziani per gli anziani.

INFO: I
info@licaoni.it V
www.licaoni.it 0
a
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1. Cosa fa la vostra associazione?
Facciamo rock n’ roll...a parte gli scherzi, l’Associa-
zione Culturale The Cage promuove l’aggregazio-
ne giovanile attraverso la musica (concerti, dj set e
formazione professionale) e le nuove tecnologie.
2. è necessaria alla realtà livornese?
Credo sia necessaria perchè abbiamo riempito un
enorme vuoto in città, la cronica mancanza di spazi
ADEGUATI dove fare musica dal vivo e passare
tranquillamente le serate senza dover andare
fuori Livorno. L’associazione, con i suoi 3500 soci
(residenti in tutte le parti della Toscana) ha portato
nella nostra città oltre 800 concerti negli ultimi 6
anni. Si tratta di bands livornesi, toscane, nazionali
e molte bands provenienti da ogni parte del globo.
3. Progetto in cantiere?
Domenica 1 giugno arriveranno a Livorno i TRANS
AM, un gruppo statunitense che non ha bisogno di
presentazioni. Inoltre siamo coinvolti in prima per-
sona nell’organizzazione di Italia Wave Love Festiva
(16-19/07) e cercheremo non solo di organizzarlo INFO:
nel migliore dei modi ma anche a tenerlo in città via P. Pisana 639 a Livorno
per i prossimi anni. Info@thecageclub.it
www.myspace.com/thecageclub

1.Cosa fa la vostra associazione?


Scopi primari dell’Associazione sono quelli di
battersi contro ogni forma di discriminazione,
difendere i dirittidelle persone sieropositive e
prevenire la diffusione del contagio da HIV.
2. è necessaria alla realtà livornese?
Crediamo sia determinante il ruolo delle persone
sieropositive, come soggetti reali che intendono
affermare il diritto alla visibilità, essere protagoni-
sti alla prevenzione e non causa della diffusione
del contagio, superando sensi di colpa o rischi di
isolamento da parte dei familiari, dei vicini, del
padrone di casa, del datore di lavoro e di ogni altro
soggetto sociale.
3. Prossimo progetto in cantiere?
L’associazione si impegna a rafforzare i servizi, già
presenti (telefono amico, auto-aiuto, consulenza
legale, assistenza domiciliare, prevenzione nelle
scuole e sul territorio...) diretti principalmente al
target giovani, attraverso interventi
tesi alla promozione della consa-
INFO: pevolezza, all’acquisizione di
Via delle Travi 20 Livorno responsabilità, partecipazio-
0586-211924 ne attiva dei gruppi verso i
assop24@lilalivorno.it quali l’intervento è rivolto.
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