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Dante Alighieri era


narcolettico, un nuovo studio
conferma la tesi
Il primo a ricercare nei versi della Divina Commedia questa patologia
fu un report dell'università di Bologna. Nuove evidenze in una ricerca
dell'Università di Zurigo appena pubblicata su The Lancet Neurology

di VALERIA PINI

15 febbraio 2016

QUELL'impossibilità di rimanere svegli. Colpi


di sonno improvvisi e imprevedibili. Episodi
che ricorrono molto frequentemente nella
Divina Commedia e che descrivono bene i
sintomi della narcolessia, una malattia rara
che colpisce 4 persone ogni 10.000. Il primo
a ricercare nei versi di Dante questa
patologia è stato qualche anno fa Giuseppe
Plazzi, ricercatore del Dipartimento di
Scienze biomediche e neurologiche
dell'Università di Bologna, in un articolo sulla
rivista Sleep Medicine. Ora un gruppo di
ricercatori del dipartimento di Medicina
Il ritratto allegorico di Dante Alighieri, evoluzionistica dell'Università di Zurigo,
dipinto dal Bronzino ed esposto agli Uffizi di ripropone questa tesi in una ricerca
Firenze pubblicata su The Lancet Neurology.

Stato di ansia e sonno nei versi. "Il nostro studio conferma la tesi di Plazzi da un punto
di vista clinico. Nei celebri versi "Vedi la bestia per cu' io mi volsi; / aiutami da lei, famoso
saggio, / ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi" abbiamo identificato una antichissima
descrizione della 'reazione attacco-fuga', una reazione fisiologica che si verifica in risposta
a un pericolo. Consiste di una serie di risposte fisiologiche mediate dal sistema nervoso
autonomo, come l'accelerazione della frequenza del battito cardiaco e degli atti respiratori,
il rilascio di energia dai depositi, il maggior apporto ematico ai muscoli destinati alla
lotta/fuga, la dilatazione della pupilla- spiega il dottor Francesco Maria Galassi primo
autore dello studio coordinato dal professor Frank J.Rühli - .Questo è evidente dal
riferimento di Dante al fatto che gli tremano le vene i polsi. Ora 'le vene e i polsi' è una
figura retorica che impiega due o più parole per esprimere un unico concetto, pertanto il
verso andrebbe letto come "le mie vene pulsanti", ossia "le mie arterie". Il polso frequente
riflette pertanto la tachicardia stimolata dalla visione del pericolo, la lupa in questo caso
che spinge Dante giù dal monte. Il collegamento con la narcolessia sta nella natura dello
stimolo che causa la reazione attacco-fuga: la lupa, come osservò il dantista Natalino
Sapegno, è una immagine simbolica potentissima, che sembra riflettere una esperienza
psicologica più che fisica del poeta, in altre parole testimonia uno stato di ansia
importante. L’ansia, come dimostrano studi recenti, è una condizione fortemente associata
alla narcolessia".

Dante Alighieri era narcolettico. Nuovo studio avvalora la


tesi

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I passi più significativi. Quali sono gli altri passi più significativi della Divina Commedia
che dimostrano che Dante Alighieri fosse narcolettico? "Il fatto che Dante dice di iniziare il
viaggio pien di sonno, i continui riferimenti alla spossatezza fisica accompagnata da crolli
e dalla necessità di dormire, spesso a seguito di forti emozioni, come dopo il racconto
delle peripezie di Paolo e Francesca - spiega Galassi - . La stessa natura di alcune
descrizioni trovate nel poema rispecchia la natura onirica, come osserva Plazzi, di 'sogno
lucido' tipica dei pazienti narcolettici".

VIDEO - Soffrire di narcolessia, la danza di Sarah interrotta dal sonno

La patologia. Di fronte a queste nuove evidenze, cosa potrebbe confermare in modo


definitivo la tesi che Dante soffrisse di narcolessia? "L'ipotesi di Plazzi è confermabile solo
con una analisi genetica dei resti del poeta. Ma alla luce della nuova evidenza addotta dal
nostro studio, assume maggiore consistenza storico-clinica", aggiunge Galassi. Le
persone che soffrono di narcolessia hanno improvvisi attacchi di sonnolenza durante il
giorno, a cui non riescono a sottrarsi. Possono manifestarsi in qualsiasi momento della
giornata e durante ogni tipo di attività.

Biografie e malattie. Lo studio fa parte del progetto maggiore Morfologia della Patologia
nel corso della Storia, che contiene una sezione con le diagnosi retrospettive nei
personaggi storici. L'analisi delle malattie nei protagonisti della storia è fondamentale
perché, le biografie dei grandi personaggi sono ricche di indizi di rilevanza medica. Su
Dante esistono altri studi precedenti che sostengono tesi diversi sul suo stato di salute.
Cesare Lombroso, il discusso inventore dell' antropologia criminale, sosteneva che il poeta
soffrisse di epilessia, per le cadute improvvise e visioni. Ci sarebbero alcuni riferimenti
nella Vita Nuova. La tesi è stata ripresa in seguito da altri esperti, la più recente quella di
Marco Santagata autore di Dante. Il romanzo della sua vita. Mentre il dantista Francesco
Fioretti, che ha dedicato diversi libri al poeta (La Selva oscura; La profezia perduta di
Dante; Il libro segreto di Dante), e lo psichiatra Bruno Biancosino dell'Università di Ferrara
hanno spiegato gli stessi fenomeni con l'ergotismo, l'intossicazione da segale cornuta.

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