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La guerra dei topi e delle rane
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La guerra dei topi e delle rane
Ebook101 pages37 minutes

La guerra dei topi e delle rane

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About this ebook

Farsi beffe del passato per comprendere il presente
Gli antichi greci erano capaci di pensare e scrivere sublimi tragedie, divertenti commedie ma anche divertentissime opere comiche come La guerra dei topi e delle rane che, attribuita ad Omero, ci racconta lo scontro surreale che avviene tra topi, appunto, e rane, generando un conflitto che durerà una giornata sola, ma di grande combattimento e ardore. E allora lasciamoci trasportare dalle avventure di Gonfiagote, il re delle rane, da Rodipane, re dei topi, e di suo figlio Rubabriciole, oltre che dalla presenza di numerossimi topi e rane che formano i due eserciti contrapposti. Il poema è chiaramente una metafora utile per capire qualcosa di più delle vicende umane, ebbe una grandissima fortuna e fu conosciuto dai principali uomini di cultura di ogni tempo. Le traduzioni di Giacomo Leopardi attribuiscono un rilevo particolare all’opera, impreziosendo il poema e rendendolo ancora più piacevole e leggibile.
LanguageItaliano
Release dateJul 25, 2022
ISBN9788833261232
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    La guerra dei topi e delle rane - Omero

    cover.jpg

    Omero (attribuito)

    La guerra dei topi e delle rane

    Poema nelle traduzioni di Giacomo Leopardi

    Eroicomiche

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Prima edizione, 1815; 1821-22; 1826

    Prima edizione digitale: 2022

    ISBN 9788833261232

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    Table Of Contents

    LA GUERRA DEI TOPI E DELLE RANE

    [1815]

    GUERRA DE’ TOPI E DELLE RANE

    [1821-1822]

    GUERRA DEI TOPI E DELLE RANE

    [1826]

    LA GUERRA DEI TOPI E DELLE RANE

    Poema

    [1815]

    CANTO PRIMO

    1

    Grande impresa disegno, arduo lavoro:

    O Muse, voi dall’Eliconie cime

    A me scendete, il vostro aiuto imploro:

    Datemi vago stil, carme sublime:

    Antica lite io canto, opre lontane,

    La Battaglia dei topi e delle rane.

    2

    Sulle ginocchia ho le mie carte, or fate

    Che nota a ogni mortal sia l’opra mia,

    Che alla più lenta, alla più tarda etate

    Salva pur giunga, e che di quanto fia

    Che sulle carte a voi sacrate io scriva,

    La fama sempre e la memoria viva.

    3

    I nati già dal suol vasti giganti,

    Di que’ topi imitò la razza audace,

    Da nobil fuoco accesi, ira spiranti

    Vennero al campo, e se non è mendace

    Il grido che tuttor va per la terra,

    Questa l’origin fu di quella guerra.

    4

    Un topo un dì, fra’ topi il più ben fatto,

    Venne d’un lago alla fangosa sponda:

    Scampato egli era allor da un tristo gatto,

    E calmava il timor colla fresc’onda:

    Mentre beveva, un garrulo ranocchio

    Dalla palude a lui rivolse l’occhio.

    5

    Se gli fece dappresso, e a dirgli prese:

    A che venisti? donde qua? straniero,

    Di qual nazione sei, di qual paese?

    Qual è l’origin tua? narrami il vero;

    Che se dabben ritroverotti e umano,

    Valicar ti farò questo pantano.

    6

    Io guida ti sarò, meco verrai

    Alle mie terre ed al palazzo mio;

    Quivi ospitali e ricchi doni avrai,

    Che Gonfiagote, il gran Signor son io;

    Ho sullo stagno autorità sovrana,

    E mi rispetta e venera ogni rana.

    7

    La Donna già mi partorì dell’acque,

    Che, per amor, dell’Eridano in riva

    Con Fango il mio gran padre un dì si giacque:

    Ma bel corpo hai tu pur, faccia giuliva,

    Sembri possente Re, prode guerriero;

    Su via dimmi chi sei, parla sincero.

    8

    Rispose il topo: Amico, e che mai brami?

    Non v’ha Dio che m’ignori,

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