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università
Il numero chiuso nega il diritto allo studio!
Brogli, ingiustizie, assurdità: impedire il libero accesso all’università serve solo a fare selezione di classe
Anche quest’anno si sono svolti i tanto
temuti test selettivi di ammissione
all’università.
A Pavia riguardavano la laurea in
Medicina e Chirurgia, le lauree
triennali sanitarie, Ingegneria
Edile/Architettura, Biotecnologie e
Scienze Motorie. Negli altri corsi
d’Ingegneria i test non erano selettivi
ma assegnavano debiti formativi e per
diversi corsi di altre facoltà erano
previsti colloqui o altre forme di
“dissuasione” verso gli studenti
ritenuti meno preparati.
Per i corsi a numero chiuso, le
richieste sono state come sempre ben
superiori al numero di posti
disponibili: un esempio su tutti è
Medicina, con 1203 candidati per 200
posti, di cui 70 riservati alla nuova
facoltà in inglese Medicine and
Surgery. Come ogni anno al test vi
sono state irregolarità ed errori,
quest’anno nella domanda 54 della
sezione Biologia e nella 72 di Fisica.
A Pavia i risultati sono usciti in ritardo
a causa di accertamenti su eventuali
irregolarità; a La Sapienza un
professore ha letto ad alta voce le
risposte esatte delle domande; a Bari
vi sono stati come a Pavia scambi di
persona e in diversi atenei sono stati
ritirati cellulari e alcuni genitori
hanno cercato di entrare durante lo
svolgimento del test a dare “supporto
morale” ai figli. A Pavia un ragazzo ha
falsificato i documenti per sostituire il
candidato guadagnando per il servizio
Atenei in competizione
Atenei in concorrenza per accaparrarsi i sempre più scarsi finanziamenti statali
Più finanziamenti agli atenei
“virtuosi” e tagli a quelli
“spendaccioni”: così il ministro Maria
Stella Gelmini ha deciso di distribuire
i pochi fondi dedicati all’Università:
525 milioni di euro.
Resta solo da decidere quali atenei
siano virtuosi e quali no. Ci pensa una
classifica stuilata dal MIUR, che
promuove 27 atenei «di eccellenza», ai
quali verranno aumentati i fondi in
proporzione alla posizione in
classifica. I restanti atenei subiranno
dei pesanti tagli.
Due sono i criteri per stabilire quali
atenei siano "buoni" e quali siano
"cattivi": qualità della ricerca e qualità
della didattica. La qualità della ricerca
è stata valutata in base al numero di
ricercatori e docenti che hanno
partecipato a progetti di ricerca
valutati positivamente a livello
internazionale e alla capacità delle
università di ottenere finanziamenti
europei. La qualità della didattica
viene valutata in base alla percentuale
di laureati che trovano lavoro nei tre
anni successivi al conseguimento della
laurea, alla quantità di studenti che si
iscrivono al secondo anno avendo
fatto almeno i due terzi degli esami del
Foto tratta liberamente da internet
la modica cifra di 3.000 euro.
Perché tutti questi brogli? Il test è
davvero accessibile a tutti gli studenti
che hanno brillato alle superiori?
I test selettivi richiedono conoscenze
che non possono essere acquistate
durante le scuole superiori: Storia
dell’Architettura viene insegnata solo
in un paio di scuole, Anatomia
approfonditamente in nessuna,
Biochimica tanto meno. Anche chi
non ricorre a brogli quindi deve
trovare il modo di passare questi test e
lo studio di due mesi certo non basta.
Ecco spuntare dunque un sacco di
corsi privati che con una full
primo e alla possibilità data agli
studenti di valutare attraverso un
questionario la qualità della didattica.
Questo metodo di valutazione
penalizza molto gli atenei che, pur
essendo di qualità, si trovano in zone
ad elevato tasso di disoccupazione,
oltre ad innescare un circolo vizioso
secondo cui gli atenei che non brillano
per la ricerca prodotta ricevono meno
fondi, e ricevendo meno fondi non
possono alzare il livello della ricerca,
ricevendone di conseguenza ancora
meno. Questo sistema fa sì che le
facoltà virtuose lo diventino sempre di
più, mentre quelle meno “produttive”
sprofondino sempre di più nel
baratro.
In questo panorama l’ateneo di Pavia,
che molti nostalgici definiscono
ancora di eccellenza, si colloca
solamente al terzultimo posto tra i
virtuosi ricevendo un aumento dello
0,33%. Alcune statistiche affermano
però che già dall’anno prossimo la
nostra università verrà depennata
dall’elenco dei migliori atenei. Il
conseguente taglio dei fondi
comporterà necessariamente un
aumento delle tasse universitarie,
oltre ad un taglio dei servizi erogati
immersion estiva vogliono fornire le
nozioni necessarie al superamento
della prova: Alpha test, Hoepli test
ecc.
Questi training intensivi durano circa
un mese e costano almeno 1.000 euro.
Il candidato per circa 8 ore al giorno
frequenta lezioni e simula questionari
strutturati come quelli del test
ufficiale. In questo modo quindi
accedono alle facoltà a numero chiuso
studenti abbienti e coloro che hanno
già frequentato l’università per un
anno non avendo superato il test la
prima volta.
Chi entra dunque nelle facoltà a
Foto tratta liberamente da internet
dall’EDISU quali borse di studio,
alloggi e accesso alle mense. Già
quest’anno si è assistito ad un taglio di
300 euro alle borse di studio, che
ammontavano in media a 1.600 euro
contro i 1.900 dell’anno scorso. Per far
fronte a questa situazione, come già
anticipato da alcune facoltà pavesi, si
farà ricorso all’aiuto di fondazioni
private, che entreranno così a far parte
dei consigli di amministrazione
mercoledi' 21 ottobre 2009
numero chiuso, quelle che dicono di
avere un’utenza di qualità? Ricchi e
ragazzi che hanno già tentato il test
più volte sprecando tempo e denaro
perdendo il diritto alla borsa di studio
e alla riduzione delle tasse. Sembra
dunque che la scusa di favorire
l’ingresso solo a chi lo merita si riveli
un valido metodo per favorire
l’accesso solo a chi pagherà più tasse.
Detto ciò risulta evidente che il test
migliora solo le condizioni
economiche dell’ateneo ma non
l’utenza e che quindi la prova si rivela
un valido metodo per permettere solo
a determinate fasce sociali di accedere
all’istruzione universitaria. Perché
quindi non abolire le prove di
ammissione?
Proprio quest’anno è emerso che in
Italia ci sono troppo pochi medici
(secondo i calcoli si comincerà a
sentire la scarsità di laureati nel 2016­
2017 e nel 2020 inizieranno ad esserci
seri problemi!) e finalmente si è
timidamente riaperto un dibattito
sull’abolizione del numero chiuso:
bisogna andare fino in fondo! Il
“numero programmato” si basa ben
poco su criteri oggettivi e serve più
che altro a creare una scarsità
artificiale di laureati, venendo
incontro alle richieste degli ordini
professionali e non certo a quelle della
collettività.
Valentina Nava
vale_free_@libero.it
ottenendo in cambio progetti di
ricerca direttamente finalizzati agli
interessi delle aziende e stage poco o
per nulla retribuiti.
Alla luce di tutto ciò, è legittimo
definire la riforma Gelmini come
“riforma del merito”?
Gazza
gag_ga@hotmail.it