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La chiesa argentina viveva gi da tempo al suo interno forti tensioni tra la sue
componenti pi conservatrici e intransigenti e il clero progressista, terzomondista.
Lostilit verso le innovazioni conciliari e lorientamento antiliberale si saldavano
ad una tradizione che aveva fatto del cattolicesimo una vera e propria ideologia
nazionale, dal quale la stessa Argentina era stata forgiata. In questottica di
sovrapposizione di ideologia nazionale e ideologia religiosa, la Chiesa gi da tempo
si era creata uno stretto vincolo con lesercito, presentandosi come bastioni
dellidentit nazionale cattolica in rifiuto delle istituzioni liberali, considerate un
prodotto del protestantesimo, dunque da rigettare. Questa cultura antimoderna,
antiliberale e reazionaria di cui Chiesa locale ed esercito erano imbevuti negli anni
30 sopravvisse a lungo, fino agli anni 70, anche per la sua valenza di potenziale
mezzo di integrazione e nazionalizzazione delle masse nello Stato, per includerle,
sottraendole al pericolo della sovversione marxista. Dunque, lesercito argentino
assunse una funzione di difensore della cattolicit nazionale dai propri nemici (pi
che altro interni) e di fautore dellortodossia, tanto da arrivare a censurare manuali
di catechismo e dei seminari. Nella vita argentina vi era un abisso tra la
componente nazionale, perfettamente coincidente con la religione cattolica, e tutto
ci che era nemico liberali, socialisti, comunisti, ebrei, atei ecc. Questa tensione,
che Pern aveva declinato come una contrapposizione tra la cattolicit del popolo e
loligarchia liberale, divenne un conflitto interno al cattolicesimo una volta
abbattuto il regime liberale nel 1943. Il Vaticano II costitu un nuovo problema per
il mito nazional-cattolico argentino: lorientamente di accettazione del pluralismo
cozzava fortemente con limpostazione integrale su cui si fondava il connubio tra
Chiesa e nazione, e questo mito nazionale poteva correre il rischio di incappare in
una crisi di legittimit.
Colpo di Stato