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A.A. 2015/2016
Riflessioni heideggeriane in merito allopera
darte
Origine significa, qui, ci da cui e per cui una cosa ci che ed come .1
Questo lincipit del saggio heideggeriano sullopera darte nel quale, con stile propriamente
filosofico, siamo introdotti nello studio in merito ad unanalisi dettagliata sullestetica.
Lesplicitazione del concetto di origine ci fa comprendere immediatamente come lautore
voglia distaccarsi dalla comune interpretazione dellarte a partire dal mondo greco. Il
discorso si inserisce in una ricerca ampissima nella quale viene ripensata la metafisica stessa.
Lopera darte viene vista e percepita come cosa per ha delle sue peculiarit delle quali pi
avanti parleremo.
Esiste questa dicotomia che rende possibile larte e che la costituisce. Siamo introdotti ora in
ci che viene concepito come circolo ermeneutico. Tale modus operandi non si discosta da
quello, che in termini interpretativi, viene chiamato circolo filologico da Spitzer. La
differenza tra il concetto heideggeriano e quello spitzeriano pu essere colta nella
terminologia ma non nella sostanza. Parlare di un percorso che parte dal generale verso il
particolare e viceversa, come fa Spitzer, oppure parlare di entrare e uscire dallopera e
viceversa, come indica Heidegger, per comprendere lopera in s, non sembra poi tanto
diverso.
Noi dobbiamo prendere le opere quali appaiono a coloro che ne vivono e ne godono.3
Il trucco quindi per entrare nellopera quello di accostarvisi con sensibilit artistica e
attendere lilluminazione che da questultima deriver. Il fatto che lopera darte ci introduca
in essa e permetta di vedere un qualcosa che in prima istanza non viene percepito, aiuta a
cogliere una delle peculiari sfumature che distingue la mera cosa dallopera darte. Se difatti
questa apre un mondo, cosi come Heidegger dice, possiamo dire che lopera si configura
anche come un mezzo per. Va per precisato che se pure un mezzo, essa differisce dalle
altre cose che hanno funzione di mezzo. Per meglio comprendere: noi non considereremo
mai un utensile, ad esempio una forchetta, unopera darte.
Il quadro che mostra le scarpe da contadino, la poesia che dice la fontana romana, non si
limitano a far conoscere; anzi a rigor di termini non fanno conoscere nulla circa questi enti
singoli, ma fanno si che si storicizzi il non essere nascosto come tale in relazione allente
nel suo insieme.5
Ora sorge una domanda spontanea. Per lo pi nella storia dellestetica ci si sempre riferiti
al bello, quindi resta ora da chiarire quale sia il valore di bello in Heidegger. Questultimo
allora chiarisce prontamente ed affianca al concetto di bello quello di verit, quindi possiamo
notare solamente una differenza di carattere formale: il bello il vero. Per concludere, larte
in Heidegger assurge a valore strettamente ontologico.