Sei sulla pagina 1di 4

Universit degli Studi dellAquila

Corso di laurea in Lettere Moderne

Riflessioni heideggeriane in merito allopera darte

Docente Studente

Prof.ssa Michela Nacci Federico Di Giuseppe


matricola n. 203911

A.A. 2015/2016
Riflessioni heideggeriane in merito allopera
darte
Origine significa, qui, ci da cui e per cui una cosa ci che ed come .1

Questo lincipit del saggio heideggeriano sullopera darte nel quale, con stile propriamente
filosofico, siamo introdotti nello studio in merito ad unanalisi dettagliata sullestetica.
Lesplicitazione del concetto di origine ci fa comprendere immediatamente come lautore
voglia distaccarsi dalla comune interpretazione dellarte a partire dal mondo greco. Il
discorso si inserisce in una ricerca ampissima nella quale viene ripensata la metafisica stessa.
Lopera darte viene vista e percepita come cosa per ha delle sue peculiarit delle quali pi
avanti parleremo.

Lartista lorigine dellopera. Lopera lorigine dellartista2

Esiste questa dicotomia che rende possibile larte e che la costituisce. Siamo introdotti ora in
ci che viene concepito come circolo ermeneutico. Tale modus operandi non si discosta da
quello, che in termini interpretativi, viene chiamato circolo filologico da Spitzer. La
differenza tra il concetto heideggeriano e quello spitzeriano pu essere colta nella
terminologia ma non nella sostanza. Parlare di un percorso che parte dal generale verso il
particolare e viceversa, come fa Spitzer, oppure parlare di entrare e uscire dallopera e
viceversa, come indica Heidegger, per comprendere lopera in s, non sembra poi tanto
diverso.

Noi dobbiamo prendere le opere quali appaiono a coloro che ne vivono e ne godono.3

Il trucco quindi per entrare nellopera quello di accostarvisi con sensibilit artistica e
attendere lilluminazione che da questultima deriver. Il fatto che lopera darte ci introduca
in essa e permetta di vedere un qualcosa che in prima istanza non viene percepito, aiuta a
cogliere una delle peculiari sfumature che distingue la mera cosa dallopera darte. Se difatti
questa apre un mondo, cosi come Heidegger dice, possiamo dire che lopera si configura
anche come un mezzo per. Va per precisato che se pure un mezzo, essa differisce dalle
altre cose che hanno funzione di mezzo. Per meglio comprendere: noi non considereremo
mai un utensile, ad esempio una forchetta, unopera darte.

1 M. Heidegger, L'origine dell'opera darte (1934), in Sentieri interrotti(1950), La Nuova


Italia, Firenze 1996, cit. p. 1

2 Id., Lorigine, cit. p. 5


3 Id., Lorigine, cit. p. 5
Essere opera significa esporre un mondo. 4

Si passa ora ad esporre il concetto di mondo. Il mondo dobbiamo considerarlo come


linsieme delle relazioni che gli esistenti costituiscono con la realt. Lopera quindi, nel
momento in cui si palesa, ci rende partecipi di questo intricato legame tra le cose, ad esempio
nel caso di Heidegger di un paio di scarpe (in merito ad un quadro di Vincent Van Gogh),
con gli altri esistenti. Lopera palesa la verit e con la verit si intenda il disvelamento delle
relazioni pocanzi menzionate. C lo storicizzarsi di tutto ci che viene ritratto. Facendo
uninferenza possiamo affiancare tale procedimento alla contestualizzazione ed aggiungere
che ogni uomo figlio del proprio tempo, ricordando lespressione desanctissiana.

Il quadro che mostra le scarpe da contadino, la poesia che dice la fontana romana, non si
limitano a far conoscere; anzi a rigor di termini non fanno conoscere nulla circa questi enti
singoli, ma fanno si che si storicizzi il non essere nascosto come tale in relazione allente
nel suo insieme.5

Il non essere nascosto ripropone il concetto di 6, ossia dischiudimento o


rivelazione". Tutto ci anche alla base dellesegesi biblica, nella quale si considera il testo
giovanneo come Rivelazione: La Rivelazione di Ges Cristo, la quale/ Iddio gli ha data, per
far sapere a/suoi servitori le cose che debbono avve-/nire in breve tempo;7. Quindi lintento
iniziale di distacco dalla tradizione viene in parte limitato.

Larte la messa in opera della verit8

Ora sorge una domanda spontanea. Per lo pi nella storia dellestetica ci si sempre riferiti
al bello, quindi resta ora da chiarire quale sia il valore di bello in Heidegger. Questultimo
allora chiarisce prontamente ed affianca al concetto di bello quello di verit, quindi possiamo
notare solamente una differenza di carattere formale: il bello il vero. Per concludere, larte
in Heidegger assurge a valore strettamente ontologico.

4 Id., Lorigine, cit. p. 29


5 Id., Lorigine, cit. p. 41
6 Aletheia
7 Giov. 5:1, Nuovo Testamento
8 Id., Lorigine, cit. p. 61
Bibliografia:
- M. Heidegger, L'origine dell'opera d'arte (1934), in Sentieri interrotti(1950), La Nuova Italia,
Firenze 1996
- F. Muzzioli, Le teorie della critica letteraria (1994), Carocci, Urbino 2004

Potrebbero piacerti anche