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Ritorno agli antichi, con un lavoro di lettura filologica degli autori classici, in
primis di Galeno.
Spirito di revisione critica e di rinnovamento che riguard innanzitutto
lanatomia, con unopera di correzione costante della tradizione galenica
attraverso la diffusione della pratica settoria e lo studio diretto del corpo
umano.
Spostamento dellattenzione degli anatomisti dallorganismo sano a quello
malato, con la nascita dellanatomia patologica.
Progressi meno eclatanti nel campo della chirurgia, disciplina che venne
accorpata, almeno nelle universit, alla cattedra di anatomia, con la nascita
della figura del chirurgo anatomico.
Patologia ancora sostanzialmente legata allumoralismo.
Medicina magica e astrologica attraversa trasversalmente tutto il periodo.
LANATOMIA NEL RINASCIMENTO
Fine del XV: processo di rinnovamento negli studi anatomici, anche dal punto di
vista iconografico.
Gli artisti dellepoca mostrano di avere buone conoscenze di anatomia.
Leonardo da Vinci, tra i suoi molteplici interessi, coltiv anche lo studio
approfondito del corpo umano e del suo funzionamento, eseguendo egli stesso
dissezioni di cadaveri e rappresentando ci che vedeva in una serie di disegni di
straordinaria bellezza. Lopera di Leonardo non ebbe riflessi sulla medicina del
tempo, in quanto i suoi disegni furono conservati negli archivi senza essere
divulgati tra i contemporanei, e vennero riscoperti solo intorno alla met del XVII
secolo.
Allinizio del XVI secolo lanatomia nelle Universit si insegnava ancora basandosi
sul testo di Galeno, oppure i lettori pi allavanguardia seguivano lAnatomia di
Mondino.
Tra lopera di Mondino de Liuzzi e la grande rivoluzione dellanatomia operata da
Andrea Vesalio alla met del secolo si collocano alcune figure che ne hanno
preparato la strada, facendo piccoli, ma fondamentali, passi verso la
comprensione del corpo umano.
Jacopo Barigazzi, detto Berengario da
Carpi (ca.1460-1530), diede avvio al
lavoro di critica dellautorit galenica.
Studi allUniversit di Bologna, dove
ottenne la cattedra di chirurgia.
In questi primi anni di insegnamento
Berengario usava probabilmente il
testo di Mondino, ma presto si fece
sostenitore della necessit di
apprendere lanatomia non solo dalla
lettura dei testi, ma soprattutto dalla
pratica diretta e dallesperienza
personale.
Nelle sue principali opere, il
Commentaria super anatomia Mundini
del 1521 e le Isagogae breves del
1522, espose osservazioni in contrasto
con la tradizione galenica, che furono
poi riprese e confermate qualche
decennio pi tardi da Vesalio.
Berengario mise in dubbio lesistenza
della rete mirabile arteriosa alla base del
cervello, punto fondamentale nella
fisiologia di Galeno. Infatti, nelle sue
dissezioni, non era riuscito a riscontrare
la presenza di questa struttura.
Fece poi importanti scoperte,
descrivendo lutero come ununica
cavit, non suddivisa in pi camere,
come fino ad allora si era creduto, e
descrisse lappendice vermiforme, la
ghiandola pineale, il timo e i rapporti tra
vena cava e vena porta.
Unaltra innovazione introdotta da
Berengario furono le numerose incisioni
su legno che arricchivano i suoi testi;
nonostante queste illustrazioni
mantengano una certa grossolanit,
dimostrano che egli fu il primo a
comprendere il valore didattico della
documentazione grafica nei testi a
stampa.
Illustrazione tratta dalle Isagoge di Berengario da Carpi (Bononiae: Benedictum Hectoris, 1523) che mostra lo
scheletro e i muscoli delladdome. Courtesy of the National Library of Medicine
osservazione anatomica ma, non applicabile a strutture insensibili!
autorit galenica ma, non pienamente valida in anatomia!
"Posso affermare di non aver mai trovato passaggio di alcuna sorta, nonostante a questo
scopo abbia esaminato i nervi ottici durante la vivisezione di cani e di altre specie
animali di dimensioni maggiori, e il capo di un uomo ancora caldo, meno di un'ora dopo
la decapitazione".
Tali affermazioni hanno implicanze che vanno molto al d l del loro contenuto
informativo sulla realt di queste strutture anatomiche: privando l'edificio fisiologico di
Galeno di fondamenti essenziali, aprono una strada che avrebbe portato lontano,
riproponendo implicitamente una completa revisione non solo degli aspetti anatomo-
morfologici, ma anche fisiologico-funzionali del sistema nervoso.
Con questo non si intende affermare che il distacco da Galene sia completo, nella maggior
parte dei casi, le osservazioni neuroanatomiche di Vesalio non si traducono in una diversa
interpretazione della funzione e pertanto gran parte della fisiologia tradizionale continua a
essere da lui accettata.
Per esempio, se da un lato nega l'esistenza dei passaggi immaginari attraverso cui il flegma
dovrebbe scendere nel naso e nel faringe:
"Non vi alcun forame nell'osso [sfenoide] per la discesa del flegma [...]. Quanto Galeno
immagina sulla presenza di forellini come quelli di una spugna o di un setaccio ridicolo,
perch questi forellini sotto la ghiandola [pituitaria] non esistono",
egli continua ad ammettere la concezione fisiologica galenica:
"[La ghiandola pituitaria] riceve il flegma e lo lascia fluire gi da ogni suo lato senza
formazioni di gocce. Esso scorre via attraverso i numerosi fori presenti nella base del
cranio ove decorrono vene, arterie o nervi".
Tra i contemporanei di Vesalio, che
diedero un contributo agli studi di
anatomia, ricordiamo Gabriele Falloppio
o Falloppia (1523 ca.- 1562), che fece
nuove e importanti scoperte sullocchio,
sul sistema nervoso, e sullapparato
genitale femminile, riconoscendo
lanalogia strutturale tra clitoride e pene,
coniando il termine vagina e scoprendo
le tube uterine, che da lui presero il
nome di tube di Falloppio;
e Bartolomeo Eustachi o Eustachio (ca.
1510-1574), a cui va il merito di aver
compiuto studi sullo sviluppo e
lanatomia dei denti, sulla struttura del
rene, sullo scheletro umano e
sullorecchio, di cui scopr il condotto
uditivo esterno, conosciuto infatti come
tromba di Eustachio.
Uno dei pi importanti progressi, avvenuti negli studi
anatomici durante il XVI, secolo riguarda la scoperta
della circolazione sanguigna, cui si giunse attraverso il
contributo di numerosi studiosi, e che trov la sua
spiegazione pi completa con lopera di William Harvey.
Lo spagnolo Miguel Servet (Serveto) (1511-1553), tent
di scardinare definitivamente la tradizione galenica,
andando oltre le posizioni di Vesalio.
Teologo e riformatore religioso, giudicato eretico e poi
condannato a morte a Ginevra, Serveto aveva studiato
medicina allUniversit di Parigi. Egli fu uno strenuo
sostenitore dellinesistenza di comunicazione
interventricolare, arrivando a scoprire il circolo
polmonare, sebbene non avesse ancora unidea chiara
del concetto di circolazione sistemica. Egli espose
questa teoria nellopera teologica Christianismi
restituito, pubblicata nel 1553, nella quale, oltre a
negare la Trinit, demoliva la dottrina galenica dei tre
spiriti.
La sua scoperta tuttavia non ebbe vasta circolazione
perch contenuta in un testo di teologia e non di
medicina, molte copie delle quali vennero bruciate a
seguito della persecuzione religiosa di cui fu vittima.
Lintuizione del piccolo circolo fu ripresa e approfondita
da un anatomista italiano, Realdo Colombo (1516-1559),
che era allievo di Vesalio e gli succedette nella cattedra
di Padova, anche se solo per un anno, per poi insegnare
a Pisa nel 1545 e passare infine a Roma nel 1548.
Anatomico di grande rilievo, acquis una notevole
esperienza dedicandosi alla dissezione, che illustr nel
De re anatomica, pubblicata nel 1559.
Attraverso la vivisezione sui cani Colombo arriv a
descrivere il piccolo circolo: tagliando la vena polmonare
di un cane nel punto pi lontano dal cuore osserv che
non conteneva aria, ma bens sangue di tipo arterioso,
che defin sottile e brillante;
inoltre conferm che non vi erano fori nel setto del cuore,
sostenendo quindi che il sangue andava dalla parte
destra del cuore a quella sinistra passando attraverso i
polmoni.
Colombo non giunse ancora al concetto di circolo
polmonare, poich rimase ancorato alla teoria galenica
secondo la quale il sangue venoso era attratto e
utilizzato dalle diverse parti del corpo.
Nonostante la scoperta, quasi contemporanea, di Serveto
e di Colombo a proposito del piccolo circolo, solo con
lopera di Andrea Cesalpino (1519-1603) che, per la
prima volta, venne introdotto in medicina il termine di
circolazione, seppur ancora limitato al piccolo circolo e
non alla circolazione sanguigna in generale. Infatti
Cesalpino defin con lespressione circulatio sanguinis il
movimento del sangue che, partendo dal cuore, passa
attraverso i polmoni, per ritornare al cuore.
Cesalpino, che fu un allievo di Colombo e tenne la Andrea Cisalpino in unincisione di F. Allegrini.
Courtesy of the National Library of Medicine
cattedra di farmacologia e quella di medicina pratica
allUniversit di Pisa, ebbe il merito di comprendere che
era il cuore, e non il fegato, come si riteneva nella visione
galenica allora imperante, ad essere al centro del
movimento del sangue, oltre che il punto di partenza delle
arterie e di arrivo delle vene.
Mentre secondo Galeno il sangue, diffuso attraverso il
sistema di vene ed arterie a tutto il corpo, si andrebbe
consumando nelloperazione continua di nutrimento degli
organi, Cesalpino per primo scopr che il sangue non
fuoriesce mai dai vasi sanguigni per versarsi negli organi.
Nel 1592 fu chiamato a Roma da Clemente
VIII, di cui divenne medico personale,
insegnando medicina nello studio romano.
Fu in quegli anni che, osservando durante la
pratica del salasso che le vene sotto il laccio
stretto intorno al braccio si inturgidiscono,
mentre sopra il laccio si svuotano, dedusse
che la circolazione venosa centripeta, e
quindi opposta rispetto a quella arteriosa
che porta il sangue dal cuore alla periferia.
Dunque, scopr che nel sistema vascolare
esistono due correnti opposte.
Cesalpino espose queste scoperte in
diverse opere mediche, Quaestionum
peripatecarum libri V del 1571, Questionum
medicarum libri II del 1593 e Praxis
universale artis medicae pubblicata
postuma nel 1606.
Fra gli studiosi che, in et
rinascimentale, si occuparono di
circolazione sanguigna vi fu anche
Girolamo Fabrici dAcquapendente
(ca 1537-1619), il quale studi
allUniversit di Padova, diventando
poi professore di anatomia e
chirurgia e facendo costruire il
celebre teatro anatomico
dellateneo, inaugurato nel 1594.
Egli fu un esperto anatomista,
fisiologo ed un abile chirurgo anche
ortopedico, ed ebbe molti pazienti
illustri del tempo, come il Cardinale
Carlo de Medici, il duca di Urbino, il
duca di Mantova e Galileo Galilei.
amministrazione laica
Nel basso-medioevo +
assistenza in mano ai religiosi
(i medici sono esterni!)
attivit manifatturiera
attivit mercantile
mercantile
nuove classi sociali
subalterna (>emarginazione!)
Nel Rinascimento:
necessit di controllo la medicina
(anche sociale!) rientra fra
le forze produttive
della citt
sistema Milano: Ca Granda
degli Ospedali Maggiori Ferrara: Ospedale S. Anna (1440)
Pavia: Ospedale d. Piet (1449)
Il Rinascimento eredit dal Medioevo una
serie di malattie a carattere epidemico,
che comparivano periodicamente
falcidiando la popolazione, favorite dagli
spostamenti degli eserciti coinvolti nelle
frequenti guerre, dalle cattive condizioni
igieniche e dal sovraffollamento delle
abitazioni.
Tra queste vi era principalmente la peste,
che colp sempre con una serie ininterrotta
di epidemie, con alti tassi di mortalit, fino
alla fine del XVII secolo.
Ma la patologia rinascimentale fu dominata
anche da altre malattie infettive, come la
lebbra, la quale tuttavia conobbe una
regressione nel corso del XV secolo, il
vaiolo e la tubercolosi, attestata anche
attraverso la pratica della toccatura della
scrofola, con la quale i re di Francia e di
Inghilterra, ritenuti depositari di poteri
taumaturgici, toccavano i malati con la Carlo II dInghilterra tocca gli scrofolosi in unincisione di R. White.
forma linfoghiandolare del collo . Wellcome Library, London
Altrettanto diffusi il tifo, infezione
portata dai pidocchi e associato in
particolare alle guerre rinascimentali,
la dissenteria e la malaria, diffusa in
particolare nelle zone paludose
dellItalia centro-meridionale.
Vennero individuate anche nuove
malattie, come la varicella, il morbillo
e la scarlattina, sebbene queste
venissero spesso confuse con il
vaiolo.
Sono inoltre presenti malattie dovute
a carenze nella dieta, certamente
favorite dalle periodiche carestie che
colpirono lEuropa in questo periodo.
Lergotismo continu a colpire con un
aspetto epidemico e comparve lo
scorbuto, dovuto ad un deficit di
vitamina C, che colpiva soprattutto gli
equipaggi delle navi che affrontavano
lunghe navigazioni.
Tuttavia la scoperta del Nuovo Mondo e
le nuove rotte commerciali, che si
svilupparono a partire dalla fine del XV
secolo, comportarono limportazione e
lesportazione di malattie che fino ad
allora erano rimaste circoscritte a
determinate aree geografiche e che,
invece, si propagarono colpendo una
popolazione vergine e perci
particolarmente esposta in quanto priva di
difese immunitarie.
Infatti il Rinascimento vide la comparsa di
due nuove malattie, la sifilide e il sudore
anglico.
Una delle prime descrizioni della sifilide risale al
1495, in occasione dellassedio di Napoli da
parte degli Spagnoli, quando tra i francesi
comparve unepidemia caratterizzata da
nauseanti pustole sui genitali, che si
diffondevano e si ulceravano, dalla comparsa di
bubboni cutanei e da un interessamento degli
organi interni e dellapparato scheletrico con forti
dolori ossei. La malattia si risolveva con
uninvalidit permanente o con la morte del
soggetto colpito.
Le truppe francesi e spagnole, di ritorno in patria
dopo la capitolazione della citt, diffusero la
malattia in Italia, Francia e Germania, cosicch
dal 1500 in poi tutta lEuropa ne fu affetta,
arrivando fino in estremo oriente attraverso la
rete commerciale.
La natura venerea della sifilide fu riconosciuta
molto presto, tanto che questa malattia divenne
un segno di condotta immorale e si approntarono
delle misure volte ad evitare il contagio, come
lastensione dai rapporti con le prostitute.
Il sudore anglico apparve in Inghilterra nel 1485,
colp con epidemie successive succedutesi a
breve distanza di tempo, per poi scomparire nel
1551; dopo un lungo intervallo si ripresent agli
inizi del XVIII secolo.
Chiamata anche pestis britannica, questa nuova
malattia era caratterizzata da una abbondante
sudorazione con un altissimo tasso di mortalit.
DallInghilterra si propag successivamente
allEuropa continentale, suscitando lo stesso
terrore della peste, poich si presentava in
maniera imprevedibile, portando in breve tempo
ad una morte improvvisa.
Questa malattia resta tuttora un mistero, in
quanto lagente eziologico non stato ancora
individuato, sebbene si pensi ad un collegamento
con la rickettsiosi.
Fu proprio durante il XVI secolo che la
trasmissibilit di alcune malattie, fra cui la
tubercolosi, venne riconosciuta, e
cominciarono ad essere approntate misure
opportune per evitare il contagio.
Fu Girolamo Fracastoro a intuire il concetto
di contagio, parlando nel suo De contagione
et contagiosis morbis del 1546 di
piccolissime particelle, che egli denomina
seminaria, le quali passando da un individuo
ad un altro trasmetterebbero la malattia.
Ma siamo ancora molto lontani dalla
consapevolezza dellesistenza di un agente
patogeno, dimostrato dalle scoperte
microbiologiche dell800 e, sebbene ormai la gente
comune avesse accettato il concetto di contagiosit
come unevidenza, i medici ancora lo negavano.
Perci venivano costruiti ospedali, si istituivano
confraternite di carit, ma non si disponeva di alcun
trattamento efficace per affrontare le malattie
infettive.
Le misure a cui si ricorreva erano diverse, e
andavano dalla fuga dalle zone colpite
dallepidemia, come nel caso della peste,
allisolamento dei malati in luoghi appositamente
predisposti, come i lazzaretti per quanto riguarda la
peste e la lebbra, e alla quarantena, misura che si
rivel assai efficace nei porti di mare.
Molte malattie erano considerate una punizione
divina e perci era frequente il ricorso a
processioni, preghiere, invocazioni di santi
protettori.
La patocenosi del Rinascimento
guerre
carestie
deficit immunitario
malattie infettive
Vecchio Mondo
Scoperta dellAmerica circuito epidemico
Nuovo Mondo
Morbillo
Scarlattina confuse con il vaiolo
Varicella
Malaria
(zone paludose litoranee)
Pertosse
Influenza malattie riscoperte
Parotite