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La tutela del dipendente che segnala lillecito

amministrativo

Premesse al corso: scopo ed obiettivi


Sito: Corsi Sicurezza
Corso: ANTiCORRUZIONE
Libro: La tutela del dipendente che segnala lillecito amministrativo
Stampato da:EUGENIO TINNIRELLO
Data: luned, 29 febbraio 2016, 16:13
Sommario
1 Cap. Caratteristiche del corso
2 Cap. I riferimenti normativi
2.1 Paragrafo 1
2.2 Paragrafo 2
2.3 Paragrafo 3
2.4 Paragrafo 4
2.5 Paragrafo 5
2.6 Paragrafo 6
2.7 Paragrafo 7
2.8 Paragrafo 8
3 Cap. L' ambito soggettivo
3.1 Paragrafo 1
3.2 Paragrafo 2
3.3 Paragrafo 3
3.4 Paragrafo 4
4 Cap. La distinzione tra segnalazione anonima e riservatezza sull'identit del segnalante
4.1 Paragrafo 1
5 Cap. L' oggetto della segnalazione
5.1 Paragrafo 1
5.2 Paragrafo 2
6 Cap. Le condizioni per la tutela
6.1 Paragrafo 1
6.2 Paragrafo 2
7 Cap. Le procedure per segnalare l'illecito
7.1 Paragrafo 1
7.2 Paragrafo 2
7.3 Paragrafo 3
8 Cap. I ruoli e le fasi della procedura
8.1 Paragrafo 1
8.2 Paragrafo 2
1 Cap. Caratteristiche del corso

Presentazione del corso


Con lemanazione del decreto legislativo 190 del 2012, la cos detta legge anticorruzione, il
legislatore si posto lobiettivo di realizzare unefficace politica di prevenzione e repressione della
corruzione attraverso la definizione di una prima disciplina organica della materia che si colloca nella
prospettiva, gi tratteggiata nella riforma Brunetta, di promozione della legalit e della integrit della
pubblica amministrazione.
Nel quadro normativo sullanticorruzione la disciplina introdotta dalla citata legge, trova un essenziale
complemento del decreto legislativo numero 33 39 del 2013, ai quali la legge ha delegato lattuazione
di importanti principi e criteri direttivi con riferimento, rispettivamente, al riordino della disciplina
riguardante gli obblighi di pubblicit e trasparenza e al regime delle inconferibilit e incompatibilit
degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni, e nel decreto del Presidente della repubblica
numero 62 del 2013 contenente il codice di comportamento al quale tutti i pubblici dipendenti si
devono attenere.
La complessit e il continuo susseguirsi delle disposizioni normative, delibere, circolari emanate
hanno posto le amministrazioni di fronte e difficili e impegnative novit, dubbi ed incertezze
interpretative riguardanti: la nomina del Responsabile della prevenzione e della trasparenza e le
connesse responsabilit; il contenuto e la metodologia di sviluppo del Piano di prevenzione della
corruzione di cui alla legge gi accennata e del Programma triennale della trasparenza ed integrit
secondo il decreto legislativo numero 33 del 2013; il coordinamento di tali obbligatori documenti con il
Piano delle Perfomances ed il codice di comportamento dei pubblici dipendenti; ladempimento degli
obblighi di pubblicit, trasparenza e diffusione delle informazioni stabiliti dalle normative in materia..
Nel rapporto sul primo anno di attuazione della legge numero 190, pubblicato dallANAC, lAutorit
osserva che non tutte le amministrazioni hanno adempiuto prontamente e che, in molti casi in cui si
data attuazione alla normativa, prevalso il rispetto formale dei tempi e procedure piuttosto che la
consapevole attuazione di una efficace politica di prevenzione della corruzione.
Sempre nel citato rapporto, lANAC evidenzia che per superare questo approccio non bisogna solo
sanzionare comportamenti devianti ma anche investire nella diffusione delle conoscenze, nella
comunicazione delle buone pratiche e nella valorizzazione delle differenze in modo da stimolare
ciascuna amministrazione a disegnare una propria politica di prevenzione.. In questa prospettiva,
sottolinea lANAC, il grado di apertura dellamministrazione verso lesterno pu fare la differenza cos
come la formazione mirata che, seppure costituente una misura di prevenzione della corruzione,
stenta, per, ad affermarsi.
Obblighi formativi dei dipendenti della pubblica amministrazione.
In particolare, per quello che concerne la formazione, nel quadro normativo anticorruzione delineato
dal legislatore, le pubbliche amministrazioni di cui allart. 1 comma 2 del decreto legislativo numero
165 del 2001, debbono programmare adeguati percorsi di formazione, tenendo presente una
strutturazione su due livelli:
1. livello generale, rivolto a tutti i dipendenti: riguarda laggiornamento delle competenze
(approccio contenutistico), e le tematiche delletica e della legalit (approccio valoriale);
2. livello specifico, rivolto al responsabile della prevenzione, ai referenti, ai componenti degli
organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari addetti alle aree a rischio: riguarda le politiche, i
programmi e i vari strumenti utilizzati per la prevenzione e tematiche settoriali, il relazione al
ruolo svolto da ciascun soggetto nellamministrazione.
Il presente corso appartiene alla prima categoria, cio rivolto a tutti gli operatori presenti nella
pubblica amministrazione: il corso termina con un questionario (vero o falso) non obbligatorio, n
vincolante ai fini del rilascio dellattestato. Per risulta utile compilarlo cos da autovalutare la
comprensione degli argomenti presentati durante il corso ed apportare gli eventuali correttivi ai fini
del miglioramento.
2 Cap. I riferimenti normativi
2.1 Paragrafo 1
2.2 Paragrafo 2
2.3 Paragrafo 3
2.4 Paragrafo 4
2.5 Paragrafo 5

Il decreto legislativo 165 del 2001 reca allarticolo 54 bis Norme generali
sullordinamento del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione riporta
integralmente:

fuori dei casi di responsabilit a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso
titolo ai sensi dellarticolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia
allautorit giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore
gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di
lavoro, non pu essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura
discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi
collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.
2.6 Paragrafo 6
2.7 Paragrafo 7
2.8 Paragrafo 8

Con la terza disposizione legislativa LANAC chiamata a gestire, oltre alle segnalazioni
provenienti dai propri dipendenti per fatti illeciti avvenuti allinterno della propria struttura,
anche le segnalazioni che i dipendenti di altre amministrazioni possono indirizzarle ai sensi
del richiamato articolo 54 bis. La novit legislativa impone, dunque, allANAC di disciplinare le
procedure attraverso le quali lAutorit riceve e gestisce tali segnalazioni.
La novit legislativa impone, dunque, all ANAC. di disciplinare le procedure attraverso le quali
lAutorit riceve e gestisce tali segnalazioni.
In questa prospettiva va dunque sottolineato che l ANAC intende adempiere al proprio
compito nel pieno rispetto dellambito soggettivo e oggettivo individuato dalla normativa
vigente appena menzionata, come esplicitamente riportato nelle sue Linee guida a cui
faremo continuamente riferimento durante questo corso.

A questo proposito, occorre sottolineare che larticolo 54 bis si riferisce esclusivamente ai


dipendenti pubblici e presuppone lidentificazione del soggetto segnalante il cui nominativo
deve essere, comunque, mantenuto riservato. Pertanto, le citate Linee guida, volte a fornire
orientamenti applicativi delle disposizioni in questione, non possono non tener conto di tale
indicazione normativa; esse, quindi, non disciplinano le modalit di trattazione e gestione di
altre tipologie di segnalazioni quali quelle provenienti da cittadini o imprese ovvero le
segnalazioni anonime.
LAutorit pu ricevere anche queste ultime tipologie di segnalazioni su cui peraltro fonda una
buona parte della propria attivit di vigilanza; le modalit per la ricezione e la gestione di
queste segnalazioni avranno, tuttavia, trattamenti diversi rispetto a quelli specificamente
previsti dallarticolo 54 bis per la tutela del dipendente pubblico.
Per quanto riguarda gli aspetti procedimentali, le Linee guida, ispiratrici del presente corso,
indicano le procedure che l ANAC intende seguire per la gestione delle segnalazioni delle
quali destinataria e che possono costituire un utile riferimento per le istituzioni scolastiche
tenute ad applicare larticolo 54 bis del decreto legislativo 165 del 2001.

LAutorit ha sottolineato a pi riprese nelle Linee guida lincertezza delle disposizioni


legislative che regolano la materia, ed auspica un intervento urgente del legislatore volto a
chiarire alcune questioni interpretative ancora aperte e di notevole importanza
3 Cap. L' ambito soggettivo
3.1 Paragrafo 1
3.2 Paragrafo 2
3.3 Paragrafo 3
3.4 Paragrafo 4

Circa lidentificazione dei soggetti riconducibili alla categoria dei dipendenti pubblici indicati
nella norma, in considerazione del rilievo che queste segnalazioni possono avere per finalit di
prevenzione della corruzione, lAutorit ANAC ritiene che vi rientrino i dipendenti delle
pubbliche amministrazioni di cui allarticolo 1, comma 2, del decreto legislativo 165 del 2001.
Nella nozione di pubblico dipendente sono quindi compresi tanto i dipendenti con rapporto di
lavoro di diritto privato quanto, compatibilmente con la peculiarit dei rispettivi ordinamenti, i
dipendenti con rapporto di lavoro di diritto pubblico
4 Cap. La distinzione tra segnalazione anonima e
riservatezza sull'identit del segnalante
4.1 Paragrafo 1

Per quanto riguarda la definizione della nozione di dipendente pubblico che segnala illeciti,
occorre rifarsi alla ratio della norma, che quella di evitare che il dipendente, venuto a
conoscenza di condotte illecite in ragione del rapporto di lavoro, ometta di segnalarle per il
timore di subire conseguenze pregiudizievoli.
Per questa ragione, larticolo 54 bis impone allamministrazione che tratta la segnalazione di
assicurare la riservatezza dellidentit di chi si espone in prima persona.
A tal fine il procedimento di gestione della segnalazione deve garantire la riservatezza
dellidentit del segnalante sin dalla ricezione della segnalazione e in ogni fase successiva
sino alla sua conclusione.
Naturalmente la garanzia di riservatezza presuppone che il segnalante renda nota la propria
identit. Non rientra, dunque, nella fattispecie prevista dalla norma come dipendente pubblico
che segnala illeciti, quella del soggetto che, nellinoltrare una segnalazione, non si renda
conoscibile. In sostanza, la ratio della norma di assicurare la tutela del dipendente,
mantenendo riservata la sua identit, solo nel caso di segnalazioni provenienti da dipendenti
pubblici individuabili e riconoscibili.
Resta comunque fermo che lAutorit prende in considerazione anche le segnalazioni
anonime, ove queste siano adeguatamente circostanziate e rese con dovizia di particolari,
ove cio siano in grado di far emergere fatti e situazioni relazionandoli a contesti determinati.
Linvio di segnalazioni anonime e il loro trattamento avviene, comunque, attraverso canali
distinti e differenti da quelli approntati per le segnalazioni oggetto del presente corso. In altre
parole, le segnalazione anonime, che pure in casi particolari possono essere oggetto di
considerazione da parte dell ANAC, non rientrano, per espressa volont del legislatore,
direttamente nel campo di applicazione del citato articolo 54 bis. Si ribadisce che la tutela
prevista da detto articolo non pu che riguardare il dipendente pubblico che si identifica
(diversamente, la tutela non pu essere assicurata) e, comunque, secondo il tenore letterale
della norma, la protezione accordata riguarda ritorsioni che possono avere luogo nellambito
del rapporto di lavoro e non anche quelle di altro tipo.
Resta altrettanto ferma anche la distinta disciplina relativa ai pubblici ufficiali e agli incaricati
di pubblico servizio che, in presenza di specifici presupposti, sono gravati da un vero e
proprio dovere di riferire senza ritardo anche, ma non solo, fatti di corruzione, in virt di quanto
previsto dal combinato disposto dellarticolo 331 del codice di procedura penale e degli
articoli 361 e 362 del codice penale.
Lobbligo di denuncia in base alle suddette previsioni del codice penale e di procedura penale
e la possibilit di segnalare disfunzioni e illeciti come dipendente pubblico ai sensi
dellarticolo 54 bis del decreto legislativo 165 del 2001 hanno un diverso rilievo. La disciplina
penalistica si fonda su un vero e proprio obbligo di denuncia allAutorit giudiziaria, anche ma
non solo, riferita ai reati in materia di corruzione, limitatamente a determinate categorie di
soggetti e in presenza di specifici presupposti.
La norma contenuta nellarticolo. 54 bis, oltre ad avere un ambito soggettivo e oggettivo pi
ampio, rivolta in particolare a definire il regime di tutela dei segnalanti, dipendenti pubblici,
da parte dei soggetti a cui la segnalazione pu o deve essere inoltrata.
La segnalazione al Responsabile della prevenzione della corruzione o all ANAC, non
sostituisce, laddove ne ricorrano i presupposti, quella allAutorit Giudiziaria e consente all
ANAC di svolgere le opportune valutazioni sul funzionamento delle misure di prevenzione
della corruzione adottate ai sensi della legge 190 del 2012 e di acquisire elementi per
rafforzarne lefficacia.
5 Cap. L' oggetto della segnalazione
5.1 Paragrafo 1
5.2 Paragrafo 2

Ad avviso dellAutorit ANAC, le condotte illecite oggetto delle segnalazioni meritevoli di tutela
comprendono non solo lintera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione di cui al
codice penale (ossia le ipotesi di corruzione per lesercizio della funzione, corruzione per atto
contrario ai doveri dufficio e corruzione in atti giudiziari, disciplinate rispettivamente agli
articoli 318, 319 e 319- ter del predetto codice), ma anche le situazioni in cui, nel corso
dellattivit amministrativa, si riscontri labuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato
al fine di ottenere vantaggi privati, nonch i fatti in cui a prescindere dalla rilevanza penale
venga in evidenza un mal funzionamento dellamministrazione a causa delluso a fini privati
delle funzioni attribuite, ivi compreso linquinamento dellazione amministrativa dallesterno. Si
pensi, a titolo meramente esemplificativo, ai casi di sprechi, nepotismo, demansionamenti,
ripetuto mancato rispetto dei tempi procedimentali, assunzioni non trasparenti, irregolarit
contabili, false dichiarazioni, violazione delle norme ambientali e di sicurezza sul lavoro.
Ci appare in linea, peraltro, con il concetto di corruzione preso a riferimento nella circolare
del Dipartimento della funzione pubblica numero 1 del 2013 e soprattutto nellattuale Piano
nazionale anticorruzione redatto dallANAC, volto a ricomprendere le varie situazioni in cui, nel
corso dellattivit amministrativa, si riscontri labuso da parte di un soggetto del potere a lui
affidato al fine di ottenere vantaggi privati.
Le condotte illecite segnalate, comunque, devono riguardare situazioni di cui il soggetto sia
venuto direttamente a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro e, quindi,
ricomprendono certamente quanto si appreso in virt dellufficio rivestito ma anche quelle
notizie che siano state acquisite in occasione e/o a causa dello svolgimento delle mansioni
lavorative, seppure in modo casuale. In caso di trasferimento, comando, distacco (o situazioni
analoghe) del dipendente presso unaltra amministrazione, questi pu riferire anche di fatti
accaduti in unamministrazione diversa da quella in cui presta servizio al momento della
segnalazione. In tale ipotesi, lamministrazione che eventualmente ricevesse la segnalazione
tenuta ad inoltrarla comunque allamministrazione cui i fatti si riferiscono, secondo criteri e
modalit da questultima stabilite, o direttamente allANAC.
Non sono invece meritevoli di tutela le segnalazioni fondate su meri sospetti o voci: ci in
quanto necessario sia tenere conto dellinteresse dei terzi oggetto delle informazioni
riportate nella segnalazione, sia evitare che lamministrazione o lente svolga attivit ispettive
interne che rischiano di essere poco utili e comunque dispendiose.
In ogni caso, considerato lo spirito della norma - che quello di incentivare la collaborazione di
chi lavora allinterno delle pubbliche amministrazioni per lemersione dei fenomeni corruttivi -
ad avviso dellAutorit ANAC, non necessario che il dipendente sia certo delleffettivo
avvenimento dei fatti denunciati e dellautore degli stessi, essendo invece sufficiente che il
dipendente, in base alle proprie conoscenze, ritenga altamente probabile che si sia verificato
un fatto illecito nel senso sopra indicato.
In questa prospettiva opportuno che le segnalazioni siano il pi possibile circostanziate e
offrano il maggior numero di elementi al fine di consentire allamministrazione di effettuare le
dovute verifiche
6 Cap. Le condizioni per la tutela
6.1 Paragrafo 1
6.2 Paragrafo 2

Come previsto dal citato articolo 54 bis, la predetta tutela, tuttavia, trova un limite nei casi di
responsabilit a titolo di calunnia o diffamazione o per lo stesso titolo ai sensi dellarticolo
2043 del codice civile.

Anche in coerenza con le indicazioni che provengono dagli organismi internazionali, la tutela
prevista dal predetto articolo 54 bis trova dunque applicazione quando il comportamento del
pubblico dipendente che segnala non integri unipotesi di reato di calunnia o diffamazione
ovvero sia in buona fede, da intendersi come mancanza da parte sua della volont di esporre
quello che, nelle norme internazionali, viene definito una malvagia informazione

La tutela non trova, quindi, applicazione nei casi in cui la segnalazione riporti informazioni false
rese con dolo o colpa.

E bene, comunque evidenziare la presenza di una lacuna in merito allindividuazione del


momento in cui cessa la garanzia della tutela che deve essere accordata. Vi , infatti, un
generico riferimento alle responsabilit penali per calunnia o diffamazione o a quella civile
extracontrattuale, il che presuppone che tali responsabilit vengano accertate in sede
giudiziale. La cessazione della tutela dovrebbe discendere, dunque, dallaccertamento delle
responsabilit in sede penale (per calunnia o diffamazione) o civile (per responsabilit ex
articolo 2043 del codice civile) e, quindi, sembrerebbe necessaria una pronuncia giudiziale.

LAutorit ANAC , consapevole della lacuna normativa, tenuto conto della delicatezza della
questione e della necessit di fornire indicazioni interpretative per consentire lapplicazione
della norma, ritiene che solo in presenza di una sentenza di primo grado sfavorevole al
segnalante cessino le condizioni di tutela dello stesso. Anche in questo caso si rimane in
attesa che il legislatore intervenga opportunamente.
Ai sensi dellarticolo 54 bis, comma 2, lamministrazione tenuta, inoltre, a garantire
nellambito delleventuale procedimento disciplinare avviato nei confronti del segnalato, la
riservatezza dellidentit del segnalante. La norma fornisce gi unindicazione specifica
disponendo che, se laddebito contestato si fonda su altri elementi e riscontri oggettivi in
possesso dellamministrazione o che la stessa abbia autonomamente acquisito a prescindere
dalla segnalazione, lidentit del segnalante non possa essere rivelata senza il suo consenso.

Invece, quando la contestazione che ha dato origine al procedimento disciplinare si basa


unicamente sulla denuncia del dipendente pubblico, colui che sottoposto al procedimento
disciplinare pu accedere al nominativo del segnalante, anche in assenza del consenso di
questultimo, solo se ci sia assolutamente indispensabile per la propria difesa.

LAutorit ANAC consapevole che lindividuazione dei presupposti che fanno venir meno la
riservatezza dellidentit del segnalante cruciale in quanto, da una parte, la garanzia di
riservatezza una delle condizioni che incoraggiano il dipendente pubblico ad esporsi
segnalando fenomeni di illiceit; dallaltra, consente alle amministrazioni di dare corretta
applicazione allistituto.

La norma non fornisce indicazioni in merito. Vista la rilevanza della problematica, sulla quale
sarebbe necessario un intervento chiarificatore del legislatore, lAutorit ritiene che spetti al
responsabile dellufficio procedimenti disciplinari valutare, su richiesta dellinteressato, se
ricorra la condizione di assoluta indispensabilit della conoscenza del nominativo del
segnalante ai fini della difesa. In ogni caso, sia in ipotesi di accoglimento dellistanza, sia nel
caso di diniego, il responsabile dellufficio procedimenti disciplinari deve adeguatamente
motivare la scelta come peraltro previsto dalla legge 241 del 1990.
opportuno, comunque, che il responsabile dellufficio procedimenti disciplinari venga a
conoscenza del nominativo del segnalante solamente quando il soggetto interessato chieda
sia resa nota lidentit dello stesso per la sua difesa. Gravano sul responsabile dellufficio
procedimenti disciplinari gli stessi doveri di comportamento, volti alla tutela della riservatezza
del segnalante, cui sono tenuti il Responsabile della prevenzione della corruzione e gli
eventuali componenti del gruppo di supporto.

Ai sensi dellarticolo 54 bis, la segnalazione comunque sottratta allaccesso previsto dagli


articoli 22 e seguenti della legge 241 del 1990.
7 Cap. Le procedure per segnalare l'illecito
7.1 Paragrafo 1
7.2 Paragrafo 2
7.3 Paragrafo 3

Per tutelare il dipendente che segnala gli illeciti e garantire quindi lefficacia del processo di
segnalazione, il sistema di gestione delle segnalazioni approntato da ANAC sar capace di:
gestire le segnalazioni in modo trasparente attraverso un iter procedurale definito e
comunicato allesterno con termini certi per lavvio e la conclusione dellistruttoria;
tutelare la riservatezza dellidentit del dipendente che effettua la segnalazione;
tutelare il soggetto che gestisce le segnalazioni da pressioni e discriminazioni, dirette e
indirette;
tutelare la riservatezza del contenuto della segnalazione nonch lidentit di eventuali
soggetti segnalati;
consentire al segnalante, attraverso appositi strumenti informatici, di verificare lo stato di
avanzamento dellistruttoria.
L ANAC prevedr le opportune cautele al fine di:
identificare correttamente il segnalante acquisendone, oltre allidentit, anche la qualifica e
il ruolo;
separare i dati identificativi del segnalante dal contenuto della segnalazione, prevedendo
ladozione di codici sostitutivi dei dati identificativi, in modo che la segnalazione possa
essere processata in modalit anonima e rendere possibile la successiva associazione
della segnalazione con lidentit del segnalante nei soli casi in cui ci sia strettamente
necessario;
non permettere di risalire allidentit del segnalante se non nelleventuale procedimento
disciplinare a carico del segnalato: ci a motivo del fatto, gi ricordato, che lidentit del
segnalante non pu essere rivelata senza il suo consenso, a meno che la sua conoscenza
non sia assolutamente indispensabile per la difesa dellincolpato come previsto
dallarticolo 54 bis, comma 2, del decreto legislativo 165 del 2001;
mantenere riservato, per quanto possibile, anche in riferimento alle esigenze istruttorie, il
contenuto della segnalazione durante lintera fase di gestione della stessa. A tal riguardo si
rammenta che la denuncia sottratta allaccesso di cui allarticolo 22 e seguenti della
legge 241 del 1990.
Si precisa che ai fini della tutela della riservatezza dellidentit del segnalante, la gestione
delle segnalazioni realizzata attraverso lausilio di procedure informatiche largamente
preferibile a modalit di acquisizione e gestione delle segnalazioni che comportino la
presenza fisica del segnalante; in ogni caso necessario che il sistema informatico di
supporto sia realizzato in maniera tale da garantire adeguate misure di sicurezza delle
informazioni.
Il sistema, oltre a tenere traccia delle operazioni eseguite, offrir idonee garanzie a tutela della
riservatezza, integrit e disponibilit dei dati e delle informazioni che attraverso questo
verranno acquisiti, elaborati e comunicati secondo la procedura di gestione delle segnalazioni
opportunamente stabilita dallamministrazione. In particolare, saranno assicurati ladozione di
protocolli sicuri e standard per il trasporto dei dati (ad esempio SSL) nonch lutilizzo di
strumenti di crittografia end-to-end per i contenuti delle segnalazioni e delleventuale
documentazione allegata. A tal fine, si proceder ad unanalisi dei rischi nella gestione delle
informazioni che consenta di identificare e adottare idonee misure di sicurezza di carattere sia
tecnico sia organizzativo.
Sempre al fine di garantire la sicurezza e la riservatezza delle informazioni raccolte, si
effettueranno altres idonee scelte relativamente a:
modalit di conservazione dei dati (fisico, logico, ibrido);
politiche di tutela della riservatezza attraverso strumenti informatici (disaccoppiamento dei
dati del segnalante rispetto alle informazioni relative alla segnalazione, crittografia dei dati
e dei documenti allegati);
politiche di accesso ai dati (funzionari abilitati allaccesso, amministratori del sistema
informatico);
politiche di sicurezza (ad es. modifica periodica delle password);
tempo di conservazione (durata di conservazione di dati e documenti).
La necessit di gestire al meglio la base dati delle segnalazioni fondamentale anche
nellottica di unanalisi sistematica che vada oltre le informazioni inerenti il singolo
procedimento. I dati rilevati attraverso le segnalazioni e le istruttorie, infatti, possono fornire
importanti informazioni di tipo generale (ad esempio sulle tipologie di violazioni) dalle quali
desumere elementi per lidentificazione delle aree critiche dellamministrazione sulle quali
intervenire in termini di miglioramento della qualit e dellefficacia del sistema di prevenzione
della corruzione. Tali informazioni dovrebbero essere utilizzate, tra laltro, per aggiornare o
integrare la mappa dei rischi, il Codice di comportamento e/o il Codice etico, nonch per
prevedere nuovi o diversi strumenti di risposta.
Si precisa, che i dati e i documenti oggetto della segnalazione, che potrebbero anche essere
o contenere dati sensibili, devono essere trattati nel rispetto della normativa in materia di
protezione dei dati personali.
La segnalazioni devono essere inviate compilando lapposito modulo pubblicato sul sito
dellAutorit seguendo le istruzioni in esso pubblicate. Sar possibile allegare i documenti
ritenuti di interesse anche ai fini delle opportune verifiche dellAutorit in merito alle vicende
segnalate.
LAutorit avvia, senza ritardo, le istruttorie relative alle segnalazioni ricevute, provvedendo alla
definizione delle stesse entro il termine di 120 giorni dalla loro ricezione.
Dati e documenti saranno indirizzati ad una casella di posta elettronica dedicata accessibile al
solo Presidente e saranno oggetto di apposita protocollazione in un registro speciale
riservato.
Il Presidente assegna le segnalazioni pervenute da dipendenti di altre amministrazioni ad un
gruppo di lavoro multidisciplinare, coordinato dal dirigente dellUfficio Vigilanza anticorruzione.
I componenti del gruppo di lavoro sono chiaramente identificati in un apposito atto
organizzativo e sono soggetti agli stessi vincoli di riservatezza e alle stesse responsabilit
come identificate nel Codice di comportamento dellANAC
Nel corso dellistruttoria lAutorit, avendo cura di adottare gli accorgimenti necessari per
evitare che la riservatezza dellidentit del segnalante possa essere compromessa, pu
richiedere a questultimo di fornire elementi ulteriori ai fini degli opportuni accertamenti.
La gestione delle segnalazioni sar curata dal dirigente dellUfficio Vigilanza anticorruzione,
coadiuvato da un gruppo di lavoro stabile designato con atto del Segretario generale. La
gestione delle segnalazioni rientra, infatti, nellambito delle attivit istituzionali che ANAC
svolge ai fini di vigilanza e controllo sullapplicazione della normativa in materia di prevenzione
della corruzione e come tale, pur con i necessari accorgimenti atti a preservare la riservatezza
del segnalante, viene svolta dallufficio ordinariamente preposto alla vigilanza in materia di
anticorruzione.
Nel corso dellistruttoria, lUfficio potr richiedere informazioni al Dirigente scolastico della
scuola in cui avvenuto il fatto segnalato o, in relazione a singole specifiche situazioni, ad altro
soggetto in posizione di terziet.
Il dirigente dellUfficio Vigilanza sottopone al Consiglio la propria valutazione circa la non
evidente infondatezza della segnalazione.
Analizzata tale valutazione, il Consiglio delibera in merito alleventuale trasmissione della
segnalazione allAutorit giudiziaria e alla Corte dei conti per ladozione dei provvedimenti
conseguenti. Occorre rilevare che la normativa vigente presenta una grave carenza: essa non
contiene disposizioni specifiche sulle modalit di tutela della riservatezza dellidentit del
segnalante nella fase di inoltro della segnalazione dall ANAC allAutorit giudiziaria e/o alla
Corte dei conti. La trasmissione della segnalazione avverr quindi indicando anche il
nominativo del segnalante, ma comunque avendo cura di evidenziare che si tratta di una
segnalazione pervenuta da un soggetto cui lordinamento riconosce una tutela rafforzata della
riservatezza ai sensi dellarticolo 54 bis del decreto legislativo 165 del 2001.
8 Cap. I ruoli e le fasi della procedura
8.1 Paragrafo 1
8.2 Paragrafo 2

Di seguito viene descritto il processo che ANAC intende realizzare:

1. il segnalante effettua laccreditamento presso il sistema informatico inserendo le


informazioni che lo riguardano e che lo identificano univocamente (eventualmente con
linserimento di allegati che ne attestino lidentit e il ruolo svolto allinterno
dellamministrazione);
2. ad esito dellinoltro della segnalazione, il segnalante riceve dal sistema un codice
identificativo utile per i successivi accessi. Il sistema sar organizzato in modo da
permettere allutente di accedere inizialmente anche in via anonima e, successivamente,
di integrare la segnalazione con i propri dati identificativi;
3. le segnalazioni pervenute sono inoltrate contestualmente alla segreteria del Presidente e
al dirigente dellUfficio vigilanza anticorruzione per la successiva trattazione;
4. il dirigente dellUfficio Vigilanza anticorruzione (anche tramite un componente del gruppo
di lavoro di cui si avvale) si accerta dellidentit del segnalante anche attraverso
lacquisizione del documento di riconoscimento dello stesso e, in caso di verifica
positiva, avvia il procedimento istruttorio;
5. eventuali richieste di chiarimenti al segnalante e di integrazione di informazioni e
documenti avvengono di norma attraverso il sistema tramite un meccanismo di scambio
di messaggi interno ad esso;
6. il dirigente dellUfficio Vigilanza anticorruzione (anche tramite un componente del gruppo
di lavoro di cui si avvale) effettua lanalisi della segnalazione;
7. il dirigente dellUfficio Vigilanza anticorruzione sottopone gli atti al Consiglio per la
valutazione in merito allopportunit di proseguire listruttoria. Il Consiglio pu anche
richiedere ulteriori chiarimenti al dirigente dellUfficio vigilanza anticorruzione;
8. sulla base dellorientamento del Consiglio, lAutorit:

- se si tratta di una ipotesi di reato o di danno erariale, invia la documentazione allAutorit


giudiziaria o alla Corte dei conti;
- se si tratta di una ipotesi di discriminazione, invia la documentazione al Dipartimento
della funzione pubblica.
9. lAutorit si riserva di procedere alla pubblicazione dei dati di sintesi relativi al numero di
segnalazioni ricevute ed istruite, con modalit tali da garantire
comunque la riservatezza dellidentit del segnalante.

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