Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
I giovani e i media
FLORIANA FALCINELLI
Abstract: his article concerns speciic aspects of the relationship between young people
and new (connecting and mobile) media. How young people use new media, as observed
in several national and international investigations, is analysed in this article. Special
attention is paid to topics concerning education, as difuse communication, access to in-
formation and culture construction are. herefore school has to relect on its own role and
plan a media education able to provide young people with relevant systems and new
approaches to the last generation media in the citizenship framework.
Riassunto: Il contributo intende ofrire spunti di rilessione sul rapporto tra i giovani e
i nuovi media, caratterizzati sempre pi da interconnessione e mobilit. Dopo lanalisi
di alcuni comportamenti duso dei media da parte dei giovani, emersi da alcune indagini
nazionali e internazionali, vengono analizzati alcuni degli aspetti che presentano una
maggiore rilevanza ai ini educativi: la dimensione comunicativa difusa e lo sviluppo
di una modalit informale di accesso allinformazione e alla costruzione della cultura.
Di fronte a questi scenari, la scuola deve ripensare il suo ruolo e progettare una educazio-
ne mediale che sappia ofrire ai giovani sistemi di signiicato e nuovi approcci ai nuovi
media nel quadro di uneducazione alla cittadinanza.
(Rivoltella, Ferrari, 2010, 48). Lattenzione si attiva volta per volta in modo
selettivo su un unico compito, ma gli altri rimangono parcheggiati in unarea
della corteccia cerebrale cos che possono essere richiamati rapidamente.
Grazie alluso del linguaggio digitale, le ICT permettono con maggiore
facilit di produrre contenuti e di pubblicarli per condividerli con altri. La
trasformazione del Web da contenitore di informazioni a spazio sociale
condiviso, Web 2.0, ha facilitato questa capacit, cambiando radicalmente
il rapporto tra autore e lettore e pi in generale laccesso allinformazio-
ne. Pluralismo, confronto, apertura al punto di vista dellaltro sono gli
aspetti positivi di tale approccio, autoreferenzialit, non riconoscimento
dellautorit delle fonti, desiderio narcisistico di apparire, gli aspetti pro-
blematici.
Un aspetto inine particolarmente difuso con lafermarsi dei social net-
work il bisogno costante di socialit, di connessione, di contatto anytime
anywhere.
Le pratiche difuse dellICT fanno cos emergere problematiche educa-
tive nuove relative in particolare alle dimensioni del tempo e dello spazio.
Il tempo non pi riguardato come durata cio come successione omo-
genea che si distende tra passato presente e futuro, ma come attualit;
ridotto pertanto allimmediatezza quasi impercettibile dellistante. Diviene
evidente laccelerazione del mutamento per cui si tende a ricondurre tutto
sul piano della contemporaneit e della simultaneit e quindi si produce
una progressiva de-storicizzazione dellesperienza.
Contemporaneamente per si assiste ad una gestione del tempo sempre
pi personalizzata e legata alla esperienza viva delle persone. La riduzione
del senso storico poi, se da un lato rischia di far perdere il senso delle radici,
permette al contrario un approccio pi libero e pi aperto agli elementi di
innovazione presenti, favorisce lemergere di un pensiero nomade, disposto
ad accogliere anche aspetti dissonanti con i propri schemi culturali tradi-
zionali, che di volta in volta getta lancora su elementi stabili, pronto per
a rimuoverla facilmente, per esplorare il mare della conoscenza che la rete
ofre e approdare a nuovi lidi.
Mentre rende il tempo disponibile illudendo di controllarlo, la tecnolo-
gia di fatto se ne appropria penetrando nei suoi usi sociali. Oggi la portabi-
lit dei dispositivi, la loro leggerezza, la difusione del wireless ampliicano
questo processo materializzando un futuro prossimo fatto di connettivit
24 ore su 24: il risultato pi tangibile di questo scenario la progressiva
colonizzazione dei non-tempi da parte della tecnologia.
La rete pu interferire con la tua vita. a causa delle ore che assorbe.
incredibile come vola il tempo quando sei in rete la rete un buco
nero temporale. Talvolta (OK spesso) proprio diicile strapparmi dallo
schermo (Herz, 222-223).
Rispetto allo spazio si assiste al superamento della distinzione di ci che
vicino e lontano in termini isico-geograici cos che lattenzione inisce
per essere rivolta a ci che prossimo per il soggetto, al dettaglio, al fram-
mento.
Tuttavia non si pu negare che lo spazio virtuale esteso, dilatato, po-
tenzialmente ininito, senza limiti, deterritorializzante per natura, senza
conini, ili spinati, territori occupati e rivendicati.
Nelle giovani generazioni la tendenza a non distinguere spazio pubbli-
co e privato nella loro comunicazione mediata molto difusa e sollecita
unattenzione educativa. Anzi pare che non solo non distinguano, ma siano
addirittura sostenuti da una totale volont di estrolessione, come appare
dalluso massiccio dei blog, che sono s diari, ma aperti alla lettura di tutti.
Luso inoltre sempre pi difuso dei dispositivi mobili riduce la possibilit
del controllo parentale, nello stesso momento in cui ne viene esaltata la
tracciabilit.
La dimensione relazione assume sempre pi laspetto di protesizzazio-
ne sociale e virtualizzazione dellidentit (Rivoltella, Ferrari, 58).
Si costruisce un nuovo modo di entrare in relazione, che non pu certo so-
stituirsi al modo di relazionarsi isicamente, ma che lo integra e in qualche
modo lo reinterpreta.
Coloro che partecipano ad una comunit virtuale hanno regole precise
nel gestire i loro rapporti (es. pertinenza delle informazioni, ampia libert
di parola, ma riiuto degli attacchi personali o afermazioni contro catego-
rie di persone, etc.) secondo la logica della reciprocit.
La costituzione di comunit virtuali la base per accedere alla costru-
zione di quella che Lvy chiama intelligenza collettiva, cio la possibilit
di mettere in sinergia i saperi, le immaginazioni, le energie spirituali di chi
si connette, nella prospettiva valoriale e idealistica dellautonomia di ogni
persona e del riconoscimento e rispetto dellalterit (Lvy, 1996).
Ma anche il contesto in cui sperimentare il pensiero delle reti come
forma di pensiero connettivo che consente lo sviluppo di relazioni fondate
sulla precisione e la pertinenza e la condivisione dei contenuti attraverso
una vera partecipazione personale e personalizzata (De Kerckhove, 2008,
155-156).
borare percorsi didattici che lavorando sulle ICT e con le ICT permettano
agli allievi di conoscerli e di viverne lesperienza in modo pi esplorativo e
creativo, conquistando una competenza tecnologica difusa.
In questo scenario gli insegnanti, in quanto soggetti ermeneutico-critici
che cercano di attribuire senso al proprio agire didattico e al sistema com-
plesso in cui esso avviene, debbono considerare le ICT come nuovi conte-
sti/ambienti di insegnamento apprendimento, come risorse per lazione for-
mativa, cogliendo per gli elementi di diversit che essi introducono nella
tradizionale relazione didattica: il processo di apprendimento si avvale di
esperienze multidimensionali, diviene sempre pi costruttivo e reticolare,
condiviso socialmente, sperimenta le dimensioni del gioco, dellimmagina-
rio, dellespressivit emozionale, alimentato da eventi comunicativi infor-
mali (Ferri, 2008).
Nello stesso tempo lesperienza difusa e generalizzata che i ragazzi fan-
no delle diverse tecnologie li porta a mettere in discussione la sacralit della
cultura tradizionale che la scuola nel passato aveva il compito di trasmette-
re e ad avvicinarsi allidea di una cultura come sistema di simboli, dinamico,
aperto alla costruzione sociale, nella logica delluniversalit senza chiusure
totalizzanti.
La scuola dunque deve assumere un approccio colto verso i media e le
nuove tecnologie, se vuole rispondere in modo adeguato ai bisogni di co-
noscenza, di espressione e di comunicazione dei ragazzi, oggi caratterizzati
da ansia di connessione, da unesperienza difusa, personalizzata, immersiva,
integrata dei diversi media (Rivoltella, 2006).
La scuola deve conoscere questa esperienza difusa dei ragazzi e aiutarli
a organizzare, rilettere, attribuire ad essa un senso e un signiicato per la
loro esistenza. Deve soprattutto guidare i ragazzi perch si orientino ver-
so una nuova ecologia dei media, che prevede unintegrazione virtuosa delle
diverse esperienze mediali e tecnologiche con le molteplici esperienze con
altri linguaggi e altre modalit di approccio alla realt. Deve inoltre favorire
un uso non passivizzante del mezzo tecnologico e prevederlo sempre allinter-
no di una progettazione educativa e didattica chiara e rigorosa, rendendolo
unautentica risorsa formativa, non un elemento intrusivo che disorienta.
Si parlato di ergonomia didattica come di quellapproccio di ricerca
che dovrebbe coadiuvare la progettazione e lallestimento degli ambienti
di apprendimento in cui i diversi mediatori tecnologici possono sviluppare
il loro efettivo potenziale in termini di espressivit, crescita individuale,
costruzione sociale e cooperativa della conoscenza (Calvani, 2008).
Bibliografia