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Industria e industrializzazione

Alcuni concetti

Rolf Petri

(Materiale didattico, Venezia 2010)


Rolf Petri Industria e industrializzazione: alcuni concetti

1. Riflessioni su alcuni concetti

INDICE

1. I settori delleconomia
2. Definizioni di industria: una convenzione
3. Industria e artigianato
4. Mutamento strutturale e definizione di industrializzazione

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Rolf Petri Industria e industrializzazione: alcuni concetti

1. I settori delleconomia

Le specie animali possono essere immaginate come immerse in un ciclo ricreativo o riproduttivo
naturale, operando una distinzione concettuale tra specie e (resto della) natura. Per sopravvivere
come tale, la specie trae dalla natura i materiali necessari alle proprie funzioni vitali e
riproduttive (consumo), restituendo ad essa i materiali residuati e trasformati in una forma
energeticamente impoverita.

La specie umana si immagina particolare in quanto ha saputo notevolmente aumentare la quantit di


materiali estorti alla natura per il proprio consumo, e con essa il grado e il ritmo della
dissipazione energetica. riuscita in questa accelerazione grazie a unattivit riproduttiva basata sul
lavoro, ovvero unattivit fatta non solo di ingegno e abilit manuale, ma soprattutto sorretta
dalluso di strumenti tecnici frutti, a loro volta, di altro precedente intervento produttivo. La
specifica disposizione, fisica ma anche organizzativa, nel processo produttivo di questi mezzi di
produzione pu essere chiamata tecnologia.

Grazie al lavoro effettuato con questi mezzi, la specie umana ha quindi notevolmente dilatato, nella
quantit, nello spazio e nel tempo, i vari passaggi dallestrazione dei beni naturali fino alla loro
restituzione in forma energeticamente impoverita. Ci che succede allinterno di tale ciclo
riproduttivo allargato comunemente chiamato economia. Il suo allargamento stato reso
possibile, in origine, da una crescita nellefficienza dellestrazione dei beni naturali, tale da
permettere la produzione non occasionale di un surplus che supera le necessit di consumazione
immediata del singolo o del gruppo sociale ristretto. Tale allargamento ha insieme presupposto, e
dato ulteriore spazio a, una capacit inedita di manipolare i materiali estratti, dando loro una forma
nuova, artificiale. questo surplus e sono le tecniche che ne rendono possibile la produzione a
condeterminare la successiva divisione dei compiti riproduttivi allinterno del consesso umano
(divisione del lavoro), e quindi la crescente differenziazione sociale che osserviamo nella storia
umana.

rimasta tuttavia una convenzione distinguere tre fasi basati sul flusso fisico del ciclo riproduttivo
naturale, riconducendo ad essi i settori delleconomia:
estrazione dei beni naturali (settore primario)
trasformazione artificiale dei beni naturali (settore secondario)
distribuzione e gestione di beni naturali e artefatti, elargizione di servizi (settore terziario)

Mentre qualsiasi specie si basa su unattivit in senso ampio estrattiva, le specie socialmente
organizzate possono provvedere, oltre che al consumo immediato, a una certa distribuzione dei
materiali estratti tra i membri del branco. Le attivit di trasformazione sono in genere estremamente
ridotte (se non nulle), tranne che nella specie umana.

Per la gran parte della storia umana, lattivit di gran lunga prevalente tuttavia rimasta quella
estrattiva, in specie agricola, mentre le attivit di distribuzione si sono evolute in funzione di una
crescente efficienza tecnologica dellestrazione e della altrettanto, e conseguente, articolazione
sociale, spaziale e temporale del processo riproduttivo.

Tutto ci ha presupposto unimpressionante crescita delle capacit tecnologiche di trasformazione,


ad esempio per creare gli stessi strumenti (la zappa, laratro, la ruota e il carro, il crogiolo ecc.) che
rendevano possibile laumentata capacit destrazione. In termini relativi, il settore secondario
comunque rimasto per millenni in una posizione di peso ridotto rispetto alle attivit agricole ed
estrattive, e anche di quelle commerciali e finanziarie.

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solo con lemergere del fenomeno chiamato industriale che la fase di trasformazione dei
materiali si sposta, almeno per un periodo di due, tre secoli, al centro delle attivit di lavoro,
investimento e consumo della societ umana. Questa trasformazione ha tuttavia anche innescato
processi di riarticolazione concettuale della sfera distributiva, del terziario, che sembrano
preludere a un prossimo abbandono dello schema primario-secondario-terziario.

2. Definizione di industria: una convenzione

Etimologicamente, il termine industria deriva dal latino e indica operosit, attivit, diligenza, ed
a sua volta etimologicamente derivato da -struo (costruisco). Storicamente, con il termine venivano
talora indicate attivit non inquadrabili nelle funzioni associate agli ordinamenti corporativi. La
produzione industriale modernamente intesa si svilupp infatti in gran parte come attivit nuova,
mercantile, capitalistico, e rifuggente tali sistemi di produzione e di controllo istituzionale.

La trasformazione del generico termine industria in significati pi specifici risente quindi di


convenzioni e casualit di vario genere, peraltro differenziate per aree linguistiche, almeno fino
allopera di standardizzazione definitoria operata pi di recente da grandi organizzazioni come
WHO, OCSE, ONU e Sistema europeo dei conti economici integrati (SEC). Non pu, quindi,
sorprendere, ad esempio nella tradizione italiana, luso non solo del termine industria alberghiera,
ma anche laggregazione a lungo praticata delle attivit alberghiere al comparto industria delle
statistiche ufficiali.

In varie aree linguistiche, inclusa quella inglese, lespressione industria ha poi assunto, anche
nella letteratura scientifica ed accademica un valore di sinonimo di settore secondario, fino a
comprendere tutte le operazioni lavorative di trasformazione fisica del materiale.

Le definizioni sono convenzionali, e sono necessarie per recare un po di ordine analitico in un


mondo altrimenti caotico e poliedrico. Ma ci comporta anche che tutte le definizioni restano
necessariamente ambigue e problematiche. Esse hanno, sempre, una validit non universale, ma
storicamente limitata. Ci vale anche per il termine industry, quando viene inteso come settore
secondario. I problemi sottostanti a questa convenzione sono soprattutto due:
industry intesa come somma delle attivit secondarie rende problematica la posizione, ad
esempio, delle industrie minerarie (appartenenti al settore primario) ed energetiche o
ledilizia; questo in parte dovuto al fatto che limperfezione definitoria vale anche per la
stessa tripartizione delleconomia, i cui principi formali spesso non hanno un riscontro
perfetto nella realt;
industry intesa come attivit secondaria non distingue la novit dei fenomeni emersi con la
Rivoluzione industriale a partire dal XVIII secolo dai sistemi tecnici in precedenza
prevalenti nel settore secondario.

3. Industria e artigianato

Alcune tradizioni risalenti al primo Ottocento si concentrano sulla novit tecnologica di tali
fenomeni, anche per meglio spiegare attraverso di essi le nuove forme emergenti di organizzazione
economica e sociale, che a poco a poco hanno permesso laffermazione del modo capitalistico di
produzione in tutti i settori delleconomia.

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Nella tradizione tedesca, ad esempio, al posto di industria/industry, per designare forme di


organizzazione produttiva esulanti dagli ordinamenti corporativi e di antico regime, pi mercantili e
liberali, si usava unaltra espressione (Gewerbe). Ci permise di usare il termine Industrie con
unaccezione nettamente distinta da forme precedenti di trasformazione manifatturiera, come
lartigianato da bottega urbana o rurale;
lartigianato da manifattura accentrata;
la proto-industria (in tedesco Verlagssystem).

Secondo queste tradizioni interpretative, al centro del fenomeno industriale sta invece
il sistema di fabbrica
e al centro del sistema di fabbrica sta
la macchina.
Mentre secondo la medesima tradizione, al centro dellartigianato stava
il laboratorio, singolo o riunito in manifattura
e in cui si lavorava esclusivamente con luso
degli attrezzi e degli strumenti.

Mentre da millenni lattrezzo (la zappa, il cuneo, lo scalpello, il martello, la ruota, ecc.) coadiuva il
lavoro manuale e mentale, come macchina definito quellartefatto che nella produzione
sostituisce lavoro muscolare o mentale. Altrimenti detto, mentre la qualit del prodotto nella
produzione artigianale rimane dipendente dallabilit individuale del lavoratore, nella lavorazione
industriale questo rapporto si attenua e tendenzialmente sparisce. Come fabbrica definito quel
luogo specializzato in cui sono riunite delle macchine finalizzate a un lavoro di trasformazione di
sostanze da una forma a unaltra. Il processo di industrializzazione , dunque, secondo questa
definizione convenzionale, essenzialmente coincidente con il processo di meccanizzazione.

Naturalmente, anche nel caso, di industria intesa nellaccezione di cui sopra, siamo di fronte alla
validit relativa delle definizioni convenzionali. E questo
perch si conosce luso di macchine pienamente rispondenti alla definizione di cui sopra gi
prima della rivoluzione industriale (ad esempio, il mulino, un motore ad acqua o a vento);
perch in alcuni casi pu sfumare la linea divisoria tra attrezzo e macchina, e tra macchina e
meccanizzazione;
perch, appunto, lapplicazione di macchine ad esempio nel laboratorio artigianale, o nel
cantiere edile, oggi diffusa, mentre per resta problematico parlare di meccanizzazione
riguardo alla organizzazione produttiva complessiva di quei settori;
quindi, perch oggi queste distinzioni sfumano e la definizione di esercizio artigianale
segue altri criteri, di tipo statistico e formale.

Oltre a tutto ci diffusa nella letteratura storica uninterpretazione vertente su altri aspetti. Ad
esempio, la tradizione che usa industria come sinonimo di settore secondario non mette
necessariamente al centro il lavoro come processo creativo e fonte ultima di ricchezza, ma la
combinazione dei vari fattori di produzione come la terra, il lavoro e il capitale. Essa d meno
peso al momento della sostituzione tecnica del lavoro mentale e manuale, e alla novit che essa
introduce, rispetto alle forme precedenti di produzione manifatturiera, nella divisione del lavoro, nel
rapporto tra produttore e prodotto, e nella conseguente differenziazione organizzativa e sociale.

Per questa tradizione, il sistema di fabbrica emergente era la forma pi moderna di produzione,
caratterizzata dalla presenza di un imprenditore, che organizzava i fattori della produzione e
investiva il capitale necessario, e dalla concentrazione dellattivit in un unico luogo (fabbrica,
manifattura, opificio, stabilimento) [E. De Simone, Storia economica. Dalla rivoluzione

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industriale alla rivoluzione informatica, Milano, FrancoAngeli, 2006, p. 23]. Di conseguenza, qui
vigono altri criteri distintivi, riassumibili, forse, nei termini di una maggiore razionalizzazione ed
efficienza in termini di resa economica. La macchina non ha un particolare ruolo per questo
approccio.

Al contrario, per la prima tradizione interpretativa, ci che univocamente distingue lindustria da


altre forme e modalit produttive inerenti al settore secondario, non la presenza dellimprenditore
capitalistico n la razionalizzazione organizzativa della produzione ad esempio attraverso la
specializzazione e la divisione del lavoro; n, ad esempio, la produzione in serie, gi in precedenza
praticata sia dal sistema proto-industriale sia dalla manifattura accentrata. Ma il processo di
meccanizzazione, di cui gli altri fenomeni richiamati o sono condizioni e presupposti storici
necessari ma non sufficienti, oppure ne sono i risultati.

4. Mutamento strutturale e definizione di industrializzazione

Qualunque sia la definizione di industria, evidente che lemergere del sistema di fabbrica sin
dalla fine del Settecento abbia portato a unenorme crescita relativa delle attivit di trasformazione,
rendendo queste attivit pi importanti di quelle agricole, di silvicoltura, pesca e estrazione
mineraria, che per secoli e millenni avevano prevalso.

Pertanto, il processo di industrializzazione di un territorio dato:


ha un inizio incerto e spesso graduale, su cui non esiste consenso; ad esempio, nella
versione sopra discussa, linizio potrebbe essere rappresentato dallapparire nel territorio
della prima fabbrica meccanizzata;
ha invece un termine su cui convergono pi o meno tutte le definizioni e tutti gli approcci:
il processo di industrializzazione di un territorio dato pu dirsi concluso quando in quel
territorio il settore secondario prevale sul settore primario.

Ma cosa significa, in questo caso, prevale ?


i parametri usati per misurare il progredire e il compimento del processo di
industrializzazione possono essere diversi e riguardare, ad esempio, gli investimenti, linput
energetico ecc., ovvero riguardare, in chiava comparata, fattori di input e di output;
molte di queste variabili hanno un significato importante per la caratterizzazione del
processo;
in ogni caso, convenzione guardare alloutput e allinput pi importante, ovvero al reddito
prodotto e al lavoro;
si osserva dunque come si sviluppa nel tempo il contributo dei settori primario e secondario
al prodotto interno lordo (Pil) di un territorio dato, e come si sviluppa nello stesso periodo
la quota che i settori primario e secondario detengono nellimpiego complessivo di forza
lavoro in quel territorio;
un territorio potr dunque dirsi pienamente industriale (e quindi il processo di
industrializzazione concluso) da quel giorno in cui entrambe le condizioni sono date: il
valore della produzione del secondario supera quello della produzione del primario, e pi
forze lavoro sono occupate nel secondario rispetto a quelle impiegate nel primario.

In Europa, entro la Prima guerra mondiale, raggiungono tale traguardo


cinque entit statali sovrani: Gran Bretagna, Belgio, Svizzera, Francia, Germania

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varie regioni collocate fuori da questi stati: Bassa Austria, Boemia, Lombardia, Piemonte,
Catalogna, Paesi Baschi, le aree urbane di Lodz, Budapest, S. Pietroburgo, Mosca ecc.
mentre, per converso, anche allinterno dei paesi gi industrializzati permangono regioni
prettamente o prevalentemente agricole. Il ragionamento dunque sempre sulla media statistica di
un territorio, a prescindere dalla sua omogeneit o disomogeneit.

La variazione nel tempo dei pesi che prodotto e input di lavoro dei settori primario, secondario e
terziario hanno nellinsieme delleconomia di un territorio chiamato mutamento strutturale.

Il compimento della piena industrializzazione non significa, ad esempio, che il peso relativo
dellindustria, in termini di produzione e occupazione, non possa ulteriormente aumentare anche
dopo. Anzi, spesso successo questo. Ma anche dopo lindustrializzazione il mutamento strutturale
continua.

Si pu quindi dire che lindustrializzazione solo un passaggio allinterno di un mutamento


strutturale pi ampio, che prosegue anche dopo il suo compimento:
in Europa, nei paesi industrializzati, nel periodo 1930-60 circa, il settore secondario non
solo ha superato il settore primario, ma anche quello terziario;
ma allincirca a partire da quel periodo, il settore terziario diventato passo dopo passo il
primo settore economico.

Secondo una previsione fatta da Jean Fourasti (La Grande Mtamorphose du XXe sicle, Paris
1961), niente sar cos poco industriale come leconomia che a pi lungo termine scaturir dal
mutamento iniziato con la Rivoluzione industriale.

La previsione sopra riportata per la composizione settoriale del Pil mondiale, fatta mezzo secolo
addietro (ripresa da Hans Boesch, Weltwirtschaftsgeographie, Braunschweig 1969), e quindi la
profezia di Fourasti, si stanno per ora grosso modo avverando. Pu dunque darsi che il processo di
industrializzazione un giorno apparir come preludio di un altro e pi grande processo, a cui forse
stiamo gi assistendo, ma per cui per ora ci mancano concetti e categorie condivisi.

Pu darsi anche che la canonica tripartizione dei settori dovr essere abbandonata. Che vuol dire
terziario? Si tratta pi che mai di un settore che include unincredibile variet di attivit
economiche (dal lustrascarpe allingegnere di software), che evolvono in una relazione tuttaltro che
omogenea rispetto agli altri settori, primario e secondario. In futuro, come in parte gi succede nel
presente, le categorie canoniche qui discusse presumibilmente subiranno sostanziali revisioni.

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2. Lucidi

INDICE

1. Lindustria: Il rapporto fisico-energetico tra uomo e natura


2. Lorganizzazione tecnica e sociale
3. La forza periodante dellindustria
4. La Rivoluzione industriale
5. Rivoluzione industriale e industrializzazione
6. Modelli di sviluppo a pi fasi
7. Modelli di sviluppo a due fasi

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Lindustria

1. Il rapporto fisico-energetico tra uomo e natura

estrazione trasformazione distribuzione consumo scarto

SETTORE SETTORE SETTORE Riproduzione


umana
PRIMARIO SECONDARIO TERZIARIO

settore primario settore secondario settore terziario


agricoltura artigianato servizi domestici
attivit mineraria manifattura commercio
fabbricazione finanza
= industria ? consulenza

Industria = parte del settore secondario versione 1


= equivale al settore secondario versione 2
= copre pi del settore secondario versione 3 = industria
manifatturiera + x
Problemi definitori ed empirici / casi limite:
lindustria estrattiva industria? categorie convenzionali
lasciugamento dei fieni non trasformazione? sett./singolo metod.lavorativo
lindustria alberghiera industria? tradizioni statistiche
le costruzioni sono industria? categorie convenzionali
lartigianato industria? diff. attrezzo / macchina

Industrializzazione = processo despansione del settore secondario


= accelerazione esponenziale dellentropia terrestre

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Lindustria

2. Lorganizzazione tecnica e sociale

Ogni organizzazione tecnica presuppone una qualche forma di organizzazione


sociale. Ma presuppone una determinata organizzazione tecnica una determinata
organizzazione sociale? E produce una determinata organizzazione sociale una
precisa organizzazione tecnica?

Organizzazione tecnica Organizzazione sociale


__________________________________ _____________________________
Sistema di fabbrica =nucleo dellindustria Il capitalismo (lavoro salariato e
Macchina = nucleo del sistema di fabbrica capitale) stato un presupposto
cos? = artefatto che nella produzione storico dellemergere di un
sostituisce lavoro muscolare sistema di fabbrica
e/o mentale delluomo
Fabbrica = luogo specializzato di produ-
zione meccanizzata mediante macchine

Problemi definitori ed empirici / casi limite:

-giocattolo a vapore dellepoca greca -industrializzazione statalista:


-miniere e costruzioni: industrie? -manifatture reali; larsenale;
-molini medievali: fabbriche? -industrializzazione socialista
-filande di seta dei sec. XIV-XVI? in Urss e Cina

diversi sistemi tecnici: diversi tipi di organizzazione:


produzione di serie senza macchine; manchesterismo; taylorizzazione;
meccanizzazione; automazione; fordismo; toyotismo; specializza-
informatizzazione; cicli continui e zione flessibile pre-industriale
cicli discontinui ed industriale

3. La forza periodante dellindustria

Tesi 1 Tesi 2

la Rivoluzione industriale rappresenta la Rivoluzione industriale ha intro-


il mutamento pi incisivo nel modo di dotto cambiamenti meno incisivi
riproduzione umano dalla Rivolu- nel modo di vivere degli uomini
zione neolitica a questa parte che non i successivi cambiamenti
tecnologici (es. ferrovia; internet)

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La Rivoluzione industriale
Rivoluzione neolitica Rivoluzione industriale
circa 9.000-2.000 a. C. circa 1760 - 1900 d. C.
_____________________________ _______________________________

Rivoluzione della riproduzione Rivoluzione del modo di produzione:


da un sistema appropriativo alla dalla prevalenza dellestrazione agricola
produzione (il raccoglitore si tras- e mineraria alla prevalenza della
forma in agricoltore, il cacciatore trasformazione e della distribuzione
in allevatore) dei beni

Attorno al 6.000 a. C. in Mesopo- Dopo il 1760 in Inghilterra emergono


tamia emergono coltivazione e filatura e tessitura meccanizzata, poi
allevamento, diffondendosi verso il nuove ferriere, macchine utensili ecc.
Mediterraneo, Asia, Europa, Africa diffondendosi verso lEuropa continentale

Prima il miglio, poi orzo e frumento; Prima cotone, carbone, ferro, poi elettricit
prima pecora, capra e cavallo, poi e materie chimiche sintetiche
cammello, manzo e maiale

Dalluso strumentale ad hoc degli Dalluso degli attrezzi manuali alla


oggetti alla produzione sistematica produzione di macchine (a vapore,
degli attrezzi (ceramica, ascia ecc.) telai meccanici, dinamo, ecc.)

Dal consumo diretto alla creazione Dalle scorte di viveri e oggetti di consumo
di scorte di beni consumo allaccumulazione di capitale/investimento

Dal nomadismo allinsediamento Dallinsediamento prevalentemente rurale


stabile (villaggio, mercati, castri; allinsediamento prevalentemente urbano
case e forti; paesaggio rurale) e accentrato

Superamento della dipendenza Superamento della dipendenza diretta


diretta dalle temperie e dai cicli dalla fertilit naturale e dallestensione
naturali (stagioni) tramite produz. della terra coltivata tramite il progresso
di vestiario, case, magazzini, con- medico igienico, i fertilizzanti artificiali,
tenitori, rotazione, allevamento, la meccanizzazione dellagricoltura, i
creazione di scorte sistemi industriali di conservazione

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Rivoluzione industriale (R.i) e Industrializzazione (I.ne)

Versione 1 Versione 2
_________________________________ _____________________________
R.i = un fenomeno unico ed R.i = designa un lasso di tempo
irripetibile della storia inglese, relativamente breve che in tutti i
avvenuto tra la met del sec. XVIII paesi porta, tramite un miglioramento
e la met del Sec. XIX dellagricoltura, la crescita demograf.,
la diffusione del lavoro salariato,
allimporsi del sistema di fabbrica

I.ne = la diffusione e ladattamento I.ne = in ogni paese la fase in cui


del sistema inglese prima in Europa i risultati della R.i si consolidano,
e poi in altre aree del mondo; questo comportando una crescita sostenuta
processo si realizza tramite il commercio, di popolazione e reddito fino alla
limitazione tecnica, le migrazioni di definitiva prevalenza del lavoro
capitale umano, gli interventi statali e del reddito industriale su quello
agricolo

La differenza tra R.i e I.ne consiste nella R.i e I.ne si susseguono nel tempo
differenza tempo-spaziale in cui avve- ma con modalit sostanzialmente
nuta la prima e in cui segue la seconda ripetitive e simili nei vari luoghi

Le due versioni possono essere schematicamente


ricondotte a modi diversi di concepire la storia in generale:

La storia (di R.i e I.ne) un processo La storia (di R.i e I.ne) corrisponde
irreversibile governato dal caso o dalla a un progredire necessario
combinazione fortuita dei fattori dalla societ primitiva a una societ
sempre pi evoluta e complessa

Gli stadi dello sviluppo sono sempre Gli stadi d. sviluppo rappresentano
irrepetibili nel tempo e nello spazio passaggi obbligatori del progresso
e quindi non prevedibili che tutta lumanit prima o poi
attraverser

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Modelli di sviluppo a pi fasi

Karl MARX (1818-1883) Com nella tradizione delle filosofie della


storia, in questo modello la storia appare
come un progredire da forme primitive a
1. Societ primitiva
quelle pi evolute; il motore il progresso
2. Societ schiavista tecnico combinato con la crescente divisione
3. Feudalesimo del lavoro; si acuisce quindi la contraddizione
4. Capitalismo tra crescente socializzazione del processo
5. Socialismo produttivo e crescente appropriazione privata
6. Comunismo del suo prodotto. Gli stadi 1-3 si distinguono
per una visione eurocentrica non sempre
corroborabile sotto il profilo storiografico; la
prognosi di quelli 5-6 rimane generica. Al
centro dellanalisi, assai acuta e ancora oggi
valida sotto molti aspetti, sta la fase del
capitalismo.

Karl BCHER (1847-1930) A pi fasi, ma in fondo incentrata sul


passaggio da pre-moderno a moderno (da
fase 2 a fase 3), sulla falsariga anche del
1. Economia domestica (oikos) passaggio dalla comunit alla societ (F.
2. Econ. cittadina medievale Tnnies). Visione volutamente eurocentrica.
3. Economia nazionale Principio dinamico il dispiegamento e la
4. Economia internazionale differenziazione dei rapporti di scambio.

Walt Whitman ROSTOW (1916- Ideato come contro-manifesto antimarxista,


2003 ) The Stages of Economic Growth. ne condivide la pretesa storico universalista.
A non-communist manifesto (1960)
Principio organizzatore il tasso di variazione
del reddito pro capite, scientificamente
1. Societ tradizionale misurabile.
2. Maturazione dei presupposti
dello sviluppo industriale Prognostica il passaggio dellumanit a una
3. Decollo (Take-off) = circa 30 societ di consumi e di crescita perpetua
anni di crescita dinamica in che rende superflua la lotta di classe.
nuovi settori leaders La visione in realt occidentalista emerge dal
4. Maturazione e consolidamento divergere delle economie del primo e del
= diffusione degli standard terzo mondo. Tuttavia, anche nei casi di
tecnologici, alti tassi di industrializzazione in Occidente lo schema
investimento rigido del take-off stato variamente
5. Societ del consumo di massa = confutato sotto il profilo dellanalisi empirica.
crescita sostenuta e durevole

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Modelli di sviluppo a due fasi


che descrivono o spiegano il prima e il dopo dellindustrializzazione ricorrendo a
singoli parametri

Fase I Fase II
Simon KUZNETS: PARAMETRI DELLA CRESCITA
basso tasso di variazione del reddito alto tasso di variazione del reddito pro
pro capite; crescita demografica capite; crescita demografica sostenuta;
moderata; crescita moderata della crescita dinamica della produttivit;
produttivit; dominanza del settore dominanza del settore secondario
primario

Sidney POLLARD: CAPITALE FISSO E CIRCOLANTE


prevalere del capitale circolante su prevalere del capitale fisso su quello
quello fisso nei settori extra-agricoli circolante nei settori extra-agricoli

Walther G. HOFFMANN LA LEGGE DI ENGEL*


prevalere della produzione di beni di prevalere della produzione di beni di
consumo su quella dei beni di investimento su quella di beni di
investimento consumo

John KOMLOS USCITA DALLA TRAPPOLA MALTHUSIANA


la disponibilit delle risorse naturali la finitezza delle risorse naturali non
(non riproducibili) pro capite pone un riproducibili e una crescita
limite invalicabile alla crescita di (potenzialmente) illimitata diventano
produzione e popolazione conciliabili

LA TRAPPOLA DELLENTROPIA
Edward A. WRIGLEY Uso prevalente di materiale organico
Uso prevalente dellenergia cinetica di fossilizzato (carbone, metano, petrolio)
vento ed acqua, e di quella organica e minerario (uranio): accelerazione
(legna, muscoli) dellentropia terrestre
__________________________________
* = secondo Ernst Engel, pi basso il
reddito, pi alta la quota dei beni di prima
necessit nel consumo

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