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Alcuni concetti
Rolf Petri
INDICE
1. I settori delleconomia
2. Definizioni di industria: una convenzione
3. Industria e artigianato
4. Mutamento strutturale e definizione di industrializzazione
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Rolf Petri Industria e industrializzazione: alcuni concetti
1. I settori delleconomia
Le specie animali possono essere immaginate come immerse in un ciclo ricreativo o riproduttivo
naturale, operando una distinzione concettuale tra specie e (resto della) natura. Per sopravvivere
come tale, la specie trae dalla natura i materiali necessari alle proprie funzioni vitali e
riproduttive (consumo), restituendo ad essa i materiali residuati e trasformati in una forma
energeticamente impoverita.
Grazie al lavoro effettuato con questi mezzi, la specie umana ha quindi notevolmente dilatato, nella
quantit, nello spazio e nel tempo, i vari passaggi dallestrazione dei beni naturali fino alla loro
restituzione in forma energeticamente impoverita. Ci che succede allinterno di tale ciclo
riproduttivo allargato comunemente chiamato economia. Il suo allargamento stato reso
possibile, in origine, da una crescita nellefficienza dellestrazione dei beni naturali, tale da
permettere la produzione non occasionale di un surplus che supera le necessit di consumazione
immediata del singolo o del gruppo sociale ristretto. Tale allargamento ha insieme presupposto, e
dato ulteriore spazio a, una capacit inedita di manipolare i materiali estratti, dando loro una forma
nuova, artificiale. questo surplus e sono le tecniche che ne rendono possibile la produzione a
condeterminare la successiva divisione dei compiti riproduttivi allinterno del consesso umano
(divisione del lavoro), e quindi la crescente differenziazione sociale che osserviamo nella storia
umana.
rimasta tuttavia una convenzione distinguere tre fasi basati sul flusso fisico del ciclo riproduttivo
naturale, riconducendo ad essi i settori delleconomia:
estrazione dei beni naturali (settore primario)
trasformazione artificiale dei beni naturali (settore secondario)
distribuzione e gestione di beni naturali e artefatti, elargizione di servizi (settore terziario)
Mentre qualsiasi specie si basa su unattivit in senso ampio estrattiva, le specie socialmente
organizzate possono provvedere, oltre che al consumo immediato, a una certa distribuzione dei
materiali estratti tra i membri del branco. Le attivit di trasformazione sono in genere estremamente
ridotte (se non nulle), tranne che nella specie umana.
Per la gran parte della storia umana, lattivit di gran lunga prevalente tuttavia rimasta quella
estrattiva, in specie agricola, mentre le attivit di distribuzione si sono evolute in funzione di una
crescente efficienza tecnologica dellestrazione e della altrettanto, e conseguente, articolazione
sociale, spaziale e temporale del processo riproduttivo.
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solo con lemergere del fenomeno chiamato industriale che la fase di trasformazione dei
materiali si sposta, almeno per un periodo di due, tre secoli, al centro delle attivit di lavoro,
investimento e consumo della societ umana. Questa trasformazione ha tuttavia anche innescato
processi di riarticolazione concettuale della sfera distributiva, del terziario, che sembrano
preludere a un prossimo abbandono dello schema primario-secondario-terziario.
Etimologicamente, il termine industria deriva dal latino e indica operosit, attivit, diligenza, ed
a sua volta etimologicamente derivato da -struo (costruisco). Storicamente, con il termine venivano
talora indicate attivit non inquadrabili nelle funzioni associate agli ordinamenti corporativi. La
produzione industriale modernamente intesa si svilupp infatti in gran parte come attivit nuova,
mercantile, capitalistico, e rifuggente tali sistemi di produzione e di controllo istituzionale.
In varie aree linguistiche, inclusa quella inglese, lespressione industria ha poi assunto, anche
nella letteratura scientifica ed accademica un valore di sinonimo di settore secondario, fino a
comprendere tutte le operazioni lavorative di trasformazione fisica del materiale.
3. Industria e artigianato
Alcune tradizioni risalenti al primo Ottocento si concentrano sulla novit tecnologica di tali
fenomeni, anche per meglio spiegare attraverso di essi le nuove forme emergenti di organizzazione
economica e sociale, che a poco a poco hanno permesso laffermazione del modo capitalistico di
produzione in tutti i settori delleconomia.
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Secondo queste tradizioni interpretative, al centro del fenomeno industriale sta invece
il sistema di fabbrica
e al centro del sistema di fabbrica sta
la macchina.
Mentre secondo la medesima tradizione, al centro dellartigianato stava
il laboratorio, singolo o riunito in manifattura
e in cui si lavorava esclusivamente con luso
degli attrezzi e degli strumenti.
Mentre da millenni lattrezzo (la zappa, il cuneo, lo scalpello, il martello, la ruota, ecc.) coadiuva il
lavoro manuale e mentale, come macchina definito quellartefatto che nella produzione
sostituisce lavoro muscolare o mentale. Altrimenti detto, mentre la qualit del prodotto nella
produzione artigianale rimane dipendente dallabilit individuale del lavoratore, nella lavorazione
industriale questo rapporto si attenua e tendenzialmente sparisce. Come fabbrica definito quel
luogo specializzato in cui sono riunite delle macchine finalizzate a un lavoro di trasformazione di
sostanze da una forma a unaltra. Il processo di industrializzazione , dunque, secondo questa
definizione convenzionale, essenzialmente coincidente con il processo di meccanizzazione.
Naturalmente, anche nel caso, di industria intesa nellaccezione di cui sopra, siamo di fronte alla
validit relativa delle definizioni convenzionali. E questo
perch si conosce luso di macchine pienamente rispondenti alla definizione di cui sopra gi
prima della rivoluzione industriale (ad esempio, il mulino, un motore ad acqua o a vento);
perch in alcuni casi pu sfumare la linea divisoria tra attrezzo e macchina, e tra macchina e
meccanizzazione;
perch, appunto, lapplicazione di macchine ad esempio nel laboratorio artigianale, o nel
cantiere edile, oggi diffusa, mentre per resta problematico parlare di meccanizzazione
riguardo alla organizzazione produttiva complessiva di quei settori;
quindi, perch oggi queste distinzioni sfumano e la definizione di esercizio artigianale
segue altri criteri, di tipo statistico e formale.
Oltre a tutto ci diffusa nella letteratura storica uninterpretazione vertente su altri aspetti. Ad
esempio, la tradizione che usa industria come sinonimo di settore secondario non mette
necessariamente al centro il lavoro come processo creativo e fonte ultima di ricchezza, ma la
combinazione dei vari fattori di produzione come la terra, il lavoro e il capitale. Essa d meno
peso al momento della sostituzione tecnica del lavoro mentale e manuale, e alla novit che essa
introduce, rispetto alle forme precedenti di produzione manifatturiera, nella divisione del lavoro, nel
rapporto tra produttore e prodotto, e nella conseguente differenziazione organizzativa e sociale.
Per questa tradizione, il sistema di fabbrica emergente era la forma pi moderna di produzione,
caratterizzata dalla presenza di un imprenditore, che organizzava i fattori della produzione e
investiva il capitale necessario, e dalla concentrazione dellattivit in un unico luogo (fabbrica,
manifattura, opificio, stabilimento) [E. De Simone, Storia economica. Dalla rivoluzione
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industriale alla rivoluzione informatica, Milano, FrancoAngeli, 2006, p. 23]. Di conseguenza, qui
vigono altri criteri distintivi, riassumibili, forse, nei termini di una maggiore razionalizzazione ed
efficienza in termini di resa economica. La macchina non ha un particolare ruolo per questo
approccio.
Qualunque sia la definizione di industria, evidente che lemergere del sistema di fabbrica sin
dalla fine del Settecento abbia portato a unenorme crescita relativa delle attivit di trasformazione,
rendendo queste attivit pi importanti di quelle agricole, di silvicoltura, pesca e estrazione
mineraria, che per secoli e millenni avevano prevalso.
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Rolf Petri Industria e industrializzazione: alcuni concetti
varie regioni collocate fuori da questi stati: Bassa Austria, Boemia, Lombardia, Piemonte,
Catalogna, Paesi Baschi, le aree urbane di Lodz, Budapest, S. Pietroburgo, Mosca ecc.
mentre, per converso, anche allinterno dei paesi gi industrializzati permangono regioni
prettamente o prevalentemente agricole. Il ragionamento dunque sempre sulla media statistica di
un territorio, a prescindere dalla sua omogeneit o disomogeneit.
La variazione nel tempo dei pesi che prodotto e input di lavoro dei settori primario, secondario e
terziario hanno nellinsieme delleconomia di un territorio chiamato mutamento strutturale.
Il compimento della piena industrializzazione non significa, ad esempio, che il peso relativo
dellindustria, in termini di produzione e occupazione, non possa ulteriormente aumentare anche
dopo. Anzi, spesso successo questo. Ma anche dopo lindustrializzazione il mutamento strutturale
continua.
Secondo una previsione fatta da Jean Fourasti (La Grande Mtamorphose du XXe sicle, Paris
1961), niente sar cos poco industriale come leconomia che a pi lungo termine scaturir dal
mutamento iniziato con la Rivoluzione industriale.
La previsione sopra riportata per la composizione settoriale del Pil mondiale, fatta mezzo secolo
addietro (ripresa da Hans Boesch, Weltwirtschaftsgeographie, Braunschweig 1969), e quindi la
profezia di Fourasti, si stanno per ora grosso modo avverando. Pu dunque darsi che il processo di
industrializzazione un giorno apparir come preludio di un altro e pi grande processo, a cui forse
stiamo gi assistendo, ma per cui per ora ci mancano concetti e categorie condivisi.
Pu darsi anche che la canonica tripartizione dei settori dovr essere abbandonata. Che vuol dire
terziario? Si tratta pi che mai di un settore che include unincredibile variet di attivit
economiche (dal lustrascarpe allingegnere di software), che evolvono in una relazione tuttaltro che
omogenea rispetto agli altri settori, primario e secondario. In futuro, come in parte gi succede nel
presente, le categorie canoniche qui discusse presumibilmente subiranno sostanziali revisioni.
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2. Lucidi
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Lindustria
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Lindustria
Tesi 1 Tesi 2
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La Rivoluzione industriale
Rivoluzione neolitica Rivoluzione industriale
circa 9.000-2.000 a. C. circa 1760 - 1900 d. C.
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Prima il miglio, poi orzo e frumento; Prima cotone, carbone, ferro, poi elettricit
prima pecora, capra e cavallo, poi e materie chimiche sintetiche
cammello, manzo e maiale
Dal consumo diretto alla creazione Dalle scorte di viveri e oggetti di consumo
di scorte di beni consumo allaccumulazione di capitale/investimento
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Versione 1 Versione 2
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R.i = un fenomeno unico ed R.i = designa un lasso di tempo
irripetibile della storia inglese, relativamente breve che in tutti i
avvenuto tra la met del sec. XVIII paesi porta, tramite un miglioramento
e la met del Sec. XIX dellagricoltura, la crescita demograf.,
la diffusione del lavoro salariato,
allimporsi del sistema di fabbrica
La differenza tra R.i e I.ne consiste nella R.i e I.ne si susseguono nel tempo
differenza tempo-spaziale in cui avve- ma con modalit sostanzialmente
nuta la prima e in cui segue la seconda ripetitive e simili nei vari luoghi
La storia (di R.i e I.ne) un processo La storia (di R.i e I.ne) corrisponde
irreversibile governato dal caso o dalla a un progredire necessario
combinazione fortuita dei fattori dalla societ primitiva a una societ
sempre pi evoluta e complessa
Gli stadi dello sviluppo sono sempre Gli stadi d. sviluppo rappresentano
irrepetibili nel tempo e nello spazio passaggi obbligatori del progresso
e quindi non prevedibili che tutta lumanit prima o poi
attraverser
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Rolf Petri Industria e industrializzazione: alcuni concetti
Fase I Fase II
Simon KUZNETS: PARAMETRI DELLA CRESCITA
basso tasso di variazione del reddito alto tasso di variazione del reddito pro
pro capite; crescita demografica capite; crescita demografica sostenuta;
moderata; crescita moderata della crescita dinamica della produttivit;
produttivit; dominanza del settore dominanza del settore secondario
primario
LA TRAPPOLA DELLENTROPIA
Edward A. WRIGLEY Uso prevalente di materiale organico
Uso prevalente dellenergia cinetica di fossilizzato (carbone, metano, petrolio)
vento ed acqua, e di quella organica e minerario (uranio): accelerazione
(legna, muscoli) dellentropia terrestre
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* = secondo Ernst Engel, pi basso il
reddito, pi alta la quota dei beni di prima
necessit nel consumo
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