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Io e La Conoscenza
Io e La Conoscenza
IO E LA CONOSCENZA
Edizione internet
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autorizzazione o pagamento di corrispettivo economico. Lautore si riserva il diritto di copyright, ma autorizza lutente
privato o commerciale a farne libero uso, con lunico divieto di ricavarne qualsiasi profitto economico.
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INTRODUZIONE
Allinfinito.
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Allinfinito.
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E cos veloci.
E cos potenti.
E cos nuovi.
E cos perfetti.
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DOTTORI IN MECCANICA
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ANALFABETI IN SPIRITO
10
L'INCUBO DELL'ANIMA
Lincubo, in altre parole, di sapere ogni uomo per sempre preda del
Caso e della Fortuna.
Allinfinito.
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Eppure...
Dunque...
LA PRIMA GIORNATA
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qualsiasi bravo bambino, non mi credi per niente. Bravo! Provaci tu allora a
dirmi chi sei. Cosa realmente sei
Allarrivo delle due donne la discussione non era andata oltre. Andrea con
la testa era ancora tutta al discorso - aveva gentilmente finto dinteressarsi alla
storia del prezioso mobile, un vero gioiello dellantica falegnameria. Sua moglie
laveva apprezzato molto, e riteneva una grande fortuna averlo. Chiss quanto
valeva, e anche noi avremmo lintenzione di comperarne uno se ce ne capita
loccasione....
Nei giorni successi aveva anche ripensato spesso alla strana discussione. Ma
senza per riuscire a farsene unopinione. Daltronde, con un lavoro come il suo,
di tempo per riflettere e meditare non ne resta mai molto. Per fortuna che erano
saltati fuori questi tre giorni di riposo.
Stimato lettore, ti avviso subito che nelle pagine che seguiranno potresti provare la spiacevole
sensazione di non riuscire a capire dove vada a parare il discorso, e se esista o meno una realt
ovvia e concreta per tutti.
Tranquillizzati. La realt esiste.
Solo che pi complicata di come appare, ed quindi necessario affrontarla in modi astratti.
Per chiarire meglio il concetto almeno cos mi auguro - provati ad immaginare un professore
medioevale di fisica aristotelica a colloquio con dei moderni ricercatori.
Il professore del medioevo ovviamente espertissimo dell'antica fisica basata sui corpi, e
quindi, in un certo qual modo, rappresenta un po' tutti noi relativamente ai nostri individuali
mondi. Dopo un paio d'ore di intensi cambi d'opinioni, il fisico medievale sbotta.
Eh no, adesso basta! Vi ho fatto domande sulla natura dei corpi e dei vuoti che formano
l'universo, e voi mi avete invece risposto di forze e soltanto di quelle. Vi ho allora chiesto di
spiegarmi cosa siano queste forze, e voi avete eluso la domanda parlandomi di rapporti
matematici.
Vi ho allora chiesto in quali rapporti Dio abbia creato il mondo e voi - dopo esservi guardati
in faccia - avete cominciato a scrivere complicate formule, e addirittura confessato che siete
arrivati solo fin l e non sapete il resto.
E mai una sola volta - dico una sola volta - mi avete concretamente detto cosa sia o non sia
il mondo. Anzi. Del vuoto mi avete detto che non affatto vuoto perch si complica e si torce sotto
quelle benedette forze. Della materia mi avete detto che non la materia che conosco e sta sotto
gli occhi di tutti perch di questa seggiola mi avete fatto capire che potrebbe diventare luce, o
contrarsi fino a punto invisibile come lavete chiamato? Buco nero? - che ingoi l'intera Terra.
Vi ho allora chiesto cosa sia luniverso e mi avete risposto di curvature dello spazio e di
geometrie a pi dimensioni. Ma insomma, il mondo ce l'ha o non ce l'ha una sua realt? E se ce
l'ha perch continuate a girarci attorno e parlate sempre d'altro?
Come vedi, lettore, il fisico medievale avrebbe grossi problemi a capirci dentro qualcosa.
La sua ottica basata sui corpi, in pratica sulla percezione di quanto si vede e si tocca, infantile
se confrontata alla nostra, lo mette nella chiara impossibilit di afferrare subito il punto di vista
moderno.
Accetta quindi il discorso a venire, oppure rifiutalo; ma sentiti comunque sempre bene coi
piedi per terra.
Infatti, tanto il fisico medievale che i ricercatori, arrivati a mezzogiorno cominceranno a
sentire un certo appetito, e la fisica, a tavola, finir col perdere buona parte della sua importanza.
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tavolino, lui dir che vede dei pezzi davorio su di una scatola quadrettata.
Ma nient'altro. Inutile chiedergli se veda delle relazioni o qualcosa di simile.
Lui vede solo oggetti. Anzi! Se nessuno gli spiega che la scacchiera un
gioco per due persone, pu benissimo non accorgersi mai che torre e alfiere
sono qualcosa di pi di belle statuine.
E dunque, esistiamo veramente, noi? La scacchiera (cio il cervello) quella
c! E di questo siamo sicuri. I pezzi (cio le cellule cerebrali) anche questi ci
sono, e anche di questo siamo sicuri. Ma la relazione? Dove sarebbe? Cosa
sarebbe?
Come esistenza piuttosto angosciante. A ben vedere, infatti, una relazione
soltanto un modo di disporre le cose. E dunque, noi cosa saremmo? Dei
modi? Saremmo reali come il modo di sistemare i mobili della propria stanza
da letto, o il modo di rifare la carrozzeria di unautomobile? Un modo
sempre un modo. Non importa di che cosa. Resta sempre e soltanto un modo.
E quindi?
Modi? Ma come?!
Da bambini ci avevano detto che eravamo degli esseri speciali, delle
concrete individualit con tanto di destino persino dopo la morte! E invece
siamo modi? Relazioni?
Come identit meno di zero. il nulla. il niente. Vita, amore, morte,
coraggio, fedelt, virt... Che senso hanno di fronte allessere un modo?
Modo di disporsi di piccoli campi elettrici? C di che spararsi. E per fortuna
che (cellula pi, cellula meno) i pezzi sono cos tanti che possiamo almeno
avere la sensazione di essere sempre noi stessi anche se ne perdiamo due o tre
mila ad ogni secondo.
Massimo si gratta la testa. Lidentit davvero il problema dei problemi.
Un tipo di problema che sembra non finire mai. Infatti, quando si arriva
allidea di noi stessi come di perfetto niente, ecco che tutta unaltra serie di
considerazioni giunge a sconvolgere queste deduzioni.
Qualcosa non quadra.
Perch la gente racconta da secoli cose strane? E impossibili?
I sogni, le profezie, i cani che ululano mentre il padrone sta morendo... Chi
che non ha mai sentito queste storie? I fantasmi, la voce allorecchio prima
di quel passo fatale! C chi parla coi morti, c chi va in trance e fa diagnosi
mediche a mille chilometri di distanza. C chi sogna i numeri del lotto, c
chi sogna la madre morta che gli rivela un segreto ignoto a tutti, c chi si
sveglia urlando mentre la sorella cade dal balcone (a cento chilometri di
distanza!). Ci sono i gemelli che si ammalano e guariscono
contemporaneamente, anche se uno sta a Pechino e laltro a Londra.
Ma come? Non siamo la mente, noi? Non siamo la volgare relazione tra
celluline specializzate a ricevere impulsi elettrici, anzich fare movimenti
muscolari o accumulare grassi? Cosa centra che laltro stia male in Cina,
quando ancora oggi ci vogliono 20 ore daeroplano per andare da Londra a
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Pechino? C poi chi dice dessersi trovato fuori dal corpo durante
unanestesia, o appena dopo un incidente, e di aver visto tutto quel che gli
succedeva stando a diversi metri dal suolo. Ma com possibile viene da
chiedersi - che possa accadere tutto questo, se noi siamo lattivit del
cervello? Se uno fa un incidente e sviene, il suo cervello resta a terra. Perch
mai dovrebbe poter vedere s stesso da tre metri di distanza? Non possibile!
Eppure, di storie cos ce n uninfinit. A milioni.
A cosa pensi? chiede improvvisamente Andrea.
Mah! Sto pensando ad una storia che ogni tanto mia madre mi racconta
Che storia?
Una di tanti anni fa. Lei era una bambina, e avr avuto s e no dieci anni.
Un bel giorno, quando suo padre tornato a casa, lei gli corsa incontro
gridando: Pap, pap, ti hanno rubato lorologio!
Massimo fa una pausa, stirandosi sulla sdraio e inarcando la schiena.
Mio nonno cos mi ha sempre detto mia madre diventato pallido
come un morto. Come fai a saperlo? le ha chiesto. stato quello con cui ti
seduto al bar della stazione. Ha aspettato che ti addormentassi e ti ha sfilato
lorologio dal taschino! Quello con la catenina doro!.
Massimo sorride.
Laveva sognato, capisci? Tutta la scena. Aveva visto mio nonno entrare
nel bar della stazione in compagnia di quella tal persona, e aveva visto che
quando lui si era appisolato laltro aveva allungato le mani per sfilargli
lorologio. Laveva visto come in un film. E in piena notte era corsa da mia
nonna ad avvisarla di quello che era successo. Pensa che mio nonno - anche
se mia madre non era nuova a queste stranezze - non voleva assolutamente
crederle perch la persona che lei accusava era un amico. Qualcuno di cui si
fidava. In questura, invece, quello ha poi confessato tutto, scusandosi fra le
lacrime. Sai, aveva bisogno di soldi per mantenere la famiglia, e si era in
tempo di guerra. Momenti brutti. Mio nonno allora ritir la denuncia. Ma
quello che per diverte mia madre ricordare la sua faccia sbalordita quando
lei gli corsa incontro. Capirai, nelle case di allora non cerano i telefoni
Massimo sorride con levidente intenzione di sottolineare qualcosa.
Tu credi che sia un fatto vero? successo proprio qui. Il treno era in
ritardo per via dei bombardamenti, e mio nonno, che era stanco, si era
appisolato. Ma mia madre ha visto tutto. A trenta chilometri di distanza
Andrea non risponde, limitandosi ad un cenno come a dire Perch no?
Potrebbe anche essere vero.
Io l'altro giorno ti ho detto, Andrea, che nel mondo di noi uomini non
esiste alcun corpo solido. Tu invece sembri piuttosto contrario. Bene. Come
lo spieghi un fatto cos? Come lo inquadreresti nella tua ottica di corpi e
corpi?
Andrea sorride accusando il colpo. La domanda bella ma problematica.
Ripensa per qualche attimo alla stazione, alla bimba che in piena notte corre
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E invece cos! Noi siamo universi, e non uomini nel senso comune. E
quando c' di mezzo un errore d'identit, Andrea, stai sicuro che il caos
inevitabile
Andrea non commenta, restandosene un po rigido sulla sdraio. Segue il
volo dei piccioni che planano sulla citt.
Anzi. Io ti dico che questi discorsi (che si sono sempre comunque fatti
nelle universit e in tanti altri ambienti) sono discorsi di cui proprio la gente
qualunque se ne impadronir con forza. Perch oggi ne ha un bisogno
disperato. E ti dir di pi. Il caos ci sarebbe per davvero se questi discorsi
non diventassero di dominio comune, perch oramai ci sono milioni di cose
che tutti i giorni spingono gli uomini moderni verso queste verit. La verit,
cio, che noi siamo universi
Andrea tace, ma lespressione dubbiosa del suo volto ne rende abbastanza
chiaro linterno pensiero.
E comunque conclude Massimo la gente lo sa gi. Anzi, lha sempre
saputo
Cosa?
Di essere degli universi. Universi astratti. Tutti gli adulti di questo pianeta
sanno gi di vivere in mondi fatti di sole idee, e di essere loro a creare il
mondo, la terra, il cielo, i sassi, e gli alberi
Andrea si rigira a guardare Massimo.
Lo sanno gi? Io non faccio parte di quelli, per
No! Anche tu lo sai bene
Ah s?
Ti dico di s!
E perch
Perch niente sfugge alla mente
Andrea ha quasi voglia di mettersi a ridere, ma riesce comunque a
trattenersi. Prima o poi lamico dovr rendergli conto di tutto, e vale quindi la
pena di aspettare. Massimo si avvede dellilarit a stento trattenuta, e anche a
lui viene quasi da ridere. I due passano cos un mezzo minuto in silenzio, e
alla fine Andrea si decide.
Spiegati. Sei troppo nebuloso
Ripeto quello che ti ho gi detto. Tu sai di essere un universo astratto. Sai
gi che tutto questo dice indicando quello che li circonda te, e te
soltanto
Ma me in che senso? Nel senso che quella siepe l davvero me? Nel
senso che questo tavolo sono proprio io? Ma cosa vuoi dire? Prima mi hai
detto il contrario. Hai detto che i corpi esistono e bisogna tenerne conto
S, certo, bisogna tenerne conto. Ma ci non toglie che quella siepe l sia
davvero te. E che sia te anche questalbero. E anche quei piccioni l. Li vedi
quei piccioni? Anche loro sono te
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Andrea annuisce.
Dunque riprende Massimo facendo ruotare la tazzina. Un bambino che
non ha mai preso in mano questo oggetto pu dedurre solo delle cose di base.
Ad esempio, quanto pesi. Voglio dire: se pesantissima oppure alla sua
portata. Poi pu dedurre che non affatto morbida, ma rigida. Deduce
sicuramente che dentro vuota, e che la mamma non vuole che lui la tocchi.
Deduce anche che non fa parte della tavola (voglio dire: non incollata o
inchiodata) se no non sarebbe riuscito a sollevarla. Deduce che liscia al
tatto, senza sporgenze ruvide. Deduce anche se gli sfugge di mano che
loggetto fragile perch si rompe subito
Andrea fissa Massimo con perplessit. Sinceramente, lunica cosa che per
il momento gli verrebbe da dedurre che si vede molto bene che lamico non
ha mai avuto figli.
Ma soprattutto il bambino deduce una cosa! esclama Massimo
continuando a far oscillare l'oggetto. Deduce che questa tazzina un corpo.
Cio qualcosa al di fuori di lui. Unaltra cosa. Sentendola, toccandola,
vedendola, lui deduce che questa tazzina unentit estranea a s stesso. O
meglio: ununit come lo lui stesso. Mi segui? Il bambino un corpo dice
portandosi la mano sinistra sul petto. Mentre questa tazzina un altro corpo.
Capito? Un altro corpo! Lui sul seggiolone ununit. Mentre la tazzina -
anche se ormai in terra e tutta rotta - unaltra unit
Passano alcuni secondi. Massimo fissa Andrea per avere una risposta, una
qualsiasi reazione.
Mah! fa Andrea titubante. Questo esattamente quel che deduco
anchio. Cos che invece dovrebbe dedurre?
Massimo fa un gesto ad indicare che non questo il punto.
Il bambino deduce una cosa sbagliata. Lui deduce che quello che tocca e
vede consiste di altre cose e quindi altre unit. Ovvero entit totalmente al di
fuori di lui
E questo non va bene?
S! Per lui va benissimo. Lui deve imparare a controllare il mondo e a
temerlo. Deve quindi arrivare a vedere il tutto come al di fuori di lui, come
cio fatto di oggetti indipendenti e potenzialmente pericolosi. Ma non va bene
per te, perch le cose non stanno affatto cos
Ovvero? Cos che dovrebbe invece dedurre?
Che la tazzina lui stesso. Che lui sul seggiolone, e la tazzina rotta per
terra, sono la stessa identica cosa: lui stesso
Andrea resta attonito qualche secondo. Va col pensiero ai suoi due figli, e
poi esplode in una risata fragorosa.
Per fortuna! Per fortuna!...
E scoppia a ridere anche Massimo perch Andrea anche se non riesce ad
esprimersi ha comunque ben comunicato il suo pensiero: Per fortuna che
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ho dei figli normalissimi che non deducono di essere delle tazzine. E che
sanno che rompersi la testa una cosa, e rompere una tazzina tutta unaltra.
I due amici impiegano un bel po a tornar seri. Alla fine Massimo si alza
dalla sdraio, un po barcollando, e si avvicina alla siepe che delimita il ciglio.
Si sfrega gli occhi per asciugarli dalle lacrime, e dopo aver guardato il
panorama si rigira per parlare.
Senti, Andrea. I tuoi figli fanno benissimo a dedurre quello che vogliono
Altre risate dei due! Lamico ha infatti trovato molto comica la gentile
concessione, e si spancia dal ridere. Impossibile andare avanti. Se il buon
umore si manterr su questi livelli, sar certo necessario abbandonare
qualsiasi serio discorso.
Massimo si volta ancora verso la citt, soffiandosi il naso. Passa cos un
buon minuto.
Dai! Vai avanti lo incita lamico. Fammi capire, se no qui viene notte
Massimo non si gira subito. Se lo facesse, si rimetterebbero ancora a ridere.
Contempla cos la valle per un altro mezzo minuto, guarda le infinite case e i
bei palazzi del nuovo centro, e poi finalmente si volta.
Allora? insiste Andrea.
Daccordo risponde Massimo seriamente. Vogliamo fare qualche
deduzione semplice semplice per scoprire qualcosa su di noi? Seriamente?
Andrea resta per un attimo immobile, un poco sulla difensiva. Massimo
infatti tornato serio, sta invocando la stessa seriet allamico, ma sul volto ha
come un sorrisino trattenuto, e Andrea sente odore di fregatura. Ma poi
annuisce.
Molto bene. Dunque...
Tutte queste cose... Il giardino, gli alberi, la terra, il tavolo, le ville che
stanno qui sotto.... La mano di Massimo spazia verso la vallata. Tutte
queste cose qui, che cos' che sono?
Andrea non comprende.
Questa qui dice pestando i piedi ad indicare la Terra. Questi rami,
questi alberi, cos' che sono? Cos tutto questo?
Beh! Sono corpi
S. Ma con un termine pi scientifico?
Massimo solleva il braccio.
Quello l dice indicando il sole. Quelle nuvole l. Che cosa sono?
Beh! Sono masse
Esatto! Masse. Questa una massa di chiss quanti miliardi di tonnellate
dice puntando il dito verso il basso. Quella ancora pi grande indicando il
sole sulle loro teste. Spaventosamente grande. Questa invece di qualche
decina di chili continua scuotendo il tavolino. Questa di qualche grammo
prendendo il cucchiaino. Tutte masse, vero?. Fissa per qualche istante il
cucchiaino, e poi lo riappoggia sul tavolo. Dunque, secondo te, noi stiamo
guardando delle masse. cos?
Andrea resta in dubbio per qualche istante, poi assente.
S. Certo
Vediamo delle masse? Tu, da quando apri gli occhi alla mattina fino a
quando ti riaddormenti, vedi sempre masse? cos?
S
Io, te, ed altri miliardi di persone?
Per forza!
No!
I due amici si fissano per alcuni secondi. Andrea cerca di capire il senso di
quel no, ma non gli viene in mente niente.
falso! Tuttal pi vediamo qualche particella denergia che a forza di
girare a destra e sinistra per caso ci finisce dentro l'occhio
Andrea non capisce la banalit del discorso ed un po' sconcertato.
La luce? Vuoi dire la luce? Beh. ovvio che vediamo la luce
Vediamo la luce? Ma se prima mi hai detto che vediamo le masse!?
Massimo gira lentamente attorno ad un arbusto di rose dellaiuola di
sinistra, afferrandone una foglia e rovesciandola. Guarda se vi sono dei
parassiti, ma pi per lasciare ad Andrea qualche secondo per realizzare la
cosa che per vero interesse alla pianta.
Allora?
Allora cosa?
Vedi le masse o vedi la luce?
Beh! Vedo la luce. Per forza
E le masse?! esclama Massimo con forza. Tu pretendi come tutti i
bambini del mondo di vedere per davvero le masse delle cose, e quindi
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Esatto. Io e te, qui davanti, potremmo avere una montagna alta sei
chilometri, ma se fossimo nel buio pi completo e senza una candela, non
sapremmo neanche che esiste. Non ti mai capitato ad esempio - di arrivare
a notte fonda in un qualche posto sconosciuto, e poi svegliarti alla mattina e
dire Accidenti, guarda che roba?
Andrea non risponde subito, e ripensa istintivamente a qualche vaga
situazione vissuta da bambino. A tutti i bambini capitato infatti di dormire
mentre pap guidava, svegliarsi a notte fonda in qualche posto sconosciuto, e
poi alla mattina - scesi dal lettino - scoprire con sorpresa di essere in una
splendida valle. O addirittura al mare. E restare meravigliati che tutto quel
mare o tutta quella montagna ci fossero anche la notte prima. Ma adesso
sembrano come spuntati dal cappello!
Ma che significa questo?
Quello che hai gi capito. Tu in questo momento hai gli occhi aperti, ma
non stai affatto guardando fuori in quel modo semplice e spontaneo che
pensano i bambini
Ho capito. I nostri cervelli possono vedere soltanto la luce che arriva
nellocchio
Esatto! Quel fuori istintivo, quel loro pretendere di guardare in assoluto le
masse delle cose e quindi la realt, pura illusione. Vedere la luce una cosa,
ma vedere le masse tutta unaltra
Andrea fissa il cielo sopra la citt, mettendosi poi le mani dietro la testa.
Ma allora le masse non le ho mai viste?
Nessuno le ha mai viste
Ma allora cos che si vede?
Si vedono le immagini che la mente proietta nella coscienza. Noi
guardiamo dentro, semmai. E non fuori
Si ode il rombo di un aereo a reazione. Istintivamente Andrea alza lo
sguardo, ma perdendo subito dinteresse. Massimo ancora in piedi vicino
allaiuola di sinistra a rivoltare le foglie di un altro arbusto. Stavolta
veramente interessato perch ha notato qualche afide e un po di macchioline
nerastre.
Vuoi un altro caff? chiede senza girarsi.
No, grazie. Vai avanti col discorso
Massimo raccoglie le idee per qualche istante. Fa per cominciare a parlare,
ma Andrea lo precede.
In un certo senso siamo ciechi
Massimo resta soprappensiero per qualche istante, sconcertato dalla parola.
Hum no, non direi commenta con prudenza, parlando lentamente.
Non direi che siamo ciechi. Direi piuttosto che il vedere va semplicemente
inquadrato nella sua giusta ottica. E quindi tolto da quellevidenza spontanea
per la quale un bambino prontissimo a giurare di guardare realmente fuori.
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Tu capisci continua quindi a bassa voce. Che tutta questa ignoranza non
sarebbe possibile se la gente vedesse per davvero la materia delluniverso
come pensano i bambini. Sei daccordo?
S. Assolutamente
Andrea ha capito. Si volta verso sinistra, attirato dal rumore di alcuni
passeri in amore che a folle velocit si rincorrono tra i rami. E poi abbassa lo
sguardo, pensando alle banalit appena sentite.
Massimo fissa ancora per qualche secondo il vecchio pino che ha davanti,
riordina velocemente le idee, sfiora con la mano la siepe alle sue spalle, e
quindi prosegue.
Andrea! Se non ti spiace, torniamo alla domanda di prima. Io ti ho chiesto
se noi vediamo le masse, e tu mi hai confermato che vediamo invece luce.
corretto dire cos?
Andrea resta dubbioso per qualche istante. Il senso del discorso era gi
chiaro, no? Ma sta al gioco.
S, vediamo la luce e non le masse
Di masse neppure una? Magari piccolissima?
No. Neppure una
Massimo sorride nel fare queste domande..
Giusto. Esatto. Nessun essere umano o animale ha mai visto le masse che
ci circondano. Ma allora cos che vediamo tutti?
Andrea fa una smorfia come a dire: Dai! Vaccene in fuori.
Vediamo la luce
No
No, che cosa?
No ripete Massimo scuotendo lindice della mano destra.
completamente falso
Cos' che falso?
Che vediamo la luce
Ma non quello che abbiamo appena detto?
S. Ma anche questa unaltra delle tue sballate deduzioni infantili
Andrea resta soprappensiero.
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infatti una pelle come tutte le altre. Diversa, ma pelle. Ebbene. Guarda qui! Il
raggio di luce arriva, entra nel tuo occhio, e quindi che succede?
Andrea abbassa lo sguardo in concentrazione.
Si scontra con la retina risponde distinto.
E poi?
Poi la cellula colpita invia un impulso
Forse! Forse, Andrea! Invier un impulso se non malata, se non morta,
se il raggio di luce di una frequenza ben determinata, se...
Ah, s, certo!
Ma daccordo! Poniamo che alla fine invii questo benedetto impulso. Per
io ti chiedo: se anche invia un impulso, tu poi dire che la cellula guardi? Puoi
dire che una singola cellula guardi?
Andrea storce la bocca. Ha senso dire una simile cosa?
Ho capito esclama convinto. Tu mi stai dicendo che nessuna parte
dellocchio guarda realmente fuori. come per il nostro campanello di casa.
Se uno lo preme, parte il segnale. Ma non per questo si pu dire che un
campanello veda chi o cosa sia stato ad azionarlo. Voglio dire: puoi
schiacciarlo con le mani, o con un martello, o con una palla di neve, che per il
campanello sempre uguale
Esatto! Per locchio proprio come per il campanello - una palla di neve
o un raggio di luce sono la stessa cosa. Tu sai la differenza che passa tra un
pugno e un raggio di luce. Ma locchio non ci trova alcuna differenza. Lampi
in ogni caso
Ho capito. Chi guarda il cervello, che poi somma tutti gli impulsi. E non
locchio
Esatto
Andrea fissato coi laboratori. Quando andavano assieme a scuola, lui era
sempre bravissimo nelle materie scientifiche.
Allora per la luce come per la materia. Se non cerano i laboratori, oggi
non se sapremmo niente
Certo. Per millenni la gente non ha avuto la pi pallida idea della sua
natura di onda
Andrea appoggia il mento sulle mani intrecciate, mentre Massimo
ricomincia a guardarsi attorno.
Hai sempre saputo queste cose, vero? dice girandosi.
S, niente di nuovo
La cosa comica prosegue Massimo tornandosene alla sdraio che
sotto sotto tutti sanno benissimo che quello che guardano non affatto la
realt ovvia delle cose; ma unimmagine costruita dalla mente. Basta metterli
in difficolt un attimo ad esempio chiedere loro di riconoscere una certa
sostanza o un certo minerale che subito ti rispondono: Ma come faccio io a
sapere di cosa fatta questa roba? Io di questo oggetto ho solo una immagine.
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Dopo aver demolito qualche piccola convinzione infantile giunto il momento di cominciare a
costruire.
quindi necessario che domandarsi: Se la luce non pu essere vista, allora che luce quella
che si vede?.
Eccoti giunto alle soglie del mondo della conoscenza?
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Massimo guarda lamico con aria sorpresa. Non si aspettava una cos
strenua difesa della logica infantile.
Ma come per la luce e per le masse. Questo qui non spazio fisico, ma
mentale. E infatti la gente non sa niente di...
S, ho capito, ma io volevo dire...
Esattamente come non sono fisici la luce e le masse che vedi. La gente
sono centanni che sente gli scienziati parlare di spazio che si contorce, si
curva, si piega sotto campi magnetici e gravitazionali... Sono centanni che
sente continuamente descrivere uno spazio che muove, che vibra, che tira, che
spinge, uno spazio concreto, insomma. Ma qui dov questo strano spazio?
Massimo indica col viso lo stupore del cittadino.
Qui non c. C solo vuoto. E per forza! continua indicando la vallata
circostante. Questo spazio della mente
Andrea non reagisce. Segue perfettamente la logica di Massimo, ma
contemporaneamente non riesce ad accettarla. Passa un mezzo minuto.
Ma scusa! Ma se da qui a l in fondo ci sono trenta chilometri?...
Massimo lo fissa con sguardo serio per cinque o sei secondi, per tentare di
comunicargli che farebbe meglio riflettere bene prima di parlare a vanvera. Se
ne resta poi per unaltra decina di secondi soprappensiero, guardando il
tavolinetto di marmo e le radici del vecchio pino. Quindi se ne torna verso la
sdraio. Fa per sedersi, ma nota lo sguardo interrogativo di Andrea, e allora
replica.
Che significa se ci sono trenta chilometri?
Andrea alza le spalle come a dire: tutto logico ma tutto assurdo.
Voglio dire. Sono daccordo che la mia mente elabori il senso dello spazio
e che questo spazio sia mentale. Ma questo spazio esister pure, no? Ci
saranno pure questi benedetti trenta chilometri! O me li invento io?
Quali trenta chilometri?
Quelli da qui a l in fondo
Ma l in fondo dove, Andrea? L in fondo dove? Non abbiamo appena
detto che questo spazio mentale e non ha niente a che fare con quello
fisico?
S ma...
Ma tu continui a pensare di vedere lo spazio per davvero! Proprio come i
bambini. Queste sono ottiche infantili
Andrea se ne torna alla sdraio. Sistemandosi, appoggia il braccio sul
tavolino sposta un poco la tazzina del caff. Sul volto ha unespressione
dubbiosa.
Cosa c che non va, Andrea? chiede Massimo perplesso.
Non lo so. Ti ho seguo perfettamente. Anzi, sono daccordo su tutto.
che per da qua a l ci sono trenta chilometri
Ma il punto proprio questo, Andrea dice Massimo scuotendo la testa.
Non puoi dire che nella tua mente ci sono trenta chilometri!
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Da bambini abbiamo fatto dei giochini che ci urlavano la natura mentale del nostro mondo.
Semplicemente la urlavano.
Quando sentivamo l'urlo gli adulti ci tranquillizzavano subito.
E giustamente!
Ora che siamo grandi, per, dobbiamo pensare con la nostra testa.
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Andrea, per un paio di volte, prova a chiudere un occhio per vedere cosa
succeda. Immediatamente, i rami, il cielo, i passeri, finiscono tutti sullo stesso
piano. Andrea non certo sorpreso della cosa, ma prova anche ad afferrare la
sua tazzina e il cucchiaino, osservando le mani diventare incerte. Certo!
riflette tornando a guardare i passeri con un occhio solo. Io so cosa pi
lontano, e cosa pi vicino. Ma lo so! Lo intuisco. Mentre se invece apro tutte e
due gli occhi ecco tornare la profondit e lo spazio. Andrea guarda il cielo
lontano chilometri, e poi chiude locchio destro per un bel po. Non ci sono
chilometri! pensa buttando la testa allindietro. solo illusione. Dopo un po
si alza dalla sdraio per sgranchirsi le gambe e la schiena. La citt tutta un
traffico di veicoli e di uomini, ma sulla collina i rumori arrivano smorzati.
Andrea guarda il rosso dei tetti sottostanti, e fa la domanda che voleva fare
prima.
Ma perch hai detto che luniverso non colorato? dice col tono di chi
parla pi che altro a s stesso. Secondo te anche i colori sono modi della
mente?
Massimo resta in silenzio. Possibile che lamico non ci arrivi da solo?
Eppure la fisica ci dice che i colori esistono obietta sempre con lo stesso
tono.
No. E anche questo lo sai benissimo. La fisica ti dice che la luce
colorata perch ha differenti lunghezze donda. Cio onde pi lunghe e onde
pi corte
Ma lo cose sono colorate
Certo che sono colorate. Ma tu, qui attorno, vedi colori, o vedi cose pi
lunghe e pi corte? Tu, quando guardi questi fiori, vedi che questo giallo
scuro e quello invece giallo chiaro, o vedi vibrazioni pi veloci e vibrazioni
pi lente?
Andrea alza le spalle. Non ha alcun problema ad accettare la cosa. Se la
luce una modalit mentale, allora lo sono per forza anche i colori.
Per i colori come per tutto il resto. Laboratori e cos via. Se tu avessi
detto a Raffaello, ad esempio, di mettere in ordine di lunghezza donda la sua
tavolozza dei colori - cio dall'onda pi lunga alla pi corta - credi che
sarebbe stato in grado di farlo? Anzi: credi che avrebbe addirittura capito la
domanda? E questo perch? Perch i colori sono una faccenda tutta nostra e
non fisica
Andrea fa passare lentamente l'occhio sulle cose. Non c un colore uguale
allaltro. Infinite sono le sfumature e le intensit, le gradazioni di luminosit e di
colore. C il marrone dei tronchi, il verde quasi nero del fogliame, il
marroncino pallido della casa... Ed tutto un cangiare di luce ed ombre, di colori
e riflessi, di macchie opache e punte di brillanti. E mentre riflette su quale
mostruoso lavoro compia la mente ad ogni istante, comincia anche a rendersi
meglio conto quale pesante eredit si ritrovino alla fine gli adulti. Quegli adulti
che una volta, ovviamente, erano bambini. S, ha proprio ragione Massimo
58
sicuro. Quando ad esempio un passero chiude gli occhi, invece di vedere tutto
nero, magari vede tutto blu. Chi lo sa? O tutto verde
Andrea annuisce convinto, ripensando ancora ai vari documentari visti in
televisione sugli animali ed i loro strani modi percettivi. Ci sono animali che
vedono campi elettrici, come ad esempio gli squali ed i delfini, altri il calore
emesso dai corpi viventi, come i serpenti, altri ancora le variazioni del campo
magnetico terrestre, come i piccioni e forse altri trasmigratori... Andrea va
istintivamente col ricordo alla sorpresa del bambino quando scopre, ad
esempio, che nellalfabeto di altre lingue ci sono suoni e lettere che
nellitaliano non esistono. Andrea si gratta la testa perplesso, un poco
divertito allidea del bambino che scopre la strana novit. Dunque pensa
confrontando tra s le cose non si tratterebbe solo di alfabeti identici
utilizzati dalle varie razze in modi differenti, come ad esempio il passero che
chiude gli occhi e vede blu anzich nero. Il verde e il blu lo vediamo anche
noi uomini. Ma per molte razze forse si tratta di alfabeti di cui noi non
sappiamo nulla. Non una A, una B o una C colori, suoni, tatto, eccetera - ma
una W, o una J, che in italiano non esistono.
Sta per dire a Massimo del fatto che probabilmente anche forse gli stessi
caratteri alfabetici sono addirittura infiniti, ma finisce col dire qualcos'altro,
perch l'esperienza insegna che mai nessuno nasce sapendo gi leggere e
scrivere.
Per gli alfabeti si imparano. Mentre noi non dobbiamo affatto imparare a
vedere blu e rosso. E soprattutto imparare a metterli al posto giusto e nelle
sequenze giuste
Non ti seguo
Non sono alfabeti che dobbiamo imparare come la A, la B, o la C,
Questi invece li conosciamo gi. Per qualunque alfabeto - perch questo
che in pratica tu mi stai dicendo! - una serie di simboli che in s e per s
non significano niente. E vanno quindi imparati per forza. Ma allora come
facciamo noi a conoscerli gi?
Massimo allarga le mani sollevando un po le spalle, ad intendere che la
verit assoluta delle cose non la conosce nessuno.
Bah! dice col tono di chi ammette ogni possibilit. Questo non lo so. I
bambini impareranno i nostri alfabeti mentali probabilmente dalle mamme
mentre sono ancora nella loro pancia. Probabilmente. vero per che molti
animali vengono al mondo senza alcun rapporto coi genitori, con uova
abbandonate nellambiente ad esempio. E che questi animali hanno comunque
perfettamente sviluppata la coordinazione e la lettura degli alfabeti. Anzi! Pi
sviluppata della nostra, perch camminano subito e si danno da fare. Non lo
so. Io personalmente credo che a tutta la nostra complessa teoria
evoluzionistica manchi la parte pi massiccia, e cio tutto quanto relativo
alla mente, al vortice mentale. Personalmente immagino che la razza non
passi tanto alla discendenza un corpo, come ci viene in pratica insegnato
61
loro i suoni sono qualcosa che esiste per davvero; e non idee. E quindi, che ci
sia o meno laria, che differenza farebbe? E si sentono come defraudati di
qualcosa. proprio cos pensa riflettendo sullintera questione. Noi da
bambini abbiamo scambiato i modi di funzionare della nostra mente per realt
fisiche. Ma come avremmo potuto immaginare che la mente aveva una simile
potenza, e che era lei a fare il mondo?. Andrea si gira verso Massimo per
fare unobiezione, ma poi torna subito a guardare davanti a s. Ha
immaginato cosa gli direbbe lamico: Se avessimo chiesto a Mozart di darci
qualche regola di fisica acustica, credi che avrebbe potuto lui che scriveva
una sinfonia in due giorni descriverci una qualche appropriata formula? No.
Perch Mozart si intendeva soltanto di quei suoni che sono idee, e che quindi
nascono e muoiono nella mente. E non di trasformazioni energetiche dellaria
o dei solidi.
Ehi! chiama Massimo.
Andrea si gira, e nota che l'amico si un po spostato indietro sulla sdraio,
e sta tenendo la mano sinistra appoggiata a bella posta sul grosso tronco del
pino. Capisce al volo dove voglia andare a parare, e gli viene da sorridere. Il
tronco un corpo grosso. Molto grosso. Massimo, per, la prende larga.
Se i corpi sono disegnati dalla luce della mente, ed esistono nello spazio della mente, e sono
anche colorati dalla mente (e si sentono persino con i suoni della mente) sar ben difficile che
possano essere esterni a noi come credono i bambini.
Comprendere che i corpi sono puri oggetti mentali il quarto difficile passo.
Ma il quinto, molto pi duro, viene subito dopo. Infatti, se la carta o il mouse che ad esempio
tieni adesso in mano sono idee totalmente costruite dalla mente, allora ne consegue che anche la
mano con cui li stai afferrando un'idea.
La mano per attaccata al braccio. E il braccio al tronco. E il tronco alla testa.
Abbiamo oltrepassato la soglia del mondo della conoscenza?
luce e colori sono nello stesso spazio della mente, che tipo di gambe
saranno?
Andrea letteralmente incapace di reagire.
E questa testa?
Massimo ha girato attorno al tavolo e gli si messo di fianco.
Scherzosamente gli picchietta le nocche sulla testa.
E questi capelli? E questa camicia? E le scarpe? Spero che non mi dirai,
come un bambinetto di sei anni, che sono oggetti fuori di te
Ma assurdo
Cosa?
Dire corpi della mente
Perch?
Perch assurdo. Un corpo qualcosa che esiste. Qualcosa di solido. Io
esisto, accidenti. Non sono unidea. La mente, invece, qualcosa di...
Di astratto?
S, di astratto
E allora cosa vorresti dire?
Che dire corpi della mente non significa niente
Bah! fa Massimo alzando le spalle. Se per questo altrettanto assurdo
dire luce della mente. Il cervello al buio
S, ma...
Ed assurdo anche dire spazio della mente. Nel cervello non c spazio!
S, ma...
Ed assurdo anche dire colori della mente. Nel cervello non ci sono
colori
Andrea resta in silenzio per un po. Ma poi protesta vivacemente.
Daccordo. Ma questi corpi qui sono veri! Non sono delle idee. O mi stai
dicendo che io qua sarei unidea?
Massimo fissa lamico con espressione strana.
Ma ancora mi parli di qua e di l? Io sono qua, mentre questi corpi stanno
l? Ma non vedi che stai continuando a ripeterti? Non abbiamo forse detto che
tutto la mente? E allora?! Tu sei tanto qua su questa sdraio - come anche
l dove ci sono gli altri corpi. Per forza! dice indicando lorizzonte. Se l in
fondo sempre luce e spazio della tua mente, allora tu sei tanto l come qua.
Con quale logica mi vieni a parlare di corpi qui e corpi l?
Andrea si gratta la testa, spostando lo sguardo altrove. Non riesce a trovare
un modo per replicare allidea dei corpi della mente.
Qui, l, sopra, sotto, destra, sinistra, basso, alto... Ma che senso hanno?
Sono solo punti di vista pratici per orientarci allinterno delle nostre
mostruose menti. Tu, Andrea, sei tanto allorizzonte di questo cielo come
anche in questo giardino. La mente un campo, no. E il campo dove finisce?
Dove inizia?
65
esserlo? Le nostre mani e le nostre gambe sono unidea, oppure diciamo che
potrebbero esserlo?
Andrea resta immobile con lo sguardo fisso.
Il tuo naso, le mie scarpe, le mie braccia, il tuo orologio, sono roba fisica
o sono idee? Oppure lo diciamo e basta? O potrebbero anche esserlo?
Andrea si gira verso Massimo. Ha sul volto lespressione di chi costretto
a dire una cosa che proprio non gli va.
Sono costretto a dire tutto idea. Per forza.
Compreso il tuo corpo? insiste Massimo.
Va beh! E adesso? Adesso che lo abbiamo detto, cosa cambia?
Ehi! Andrea! Io non ho colpa se il nostro mondo mentale
OK! Daccordo. Ma alla fine cosa cambia? Io nella mia auto dovr pure
metterci la benzina, no? E a questo corpo qui, mentale o meno, dovr pure
dare da mangiare carne e non idee, giusto?
Ti sbagli. Invece cambia
Cosa?
Tutto. Perch quello che hai detto corretto
Massimo riappoggia la testa sulla sdraio, guardando il cielo e l'orizzonte.
C una nuvola che attirano subito il suo sguardo perch assomiglia molto
alla testa di un cane. Ci sono le orecchie, il muso, anche i denti... Massimo
memorizza la forma nei dettagli per vedere se rester cos ancora a lungo. Si
gira per far osservare la stranezza allamico, ma Andrea voltato da unaltra
parte, evidentemente immerso nei suoi pensieri. Massimo lo guarda un po
perplesso. Gli viene cos in mente un opportuno fatto storico, che forse lo
aiuter a capire meglio.
Andrea! Ti ricordi di quando a scuola abbiamo studiato le teorie degli
antichi? Le teorie sulluniverso?
Andrea si rigira andando con la mente agli studi fatti al liceo. S. Se le
ricorda: la teoria tolemaica, copernicana...
Che tipo di universo era quello degli antichi?
Beh! Era un universo chiuso risponde Andrea istintivamente. La terra
stava ferma, e luniverso gli girava attorno
Esatto. Era la famosa visione tolemaica. Una visione molto diffusa
S. Pi o meno in tutto il mondo. La Terra immobile, col cielo che gli
girava attorno
Ecco, Andrea. Tu ti ricordi che ci furono alcuni che, ad un certo punto,
cominciarono a dire che non era vero proprio niente, e che la Terra non era al
centro di nessuna rotazione (a parte ovviamente quella della Luna) e che il
sole e le stelle erano infiniti corpi di uno sterminato continuum. In pratica,
cominciarono a parlare di universo senza fine e senza centro. Beh! Uno di
quelli lo bruciarono addirittura
Giordano Bruno! In Campo dei Fiori. Lo ricordo bene
E laltro lo costrinsero ad abiurare ci che sosteneva
71
della propria idea-corpo con tutte le altre idee, di totale assenza di centro, e
spostano la coscienza in un altro punto. O addirittura in pi punti
contemporaneamente. Loro sanno bene che non si pu uscire dal corpo perch
cosa senza senso. Sanno bene che la gente che li ammira non affatto
ingabbiata in corpi solidi e concreti. Ma vallo a spiegare agli altri!
Accidenti! esclama Andrea dando una manata al bracciolo e alzandosi
poi di colpo. Che razza di mondo
Massimo spalanca le braccia.
Vado a prenderti la grappa
Andrea annuisce appena. Va alla siepe e guarda gi in basso. quasi
arrabbiato, ma quello che lo sorprende il non capire il perch. Il mondo
certamente complicato fino allinverosimile, ma non questo che lo rende
nervoso. Si guarda la mano destra.
Unidea? pensa strofinando le dita fra loro. Osserva i colori della mano,
la luce che la circonda, il braccio, le dita muoversi lentamente nello spazio...
Andrea alza lo sguardo verso la valle, verso la luce che piove dallalto.
Chiude un occhio, e guarda il movimento delle dita finire su di un unico
piano privo di profondit col cielo e l'orizzonte. Il senso dello spazio perso.
Dita, cielo e citt sullo stesso piano, come su di una cartolina.
Andrea ripensa alle masse, alla luce che non si vede, agli antichi Romani
che hanno combattuto nella luce delle loro menti...
Massimo torna con la grappa, e Andrea se ne serve una dose abbondante.
Alza il bicchiere al viso osservando la trasparenza del liquore.
Alla salute! dice poi, restando in piedi e tracannando dun fiato.
La trovi davvero buona? chiede Massimo dopo un sorsetto.
S, non brucia per niente. ancora quella dell'altra sera, vero?
Massimo annuisce, e steso sulla sdraio si sente bene e soddisfatto. Si perde
via a guardare il cielo, cercando forme curiose. La nuvola che sembrava un
cane ovviamente non c pi, e cerca altre somiglianze. Ma non c nulla di
particolare. Gli viene in mente che lindomani ancora festa e si rallegra.
Andrea si invece girato, e con il bicchiere in mano sta alla siepe a guardare
gi, piuttosto interessato. Due gatti stanno infatti camminando lungo un
rialzo, e pi avanti, proprio alla fine di quello, c un cane che sembra non
averli visti. Andrea aspetta di vedere come andr a finire.
Ti faccio una domanda, Andrea
Aspetta!
Il cane si accorto dei gatti e li fissa con espressione attenta. C per
troppa attenzione in quello sguardo, e i gatti, prudenti, si sono fermati. Non ci
sar il fuggi fuggi previsto.
Andrea si gira.
Stavi dicendo?
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Tutti i passi sono stati compiuti, compresi i pi ardui, e non resta che divertirci.
Vediamoci quindi un bel film ambientato nel Far West.
Ecco un cavaliere che arriva dal deserto, vestito di nero e coi pistoloni ai fianchi. Cavalca
come quelli che a cavallo ci stanno tutto il giorno: andatura lenta e busto in avanti. Adesso
lontano ed solo un puntino sullo schermo.
Altri pistoleri in agguato lo stanno aspettando dietro una staccionata. Sono in parecchi, e
limboscata avr un solo risultato.
Ora per il pistolero pi vicino e la sua immagine riempie met dello schermo. Quelli
appostati cominciano ad essere preoccupati.
Di nuovo il cavaliere. Stavolta il corpo occupa l'intero schermo. Gli assassini si spaventano.
Ora lo schermo contiene solo limmagine della sua fronte. Addirittura poi l'occhio destro riempie
tutto.
I pistoleri non ci pensano due volte e fuggono a gambe levate.
Per forza! Un conto avere a che fare con un puntino, e tutto un altro doversela vedere con
un gigante che cresce ad ogni istante.
alti pi o meno allo stesso modo. Centimetro pi, centimetro meno, stessa
corporatura. E invece ci mostriamo completamente diversi. Grandi e grossi
qui, e loro invece microbi
Massimo arriva subito al dunque.
Se siamo alti allo stesso modo, perch quelli l sono microscopici, e noi
addirittura giganteschi? Perch loro occupano porzioni minimissime del
nostro campo visivo, mentre io ti occupo quasi tutto il tuo? Com possibile
che io qui sia gigantesco, ma se per mi allontano divento pi piccolo, e se
poi vado gi in citt o su quella collina l in fondo divento un microbo, e se
mi allontano ancora sparisco addirittura? Ma com possibile? Non sono
sempre io? O forse mi restringo? O perdo carne per strada? O i miei atomi
decrescono di numero?
Tu vuoi dire che questo un comportamento da immagine. Come se la
mente fosse un televisore. Invece di immagini, idee
Esatto. I corpi non cambiano dimensione. Non perdono atomi. Ma allora
cos che continua a cambiare?
Andrea gira la testa, annuendo appena appena. Il discorso chiarissimo.
Tutto il nostro campo visuale sempre in prospettiva. Se un oggetto si
avvicina, allora si ingrandisce; e se invece si allontana, si rimpicciolisce.
Questo lo sanno anche i bambini di due mesi pensa Andrea osservando la
realt sotto il nuovo punto di vista. ultra ovvio. Per anche qui la solita
storia. I bambini scambiano un campo di rappresentazione con la realt
fisica.
E guarda adesso! esclama Massimo avvicinando la mano destra al viso
di Andrea, e coprendogli cos lintera visuale.
Cosa vedi?
La tua mano
Ed pi grande la mia mano, o la collina che hai davanti?
Andrea riflette un attimo.
La tua mano pi grande di tutto. Copre anche il cielo!
Pensa dice Massimo dopo un attimo, e chinandosi a raccogliere un
sassolino. Se tu metti questo sassolino davanti allocchio puoi nascondere il
sole. Ma com' possibile che un miserabile sassolino oscuri il sole? Il sole
miliardi di miliardi di volte pi grosso
S, ho capito. Sono tutte immagini. Ed cos anche per il corpo, allora?
chiede pensieroso, e guardandosi le mani.
Certo. Anche lui si comporta da immagine, e quindi da idea. Se tieni la
mano lontana, questa ti apparir piccola. Tienila invece davanti agli occhi, e
ti apparir gigantesca. Tagliala via, falla portare da qualcuno ad un
chilometro di distanza, e sar un puntino. Falla spostare ancora pi in l e non
riuscirai a vederla neanche se ce lhai dritta dritta davanti agli occhi. E quindi
la tua mano cos? Un nulla, un puntino, un corpo medio, o un gigante?
79
quindi lo sguardo sul taschino, e poi ancora sul volto di Massimo. Alla fine si
volta verso la casa, lasciando libero locchio di vagare sugli infiniti dettagli.
Ho capito. A parte una ristrettissima parte del campo visivo, tutto il resto
sfumato
Sfumato? sottolinea Massimo con un particolare tono della voce.
Andrea sposta lo sguardo, fissando via via i particolari che gli si
presentano. Si rende perfettamente conto che - a parte la ristrettissima zona
che si sta puntando - tutto il campo visivo incerto e scarsamente definito.
Per avere dettagli chiari bisogna assolutamente spostare locchio su dove si
vuole esattamente guardare.
S, tutto sfumato. A parte il punto esatto di dove si sta guardando
Sfumato? insiste ancora Massimo a voce alta. Tu vuoi dire che se mi
guardi negli occhi allora la mia camicia sfuma? Cosa vuol dire sfumare? Che
sto forse evaporando?
Andrea ignora il tono provocatorio dellamico. Massimo sa che lui ha
perfettamente capito tutto. Solo le idee possono sfumare, o per dirla pi
chiaramente, possono avere meno dettagli, o essere appena intuite ed
abbozzate. Ma non la realt fisica. Gli oggetti e le persone restano sempre
quelli.
Se io ti guardo in faccia, Andrea, e cerco di vedere le tue scarpe, anchio
le vedo sfumate. E allora questo cosa vuol dire? Che ti stanno evaporando i
piedi?
Ho capito che vuoi dire. Quella sensazione che abbiamo di un mondo
reale, cio bel chiaro e concreto, in realt illusione al novantotto per cento.
Se ci si guarda attorno, di chiaro ed evidente ci sar forse un uno per cento
dellintero campo visivo. O forse anche meno. Basta spostare l'occhio di un
centimetro, e quello che prima era chiaro diventa indistinto. In pratica quasi
tutto una confusa nebbia
S esclama Massimo contento di vedere lamico sempre preciso nelle sue
deduzioni. E questa nebbia non pu certo essere quella del mondo reale. la
nostra mente che non ci descrive il mondo in termini precisi. Guarda ad
esempio la mano dice portandosi la sinistra al viso. Se io la tengo davanti
agli occhi, ad una certa distanza mi appare bella chiara (e quindi ho una
sensazione di realt e concretezza). Ma appena sposto lo sguardo di qualche
centimetro, la mano comincia subito a perdere la sua concretezza. Se la
avvicino troppo diventa un confuso fantasma di colori, e addirittura, ad un
certo punto, di mani ne vedo due. Prova
Andrea avvicina un dito agli occhi. Ne vede ovviamente due.
Accidenti, pensa quasi arrabbiato. Anche questo un giochino da
bambini. Ma perch non ci accorgiamo mai che sono tutte idee?.
Hai visto, Andrea? Ci sono due dita. Se credi che il nostro mondo sia fatto
di corpi reali e non di idee, prova allora a dirmi quale delle due dita reale, e
quale no! Prova! O guarda questo albero qui, incrocia gli occhi, e dimmi
81
quale dei due reale e quale no. O fallo con me, se vuoi! Guardami bene,
incrocia gli occhi, e chiediti quale dei due Massimo che vedrai sar quello
vero
Andrea naturalmente non risponde, ma stupito della semplicit con cui
Massimo gli sta mostrando che il mondo effettivamente idea. Ed anche
sbalordito di come i bambini - al solito - non si accorgano mai di nulla.
Avvicinano un oggetto agli occhi, con stupore lo vedono sdoppiarsi, restano a
chiedersi quale dei due sia quello vero e quale no, ci pensano su qualche istante,
e poi corrono a giocare perch dello sdoppiamento non glie ne importa niente.
Andrea sempre pi conscio dello strano mondo creato dai bambini. Un mondo
dove si passa indifferentemente dagli oggetti solidi ai prodotti della mente.
Perch vedo due matite se ne avvicino una sola agli occhi, mamma? chiedono
i bambini. E gli adulti rispondono: Ma perch limmagine si sdoppia, caro. E
quindi ne vedi due. E i bambini restano l, contenti della risposta. Non si
accorgono che ci che ladulto ha detto implica necessariamente un mondo
mentale. E cos, da una sola matita solida e concreta, passano allegramente al
raddoppio senza alcun problema. proprio un caos, pensa guardandosi
attorno. Anche in questo caso roba mentale mischiata a roba fisica. Massimo
ha proprio ragione.
I due restano in silenzio per un paio di minuti. Poi Andrea se torna sulla
sdraio seguito dallamico. Riappoggia il bicchiere vuoto e si sistema.
Ancora un goccio? chiede servendogli un po' di liquore.
Ma s. Due dita appena
I due passano altri quattro o cinque minuti in silenzio a guardare il panorama.
Andrea osserva come tutto il campo visivo sia effettivamente - per il
novantanove per cento - un vero e proprio fantasma di colori, come lo ha
chiamato Massimo. Quasi tutto sfumato, indistinto. E osserva anche come
nessun oggetto abbia una dimensione - per cos dire - definitiva. Se lontano,
piccolo, se vicino, medio, se vicinissimo, molto grande. Ma allora qual la
dimensione vera? Giusta? Non c! pensa Andrea improvvisamente ispirato,
con la mente al televisore. come voler prendere le misure su di un televisore!
Che misure reali potremmo prendere? Nessuna. Al massimo misuriamo
unimmagine messa in un certo modo. Andrea prova un attimo di sconcerto
pensando ai milioni di persone che misurano il mondo. I geometri misurano le
strade, i carpentieri i muri che stanno costruendo, gli scienziati gli atomi della
materia. Per sono misure assolute, queste! Si prende un oggetto reale,
concreto, e si confronta tutto con quello. cos che nasce il metro, no? Una
sbarra campione conservata a Parigi a temperatura ambiente, e quindi si rapporta
tutto con quella. Andrea confortato dalla concretezza della cosa, ma un altro
dubbio gli attraversa la mente. Nessuna misura fatta dalluomo (di nessuna cosa
o atomo o oggetto o fenomeno) riesce infatti mai ad arrivare allultimo
decimale. vero anche questo, accidenti! Nessuna misura mai completa. Ma
perch? si domanda allora meno rassicurato, e pensando ancora al televisore.
82
progenitori sono rimasti intrappolati per secoli allinterno delle loro ottiche
basate sul buon senso, e se noi non impariamo a liberarcene per quanto
riguarda le nostre anime, resteremo intrappolati per altri secoli ancora. Usa il
buon senso, e di strada non ne fai
Ho capito. Occorre una logica astratta. Per adesso fammi capire. Perch
abbiamo questa sensazione cos forte che tutto sia solido?
Massimo si calmato, e ascolta Andrea con interesse. Alza per subito le
mani per dare uno stop.
Alt! Cosa intendi esattamente per solido? Cos per te la solidit?
Andrea giocherella un attimo con la tazzina.
Beh! Per me la concretezza. La durezza della cose
Non ci siamo! Parti dal presupposto che nel nostro continuum ci possono
essere solo modalit mentali. E alfabeti. Parti da qui e chiediti: potr esistere
la solidit fuori di me? Potr essere la solidit qualcosa di fisico?
Tu dici che anche la solidit un alfabeto? Una costruzione mentale? Ma
com possibile?
Com possibile me lo devi dire tu. Il cervello dentro la scatola cranica,
al buio, non conosce altro che impulsi elettrici, non ha colori al suo interno,
non ha luce, non ha spazio... Eppure guardati attorno!
Andrea non commenta e appoggia il mento sopra la mano sinistra.
Cosa ti dice la fisica, Andrea? Ti dice forse che i corpi sono solidi? Non
mi pare proprio. Ti dice che l'universo invece campo di forze, atomi
compresi. Ma non ti dice affatto che solido o formato da roba solida. Anzi,
lo stesso concetto di continuum per definizione l'esatto contrario di corpo, e
quindi di solidit
Quindi le mie mani non sono solide dice Andrea guardandosi la destra.
Sono solide come quando le sogni. Sono solide in senso mentale.
Nell'unico senso che tu conosci. Fuori dal tuo mondo, Andrea, non pu
esistere la solidit
Andrea perplesso e si sta guardando tutte e due le mani. Massimo lo
osserva, e gli viene unispirazione per fargli meglio capire il concetto. Ma
Andrea lo precede.
Scusa! La scienza per ci dice che i solidi esistono. Liquidi, solidi,
gassosi... Labbiamo studiato a scuola, no?
Ma certo che labbiamo studiato! protesta vivacemente lamico. Ma
non ti rendi conto che mi stai dando ancora ragione? Se lo stesso corpo pu
essere indifferentemente solido, liquido, gassoso, e poi a temperature pi alte
plasma indistinto, e poi a pressione elevatissime collassare a buco nero, allora
tutto campi di forza! La solidit non affatto una caratteristica
delluniverso. Piuttosto! prosegue tornando allidea di prima. Prova a
pensare a cosa succederebbe se ti anestetizzassi il braccio. Tu, Andrea, la
sentiresti ancora la solidit delle tue mani?
86
colori non si presentino mai nello stesso identico modo. Guarda! Eppure tu
hai la netta percezione di vedere sempre lo stesso identico oggetto. La stessa
identica unit. Una unit che proprio in quanto unit sembra avere una
vita sua propria ed indipendente da te. Guarda! Mai una immagine uguale
allaltra
Tu vuoi dire?! esclama Andrea passando a fissare il bicchiere che ha in
mano.
Ma poi resta zitto. Tiene loggetto per un attimo fermo, guardando il
cristallo, il sottofondo ed il manico tutto in metallo lavorato, e poi comincia a
farlo ruotare pian piano. Mentre lo ruota si sforza di ricordare che in mano
non ha nessun vero bicchiere, e che nella coscienza ci sono solo idee. Osserva
come l'immagine cambi parecchio anche a spostamenti ridottissimi. Dove
prima cera il colore nero del metallo, adesso c il luccichio del vetro. E
cambia continuamente tutta la sequenza dei colori, cambia la posizione
spaziale di ogni singolo luccichio e particolare. Non mai lo stesso oggetto
pensa Andrea concentratissimo. Non mai la stessa immagine, lo stesso
gruppo di colori. I colori cambiano continuamente. Andrea ha la netta
sensazione daver intuito giusto. Sono tutti colori di un campo che fa parte
della mia unit, ma io li percepisco invece come oggetto. Si guarda intorno.
Una serie di oggetti. Gli viene in mente quello che Massimo diceva a
proposito del bambino che non intuisce che la tazzina rotta e lui stesso sono
la stessa cosa. Unit, oggetti, unit.... Andrea chiude anche un occhio per
provare la sensazione di vedere sparire la tridimensionalit dell'oggetto, e
vederlo diventare come quindi un disegno su di un pezzo di carta.
Tu vuoi dire che la memoria! esclama improvvisamente. la
memoria che mantiene in un unico significato il variare dei colori anche se
questi continuano a cambiare. la memoria che li segue tutti mantenendoli
imbrigliati in ununica unit logica che continua nel tempo e nello spazio. E
quindi cos che io vedo un oggetto, dove invece c soltanto un fluttuare di
colori sempre diversi. Percepisco ununit, anche se qui lunica unit che c'
sono io
Andrea non aspetta la risposta di Massimo
cos per forza! Anche perch dopo un colore ne viene un altro! Intendo
dire: dopo il colore di questo bicchiere viene il colore dei vestiti, della ghiaia,
dellerba... Proprio come su una cartolina dove i colori sono tutti insieme.
Anzi! I colori qui sono addirittura sovrapposti perch il bicchiere di vetro.
Ma la mia memoria li isola, li seleziona, e quindi li mantiene in precise unit
logiche. Unit che a loro volta dice allontanando il bicchiere e poi
riavvicinandolo. Sono vissute nello spazio mentale come vicine o lontane.
Come questo bicchiere! Che io adesso percepisco vicino, e adesso un po' pi
pi lontano. Ecco perch posso girare un oggetto come voglio ma lo vedo
sempre isolato dal resto. la memoria che tiene tutto unito, e allo stesso
tempo tutto staccato. cos che nascono i corpi della mente!
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sulle sdraio a parlare come noi? No. Sarebbero in giro a vedere tutto. E se
piccolissimi troverebbero interessante persino vedere cosa c dallaltra parte
di un tronco. O addirittura cosa c sul lato posteriore di una semplice foglia.
O sotto un sassolino. O dallaltra parte dello stesso sassolino
S, s, ho capito. I bambini stanno caricando memorie per dare uno
spessore al mondo. Debbono vedere cosa c al di l degli astratti colori della
mente. In pratica - se ho ben capito - se uno nascesse gi adulto e si guardasse
intorno, forse non ci capirebbe niente. Vedrebbe solo una profusione enorme
di colori, senza poterli isolare in significati logici. E quindi senza poter dire:
Questo un oggetto, e questo un altro oggetto. Ho detto bene?
Certo. Questo proprio il caso dei bambini quando nascono. Tutto
colore, luce, spazio, ecc. Ma prima di riuscire a mettere ordine nel caos ci
vuole tempo
Andrea si sfrega la solita guancia e poi continua con quello che aveva gi
in mente.
Incredibile! commenta guardandosi attorno. Ma allora anche le singole
parti del nostro stesso corpo sono continuamente sostenute da memorie?
dice guardandosi ancora le mani.
Certo. Tutto memoria e soprattutto memoria. Pensa che nel nostro
campo mentale non c niente che realmente si muova
Come? Cosa vuoi dire
Massimo se resta in silenzio una decina di secondi, riandando chiss perch
col ricordo alla cena dellaltra sera, quando Andrea aveva afferrato il vassoio
fingendo di tirarglielo. Si gira poi lentamente verso lamico, con laria di dire
cose ultra ovvie.
Se io sposto la mia mano da qui a l, Andrea, e la seguo nel suo
movimento dice sottolineando le parole con il gesto cos che realmente si
sposta? La mia mano? No. In questo mondo non ci sono mani. E quindi cos
che si realmente spostato?
Andrea sta per dare una risposta, ma poi si blocca. Stava infatti per
rispondere che si sono spostate delle idee, ma si rende conto dellassurdit
della cosa. Le idee non si spostano da nessuna parte proprio in quanto idee, e
quindi nemmeno stanno da alcuna parte n vanno da alcunaltra parte.
Pensa allo schermo di un televisore, Andrea. C unimmagine che si sta
spostando. Cos che realmente si sposta?
Stavolta Andrea, sia pure dopo un attimo di riflessione, in grado di
rispondere.
Ho capito. unillusione. Dove prima era proiettato un certo gruppo di
colori, adesso ne viene proiettato un altro; e quindi abbiamo lillusione del
movimento. Ma non c niente che si sposti sul vetro
Esatto. Se io muovo il braccio, dove prima la mia mente proiettava il blu
del cielo, adesso sta proiettando il rosa della mano. E dove prima cera il rosa
della mano, adesso proiettato il blu del cielo. Ma non c vero movimento
92
E quindi?
E quindi la memoria che sta seguendo questo cangiare di colori
mantenendoli in un significato di movimento. Il significato, appunto, di una
mano che si sta spostando rispetto al cielo e a tutto il resto.
Massimo mostra ad Andrea la manica della propria camicia per far capire
che la mano sempre del solito rosa, ma le camicie si cambiano tutti i giorni.
Pazzesco! commenta Andrea andando col pensiero al discorso che nel
nostro universo tutto sempre alla stessa distanza: il naso come il sole, la
mano come il cielo.
Pazzesco, s
Massimo alza ora la mano per richiedere all'amico la pi grande attenzione.
Si alza con calma dalla sdraio e si mette di fronte all'amico.
Ti rendi finalmente conto, tu che vorresti il nostro mondo completamente
differente da quello universale, come l'universo sia invece identico a noi?
Nell'universo - ad esempio - tutto in moto, non vero?
Certo. Nell'universo non c' un solo atomo che stia fermo
S. Per in realt tutto sta fermo
Massimo si alza dalla sdraio, con gesto rapido, e va alla siepe a guardare la
citt, lasciando ad Andrea tutto il tempo per pensare.
Perch dici che tutto sta fermo?
Ma perch come su questa terra. La sentiamo girare, noi? Voglio dire, ci
accorgiamo che gira sotto i nostri piedi?
Andrea riflette un attimo. Si immagina seduto su di un raggio di luce. O su
di un elettrone che vortica attorno all'atomo.
Ho capito. Tu vuoi dire che ogni atomo dell'universo segue un percorso di
caduta libera come la Terra o la Luna. Tu vuoi dire che se un elettrone, che
pure gira migliaia di volte al secondo attorno allatomo, potesse pensare, non
si accorgerebbe affatto di girare, perch non avrebbe alcuna sensazione di
forza centrifuga o centripeta
S, fermo. Sar il resto che gli gira attorno! Lui si vedrebbe fermo. Cos
per ogni atomo. Ogni particella dell'universo ferma. Proprio come succede
nel nostro mondo. Tutto si muove, noi ci muoviamo, ma in realt tutto sta
fermo
Andrea osserva perplesso Massimo che ha accennato qualche passo verso
di lui. Il discorso dellamico troppo astruso perch sia senza scopo.
Cosa vorresti dire? chiede con tono sospettoso. Tu non ti stai riferendo
solo al fatto che la mente uno schermo, vero?
Massimo sorride, a fa all'amico il gesto di andare avanti. Andrea abbassa lo
sguardo per alcuni istanti, e poi comprende quello che lamico sta cercando di
dirgli.
Ho capito. Se tutto questo mondo un'idea, noi non andiamo realmente
mai da nessuna parte. Proprio come l'universo
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Nonostante tutte le indicazioni fornitegli da Massimo, Andrea sta per prendere un granchio.
Lui ha perfettamente capito che la testa che ha sulle spalle un'idea come tutte le altre. Ha
capito che solida come una formula per calcolare le tasse, o come il verso che fa il tuo gatto
quando ha fame. Mentalmente solida.
Ma ora, nel momento in cui ci riflette su, capisce una cosa sbagliata. Capisce cio di essere
dentro la mente per intero: mani piedi, testa, scarpe, occhi, naso, bocca...
Sta sbagliando, naturalmente. Lui non pu essere dentro la mente, perch lui l'intera mente.
Quindi ogni cosa.
Tuttavia, anche se sbaglia, non preoccupiamoci pi di tanto. Andrea sta infatti positivamente
cominciando a capovolgere il mondo e rovesciare le sue antiche ottiche infantili.
Lasciamolo pure per qualche minuto in questa convinzione che, se pure errata, comunque
meglio di quella di pensare s stesso come corpo in mezzo ai corpi.
Non gli far male.
riferimenti fisici perch costruita con alfabeti mentali di solidit, luce, spazio,
colori, tatto.... Andrea pensa agli altri numerosi alfabeti: freddo, caldo,
dolore, piacere, nostalgia, paura... Si tocca la testa sforzandosi di sentirla
come una idea senza spessore.
Dunque, vediamo di capire pensa intensamente concentrato. In questa
testa non c alcun cervello. Non ci sono organi. un fantasma di colori e
sensazioni. E quindi.... Andrea si guarda attorno.
E quindi cosa?.
Sente che c' un quid che gli sfugge, ma non riesce a capire quale. Certo!
Se un chirurgo apre una testa vede il cervello. Ma anche questa testa - per lui
che la guarda - una idea. E dove prima aveva lidea della scatola cranica,
dell'osso, adesso ha invece quella della carne e del sangue. Non cambiato
niente.
Andrea pensa, con un attimo di sconcerto, al sangue che gli scorre nel
corpo, e il dubbio gli cresce di diecimila volte.
Ma per mi esce del sangue se mi taglio! Come fa il mio corpo ad essere
unidea? pensa totalmente confuso. Ma gli viene subito in mente quello che
direbbe Massimo: E tu il sangue di che colore lo vedi? Lo vedi forse rosso?
Cio alfabeto mentale di tipo colore, sezione rosso, sotto sezione rosso
scuro?.... Andrea sorride nel pensare alla comica risposta, ma torna subito
serio.
Dunque pensa estrapolando dai vari concetti Quella testa che tutti siamo
convinti davere ben salda e concreta sulle spalle invece solida come i
pensieri che si fanno e le frasi che si pronunciano. Andrea scuote la sua,
innervosito dal non riuscire a capire cosa c che non va. Quindi, tra una
parola, oppure un concetto, o una regola matematica, o un colore, e una
qualsiasi testa, non c alcuna differenza. Idee quelle, idea la testa, idee i
colori, idee il tatto, idea tutto....
Andrea richiama mentalmente quanto si d normalmente per scontato come
mentale: pensieri, parole, sensazioni, sentimenti, emozioni... Ma anche
concetti, formule matematiche, equazioni, poesie.
La testa che abbiamo solida come latto di ricordarsi il nome di un
paese. O concreta come capire il teorema di Pitagora. Bah!. Ha un altro
improvviso dubbio quando si accorge che i pensieri si sentono per dentro la
testa.
I pensieri si sentono proprio dentro la testa. Dentro. E quindi.... Ma
anche questo dubbio dura soltanto un attimo. Gli ritornano infatti in mente i
pasticci fatti dai bambini.
E quindi non significa niente pensa girandosi verso la casa.
sufficiente che la mente proietti i pensieri dove c lidea della testa, ed ecco
fatto! Noi abbiamo limpressione di pensarci dentro. Anzi! proprio in
quanto la testa un'idea esattamente come pensare che la mente pu
coordinare tra loro le due cose. Se no, come potrebbe?.
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Andrea resta immobile per una decina di secondi, pensando alla curiosit di
una mente che sbagli a proiettare i pensieri e li inserisca invece dentro in una
gamba.
Sar possibile? si chiede perplesso. Magari su sei miliardi di persone ci
sar qualche matto che sente la sua gamba pensare?.
Andrea sorride pensando alla curiosa situazione, ma poi torna subito a
concentrarsi su quello che non riesce a definire. Sente di esserci vicino, ma non
riesce a capire a cosa. Se la testa unidea, come faccio allora a dire che tutto
questo mondo dentro di me? Non possibile. Non pu essere dentro di me se
gi la stessa testa un'idea dentro di me. Non possibile. un controsenso.
Andrea trattiene il respiro. Ha la sensazione di stare per arrivare alla
soluzione, e che ci manchi appena un capello o forse meno. Alza lo sguardo
verso il cielo tentando disperatamente di mantenersi afferrato a quel quid che
sente vicino. Si ripete quello che ha appena pensato.
Se la testa unidea, come faccio allora a dire che questo mondo sia dentro
di me? Non possibile. Non pu essere dentro di me se la testa stessa gi
dentro di me. Non possibile.
Andrea si sente vicinissimo. Ma a cosa? Ed finalmente nel guardare il
grosso tronco del pino che improvvisamente capisce cosa c che non va. Si
volta a guardare il cielo, la citt, e poi si gira ancora verso la casa. Finalmente
c' arrivato! Andrea colpito dalla vastit della scoperta che si sta facendo
strada nella sua coscienza. Si gira ancora verso la valle, picchiando le mani tra
loro e abbassando la testa con gli occhi chiusi. Ma s! Tutto quadra, cos che
stanno le cose!
Ho capito! un mondo rovesciato! dice a s stesso alzando gli occhi al
cielo. Ecco che cos che non andava. Non affatto il mondo ad essere entro
di me! Ma lesatto contrario! Sono io ad essere dentro questo mondo! Sono io
che vengo prodotto dalla mente!.
Andrea ripensa al cervello chiuso al buio, al suo lavoro, e a quellintero
mondo che nasce dopo tutto i modi mentali e la memoria che li ingloba.
Non sono affatto questi alberi ad essere dentro di me. Non sono il cielo e
il sole ad essere dentro di me. Ci sono dentro anchio, invece, assieme a tutti
loro! Anchio ci sto dentro! il cervello che mi sta formando! la mia mente
che mi sta producendo corpo, mani, testa, piedi... Ma allora?.
Andrea cammina piano sul vialetto tra la siepe e laiuola, con gli occhi
socchiusi e rivolti in basso. Ma allora sto camminando dentro il cervello! Mi
sto muovendo dentro la mia testa! Se ci sono tutto dentro!?.... Andrea guarda al
sole e allorizzonte.
Io sono dentro il mio cervello? questa la verit?.
Si ferma improvvisamente davanti ad un fiore giallo. Ci sono due insettini
immobili sulla corolla. Con un senso di smarrimento, e di strana gioia nello
stesso tempo, Andrea si trova a formulare un pensiero bizzarro. Un pensiero
che soltanto un paio di ore prima avrebbe ritenuto impossibile.
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Ma per non puoi tentare salti impossibili. Qualunque cosa tu faccia per
immaginare il tuo corpo vero, alla fine sar sempre e soltanto unidea. O una
fissazione. Perch resti confinato nel mondo delle tue rappresentazioni
Andrea se ne resta zitto per una ventina di secondi, ma poi replica.
S! Per io so almeno com fatto. Per esempio so che fatto di atomi
Atomi? Quali atomi? Quelli che hai studiato a scuola? Ma quelli sono
ancora concetti; idee. Anche se li guardi al microscopio ne avrai sempre e
soltanto immagini mentali. O forse vuoi parlarmi dei campi di forza che
legano assieme le tue molecole? Ma quelli non si vedono neppure! O vuoi
forse parlarmi del campo gravitazionale che il tuo corpo emette? Anche
quello un concetto, sai? Anche quella unidea che hai imparata a scuola, e
che se vuoi capire cosa sia dovrai comunque capirla attraverso formule,
numeri, concetti, equazioni, e teorie. Ma formule e numeri e concetti sono
ancora altre rappresentazioni mentali
S, ma per queste idee funzionano. E quindi sono vere
S, funzionano. Funzionano tutte. Ma sono e resteranno sempre idee
perch noi non possiamo uscire dal nostro universo
Andrea abbassa la testa pensieroso. Si guarda attorno per un po, e poi
decide di finire quanto gli resta nel piatto. Ha perfettamente capito il
concetto, ma qualcosa in lui si rifiuta di arrendersi.
Cos non posso neanche tentare di immaginare come possa essere fatto il
mio corpo protesta quindi ancora.
No. Non puoi. Non ha senso. Ad esempio, ha qualche senso che tu provi
ad immaginare il campo gravitazionale che emetti? Lo sai dove termina il tuo
campo gravitazionale? In fondo alluniverso, Andrea! In fondo, a miliardi di
galassie di distanza, il tuo campo gravitazionale ancora presente. Poco,
niente, ma esiste. E tu vuoi immaginarlo!? O preferisci immaginare soltanto
gli atomi perch la cosa un po' pi facile?
Andrea finisce lultimo boccone e rimette il piatto sul tavolino, passando a
servirsi da bere. Il dolce mette sete.
S, ho capito. Non ha senso cercare di immaginare ci che non mentale
Andrea riappoggia poi la testa alla sdraio, e si mette a guardare le nuvole.
Lorizzonte tutto sgombro, tranne un certo addensarsi di cumuli in fondo
alla pianura. Massimo sta invece grattando con le unghie delle asperit del
tavolino, vecchio di chiss quanti anni.
Io direi dice scandendo le parole. Che addirittura presunzione cercare
di farlo. Quello che tu chiami corpo vero, cos in definitiva? Se lo pensi con
la logica, questo corpo lESSERE. LESSERE con tutte le vocali e le
consonanti maiuscole. Ebbene, riesci tu ad immaginare cosa sia lESSERE?
Andrea fa una smorfia. Difficile immaginarlo.
LESSERE, Andrea, lenergia che ci forma! Ebbene. Riesci ad
immaginare da dove viene, quando nata, e come si formata?
Andrea annuisce lentamente. C della follia a voler immaginare questo.
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IO E LA CONOSCENZA un testo formato da tre differenti libri, simili per struttura e senso. Gli altri due, Seconda e Terza
Giornata, sono in elaborazione. Il presente testo rester comunque rimaneggiabile dallautore, sia pure in dettagli linguistici e
non sostanziali, sino a che non saranno pubblicate su internet anche le altre due Giornate.
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