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VIA CRUCIS VENERD SANTO 2017

Preghiera iniziale (fra Antonio)

Salvatore dellumanit, oggi ancora ripeti ad


ognuno di noi: chi vuole essere mio discepolo,
prenda su di se ogni giorno la sua croce e mi
segua. E noi con piena consapevolezza Ti diciamo:
s, o Ges.
Ti scegliamo come unico nostro Maestro e Signore.
E con te vogliamo ora ripercorrere spiritualmente la
strada della tua passione per metterci al tuo
seguito con piena disponibilit, ed imparare a
portare la nostra croce con amore, come lhai
portata Tu. Durante questa via crucis, o Signore,
apri il nostro cuore perch possiamo comprendere,
almeno un po, il mistero di quellinfinito amore che
Ti ha spinto a dare la tua vita per noi, per la nostra
salvezza.
O Maria, Madre Addolorata, ora e in ogni momento
della nostra vita, aiutaci a percorre dietro Ges la
via della croce, che strada damore e di salvezza,
lunica che conduce alla vita eterna. Amen

1 STAZIONE: GES CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo ...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 14-15)

Pilato diceva loro: Che male ha fatto?. Ma essi gridarono pi forte:


Crocifiggilo!. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in

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libert per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Ges, lo consegn
perch fosse crocifisso.

parla Pilato (Gianluigi)


Quella mattina, davanti a me, quell'uomo mi disse
delle parole assurde, senza senso: Chiunque
dalla verit, ascolta la mia voce!. Cos' la
verit?. Fu questa la domanda che gli posi, diretta
e tagliente come una lama. Non credevo alle mie
orecchie: chi pensava di essere? Prima di lui tanti
uomini avevano cercato di dare un senso a quella
parola senza riuscirvi! Di certo era un pazzo, uno a
cui aveva dato di volta il cervello: si, non poteva
essere altrimenti. Mi resi conto che la sua era una
morte assolutamente inutile, e che lui era un
semplice fantoccio innocente nelle mani di quegli
uomini gretti ed ottusi che facevano parte del
Sinedrio. Glielo consegnai, cos'altro potevo fare?
Del resto, lo feci senza tanti scrupoli: di fronte alla
necessit della politica e del governo, cosa poteva
contare il sangue di un uomo, colpevole o
innocente che fosse?
Eppure, strano: ancora adesso che sono vecchio,
dopo tanti anni, quando sono solo, la sera mi fermo
ad ascoltare il vento, fuori dalla mia finestra. Ed in
quel soffio sento ancora la voce di quell'uomo,
quasi come un sussurro delicato che mi dice:
Chiunque dalla verit, ascolta la mia voce!.
una strana sensazione, quella che mi prende il
cuore: ho forse perso un'occasione importante?
Dovevo ascoltare meglio quanto mi diceva? Non lo
sapr mai, adesso troppo tardi.
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pausa di silenzio
Miserere nostri

2 STAZIONE: GES PRENDE LA CROCE SU DI S

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 20)

Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero
indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

parla Pietro (fra Alessio)


Avevo ancora gli occhi pieni di lacrime, quel
mattino. Il canto del gallo aveva squarciato la coltre
di presunta sicurezza, di fedelt posticcia, di amore
incondizionato che avevano accecato i miei occhi
fino ad allora. Mi ero sentito bravo, giusto e fedele
alla causa del Maestro! Come era bastato poco per
crollare, sotto il peso di una paura e di un timore
codardo e vigliacco. Guardate tutti Simone, figlio
di Giona! - avrei voluto gridare guardate la roccia,
la pietra su cui Egli avrebbe voluto costruire il suo
nuovo regno.... Tutto era finito, non era rimasto pi
niente, se non il rimorso di un rinnegamento,
consumato solo poche ore dopo avergli giurato
fedelt eterna ed incondizionata. Lo avevo sentito
dire parole enigmatiche, oscure: Mi lascerete
solo, aveva detto. Ora so che cosa la solitudine:
quella sua, fatta di rifiuto e di chiusura, ma anche
quella mia, costruita dalla mia codardia e dalla mia
paura. Eppure, nei suoi occhi miti e addolorati che
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mi hanno guardato proprio dopo che io avevo
pronunciato quelle parole maledette, non ho scorto
n biasimo n condanna: solo affetto e
compassione. Ma ecco... adesso lo portano fuori dal
Pretorio, e gli caricano addosso una croce pesante.
Riuscir mai ad arrivare fino in fondo con quel peso
sulle spalle? Forse, se riuscir a fargli sentire il
sapore del mio pentimento e delle mie lacrime, ci
riuscir davvero.

pausa di silenzio
Miserere nostri

3 STAZIONE: GES CADE LA PRIMA VOLTA

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal libro del profeta Isaia (53, 4. 7)

Eppure egli si caricato delle nostre sofferenze, si addossato i nostri


dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Maltrattato, si lasci umiliare e non apr la sua bocca; era come agnello
condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori e non
apr la sua bocca.

parla Giuda Iscariota (Stefano)


Fu proprio Lui ad avvelenarmi. Con le sue fantasie,
con le sue bugie e con le sue illusioni. Ed io, ancora
pi sognatore e stupido di Lui, mi ero fidato per un
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giorno, un solo giorno, delle sue promesse. Ma ora,
quel giorno era finito, e al suo posto era scesa la
notte. Che avrei dovuto fare? Cercai di porre un
limite alla sua follia, e lo vendetti ai Sacerdoti del
Sinedrio. Io non volevo che morisse, no! Avrei
voluto parlargli ancora, spiegargli che quanto avevo
fatto era per il suo bene, per il mio bene... Ma
ormai era troppo tardi. Il rimorso lascia una piaga
inguaribile nel cuore, e quella ferita era stata come
un varco, dal quale era entrata la tenebra. Decisi di
farla finita, piuttosto che vivere per sempre con
quel rimorso. Uscii per andarmi ad impiccare, e fu
proprio li, mentre fuggivo, che lo vidi, caduto sotto
una croce troppo pesante, troppo difficile da
portare per chiunque. Come sei patetico e inutile
gli dissi ! Dov' la tua gloria, adesso?. Glielo
sussurrai con disprezzo, convinto che Lui non
potesse sentirmi, ed invece, mentre lo rimettevano
in piedi, Lui si volt proprio verso di me e mi scrut.
Erano occhi velati di una tristezza infinita, e capii
che quegli occhi piangevano per me e per il mio
destino. Fuggii via, ferito dal suo sguardo, e fu
come una luce flebile che si spegne per sempre nel
buio e nell'oscurit; cos, mi lasciai inghiottire da
una notte senza fine.

pausa di silenzio
Miserere nostri

4 STAZIONE: GES INCONTRA SUA MADRE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

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Dal Vangelo secondo Luca (2, 34-35. 51)

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: Ecco, Egli qui per la
rovina e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione
e anche a te una spada trafigger lanima , affinch siano svelati i
pensieri di molti cuori. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo
cuore.

parla Maria di Magdala (sor. Tiziana)


Come potevo lasciarla da sola? Povera donna,
dovevate vederla! Passava tra la folla inferocita che
urlava contro suo figlio, ma lei pareva non
accorgersene. Era come intenta ad ascoltare una
voce che solo lei poteva sentire, mentre
camminava con passo incerto per quel viottolo che
dava sulla via principale. Proprio li in mezzo, era
come acqua pura che scorreva e lavava tutto
quell'odio e quel disprezzo. Poi, ad un certo punto,
lo vide: com'era sfigurato il suo volto, e come lo
avevano piegato nel vigore della sua giovinezza!
Ma lei non vide tutto ci: i suoi occhi cercarono
quelli di Ges, e mentre io la proteggevo dalla folla
che non si accorgeva di lei e che la spingeva, gli
tese la mano, proprio mentre gli passava accanto.
Lei riusc a sfiorare il capo di suo figlio, coperto di
spine e di sangue, e poi pass le sue dita sul suo
viso. Quanti uomini avevo abbracciato ed amato
nella mia vita... eppure, non avevo mai visto un
gesto cos delicato e pieno di amore! Allora mi
ricordai dove avevo visto una carezza come
quella... Madre che accompagna il suo bambino a
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dormire, per proteggerlo dalla paura dei fantasmi e
dalle menzogne della notte; con la sua mano forte
e con gesto delicato, gli aveva detto di riposare
sereno e senza paura, perch lei avrebbe vegliato
accanto a lui.

pausa di silenzio
Miserere nostri

5 STAZIONE: IL CIRENEO AIUTA GES

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 21-22)

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone


di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo.
Condussero Ges al luogo del Glgota, che significa luogo del cranio.

parla Simone di Cirene (fra Salvatore)


Nella mia vita ho sempre dovuto lavorare sodo per
poter vivere dignitosamente. Nessuno ti regala
niente!, dicevo sempre. Ed anche quel giorno,
dopo una giornata di duro lavoro mentre tornavo
dai campi, cercavo di spiegare quella lezione ai
miei figli, mentre camminavamo sulla via del
ritorno a casa. E fu qui che avvenne l'imprevisto: un
manipolo di soldati, un condannato a morte con
una croce addosso, la folla che urlava... Mi
imposero di prendere la croce di quell'uomo e di
portarla al suo posto fino al luogo del supplizio. Non
volevo avere niente a che fare con lui. Per, non
potevo rifiutarmi. Non riusciva pi a parlare e
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temevo che il suo cuore si sarebbe schiantato da un
momento all'altro, per fu proprio mentre sollevavo
la croce che lo guardai negli occhi:... Cosa avvenne
in me? Fu la luce del sole che scendeva rosso
come il sangue ad abbagliarmi, oppure fu lui? Non
so dirlo. So solo che in quegli occhi lessi una parola,
proprio mentre Egli, con la sua mano stanca ed
insanguinata, mi sfiorava la spalla: grazie!.
Ancora oggi mi torna in mente quello sguardo, e
sento ancora la sua mano delicata. Non conoscevo
nemmeno il nome di quell'uomo, ma quel giorno ho
ricevuto pi di quanto fossi riuscito a guadagnare
nella mia vita: i suoi occhi pieni di gratitudine, e la
sua mano sulla mia spalla.

pausa di silenzio
Miserere nostri

6 STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI


GES

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal libro del profeta Isaia (53, 2-3)

Non ha apparenza n bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore


per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori
che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

parla una donna del popolo (sor. Monica)


Non fu facile avvicinarsi, proprio mentre la folla
urlava e lo insultava tirandogli sassi e sputandogli
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addosso. Non fu nemmeno semplice superare la
barriera di soldati che gli intimavano di far presto.
Eppure, vinsi anche la paura che mi attanagliava il
cuore: volli portare un po' di sollievo a colui che per
tanti mesi aveva dato conforto a gente come me.
Semplici, straccioni, peccatori o prostitute... Che
importava? Il Maestro aveva detto di non essere
venuto per i sani, ma per i malati. Presi la prima
cosa che mi capit tra le mani: un semplice pezzo
di stoffa. Era lino, lo ricordo bene. E poi... andai.
Mentre mi avvicinavo, sentii la voce di una donna
che mi disse: Cosa puoi fare per dargli sollievo?
Non basterebbe l'acqua di tutti i fiumi del mondo
per placare la sete ardente che gli brucia
nell'intimo del cuore!. Hai ragione le dissi: io
non ho a disposizione tanto. Ma forse, anche solo
qualche goccia potr dargli refrigerio!. E sicura,
con passo spedito, andai verso di lui. Permetti,
Maestro?, e mentre Lui si voltava verso di me, gli
asciugai il sudore e il sangue dal suo viso con quel
lino. Non disse nulla, e continu il suo incedere
lento e inesorabile verso il suo destino: per, fui io
a ringraziarlo, perch grazie a Lui avevo capito che
anche se non avr mai a disposizione tutta l'acqua
del mondo, avr sempre a disposizione qualche
goccia, e questa basta.

pausa di silenzio
Miserere nostri

7 STAZIONE: GES CADE LA SECONDA VOLTA

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Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal libro del profeta Isaia (53, 5)

Egli stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquit. Il
castigo che ci d salvezza si abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi
siamo stati guariti.

parla una donna adultera (Annamaria)


Nemmeno io ti condanno. Quelle parole si erano
scolpite dentro la mia mente, e non riuscivo a
trovarne la logica. Mi aspettavo che Lui biasimasse
il mio gesto, il mio peccato, ed invece... Lui non mi
aveva condannata. Allora compresi che non solo mi
aveva salvato la vita, ma quell'uomo mi aveva fatto
un regalo che nessuno, prima di allora, mi aveva
mai dato: la dignit. La gente si sa dimentica in
fretta, ed in poco tempo io non fui pi la sgualdrina
di fronte alla quale provare disgusto o da guardare
con sguardi lascivi. Poi, un giorno, vennero ad
avvisarmi in tutta fretta: stava andando verso il
Calvario, con una croce sulle spalle! Vinsi il rispetto
umano e la convenienza calcolatrice, e spingendo
tra la folla riuscii a vederlo: ecco, arrancava sotto il
peso di quella croce enorme, e dopo qualche passo
cadde rovinosamente sotto di essa. Mi ricordai di
quel giorno, mentre anch'io, con il viso prostrato
nella polvere, chiedevo piet senza nemmeno
alzare gli occhi verso colui che mi aveva salvato: ed
ora era li, esattamente nella stessa posizione. Fu
allora che piansi di riconoscenza perch anche Lui,
per non lasciarmi sola, aveva prostrato il suo volto
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a terra: e con gli occhi carichi di amore verso di Lui,
lo guardai mentre lo rimettevano in piedi e lo
spingevano a camminare verso il luogo nel quale il
suo destino si sarebbe compiuto.

pausa di silenzio
Miserere nostri

8 STAZIONE: GES INCONTRA ALCUNE DONNE


PIANGENTI

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Luca (23, 27-28)

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano


il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Ges, voltandosi verso di loro,
disse: Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi
stesse e sui vostri figli.

parlano le donne di Gerusalemme


sor. Monica: Spesso gli uomini ostentano falsa
compassione ed i loro sentimenti non sono veritieri.
Ma noi, quella mattina, piangevamo davvero, con
tutto il cuore. Perch Lui non era stato un Rabb
come tutti gli altri. A quel tempo, noi donne non
eravamo considerate affatto, eppure Ges non ci
riteneva delle stupide, o come persone senza un
cervello per pensare o un cuore per amare. Egli si
era degnato persino di trattarci come discepole, e
permetteva che noi andassimo ad ascoltare il suo
insegnamento. Era giusto, allora, attenderlo sulla
strada per piangere la sua condanna ed il suo
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supplizio.
sor. Tiziana: Eppure, quella mattina, lungo la via
del suo dolore, ci disse parole che non avevamo
mai sentito uscire dalla sua bocca. Con un filo di
voce, quasi a stento, ci disse: Donne di
Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi
stesse e sui vostri figli!. Qual era il senso del suo
dire? Pensai istintivamente al mio figlioletto, a casa,
ignaro di tanto dolore e di tanta sofferenza. Allora
capimmo: gli uomini non avevano saputo
riconoscere in Lui l'innocenza e la mitezza. Come
avrebbero potuto riconoscerla allora nei nostri figli
e nei nostri bambini? Un brivido mi corse sulla
schiena, e guardammo con infinita piet colui che
lentamente si dirigeva verso il monte Calvario.

pausa di silenzio
Miserere nostri

9 STAZIONE: GES CADE LA TERZA VOLTA

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 6-7)

Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio


lessere come Dio, ma svuot s stesso assumendo una condizione di
servo, diventando simile agli uomini.

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parla Giovanni, il discepolo prediletto (fra Alessio)
Non potei fare nulla per Lui, nemmeno quando
cadde per la terza volta sotto il peso della croce
proprio davanti a me. Era l davanti ai miei piedi
mentre in quel momento ero stato spinto avanti
dalla folla, mentre i soldati romani intimavano di
non avvicinarsi, maledicendo e bestemmiando. Lo
rividi nella stessa posizione, solo qualche ora
prima. Come era stata diversa dalle altre volte,
quella cena pasquale! Aveva parlato a noi,
dicendoci parole che a dire il vero nessuno di noi
aveva capito bene. Fu allora che Egli fece un gesto
inaudito: si chin, e lav i piedi a tutti noi, e dopo ci
disse che se ne doveva andare e che noi non
avremmo potuto seguirlo. Una lacrima furtiva solc
il mio viso, proprio come adesso che era gettato a
terra davanti ai miei piedi, davanti ai piedi dei
soldati romani, davanti ai piedi della folla, davanti
ai piedi dell'umanit intera. Eppure, come facevano
a non capire? Egli non era caduto per la
stanchezza: grazie alla croce aveva potuto chinarsi
ancora, e lavare i piedi di tutta l'umanit. Se non ti
laver i piedi, non avrai parte con me!, aveva
detto a Pietro. Non so come, ma in quel momento
ne compresi il senso, e fu li che sorrisi, nonostante
il suo dolore: Lui se ne accorse, e mentre si
rimetteva in cammino con la croce sulle spalle, mi
guard, consolato dal fatto che almeno qualcuno
avesse capito il suo segreto.

pausa di silenzio
Miserere nostri
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10 STAZIONE: GES VIENE SPOGLIATO DELLE VESTI

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 24)

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ci


che ognuno avrebbe preso.

parla Caifa (Giorgio)


Sono duemila anni che sento su di me il biasimo di
tutti coloro che si sentono in diritto di giudicare il
mio operato. Ma voi cosa avreste fatto al mio
posto? Aveva detto una volta di essere venuto a
portare una spada, un fuoco sulla terra: ma il
prezzo per tutto ci era troppo alto, e qualcuno
doveva fermarlo. Quel giorno parlai con lucidit: E'
meglio che muoia uno solo, piuttosto che la nazione
intera!, e gli alti annuirono. Il verdetto era stato
emesso, e la sentenza doveva essere messa in atto
al pi presto. Io stesso lo seguii, anche se da
lontano, verso il Calvario per essere certo che il
Nazareno venisse eliminato, e la calma e la pace
tornasse sul nostro popolo. Quando arriv sul luogo
stretto ed angusto nel quale erano gi state
piantate i pali delle croci, gli strapparono gli stracci
che aveva addosso. Il suo corpo nudo mostrava ora
tutta la violenza che si era abbattuta su di lui. Era
peggio di un verme, senza dignit, senza niente
con cui coprire la sua nudit... Fu allora che mi
vennero in mente le parole del Profeta Isaia: Non
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aveva bellezza n apparenza per attirare i nostri
sguardi, tanto era sfigurato dal dolore. Perch
proprio quelle parole? Lui non era il Messia, ne ero
certo! Scacciai quelle parole dalla mente ed
osservai, mentre la giustificazione che mi davo in
quel momento, la ragione di stato, chiuse per
sempre il mio cuore nell'indifferenza e nella cecit.

pausa di silenzio
Miserere nostri

11 STAZIONE: GES INCHIODATO ALLA CROCE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Luca (23, 39-43)

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi!. Laltro invece lo rimproverava dicendo: Non hai
alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi,
giustamente, perch riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre
azioni; egli invece non ha fatto nulla di male. E disse: Ges, ricordati di
me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verit io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso.

parla un centurione (fra Salvatore)


Se sei un centurione come me, devi fare l'abitudine
alla morte. Quella mattina avevamo inchiodato tre
uomini sulle croci in un colle appena fuori da
Gerusalemme, e stavamo giocandoci a sorte le loro
vesti, mentre i loro rantoli diventavano sempre pi
radi ed i loro corpi sempre pi lividi. Poi mi accorsi
che tra i vestiti di uno di loro c'era una tunica. Non
aveva cuciture: era fatta da un unico pezzo. Non
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volli strapparla, e poi... mi ricordai che avevo
sentito dire da un giudeo, diverso tempo prima, che
quelle tuniche erano indossate dai loro sacerdoti
nel tempio. Mi voltai a guardare sulla croce l'uomo
a cui apparteneva quella tunica: non mi sembrava
affatto un sacerdote, eppure... fu proprio mentre
volsi lo sguardo verso di lui che lo sentii
mormorare, con un filo di voce, poche parole
stentate e flebili come un soffio di vento: Padre,
perdona loro... non sanno quello che fanno. Cosa
significavano quelle parole? Io avevo sentito
sempre i condannati a morte vomitare dalla loro
bocca le peggiori bestemmie, e lui invece, chiedeva
perdono per noi! Avevo la tunica fra le mani, e
compresi che quell'uomo era davvero sacerdote: il
suo era un culto diverso, ed il suo Dio sapeva
piangere per chi sbagliava e perdonare anche
coloro che lo mettevano in croce. Fu allora che mi
vennero fuori quelle parole: Davvero costui era il
Figlio di Dio!.

pausa di silenzio
Miserere nostri

12 STAZIONE: GES MUORE IN CROCE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 33-39)

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio. Alle tre Ges grid a gran voce: Elo, Elo, lem sabactni?,
che significa: Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?. Udendo
questo, alcuni dei presenti dicevano: Ecco, chiama Elia!. Uno corse a
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inzuppare di aceto una spugna, la fiss su una canna e gli dava da bere,
dicendo: Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere. Ma Ges,
dando un forte grido, spir. Il velo del tempio si squarci in due, da cima
a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare
in quel modo, disse: Davvero questuomo era Figlio di Dio!.

parla un ladro (Gianluigi)


Ho sempre rubato, nella vita. Ma quella volta and
male: fui preso e condannato a morte. Mi
inchiodarono sulla croce, mentre gridavo per il
dolore a tutto il mondo: La colpa di tutti voi,
ipocriti benpensanti, falsi e crudeli che purificate le
vostre mani ed indurite i vostri cuori!. Poi, il fiato e
le parole morirono sulle mie labbra: ecco, il
momento era giunto. Fu allora che mi accorsi del
condannato accanto a me. Lo guardai meglio, e
sebbene a fatica, lo riconobbi: lo avevo sentito una
volta parlare ad una folla assetata di vita nuova:
Chi di voi aveva detto se ha cento pecore e ne
perde una, non lascia le altre novantanove e la va a
cercare?. Dio mi perdoni, ma in quel momento
ebbi la netta sensazione che quell'uomo avesse
parlato proprio di me. Lo guardai, mentre era gi in
preda agli spasmi dell'agonia, e lo chiamai:
Ges.... Non avevo pi fiato in gola, ma gli dissi
con il cuore che quel giorno, tanto tempo prima,
avevo capito che parlava proprio a me. Non mi ero
sbagliato, vero? Lui mi guard, e capii che avevo
ragione. Cercai di dirgli le parole pi educate e
solenni che avessi mai conosciuto, se magari si
fosse preso cura di me, dopo. Ricordati di me,
quando sarai nel tuo regno. Oggi stesso, mi
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disse. E fu allora che il mio lungo peregrinare si
concluse, e finalmente tornai a casa.

pausa di silenzio
Miserere nostri

13 STAZIONE: GES VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Marco (15, 42-43. 46a)

Venuta ormai la sera, poich era la Parasceve, cio la vigilia del sabato,
Giuseppe dArimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava
anchegli il Regno di Dio, con coraggio and da Pilato e chiese il corpo di
Ges. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce.

parla Nicodemo (Stefano)


Mio dolce Cristo, se tu fossi qui con me adesso,
chiss se mi avresti detto ancora le parole che mi
dicesti quella notte, quando venni da te a cercare
luce in una oscurit che non era fuori, ma era
dentro di me. Volevo davvero conoscerti! Ti avevo
sentito parlare altre volte, ed ogni volta tu avevi
fatto nascere in me il desiderio di capire, di entrare
nel mistero di Dio. Sembra strano, vero? Per una
vita intera avevo insegnato e parlato dell'Altissimo
benedetto Egli sia! - eppure, dopo aver ascoltato
te, mi sembrava di non averlo mai conosciuto
veramente. Devi rinascere dall'alto, se vuoi
entrare nel regno di Dio!. Cos mi dicesti, Signore.
Ed io non capii. Non dissi niente, ma le tue parole
mi avevano ferito. Ora, sono qui, a portarti mirra ed
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aloe. Un giorno, tanti anni fa, qualcuno te l'aveva
gi regalata, la mirra. Era forse una profezia? Non
saprei. Se per fosse cos, mi piace pensare che il
suo profumo avvolger il tuo corpo, e quell'antico
vaticinio si sia compiuto per mezzo mio. Ecco, ora ti
danno in braccio a tua madre: Quali parole potremo
dire per consolarla? Con che cosa potremo
asciugare le sue lacrime? Io conosco le parole
giuste. Sono quelle che tu stesso mi dicesti quella
notte: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo
Figlio, perch chiunque crede in Lui non muoia, ma
abbia la vita eterna!. Si, certamente anche lei
capir.

pausa di silenzio
Miserere nostri

14 STAZIONE: GES VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo...

Dal Vangelo secondo Matteo (27, 59-60)

Giuseppe prese il corpo [di Ges], lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo


depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia;
rotolata poi una grande pietra allentrata del sepolcro, se ne and.

parla Giuseppe di Arimatea (Giorgio)


Fino a quel giorno avevo avuto paura di farmi
vedere con Lui. Non volevo che gli altri mi
disprezzassero perch seguivo il Maestro. Lui lo
sapeva, ma mi accoglieva lo stesso, anche quando
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andavo a lui di nascosto per paura di essere
riconosciuto. Eppure, quel venerd, tutto cambi: su
quella croce era stata inchiodata persino la mia
paura. Andai io stesso a chiedere a Pilato il suo
corpo, con il coraggio di chi chiede un dono
prezioso e con la forza di chi combatte per ci che
gli spetta. Amico mi disse sai che essere
compagni di quell'uomo molto pericoloso? Vuoi
metterti contro tutto il Sinedrio?. In quel momento
sorse in me un desiderio, che veniva dalla mia
anima ormai guarita: quello di cantare. Mi trattenni
a stento dall'intonare i salmi della vittoria e del
ringraziamento, proprio come si fa quando si
vinta una guerra. Portammo il suo corpo nel mio
sepolcro nuovo. Fu fatto tutto molto in fretta,
perch era la Parasceve, e di li a poco sarebbe
stata la Pasqua di noi Giudei. Non so dire cosa mi
prese quando la pietra fu fatta rotolare dinanzi alla
tomba, ma Dio mi perdoni! ebbi la certezza che
in quel momento non avevamo sepolto un
cadavere. Avevamo seminato: si, nei solchi profondi
della storia e nel campo immenso dell'umanit,
avevamo deposto un seme, che di li a poco sarebbe
germogliato. Noi, dovevamo soltanto aspettare un
poco.

pausa di silenzio
Miserere nostri

EPILOGO
Parla un uomo contemporaneo (Stefano)
Io, invece, quel giorno non c'ero. Non ero presente
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mentre il dramma di quell'uomo si consumava in
mezzo all'indifferenza dei pi ed alla compassione
dei pochi amici fedeli. Non l'ho visto mentre veniva
condannato, ed i miei occhi guardavano altrove
mentre cadeva tre volte sotto il peso della croce.
Non mi sono accorto nemmeno quando delle donne
pietose gli si sono avvicinate e gli hanno detto il
loro cordoglio, e non ho notato il centurione che
esclamava sotto la croce che era proprio Lui il figlio
di Dio. Non ero io quello che lo ha aiutato a portare
la croce fin sul Calvario, e non c'erano le mie mani
assieme a quelle di Nicodemo e di Giuseppe di
Arimatea ad accoglierlo e a prepararlo per il suo
ultimo giaciglio di pietra. Nonostante ci, anch'io lo
cerco per quella strada dolorosa, su quella Via
Crucis che ogni giorno tanti di noi devono
percorrere. Le strade non sono quelle di
Gerusalemme, sono quelle delle nostre citt, nelle
quali si svolgono le nostre vite. Eppure, il suo dolore
non terminato! La sua sofferenza non finita: per
questo, vorrei chiederti, o Cristo, cosa posso fare
per te... Dove ti posso incontrare, perch possa
alleviare il tuo dolore? Chi pu condurmi da te,
perch io possa riconoscerti? Dove c' amore non
c' paura: ma allora, c' qualcuno che possa
indicarmi la strada per incontrarti e vincere, una
volta per sempre, il timore?

Parla Maria, la Madre (Annamaria)


Forse posso dirti io cosa puoi fare per Lui. Anch'io
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l'ho imparato bene, ad una scuola difficile e
dolorosa che quella del Calvario. L, quel giorno,
ho scoperto di non avere un figlio, ma due. Uno,
l'innocente che moriva accanto ad uno colpevole
che chiedeva perdono. Ma erano entrambi miei
figli, cosa potevo fare? Finalmente Caino aveva
fatto la pace con Abele, ed io li avevo entrambi
davanti a me anzi, li avevo partoriti tutti e due.
Uno, nella luce di una notte gloriosa, e l'altro nella
tenebra del Calvario. Ricordati di me, quando sarai
nel tuo regno, disse uno all'altro, ed entrambi
rimasero abbracciati in un vincolo d'amore eterno.
Fu allora che le mie lacrime si trasformarono in
sorgenti d'acqua viva, e quel luogo smise di essere
luogo di morte, ma si trasform in una festa di
nozze. Lui era lo Sposo, e l'umanit intera la Sposa.

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