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Cittadinanza digitale, la Pa non ha

pi alibi
Il veneziano Gianluigi Cogo affronta in un libro
le Nuove opportunit tra diritti e doveri del
cittadino nei confronti della burocrazia
la recensione

Le domande presuppongono risposte, i servizi


presuppongono semplicit, i linguaggi
presuppongono comprensione reciproca.
Questo principio aureo, che dovrebbe essere
alla base di ogni rapporto tra cittadino e
pubblica amministrazione, spesso, come La copertina del libro di
Gianluigi Cogo
sappiamo, inapplicato. Quando il cittadino si
trova di fronte alla burocrazia dellamministrazione pubblica ha, a volte,
limpressione di una impossibilit di comunicazione: le informazioni non
passano, non si muovono. Si tratti di un addetto in carne e ossa oppure di
una pagina web di un sito istituzionale, il problema sempre quello di
ottenere in tempi rapidi le informazioni che ci interessano. Dunque, anche
nellera del web 2.0, come sostiene Gianluigi Cogo nel suo libro La
cittadinanza digitale. Nuove opportunit tra diritti e doveri (Edizioni
della Sera, 173 pagine, 18 euro), le criticit nel rapporto tra cittadini e
pubbliche amministrazioni continuano a dipendere dalle difficolt di
estrazione di conoscenza.

Eppure viviamo in unepoca in cui sistemi di dati anche molto


complessi si possono rendere fruibili con interfacce immediate e
semplicissime da usare; quindi, afferma Cogo (umanista telematico ed
esperto di cultura digitale), non ci sono pi alibi per una pubblica
amministrazione che voglia veramente mettersi al servizio del cittadino e
diventare ricettiva nei confronti delle proposte e delle richieste dal basso.
Lera digitale, spiega Cogo nel suo libro, potrebbe rappresentare un nuovo
umanesimo; si tratta di approfittare delle enormi opportunit che
questonda di innovazione ha reso disponibili. Prima, per, necessario
mettere tutti i cittadini nelle stesse condizioni fornendo loro
linfrastruttura fondamentale della banda larga, che oggi da considerare a
tutti gli effetti un diritto. Poi spetta allamministrazione pubblica il compito
di innescare un meccanismo virtuoso gi potenzialmente attivo che
consiste nel rendersi facilmente raggiungibile dai cittadini che abbiano
voglia di partecipare, controllare, migliorare lazione amministrativa nei
territori; i social network potrebbero essere il canale privilegiato di questo
rapporto interattivo che trasforma il cittadino da soggetto passivo a
protagonista dellattivit politica (da intendersi in senso etimologico, nella
sua attinenza alla polis, cio alla citt democratica e partecipata).

Uno dei primi e pi urgenti passi che la Pubblica


amministrazione deve fare consiste, secondo Cogo, in questo:
eliminare le ridondanze burocratiche, i dati ripetuti, e mettere in
comunicazione (interoperabilit) tutti i sistemi informatici di gestione
dei dati. Si tratta, in sostanza, di unificare gli sportelli. Nella cittadinanza
digitale i cittadini e la pubblica amministrazione collaborano per
migliorare la gestione del territorio; si incontrano su piattaforme virtuali in
cui si formano e si compiono processi ai quali i cittadini danno un
fondamentale contributo di informazione. Buone pratiche di cui Cogo
rintraccia la presenza, in stato embrionale, anche in Veneto, segnalando
per esempio il sito http://www.40xvenezia.it.

Matteo Giancotti
28 giugno 2010 RIPRODUZIONE RISERVATA

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