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y = f ( x vt ) ;
in generale un moto ondoso una combinazione di onde progressive e regressive, cos la sua
descrizione completa si ha attraverso la funzione:
y = f1 ( x vt ) + f 2 ( x + vt ) .
Consideriamo unonda unidimensionale in moto lungo lasse x; sia ( x, t ) una certa propriet
dellonda in questione, ad esempio lelongazione trasversale di una corda, nel caso di unonda che
si propaga lungo una corda o una componente del campo elettrico, nel caso di unonda
elettromagnetica. Alla luce di quanto appena visto, si pu scrivere:
( x, t ) = ( x vt ) .
2 ( x, t ) 1 2 ( x, t )
2 = 0, (8.1)
x 2 v t 2
( x, t ) x vt ,
d d
= = v ;
t t d d
per determinare la derivata seconda di ( x, t ) rispetto al tempo, osserviamo che dalla relazione
precedente segue lidentit formale:
d
v , (8.2)
t d
cos:
2 d d d 2 d 2
= = v = v v =v . (8.3)
t 2 t t t d d d d 2
d d
= = ,
x x d d
d
, (8.4)
x d
2 d d d d 2
= = = = ; (8.5)
x x x x d d d d
2 2
2 ( x, t ) 2 d
2
2 ( x, t )
2
=v =v .
t 2 d 2 x 2
Concludiamo quindi che lequazione (8.1) descrive una propagazione ondosa e, in virt della sua
linearit, ammette come soluzione generale la funzione:
( x, t ) = 1 ( x vt ) + 2 ( x + vt ) .
Nella maggior parte dei fenomeni fisici la propagazione ondosa un fenomeno che si esplica in tre
dimensioni (o due, come nel caso delle onde su di un liquido o sulla superficie di una membrana);
Onde elettromagnetiche 8-3
2 2 2 1 2
+ + = 0,
x 2 y 2 z 2 v 2 t 2
2 2 2
2+ 2+ 2,
2
1 2
2 2 = 0.
2
v t
superfici sferiche.
Esempio: Se si considera come onda nello spazio, la funzione appena introdotta, ovvero
( x, y, z, t ) = ( ) = ( x vt ) , rappresenta unonda piana poich, essendo largomento indipendente da y e da z,
fissati che siano x e t, assume lo stesso valore su tutto il piano perpendicolare allasse x passante per il valore di x
considerato.
Quando ( ) una funzione periodica del suo argomento, londa corrispondente detta
periodica. In particolare sono periodiche le onde armoniche o sinusoidali cos definite:
( x, t ) = A cos k ( x vt ) ,
dove, senza perdita di generalit si considerata unonda progressiva. Si osservi che largomento
della funzione coseno stato espresso come k ( x vt ) in modo tale da risultare adimensionale. Per
verificare che tale funzione soddisfa lequazione delle onde (8.1) eseguiamo prima le derivate di
rispetto alla variabile x:
= kA sin k ( x vt ) ,
x
8-4 Onde elettromagnetiche
2
= k 2 A cos k ( x vt ) (8.6)
x 2
= kvA sin k ( x vt ) ,
t
2
= k 2 v 2 A cos k ( x vt ) (8.7)
t 2
2 2
2
t 2
= v 2
k 2
{
A cos (
k x vt )
= v }
x 2
.
Naturalmente anche qualora largomento della funzione coseno fosse differente da k ( x vt ) per
una fase arbitraria, la corrispondente funzione ( x, t ) risulterebbe soluzione dellequazione delle
onde, cos anche funzioni affini al coseno, come il seno, rappresentano moti ondosi. Sviluppando
largomento di ( x, t ) possibile equivalentemente scrivere tale funzione come:
( x, t ) = A cos ( kx t ) , y ( x, t ) t costante
2 T
k
2
T , (8.9)
cos, dalla (8.8) segue che tra queste due grandezze vale la relazione:
Onde elettromagnetiche 8-5
2
v= = T = .
k 2 T
E = 0,
B = 0,
B
E = ,
t
E
B = 0 0 ;
t
Ex E y Ez
+ + = 0; (8.10)
x y z
Bx By Bz
+ + = 0; (8.11)
x y z
Ez E y B
= x , (8.12)
y z t
Ex Ez B
= y , (8.13)
z x t
E y Ex B
= z ; (8.14)
x y t
Bz By E
= 0 0 x , (8.15)
y z t
Bx Bz E
= 0 0 y , (8.16)
z x t
By Bx E
= 0 0 z ; (8.17)
x y t
8-6 Onde elettromagnetiche
per semplicit cerchiamo soluzioni di queste equazioni in cui il campo elettrico diretto lungo
lasse y e il campo magnetico diretto lungo z:
E = E y y ,
B = Bz z .
E y
=0, (8.18)
y
Bz
=0; (8.19)
z
E y
=0, (8.20)
z
E y Bz
= ; (8.21)
x t
infine, lequazione (8.17) non fornisce contributo, mentre la (8.15) e la (8.16) si scrivono:
Bz
=0, (8.22)
y
B E
z = 0 0 y . (8.23)
x t
Analizziamo in dettaglio le conseguenze di queste equazioni. Dalle relazioni (8.18), (8.20) e (8.21)
concludiamo che il campo elettrico non cambia spostandosi lungo le direzioni y e z, mentre varia
lungo lasse x se presente un campo magnetico dipendente dal tempo. Dalle relazioni (8.19),
(8.22) e (8.23) segue che anche il campo magnetico resta inalterato spostandosi lungo gli assi y e z,
ma varia lungo x se presente un campo elettrico dipendente dal tempo. Deriviamo rispetto alla
coordinata x ambo i membri dellequazione (8.21):
2 Ey 2 Bz
= ,
x 2 xt
2 Bz 2 Ey
= 0 0 ;
t x t 2
2 Ey 2 Ey
= 0 0 .
x 2 t 2
2 Bz 2 Bz
=
0 0 .
x 2 t 2
2 E 2 E
=
0 0 ,
x 2 t 2
2 B 2 B
= 0 0 2 ,
x 2 t
1
c= r
0 0 z
B
c 2.998 108 m s ;
lidentit tra il valore di questa velocit e quello della luce nel vuoto, confermata da ulteriori
verifiche sperimentali, consente di concludere che la luce unonda elettromagnetica. Nel caso di
8-8 Onde elettromagnetiche
1 1 1 1 c
v= = = = ,
r 0 r 0 r r 0 0 r r
posto quindi:
n r r , (8.24)
c
v= , (8.25)
n
in cui n prende il nome di indice di rifrazione del mezzo considerato. Lipotesi che la velocit di
propagazione della luce fosse correlata alla costante dielettrica del mezzo, fu avanzata nel 1846 da
Faraday.
Siccome i campi E y e Bz descrivono una propagazione ondosa lungo lasse x, il loro argomento
pu essere espresso facendo uso della funzione = x vt :
E y = E y ( ) = E y ( x vt ) ,
Bz = Bz ( ) = Bz ( x vt ) ,
adoperando tale funzione, dalla (8.4) segue che la derivata di E y rispetto a x vale:
E y dE y
= ,
x d
Bz dB
= v z ,
t d
dE y dBz
= v ,
d d
Ey
= v .
Bz
Per le scelte fatte, il rapporto E y Bz coincide col rapporto delle intensit dei campi elettrico e
magnetico inoltre, tenuto conto delle direzioni relative dei vettori E , B e v , possiamo scrivere:
E = Bv ,
E
= v. (8.26)
B
Solitamente nel rapporto tra le intensit dei campi si fa uso del vettore H , pari a B :
E E 1
= = v = = Z; (8.27)
H B
0
Z0 377 . (8.28)
0
0 r 0 r r 2 r
Z= = = = Z0 = Z0 = Z0 r .
0 r 0 r r r r r n
Infine, nel vuoto v uguale alla velocit della luce c, cos risulta:
E = cB ;
questa relazione suggerisce che, siccome c ha un valore molto grande, gli effetti prodotti da unonda
elettromagnetica nel vuoto (ma anche nellaria, visto che in tale caso v c ) sono sostanzialmente di
natura elettrica.
Esempi: Unonda elettromagnetica piana nel vuoto, il cui campo elettrico assume un valore massimo di 6 V m , sar
caratterizzata da un campo magnetico il cui valore massimo di circa 20 nT (si confronti col campo magnetico medio
prodotto dalla Terra che, alla superficie di circa 50 T , ossia 2500 volte maggiore). Per tale motivo nella descrizione
di unonda elettromagnetica ci si riferisce comunemente al suo campo elettrico; ad esempio, per londa elettromagnetica
rappresentata nella figura precedente, il piano di polarizzazione, xy, quello in cui oscilla il campo elettrico.
8-10 Onde elettromagnetiche
1
ue = E 2 ,
2
1 2
um = B ;
2
proveremo nel seguito che sia qualora i campi siano statici che variabili, la densit complessiva di
energia allonda elettromagnetica pu esprimersi attraverso la somma:
1 1 2
u = ue + u m = E 2 + B . (8.29)
2 2
Daltra parte per unonda piana che si propaga con velocit v , di intensit pari a 1 , il modulo
del campo magnetico pu esprimersi attraverso il modulo del campo elettrico tramite la relazione
(8.26), per cui:
1 1 2 1 2 1 E2 1 2 1 2
u = E2 + B = E + = E + E = E2 .
2 2 2 2 v 2
2 2
Sebbene ricavato per le sole onde piane, questo risultato vale in generale per tutte le onde
elettromagnetiche; quindi in unonda elettromagnetica la densit di energia equamente ripartita tra
campo elettrico e campo magnetico. Consideriamo un elemento di superficie ds il cui versore
normale n forma un angolo con la direzione di propagazione di unonda elettromagnetica,
definita attraverso il vettore velocit v . Durante il tempo dt la superficie ds attraversata da tutta
lenergia dU contenuta nel volume dV del cilindro di area di base cos ds e altezza vdt , cio:
v dt
dU = udV = uds cos vdt = E v cos dsdt
2
r
cos, la potenza che attraversa ds : v
ds J dV
n
dU
dP = d = E v cos ds .
2
dt
S E 2v ,
tale che il suo flusso attraverso la superficie ds fornisce la potenza istantanea attraverso ds :
dP = S ds = S n ds = E 2 v cos ds .
Onde elettromagnetiche 8-11
1
S= EB , (8.30)
infatti, per unonda piana, i campi E e B oscillano perpendicolarmente tra loro ed alla direzione di
propagazione definita dal vettore v , inoltre, facendo sempre uso della (8.26), risulta:
1 1 v 1 Ev 1 1 2 1
S= EB = EB = E = E v = E 2 v = E 2 v .
v v v v 2
( )
Anche questa identit tra E 2 v e E B vale, in generale, per tutte le onde elettromagnetiche.
Adoperando la relazione (8.30), la potenza istantanea attraverso lelemento ds si scrive:
1
dP =
( E B ) ds ,
per cui, integrando su di una superficie finita S, la potenza istantanea che la attraversa corrisponde
al flusso di S attraverso tale superficie:
1
P = S ds =
( E B ) ds . (8.31)
S S
E = E0 cos ( kx t )
S = E 2 v = vE0 2 cos 2 ( kx t ) .
Considerata una superficie S, tramite la relazione (8.31) possibile stabilire la potenza istantanea
che attraversa la superficie specificata. Tale grandezza risulta, tuttavia, di scarso valore pratico in
quanto gli strumenti di misura non sono generalmente in grado di apprezzare variazioni troppo
8-12 Onde elettromagnetiche
rapide dellenergia; si tenga conto che, ad esempio la pulsazione della luce visibile dellordine di
1015 rad s . Pertanto pi utile determinare il valor medio del vettore S calcolato in un periodo T
dato dalla (8.9):
T
1 1
S = v E 2
= v E0 2 cos 2 ( kx t ) dt = vE0 2 .
T 0 2
Il valor medio dellenergia che attraversa una sezione ortogonale alla direzione di propagazione, per
unit di tempo e per unit di area detto intensit dellenergia; cos, siccome per una grandezza
variabile sinusoidalmente il valore efficace pari allampiezza della grandezza diviso 2 , allora:
1
I S = vE0 2 = vEeff 2 ;
2
Eeff 2
I = vEeff =
2
.
Z
Infine, siccome possibile esprimere limpedenza caratteristica Z del mezzo materiale attraverso
limpedenza caratteristica del vuoto Z 0 introdotta nella (8.28) e lindice di rifrazione n definito
tramite la relazione (8.24), come Z 0 n , allora, sostituendo nella precedente equazione, si ha:
2
1 nEeff
I= .
r Z 0
E B
J = + ,
t
John Henry Poynting
E B E B
E J dv = E
V V
t
+
dv = E
V
t
dv + E
V
dv .
(8.32)
Onde elettromagnetiche 8-13
Dallidentit vettoriale:
( )
E B = B E E B ,
B
( )
E B = B E E B = B
t
E B ; ( )
sostituendo tale relazione nella (8.32), si ottiene:
E B E B B ( )
E B
E J dv = E
V V
t
dv + E
V
dv = E
V
t
dv
V
t
dv
V
dv =
= E
E B B
+ dv
E B
dv =
( )
V
t t V
E 2 B2
=
(
E B )
V
t 2
+
2
dv dv
V
dove si supposto che sia che non varino nel tempo; assumendo quindi che il volume V non sia
in moto, si ha:
d E 2 B2 (
E B )
E J dv =
V
dt V 2
+ dv
2 V
dv .
Infine, applicando il teorema della divergenza allultimo integrale, dalla relazione (8.30), si ottiene:
d E 2 B2
E J dv =
V
dt V 2
+ dv S ds
2 S
u
S + E J = ,
t
che esprime il bilancio energetico, affermando che la variazione dellenergia contenuta in una
superficie chiusa dovuta sia al flusso di energia prodotta dalle onde elettromagnetiche che
attraversano tale superficie che allenergia spesa per determinare il moto delle cariche elettriche
contenute nel volume interno alla superficie.
8-14 Onde elettromagnetiche
oscillante.
da Hertz per 1 MeV
10
20 10
-12
0.01
la 100 keV
10
19 10
-11
0.1
ad inviare dei segnali tra due punti distanti circa un 100 GHz 10
-3
11 10 1 mm
EHF
-2
10 mm
chilometro e mezzo a Pontecchio, presso Bologna. 10 GHz 10
10
SHF
10
-1
9 10 100 mm
Una comune sorgente di onde elettromagnetiche 1 GHz 10 8
UHF
10
0
1m
100 MHz
rappresentata da un dipolo elettrico oscillante. 10 MHz 10 7
VHF
10
1
10 m
10 HF
Lapplicazione di una forza elettromotrice variabile, 1 MHz 10 6 10
2
100 m
MF
ad esempio con legge sinusoidale, ad unantenna 100 kHz 10 5
LF
10
3
1 km
della componente elettrica dellonda incidente: tale Spettro della radiazione elettromagnetica; le sigle VLF (Very
oscillazione, opportunamente rilevata ed ampli- Low Frequency), LF (Low Frequency), MF (Medium
Frequency), HF (High Frequency), VHF (Very High Frequency),
ficata, consente la ricezione dellinformazione UHF (Ultra High Frequency), SHF (Super High Frequency),
trasmessa dallemittente attraverso londa elettro- EHF (Extremely High Frequency), distinguono gli intervalli di
frequenze della radiazione adoperata nelle radiotrasmissioni. La
magnetica. Nella figura rappresentata la dipen- corrispondenza tra frequenza f ed energia E deriva dalla formula
denza angolare, ( sin 2 ), dellintensit del campo relativa al modello quantistico della radiazione, E = hf , in cui h
la costante di Planck.
elettrico a grande distanza da un dipolo oscillante.
Naturalmente i meccanismi di generazione di
onde elettromagnetiche cambiano in funzione della lunghezza donda della radiazione emessa; cos,
mentre attraverso delle antenne possibile irradiare onde di lunghezza sino al centimetro, per
lunghezze donda inferiori, tali dispositivi si rivelano inadeguati. Ad esempio, la generazione di
luce visibile avviene stimolando atomi o molecole con campi elettrici variabili; ci provoca
loscillazione sincrona dei baricentri delle cariche negativa e positiva e la conseguente emissione di
radiazione. Solitamente si classificano le onde elettromagnetiche attraverso la loro lunghezza
donda o la loro frequenza, pari a ( 2 ) ; lo spettro della radiazione elettromagnetica viene cos ad
essere schematizzato nella tabella qui riportata.
8-16 Onde elettromagnetiche
E = E0 cos ( kx t ) ,
dove k e sono legati alla velocit attraverso la relazione (8.8). Questa funzione caratterizzata
dallessere illimitata sia lungo lasse x che lungo lasse temporale; inoltre, essendo periodica sia
spazialmente che temporalmente, non soggetta ad alcuna variazione della forma nel corso del
tempo o lungo la direzione di propagazione. Tali caratteristiche pregiudicano la possibilit di
associare uninformazione allonda e fare si che possa essere considerata un segnale; nella pratica,
infatti, si producono o si osservano onde sinusoidali di durata finita, oppure segnali periodici non
armonici o segnali aperiodici. Tuttavia, alla luce dellanalisi di Fourier, un segnale spazialmente e
temporalmente limitato pu essere ottenuto attraverso la somma di infinite onde di tipo armonico,
ciascuna con opportuni valori di ampiezza e frequenza. Sebbene tale studio trascenda dalle finalit
di questa analisi, stabiliamo le caratteristiche di propagazione di un impulso nella semplice
circostanza che tale impulso sia generato dalla sovrapposizione di due sole onde armoniche in moto
nella stessa direzione, aventi la stessa ampiezza E0 e caratterizzate da due pulsazioni e
vicine tra loro e da numeri donda k e k pure vicini tra loro. Londa risultante dalla
sovrapposizione sar data da:
E = E0 cos ( kx t ) + E0 cos ( k x t ) =
k k k + k +
= 2 E0 cos x t cos x t
2 2 2 2
k
= 2 E0 cos x t cos ( kx t ) ;
2 2
1
Si fatto uso dellidentit trigonometrica cos + cos = 2 cos ( ) 2 cos ( + ) 2 .
Onde elettromagnetiche 8-17
vg ,
k
che, in generale, risulter differente da v. Con lausilio dellanalisi di Fourier questo esempio pu
essere esteso ad una sovrapposizione di infinite componenti armoniche di pulsazioni e numeri
donda compresi in intervalli definiti; in analogia al semplice caso test esaminato, il fenomeno
propagatorio pu essere caratterizzato oltre che dalla velocit di fase, anche da unaltra velocit,
detta velocit di gruppo, che rappresenta la velocit con cui si propaga la risultante della
composizione delle infinite onde armoniche. Tale risultante prende il nome di pacchetto donde. La
velocit di gruppo definita come:
d
vg ,
dk
siccome vg la velocit con la quale si propaga il pacchetto donde, allora vg rappresenta anche la
velocit di trasmissione del corrispondente segnale e quindi dellinformazione ad esso associata.
Dalla relazione (8.8) e dalla definizione di velocit di gruppo segue:
d d dv
vg = = vk = v + k ,
dk dk dk
quindi, solo nei mezzi materiali in cui la velocit di fase indipendente dal numero donda (o, dalla
lunghezza donda), circostanza per cui il mezzo detto non dispersivo, le due velocit coincidono.
Risulta inoltre:
d 1 1 1 v
vg = = = = = , (8.33)
dk dk d n n dn dn
+ 1+
d d c c c d n d
dove si fatto uso delle espressioni (8.8) e (8.25); questa relazione consente di confrontare la
velocit di gruppo con la velocit di fase attraverso lo studio del segno della derivata dn d , infatti,
siccome:
dn n v
= 1 ,
d vg
dn
< 0 v g > v,
d
dn
> 0 vg < v.
d
Essendo, nel vuoto, la velocit di fase per unonda elettromagnetica uguale a c, allora vg pu essere
maggiore o minore di c. In effetti, negli intervalli di valori di in cui dn d > 0 , detti regioni di
dispersione anomala, le approssimazioni fatte per giungere alla relazione (8.33) non sono pi valide,
cos in pratica la velocit di gruppo risulta sempre essere minore di c, coerentemente coi principi su
8-18 Onde elettromagnetiche
cui si basa la teoria della relativit. Il fenomeno della dispersione riveste una particolare importanza
nella trasmissione dei segnali. Consideriamo inizialmente un segnale ottenuto attraverso la
composizione di infinite componenti che si propaga nel vuoto; poich in tale circostanza la velocit
di gruppo del segnale coincide con la velocit di fase di ciascuna delle componenti, il segnale si
sposter attraverso lo spazio senza subire alterazioni. Se lo
y t = t0
r stesso segnale si propaga in un mezzo dispersivo, siccome la
vg velocit di ciascuna componente risulta diversa dalle altre, si
determiner un allargamento ed un appiattimento della forma
del segnale stesso. Lentit di questa deformazione aumenter
O x
col procedere dellimpulso attraverso il mezzo dispersivo, cos,
un segnale, ad esempio, basato su di una successione di impulsi,
pu venire alterato sino a diventare indecifrabile da parte di
y t = t0 + Dt
colui che lo riceve, dopo che esso ha attraversato tale mezzo.
r Per tale motivo, nella trasmissione di segnali in mezzi materiali
vg (come nelle fibre ottiche, ad esempio) attribuita molta
importanza alla scelta di bande di frequenza di lavoro in
O
corrispondenza delle quali la dispersione del mezzo risulti
t
minima.
d
E dl = dt B ds ,
C S
x
d
r r
B
C H dl = I + dt E ds .
E S
C
S
Se i campi E e B (e quindi H , se nel mezzo valida la
relazione H = B ) sono perpendicolari tra loro e per-
pendicolari allasse del cavo, risulta:
Onde elettromagnetiche 8-19
C
E dl = 0,
C
H dl = I ;
v ( x, t ) = E dl ;
LV
i ( x, t ) = H dl .
LI
In particolare, qualora il cavo sia sollecitato sinusoidalmente, per la sua descrizione possibile far
ricorso al metodo simbolico.
Consideriamo un generico tratto di lunghezza infinitesima dx
I l dx r dx I +dI
compreso tra due sezioni trasversali poste, rispettivamente, alle
distanze x e x + dx da un punto di riferimento quale, ad esempio,
linizio dove connesso un generatore sinusoidale di pulsazione
V V + dV
. Questo tratto infinitesimo pu essere schematizzato, come g dx c dx
mostrato in figura, dove l, r, g e c, rappresentano, rispettivamente,
linduttanza per unit di lunghezza, la resistenza per unit di
lunghezza, la conduttanza per unit di lunghezza e la capacit per
unit di lunghezza. Siano V ( x ) e I ( x ) rispettivamente le x x + dx
estensioni complesse della differenza di potenziale tra i due conduttori della linea e della corrente
nella linea, entrambi calcolati alla distanza x dallorigine scelta; alla distanza x + dx , queste
grandezze varranno rispettivamente V ( x ) + dV ( x ) e I ( x ) + dI ( x ) . La differenza dV ( x ) tra la
differenza di potenziale in x e in x + dx prodotta dalla caduta di tensione sullimpedenza
r dx + jl dx :
V ( x ) V ( x ) + dV ( x ) = ( r dx + jl dx ) I ( x ) ;
I ( x ) I ( x ) + dI ( x ) = ( g dx + jc dx ) V ( x ) ;
dV ( x )
= ( r + jl ) I ( x ) , (8.34)
dx
dI ( x )
= ( g + j c ) V ( x ) . (8.35)
dx
Derivando la (8.34) rispetto a x e sostituendo alla derivata di I ( x ) la sua espressione dalla (8.35),
si trova:
d 2V ( x )
= 2 V ( x) , (8.36)
dx 2
( r + jl )( g + jc ) ,
detta costante di propagazione. La soluzione generale dellequazione differenziale (8.36) data da:
V ( x ) = V1 e x + V2 e x , (8.37)
dove V1 e V2 sono costanti complesse, determinate in base alle condizioni al contorno. Derivando
rispetto a x questa soluzione e sostituendola nella (8.34), si trova:
V1 x V2 x
I ( x) = e e , (8.38)
Z0 Z0
dove si posto:
r + jl
Z0 ,
g + j c
+ j ,
V ( x ) = V1 e x e j x + V2 e x e j x , (8.39)
Onde elettromagnetiche 8-21
V1 x j x V2 x j x
I ( x) = e e e e . (8.40)
Z0 Z
Per verificare che tali equazioni determinano soluzioni di tipo propagativo, consideriamo il caso in
cui V2 nullo, condizione corrispondente alla descrizione di una linea infinita, per la quale deve
valere lim V ( x ) = 0 . Le equazioni (8.39) e (8.40) in questo caso diventano:
x
V ( x ) = V1 e x e j x , (8.41)
V1 x j x
I ( x) = e e ; (8.42)
Z0
assumendo inoltre che il generatore sinusoidale sia posto in corrispondenza dellorigine del sistema
di riferimento, ossia:
v ( 0, t ) = V0 cos (t ) ,
V ( 0 ) = V0 e jt ,
segue che il coefficiente V1 deve valere V0 e jt , cos, sostituendo nelle equazioni (8.41) e (8.42), si
ottiene:
V ( x ) = V0 e x e j (t x ) ,
V0 x j (t x )
I ( x) = e e .
Z0
v ( x, t ) = V0 e x cos (t x ) = V0 e x cos ( x t ) ,
V0 x V
i ( x, t ) = e cos (t x ) = 0 e x cos ( x t + ) ,
Z0 Z0
= lc , (8.43)
8-22 Onde elettromagnetiche
daltra parte, per un cavo coassiale, linduttanza per unit di lunghezza e la capacit per unit di
lunghezza valgono, rispettivamente:
R2
l= ln ,
2 R1
2
c= ,
R
ln 2
R1
in cui R1 e R2 rappresentano, rispettivamente, i raggi del conduttore interno ed esterno del cavo,
cos, sostituendo nella (8.43) si ha:
R2 2
= ln = , (8.44)
2 R1 R2
ln
R1
e quindi, le espressioni della differenza di potenziale e della corrente lungo la linea, sono:
v ( x, t ) = V0 cos ( x t ) ,
V0
i ( x, t ) = cos ( x t + ) ,
Z0
1
v= = .
Cavi coassiali per la trasmissione di segnali ad alta
frequenza (GEPCO).