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Si rende noto che l’Azienda, per poter passare a una fase operativa, deve espletare tutte le
procedure di legge previste (comunicazione alle Rsu e all’Unione Industriali di avvio della
procedura che ha una durata temporale di 45 giorni, ed un eventuale ulteriore esame con la
partecipazione dell’ufficio provinciale del lavoro in caso si mancato accordo per successivi 30
giorni).
In particolare per collocare le persone in mobilità -in mancanza di un accordo con il sindacato-
l’Azienda dovrà rispettare i requisiti di legge che non consentono assolutamente di scegliere
arbitrariamente le persone da “efficentare”.
L'individuazione dei lavoratori da collocare in mobilità deve avvenire infatti nel rispetto dei criteri
previsti da contratti collettivi stipulati con i sindacati, ovvero, nel rispetto dei seguenti criteri di
legge, in concorso tra loro:
a) minori carichi di famiglia;
b) minore anzianità;
c) minore età anagrafica;
d) esigenze tecnico-produttive ed organizzative;
e) non discriminazione delle donne.
Ad oggi non ci risulta che tali procedure, che sono le uniche esperibili, siano state avviate; pertanto
eventuali comunicazioni verbali da parte aziendale costituiscono solo indebite pressioni sui
lavoratori che crea un clima di ansia chiaramente percepibile in azienda e non denotano alcuna
positiva volontà aziendale di gestire il problema occupazionale dichiarato nel piano industriale
SSC.
Le RSU ribadiscono che qualunque colloquio relativo a esodi incentivati, opportunità nell’aderire ai
bandi verso Open Access o Tilab, è di stretta competenza di HR; e che i responsabili diretti non
sono né titolati né tenuti ad affrontare tali argomenti con i collaboratori.
01.07.2010