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fra anarchici
La riforma dell’università? e area libertaria
Un progressivo svuotamento della di Rossella Di Leo
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ottobre / dicembre 2009 - euro 7,00 trimestrale - anno 11 • numero 4
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Anno 11 - numero 4 Redazione Collettivo redazionale
sommario
ottobre/dicembre 2009 Libertaria Mario Amato
via Rovetta, 27 - 20127 Milano Dario Bernardi
Editrice A cooperativa arl telefono e fax 02/28040340 Francesco Berti
sezione Libertaria Giampietro Nico Berti
registrazione al tribunale Corrispondenza Franco Bunčuga
di Milano n. 292 del 23/4/1999 Libertaria Marco Caponera
casella postale 10667 Giorgio Ciarallo
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Libertaria e-mail Giulio D’Errico
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a Editrice A sezione Libertaria Franco Ricci Arti Grafiche Ferro Piludu
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a quattro numeri Eva Schubert
Italia euro 25,00
estero euro 30,00 direttore responsabile
sostenitore euro 50,00 Luciano Lanza
Collaboratori: Miguel Abensour / Pietro Adamo / Fernando Aínsa / Vito Altobello / Pietro Barcellona / Pino Cacucci / José Maria
Carvalho Ferreira / Antoni Castells / Noam Chomsky / Fabio Ciaramelli / John Clark / Eduardo Colombo / Ronald Creagh /
Robert D’Attilio / Marianne Enckell / Fabrizio Eva / Luca Fantacci / Goffredo Fofi / Mimmo Franzinelli / Jean-Jacques Gandini /
Pierandrea Gebbia / Giulio Giorello / José Ángel Gonzalez Sainz / Franco La Cecla / Jean-Jacques Lebel / Mauro Macario /
Francisco Madrid Santos / Sebastiano Maffettone / Todd May / Serena Marcenò / Franco Melandri / Sergio Onesti / Mario Rui Pinto /
Rodrigo Andrea Rivas / Massimo Annibale Rossi / Andrea Staid / Paulo Torres / Giorgio Triani / Tullio Zampedri
libertaria 4 / 2009
in questo numero
• piano sequenza 2 Quegli anni sono ancora tra noi / La mia amicizia con Pino
Due del 22 marzo / Quel giorno con Valpreda / Quelli del Ponte
della Ghisolfa / I giorni delle bombe e dei processi di Giulio d’Errico,
Martino Iniziato, Lorenzo Pezzica, Fabio Vercilli, Matteo Villa
• rifrazioni 18 Le nuove forme del dominio e delle lotte di Tomás Ibañez
26 Il corpo del potere di Alberto ˇGiovanni Biuso
35 Quel potere senza dominio di Andrea Staid
• anteprima 38 Il paradosso del tempo di Marc Augé
43 I nuovi terreni di scontro di Aldo Giannuli
• laboratorio 55 Anticapitalismo e anarchismo poststrutturalista
di Dave Morland
• libraria 68 Dalla rivoluzione spagnola al superamento della politica ^
di Lorenzo Pezzica
• pensiero eccentrico 78 Indipendenza socioeconomica e globalizzazione di Pasqualino Colombaro
• archivio 90 Movimento anarchico e area libertaria: matrimonio o relazione
fra singles? di Rossella Di Leo
• arcipelago 96 Notizie della cultura libertaria
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sinistra, e consegnarono ai sessantottini un’Ita- È in questo clima che la bomba del 12 dicem-
lia ormai in bilico tra voglia di cambiamento e bre, con il suo devastante carico di morte, si
volontà di conservazione. porta via sedici persone (un’altra morirà dopo
La contestazione giovanile fa paura, quando si per le ferite riportate) e lascia un solco profon-
trasforma in scontro di piazza genera ondate di
dura repressione. E mentre, insieme al movi-
mento studentesco, cresce il movimento ope-
raio, che prenderà coscienza della propria con-
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1969
28 febbraio. Il giorno successivo la visita del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, a Roma,
piano sequenza
Corradini, Paolo Braschi, Paolo Faccioli, Angelo Piero Della Savia e Tito Pulsinelli.
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24 luglio. Il commissario Pasquale Juliano viene trasferito da Padova a Ruvo di Puglia, in seguito a
un’inchiesta ministeriale, per evitare che porti a termine l’indagine che stava conducendo sui mili-
tanti dell’organizzazione nazifascista di Padova Ordine nuovo, tra cui Franco Freda, Massimiliano
Fachini e Marco Pozzan, implicati, tra l’altro, anche nell’attentato del 15 aprile.
8-9 agosto. Esplodono otto bombe su altrettanti treni. Ne verranno ritrovate altre due inesplose. Il
conto è di otto feriti. L’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, Guidato da Fedrico Umberto
D’Amato, sottrae i reperti dell’esplosione alla stazione di Pescara; verranno ritrovati nel 1996 nel de-
posito della via Appia a Roma.
piano sequenza
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15 dicembre. Viene arrestato a Milano l’anarchico Pietro Valpreda, che sarà trasferito a Roma in se-
rata. Intorno alla mezzanotte, Giuseppe Pinelli «precipita» dal quarto piano della questura di Milano.
A Vittorio Veneto, Guido Lorenzon, segretario della sezione della Democrazia cristiana locale, si pre-
senta all’avvocato Alberto Steccanella per riferire che un suo amico, Giovanni Ventura, è forse impli-
cato negli attentati del 12 dicembre.
16 dicembre. Il tassista Cornelio Rolandi riconosce in Pietro Valpreda il passeggero che ha trasporta-
to, nel pomeriggio del 12, vicino alla Banca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana.
17 dicembre. Conferenza stampa degli anarchici milanesi al Circolo Ponte della Ghisolfa. L’attentato
piano sequenza
di piazza Fontana viene definito «strage di stato» e «Pinelli è stato ucciso, Valpreda è innocente» .
Velina del Sid che indica come mandante della strage Guerin Serac (indicato come anarchico) e come
esecutore il gruppo di Stefano Delle Chiaie. Questa velina sarà consegnata alla magistratura nel 1974.
20 dicembre. Funerali di Pinelli. Vi partecipano circa tremila persone.
21 dicembre. Inizia la latitanza di Delle Chiaie, che durerà fino al 1987.
26 dicembre. L’avvocato Steccanella consegna al procuratore della Repubblica di Treviso il memo-
riale scritto da Lorenzon.
31 dicembre. Il pubblico ministero di Treviso Pietro Calogero interroga Lorenzon. Nei colloqui ver-
ranno fuori dettagli sulla partecipazione di Ventura anche agli attentati sui treni di agosto.
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po’ scosso, anche se me l’aspettavo. Sono en-
trati in tre con la pistola in mano.
1970
15 aprile. Il commissario Luigi Calabresi querela Pio Baldelli, direttore responsabile del settimanale
Lotta continua, autore di una campagna che accusa «il Commissario Finestra» di essere il responsa-
bile della morte di Pinelli.
24 marzo. Prima manifestazione contro «la strage di stato» indetta dagli anarchici milanesi.
21 maggio. Il giudice istruttore di Milano Giovanni Caizzi chiede l’archiviazione, per fatto acciden-
tale, dell’inchiesta sulla morte di Pinelli. Richiesta che verrà accolta il 3 luglio.
9 ottobre. Inizia a Milano il processo Calabresi-Lotta continua. Presiede la corte Aldo Biotti.
lpiano sequenza
12 dicembre. Viene indetta a Milano una manifestazione per il primo anniversario della strage di
piazza Fontana. Duri scontri tra polizia e manifestanti, uno di questi, Saverio Saltarelli, colpito al
petto da un candelotto lacrimogeno, muore.
1971
13 aprile. Il giudice istruttore di Treviso Giancarlo Stiz emette mandato di cattura contro tre neona-
zisti veneti: Giovanni Ventura, Franco Freda e Aldo Trinco.
I reati addebitati sono: associazione sovversiva, procacciamento di armi da guerra, attentati a Tori-
no nell’aprile 1969 e sui treni in agosto.
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28 maggio. Assolti gli anarchici processati per le bombe del 25 aprile a Milano. Vengono però con-
dannati per alcuni reati minori. Escono tutti dal carcere.
7 giugno. La Corte d’appello di Milano accoglie la richiesta di ricusazione del giudice Biotti presen-
tata dall’avvocato Michele Lener, difensore di Calabresi.
16 luglio. Muore il tassista Cornelio Rolandi, unico testimone contro Valpreda.
26 agosto. Calabresi e il suo superiore, Antonino Allegra, sono indagati per omicidio colposo e fer-
mo illegale in merito alla morte di Pinelli.
4 ottobre. Nuova inchiesta sulla morte di Pinelli su denuncia della vedova Licia Rognini. Il giudice
piano sequenza
istruttore di Milano Gerardo D’Ambrosio emette avviso per omicidio volontario contro il commissa-
rio Luigi Calabresi, i poliziotti Vito Panessa, Giuseppe Caracuta, Carlo Mainardi, Piero Mucilli, e il te-
nente dei carabinieri Savino Lograno.
24 ottobre. «Suicidio» dell’avvocato Vittorio Ambrosini, che avrebbe dovuto testimoniare al proces-
so per la strage di piazza Fontana.
21 ottobre. D’Ambrosio fa riesumare la salma di Pinelli.
1972
23 febbraio. Inizia il processo per la strage di piazza Fontana davanti alla Corte d’assise di Roma.
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Come sei diventato anarchico? rante la rivolta dei «boia chi molla».
Roberto Mander. Durante il ‘68, intorno a «vec- Roberto Gargamelli. Frequentavo ancora le
chi» anarchici come Aldo Rossi e la moglie An- scuole superiori quando, insieme ad alcuni
na, che gestivano il settimanale Umanità Nova, amici, andai a una manifestazione. C’era una
iniziammo a radunarci noi ragazzi (all’epoca vitalità impressionante, si parlava con tutti. Tra
ero minorenne), sempre nella sede di via Bacci- le centinaia di bandiere rosse scorgiamo un
na dove c’era anche la Fagi. Eravamo spinti da gruppo di bandiere nere. Ci incuriosiamo, ci
un grande fermento, una voglia di fare, di cam- avviciniamo e chiediamo chi fossero gli anar-
biare, di aiutare. Sono gli anni dell’immigrazio- chici, cosa facevano; iniziamo così a leggere i
ne dal Meridione, e tra i primi interventi ci so- testi fondamentali dell’anarchia e a frequentare
no quelli a sostegno degli edili (aumentati in la sede di via Baccina, dove si facevano sempre
maniera vertiginosa all’ombra dei palazzinari riunioni (ma non solo lì, ovviamente) e si di-
romani, vivevano in pessime condizioni) e l’or- scuteva di tutti i sogni, le speranze di ognuno.
ganizzazione di un doposcuola per i ragazzini.
Dopo un po’ di tempo, andai a Reggio Calabria Com’era il clima politico e sociale nell’anno
con Emilio Borghese (anche lui inquisito per la della strage?
strage) a incontrare Luigi Casile e Gianni Aricò, Mander. Il ’69 è un anno particolare. C’è una si-
due compagni che stavano facendo un prezio-
so lavoro in quella lontana città, e che poi mo-
riranno in quello strano incidente stradale nel
settembre 1970, mentre venivano a Roma a
consegnare il risultato delle indagini sulle com-
mistioni tra fascisti, ‘ndrangheta e politica du-
Tra gli imputati ci sono Pietro Valpreda, Mario Merlino, Stefano Delle Chiaie. La Corte dichiarerà
presto la propria incompetenza.
4 marzo. I magistrati di Treviso Stiz e Calogero fanno arrestare Pino Rauti, fondatore di Ordine
Nuovo e giornalista del quotidiano Il Tempo di Roma, con l’accusa di essere coinvolto nell’attività
eversiva del gruppo di Freda e Ventura.
6 marzo. Viene trasferito a Milano il processo per la strage di piazza Fontana.
15 marzo. Muore l’editore Giangiacomo Feltrinelli. Il suo corpo viene ritrovato dilaniato da un’e-
splosione ai piedi di un traliccio dell’energia elettrica a Segrate, Milano.
piano sequenza
22 marzo. Freda e Ventura vengono formalmente indiziati per la strage di piazza Fontana a Milano
dai magistrati veneti Stiz e Calogero.
26 marzo. L’inchiesta di Stiz e Calogero passa per competenza territoriale a Milano. Se ne occupa il
giudice istruttore D’Ambrosio, a cui si affianca il pubblico ministero Emilio Alessandrini.
24 aprile. Il giudice D’Ambrosio rimette in libertà Rauti per mancanza di indizi.
7 maggio. Elezioni anticipate. Rauti diventa deputato nelle liste del Movimento sociale italiano. Il
manifesto candida Valpreda che non viene eletto.
17 maggio. A Milano viene ucciso il commissario Calabresi.
13 ottobre. La Corte di cassazione trasferisce a Catanzaro il processo per la strage di piazza Fontana.
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1973
15 gennaio. Marco Pozzan, fedelissimo di Freda, viene fatto espatriare in Spagna dal Sid.
9 aprile. Guido Giannettini, l’agente Zeta del Sid, viene fatto espatriare.
5 settembre. Fachini e Giannettini vengono indagati per la strage di piazza Fontana.
piano sequenza
21 novembre. Viene sciolto Ordine Nuovo in seguito alla condanna di Clemente Graziani e altri 29
imputati per ricostituzione del partito fascista.
1974
30 gennaio. Freda e Ventura vengono rinviati a giudizio per piazza Fontana.
18 marzo. Inizia il processo di Catanzaro. Lo stesso giorno, a Milano il giudice D’Ambrosio conse-
gna l’ordinanza di rinvio a giudizio di Freda e Ventura per la strage di piazza Fontana.
18 aprile. La Corte di cassazione trasmette gli atti dei giudici milanesi sulla strage di piazza Fontana
al tribunale di Catanzaro per la riunificazione dei due procedimenti (quello a carico degli anarchici e
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per strage di Guido Giannettini. Anche questa indagine passerà nelle mani dei giudici di Catanzaro.
1975
27 gennaio. Inizia alla Corte d’assise di Catanzaro il processo per la strage di piazza Fontana che in-
corpora nell’inchiesta originale contro gli anarchici quelle dei giudici di Milano contro i neofascisti
veneti e gli agenti del Sid. Nei due anni successivi, per il sopraggiungere di nuove ordinanze istrut-
torie il processo verrà riaperto quattro volte.
27 ottobre. Il giudice D’Ambrosio chiude l’inchiesta sulla morte di Pinelli. L’anarchico, secondo la
sentenza, è morto per un «malore attivo», che lo ha fatto cadere dalla finestra. Prosciolti gli indiziati.
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1976
28 marzo. Sono arrestati il generale Maletti e il capitano Labruna, nell’ambito dell’inchiesta sulla
strage di piazza Fontana.
31 luglio. A Catanzaro, è depositata la sentenza istruttoria sull’indagine supplementare su piazza
Fontana. Sono rinviati a giudizio, con imputazioni varie, Guido Giannettini, Massimiliano Fachini,
piano sequenza
Pietro Loredan, Claudio Mutti, Stefano Serpieri, Gianadelio Maletti, Antonio Labruna.
1977
7 maggio. Viene arrestato a Catanzaro Marco Pozzan.
1978
20 aprile. Trovano impiccato in cella Riccardo Minetti, fascista, coinvolto nel processo di Catanzaro.
30 settembre. A Catanzaro, fugge dal soggiorno obbligato Franco Freda. Sarà arrestato in Costa Rica
il 20 agosto 1979 e successivamente estradato.
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Come hai conosciuto Pietro Valpreda? veva venire a Milano. Doveva essere ricevuto
Ho conosciuto alcuni appartenenti al movi- dal giudice istruttore del processo 25 aprile, il
mento anarchico tramite due canali. Per prima giudice Antonio Amati, per essere ascoltato
cosa, essendo radicale, avevo aderito ad alcune come testimone; inoltre aveva un processo per
marce antimilitariste a cui partecipavano an- vilipendio al pontefice.
che diversi anarchici. Valpreda è arrivato nel mio studio giovedì 11
Poi, con altri giovani avvocati, abbiamo creato, dicembre. Ci siamo incontrati, ci siamo resi
nel 1968, un comitato di difesa (il Comitato di conto che non stava bene e abbiamo avvisato
difesa contro la repressione) che si occupava di il giudice Amati per dire che si sarebbe presen-
difendere i ragazzi arrestati durante le manife- tato il sabato mattina. Sabato è andato dal giu-
stazioni, i cortei e le occupazioni nelle scuole e dice Amati, che non era disponibile. A quel
università. Eravamo una dozzina di giovani av- punto ci si è rivisti il lunedì mattina e Valpreda
vocati e spesso eravamo coinvolti nelle stesse è tornato dal giudice. All’uscita non l’abbiamo
manifestazioni, o conoscevamo i ragazzi che più rivisto. Mi ricordo bene che il giudice
venivano arrestati o venivamo contattati dai Amati ci disse che dal suo ufficio «era uscito
loro amici o parenti. Ci ritrovavamo dopo il la- con le sue gambe». Solo dopo abbiamo saputo
voro normale, a studiare le carte che spesso co- che era stato fermato e portato in questura.
noscevamo solo a livello di studi universitari,
essendo noi più che altro dei civilisti. Insieme ai tuoi colleghi del comitato hai fatto
Per quanto riguarda Valpreda, io ero stato no- parte del collegio di difesa degli anarchici
minato, come appartenente a questo comitato, dall’accusa di strage. Come hai iniziato ad
difensore di Paolo Braschi nel processo per gli occuparti di questo caso?
attentati a Milano del 25 aprile 1969 e per que-
sto avevo conosciuto anche Giuseppe Pinelli.
Non so come Valpreda abbia conosciuto il no-
stro comitato, ma ci ha contattato perché do-
1979
16 gennaio. Giovanni Ventura fugge in Argentina. Sarà arrestato pochi mesi dopo.
23 febbraio. A Catanzaro, la Corte d’assise condanna, a conclusione del processo di primo grado per
la strage di piazza Fontana, Franco Freda, Giovanni Ventura e Guido Giannettini all’ergastolo; Pietro
Valpreda e Mario Merlino a 4 anni e 6 mesi per «associazione a delinquere»; Gianadelio Maletti a 4
anni per «falso ideologico», e Antonio Labruna a 2 anni per concorso nello stesso reato. Sono assolti
Marco Pozzan, Antonio Massari, Claudio Mutti, Massimiliano Fachini, Giovanni Biondo, Stefano Del-
le Chiaie.
lpiano sequenza
19 luglio. A Catanzaro, il pretore Erminia La Bruna incrimina per falsa testimonianza, commessa
nell’ambito del processo per la strage del 12 dicembre 1969, Giulio Andreotti, Mario Tanassi e Maria-
no Rumor. L’anno successivo a questa accusa si sommerà anche quella di favoreggiamento.
1980
22 maggio. A Catanzaro, inizia il processo di appello per la strage di piazza Fontana.
1981
20 marzo. La Corte d’assise d’appello di Catanzaro assolve per insufficienza di prove Freda, Ventura,
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Giannettini, Valpreda e Merlino. Condanna Freda e Ventura a 15 anni per gli attentati del 25 aprile a Mila-
no e quelli sui treni del 9 agosto 1969 e per associazione sovversiva. Dimezzate le pene a Maletti e Labruna.
24 agosto. La commissione inquirente decide di archiviare le accuse contro Giulio Andreotti, Mariano
Rumor, Mario Tanassi e Mario Zagari, per un loro coinvolgimento nei depistaggi operati dal Sid.
17 ottobre. A Catanzaro, la procura generale riapre le indagini sulla strage di piazza Fontana indi-
ziando Stefano Delle Chiaie.
1982
piano sequenza
10 giugno. La Corte di cassazione affida un secondo appello a Bari, ma esclude dal processo Giannet-
tini.
1985
1 agosto. La Corte d’assise d’appello di Bari assolve dal reato di strage Freda, Ventura, Valpreda e
Merlino per insufficienza di prove. Conferma invece le condanne a 15 anni per Freda e Ventura e ri-
duce ulteriormente le pene a Maletti (un anno) e a Labruna (dieci mesi).
1986
30 luglio. Il giudice istruttore di Catanzaro, Emilio Ledonne, rinvia a giudizio Stefano Delle Chiaie e
14
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1987
27 gennaio. La prima sezione della Corte di cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, respinge
tutti i ricorsi, confermando quindi la sentenza della Corte di Bari dell’1 agosto 1985. A questo punto
Franco Freda, Giovanni Ventura, Pietro Valpreda e Mario Merlino escono definitivamente dalla sce-
na processuale.
23 marzo. Viene arrestato a Caracas (Venezuela) Stefano Delle Chiaie.
piano sequenza
1989
Gennaio. Il giudice istruttore di Milano, Guido Salvini, apre una nuova inchiesta sull’eversione di
destra e sulla strage di piazza Fontana.
20 febbraio. La Corte d’assise di Catanzaro assolve per non aver commesso il fatto Delle Chiaie e
Fachini dall’accusa di strage per piazza Fontana.
1991
5 luglio. La Corte d’assise d’appello di Catanzaro conferma l’assoluzione per la strage di piazza Fon-
tana di Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini.
15
2/17 piano sequenza 27-11-2009 16:16 Pagina 16
Parla Enrico Maltini, 70 anni, che insegna tecnologie alimentari alla facoltà
di agraria dell’università di Udine. Nel 1969 anarchico del circolo milanese e
attivo nella Crocenera anarchica
1992
30 ottobre. Giunge in Italia Carlo Digilio, espulso da Santo Domingo,
1995
13 marzo. Il giudice Salvini rinvia a giudizio più di trenta persone per diversi reati, tra cui la strage
di piazza Fontana.
Aprile. Dopo l’ordinanza di rinvio a giudizio depositata dal giudice Salvini viene nominata pubblico
ministero Grazia Pradella, a cui sarà affiancato Massimo Meroni. Li coordina Gerardo D’Ambrosio.
piano sequenza
1996
25 maggio. A Brescia, è indagato per irregolarità nelll’inchiesta sulla strage di piazza Fontana il giudi-
ce Salvini. Dirige le indagini il sostituto procuratore Felice Casson (oggi senatore del Pd), in seguito a
un esposto presentato da Carlo Maria Maggi. Salvini sarà prosciolto da ogni addebito e si scoprirà, gra-
zie alle intercettazioni fra Zorzi e Maggi che l’esposto faceva parte parte di una strategia difensiva.
1997
14 giugno. Viene arrestato Carlo Maria Maggi, di Ordine nuovo, su mandato di cattura del gip di Mi-
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2/17 piano sequenza 27-11-2009 16:16 Pagina 17
lano, Clementina Forleo, per concorso nella strage di piazza Fontana e nella strage di via Fatebenefra-
telli, a Milano, del 17 maggio 1973.
2001
30 giugno. La seconda Corte d’assise di Milano condanna all’ergastolo Zorzi, Maggi e Rognoni per la
strage del 12 dicembre 1969. Tre anni a Stefano Tringali per favoreggiamento a favore di Zorzi.
2002
piano sequenza
2004
12 marzo. La Corte d’appello di Milano annulla gli ergastoli inflitti a Zorzi, Maggi e Rognoni per la
strage di piazza Fontana. E riduce da tre a un anno la pena a Stefano Tringali per favoreggiamento.
2005
3 maggio. La seconda sezione penale della Cassazione respinge i ricorsi contro la sentenza della Corte
d’appello per la strage di piazza Fontana e conferma le assoluzioni di Maggi, Rognoni e Zorzi.
17
RIFRAZIONI 1 27-11-2009 16:20 Pagina 18
C i fu un tempo in cui le
cose sembravano essere
piuttosto chiare in questa
lottava con impegno per al-
largare sempre di più la par-
te di classe lavoratrice decisa
plessità di fronte alla do-
manda su che cosa sarebbe
opportuno fare per deviare
piccolissima parte del mon- a lottare contro lo sfrutta- la direzione sempre più
do alla quale mi limito qui e mento e disposta a poner el preoccupante che stanno se-
che allora si chiamava «le so- cuerpo [letteralmente, met- guendo le nostre società; e,
cietà industrializzate». Il vol- terci il corpo, espressione per dirla senza eufemismi, la
to e le armi del nemico si di- della lotta di resistenza ar- nostra situazione, ormai da
stinguevano con una certa gentina, in particolare riferi- troppo tempo, è di grandis-
nitidezza e il percorso per ta al movimento delle don- simo disorientamento. I no-
tentare di sconfiggerlo sem- ne, Ndt], il corpo intero, per stri vecchi punti di riferi-
rifrazioni
brava essere tracciato con li- sconfiggere finalmente il ne- mento risultano di scarso
nee decise. Di sciopero in mico e ottenere l’agognata aiuto per orientarci all’inter-
sciopero, di scontro in scon- emancipazione sociale. no di cambiamenti, la cui
tro, di esperienza educativa Tuttavia, oggi non possiamo crescente accelerazione non
in esperienza educativa, si nascondere una certa per- ci lascia neppure il tempo
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inventare le forme per op- gi. I suoi risparmi, il suo tem- no accettate senza che si
porsi a queste realtà. Per po libero, la sua salute, il suo renda necessario l’uso conti-
esempio, nell’epoca dell’in- alloggio, l’istruzione, le cure nuato della coercizione.
e così via. producono divi-
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Naturalmente, non esiste, in parte. Per esempio, è così volmente per catturarci e
alcun luogo, un progetto co- che le opportunità create e modellarci in modi differenti
scientemente perfezionato offerte da internet e dai te- e tra i più insidiosi, sottili ed
sul tipo di soggettività che si lefoni cellulari costruiscono efficaci.
esigono, e sulle forme di do- nuove socialità e promuovo- Per esempio, l’onnipresenza
minio più adatte a costruirle. no nuove modalità relazio- della logica del mercato ha
No, dapprima si vanno con- nali. Tra tali modalità, le reti sulle nostre vite effetti deva-
figurando alcune forme di sociali non solo rimodellano stanti come quelli dei mec-
dominio e sono queste quel- la privacy e riconfigurano il canismi di controllo più sofi-
le che, attraverso il loro par- rapporto tra il pubblico e il sticati. Infatti, la mercifica-
ticolare esercizio, produco- privato, ma, tra le altre cose, zione colonizza la totalità
no via via le relative soggetti- contribuiscono a ridefinire dello spazio sociale e compe-
vità. I processi che danno gli stessi legami comunitari. netra tutto il campo della vi-
origine alle diverse forme di ta, dalle relazioni personali
dominio sono molteplici e I nuovi volti del dominio alla salute, al corpo, alle cu-
analizzarli andrebbe decisa- re, all’affettività, all’identità,
mente al di là dell’argomen- Non è necessaria una grande persino alla vita psichica. Il
to di questo scritto, ma ap- perspicacia per notare che dio calcolo si insinua in tutto
profitto per indicare, tra pa- siamo completamente im- e costringe a pensare in puri
rentesi, il ruolo assolto dagli mersi in una società del con- termini contabili. Intrappo-
sviluppi tecnologici in alcuni trollo, dove la Visa, il cellula- lati in un consumismo sfre-
di tali processi. re, internet, i conti correnti, nato non solo ci ingiungono
In effetti, viviamo in una so- le videocamere e i satelliti di in continuazione di esercita-
cietà, nella quale, in buona osservazione e comunicazio- re la nostra libertà di scelta
misura, sono gli oggetti so- ne coniugano i loro elementi tra alcune offerte più o meno
cio-tecnici, in costante inno- positivi per formare un di- identiche, ma, come spiega
vazione, a configurare sem- spositivo che garantisce la molto bene Zygmunt Bau-
pre di più i nostri personali nostra localizzazione perma- man, noi stessi dobbiamo
obiettivi in funzione delle nente, la nostra costante vi- costituirci come un ulteriore
possibilità che creano e che sibilità e nel quale lasciamo oggetto che compete con al-
ci offrono. Gli strumenti tec- un’infinità di tracce indele- tri per essere consumato nel-
nici effettivamente disponi- bili. Per non parlare di quei l’onnipresente mercato che
bili determinano in modo microregolamenti prolife- ci circonda. Parossismo della
crescente gli scopi che inten- ranti che tessono la loro fitta
diamo perseguire e stabili- tela in tutti gli interstizi dello
scono la razionalità di molti spazio sociale, saturando la
dei processi di cui facciamo nostra vita con una moltitu-
dine di obblighi infimi e il
suo relativo catalogo di infra-
zioni. Parallelamente a que-
sti palesi meccanismi di con-
trollo, numerosi altri disposi-
tivi si potenziano vicende-
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delle persone (affettive, co- zatrice verso l’omogeneizza- rate in base alla professione,
gnitive, relazionali, abilità zione coesiste con alcune smette di avere senso. Oggi,
sociali) e in cui si dissolvono la flessibilità generalizzata
i confini tra tempo libero e diventa una parola d’ordine
lavoro o tra pubblico e priva- e il problema sta nel pro-
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DEL POTERE
«Potere» è capacità di fare, che può diventare «potestà» sugli
altri. L’ambivalenza costitutiva degli esseri umani, specie de-
bole che non ha sviluppato limiti alla sua capacità operati-
va. La paura della morte, piedistallo della potestà e suo limi-
te sempre incombente. Il fascino della massa, in cui si realiz-
za la perfetta uguaglianza e comunanza, come la promessa
di eternità. Il corpo, ineludibile limite ed «essenza» di ognu-
no, luogo su cui si esercita la potestà, ma anche luogo di
apertura al «noi». Proprio nel corpo può fondarsi il rifiuto
della servitù volontaria. Questi i temi che affronta Alberto
Giovanni Biuso, docente di filosofia della mente all’università di Catania. Stu-
dioso di Friedrich Nietzsche e dei rapporti fra fenomenologia e neurologia. Biu-
so ha fra l’altro pubblicato L’antropologia di Nietzsche (1995), Antropologia e
filosofia (2000) e Dispositivi semantici. Introduzione fenomenologica alla filo-
sofia della mente (2008). E quale modo migliore per illustrare le dimensioni del
corpo se non con i quadri di Edward Munch (1863-1944)?
zioni umane, non può non curezza economica, dell’in- violenza è un dato inelimi-
coinvolgere gli altri, per cui, tegrità corporale significa
nell’ambito politico, può di- anche essere costretti ad an-
ventare, e storicamente è ticipare, simbolicamente ap-
quasi sempre diventata, un punto, la morte, il cui timore
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nabile della condizione contro membri della stessa gruppo e del proprio territo-
umana, essa non è sempre specie, pena l’inevitabile rio contro qualunque inva-
uguale a se stessa e al suo in- estinzione. Un lupo, per sore e ogni possibile minac-
terno vanno in ogni caso di- esempio, non ucciderà mai cia.
stinte l’aggressività e la guer- un altro lupo che gli offre la Aggressività, violenza, guer-
ra, essendo la prima un dato gola in segno di sottomissio- ra, così centrali nella natura
biologico, mentre la seconda ne, mentre basterebbe un del potere, suggeriscono
è una sua espressione cultu- semplice morso per uccider- dunque che, se vogliamo ca-
rale. lo. Qui l’inibizione è fortissi- pire a fondo il potere, dob-
L’aggressività, di fatto, è so- ma e agisce sistematicamen- biamo partire dalla corpo-
prattutto il conflitto intra- te. Nell’uomo, invece, essa è reità che tutti ci accomuna,
specifico, diretto in vario assente, in quanto egli è pri- perché è sui corpi e nei corpi
modo contro membri della vo di armi naturali con le che esse si esercitano e si
stessa specie. È cioè la lotta quali possa, in un sol colpo, «scrivono», poiché «il corpo
per la sopravvivenza di cui uccidere una grossa preda: non è una parte dell’uomo,
parla Charles Darwin, che «Nessuna pressione selettiva bensì il centro della sua co-
però è diventata «nell’attuale si formò nella preistoria del- stituzione» [4]. Per questo la
situazione storico-culturale l’umanità per generare mec- società è innanzitutto il mo-
e tecnologica dell’umanità il canismi inibitori che evitas- do in cui l’insieme dei corpi,
più grave di tutti i pericoli» sero l’uccisione di conspeci- con il loro bisogno di nutrirsi
[2]. La concorrenza sfrenata fici finché, tutto d’un tratto, e di difendersi, sono posti in
fra gli uomini per l’utilizzo l’invenzione di armi artificia- relazione ed è per questo
delle risorse rischia, infatti, li portò lo squilibrio fra la ca- che essa nasce insieme ai
di cacciare l’evoluzione in pacità omicidiale e le inibi- tabù, ai divieti, alle leggi tese
un vicolo cieco non funzio- zioni sociali» [3]. Da qui la a salvaguardare la comunità
nale e dunque potenzial- guerra, cioè il proliferare pa- umana, a impedire la violen-
mente autodistruttivo. L’eto- tologico di una violenza sen- za della condizione di natu-
logo Konrad Lorenz cercava za freni, esercitata mediante ra. Il potere/potestas (quindi
di spiegare i nessi causali armi che colpiscono da lon- il potere politico) dovrebbe
che hanno condotto a un si- tano e in modo anonimo, essere la realizzazione di tut-
mile risultato notando come rafforzata dall’evidente con- to ciò, ma questo non ne
tutti i grandi predatori ab- trasto fra la «nobiltà» dei va- muta la natura profonda,
biano dovuto sviluppare, nel lori etico-politici (come la cioè il fatto che «ogni potere
corso della filogenesi, una tolleranza o la democrazia) e si basa in fondo sull’arbitrio
radicale inibizione a usare le il permanere di istinti atavici e sulla paura della morte
loro potenti armi naturali come la difesa del proprio (…). Non vi è potere che non
sia assicurato dalle armi (…).
Così il potere argina la vio-
lenza sociale, insegnando a
ciascuno la paura della vio-
lenza del potere» [5]. La so-
cietà, nel momento in cui si
riconosce come tale, genera
pertanto anche un ordine
che implica l’utilizzo siste-
matico della violenza e il po-
tere, nato anche per limitare
la violenza, la innalza invece
a livelli assoluti. Inoltre, in
nome di valori come lo stato,
la sicurezza, il dio, la violen-
za si moltiplica, si radicaliz-
za, giustifica se stessa come
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ma, dove dominano dei va- del negativo, sarebbe una sere in un certo modo. Sia-
lori assoluti altrettanto asso- semplice forma reattiva e mo ai nostri occhi anche
luta si fa la violenza e una ta- perciò sarebbe debole e an- quello che pensiamo di ap-
le pervasività non può essere cor più incerto di quanto già parire allo sguardo altrui, so-
compresa né spiegata con non sia, ma così non è, per- prattutto allo sguardo di
motivazioni soltanto econo- ché un’altra sua fonte fonda- quei soggetti e di quelle
micistiche, sociologiche, mentale sta nella predisposi- strutture alle quali ricono-
contingenti. La violenza, in- zione a obbedire, ad accetta- sciamo (per le ragioni più di-
fatti, corrisponde ad alcuni re il comando da parte di co- verse) prestigio, valore, auto-
dei desideri più peculiari e loro ai quali viene trasmesso, revolezza e forza. Ecco per-
profondi dell’essere umano predisposizione che si asso- ché «colui che dipende dal-
e il suo senso, come sottoli- cia, completandola, alla pau- l’autorità è legato al giudizio
nea Elias Canetti nel suo ra della morte, così fornendo su di lui da parte della perso-
fondamentale Massa e alla potestas quello che pare na che la detiene; egli spera
potere, è la perpetuazione essere il suo dominio. di ricevere una conferma, te-
dell’atto di dominio con il Il potere, infatti, ha come me il disprezzo» [6]. Una del-
quale il sopravvissuto gioisce fonte e garanzia non soltan- le ragioni della nascita, per-
dell’esserci ancora, esulta to la violenza ma anche la manenza, forza del potere, è
del potere assoluto che gli predisposizione a obbedire perciò la dipendenza che ci
conferisce il dare la morte. che affonda le sue radici nel rende così sensibili alle va-
Se questo fosse il suo unico bisogno di riconoscimento riazioni anche minime del
fondamento, tuttavia, il po- di ognuno, nel bisogno del giudizio altrui su di noi; de-
tere/potestas sarebbe sem- soggetto di venire accettato tiene dunque autorità colui
pre e soltanto espressione per il fatto di esistere e di es- che possiede la capacità di
indurre altri a determinate
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5. Ivi, p. 9.
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ormai una realtà di fatto. struttura semantica, cioè nel senso di prestigio che ne de-
Proprio per quanto fin qui riva», «non si dà aberrazione
detto, però, il potere rimane dell’attività politica più dele-
asintotico, per sua natura teria dello sfoggio pacchiano
provvisorio e aspira inutil- del potere e del vanaglorioso
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8. Ivi, p. 38.
9. Ted C. Lewellen, Antropologia politica, Il Mulino, Bologna 1987, p.150.
10. Max Weber, Il lavoro intellettuale come professione, Einaudi, Torino 1994,
p. 48.
11. Ivi, pp. 49 e 103.
12. Ivi, p. 89.
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netti non sembra chiarirlo mulazione, il silenzio sulle (rimanendo l’unico ad avere
del tutto) sta il potere, la cui proprie reali intenzioni, il se- parola e vita) è perciò inse-
natura, per lui, è in primo greto indicibile, il moltipli- parabile dal timore di poter
luogo biologica e consiste carsi delle maschere, la fin- essere a propria volta ridotti
sostanzialmente nell’afferra- zione. Solo così la parola a nulla dalla rivolta di coloro
re ciò che sta davanti e a di- detta, quando sarà detta, che subivano e questo crea
sposizione, mangiarlo, in- avrà il peso di un’autorità la necessità di eliminare il
corporarlo e annientare così senza limiti, di una sentenza pericolo moltiplicando i ca-
ogni diversità rispetto a colui senza appello. Ogni ordine è daveri (in senso letterale, ma
che divora. Ancora una vol- parte di questa morte che più spesso traslato).
ta, quindi, il principio del viene dall’alto, una spina che Canetti, nell’opera fin qui ri-
potere è l’identità avversa al- si conficca in chi la riceve, percorsa, non giudica la
la differenza, l’unità rispetto che non si potrà dimenticare massa, la descrive come
alla molteplicità. e da cui ci si potrà liberare qualcosa che costituisce il
Canetti comunque sottoli- solo trasmettendo a un altro mondo, sia umano sia ani-
nea che «l’istante del soprav- lo stesso identico comando. male e vegetale. Valuta inve-
vivere è l’istante della poten- Ma, continua Canetti, «sape- ce il potere, svelandone la
za» [14], per cui, in ogni luo- re che tutti coloro cui si sono vera e propria natura patolo-
go e ovunque appaia, il po- impartiti comandi, tutti co- gica. In ogni caso entrambi,
tente è in primo luogo il so- loro che si sono minacciati massa e potere, esprimono
pravvissuto, l’unico supersti- di morte vivono e si ricorda- quel desiderio di morte che
te di fronte alla distruzione no (...), questa sensazione «si trova davvero ovunque, e
dei suoi simili; il suo trono profondamente radicata e non è necessario scavare
poggia su mucchi sterminati tuttavia indeterminata, poi- molto nell’uomo per trarlo
di cadaveri: «Il più antico or- ché non si sa mai quando i alla luce» [18]. Si torna per-
dine - impartito già in epoca minacciati passeranno dal tanto al nesso profondo che
estremamente remota, se si ricordo all’azione, questa coniuga il potere alla mate-
tratta di uomini - è una sen- tormentosa, invincibile e in- ria: potere, mortalità, corpo.
tenza di morte, la quale co- definita sensazione di peri-
stringe la vittima a fuggire. colo è appunto l’angoscia
I corpi? Luoghi
Sarà bene pensarci quando del comando» [17], la quale
semantici
si parla dell’ordine fra gli uo- fa sì che anche il potente vi-
mini» [15]. L’obiettivo ultimo va la sua angoscia: essa è il Il corpo, dunque, prima di
del potente sarà quindi la contraccolpo della sorte, il tutto, ma la fisicità che ci co-
soppressione degli altri «per poter perdere l’autorità e do- stituisce non può essere trat-
essere l’unico, oppure, nella ver subire la vendetta di co- tata come un fenomeno fra i
forma più mitigata e fre- loro a cui si è comandato. tanti, essa è anzi la matrice
quente, il desiderio di servir- Per Canetti la spirale (tout dei fenomeni. Non a caso
si degli altri per divenire l’u- court paranoica) del potere, Maurice Merleau-Ponty po-
nico con il loro aiuto» [16]. il desiderio di dominare co- teva affermare che «lungi
Lo strumento e la tonalità me signore incontrastato su dall’essere il mio corpo per
del potere è perciò la dissi- un mondo ridotto al silenzio me un semplice frammento
dello spazio, non ci sarebbe
per me spazio alcuno se io
non avessi un corpo» [19]; e
inoltre: «In quanto vede o
tocca il mondo, il mio corpo
non può quindi essere visto
né toccato. La ragione che gli
impedisce di essere solo un
oggetto, di essere “comple-
tamente costituito”, sta nel
fatto che è proprio tramite
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21. Jesse Cohn e Shawn Wilbur, Che cosa non va nel postanarchismo?, in Li-
bertaria, n.1-2/2009, p. 85.
22. Fabrizio De André, Nella mia ora di libertà, in Storia di un impiegato, Di-
schi Ricordi, 1973.
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libertaria anno 11
9 • •n.4
n.4• •2007
2009
SENZA DOMINIO
Quanto possono interagire arricchendosi reciprocamente pensiero libertario e
antropologia? Molto secondo Andrea Staid, soprattutto sui temi legati al do-
minio e alla gerarchia. Staid, redattore di Elèuthera, collabora con la stampa
anarchica e libertaria. È autore di Gli arditi del popolo (2007)
«I l potere è esattamente
quello che le società
hanno voluto che fosse. E
civiltà occidentale, che non
riuscì a integrarle. Attraver-
so un’attenta lettura dei mi-
un contesto più sensibile al-
le differenze culturali, il
principio attorno al quale
poiché questo potere non ti, dei riti, delle istituzioni possiamo ricostruire il signi-
conta, per esprimerci sche- sociali, dei costumi sessuali, ficato delle culture amerin-
maticamente, nulla, il grup- dei modi di produzione, la diane: culture senza politica,
po rivela in tal modo il suo scoperta principale a cui senza stato e senza storia,
rifiuto radicale dell’autorità, perviene Clastres è l’impor- ma tanto più significative
una negazione assoluta del tanza politica dei capi, non per l’uomo occidentale nel-
potere. È possibile spiegare tanto come incapacità di l’attuale crisi dello «spazio
questa “decisione” delle cul- produrre forme più evolute politico» ereditato dall’Otto-
ture indiane? Si deve giudi- di convivenza, ma come al- cento.
carla come il furto irraziona- ternativa culturale al model- Analizziamo più a fondo
le della fantasia, o è invece lo occidentale di società po- queste società senza stato.
possibile postulare una ra- litica, lo stato. Ciò che agli Come sappiamo il potere si
zionalità immanente a que- occhi dei primi esploratori e realizza in una caratteristica
sta scelta?» [1]. colonizzatori europei appar-
Partendo dalla critica del ve come prova dell’inferio-
rifrazioni
pregiudizio etnocentrico, rità etnica di quelle popola-
Pierre Clastres muove alla zioni, appare a Clastres, in
scoperta di quelle culture
amerindiane in gran parte
distrutte dall’avanzata della 1. Pierre Clastres, La società contro lo stato, Ombre corte, Verona, 2003.
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relazione sociale: comando- potere politico è universale, che vuole: «La produzione di
obbedienza. Mentre nelle immanente al fatto sociale e norme è, dunque, l’opera-
società in cui non si osserva si realizza in due modi prin- zione centrale, fondante
questa relazione si hanno cipali: potere coercitivo e della società umana, è pro-
società «senza potere». potere non coercitivo. duzione di socialità e perciò
La verità e l’essere del potere Il potere coercitivo non è il stesso di umanità, poiché
si costituiscono e si fondano modello del vero potere, ma l’uomo non esiste in quanto
sulla violenza, quindi il po- solo un caso particolare. uomo se non come prodotto
tere è impensabile senza il Non vi è dunque ragione culturale, cioè come prodot-
suo predicato, la violenza. scientifica per farne il punto to sociale» [3].
Studiando altre culture, po- di riferimento. Anzi. Perché Si possono creare norme
polazioni, in questo caso anche nelle società in cui l’i- che portano alla società au-
quella degli Indiani d’Ameri- stituzione politica è assente, toritaria, l’esempio di potere
ca, ci accorgiamo che non assistiamo alla presenza di coercitivo è sotto gli occhi di
tutte le società sono fondate forme del politico, per cui si tutti, è quello dello stato,
sul binomio comando-ob- pone il problema del potere. delle società contempora-
bedienza. Eccetto le culture nee, occidentali e non, so-
gerarchiche del Messico, cietà in cui si produce domi-
Natura umana
dell’America centrale e delle nio, sfruttamento dell’uomo
e vita sociale
Ande, tutte le società india- sull’uomo. E, infatti, il domi-
ne o quasi sono dirette da Se riconosciamo che il pote- nio è negazione di umanità
«leader», ma la cosa partico- re politico non è una neces- per tutti gli espropriati, per
larmente strana e allo stesso sità connessa alla natura tutti gli esclusi dai ruoli do-
tempo interessante è che umana, dobbiamo però ri- minanti della struttura so-
questi caciques non possie- conoscere che risulta essere ciale [4]. Quindi dominio è
dono potere. una necessità legata alla vita categoria distinta da potere
Ci troviamo di fronte a so- sociale. Schematizzando: la e infatti esistono e sono esi-
cietà, in cui i detentori di ciò politica è pensabile anche in stite società senza stato,
che altrove si chiamerebbe assenza di violenza, ma non senza potere autoritario,
potere, in effetti sono privi esiste il sociale senza il poli- senza dominio, mentre non
di potere, in cui il capo non tico, in altre parole non ci sono mai esistite e proba-
esercita coercizione e vio- sono società senza potere, bilmente mai potranno esi-
lenza, non è al vertice di una ma ci sono diversi tipi di po- stere società senza potere.
scala gerarchica, non esiste tere. La maggioranza delle so-
relazione di comando-obbe- L’uomo per vivere in una cietà amerindiane, per
dienza fra lui e i suoi «suddi- comunità, per creare il so- esempio, si distingue essen-
ti». ciale, deve produrre norme zialmente per il senso di de-
«Se vi è cosa estranea a un ma può produrre le norme mocrazia e il gusto di ugua-
amerindiano è l’idea di im-
partire un ordine o di dover-
vi obbedire, fuorché in par- 2. Ibidem.
ticolari circostanze, come
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glianza, tanto che la caratte- società statuali la parola è il teressante per un libertario
ristica saliente del capo diritto del potere, nelle so- «pescare» nelle ricerche an-
amerindiano consiste nella cietà senza stato essa è il do- tropologiche, per capire co-
sua autorevolezza del non vere del potere [6]. me culture «altre» vivono,
«poter far fare». La società primitiva è il luo- hanno vissuto nel nostro ca-
Il capo amerindiano è un go del rifiuto di un potere so il rifiuto dello stato e del
«paciere», è l’istanza mode- separato, perché essa stessa, dominio. Tanto che la ricer-
ratrice del gruppo, deve es- e non il capo è il luogo reale ca antropologica diventa an-
sere generoso dei propri be- del potere. che un archivio di esperien-
ni e non può, senza scredi- La società senza stato sa che ze consultabili, per com-
tarsi, respingere le continue la violenza è l’essenza del prendere meglio il presente.
richieste dei suoi ammini- potere che si trasforma in In questa ottica la vocazione
strati, solo un buon oratore dominio, il campo stesso dell’antropologia interpreta-
può diventare capo, il potere della parola assicura la de- tiva non è rispondere alle
normale, civile è fondato marcazione e traccia la linea nostre domande più profon-
non sulla costrizione ma sul di confine, costringendo il de, ma mettere a disposizio-
consensus omnium. capo a muoversi soltanto ne risposte che altri hanno
Per la maggioranza delle so- nell’elemento della parola, dato e includerle così nel-
cietà sudamericane l’istitu- cioè nell’opposto della vio- l’archivio consultabile di ciò
zione matrimoniale della lenza. che l’uomo ha detto [7].
poliginia è strettamente col- Il potere è esattamente quel- Clifford Geertz ci parla di
legata all’istituzione politica lo che le società hanno volu- un’antropologia dialogica
del potere. Il potere del capo to che fosse, e poiché questo che cerca di annullare il pre-
dipende dal consenso del potere non «obbliga», il supposto indirettamente ge-
gruppo, si comprende allora gruppo rivela in tal modo il rarchico secondo cui «noi»
l’interesse diretto di ogni ca- suo rifiuto radicale del pote- studiamo «loro» perché noi,
po a mantenere la pace. re-dominio. diversamente da loro, siamo
Il capo in quanto debitore di È la cultura stessa, in quanto emancipati dalle «stranezze»
ricchezza e messaggi, non differenza massima dalla della cultura.
esprime altro che la propria natura, che si impegna total- Vedere noi stessi come ci ve-
dipendenza dal gruppo, e mente nel rifiuto di questo dono gli altri può essere ri-
l’obbligo in cui si trova, di tipo di potere, la cultura velatore. Ma è dalla conqui-
manifestare continuamente quindi utilizza contro il po- sta assai più difficile di vede-
l’innocenza della propria tere l’astuzia della natura. re noi stessi tra gli altri, co-
funzione. In questo caso il Ed è forse per questo che me un esempio locale delle
potere venerato nella sua quel tipo di società ci stupi- forme che la vita umana ha
impotenza, esprime la cura sce per la sottigliezza con assunto localmente, un caso
che la cultura ha di sé e il cui il potere viene regolato. tra i casi, un mondo tra i
suo sogno di superarsi: «Me- Ma queste società hanno mondi, che deriva quella
tafora della tribù, imago del anche compreso che la tra- apertura mentale senza la
suo mito, tale è il capo in- scendenza del potere rac- quale l’oggettività è autoin-
diano» [5]. chiude per il gruppo un ri- censamento e la tolleranza
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IL PARADOSSO
DELTEMPO
di Marc Augé
clare gli elementi che li com- dosso dell’evento, del fatto che, meteorologiche, epide-
pongono. Le teorie della me- sempre atteso e sempre temu- miologiche, politiche o milita-
tempsicosi sono solo un tipo to. Per un verso sono gli eventi
particolare di tali rappresenta- che rendono sensibile il pas-
saggio del tempo e che servo-
no anche a datarlo, a ordinarlo
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ri avevano il potere di minac- calendario è stata una delle segnalano e ordinano gli spazi
ciare l’esistenza stessa del forme più efficaci di controllo di socialità con estrema minu-
gruppo, e lo sviluppo delle so- religioso e/o politico esercita- zia, sia per distinguerli dagli
cietà non ha fatto svanire la to sulle società, perché il tem- spazi non umani, sia per trac-
consapevolezza di rischi del po, dato immediato della co- ciare le linee di partizione che
genere: li ha solo collocati su scienza, appare simultanea- ordinano il gruppo sociale
una scala diversa. Il controllo mente una delle componenti stesso (norme di residenza, si-
intellettuale e simbolico del- essenziali della natura e uno stemi di divisione, spazio pub-
l’evento è sempre stato al cen- strumento privilegiato per ca- blico e spazio privato, spazio
tro delle attenzioni dei gruppi pirla e governarla. I poteri reli- sacro e spazio profano…).
umani. Lo è ancora oggi; cam- giosi e politici si sono sempre Queste suddivisioni sono inti-
biano solo le parole e le solu- mamente correlate alle rap-
zioni. È anzi possibile che il presentazioni del tempo so-
paradosso dell’evento sia al ciale. Alcune di queste si ma-
suo culmine: mentre la storia nifestano solo in occasione di
accelera sotto la spinta di riti stagionali. La residenza
eventi di ogni genere, cambia con le varie età
noi pretendiamo di della vita (ingresso nel-
negarne l’esistenza, l’età adulta, matrimo-
come nelle epoche nio…). Si potrebbe
più arcaiche, per così parlare di uno
esempio cele- spazio-tempo so-
brandone la fine. ciale il cui grado
È proprio con la più o meno forte
configurazione, di coesione corri-
la delimitazione sponde alle diver-
o l’esplicitazione se modalità orga-
di questi tre para- nizzative.
dossi che si sono La prova dell’altro,
misurati, nei con- nelle forme della
testi storici più vari, conquista e della co-
tutti i tentativi di sim- lonizzazione, è spesso
bolizzazione del mon- stata tanto più dolorosa
do e delle società. Se, co- quanto più ribaltava l’or-
me afferma Claude Lévi- dine spazio-temporale pree-
Strauss nella sua Introduzione sistente, da quel momento in
all’opera di Marcel Mauss [1], poi considerato obsoleto. Agli
la comparsa del linguaggio ha occhi dei colonizzati tale pro-
comportato ipso facto la ne- serviti del tempo per dare alla va era perciò, prima di tutto,
cessità di rendere il mondo si- cultura l’apparenza di un fatto un evento ingovernabile che
gnificante, è ben evidente che naturale. Tutte le rivoluzioni segnava una rottura irreversi-
la categoria del tempo, più an- hanno dovuto fare i conti con bile tra presente e passato e
cora di quella dello spazio, ha la necessità di ridefinire l’im- che imponeva loro, tanto in
fornito una materia prima piego del tempo e di rifondare termini politici quanto religio-
ideale per quell’operazione, il calendario per cercare di si, una reinterpretazione del
perché è la più sperimentabi- cambiare la società. passato e una visione dell’av-
le, la più immediatamente Resta il fatto che non avrebbe venire. Parallelamente, quel-
percepibile e, in questo senso, senso dissociare una riflessio- l’evento trasformava da cima a
la meno arbitraria dei dati ne sul tempo da una sullo spa- fondo la loro organizzazione
simbolici. La padronanza del zio. Tutti i sistemi simbolici spaziale. L’urbanizzazione, le
che si possono osservare nel nuove suddivisioni ammini-
strative, la creazione di colture
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smo, convulsioni religiose e c’è più niente da aspettarsi.
politiche senza precedenti che Tra queste due visioni estre-
sanciscono il fallimento del- me, c’è posto per un’ideologia
del presente caratteristica di
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I NUOVI TERRENI
DI SCONTRO
di Aldo Giannuli
Qui viene presentato il capitolo nove e parte del capitolo undici del libro Come fun-
zionano i servizi segreti di Aldo Giannuli, pubblicato da Ponte alle grazie. Giannuli
redattore di Libertaria è autore, fra l’altro, di L’abuso pubblico della storia (2009),
Bombe a inchiostro (2008) ), La guerra fredda delle spie, La strategia della tensio-
ne, L’armadio della repubblica, la guerra dei mondi e Una strana vittoria (tutti
usciti nel 2005)
rispetto alla manovra strategi- ping dissimulato, il contrab- batteriologica con finalità eco-
ca principale (che restava di bando, lo spionaggio indu-
striale e finanziario. E più re-
centemente vi si sono aggiunte
la clonazione e la falsificazione
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nomiche (per esempio contro Così come gli interessi della tanto dell’oro quanto della
il patrimonio zootecnico), i ra- United Fruits Company furono sterlina. E su questo punto si
pimenti mirati, la pirateria ma- determinanti nell’«operazione giocò anche la vertenza fran-
rittima, aerea o informatica, il Success» della Cia che portò al- co-americana sul ritorno al
bombardamento informatico. la deposizione del presidente gold standard, vanamente pro-
Come si vede, l’integrazione guatemalteco Jacobo Arbenz e posto dai francesi a metà anni
delle diverse forme di azione e gli interessi dell’Itt sul rame ci- Sessanta. Una guerra nella
il loro crescente grado di ag- leno furono una delle molle quale cercò di inserirsi l’Urss,
gressività esce dal quadro delle dell’appoggio americano al nel 1968, con una spregiudica-
guerre economiche condotte colpo di stato contro Salvador ta manovra sull’oro, i cui prez-
in periodo di pace. Forse, più Allende. zi salirono vertiginosamente
che di guerra economica, sa- La strategia americana, già dal- per diversi mesi, ovviamente a
rebbe più esatto parlare di un l’immediato dopoguerra, pun- scapito del dollaro. La risposta
«aspetto economico» della tava ad assicurarsi la centralità degli Usa, peraltro, non si di-
guerra globale. nel nuovo ordine mondiale, at- spiegò solo sulla manovra eco-
traverso la leadership incon- nomica (culminata nella di-
Dalla guerra politica trastata del blocco occidentale, chiarazione del 15 agosto 1971
alla guerra economica il contenimento dell’avversario di Richard Nixon sulla non
sovietico e il controllo del pro- convertibilità dollaro/oro), ma
Già dalla seconda guerra mon- cesso di decolonizzazione nel ebbe anche un risvolto sul pia-
diale balzò in primo piano la Terzo Mondo. In tutte e tre no dell’intelligence. Non appa-
centralità dell’economia anche queste direzioni, la manovra re del tutto casuale la coinci-
dal punto di vista bellico: in economica era di primaria im- denza con l’avvio del «Piano
una guerra fatta essenzialmen- portanza. Dello sforzo per im- Chaos» della Cia, volto a desta-
te da carri, aerei, sommergibili, porre l’egemonia sul blocco bilizzare i singoli alleati euro-
armi a ripetizione, diventa de- occidentale fu parte determi- pei, per accentuarne la dipen-
cisivo il controllo delle materie nante l’imposizione del dollaro denza dall’Alleanza atlantica
prime: ferro, petrolio, gomma. come moneta unica negli contrastando le tentazioni ter-
E, in una guerra giocata sulla scambi mondiali [1] a scapito zaforziste che si accompagna-
gara a chi arriva prima alle «su-
per-armi», diventa decisivo lo
sviluppo tecnologico.
Pertanto la guerra fredda ebbe
subito un côté economico, sin
qui solo parzialmente indaga-
to: accanto alla guerra virtuale
del confronto sugli armamenti,
alla guerra «a bassa intensità» e
al conflitto indiretto fra le due
grandi potenze, ci fu un ulte-
riore piano sul quale si gioca-
rono le sorti della «terza guerra
mondiale». Molti dei colpi di
stato ispirati dai servizi segreti
americani furono finalizzati al
controllo delle materie prime.
Il petrolio iraniano fu la princi-
pale motivazione dell’«opera-
zione Ajax» con la quale i servi-
zi americani e britannici coo-
perarono alla deposizione di
Mohammad Mossadeq (1953).
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finanziarie presso la quale velato «più simile a quello di intelligence militare e così, fa-
verrà effettivamente impiegato James Bond di quello che avrei cendo di necessità virtù, svi-
(la Main di Boston) fu proprio immaginato» [6]. luppano l’intelligence econo-
D’altro canto, il terreno della
guerra economica non fu cal-
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2005, p. 7.
delle origini, costituisce uno 5. Ibidem, p. 36-37.
strumento per il decisore poli- 6. Ibidem, p. 39.
7. Giorgio Boatti e Giuliano Tavaroli, Spie, Mondadori, Milano, 2008, p. 118.
8. Nell’elenco manca la storia: ce la aggiungiamo noi, anche per ragioni di
categoria...
9. Giacomo Cimetta Goldkorn, Elementi di guerra economica, Università degli
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destabilizzazione monetaria
internazionale, anche per non
pregiudicare l’Alleanza atlanti-
ca [10].
Da questo punto di vista, dun-
que, si è trattato (almeno sin
qui) di una guerra poco guer-
reggiata e anche i paesi del
Bric [11], pur ponendo il pro-
blema del superamento del
dollar standard, hanno mo-
strato di preferire una via con-
sensuale e graduale, cercando
di evitare un esito traumatico.
Ed è sintomatica l’azione di so-
stegno della Banca cinese e
della finanza islamica nei con-
fronti del dollaro nel corso del-
la crisi finanziaria internazio-
nale.
Insomma, almeno sin qui, non
è il terreno monetario quello
principale della guerra econo-
mica (il che non vuol dire che
non possa diventarlo molto ra-
pidamente per effetto della cri-
si in atto). Lo scontro si è con-
centrato, piuttosto, su altri
aspetti. Negli ultimi anni esso
smo globale risale agli anni ironia della sorte, quei provve-
ha investito essenzialmente tre
Settanta. I paesi produttori di dimenti hanno aumentato lo
aspetti: le concentrazioni ban-
petrolio si sono riuniti nell’O- spazio di manovra dei capitali
carie, il controllo delle Tmc e il
pec e hanno aumentato il offshore. Il boom dei prestiti
controllo strategico delle com-
prezzo del greggio: la prima internazionali si è concluso
modity.
volta, nel 1973, è passato da 1 con un crollo nel 1982. Ma a
Questo aspetto della guerra ha
dollaro e 90 centesimi a 9 dol- quell’epoca, la libertà di movi-
un prologo nel 1973 quando,
lari e 76 centesimi al barile, mento del capitale finanziario
in occasione della guerra del
Kippur, i paesi arabi decretaro-
poi, nel 1979, per reazione agli era ormai acquisita» [12].
avvenimenti politici soprag- Da quel momento si determi-
no l’embargo petrolifero con-
giunti in Iran e in Iraq, da 12 nava una profonda trasforma-
tro gli alleati di Israele (Usa e
dollari e 70 a 28 dollari e 76 a zione del sistema economico
Olanda in primo luogo): qual-
barile. Di colpo, gli esportatori occidentale, favorito anche
cosa era definitivamente cam-
di petrolio hanno goduto di in- dalle vittorie di Margaret Tat-
biato nei rapporti di forza sul
genti surplus, mentre i paesi cher in Gran Bretagna e di Ro-
piano internazionale.
importatori si sono trovati a nald Reagan negli Usa i cui go-
L’ipercapitalismo dover finanziare cospicui defi- verni (di ispirazione liberista)
finanziario cit. Alle banche commerciali è vararono politiche di rigorosa
toccato il compito di riciclare i disciplina monetaria che com-
Proprio la guerra del Kippur è
capitali con l’incoraggiamento portò il graduale abbattimento
alla base della mutazione subi-
dietro le quinte dei governi oc- del welfare state.
ta dal capitalismo internazio-
cidentali. Sono stati inventati Questo segnava la fine del
nale fra la fine degli anni Set-
gli eurodollari e si sono svilup- «compromesso socialdemo-
tanta e i primi anni Ottanta:
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14. Robert R. Reich, Supercapitalismo, Fazi, Roma, 2008.
15. Vedi Il tempo della Cina, in Aspenia, n. 23; Marta Dassù e José Luis Rhi-
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pagnia elettrica francese, caso Bnl in Italia e così via). Tuttavia è significativo
profitti fra i suoi (pochissimi) che, almeno sul piano formale, questo conflitto non ha visto gli stati fra i suoi
abitanti. attori.
È sintomatico che, con la crisi 17. Si veda Paolo Panerai, Orsi e Tori, in Milano Finanza, Milano, 2006 p. 41.
finanziaria del 2008, sia esplo- 18. Pierangelo Da Crema, La crisi della fiducia, Etas, Milano, 2008.
19. All’argomento venne dedicato molto spazio nel convegno «L’intelligence
del XXI secolo», svoltosi a Priverno fra il 14 e il 16 febbraio 2001, promosso dal
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di», secondo l’indimenticata L’arte della guerra: ogni batta- na di queste soluzioni sia pos-
battuta di Mickey Rourke in glia è vinta prima che sia com- sibile, perché è su questo terre-
Nove settimane e mezzo è fon- battuta. Riflettici». no che l’intelligence dei prossi-
damentale sapere in anticipo Si apprezzi la citazione di Sun mi anni deve misurarsi.
quale possa essere il compor- Tze che dice molto sull’avvici-
tamento di avversari, concor- namento progressivo della psi- La strategia globale
renti e alleati sul mercato cologia dei finanzieri a quella
mondiale (dal gioco di borsa Sino a tutto il diciannovesimo
militare.
alla fluttuazione delle monete, secolo, la parola «strategia» era
Similmente, il trattamento
dalle gare d’appalto interna- strettamente correlata all’atti-
delle notizie diventa uno stru-
zionali alle misure creditizie, vità militare: essa era la «scien-
mento fondamentale per
dall’assegnazione dei lotti pe- za della guerra» per eccellenza,
orientare il mercato finanzia-
troliferi a quella per le fornitu- cui corrispondeva una dottrina
rio nella direzione voluta. Ab-
re militari e così via).Tutto ciò specifica e prescrittiva. La stra-
biamo ricordato il caso delle
assegna un evidente vantaggio tegia era la definizione genera-
valutazioni delle agenzie di ra-
a chi vi riesca e mette in condi- le degli scopi dell’azione mili-
ting su Lehman Brothers e Par-
zioni di inferiorità chi sia oc- tare, la tattica, l’articolazione
malat alle soglie del loro falli-
cultamente osservato [19]. concreta sul campo. Tutto
mento. Può darsi che questo
Non riusciamo a trovare paro- questo restava totalmente se-
sia dipeso da una deliberata
le più chiare e precise di quelle parato dall’aspetto politico, al
azione delle agenzie per orien-
di Gordon Gekko, il mago della punto che, in tempo di guerra,
tare il mercato in una certa di-
finanza di Wall Street (un film l’autorità politica accettava di
rezione, ma può anche essere
di Oliver Stone del 1987): «La dividere il suo potere decisio-
successo che le agenzie abbia-
commodity più grossa che co- nale con gli stati maggiori e al-
no solo mal valutato i dati in
nosco è l’informazione... la cuni di essi (pensiamo al capo
loro possesso. Ma c’è anche
gente là fuori lancia freccette di quello tedesco durante la
una ulteriore possibilità: che le
su un bersaglio. Io non lancio prima guerra mondiale, gene-
agenzie abbiano lavorato su
rale Erich Ludendorff) giunse-
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da studiare.
Quello che conta è che ciascu-
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re un sufficiente consenso sul- tori di potenza dello stato (mi- siamo di fronte a due ambiti
le politiche di sicurezza e mili- litari, economici, ideologici,
culturali) e multifunzionale, in
quanto non riguarda solo l’im-
piego operativo delle forze e la
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ANTICAPITALISMO
E ANARCHISMO
POSTSTRUTTURALISTA
di Dave Morland
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come struttura accademica convenzionale, pre- con la situazione dei gruppi all’interno della so-
senta parecchie difficoltà, resta sempre proble- cietà e con la capacità di questi di assicurarsi i
matico riuscire a dare una definizione di anar- risultati che vogliono. È questo il modo in cui
chia. Superata la visione ottocentesca, il secolo Marshall intende i tipi di potere all’interno della
passato ha visto una proliferazione di diverse società: potere tradizionale fondato sulle usan-
correnti all’interno del pensiero anarchico. La ze; potere di nuova acquisizione basato sulla
principale è quella dell’ecologia sociale, soste- legge, lo stato e le strutture militari, per esem-
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pio; potere rivoluzionario, spesso legato a parti- suo Social anarchism or lifestyle anarchism: an
ti politici di avanguardia (Marshall, 1992). In- unbridgeable chasm (1995), che criticava il post-
dubbiamente il potere è un elemento centrale modernismo e l’anarchismo legato allo stile di
della teoria anarchica, e gli anarchici vecchi e vita. Non sorprende il fatto che l’analisi di
nuovi condividono la convinzione che lo si deb- Bookchin non sia stata accettata universalmen-
ba sradicare ed eliminare dovunque sia possibi- te negli ambienti anarchici: se ne può leggere
le. In particolare, i fautori dell’anarchia sociale una critica incisiva in Bob Black, Anarchy after
hanno attaccato il potere dove è più concentra- Leftism (1997). Se punto l’obiettivo sulla relazio-
to, nelle mani dello stato. Anzi, il potere è parte ne tra anarchismo sociale e anarchismo post-
integrante della critica anarchica del marxismo strutturalista, non voglio con questo rivendicare
e della insistenza di quest’ultimo sulla dittatura una proprietà sul carattere dell’anarchismo in
del proletariato come cardine della strategia ri- sé e per sé. Lo scopo di questo saggio è di met-
voluzionaria. Analogamente gli anarchici sono tere in luce l’importanza di una maggiore com-
in certi casi definiti per la loro opposizione allo prensione dell’anarchismo sociale. Non è mia
stato. Per questo l’anarchismo sociale è consi- intenzione escludere o svalutare altre espressio-
derato un’ideologia antistato. Per la maggior ni dell’anarchismo, ma solo mettere in luce co-
parte degli anarchici, anche se non per tutti, l’a- me la teoria e la pratica anarchiche (osservando
narchia coincide con la costruzione di una futu- da vicino le loro manifestazioni postmoderne
ra società senza stato. Si veda, per esempio, la e/o poststrutturaliste) si evolvano verso qualco-
nota affermazione di Errico Malatesta della fine sa di diverso e nello stesso tempo alimentino le
Ottocento (Malatesta, 1974). Etimologicamente forme di resistenza attuali contro l’oppressione
il termine anarchia indica un’assenza di gover- tradizionale in campo politico, sociale ed eco-
no o di comando. Per questo, quando parliamo nomico.
di anarchia, in genere intendiamo una «società
senza stato» (Carter, 1933).
Resistere al potere
Qui non pretendo di risolvere o di superare le
difficoltà relative alla definizione di anarchia e Per le finalità di questo saggio, la definizione di
di anarchismo sociale, ma avanzo semplice- anarchismo sociale è sostanzialmente in linea
mente l’ipotesi secondo la quale la prospettiva con i testi e la pratica che rimandano a persona-
poststrutturalista, se si colloca al fianco delle lità del diciannovesimo secolo: Pierre-Joseph
pratiche dei nuovi movimenti collegati alle re- Proudhon, Michail Bakunin e Pëtr Kropotkin.
centi manifestazioni anticapitaliste, offre la Un aspetto che hanno spesso in comune i grup-
possibilità di comprendere come nella pratica pi anticapitalisti di questo periodo e l’anarchi-
anarchica emergano nuove modalità. Bookchin smo sociale è un allineamento lungo un asse di
ha tentato di inquadrare questo dibattito nel unità negativa. Con questo intendo dire che gli
anarchici sociali e le temporanee coalizioni che
sono state caratteristiche delle recenti manife-
stazioni anticapitaliste trovano l’unità grazie a
ciò contro cui si oppongono. Per gli anticapitali-
sti, gli avversari più regolarmente citati sono il
capitalismo, la globalizzazione e le imprese
transnazionali. Gli anarchici sociali hanno ana-
loghi nemici. Per di più, sia gli uni sia gli altri
sottolineano come una cartografia dei rapporti
di potere non produca una mappa nella quale è
presente un epicentro dominante. Gli anarchici,
vecchi o nuovi, rilevano come i rapporti di pote-
re permeino molteplici reti e affermano che la
resistenza deve tenere conto di questo.
Nella letteratura anarchica non mancano le ar-
gomentazioni contro la gerarchia e la disugua-
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Questa convergenza, però, è subito interrotta operaia, gli anarchici sociali manifestano la
dalla critica, quando si passa a individuare una convinzione del fatto che la resistenza non sia
strategia rivoluzionaria adeguata. Il dibattito tra esclusivamente (e forse nemmeno principal-
Marx e Bakunin nella Prima Internazionale e il
successivo e più ampio dissidio sui mezzi e i fini
della strategia rivoluzionaria hanno al centro
due diverse concezioni della natura umana. In
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evidente, ma non meno reale. Esso emerge dal- sistema fisico, e la sua spiritualizzazione in un
la transizione verso una filosofia poststrutturali- campo ultraterrestre che crea sempre più codici
sta, che definisce il potere in quanto operante in eccesso fino a formare un sistema metafisi-
su più piani e con diverse modalità. A dire il ve- co» (p. 222). Sta in questo la totalità con la quale
ro, gli anarchici sociali hanno a lungo concepito deve oggi fare i conti l’anarchismo sociale. La
il potere come una relazione che permea le isti- sola resistenza contro lo stato, in un rozzo stra-
tuzioni politiche, sociali ed economiche. Tutta- tagemma politico, non significa granché davan-
via, afferma May, esso è fautore del decentra- ti al nuovo modo d’intendere lo stato.
mento del potere proprio perché vi vede l’alter-
nativa all’accentramento di quel potere nelle Resistenza poststrutturalista
mani dello stato. In questo senso, l’anarchismo
sociale è una filosofia politica strategica, secon- All’interno dell’anarchismo poststrutturalista,
do la definizione di May, mentre per una filoso- dunque, la resistenza è destinata a riflettere la
fia tattica, come quella dell’anarchismo post- natura del potere e ad affrontarlo dovunque si
strutturalista, non esiste un centro al cui inter- materializzi. In questo senso, la resistenza per i
no sta il potere. In altre parole, il potere, e quin- poststrutturalisti è erede del situazionismo, che
di la politica, sono irriducibili. Ci sono molti si confrontava con lo spettacolo del capitalismo
luoghi diversi da cui emerge, e c’è un’interazio- e nello stesso tempo lo sovvertiva, e, così facen-
ne tra quei diversi luoghi che creano il mondo do, segnalava uno scostamento dalla lotta eco-
sociale. Con ciò non si vuole negare che esista- nomicista al capitale, in quanto epicentro strut-
no punti in cui il potere si concentra o (per re- turale del potere. Di conseguenza c’è un ricorso
stare nella metafora spaziale) punti in cui s’in- a forme di opposizione alternative per sovverti-
crociano varie righe, e magari più spesse. Ma il re la dinamica delle totalità. La resistenza non si
potere non ha origine in quei punti: piuttosto si limita più al politico, all’esprimersi contro la
accumula intorno a essi. borghesia in quanto rappresentante del capita-
Gli stati non sono uniformi o identici per come le, ma assume forme sociali e culturali. Queste
appaiono e per come si organizzano. Non sono forme di resistenza e di sovversione sono il car-
«fatti solo di persone, ma di boschi, campi, giar- dine dei nuovi movimenti sociali che costitui-
dini, animali e merci» (Deleuze et Guattari, scono la recente opposizione radicale, la quale
1988), ma «ognuno reca in sé i momenti essen- si esprime, tra le altre cose, anche attraverso il
ziali della propria esistenza» (p. 385). Questo movimento anticapitalista.
perché lo stato, per Gilles Deleuze e Felix Guat- I servizi dei media sulle recenti manifestazioni
tari, non si è sviluppato nel corso di un dato pe- anticapitaliste vorrebbero farci credere che gli
riodo storico, ma «si presenta completamente anarchici siano ai margini di tali movimenti,
armato, con un colpo magistrale eseguito al- fossili sopravvissuti di qualche organizzazione
l’improvviso» (1984). Lo stato dispotico dei pri- segreta di dinamitardi ottocenteschi, non diver-
mordi, che Marx lega al «modo di produzione si da come erano rappresentati agli inizi del No-
asiatico», è l’astrazione originaria che si realizza vecento, per esempio nel romanzo L’agente se-
in esistenza concreta in diverse situazioni. Ora, greto di Joseph Conrad. È vero, come ha osser-
lo stato «è soggetto a un campo di forze del qua- vato David Apter, l’anarchia è «associata alle
le coordina i flussi e del quale esprime i rapporti immagini di irrazionalità, bombe, attentati e ir-
autonomi di dominio e di subordinazione» responsabilità» (Apter & Joll 1971). Sarebbe
(1984). Oggi, dunque, lo stato si forma al di fuori sciocco negare che la violenza si accompagna
dei flussi decodificati che inventa per il denaro e spesso all’azione diretta come forma di prote-
per la proprietà, al di fuori delle classi dominan- sta, ma resta opinabile l’idea che la violenza
ti, rimane acquattato dietro alle cose che signifi- non sia più accettabile. Qui l’anarchismo socia-
ca ed è «esso stesso prodotto all’interno del le appare una chiesa allargata, con alcuni che
campo di flussi decodificati» (p. 221). Con la predicano contro il ricorso alla violenza, come
stessa logica, lo stato è ora determinato dal si- Kropotkin, e altri disposti a battersi fisicamente
stema al cui interno si concretizza nell’esercizio contro la polizia e altri avversari.
delle proprie funzioni, ma nel quale rimane an-
laboratorio
che subordinato a quelle stesse forze che deco- Nuovi movimenti sociali
difica. In sostanza, «l’essere stato presenta due
aspetti: l’introiettamento in un campo di forze Anche se sono indubbiamente un prodotto di
sociali sempre più decodificate che formano un dotte analisi sulle proteste popolari, i nuovi mo-
vimenti sociali sono anche reali e concreti. Defi-
nirne con precisione ontologica le caratteristi-
che non rientra tra le finalità di questo scritto,
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ma pare piuttosto evidente che la recente onda- festazioni anticapitaliste risulta evidente che l’a-
ta di proteste anticapitaliste in tutto il mondo narchismo ne è un cardine. David Graeber
abbia messo in luce la vitalità di tali movimenti, (2002) afferma: «L’anarchismo è il cuore del mo-
anche se sono più complessi di quanto lascino vimento, la sua anima; di lì proviene quanto c’è
intendere etichette e interpretazioni. Whittier di nuovo in esso, quanto dà speranza». La pre-
(2002) rileva che essi «sono composti da conglo- senza trasversale dell’anarchismo sociale nei
merati instabili di organizzazioni, reti, comu- movimenti non è una novità. Bookchin, per
nità e singoli attivisti, collegati dalla partecipa- esempio, aveva indicato diversi principi e diver-
zione a mobilitazioni e da identità collettive at- se pratiche anarchiche che si possono riscontra-
traverso le quali i partecipanti definiscono i li- re all’interno dei nuovi movimenti sociali degli
miti e l’importanza del proprio gruppo». Non anni Ottanta, e che riguardavano soprattutto
sono movimenti statici né monolitici, ma entità questi fenomeni:
dinamiche che spesso dispongono di un’orga- • i documenti di questi gruppi richiamano le
nizzazione organica e acefala. Inoltre, nelle re- raccomandazioni di Kropotkin per una società
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centi proteste contro il capitalismo e la globaliz- decentrata e per il rifiuto del capitalismo;
zazione, si è vista la convergenza di movimenti • i movimenti municipalisti in particolare adotta-
di diversa natura e spesso con sfumature politi- no il principio di Bakunin secondo il quale gli
che anche decisamente diverse. Si potrebbe de-
finire questo movimento, con maggior precisio-
ne, il movimento dei movimenti. In ogni modo,
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lista, come l’inglese Globalize Resistance). Inve- mondo. La sola idea della politica rappresenta-
ce le loro forme organizzative sono «molteplici, tiva fa orrore ai movimenti anarchici.
fragili, precarie e incoerenti» (Ruggiero 2000); Certo, in Gran Bretagna il movimento anticapi-
non aspirano a rappresentare una maggioranza talista ha origini evidentissime. Esso è emerso
da una convergenza tra ambientalisti radicali e
anarchici, a sua volta favorita da un crescente
senso di malessere tra alcune organizzazioni e
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intellettuali liberal. A esso si sono poi uniti ne all’interno del movimento, ma quel disagio
gruppi di sinistra, alcuni prima (Workers Power) riflette l’eredità dell’anarchismo sociale che
e altri dopo (Swp). mette in primo piano la protesta contro il capi-
tale. Come ha osservato Kamura, all’interno del
Tattiche, prassi e Black block movimento è importante la coerenza tra fini e
mezzi. La prospettiva che la violenza diventi l’e-
Il fatto che nel movimento siano presenti grup- spressione che definisce la protesta anticapitali-
pi di vario orientamento politico è indiscutibile. sta rischia di danneggiare tutto l’orientamento
Questo comporta ovviamente che ci siano di- del movimento: «Noi vogliamo un mondo giu-
vergenze sulle tattiche e le pratiche di lotta al sto e corretto e non facciamo il gioco sporco»
capitalismo. Si è molto discusso sul ruolo dei (Kamura, 2001). L’anarchismo sociale ha una
Black block a Genova e in altre manifestazioni. storia lunga e ambigua al suo interno e questo
Caratterizzati dall’impegno a scontrarsi con la indubbiamente continuerà ad avere un ruolo
polizia con la violenza se necessario, i Black integrante nelle manifestazioni anarchiche.
block non sono ben visti in tutti gli ambiti del Il Black block è anche rappresentativo di un’al-
movimento. Pur non essendo esclusivamente tra caratteristica del movimento anticapitalista:
anarchici, essi sono un esempio della recrude- l’assenza di una struttura evidente e gerarchica.
scenza di una strategia dell’anarchismo sociale Un’unità fragile e provvisoria caratterizza il
che sta al centro del movimento anticapitalista. convergere di questo movimento dei movimen-
Spontaneità, autonomia e azione diretta sono i ti, sia in quanto movimento più vasto nel corso
loro attributi, come lo sono di altri presenti nel delle manifestazioni, sia, spesso, all’interno di
movimento. Anzi per qualcuno Black block è singoli gruppi o movimenti. Come ha spiegato
semplicemente una tattica. Per altri Black block Ian Welsh, cominciamo ad assistere all’arrivo di
ha adottato troppo in fretta l’identità stereoti- un movimento autorganizzato che esiste senza
pata dell’anarchico come istigatore di caos e di che nulla lo qualifichi come una tradizionale
devastazione. Il fatto è che non c’è accordo sulle struttura organizzata. La presenza di movimenti
tattiche e sugli obiettivi del movimento antica- in rete, capaci di promuovere una vaga mobili-
pitalista. Minore discussione c’è invece sul fatto tazione allo scopo di compiere azioni dirette
che il Black block non è affatto un’organizzazio- molto specifiche a brevissimo termine, costitui-
ne né un gruppo. Non esiste al di fuori della ma- sce un modello di contestazione culturale molto
nifestazione ed è unito solo in quella manifesta- diverso rispetto a quelli tipici degli anni Settan-
zione attraverso una minima convergenza tatti- ta, che hanno orientato gran parte delle ricer-
ca di persone che sono lì per distruggere le pro- che sui movimenti sociali (Welsh, 1999).
prietà e scontrarsi con la polizia. Inoltre, gli attivisti oggi sembrano decisamente
Queste caratteristiche generano preoccupazio- meno propensi a compromettere il proprio
coinvolgimento inserendo il movimento in for-
me d’impegno limitate a strutture e pratiche
tradizionali. Welsh (1999) osserva che le mani-
festazioni attuali «sono sempre di più messe in
scena secondo i termini posti dai movimenti».
Finora non sembra che gruppi come Reclaim
the Streets, Earth First! e l’Anarchist Travelling
Circuit vogliano seguire le orme di organizza-
zioni del tipo di Friends of the Earth o Green-
peace, con la creazione di strutture burocrati-
che di governo o inserendosi nelle logiche del
sistema e negoziando direttamente con i gover-
ni e i loro organismi.
Questo non significa che tutti i gruppi e i movi-
menti che hanno preso parte alle recenti mani-
festazioni anticapitaliste si conformino a questo
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gnificativo sul piano locale) le proprie forze du- strategie chiamano a un impegno nella protesta
rante queste manifestazioni. Una ricerca di politica, è possibile ipotizzare, come hanno fat-
Plows e Wall (2001) evidenzia come una delle to Goaman e Dodson (1997), che i nuovi movi-
particolarità distintive «delle proteste contro il menti sociali pratichino una modalità speri-
neoliberismo è il carattere ibrido delle reti coin- mentata e ben collaudata della politica sociali-
volte. Oltre settecento gruppi di vari paesi erano sta ortodossa. Tuttavia, quanto più essi si sot-
coordinati dal Genoa Social Forum». Ciò nono- traggono a quelle forme tradizionali e respinga-
stante dai movimenti di protesta emerge una no la delega e l’avanguardismo tipici della poli-
nuova dinamica. È la spinta a progettare il mec- tica marxista, e di converso fanno proprie le
canismo di interrelazione e le pratiche di globa- nuove forme di contestazione socioculturale,
lizzazione. Così l’articolazione di un quadro più tanto più risulta sensato considerare che essi
ampio è un elemento integrante della campa- presentano espressioni poststrutturaliste dell’a-
gna condotta dai gruppi di protesta fin dalla fi- narchismo.
ne del secolo scorso (Plows and Wall, 2001).
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c’è quello che Welsh (1999) definisce «il proces- agire anarchico. È appunto questo l’ethos che
so a lungo termine di costruzione di capacità sottolinea David Graeber (2002) quando parla
autonome». Gli anarchici sociali hanno fatto a del tentativo del movimento di «tracciare le
lungo tesoro del principio per cui si agisce per coordinate di un territorio completamente nuo-
sé: era questo il messaggio espresso da Kro- vo». Gruppi come Direct Action Network sono
potkin nel suo articolo Act for yourselves pubbli- impegnati a costruire un «linguaggio nuovo» di
cato su Freedom nel 1887 (Kropotkin, 1988). disubbidienza civile che coniuga elementi di
Nella misura in cui le comunità locali e i movi- teatro di strada, di festa e di quello che si può
menti si schierano contro il capitale e la globa- solo definire «conflitto armato non violento»
lizzazione, tali azioni sono una chiara conferma (Graeber, 2002). Le loro attività contrastano net-
del principio anarchico, In questa forma la resi- tamente con le forme tradizionali di protesta le-
stenza sta al centro delle strategie del nuovo gate alla sinistra socialdemocratica e alla politi-
movimento sociale: si manifesta a più livelli, as- ca sindacale degli ultimi quarant’anni. Se non
sume forme diverse e «rappresenta un punto di altro, le ultime manifestazioni sono vissute in
convergenza tra pensiero anarchico e pensiero un modo molto diverso. Rispetto ai cortei e ai
postmoderno» (Aster, 1998). raduni organizzati con largo anticipo, le mani-
festazioni più recenti instillano tra i partecipan-
ti un senso di autonomia organica. Ciò nondi-
Costruire capacità anarchiche
meno, queste tattiche hanno punti di contatto
In sostanza, dunque, ci sono due caratteristiche con la cultura anarchica che vuole «delegittima-
dei nuovi movimenti che per la loro natura si re e smontare i meccanismi di dominio, conqui-
possono definire anarchiche. La prima è quella standosi nel contempo spazi sempre più ampi
a cui si riferisce Welsh quando parla di «costru- di autonomia» dallo stato (Graeber 2002).
zione di capacità autonoma» e che collega il
vecchio con il nuovo: il rifiuto della rappresen-
Nuove forme di protesta
tanza e della delega. Gli anarchici hanno sem-
pre guardato con sospetto l’avanguardismo. Sia La seconda caratteristica è quella che delinea
che si presenti nella fattispecie di una élite rivo- una convergenza tra i nuovi movimenti e l’a-
luzionaria sia come velato vampirismo di un’or- narchismo poststrutturalista. Come hanno giu-
ganizzazione che pensa di saperne di più, la stamente rilevato Gaman e Dodson (1997), se i
rappresentanza è stata e rimane una parola nuovi movimenti restassero ingabbiati in stan-
sgradita nel lessico anarchico di resistenza. La che forme di protesta politica, non riuscirebbe-
riluttanza dei nuovi movimenti a farsi trascinare ro ad andare oltre gli schemi dell’ortodossia so-
da strategie obsolete di protesta politica è un se- cialista. Per la sua stessa natura, l’anarchismo
gnale del rinnovato impegno in direzione di un ha sempre ricercato alternative di opposizione.
La fondazione di comuni, la costruzione di
scuole libere, la pubblicazione di opuscoli radi-
cali, la composizione di poesie antigerarchiche,
la coltivazione di fiori, la vita tra gli alberi, la
produzione di alimenti organici, l’occupazione
di abitazioni in disuso, l’impiego di olio alimen-
tare come combustibile verde per i motori die-
sel, sono tutte prove di come la resistenza, al-
l’interno dei circoli anarchici, assuma forme
simboliche e culturali. E questo dimostra la
convergenza tra l’anarchismo sociale e quello
poststrutturalista e fa vedere come entrambi
trovino un punto d’incontro nella resistenza.
Todd May (1994) sostiene che proprio attraver-
so la promozione e la predilezione per le prati-
che alternative ci sia un incontro tra l’anarchi-
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scarsa negoziabilità degli obiettivi del movi- come potenziale divenire, creativo e creato»
mento; il rifiuto del potere politico; la messa in (1988). In questo processo «una minoranza in-
numerevole e che prolifera minaccia di distrug-
gere il concetto stesso di maggioranza» (1988).
Riprendendo il concetto di nomadismo da De-
leuze e Guattari, Paul Virilio si è espresso sul-
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lunghi periodi negli Stati Uniti e nelle isole Baleari. Il suo primo
lavoro pubblicato è stato l’illustrazione di un libro per bambini,
Coloriamo le nuvole, in collaborazione con Bruno Munari. In se-
guito ha illustrato altri libri per bambini, tra cui le Fiabe italiane
di Italo Calvino. Ha insegnato tecnica dell’acquarello a centinaia
di bambini in Italia e negli Stati Uniti.
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DALLA RIVOLUZIONE
AL SUPERAMENTO D
Nove libri. La «breve estate dell’anarchia» del 1936 accanto alla necessità di «inven-
tarci» un futuro. La mitica banda del Matese e l’ecologia targata Kronos. Un israe-
liano contro l’oppressione dei palestinesi e un famoso architetto che analizza la
9
«conquista dello spazio abitativo» da parte dell’esercito di Tel Aviv. E un interrogati-
vo inquietante: chi è l’Altro? Un’intervista a un «grande vecchio» dell’anarchia fino
ai ricordi di una ragazza a cui da piccola cantavano ninnenanne rivoluzionarie
2 467
13 5 8 1 ¡No pasarán! le evento storico, fondamen-
tale non solo per la storia del
movimento anarchico ma per
la stessa storia contempora-
narranti di Paolo Rossi e Fran-
cesca Gatto.
Nel dvd si rivive in diretta la
passione sociale di un popolo
Sono passati settant’anni da nea mondiale. in armi (con le donne in pri-
quando il generale Francisco È quindi con grande interesse ma fila) che combatte per la
Franco con il suo esercito fece che presentiamo ai nostri let- sua libertà e al tempo stesso
ingresso in una Madrid stre- tori l’ultimo lavoro storico di mette in pratica la società au-
mata mettendo fine a un’aspra Claudio Venza, Anarchia e po- togestita.
guerra civile strettamente in- tere nella guerra civile spagno- Nel libro, Venza racconta la
trecciata a una rivoluzione li- la, recentemente pubblicato guerra civile spagnola del
bertaria. Finiva così la «breve da Elèuthera e inserito in un 1936-1939 e l’epocale rivolu-
estate dell’anarchia», iniziata cofanetto dal titolo Spagna zione libertaria ed egualitaria
nelle strade di Barcellona il 19 1936 - l’utopia e la storia che che l’ha attraversata, analiz-
luglio 1936. contiene anche la riedizione zando in particolare il ruolo
Il sito di Libertaria ospita fin in formato dvd del video Spa- che vi svolsero anarchici e
dall’inizio una sezione specia- gna 1936: l’utopia si fa storia, anarcosindacalisti, alle prese
libraria
le dedicata alla Spagna 1936; vi filmato del 1937 degli archivi con gli inediti problemi teorici
si trovano testi, immagini, vi- iconografici della Confedera- e pratici posti dall’esigenza di
deo, audio che ricordano e te- ción Nacional del Trabajo, con venire a patti con la realtà del
stimoniano quel fondamenta- i testi di Pino Cacucci e le voci potere.
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O DELLA POLITICA
sente in modo diretto degli
accadimenti di un paese dove
ha la sua presenza organizza-
ta più ampia e solida».
9
Le ragioni sottolineate da
Venza rispetto all’importanza
dell’avvenimento di quell’e-
poca chiariscono con quel
67
metodo e punto di vista co cui
lo storico triestino ha voluto
affrontate il suo studio. Da
una parte abbiamo una rico-
struzione rigorosa degli avve-
nimenti, dall’altra un approc-
cio critico e problematico che
non vuol nascondere le que-
stioni scottanti, vedi il rappor-
8
to con il potere, che l’anarchi-
smo spagnolo e i suoi militan-
ti dovettero affrontare.
Spagna 1936 -
l’utopia e la storia
Elèuthera, Milano, 2009
cofanetto dvd + libro
22, 00 euro.
Claudio Venza
Anarchia e potere nella guerra
Nel contesto di una feroce bertari di venire a patti con
civile spagnola
guerra civile tra fascismo e an- una realtà ostile.
Elèuthera, Milano, 2009,
tifascismo, che prelude alla se- Prima di entrare nel vivo della
pagine 180.
conda guerra mondiale, infat- guerra civile e delle sue pro-
ti, un forte e radicato movi- blematiche, l’autore però ha
Pino Cacucci, Paolo Rossi,
mento libertario cerca di rea- cercato, come lui stesso affer-
Francesca Gatto
lizzare un’aspirazione secola- ma, di «ricostruire l’evoluzio-
Spagna 1936:
re: una società di liberi e ugua- ne dell’anarchismo spagnolo
l’utopia si fa storia
li. Anarchici e anarcosindaca- dalla sua nascita nella Spagna
Centro studi libertari/Archivio
listi provano a mettere in pra- del 1868 fino alla risposta al
Giuseppe Pinelli.
tica le loro aspirazioni autoge- golpe militare del 18 luglio
stionarie attraverso migliaia di 1936. Quel giorno», prosegue
collettivizzazioni urbane e ru- l’autore, «si compie un salto di
rali, innovative sperimentazio-
ni in campo sociale e cultura-
qualità cruciale per tutta la
storia successiva del movi-
le, e una «guerra antimilitari- mento libertario, con riflessi
sta» basata sul modello delle enormi sul piano ideologico e
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Matese
2 anarchico
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3
Un nuovo «antropologia del rapporto uo- stati abbandonati in funzione
umanesimo mo-natura», che permetta di di ritmi di tempo e utilizzo
nel nome creare una nuova teoria am- dell’energia non più sostenibi-
di Kronos bientalista, e dunque sociale e li. Gli effetti sono una produ-
politica, capace di porre un’al- zione entropica distruttiva
Conseguenza dello sviluppo ternativa all’attuale civiltà fo- dell’ambiente e altrettanti
incontrollato del pianeta Terra riera di oscure e drammatiche processi crescenti di distruzio-
è l’urgente richiesta di uno svi- previsioni. ne.
luppo sostenibile, che affronti Il libro di Nobile ripercorre lo Un libro interessante, occasio-
in termini concreti e razionali sviluppo del genere umano tra ne di discussione sulle possi-
il problema delle risorse sem- rivoluzioni scientifiche e poli- bili via di uscita, che l’autore
pre più carenti. tiche. L’approdo è la situazio- suggerisce nella diminuzione
L’autore di Nel grembo di Kro- ne problematica della terra di della densità di popolazione
nos, spinto dalle crescenti e oggi: altissima densità di po- con un processo guidato di ri-
drammatiche urgenze poste polazione, insufficienza delle duzione delle nascite: una ri-
dallo sfascio ambientale e dal- risorse vitali, produzione at- duzione non fine a se stessa,
le spinte globalizzanti delle ra- traverso le più sofisticate tec- ma occasione per eliminare
gioni mercantili, dall’insorgere nologie con una velocità più anche distorsioni, violenze e
del ricorso alla violenza, e dal alta rispetto alla capacità del ingiustizie, senza ricorrere alle
fallimento sempre più eviden- sistema Terra-Sole di rigenera- energie «impacchettate» (pe-
te dei tentativi teorici e pratici re le risorse. trolio, carbone, nucleare), ma
ispirati dalle tradizionali cul- Per questi motivi la Terra è di- alle sole risorse della Terra.
ture che invano cercano rispo- venuta asfittica e sterile e ciò L’autore lancia l’appello per
ste ai problemi dell’umanità, perché i tempi della vita, la un ritorno al rapporto antico e
cerca di fondare una nuova metafora del dio Kronos, sono nuovo uomo-terra, al ritorno,
ancora possibile, a un nuovo
equilibrio fra uomo e natura,
presupposto per un mondo li-
bero e giusto, per una società
che non si basi sull’esercizio
del potere ma sulla consape-
volezza dei limiti e per una li-
bertà che finisce dove inizia il
diritto alla vita degli altri.
L’alba di un nuovo mondo che
si legge nelle pagine del libro
prevede anche e necessaria-
mente un nuovo concetto di
cittadinanza dove le aspirazio-
ni a un mondo più giusto ed
equo hanno il presupposto e il
proprio fondamento nella ne-
cessità che gli uomini scelgano
davvero la strada della soprav-
vivenza della nostra specie e
dello stesso pianeta.
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4
Demolite
il muro
non le case
L’Icahd, Israeli Committee
Against House Demolitions, è
un’organizzazione israeliana
non violenta, di azione diretta,
costituita per resistere alla de-
molizione da parte di Israele
della case palestinesi nei terri-
tori occupati e per porre fine
all’occupazione. Jeff Halper ne
è il direttore. Vive a Gerusa-
lemme.
Ostacoli alla pace è il risultato
di una serie di visite guidate
nei territori occupati organiz-
zate dall’organizzazione di
Halper per diplomatici, gior-
nalisti, ricercatori e attivisti.
Un’indagine «sul campo» per
cercare di fare chiarezza in un
mare di disinformazione su
quelli che l’autore definisce
«fatti compiuti»: le colonie, il
blocco economico, il labirinto
di check-point, la politica di
demolizione delle case palesti-
nesi e dell’espropriazione del-
la terra, la creazione della
5
Grande Gerusalemme, il con- Informazioni e domande che Lo spazio
trollo israeliano sulle risorse si uniscono a un altro aspetto intorno a noi
idriche, la costruzione di un dell’opera che, secondo lo
«muro provvisorio», e altro an- stesso autore, risulta essere al-
cora. trettanto importante: quella di Negli ultimi decenni, un nu-
La forza del libro di Halper sta «aiutare i sostenitori della pa- mero sempre maggiore di ar-
nell’estrema chiarezza con cui ce giusta a reinquadrare il chitetti si è cimentato, all’in-
pone una questione tra le più conflitto rimettendo l’Occupa- terno del lavoro professionale,
controverse e complesse che zione al centro del dibattito, con diverse teorie filosofiche
ancora oggi è lontana dal tro- un passaggio necessario per la in relazione allo spazio co-
vare una soluzione definitiva e costruzione di una campagna struito. Dinocrate ebbe da di-
pacifica: la questione israelo- internazionale efficace». Una scuterne con Alessandro Ma-
palestinese. pace giusta in cui «entrambe gno, niente di nuovo. Ma
L’analisi dell’autore non si fer- le parti escano vincenti, e pos- quando a farlo è un esercito
ma soltanto al chiarimento di sano fruire delle proprie li- moderno, probabilmente bi-
questi pur fondamentali bertà collettive e individuali, sogna approfondire le motiva-
aspetti della questione. Halper in una regione messa final- zioni.
infatti prende in esame anche mente in condizione di fiorire Il libro di Eyal Weizman, appa-
le basi ideologiche, le strutture all’insegna della sicurezza e rentemente un testo di «archi-
istituzionali e le logiche milita- dello sviluppo economico». tettura dell’estremo» o una
ri che stanno dietro l’espan- cronologia delle relazioni tra
sione e il controllo israeliano, Jeff Halper spazio abitato e conflitto israe-
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ultimi avvenimenti politici. pagine 168, 12,00 euro. divisorio in Cisgiordania, per
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Giorgio Ciarallo
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zione che di esso viene quoti- articolare architettonicamente Questione di
dianamente compiuta, consi- il processo di decolonizzazio- punti di vista
derando così le strade come ne dei Territori Occupati, con
luoghi da non attraversare, le questo libro, coerentemente al
finestre come bordi su cui non titolo originale Hollow Land Chi è l’Altro e soprattutto: co-
sporgersi e le porte da non ol- (Territorio scavato, bucato. La me nasce l’Altro in quanto ta-
trepassare, in quanto presu- scorretta traduzione aggiunge le? E inoltre: quando parliamo,
mibilmente controllate dai un altro capitolo a questa con- studiamo, definiamo l’Altro,
guerriglieri palestinesi. La tec- sueta pratica), ci conduce nel- veramente parliamo di quanto
nica utilizzata fu quella di la vera essenza del conflitto, pare non riguardarci in alcun
«sciamare» dentro il tessuto cioè la conquista dello spazio modo o stiamo invece, incon-
abitativo, bucando letteral- in tutte le sue dimensioni, pas- sapevolmente, predisponendo
mente le case con carotaggi sando per lo scenografico uti- lo specchio nel quale poi rico-
libraria
orizzontali: le forze armate lizzo della pietra locale e dei noscerci per differenza? Sono
israeliane attaccarono così gli tetti rossi a falde come forma queste le domande che fanno
inermi civili passando nei loro di costruzione identitaria del da filo conduttore alla puntua-
soggiorni, chiudendoli nelle colono israeliano, per il con- le riflessione filosofica che Ca-
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Franco Melandri
Camilla Pagani
Genealogia del primitivo.
Il musée du quai Branly,
Lévi-Strauss e
la scrittura etnografica
Negretto editore,
Mantova, 2009,
pagine 124, 12,00 euro.
libraria
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Andrea Papi
8 Quella
ninnananna
della rivolta
quale poi è difficoltoso prose-
guire). Carlotta ricorda e com-
menta: la ninnananna che le
cantava suo padre (L’inno del-
la rivolta: «Sul fosco fin del se-
Possiamo ancora sperare. Per
fortuna.
Stefania Maroni
Giulia Villoresi
Episodi di una giovane vita in colo morente, sull’orizzonte La Panzanella
ordine sparso: sono il leitmo- cupo e desolato, già spunta Feltrinelli, Milano, 2009,
tiv di La Panzanella, opera l’alba minacciosamente del pagine 200, 14,00 euro.
d’esordio di Giulia Villoresi diffatato»), un’avventurosa gi-
(classe 1984). Li racconta in ta scolastica ad Atene, l’indi-
prima persona Carlotta Cor-
delli, detta Panzanella, una
teenager della buona borghe-
sia romana che, come la mag-
gior parte delle sue coetanee,
menticabile vacanza ad Am-
sterdam, gli incontri fuggevoli
e casuali ma che lasciano il se-
gno, l’imprevisto impatto con
la morte in una brumosa alba
9 Al di là
della politica
grandi dubbi e splendide spe- scrive luoghi, persone e cose che va molto oltre i tradiziona-
ranze, cercando nuove emo- con un linguaggio vivace, mo- li schemi politici. A questo
zioni e sperimentando percor- derno e spigliato. Ne esce il vi- proposito citerò (e non sembri
si ideologici alternativi (dove vido affresco di un mondo di paradossale) i programmi di
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anno
anno11
7 • n.4 • 2005
2009 libertaria
INDIPENDENZA
SOCIOECONOMICA
E GLOBALIZZAZIONE
di Pasqualino Colombaro
pensiero eccentrico
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mente tali leviataniche pro- da fortunati esperimenti eco- role, vivere e lavorare dovrà ri-
porzioni da minacciare la so- nomici alternativi, e anche guardare l’essere, l’esprimersi
pravvivenza stessa di tutte le dalle reti di collegamenti e il relazionarsi, e non più l’a-
specie viventi, se non del pia- informali che si sono sviluppa- vere, l’accumulare e il posse-
neta in sé. te tra amici e colleghi in rispo- dere.
Come siamo arrivati a questa sta all’insopportabile disuma- Le concezioni in materia di
situazione? È possibile che la nità del sistema.
scelta esistenziale errata sia A livello globale, è sempre più
stata fatta rispondendo a una presente l’idea che sia possibi-
le basare questa nuova rispo-
sta sul riconoscimento di non
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dono dai pensieri di qualcun nia di varietà e biodiversità ne, e rappresentano quindi
altro per sopravvivere e fun- presenti nel rapporto frattale una massa critica, cosicché
zionare? I popoli del mondo con gli ambienti naturali origi- l’oligarchia americana riesce a
stanno meglio oggi o stavamo nari, il nostro panorama mo- controllare tutto e tutti negli
meglio prima dei loro iniziali derno (l’ambiente urbano) si Usa, e a interferire efficace-
contatti con la «civiltà» (euro- presenta come una ottene-
pea)? E i popoli di origine eu- brante cacofonia di rapporti
ropea stanno meglio oggi o
stavano meglio quando l’indu-
ortogonali e sterili. Inoltre, le
città appaiono in ogni aspetto
simili a un unico modello
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essa è quella cui ci siamo abi- una serie di principi morali o prima di noi non hanno sol-
tuati e adeguati per almeno vivere secondo modelli presta- tanto immaginato alternative
500 generazioni? biliti. al sistema, ma le hanno
«Immaginare» una società È giusto, utile e produttivo espressamente «create» e
nuova implica che quella esi- evocare immagini o miti della «praticate». Il loro scopo era li-
stente sia stata effettivamente realtà umana a venire? Esisto- berare l’essere umano dai gio-
immaginata da qualcuno in no altri verbi/azioni? Che ne ghi della violenza organizzata,
un certo momento storico e dite di «sognare», «concepire»,
quindi che ciò possa essere
fatto ancora seguendo il me-
desimo percorso. «Immagina-
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ziamento agricolo comunita- non troppo estesa, per esem- Per queste ragioni, le tendenze
rio, scambi diretti tra produt- pio in una federazione di pic- localistiche anche presenti in
tori e consumatori, fabbriche cole iniziative indipendenti, questo nuovo settore econo-
autogestite e così via) rappre- basate sui medesimi principi e mico rischiano di gettare via il
senta già più del 25-30 per di reciproca utilità, riunite su bambino insieme all’acqua del
cento del prodotto interno lor- base territoriale o regionale. suo bagnetto. Ci piaccia o no,
do in svariati paesi dell’Euro- Diversamente le aziende si l’economia di oggi è globale (è
pa, del Canada e dell’America troverebbero ben presto prive più o meno globale da almeno
Latina. Negli Stati Uniti l’e- delle risorse necessarie, co-
strette a competere localmen-
te per l’acquisizione della pro-
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Evoluzione economica e
di contatti e commercio tra rivoluzione politica
esperienze e culture diverse,
maggiore richiesta di pro- Qualunque capitale (pubblico
dotti e servizi di qualità, o privato) sia esistito o esista
sostenibilità, accesso a oggi sulla terra, esso nella
materie prime e fonti realtà può esistere solo se ci
di energia, collega- sono dei lavoratori che lo per-
menti/cooperazione mettono. Sono i lavoratori con
a livello globale, pace la propria attività che genera-
mondiale e così via. no profitti e risparmio, pagano
Il sogno socialista/anar- le tasse e gli interessi sul debi-
chico è sempre stato, fin to. I regimi di oppressione e
dall’inizio, un sogno interna- sfruttamento possono durare
zionalista, un mondo senza solo se c’è la loro partecipazio-
frontiere con libertà di movi- ne e consenso.
mento e diritti universali per i Pertanto i lavoratori possono
lavoratori. Forse siamo più vi- rifiutarsi di pagare e possono
cini di quanto non si pensi a ritirare il proprio consenso.
realizzare questo sogno. Invece di organizzare partiti
500 anni). Così come non si Per realizzare in pratica que- politici possono organizzare
può navigare l’oceano con la sto processo locale/globale di networks e federazioni di pro-
barchetta adatta a uno stagno, trasformazione economica duttori indipendenti e autono-
la presenza di un’economia serve una pratica costante, mi, e stabilire economie com-
globalizzata richiede vascelli a una disciplina complessa e al plete sotto il loro controllo di-
scala «territoriale» e non sem- tempo stesso semplice e senza retto, fuori dell’ambito dei ca-
plicemente «locale». pretese, un modo di vivere pitalisti e dei politici. Devono
Ciò non significa che tutti gli messo a punto e applicato solo accettare la sfida, la re-
spazi locali siano automatica- umilmente e diligentemente sponsabilità e i rischi connessi
mente chiusi, al contrario, la giorno dopo giorno, per anni. con questa scelta. In Argenti-
vera forza, la vera energia, la Ci vuole tempo e un impegno na, il movimento delle fabbri-
che recuperate dimostra che
pensiero eccentrico
zione presenta: libertà di mo- no indicati per lo sport, le arti,
vimento, comunicazioni diret- l’artigianato, lo yoga, la medi-
te su scala globale, possibilità tazione zen e le arti marziali.
Una volta acquisita la padro-
nanza bisogna continuare a
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quidi o macchinari (M. Sitrin, cane. Parafrasando Paul Lafar- alle elezioni politiche, i lavora-
2005; Lavaca, 2007; J. Rebon, gue (1883), in tempi di crisi tori, per il proprio interesse e
2007). economica i proletari senza la- la propria conservazione, non
Se, per esempio, i lavoratori ri- voro fanno la fame, quindi possono eticamente (e mate-
fiutassero di pagare la porzio- chiedono più lavoro. Eppure i rialmente) permettersi di vota-
ne di tasse attualmente desti- granai e i magazzini sono pie- re, partecipare alle campagne
nate a finanziare l’acquisto di ni. Perché, tanto per comin- di finanziamento, e ancor me-
armamenti e le guerre, o gli in- ciare, non vanno a prendersi il no candidarsi per incarichi
teressi sulle carte di credito, e grano e le merci che essi han- politici.
depositassero queste somme no prodotto con le proprie Quindi la mia posizione è dia-
in fondi territoriali controllati mani, da sempre, e che riem- metralmente opposta a quella
e controllabili dai partecipanti piono quei magazzini e quei marxista. Karl Marx per «rivo-
e dai finanziatori, usandoli poi granai? luzione» intende la macro o
per iniziative economiche al- In tutto il mondo è stato ormai globale conquista su larga sca-
ternative che producono lavo- ampiamente verificato, dopo la dei mezzi di produzione, in
ro, quale sarebbe la probabile oltre un secolo di «incremen- un futuro non ben definito.
risposta di Barack Obama o talismo» socialdemocratico e il Ciò può verificarsi solo sul pia-
anche di Dick Cheney, oggi, di lungo inverno del «socialismo no politico, in conseguenza di
fronte al tribunale dell’opinio- reale», che lo stato non si dis- un colpo di stato o una guerra
ne pubblica nazionale e mon- solve. Fare affidamento sui civile violenta, lasciando intat-
diale? sussidi e sulle protezioni stata- te tutte le relazioni sociali fon-
(http://www.codepink4pea- li, oppure sulla beneficenza e damentali (una burocrazia di
ce.org/article.php?id=3760). sugli investimenti privati o an- leader-manager sostituirebbe
La forza, la volontà, l’energia e cora sulle gerarchie manage- la precedente, ogni lavoratore
l’iniziativa individuale che ri- riali al fine di creare forme dipendente ritornerebbe al
siede naturalmente in ciascu- economiche alternative, non proprio posto di lavoro, lo svi-
no di noi, è presente anche lì. fa che perpetuare il sistema luppo tecnologico non soste-
Ciò che serve è il coraggio del- così com’è. nibile continuerebbe inaltera-
le proprie convinzioni, la co- Alla fine, il capitale e/o lo stato to). Io dico invece che il cam-
scienza che è meglio vivere un requisiranno, coopteranno, biamento sociale vero, positi-
solo giorno con la libertà del indeboliranno o scarteranno, vo, può avvenire semplice-
lupo che cento alla catena del a piacimento, tutto ciò che di- mente, collettivamente, senza
pende dalla loro attività e am- violenza e senza fanfare, sulla
ministrazione. Per questa ra- base della scelta e dell’iniziati-
gione, come già fa il 50 per va individuale e su scala molto
cento dell’elettorato america- inferiore, ora.
no che sceglie di non votare In effetti, cambiamenti econo-
mici positivi si verificano e ac-
quistano forza solo quando il
singolo lavoratore arriva (an-
che se solo in parte) a togliere
liberamente ai «tiranni» il
proprio consenso politico
e sostegno economico,
agendo contempora-
neamente in modo
propositivo e non
pensiero eccentrico
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allettare, forzare gli altri a ese- «il cambiamento che vorrem- contro l’umanità, accodandosi
guire i propri ordini e ottener- mo vedere» nel mondo, prima a dirigenti e tiranni privi di
ne il controllo assoluto dei che esso riesca effettivamente scrupoli. È bene quindi che i
cuori e delle menti, mentre a radicarsi e ramificarsi. processi decisionali di natura
fanno di tutto per acquisire Sostanzialmente, ciò implica economica e politica vengano
ricchezze e bottini di guerra che mezzi e fini, tattiche e stabiliti a misura d’uomo, cioè
sempre maggiori? strategie siano moralmente sulla base della libera scelta,
Umorismo, arte, musica, dan- (bene o male) ed eticamente
(vita o morte) coerenti. Non ci
possono essere compromessi
sulla validità, l’efficacia, l’im-
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caratteristiche tradizionali, i
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ANARCHICO
E AREA LIBERTARIA
MATRIMONIO O RELAZIONE FRA SINGLES?
L’ESPERIENZA ITALIANA DELLA COOPERATIVA EDITRICE A
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to «istituito» sempre ridotto e con caratteristi- Tempi eroici. Pietro Gori (1865-1911, il primo a sinistra)
che abbastanza simili alla decade precedente con altri tre anarchici. Gori è stato uno degli anarchici
(sebbene in forma più attenuata), ma vede an- più conosciuti e non soltanto per le sue canzoni «ribelli».
che una presenza individuale, non organizzata, Ai suoi funerali all’Elba arrivano migliaia di persone
degli anarchici in molti dei settori vivaci della
società, soprattutto lì dove si esprimono una ria a cercare altri partner meno soffocanti. La
cultura e una pratica libertarie. Questa la pre- soluzione non incontra però il favore del movi-
messa. mento che si accorge ben presto di quanto ar-
rugginite siano le sue doti di seduzione, mentre
Quattro tipi di rapporto l’area libertaria trova al contrario ben più facil-
mente altri interlocutori (sintomatico il rifiuto
Rifacciamoci ora alla metafora del rapporto di da parte di molti anarchici ad ammettere anco-
coppia suggerita nel titolo, che pur semplifi- ra oggi l’esistenza e la legittimità di un’area li-
cando di molto la realtà, ci può aiutare, se non bertaria non monogamicamente collegata al
la spingiamo troppo oltre, a esemplificare le movimento).
varie fasi manifestatesi nel rapporto tra movi- c) la separazione per colpa; come per la gran
mento anarchico e area libertaria: maggioranza delle coppie aperte l’esperimento
a) rapporto patriarcale; è il rapporto classico non funziona e dopo un periodo di reciproche
in cui il ruolo maschile è interpretato dal movi- recriminazioni (per il movimento anarchico
mento anarchico e quello femminile dall’area l’area libertaria è diventata di costumi eccessi-
libertaria. Infatti non è inconsueto per il movi- vamente facili, per l’area libertaria il movimen-
mento anarchico pensare all’area libertaria co- to ha solo cercato di sfruttarla, impedendole di
me a un’area di servizio in cui «pescare» nuovi esprimersi) avviene lo strappo, cui fa seguito
militanti da cooptare poi nelle proprie fila. È un processo di estraneamento reciproco. Con
l’area un po’ vaga popolata da una nuova figu- danni per entrambi: il movimento perderà una
ra, il cosiddetto simpatizzante, una sorta di linfa vitale e si arroccherà in ambiti sempre più
quasi-anarchico (o anarchico imperfetto) il cui angusti, l’area libertaria cercherà di nasconde-
ruolo principale sarebbe quello di fungere da re, anche a se stessa, le proprie origini ricavan-
«cassa di risonanza» per le proposte e le strate- done un’identità debole e divenendo facile
gie elaborate dal movimento. Dal punto di vista preda di soggetti istituzionali senza scrupoli.
di quest’ultimo si tratta dunque di un’area che d) rapporto tra singles; è grosso modo la fase
vive di luce riflessa e in questa fase non viene attuale. Dopo un periodo di silenzio e diffiden-
riconosciuto alla cultura libertaria lo status di za reciproca, avvenimenti di portata interna-
cultura autonoma. zionale (non ultimo la crisi del marxismo) ri-
b) rapporto di coppia aperta; l’impostazione danno visibilità e appeal ad anarchismo e liber-
grosso modo partitica (un po’ da «cinghia di tarismo. Il nuovo favorevole contesto che si
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che (per esempio in geometria dopo le nuove Ed è proprio a partire da questa indetermina-
teorie sul caos, in matematica dopo la critica al tezza che si può addirittura ipotizzare che sia lo
paradigma centrista elaborata da Jean Petitot, sguardo anarchico a riconoscere e definire l’a-
rea libertaria più che una compiuta identifica-
zione da parte delle stesse categorie che la
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forte senso di appartenenza, cosa che può con- sociale vitale e non reperto dell’archeologia in-
sentirgli di coagularsi nei nodi di questa rete al dustriale.
fine di avere un maggior impatto sulla scena
sociale italiana.
E l’anarchismo ha davanti a sé molte chances
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96 arcipelago 09 27-11-2009 16:38 Pagina 96
di Pisa sembra aver po- (Milano, via Torricelli 19, ore 19,30)
sto le basi per un per- con Carlo Ghirardato
corso di collaborazione
e le canzoni di Fabrizio De Andrè.
non episodica. Proba-
E una cena a favore di Libertaria.
bilmente si è ancora
lontani dall’intendere la Il piacere dell’utopia
cooperazione come
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III COP 4/09 27-11-2009 16:45 Pagina 1
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