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Introduzione
SIGLA DI APERTURA
Vivo Fracchiolla
130 rvm NUOVE INDAGINI SU SCOMPARSA PORFIDIA
Miglino
sonoro
Vivo Fracchiolla
130 rvm CONFESSIONI BOSS IOVINE
Nocchetti sonoro
Vivo Fracchiolla
115 rvm SALERNO: TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI
Messina sonoro
Vivo Fracchiolla
130 rvm AGRICOLTURA TERRA DEI FUOCHI
Ghidini
Vivo Fracchiolla
120 rvm PROGETTO ANTICAMORRA PREFETTURA
Coppola sonoro
Vivo Fracchiolla
142 rvm VERSO SOLUZIONE VERTENZA IRIBUS
Genovese sonoro
Vivo Fracchiolla
30 rvm POLEMICHE UFFICIO TECNICO PORTICI
sonoro
muto
Vivo Fracchiolla
240
COLLEGAMENTO DA SORRENTO: ENZO PERONE SU MOSTRA PICASSO
Vivo Fracchiolla
220
OSPITE IN STUDIO: ROSANNA PURCHIA SOPRINTENDENTE SAN CARLO
210 a supporto ospite immagini manifestazioni San Carlo
Vivo Fracchiolla
110 rvm ARTRITE PSORIASICA
Saluti
Sigla di chiusura
METEO
Della Rocca
sonoro
Legenda:
Vivo Fracchiolla si riferisce al parlato od allinquadratura ripresa dal vivo, appunto, della conduttrice,
lottima giornalista Antonella Fracchiolla.
A capo la durata del servzio rvm (ovvero servizio da
registrazione videomagnetica)
Segue il suo titolo/argomento ed il nome del giornalista
che ne autore ed infine lindicazione di sonoro, ovvero con un suo audio.
Alla fine dei servizi sono previsti per questo Tg un
collegamento allesterno con il giornalista Enzo Perone
ed infine la presenza di unospite in studio, appunto la
soprintendente del San Carlo, il famoso Teatro napoletano, con tanto di immagini che serviranno a sostanziare con altri contenuti visivi le chiacchiere che si
faranno con lospite.
Chiaramente il menab ed il copione non possono prevedere cosa accadr veramente in diretta. Nel caso di
questo Tg, per esempio il filmato sullARTRITE PSORIASICA saltato in diretta perch il tempo previsto
per lospite in studio e quello del collegamento esterno si sono dilatati, non lasciando spazio sufficiente a
mettere in onda anche questo contributo filmato. Mancano a questo menab i fermi, ovvero le fotografie
che hanno corredato le notizie e recuperati nel corso
del telegiornale. Un altro termine proprio del menab
e non presente in questo esempio il cosiddetto voltapagina, ovvero una transizione grafica che consente
il passaggio da un servizio allaltro senza che venga
inquadrata di nuovo la conduttrice, ovvero mandando
in onda i servizi uno dopo laltro.
Lo studio
Lo studio del Tg, dove per studio si intende la struttura
attrezzata alla realizzazione della trasmissione nel quale avvengono le riprese e sono montate le scenografie
(3), servito da tre telecamere con gas pedestal, come
possibile osservare nelle foto che segue.
Come si vede nella parte alta dello studio sono collocate luci ed accessori di illuminazione ed alle spalle della
seduta predisposta per il conduttore sono posti alcuni
monitor di scena. Altri monitor di servizio, invece,
sono sistemati dietro le telecamere, o comunque fuori
del loro raggio dazione, come si pu osservare nella
foto precedente.
Lo studio , inoltre, dotato di un sistema di diffusione
audio che si distribuisce sia con auricolari sia con casse
acustiche.
Nel caso specifico del telegiornale al conduttore che
guarda in camera proposto un gobbo elettronico che
consentir di leggere sullo schermo, posto sotto lobiettivo della camera, i lanci dei servizi e le notizie. Quando invece si opera in uno studio per un programma di
La regia
(particolari tipi di transizioni, ma pure banali tendine) e per alcuni programmi, come i TG pure titolatrici
e computer dedicati alla grafica. Nella foto che segue,
per esempio sono poste in
evidenza nella parte alta le DLS (digital library)
1 e 2 e la DEKO, tutte monitorie di fonti grafiche che
serviranno nel corso del TG. Prima della serie di monitor dedicati alle camere vi sono quelli che indicano
con SINC (sincronizzatore, ovvero che mette in sinc
sorgenti esterne) da 1 a 4 altre sorgenti, in genere di
postazioni o stand up (4), che interverranno a completare il programma. Anche laudio ha la sua importanza
per lascolto in regia come si nota dallaltoparlante
posto in alto a sinistra, chiaramente speculare ad uno
posto nella parte opposta. Per tutte le transizioni e gli
effetti, come quello anche di porre in plasma diversi
dello studio le diverse sorgenti, il Mixer si servir del
Mixer-effetti la cui monitoria in genere identificata
dalla sigla ME.
Nelle due foto che seguono sono evidenziate due momenti diversi della vita di regia: nel primo in pieno
svolgimento la registrazione del programma, nel secondo il regista (nello specifico Sergio Colabona) sta
controllando le posizioni degli attori in scena: latmosfera chiaramente molto diversa, a cominciare dalla
presenza delle cosiddette luci di servizio che sono
accese mentre Colabona fornisce indicazioni, mentre
sono spente nel corso della realizzazione del programma. Si lascia proprio unilluminazione di comodo
per gli assistenti che lavorano, mentre vive la luce dei
monitor
Nella regia hanno una parte fondamentale le comunicazioni gestite dal tecnico audio attraverso l intercom.
Si tratta di un sistema in grado di far comunicare tra
loro tutti i membri della squadra tecnica con quelli dei
reparti artistici. attraverso lintercom che il regista
comunica il taglio dellinquadratura ed il tipo di movimento che desidera faccia la camera alloperatore di
ripresa, che pu relazionarsi con il direttore della fotografia in merito ai cambi di luce e di atmosfera, che
Anche la postazione luci agita da un tecnico attraverso la consolle di comando ed sovente posta accanto
a quella del controllo camere, poich queste figure
professionali lavorano a stretto contatto per decidere
insieme qual la fotografia del programma.
Nella regia audio sono collocati il mixer audio e tutta
una seria d apparati che concorrono alla realizzazione
della colonna audio del program. Il mixer audio provvede alla preamplificazione ed al bilanciamento delle
varie sorgenti sonore sia che esse siano: voci, musiche,
rumori, brusio e cos via, insomma di tutte le fonti
sonore che compongono appunto la colonna audio del
Program.
La jingle machine, in particolare, una delle apparecchiature in dotazione anche nelle regie audio, non solo
dedicate al video, ma anche quelle radiofoniche, ed
una libreria di suoni, di effetti che in maniera
istantanea, in tempo reale, appunto, possono essere
inseriti dal tecnico audio allinterno della trasmissione.
molto potente, tramite la quale ci ipnotizza in uno stato di narcisistico torpore. Se non abbiamo gli anticorpi intellettuali adatti, questo
capita appena ne veniamo in contatto, e ci porta ad accettare come
assiomi assoluti, le assunzioni non neutrali intrinseche in quella tecnologia. Se invece riusciamo a evitare di esserne fagocitati, possiamo
guardare quella tecnologia dallesterno, con distacco, e a quel punto
riusciamo non solo a vedere con chiarezza i principi sottostanti e le
linee di forza che esercita, ma anche i mutamenti sociali diventano per
noi un libro aperto, siamo in grado di intuirli in anticipo e (in parte) di
controllarli. (pp. 1920)
Ci sono, poi, alcuni media che secondo McLuhan assolvono soprattutto la funzione di rassicurare e uno di questi media la televisione,
che per lui era un mezzo di conferma: non era un medium che diede
luogo a novit nellambito sociale o nellambito dei comportamenti
personali.
La televisione non crea delle novit, non suscita delle novit, quindi
un mezzo che conforta, consola, conferma e inchioda gli spettatori
in una stasi fisica (stare per del tempo seduti a guardarla) e mentale
(poich favorisce lo sviluppo di una forma mentis non interattiva, al
contrario di internet e di altri ambienti comunicativi a due o pi sensi).
Ci sono, poi, alcuni media che secondo McLuhan assolvono soprattutto la funzione di rassicurare e uno di questi media la televisione,
che per lui era un mezzo di conferma: non era un medium che diede
luogo a novit nellambito sociale o nellambito dei comportamenti
personali.
La televisione non crea delle novit, non suscita delle novit, quindi
un mezzo che conforta, consola, conferma e inchioda gli spettatori
in una stasi fisica (stare per del tempo seduti a guardarla) e mentale
(poich favorisce lo sviluppo di una forma mentis non interattiva, al
contrario di internet e di altri ambienti comunicativi a due o pi sensi).
Il villaggio globale
ve: Oggi, dopo pi di un secolo di tecnologia elettrica, abbiamo esteso il nostro sistema nervoso centrale fino a farlo diventare un abbraccio globale, abolendo limiti di spazio e tempo per quanto concerne il
nostro pianeta. Il concetto che sta alla base di questa affermazione
la credenza dello studioso nel fatto che la tecnologia elettronica sia
diventata unestensione dei nostri sensi, particolarmente la vista e
ludito. Le nuove forme di comunicazione, specialmente radio e televisione, hanno trasformato il globo in uno spazio fisicamente molto
pi contratto di un tempo, in cui il movimento di informazione da una
parte allaltro del mondo istantanea. La formazione di una comunit
globale ampia ma anche molto integrata nelle sue diverse parti incoraggia lo sviluppo di nuove forme di coinvolgimento internazionale e
di correlativa responsabilit. Il termine villaggio globale inteso, a tal
proposito, in due sensi diversi: 1) da un punto di vista pi letterale, ci
si riferisce alla nozione di un piccolo spazio in cui le persone possono
comunicare rapidamente tra loro e in tal modo linformazione diviene
molto pi diffusa e immediata. Infatti, mediante i nostri sensi estesi ognuno di noi fa esperienza in tempo reale di eventi che possono
avvenire fisicamente sullaltra faccia del pianeta; 2) da una prospettiva
pi ampia, si intende una comunit globale, in cui tutti sono interconnessi allinterno di uno spazio armonioso e omogeneo.
(2) Con ENG (Electronic News Gatering) si intende linsieme di telecamera, microfono e corpo illuminante: ovvero la dotazione minima
per una ripresa.
(3) Di solito lo studio non ha finestre per evitare la luce interna e i
rumori, mentre pu avere delle superfici vetrate insonorizzate per la
visibilit verso le altre aree.
(4) STAND-UP
da http://web.mclink.it/MD3259/campus_area_studenti/teoria_tecnica_comunicazione_rm/approfondimenti/
1) COSE
A scuola, alluniversit, durante il servizio militare, partecipando ad
una conferenza, ad unassemblea o a una riunione di condominio,
quando viene il momento di dire la propria, ci si alza in piedi e si parla rivolgendosi allinterlocutore. In piedi, stand up appunto, nellatteggiamento di chi ha preso la parola.
In tv, ad un certo punto del suo servizio, il giornalista recita una piccola parte, in piedi davanti alla telecamera, guardando dritto nellobiettivo. Entra in campo per dire alcune cose. Si introduce in prima persona
nellazione della storia che sta raccontando. Da voce fuori campo, filo
conduttore alle immagini e ai suoni dellavvenimento, il cronista si
trasforma in presenza fisica, prende il sopravvento su tutti gli altri elementi. Per una durata, in genere compresa tra i sette e i venti secondi,
in primo piano sulla scena del fatto.
Per questa natura di comparsata, i francesi preferiscono un termine
meno da accademia militare americana (leffetto Sissignore-signorcapitano di film come Full metal jacket) e pi da accademia darte
drammatica, definendo lo stand up plateau, cio scena o palcoscenico.
Siparietto, potremmo dire in Italia, con riferimento al breve numero
dintermezzo fatto durante il cambio delle scene nella rivista. Se non
fosse che proprio questa definizione mette laccento su una delle pi
deleterie patologie dello stand up, purtroppo assai diffusa in Italia:
unesibizione gratuita, uno spettacolino fuori programma del cronista.
Per non incoraggiare neppure involontariamente questa tendenza,
allora preferibile laltra definizione che usano i francesi, face camera,
faccia rivolta alla telecamera, analoga a quella inglese, piece to camera, pezzo verso la telecamera.
Pezzo in macchina, potremmo tradurre in italiano, senza dover
ricorrere ad altri termini stranieri come lorrido spiccettino, cio
discorsetto, dallinglese speech, molto in uso fra i cameraman. Oltre
ad essere fuorviante rispetto al contenuto e al tono che lo stand up
bene abbia, spiccettino contiene anche un richiamo controproducente allidea di spicciarsi. In molti casi bisogner fare in fretta se non
addirittura al volo. Ma, bene chiarire subito che se vogliamo fare
un pezzo in macchina, dobbiamo essere disposti a dedicargli tutto il
tempo e la cura possibili. Perch in gioco non c solo la buona riuscita del pezzo, ma anche limmagine personale del cronista e quella
dellintera emittente.
Il punto decisivo da cui partire, e che attraverser lintero il percorso
che faremo assieme, che il giornalista non pu mai, se non in casi
eccezionali, trasformarsi in protagonista o, peggio, in show man.
Anche quando conquista il campo, deve restare testimone e narratore.
Solo cos non tradisce quellimparzialit, quella terziet che, esattamente come per i magistrati, sono tra le fonti principali della credibilit. Uno dei compiti dello stand up proprio quello di conferire maggiore autorevolezza e attendibilit al reporter e alla sua testata. Chi
stato sul posto ha informazioni di prima mano, ha visto di persona.
Ma, se per imperizia, mancanza di tecnica, sbadataggine o fretta, il
cronista da con lo stand up unimpressione di sciatteria e di imprecisione, allora raggiunge il risultato opposto. Anzich acquistare credibilit, la perde e la fa perdere alla propria emittente. In questo caso,
il danno di immagine e professionale tanto grande che senzaltro
preferibile eliminare lo stand up.
In Italia accaduto proprio questo. Vista la diffusa difficolt dei giornalisti e dei cameraman a familiarizzare con il pezzo in macchina, a
comprenderne le potenzialit e ad utilizzarlo correttamente, numerosi
responsabili dei telegiornali periodicamente ne sconsigliano, quando
non ne impediscono completamente luso. E in ci non incontrano
difficolt o resistenze eccessive. Nellimbarazzo del come fare e del
trovarsi buffi o inadeguati, e vivendo spesso la cosa come una semplice necessit narcisistica, esposta per di pi alle critiche al vetriolo
dei colleghi della carta stampata e di quelli che in tv lavorano dietro
le quinte (non ha perso loccasione di mostrare la faccetta a mamm
e alla fidanzata), molti giornalisti preferiscono non cimentarsi negli
stand up, se non quando siano costretti da un collegamento in diretta
(e qui cominciano altri dolori). I cameraman li aiutano in questo, ben
felici di liberarsi di ci che per loro costituisce un fastidioso aggravio
di lavoro, con gratificazioni professionali nulle, e vere e proprie crisi
di rigetto quando il rapporto con il giornalista non dei migliori.
In questo modo, per, per ragioni assolutamente banali, si riducono,
e non di poco, le possibilit espressive e informative dei pezzi. E si
impoveriscono limmagine e la credibilit del giornalista e della rete.
Nessun reporter verosimile che compia seri progressi nella sua carriera senza imparare a fondo questo elemento, sostiene senza mezzi
termini Ivor Yorke nel suo Basic Tv Reporting, una sorta di help
manual, prontuario di salvataggio, per i giornalisti britannici che
passano da altri media alla televisione.
Lo stand up, il piccolo monologo del giornalista rivolto al pubbli-
2) A COSA SERVE
Lorigine dello stand up, sia di quello in diretta, sia di quello registrato
e poi mandato in onda come finta diretta oppure, pi comunemente,
montato allinterno di un servizio, ha a che fare con la natura stessa e i
limiti dellinformazione televisiva.
Quando arriva una notizia di grande importanza, una breaking news,
come dicono gli americani, la prima cosa che si fa andare davanti ad
una telecamera e raccontare cosa accaduto. Finch non sono disponibili le immagini o non c il tempo per montarle, cio per costruire
con esse un efficace messaggio audiovisivo, il giornalista non ha altre
strade che dire di persona il fatto qual . Pu affidare il compito a un
conduttore seduto in studio. Oppure, pu ricorrere ad uno stand up realizzato sul luogo pi vicino o pi pertinente alla notizia che si riesca
a raggiungere.
Immaginate che unora e mezza prima della messa in onda del tele-
LO STAND UP REGISTRATO
1) LE FUNZIONI
Le funzioni del pezzo in macchina registrato sono fondamentalmente
tre:
Parlare di qualcosa senza avere le immagini ;
Legare due parti diverse di un servizio ;
Testimoniare la presenza dellemittente e del giornalista sul posto.
Ovviamente, i casi in cui lo stand up riesca a ricoprire tutte tre queste
funzioni, il risultato sar particolarmente buono.
a) Dire senza immagini.
Cercher qui di esprimere in modo semplice, anche se, conseguentemente, un tantino impreciso, alcuni presupposti teorici necessari a
comprendere il gioco di equilibrismo che dietro ad un buon stand
up.
Il modo pi efficace di dare notizie in tv luso sofisticato del linguaggio audiovisivo, uninterazione strettissima di immagini, suoni e
parole che consente, seguendo una serie di regole, di comunicare in un
tempo molto breve una elevata quantit di informazioni. Di raccontare
in poco pi di un minuto una storia con numerosi passaggi di tempo e
di ambiente, dando unimpressione di vissuto molto intenso, ma senza
che lo spettatore si stanchi, cio senza che soffra per la durata o per
lintensit del messaggio.
Lequazione : se la parola comunica 24 bit al secondo (lunit di misura dellinformazione), i suoni centinaia di bit e le immagini migliaia
di bit, un messaggio audiovisivo corretto comunicher un numero di
bit al secondo sensibilmente superiore alla semplice somma di bitparola, pi bit-suoni, pi bit-immagini. Se ci vero, vuol dire che
tutte le volte in cui rinunciamo ad adoperare uno stretto legame tra
immagine, suoni e parole, abbassiamo drasticamente la possibilit di
comunicare.
arabe.
Testimonianza.
In greco antico, il verbo orao, cio vedere, allindicativo aoristo (un
tempo in linea di massima corrispondente al passato remoto italiano)
era usato come presente del verbo sapere, conoscere. E cos, per dire
io so si poteva usare oida, cio io vidi. Il ragionamento dei greci
che chi ha visto, sa, conosce. Se un giornalista sul posto in cui
accade un avvenimento, lo conosce direttamente, per averlo visto. E,
quindi, a rigor di logica, credibile.
Essere presente sui fatti principali un punto di forza di un telegiornale e, quindi, molte emittenti, soprattutto straniere, impongono lo stand
up ai loro reporter e inviati. E non solo nei servizi in trasferta, ma
anche in quelli cittadini. In tempi in cui si lavora sempre pi assemblando notizie e immagini che arrivano dallesterno dellemittente,
in gran parte sui circuiti delle agenzie, perfino avere un giornalista al
consiglio comunale o su una rapina pu costituire un punto a favore
nei confronti del pubblico.
Il giornalismo si gioca in gran parte sulla ricerca delle fonti primarie,
cio quelle a diretto contatto con la notizia, definite cos in contrapposizione alle fonti secondarie, quelle che ci riferiscono di un fatto per
averlo saputo da altri.
Poter essere testimone diretto, trasforma il reporter in una fonte particolarmente attendibile. E, visto che la costruzione di una storia, si
gioca in gran parte su quanti protagonisti di quella vicenda si riesce a
portare davanti alla telecamera, perch diano la propria testimonianza
diretta, il giornalista presente sul campo, se da un lato colui che ha
sentito direttamente queste persone, dallaltro diventa egli stesso una
voce da ascoltare.
Un fattore psicologico cos forte, che nella distorsione dellinformazione spettacolo, soprattutto negli Stati Uniti, tra la met e la fine degli
Anni Ottanta ci si accorse che ormai si inviavano i reporter sul luogo
di un avvenimento solo perch portassero a casa uno stand up, cio
la prova che cerano stati. Le notizie erano attinte in gran parte dalle
agenzie, le immagini e le interviste erano girate da cameraman guidati
da producer, e il giornalista era catapultato sul posto solo per far pre-
lit professionale.
La gente comune, ma anche i personaggi pubblici, lo riconoscono e ne
hanno stima. Dunque, si lasciano intervistare con fiducia ed pi facile che si confidino con lui. E questo si trasforma in un altro vantaggio
per lemittente.
Ma, essere sotto i riflettori, costringe il reporter ad attenersi scrupolosamente a regole di correttezza e ad impegnarsi sempre al meglio nel
proprio lavoro, per non tradire la fiducia della gente e non perdere di
credibilit. Ancora un effetto positivo per il telegiornale.
2) DOVE SI METTE
Quando si registra lo stand up, nella maggior parte dei casi il giornalista ha appena abbozzato, e solo mentalmente, la struttura del servizio.
Gli avvenimenti sono spesso ancora in corso e molte cose potrebbero
cambiare. E, dunque, quasi impossibile o, comunque, molto limitativo, decidere gi a questo stadio del lavoro dove pezzo in macchina
sar inserito.
Per cavarsi dimpaccio, e per non perdere tempo, molti pensano
che sia bene stabilire che lo stand up sar comunque lapertura o la
chiusura del pezzo, e in base a questa scelta ne decidono il contenuto.
Altri, addirittura, registrano tutto il testo del servizio sul posto, magari
a braccio, come se fosse un lungo stand up e poi lo coprono con le
immagini.
Chi sceglie la prima strada si trova imbottigliato in un attacco o in una
chiusa che, per una ragione o per laltra, nella maggior parte dei casi
possono non avere pi senso al momento di andare in onda. Chi sceglie la seconda strada, rischia di ritrovarsi un servizio immodificabile,
superato dagli eventi (oltre al grave inconveniente tecnico di avere
su tutto il pezzo laudio ambiente del posto dove stato registrato lo
stand up. E capitato perfino di sentire il rumore del traffico parigino
allinterno dellAssemblea Costituente)*.
La regola fondamentale , dunque, lelasticit, cio registrare lo stand
up come un elemento da giocarsi in una posizione da definire al momento di strutturare la storia. Gi pensare questo aiuta ad adoperare
I media event
Lo sport
lo spettacolo
la musica
I programmi televisivi che si susseguono nel palinsesto comprendono anche produzioni che si localizzano in ambienti
esterni, in particolare i cosiddetti media event (ossia eventi di
grossa portata mediatica e dunque ripresi dai media internazionali come le elezioni presidenziali o i campionati del mondo),
per la ripresa dei quali necessaria una regia esterna. Le regie
sono collocate in grossi mezzi su ruote ai quali ci si riferisce in
genere con il termine di pullman regia o OBvan.
Camera 9 con ottica 21X in controcampo per la ripresa del direttore dorchestra
Camera 9 con ottica 21X in controcampo per la ripresa del direttore dorchestra
regia multilaterale
camere allarrivo
In una trasmissione televisiva limpostazione base delle telecamere disposta in ordine antiorario.
La CAM 2 si occuper del totale della scena, dotata in genere
di unottica grandangolare, e verr utilizzata dalloperatore di
ripresa pi anziano e di maggiore esperienza, identificato dal
ruolo di PRIMO OPERATORE.
INDICE
1. PREMESSA
2. INTRODUZIONE
La comunicazione televisiva
9. LO STUDIO
11. LA REGIA
18.NOTE
34. LO STUDIO ALTROVE
44. SCHEDE
47. TECNOLOGIE IN CAMPO
55. TELECAMERE IN CAMPO
61. CONCLUSIONI