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LIBRO ELETTRONICO

L’autore di questo libro elettronico

Francesco Marsiglietti è nato a Scandiano (RE) nel 1974; fin da piccolo ha iniziato ad
appassionarsi di astronomia, ufologia e scienze della natura, in particolar modo la paleontologia e
l’anatomia umana. Dagli anni Novanta del secolo scorso si interessa anche a tematiche
cospirazioniste, come il “moon Hoax” (Non siamo mai andati sulla Luna) e il NWO; la discreta
padronanza dell’autore nell’elaborazione audio, dovuta alla passione per la musica House e Techno,
è tornata infine utile per la stesura di questo lavoro. Per l’elaborazione grafica ha utilizzato software
disponibile in rete (Paint, Net 3.5.1-4, Benvista Photozoom 3.0.6, Google Earth 5 e Audacity 1.3.11
Beta) più che sufficiente per la scarsa qualità del materiale preso in considerazione, con la preziosa
consulenza della sorella Silvia.

Idea, progetto grafico e adattamento dei testi (qualora ritenuto necessario)

a cura della redazione di “Tracce d’eternità”.

Testi e fotografie a cura dell’autore

© 2010 di Francesco Marsiglietti. Tutti i diritti riservati.

Edizione elettronica in download gratuito dal portale simonebarcelli.org

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Prefazione

Ho voluto pubblicare il lavoro di Francesco per una serie di motivi. Innanzitutto perché con la sua
metodica e puntuale ricostruzione di ogni dettaglio che ha caratterizzato questa vicenda ha chiarito
molti dei dubbi che su di essa aleggiavano ma anche perché questo studio dimostra come non sia
necessario possedere un background specifico o qualche titolo accademico altisonante per produrre
risultati degni di nota. In qualche modo vuole essere un invito per tutti coloro ritengano di avere
qualcosa da dire, di avere le capacità per farlo, a mettersi in gioco, a non affidarsi esclusivamente al
lavoro di altri, alle informazioni che altri propongono.

Tracce d’eternità è anche questo, è l’espressione di un nuovo corso dell’informazione, dove noi
tutti, a qualsiasi livello, siamo promotori e fruitori dell’informazione, dove per sua natura essa è
condivisa.

Ma torniamo all’argomento di questo ebook: le missioni Apollo 19 e 20. Se le informazioni che


sono emerse ed i documenti filmati che sono stati messi in circolazione siano attendibili o meno
lascio che siano le analisi di Francesco a stabilirlo. Pur senza esprimere un giudizio a riguardo
trovo interessante notare come anche in questo caso sembra sia stata utilizzata una delle tecniche di
disinformazione più comuni negli ultimi decenni: quella di nascondere una verità tra molte
menzogne, con l’intento di rivelare qualcosa ma al tempo stesso di screditare ciò che si rivela.

Un “campione” di questa tecnica di debunking è stato per lungo tempo Richard Doty, il fantomatico
Falcon, che negli anni ottanta è stato protagonista di innumerevoli “rivelazioni” tra cui quelle più
famose sulla Missione Serpo, sull’atterraggio di un Ufo a Holloman ed altri. In tutti questi casi ad
affermazioni che sembravano veritiere si accompagnavano menzogne di vario genere, a promesse di
informazioni spesso seguivano ritrattazioni. Per quanto siano passati 30 anni non mi stupirei se ci
fosse il suo zampino anche in questo caso.

Ma è proprio impossibile che sulla Luna vi siano artefatti, più o meno antichi, appartenenti a
qualche razza aliena? Decisamente no. Richard Hoagland, ma anche altri, ha scovato numerose
anomalie nelle foto scattate nelle varie missioni. Quella che vi segnalo è forse una delle più famose.
(fig.1), ma ce ne sono molte altre. Vi sono inoltre le testimonianze degli astronauti. Scrive
Chatelain, noto esperto di comunicazioni del Centro Spaziale di Houston, scomparso di recente: "
Gli astronauti hanno visto cose delle quali non possono parlare con nessuno fuori dalla NASA". E
ancora: "Tutti i voli Apollo o Gemini furono seguiti a distanza, qualche volta... molto ravvicinata,
da veicoli spaziali di origine extraterrestre. Ogni volta che ciò è accaduto gli astronauti ne hanno
informato la missione di controllo, che ha imposto loro l'assoluto silenzio".

Perché quindi dovremmo stupirci che qualche segreto il nostro satellite in effetti lo custodisca?

E’ la Nasa stessa a risponderci in un passaggio poco conosciuto di uno studio "Proposta di Studi
sulle implicazioni di attività spaziali pacifiche nelle vicende umane” pubblicato nel 1959: " Mentre
incontri faccia a faccia con esemplari di vita extra-terrestre non avverranno entro i prossimi 20
anni (A meno che la loro tecnologia sia più avanzata della nostra ), artefatti abbandonati ad

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qualsiasi punto nel tempo da queste forme di vita potrebbero eventualmente essere rilevati
attraverso le attività spaziali della NASA sulla Luna, Marte o Venere. "

Nonostante i recenti proclami di tagli sui badget dell’amministrazione Obama dedicati alle missioni
spaziali della Nasa io sono più che convinto che l’uomo sulla Luna non abbia mai smesso di
andarci. La stessa idea che “Sulla Luna non ci siamo mai andati” è stata probabilmente creata ad
arte per nascondere che chi c’è andato qualcosa ha trovato.

Quindi una volta accettato questo assunto, che cioè vi siano tracce di civiltà passate ( fig.2) o di
moderne presenze ( fig. 3), cosa ci vieta di pensare che tra queste non vi sia anche un’astronave od
il corpo di un alieno?

Gianluca Rampini

fig.1

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fig. 2

fig. 3

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Prologo

Sono oramai tre anni che in rete, inizialmente su Youtube, circolano filmati e successivamente
anche su Revver videos e altri siti, che si riferirebbero ad una fantomatica missione segreta sulla
Luna, svoltasi ipoteticamente nell’agosto del 1976 con lo scopo di recuperare più materiale
possibile dal relitto di un’ipotetica astronave extraterrestre precipitata sul lato opposto del nostro
satellite.

Mi interesso di ufologia da ormai molti anni ma nessun caso, verosimile o meno, mi ha mai
appassionato quanto questo. Ciò che maggiormente mi ha colpito è stata la dimensione umana di
questi sventurati alieni che pur possedendo tecnologie per noi ancora oggi impensabili non sono
riusciti a evitare di schiantarsi su un mondo lontano da casa loro e di rimanervi per tempo
immemorabile. Immagine questa molto diversa da quella dei così detti Grigi, ad esempio, che più
che nostri corrispettivi di altri pianeti sembrano essere macchine biologiche costruite
esclusivamente per vivere in simbiosi col loro mezzo volante.

Le missioni cancellate

Prima di partire con la trattazione di questo caso nello specifico, bisogna specificare che sebbene
l’ultima missione Apollo ufficiale sulla Luna sia stata la 17 , lanciata il 7 dicembre 1972 e rientrata
il 19, erano state previste anche le missioni 18, 19 e 20. Tuttavia nel 1970, ufficialmente per motivi
di budget conseguenti alla guerra in Vietnam e all’imminente realizzazione dello Space Shuttle fu
cancellata dapprima la missione 20, il 4 gennaio, poi fu la volta della 18 e della 19 il 2 settembre,
nonostante gli equipaggi fossero già stati scelti ed i 3 razzi Saturn 5 costruiti.

Originariamente era stato programmato di lanciare una missione ogni quattro mesi per terminare
con l’apollo 20 nel giugno o dicembre 1972 nel cratere Copernico, poi riassegnato all’Apollo 19,
mentre, prima di essere cancellata la missione numero 20 fu riassegnata per atterrare alle Marius
Hill, oppure nel cratere Tycho, programma che fu inizialmente rispettato, sul quale però, si iniziò ad
accumulare ritardo dopo la mancata disgrazia dell’ Apollo 13 nell’aprile 1970.

A causa del cambiamento di scenario tuttavia il primo di questi tre vettori fu privato del terzo stadio
e utilizzato nel maggio 1973 per il lancio dello Skylab, il primo laboratorio spaziale americano, e gli
altri due più il terzo stadio di questo furono suddivisi ed esposti tra il Johnson Space Center, il
Kennedy Space Center, il Michoud Assembly facility a New Orleans ed il National Air and Space
Museum, per maggori dettagli vedere wikipedia al link:

http://en.wikipedia.org/wiki/Apollo_18#Apollo_18 .

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Gli equipaggi più probabili per queste tre missioni erano i seguenti:

Apollo 18: (equipaggio di riserva Apollo 15)

Richard F. Gordon (CDR)

Vance D. Brand (CMP)

Harrison Schmitt (LMP)

Apollo 19: ( equipaggio di riserva Apollo 16)

Fred Haise (CDR)

William R. Pogue (CMP)

Gerald P. Carr (LMP)

Apollo 20: ( per il quale c’ era comunque più incertezza)

1° opzione:

Pete Conrad o Stuart Roosa (CDR)

Paul J. Weitz (CMP)

Jack R. Lousma (LMP)

2° opzione:

Suart Roosa o Edgar Mitchell (CDR)

Jack R. Lousma (CMP)

Don L. Lind (LMP)

Legenda:

CDR: capo della missione

CMP: pilota del modulo di comando

LMP: pilota del modulo lunare

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La storia

Dopo un excursus su quello che sarebbe dovuto essere il programma originario delle missioni
Apollo, ritorniamo alla nostra storia ed alla presunta astronave madre aliena: essa sarebbe stata
individuata già in diverse foto scattate dall’apollo 15 e 17, nelle quali si vede inequivocabilmente un
oggetto estraneo al paesaggio circostante, adagiato in prossimità del cratere Iszak D, di cui i
sovietici sarebbero stati già al corrente dal 1966 anche se non si sa bene da quale fonte.

Quello che ho scoperto è che la zona in questione fu già fotografata diverse volte prima della
presunta scoperta da parte dell’apollo 15.

La prima volta ciò sarebbe avvenuto nell’Agosto del 1966, guarda caso lo stesso anno appena
menzionato, da parte della missione americana senza equipaggio Lunar orbiter 1, nel frame ‘1102
med’ (link: http://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?1102) di cui ripropongo un
ingrandimento qui di seguito, anche se data la lontananza della ripresa e la sovraesposizione
dell’immagine in alcuni punti non è così evidente:

Figura 1: Ingrandimento della foto del sito ripresa dal Lunar Orbiter 1 rielaborata in luminosità e contrasto

Un secondo fotogramma è poi stato ripreso dal Lunar Orbiter 3 (frame 3121 med link:
http://www.lpi.usra.edu/resources/lunarorbiter/frame/?3121) a febbraio dell’anno seguente, di cui
ripropongo a sua volta un ingrandimento da me leggermente elaborato per esaltarne i dettagli, il
quale offre una chiara visuale della formazione in questione:

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Una terza foto relativa al sito proviene dall’apollo 8 nel dicembre 1968, ma anche nella versione in
formato bitmap non è che si noti granché, forse a causa della risoluzione non molto elevata, infatti a
quell’epoca la camera metrica non era ancora in dotazione alle missioni apollo e questa foto fu
scattata con la fotocamera Hasselblad da 70 mm, e presumibilmente a causa dell’alta incidenza dei
raggi solari, i particolari risultano molto appiattiti. Il codice identificativo dell’immagine è AS8-13-
2256 (link: http://www.lpi.usra.edu/resources/apollo/frame/?AS08-13-2256).

Figura 2: Ingrandimento della foto del sito scattata dal Lunar Orbiter 3.

La missione in questione, poi ripetuta dato il fallimento del primo tentativo, data l’eccezionalità
delle circostanze sarebbe stata organizzata congiuntamente da USA e URSS, nonostante in quel
periodo la tensione tra le due superpotenze fosse molto alta.

Inizialmente i video inerenti questo presunto accadimento sono stati caricati da un utente
registratosi come “retiredafb”, che affermava di essere William Rutledge, ex pilota dell’USAF,
prestato alla NASA in occasione di detta spedizione. L’etimologia dell’username è presto spiegata
dato che retired in inglese significa ritirato, quindi non più in servizio, e afb sta per Air Force Base,
coerentemente con la carriera di pilota dell’USAF che egli avrebbe svolto prima del ritiro.

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Figura 3: La stessa foto con indicato il punto preciso del "relitto".

A detta di Rutledge, questa missione sarebbe stata organizzata dopo il fallimento di un’altra
precedente denominata “Apollo 19”, che sarebbe partita il 2 Febbraio 1976 e che si sarebbe andata a
schiantare contro un piccolo asteroide, in seguito alla perdita della telemetria, causando la morte
dell’equipaggio. L’apollo 18 invece sarebbe stato quello della missione “Apollo-Soyuz Test
Project” (ASTP) del Luglio 1975, in cui fu organizzato un randez vous tra la spedizione americana
e quella sovietica e, non si sa bene perché, mai numerata, che a detta di alcuni sarebbe stata la prova
generale per quelle in questione.

L’equipaggio sarebbe stato composto da Rutledge stesso, come capo della missione (CDR), Leona
Marietta Snyder precedentemente impiegata presso i CSP Bell Laboratories ed il famoso astronauta
sovietico Aleksej leonov, riguardo al quale rimando alla relativa pagina su Wikipedia al link
http://it.wikipedia.org/wiki/Aleksej_Archipovič_Leonov senza aggiungere altro.

Di Rutledge, e della Snyder, invece non risultano dati attendibili che non provengano da siti che
trattano questo stesso argomento.

Intorno alla metà del 2007 però alcuni ragazzi americani esperti di informatica affermarono di
essere riusciti a tracciare la provenienza dei post di ‘retiredafb’ e che il reale autore sarebbe un
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fotografo e scultore francese di nome Thierry Speth probabilmente in collaborazione con altri artisti
francesi quali Thierry Nectoux, anch’egli fotografo e probabilmente Jean Pierre Mocky attore,
regista e montatore e forse altra gente ancora.

A tale proposito infatti sempre su Youtube è stato diffuso un filmato a cura di un certo E.Sanchez e
postato con lo username ‘JohnMoredread’ dove egli afferma di non essere affatto uno scettico,
tuttavia essendo uno scienziato si è sentito in dovere, a sua detta, di fare luce su questa storia che tre
anni fa ha sollevato un gran polverone nella comunità ufologica e di smascherare il suddetto artista
francese, noto in rete anche con altri alias quali ‘aalenia e ‘aalenia2’ fornendone addirittura anche
diversi contatti mail.

Il nome del filmato consultabile su youtube è ‘The truth about William Rutledge’, link
http://www.youtube.com/watch?v=Vj2ImSECZMU.

In un secondo momento Retiredafb è passato a postare i suoi video sul portale Revver videos a
partire dall’aprile del 2008 (guarda caso l’anno cambia, il mese no). Nel frattempo su Youtube è
subentrato un nuovo utente che col nome di moonwalker1966delta, sedicente capitano della fallita
missione Apollo 19, ha iniziato a postare altri video in riguardo alle due missioni segrete in
questione. Poichè l’ultimo, riguardante il presunto incontro tra l’equipaggio dell’Apollo 17 e forme
di vita aliena è stato postato il 20 novembre 2009, non escludo possa postarne ancora.

L’etimologia del suo username a sua detta è Moonwalker perché avrebbe camminato sul suolo
lunare, 1966 perché egli lavorò al primo computer durante la missione Gemini 6 e delta perché con
questo termine si identifica di solito la tecnologia di derivazione aliena (fonte
http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo19CDR-
interview.htm).

E’ mia opinione tuttavia che molti dei filmati postati da costui siano falsi di basso livello, specie i
più recenti, tanto che diversi utenti di Youtube gli hanno chiesto senza troppi complimenti se per
caso egli non sia un agente della “disinformazione”.

Una cosa che accomuna i due personaggi in questione, sempre che non si tratti in realtà della stessa
persona/persone, è la precisa conoscenza tecnica riguardo alle tecnologie dell’era Apollo tanto da
poter passare realmente per uno che ne abbia fatto parte, cosa peraltro spiegabile con il fatto che
chiunque può andare in rete e scaricarsi diversi gigabyte di manuali originali relativi alle missioni
Apollo riguardanti ogni possibile aspetto tecnico.

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VALUTAZIONE DEI CONTENUTI VIDEO

Apollo 15 and 17 search for the spaceship

Non c’è molto da dire in riguardo a questo video, postato su Revver videos in data 18 Gennaio
2008. Esso non è che una rassegna di alcuni dei frames originali delle foto metriche e panoramiche
relative al sito della presunta astronave aliena, effettuate dalle missioni Apollo 15 e 17 nel 1971 e
’72, alcune delle quali verranno utilizzate in seguito per valutare la coerenza o meno degli altri
filmati.

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Apollo 19 launch

Questo filmato è uno dei più recenti postati da moonwalker1966delta il 20 novembre 2009 su
youtube, esso è molto breve, appena 4 secondi, e presenta il lancio notturno, come nel caso
dell’Apollo 17 tre anni prima, però a differenza di questo da una rampa di lancio gialla (sic), una
immagine presa dal breve video appare in fig.1.

L’evento sarebbe avvenuto, dalla base aerea militare di Vandenberg, complesso di lancio n. 6 alle
5:30 orario della costa occidentale il 2 Febbraio 1976, e a differenza del presunto lancio dell’Apollo
20 che verrà esaminato in seguito, la rampa di lancio, il razzo e le insegne della missione sono
chiaramente visibili.

A detta di moonwalker1966delta tre settimane prima del lancio l’equipaggio di scorta avrebbe preso
il posto di quello designato, perché alcuni di essi, Stephanie Ellis in primis, si sarebbe lasciati
sfuggire alcune informazioni di troppo concernenti la missione.

Considerazioni

Per cominciare, risulta veramente sospetta la somiglianza di questo razzo, anche riguardo le insegne
della missione ovvero i disegni neri presenti nella parte alta del razzo che sono molto simili
(confrontare figura 1 e 2) a quelle dell’Apollo 17 anch’esso lanciato di notte. Inoltre la risoluzione
veramente bassa di questo filmato può far sospettare che essa serva a nascondere particolari che ne
svelerebbero la falsità o che si tratti di una rielaborazione computerizzata fatta a partire proprio dal
lancio di detta missione.

Seconda cosa sospetta è l’inspiegabile mancanza di fiamme, sotto alla base del razzo al momento
del lancio, chiaramente rimosse artificialmente. In tutti gli altri lanci di Saturn 5 esse sono
abbondanti e ben visibili, principalmente nel caso già citato dell’Apollo 17. L’inserimento della
rampa di lancio gialla appare niente più che un espediente volto a mascherare il tutto.

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Figura 4: Il presunto lancio dell' Apollo 19.

Dato che Moonwalker1966delta dà precise indicazioni in riguardo all’orario ed alla data di partenza
sono andato a prendere uno screenshot della zona di lancio al momento in cui esso sarebbe
avvenuto e un altro del sito lunare dove sarebbero dovuti atterrare nel momento in cui
verosimilmente ciò sarebbe potuto avvenire.

Figura 5: Serie completa dei razzi Saturn 5.

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Per fare ciò ho usato il software gratuito Celestia 1.6.0. ed ho calcolato come tempo di viaggio 4
giorni e 8 ore cioè la media dei tempi impiegati dalle missioni apollo conosciute e devo dire che,
come ci si poteva effettivamente immaginare , a Vandenberg mancavano ancora un paio d’ore
all’alba e nel sito del presunto relitto alieno sulla Luna era pomeriggio, non si sarebbe fatto buio
ancore per 6 giorni terrestri. Non sarebbe stato quindi il momento migliore per l’allunaggio, dato
che sulla Luna non essendoci l’atmosfera a ridistribuire il calore sotto la luce diretta del sole la
temperatura può raggiungere i 127 gradi Celsius.

Nonostante ciò, bisogna ammettere che la presunta situazione di atterraggio in cui sarebbe incorso
l’Apollo 19 si accorderebbe abbastanza bene con i 7 giorni programmati di permanenza sulla Luna
(sfruttando ogni residuo raggio di luce prima di ripartire).

Figura 6: Veduta virtuale del sito di Vandenberg al momento del presunto lancio dell' Apollo 19.

Figura 7: veduta della zona di atterraggio dell’ Apollo 19 nel momento in cui verosimilmente sarebbe avvenuto.

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Figura 8: Illuminazione del luogo del presunto relitto al momento del ritorno (28-08-1976)

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Apollo 19 Incident

Filmato di 1’21”, postato su Youtube da Moonwalker1966delta in data 9 novembre 2008 e


successivamente da altri utenti, che mostrerebbe la situazione di emergenza per la quale la missione
Apollo 19, di cui a suo dire faceva parte, sarebbe stata interrotta, e quindi non finita in tragedia
come affermava Rutledge/Retiredafb.

Il motivo per il quale sarebbe incorso l’incidente, sul quale i due si trovavano in accordo, sarebbe
stata la perdita dei dati della telemetria a causa dell’urto con un corpo estraneo poco dopo
l’iniezione in orbita translunare (TLI).

Per chi non ne fosse al corrente, col termine “iniezione translunare” si intende quella fase in cui il
razzo viene messo in una traiettoria che interseca la luna (cfr. Wikipedia).

Dal punto di vista delle immagini questo documento non mostra molto se non il presunto ed
abbastanza verosimile interno del modulo, illuminato da una tenue luce bluastra, forse posta sul
casco dell’astronauta, in cui, dato lo stato di emergenza sono stati spenti tutti i supporti vitali, e
quindi anche la normale illuminazione. Inoltre, di tanto in tanto, si vede qualche strumento del
pannello come tra 0’25” e 0’28” poi successivamente attorno ai 0’50” ed a 0’59”, occasione
quest’ultima, dove si ha la migliore visione di parte della strumentazione.

Figura 9: Inquadratura di parte della strumentazione a 0'59"

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Per quanto riguarda la traccia audio eccone la trascrizione curata dal giornalista Luca Scantamburlo:

1) “…flight go to csm to sps check SL 2 show high temp…”

2) “…shows negative sps power check indicators…”

3) “…Ok (team)? has confirm that cell shut down commence emergency power shut down
procedure…”

4) “…here's the check CSM to sps data in the inverter may have an explosive fuel cell
problem.power stand by the shut down all fuel cells…”

5) “…telemetry shows unusual....one and two drain and low fuel ….stand by

Risposta: (abort)?...”

6) “…this is the Apollo center launch control we’ ve got an emergency situation mission
aborted…”

7) “…mission aborted stand by for data…”

A mio parere questo è il meno contraddittorio e più verosimile dei documenti forniti dai due
presunti reduci delle missioni Apollo 19 e 20, ed è sicuramente stato realizzato da qualcuno di
madrelingua americana.

Tuttavia potrebbe benissimo essere un falso girato in una riproduzione di un modulo Apollo e le
voci, naturali o eventualmente generate con un programma basato sullo standard di sintesi e
riconoscimento vocale SAPI 5 (ne esistono decine, gratuiti o a prezzo del tutto accessibile)
sarebbero poi state elaborate con un buon editor audio, anch’esso ottenibile gratuitamente o a
prezzo modico, in modo da assomigliare ad una trasmissione radio.

Bisogna infatti considerare che il suddetto standard consente di scaricare dalla rete varie voci in
diverse lingue, tutte di ottima qualità. A mio parere la cadenza della voce dell’astronauta in alcuni
punti appare un po’ meccanica ed innaturale.

Per concludere, leggendo le trascrizioni delle altre missioni Apollo, tutte scaricabili liberamente da
internet, si evince che durante le comunicazioni tecniche viene pronunciato spesso il nome della
missione in corso (ad esempio: apollo 9, this is Houston…) mentre i membri dell’equipaggio
vengono raramente chiamati per nome, particolare questo assolutamente plausibile, tuttavia in
questo spezzone si fa poco uso di termini tecnici e valori numerici, per esempio i programmi
dell’AGC o letture varie degli strumenti, cosa che invece ricorre di frequente nei dialoghi delle
missioni Apollo note, inoltre suona sospetto il termine “abort! Mission aborted” infatti, consultando
la trascrizione delle comunicazioni tra l’Apollo 13 e il centro controllo missione di Houston,
quest’ultimo comunica agli astronauti una procedura alquanto lunga e complessa da eseguire e non
si limita ad un singolo comando (cfr: Apollo 13 air-to ground transcription PDF pp.205-325).
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Apollo 20 EVA 1

Anche questo è un filmato abbastanza breve, 1’23”, postato su Youtube da Moonwalker1966delta


in data 25 Febbraio 2008 e su Revver da Moonwalker1966 (senza delta) in data 19 Aprile 2008.

Il filmato si apre, questa volta senza mostrare alcun logo, su una presunta panoramica della
superficie lunare, molto sfocata e scura, nella quale appare a destra del LM 15, parzialmente
inquadrato, la figura di un astronauta che, probabilmente uscito per secondo dal modulo, avanza
saltellando in direzione di chi sta effettuando la ripresa.

A 0’31” si nota un taglio e l’inquadratura ritorna più o meno al punto in cui era all’inizio solo che si
può vedere all’estrema sinistra della scena la sagoma, molto buia dell’astronauta girato nella
medesima direzione, che sempre saltellando avanza verso la telecamera.

Qualche secondo dopo a 0’37”, quando il LM sta quasi per uscire dall’inquadratura, da dietro
all’astronauta appare un punto luminoso molto basso sull’orizzonte che nei secondi successivi
diventa relativamente più luminoso.

A 1’14” si ha nuovamente un taglio, visto che pur mantenendo la medesima inquadratura la


posizione dell’astronauta cambia: esso è di nuovo in posizione frontale rispetto al cameraman e
nuovamente avanza verso di lui.

Durante il filmato è presente una traccia audio in cui, anche se discontinuamente, si sentono in
maniera abbastanza distinta le presunte voci di Rutledge e Leonov che parlano di un problema ad un
portello.

1)”…thank you anyway we're trying open an hatch and when we.. when we (arm?) the hatch we got
it basically until the point as at the (cat?) position and i'm sure that mean the hatch is open on the
way and we can't connect position we can' think to move the hatch in..in…”

2) “…we don't know it is a mechanical problem or there is crashes...again....”

3) “...you don't know..and....houston.... you don't know.......only one......”

4) “…Ok....have an explanation to...”

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Figura 10: Istantanea del filmato.

Considerazioni

Al primo impatto colpisce subito che la scena è estremamente sfocata e scura, inoltre andando
avanti, si nota che l’astronauta inquadrato non fa altro che saltellare di qua e di là, senza fare altri
movimenti di qualsiasi tipo, tranne in un breve momento quando rimane fermo dai 20 ai 30 secondi,
tutte cose che non contribuiscono di certo a persuadere lo spettatore che si tratti di un documento
reale ed anzi sembra proprio un falso molto economico.

Secondo quanto afferma un utente su Youtube, registratosi come ‘EndeavourLaunch’ è assai


probabile che questo filmato sia stato realizzato con il programma di simulazione Orbiter, plugin
AMSO, quest’ultimo giunto all’epoca del post alla versione 1.11, 1.18 oggi, il quale, in base a
quanto dichiarato nel sito di download, è in grado anche di riprodurre in maniera piuttosto accurata
le comunicazioni tra gli astronauti ed il controllo missione.

Anche il discorso della traccia audio sembra spiegabile allo stesso modo, dato che facendo una
ricerca per parole chiave in tutti i file air-to-ground relativi alle missioni Apollo dalla 7 alla 17 non
ho trovato corrispondenze, inoltre nel file audio di questo filmato non ho notato voci dall’accento
russo compatibili con l’astronauta Leonov, perciò mi sento di dire che in accordo con la mia prima
impressione questo video è falso.

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Apollo 20 test Snyder ingress

Questo video è stato postato per la prima volta da ‘Retiredafb’ su Youtube il 18 giugno 2007 ma
successivamente cancellato da lui stesso, comunque è stato caricato di nuovo il 14 settembre dello
stesso anno da Moonwalker1966delta, sedicente capitano della fallita missione Apollo 19. Si tratta
di un breve filmato, di appena 34 secondi, costituito dal montaggio di tre diverse sezioni
rispettivamente della durata di 11,13 e 10 secondi. In tutte le tre parti si assiste al presunto imbarco
di un equipaggio di almeno due astronauti, aiutati da tre operatori, che indossano una tuta bianca,
uno dei quali bianco, di corporatura robusta, ed uno apparentemente afroamericano, anche se si
vede solo da dietro e abbastanza da lontano. Sulla schiena si nota il logo della Rockwell
International, mentre il terzo, anch’esso afroamericano, indossa una tuta simile ma con il logo della
NASA.

Considerazioni

La Rockwell International è un’azienda nata dalla fusione della Rockwell-Spring e la Axle


Company e successivamente da altre aziende in vari campi della tecnologia. Una di queste, la North
American, produsse, prima della fusione con la Rockwell nel 1973 diversi velivoli militari, i moduli
di servizio e di comando delle missioni Apollo, e, dopo la fusione, il bombardiere B-1 launcher e lo
Space Shuttle (Wikipedia).

Il logo NASA disegnato sul retro della tuta del terzo addetto, denominato Insigna o Meatball, è il
più famoso nonché il primo creato nel 1959 quando questo ente prese vita.

Esso fu poi sostituito tra il 1975 ed il 1992 dal logo detto Worm, ovvero la scritta NASA in rosso su
fondo bianco, con la finalità si di dare un simbolo più moderno all’ente, ma anche e soprattutto
perché il vecchio logo era assai difficile da riprodurre con le tecnologie dell’epoca.

Visionando il filmato di Discovery Channel nella edizione brasiliana “Apollo 11: segredos
revelados” parte 1 di 5 caricato su Youtube il 23 marzo 2008 Link:
http://www.youtube.com/watch?v=79QGQT7nLEc ho potuto notare che all’ingresso di questa
missione, sia le tute degli astronauti che quelle degli assistenti all’imbarco sono le stesse che
appaiono nel filmato in questione, anche se non si tratta della stessa situazione.

Alla luce di ciò si potrebbe dedurre che il filmato risale circa allo stesso periodo, si tratta forse di
un’esercitazione, considerata l’atmosfera relativamente rilassata e gli addetti all’imbarco che
parlano tra di loro.

Se si trattasse di un falso realizzato in studio sarebbe stato necessario procurarsi delle tute risalenti
all’epoca Apollo ad una qualche asta per collezionisti, che peraltro esistono, soprattutto nel mondo
anglosassone, ma con una spesa non indifferente.

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Figura 11: il logo della Rockwell International e il NASA ‘meatball’

Nei commenti relativi al presente filmato su Youtube viene inoltre affermato da un utente noto con
il nick di ‘Val Valiant Thor’ che non è presente la bandiera americana sulla spalla sinistra degli
astronauti, tuttavia essi sono sempre messi in modo da non mostrare tale particolare tranne nel
primo dei tre spezzoni dove sulla spalla sinistra dell’astronauta più vicino alla telecamera, a mio
parere, si intravedono le righe orizzontali della bandiera.

Ciò che mi fa pensare che questo filmato ,pur essendo autentico, non si riferisca a ciò che
‘Retiredafb’ e ‘moonwalker1966delta’ sostengono sono le seguenti 2 osservazioni:

Il fatto che nonostante uno dei due astronauti che stanno entrando nel CSM dovrebbe essere una
donna, nessuno dei due sembra averne la fisionomia né tanto meno l’altezza , per cui gli astronauti
qui inquadrati potrebbero benissimo appartenere ad uno degli equipaggi delle missioni Apollo note,
magari dell’Apollo 11 data la notevole somiglianza delle tute.

Questo filmato a detta di un utente di Youtube registratosi come ‘MrImplant Dentistry’ sarebbe
apparso in un non meglio identificato documentario riguardante le missioni Apollo trasmesso su
Discovery Channel attorno all’agosto del 2009. Quindi essendo stato postato oltre due anni prima
da Retiredafb e, a distanza pochi mesi da quest’ultimo, anche da Moonwalker1966delta si può
ipotizzare che siano stati rubati dalla pre-produzione del documentario in questione. Tuttavia
potrebbe anche riferirsi al documentario ‘Apollo 11: segredos revelados’ di cui ho già parlato poco
fa che presenta immagini simili tra 5’11” e 5’21”.

Pur andandomi a guardare i video di Discovery Channel disponibili in rete riguardanti le missioni
Apollo e caricati prima del Giugno 2007 non sono tuttavia riuscito a ritrovare in alcuno di essi le
stesse identiche immagini; sono tuttavia riuscito ad appurare che nel caso dell’Apollo 13 le tute
erano visibilmente diverse in quanto dotate di una striscia rossa attorno al braccio e alla gamba,
mentre quelle dell’Apollo 17 non avevano quella sorta di rettangolo grigio sulla schiena.

22
Figura 12: si possono vedere sul retro delle tute degli addetti all'imbarco i logo della Rockwell international e il
meatball della NASA

Figura 13: Sulla tuta dell’astronauta più vicino alla camera sembrano intravedersi le righe orizzontali della bandiera
americana.

23
Figura 14: Ingrandimento in cui si intravede la bandiera americana sulla spalla sinistra di un astronauta.

Figura 15: Un'istantanea tratta dall'ingresso dell'equipaggio dell'Apollo 11 nel documentario ‘Apollo 11: segredos
revelados’.

24
Apollo 20 Legacy liftftoff of Apollo 20 Saturne 5

Cercando di dare un senso logico all'esame dei filmati nel suo insieme mi sembra obbligatorio
proseguire con il lancio della presunta seconda missione, che come viene ribadito dalla
sovrimpressione, sarebbe avvenuto il 16 agosto 1976 dalla base militare di Vandenberg in
California mediante vettore Saturn 5. La durata del filmato è alquanto limitata, essendo ridotta a 35"
appena e parte con la riproduzione a schermo intero del logo, di forma rotonda, raffigurante
presumibilmente, il LM e il CSM che recuperano quella che sembrerebbe una grossa astronave dal
suolo lunare; sulla parte superiore del logo (o badge) si vede la scritta “Apollo 20” mentre in quella
sottostante vi sono i cognomi dei presunti partecipanti alla missione: Rutledge, Snyder e Leonov,
mentre nella parte destra, appena dentro il bordo giallo del badge vi è scritta in caratteri rossi e nella
maggior parte dei casi scarsamente leggibile la massima “Carpent tua poma nepotes” (Virgilio,
Egloghe IX-50, fonte wikipedia) in italiano “i nipoti coglieranno i tuoi frutti”.

Appena un secondo dopo appare la già citata sovrimpressione su sfondo nero recitante:

'Apollo 20, August 16, 1976'

che rimane fino a 0'04" , dopodiché il filmato vero e proprio si apre con il razzo che è già a quota
piuttosto elevata, in un cielo apparentemente libero da nuvole.

Prima che il filmato si interrompa per lasciare posto nuovamente al logo, a 0’34” si vede però che il
colore del cielo è visibilmente cambiato facendosi molto più scuro, inoltre si nota che il razzo negli
ultimi istanti del filmato va via assumendo un’inclinazione sempre maggiore, come se volesse
entrare in orbita terrestre, bisogna ricordare infatti che tutte le missioni Apollo conosciute,
effettuarono da una e mezzo (Apollo 11) a 3 orbite terrestri prima di dirigersi verso la Luna.

Considerazioni

Appena ho visionato il filmato ho pensato se potesse trattarsi di un modellino in scala, arrivando


però a escludere in un primo momento questa opzione, dato che la tonalità del cielo varia di molto
dall’inizio alla fine del filmato, segno che il razzo è salito di quota molto rapidamente.

La realizzazione di un falso non è da escludere con assoluta certezza ma rimane comunque


improbabile, considerati i dettagli menzionati.

Un’altra opzione potrebbe essere che esso sia lo spezzone di un vero lancio di Saturn 5 appartenente
ad una delle missioni note, vale a dire dall’Apollo 4 all’Apollo17 (esclusi il 5 ed il 7 effettuati con
Saturn 1-B) e lo Skylab 1; tuttavia esaminando i filmati originali di questi lanci non ne ho trovato
riscontro. Escluderei quello delle missioni Skylab 2,3 e 4 e Apollo-Soyuz (Luglio 1975) anch’esse
lanciate con un razzo Saturn 1-B, che ha un aspetto abbastanza differente.

25
Terza ipotesi: che il filmato si riferisca in effetti a quello che dice, cosa a mio parere alquanto
improbabile ma non impossibile, in quanto l’ indicazione del luogo di lancio nella base militare di
Vandenberg, posta in un’area densamente popolata, potrebbe essere anche un depistaggio.

Non bisogna dimenticare che la missione è stata effettuata sotto l’egida dell’USAF, che ha anche
delle basi lontane da sguardi indiscreti, come nell’isola di Diego Garcia nell’oceano Indiano,
utilizzata anche per far partire i bombardieri durante le guerre del golfo ed in Afghanistan, od
Omelek Island nell’atollo di Kwajalein nel pacifico. Tuttavia quest’ultima mi pare troppo piccola
per ospitare una base capace di lanciare i più grossi vettori spaziali mai esistiti.

Figura 16:A sinistra l' atollo di Kwajalein, a destra la base di Omelek Island nella parte est dell’ atollo.

È da escludere invece, dato il teso clima di guerra fredda, che si sia effettuato il lancio in terra
sovietica, ad esempio dal cosmodromo di Bajkonur sapientemente situato lontano da occhi
indiscreti, poiché i russi avrebbero potuto esaminare con tutta calma la tecnologia alla base del
successo spaziale americano anche tenuto conto della presunta collaborazione stabilita tra le due
superpotenze per la realizzazione di questa missione.

Non sono del tutto d’accordo invece con lo studioso italiano Alfredo Benni il quale afferma che
questo filmato debba necessariamente essere stato modificato al computer poiché il razzo Saturn 5
appare esageratamente tozzo e inoltre che non risulterebbero visibili sulla parete del razzo le tacche
identificative nere diverse da missione a missione.

Pur non potendo escludere una rielaborazione computerizzata, l’aspetto tozzo è dovuto più che altro
ad un effetto di prospettiva ed a questo scopo basta confrontare le figure 1 e 2 relative al presunto
Apollo 20 con la fig.3, relativa all’Apollo 7, o la fig. 4, relativa all’Apollo 14.

26
Figure 17 e: Presunto lancio dell' Apollo 20 in due differenti
istanti

Figure 14: Lancio dell' Apollo 7, 11 ottobre 1968 e dell’ apollo 14, Gennaio 1971

27
Figura15: Serie completa dei lanci effettuati con vettore Saturn 1-B.

Il primo elemento che fa propendere per la contraffazione, o che si tratti del lancio di qualcos’altro,
è che non si vede il lancio dall’inizio, artificio utile ad impedire l’ identificazione della rampa.

Non è del tutto chiaro se il 16 agosto fosse la data di lancio o di arrivo sulla Luna, comunque, dato
per scontato che, come sembra più probabile, la presunta missione sia stata lanciata in tale data,
l’arrivo sulla Luna presumo sia avvenuto nella giornata del 20 o più probabilmente del 21 in
mattinata, secondo l’ora universale (UTC), considerando un tempo medio di percorrenza del tragitto
Terra-Luna paragonabile a quello delle missioni Apollo 11-17, che è stato come detto
precedentemente 4 giorni e 8 ore. Ma a quel momento nel sito dell’allunaggio era ancora buio ed il
sole non sarebbe sorto fino al 23.

Ancora peggio invece se il 16 agosto fosse stata la data di arrivo, in quanto in quel momento il sito
della presunta astronave sarebbe stato nel bel mezzo della notte lunare.

28
Figura 16: Sito dell'astronave al momento del presunto allunaggio.

Per quanto riguarda invece tutte le missioni Apollo note dall’11 al 17, lo sbarco è sempre avvenuto
all’alba lunare o poco più tardi, come si evince dalle fig. 17 e 18 relative alle missioni 11 e 17.

Bisogna ricordare infatti che per il motivo già accennato in riguardo al lancio dell’Apollo 19, sulla
Luna la temperatura nelle zone in ombra può raggiungere i 185 gradi sotto zero; se ne deduce che
se l’allunaggio fosse avvenuto il 21 agosto gli astronauti si sarebbero trovati ad esplorare degli
oggetti sconosciuti oltre che al buio in condizioni di freddo estremo.

Una simile situazione di allunaggio mal si coniugherebbe con i 7 giorni programmati di


permanenza sulla Luna per sfruttare ogni raggio di luce prima di ripartire: infatti l’equipaggio, oltre
a passare i primi due giorni sulla luna al buio, ripartirebbe per la Terra poco prima del mezzogiorno
lunare.

29
Figura 17: Apollo 11, sito dell'allunaggio al momento dello sbarco.

Figura 18: Apollo 17, sito dell'allunaggio al momento dello sbarco.

Un terzo punto che potrebbe avvalorare l’ipotesi della falsità è che nel titolo di questo filmato è
scritto Saturne 5 invece della corretta dizione inglese Saturn 5, il che fa pensare, in riguardo
all’autore del post, che si tratti di una persona di madrelingua francese, come per esempio lo
scultore e fotografo Thierry Speth, più volte indicato come l’autore, o uno degli autori di tutta
questa (falsa) storia.

L’autore dei filmati, che, come già sappiamo asserisce essere William Rutledge , un ex pilota
dell’USAF oramai ritirato, dice di avere commesso questo tipo di errori perché vive dal 1990 in
Rwanda, paese francofono, e che da allora non ha più parlato l’inglese.

30
Anonymous ATS

Un’altra testimonianza riguardo ad una o più eventuali missioni ultrasegrete sulla Luna verrebbe, da
un utente del forum americano “Above Top Secret”, registratosi come ‘anonymous ATS’ che, nella
discussione ‘apollo 20 update’ pagina 11,
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread347845/pg11#pid4810169, il 14 agosto 2008, ha
riferito le presunte rivelazioni fattegli dal padre in punto di morte a causa di un tumore inoperabile.

Egli riferisce che il padre ha lavorato per il National Reconnaissance Office (NRO) da metà anni
’60 all’inizio degli ’80 e che alla metà degli anni ’70 ci fu una missione ultrasegreta sulla luna per
indagare in riguardo ad una particolare anomalia.

Questo progetto fu iniziato alla fine del 1971 su ordine del presidente Nixon ma la conferma
definitiva che si trattava realmente di un’astronave aliena si avrebbe avuta solo nel 1973. Il padre
invece vi avrebbe iniziato a lavorare solo a partire dal 1974. La missione vera e propria , invece,
ebbe luogo nel 1976, lanciata a suo dire dall’isola di Diego Garcia nell’oceano Indiano con il
controllo missione affidato alla base militare di Vandenberg.

Similmente a ‘Retiredafb’ anche lui afferma che l’astronave ritrovata era in pessime condizioni a
causa dell’incidente e del bombardamento meteoritico, che aveva una sezione di circa un miglio, e
sembrerebbe che fosse già stata esplorata precedentemente. L’età a detta di questo signore era di
circa 1.5 milioni di anni (non 1.5 miliardi come diceva Retiredafb) anche se egli non aveva accesso
ai dati precisi.

Diversamente da ‘retiredafb’, costui riferisce che furono riportati indietro circa 300 kg di artefatti
extraterrestri, ma nessun corpo alieno, mentre conferma che nell’abitacolo erano presenti iscrizioni
simili a geroglifici e sembra che almeno altri due governi fossero al corrente di ciò dato che il padre
lavorò con un esperto inglese ed ebbe contatti con un piccolo team australiano, sebbene il governo
di quest’ultimo paese probabilmente non sapesse bene a che cosa si stesse lavorando.

Il sito di lancio fu selezionato in base al fatto che aveva ad est molto mare aperto per aiutare il
vettore ad allontanarsi dalla Terra il più possibile senza essere visto.

Infine per questa missione furono scelti 3 astronauti americani, quindi non menziona Alexej Leonov
né altri astronauti sovietici, ed il trio fu addestrato appositamente per quasi 4 anni.

Siccome il progetto era fortemente compartimentalizzato, il padre di questo signore non seppe dire
se il nome della spedizione fosse veramente Apollo 20 dato che non ne era mai venuto a
conoscenza.

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Considerazioni

Senz’altro degno di considerazione questo contributo non è necessariamente da prendere come una
conferma di quanto affermano Retiredafb e Moonwalker1966delta ma può benissimo essere
anch’esso un falso.

Come già detto l’intervento di questo signore risale al 14 agosto 2008, quando la storia dell’Apollo
19-20 era già ampiamente conosciuta e sia Retiredafb che Moonwalker1966delta avevano già
pubblicato molti dei loro filmati, quindi può essere che questo ‘AnonymousATS’ si sia ispirato ad
essi per creare una storia simile ma con alcune differenze per rendere il tutto più intrigante, anche se
ad una prima occhiata i tempi di realizzazione della base di Diego Garcia sembrerebbero coincidere
piuttosto bene col racconto. L’isola di Diego Garcia fa parte delle isole Chagos che nel 1965 furono
distaccate dalle Mauritius quando queste ultime ottennero l’indipendenza dal Regno Unito, poi
dopo un anno il governo di quest’ultimo acquistò le piantagioni di cocco e copra e le rese
improduttive, chiudendole poi nel 1971 per trasformare l’isola in una base militare anglo-
americana, dopo avere allontanato più o meno legalmente gli abitanti indigeni (vedi
www.stefanotesti.it) che furono spediti alle Mauritius od alle Seychelles.

In ogni modo un altro utente del forum “Above Top Secret”, registratosi come ‘calcoastseeker’,
afferma di essere stato nella marina americana per oltre 20 anni fino al suo ritiro nel 1994, e dice
che la base necessitò di una ventina d’anni per essere costruita: nel 1976 nell’isola di Diego Garcia
vi erano qualche centinaio di lavoratori che stavano ancora erigendo le infrastrutture e che sarebbe
stato assai difficile farli tacere tutti riguardo a qualcosa del genere; pertanto, conclude, se questa
missione è veramente stata lanciata, ciò non è certo avvenuto da Diego Garcia (cfr.
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread347845/pg12#pid5338424).

In ultimo già le missioni Apollo conosciute, pur non avendo bisogno di particolari misure di
segretezza, necessitavano di circa un anno di preparazione con movimentazioni di tipo logistico che
non passavano certamente inosservate.

32
Figura 19: L' isola di Diego Garcia in Google Earth.

33
Apollo 20 launch and feed stage 1 and interstaging unit separation

Andando per ordine questo filmato dovrebbe immediatamente seguire quello del lancio: esso è stato
postato da Retiredafb su Revver in data 28 gennaio 2008.

Il video si apre con una schermata arancione che dopo due secondi sfuma per lasciare posto al
filmato vero e proprio. Nei primi istanti si vede l’espulsione del primo stadio, con la Terra sullo
sfondo sempre più visibile man mano che il pezzo si allontana. In chiara evidenza il continente
africano ed in particolare il deserto del Sahara, fino che, a 0’09” lo schermo si oscura per due
secondi. Quando ritorna l’immagine e, poco dopo 0’13” viene espulsa l’unità di separazione tra i
due stadi che appena staccatasi inizia a girare su se stessa, dopodiché, intorno ai trenta secondi, i
due pezzi sono visibili contro lo sfondo del globo terrestre ad una certa distanza, che però da quel
punto in poi non sembrano rimanere molto indietro rispetto al resto del razzo, fino all’interruzione
della prima parte del filmato a 1’04”, quando lo schermo torna a diventare nero per un secondo.

La seconda parte, che inizia a 1’05” e dura 5 secondi, raffigura la stessa cosa ripresa però
dall’interno dell’unità di separazione, e la scena è abbastanza coerente con quella della prima parte,
con la Terra e tutto l’ambiente circostante che sembrano volteggiare attorno al pezzo.

A 1’55” si ha nuovamente un’interruzione del filmato, che questa volta dura 9 secondi, dopodiché
esso riprende col medesimo soggetto; poco dopo i 2’30”si vede dapprima la scia degli scarichi che
ad un certo punto entra direttamente nell’anello del modulo di separazione e si va a sovrapporre
all’immagine della terra, che nel frattempo passa nell’inquadratura e poi il razzo ad una certa
distanza che procede nella sua traiettoria. Tutto questo termina verso i 3’20” quando
presumibilmente il pezzo si è girato di 180 gradi rispetto alla Terra e si vede transitare il sole. Dopo
qualche momento di oscurità quasi totale si vede che nell’inquadratura all’interno dell’unità di
separazione torna a comparire il primo stadio, verso i 3’52” che transita all’interno dell’anello fino a
4’04”, per poi scomparire e ricomparire ancora due volte, una più a lungo tra i 4’30” e i 5’00”, ed
un’altra più rapida circa un minuto più tardi, prima della conclusione del filmato, che dura in totale
6’13”.

Considerazioni

L’unica cosa riscontrata che a prima vista potrebbe suffragare un’eventuale autenticità di questo
documento sono le righe orizzontali che si notano sovrimpresse alle immagini, compatibili col fatto
che esse siano state copiate da un nastro VHS; tuttavia ritengo possibile che tali effetti possano
anche essere creati ad arte con appropriati software, esattamente come alcuni audio editor riescono
a riprodurre lo scricchiolio del vinile in un file totalmente digitale.

A mio parere, questo filmato, pur essendo piuttosto bello dal punto di vista scenico, come coerenza
fa acqua da tutte le parti, intanto per la palese staticità dei pezzi dopo il distacco: infatti all’inizio,
34
dopo aver visto dapprima il distacco del primo stadio e subito dopo dell’unità di separazione, essi si
allontanano dal razzo a velocità elevata per una ventina di secondi, per poi rimanere, razzo
compreso, molto, troppo vicini e statici tra di loro per il resto del filmato.

Altra considerazione è che il primo stadio dopo la separazione appare allontanarsi un po’ per
mettersi poi in posizione perfetta per mostrare le scritte USA e CCCP. Peraltro non si capisce
perché una missione ultrasegreta dovesse essere contrassegnata.

Terzo punto: il primo stadio, come si può facilmente verificare in Wikipedia, serviva per portare il
razzo da terra a 61 km di quota per poi essere espulso. In questo filmato invece siamo ben più
lontani dalla terra, verosimilmente a qualche decina di migliaia di km, quindi non si può trattare di
quanto riportato nel titolo, e per di più sopra al continente africano, cioè quasi dall’altra parte della
terra rispetto alla base di Vandenberg dalla quale sarebbe stato lanciato. Basta confrontare con il
filmato, presente su Youtube relativo alla separazione del secondo stadio della missione Apollo 4,
Link : http://www.youtube.com/watch?v=iJIY4n5oXjc&feature=related, dove si può vedere che la
Terra è ben più vicina. Un’altra contraddizione che emergerebbe confrontando questo filmato con
quello relativo all’Apollo 4 è che mentre in quest’ultimo tra il distacco del secondo stadio e quello
dell’unità di separazione passano ben 2’05”, nel filmato in questione vengono espulsi in rapida
successione l’uno dopo l’altro. Per finire, mentre nel filmato relativo all’Apollo 4 si nota che la
Terra non è immobile come si può notare dopo la separazione dell’interstadio (a partire da 2’15”)
guardando le nubi che molto lentamente scorrono dal basso verso l’alto, si può dichiarare che per
quanto avvincente questo filmato sia sicuramente un falso costruito in computer grafica. Anche in
questo caso la bassa risoluzione delle immagini appare strumentale a mascherarne l’artificiosità.

Figura 20: Il primo stadio e l'unità di separazione poco dopo il distacco.

35
Figura 21: Il razzo in allontanamento visto dall'unità di separazione.

Figura 22: Il primo stadio visto dall' unità di separazione.

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Apollo 20 preparing for DPI

È stato condiviso su Youtube da Moonwalker1966delta il 12 febbraio 2008 e sarebbe un filmato


eseguito da Leonov nel quale si sente la voce di Rutledge che parla con il centro controllo missione
di Vandenberg mentre si prepara alla DPI (Powered descent initiation) suddivisa in tre fasi: la fase
in cui dopo essere giunti a 50000 piedi, ovvero 15 km di quota, si ha la fase di frenata in cui la
velocità del LM diminuisce da circa 1.6 km/sec a 150 m/sec ovvero 540km/h, con il motore al 10%
per un periodo di 26 secondi ed il modulo, dapprima posto in posizione orizzontale inizia ad
inclinarsi ed a scendere ad una velocità verticale di 45 m/sec a fine fase.

Dopodiché c’è la fase di individuazione, che inizia quando il modulo è a circa 7 km di distanza dal
previsto luogo di atterraggio ed ad una quota di 700 m: è la fase in cui il pilota individua il luogo
esatto dell’atterraggio ed il suo punto di inizio è definito “porta alta” (High gate in inglese) ed il
modulo si pone progressivamente in posizione verticale e il pilota può tenere sotto controllo il punto
di atterraggio dall’oblò in cui è disegnata la Landing Point Designator (una scala in gradi visibile
anche in molti dei filmati qui trattati).

Infine la fase di atterraggio che inizia a circa 150 m dal suolo, ed a circa 700 m dal luogo di
atterraggio, punto chiamato “porta bassa” (low gate) momento nel quale in caso di manovra
eseguita correttamente le velocità orizzontale e verticale sono di 18.5 e 5 m/sec.

Di solito la manovra viene effettuata manualmente anche se esiste un programma di bordo per
effettuare tale fase, che deve essere molto precisa perché il margine di carburante è sempre molto
ristretto, infatti al momento dell’atterraggio ne rimane solitamente dal 3 al 6% (cfr.Wikipedia).

Chiusa la parentesi relativa alla spiegazione della manovra, il filmato si apre con una schermata
grigia nella quale per un istante, verso i 3 secondi, si intravede un + e un 3 (sembra essere l’ inizio
di un conto alla rovescia) per poi ritornare grigia fino a che a 0’08” si vede il logo del Departement
of Defense degli Stati Uniti d’ America con sotto scritto ‘Internal use copy’ poi a 0’12” ‘Not for
general distribution’ e dopo un secondo si vede una presunta inquadratura dentro al LM nella quale
si vede l’oblò con disegnato il Landing Point Designator in verde ed uno strano oggetto
presumibilmente all’esterno che appare parzialmente ogni qual volta la telecamera si alza, finché a
0’45” si ha una breve interruzione di un paio di secondi.

Dopo due secondi si vede ancora l’esterno dallo stesso oblò dal quale però è chiaramente visibile il
suolo lunare che pare vicino e sembra muoversi piuttosto lentamente, coerentemente con quello che
sarebbe l’oggetto del documento, mentre a 1’39” si vedono dei particolari della strumentazione a
destra dell’oblò che però non saprei identificare con esattezza.

Per quanto riguarda il file audio sono chiaramente udibili quelli che sarebbero i suoni relativi alla
manovra che viene eseguita, e sia pure per due brevi istanti la presunta voce di Rutledge che parla
con il controllo missione di Vandenberg.

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Figura23: Il logo del Department of defence. Figura 24: veduta dall'oblò in un primo momento.

Figura 25: veduta dall'oblò in un secondo momento, e sulla destra, il landing point designator in verde e rosso.

Considerazioni

Anche in questo caso parlare di perplessità è un puro eufemismo ed i motivi che mi inducono a
questo parere sono tre.

Partendo da quello, per così dire, meno grave: Moonwalker1966delta afferma che Rutledge stava
parlando col centro di controllo missione di Vandenberg mentre nel filmato ‘Apollo 20 EVA 1’
Rutledge parlando dei problemi ad un portello (hatch) del Phoenix si rivolge al centro di controllo
di Houston!!

In secondo luogo dopo aver letto nei commenti al filmato l’intervento di un certo ‘mintwithahole’ il
quale afferma che nella prima parte del filmato è presente il cinguettio degli uccellini, ho verificato
processando il file audio col software Audacity, rimuovendo il rumore di fondo ed amplificando i

38
punti dove era presente il presunto cinguettio ed ho potuto confermare con mia somma
costernazione che si sentiva veramente.

A questo punto mi sembra evidente che la credibilità del filmato scende pressoché a zero a meno
che non si voglia credere che sulla Luna ci siano i canarini o che gli astronauti se li siano portati in
missione.

Terzo punto, sempre da un altro commento al filmato di ‘moonwalker1966delta’, da parte di un


utente registratosi come ‘wmoore998’ i suoni che si sentono nel filmato sono riconducibili al
software Orbiter di cui si è trattato precedentemente in maggior dettaglio.

39
Apollo 20 EVA 2 on the way to the mothership

La prima cosa che salta all’occhio è l’errore di battitura, invece che mothership è scritto mothersip,
che tuttavia può essere benissimo una svista, la durata è di 2’31” ed è stato postato relativamente di
recente , il 4 Luglio 2009.

Bisogna dire che il contenuto non è molto articolato in quanto si tratterebbe del tragitto effettuato
con il rover lunare dal LM-15 all’astronave madre sebbene nel filmato non si vedano né l’uno né
l’altro.

Figura 26: l'antenna ad alto guadagno che riflette la superficie circostante.

40
Figura 27: cielo stellato dietro una collina.

Considerazioni

Falso, falso ed ancora falso, già al primo istante colpisce il dominante blu ed il relativo alone che si
vede nella linea di demarcazione tra suolo e cielo, che potrebbe forse essere dovuto all’uso di un
filtro a causa dell’intensa luminosità del suolo lunare illuminato dal sole e causare così una
sovraesposizione che avrebbe potuto compromettere la qualità del filmato.

I particolari decisivi che mi fanno ritenere che il filmato in questione sia falso sono invece la
mancanza di pietre e craterizzazione che invece è molto intensa sulla superficie lunare e sempre
visibile e senza dubbio l’andatura del tutto stabile e priva di scossoni, come se procedesse su una
strada asfaltata, del tutto contrastante con quanto si vede dei filmati relativi alle uscite extraveicolari
dell’Apollo 15 e 17 dove il rover procedeva in maniera molto “rimbalzante”. Altro punto è
l’antenna ad alto guadagno che, stranamente nel presente filmato riflette il suolo circostante.

Per concludere mi sembra strano che le stelle, chiaramente visibili tra 1’41” e 1'50”, si vedano solo
in quel momento mentre non sono assolutamente visibili né prima né dopo, e non sono mai risultate
visibili in nessuno dei filmati né delle foto relativi alle precedenti missioni, a causa del basso tempo
di esposizione, e quindi, se fosse stato applicato un filtro per ridurre la luminosità del suolo
dovrebbero essere in questo caso ancor meno visibili. Ciliegina sulla torta dell’ultima ora, un utente
di Youtube registrato col nome di ‘9Tyro’ commentando il filmato in questione afferma che
potrebbe essere fatto con il software TerraBuilder Moon che recentemente ha proprio messo a
disposizione la simulazione del lunar rover.

41
Apollo 20 alien moonbase

È uno dei più brevi e recenti filmati caricati su Youtube da ‘Moonwalker1966 delta’, datato 19
Novembre 2009 e della durata di 37 secondi, che mostrerebbe il sorvolo da parte dell’Apollo 20 di
una presunta base aliena probabilmente ancora attiva nella zona di Taurus-Littrow, ovvero il sito
dove atterrò l’Apollo 17 nel dicembre del 1972, ed del quale l’equipaggio, a detta di
Moonwalker1966delta, ebbe anche contatti con questi extraterrestri.

L’equipaggio dell’Apollo 17 avrebbe inoltre fotografato e documentato la presenza della base per
eventuali future missioni, ma essendo privi dell’attrezzatura adatta non l’avrebbero visitata.

Moonwalker1966delta riferisce che ve ne sarebbe un’altra anche nella zona dell’astronave madre
oggetto della missione n.20.

La traccia video del filmato parte con il consueto logo della presunta missione, per poi passare al
sorvolo della zona suddetta forse da parte dell’Apollo 20 (a suo dire) fino a quando a 0’19”
l’inquadratura si sposta in verticale verso il basso inquadrando la zona tra alcune colline dove è
visibile un cratere in gran parte in ombra. Qualche istante dopo quest’ultima immagine sfuma in
quello che vorrebbe essere un’ulteriore zoom sulla zona interessata.

Considerazioni

La mia opinione è che anche in questo caso si tratti di un falso realizzato mixando un filmato delle
precedenti missioni Apollo ed un modellino, neppure troppo somigliante realizzato in argilla.

Figura 28: Il sito della presunta base aliena in Taurus-Littrow

42
Figura 29: Presunto zoom del sito precedente.

Figura 30: Taurus-Littrow valley zona della presunta base aliena e dello sbarco dell'Apollo 17
43
Da notare infatti le sostanziali differenze tra la figura 28 e la 29 che a detta di
Moonwalker1966delta raffigurerebbero lo stesso sito. Nel primo caso esso ha un profilo molto
levigato nel secondo invece oltre ad avere un aspetto molto più granuloso non certo riconducibile
all’effetto dello zoom, presenta anche una morfologia molto diversa ed aggiungerei, innaturale, dei
rilievi.

Per concludere ecco la tegola finale sull’ autenticità di questo filmato, infatti sempre su Youtube è
presente un filmato intitolato ‘Apollo17 Landing Site Fly-Over’ da cui i primi 19 secondi sono stati
tratti per poi sfumare nel suddetto modellino in argilla.

44
Apollo 20 EVA external view of the triangular shaped ship

È un filmato postato su Youtube dall’utente registratosi come Moonwalker1966delta in data 20


novembre 2009 ed è pertanto uno dei più recenti, la durata è di 1’21” e si apre sulla schermata con il
presunto logo della missione, che permane per circa 4 secondi, per poi lasciare la scena al filmato
vero e proprio. Pochi istanti dopo la scomparsa del logo e con già la scena presente in sottofondo
appare la scritta: ORANGE MISSION e nella riga sottostante: NASA-DoD-95-7024 ( vedi fig. 31)
che scompare a 0’10”; la parte restante fino a 1’21” risulta già descritta pienamente nel titolo in
quanto viene fatta una panoramica delle varie parti dell’astronave, le ali con i motori, in stato tutto
sommato abbastanza buono, la cabina di pilotaggio, distrutta ma riconoscibile, e il corpo del
velivolo che sembra essere spezzato e dal quale si vedono fuoriuscire dei cavi. Rare invece, anche
se non assenti, le inquadrature sul paesaggio retrostante come alcune montagne inquadrate sulla
sinistra dell’immagine a 0’30” .

Figura 31: la parte iniziale del filmato.

45
Figura 32: i resti della cabina di pilotaggio

Figura 33: Particolare di un ala con un motore e montagne sullo sfondo.

Considerazioni

Anche qui le immagini non depongono a sostegno dell’autenticità della storia, in quanto anche se
non eccessivamente sfuocate, mostrano un eccessivo contrasto e sono molto avare di toni intermedi,
come fossero disegnate a china e gettano sempre di più pesanti ombre su Moonwalker1966delta e
di conseguenza anche su Retiredafb. Alcuni particolari, come il fatto che in alcuni casi abbiano
pubblicato entrambi lo stesso filmato (ad esempio quello, già discusso intitolato “Apollo 20 Snyder
ingress”) fa pensare che dietro entrambi gli username vi sia lo stesso falsario.

46
Anche le montagne che si vedono sullo sfondo, più che ad una reale ripresa fatta sulla Luna
sembrano, ancor di più del resto della scena, lo scorcio di una tavola a fumetti o di un quadro a tema
astronautico.

Figura 34: Alcune parti risultano totalmente distrutte

Ultima cosa, a mio parere questo velivolo non sembra adatto a volare nello spazio, basti vedere i
motori, in tutto e per tutto simili a quelli presenti su un Jumbo jet, che ovviamente è costruito per
viaggiare sostenuto dall’aria, o comunque in presenza di atmosfera.

47
Apollo 20 legacy: The city

Retiredafb ha postato questo filmato su Revver videos il 18 Gennaio 2008, sebbene lo avesse già
postato su Youtube l’anno precedente per poi rimuoverlo.

Si tratta di un documento abbastanza lungo della durata totale di 5’02”, che si apre su una schermata
nella quale appaiono due loghi, a sinistra quello della NASA e a destra quello dell’Air Force Space
Command. A 0’18” sfumano i due loghi e sempre su fondo nero appare la scritta:

APOLLO 20

MET 140 22029

Uscheduled

Transmission

Rover TV

A 0’30” anche questo scompare e viene inquadrata una porzione di terreno lunare, apparentemente
a qualche metro di distanza dall’operatore, che lentamente alza l’inquadratura finché, poco dopo il
minuto, arriva a riprendere quelli che sembrano essere ruderi di antichi edifici, ad una distanza
apparentemente di qualche centinaio di metri, sui quali successivamente effettua uno zoom e poi
scorre da sinistra a destra, impiegando circa un altro minuto, per poi ritornare indietro, molto più
lentamente, al punto iniziale.

Altro particolare: per tutta la durata del filmato si vedono due riflessi triangolari nella parte centrale
che rimangono immobili per tutta la durata dell’inquadratura, mentre dopo un minuto circa,
compaiono due ‘ombre’, una azzurra, ed una arancione che si ingrandiscono quando viene
effettuato lo zoom e si spostano quando viene spostata l’inquadratura (fig.35 a destra).

48
Figura 35: Il NASA seal ed il logo dell'Air Force Space Command e a destra la presunta città lunare in rovina.

Considerazioni

Non c’è molto da commentare, nella prima immagine appare il NASA ‘seal’, una versione più
elegante del più comune logo (meatball) che solitamente viene usata solo in occasione di
celebrazioni o in ambienti ufficiali, l’altro è il logo dell’Air Force Space Command, che però è stato
costituito solo nel 1982, ovvero ben sei anni dopo le pretese missioni Apollo 19 e 20, e
curiosamente lo stesso anno in cui a detta di Rutledge sarebbero state fatte delle copie dei filmati
relativi a questa missione.

Per quanto riguarda la scena vera e propria è già dimostrato da tempo che si tratta di un falso fatto al
computer a partire dal fotogramma AS17-134-20437 (e forse altri dell’Apollo 17) a cui è stata
ritagliata la parte centrale di cui si riconoscono diversi particolari del terreno. Inoltre anche qui
vediamo le due righe orizzontali nella parte centrale dello schermo, che simulano l’aspetto di un
filmato tratto da cassetta VHS, prova questa che tale effetto, presente anche nel filmato
dell’espulsione del primo stadio, può essere falsificato.

Non si sa bene perché poi in un filmato che pretende di appartenere alla missione Apollo 20, ci
siano dialoghi appartenenti all’Apollo 15:

121:05:30 Allen: “…Presto chango; there’s the TV…”

[‘Presto Chango’, sometimes spelled ‘presto change-o’ is a incantation usually associated with
amateur magicians.]

In italiano:

['Presto Chango', a volte scritto ‘presto change-o’ è una formula magica di solito usata dai maghi
dilettanti.]

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121:05:36 Scott: “Oh, beautiful, I’m glad to hear that.”

(transcript: www.hq.nasa.gov/alsj/a15/a15.lrvload.html )

Il disegno che vi è stato sovrapposto, ovvero gli edifici della ‘City’ in realtà invece sarebbe tratto
dal libro “ESCHATUS: Future Prophecies of Nostradamus” dove l’artista raffigura in immagini le
profezie del celebre veggente francese, precisamente alle pagine 24 e 25 (fonte Above Top Secret
forum Apollo 20 update p.14, link
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread347845/pg14#pid8084021.

Figura 36: AS17-134-20437

50
E.B.E Mona Lisa Unscheduled Transmission

Veniamo ora a quello che, nonostante la sua brevità, 3’06”, mi pare il documento più suggestivo,
anche se come vedremo non privo di contraddizioni e artificiosità.

Di questo filmato abbiamo quattro versioni: la prima si chiama ‘ E.B.E. Mona Lisa TV unscheduled
transmission’, postato su Revver videos in data 8 aprile 2008 e poi di nuovo su Youtube il 15
Dicembre del medesimo anno, in entrambi i casi da Retiredafb; la seconda in entrambi i siti da un
utente di lingua spagnola registratosi come ‘victordavid000’ il 10 aprile 2008, col titolo ‘APOLLO
20 Nuevo video filtrado del apolo 20_Alien EBE Mona Lisa’; la terza e la quarta, postati sempre su
youtube in data 9 febbraio 2009 e 5 Novembre 2009 con i titoli ’what was supposedly inside alien
ship found by apollo 20’ e ’Apollo 20 mummy’ da altri 2 utenti. Il contenuto è il medesimo, solo
nel secondo caso, come suggerisce il titolo è stata effettuata una filtratura che lo rende un po’ più
chiaro anche se la definizione non cambia.

Facendo partire il filmato nei primi tre secondi si vede, come nel precedente filmato, il logo della
presunta missione, successivamente, fino a 0’07” compare una schermata nera con scritte quattro
righe:

Apollo 20 - met 174 – Unscheduled – TV transmission, dopodiché comincia il filmato vero e


proprio che si apre sul pannello della strumentazione del LM.

Il primo punto saliente è da 0’20” a 0’24” quando sulla parte destra del pannello e in prossimità del
‘finestrino’ sembra esservi un foglio con un disegno ( a me sembra una casa) su sfondo bianco con
una scritta di due righe sul lato sottostante, che tuttavia non si arriva a discernere. Subito sopra a
questo, vi è un cartello più grande, completamente illeggibile.

Poco dopo, da 0’28”a 0’38” viene mostrata quella che dovrebbe essere una panoramica
sull’esterno, nella quale in primo piano, si vede quello che appare essere il rover sovietico
Lunokhod, ad una distanza di circa una decina di metri dall’osservatore, poco a sinistra l’ombra del
LM.

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Figura 37: il 'foglio disegnato' e il presunto scorcio sull' esterno del LM-15

Più in alto, forse ad una cinquantina di metri, in posizione centrale, vi è una sagoma scura sulla
superficie lunare che ricorda una sagoma umanoide distesa in posizione semi rannicchiata, ma che
potrebbe essere anche una roccia, in quanto data la bassa risoluzione delle immagini non si riesce a
discernere chiaramente. Più in alto, sulla sinistra, all’altezza dell’orizzonte si vede una sagoma
molto allungata a tre punte , di cui la centrale molto più alta, le due laterali più o meno simmetriche,
e anche sulla destra, sempre sulla linea dell’orizzonte sembra esserci un’altra irregolarità, forse una
collina in lontananza.

A 0’42” si ha una strana irregolarità nel filmato, in quanto per qualche istante esso si interrompe per
lasciare spazio ad un’immagine statica che sembra essere il negativo capovolto di quanto appare
negli istanti immediatamente precedenti e successivi ovvero il finestrino del LM.

A 1’01” e poi di nuovo a 3’01”, mentre il cameraman, riprende la cosiddetta “monna Lisa” si viene
a sovrapporre all’immagine, all’altezza delle spalle della medesima quello che sembra un riflesso di
una luce, di forma vagamente rettangolare, che ad uno sguardo superficiale potrebbe sembrare il
lettino dove questa è posta ma così non è perché il cosiddetto riflesso si sposta anche se di poco con
lo spostarsi dell’inquadratura.

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Figura 30 e 31. L' e.b.e. 'mona Lisa' all' interno del LM-15 senza braccio sinistro e con un sospetto riflesso all' altezza
delle spalle, nell’ altra immagine il torso fluttuante di Lonov..

Già a 1’02”, ma poi anche a 1’58”, si vede chiaramente che la creatura in esame è priva almeno del
braccio sinistro, e sembra essere tagliata in modo netto all’altezza della spalla, altra cosa che si vede
al momento 1’02” è che la tastiera (DSKY) all’Apollo Guidance Computer, leggermente nascosta
dalla testa della presunta aliena è spenta, cosa assolutamente improponibile nel bel mezzo di una
missione, come fa notare in una sua lettera alla rivista ‘UFO Magazine’ il signor Mirko Mattioli,
mentre l’altro riferimento che egli fa ai due FDAI/IMU sono due strumenti simili ad un orizzonte
artificiale, esattamente identici tra loro, che quindi dovrebbero dare gli stessi valori, messi doppi
solo per poter essere letti comodamente sia dal comandante della missione che dal pilota del
modulo, danno invece due letture diverse, come si vede a 0’50” per qualche secondo, anche se
quello di destra è molto coperto dal foglio di cui si parlava ad inizio paragrafo, forse messo proprio
per non far vedere ciò. La spalla destra invece, anche se non è chiaro a causa del riflesso , forse
messo ad arte (ancora una volta) sembra essere presente, come si intravede a 1’27”(fig.32), poi da
1’10” a 1’13” viene inquadrata in prossimità del finestrino, un’asta metallica orizzontale con
montata una lampada.

Figura 32: Il momento in cui si intravede la spalla destra.


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A 1’16” troviamo quello che al di là di ogni dubbio è un’artefatto in quanto l’astronauta, già ripreso
in precedenza e da molti identificato come Aleksej Leonov, sembra lievitare in aria, tagliato in
maniera netta appena sotto al bacino. E’ evidente che non può trattarsi di una parte in ombra, sia per
il taglio estremamente geometrico, sia perché nel punto di massima visibilità del difetto, si possono
distinguere gli oggetti retrostanti laddove invece dovrebbero trovarsi le gambe.

Tra l’1’48” e l’1’58”, viene fatta una panoramica sul tronco della “creatura”, che a dispetto della
pressoché certa mancanza degli arti, mostra una verosimiglianza impressionante: si distingue bene
l’ombelico, e si intravedono una serie di presunte escoriazioni di cui la più evidente, in posizione
leggermente obliqua, sotto al seno destro, apparentemente rimarginata ( fig.33).

Figura 33: Il tronco della presunta creatura.

Nell’ultimo minuto del video invece viene esaminato in maniera assai ravvicinata il volto che
presenta un realismo notevole: intorno a 2’05”si distinguono le narici, si intravedono le ciglia,
nonostante la scarsa qualità delle riprese, ed una strana macchia ovale scura sulla fronte.

Considerazioni

Poco o nulla si può dire in riguardo ai fogli che si vedono nelle prime fasi del filmato, non
potendone leggere la didascalia, per quanto riguarda la presunta veduta sull’esterno del LM,
bisogna dire che mostra una buona coerenza, in quanto se pure sfuocata, somiglia molto alle foto
fatte nelle missioni ufficiali sia americane che sovietiche. Le ombre del LM e del Lunokhod sono
abbastanza parallele da poter appartenere realmente alla stessa foto. Il panorama che si vede sullo
sfondo sembra essere in leggera salita, mentre la presunta “cattedrale “ è probabilmente un artefatto,
a causa dell’improbabile architettura molto esile e allungata, sebbene io non abbia argomentazioni
rigidamente tecniche per affermare ciò, dato che, vista la ridotta gravità, sulla Luna potrebbe essere
più facile che qui erigere altissimi edifici. Il problema di questa teoria, peraltro affascinante, è che la

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sonda in questione è allunata nel Mare Crisium orientale (cfr. Google Moon) a 12°45’ nord, 62°12’
est e da lì alle coordinate del presunto relitto ci sono ben 1912 km; detto questo i casi sono due: o il
relitto che l’Apollo 20 ha visitato non è dove ci hanno detto Retiredafb e Moonwalker1966delta,
oppure il fantomatico Lunokhod di cui Leonov avrebbe fatto uso intensivo non è stato trasportato
dalla sonda Luna 24, né come già visto dalla Luna 17 o 21.

Per concludere il discorso delle missioni sovietiche, il sedicente Rutledge nell’intervista a Luca
Scantamburlo dice che la sonda Luna 15 del luglio 1969 si sarebbe andata a schiantare a sud della
punta della presunta astronave, mentre ufficialmente essa risulta caduta nel Mare Crisium a circa
17° nord e 60° E, a 144 km da dove è atterrato il Luna 24.

Tornando al “difetto” presente a 0’42” non possiamo sapere a quale scopo sia stato inserito, forse
solo per simulare qualche interferenza o qualcuno dei famigerati errori di codec ai quali Retiredafb
imputa più o meno un po’ tutte le incongruenze dei filmati che ha postato.

Per quanto riguarda il riflesso che si vede molto bene a 1’01” e 3’01”, potrebbe sì essere dalla luce
che illumina l’interno del LM, ma il fatto che rimanga per gran parte del tempo in cui viene
inquadrata la ‘Mona Lisa’ fa pensare ad un artefatto atto a nasconderne la mancanza di braccia, dato
che si va a sovrapporre nella zona delle spalle ogni volta che questa viene inquadrata, cosa che,
appena l’ho notata le braccia le ha fatte cadere a me, in quanto Rutledge nella sua intervista
rilasciata nel maggio 2007 a Luca Scantamburlo di “Angelismarriti” affermò che il corpo di detta
creatura era integro. Un’ulteriore contraddizione è che la creatura, nell’esame del filmato, sembra
provvista di un naso normalissimo provvisto di narici, mentre Rutledge durante l’intervista dice
chiaramente che non aveva narici visibili, cadendo ulteriormente in contraddizione quando dice che,
quando procedettero ad asportarle i due tubi, del fluido biologico, forse sangue, è fuoruscito da
bocca, naso, occhi e altre parti del corpo. Ma come può essere possibile che esca qualcosa dal naso
se non si hanno le narici?

Anche il video nel suo complesso desta perplessità, in quanto si vedono molte, forse troppe
interferenze, se confrontato con i vari video delle precedenti missioni apollo, in particolar modo
della 15 alla 17, nelle quali sono stati fatti filmati a colori e di buona qualità, che non presentano
difetti simili, assenti anche dalle sia pur “peggiori” pellicole per lo più in bianco e nero dell’apollo
11. Questa situazione appare quindi incomprensibile, dato che il filmato qui esaminato sarebbe in
teoria quasi 4 anni circa più recente dell’Apollo 17.

Un’altra aggiunta da fare riguarda la figura dell’astronauta che, pur trovandosi in una situazione a
dir poco straordinaria, per la presenza del corpo di un alieno, trova tempo e modo di giocherellare
con la telecamera.

E’ vero infatti che alcune persone in situazione di grande stress emotivo possano compiere azioni
estremamente stupide, però questo mi pare francamente troppo, e va quindi a confermare la già
evidente artificiosità del filmato.

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Apollo 20: EBE ‘mona lisa’ 16 MM Film

Data l’analogia di contenuti con quello precedentemente descritto, andrei ora ad esaminare questo
filmato.

Le fonti che sono riuscito a reperire sono due: una su Revver videos postata da Retiredafb in data 7
aprile 2008, l’altra su youtube, da “bannedufos” in data 15 dicembre 2008, più altre fonti più recenti
sempre su youtube, ad opera di altri utenti. La durata totale è di 6’46”.

Facendo partire il filmato, nei primi 6 secondi si vede il solito presunto logo della missione, rotondo
su sfondo nero, in cui appare il LM ed il modulo di comando che sollevano dalla superficie lunare
una cosa che ricorda un’astronave, dopodiché seguono due secondi di buio, poi appare un foglietto
di carta quadrato, attaccato con due strisce di nastro adesivo blu ad una parete su cui sono riportati
dei dati, presumibilmente relativi al filmato, data, camera, obbiettivo, fotografo, però poco leggibili
data la scarsa risoluzione delle immagini.

A 0’16” si ha di nuovo un momento di oscurità, finché dopo tre secondi viene finalmente
inquadrato il viso del presunto essere alieno, evidentemente di sesso femminile a cui sono applicati
strani bastoncini, fissati con una specie di colla, somiglianti a ossa di pollo o a cotton fioc, due da
ciascun lato della bocca leggermente aperta a “o” che vanno da questa a ciascun occhio, e altri due
sempre uno da una parte ed uno dall’altra che vanno dall’estremità interna della palpebra ad un
punto circa al centro della fronte dove convergono, ivi fissati con suddetto collante.

Figura34: Il viso della 'Mona Lisa' prima della rimozione dei bastoncini
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Il viso sembra parzialmente cosparso di detriti, la pelle di colore decisamente più rossastro rispetto a
come appariva nel filmato descritto in precedenza e anche la risoluzione del film in questo
segmento sembra essere migliore, tanto che si vedono dei segni simili a pennellate, soprattutto
quando viene inquadrata l’attaccatura dei capelli e la tempia destra (a sinistra per lo spettatore).
Intorno a 0’58”-0’59”, poco più tardi, intorno al minuto e mezzo si notano delle concrezioni in
corrispondenza delle narici, e una buona quantità di detriti, di color grigio chiaro presumibilmente,
all’interno della bocca sulla sinistra, mentre in corrispondenza della mascella dal lato opposto, si
nota una piccola ciocca di capelli libera, ed apparentemente in buono stato.

Poco dopo, a 1’35” circa, dopo una evidente interruzione della ripresa, si vede la mano di una
persona, che prima con un paio di pinzette e poi con una piccola spatola di metallo cerca di
rimuovere uno dei bastoncini, finché dopo 5 secondi, cambia ancora il soggetto del filmato.

A questo punto, e siamo a 1’40”, viene inquadrata quella che pare essere una targhetta dorata con
delle scritte nere incomprensibili, ripresa da diverse distanze e, quando in un secondo momento,
circa a 1’56” viene inquadrata da un po’ più lontano, si nota che è messa in una busta di plastica
trasparente, “sigillata”. In realtà si può notare come questa targhetta non sia una ma siano almeno
due, in quanto, in alcune inquadrature essa appare scritta in orizzontale, con caratteri molto piccoli
rispetto alla dimensione complessiva del foglio (1’40”), in altre invece la scrittura appare verticale e
i caratteri sono molto più grandi (1’59”), inoltre si vede che questi fogli vengono ripresi a volte
chiusi nelle buste di plastica(1’59”), mentre altre volte si nota che sono stati estratti (2’15”).

Figura 35: Le due targhette dorate con presunte iscrizioni aliene.

A 2’39”, ecco che cambia ancora il soggetto del filmato e francamente non è possibile capire quale
sia il soggetto inquadrato, in quanto per circa mezzo minuto vengono mostrati quelli che sembrano
brandelli di tessuto con strani ricami colorati . Da 2’45” a 2’52” viene ripreso un oggetto di

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incomprensibile natura, che ricorda i quarti di bue appesi nelle camere frigorifere, anche se qui
appare in posizione orizzontale.

Figura 36-37: Gli strani oggetti ripresi a 2'39" e a 2'47".

A 3’06” cambia ancora il soggetto e viene inquadrata una superficie di pietra che sembra
l’architrave sopra l’entrata di una tomba egizia nella valle dei re, mentre a sinistra si vede l’ombra
di una parete laterale che cade circa a 45 gradi sul muro inquadrato. Questo oggetto viene ripreso
fino a 3’12”; altre superfici di questo tipo proseguono fino a 3’19”.

Figura 38 : 3'06" ma cos'è questa roba, di sicuro non un'antichissima astronave sulla Luna sembra più un'architrave di
un monumento egizio, a fianco (fig.39) la presunta testa dell’altro occupante.

Successivamente, a partire da 3’19” e per soli 5 secondi viene inquadrato un volto, presumibilmente
di un giovane maschio, che presenta alcune somiglianze, il taglio degli occhi e la strana
protuberanza sulla fronte, con quello della ‘Monna Lisa’ ma anche una sostanziale differenza nella
conformazione del naso e del viso, a mio parere decisamente più caucasica, e si vede, sia pure per
un istante, l’orecchio destro (sx per chi osserva).
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Successivamente si ha un ulteriore stacco di buio, circa un secondo e mezzo, fino a 3’25”,dopodiché
ricompare il foglio con i dati del filmato, presumibilmente relativi alla parte seguente, per altri 6
secondi, quindi a 3’31” incomincia la seconda parte ( in realtà un altro filmato) in cui si riconosce la
faccia della ‘Monna Lisa’.

Il viso della presunta aliena viene esaminato da distanza molto ravvicinata, con l’ausilio di una
torcia elettrica e fin dai primi fotogrammi quello che salta subito agli occhi è la presenza di
concrezioni di colore chiaro sotto alla narice destra, sul lato interno degli occhi e sul lato destro del
labbro superiore, mentre sul medesimo labbro vicino al bordo è visibile una marcata screpolatura.

Verso i 3’48”, mentre viene inquadrata la fronte si vedono spuntare due piccole ciocche di capelli
da quella sorta di rete che li avvolge integralmente, successivamente a 4’21” quando viene
inquadrata la guancia destra, si nota come una cicatrice, che parte dal lato della bocca e va con
inclinazione di circa 45 gradi verso l’alto.

Successivamente si ha, a mio parere, il particolare più eclatante: quando a 4’27” viene inquadrata la
bocca, si notano le screpolature verticali delle labbra, mentre a 4’40” si notano bene le sopracciglia,
e così continua l’esame ravvicinato fino a 5’00”.

Figura 40 e 41: Le screpolature sulle labbra della 'Mona Lisa', ed a destra particolare di una ciocca di capelli.

A questo punto cambia il tipo di inquadratura, che viene fatta da un punto fisso, circa 1 m sopra al
viso della creatura, e subito si vede una mano che con le pinzette, già viste in precedenza, estrae un
oggetto forse un grumo di sangue dalla cavità nasale destra dell’aliena, mentre in seguito l’esame si
sposta alle palpebre sul lato opposto ed alla fronte uscendo anche dall’inquadratura da 5’55” a
6’12”.

Nelle battute finali del filmato, da 6'20” fino a 6’37”, viene ispezionata la tempia destra ed i capelli
della relativa zona con una spatola metallica, che subito dopo viene deposta per fare un breve esame
manuale della fronte e della protuberanza ivi sita.

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Considerazioni

La prima considerazione da farsi è sul logo della missione, infatti la forma dell’astronave aliena
recuperata assomiglia molto, forse troppo ad un pesce stilizzato, e considerando che “Retiredafb” si
registrò originariamente su youtube il 1° aprile 2007, in molti hanno pensato che, l’autore voglia,
neppure troppo velatamente dichiarare che si tratta di una burla, cosa che sembra avvalorata anche
dal fatto che questo filmato e quello precedentemente discusso sono stati postati su Revver, non il
primo ma comunque nei primi giorni di aprile 2008.

Altra considerazione è da farsi sul volto della ‘monna lisa’, che viene mostrato all’inizio del filmato
con ancora i ‘bastoncini’ e la bocca aperta, che forse in precedenza doveva alloggiare un tubo per
l’ossigeno, mentre nella seconda metà, dai tre minuti e mezzo in poi è chiusa.

Se si riuscisse a dimostrare che l’oggetto dell’esame è lo stesso sia quando la bocca è aperta che
quando è chiusa, bisognerebbe porsi seriamente il problema che si tratti di una vera donna, aliena o
meno, è un altro paio di maniche. Da quanto ho potuto notare, vi sono diversi punti che sembrano
confermare si tratti del medesimo viso, come la cicatrice obliqua sulla guancia destra, la posizione
della protuberanza sulla fronte, che pare coincidere sia all’inizio, sia nella parte successiva.

Elementi di distinzione sembrano invece essere il colore della pelle, più rossastro all’inizio, mentre
nella seconda parte è più giallastro, ma questo potrebbe essere dovuto al processo di
decongelamento dei tessuti avvenuto tra i due momenti; altro particolare sono le sopracciglia, quasi
invisibili all’inizio, decisamente visibili dopo.

Nel filmato però emerge anche un elemento fortemente contraddittorio con quanto affermato da
William Rutledge nella precedentemente citata intervista del 25 maggio 2007. Egli, infatti, fa
riferimento, suppongo, alla testa dell’altro alieno il cui corpo sarebbe distrutto, la cui pelle era di un
colore blu-grigio o meglio, blu pastello, ma nel filmato, a 3’19” mentre quella che possiamo
ipotizzare essere tale (testa) viene inquadrata ed il colore della pelle è rosata, molto simile quindi a
quella di un essere umano di razza caucasica.

Purtroppo alcune semplici, ma importanti verifiche, come valutare l’elasticità dei tessuti, necessaria
per chiuderle la bocca senza creare deformazioni anomale al viso non vengono mostrate, inoltre il
collo risulta sempre coperto, come nel filmato precedente, alimentando così il sospetto che si tratti
di una statua con teste intercambiabili, sia pure somiglianti nei minimi particolari; infine nemmeno
in questo caso vengono mostrati i famigerati arti a sei dita riferiti da Rutledge nella sua intervista,
che però proprio a causa di questa peculiarità avrebbero dovuto verosimilmente essere l’elemento
preferenziale dell’analisi mostrata.

Il giudizio definitivo però dovrebbe essere basato sulla scienza, infatti, stando al racconto di
Retiredafb la ‘monna lisa’ sarebbe stata mantenuta in animazione sospesa mediante macchinari che
la rifornivano quel poco di ossigeno di cui presumibilmente aveva bisogno e bloccandone però
pressoché del tutto le funzioni vitali, quali per esempio la necessità di cibo.

A questo punto però mi domando come sia possibile che tali macchinari, considerati in via teorica
possibili anche nella nostra tecnologia, abbiano un’autonomia di milioni se non miliardi di anni.

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La temperatura media sulla Luna è di circa -20°C, che sarebbe anche quella della Terra se non ci
fosse l’effetto serra dei gas atmosferici ad alzarla. Sulla Luna a causa della mancanza pressoché
assoluta di atmosfera, varia notevolmente non solo tra la notte ed il giorno ma anche tra l’ ombra e
le zone illuminate, infatti gli estremi termici sul nostro satellite naturale variano tra -185 e +127 °C,
mentre alla pressione ‘atmosferica’ in superficie, di circa 3x10-12 millibar l’acqua non può esistere
allo stato liquido ma sublima, ovvero passa direttamente dallo stato solido a quello vapore a circa -
83 °C come si evince consultando il diagramma di stato dell’acqua.

Figura 42 : Diagramma di stato dell’acqua (fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Aushulz/Sandbox/23).

Ora, siccome le presunte astronavi triangolari in una delle quali sarebbero stati ritrovati i corpi della
‘Monna Lisa’ e del suo compagno fatto a pezzi, sono precipitate al suolo, possiamo
ragionevolmente supporre che abbiano riportato gravi danni e verosimilmente perso l’eventuale
pressurizzazione interna.

Vediamo cosa sarebbe potuto succedere a questi due corpi nel caso fossero stati per 1.5 milioni o
miliardi di anni nell’ambiente completamente depressurizzato della superficie lunare e totalmente o
parzialmente esposti alla luce solare, senza considerare le radiazioni ultraviolette e raggi cosmici,
dai quali però i due esseri erano verosimilmente protetti grazie al sottile strato trasparente di cui
erano ricoperti.

Contrariamente a quanto di solito immaginato, un corpo umano o umanoide nel vuoto non esplode,
dato che la pressione al suo interno è di solo un’atmosfera, inoltre l’unico fluido corporeo che
inizierebbe a bollire immediatamente a causa della pressione inesistente sarebbe la saliva in bocca,
quindi la comunque inevitabile disidratazione a mio parere sarebbe tutt’altro che istantanea, ma
comunque non credo richiederebbe più di qualche mese.

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Oltre a ciò l’alternarsi di giorno e notte , che sulla Luna durano circa 14 giorni ciascuno e danno
origine a sbalzi termici anche di 300 gradi celsius circa, causerebbe fenomeni di dilatazione e ritiro
termico su corpi oramai completamente disidratati riducendoli in polvere nel giro magari di diversi
anni ma comunque ben prima dei milioni di anni.

Ipotizzando che questa storia sia vera, quindi, le uniche opzioni rimaste sono che il corpo
dell’aliena sia rimasto completamente in ombra per tutto questo tempo, anche se congelandosi
istantaneamente dubito fortemente che sarebbe stata in grado di risvegliarsi.

In seguito al congelamento infatti gli aghi di ghiaccio avrebbero finito per lacerare le membrane
cellulari con conseguente svuotamento del contenuto al momento dello scongelamento, che poi è
anche il motivo per cui i cibi surgelati non sono gustosi come quelli freschi. Escluderei così
qualsiasi ipotesi di risveglio della povera malcapitata in simili circostanze.

Per rendere plausibile ciò che viene raccontato in questa storia sarebbe necessario che in qualche
modo il corpo della povera malcapitata fosse rimasto per tutti questi milioni o miliardi di anni in un
ambiente protetto, e mantenuto in stato vegetativo da macchinari ancora ben lungi dalle capacità
della nostra tecnologia.

A tal proposito sono andato a cercare sul web se esistessero ricerche e/o esperimenti
sull’animazione sospesa: ho scoperto che già nel 2006 era stato indotto uno stato di animazione
sospesa su di una scrofa per una durata di circa due ore (link http://punto-
informatico.it/1572160/PI/News/animazione-sospesa-piu-vicina.aspx).

Dapprima all’animale è stata inferta una ferita per asportare un quarto del suo volume totale di
sangue, dopodiché è stato fatto un altro taglio all’altezza dell’aorta ed asportata la parte rimanente
del sangue poi sostituito con un liquido artificiale alla temperatura di 10 °C contenente sali
minerali, zuccheri ed enzimi che annullano l’azione dei radicali liberi, responsabili
dell’invecchiamento.

In questo modo le funzioni cerebrali della scrofa sono cessate, tuttavia dopo circa due ore dalla
morte cerebrale, quando le è stato infuso nuovamente sangue caldo, il cuore ha ripreso a battere e
dopo la rimozione del respiratore l’animale si è gradualmente ripreso e sei ore dopo il risveglio era
già in buone condizioni.

Nel nostro caso, come già accennato, dovrebbe trattarsi di qualcosa di molto più sofisticato, in
quanto sarebbe stato necessario un apporto costante di energia per mantenere il corretto
funzionamento del macchinario per tutto questo tempo che magari si sarebbe potuto ottenere
sfruttando l’energia solare ma il problema maggiore è come si sarebbe potuto mantenere costante
l’apporto di sostanze nutritive all’aliena per 1.5 miliardi di anni ed una temperatura corporea tale da
non farle congelare i tessuti.

62
Apollo 20 original footage CSM flyover from retiredafb

Questo filmato fa parte della prima serie di video postati su Youtube da Rutledge, sempre con il
nome utente di Retiredafb nella primavera estate del 2007: esso infatti risulta essere stato postato
originariamente il 24 giugno di detto anno, e la lunghezza totale è di 5’53”, successivamente
cancellato e reinserito da un altro utente.

Il filmato si apre con una schermata di colore blu che poco ha a che vedere con la presunta missione
in oggetto, infatti in alto si vede scritto “Apollo 11”, subito sotto “view of earth and crew”, dopo di
che si leggono delle coordinate e sotto ancora l’ anno 1969, in cui la missione del primo allunaggio
ebbe luogo.

Altra nota da farsi è che in questo filmato sono stati sovrimpressi i sottotitoli, che dovrebbero
riportare le comunicazioni tra il modulo di comando e la base militare di Vandenberg, da dove
sarebbe stata lanciata la missione.

Dopo meno di un secondo appare una schermata nera in cui appaiono, sulla parte alta due disegni e,
in basso a destra una serie di numeri, il display della DSKY (Display Computer Keyboard) con la
relativa didascalia che però non risulta leggibile, ma anche questa scompare: dapprima i numeri ed
il disegno ma non le didascalie che rimangono verdi, diventano gialli, poi vanno sfuocandosi,
dopodiché, fino a 0’05” si hanno diverse interferenze e si apre l’ immagine di quella che sembra, in
effetti la superficie lunare, vista attraverso un vetro, probabilmente il finestrino del modulo di
comando, come sembra evincersi dal riflesso che si va a sovrapporre all’immagine.

Sull’oblò si vede in sovrimpressione il landing point designator (LPD) e dietro ad esso la superficie
lunare, che in un primo momento sembra scorrere dal basso verso l’alto piuttosto velocemente, per
poi fermarsi per un attimo verso 0’09”, dopodiché comincia a scorrere lentamente e regolarmente,
dall’ alto a sinistra, verso il basso a destra fino a 2’ 59”.

Il primo sottotitolo appare a 0'10" recitando:

'Vandenberg Twenty, tiros are good sound is one five',

a 0'14" prima che questo scompaia ne appare un secondo:

'Vandenberg twenty, sound is two five......is five five'

Poi di seguito proseguono in questo modo:

0'19" “…Vandenberg Twenty i fix the cam on the bar…”

0'27" “…Vandenberg Twenty, we passed over Tsiolkovsky and we are over Fermi now…”

0'37" “…Vandenberg Twenty Delporte is visible with it's shaped central pick…”

63
0'57" “…Iszak would be visible behind the LEM thrusters, for a few seconds…”

1'44" “…Iszak is visible on the upper left side of the window, i put this cam off the T bar the…”

2'58" “…Twenty Vandenberg set the aperture to one point eight...”

dopo di che l'immagine sparisce per 5 secondi e, quando per un attimo essa sembra ricomparire
appare la scritta:

3'04" “…Vandenberg Twenty, focusing on telephoto...”

per altri 5 secondi circa torna ad essere tutto bianco, finché a 3’09” ricompare l’ immagine ma con
un soggetto differente.

A questo punto infatti, si vede inquadrata quella che presumo essere l’ astronave, con la carlinga, in
verità molto simile a quella di un aeroplano, che spunta dal terreno

3'11" “…Twenty Vandenberg which is the magazin used one point eight…”

3'17" “…Vandenberg Twenty, Alexei is taking some metric shots with the Hasselblad frame count is
1019…”

3'23" “…Vandenberg Twenty we have a fantastic wiew over the ship the lens are stuck on the
window, i hope you…”

3'34" “…Vandenberg Twenty, i'm ready to transmit The marks for the CSM DSKY…”

nei secondi successivi, intorno a 4’00” circa viene fatto un ulteriore zoom, in cui occupa tutta la
larghezza dello schermo

4'12" “…Vandenberg Twenty the nose is one seven point three south one one seven point six two
east…”

poi viene zoommata ancora di più finché, verso i 4’20” non si vede che è cosparsa di fori,
probabilmente dovuta agli impatti meteorici accumulatisi nel tempo.

4'24" “…Cockpit is one seven point two five south, one one seven point six two east…”

4'37" “…The base is one seven point two south, one one seven point six two east and the base is
burried…”

a questo punto la ripresa è talmente zoommata da risultare incomprensibile, spostandosi anche al


terreno circostante, quand'ecco che a 4'49" ritorna ad essere inquadrata tutta la carlinga ed il
soggetto rimane il medesimo fino alla fine del filmato, sia pure con qualche allargamento o
restrizione del campo di tanto in tanto.

4'50" “…We can see meteor impacts on the body the surface is crusted and covered with some dust
it's huge…”

64
5'05" “…In the shadow below the ship we can see something like a landing gear ....three
parts....barrels…”

5'13" “…On the landing site there are many parts looks like gold or mylar…”

5'27" “…The ship is in bad condition is must be here ..... billions of years…”

5'33" “... Landing site...”

“…Vandenberg Twenty the ship will be put out of stay It should be hidden behind the (porch?) …”

Come avrà capito chiunque conosca l'inglese a livello scolastico tra i 4'11" e i 4'42" la
sovraimpressione dà le coordinate, in latitudine e longitudine per individuare l'oggetto sulla
superficie lunare valutandole in 17.3 gradi sud e 117.62 gradi est per la punta e 17.25 gradi sud e
117.62 gradi est per l' abitacolo, mentre le coordinate della coda sono 17.20 sud e 117.62 est ed essa
è in parte sepolta.

Considerazioni

Come quelli appena analizzati anche questo filmato, pur facendo presa sullo spettatore, non è certo
il massimo della coerenza e della chiarezza, infatti già all'inizio ci si domanda cosa ci faccia quella
schermata blu relativa all'Apollo 11 in un video che dovrebbe risalire a 7 anni più tardi e né la Terra
né l’equipaggio sono inquadrati come invece recita la didascalia. In riguardo alla display keyboard
su internet sono riuscito facilmente a reperire informazioni su di essa e su cosa fossero le didascalie
che non si riuscivano a leggere e a reperire un manuale sintetico riguardo alla programmazione e le
sue funzioni: in alto a sinistra del display c’è un pulsante verde che identifica lo stato di attività o
meno del computer che però nel filmato in questione appare spenta.

Il numero in alto a destra è il programma in esecuzione, nel nostro caso il 34 che è l’iniziazione
della fase di trasferimento del CSM (CSM tranfer phase initiation), usata per calcolare la serie di
parametri necessari a effettuare la combustione per avvicinare il CSM ed il LM in vista del randez
vous: quindi dovrebbe riferirsi al momento in cui i due veicoli si riuniscono per ritornare sulla
Terra.

La voce a sinistra sotto alla luce dello stato di attività si chiama Verb (Verbo in inglese), nel nostro
caso 15, monitor octal component (componente ottale) 1,2,3 in R1,R2,R3, mentre quella sotto al
programma si chiama noun (nome o sostantivo) ed il cui valore è 05 che individua un’errore od una
variazione angolare.

(fonte www.ibiblio.org/apollo/CMC_data_cards_15_Fabrizio_Bernardini.pdf )

In primis è abbastanza incoerente quello che si vede da 0'05" a 0'09" ma potrebbe essere dovuta
solo alle operazioni di montaggio della camera sul supporto; tuttavia questa argomentazione a mio
parere giustifica solo i movimenti disordinati dell'immagine visibili tra 0'08" e 0'09" ma non
65
l'apparente e drastico cambiamento di traiettoria, circa 120 gradi tra i il momento precedente gli
0'08" e quello successivo agli 0'09"ed anche una drastica diminuzione di velocità. Questo filmato si
distingue dagli altri prima esaminati, anche per la presenza di sottotitoli, che dovrebbero riprodurre
le comunicazioni tra il modulo di comando e la base di Vandenberg da dove, stando al racconto di
Rutledge, sarebbe stata lanciata la missione per mezzo di un vettore Saturn 5, consultabili andandosi
a vedere il filmato, ma non sempre facilmente leggibili. Dopo i 3 minuti esatti di un tutto sommato
verosimile sorvolo in orbita, che tuttavia può benissimo essere una riproduzione della topografia
lunare fatta su dei fogli di plastica trasparente come quelli delle lastre radiografiche poste sopra ad
uno schermo luminoso bianco per poi effettuare il falso flyover con una telecamera, magari una
Westinghouse color tv camera degli anni ’70 posta su di una rotaia di fronte al visore. Bisogna dire
infatti che essendo Speth anche un fotografo non dovrebbe essere difficile per lui procurarsi il
materiale da me appena elencato. In seguito si nota un chiaro momento di discontinuità ai 3'09"
quando si passa dalla ripresa del sorvolo in orbita lunare ad una ripresa che, data la staticità
dovrebbe per forza essere effettuata decisamente più tardi ovvero in fase di atterraggio, ma in base
ai sottotitoli vorrebbe essere fatta solo in seguito ad una apertura diversa dell'obbiettivo, cosa che
non può essere, dato che un'astronave in orbita non può rallentare ed indugiare sull'oggetto come si
vede in questa sede. Un altro indizio di artificiosità di questo passaggio è che a fronte di una
discontinuità palese della parte video, cui ho accennato poco fa, la parte audio sembra avvenire in
tempo reale o comunque non mostra tagli nel preciso momento in cui il filmato sembra per forza
esserlo.

Per quanto riguarda le coordinate date nella seconda parte del filmato, sembra che il relitto sia
adagiato sulla superficie lunare in posizione quasi precisamente nord-sud e la lunghezza del
medesimo è di 0.1 gradi circa.

Ora, siccome il diametro medio della luna è di 3476 km, con un semplice calcolo se ne deduce che
la sua circonferenza è di 10920 km, pari a 360 gradi, quindi la lunghezza del relitto dovrebbe essere
la tremilaseicentesima parte della circonferenza lunare ovvero di circa 3 km, e considerando che
una parte è sotterrata i numeri parlano da se, nulla di simile è stato costruito sulla terra fino ad oggi
(le più grandi portaerei oggi esistenti non arrivano a 350 m); a mio parere, un'astronave del genere
se esistente, dovrebbe per forza essere stata assemblata nello spazio, altrimenti per farla alzare in
volo non solo dalla nostra terra ma anche da un pianeta con meno forza di gravità avrebbe richiesto
risorse incalcolabili, ma se questo è vero perché dare una forma aerodinamica ad un velivolo che
deve operare in assenza di atmosfera ovvero nel vuoto quasi assoluto dello spazio interplanetario?

Facendo una valutazione approssimativa su Google Earth (Luna), in modalità Lunar Orbiter,
emerge che non è posto come si dedurrebbe dalle coordinate fornite nel filmato in perfetta direzione
nord-sud, ma in posizione leggermente obliqua, e le coordinate, piuttosto esatte in longitudine sono
decisamente sbagliate in latitudine, ovvero di circa un grado e mezzo.

Le coordinate effettive da me rilevate sono infatti:

La coda: 18.80°sud 117.69° est

La punta: 18.67° sud 117.69° est

66
Coordinate medie, ovvero all'incirca quelle del presunto abitacolo:

18.74° sud 117.69° est.

Che confrontate con quelle dichiarate di 17.25° sud e 117.62° est fanno una differenza di ben 1.48
gradi in latitudine e 0.07 in longitudine, pari a 44 km!

Per quanto riguarda la lunghezza dell'astronave, utilizzando il medesimo programma ho potuto


valutarla in 4.06 km circa e riporto qui di seguito lo screenshot della mia misurazione.

Figura 43: screenshot della misurazione effettuata con Google Earth 5.

67
Cambiando discorso, capisco che il relitto essendo stato perforato, a quanto appare scritto nel
filmato, da numerosi impatti meteoritici, nonché incrostato e ricoperto di polvere debba essere
veramente molto antico ma come fanno a dire che abbia un miliardo od addirittura un miliardo e
mezzo di anni non lo so; a questo proposito mi piacerebbe chiedere a Rutledge se la datazione oltre
che visivamente sia stata effettuata strumentalmente su dei reperti.

La presenza di tale formazione, indiscutibile come si diceva in precedenza è riscontrabile in diverse


foto fatte dall'Apollo 15 e 17, ma in particolare nei frame AS-15-9625 e AS-15-P-9630 effettuate
all'Apollo 15 nel Luglio 1971.

Figura 44: Particolari delle immagini AS15-P-9625 e9630

68
Figura 45: Il presunto fotogramma AS20-1020.

Bisogna dire che ciò che si vede è molto simile a quanto appare nel filmato in questione, tuttavia
altre foto di questa zona sono state fatte sia dal medesimo Apollo 15, vedere qua sotto un
ingrandimento del frame AS-15-M-1334 a piena risoluzione, scattato con un’incidenza dei raggi
solari molto meno radente e qui, tale oggetto, pur risaltando ancora rispetto al paesaggio circostante
sembra proprio una formazione naturale, forse un ejecta causato da un impatto con un alto angolo
d’incidenza.

Prima di proseguire faccio presente che mentre al link http://www.lpi.usra.edu/resources/apollo/


sono disponibili tutte le immagini, quasi 25000, scattate sulla Luna dalle varie missioni Apollo a
bassa e media (2400x2400 pixels) risoluzione, l’Arizona State University al link
http://apollo.sese.asu.edu/browse/ ha pubblicato quasi tutte le foto della camera metrica delle
missioni Apollo 15-16-17 a piena risoluzione di 16193x16193 pixels, e per onestà, bisogna dire che
alcune, relative all’area in questione non sono ancora state pubblicate.

69
Figura 46: Particolare dell'immagine AS15-M-1334.

Confrontando gli scatti dell'Apollo 15 con quello della presunta missione segreta pur nell'evidente
somiglianza del paesaggio si notano delle differenze, infatti i tre piccoli crateri, nelle foto NASA
originali sono più vicini alla punta del presunto oggetto che nella foto AS20-1020, inoltre a destra e
leggermente in alto rispetto alla punta è presente una collinetta che proietta un'ombra di forma ovale
verso il basso dell'immagine, mentre nei fotogrammi dell'Apollo 15 al posto di essa sorge un cratere
di forma pressoché circolare, infine l'ombra che si vede in basso rispetto alla 'punta' della presunta
astronave è di forma decisamente diversa nella foto fornita da ‘Rutledge’ e in quelle dell'Apollo 15.
La presunta astronave proietta un'ombra più regolare, della stessa larghezza dalla coda fino alla
punta, cosa che non accade esaminando i fotogrammi dell'Apollo 15 dove solo la parte terminale
proietta un'ombra di forma triangolare, mentre la maggior parte della sagoma sembra affondata in
un avvallamento del terreno. Il problema è che quasi tutte le foto metriche ufficiali Apollo 15-17
sono state scattate più o meno dalla stessa angolazione, tutte tranne la serie AS17-M-2170-71-72-73
e l’AS15-M-763-764-765-766 dove, in questo caso il secondo della seconda di queste serie,
siccome l'angolazione cambia di circa 45 gradi rispetto alle altre ed è meno verticale, la formazione
incriminata appare per quello che in tutta probabilità è, ovvero, come detto poco fa, un ejecta
dovuto ad un impatto con angolo elevato, anche se di forma alquanto singolare.

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Figura 47: ingrandimento dell'immagine AS15-M-0764.

Un'immagine ripresa da un'angolazione simile all’AS15-M-1334 è la AS17-P-2807 della quale


inserisco ancora una volta un ingrandimento, questa volta con luce solare più radente e piena
risoluzione decisamente più ricco di dettagli, dove si svela l’origine del tutto naturale della pur
strana formazione.

71
Figura 48: la presunta astronave madre in un particolare del fotogramma AS17-M-2807.

Almeno tutta la seconda parte del filmato da 3'09" in poi è una riproduzione, sicuramente piuttosto
ben fatta e accattivante ma comunque falsa anche in virtù del fatto che il modulo di comando in
sorvolo a 1.6 km al secondo, tenendo conto di un'orbita lunare di circa 127' ovvero un valore
medio tra quelli delle missioni apollo note (consultabili su Wikipedia), sarebbe comunque stato
impossibilitato ad indugiare così tanto sull'oggetto.

Un altro elemento che suffraga la presenza di manipolazione di questo segmento di filmato, ma


anche nel precedente, è che la scala numerata del Landing Point Designator, scompare
misteriosamente a 4’59” e altrettanto stranamente riappare a 5’10”.

Sinceramente mi chiedo perché si sia fatta tanta confusione su questa enorme astronave madre, alla
luce dei fatti rivelatasi uno scherzo della prospettiva al pari della fantomatica faccia su Marte in
Cydonia mensae, sulla quale però qualche piccolo dubbio rimane, e non si parla delle due astronavi
triangolari, più piccole, in una delle quali Rutledge afferma abbiano trovato i corpi alieni, se non nel
ben poco verosimile filmato caricato da ‘moonwalker1966delta’ postato peraltro con due anni e
mezzo di ritardo rispetto ai primi video. Quest’ultimo avrebbe anche indicato le precise coordinate
di questi velivoli, identici tra loro nella forma, in uno dei quali sarebbe stata trovata la ’Monna Lisa’
ed il suo disgraziato compagno, le coordinate geografiche sono:

1)18.7 ° S, 116.92° E

2)18.31°S, 117.48° E

Naturalmente si spera che questa volta le coordinate siano un po’ più precise di quelle fornite in
riguardo all’astronave madre, in quanto cercare dei relitti di dimensioni al limite della risoluzione
delle foto con coordinate sbagliate di quaranta chilometri non sarebbe molto semplice.

72
Quella che segue è una foto orientata secondo i punti cardinali (il nord verso l’alto ed il sud verso il
basso), dove ho segnato la locazione delle due ipotetiche astronavi triangolari di cui parlava
‘moonwalker1966delta’ nella sua intervista con Luca Scantamburlo alla fine del 2008(link
http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo19CDR-
interview.htm) consultando la mappa della zona con Google Moon e riportando il tutto su un
fotogramma dell’Apollo 15.

Figura 49: Indicazione dei siti in cui sarebbero precipitate le due astronavi più piccole sul fotogramma AS15-M-1581.

Il sito dove sarebbe precipitata la prima astronave triangolare è quello segnato nella zona d’ombra
in quello più in basso dei tre crateri appaiati circa al centro dell’immagine, quello della seconda è
quasi di fronte al muso della presunta astronave, nella zona chiara, nei quali io, pur andandomi a
spulciare tutte le foto degli archivi metrici e panoramici dell’Apollo 15 e 17 non riesco a vedere
proprio nulla di inconfutabilmente anomalo ma solo qualche microcratere. Nell’effettuare questa
ricerca in tutte le immagini fornite in piena risoluzione, mi sono imbattuto diverse volte in piccole
ombre che sembravano avere un aspetto anomalo ed estraneo al paesaggio circostante, ma non ne
ho mai riscontrata alcuna che fosse presente nel medesimo punto in due diverse foto, quindi devo
concludere che si tratti in tutti i casi di difetti della pellicola. Mi sento perciò di poter affermare con
ragionevole sicurezza che il caso è stato montato dal nulla a partire da una strana formazione
naturale in determinate condizioni di luce. Per concludere il discorso, mentre riguardo all’astronave
73
madre a questo punto non vi è più nulla da chiarire, per quanto riguarda le due presunte astronavi
triangolari, qualche dubbio residuo mi rimane dato che né Retredafb né Moonwalker1966delta ne
hanno specificato le dimensioni, nel caso si tratti di semplici scialuppe di poche decine di metri di
dimensioni, si ridurrebbero a macchioline di pochi pixels scarsamente visibili nel caso fossero
parzialmente sotterrate e/o avessero un albedo molto vicina a quella del suolo circostante.

Una curiosità, che probabilmente non significa nulla ma vale la pena di essere sottolineata, è che
relativamente alle immagini metriche dell’Apollo 15 si passa dal frame AS15-M-1161, l’ultimo
della rivoluzione 33 al AS15-M-1309, la prima della rivoluzione 34 ed altre discontinuità nella
numerazione più o meno ampie sono riscontrabili negli archivi metrici di tutte tre le ultime missioni
Apollo (15-16-17).

Figura 50: Luogo e della prima astronave triangolare.

74
Figura 51: Presunta area della seconda astronave triangolare

Ritornando alla prima parte del filmato, ovvero quella del sorvolo in orbita lunare, da 0'09" a 3'09",
appare piuttosto verosimile, e controllando su Google Moon anche la traiettoria seguita tra l'inizio e
la fine è coerente con l'obiettivo teoricamente prefisso dalla missione. A ciò bisogna aggiungere che
ho controllato se questa parte del filmato poteva essere stata girata in tempo reale valutando la
distanza percorsa da 0'14" ovvero da quando la posizione della camera appare stabile a 3'00" ovvero
quando si afferma di cambiare l'obbiettivo. Risultato: la distanza coperta in questo intervallo di
tempo, pari a 166 secondi, a livello della superficie lunare è di 224 km, a cui bisogna aggiungere
che in tutte le missioni Apollo il sorvolo avveniva ad un'altezza media (peraltro assai variabile) di
circa 115-117 km, quindi percorrendo lo stesso arco di circonferenza a tale quota la distanza doveva
essere maggiore.

La luna ha un raggio di 1738 km, quindi:

224: 1738*2*3.1416=X:(1738+116)*2*3.1416

1738+116=1854

il 2 pi greco si semplifica da entrambe le parti perciò:

224: 1738=X: 1854 per cui X=224*1854/1738 per cui X=239 km circa

239km /166"= 1.44 km al secondo, velocità alla quale il CSM completerebbe in rivoluzione attorno
alla luna in circa 127 minuti, valore pienamente in linea con i dati delle missioni Apollo conosciute,
tant'è che la parte in questione potrebbe provenire da una di queste.
75
I satelliti TIROS

Dal momento che in quest’ultimo filmato si fa riferimento ai satelliti TIROS per effettuare le comunicazioni tra la faccia
nascosta della Luna e la Terra, mi sembra doveroso dedicare ad essi almeno una piccola parentesi.

Per cominciare l’acronimo sta per Television Infrared Observation Satellite, e furono la prima serie di satelliti meteo, lanciati
dalla NASA a partire dal 1960 con il TIROS-1, che tra le altre cose diede la prima immagine televisiva della Terra dallo
spazio.

La prima serie, TIROS 1-10 fu lanciata tra l’ Aprile 1960 e il Luglio 1965, ma furono tutti satelliti dalla vita breve, in quanto il
più longevo e quello disattivato più di recente fu il TIROS 7, lanciato nel Giugno 1963 e disattivato nello stesso mese del
1968, anche se a Giugno 2009 erano ancora tutti in orbita.

Questa prima serie di satelliti fu lanciata in orbita polare ad una distanza dalla Terra tra i 600 e gli 800 km circa ed un periodo
di circa 100 minuti eccetto il TIROS 9 che a causa di un problema al sistema di guida si stabilì in un’orbita ellittica con perigeo
a quasi 2600 km dal nostro pianeta.

A mio parere tuttavia anche se all’epoca del presunto allunaggio dell’Apollo 20 questi satelliti fossero stati ancora utilizzabili
come ripetitori tra la Luna e la terra, non sarebbero ugualmente stati di aiuto perché talmente vicini al nostro pianeta da non
poter essere raggiunti da un segnale proveniente dalla regione dello sbarco.

Stesso discorso si può fare anche riguardo a tutte le successive serie di Advanced TIROS susseguitesi fino al 2009,ovvero gli
ITOS (Improved Tiros Observation satellite), 1970-‘76 gli ESSA (Environmental Science Services Administration Satellites
) 1-9 (1968-’72) e i NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) 8-19 (1983-2009) sempre lanciate in orbita
polare elio stazionaria a 1400 km di quota circa, più o meno 115 minuti di periodo, come gli ITOS o gli ESSA o a 7-800 km
di quota e periodo di 100 minuti circa (NOAA).

Per orbita polare elio stazionaria o elio sincrona si intende un orbita attorno alla Terra passante più o meno sopra i due poli e
che interseca la medesima zona sempre alla stessa ora locale, tuttavia questo tipo di satellite non poteva essere stato usato dalla
presunta spedizione Apollo 20 per comunicare con la Terra dato che di mezzo ci sarebbe comunque stato il corpo della Luna
data la loro vicinanza al nostro pianeta.

All’epoca del presunto allunaggio dell’Apollo 20, inoltre era già stato lanciato il primo dei satelliti geostazionari GOES
(Geosincronous Operational Environmental Satellite) lanciato il 16 Ottobre 1975, appunto in orbita geostazionaria, con
apogeo di 36458 km e perigeo di 34165, non raggiungibile comunque da eventuali segnali radio provenienti dalla zona dove
sarebbe atterrata la spedizione in questione.

Per rendere possibile, dal punto di vista strettamente geometrici tali comunicazioni a mio parere sarebbe stato necessario
lanciare un satellite in orbita selenocentrica (avente come centro la luna) o magari stazionario in uno dei punti di Lagrange
(link http://it.wikipedia.org/wiki/Punti_di_Lagrange) dell’orbita Lunare, e precisamente quello che segue la Luna di 60 gradi
nel suo tragitto, cosa che però ad oggi non risulta essere stata fatta.

76
Apollo 20 CSM flyover landing site spaceship

Il filmato ha una durata complessiva di 2’40” e si ritrova in diversi portali di video sharing tra cui
Revver, ove Retiredafb l’ha postato in data 18 gennaio 2008, Flyxia in cui è stato postato da un
certo Videovarmi in data 30 Settembre 2007 e ne esiste una variante un po’ più lunga in cui però i
contenuti coincidono per la maggior parte con quelli dell’altra, su Youtube a nome di Val Valiant
Thor postato il 28 luglio 2007; il filmato originale caricato da Retiredafb su Youtube, al momento
in cui sto scrivendo (inizio 2010) non risulta più presente.

Quello che viene aggiunto nella variante un po’ più lunga (2’56”) è uno slide show che presenta la
transizione tra il fotogramma AS15-P-9625 ed l’ AS20-1020, a detta di chi ha postato il documento
del tutto coerente, infine da quest’ultimo viene effettuata la transizione al filmato del presunto
sorvolo preso da Leona Snyder fissando la camera all’oculare del telescopio.

Nella versione più corta, all’inizio e per due secondi scarsi, è visibile il titolo del filmato “APOLLO
20 CSM Flyover landing site spaceship, in seguito viene indicato il nome dell’autrice, L. (Leona)
Snyder, la larghezza della pellicola (16 mm) ed il numero di fotogrammi al secondo (18-24).

A 0’02” inizia il vero filmato con una visione all’interno del modulo di comando, con una carrellata
sulla strumentazione per andare ad inquadrare attorno ai 0’09” il logo della missione e la doppia
bandiera sovietico-americana attaccati ad una paratia apparentemente con del nastro isolante, sui
quali si indugia per una trentina di secondi.

A 0’39” il soggetto cambia ed inizierebbe la fantomatica ripresa effettuata dalla Snyder fissando la
camera all’oculare del telescopio per riprendere in maniera ravvicinata il relitto, presente anche
nell’altra versione più lunga.

Solo a 1’16” viene inquadrata l’astronave, mentre prima vi è stata la ripresa della zona circostante.

Il relitto termina di essere ripreso a 2’25” quando il CSM passa oltre e torna ad inquadrare le zone
limitrofe fino alla fine del filmato.

77
Figura 52: Bandiera USA/CCCP e logo della missione.

Figura 53: Particolare dell'interno del CSM.

Considerazioni

Anche in questo caso le perplessità sono tante e nonostante la ripresa degli interni del CSM sembri
abbastanza coerente, la ripresa del presunto relitto è assolutamente falsa: si tratta di sicuro di un
modellino fatto in argilla od in pietra vulcanica, (vedi fig.54) anzi il preteso scorcio di panorama
lunare visibile tra 0’39” e 1’16” e poi da 2’35” a 2’40” è quasi certamente stato riprodotto usando
questo materiale, per sua natura butterato come la superficie craterizzata della luna, inoltre è proprio
in questo video che si vede l’ormai famoso ‘mollone’ a sostegno del modellino di cui si è già tanto
parlato in diversi forum e in alcune trasmissioni televisive.

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Figura 54: istantanea del promontorio retrostante il relitto, visibile in basso a sinistra.

Poiché sono appassionato di astronomia dal 1980,è da allora che vedo foto di pianeti, satelliti e
quant’altro e mi è saltata subito all’occhio la mancanza di polvere, anche sopra al relitto,
pesantemente butterato da impatti meteoritici e datato, a detta di Rutledge, circa 1.5 miliardi di anni,
che invece è onnipresente nelle foto ufficiali della luna.

La zona dove sarebbe precipitata l’astronave sarebbe inoltre parte della cosiddette terrae lunari con
un albedo (riflettività alla luce incidente) tra 0.12 e 0.18 che bassa, se confrontata a quella del nostro
pianeta di 0.37, dovrebbe comunque essere più chiara di come appare nel filmato. Basta guardare di
che colore appare la Luna guardandola in cielo e nelle numerose fotografie delle missioni Apollo
consultabili in rete.

Altro punto: guardando accuratamente il video si nota che il particolare ripreso a 1’12” e a 2’36” è
lo stesso, come si può vedere qui sotto nelle figg. 55 e 56, anche se nel secondo caso risulta
leggermente più illuminato, come se dopo aver raggiunto il sito dell’astronave il CSM sia poi
tornato indietro.

In figura 57 invece appare un’inquadratura dell’astronave tratta dal filmato 16 mm ripresa da Leona
Snyder all’oculare del telescopio, in figura 58 invece come appare nella variante più lunga prima
dello slide show tratto dal filmato della Snyder, e come appare anche in ‘Apollo 20 CSM flyover
before landing’ e nelle presunte foto metriche AS20-1020, AS20-1022, AS20-FWD-7250, che
abbiamo già visto essere false.

Per quanto appare in figura 57 penso sia ancora meno verosimile sia per la già citata mancanza di
depositi di polvere, sia perché è assolutamente intatta eccetto i fori dei meteoriti, comunque in
condizioni troppo perfette, per avere l’età che gli è stata attribuita.

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-

Figura 55 Figura 56

Figura 57: Particolare della presunta astronave. Figura 58: Sempre l’astronave come appare nella
variante più lunga.

Analogamente a quanto detto in riguardo al precedente filmato, è impossibile che il CSM in orbita
attorno alla luna abbia potuto riprendere da vicino il relitto per 1’21”, visto che alla velocità di
circa 1.6 Km/sec in questo intervallo di tempo avrebbe coperto 130 km.

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Alien spaceship on the moon stills from Apollo 20

È un documento abbastanza breve della durata di 1’40”, ed in sostanza non è altro che uno
slideshow di tre presunte foto scattate dall’Apollo 20 mentre sorvolava l’area del relitto, all’inizio
per un secondo circa è visibile il solito logo della missione.

Questo filmato è stato postato su Revver videos da Retiredafb in data 18 gennaio 2008, era presente
anche su Youtube ma ad oggi, inizio 2010, è stato rimosso dall’autore.

Il post più vecchio relativo a questo documento ancora esistente è stato però postato sul portale di
video sharing chiamato Disclose TV in data 31 maggio 2007 da un utente registratosi come Grey.

I codici identificativi delle tre immagini, peraltro indicati in sovrimpressione nello slide show sono i
seguenti :

1) AS20-FWD-7250 fino a 0’19”

2) AS20-1020,, fino a 1’13”

AS20-1022 fino alla fine

Figura 59,60,61: Gli scatti relativi al sito della presunta astronave.

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Considerazioni

Credo senza ombra di dubbio che questo documento sia un falso, per due motivi: il primo sono i
codici identificativi delle immagini che essendo, a detta di Retiredafb prese dalla camera metrica
dovrebbero essere contrassegnate dalla lettera M dopo l’Id della missione, quindi AS20-M-1020 e
AS20-M-1022 nel caso delle ultime due, mentre la prima presenta la sigla FWD che ho
effettivamente riscontrato negli archivi delle missioni conosciute non sono di solito indicati nell’id
della foto ma solo nella relativa didascalia e sta a significare che la camera riprende in orizzontale
ovvero in avanti e non verticalmente.

Analogamente, tra l’id della missione ed il numero della foto, viene messa una P in quelle
panoramiche, per le quali stranamente però i numeri più alti sono quelli relativi alla missione 15 poi
in mezzo stanno quelli della 16 ed infine i più bassi sono relativi alla 17. Nelle foto prese dalla
Hasselblad da 70 mm e dalla Nikon da 35 mm (solo nell’Apollo 17) viene usata il seguente metodo
di numerazione:

ID missione-n° magazine-n° della foto (non azzerato tra una missione e l’altra)

Inoltre, numerate sempre in quest’ultimo modo abbiamo le Apollo surface close-up camera relative
all’ Apollo 11-12-14, tuttavia la dicitura FWD come già detto non compare.

Apollo 20 legacy part 2: The crew patch.

Oltre ai filmati veri e propri relativi alle presunte missioni segrete sulla luna ,‘Retiredafb’ ha
caricato su Youtube uno o due filmati relativi all’equipaggio della missione Shuttle STS 107 durata
16 giorni e finita in tragedia durante il rientro in atmosfera il 1° febbraio 2003 a causa di una rottura
alla schermatura termica che ha causato l’esplosione della navetta a 63 km di quota e a circa 16
minuti dall’orario previsto per l’atterraggio. Il filmato in questione è stato postato da Retiredafb il 5
aprile 2007 e conterrebbe immagini che in teoria all’epoca non erano di dominio pubblico, come
anche NASA SECRET TAPES – STS 107 part 1 Apollo 20, caricato su Youtube il 4 gennaio 2008;
tuttavia siccome entrambi i filmati sono stati rimossi da questo stesso non so nemmeno se si tratti
degli stessi contenuti postati due volte con due titoli diversi.

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Ad aprile 2007 in rete erano già presenti diversi filmati, perlopiù su youtube, su Discovery Channel,
che ritraevano gli astronauti di questa missione nelle loro attività, quindi ciò che dice Retiredafb in
riguardo al fatto che i filmati relativi allo shuttle STS 107 fossero secretati non è propriamente vero,
anche se non avendo potuto vedere i video da lui postati, ho potuto visionare due screenshot
reperiti nel sito americano ‘Above Top Secret’ ed effettivamente non sono riuscito a riscontrare le
stesse istantanee in nessuno dei filmati originali relativi all’equipaggio dello Shuttle STS 107:

STS 107 16 minutes from home caricato il 28 febbraio 2003 scaricabile al link http://www.bob-
brown.com/STS107CrewCabinVideo.htm.

Al link http://spaceflight.nasa.gov/gallery/video/shuttle/sts-107/html/fd7.html è presente l’indice


completo dei filmati ufficiali relativi alla missione STS 107 da prima della partenza fino a includere
le operazioni di ricerca dei rottami dopo la disgrazia e la pagina risulta aggiornata al 14 maggio
2003, e dai quali sono tratti quelli postati in date successive su youtube e altrove nel web.

Non avendo visto però la versione originale dei filmati di ‘Retiredafb’ non so se essi possano essere
tratti da alcuni di questi.

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Conclusioni e possibile ricostruzione della storia

Alla luce di quanto visto e trattato posso concludere che questa storia presa esattamente come
raccontato da Retiredafb e moonwalker1966delta è sicuramente falsa, in più alcuni suppongono che
i due siano in realtà un faker che gioca su due fronti, come parrebbe suggerire il fatto che diversi
filmati siano stati caricati sia dall’uno che dall’altro e la somiglianza dei modellini in argilla dei
filmati ’ Apollo 20 original footage CSM flyover from Retiredafb’ e ‘Apollo 20 alien moonbase’,
caricato invece da Moonwalker1966delta.

Un’altra domanda legittima è: come mai se Moonwalker1966delta è stato il capitano dell’Apollo 19


ha postato tanti filmati dell’Apollo 20 e solo un paio della missione di cui ha fatto parte?

Poi c’è la questione del filmato ‘Apollo 20 Test Ingress’, che sembra non essere estratto da
materiale di dominio pubblico, come pure potrebbe essere nel caso di quelli trattati poco fa e riferiti
allo shuttle STS 107.

Considerando che anche se il materiale qui esaminato è in massima parte o addirittura


completamente falso, mettere in circolazione tutta questa bazza avrebbe avuto dei costi sicuramente
non indifferenti, difficilmente sostenibili da un faker qualunque, se poi ci mettiamo che i filmati
relativi all’STS 107 e ‘Apollo 20 snyder test ingress’ potrebbero essere stati realizzati a partire da
materiale non di dominio pubblico, viene da domandarsi chi ci possa essere dietro a tutta questa
storia e soprattutto perché essa è stata messa in circolazione.

Ricapitoliamo.

Ora, una riflessione che mi è venuta in mente è questa: a causa di restrizioni nel budget, la NASA fu
costretta a rinunciare alla produzione di una nuova serie di Saturn 5: in questo modo la missione
Apollo 20, originariamente programmata per il luglio 1972 fu annullata, come già detto, all’inizio
del 1970, dato che gli ultimi tre vettori Saturn 5 furono richiesti per le tre missioni finalizzate alla
messa in orbita dello Skylab, il primo laboratorio spaziale americano programmata per il 1972.

Poco dopo, nell’aprile 1970 ci fu la nota vicenda dell’Apollo 13, che, in seguito ad un’esplosione al
sistema di rimescolamento di uno dei quattro serbatoi di ossigeno, dovette annullare l’allunaggio e
girare attorno alla luna per ridarsi la spinta e ritornare sulla terra, e la missione successiva
originariamente prevista per il luglio dello stesso anno slittò (comprensibilmente) al febbraio del
1971 mentre le rimanenti missioni furono fatte ad intervalli non più di quattro ma di sei mesi; infatti
nell’intervallo di tempo intercorso tra l’ Apollo 13 ed il 14 sono state annullate le altre due missioni
(settembre).

Siccome l’Apollo 17 è rientrato sulla Terra alla fine del 1972, il lancio dello Skylab, il cui corpo
principale era costituito dal secondo stadio di un razzo Saturn I-B, è slittato all’anno dopo (14
maggio) e l’ultima delle tre missioni all’interno di esso si concluse l’8 febbraio 1974.

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Se solo la prima missione Skylab è stata lanciata con un vettore Saturn 5, mentre le successive tre
che hanno portato i rispettivi equipaggi (Skylab 2,3 e 4) sono state lanciate con razzi Saturn 1-b, in
totale abbiamo 13 Saturn 5 utilizzati ed altri due che, abbastanza inspiegabilmente non sono stati
utilizzati, dato che, comunque erano già stati costruiti.

Inutile dire che, se non fossero esposti in luoghi dove chiunque può vederli, verrebbe da dire che
due sono stati i razzi costruiti e non utilizzati, ed altrettante le presunte missioni segrete, ma al di là
di questo penso che in quanto organismo militare, se l’USAF avesse necessitato di due Saturn 5 non
avrebbe sofferto certamente delle restrizioni di budget che così spesso colpiscono la NASA.

Verosimilmente l’esame di tutti i dati ed i reperti raccolti dalle missioni Apollo si concluse nel
1973, che è anche l’anno in cui si sarebbe appurata la “vera” natura artificiale dell’artefatto e
sarebbe iniziata, secondo Anonymous ATS, la preparazione della missione segreta, sia che essa si
chiamasse realmente Apollo19 (o 20) o meno: tuttavia quella strana formazione si vedeva anche
nella foto del Lunar Orbiter 3 (3121 med) del 1967.

Lo scopo del Lunar Orbiter che, voglio ricordare, si è svolto in 5 missioni tra il 1966-67, era di
effettuare una mappatura della Luna per poi scegliere i luoghi degli allunaggi delle successive
missioni Apollo; quindi suppongo che le relative immagini fossero già approfonditamente
analizzate prima dell’Apollo 11 a metà del ’69 ed ecco che, con l’anno seguente, iniziano le
cancellazioni: Apollo 20 (4 gennaio), Apollo 15 ( numero poi riassegnato) e Apollo 19 (2
Settembre). L’atlante delle foto del Lunar Orbiter viene pubblicato nel 1971 e, nell’estate dello
stesso anno, l’Apollo 15 effettua le famose foto sulla base delle quali è stato montato tutto il caso
mediatico di Retiredafb/Moonwalker1966delta.

Alla fine di quest’ultimo anno, secondo AnonymousATS, il presidente Nixon diede il via al
progetto segreto e verso la fine del ’72, in concomitanza con l’ultimo allunaggio conosciuto,
sarebbe iniziato il training, durato quasi 4 anni, dei tre astronauti scelti per la missione segreta.

Quello che mi sembra strano è che Nixon abbia dato l’ordine di avviare il progetto segreto due anni
prima che fosse accertata l’origine artificiale dell’oggetto in questione e l’addestramento degli
astronauti, se non un anno, diversi mesi prima, ma probabilmente già nel 1971 con le foto del Lunar
Orbiter 3 e dell’Apollo 15 la questione era già più che un semplice dubbio ed infatti l’Apollo 17
tornò a sorvolare il sito.

Le ultime tappe prima della missione, che anche secondo AnonymousATS, si sarebbe svolta nel
1976, sarebbero state il conosciutissimo Apollo-Soyuz Test Project svoltosi nel Luglio 1975 e la
missione sovietica Luna 24 (1976) menzionata in riguardo al filmato E.B.E. Mona Lisa
Unschedules Transmission pag.41.

Come si vede tutta la storia, spogliata delle esagerazioni e delle palesi falsità di quasi tutti questi
video, ha comunque una sua coerenza; inoltre, tenendo conto della oramai risaputa strategia della
confusione, la nostra fantomatica astronave madre potrebbe semplicemente essere una formazione
naturale usata come specchietto per le allodole per non farci vedere qualcos’altro (magari le due
astronavi triangolari), scoperto già con ragionevole certezza alla fine del 1971 anche se confermato
solo più tardi.
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D’altronde, al di là di questa vicenda, già durante le missioni Apollo conosciute, si sarebbero
registrate strane segnalazioni di misteriosi oggetti volanti che li avrebbero seguiti, strane
luminescenze sulla superficie lunare, che in gergo tecnico gli studiosi chiamano fenomeni lunari
transienti e strani suoni simili a musica ‘cosmica’ proveniente dallo spazio esterno.

L’origine dei fenomeni lunari transienti risale comunque ancor prima dell’inizio dell’era spaziale: a
partire addirittura dal VI secolo per poi proseguire e moltiplicarsi a partire dal XVIII-XIX secolo.
Sebbene nella maggior parte dei casi sia stato accertato trattarsi di fenomeni naturali o illusioni
ottiche, alcuni hanno preso in considerazione l’ipotesi aliena; tuttavia la casistica è vasta e non può
essere trattata esaurientemente in questa sede.

Stesso discorso si può fare anche per le cosiddette anomalie lunari, ovvero strane strutture che
sarebbero osservabili in diverse foto della superficie del nostro satellite, eseguite dalle diverse
missioni, umane e non, che vi si sono succedute. Secondo alcuni studiosi indipendenti, tra cui lo
spagnolo Josè Escamilla, avrebbero un’origine artificiale ed extraterrestre.

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Immagini NASA in cui è possibile vedere la presunta astronave

Lunar orbiter 1 frame 1102 med (se si ingrandisce si vede il sito ma non si distingue chiaramente la
formazione).

Lunar orbiter 3 frame 3121 med (se si ingrandisce si vede la zona e si distingue chiaramente anche
la formazione).

Apollo 8: AS8-13-2256 (la formazione non si distingue ma il luogo è quello).

Apollo 15:

Immagini metriche : AS15-M-763, AS15-M-764, AS15-M-765, AS15-M-766, AS15-M-1037,


AS15-M-1038,AS15-M-1039, AS15-M-1040, AS15-M-1041 AS15-M-1333, AS15-M-1334, AS15-
M-1334, AS15-M-1335, AS15-M-1336, AS15-M-1579, AS15-M-1580, AS15-M-1581, AS15-M-
1582, AS15-M-1583, AS15-M-1720, AS15-M-1721, AS15-M-1722, AS15-M-1723, AS15-M-
1724.

Immagini panoramiche: AS15-P-9625, AS15-P-9630, As15-P-9632.

Apollo 17:

Immagini metriche: AS17-M-2170, AS17-M-2171, AS17-M-2172, AS17-M-2173, AS17-M-2612,


AS17-M-2613, AS17-M-2614, AS17-M-2615, AS17-M-2805, AS17-M-2806, AS17-M-2807,
AS17-M-2808.

Immagini panoramiche: AS17-P-2806, AS17-P-2801, AS17-P-2799, AS17-P-2797.

Hasselblad 70 mm camera: AS17-139-21284.

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Sitografia

http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo19CDR-
interview.htm
http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo20-
InterviewWithWilliamRutledge.htm
http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo20-
InterviewWithWilliamRutledge.htm
http://www.abovetopsecret.com/
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread347845/pg11
http://www.youtube.com/?gl=IT&hl=it
http://www.lpi.usra.edu/
http://apollo.sese.asu.edu/
http://en.wikipedia.org/wiki/Canceled_Apollo_missions
http://www.astronautix.com/flights/apollo20.htm

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