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di Paolo Ricca
Una chiesa maschile
Una storia che verr
Siamo ad una specie di aurora. Gli studi sulla donna nella Bibbia e nella storia delle
comunit cristiane sono una novit recente, noi siamo i testimoni di un'esperienza che sta
cominciando, un po' come avvenne nelle prime comunit cristiane. Per quella generazione
fu una novit tanto grande che poi venne ridimensionata rapidamente. Era troppo grande.
Ebbene la nostra generazione sta vivendo qualcosa di analogo: si sta recuperando il
posto della donna nella Chiesa. Sono i primi vagiti di una storia che verr, che sta
venendo.
Lo spirito profetico
Nel cristianesimo nascente la donna poteva svolgere diversi ruoli. Il primo emerge
dal racconto biblico della Pentecoste, secondo cui l'apostolo Pietro, nel discorso della
prima predicazione cristiana, cita quel versetto del profeta Gioele dove si dice che Dio,
negli ultimi giorni, spander il suo Spirito su ogni persona: "i vostri figli e le vostre figlie
profetizzeranno". Lo Spirito dunque sparso su ogni carne, non si ferma davanti alle
differenze di sesso.
Anche nella Chiesa di Corinto c'erano delle profetesse (1 Cor 11,5). Paolo non contesta
affatto alle donne di profetizzare, ovvero di fare discorsi ispirati, di pregare in una certa
maniera, di annunciare le cose che devono accadere ecc. Nella stessa lettera ai Corinti c'
anche la famosa frase "le donne tacciano nell'assemblea", anche se pochi versetti prima
l'apostolo Paolo aveva detto il contrario,ovvero che la donna pu profetizzare purch
abbia il capo velato. Gli studiosi hanno allora creduto che la frase "tacciano le donne
nell'assemblea" sia una interpolazione successiva per armonizzare ildiscorso di Paolo con
quello contenuto nella prima lettera a Timoteo: "vieto alle donne di profetare".
Tuttavia il tema ora rilevante che la profezia uno degli ambiti in cui le donne hanno
esercitato un ruolo, anche se all'interno della comunit cristiana - dalla seconda met del I
secolo si diffonde un movimento contrario che tende a ridurre le donne al silenzio.
Questo spiega quanto accaduto nel II secolo, e cio la nascita di un movimento che la
Chiesa ha giudicato eretico, il montanismo. Il montanismo era un movimento le cui figure
centrali erano donne:
Priscilla, Massimilla, Quintilla. Il movimento montanista tende a recuperare la parola
profetica delle donne, proprio mentre era in atto la tendenza a monopolizzare la parola
nelle figure del presbitero e del vescovo, quindi in figure maschili. Questo movimento
viene giudicato eretico proprio perch ridava la parola alle donne.
Lo spirito di servizio
Ci sono numerose figure femminili, evocate dall'apostolo Paolo nelle lettere ai Romani
(cap. 16) e ai Filippesi (cap. 4), che vengono chiamate "mie collaboratrici nelle fatiche
apostoliche, nella diffusione dell'Evangelo, nella predicazione, nella missione". Nella
lettera ai Romani colpisce il numero elevato di donne che ospitavano le comunit cristiane
nelle loro case e di conseguenza
svolgevano funzioni ministeriali.
In un libro cosiddetto apocrifo, quello degli 'Atti di Paolo e Tecla' presente una ipotetica
discepola di Paolo (siamo nel Il secolo probabilmente). Anche se il personaggio non
necessariamente storico, in questi Atti (capitolo 42) Paolo dice a Tecla: "va e insegna la
parola di Dio", e Tecla non solo insegna la parola di Dio, ma anche battezza e opera delle
guarigioni.
tuttavia non era quella di liberare le donne o gli uomini dalla loro condizione di monaci o di
suore, bens era la conseguenza di una visione del cristianesimo propria della Riforma:
ovvero esiste un'unica condizione cristiana comune a tutti. E ognuno deve vivere nella
citt, nella comunit, nel mondo, e non in un luogo protetto e appartato come il convento,
che assicurava in qualche modo protezione e garanzie.
Il sacerdozio universale
La Riforma affermava l'idea del sacerdozio universale dei credenti, secondo la quale tutti i
battezzati sono sacerdoti. Ogni battezzato, dice Lutero, sacerdote, vescovo e papa.
Il battezzato , in quanto tale, abilitato a esercitare qualunque ministero nella Chiesa.
Su questo punto tuttavia la Riforma non stata fedele a se stessa, perch la donna
sempre stata battezzata, dunque potenzialmente ministro, ma di fatto in nessuna
Chiesa della Riforma la donna ha occupato una posizione di ministro, n a livello
pastorale, n a livello diaconale, n a livello liturgico, n a livello catechetico. una grande
contraddizione che la Riforma non stata in grado di superare. La ministerialit rimasta
saldamente in mano agli uomini.
Le mogli dei pastori
Il pastore, il prete sposato, in Occidente, era una figura completamente nuova, e le mogli
dei pastori hanno svolto un ruolo poco conosciuto, poco descritto, in gran parte ignorato
ma realmente vissuto. Spesso le mogli sono state riconosciute de facto (non
giuridicamente) dalla comunit come un secondo pastore e hanno svolto ruoli di
grandissimo valore e significato. Hanno anticipato il pastorato femminile
Il ruolo di predicatrici fu svolto dalle donne nella Germania nazista, perch la Germania
nazista ha
perseguitato una parte della Chiesa evangelica , e molti pastori furono internati nei campi
di concentramento o incarcerati. Le loro mogli allora li sostituirono nella predicazione dal
pulpito. un fatto poco noto ma estremamente significativo. Come si vede, si tratta
sempre di emergenze, di situazioni eccezionali: in situazioni normali le donne erano
ancora escluse dal ministero.
Mondo protestante:
Nel corso dei secoli, in alcuni gruppi marginali del protestantesimo, la donna recupera il
diritto di parlare in pubblico e di predicare.
Nell'Ottocento,in alcuni gruppi protestanti si assiste alla nascita del diaconato femminile:
vengono create le cosiddette diaconesse, che sono il corrispettivo protestante delle suore
cattoliche. Esse hanno un loro vestito, fanno i voti di castit, di vita comune, di
obbedienza, di servizio e di povert e svolgono un ruolo fondamentale negli ospedali e in
tutte le attivit caritatevoli. Questa istituzione oggi al tramonto ma ha svolto un ruolo
molto rilevante nella storia del protestantesimo.
Infine nel XX secolo si realizza il pastorato femminile, cio l'attribuzione alla donna del
principale ministero proprio delle chiese protestanti.
Dal pastorato femminile si passati anche all'episcopato, sia nelle chiese luterane, sia
nella chiesa anglicana. Va specificato che non si tratta di una acquisizione generale in
tutto il protestantesimo, anzi vi sono delle chiese di tipo fondamentalista che non
riconoscono il pastorato femminile e lo contrastano al loro interno.
All'alba di una storia nuova
In ambito cattolico le idee relative alla donna resteranno pressoch invariate per tutto
l'arco di tempo che va dal Medio Evo fino a tempi recenti. Anche nuovi testi biblici saranno
interpretati in modo manipolatorio per giustificare la subordinazione femminile.
E' stato studiato come l'elaborazione della demonologia e la conseguente caccia alle
streghe trovino origine dal fatto che le donne iniziavano ad assumere funzioni e ruoli
sempre pi emergenti anche nella mediazione con il soprannaturale, prerogativa esclusiva
dell'ordine sacerdotale, e quindi prettamente maschile. Le argomentazioni che la teologia
cattolica porta per motivare l'esclusione delle donne dal sacerdozio sono: scarsa ragione,
debolezza d'animo, loquacit, la femminilit intesa come uno stato d'irregolarit, implica
un difetto del corpo ed un'imperfezione tramite la quale il diavolo ha sparso il veleno
sull'umanit; non possono nemmeno essere governate da altre donne ma solo da maschi.
Eppure, se percorriamo la storia della Chiesa, scopriamo numerosissime figure di donne,
alcune delle quali proclamate sante, che operano direttamente a servizio degli ultimi,
negli ambienti pi miserevoli, esse riescono a portare cure e conforto a chi soffre e ad
occuparsi dei loro bisogni. Le possiamo trovare -ma sempre in penombra- a fianco di
pontefici, come sostegni spirituali (esempio Caterina da Siena che verr chiamata dal
papa stesso per aiutarlo a rientrare da Avignone a Roma)
Occorre aspettare il CONCILIO VATICANO II perch si attui una svolta epocale.
Nella Gadium et Spes Giovanni XXIII e Paolo VI affermano che la donna creata
pienamente a immagine di Dio, nel suo corpo e nella sua anima.
Seguir nel 1988 la lettera apostolica Mulieris dignitatem in cui Giovanni Paolo II afferma
in modo esplicito: "l'uomo una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue
infatti sono stati creati a immagine e somiglianza del Dio personale." Il testo cambia
completamente l'impostazione teologica di millenni di discriminazione ed il Papa dichiara
non evangelici, cio lontani dallo spirito con cui Cristo ha trattato le donne rivelandone la
piena dignit, alcuni testi biblici che erano stati utilizzati per giustificare l'inferiorit della
donna.
La Mulieris dignitatem afferma che Maria, in quanto donna rappresenta l'umanit e,
proprio perch donna, vive la pi perfetta forma di unione con Dio.
Questa la storia che abbiamo alle nostre spalle. Direi che finita la preistoria: tutta la
storia dell'emarginazione della donna, la storia che in un modo o nell'altro sottomette la
donna all'uomo, privandola delle possibilit che appartengono all'umano, oltre che
ovviamente al cristiano, rientra nella preistoria. Oggi siamo all'alba di una storia che deve
ancora essere scritta.
In questi tempi nuovi, bisogner ripensare, riflettere, rimeditare il rapporto uomo-donna,
che dovr essere rivissuto in profondit.
Forse il grande problema , come riuscire a mantenere la differenza uomo-donna senza
ricadere nella disuguaglianza. Perch se la disuguaglianza stata un crimine contro
l'umanit, anche la perdita della differenza sarebbe una diminuzione dell'umanit.
Quindi nulla facile, per bello avventurarsi in questa riscoperta di noi stessi, a partire
dal fatto che, prima della differenza sessuale, c' l'alterit: l'altro umano.
L'aspetto fondamentale riconoscere che tu non sei te stesso da solo, ma sempre con
l'altro dell'altro diverso da te e credo che la comprensione del valore delle differenze sar
un bene e una evoluzione per tutti.