pos sappe 1-70
L. 4.300
soggi e documenti per unastorio di closse
Sarebbe impossibile evitare i proble-
‘mi che gli avvenimenti polacchi han-
‘no sollevato e del resto noi non ci vo.
‘sliamo sostituire alla stampa d'infor-
I
quello che é avvenuto dentro la classe operaia e la sini-
stra italiana dopo il 13 dicembre 1981: con La classe
‘operaia italiana e ka Polonia discutiamo della passivi
UU della classe e delle sue possibili ragioni, delle con-
traddizioni che percorrono la sinistra nei partiti e nel
sindacato.
Non é solo da li peré che nascono i problemi relativi
alla comprensione dei comportamenti di classe, E al-
lora apriamo un discorso su Milano che in prospettiva
sipone lobiettivo di fare avanzare l'analisi della com:
posizione di classe attuale nella metropoli lombarda,
Dopo la FIAT l’Alfa? fissa lattenzione sulle vicende
recenti, in cui gli operai del gruppo Alfa Romeo han-
no aperto grosse contraddizioni anche nel rapporto
con i propri vertici sindacali. Due Interviste con al
ni lavoratori di Arese ripercorrono gli alti e bassi degli
tltimi mesi, dalla bocciatura della piattaforma sinda-
giorno per giorno ha
accontato € racconta cosa succede
Cerchiamo invece di ragionare su
cale sul 160% alla Cassa integrazione a zero ore per
7.000 lavoratori ottenuta da Massacesi. L’autunno
aldo del precai
della lotta dei precari milanesi nel
to sociale & invece la ricostruzione
riodo del censi
mento
La questione della scala mobile ha occupato le pag:
ne dei giornali per quasi due anni in una discussione
dalle tante voci; con Scala mobile: analisi di un dibat-
ne ripercorriamo i tratti salienti, mo-
nolti vizi e le poche virti di una discussione
ia una pregiudiziale antioperaia. Dalla ero-
nnaca alla storia dell’inflazione in un contesto politico
senz’altro. molto diverso: Un elogio dell'inflazione
nell’ URSS del 1920 analizza le ipotesi di intervento
sull’economia elaborate da Evgenij A. Preobrazenskij
nella fase post-rivoluzionaria.
Con Il Grande Calibano: Ia lotta contro il corpo ti
belle affondiamo nella storia dell"Occidente, fino al
Seicento, la lama di rasoio di una lettura in chiave
femminista dell’assoggettamento del corpo alla logica
dell’ordine borghese. Questo saggio entra nel quadro
del nostro ragionare sulla storia, sulle correnti su cui
si € mossa la nostra civilta e sulle categorie neces:
per interpretarla, E il Convegno su «Memoria operaia
e nuova composizione di classe», da noi organizzato a
Mantova con I’Istituto E. de Martino nell’ottobre '81
diventa qui occasione per le riflessioni ulteriori di Dal
Convegno di Mantova in poi. Infine, a prosecuzione
del dibattito aperto sul numero 14 ¢ continuato sul
numero 16 di «Primo Maggion, ospitiamo un nuovo
intervento su Ontologia dell’essere sociale e composi
tito rece!
strando
dominataSommario
3 Laclasse operaia italiana ela Polonia
11 Milano nella crisi
13. Dopola FIATIAIfa?
Interviste:
15 a) Ltassemblea del 14 gennaio sul 16%:
«alo non me l'aspettavo. E stato un miracolon.
19 _b) Massacesi contento dei sindacat
Ci siamo sbagliati in questa previsione di confitualitd accesa. Tanto meglio».
23 Lrautunno caldo del precariato sociale
28 Scala mobile: anaisi del dibattito recente
37 Unelogio dell'inflazione nell'URSS del 1920,
458. U1Grande Calibano: la lota contro il corpo ribelle
58. Memoria e composizione di classe: dal Convegno di Mantova in poi
59 Unintervento su ontologia dell'essere sociale e composizione i classe
(Cesare Bermani
CS.-DP.
Domenico Potenzoni
Cosimo Scarinzi
Riccardo Bellofiore
Alessandro Arcangeli
Silvia Federici
Bruno Cartosio
Giuliano Naria
Hanno collaborato alla preparazione di questo numero: Alessandro Arcangeli, Mario Barbi, Riccardo Bello-
fiore, Cesare Bermani, Bruno Cartosio, Gianni Crespi, Paolo Bertella Farnetti
silvia Fed
ici, Polda Fortuna-
ti, Biagio Longo, Brunello Mantelli, Valerio Marchetti, Marcello Messori, Primo Moroni, Domenico Potenzo-
ni, Marco Revelli, Cosimo Scarinzi, Nino Scianna, Flaviano Schenone, e gli operai dell” Alfa Romeo: Leonar-
do, Marcello e Roberto.
Direttore responsabile: Cesare Bermani. Autorizzazione Tribunale di Milano N. 248
‘del 146-1973. Proprietario esercente l'impresa giornalistica: Associazione Cultu-
fale 1* Maggio. Redazione, amministrazione: Primo Maggio, Via Decembrlo 26,
20137 Milano, Gorrispondenza a: Primo Maggio, C.P. 10168 Milano. Impostazione
{grafica: Giancarlo Buonfino. Composizione: Videostena snc, Via Decembrio 26,
Milano. Stampa: Arti Grafiche Decembrio Srl, Via Decembrio 28, Milano.Lo dasse operaio italiana
La classe operaia nel suo complesso non ha manife-
stato la propria solidarieta ai lavoratori polacchi,
Sin dal 14 dicembre, a botta calda, mentre a Milano
si svolgeva al mattino una manifestazione di circa
20.000 studenti, un comizio indetto nel pomeriggio
dal sindacato in Piazza del Duomo si teneva di fronte
pochi gruppi di lavoratori, e dalle fabbriche arriva-
vano segnali di apparente apatia, se non proprio gia di
dissenso. A Torino lappello sindacale a uno sciopero
di solidarieta di un’ora era sostanzialmente disatteso,
tanto che si potevano contare sulla punta delle
fabriche che si fermavano o nelle quali si tenevano a
semblee di solidarieta. In particolare, era la FIAT a
non rispondere. A Roma un corteo cui partecipavano.
circa 5.000 giovani, denotava la pitt totale assenza di
‘operai e una scarsissima presenza di militanti del PCL
Solo il giorno seguente a Bologna, dove era stato in-
detto uno sciopero di due ore, si vedevano in piazza
5.000 operai, ma fabbriche come la Wragmatic si ri-
avano di scioperare e alla Menarini solo dopo tre
ore di accanita discussione si riusciva a stilare un ordi-
ne del giorno. A un grande comizio indetto dal sinda
cato a Roma, di fronte a Lama non vi erano pitt di
20.000 persone, che davano peraltro Pimpressione
luno scarso convincimento, mentre segnali del disse
so operaio si manifestavano un po’ in ogni parte
d'ltalia. 11 19, due manifestazioni promosse dai Co-
mitati della Pace con I'appoggio del sindacato erano
un vero ¢ proprio fallimento: a Roma i partecipanti
erano 7.000, a Milano forse 5.000, in prevalenza stu-
denti. Pochi i militanti del PCI, assentij lavoratori. 1]
sindacato si azzardava nuovamente a indire una mani
festazione soltanto il 13 febbraio a Milano, ma mal-
grado il grosso sforzo di mobilitazione i partecipanti
on erano pitt di 30.000, tra eui quasi un terzo del
Movimento Popolare ¢ di Comunione ¢
Liberazione.Questi ultimi, che distribuivano preghie-
re per la Madonna nera di Czestokowa, venivano ac-
colti all’angolo di via Palestro da un gruppo di giova-
ni con fischi e urla di «Papa polacco sul Salvador sei
fiacco. Ancora una volta pochi gli operai. Dietro lo
striscione dell’Alfa Romeo — fabbrica ad altissima
sindacalizzazione e con una forte sezione del PCI, do-
ve tuttavia nell’assemblea sul tetto del 16 per cento la
stragrande maggioranza si era espressa negativamente
€ di lia poco il sindacato sarebbe uscito con le os
rotte dai criteri di composizione delle liste di cassain-
tegrazione, un vero e proprio pogrom — gli operai
non erano pid di una trentina. Pochi anche dietro gli
striscioni della Montedison di Castellanza ¢ della
Falck. Tra altri sparuti gruppi di lavoratori dissemi-
nati nel corteo campeggiavano degli striscioni che la
ano trapelare apertamente un dissenso per il fat-
to che la manifestazione fosse stata indetta per i soli
avvenimenti polacchi e con la presenza di Comunione
Liberazione: «A fianco dei lavoratori polacchi ma
senza Reagan»; «E un amico sincero dei lavoratori
polacchi chi tace per la Turchia?»; «Nel Salvador am-
‘mazzano la gente € papa Woityla non dice niente».
Di contro, una nuova manifestazione organizzata
dal sindacato per il Salvador ha avuto a Bologna il 13
‘marzo un pieno sucesso.
1 «silencio operaio sulla Polonia» ha in realta tutte
le caratteristiche di un esplicito dissenso dalla siru-
‘mentalizzazione degli avvenimenti polacchi operata sia
dalle organizzazioni cattoliche sia da quelle della sini-
stra,
In questa occasione, secondo numerosi giornalisti e
commentatori, gli operai comunisti avrebbero dimo-
strato di gravitare inequivocabilmente nell’orizzonte
mentale di un rozzo stalinismo, di essere «kabulisti»,
di avere in testa un'immagine manichea del mondo.
Per essi insomma il «socialismo reale» rappresente-
rebbe tuttora il progresso, il mondo capitalista la rea
Veramente il dissenso operaio va letto cosi?
Diciamolo chiaramente: i boicottaggio delle mani-
festazioni per la Polonia ha avuto anzitutto il signifi
cato di un dissenso dalle linee politiche del sindacato
del PCL
Che valore potevano infatti avere delle manifesta:
zioni di solidarieta con i lavoratori polacchi promosse
da un sindacato da tempo privo di un disegno comu-
ne, diviso, indebolito dalla scontitta politica della fine
degli anni settanta, da una mancata risposta alla crisi,
da un incapacita di arginare loffensiva padronale ¢ di
contrapporsi efficacemente ai processi di ristruttura-
Ricordiamo tutti con rabbia l'autunno torinese di
due anni fa, con i vertici sindacali che avallavano
quella lotta alla Fiat, ¢ sia pure gid nel segno di una
sconfitta, dichiarando demagogicamente con Giorgio
Benvenuto «o la Fiat molla o molla la Fiat», in attesa
che la lotta cominciasse a logorarsi per mollate loro la