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DISCRIMINAZIONE DI PREZZO

Il produttore discrimina il prezzo quando due unit dello stesso (simile) bene fisico vengono
vendute a prezzi diversi. La definizione eccessivamente restrittiva: si accetta abitualmente di
definire discriminazione la presenza di differenze di prezzo non corrispondenti a differenze di costo
(o meglio differenze del rapporto fra prezzi rispetto al rapporto fra costi marginali, Stigler, 1987)
Tre le questioni che determinano la declinazione del fenomeno della discriminazione in tutte le sue
varianti: potere di mercato (il bene deve poter essere venduto sopra al costo marginale),
opportunit di arbitraggio (sottomercati effettivamente separati) e conoscenza delle
caratteristiche individuali
Definizione di Pigou (1920):
primo grado: discriminazione perfetta;
secondo grado: tariffe condizionate alla quantit di acquisto (o a qualche altra strategia del
consumatore, qualit per esempio self-selection);
terzo grado: tariffe condizionate alla identit del consumatore (classificazione)
Classificazione esogena o endogena (infuenzabile o non influenzabile)
Trasferibilit del bene (il bene viene consumato da chi lo ha comprato) e trasferibilit della
domanda tra diverse combinazioni del bene (ognuno compra il bene nella configurazione che era
stata progettata per lui)
Domande rilevanti:
quali sono le strategie ottimali di discriminazione?
quanto desiderabile socialmente la pratica di discriminazione?

DISCRIMINAZIONE DI PRIMO GRADO (mercato monopolistico)


Equivalente a una singola offerta di tipo take-it-or leave-it per ogni consumatore del quale si
conosce la domanda, e con la quale il produttore cerca di estrarre il massimo ricavo dal mercato
In un sistema economico a due beni (bene in esame e numerario; {0, W} la dotazione del
consumatore), ci significa offrire xi al prezzo complessivo (W yi) tale per cui ui (xi,yi) = ui (0,W),
sempre che i costi di produzione non siano troppo alti
La discriminazione di primo grado produce una quantit di bene Pareto-ottima: il problema del
monopolista , per ogni consumatore:
max [pi x i c x i ]
x i ,p i

s.t. ui (x i , W pi x i ) = ui (0, W )

Quello sopra un problema di allocazione ammissibile nel quale un soggetto massimizza la sua
utilit non riducendo quella degli altri: per definizione Pareto-efficiente
Le offerte take-it-or-leave-it tendono a mancare di credibilit ed inoltre linformazione sulle
preferenze dei consumatori non usualmente disponibile
Le contrattazioni private sono ci che pi si avvicina a una discriminazione di primo grado; le aste
sono meccanismi per estrarre il massimo possibile del surplus del consumatore tramite concorrenza
tra i consumatori stessi

DISCRIMINAZIONE DI TERZO GRADO


Si ipotizza la possibilit di segmentazione del mercato in sottomercati e assenza di arbitraggio (tra
sottomercati). In altri termini possibile una tariffa (totalmente lineare) per ogni singolo
sottomercato. Di ogni singolo sottomercato sono poi note le condizioni di domanda
Si ottiene una regola di tariffazione ottima che sfrutta la regola dellinverso dellelasticit della
domanda

1
pi (x i )1 = c pi (x i ) > p j x j sse i < j
i

( )

Per definizione il monopolista che discrimina fa pi profitti rispetto al caso di prezzi uniformi
Rispetto al caso con prezzi uniformi, i consumatori con bassa elasticit risultano danneggiati
rispetto a quelli ad alta elasticit
Nel caso in cui la classificazione sia su una variabile influenzabile (il consumo in ogni segmento
influenzato da tutti i prezzi, cio xi = xi(pi,pj) o equivalentemente pi = pi(xi,xj))

p j

x =c
= pi x i + p j x j c (x i + x j ) pi (x i )1 +
i x i j

Varian (1985) dimostra che le variazioni di welfare W che si ottengono introducendo una tariffa
discriminata (di terzo tipo) p1 al posto di una tariffa uniforme p0 su tutti gli m mercati soddisfano i
seguenti limiti:
p0 x c W p1 x c
che - nel caso di costi marginali costanti c - diventa:
(p0 c) xi W (pi c) xi
In termini di welfare, cio, laumento della produzione una condizione necessaria affinch
leffetto della discriminazione sia positivo (dallupper bound). Peraltro sufficiente (dal lower
bound) che la profittabilit del nuovo output sia superiore a quella del vecchio se valutata ai nuovi
prezzi
Questa propriet del tutto generale e non richiede alcuna ipotesi circa il comportamento
dellimpresa
Se il monopolista massimizza i suoi profitti, una condizione sufficiente affinch si possa affermare
che la discriminazione aumenta il surplus (supponendo due i sottomercati e costi marginali c
costanti) che:
(p0 c) [x1(p0, p0) + x2 (p0, p0)] (p1 c) x1 (p0, p0) + (p2 c) x2 (p0, p0)
Questa seconda condizione utile in quanto test che non richiede di conoscere le quantit postdiscriminazione, ma solo i prezzi

DEFINIZIONE DEL MERCATO


Il problema del monopolista talvolta un problema di definizione del mercato: Happy hour
problem
max

p1 , p2 ,T

[(p1 c )X1 (p1 ,T ) + (p2 c )X2 (p2 ,T )]

FOC (pi c )
(p1 c )

X i
+ X i (pi ,T ) = 0
pi

i = 1,2

X1
X
+ (p2 c ) 2 = 0
T
T

Risultato generale: il social welfare si incrementa sempre spostando T in modo da aumentare la


dimensione del sottomercato con prezzo inferiore Happy hour theorem: lhappy hour
sempre troppo corto

DISCRIMINAZIONE DI SECONDO GRADO


TARIFFE A DUE PARTI
Schema tariffario della tariffa a due parti: e canone, p prezzo marginale costante
U (x,y;ti) = y + u (x; ti)
s.t. e + p x + y = W
[r = e + p x]

Max(x) u (x; ti) - r


U(xi*,yi*;ti) = u (x*(p; t); t) - p x*(p; t) e + W = v(p; t) - e + W
v(p;t) lutilit indiretta (quasi-lineare e separabile) del consumatore di tipo t per il consumo
della quantit ottima del bene (normalizzata a 0 la u(0)) al netto del canone
I consumatori entrano se U (x,y; t) U (0,W; t), cio v(p; t) + W - e W, quindi il canone
massimo e = v(p;t), cio al massimo pu essere estratto al consumatore il surplus che pu
ottenere dal consumo ottimo del bene
Il canone massimo v(p;t) quello che poi viene effettivamente fissato dal monopolista
massimizzante, visto che influenza la scelta se consumare o meno ma non il livello di consumo
NB Roys identity: x*(p; t) = - v(p; t) / p
v(p; t) = u(x*(p; t); t) - p x*(p; t)

v(p; t) / p = u(p; t) / x x*(p;t) / p x* p x*(p; t) / p =


= x* + x*(p; t) / p [u(p; t) / x p]

UN SOLO TIPO

max [e + (p c ) x * (p; t )] max [v (p; t ) + (p c ) x * (p; t )]


e ,p

(p c )

x * (p; t )
=0
p

Se tutti i consumatori sono dello stesso tipo, limpresa pone il prezzo pari al costo marginale e usa
il canone per estrarre tutto il surplus del consumatore
Cio, il monopolista pu ottenere un profitto superiore a (pm c) x(pm)
NB I consumatori consumano ognuno pi di quanto consumerebbe con un prezzo pm
Infatti, se al prezzo concorrenziale (c) corrisponde un surplus complessivo per gli n consumatori
pari a Sc, ogni consumatore sar disponibile a pagare un canone che non superi Sc / n
Mercato completamente coperto, ovviamente
Si realizza lequivalente di una discriminazione di primo grado

DUE TIPI
La norma tuttavia che la domanda individuale sia differenziata. Analizziamo il caso pi semplice che
prevede in un mercato di dimensione unitaria la presenza di due tipi di consumatori (1 e 2 in proporzione
e 1 )
u(x; t2)>u(x; t1)
u(x; t2)/x > u(x; t1)/x
La forma che si utilizza normalmente U(x; ti) = ti V(x) r

[noncrossing condition]
con V (0) = 0, V > 0, V < 0 (t2 > t1)

Se si assume che il mercato sia coperto totalmente:

= e + (p c ) x 1 (p ) + (1 )(p c ) x 2 (p )
{e, p} vengono fissati in modo tale che e = v (p; t1) = t1 V(x1(p)) p x1(p) < v(p; t2)
Con una questa tariffa ovviamente i consumatori di tipo 2 acquistano In generale p > c e p* = p*()
r

e+px
t2 V(x) - e

t1 V(x) - e

x1*

x2*

Il monopolista massimizza quindi v(p; t1) + (p - c) [ x*1(p) + (1-) x*2(p)] soggetto a due vincoli di
partecipazione (u(xi; ti) 0) e avendo incorporato la risposta ottima dei consumatori nel proprio payoff
Lottimo identifica una delle e + p x tangenti alla curva di indifferenza di 1 che passa per lorigine
Il consumatore di tipo 2 sar caratterizzato da una curva di indifferenza tangente ad e + p x, che incrocia
lasse delle ordinate in un punto negativo (non gli viene estratta tutta la rendita) e che a destra della curva
del tipo 1, incrociandola una sola volta (grazie alla non crossing condition)
Potrebbe comunque convenire lofferta della tariffa di monopolio per il solo mercato 2, il che dipende dal
livello dei ti e di i (in quel caso il vincolo di partecipazione di 1 viene trascurato)
La discriminazione di secondo grado sfrutta la conoscenza della distribuzione della domanda individuale
rivelata allatto dellacquisto, ma non della relativa identit
Se il monopolista non pu impedire larbitraggio, anche qualora osservi ti, non pu proporre la tariffa sopra
descritta, perch in quel caso gli acquisti verrebbero fatti da un solo consumatore (di tipo 1) pagando una
sola parte fissa
Per definizione si ottengono quindi profitti superiori al caso di prezzo unitario costante (che un caso
particolare di questo con il vincolo e = 0), per i profitti sono inferiori rispetto al caso di discriminazione
perfetta (al consumatore di tipo 2 non viene estratta tutta la rendita)
In conclusione, il surplus aggregato massimo con discriminazione perfetta e minimo con il monopolio non
discriminatorio; il caso della tariffa lineare in due parti intermedio
Il surplus del consumatore va tendenzialmente nel senso opposto

TARIFFE NON LINEARI


In realt il monopolista pu fare di meglio rispetto al caso della tariffa lineare a due parti, che
solo un caso particolare di una tariffa non lineare r = r(x), che non deve nemmeno essere
necessariamente continua
In particolare il monopolista potrebbe offrire n contratti (xi, ri) [i = 1, .., n]
Si ipotizza che il produttore voglia servire tutti i consumatori (il che andr poi verificato a posteriori,
scoprendo che ci comporta i sufficientemente elevato, in quanto si potrebbe decidere di estrarre
tutta la rendita ai consumatori ad alta domanda, accettando che quelli a bassa domanda non
acquistino nulla)
DUE TIPI DI CONSUMATORI
t1 V (x1 ) r1

t 2 V (x 2 ) r2
t1 V (x1 ) r1

t 2 V (x 2 ) r2

0
0

[participation

constra int ]

t1 V (x 2 ) r2
[self selection constra int ] o [incentive compatibility constra int ]
t 2 V (x 1 ) r1

Lobiettivo di massimizzare i profitti per il monopolista fa s che due dei quattro vincoli sopra
stringono: in generale al tipo 1 viene estratta la massima disponibilit a pagare per consumare
[PC1] e al tipo 2 la massima disponibilit a pagare per preferire x2 invece che x1 [SSC2]
r1 = t1 V (x 1 )

r2 = t 2 V (x 2 ) t 2 V (x1 ) + t1 V (x1 )

La massimizzazione del profitto


del monopolista
= (r1- c x1) + (1-) (r2- c x2)
determina:
t 2 V (x 2 )
=c
x 2

t V (x1 ) t1 V (x1 ) 1
t1 V (x 1 )
=c+ 2

x 1
x1
x1

Il consumatore a bassa domanda consuma una quantit di bene inefficientemente bassa, al


contrario del soggetto ad alta domanda, che consuma la quantit ottima

APPLICAZIONI
DISCRIMINAZIONE LUNGO LA FILIERA
Due particolarit per la discriminazione nei mercati di beni intermedi rispetto al caso generale:
- la domanda delle imprese acquirenti sono rese sono interdipendenti dalla domanda finale;
- gli acquirenti hanno lopzione di integrarsi verticalmente a monte
In termini di valutazione di welfare ci significa che bisogna anche valutare lefficienza della
competizione sul mercato a valle e le inefficienze produttive causate dalla pratica discriminatoria
Katz (1987) dimostra che se esclusa lintegrazione verticale, offerta e welfare sono inferiori in
presenza di discriminazione: sotto ragionevoli assunzioni, le tariffe discriminate sono sempre
superiori ai prezzi omogenei
Katz dimostra inoltre che la discriminazione tende ad escludere lintegrazione verticale, il che
potrebbe giustificare la discriminazione se essa impedisce inefficienti integrazioni a monte. Tra
laltro le imprese grandi spesso hanno domanda pi elastica e sono favorite da discriminazione
Il controllo (integrazione) verticale pu essere usato come strumento discriminatorio se si vogliono
trattare separatamente sottomercati tra i quali possibile larbitraggio

BUNDLING
Formalmente un problema di discriminazione del secondo tipo, cio di non linear pricing
particolarmente efficace quando la valutazione dei beni da parte dei consumatori correlata
negativamente

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