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Il Sole-24 Ore :: Domenica :: 3 Febbraio 2008 - N.

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Economiaesociet
Costellazioni post-nazionali

Diritto e rovescio

Illocalismo globale
DOMENICO ROSA

Saskia Sassen
analizza
i risvolti sociali
dellapertura
dei mercati
di Valerio Castronovo

La mondializzazione
anche la somma
di molte realt parziali
che interagiscono
tra loro in modi inediti

uando si parla di globalizzazione, si continua


in genere a puntare i riflettori sulle sempre pi
strette connessioni sistemiche dei mercati finanziari, sullinternazionalizzazione della produzione manifatturiera, sulla liberalizzazione degli scambi e lorganizzazione del commercio su scala mondiale, nonch su determinate forme
di cosmopolitismo, emergenti o in
via di allargamento, sul piano giuridico e normativo. Ma non si tratta
delle uniche importanti componenti e dinamiche dei processi globali in
atto. Altrettanto rilevanti, anche se
meno appariscenti, sono infatti i fenomeni e le trasformazioni che stanno avvenendo nellambito dei singoli contesti nazionali e subnazionali,
in un numero crescente di Paesi del
mondo, per via delle molteplici implicazioni dirette o indirette della
globalizzazione.
Senonch, per comprendere e valutare in tutta la loro portata le ripercussioni e gli effetti molecolari di
questa svolta epocale, che riguardano non solo il versante economico e
tecnologico, ma anche la sfera politico-sociale e il versante culturale, occorre inforcare delle lenti appropriate, adottare nuovi efficaci strumenti
analitici e interpretativi. quanto sostiene appunto Saskia Sassen, docente di sociologia alla Columbia University, in un saggio che una radio-

to sta generando un processo di denazionalizzazione, e dallaltro causa


ondate di disorientamento ed estraneit in molti individui se non in intere comunit. E anche in questo caso
sono le maggiori citt dellOccidente lepicentro sia di queste nuove forme dinsediamento sia delle rivendicazionidi cittadinanza contro lemarginazione espresse dagli immigrati.
Inoltre, ed un ulteriore risultato
della globalizzazione, sono comparse sulla scena due nuove classi sociali: la prima, costituita da un ceto professionale specializzato e di livello
elevato, in linea con le culture neo-liberiste del capitalismo avanzato e in
grado di agire convenientemente e
vantaggiosamente nellambito dei
processi globali di ristrutturazione
economica; laltra, invece, composta
da un ampio ventaglio di lavoratori

grafia delle strategie e delle traiettorie transazionali, e, insieme, un programma di ricerca per le scienze sociali che consenta di mettere meglio
a fuoco i mutamenti di scenario e di
prospettiva in corso, a seconda delle
modalit in cui essi vengono recepiti
esi riproducono nelle specifiche condizioni di ciascun Paese.
Di fatto, risulta sempre pi ampia
e complessa la gamma di influssi e
orientamenti, di opportunit e di interdipendenze, ma anche di contraddizioni e pulsioni reattive, che la globalizzazione sta suscitando, man mano che essa acquista sempre pi spessore, scompaginando perci sistemi
di governo e gerarchie, codici e procedimenti, imperniati sino a oggi sul-

lo Stato nazionale e sui suoi ordinamenti. E ci con una forza durto dirompente, ben pi intensa e capillare di quella dispiegata in passato da
determinati rivolgimenti politici e
dallespansione coloniale.
Quanto sia consistente limpatto
dei processi globali, e al tempo stesso pervasivo e trasversale il loro raggio dazione, lo si pu constatare non
solo in riferimento allo spazio nazionale, ma anche a livello regionale, urbano e locale, seppure siano presenti
in questi alvei territoriali istituzioni
e consuetudini,vocazioni e subculture, peculiari e radicatesi da tempo.
Fra i cambiamenti pi tangibili
prodotti da questa sorta di fiume in
piena, lautrice sottolinea in partico-

lare, oltre alla crescita delle attivit


sovranazionali dello Stato, tre fenomeni. Il primo delle quali risiede nella nuova configurazione che vanno
assumendo le principali aree urbane, in quanto sedi per eccellenza di
grandi multinazionali e di cospicue
centrali finanziarie e, per contro, di
movimenti no-global, di organizzazioni ambientaliste, di sodalizi impegnati nella difesa di certe tradizioni
culturali, collegati anchessi fra di loro attraverso le reti informatiche varie e filiere transnazionali.
In secondo luogo, uno degli aspetti pi evidenti della globalizzazione
rappresentato dal flusso migratorio di crescenti masse di gente dal
nord al sud del pianeta che, da un la-

occupati in settori industriali e in servizi a bassa qualificazione e a basso


salario, che va includendo la maggior parte della popolazione attiva, e
soprattutto quella immigrata. Proprio questultima componente del
mondo del lavoro finir, secondo la
studiosa americana, col prevalere di
gran lunga in futuro, in quanto risultante dalla crescente massificazione
di prestazioni puramente esecutive
o precarie determinata dalle dinamiche e dalle tipologie delleconomia
globale, oltre che connaturata a uno
scenario caratterizzato da tendenze
denazionalizzanti.
Di certo, se questa la prospettiva
che ci sta di fronte, va detto che purtroppo le politiche e gli strumenti
messi finora in atto dagli Stati e dagli
organismiinternazionali non appaiono in grado di far fronte agli squilibri
e alle questioni di fondo che stanno
scaturendo dal binomio fra globalizzazione e denazionalizzazione.
1 Saskia Sassen, Una sociologia della
globalizzazione, Einaudi, Torino,
pagg. 304, 21,50.

Giustizia ad uso
di chi ha torto
di Donatella Stasio

del vero in quel che


scrive Antoine Garapon sulle distorsioni
che i media provocano nella
comprensione dellopinione
pubblica quando parlano della
Giustizia. I mezzi di comunicazioneeillorosviluppotecnologico, secondo il filosofo del diritto
francese, hanno eccitato la pulsione voyeristica, facendo assopire il desiderio di una comprensione che vada al di l di
cicheimmediatamentevisibile.Ineffetti,raccontarelacomplessitnonunacategoriadellospiritogiornalistico.Cheattinge, piuttosto, alla semplificazione, sul presupposto che sia la
strada obbligata per la divulgazione e, quindi, per la comprensione. Un percorso che, quando
si parla di giustizia, diventa un
imperativo categorico. Poco importa se il risultato unimmagine parziale o addirittura distorta.IllibrodiLuigiFerrarella,Fine
penamai(sottotitolo:Lergastolo dei tuoi diritti nella giustizia
italiana)sfida,dunque,limpossibile: risvegliare il desiderio di
comprensione di unopinione
pubblica narcotizzata da uninformazione spot, attraverso il
racconto sobrio, a tratti umoristico, ma rigoroso della complessit delluniverso giudiziario,senzaconcessioniallademagogia,alqualunquismo,alsensazionalismo.
lastoriadi unagiustiziaschizofrenica e sprecona, ma capace
anche di trovare al suo interno i
rimedi per recuperare standard
minimi di efficienza. Una giustiziache, per colpa dei tempi biblicidelleprocedurefallimentari,fa
perdere a ciascuna impresa artigiana 6 milioni di euro ma che in
un anno di sperimentazione del
decreto ingiuntivo telematico,
nella sola Milano, ha abbattuto i

tempida 60 a 3-15 giorni, facendo


guadagnare a cittadini e imprese
dai12ai14milionidieuro.lastoriadi unagiustiziacheapplicaun
macabro federalismo risarcitorio:aMilanolaperditadellemani
diunoperaiovale420milaeuro e
a Roma 600mila; linvalidit del
50% di un 40enne vale 266mila
euronellacapitale,218milaaMilano, 182mila a Lecce o Firenze, finoai166milaeurodiVenezia,solo perch il legislatore non ha
messo a punto uno standard unico nazionale. una giustizia che
detiene saldamente, in Europa, il
primato della lunghezza dei processiecheriescepersinoatrovare un rimedio peggiore del male,
destinato a indebitare sempre di
piilministerodellaGiustizia,inseguito dai pignoramenti e assediato dai fornitori, costretto a tagliare i fondi per il funzionamento degli uffici giudiziari, dove i
"capi", pi che dei manager sembranodeicuratorifallimentari.
Unosfasciocheproduceerrori e ingiustizie, rischia di mandareapiccoilPaeseealimentailcircuitoviziosodiunagiustiziasempre di pi a uso e consumo di chi
hatorto,nondichiharagione.Ricostruirenonaffattoimpossibile, anche se, scrive Ferrarella,
tanti sarebbero i danneggiati
daun sistemaefficiente.
Se la giustizia giusta poco
pi che uno slogan politico, la
giustizia perfetta unutopia.
Non a caso, Ferrarella chiude il
suo bel racconto con le parole
proprio di Garapon: giudicare
in democrazia unesperienza
che esige la perenne elaborazione del lutto di una giustizia perfetta.Unaveritdolorosa.Tantopi,sedellagiustizianonresta
neanche ilricordo.
1 Luigi Ferrarella, Fine pena mai.
Lergastolo dei tuoi diritti nella
giustizia italiana, il Saggiatore,
Milano, pagg. 220, 15,00.

Politica

Nostalgie civili di Follini


GRAZIA NERI

di Piero Ignazi

QUESTO MESE , L ARCHITETTURA HA

DIMENSIONI .

arebbe stucchevole dilungarsisulletanteosservazionicondivisibilicheunapersona colta e acuta come Marco


Follini ha distillato sulla politica
italiana nel suo ultimo libro, La
volpe e il leone. Lex segretario
dellUdc si conferma un politico
"eccentrico" rispetto al mainstreamnazionaleper la sincerit
criticaeautocriticaacuisottoponelasuanonbrevecarrierapolitica e per la densit delle sue riflessioni sullo spirito dei tempi.
Sul versante delle tante suggestioni su cui concordare ci limitiamoqui adue aspettiche meritanocomunquediesseresottolineati.Ilprimosiriferisceaunicasticaimmaginedelleragioniprofondedelsuccessodelberlusconismo.ScriveFollini:Berlusconi il campione populista di
unItalia che sogna, di unItalia a
colori.Unpaesechecercaunafelicit per cos dire facile, mai seriosa, non troppo impegnativa,
non troppo faticosa. Un paese
chenoncredealleregole,chediffida delle istituzioni, che si sente
soffocato da troppe leggi, troppi
divieti, troppe regole (pag. 39).
Unritrattoimpietosomacalzante dellItalia di oggi (ma anche
sempiterna) e del suo cantore. Il
secondo affronta la concezione
prevalente della politica nazionale,oscillantetratravestimen-

Ex segretario Udc. Marco Follini

to spettacolare , dove letica


ridotta a estetica, e la politica
vissuta come occasione e non
come responsabilit.
Nellanalisi di Follini vi sono
per anche interpretazioni pi
probleamtiche. In primo luogo,
laconcezionestessadellapolitica. Daccordo su tutte le analisi
impietose del suo degrado a
cui, immaginiamo, lex vicepresidente del consiglio abbia assistito angosciato e impotente
ma la politica non un insieme
direlazioniediprocedure,diso-

lidarieta; e scambi a cui allude,


con nostalgia Follini: qui manca
la dimensione del potere. Quel
potere che e su questo affiora
il mio dissenso stato malamente esercitato anche dalla
classe dirigente dei primi anni
della repubblica.
Il passato fa sempre le nevi
pi bianche ma la nostalgia un
prisma ingannatore. La dura realtcheigravidifetticheciportiamo ancora addosso sono da
addebitare proprio alle scelte di
quelleclassidirigenti(conunsola grande eccezione: ladesione
allEuropa e al Patto atlantico):
lo sviluppo distorto e ineguale,
la devastazione del territorio, le
connivenze tra affari e politica,
larretratezza nella legislazione
su tanti aspetti della vita civile
(dal delitto donore al reato
dadulterio), lassistenzialismo
al posto del welfare, il favore al
posto del dovuto, il privilegio al
postodel diritto. Tuttoquesto ci
vienedaglianniCinquantaeSessanta. (E del resto anche Follini
ammette che mancata una dichiarazionecollettivadiresponsabilit la "grande confessione" della vecchia dirigenza democristiana). Poi pu essere venutoanchedipeggio,dalterrorismoalpopulismomediaticopassando per lesplosione del debito pubblico. Ma questi deficit si
sono poggiati sopra spalle gi
gravate dai precedenti "cari-

chi".Perquestolindulgenzaverso il passato mal riposta. E venendo ai nostri tempi, proprio


vero che viviamo, in una societ
in cui lequilibrio tra il presente
e il futuro si rotto, producendo
una societ di padri "che ha vinto contro" i figli? In realt, siamo
al fallimento dei padri perch,
alimentandogioiosamenteildebito pubblico nellebbrezza del-

Sognando un Paese
migliore e pi tollerante
lex segretario Udc si rif
a un passato che in realt
alla base dei mali di oggi
ledonismo reaganiano di dagostinianamemoria,hannosottratto il futuro "economico" ai propri figli: ma soprattutto non li
hanno educati a prendere nelle
loro mani il loro futuro. Un paese popolato di bamboccioni
amorevolmente accuditi e vezzeggiati da madri e padri, nonni
e zie (non necessariamente vecchie), un paese prono alla "pochezza morale" e alla anoressia
creativa.Spettaquindiallagenerazioneinvisibiledeitrenta/quarantennifarsiavantiperarrestare il declino della societ italiana. questo il messaggio, sottilmenteautocritico,diunprotagonistadellapoliticaitalianaincerca di un futuro pi civile, tollerante e (persino) morale.
1 Marco Follini, La volpe e il
leone, Sellerio, Palermo,
pagg. 84, 12,00.

Lavoratori

I racconti della flessibilit


di Cristina Battocletti
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ilsuonodiuna fisarmonica che d inizio ad Attenzione! Uscita operai, la


raccolta di racconti e di canzoni dedicate al mondo del lavoro, alla precariet, alla flessibilit. Letteratura e musica per
tratteggiare professioni e mestieri, ognuno dei quali abbinato a un brano del cd.
C la storia dellonorevole

che arringa la follaappellandosi alla flessibilit, lui che della


flessibilit di lusso, quella da
parlamentare, ha fatto un mestiere, tra condiscendenza del
pubblico e dei giornalisti, tra
la pelle della sua macchina di
grossa cilindrata e una vita di
agi. C la storia di un paio di
scarpe da tennis che unisce
due bambini dai destini opposti,quello che le indossa e quello che le cuce. C il racconto

del padre di famiglia che non


arriva a fine mese ed costretto a far andare a piedi a scuola
i figli, perch non c pi benzina nella macchina o della ragazza che trova lavoro grazie
a doti non certo intellettuali.
Racconti brevi, a volte ingenuie un po retorici, mache riescono bene a dare il polso di
quella parte della societ che
non ancora andata a far la tronista in televisione. Lantolo-

gia comprende racconti firmati da autori come Luca Ricci,


vincitore del Premio Chiara
2007, del blog letterario Nazione Indiana, come Bajani e
Krauspenhaar, e giovani giornalisti e scrittori. Il cd della
Banda Putiferio ospita artisti
come Steve Piccolo dei Lounge Lizard, Antonio Rezza, Alberto Morselli (ex Modena City Ramblers), le Fiamma fumana e molti altri.
1 Aa.Vv., Attenzione! Uscita
operai, No Reply, Milano,
pagg. 112, 19,00.

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