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ANNOTATIONI

SOPRA LA LETTIONE
DELLA SPERA DEL SACRO BOSCO
Voue

principii
fi dichiarano tutti e

Mathematic ^Naturali^,

che tn quella fipoffardefiderare. Con alcune qmjiont Notabili a


detta Spera NeceJJarie
quella fin afcodi.

Con

altri

notandi^

rari fe^reti^che in

le infrafcritte cofe, cio^e^

Vna Nuoua Se fedele ( ad verbum ) traduttione di detta Spera,


Vna Spera Theologica Diuina,& Chriftiana.
Vna Spera Platonica jCon Alcune eccitationi mathematiche , rheolo*^
giche

& diuinc.

Vna Nuoua inuentionc,&Aftronomico

inftrumento ,per fbitamcnte

fabricarc le dodici cafe celefti della figura aftronomicajfcnza altri ca-

nonijOjCalculo .Authorc

&Philopanareto.

M. Mauro FiorcntinojTheofebojPhonafco,

AL ILLVSTRISSIMO
S. COSMO DE MEDICI
DVCA DI FIRENZE
M.MAVRO FIORENTINO SERVITA. S. ET FELICITA.
come dice
il

fhikfopho nella fua

moral fhilofifhia

il

bene ferfua natura^ di

ccmmumcati ^

fe Be^o

uo^&*io uolendo quello


imitare ho fatto

non Bare

Viogene.mltando un fajjo
cono

fra

ingegni.

eulta

tanti helh

Et

deli'

pi

Voglio^com" altri di

alti dime ^academici

co/

Jiojigiouam

(s'io

&

diffi

J^athematice^

ahBratte &Jeparate dalla materia

mentodaqual

per

come

otiofo )

e.queBo faJJo meja dureza

imdgmarji cjuefte

& dal moui-

non m'inganno) penfo ( per li Jlt^

hauer alquanto fcoperta

molli^

fcatafPenfando fempre far cofa a uoBra EcceU

lema grata
dioft

&

nel tirare innanzi

&

incitare^

nohilfpiriti della citta alle cofe

li

flu^

mathema-

tiche,^ ogn altra Scienza (& ^rt e ^ oportune


necejjarie3t non

mi

&

occorrendo S, pi grato ^ ne

pi henemerho

&

di tutti l altri Budii

nuouo

Mecen^teMo Jeflinato juefld mia ( Quale la

[t

Jta) opera a uojlra Eccellenza ^ccio in luce


fauorita uada.Quella dunque pigli injte*
cura

&

me il buon animo mio in uerfo di


quando intenda ci

ejjrli

grato

milita

^nnuntiata
primo

di (jcnnaio

Vel

M.

X LV

ni appaco/e ^

) per

quella tentare. Velia

il

(& graui

re cchiero pi alte

( a commune

S,Bccellenz^a.Et

2>.

II.

SOPRA LA
ANNOTATIONI Sacro
Bofco letu
Lettione Della Spera del
Honorati Scolari Giulio Scaa i Nobili

&

Simone Strozi, Pierfranla, Gifmondo Martelli,


cefco Ginor5& Auerardo da Filicaia .Doue fi
dichiara tutti

che in quella

fi

Principii Matliematici

& Naturali

pofsin defiderarejCOn alcune

Spera neceflarie

ftioni Notabili detta

Qui& alm

notandi&rari fegreti che in quella fonafcofti.


Autore M. Mauro FiorentinOjTheofebo, Phonaico^Sc Philopanareto.

EL
che

Princpio di ciafcun libro


s*ha

(come

daefporre

dice

proemio

il

& dichiarare

commentatore nel

della philofophia

rale)Se perfettamente
re

fi

Natu-

voi efpor

& di chiarare; e neceflario

pri-

mieramente Otto col dichiarate,

& notare

L*intentione

ciOjC,

dell*

autore, Scopo

8c Soggetto

del libro.

L*utilita.

L'ordine

La

LaProportionc

La

Diuifione.

cedere

7
8

all'altre

(cicnze.

via della dottrina ci, e

, il

modo

del pro-

nome del libro.


II nome dell' Autore.
II

Hi

ANNOTATIONI NELLA SPERA


Kiuorc. TRACTATVM DE SPERA, etc.
6

tende l'autore in

c]u erto

In-

libro della fpcrj^pcrla fpera

materiale (gi polla in c{ere)dimollrare qua!

fia^la

fpcrica)& mondial macchina. Prefupponcd oli afcol


tatori bcneiiol5& attenti (

Haucndo

lafciati

tito-

beninolenza s'ufbno ,& manco


detto cofa alcuna della difhcult che hanno le mafparare ( coli*
thematiche fcienze nerabflrahcre
imma^inatione ) le fpetie^o^ver forme
figure del
li,

iquali nel captar

&

&

le cofe^dalla

materiajSc

mouimento , & folamente

porto l'ordin del procedere.Diuidendo

il

fuo libro

quattro parti principali.Comefi vede di (btto.&

quefto

fa

nel

proemio^ principio
Hbro , doue dice.

del libro 5

fin' al

trattato del detto

SPERA IGITVR AB
pone

tre forti di fpere

VC

LI DE.

ETC.

DoUC

da confiderare cio^e.

Sperct

jm.i^inarid(x

Naturde

^yrrtificiale

Matende

MafijemattCit

Nelfarjl(^

JVeluJferfatta

Modo difahric aria poHa

et:

SuhHanzjde ^ccidentdt
t Mondia

mejfere

le

macchina
J^etta

Come

ohliquA

vedr nel procedere. Et perche il foggetto


in qual fi voglia fcienza^c quello intorno al quale at
tende principalmente ogni confiderarion dell'autofi

re,per tanto, e^da vedere prima di quello


Soggetto

fia cofi

per efler fottopofo

& donde

&

&

foggetto alle palsioni


pr
che di quello nella fcienza fi conchiudono,
perche iljcorpo celefe mobile a qualche luogo

prieta

&

chiamato. E' dunque nominato {oggetto;

intorno

al

centro^o^uer jnezo

in

quello libro

il

TRATTATO PRIMO.

foggeto (li quale l'autore chiama Spera) per quello


pafsionidi
confegucnte^chedelU fpera,parti ,
quella in tutta quefta opera fi determini Et e que-

&

fta confideratioii della (pera^in c|uattro parti diuifa,

come fi vede ne quattro trattatti di quella.


Nel primo dunque trattato defcriue la (pera
fue parti indiuifibili;.cio5e,ilcentro3
di

quello5&

certi principii d'aftrologia

nOjCome Con
dojchcl

ciel

& l'acqua
fia

nel

quefti ciOje^Qual

fi

fia

muouajche

ei'

di figura fperica

fia la

mezo^& centro delluniuerfo. ch'ella


fia

immobile

finalmente

fi

terra

la

fia

alla

din(pera

& fiOa nelluogo fuo naturale,&

dichiara^qual

fia la

grandezza della ter


fondamenti

ra'.& tutte quefte cofe fon prcncipii

di quefta quadriuiale fcienza

La

mo-

che la terra

fenfibil quantitv5& com'un punto rifpetto

chella

poli

del

fiafperico,che
,

& le

dichiara-

fi

forma

& tonda

&

l'axe.

&

Aftrologia.

dell'

, o ver cerde quali la celefte fpera ( ci e , l'aggregato


mafia de icelefti corpi ) s'imagina efler comporta,

feconda confideratione

chii

de circuii

&

& dice l'autore fpera celerte^a differenza della mate

riale.Imperh che gli,doppia fpera^cio e^lacelefte


che, e,rapprefentata

& immaginata, & la Materiale.

qualche corpOjOjdi qualche materia


inferiore)rapprerentante(& imaginante materiale.)
qual

( la

fi

fa di

Qijella fpera fuperiore


lle ipere

fi

compongon

dr nel fecondo

& celele, & ambe due quedi fimili cerchii.Il

trattato

doue

che

fi

ve-

dice lautore.

HORVM AVTEM ClRCVLORVM. EtC.


La

terza confideratione

del

mouimento del primo

to

& tramontar de fegni^ qual

condanamente

della

&

nel terzo trattato,


,
mobile^cio^e^del nafcime

e'

fia

dmerfitade

mezo cielo 5 legiorni Se delk

ANNOTATIONI NELLA SPERA

8
notti

quanto

alla

lunghe2a& breuitadi

Della qual diuerfita^ cagione

il

quelli.

nafcimento

& tra-

montare defgni diuerfo.


Nel terzo luogo,della diuifion della terra habitabile^m climati ( ci e^gradi o al noftro modo fcaglioni ) ne iquali tardiuerfita accadejdoue dice.

SIGNORVM AVTEM ORTVS


La quarta
^

dalla

& vltima

prima

fpeculatione, e dellaltre fpere

in giu^cio e,delle ^pere

&

pafiion
mouimenti
Nel quarto
eclypfi.

NOTANPVM
CIRCVLVM

di quelli

trattato

QJV^OD

de

,&

pianetijSc

mafsime

doue

de

delli

dice.

SOL HABET VNICVM

ETC.

Circa la prima parte adunque^, da (perejche dalcu

na cofa che s'ha da fapere,fi ha perfetta notitia per


tre cofe
Prima per la diffinitione & efpofitione di
.

Perche sei {oggetto


con quella efpofition che ei ricerca 5 niente di quello fi prouerebbe Secondariamen

quella cof che s'ha da fpere

non fi

dichiarafte

t per la diuifione del detto foggetto nelle

Perche la diuifion

fi

fa

per fuggire

la

acquiftar diftinta notitia della cof.

fiic parti.

confufione)&

Terzanamen
vo

tCjper la notification delle part diuidenti^come


le

il

philofopho nel primo della poferiora

Perche

&

airhora e fatta perfetta la fcienza ,


la notitia s'ha
diftintajQuando il detto foggetto fi (a non folamen
te nel tutto,ma anchora nelle flie diflinte parti.

Et perci volendo l'autore dar

perfetta &diflinta

notitia della fperajOflTerua quefte tre cof ci e;che

prima dichiara

&

diffinifce che cofa fia fpera.Secoii


dariamente quella diuide.Quiui doue dice.

SPERA AVTEM DIVIDITVR ETC.


zo luogo dichiara

la

Nel

ter-

propriet delle parti di quella.

Quiui

TRATTATO
Quiui doue

dice.

PRIMO.

vniversalis avtem

JUVNDI MACHINA. ETC.


La fpera dunque fi confider in

tre

modijcom

e det-

Prima quanto all'imaginarfi detta fpera nella ti


tafiajfeparata daogni materia3& quefta e detta fpe-

to.

SITVS.

tran

SPERA EST

ra iniaginaria3& perci dice.

ETC.

Secondariamente
fabricarfi

&

farfi

fi

confider quanto

al

modo del

detta Spera.Doue dice

VEL EST TALE ROTVNDVM. ETC.


Perche prima ( Secondo lordine

&

becffer nellidca

nell'

della natura )

imagination

quello che babbi fabricare

&

deb-

dell' cytcfice,

di poi porlo in

eflere

Nel terzo luogo

fi

confider

detta Spera ) fatta

&

spera etiam

pofla in ef*ere,& perci dice.

THEODpSIO

Per la
tare

notitia

SIC DESCRIBITVR ETC.


dunque di quefle diffini tionij da no

& lpere primieramente

Che

cof

fia

figura

Come s'ha nel principio del primo delli elementi


Mathematici da Euclide. Il qual dice La Figura
vna quantit da vno, o pi termini chiuf perche
non fi da quantit infinita in attornia ogni quantit
Tertio Phyficorum
terminata5& finita.
primo de celo.
I termini fi^n di tre forti.
Come dice Euclide nel medefimo luogo 3 Ari.
nel hbro de i predi camenti>
.

&

&

cioje.
Pt4nti

Suptrfcit

ziffet

Ipu nti dunque non chiudono ne


terminano

fiigura

alcuna ne quanti

ANNOTATIONIMBLLASPBKA

10

ta.perche folamentc terminan

dunque

giira,fcguita

clic

la

perficie fon termini (terminanti

fon chiudere

linea,^ qual

folamente

& terminare

le

no

fi

lineej&le fu

& abftratti)che pof


I quali termmi
termmi terminati

la figura.

polii nella materia, fidicon'effer

& naturali:& no mathematici aftratti & feparnti dal


la

materia.Come alcuni s'imaginauano.aduque net

&

contenuta
funa figura e primieramte terminata
da punti^ma fblo dalle linee o uer dalle fuperficie.
1

Et fe la

figuraj terminata dalle linee

, fi

chiamer fi

cerchio^che da vna fola

gura fijperficiale.Come e
Imea contenut05& figura perfetta^perche non fi
puo(a detta linea)aggiugnere cof alcuna,& perche
11 principio congiunto col fine.Similejin ci, alla
il

perfettion' diuina.

Le due linee rette^non conchiudono


cunajpereflerla dualit (come dicono

fuperficie ali

Pythagori-

& Platonici numero feminino& fterile5feparato & da per fe ( dal numero caffo 8c mafcuhno) pre
ci

fb.Come fi vede anchor ne i numerijche tanto

&2

quanto

vie 2

ci e

& niente

fi

fa 2.

genera,

O5 accrefce per tal multiphcatione.

Le due linee dunque non

poffon conchiudere, o,
ferrare fuperficie alcuna, perche f fon parale/le

vero equalmente dall'una all'altra diftanti non mai


concorrono , o , vero s accozano infieme.& fc s'mterfegano &attrauerfanluna laltrajin infinito ( tirate) fi difcoflano.Comc fi vede di fopra per la lor
,

figura

Le tre linee duque conchiuderanno la prima


ficie^che

il

fuper

triangolo. Ma f la figura far chiuf Se

terminata dalle fuperficie.(per che

la fuperficie ter

mine del corpo ) fi chiamer ^figura corporea,&pcr

TRA TTATO PRIMO,

II

che non fon pi termini chelle figure;ne anch or le


figure fran pi che le fbpradetce^ao e,o fuperfcia
li o corporeeida vno o pi termini contenute ; coni e^il circulojche da vna fola linea contenuto ,
la Spera, la qua! da vnafolafuperficiej conchiufa.
i

&

triangolo fuperfcialeda trelmee.Il folido& nleuato triangolo da 4. Superfciej& cofi s'intender


del quadratOjda 4. hnee,& il pentagono da cinque,
lexagono da rei,& cofi in infinito. &c.
EMa notare anchora,che la fpera Orbiculare ditfc
Il

rente dal ccrchio^Sc dalla fpera folida in quefto^che


e cotenuta da due fijperficie^cio e concaua (di dentro)& conuefl'a^di forarcome fon tutti li orbi
fpe

&

recelef!:5& elementari^eccettola terra che fmpli

cernente Tperica^ racqua,fola orbiculare. &c.

Infegna dunque Euclide in quefta prima diffinitione(no che cola fiaSpera reale
pofta in eflfere^ma co

&

me

fi

polla imaginare

& cagionare detta Spera. (com*

c detto di fopra)& per dice,

spera est, tran

SITVS DIMIDII CIRCVLI5 VEL CIRCVMFE


R E N T AE. E T c. Il che per poter meglio imaginare.
Si pongon Tinfrafcritti termini Mathematici ci e,
I

Imaginanfi i Mathematici^che
natione

) moflb , cagioni

il

punto

la linea , la

per imagi-

quale anchor

mofla^cagionilafuperficie^o voghamdire

il

& detta fuperficie mofla produca

vede
Cofi

nelle figure.
( al

propofito

il

corpo

piano,

come fi

&c.
)

s'imaginano^che mouendofi

linea d'una meza circunferenza. ( per vn'intera

lutione

cagioni

la fuperficie della

la

reno

Spera^cofi pari-

mente fe alcun fi vuole imaginare perfettamente


vna rotondit Sperica , Imagini riuoltarfi (per vn'
intera reuolutione) ci e^ che doue comincia voi

ii

ANNOTATIONI NELLA SPERA

Il

carquivi ritorni) la circonferenza d'un

mezo

cef*

chio;& hara l'intento Come fi vcdepcr Icfiniftrc


figure &c.
Ancloraeda (pcre(come perle cole dette c manifefto) che quella fola linea che conchiude il cerchio, fi chiama circunferenza3& non cerchio Con
.

ci

fia

che

cerchio

il

fia la fijperficie

& piancza da

detta circuferenza circundata.il cerchio anchora in

duo modi
chii

che

il

cerchio
2a.(

pu diuidere , prima , in dua mezi

fi

ccr-

fa per vna linea che pafTa per mezo

fi

& accodale

Come s'ha nel

ci)&quefta tal*

il

eftremiia'alla circunfercn-

fije

terzo

dclli

clementi mathemati-

retta linea e cliiamata

diametro in

{^rcco,che nella noftra materna lingua vuol

du e mi

fura di dua Semicirculi, o uer mezi cerchii^per che

duo li mifijra equalmcnte.Da dia che vuol


dirdua5& metros mifura.
Le due dunque parti del cerchio^equali fi chiamon
femictrculi^o vero mezi cerchii,& e (com e detto )
tutti

il

mezo cerchio, quella parte della

no, che

fuperficie optadiametro,
la meza circunfercnza
primo elementorum ) ma le parti della

e fra

rinchiufa

&

il

circunferenza diuifi

chiamon meze circunferen-

fi

ze,o ver mezi cerchii.

Pnofii anchor diuidere


Scmicirculo

il

cerchio in dua parti

equali per vna retta linea che

& quefta linea

non

non

pafii pel centro,

chiama cordaj&lc parti non equali di detto cerchio fi chiameran portioni,o ver parti
maggiore,
minore,& cofi per le cote fin'a qui dee
fi

&

Spera
Parte minore

te

e manifefto in che

fperica:cio e per

ne,dunmezo
Gofi

fi

il

modo fia imaginata la

figura

giramento d'un'mtera reuolutio

cerchio.

dcbbe imagmarc

la

figura

Guale ( ci e ^ in-

TR ATT ATO PRIMO.


forma d'uouo)

portione ,0 parte minore del


giratajComc di iopra^ la portiO;

Parte minore

dalla

&

cerchio^nuolta
ne,o parte maggiore del detto cerchio riuolta per
vn* intera reuolutionc cagioner la figura lenricula
cibo da man
rc5Co e^in forma di lente, ( legume
,

&

giare)

come fi vede nelle

Apprcflb^per pi chiara

de 1
ne

&c,
maggiore intelligenza

finiftre figure.

&

porr

detti termini mathematicijfi

la difinitio-

& dichiaracione di quelli, cominciando dal punto mathematico & indiuifibile, come vede nei
fi

principii del

JEuclicle,con

primo dell'elementi mathematici , in


altre Quiftioni notande ,
fblutioni

&

d'alcune Sofifteriedeli'aucrfario

di tale

fcien2a.&

perche del Soggetto , fi viebbe prefiipporre la notitia del nome ( ci e^pcrche e fia cofi nominato )

&

ejQuel che fia in fjPer ci diciamo.


la
Spera
chiamata grecamen
e cofi nominata
Che
tc(cio e,Sphera
Spera ) che in nofra lingua vuol
della cofa,cio

&

&

dire co(a volubile Scatta a fcilmente mnouerfi,piii

pra

il

qual

fi

muoue )

& toccare

piano fo
(blamente con vn punto.

ch'altra figura;>per effer

tonda,

il

E anchor detta Spera per P. & non per F.

(perche

grecamente.Spira voi dire cerchio inuoluto.,

uolto(come

fa

ci e,non chiufb

per efler

anchor circulare,& quefto

La

Spera

& ra-

(erpe&ilcane quando dorme

il

dunque

la

bafti

artificiale

detta Spera di figura

quanto

al

nome.

& reale,che e gi in et

fcre,pofta in materia di legno, altro metallo(

Co-

me dice Theodofio ) E,vn corpo fblido

( ci ejmateriale& {nfibile)& rotondo contenuto davna


fuperficiefperica,nelme2ode quale, e vn punto,

dal qual tutte le linee dirittamente tirate alla circun

ferenza

fono e^uali^Et quefta e

la reale diffinitio-

iii

Guato

LcnticuUre

ANNOTATIONI NELLA SPERA

14

ne^Della Spera

5*imagina

&

artificiale pofta in

rapprefenta

la

enere,pcr

&

mondiale

quale

la

naturale

Spera.

E dunque? la figura, Mathematica


fpetie di figura comeje^la fpcrica

gure

Genere ad ogni

& tutte laltre

fi-

& ^com e dettoquella che da vno305piu ter& terminata.

mini, e,chiu(a,

fbn(come detto di fopra,) punto^Linea,


11 punto dunque mathematico5e,vn'm

I termini

Superficie.

diuifibile, del quale


di

due frti

non

fi

pu far parte alcunajSc

cio^e.

Punto.

Mathematica,

jva.-urale

Jma^tnato.

Posto mmatm4,

Jndimjibtle,

Dmifthik,

E da notare perle cofe che s'han da dire

che

il

raa-

&

dal mouithcmatico,fempre fepara dalla materia


le
imaginatiua
forme,
fua
figure,
mento ( colla
)
differenza del Naturai philofbpho , che
quantit.

&

le

confider nella materia^Sc percio/eguita

che

la

&

linea,e,vna quantit imaginatajlunga

dice

fnza

largheza^Sc no finganna in tale imaginatione ahltra

hendo

&

feparando dalla materia (come dice il Phi


lofopho) perche effendo il punto indiuifibile,
mouendofi ( com'e^detto ) di necefsita cagiona la li
nea indiuifibile perla largheza,benche perlunghe&c.
za fipof'adiuidere.
larga (nza
La fuperficie^e^vna quantit lunga

&

lnea,

Superficie.

&

profondita^o^vuoi dire grolleza.

Et ,(come

detto di fopra)la linea,termine

termi-

nate(cio,e,n6 terminato da materia)della fuperficic

o^uer pianeza.Et
del

la

fuperficic

corpo3& per ci ( com

termine termmante

detto )

fi

come fon due

TRATTATO PRIMO.
forti di terminijCofi fon

due

IJ

forti di figure

cio5e,

05 fuperficiali^o, corporee.

Corpo

corpo anchora^ejVna quantit (immaginata ) lun


grofla Il corpo iperico^ e5Come di foga, larga ,
11

&

pra
Il

cadetto.

cerchio^ejVna figura pianajContenuto da vna(in

torno) girata linea.Nel mezo del quale^e^vn punto


dal qual tutte le linee drittamente tirate alla circun

fcrenzjfono equali.Corne

fi

vede

nella ( di fpra )

figura.

La figura

piana^ e, quella della quale

e,piu alto che

li

il

mezo non

eftremi.

La circunferenza del cerchio^e^la linea che contiene


Il

il

cerchio.

centro del cerchio,

qual tutte

e,

qul punto del

le dritte linee, tirate alla

fono equali^

e, detto

Figura Piana

mezo 5 dal

circunferenza

centro Grecamente, che in

Circunferenza

noftra lingua voi dn-e punto.

contenuta dal
Il feinicirculo, e, vna figura piana ,
dalla meta della circundiametro del circulo ,

&

ferenza

El Diametro del

cerchi ( com* e , detto ) o , vero


aff della fperaje^qualunque hnea dritta che pafla
pel centro

ferenza

&

tocca colle fue eftremita

Lalinea,e5Genere5&commune ogni
forte di linea^ciOjejalla retta
dritta

la

circun-

& torta.

Ipetic,

&

& obJiqua50,vuoi dire

La linea dunque rettaje^da vn punto vn* altro bre


uiftima eftenfione^ciOjejpiu corta che

6 ha diuerfi nomijfecondo
le quali

Linci.

fia

Linea retu

pofiibile,

la diuerfita delle

figure

termina.

Onde^che nel produrre angoli retti , Si chiama ret-

Pcrpendicularc

16
Retta

ANNOTATIONI NEtLA SPERA

u^8c d pi perpcndicularc. Sopra vnaltra retta ca*


dcndo.Comcfi vede. &c,

Anchora

trla ( detta

Geome*
tum li angoli fon

da notare quefti prcncipii in


Spera necclTarii)

clic

di tre forti CIO

netto.

Ottuf
stretto

Largo j0^4fert9

Coah erm
Sperale

Contmprte.OjUer,
fer

mfotfunto

Coaterni.femfre equali

toccante

OjUer contrapoftt.

Apprcflfbje^da notarcjche ogni retta Iinea5clie cade

fbpra vn altra rettalo, vero interfeca quella^cagiona


d'u angoli retti^OjUero a

Le
Paralelle.

linee paralelle

&

dna retti

equalmente

ecjuah*.

dittanti (com'^r,

detto) fon quelle che in infinito tirate^non mai con

corronOjOjUer

fi

rifcontrono^Se: per

le d'inequale diftanza

Come

fi

il

cotrario quel

vede^per le finifre

figure.

Nonparaldle

Anchora^e^danotare ( contr al Sopliifa ) che lango


dua cof^cio^ e^ il contatto delle

lo dice5& importa

due lineejO^uertoccamento^ilquale,

& lo fpaito rinchiufo

( dal

e^indiuifibilc^

detto angolo ) ilqualc, e,

diuifibile5& fecondo detto fpatio intcrcepto

chiufo 5 confiderato

-,

& rin-

pu efl'er maggior & minore


lun

TRATTATO

PRIMO.

I7 Cerchu.

Tun (3ellaltro:& non fecondo il contatto. Uqual fi fa


in

vn punto che

Cjndiuifibile.

&c.

Le linee Spirali, o vero circularijinuolute

o vero

a volte intorno a vn centro,fon quelle che non han


no vn Hedefimo centro Com' detto di fbpra del
.

ferpe

& cane quandodorme

^^j^^^^^^Jj.^

che fan fimih hnee

Come moftra la figtu-a.


La hnea dunque

fetta ,7^Iel cerchio

fi

chiama clia-

metr05per la ragion detta difopra.


Nella fpera fi chiama axe , o aff ( ab agendo ) ci e
da quell'agitarfi della detta (pera intornoli 3 o vuoi
dire dal mpuimento che fi fa intorno la (pera
Nella parte maggiore , 0 minore nel ccrcliio^ fi
chiama corda , dalla Greca etimologia ma dalla
Latina fi dice fune(a fundendo)cio e^che a modo di

*r

^^^^^

ftrutto metallo a

poco a poco fi componga

& fabri-

chifi&c.
^"

chiama catlietto Iato , o fiittenf


(ci e contrapporta airangolo)& bafe^come fi vede.
altra figura di pi
Nel quadrato o quadrilatero
lati Diagonale chiamata la detta retta hnea, dalla

Nel triangolo

fi

&

Greca etimologiajcio e vera deriuatione. per pafla-

re per li contrapofi angoli.

E^anchor da notare, chela hnea


duoi punti^accidentalmente ( com'
al

fophiftai<juali Nellafie

mente ( a Poleo,verto)

fi

terminata da

e detto )

chiamon Poli

contro
greca-

ci e dal voltar che.fa

la

2 2
^.

Chatetto.

fpe j'^^^/

ra (opra di quelli.

Et per che h accade in detta fpera & libro dell'autorejtrattare di pi forti figure,percio, a

maggiore

ipiu ampia notitia di quel' che s'ha da dire.

^^---'^

&

Dicia- Diagonale.

ifliOjgeneiralmente eflere tre forti di Figure, ci e,

tS

ANNOTATIONI

NELLA

SPERA

Semfliei

Cmfoje
TriangoU

'A"

'A'

^quilatio,

ScaUnone.

ififiek

J^ilAatl
e^ftfli

jDzAati

Dii.Uti

i^udt,

ie^fali.

tf fin che com pope.


QuaJr4t9.

ituairt9.

Quadri

Jiemboide

Rombo

Che cofa dunque fia Cerchio


orbe fperico,

&

$MenfoU.
.

Orbe circularci&

^pera fimilmente detto di (opra

n triangolo fimilmente di j

lince

compofto,di tre

TRATTATO PRIMO.

I9

come fi vede di {oprando di tre lati^ft angoli, *


equali ;& chiamafi cquilatero^cio edequaf Iati
Di dna lati& angoli equal5& cbiamafi,Grecamen

ZJ\

com

te.Ifofcele,che vuol' dire

Di tre

lati

inequali;

e detto di fopra.

& chiamafi grecamente

none^cio gradat05a modo ( come


^UTa)di gradOjO vero fcalione.

fi

p ^"^ I

Scale^.^^^

& angoli equali.


equah & angoli ineRombo^c vna figura di

11

lati

incquali,

lati

vede per la fi-

Cofi il Quadrato fi dice effere quello, che di 4 linee


o vero laci,& angoli cquali compofto,
IIQuadrilaterOj e quello cheje da vna parte pi lun
goccio di

/orti

irofcelc^
j

I^^N^
*

&c.
quali.Come fi
4
d angoli ine^ua Scaleno.
Romboidcje vna figura di lati
li.Come fi vede per le lor figure.
4
Arabicamente
dette
Helmuariphe.HelLe figure,
4
4
muain^&grecamteTrapeziijO vermenfbleinno1
|
da ogni banftra lingua;{bno al tutto inregulari
da inequah, pi chele dinanzi dette figure. Come
4
Quadrato.
fi vede &c.
vede.

&

Il

&

Appreflb^e da notare, che le dette figure5{brtrfcon


tal'

uolta

nomi loro dalla diuerfita

quah fon fmpre con relati ui


lati delle

te

delli

angoli (

ai

& conrefpondenti,

Qua^jj-jj^^^

dette figure;& per cio,alcuna volta fon det

Av

Orthogonie, grecamente^che voi' dire Rettan^o

JU^ ver* di retto angolo.

Alcuna volta fi chiamano Oxigonejgrecam^te^ clic Rombo,


vuol' dire
del'

d'angoli acuti

ci, e apuntati

& minori

Romboide,
11

Retto.

Alcunal'altra volta fon' dette

AMBLicoNiE.gre- L."t^

camente, cioi d'angoli Ottufi,cio grofsi, pi aper Menfle


i,& maggiori de Retti Come fi vede per le fieure 2^^.^^^9"*'*''
.

Oxi^omo-

^.,11.

^^q^^l^*-

Amfeligonio.

il

ANNOTATIONI

20

NELLA

SPERA

Er per che gli accade trattare del mouimcnto dei


ciel5& del tempo da quelli(iubiettiuamente) cagio
nato & del numero , che e mi fura di detto tempo;
i

Perci

neceflari, hauer'notitia di quelli,

efler pafsioni

per

& accidenti, di detto corpo celefte mo

bile^com' e detto;& foggetto di detta fpera.

Tempo

Per q'iq diciamo^che il tempore vna mifura del* mo


uimento del primo mobile, confiderata fecondo il
e formalcmcnpaHat03prcInte& futuro tempo;

&

te

&

propi'iamcnte nell'anima noftra

confiderando l'anima (come quando

fi

perche non
donne ) non
;

tempo alcuno &c^

Et fbggettiuamcnte e nel cielo;il quale, c {oggetto,

& fofentamento dr detto tempo

Il

qual' (com' e,

detto)e3Vn'accidente del:mobile. &c.


Il

mot050 ver mouimento

di detto

corpo,& aggre

&

perfettion di quello, non


MotOjO ver'mo- g^to celefie, vn atto ,
mmento.
abfblutamente, ma in quanto che gli mobile , ci

e atto a muouerfi; Se ^com' detto accidente del

inobile,Abfblutamente confiderato.

El Numero fimilmente , o ver mifura^


ci

di tre forti

Numerato

Numerante

NumerOjO Mifi
J l^nima mfira humana.
Onde le hejie non numerano ,ne

Sorle cofe
3.

Cani,

numerate Come fon

0 tre cauallt*

conofeonje uiuere

Col qual'Jt numera,

Son
fira

le

imagml

Onde, nejpma

replica*)

perche non

idee, de numeri nella mente ,

fantajta no-'

Nat ione pafa diec^nel numerare (fe^ta non

fdea

daltro numero,

(^c.

TRATTATO
Il

PRIMO,

il

numero anchora^o numerato, o abftrato (& fpa- Numero,

rato dalla materia ) che

ei fia^^

vn aggregato,di pi

vnita.

L unita non5e nnmero^ma principio di numero


molte

fimili cofe frien'

d notare;

ma per efler

Et

&

felua mathete Nella noftra prima traduttione (


matica)DelIa5fpcra;& per non paflarela breuita del

compendio3& a'notationijRimettiamo li fludiofi

Quella. &c.

Et tanto fia detto per notitia, & intelligenza di det


Mathematicai& reale artificiale.
Rela (ciorre & determinare alcune notande Quir

ta (pera

ftioni;& rifpondere
fcientia.Di poi

al

fbpliifta^&aduerfrio di tale

breuemente e(pediremo

l'altre

con-

fderationi.

Ma prima da notare (per dichiaratione di quel che


s'ha a'dire^circa

matiche;

il

fogge tt05& ordine delle 4.Mathe

& dichiaratione della fperica, foftanziale,

8c naturai* Macchina del

mondo) che il foggetto di

quella Nobihfsima fcienzardella aftrologia^e ( com*


nobilifsimo per efTer' incorrut
detto) naturale,

&

della

&

da quefta parte diciamo , Quefta fcientia


5
fpera(& compendiaria aftrologia)eflere fcien-

tibile

za reale,
cielc>,et

& naturale

bench altrimenti confideri

il

tutto l'uniuerfojil naturale philofofo)et per

altra formai'

ragione, per il che diftinto in qucfto

dairaftroIogo,che lo confider folo accidentalmente, ci, e

come. Mobile,

fituato Se porto

quefto

& Iperico, & in che modo

& ogn'altra

cofa per reduttione a

come propriet d'ogni foggetto. Et

per

&

que

nobihfsima.
com* e detto e fcientia reale
Similmente per perii modo deldimoftrare ,
prouare le fue ragioni che Mathematico, pet vna fola

fto

&

ili

Vnita.

detSpera dell'auto-

ANNOTATIONI NELLA

22

SPE&A

forma! cagione)& certo; perciOj che lefcienzemathematichejtengon il primo grado di cerre2a(& di


poi feguiton

naturali )

le

& dimoftrare per cofe

&

ctie

qucfto per procedere

fono

a'

noi

&

alla

natura

equalmente note Sc manifefte(benche n6 per ecjuat

modo.)
Per cjuefto dunque Gra* Nobile,reale;& certifsima;
auenga che il Mathematico abftragga,& fepari le
forme(com' detto) dalla materia
dal mouimento.Secondo la con(ideratione,& immagination fua;
niente dimeno, non fi parte ne (epara dalla materia,
fecondo reffcr di quella.Perche ogni figurajlinea^o
fuperficie^c in qualche corpo;& cofi applicadof im-

&

&

magination' fua

& troua
ma

cofe celefti

che

rifpondendo

al

&

fublunari

cerca

conuerte , &* vna medefi-

fi

cof con Tenter con

di fbtto
c^S}""^'"^

alle

la verit,

la

cof reale.

Come

fi

dira

Sophifta.

EMunquequena fcienzadeli'Aftrologia^grecamcn
te cofi detta che nella noftra lingua vuol* dire

Par-

& ragionamento delle fellei& e diffinita, Scien

lare

za del mouimente del primo mobile;&


neti inferiori

delli altri pia

detta quadriuiale per efler vna delle

quattro Mathematiche.

Ma

aftrologia giudi ciaria^aggiugne a'quefta difff-

nitione vn'altra particola^cio


ria, e

& de
ti,

L aftrorlogia giudicia

vna fcienza del mouimento

del

primo mobife,

per conoscere li effetCHE IN QUESTE COSE INFERIORI DA


i

pianeti

&

QjELLi^ON cagionate:

di

dua frti,
, degna

cio Prattica,& Theorica ci fpeculatiua


di pi cofideratione;&,piu difficile;

& quefta

fi

chia

ma Aftronomia (grecamente) che vuol dire legge,


ftfcientia inuanabii

disile

ftdle

& cofi manift*

TRATTATO PRIMO.
fto

il

2^

nome &la diffinitione deirA{lroIogJa,& per


>

che cofafia dairaftronomia difFereate


de nella fguente diuifione. &c.

Come

fi

ve-

xA^rologid,

C'mdicuria

prdticd,

Speculatiud,

prof riamente detta*

Suferffitfoja*

A' maggiore anchor dilucidation di d^tta

da ve-

der lordine delle M^athematiche fcien2e;& che gra-

do tenga

detta Aerologia fia quelle

lequali fon

Quattro ci ,
njfrithmeticd.
I^f4m<rale,

Geometrid,

Mujtcd

^yfflroUgid,

MifurdtMd,

d mei

>t parlare,

della terra.

Scienza.

Suoni fcientia,0'' ragionare

Sfide.

Diciamo dunque vna

(ci enza eflfer

pi degna che

i.

Arithmctica.

Quando la l'oggetto^ (oggetto fuo(intor


no al qual' fi trauaglia ( pi fparato dalla materia,

Taltra

che raltrai& perche TArithmetica (grecamente cofi


detta)^ (cienza de numeri, ha per oggetto il nume
ro(col qual fi.numera)iparato.Idealei& attratto da
ogni matenajper ci (come dice il philofopho) far
la prima
pi degna dell'altre mathematiche ; per
hauer tutte l'altre mathematiche bifogno di quella,

&

&

ella di

neflunaltra.

Seguita dopo quefta la Geometria,

il

foggetto della

quale, lalineajaflblutamente confiderata^cio jlen

za applicarla a materia alcuna;


firatca de fparata dalla

ma per non

cflerc

ab

materia fecodo renere(com*


i

a.

Geometria;

ANNOTATIONI

24

e'dctto) quefta

tal*

NELLA

SPERA

fcienza perci tiene

jl

fecondo

grado^fra le dette mathematiche.


j.Mufica.

terzo luogo tien'la mufica5per

Il

cfler'

fubalternata,

& ordinatamente porta (otto l'arithmetica che fu la


primaida

la

qnal' piglia

fuoi principii:Nite dime-

no non (epa rato il flio fbggetto da materia^ne da


mouimento^per ef'er l'oggetto fuo numero (nume
rato intendi ) Sonoro &R,elato, ci comparato a
vn altro maggior^o minore di f, in quatita fbnora,
,

cio^e di qualche corpo fonoro. Donde nafcon le co


fonanze muficah
perche il fuonOj O voce non fi
fa fenza mouimento , 8c percufsione di corpo aereo
o d'altro mineraleiper ci pofta nel 3. luogo Non
eflendo, ne da mouimento , ne da materia abftratta
Se feperta Mafsimamete parlando della mufica pra
tica;per efler la Theorrca, pi degna 3 pi abftratta;
:

&

& fpeculatiua di quella.


4.Aftrologa.

Nel 4.1uogo vien l'aftrologiajper eflere(com* Cjdetto ) fecondo il proprio foggettOjpofta nella materia
de celeft3& elementari corpi:& mouimeto di quelnon matheli -genere in quefta parte naturale,
niaticai<:om* e, detto. &c.

&

E dunque manifefto lordine & dignit di dette Ma


thematiche per le cofe dettCjaccio poflan
giouanijconferire

& di quelle

tal

li

ftudiofi

volta ragionare,

Chiamanfi anchora alcune delle dette 4. Mathema-

po
fe fopra laltre) AlcuneTubalternate, ci ordmata
mente pofte fotto l'altre. iLe fublternanti Ibn.
Le fublternate fon
Arithmetica;& Geometria
tiche^fcienze fubalternanti(cio ordinatamente

Mufica

Aftrologiaj &per(pettiuaPerhauercom*

e detto illorfoggetto

&

manco puro 3
con qualche
Com' detto ^ per ci che il

differenza accidentale

^foggetto

TRATTATO
(oggetto della mufica

PRIMO.

IJ

Numero , accattato daila-

rithmetica ( dalla c)uar piglia

& di

fuoi prencipii )

polli aggiugnela Ibnonta jdiiFcrenza accidentale,


corti'

detto.

Cofi la PerfpettJua, ha per oggetto la llnea,accattiu


di poi v aggiu*
mendicata dalla Geomeiria;
ta
gne vifuale, che la fa pi materiale Et queila li
forma della cofa viAa, (parnea vifuale^la fperie,
ta per tutto il mezo dell'aria d*altro corpo diapha-

&

&

&

iio,& tranfparente , per fino all'occhio noftro La


qual' viConefifa pei* vna pyramide di linee imaginate, in forma tnangolare^la cui bafe nella cof vi
fefta5& il cono ver punta nerocchio nofro ;
.

&

condo che la cof vifla , vien al detto occhio , con*


maggiore minore angulo; Alhora maggiore mi
nore

ci

pare

la

detta cofi.Et tanto di ci detto baili

per non vfcire della (bmmaria Aftrologia


jnatica.Seguita

la

& mathe-

diuifione di dette Mathemaiicb^j

i:ome fi vedie.
^rithmeficJ

Geometria

jPrat'tca.Sfeculanud

Mujtcd \^UrologtA
xyffrolopa. perj^ettud, t^ltrimetrta. Geomantia,

Apprefloper hauere anchor^taT volta , lo ftudiofo


.& eleuato ingegno, a parlar delli elementi , quanto
al fito& la figura loro Orbiculare5 &Sperica (com*

detto

di fopra)

& accidentalient;& per efler vi-

cina allafcienza naturale(molto defiderata)diremo

breuemente
produttion

l'ordine della natura circa l'efTere

di

&

>

quelli/econdo che communemente,

da dotti Peripatetici
i

fi

tiene.

Etprimo da notare che il Philofbfo pof la prima

jMatcria.

i.

ANNOTATIONI

i6

materia edere vna 5 di tutte


elementari

NELLA
le

SPERA

cofc( (tto

elementate; &mifte;

la

Luna)

& a quefta prima

forme eflcre acciclentali(per non ha


lenfibjle)&
nere da fe forma alcuna determinata,
primieramente accaderli le 4. Qualitadi ci calcio;

materia tutte

le

&

freddo;fecco:&
Materia

^ quali

humido;& di

fon detti da

qucfte fard

Philofofi

li

elemeti.

materia feconda

di

le cofemifte( come fon' Minerali , Piante &


Animalit altri midi perfetti & imperfetti) & a*

tutte

quefte

tal

cofe compofte Se mifle,{bn'

le

forme eflen

(& non accidentali come alla prima materia)


perche pongon tali midi in effere , formalmentej&

tiali

edentialmente.

Quedi dunque Elementi, & materia (econda^delle


cofe

mide & mefcolate fon

differenti

quantit folamente;per elfere pi


-fpelsi

lun che

dieci volte

l'altro

in decupla

rari

quanto

alla

pi denfi

proportione

&

( ci

Tun pi che raltro)& non per efl'er dieci


non eflere tutti fperici,

volte Tim pi deiraltro(Per

ma (blamente la terra

(perica

L'acqua Orbicularc

& eccentrica.L'aria & fuoco^Orbiculari & fperi& perci bifogna nel riquadrarli ridurli prima a
il

ci

medefima forma,Come nella nodra fperafu det


toibada che maggiore lun' dell'altro (contra li Soaltri openionati ) per effere tanto di matephidi,
effendo l'acqua pi
ria nelVun quanto nell'altro
necefsita
terra^di
occuper
maggior luola
che
rara

forV*

&

&

g05& cofi far maggiore^Non fon dunque dieci voi


te maggiore lun' dell'altro (Come communementc
tiene )fe non nel modo detto ;& non quanto alla
-fi

quantit
guita

ri

& occupation delluogo. &c.

che d'una parte di terra

fi

La onde fe-

fa dieci parti d'ac-

qua, per ^(Ter dieci volte ( come dice

il

Philolbpho)

TRATTATO

PRIMO.

27

&

d'una parte d'acqua dieci da


piu rara clie la terra;
d'una d'aria , dicci di fLaco^quanto al raro
denfo com' detto. Donde fguitache il foco fia mil

&

ria; Se

le

volte pi raro che

terra

la

non maggiore che la

che non conucngono in figura com' det


to.et tanto di materia nell'un quato nell'altro fcam
bieuolmentf & il diametro della fpera delli Eleterra, per

naenti generabili

& corruptibi

eflere
fin* al

&

il

55. volte

li.

conueflb di dette /pere elcmentari^per

concauo

Luna

della

cominciando dal cen-

tro della terra; Temi diametri 33.


(per non ciler proportione precif
il

maggio-

(& piu 4^0) Qual' poniamo

re che quel' della terra

curuo5&il retto)li

yede fanno.

&
&

4^0
a'

quali multiplicando

53

quafi

punto

fra

come fi

4^o

141

1321

55125

5512000
16537500

no 2

10

OQ

55125

7281OI25

IO

18202561

40

II

182025}

245

165477

4402

11

Miglia

Et f il diametro

delli detti

elementi Triplo , ci c

tre volte pi che quel' della terra (

come vogliono

&

Alphagrano ) (ara ia fpera


inathematici Thebit,
proportione
che 27. a' i.corije volc
nella
,
fpera
alla
Euclide

nel' u.delli

tro^ come fi

vederi
5

elementi
-

triplicando

'

"

il

diame"^o*

ii

ANNOTATIONI

iS'

NELLA

SPERA

Come dicemmo nella noftra fpera ma qui fatta la


ragione pi apunto. Come vede
,

fi

Tanto dunque

concauo
fuoco haue/$i
tal'proportone millecupla, ci mille voltepiu che
la terra^nella quantit, com* detto,ma tal propor
rione (blamente, quanto al raro,& denfb. &c.
dal centro della terra al

del elei della luna^il che

Anchora

non

(ria, Tel

quefti tali Elementi,fbn'generaii dalle 4.

fbpra dette qualita^fccondo le combinationi^& ac-

compagnamento 5

&

a quelle pofsibili

vna ne tengono in fommo grado,

a'dua per vno;

& Taltra (econ-

dariamente.

Come

il

fuoco^che caldo

& intentamente

& fcco;ca!do in fbmmo


& fecondarla-

&fecco rimeflb

mente.

L aria fimilmente^calda & humida; linmida in (bmmo5& calda (condariamente.

& humida-,fredda nel

L'acqua fredda

fupremo gra-

do5& humida fecondariamente.


fi-edda & fecca (ecca
& fredda nel pi baffo grado.

La terra anchora
grado

Son dunque

4.

perche 4. Ibn

le

ti

in

fbmmo

li elementi ( fecondo il Philofbfo)


combinationi,& accompagnamen-

& dua impofsibili ciojc


& freddo: humido & fecco:& fbn contcmpe-

di dette qualit pofsibili

caldo

rati5& proportionatijquanto airattione,& refiflen.

za ( VUOI dire fare5& patire ) per fare quefla belk

harmonia nell'vniuerfb.
Per che s*el fuoco ha 4. gradi d'attione (ci aftiuo
fattiuo , per 4 graditegli ha vn grado fblo di refi,,
per il contrario,la terra ha 4. gradi di refiftenza
.

&

&

di poter farc:& cefi fi


ftenza,& vnod attiuita,
vanno contemperando, che lun non deftrugge l'ai-

TRATTATO
tro

& cofi delH

altri

PRIMO,

2^

difcorrendo intenderai, dimi-

nuendo Tempre vn grado d'attiuita airaria,& ali ac*


qua rcfpetto al fuoco.
Et generanfi,& corromponfi lun laltro, fecondo al*
cuna parte:et no mai fecondo il tuttojet delli Asym
boii^ciojche non conuengano in qualit, lenegc
nera vn terzo elemento', ci di fuoco , & d'acqua
(corrompendofi lun' laltro ) fi genera, aria terra:
conuengono , in
quelli che hanno Symholo ,
qualita^figeneronSc corrompon lun'laltro. Come
quando fi fa deiracqua,aria;& dell'aria acqua,comc
fi vede nella rugiada della notte, generata dall'aria
dinuouo venendo il Sole la
vaporofa della notte ,

&

&

Eflcmpo-

&

inattina;& dinuouo alfottigliandola , rifolue^

& ri-

tornala in aria.

&

Apprcffo da fapere che la fpera orbiculare,


eiementaredelfuoco, cagionata dal mouimentodel
ciel della luna immediate , moffo nientedimeno dal
primo mobile, il qual' ne corpi atti nati a tale alterai
lione, cagion del calore, il quale nell'ana vicina*
fregando produce.
quel* cielo, alTttigliando
fuoco elementare fottilifsimo
Et tal calore
rari(simo5nutritiuo,& augmentatiuo delle cofe che
Ma il fuoco che e appreffo di
la natura produce
mefcolato colli
noi, non elementare ma mifto
altri elementii& deftruttiuo ,
confuntiuo delle
dette cofe della natura;per elfer (come dicono i Phi
trapaflmento di fuoco 5
lofofi ) Ecceffo 5
non

Spera del' fuoco.

&

&

&

&
&

&

&

fuoco.

&

Si come il giaccio , non acqua , ma ecceflo


trapaffamento d'acqua , ci di freddo ,
humido;&
neffun ha mai virto elemento alcuno nella fua puri

&

t4>ma mirto

& mefcolato &c.

iii

Comparatiote

ANNOTATIONI
Ne cinclora detti
cunojfi non

NELLA

SPERA

elementi hanno figuralo colore al

accidentalment,claJla cofa che gli

tiene eccetto

la

terra

con

che di figura /pcrica per fua

natin'ajPerche^pereiTer'graue^tLKtc le parti di quel


}a,equalmente tendon'al centro , &punto del meSLo:& cof fi fa da per (e tonda;& come dice il Philofofo nel fuo libro(de colori delli elementi) di colo
re bianca, ma pare a noi fofca,

Mempio,

& terra

gnata dairacc[ua mifta,terreftre,&

Come
di

fi.ia

fi

nella cenere, doue

vede

pr eifer' ba-

(alfa.

feparando

natura le cofe heterogenee

il

fuoco

ci di diuerfc

nature)& ragunando le homogene(cio e di fimil' na


Uire)fi vede la parte terreftrcfdcl miilo heterogeneo
legno)
dida
ivUtheoradcllau

refar bianca;

non

& anclora refterebbe pi can*

paflaffe per

pori aperture di quella la

fomale^tetra&obfcura euaporatione. &c.


^ tanto di cio baftijper tardigrefsione:&breue no
titia delU detti elementi, rimettendo chi pi defide-,
rafle^alla noftra

per fiiegliare

metheora tanto dico


:

delti.

& contemplare

le

Se eleuati ingegni

fia
,

detto , fcA

a fpeculare

miracolofe cofedella Natura:&

grande Dio , fattore

&

plafinatore di ^juella.

il

No

ET NIHILO TANQJVAM EX MATE&IA: SED


ET NIHILO IDEST POST NIHIL.
Della Regi OH celcfte.
Reftadire alcuna cof della parte celefte di quefla
,

mondiale fperajhauendo detto della dementare.Ec


per ci da notare ch'el cielo detto da i Philofbfi.

Quinta elfenzaj

&

ver* quinto corpo,


quinto eiexnento.Diaphano,cio trafparente^Sc fblido; inge^

& non pu
& eltranfaimprefiioa^.i

nerabile,incorruptibile:& inalterabile

jriceuerealcunaperegrina

'

TRATTATO
Non graue ne leue

PRIMO.

JI

duro ne molle^caldo freddo

com

fecco^ne liumido. Et alcuni han detto che glie

pofto di materia
ci) ma e materia

& della fua forma(come Platoni& forma d'altra natura che quella
i

de i 4. elementi:per
tenta d'una

fol'

clie tal

materia del cielo

forma;& non vi

& per quello incorruttibile

contrariet

fi

con-

alcuna

Alcuni altri(come i Peripatetici ) dicon chenon vi


comporto di natura
materia ma che conila,

&

&

foggctto.Bafta noi hauere che incorruttibile


moflb dalla fua intelligenza vero angelo ,

8c

come

&

non informante )
da forma aftiftente di quello (
come da i dotti Peripatetici communemente fi tieper eflere inftrumento di detta intelligenza
ne:
conferuatiuOjSc produttiuo delle cof interiori i
non per fua corporea natura.
Dicefi anchor Dio gloriofb, efler primo motore di
angequellojuon efficiente ( come l'intelligenza

&

&

&

lo .che lo muoue;&

come volgar mente fi (lima ) ma

(in genere caufe finalisjcio

Come
ramo

)come

fine.

5 noi veggiamo nella pecorella^che

tirata^S:

uenienteidefiderata5& appetibile^per

uatione,mediante
ira il
li fia

putto

il

la

verde Erempo:&
fe

con Comparationc

fua confer-

moflb ancho
dal pome mela, che

cibo5Parimente

& piccol fanciullo,

moftra.

dal'

moila^come da Rne^&c cof a

&c

&

benedetto,
Cofi l'intelligenze , da Dio gloriofb
fon mofle a muouere detti CieU &c.
Et tanto
la
brcue
di
Notitia.
ci
bafti per
.

Reda al prefente,rifpondere airaduerfno;& impor


tuno Sophifla

& di poi fguitare

Q^j-g^ji^j^^

fecondo l'ordine

dato.

Quando dunque il cauiUofb > importuno ; Se appa-.

j*

ANNOTATIONl NELIA

J2

SPERA

rentcmcnte (ciente Sophifa dice , che


2a non

ne

dal

getto

demoflratiua

modo del
della

dimofirare

mondana

ciuefta Tcien-.

Ne dalla parte dei' {oggetto

le pafsioni del

detto fb-

fpera;per confderare fblamen

imagmate & non reali (ci po


fi pu fpere ne dimoftrare^Adunquc &c.
te accidenti,& cofe

fie

ineirere)& quel che no non

Rifpondcfi aqueiVojche quefta


il

fccn7.ct

prefjpponc

foggetto reale dimoflrato dal Philfbfo:&procc

de per cagioni formali immediate, equalmete a noi


alla natura(coni' c dctto)note
Per ci dunque
dimoftratiua.Com' detto di fopra. Adnn
reale
que perquefto argumento, niente Iia contro dinoi

&

&

il

Sophifta.

&c.

Qjiando anchor dice il detto Sophifta^no efler quefta fcienza pi degna che laltrejper edere d acciden
ti;& cofe immaginate.

Ri(pondefi(com* detto) che

& Nobiliftimo che


fecondo Teflere
ginatione;

il

il

{oggetto

fiio reale

Cielo, dal qual' non G /epara

{condo Timma
anchora del dimo{lrare5

realejUia {blamente

& per

j1

modo

pi certo che laltre com'

detto .

Adunque fegui

ta rintento nofro^&c.

Quando anchor
non ellr
punti

dice 5 tali fcien^te Mathematiche,-

da efler cerche per

vtili

& hnee immaginate, &c.

fe

per efCcr di

le quali

non dan-

no alcuna vtilita. &c.


Ri{pondefi che fon

&

vtili

& dilctteuoli

per applica-

tone alli corpi ,


non in fe confiderate {blamente,
come garriua il Sophifta & non folamente vtili

&

deletteuol5manece{rarie; concio

che ogni arte

{la ,

& difciphna {nza quefte, fon imperfette


Medicina, Agricoltura , Naujcatoria

Come

Cofmogra-

TRATTATO
pilla

di

fRiMO.

Geographia5Hydrograpliia(cio

defcnttionc

Man5& acque) AltimetrkjArclkettura^Scultu-

rajPittura.Poefia^Hilloriaj Sacrafcnttura:& breue

mente tutte larti.&c.


Et per hauere lUor fine
fima cofa che

ranno^com^

Quando

efla

l'effer delle

detto

med^-

Adunque &c.

di poi dice

veritajche c vna

cofe^pcrcio reali anchor fa

ilSophilk.chelenonhannoal

cun fine^per elFer di cofe infinitei& Tinfinito non Ci


puofapere^&c.
Rifpondefi che Tinfinito corporeo in atto (ci pofio in efIre)non

zajcio che
tion,fi

pu

fi

pu

r5& le hnee^a i quali

&

le linee

fi

immagina

fapere. Come fono numei

pu aggiugnere in

infinito;

imaginarfi diuidere in infinito.Adunque

cede Targumento &c.


Quando diceua cheladiffmition della fperamal
diataquado fi dice, SPERA est tr ansitvs. eia
e

la fjiera

Obiettione.^*

il mathematico non
mouimentone materia adunque non

vn' paflaggio;perche

confider ne

pu

Solutione,

fperejina Tinfinito in pote-

effere^per fucceftione

pu molto ben

Obictnone. 4,

dire la (pera

vn'mouimento>

& vn'paflfaggio;

d'un (micirculo &c.

A* qucfto

fi

rifponde, che vero che

mouimento

reale

bene immaginato y
&c.

non confider

& in fatto pofto in efferc


& perci

Solutlone.

ma fi

l'argumento-non

vai'

niente,

Quando arguifce & dicejche il punto indluifibile^

& non

fi pu muouere, perci che ci che fimuoue


corpo5& confguentemente diuifibile (per il Philoffo 6.phyficorum) & cofi dal mouimto del pun

tonon

fi

potr far linearne fuperficiejadunque la dif

finitionedcl punto mal data ^

&

nonval^

alcun<ab.

Obicttionc, 6.

ANNOTATIONI NELLA

54

SPERA

&c.
A cjuefto fi nfponde clie tal* moulmento e imagina105(& non reale & quando anchor fiponefsi nella
materia il detto punto , fi potr mnouere,pcr eller*
Co(.

SolutioQC

diuifibile,

tion far
Obiettione.7.

com'

detto di

buona^ ben

Quando anchor
irartando

il

fopra^adunque la diffini-

data,

&c.

cianciator' Sophifta

matiche fon figmenti &ghiribizi

non
Solucione*

diceua^con-

cofe dette , che quefte fcienze mathe-

alle

fon* reali.

&c

delli

huomini Sc
i

che gh di dua forti figmenti , vno al


non corrifponde cofa alcuna nella natura , come la chimera o il monte d oro imaginato che non

Si rifponde
<jual

ftruouain rerum natura^vn altro figmeto al qual


corrifpondonie Gofe naturah;
in quello modo
prefb il figmento , le mathematiche fcienze^ no fon

&

Obicttione.8.

reali; per effer fondate foprale codetto di foprajadunque &c.


'Quando appreffo diceua , che la diffinition^diel circulo non ben* data; per che le parti di quello non li
dicono elTentialmentedi quello^com' la linea. &c.

Solutione.

Ri(pondefi

Obiettionc.9-

fon definitioni , ma defcrittioni , per ci , non conchiude cof alcuna per quefto l'importuno Sofifta.
Quando vltimamentediceua che ladiffinition della linea non conuien al circulo, per che, nella linea
del cerchio , non vi i termini che fon i duo punti

figmenti^ma fon

fe naturalijCom'

a'

tutte quefte fimili obiettioniyche le

no

pofti nella diffinition della linea. Adunque &c.


Solutions.

A* quefto vltimamente fi rifponde^che li duoi punti


pofti nella diffinition della linea,
tia

non fon dell'effen-

& natura della linea in fo abfolutameie confidc

rata,ma fono accidecali

a detta lincajper

quanto

eli':

c finita Se terminata (della quale 1 termini fon duoi

TRATTATO PRIMO.
puntOper non

efler'

compofia

JJ

di quelli

E* dunque

&

natura della linea, che lafia lunghcza


reflentia
lenza largheza. Adunque niente ha il Sophifta contro di noi per quefto fuo argumentare. &c.

Come fe noi (exempli gratia

dicersimod'huomo
dua
piedi
che pu cam,
animale ragioneuole^di
minare, quefto detto vltimo l accidentale:per che
pu efler'huomo (nza caininare5& hauer duoi pie
)

&

di.Cofi

al

propofito della linea.&c*

Et cofi,efpedita la prima cof neccflaria5per Tintention dellautore,

tande digrefsioni

&
,

il

foggetto dellibro:& altre no-

per

la

parte Phyfica

& naturale

d'eflo foggetto.

Seguita la feconda (fecondo lordine dato nel princi,


pio)cliee

l'utilit

dellibro

&

dell'altre

mathema-

tiche in fieme.&c.

Qual fia iVtilita di quefta fcienza.

I r.

L'utihta di quefa fcienza dell'Artrologia^per le cofc gi dette manifcfta

per che ogni fcienza

in qualche partejha di bifgno e

me

detto)come

la

vopo

& arte

di quefa

(co

Medicina. Per che Hippocrate

& Galeno diffono medico effer cieco^fnza Aftro


logia & che neffuno s'ha da confidare in quello
il

Cofi anchora neceflariaper la geographia^ chrp


nographia ; che fono fcienze che defcriuono il fito
della terra;& il corfb de tempi;per 1 agricultura. Hi
ftoria

Poefia

Architettura, Sacra fcrittura3& per

tutte laltre, com' detto.

E* dunque manifefto per quefle cofe, quanto fla IVtilita di quefa fcienza dell afrologia compendiaria
Spera mondana vogliam dire Spera,
Come il

&

Piccoluomini.

&c,

ii

E/Tempio natur*

ANNOTATIONI

NELLA

SPERA

Qual fia lordine di detta fcienza.

in.

L'ordine che tenga quefta fcienza^cio il.grado fuo


fra le mathematicliej detto anchor di Ibpra Doue
.

ponemo nel 4 luogo delle mathematiche per et


fer' manco attratta & (eparata dalla materia ( com* c

la

detto)dalla parte del foggetto

& phyfice

po animato

tiene

il

Ma infra le naturali,

primo luogo^pcr

nobilifsimo.

parlare di cor-

Com' detto di fbpra;

Qual fia la diuiiione del libro:

et della

mi.

fcienza.

Diuidef quefto libro della fpera princpalmente^in

dua partijcio nel Proemio^

nel trattato.

Proc

Il

mio COmincia.TR ACT AT VM DE SPHAERA.&C.


Il trattato del

hbro comincia quiui doue dice


AB EVCLIDE SIC D E-

SPHAERA IGITVR

&C.

SCRIBI TVR.

La diuifion della fcienza5anchor fi vede di fopra^do


ue dicemo che

diuif in prattica

& theorica

culatiua5& in Aerologia naturale, artificiale;


perftitiofa giudiciaria{

quado

& cagioni naturali) &in


niia:&

la

dichiaratione di

fi

fli-

parte dalle ragioni,

Aftrologia
tal'

fpe-

&

& Aftrono-

diuifione, fu poftaqui

u5per ciojnon accade altrimenti replicare.&c.

Qual fia la proportionc et conuenienza di


quella airaltre,et collaltre fcienze

V,

Laproportione&' conuenienza di quefta fcienza a


tutte

l'altre

come

& per che tutte


li

le

quella che ha

la

parte col tutto:

fcienze fpeculatiue fon tre,& cofi

nhiti di quelle ci

e.

TRATTATO

PRIMO.

37

>mne

Mathematiche,

N4turali

manifcftojchc quefta fcienza(com' dctto)comabbraccia tutte cjuefte tre in qualche moplette,

&

dojcio

dalla

templando

la

parte del {oggetto naturale

prima cagione

floriofo) & di dette cofe naturali,


al

modo del dimoftrare, e

fa

fi

proceder
La

via

&

il

Dio

Ma

le artificia

&c.

dottrina et

di quella.

modo del

{blamente mathematica;

& mecchaniche da banda

Qual fia la uia della

& con-

diuina

& cofi vna delle tre {peculatiup.LaflTando


l

foggetto

di tal

modo del*

VI.

procedere di quefta fcienza

efTermodo ma
thematico5& ab{lratto dalla materia;& {blo confido
ra5& dimoftra per le cagioni formali,la{rando la ma
quafimanifefto per

le

co{e dettejper

teriale^efficientei& finale^al Philo{bfo naturale,

&

procede(com' detto)per cagioni vgualmcnte noi


alla natura note,ma non nel medefimo modo per
per li effetti quella
che noi cono{ciamoin parte ^

&

&

in tutto

& per vere cagioni.

Qual
Il

fia il

nome del libro.

nome del Hbro manife{1:o

tione di quello.

&c.

Il

per

il

VIL

titolo

quale quefto ci

& in{crit-

tratta-

to DELLA SPERA. Confiderando la fpcra in trc


modi.Gom' detto ci .
spera

jmaTnaria:^
iMmemaPica.

Artificiale h

Matmale

^dfarji.

aturale,

celef{e,<^ monJank
Neil'ejferfatta

0^ pof^ainejfere

iii

ANNOTATIONI NELLA SPERA

3?

Qual fia il nome dell autore

Vlir.

nome dcirautorc^c Gioiianni del facto biifto. Alaltri ( com e lacobo Fabro)dicon M
Giouan
ni dal fiero bofco 5 ma perche ciucflo poco importa
II

cuni

airintclligenza dellopera

bafti di ci tanto

breuc-

&c

mente detto.

Epilogo b uero Raccolto.


E* manifefto

dunque per le cofe di

gi dettejquanto

nel principio fu promeflbjCio qual

fia

in quefto li-

&

bro della Sperajl'intentione dellautore^

il

(ogget-

to dellibro.
L'utilit.

tione

3.

L'ordine. 4. La diuifione. 5 La proporfcicnze..La via della dottrinarci il


.

all'altre

modo del procedere.


dellautorei

7. Il

nome dellibro.

8. Il

re quefta Spera

&c

Et perche il primo

trattato dichiara qual'

fia la

ma del mondo y fito & pofitione de cieli , &


della terra^per ci di fbtto
ta la

nome

& in quanti modi s'habbia^a confider-

porremo la

for-

qualit

figura, di tut

machina mondiale, colla ragione Arithmetica.

Di poi fe altro degno d'annotatione, nelli tre fgue


ti trattati

occorrer

fuor di quello che dice il Te-

fto)annoteremo.

Figura della mondana Sperafpigliando


tutto l'aggregato delli orbi Iperici)

Laqua-

le(per eflere in piano)fi deue imaginare,co

me fe fulTe vn
mezo,

corpo Iperico

della quale

il

centr

tagliato

& mezo

centro dell'aggregato di terra

Come

li

vede.&c

per

il

& acqua.

Nella feguentc faccia.

TRATTATO
Nomi de

Caratteri de

PRIMO.

Pianeti, per chi

39

non cono-

fcefsi cjuellii& delli.4.Elcmenti.

I.I).

Saturno.

2. If.

Gioue.

j. c^.

Marte.

4.CfSole.
5.0 Venere,
. Q. Mercurio,
j.Q^ .Luna,

^c<iu4*

Sfera monddnd, notarde ,

Terri*

Jhlflmidt

Settentrione.

Ocddete*

NELLA

ANNOlTATIONI

40

SPERA

Appreflb da notare,clie per cfler l'aggregato della


terra5& acquaicorpo heterogeneo ( ci i diuerft
nature)no pu eflerc vn mcdefimo centro quel della

to

grande2aj&
;

quel' della grauita^di detto ^^ggrega-

& per quello

della

naturalmente

experti delle

te le cofe della natura miracoli


fi

vede in vn

refta (coperta parte

come dicono li inmathematiche)fe gi non faceftino tut

terra;& non per miraculo

coltello

doue

Il

che per cflempio

differente

il

mczo

&

centro della grandeza^da quel della grauita*


Ctntro deld^rduita

Centro deUd^randat^.

Sopra

fi regge(& pofto in equilibrio,


oc otrapeftOjche vogliamo di re) ogni
tutto l'uniuerfbj come fi vede per il fenfb ex

qua!' cetro

il

equilibrato

cofa

&

perimentando.Vedefi

uo 5

il

qual*

non

fi

an^clior

mirabilmente nelluo-

pu mai fermare dritto ,

fc

non

fi

vnifcono i detti dua centri, per effer drento di diuer


f materie^cio Albume^fe Tuorlo (che noi volgar
mente cofi diciamo) neceffaria dunque quefta eccentricit del mare, accio parte della terra refti fi:operta(come fi vede)per effer certo
conftante(appreflo i buon Philofofi ) lacqua tutta infieme effer

&

maggiore della terra. Bench alcuni moderni (non


intendendo detta eccentricit) habbin detto il contrario.

&c.

Che detta eccentricit del mare, fia in verfb il mezo


giorno3& non ad fcttenirione^n e cagione la eccentricito

TRATTATO

PRIMO.

trlcitadc! Sole alla terra, che da quella

4I

banda

fi

pie

ga& abballa, tirando &


parte

come

fi

faccia la

cruatori.Come

fi

mouendoil marca quella


Luna, fecondo li moderni o^-

vede nel flafib

& reflulTo del ma-

(come noi
diciamo anchora del acceflb ,
receflb deirottaua
Spera)che il Sole s'accorti pi alla terra,il verno che
la rtate , noto a ogni poco ef'ercitaio ingegno
rCjCio apprefamento,& difcoftamento

&

prouafi

lombra

della terra in

Come fi manifefta per

po.

in detto
l'altre

& qu
que

tempo

li

Luna che

eclypfi della

fon' maggiori,

cofdcl pari

&

maggior
,
quel tempo , che d'altro temperfreil Sole

dalli perfpettiui

& pi lunghi (ftando

& rimoflb ogni

altra

cagione)

efo cagionato dall'ombra della teira.

Adun-

feguita l'intento noflro;& la mirabil' proiiiden-

za di quel

fommo

lprefentebafti.

architetto.

Et tanto

di

do detto

&c.

Sd dunque le Spere , &<!)rbi cekfli none, fecondo


il qual'pon'la nona efler il primo mobile;

l'autore,

& fare

il

corfo fuo in vn di naturale cio

in

4.hore,

Da Icuante a Ponente^fin'che torni in leuante,tiran


do feco tu tte le Sp.cr inferiori ^ <:on quefto di urno
mouimento.
Nientedimeno quelle di contrario mommcnto (ci
i da ponente in leuantc)andar fi fi sforzano, bench
allora fia tal' mouimento naturale (per non eflere in
cielo contrariet alcuna

condo

il

noftro

modo di

ma

diciamo contrario ft-

confiderare.

Come fottaua Spera, che va contro al detto moui

sptrst.S.

mento diurno^ogni cento anni vn grado ,delh 360, Opemoneju


die tutto.
f),

cielo. Di poi Saturnoinjo. anni


Giouein ii*

il

vel circa*

ANNOTATIONI
Marte in 2

NELLA

SPERA

_^
z

Cf. Sole 565. giorni &qiiafI6.horc.

& Mercurio
in 27. di &

^. Venere

La luna

Sole in

Opemone.i.

di

fimile.

il

8,

hore<

di poi

ragiugnc

il

& u.hore.Com' detto di fbpra.

&c.
^oJerni oflcruatori , infieme coli autore delle
Theorichede i Pianeti M. Giorgio Purbacchio,
pongon' dicci Spere^perhauer ottaua tre mouime
ti ^ dei quali vn folonon ha per (e, ci quel' della
trepidatione voglian' dire apprellamentc
difco
(lamento (dal Settentrione al mezo giorno^ per il
2^:.

&

contrario)ropra
gradi 4. minuti

li

fuoi piccoli circuii in 7QDO.anni,

che il (midiametro di detti pie


coli cerchii^cio quel tanto che fi pu appreflare5&
difcoftare- Li altri duo mouimenti li fono acciden18.

nona Spera, per il quaJ"^ fa ogni


grado5& jS.minuti quafi;& il j. dalla
decima Spera ci primo mobile ^ in 24. hore, coni"

tali

ci quel' della

zoo.anni vn'
detto.

Et quefto dicon

Opemone.5.

perche fecondo il Philofbfa, Vncorpo folo non pu hauere pi che vn


mouimentafolo per fe5Co naturalmente3& fe pi
nha,li (bnoaccidetali;com' detto;&cofi far la det
taS.Spera (mofla dalla nona) il corfo fuo in 79000.
anni ;& non in 36000. come diceua la prima opcr
nione^laquardauali ogni 100. anni vn grado. &c
-,
al
j^j^ moderni , accoftandofi a Ptolomeo ,
Philofbfb; pongon lottaua efler il primo mobile^le
uando le due Spere flipenori,& dado all'ottaua detdua intelligenze fopra l'un' de i quali
ta^duo afsi,
(che querdermondo)fi muoue di mouimeto diur
no;& fopra il fecondo che quel del'zodiacojfi mup
cofi^eflerc

&

&

TRATTATO
ne

in cotrario

Lcuado

via

il

efler'

ogni ioo.anni vn'grado,comc detta;


della trepidatione^o ver

cagionato

&

dal*

aftronomici

phia5&

4J

mouimento

dell'apprcfiamento

riali

PRIMO.

dicono
mate
proua perla Cronogra-

difcoftamento

qual'

mal* vCo delli inftrumenti

come

fi

defcrittione delli tempi dalli aflronomi(per

riftontro di cio)oflreruati:Et cofi fecondo quefli fa-

corfbfuo in 36000. annijCome detto. &c.


ApprefTo da notare, per maggiore intelligenza di
cjuel che detto dt fbpra delli duoi ccntrijdella grauita :& della grandeza, che il centro della grauita

il

& deiracqua)
mezo del mondo, & centro dell'uniuerfo & non
(dell'aggregato Sperico della terra

^*Srcf$ione,

il
il

centro della grandeza della terra fola. &c.


Anchora da notare che ciocche fi parte dal centro
Sperico della terra,va all'infu)
non come giudi

&

ca

&

il

fenfb

&

il

volgo(delli noftri antipodi o cotrap-

pofli)airmgiu, perche nel corpo Sperico

non

diftc

renzadi pofitiont*(cio e o in gi o in fu o inanti o in


dietro o deftro o finiftro) Te non refpettiua,& fccon

do

il

noflro

modo di confiderare ,

parti dello Sperico(regulare

per effer tutte le

& vniforme)ec|ualme-

tedifcoftate dal centro. &c.


Potrebbe cjualche defto ingegno qui dubitare, del
detto, che continouamente efpenmcntiamo,che an

^i^^g^^^"*'

dando fopra la terra all'erta ci affatichi amo,& fudia


ino andando all'infu , & per il contrario facilmente
fcendiamo all'ingiUjAdunquc far differenza di po
iiifu'la terra. &c.
A' quello fi rifponde, che non vale queflo argumen
to dalla parte altutto,pcr non effer tal parte dl-lla ter
ri che camminiamo, vniformemente Sperica coltut
to della terra( come prefuppone la noflra ragione )

ficione

Solutione.

ANNOTAZIONI NELLA

44

ma disfornie & irregolare dal

SPEflA

fuo centro particola-^

re,& confeguentementc pi eleuata'(dal detto centro particolare)in vn* iuogo(com' rerta)che in vn*
per ci il corpo noftro graue^violcntcmen
altro,
le va airinfujdel detto luogo particolare,
naturai

&

niente defcende albaffo

&
& tanto per tal digrefsio-

ne pretermcfl'a o tralaflata bafti. &c.


Perche la 5. dunque opinione^ li autori di quella,
non fi leggon peranchora, nelli publici Gymnafi/

& ftudii
circa

to

perci feguiteremo

mouimenti

bafti.

li

autori innati citati

Spera,

dell' 8.

Seguita moftrarc

& tanto di ci det

la diucrfita

dellopenioni
cagion na-

della quantit di detta terra,ponendo la

turale di quelle,& cofi infiemc coU'autorc, termine

remo qucfto primo trattato.

Della quantit

& grandeza della terra.

La quantit della tcrrajfccodo rautore,& li


thematici philofbfi da quello

citati fadii.

altri

ma

252000.

dando a ogni grado ftadi yoo.fcodo che dice il tetto la onde fcguita che multiplicando 7 00. vie 360.
che

tutto l'ambito

& circonferenza del cielo (cofi

diuifo da i mathematici

per pi

facilita del partire

di detto numero)& cofi della terra. fa fadii 252000,


Liquali partendo per 8. ( per eflfere il miglio Italica
Romano ftadii 8. che fon pafti i25)tornano 31500.

&

miglia.

Di poi per hauere il diametro di

detta terre-

frc Spera (ilquale nella poportion fotto tripla fe-

de partire detta circonfereza per ^ *


verrano detto diametro.Comc fi vede operanda

fquifettima)

&

ftadii

fi

252000 per

1764000
22)
Son ftadii 80181.

1^.

Et tanti ftadii far il dia*

THATTAT^
metro di detta
vnaltro

tcrra,la

PRIMO.

qual ragione

4j

l'autore fa per

modo^ma non apuntOjCome fi vede opc-

randojdicendo , piglia il ventiduefimo del circuito


della terra che 252000. ftadi5& del rimanente pi-
glia la terza partejSc {
tanto f*
\ d'uno ftadio,
ra il diametro.Comc fi vede operando,

&

ftadii

252000

retta.

240545

j)

8oi8i

&

Ne viene ftadii.&

Et tanti fladii lari il diametro di


core dice^efTere

il

diametro

fon* ^ iquali fon pi di

detta terra.

ftadii 8oi8i. 3c \

com

,?

Et lau

&] che

manifefto a chi

fa

maneggiare i rotti opcrado per (jual' pi 8c qua

to

J Il che va
^
^ di

come

trai

54
Refta.

Et tanto di ci
Ecci vn

come fi

fia

detto per intelligenza de! tcHo*

modo pi facile , riducdo li ftadii a miglia


vede, percioche ftadii 700. partiti per 8*

700

fanno migha 87. l lequah multiplicate


per 560. fanno migha 3i50o.Et tanto
eia circonferenza della terra. Per hauer di poi il dia
metro, parti per ^. come fi vedejharai detto diamc
tro ,
quanto fia da Icuante a ponente, pighando
87. j

:5

&

meza lacircunferenza

opera,

J1500 pcr^^

220500
22)10022
Et tanto

Famiglia

diametro, di poi , per haucrc quanto


dal centro alla circonferenza parti detto numero in
il

iii

ANNOTAZIONI

46

SPIRA

dua,&harairintcnto.
10022.

Opera.

2)

5011.

Sonmiglia,&7i.

Et tato

far

vogliamo
ra. &c.

il

o mezo diametro che


vede neirinfrafcritta figu-

femidt ametro

dire

Come

fi

315GO.

Miglia.

Qucfta dunque Topenione del'autorejdelk quantita5& grandcza della terra.


OpcDonc.i.

Ptolomeo

&

moderni, danno a ogni grado


maggiori , da Leuante a Poda fettentrione a mezo di. ftadii 500. che
nente,
Qual' moltiplicate
fon miglia 500.
vie
;6o.
perj60i
62.
,

della terragne

li

altri

cerchii

&

21

600

720
180

Et tanto la circunfe-.
Fanno miglia 22500.
Di poi opera come di fbpra. &c.
renza.
moderni Cofinographf,
Appiano, &
& Geographi danno a ogni grado n e cerchii mag^

pcmone.3. Pietro

li

altri

gion della terra(cio quelli che

la

diuidono in dua

TRATTATO

PRIMO.

j^j

parti cqualiCmiglia 60. (alcuni altri yo.in

&

detta terra

Miglia. 21600
rar

(urmare)

60 360 Perla circonferenza di


^^^^
^
dipoi opera come di fopra.&c.

cofi lrebbon*

la terra,

Appreflo ce,

ci per

ii

il

4.

modo di mifii-

eclypfi del Sole della

Luna.

Efempio.
Sien dua luoghi d'una medefima latitudine

& clc-

uatione di polo^sSc ofleruando vn eclypfe (del Sole

Luna)(ia differenza dall'un

allaltro

luogo vn* liora

che
mente (per effer i cerchii che efcon da vn medefimo

fon gradi i5.d'equinottiale,&cofi in terra pari-

centro lun
j.delli

allaltro proportioneuoli.^per

elementi

) di poi

fi

Euclide nel

mifuri lo fpatioche fra

&
&

volendo il detto
luoghi^& harafsi l'intento;
harai il propo*
{patio per vn grado 5 parti per 15.
&c.
fito.
Le cagioni adunque di tanta diuerfita ( della quali-

<Ietti

t della terra ) fon' parte dette nella noflra Spera

ma

non pieno.
Diciamo dunque al prefnte;che lacagionedi tal di
uerfita (comeben diffe il Reuerendifs Gufano)
.

che voldo noi mifurare


rico corpo^col retto

(perche

il

femplice

ne quatita di luogo

il

curuo

& torto dello Spe

& diritto delle linee numerali

numero

dice linea )

non pofsiaii

precifa, in fu'la terra;

ne

di

tem-

po cagionato da circular mouimentOjfpere.-Comc


cmanifeftoperrefperieza che anchor non fifia qua
to tempo vn di naturale ( precifamte & apunto)
inumer per non elfer porportionedifcreta^fra il
torto del Zodiaco,& diritto dellequinottialejd'On
;

cagionato Come detto di fb!>ra. Il fimileinteruiene della quadratura del circuQuadratura del
o^la qual' ogni giorno penibn alcuni hauer* troua^ circulo.

de il detto giorno

ANNOTATIONI NELLA SPERA


Zti^3c non poi niente Come habbiamo efperimen-
48

tato in alcuni moderni. Per che

(e ben* fi truoua pr
portione contmoua fra quattro rette, no feguita di
poi !a proporti one,appIicado al curuo, Spenco;&c

Ec

il

pere:ei

Philofopho d flcjdetta quadratura poterfi fa


non diffe precifamente^ difcretamente^ma

in qualche

modo poterfi

quantit {brda,&
prefente badi per

efTere

Quello dunque pu
5 che fece

ra
Ragione.]

cielo

il

fapere

indifcreta

ci per radice

Sic.

fuor del nollro propofito.

folo mifiirare

&

&

& tanto di ci al

la

terra

il

cielo^&

la

Dio glorioio &

ter-

be-

nedetto.
&c.
Alcun' -altri dotti Aftronomi hanno detto (& aflai
apertamente) che la ragion' di tal' diuerfita (di quefta quatita de gradi della terra) qiTcftaichc la terra
vgualmentc
fecondo le parti non regolarmente
1

&

Sperica

& ionda(benche fecondo

il

tutto)

& perci

potere vgualmente mifurare ; perche douc


l'huomo alto,piu tardi(caminando) fcuopredell'o

non

fi

rizonte,che qndo
]tagione2

fcnfo. Adunque

gli baflb.

Cornee manifefto al

&c.

ApprefTo, chi pi preflb

al

centro fcuopre pi prc

che ogni poco di mouimeto preflb al detto cecro , fa gran muta


tione5& eleuatione d'orizote.Com'fi vede per il fea
fto^l'orizonte^che chi vi difcoftorper

fo,nella preste figura.

Di

poi eflendo

la terra

eccentrica, all'aggrega-

to

di terra

& acqua (co-

me detto ) non

fi

potr

anchor per queftacagio


ne,hauermifura precif
della tem.Che alcuni pi
glia:

TRATTATO

glin' e miglia
(Ira

diuerfamente

Spera) quefto

ridurre

alle

PRlM*
(

com'

49

detto nella no-

non fa ditficultajperche fi poflbn*

noftre.&c.

E manifeflo duntjue per


titiafia pofsibile

hauere

le

cagioni dette

della quatita

&

della terra:& tanto di ci detto bafti^ per

del

&

qual no-

grandeza

non

vfcire

ordine dato:& cofi a ho-

fommario
Dio optimo mafsinio terminerejmo
inftituto

'ftore di

cjuefta

prima parte della Spera;

Additioni
:

iiecelTarie a quella

prima parte,

perii ftudiofi arithmctici.

"Primamente perfettion delle inanti dette cof dd


deftri ingegni ) alcune
notare ( per li mercuriali
fpeculationi del* cerchio^Sc della Spera i& proporlion di cjuellojper chi volefle proportionare elemen
t5diftantie5mouimenti grandeze delli celefli corPer cfler ilate malpoftc
Sijmolto accommodate.
^
alla (lampa nella noftra Spera. &c.
Et prima da notare,chc la proportion dupl^tripla
'ciuadruplajdel diametro dima Spera circul 5 3!-

&

'

Taltra Spera e equale anc'horii(proprtionatamente)

nel circuloj Spera5pigIiando folamente

la

circon-

ferenza^cio dupla3tripla5& quadruplagl'un'all altra

come era il diametro, oenche

in

maggior numero^

ci in proportione. tripla fcfquifcttima^ fecondo

lappreffamento
La proportion dunque dima Spera alfaltra dupla
in linea, far quadrupla nella fuperficie pfana;&.nel
la

quadratura flida,

& grofla far ottupla, ci ot-

to volte pi, come moftrerra refmpio;& in quefto


modo s'mtende la propofition d'Euclide(nel u.dcili
ijioi ejementj^cio

u:

ANNOfATIONl
Quale la proportion

SPER,A

del diametro,airaltro

diame-

della Spera all'altra Spera,

tro tale la proportion


triplicatamente,cio rinterzata.
:

NELLA

(il

che intendi nel-

quadratura folida.) ci fc dupla la propordiametro all'altro diametro , (ara ottupla


del
tion
nella Sperajall'altra Spera comparataiperche tre d
Efempio.
4
pie fanno vn ottupla.
Et tutto quefto negocio breu emente: i-'^-i iii

la Tua

fi

moftra per

il

feguete Eflmpio. &c, ^

- ^ -^

ElTempio della fpeculation del circulo:&


Speraiet proportione(nella fua quadratura
fuperficiale , & folida) in diametro , & circunferenza,
BflTempio.

Sia vn' cercliio (

& Spera) del

traccia 7. (ara

circonferenza fua braccia 22. per la

la

quale

il

diametro

fia

proportione tripla {{qui(ettima(cio tre volte pi,


vn'fttimo ,clie ha la circunferenza del cerchio
col fuo diametro ) ci multiplicando quel 7. che c

&
il

diametro per ^.
( 22. )

Com' noto alli


fa.

22.

Arithmetici.

44. Dupla.

Sara dunq; il diametro del piccol; cerchio Spcra.J.

TRATTATO

PRIMO*

La fua circonfcrenza.22.
La fua quadratura piana/upci ficialc.38.21.
La quadratura fiiperficiale Spenca.154.
La quadratura folidajvltimamente far. 179.
Nel cerchio

& Spera grande/ara

La circunferenza.
La fua quadratura

'

Quadrupla.
*

diametro. 14.

il

?
r-;?i

44.
piana 5 fuperficiale& circu*

Quadrupla.

lare. 154..

La quadratura fuperficiale Spcrica. 616.


La quadratura folida 3 fara.i437.j.il qual numera
Comefivede ottuplo (ci otto volte piu)alla
.

quadratura Sperica del minor cerchio^come

fi

&

do

del ncgociare intorno

al

circulo
^

&

tintorno5multjplica

to

il

7.

il

detto (

diametro

li

pure nel
^-

& ogni altro) diame-& harai l'intento, eia

ne verr ventidua.z2.&c.

t volendo di

poi

la

quadratura piana

&

circulare,,

multi plica detto diametro 7. in fe medefim^o che


fa 49. del qual numero piglia H J^. per hauere tal pr
il

pprtionc

la

quadratura del cerchio

del detto diametro 7.quale

quadratura
vede fchifaa

alla

^ come

fi

ii

(per haueretalproportionejCom' det-.

cercliio al fuo

Proportione

Spera accia

ftan do

medefimo Eflempio.
Dico adunque che volendo fapereperil diametro'
dun cerchio che ira 7. quanto il detto cerchio gin al
txOjper^

vede

multipUcando quella per 8. vie 179. fa 1437.5- che


eia quadratura fHdadel maggior cerchio
Spera.&c. Et il diametro i4.che duplo( vogliam
m ai
di
doppio
del
al
diametro
piccol*
cerchio
re
)
3 che
Comefiuede. &c.
Refta, per quelh che non fon molto eflercitati nell*arithmetica3& Geometria darej&mofrare il moiionfieiy defraudati di tal piacere

i.

iJ

5^

ANNOrAtlONI

...

ELLA

ER.A

?^>77 "

do detti numeri do 49 98

che fon
che
prpportionefupenripartiente vndecima. &c
14.

Di poi ^volendo la quadratura


multiplica

il

fuperficialc Sperica

diametro per la circonferenza;

& barai

ilpropofito.&c.

4 Vltimamente volendo la quadratura felida, di detta Sperajfa di bifbgno cubare il diametro fctte1(cio
chefa y come

vede 77.7.
343.&di quefto numero pigliargli ",.(per effe- 49.
re tal preportione/ra la quadratura del diametro:i&
S quadratura fuperficialc Sperica , ci c fiiperdecu-
pertientc vndecima ) vogham dire , auanza dieci
non prcci(opra vndici.Secondo lapprefTamto,
{c.Com*e manifefto alli mediocremente elfercitaui
Arithmetici:il che per effer faftidiofb all'imprefsionCjSc ftampa fipretermette l'elfempio d detti nume
multiplicarlo tre volte

fi

&

fi.&c.
^

Potrafsi

dunque accommodare il detto EfTempio;

ad ogni quadratura d'elemento altra Spera j a di-


ftantie5& grandeze de i celefti corpi , per detto dianietro,& femidiametro della terra.Com' detto nd
la noftra Spera.

Et fimilmente proportJonare il Sle, & la Lutia alla


terrajche fecondo Tolomeo nel fuo Almagefto ( &
gran compofitione ) cofi chiamato arabicamente .
Hanno tal proportionc infieme che il diametro del
^

la terra e 3

^.

& quel del

quel della

cf

18

che volendoH proportionare infieme fa dibifbgno


primamente ridurli tutti a vna natijra di mimcri ci
a quint5Come

fi

vede.

E' dunque la terra


iic41or

diametro : per

la (f

il

che

] \

fi^

(f

il

rede che

che intendi
il

diametro^

TRATTATO PRIMO.

55

; maggiore chel diametro


quel d ellatcrra , c
cinque volte ,
maggiore che quel della ^ tre volte, *.
Multiplicando dunque il diamero della terra ( quaf
di poi cubandicemo effere 10021
per 5

del corpo Solare fperico

&

della terra

&

&

&

dolo (com' detto )& pigliandone li \\ fecondo le


regole date(& fapendo chel piglia, va come,il multi
plica)harai la quadratura Sperica
fohda, di detto

&

maggiore che quella della


terra 166. volte vel circa;& cofi farai della Luna.&c,
tanto di ci bafti prefupponendo parlare 5 con
quelli che di abbaco hanno qualche notitia.&c,
Lediftanze anchordei detti corpi cclelli, s'hannp
breuementc com* detto nella noflra Spera, per il fc
midiametro o ver mezo diametro della terra il quale com' detto 5011. X migha Italiche^ il quale mu(
^iplicato,per Tinfrafcritti numeri , rende le diftanzc
groffeze de i detti cclefti corpi. &c.
Palla terradunque(cio dal ctro di detta terra ) 4
concauo dell'orbe di detta ([^ ( come dicemmo ) fon
Sole,qual trouerrai

cfler'

&

&

femidiametri

35

Dalla terra

concauo di 1^ &.co0ueflCQ

re

al

i].

dell'infcriq

64;.

Dalla terra

al

Dalla terra

al

concauo di ^ 167. &c.


concauo del cf' 1120. Semidiametri.
Dalla terra al concauo di c? 1220.
Dalla terra al concauo di
8876.
Dalla terra al concauo di n H4^5*
Dalla terra al concauo dell'octaua Spera loiro.
Dalla terra al concauo della nona 40220. Semidiametri.
&c.

Riquadranfi anchora li 4.clementJ(com' detto nella nollra Spera)

riquadrando primamente la terra

iii

ANNOT^ATIKI

54

NELLA

SPERA

Sperica: dipoi pieliado^ila proportion decupla (do


dicciuolte pili) della fua circunfereza^per riquadrare racqua(]a quale orbiculare ecctrica^

&

& no Spe

circunferenza di
rica ( perla regola del diametro
di tutta la quadratura , tratto il
Ibpra moftrata

&

tuorlo ver' quadratura di detta terra reftera la qua


dratura dell'acqua la qual non far dieci volte quaa
to

la

detta terra

lottile)

bench

come dicon

fia

dieci volte pi rada ^

&

alcuni {cioccamente^per eflre

d'altra fgura.&c.

Et

cofi farai delibarla rifpettOj

rifpetto allaria
delli

airacqua;& del fuoco


la quadratura

fottrahendo fempre

elemeti inferiori;&

il

reftante prefb,ti mofrer-

ra la quadratura deHelemento^chc cerchi quadrare;


tanla proportion che ha con' detta terra. &c.

&

&

to di cio(per quanto

Refta

fa al

propofito)detto,bafti.&c.

a perfettion di quefta

)orre la tauola

delli detti

prima parte;& trattato,

mouimenti

celefijpartico

& minutamentejper efiere(come detto)


male ftampata & pofta nella noftra prima Spera.
armento,

Acommodita
comefcguita,

delli fudiofi

de

celefi

&c.

ih oift

mouimenti,

TRATTATO

PRIMO.

Tauola dclli mouimenti


Spere

$5

delli

celefti.

u
c

&

corpi
l

ri

z,

r\
\J

Ci
KJ

0
>y

Ci
\mf

000

2rO

&

decimo
primo mobile
I
invnhora.
In vn gi orno naturale d'ho re. 24
z mobile^in vn giorno.
Il nono
:In vn*anno

iJ

In anni 48900.

tir

"

ivi

&

2.^ 2^

41 1/
Q 2^

il

<G T
IO lA TV

4.

Octaua Spera^in vn giorno.


Jnvn'anno.

55

<
>

IO

In anni 700.
Q

vn giorno.
In vn'anno.
In 30. Anni
In anni 29 &di 165.
L orbe di 2p.in vn giorno.
In vn anno.

J^*orbe di F).in

In anni 12.
In anni ii,&d

ti

A4 2

5;

17

25

17

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1

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2 2 ro 57 22 IO

28 <Q
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AC 4.0
2J.

<
)

4.0 21

jt

Lorbedi cJ\in vn giorno.


In dua anni.

12

In vn anno,& di 522.
L'orbe del ^^^-^-ti vn bora.
In vn giorno.
In vn' anno.

In vn* anno,& .hore quafi.


L'orbe della (J[. in va bora.

In vn' giorno.
Jn 27.di,& 8. bore.
Il

22 34 IO 27 ^0
0 2 4 44 5^ 15
J 27 50 49 ?

59 8

18

i^),

57

I
59 45 4
29 45 J9
26 26 56 19 34 4
12
57 4t
52 56 27 ^, 7

II

11

chej mtendi di moto propio. &c.

IO

55

15

^7

14

15

35

ij

4)

HORVM AVTEM CIRCVLORVM^


Q^VIDAM SVNT MAIORES

QJ'I-

DAMMINORESETC,
Er

continouatione di quello
tefto della 2. parte colla prima ( la
qial'^non fi vede per queflc paro^
la

del tefto:&

le

efpofitori)

manco ne dicono,H

Perche

il

tefto dice, di

quefti cerchiijalcuni fon


rijalcuni minoFii

niente ha parlato di fbpra

maggio

&c. DeiquaFi

nella fin' del tefto

della

prima parte.

Et

per ci per tarcontinouatione(dico)

da fopplire^ aggiugncF

al tefto.

& ordine^

Che la Spera

materiale (di legno altro minerai* metallo fabrica^


ta(

compofta

d'i

dieci cerchii (circuli^come

dica

no alcun* moderni accademici ) cio i. Equinotiale


2. Zodiaco
& 4. Duoi 'Coluri 5. & 6 Orizonte,
.

& Meridiano 7. &

8*

tropico del cancro

l.
& Antartico;
& tropico del caprieor*

Artico

eftiuo

no, hy emale. QMcfto fbpplito^fi vede la continouatione.Secondo che comincia il tefto,cio vi ciXE^
STI DIECI CERCHII SEI NE SON*MAG<}I
RI,

ET

4.

MI NO ri; &queUi

fx

per il centro della

fi

dicon*efrere cer-

quaU la fijperficiepafSpera;& fono vguatmente dal-

chii maggiori nella Spera,de

Tuno & l'altro plo difcoftati & per il contrario , li


minor cerchii rhella Spera eflere quelli, la fiiperficie
:

& larca guif d'una cialda}


non pafla per
& manco fono
-Yguajmeotedaiiuno & l'altro polo difanti & di^

de quali(cio il piano
i

il

centro della Spera

Et

fRATTATO

&

Et tal* ordine

continouatione

in quefto modo ci ^clie


ra naturale, 8c

SECONDO.
fi

57

dc'confiderarc

hauendo parlato della Spe

mondana manifefta al fenf:& pi

cileifeguita di parlare della materiale, artificiale

fa

&

pi difficile. Pofla nella materia, per abfrarne5&


pararne colla immaginatiua vero phantafia la Maindiuifibile Spera, la qual' fi ha da por
thematica ,

&

&

cel erte Spera,&c.


re5& immaginare nella mediale
Et tutto queftoda notare, per vera intelligenza
Donde fieno immaginati,& poft in eie
del tefto.
coueflb di c]uello)li detti cerchii,
lo(nel concauo
ver fliperficie ( rifpetto al Zodiaco che ha largher dico)danotare5
Che il punto(come di fbpra detto) moflb (per immaginatione)cagiona la lineai& moflb circularmen

&

te,cagiona la circonferenza, che contiene

com' detto
7:0 della

.,

il

cerchio

La onde che pofo vn punto nel me-

Spera vgualmeie diftante da i poli;& girato

& moflfo allintorno cagioner detto cerchio equi& cofijl Sole p afliando col proprio mo
;

nottiale;

fiao

uimento fuperreclytticaj& venendo detto punto


defcriuerra per vn giorno , col mouimento del pri-

mo mobile( detto Sole accidentale) chiamato altri

&

rapito) il detto Equi


menti mouimento violento
bench lpiralmente,& no come cer
chio precifmente ma quello al propofito non importa(contro al Sophifta dico ) perche s'intende per
limaginatione 5 chel Sole fia fermo inquel medefi-

nottial cerchio,

mo punto per quel' giorno.


Et chiamato &

detto cerchio equinottiale vero

equidiale: perche

rde

il

giorno

alla

venendo il Solcai detto punto,


notte vguale;& quefto e nel prin-

cipio dell ariete^alli ii.di Marzo^vel circa;& nel prin.

i.Equinottiale,

ANNOTATIQNI
cipio della libra^che circa

KELLA
li

i4.di

SPRA

Settembre

E detto ancliora & nominato ( rEc|uinottialc ccrchio)ecjuatore ci pareggiatore del giorno^Sc della notte.

Ancliora chiamato cingolo( ver cintura)del primo mobilc^perche lo cigne nel mezo, come per metraflationc Ci vede in noi, che fiamo cin
thaphora

&

ti

nel

mezo

mezo della
.

ci

m fui bellico

grauita

& della

il

quale centro

&

grandeza derhuomo,
Tua architettura , cio

cometnoftra Vitruuio nella


che ponendo il (fto ( vuoi dire le ffle) in fui' detto.bellico5& girando intorno arriuera parimente al

& delle mani. E' dunque manifefto,donde fia(ncl ciclo & celefte Spera) immagina
to detto cerchio equinottiale; regola & mifura di

l'eftremira de

piedi

il

h altri. &c.
fecondo cerchio^chiamato Zodiaco;'immaginato dal mouimento propio del Sole (intendendo qua
to all'eclittica^ perchelalargheza immaginata.^ dal
l'errar de i pianeti di qua dila da detta eclittica
per II loro epicicli ;& perci grecamente fon' dettai
pianeti, che nella noftra lingua vuol dire , Erranti,

tutti
Il

& vagabondi. E' dunque immaginato dico da

il

mo

uimento proprio del Sole , da ponente verfo leuante(com* detto ) ogni giorno quafi vn grado per A
,

qual*

mouimento defcriue la

nante

condo

&
li

difcofto dal

detta eclittica

&

e di-

primo cerchio equmottiale(f

moderni ofTeruatori) gradi

& interfe&
;

cadetto equinottiale 5 per angoli toni


obliqui^
co acuti^Sc ottufi larghi, come fi vede per la^na
tenale Spera,& da tale obliquita'd'angoli,fu chiama
to d ! Philofofo cerchio obliquo ; Se nominato anchox Z.odiacojgre.camemc,a Zoe,che vuoi' due vi-

TRATTAT SCOKD.
ta, perche

il

Sole apprcfl'andof per quello^

cap nO'

come fi ve-

fin, porta la vita a quelle cofe inferiori


de nella primanera*
,

Anchora cofi chiamato grecamente Zodion che


vuol dire animale , perche porta li 12. fegni , quali
i

pcrkmaggior' parte fon' in figura d'animali, no per


che iui fieno ammali^ma perche le felle di quella taf
parte(recondo li Aflrologi, bench poeti altrimeii
ti fentono)delle 12. vna5hanno tal figura, per le linee
1

imaginate nelle (Ielle che tal figura rapprefentano*'Come fi v-ede manifftamente nel tauro,& fcorpia^
ne celefte. Et perche anchora tali flell^ hano virtua
le

influenza fopra

tali

fpctie

& forte d'animali. &c.

Bt diudefi detto Zodiaco^in

12. parti

dtta) chiamate (egni;& ogni fegno,

vguali

(come

& parteun 30.

m 60. minutij
ogni minuto in 6o.{econdii& cofi per ordine fin'
(blamente il detto cerchio ha fu*
ai 6. vero IO.
gradi vero particel!e;& ogni grado

&

&

perficicj largheza

no immaginati

come

fi

vede,

ma tutti

indiuifihili,pcr largheza

que far detto cerchio Zodiaco diuifb


^6o.parti ver gradi

chio della Spera;

&gradi

-,

in

ra. Et detti

ma delli maggior cerchi

Come

fegni in tre

altri

(b

12. vie*

^o^

& fimilmente ogni altro cer(aran parti

equali, &nelli minori faran parti

proportionali

li

Cofi dun-

fi

&

gradi

vede nella materiale Spefi Gonfiderano>& imma

modi

ginanocio.

Gome piramidi quadrilatere la cui bafe nella fuper


ficie del

fegno

&

il

cono ver punta

nel

centra

della terra.Secondo la qual piramide5Ciafcuna parte

di Zodiaco che corrifponde infula terrra fiotto

qualche fegno.Gome moftra la figura

ANNOTATIONI

6o

Come la (corza fola

NELLA

SPERA

popone

della fetta del

fuperfi-

come fi vede,
mezo

ciale,dairun polo all'altro del'Zodiaco


larglie

nel

&ilrette

da capo.

Secodo il qiial modo ciafcun imagine

celefte cora

prefa da qualche fegno.

Come fette

di

popon e fblide

& piene^terminati nel

la lineajS: afle della

Spera^comc

Secondo

il

do,
da

/^^^pk

fi

vede.

modo cioche nel mon-

qual'

fot

to qualche fegno

quely'^^^

lo.

Quando dunque fi
effer (tto

il

&

comprefb

&c.

dice,

re nel' fegno dellariete

il

Sole altro pianeto, cflc

intendi quel nel fegno

detto fegno;per effer

detto imaginato nella.8. Spera

&

il
il

per

Zodiaco com c

fole elfer di fot-

&

cofi parimen
to nel 4. cielojCom' detto di fopra
te nella 9. Spera:& decima detto Zodiaco immagi

nato, ben che non vi fia (Ielle alcune.

nomi de i

fe-

Zodiaco detto/on chiare


per il teftojperci tanto di quel fia deuo baftanza.
Son dui altri cerchi maggior5chiamati Colurigrc-

gnii&
J.&4. Coluri.

altre proprieta'del

&

camente^che vuol' dire cerchii mutilati,


troncati
(quato al vedere noftro ) perche non cene fruiamo
fno per quella parte che fopra l'orizonte noftro.
Archimede inuen
Immaginati da 1 mathematici,

&

tordella Spera

poli

la

duo

folfitii&

primo dunque Coluro pafla, per


del mondo;& poli del Zodiaco & per li duoc

dui equinottii.
i

per

d.uifione dei

Il

& capricorno, doueil Sol*


mafsimamente declina, & difoofta dall'equinottia
puntifolftitiali, cancro,

fi

le^verfo

il

fettentrione

mezo di (come fi vede

nel-

TRATTATO

SECONDO.

la materiale Spera) per gradi


Il

fecondo Coluro

peri primi punti,

2;^.

pafla per

il

6l

com' e detto.

[.

poli del'

mondo

&

& grado dell'ariete^Sc della libra;

& in detti poli del mondo

, li detti duoi coluri s'invero


attrauerfano , orthogonalmente^cio
terzano
per angoli retti Sperali.Gom' e detto, &c.
Li altri duoi maggior circuii, chiamati Orizonte5& ^.8c6.0rhontt
Meridiano,
meridiano fon immaginati
dal termin della vifta ^

&

noftrajdouunque ci trouiamo;& perci cofi grecamente detto Orizonteche' vuol' dire terminatore,

& finitore della vifta:&


jnaginato paffare per

cio.punto verticale

meridiano fimilmente im
Zenith,
poli del mondo
il

&
& perpendiculare fopra
,

il

ca-

po nol1;ro(il qual punto

polo dell'orizonte detto)


per il detto Orizonte , equalmente diuidendolo,
come fi vede nella materialc,& folida Spera. &c. Ec

&

tanto bafti detto

delli fei

maggior

circuii.

Li 4.circuli minori fon quelli ci circulo del cacro


circulo del capricorno, ver tropico del' cancro
^
j
ri
&^tropico del
capricorno , grecamente coti detti,

&

ci couerfiui,& ritorneuoli; perche


li fi

Sole da quel

& ritorna verfo noftro Zenith, ilaantipodi & contra noi pofti)il verno.&c*

couerte

te,& alli

il

la

il

E' dunq; imaginato,il circulo del cancro ver tropi


co eftiuOjda quel' punto flute(& per imaginationc

moflb ) per il quale (


del granchio,per

il

il

Sole ftando nel primo grada

mouimcnto diurno ci

del pri-

mo mobile)detto cerchio imaginariametedefcriue.


Et parimele da imaginare (quado

nellaltro

pun-

to oppofto del capricorno) defcriuere3& fare dettd


circulo.

Et

li

altri

giorni dell'annOjdeforiuere con detto

mo

ver

cir

uimento,fra

li

duoi

tropici detti 182. Spire,

ili

&

g . Circulo
7.
<lclcancro,& capricorno o ver

fropici.

ANNOTATIONI

6l
culi

NELLA

inuolin(com* detto di (opra)

piati

nel ritorno del Sole

requinottialc(per

il

li

SFERA
quali ravWop^

& computato

dua volte

^lu da volte pafTa) fon giorni

^65. in tutto l'anno^ben

che

vi refh cfuafi 6. bore,

me

no II minuti, che fon 'oo-dri giorno((condo la communc opinione. ) La onde nafce il bifeftojche ogni
che fon' quafi 24* hore , rimette vn giorno
mi perche n^on vn giorno intero5per ci anticipati
do fuor' del douereil detto giorno; habbiamo an-

4. anni

chor anticipato
circa

i^.

anni del Signore 1546. in qua


Donde natol'exorbitantia di-

dalli

&

giorni.

(ordine del tempo.Pcrcio che a quel' tempo

quinottio

alli

25

noi l'habbiamo
9. Su IO. Artico.

Anurticoc

Et tanto di

alli

di

Marzo ,

adelfo

lO.ii. u.di

era Te-

anticipando^

detto al

pm'c.

ci bafti.,per effer fuor dellinftituto

no*

grecamente cofi
Il circulo Artico
(
orla ali
iecondo
minore
noi
Orfino(
dalla
)
poquale propinquo) immaginato(dal punto
lo dell'afle del Zodiaco, dal primo mobile circunuo
po 05de
girato)dercriuerfi. Il qual punto
luto
fidifcolb da^l polo del mondo per gradi 2^ ^,
dina
dedinatione del'Zoperche tonta la diftantia
diaco dall'equinottiale, come li vede per la materiali fimileeda immaginari del circuloanle Spera,

f^^^ propofito

detto

&

&
&

&

&

tartico(grecamente cofi dettocelo all'artico oppopolo oppofto del Zodiaco, gifto)che dal punto
rato

&
& circunuoluto parimente defcritto.

E' dunque per le predette cofc manifelo, donde fie


immaginati li detti dieci circuii ( cerchi come

lo

tu vuoi)della cclefte Spera(dalla materiale Spera pre


Se in quella mathematicamcntej& per attratta
maginatioa defcritti.&Ci
fi

&

TRATTATO

da notare , che dali derti cerchi circudalh duoi Tropici , fon


Artico^& Antartico ,

Appreflb
ii.

SECONDO.

&

&

fnpcrficie ver&fce,
grecamente
dette
ZonCjle quali fi come li
,
palcircul>)^ debhon' parimente nella terra,

defcritte cinque diftanze

cinture
altri

&

la geografica immaginare.

geografia

Come per la pratica della

& delcrittion*della terra

fi

far

noto

& ma

nifello.& tanto per ilz.trattato detto^bafti. &c. Seguita la figura ,di detta materiale Spera^clli io. circuii

& Zone dettejinfieme colla terreftre Spera dee.

Seguita

la figura di

detta materiale Spera

colli. IO. circoli

& Zone dette

infieme colla terreflrc


Spera.

64

ANNOTATIONI

NELLA

Spera materiale, Celefle,

SPERA

& Tcrreftrc,

SIGNORVM AVTEM ORTVS


ET OCCASVS.

ETC.

A continuatione di cjuefa parte ter


za, colle

due precedenti

partijfi

ve-

de per quefloyche hauendo l'autore


parlato della Spera in fe^ cofi natura
le

come n)ateriale(per la quale la ma

thematica

& imaginata Speraj nella

celefe s'intende cfler pofa. )

In quella parte comincia a parlare della Spera quanto noi ci rifpetto a noi,& primamente determi-

na della parte celerte, fecondariamete della terrena.


cadimento de i f,
Prima dunque del' aafcimento
gn3& quello in duoi modi ci ..

&

Secondo li x^HroUgi

Seconds i Poeti*.

Cofmico,

chronico,

Heliaco

netto,

oblique.

Mondano,

Temporale.

Solare.

Diritto,

Torto.

I.

2,.

I.

Il

to

2.

J.

nafcimento .verleuatadeifegni& pianeti,detmondano , quando quel' fegno pianeto vien*

fuor' dell'orizonte la

mattma infieme

col Sole

i.

Mondano,

&

chiamato il leuarfi di detti fegni , pervna certa


euidenza che ha il mouimento della
5
celelle Spera^quando fi vede muouere il Sole^di mo

cofi

eccellenza

&

uimento rapito

& violento (coni

fi

dice volga rme-

tCjbenche propriamente parlando^in

ciel

non

alcu

na violenza) & fimilmente intenderai il Segno oppo


fto,tramontare ci mondanamente.
Temporalmente anchor fi dire quel fegno o pianeto leuarfi nafcere^che vien fuor dell'orizote
I

la (-

a.Xemporale.

ANNOTATIONI

NELLA

SPERA

ra quando il Sol' va Cotto:8c il (gno oppofto. fimilmcnte^tramontera temporalmente^


c detto tal na
{cimento temporale Perche il tempo accommoda-

&

to perriiguardarlefeHe5Comincio(alli Aftrologi
niathematici)!a fra^parccndofi

il

&

Sole che loffLifca-

ua.Adunque &c.
j.SoIare.

H nafcimento (de
il'fegno pianer

fgni pianeti ) flaite^ quando


elee di fottoi fblari ra^i da

mattina da fera che

fia ,

tanto che'l

fi

poia vedere;

f far da mattina , fi chiamer nafcimento mattutino5feda fera vefpertino ; Se cofi in tederai del fegno
pianeta che s'accoftera a i detti raggi fb'lari il So
le a qutlo^folarmente (perToppofito ) tratnontarc,
appreflamc
ci perderfi di vifta, per la prefenza

&

to del Sole.Il che no fi pu quanto noi(per rifpondereal Sofifta) vedere fe non da fera da mattina,

Com'

detto.

&c.

U che non fiintendc le

non per le felle erratiche


fi veggon la ferajper

ver* pianeti^perche le fiffe tutte

lablnza del Sole:ma impropriamente^

fi

diranno fo

larmente nalcere^ per rispondere vna tacita obiettiene.

nomi delleuare & traKontare de i fegni,per altri greci nomi ( com'> detto)cio il primo Cofinico che vuol' dire mondano,

Sonanchor

detti quefli

pere he cofinos grecamente, vuol' dire

mondo nlla

coltra materna lingua.


Il fecondo chronico vuol' dirc tempor;aIei perche
dironos grecament-e vuol dire tempo appreffo di

noi.
Il

&c.

terzo Eliaco

che vuol' dire folare

perche

Ilios

grecamente vuol' dir Sole.&c.Di poi fi forma il deiiominatiuoda quello, che Eliaco (latinametetras

TRATTATO TERZO.

67

lato)che vuol' dire (blare.

Eccoficon
delleiiare

(^uefta diftintionedei tre

& tramontare de

modi

fcgni pianeti

detti,

Inten-

derai l'autorit dei Poetici quali diuerfamentehan VcrglKo

parlato di cfuell5Come fi*vede nel tefto.&c.

&

Etqucftala fbmma

aaodo. Seguita di vedere breucmete il

(com*

detto)

Ci

yfo^

fecondo

li

modo, qua!
dua modi di-

2.

aftrologi>,in

m Afcenione Spera.
Spera

Prima

Lucano

fntenzadi quefio primo

da lapere^cbe

il

retta^

circulo equinottiale, nellu

Spera(cio Retta^Sc Obliqua) fempre


&
leua & monta fopra l'orizonte vniformemete, ci
gradi per hora & cofi vien fu tutto in 24. horej

na

l'altra

fi

15.

per eflere 560. gradi ogni circulo, com' detto di Co


pra:&i5. vie 24. come fi vede fa 160 Ma le parti del
.

cerchio del Zodiaco

uere (nell'una

&

di necefsiia

non poflono ha-

Spera) equale afcenfione

l'altra

eleuationeJPerchc quella parte

cli vien'fu

&

pi retta

manco obIiqua(che vogliamo<lire)vuo! pi tempo nella fua Eleuatione Del che quefto manifefto fgnOjche effendo giorni breui 6 lunghijfem
.

pre
il

fiileua fei igni^il di artificialejSc fei la notte.

leuare

Et

& tramotaredi detti fegni, non altro che

illeuare t&tramontare^di quella parte dell'equinot-

che vien fu col detto fegnOj ver' tramota. &c.


Et quel* fegno fidice leuar' pi rettamente chelaU
trOjCol qual' fi leua pi gradi d'EquinottialejCheno

fiale

c il detto fegno

& cofi per

il

contrario intendi de

manco retti ver* obliqui, venir con men* gradi del


detto eqyinottiale . Nella Spera dujnque Retta li fe^
I

ii

NNOTATIONI

68

NELLA

gni oppofti,fileuano eqiialmcntc.

che

I fcgni

fi

leua pi

SPERA

Ma nell'obliqua.

retti delli altri

fon qucfli ci

Cacro. Leone. Vergine.Libra.Scorpione.Sagittario.


o.
^tlj.
in.
,0,
I fegni

ci

manco

retti

& tprti fon quefti

ver obliqui

c.

Capncorno.Aquario.Pefci.Ariete. Tauro. Gemini.


it.

K-

^-

Y-

meno obliqui)

traEt
montono obliqui;& per il contrario quelli che Icuo
no obliqui tramonton retti & di qui vien* la caquelli chcleuon' retti ( ci

gion' del variar de

crepufcli^mattutin5& vefper-

tini.&c.

Et clizia quantit del giorno non pu

elfere precifa

fncntCTiota^ per le dette ragioni ci che

il

curuo

del Zodiaco cof retto deirequ!nottiale (Sperico co

me

anchor

rettilineo )

non ha proportione

difcreta

& precifi;& tanto meno per l'obliquit dell brizonte;& mouimento deHacceflo

receifo, (

vero ap-

pre^^ament05&dl^cofl:amento)del^ottaua Spera(ec
ci apprefb l'ecccntricita del Sole) che ogni di vana,

ne poftibile dare duqi giorni equali in tutto il tcm


po del mondojue lapere la quantit <l'un giorno prc
cifa,per le cagioni dette.

&c

E'dafpere apprf fo5che nella Spera Tettarle quarte


Zodiaco prefe da i 4.punti ci dua fokitiali

&

del

dua equinottiali jhanno nel medefimo tempo vna


medefima a{ce{ione(& leuamento (opra l'orizonte)
che hanno le 4.deireqtiinottiale3 a quelle confinali,
pigliando tutta la4.infieme ma non gi fecondo le
;

parti

& gradi di

adunque fe

quella.

Et

fe

il

Sophifa dice/le,

Zodiaco5montan
pi prefto inequalmente al meno adunque il tutle parti di

detta 4.del

TRATTATO TERZO.

69

to pi predo inequalmente monter.


A' quefto fi rifpondcjche tale argumento vale n

elle

parti

ma non nel tutto

della detta 4. per

non

Solutionc-

eflerc

in quefto cafo parti Homogenie, ci d'una medefi


ma afcenfionej perche quelle parti che nel principio

monton
cofi

pi prefto, dal

mezo

in

van' pi tardi;

la*

&

adunque largunellepartijCom' dettOj&non nel tut-

ragguaglia detta afcenfione

fi

mento tiene
to.Come fi vede per la materiale Spera.&c.
Et c nella detta Spera retta. Solamente 4.fgni
ftitiali

retti,

duoi equidiftantij alH duoi punti fbl


Come fi vede per Tinfrafcritta Tauola ci e.

oppofti ci
.

li

90
O

29.54

Ji.

^?o.o

90
Shi^'^

ng.?o. O

52.

^.

t^r.JO.

20.
^

20.54
90

ni.

50.0

12.

27.54

$.50.0

29.54

J2.U

2p.jo.o

^.50.0

K-?^^^
27.54

29.54

Et cofi i fegni oppofti lun

& equalmte da
le

afcenfione

Zodiaco.
Equinottialc

27.54

J2.I2.

Zodiaco.
Equmottulc.

H. 20.0

V. sradi 20.
'
^
27. minuti 54

airaltro,nella Spera retta,

detti 4. punti diftant5hanno

come diceua Lucano,

non

equa

obli-

QVE MEANT, NEC TAVRO RECTIOR EXIT


SCORPIVS.

&C.

L oppofitione & rifcontro di detti (gni s*ha per l'in


frafcritto verfb.

iii

ANNOTATIOKI

70

prime

NELLA

SPERA
come fi ve-

Pigliando

le

derli quali

per ordine fon quefti ci Ariete

dire

lettere delli ii

fcgni

voi

montone) Tauro. Gemini. Cancro. Leone.

Vergine. Libra. Scorpione. Sagittarip Capricorno.


.

Aquaro;&

Pefci.

L*obiettionc che fcguita nellungo tefto , delle parti

& del tutto

del*

afcenfione del

Zodiaco

foluta di

fpra.&c.

Spera obliqua.
Nella Spera obliqua ver torta, non le quarte 5 ma
la meta del Zodiaco ( dalli duoi punti equinottiali
cominciando) vien fu,
monta infieme colla meta*

&

deirequinottiale;& per il contrario

che

nelKaltra meta*

dal principio della Hbra^per fin* alla fine

de ipe

maggior parte fi leua d'equinottiale^che


di Zodiaco. Et niente dimeno, le dette metnnfiefci;fmpre

me colle

mediet

del'

detto equinottiale( a quelle

confinali)fi leuano5& tramontano.


Intendendo in quel medefimo modo che di fbprac
detto delle dette 4. ci che quanto fon' veloci le
prime parti di detta met prima ( che fon' ^fegni obliqui) tanto pi fon tard'e l'ultime parti d'eta met
,

(chefon'^^.fogni retti)&cofi torna detta afcenfione

con

me

la

fua meta dell'equinottiale ragguagliata ^ corifpofto al Sophifla.

Et fanno

detti archi del

Zodiaco

contrarli effetti

(nella Spera obliqua che nella retta)perche nella

ra obliqua ( com' detto )li archi


dall'ariete

al' fin'

rizonte con

mcn

dell' a-riete

Spe
che fon

vengon' fuor'dell'oequinottiale, che non fan

della vergine,

gradi di

no nella Spera retta.


Et quella met che

dalla libra fin' alla fin'

de ipCM

TRATTATO TERZO.
fcijVia

maggiore afcefione (ci men

di d'equinottiale

) nella

con pi gra

fu

detta Spera obliqua

contrariojininore nella retta.Come

il

7I

fi

i& per

vede per et

(mpio.Spera retta. Y- gradi 28. &=^^ gradi 28. nella


Spera obliqua vienTu l' y con gradi 16.& =0= con gra
di 40. Et in quella proportione che diminuifce l'obliqua, crefce

la retta ,

come

fi

vede per quello Ef-

^^mpio, di quelli duoi oppofti fgnijche lun*

&

l'al-

tro vien con j.gradi d'equinottiale. Adunque.&c.

&

Delle cof dette (cguita , che li duoi archi equaH


oppofti 5 delle dette mediet , nella Spera obliqua,

hanno la medefima
le ( pigliandole

afccnfione in

vn giorno natura

infiemc ) che nella detta Spera retta,

perckc com' detto^tanto quanto diminuilce la pri


ma meta, tanto crefce la feconda;& per il contrario^
la

Spera retta facendo, torna ragguagliata detta afcc

fionc.

EMunq; vna regola ferma nella Spera obliqua,

che
6 iegno, equalmente diftante^&difcoftodalhduoi punti equinottiali,ha
la medefima afcfione Come fi vede per l'infra ferie
ta Tauola ci gradi Polari 43.
.per Firenze,
ciafcuno arco

del' Zodiaco

&

gradi, minuti.

17.0. -17.0.

&

Xhore. minuti.

Y.
I.

8.

I.

8.

28. 15.. 28. 15.

20.30.-20.30.
Se

n.

1.22. -1.22,

^55--^-5?'

&

2/:.

gradi.minuti.
36.

15.

-36.

15.

&

Tempo,
29. 15.- 39.

<;

&

ij.

m.-

58.45.-38. 45.
dQ=.
ng.

&

hore.minuti.
2.25.-2.25.
Nell'inclita

Equinottialc.

2.37.-2.37.

dunque citta

2.3^.-2.35.

di Firenze

afcende

& le-

ANNOTATIONI

^2

uafi fopra

il

NLLA

noftro Orizonte

contati gradi d'eqiiinottialc

l'ariete,

&

SPERA

&

li

altri

fgni

tante hore^Sc tanti

tempo. Come fi vede.


Il clie pu feruire per horologio della notte , chi
conofce fcgni del Zodiaco in cielo., computando
la leuata de 1 detti fegni 5 dal fegno che oppofto al

minuti

di

Sole.

Da quefto (dunque)

intcfo manifefa

del variare de

Il

che per

giorni

cofi naturali

elfer facile per

il

tefo

la cagione
com' artificiali.

non mi efendero

in quefa parrcjaltrimenti. &c.

Per

efler

dunque

il

giorno naturale(cio

di 24.

ho-

re) vnareuolutione di tutto il circulo equinottiale


con tanta parte di Zodiaco quanta il Sole in detto
,

tempo, di proprio mouimento , ha paflato (che fon


tanti terzi &c.)& perche
59. minutij 8. fecondi
gra
le dette parti del Zodiaco, coperate alle parti
di del equinottiale, inequalmente(com' detto)afce
dono ( per no effer fra il curuo retto proportionc
alcuna) nella Spera retta per vna cagione, ci .per
nell'obliqua per doppia
l'obliquit del Zodiaco;

&

&

&

&

&

dell'ori
cagione ci per l'obliquit' del Zodiaco
zonte appreflo (come fi vede per la Spera materiale)

feguita eh e non

pu

com' detto) hauer' notitia


quanto fia vn giorno.&c.
Reftaci anchor dua altre cagioni.Theoriche
fpefi

&

culatiue ( che li giorni in alcun tempo non poflbno


eflere equali) la prima l'eccentricit del Sole. Ci

per muouerfi il Sole nel fuo orbe deferte ( ci che


lo porta ) fbpr' vn' centro che fuor del centro del

mondo.
Et per il mouimento anchora

mezo di

dell'ottaua Spera (da-

verfo fttcntrione)chiamato altrimenti acceffo

TRATTATO TERXO.

7J

ccflo & receflfo ci appreffamento &

difcofainen

tOjda dette parti del mondo^il qual con ti nanamen-

muouc & muta rauge3aflej& poli de

te

me

fi

La

quale S.Spera hauendo duoi

pianeti.Co

moflrera di fotto.
altri

mouimenti fa

prail diurno(com' detto ) per i quali anchora inequalmente muoue l'auge ( ci quel punto che pi
fidifcofta dalla terra)neiroro cerchio eccentrico,
i

&

poli anchora di tattili altri pianeti, per efTere ima-

Zodiaco di quella detto auge


&c.
dunque manifefto che per neflun modo fi pu da

ginati neir S.Spera^c

&

poli,

re equalita di giorni in alcun


re

la

tempo;& manco fpe-

quantit loro:& tanto di ci detto bafti.&c.

Potrebbe qualche bello^ cleuato mgegnG,circa le

& ob!ique(delle 4. [del Zo& parti di quello)dubitare dicendo.


Se la linea curua & torta, pref da vn medefimo ter
dette afcenfioni rette

diaco
-

mine del ZodiacOjCio

delle4.di

equinottiale (ilquale retto


la

retta;&

il

tefto dice, che

) e

detto Zodiaco

pi lunga che

fegni obliqui

Obiettione

&

non

& torti le

an pi predo che il retto equinottiale , comeftara

dunque quefta

contrariet infieme

che il torto

fia

pi corto che 1 diritto?

A quefto
de' fegni

pone il
vi

fi

rifponde, che

che

li

l'obliquo

&

il

torto sdutione

montar'piu prefl:o(come predi


ma che oltre al torto
obliquo

facci

Sophifta )
il trauerfb

aggiunto

non

&

&

fpetto allorizonte obliquo

diacente di detta 4. ricome fi vede per il fn-

il
,

&

lo,doue che leuando in alto vna cofa torta


a diacere5piu prefto verr fu , che fe fta diritta ; anchora
che in fe fia torta.Adunque. &c.

ApprefTo l da notare ^ che i fegni

4. del

Zodiaco^

74
non

ANKOtATIONI

KELLA

PERA

fieii fcmphcemcnte
(come e Tequinottiale col cohjro)ma
fon' cofi chiamati per e(cr manco obhqiii& torti
che \i altri fei pi obliqui di quelli. Debbefi dunque

fon* chiamati retti perche

retti Ipcrah

pighare il retto diruto in quello luogo, reipettiua

mente & non affolutamente. &c.


li

da notare anchora(com*

che

il

in parte

detto di fopra)

Sole.partcndol dal primo punto del capncor-

no5& pafTando

per l'ariete fintai primo punto del ca


ero defcKue ( per il mouimento del rapio del primo
mobile ) 182. circuii paralelli ci equalmenle quaii

perche com' detto fono Spire^cio circoili


auuolti^dd numerode quali fono li duoi tropici,&

xliflanti

requinottiak;& ritornando dal cancro (perii mede


fimi fegni)fin' al capricomo,ne defcriue.altrettanti,
Ci iHz.chefonV^^^.circuli ,&.giorni del' lanno da
quelli cagionati:& perche

tra in quefto

il

numero dua

& nello Icendere


di tutto Tanno & qua/I

) finifce la

pra.

circulo equinottiale^en

volte (ci nei montarle,

fei

fomma

delli 365.

giorni

hore^ com' detto di i-

&c.

Ma nella Spera retta , paflando Torizonte retto per i


poli del

Pi&itationt.

mondo ,

diuide tutti

li

detti

archi(& Spire)

de i giorni in parti equali perci idiomi fotcoquel


kjfono equali.
Et Ce alcun dubirafle in che modo pofsi efler jl gior

DO equale quelli che fon


circufo grade nella Spera

fotto requinottiale(che

come quado

il

Sole fra

tropic^che fon' circuii piccoli (nella medefima Spera retta intendendo).


Solutioac

Sj rifpode a

querto^che in quelli circuii minori, vi fb

no medefimi
1

gradi che nel maggiore equinottiale,

utonprcporuonali j

& non equah &percio/iella

TRATTATO TERtQ.
Spera retta Aia

il

Sole

douc

ncccrsita ion cq^uali per

fi

75

vuole infra trcpicijdi


i

ragion' dettai

la

che fuor'dcll'eqiiinottiale vfcendo.mu


tando Zcnirhjfi muta Oi-izonte(& obliquo)per eOfer il Zenith polo deirorizonte,Fationalo3ma no fen
"Ben' vero,

fibile.

&.

Nella Spera

dunc]'>

obliqua^S: torta, Forizonte

diui-^

de folamete l'eqii inottial' cerchio in dua parti equa


l:i(come fi vede perla Spera materiale ^ perci quel
giorno fola, attutala terra^ ma non abfblutamcte
(

come dice il

tefto )

ma a

mondo^douelorizote
tiaie

tutta

la

terra

&

parti del^

di q^^ellKnter{caJ*equinot-

perche di quelli che fon' fotta il polo,! oiizon-

non interfeca & diuide, il detto equinottidejma:


c il medi fimo con quello & palVato detto punto,
cominciono hauere il giorno di fel mefi continoui;
6. di notte continoua ci quando il Sol pafla all'altre meta del Zodiaco^verfb il mezo giorno:& co
te

il

&

fcil

giorno naturale

dr di folto.

quelli vn* aniio

Dall'inequaita

dunque

&
k

inecjualita,& diuerfitvi de

del

come fi ve-

delli altri circuii (>ia detti^

fpire

&c

che diuide l'onzonte obliquo, cagionata


i

giorni in diuerfe parti

mondo;& tato quaro crefcono li archi

ni tantO'firenwno quelli delle notti,


T\Oi

&

il

& per

de gior-i
il contra-

minare maggior giorno equale

alla

mi-

iior muggior notte nei ftgn^i oppofiti del Zodiaco,come fi vede per detta materiale Spera. &c.
Appreffo^maggiori archi defcriue il Sole fopra i no
ftro orizonte ;.nelli (ci fegui retti (di fopra citati )
minori nella obliqui. Laondereguita5chelaftate5
uando habbiamo il maggior' giorna, venghino/ia

&

fegiiaUj& qwadail minore fei oi>hqui5& <^uff

ANNOTATIONI

76
fto

verno circa

il

Ec quando
giorno

li

giorni

legni retti

^.

i^.di
ci

SPERA

Dicembre. &c.

fon' cquali^ al'hor vie

&

ditferenze dH'correrai

NELLA

7,-

obliqui

fecondo

il

&

fli

quel'

cefi per l'altre

tempo

&

l'alcen-

fion di detti fegni.&c.

Per hauer dunque di


titia

fi

gono
per

cio^ pi chiara

& cuidente, no

feguente Tauola de gradi che tendetti archi de i giorni.


Acio che ciafcuno

porr
li

la

piacere poQ'a a

fiio

punto vedere quanto

fia

cia-

icun maggiore minor giorno,i qual* fi voglia para


iello clima, pi predo che fia poftibile com' e det-

to,dando
pigliado

la

gradi per hora(come di fopra)

& di poi

parte proportionalc delli 60. minuti (che

c l'hora intera)quando

nel'

partimento auazafsi rot-

to alcuno. &c.
L'arco dunque del maggior' giorno qui in

(che

in fui'

6. clima

Firenze
Tredicefimo paralello;nel principio del

a gradi di polare eleuationc. 4^. minuti. 6.

nel qual' paralello vale


lilla terra (

miglia 45

il

.]

grado

della longitudine

iti

vel circa) vale gradi izS.mi-

nuti. 40.

Et letia il Sole fopra l'orizonte noftro. N el meridiino del' detto giorno gradi 6o.minuti 11. & nel mino
re gradi 22. minuti ^9.
Et vale il detto arco,neI principio del detto clima 6.

gradi 228. minuti

hora gradi

15.

per vn' minuto di


tiale.

fono horci). ^.dando ogni


,
4. minuti di tempo
mouimentOj del detto equinot-

15. che

d'equinottiale

&

&c.

&

Et refta Ja minor nottc della ftate ( il minor di diuerno)hore8.minuti 45. che e anchor'la leuatadel
Sole di detta notte eftiua, l'arco femidiurno^fara
re 7. minuti j;,

il

ho

quale aggiunto addetta le uata di

TRATTATO TERZO.

77

mezo giorno a hore 16. minuti 22. Come fi vedei& cofi delli altri fi pu difcorrere. &c.

Solc^rendc

il

Seguita la tauola de

Paralelli

& Climati.

Infieme con* li archi diurni del maggior giorno ia


quanti gradi vaglm' detti arcKij
detti paralelli;

&

&

&

fecondi, Appreflb quanto va


quante hore minuti
glia il grado della longitudine , in detti paralelli
climati) ci e quante miglia Cu detto grado in longi
tudine ci e da leuante ponente pigliando, per eCfer detti gradi ne piccoli circuii della Spera inequaquelh della latitudine,
li(eccettorequinottiale)
per circuh grandi(della Sperica terra)equali:come fi
vcde^nella feguente Tauola.
&c.

&

&

Tauola di Tolomeo
per la Cofmographia.

iii

ANNOTATIONI
de parAlcHi.

leudt'u>ne^

NELLA

t^Cfi diumt. tyfrcQ dturm. Gradi dtHa latitudini

uaUta de

polari

SPERA

ri

.1

radi*

O.

mi. fj

mi.

Ho.

mi.

Ho.

mi.

z.

\j.

migl.

G.

migl,

I.

4.

IO.

183.

40.

IZ.

15.

IZ..

40.

I.

47*

s.

Z5.

187.

z8.

IZ.

30.

n.

5z.

Z.

191.

IZ.

IZ.

48.-

3'

16.

z<.

45- IZ.
0. IZ.

44.

4.

59.

44. 4.

60^
60.
60.
60.

41.

1.

14.
Z9.

5.

IOk

6.

13.

7.

z;.

3- 8.

30.

In uroero.

30

Climn

1.

X.

9. 334. 10. 36.


II.

>

149.
1.98..

zpz.
IO. Z06.
29. Z09.

15^

44.

13.

30.

^3.

30.

45-

13.

44. 48. 7.

0.

13.

59.

8.

60.

15.

14.

14. 3z.

9.

0.

ZI7.

z6. 14.

30.

14.

IO.

ZZI.

14. 14.

. 14. 4<.

0.

Z3Z.

48.

0.

Z39..

<4.
18. 56.
19. 58.

z6.

45. 14.

Z9. 44.
44. 56.

II.

60.
60.
60.

15.

0..

14.

59- 44-^ IZ.

59.

15.

15.

15.

15-

30..

^'

14. 40.
Z9. 44.

0.

15.

Z85.

IO.

40,

5z.

39.-

13.

53-

38

14.

54.

37.

15.

55.

36..

10.

56.

35?-

36.

17.

57*

34*

18.

58.

33-

59.

3z.

30.

16.

0.

16.

59.

30.

17.

Z9. 44.

0.

17-

19.

0^

19.

590.

0.

19.

5.

49. zo. 48.

5z.

19.

0.

3z.

22.

64.

0.

21.

30.

ZI.

50.

6.

Z3.

14. 65.

0.

23.

IZ.

23.

II.

40. i4>

0.

23.

Z4. 23.

23.

SO--

M-

0.

2Z.. 63.

13.

25.

66.

24.

58.

40. zo.
U*.
8..

zo
20.

Z99.

6z.

44..

5J.

59. zH.
29. 36.

5i- i6..
30. Z47. Z4. 16.
30. Z54. 54- 17.
z6z. z6. 17.
0.
IO. Z7Z. 58. 18.

20, 60. 0.
21.

45.

14.

55.

46.,

44. 4546. 44*


47- 43.
48. 43*
49. 41.
50. 41.

38.

43.

43.

60.

ZI3.

5.Z.

4z.

60,
60.

15.

ZZ4. 56.
Zig., 40.

17.

5.
0.

J3.

55.-

7. 16. 51.

0.

14.

35.

15.

30..

JZ.

40..

15.

14. 56.

13.

58.

3^.

^. iz.

13.

60.

57-

6z.

19-

63.

ig'i

64. 17.

v 16^

5.

0.

31.

30;

26.

56.

27.
2S.

55.

50.

54-

66. 1567. 14.


68. 15.
69. 11.
7Q. li.
71-

20

JZ.

53.

7z.

19..

29.

77

73.

34.

52..

35-

37.

39.

75.

i6.

76.

15-

50.

77.
78.

49
^8.

79.

38.

Io

74. J7'

J4*
J3-

TRATTATO TERZO.

79
ombra
dellhuomOjchc
HOrologio^pedale.per
Sefquipedaie alla Tua ombra ( per effercitarc
1

li

mediante

rtudiofi delle cof cele(li)

paralelle al

la

quale s'ha

la

ombre Orizontali(cio
piano)& murali^nei muro;immagmado,

proportione di tutte

l'altre

Ihuomo efl'er il laio dello gnomone & ftilo,mto per


pendicularmente
<^uale

Ci

fa

nel* piaVO^in ii.parti

ombra rettaj

&

il

diuifb^per

reftate del detto

nediuifojC lmpre l'ombra muraic,chiamata


ver(.
ra.

Come

& Dicembre.

i&n.picdi

Aprile

29.

2.

19.

}.&9.

17.

4&8.

15V

5.67.

13.

6^

II.

Febraio,

& Noucmbrc.

I.

Marzo

vede per la fcgucnte Tauola

ombra

& figu-

L'ombre dellin.Mefi fon quelle ci c.

&c.

Genaio ,

Hora

fi

il

gnomo

&11.

27.

25&10.

17.

3.&9.
4.68.

13.

<(.&7.
6.
,

& Settembre.

Hora i.&ii.
a. &10.
3.&9.
4 &8.
5.&7.

2j.
13.

iK
9*

7.

6.

Maggio ^

& Agoflo*

1.

&11.

21.

2.

&10.

ir.

3.&9.

9.

7.

n.

4-&8.
5-&7*

9.

6.

15.

j.

&

& Ottobre.

i.&ii.

25.

2.&10.

ij.

Giugno,
Luglio.
i.&n.
2,&io*

J.&94,&8.

'V

3-&9-

II.

4-&8.

6.

7.

'fi.

19.

9.
7I

5.

I.

ANNOTATTOMI NELLA

8o

SPERA

EMa notare per l'ufo di

tale ombratile Horolo^io,


prime 6.hore,fno Thore inanzi mczo dii& le
feguenti , fon Thore doppo mezo di
fono hore
chiamate planetarie (da predominio
fgnoria di
fuccefiion loro in
detti pianeti , fecondo l'ordine
ciclo)altrimeti fon* dette, hore temporali,
inequa
liccio la li.parte del giorno lungo breue che ei
fia.Cominciado lor fgnoria la prima bora del giorelle le

&
&

&

&

no ,dal Sol' leuante , come noi diciamo. La prima


dunque bora della Domenica Signoreggia il Sole.
c^. 11 giouedi 3p.Il venercom' detto altroue.
Ecci vn' altro modo brue per hauer Ihora del pia-neto. Non hauendo ombrajCio multiplica per ( 5^
notte , breui lunghi
Ihore di ciafcuno giorno
che fano ,
barai quanti minuti Ibora del pianeto che fgnoreggia intal* bora , di poi parti in 60.
barai Ihore dellhorologio
aggiugni fin* in 60.
cquali^cbe fon fempre di 6o.minuti. &c.
Volendo dunque conofcere qual bora fia inanzi
dopo mezo giorno. Sta diritto in piedi , voltando
le reni al Sole , di poi mifura quanti piedi fia la tua
ombra:(Sc fecondo il numero de piedi che latruoui,
trouerrai la det
vedi nella fopra notata Tauola ,
ta bora qual' cercaui , pigliando la parte proportionale quando fufsi pi meno de i foprafcntti piedi. &c.
EfTempio della figura
proportion' dell'ombre fin
Il

lunedi

di

^.

Il

la

Il

fabato

marted

I).

&

&

&

&

&

gendo Ihuomo

efler lo

Gnomone Orizontalc , cp-

me fi vede.
Le

TRATTATO TlRZO*
gradi 45-

Le dimoftratoni
primo

& terzo

di tal figure

delli

fi

poflon vedere nel

elementi mathematici

quali

prefuppongon! che ogni lato retto nel Triangolo

Orthonio ci rettangolo g. e. e proportionale al


maggior lato, deJ detto Triangolo maggiore, c.d.e.
hmilmentela baia. f. e. alla bafa.d.e.il umile inten

&

di del quadrato.b.f

de.&c.

E di tutti

li

al

quadrato,

circuii

c. f.

pel

2.

d'Eucli-

che efcon' da vn medefi-

mo centro.
Appreflb

fi

prefuppone douunque

Fhuomo fia nel-

la fuperficie della terra:cflere nel cetro di quella^per

efler (

com'

lit rifpetto

detto

) la detta terra d'infnfibil

firmamentOjpercio non

al

jnaginatione.S'e lo

qua-

muoua l'im-

gnomone , &lhuomo

dipinto

pofto fuor del centro.b.nella linea.d.c.della detta


gura.

Come

Operando dunque
dei 4.iermini

fi-

vede &c.

fi

per la regola delle proportioni

detta volgarmente la regola delle tre

4.)& dicdo. S*c tanto dalteza quan


to vn huomo mi da tanto dombra^che mi dar va'
cofe:cercante le

ANKOTATION!

4l

altra alteza

o ver fc no

te braccia dun'altra

Mpla^

NELLA

fufsi

nota

SPERA

tale altcza dirai ta-

ombra , da che alteza

verr. &c.

che 45. gradi,


mi da 6. piedi d'qmbra(chc c cquaJe all'ombro fo)chc
mi dar vnaltra alteza, opcrado per la regola ro,ueEfl'empli gratia, fe l'alteza del Sole

fcio

per che

il

Sole alzando? minuifce iombra delle

cofe^ Scabbaffando in

^4a pi

faril fra

manco gradi da pi ombra.

coparare

la

proportion d'una altra

ombra, all'ombra propria.


Et perche io prefuppongo parlare a i volgari nelle
mathematiche Icenze efiercitati^percio nobili eften
dero altrimenti ^per non pafTare labreuitadel comfendioj&fommariaannotatione. &c.

Seguita loriogio manuale ombratile,

Comefiuedc.
Horolqgio manuale
Elkmpionclli
E^uinotcu*

&

Canoni

i quella.
v

'

Liaca Orizontale , ho ce 12,

TRATTATO TERZO.
Vfo

del fopra delmeato horologio

d^hhc porre lognomone vero Mie


paglia5rcopa altra materia purch fia diritta.-fo-

Primamenre
di

"

8j

pra

la

fi

linea orizontal^delb

mano Orthogonarmentc

ci che idc rett'ngolo, di poi voltarfi con detto


ftile in verf)

bra non

il

Sole:&: vottarc-la

mano tato che Tom


& come c ft*rma

muotia pi voltando:

fi

ombra dello filejalhor'fla ben* la mano^di poi


manzi mezo giorno comincia dalla leuata del

detta
fe.

^oIc(in fu

ii che

la

linea orizoHtale)

tempo

fi

voglia,

numerar* lhore:&

fia-

come moflra Io efimpio da^^

to nell'equinottio per e(Ter pi

faciTe.

Et fe dopo mezo di 5 comincia dalFa linea orizontal'

detta tornando in dietro

cominciand in detta

fi vede.
&c,
Abchora e da/apere , che lo ftife Ci de* tenere fecondo che fi troua if Sole. Verbi grada/e nell'equinoC

linea.24.come

f l'equinottiale li
ne tropici^fi^milm
te tenerlojin detti hioghi^come vedi notato ne det
ti luoghi
titoli fcriiti.&c.Et tato di ci bafti. &c.
tiale li

vicino ; tener l

VKno;&

fe

t?

vicino a

filc in

tropici,

&

Reftaua da dir qualche cofa dclli Zeniiti

&

pimti'

Verticali pretermefsi vSttralaflatijma per efir chiari perii teflo

non accade molto parhrne,bafti efrem^

plificare nel noftro

fihtendra

li

Znith

di

Firenzej&pertjtjellQ

accidenti di tutti li

altri

A' noi dunque qui in Fiorenza che habbiamo it'


circulo artico
Zenith fra il tropico del cancro,
orizontr
qaal*
lempre
polo
dtl
Zenith

ero
(
nel mezo dellorizonte ( che 180 gradi ) lailndo
90. gradi'yafettentrione& 90, da mezo di) A*
ombre-, ci
noi dunque ( dico ) accade hauer

&

lcQCCidcntaJi

kmauinaal

Sol'leuante ,le oriea-

ii

'

ANNOTATIONI

$4.

NELLA

SPERA

Sol ponente fettentrionali al mezo di,


ne mai meridionali. &c.
Et la minor ombra del maggior giorno^vn piede

tali la fera al

gnomone ombrofb:& la
maggiore del minor* giorno piedi vndici
Cornee
detto
Il mezo dunque arithmetico fra li ii. & i.
folo CI )..dellalteza dello

dcllhuomo,& corpo,
&ran tutte l'altre ombre propor-

6. che la equalita dellalteza

orabrofo.

Il funile

tionatamente. &c.

A' quelli che fon (otto i tropici per Zenith accade


vn' giorno fblo in tutto Tanno hauer Tombra perpdiculare, di poi tutto il reftante dellanno^ hanno le

ombre come noi^&c.


quelli che hanno il Zenith

iV'

fla

li

duoi tropici

&

lotto l'equinottiale accade due volte l'anno, hauer*

l'ombra perpendicularei& due eftatij&duainuerni

ma temperati

qui di Firenzej

& hanno 4. ombre ci come noi


& di pi la meridiana, come vede
^.

fi

perii tefto.

&

Cotto il polo^acca
A' quelli che fon vicini al polo;
de l'ombre girarli intorno da ogni banda (detti grecamente perifcii^che vuol dire il medefimo) mentre
fin a fei
che hanno giorno continuOjper 1.2.3. 4.5.

&

mefi:ftando
tri

il

Sole ne fegni fettcntrionalii& nelli al

.mefi di notte,come detto. &c.

Et tanto badi (per effer' breue) di quefto j. trattato,


alprefente huer detto. &c%

NOTANDVM QVOD SOL


BBT VNICVM CIRCVLyW
Auendo
ti

HA*

T C.

l'autore nelli ^-precede

trattati,iIeterminato della Spe-

mondana;in quefa quarta par


determina breuemctejdi quelle cofe che fi muouono in detta
Sperajche fono li orbi (perici, de
ferenti , equanti ,
epicicli (ci

ra
te

&

) douc s'imaginano infifsi^li Sperici,


celefl;i,candidi5& lucidi corpi del Sole5Luna5& li al

piccole Spere

tri

cinque

erratici pianeti

&

ftelle filfe ^

dcH'ottaua

Spera.Confi' detto.&c.

La onde che

qui porremo breuemente tutti quelli


fpeculatiui a tal parte(per qua
termini Theoricali

&

tp

la

Spera ricerca)neceflari5per vna fla figura^ co

me di folto

fi

vedr.

dunq; da notare che la Spera orbicularc che porSole, immaginata comporfi di tre orbi ( (peri ci
fmpre intendendo)de i quali il primo5& maggiore
.concentnco al mondo , fecondo il conueffo, ci c
eccentrico fecondo il cocauo di dentro.
di fuori;
l'altra fuperficie, e eccenIl i.orbe^fecondo luna
trico (che il deferente )
quello che porta il Sota

il

&

&

&

lp,doue

infiffo

& faldo, come

il

nodo

nell'abeto.

terzOj minore orbe,fccodo il conueffo eccentrico;& fecondo il concauo concentrico.


Quello che fignifichi^eflere eccentrico ,
concen-

Il

&

trico e detto di fopra

(dun* circulo Spera

col*

ci eflere fuori del centra

fuo centro)

& eflere infie-

me con quello.Come moftra la figura.&c.


^hc cofa da auge(Arabicamente detto)

ci elctu

iii

ANNOTATIONt

8S

NELLA

PHRA

tione^,& oppofito dcraugCjil cotrario.Come


i

A ra p c r d ex a figu va
Approdo , fon* moti &mouimenti

fi

moi

Il

del Solc^diioi,

propio nel fuo defei etite eccentrico, dall'o*


^
^
Meno vncentc
cideteairorienie
Ogni giorno 59.minuti,&8.J. &c.
Cmodi7io"no
ifo. di fci Kore Et in giorni ^65. cmquehore
minuti d'ora 49,

&

che fono minuti


li. alias

t.^^o

minuti.

pc^r

Zod-aCO

,J

ZodiaCO,
d -.vwwv/^
r
Spera, ogni 100. anni va'

fopFa

Il 2.

mouimento dellii,n8.

poll

gradoj fecondo lirelo dell'autore. "Del mouimcnro fuo d urno detto di fopra.&c.

piafcunodci

pianeti, ha

vno cpicic]o(cio piccola


non ha dttto epiciclo) ci

\\

circulo

3.

circuii

Vefenente^

Equante

centro dell'epiciclo
regolarit d'angoli
Deferente.

J]

e (Te re

Sole^chr

vn*

iftcicto,

cerchio imaginatc,

& non

mouimento de!*

col centro del fuo defercnte,a'

& d'archi equah^ del quale

1!

Sol

regolare nel luo deferente.

deferente vn* orbe reaf (com' detto)chcport*

lepiciclo^ne! quale infifToil pianeto.


E^icido,

il

re.ale^per ridurre )a irregolarit del

Ciancajper

v^ro orbi,&^

Spera^eccetto

Squanfc,

E^uante.

f*

li

L'epiciclo

vn' piccolo

fuodeferente)doue

il

&c.

Sperico( nella groflezadt

pfaneto einfiffo.

L'equante orbe,nella Luna c concentrico almondt


ma ne li altri pianeti) eccentrico.
Il deferente che interfeca detto equate(della LunaJ
declina da vna parte al fetlentnone.^& dall'altra par
te al mezo di,& querpunto dellinterfetticne^dal 7/
e chiomato dalli afrologi capo di dragone, laltra
punto dell'inierfettion verfb me2,o di fi chiama co*
aa di dragpne ^ per cfler'^tale interfcttione
figitra'

&

TRATTATO

QVART.

87

forma di talanimale ci larga nel mczOySc fretpertraflatione prc


da i capi^metaforicamentc ,
. dal ferpe. Come fi vedr perle or' figure.

'in

&

ta

Il

& l'equante di cia/cun' pianeto, fon cir

deferente

culi equali infra lor'diaoi, ma

.Appreflbjil deferente

^. Sono

eccentrici

-ptica .niente

non

concentrici.

& l'equante di

J).

2p. c^.

^. 8c

& fuor della fuperficie dell ecly

dimeno efsi duoi fon

nella

mcdefima fu

perficie.&c.

nchora didaraojchc il
Ji<lctti pianeti

detto di Copra epiciclo del

vna piccola fpera^fopra

renza,della quale portato


il

il

la

circunfe-

centro del pianeto

centro del detto epiciclojfmpre portato in fu

^ircunferenzadel detto deferente.


figura.

&
la

Come moftra la

&c.

Cfac cof

fia ftation* 'prima,

per retrograda re

& tor*

mouimento proprio)& fta


4on feconda, per dirizzarfi a detto mouimento pr
jaariC

in dietro(quanto al

|>rio.

Che cof

fia

il

Pianeto cflr ftatk)nario retro-

grado Se direttole chiaro nel

tefto

&

la

figuraci

ma

itrera.

La Luna non retrogi-ada


leuante ponente)ne ha

li

torna

altri

m ^ietro(ci da

accidenti detti:per ef

mouimto del fuo deferente pi veloce fcoa


do lordine de fegni che non il centro dell'epicifere

il

clo contro

tal'

ordine

& fucccfsion

di detti

fegn%

ci da leuante ponente.
Jl

Sole anchora per eifer maggior* della terra

fa vn*

pmbra piramidalc(fin' al concauo di ^) & appunta|a;fmpre alloppofito fuo,& quella pvanta Arabicamente fi chiama Nadir' del Sole.
Et perci, quando la Luna e nelle dett:^ interfettioi
iai(ctuamate capoj& coda di dragonc) anchora fot

ANNOTATIONT Ntll A

88

5?EILA

& confqnentemcntc fotto


& non haucndo lumcdafe( ma

to quefto prnto Nadir.

l'ombra della terra;


dal'

Sole)

& quel* mancandoli per Tinterpofitione di

detta terra diuenta,&

fi

fa

ofcura^benche non

fia

pri

&

va dellnme fecondano, reflcffo del fuo deferente


lume vediamo la fua rotondi
ta.Come ben dicono perlpettiui.
Perho che glie'duoi lumi nella natura , ci prima-

perii qual' fecondarlo

l'io

(per raggi retti

& fecondarlo per raggi reflefii.

La priuation del primo fa ombra ( che lume diminuto)& la priuation' di tutti duoi,fa le tenebre, to, non fon niente in
non fogettiue nell'aria, che effa aria priua di
lume)m pura & affoluta priuation di luce & lume,
&c.
adunque Teclypf di detta Luna , interpofition

talmente ofcure ;

le

qual tenebre

fc ( fe

Eclypfe
lunare,

j^]]^ terra,fra

il

Soler

efla

15.

tro l'emifperio

o totale

Luna;& accade naturai

& piena Luna^ vniuerfale in-

iTente,for nella

partiale che

fin 5

in detta

Luna,
Eclypfc
Solare.

Mal'eclypfdel Solere interpofition* della Luna,

fi-a

Sole ( naturalmente in coniunnon veramente manca di lu


tione di detta Luna)

ygj^j. ^iQftro5&

il

&

me

il

te,

ma {blamente fecondo

detto Sole^come

fa detta

Luhajnevniuerfilm^

qualche parte dell' emifpe

rio;per hauere altra veduta (inuerfo'l cielo)& per al-

non
h an quelh che fono in Francia Spagna , & perci
com' detto jno pu venire in tutto Temifperjo.&c*
Et perci il Solare eclypfe che nella pafsiondinoftro Signore accadde fu miraculofo (come foriu
Dyonifio Policarpo ) per effer alhor la Luna 15 .il
tra linea vifuale,quelli che fon' in Firenze, che

modo del miracolo^ diuerfmete da diucrfifi recita^


noi

TRATTATO

QV \KT Q.

89

a noi ( per efler breui)bafta che fu miracolofb, perche (uper &auanz tuttala portanza della natura

grande Dionifio
Il Dio della natura patire ; la
Areopagita difle
alhor fu pofto l'alliondial machina diflbluerfi
tare al Martiale Idolo , infcritto ignoto deo.
(ordinaria ) creata

per il quale

il

&

ci al Dio non conofciuto, dal qual' Dio illumina


to per Paulo5l detto Dionifio , illumino di poi li al
diuina dottrina
Il qual diuin
tri colla fua alta

&

lume ci conceda

quella diuina Spera intellettuale.

Pio gloriofb & benedetto


fiotationi al prefente bafti.

Et tant o per dette an


&c.

Seguitala Figura Theoricale per notitia

de i

Principii,

& termini. Theorici,

& Ipeculatiui come

fi

vede

voltando, &c.

ANNOTATIONI

NELLA

TlicoricadclSole.S^dcllifuperiori.
novi.

c:^.^& infc*-

f).

5. ^. (f. Imaginando
pel luogo deUcpiGiclp dclli
il

SPERA

Sole eflerc
altri

Pianeti

porta

A. Centro del mondo.


B. Centro del deferentc.

A.K.linea delioj)pofto dellaugc detta

c.Centro del Equante.

l. m.

r.e.f.g.EpiciclojColli altri6.Pianeti

c.Statione prima.
j.Statione feconda .
j.e.g.Arco della direttionc.
G.d!?.

l'epiciclo.

Conueflb delorbe che porta


lauge dcllecen trico.

E.I.Concauo del dett*orbc.


E.I.& d.K. Conueflb& concauodelorbe.

Arco della Retrogradtionc. E.K.CircuIo Equante.

e. Auge del Epiciclo..


X. g.d.f.Corpo folare.
linea deliauge , dell'orbe^ ch- p.Oppofto della detta augk

TRATTATO

Theorica

QJ^ARTO.

delle line e,

& de

moti.

D.Centro del mondo.


c.Centro del deferente
H.Centro del Eqnante.

A. N.

H.g.i.fEpiciclo.

D.L.Linea del

Eclitica l'eftremo circulo.

A.N.L. Arco del

B.N. linea dell'auge.


G.

Auge media ,

deirepici

ci.

H. Auge vera dellepiciclo.

A.Principio deirariete.

Auge nella feconda fi-

gnifcatioe^delarco a. n.

mezo moto.
mezo moto.
D.K. Linea del vero moto
dellepiciclo.

A. N. K.

Vero moto dell'epi-

ciclo.

ii

ANNOTATIONI

91

SPIRA

moto del piaheto.

D. M. Linea del vero


Il

NELLA

vero moto del pianer l'arco.A.N.M.

Mezo centrOj iarco.N. l.


Centro equato^Sc ragguagliatole l'Arco. N. K.
L'equatione del centro nel Zodiaco^ larco.K. L*

L'argumento mezano^ l'arco delfepiciclo.G.F.


L'argumento verone l'arco dell'epiciclo.H.F.
L'eqiiation dell'argumeto^ l'arco delZodiaco.M.K.

punto dell'augejVera.
o.punto dell'auge niedia;& H.o. Linea dell'auge me
dia ver mezana

K.

Ma perche noi pafleremo

Tinftituto dellintrodutta

rio di detti termini tlieoricalijpercio di detti termini (per alluefar l'incipieti a quelli; per

quanto era ne

ceflano in qucfto 4. ) fia detto a baftanza. Refta veder per alquanta notitia delli eclypfi , La figura del

capo

& coda di draconejCon quelladi detti eclypfi,,

& di poi far

il

fine di (juefto 4. trattato^Sc di tal dii-

grefsione.

Appreflb

danotare

hauendo

epiciclo ,

com* detto , che il Sole

notf

non retrograda , ma dicefi tarda

di carfi?, dallarietc fin allalibra

nel' fiio

deferente

eccentrico:& veloce di corfb dalla librajfin' al fin de


i

medefimo {patio in minor tem mezo il Zodiaco ) di proprio mouimento.

legni, per paflar il

po (ci

Come

fi

vede nella dinanzi pofta figura.

Ancora e da notare , che la Luna non retrogradando per la ragion' detta; niente di meno anchor efl
veloce
ti i

& tarda di corfi)(per contrario modo dlli al

quando nella meta inferiore del*


& tarda quando nel fuperioSeguita la figura, &c.

pianeti)veloce

arco del fuo epiciclo;


rc.

BRATTATO

QVAKTO.

93

Settentrione

Auge*
dellepi'

ciclo*

Mezodl.
Figiira.(Ieireclypfe Solare

particulare

Figura delleclypfe lunari;

neUe*

Vniuerfaleatutto-

mifperio*

remifperia
b

A.B.Coniuntion e vera,& vifiBile infTeme.


A.D.Coniuntione vera. a. f. ConiunHonevlfnDlIc
A-c.Coiuntioevera.A.E.CoiuntievifibiIe,&ipp^et&

Ja).&c^.

Diuerfitadciraipecto.

iii

EXCITA TIGNI
MATHEMATICHE.
A ragione della perpetuit del mo
to nel' perfetto iperico perche

non

pu far quiete (pra

fi

uifibilei

&

baifo

il

&

l'alto

l'indi-

coinci-

in v^n indiuifibile. Cominciato


dunque che il moto noti mai cef
Aera Perche non pu ftare altrimenti bora che poi, ne variamente fi pu ritrouarc
(come dice il Philofbpho) dunque fmpre fi raouera.La forma dunque perfettamente Ipericajalla perpetuit del' moto attifsima. Cofi Dio gloriofo fem

de

& fempre opera

pre s'intende

per

conferuationc delle cofe create

la

prouidenza Sc
il continouo

& per

primo5vnico3& vero cflere.


^^^ materia fublunare , non fi pu dar*
r
r
r
perfetto iperico ne* vnitorme al tutto materiajpercip incarno fi fono affaticati l'ingegni per trouare
51 motoperpttuo.&c.
Equiuocamente fi dice muouerfi l'anima 5 cio per
uanto difcorre
intende , perche da fe medefima
influlTo di quel

Moto

proprio
temporale nella
materia fubluna
f
"

6:^

.^j^^

&

ifcorrendo mofla.

Ma nelle ragioni immobili anchor^fla immobile.


Come per cffempio.fi dice che 4. non fon' 1. perche
4.ha in

feil3.il

che no ha

immutabiIe.Ma

cofi

il

2.

&c. Et

difcorrendo

la

queflra

ragione

ragione Si di.

cc(com' detto)muoucrfi. &c.


7. Il circulo e

di

meno

vn punto

efplicato (com* e detto) niente

<]uafiil detto punto

materia prima. &c.

vn' niente ^ cofi e Ja

MATHEM,

EX CITA T.

Dio,& raflima, vnita la


ne

quale efplica

delle cofe^qiianto all'cHcrei

9J
la

tnoltitudi- 8.

& l'anima

quanto

conofcere, creatrice delle cofe notionali


fcibilijCome

Dio delle

La virt fenfitiua

al

& cogno

efTentiali.&c.

9;

non brutale;& fbpra il tempo, perche mifura il tempo, & non njiifu
nell'liuomo

rata da quello.

Augaftino.

Come per eflempio recita Auguftino


te Dei)diReftiruto prete

lanima
litOjne

dal

corpo;& non

moto anchor' che

li

(14.de Ciuita

chea fua pofla ntraheua


anhe

reftaua ne fenfbjne

fufsi

abbruciato

& velli-

cato,Adunq; l'anima (opra il tempo,& circulare.


Cofi loYperico perfetto^ (opra il tempo com' det
to,perche cagiona ildettotempo^come (oggetto di
quello.&c.

Et tanto bafli
detta

per

tali

ecdtationi

& incit amenti alla

Theologica,& diuinajPlatonica Spera.

Potrienfi dir' molte altre cofe.ma per efferebreue


lafciano.

Hauendo

gni efcitato

in parte

li

fuegliati

fi

& defli inge-

& incitato fecondo che promette

il

ti-

tolo di Ibpra fcritto.

Rimettdo

il difcretto (che pi defiderafsi) al Piata


nico conuiuio^dal dotto Ficino commentatOj co
fiahonor* dell'immortale ,
inuifibile Dio, &no-

&

ftro Signore lefu Chrifo pongo

irfine.sScc,

Delle mathematiche Eccitationi


li

Fine.

annotationi

nella

spera

Figura della Spera materiale,


Settentonc,

Occidte^

DELLA NVOVA ET
FEDELE (ADVERBVM)
TRADVTTIQNE DELLA
SPERA DI

GIOVANNI

M.

Dal Sacro Buflo


Piocmio.

trattato delfa /pera

capitoli (o

in

c]

via tiro

uer trattati)djftinguia-

mo. Dicendo primamentCjchc cofa fia /{era

che cof

centro di

fia il

quellajcfie cof fia Tafleiche cof


fia
.

't

fpere

& q-ual

Nel fecondo dei


tcriar

polo del mondorquante fien*

&

compone 5
nmagina

fi

fiDrma

fia la

circuii,

per quefta
hs^el

il

d'c

mondo

de icjaali querta/pera

ma

quella fupcrcelefe (la qual

eflere

terr del leuamento,

comporta

) s'intendei

& cadimento

Della diuerfita delle notti^S:

cfe

giorni^

de i fegnr.

& della di

uifiondei climati.

Nel quarto de

& delle

circuii

& mouimento de Pianeti


& della Lui

cagioni delli cclypfi del Sole,

na.

Del trattato
^a Spera

della

Spera Capitolo Primo*.

duquejda Euclide

ra 'vn paflaggio della circunferenza d'un

ulo,quante volte ^ftando

La Spe
mezo cir

cofi defcritta.

fiflb

il

diametro) per fia

che alluogo lio ritornij fi gira all'intorno .O vcrafolida^ che


iri^nteLa Spera e vna talcof^rotoda

&

dcfcrkia dali'arcQ dclmeso circulo girato

allW

DEL TESTO DELLA SFERA


torno.

La

Ma da Theodofio

,la fpcra co(J c defcntta.

Spera vn certo folido corpOjContcnuto da vna

fuperficic, nel*

tutte

cquali

mczo del quale Yn'punto

& quel punto

fi

chiama centro

Ma la linea retta che pafla per

& apphca reftremita


parte^fi chiama
&

(iie alla

l'altra

dal qual

detti:

il

fono

della Sperai

centro della Spera,

circunferenza dall'una
della Spera.

aflfe

I duoi punti che terminan

fon

rette linee tirate alla circunferenza

le

raflTc

poli del

mondo

La Spera dunque in dua parti fi diuide^fc

codo la fubftanzaj& fecondo laccidente.Secodo


fubftanza in Spere noue , ci nella Spera nona, la

qual primo motOjO ver primo mobile e detta;& nel


Spera delle ftellc fiffe^Iaqual firmamento fi nomi-

la

naj& nelle

(ette

Spere de i fette pianeti delle quali


:

alcune fon maggiori^alcune minorijfccodojche pi


dal firmamento s*accoftano o difcoftano
fra quelle,la fpera di

Saturno

della

Luna minima,come nella fquente

ne

contiene.

fi

Onde in-

mafsima. Et

la

Spera

figura 110*^

BRATTATO

rXiMO.

Secondo Taccidente fi diuidc la {pcra^nella fpera rct


fa3& obliqua.Per che quelli fi dicono bau er la (pera retta jcheftanno (otto Tequinottiale ( ( alcuno

&

ftar vi polFa )
e detta ftera retta , per che neflua
de i dui poli pi che l'altroi quelli fileua
alza.
veropercKcroriznte di quelli interftcal equi- ,

&

nottiale

Ma

dicono hauer la {pera obliqua^


qualunque habita o di qua o dila dall equinottialc.
rei-che a quelh lun de duoi poli Tempre fla cleuato^'
ma l'altro Tempre abbaflfato. vero perche l*r2oa
te di quelli artificiale intcrfeca requinottialc5& e ia
intei:fecato da qudlo^ad angoli impari^& obliqui..
fperali-

5& interfecato da quello, per angoli retti


quelli

fi

'

xi

/
'

100

TESTO OBLL^A fPBRA

DfiL

Qual Ha la forma del mondo


L'uniuerfal* dunque macchina
parti

C\

diuide in celefte

inentarc,alla continoua

tro parti

mczo

fi

di tutte pola

del

mondo , in duA

& elementare regione. L'eie


mutationc efpolla,in quat-

Et

diuide.

la terra

intorn

alla

come centro nel

quale lacqua, in-

tornalacqua l'aria, intorn'allaria il foco^Sc quel puro


non torbido. Torbe della Luna toccante Co-

&

me diceAriftotile nel libro della metheora. Et in tal


maniera Dio glorio(b& fublime
<]uefi

ha difpofti

quattro fon chiamati clementi

medefimi

fi

alterano^corrompono3&

Son dunque
ti

li

di diucrle

li

, i

fi

Et

quali da (c

rigenerano.

elcmenti^corpi femplici^iquaH in par

forme5non

fi

poflondiuidere, della c6-

miflione de i quali,diuer{e fpctie delle cofc generate

fi

fanno. De

quali tre ciafcun

la

terra^orbicular-

mente all'intorno circunda. Eccetto quel tanto che


acqua rcfiftc
Ogni elemento anchora^eccetto la terra e mobiler
ouale Come centro del mondo, per la fua grauezza,

la ficcita della terra

all'humido

fuggendo il grande mouimento

dell'

delli eftremi

rotonda fperail mczo pofsiede.

della

TRATTATO

FRI MO.

ApprcfTo airekmetar regione?, la regione cclefte; da


ogni variationc per fua immutabile effcntia, immuexente, per continouo mouimcnto circularne
mente cammma.Etquefa da i philofbphi quinta
cflentia'ncminatajdella qual noue Con k fperc ( co-

&

me poco fa e detto) della Luna di

Mcrcurio^jdi

Ve-

ncre,del So!c,di Marte^di Gioue, di Saturno, delle


ilellc finre5& del Ciel vltimo,& di quefte , ciafcuna
fu per iore l'inferiore Ip^ricamente circonda.

Delle

qiiali

Iperc

duci fono

mouimenti.

Vnoc

Cielo vltiixo , fopra le dua eftremita dell'Ade ;


antartico , dal' Oriente per
ci il polo artico
Occidente, di nuouo ritornando nell'Oriente,

:<lel

&

Il

qual'

mouimento

l'equinottial' circulo per

mczo

,diuide,

E anchora vn altro delF iiferior fperc mouimentOj


per l'obliqu cerchio,! quefto oppofto fopra
Afsi^difooftatida i primi.i^.gradi.Ma il primo
tnto

tutte laltre

fuoi

moui
(pere feco per il fuo mouimcto ra

&

giorno
notte intorno alla terra vna volnientedimeno
contrario sforzandofi.
Come lottaua (pera in cento anni vn* grado Quefto certamente mouimcnto fecondo, diuide per me
zo il zodiaco , fotto il quale ciafcuno de i fette pianeti ha la propria fpcra,nella quale di proprio moui
jnento portato, contro al mouimento dell'ultimo
cielo,&in diuerf fpatii di tempo, eflo mjfura Come Saturno in. j o anni. Gioue in 12 , Ndarte in dua
Sole in .565. giorni
fi hore.Venere
Mercu
pifoe fra

ta qu?lli

&

rio col Sole flmilmcnte fon portati.

&

La Luna in. 2 7.

di&.S.horc.

Della Rcuolution del ciclo.

iii

DIL TESTO DELLA SPERA.

101

Che il

cicl

fi

muoua daUoricntc all'occidente , il

&

gno c tale. Le delle che fi leuano in Oriente fi leuano poco poco , & fucccfsiuamente , per fin che
venghino nel mezo cielo;& fon fcmprc nella mede

&

&

propinquit infra di loro ,


fima diftanza ,
cfi
Tempre ftandojCotinouamente tendono all'occafo.
anchora vn altro fegno.Le ftelle che fon preflb al
polo artico 5 lequahnon mai a noi tramontano ^ fi

muouano continouamente5& vniformemente^in.torn

al

circuii; & fon fempre


& propinquit infra di loro La

polo defcriuedo i fuoi

in equal' diftanza

onde che per quefti duoi mouimenti continoui del


che tramontano ^ come di
quelle che non tramontano e manifefo che il fir-

le ftelle cofi di ^quelle

mamento fi muoue dall oriente inuerfo Toccidente*

Della rotondit del cielo

Che il cSoa rotondo,


fimihiudinejla

commodita,& la necefsita.La fimili-

tudine, perche il

dinc del

di tre forte e la ragione, fa

mondo

mondo (nfibile

fatto fimilitu-

nd
Onde ^ a fimiHtudi-

archetipo (cio eflemplare)

quale non principio ne

mondo

fine.

ha forma rotondtfj^
, ne fine.
tutti i corpi dequal circunferenzajla fpera il mafsimo Anchora di tutte
le formella rotonda capacifsima , perche dunque
rotondajper ci capacifsi*
r vna cola mafsima
ina.Laonde5che contenendo il mondo ogni cofir^
commoda
tal forma fu quello vtile
La ncceisita , perche fe il mondo fuffe d altra forma
che rotonda y ci trilatera^ ucr ditjiiaitro lati

ne di

queftojil

lenfibile

non alTegnar
La commodita, perche di

nella quale

principio

&

&

'

TRATTATO PRIMO.

fCj

uerdl molti Iati; (cguitcrcbbon duo inconuenienche alcuno luogo farebbe voto ver fcnza
corpo,& corpo fenza luogo delle quali cofe lun
tiicio c

&

raltrafaIfa

;Gomcmanifcfto

& girati all'intorno.

nclli

AncliorajCome dice Alfagrano.Se

no

il

angoli clcuati

cielo fuflfc pia-

alcuna parte farebbe a* noi pi propinqua che

Taltra

Quella ciocche fuffe fopra

il

capo noftr*

Aduque la ftella quiui dante , (rcbbe 3rnoi pi pr


pinqua,che (land nelleuante'poncnte,Ma quelle
cofe che cipaion maggiori fon pi propinque.

Adunque il Sole altra ftella ftantc nel mezo cielo,


maggior fi douerrebbe vedcre^chc llante nel nafcimento cadimento^della qual col vediamo il contrario accadere Per che maggiore appare il Sole o
,

altra

ft^laftandoneH'OrientCj occidente, che nel

mezo ciclo. Comefi vede nelle figurcMa non


do
nel

cofi la verita^di quella

appareza

e la

cflcn

cagione,rhe

tempo dcli'inucrnopluuiofojCcrti vapori

uan fu' fra laCpctto noftro

&

il

Sole akra

ftella

file
,

cffendo quelli vapori corpo diafano, difgregano

(pargono

raggi noftri vifiali^che

la col nella Tua naturale^ Se

&
&

non coprendoli*

vera quantit.

DE LT E STO DELLA SPERA.

104

Come

fi

vede

na limpida
raggi

ci*

una moneta^gittata nel fondo d'u-

acqiia^Iaqual perfimile di/gregation di

apparifcc di

maggior che di fuavera quan*

tita

Che la terra

rotonda

fia

Ma che la terra fia rotonda

cofi e

&leftellenon equalmente

fi

mani fefto. I fegm

leuano

no a tutti li liuomini che flan per


fi

&

tutto

tramontama prima

Ieuano5& tramontano a quelli che fon inuerfo l'o

&

pi tardi ^ narieniej& che ad alcuni pu prefo


caggiono^la cagione il tumor delk terra.
Icono
Il chebcne manifefto perTimpr^isione che fifansio in alto. Perche vn mcdcfimo di luna ec^yp/^a nu
roero^che noi nella prim'hora della notte apparifceja quelli che fon orientali (a noi) Thora della not
te terza fi maniffa.La onde manifefto che prima
a quelli fu notte^ prima quelli tramont il Sole

&

che a noi

Della qual cofa

^il

iperico

tumore della

terra e cagione

Che la terra habbiatumorofita (& gonfiamento)


da Settentrione verlb il mezo
ffiojin tal maniera manifcflo

di
.

& per

il

contra-

Perciochea quelli

che fon inuerfo il fetten^lrione alcune /Ielle l fon


di continoua vifla , quelle (ci ) che i'accoftana
al polo artico. Mal'akre che alpoloaotamco fon>
propinque ;li fon per fempre afi:ofle.
Se alcun' dunque^caminoflir dal fctlcntWone inucr
fo il mezo dijpotrebbe tanto caminarc , che le ftellc
Icquali prima liernno di continoua viftajgia andrete
bono verfo roccafo;& quanto pi s accollaffe al me
di, tanto pi

Queldi nuouo

fi

moueriano inuerfo loccidente

medsfiiiio

buomo ^ potria

vedere

TRATTATO PRIMO

I^^5

ftcllcjlequaliprimanonhaucamaiuiftc. Et perii
contrario accadrebbe a qualcun , che camminale

mezo di verfo il fettentrionc. Della qua! cofa ca


gionc c il tumore della terra. Adunque etc.

dal

Seguitan

le figu re delle

fopra dette cofe.

Anchora fe la terra fuflfe piana da 1 leuantc


talijCome

alli

fin al

leuerebbon le flelle alli occiden


orientali ^il che cmanifcfto elTere fal-

nente^cofi prefto

fi

fo. Appreflbjfe la terra fuflc piana, dal fettentrionc

verfo

il

mezo di, & per il contraricele ftcllc che fuf

ad alcun di continoua viftajfcmpre li apparirebbon douunque egli andaire5l che falfo.Ma che la

fin

fia

piana

perla fua gran quantit, alla villa delli

huomini apparifce.

Che 1 acqua fia rotonda.


Che lacquahabbia tumorc3& fi apprtfii alla rotoir
dita^cofi manifefto

Pongafi vn fegno nel

inarc5& cfca la nauc dal pcvrto ,

&

tanto

fi

lito del

difcofti^

DBLTESTO DBLLA SPERA

io6

che l'occhio

di

quel che

fta a pie del

albero della na*

ue^non pofla vedere il fegno.Stando ferma la naiiei


l'occhio di quel che nella cima dellalbero ^ molto
ben vedr quel fcgno. Ma l'occhio di quel che e a
pie dellalbero 5 meglio dourebbe vedere il Tegno,
che quel che e nella fbmmita.Comc manifefo per
l'aler (egno.Et neflun'aU
le lince tirate da l'uno
tra di quefta cof cagioncjche il tumor dcl'acqua
(Sienoal prefente efclufi ognaltro impedimentOj
come nebbie vapori che ii leuan' fu.
Anchora^eifendo l'acqua corpo homogeneo, il tut
to con le parti bara vna medefima natura^Sc ragione. Ma le pani dell'acqua ( come nelle gocciole ,
rugiada dell'herbc fi vede ) naturalmente la rotonda forma appetilcono. Adunque il tutto,del quale,

&

&

&

elle

fon parti &c.

Che la terra Ha centro


Che la terra
fi fi

dichiara.

fia

nel

del

mondo.

mczo del' firmamento pofla, co-

A quelli che ftanno nella fuperficie del

la terra^le felle

femprc apparifirono duna medefi-

ma quantit fiano nelmezodel cielojvcr appref

TRATTATO PRIMO.
fo

IO7

Icuantcuerappreflb al ponente. Et qucfo


la terra equalmentc difcorto da

al

per ci perche

Perche fe la terra 5 pi s'appreflafle al firmamento in vna parte che nellaltra^alcuno ftando nel
laltra parte della fuperficie della terra, che pi s'apprcflafal firmamento , non vedrebbe la met del
cielo.Ma quefto contro a Tolomeo,
tutti 1 philofbphiji quali dicono, che douunque l'huomo
fia.Sei fegni quel fi leuano,& fei tramontano ,
la metvi fe li occulta.
la met del cielo apparifire,
Ilmedefimo fegno chela terra fiacome vn'centrOj punto refpetto al firmamento Per che fe la^
terra folTe d alcuna quantit refpetto al firmamento
non accadrebbe mezo il ciel vederfi.
Anchora^fe s'intenda la fuperficie della terra piana,
fopra il centro della terra^diuidendola in dua parti
cquali,& per confequente eflb firmamento L'ocquelli

&

&

&

chio dunque flando nel centro della terrajVedrcb-

met

bc

la

do

nella fuperficie

ciel

medefimo occhio ftan


della terra^^la medefima met del

del firmamento.il

vedrebbe.

Di quefte cofe dette fi raccoglie^che la quantit del


la terra^che dalla fuperficie al

centro

&

per con-

fequente la quantit di tutta la terra c infcnfibile,


al firmamento &c.

refpetto

Dice anchora Alphagrano,che la minima

delle fel-

lefifTejdiuiila notabile maggior di tutta la terra.

Ma effa ftella , refpetto al firmamento quafi vna


punco,moIto dunque pi forte^la terra fendo minor di quella>& tanto dicio bafti..

ii

DEL TESTO DELLA SPBRA

I08

Della immoblilita

Che la
te
fi

fi

terra in

& fermezza della terra

mezo di tutte le fperc immobilmea


(ommamente graue , cofi pare che

ftia^eflendo

perfuada efler

la

grauita di quella

Perche ciafcu

na cofa graue, naturalmente al fuo centro tende.


Il centro vn punto nel mezo del firmamento
La
terra dunque per efler fommamente graue^naturaU
niente quel punto fi china. Appreflb ci che fi
.

muoue dal mezo,inuerfo la circunferenza del cielo


va all'mfu^la terra fi muoue dal mezo , adunque va
aU'infu^il che^per eflcrc impofsibile

non

fi

concede.

Della Abfoluta quantit della terra.


Tutto dunque della terra l'orbe & circuito^per auAmbrofio5Theodofio5& EuriftenejPhilo

torit di

fophi.252000.ftadii contenere

fi

determinaja cia{cu

na delle. }6o. parti del zodiaco. 700.


tando
Per ci che prcfb Tartrolabio

ftadii

depu-

ftellata (

nella chiareza della

& fcrena ) notte, & per l'un & l'altro buco

guardato il polo ( polare (Iella che noi


vogliamdire) notifi il numero dei gradi nel quale
della regola

ftara detta regola

Dipoi vadiinanzi, ilmifijrator

mondo,dal mezo giorno incontro alSettentrio


ne, per fin che nella chiareza dell'altra notte ( uifto
come prima il polo ) ftia la regola per vn grado pi

del

aka.Di poi fia mifiirato di quello cammino lo (patroucrafsi di ftadii. 700. Di poi dato a cia,
fcun de i 360 . gradi, tanti ftadii , Sara del terreno
orbe il circuito trouato.
Delle cofe dunque dette , fecondo la regola del cirtio

&

TRATTATO 5C0KD0
Culo

& diametro,

cifere

il

ventiduefima parte

la

del circuito della tcn'2^8c del reftante


.

8oi8r

del tcrrcn orbe

il

ftadii

& &
,

, la

tcrEa par*

d'uno ftadio , far

diametro ver la groflezza,

Capitol fecondo

delli dieci circuii

quali la materiale Ipera


la fuperceleftc

la

li

fi

de

copone,& quel-

qual per quefta

gina cffer comporta }


DI QUESTI

pu

detto della terra diametro

trouato(cio ) lena

te ci

IO9

unnia

intende

DVNQVe dieci CIRCVLI.

Alcuni fon* maggiori, alcuni minori^come c maniIl maggior dunque circulo nella
fedo al fcnfo
.

fpera

fi

dice efer' quello

perficic della fpera (opra

fpera in

due parti cquali

,
il
.

ilquale dcfcritto nella fu-

centro di quella diuide


Il

minore

quello

defcritto nella fiipcrficic della fpera, quella

il

qual

non di-

uide in due parti equali ma in parti incquali, infra i


quali circuii maggiori^primaxncnte da dirc^dellcquinottiale.

Polo

del

mondo.

Polo del

Oriente.

Occ
Col uro

Oemeri
diano

DEL TESTO DELLA SPERA.

IIO

E adunque l'cquinottialc^vn certo circulo^che dJ-

&

uide la fpcra in dua parti ecjuali i


fecondo ciafcuparti e equalmcntc diftante dall'uno

na delle fuc

&

l'altro polo.

Et chiamato equinoitiale^perche qua

do il

Sole pafla per quello

che dua.volte l'anno

il

& della libra ) equi

c nel principio ci delTarietc

notlio in tuttala terra. Onde che anchor

nomina

10 equatore del giornOjcSc della notte^perche

ti

pa-

notte3& anchor fidi


reggia
La onde che e da
ce angolo del primo mobile
faperejcheil primo mouimento fi chiama mouimento del primo mobile ci della nona fpera
il

giorno

artificiale alla
.

ver del ciclo vltimo, che dall'oriente per Tocciden


tc^di nuouo tornando nell'oriente Il quale anchor
.

fi

dice

moto ragioneuolejfimilitudine

del

moto

ragioneuole che nei piccol mondo ci nel'huomo.Come quando fi fa confideratione dal creatore
per le creature nel creatore quiui fermandofi Il fedei Piacondo mouimento del firmamento ^
.

&

neti a quefto contrario , dal occidente per oriente


di nuouo tornando in occidente. Il qual moui-

mento

fi

chiama irrationale uer

A fimilitudinc

del

mouimento

di fenfualit.

del piccol mondo-^

ilqualc e dalle cofe corruptibiH. Al creatore -dinuouo ritornando alle cofe corruptibili Dicefi
.

dunque angolo del primo moto, per che ci diuide


11

primomobilcicioclanona fpera in dua

parti e-

qualijequalmentc diftante da popoli del mondo.


La onde che e da notare che il polo del mondo
i

chea noi fempre apparifce ,

fi

chiama polo fetten-

trionale^artico uer boreale,& cofi detto fettentrionale>dal Settentrione ci dalla


cjual

fi

minore Orfa^Ia

dice da fcttc^ irion che vuol dire boue: per

'

TRATTATO SECONDO.

clic le ftcllc

Ili

che fon in cjuefta Orfa , tardamente (i


di buc,pcr eflTer' propinque al Po

muouano guifa

lo.O ucr fon dette quelle

fette (Ielle

fettentrione,

quafi (ette tenoni ( tritatori ) per cio5chc calpelU


le parti vicine
intorno al Polo.

&

no & triton

Artico anchora detto, ( ab artos) dall'arte, che


la magiore orfa , perche gli e apprcffo alla maggior

Orfa.

Ma boreale

fi

dice

qual vien bora

per che c in quella parte dalla

Et il polo

qucfo oppofto

fi

di*

ce antartico^quafi contro allartico pofto.Diccfi an-

chor meridionale, perche dalla parte del mezo


giorno. Chiamafi anchora Auftrale , per e(rcrda
quella parte , dalla qual vicn' l'Auftro ( vento cofi
detto)
Queft dunque duo punti , nel firmamento (labili,
fon detti poh del mondojper che terminon l'alfe del
la fpera,& intorno quelli fi volge il modo,de iqua
Il vno ftmpre ci appari(ce,& l'altro (impre fi nafcori
.

de.

Onde Virgilio,il medefimo fignificando diflt.

Hic

vertcx nobis (mpcr fublimis,at illum.

dibus

fix atra

Sub pc-

tenetmanefque profundi.

Del

circulo

Zodiaco.

E anchora vn'altro circulo nella (perajil quale inter


fccarequinottiale,& c inter(ecato da quello,in dua
parti

equali,& vna fua met s'inchina verfo il fetten

trione,raItra inuer(b

il

mezo di. ctc

Chiamafi que(lo circulo Zodiaco, da Zoe, Grecamente detto, il che vuol dire vita, perche fecondo
ilmouimcnto dei pianeti (otto quello ogni vita
vero fi dxce da Zodia^il che
nelle cofc inferiori
.

DEL TESTO DELLA SPERA

IH

vuol dire animale, perche diuidendofi in


quali, ciafcuna parte

me

particulare

dal

fi

12.

parti e

domanda fegno, & ha il no-

nome

dell'animale; per alcuna

conucniente propriet, fi a eflb fgno come allanivero per la difpofitione ( &.fito) delle ftel
male
.

quelle parti in guif di talanimali-Queflo


ancor circulo Latinamente fi chiama fignifero^ per
che porta i fegni, o ver perche fi diuidc m quelli. Ec
corruda Ariftoti!e,nel libro della generatione ,
ptione 5 fi chiama circulo obliquo.doue dicc^che {e
receflb , (o vero apprefamento
cedo lacceflo
dircoflamento)del Sole nel circulo obliquo fi fan le
le fifle in

&

&

&

gencrationi
I

&

corruttioni, nelle cofe inferiori

nomi de fegn3rordinationej& il numero fi mani


i

fefla in quefli vcrfi

Son Ariete 3Tauro,Gemini,Cancro5Lcon Vergi

& Libra, ScorpionejSagiitario, Capricorno,

ne;

Aquario 3 Pefci;
Et ciafcun fogno fi diuide in ^Oj
nifeflo, che in tutto

il

gradi

Onde ma

Zodiaco fon ^60, gradi ( fe-

condo h Aftronomi)& ciafcuno grado fi diuide i


60. minuti, & ciafiruno minuto in 60 fecondi, ciafcuno fecondo in o.terzi:

& cofi per ordine

fin'a i

fefi.

Et fi come dalli Afirologi fi diuide il Zodiaco,

&

cofi

ciafcuno altro circulo nella fpera maggiore

minore ,

in parti equai

& confimili;

ApprefTo, intcndendofi ogni circulo nella fpera (ec


cetto il Zodiaco) come linea, o vero circumfertia
foloil Zodiaco s' intende come fuperficie,cheha
per larghezza gradi 12. dei quali gradi gi habbia-

mo parlato

La onde

lio in Aftralogia

manifefto che alcuni

che dicono^i fegni

mento

elfer quadrati.

TRATTATO SECONDO

li:^

il nome)il mcdcfimo chiatnin'


Quadrato, che Quadrilatero. Perche il fegno ha

(cgia (male vfndo

;^o.

gradi in lunghezza

Maja linea che diuide

il

&

12.

(anchor)fe3

fi

zodiaco nell'intorno^di

niera che da vna parte lafsi


te

nella larghezza

fi

ma

gradi, &dellaltra par

chiama Linea Echptica , per che

quando il Sole & la Lunajfon per linea (tto quella


Accade l'ecUfe del Sole & della Luna
Dal Sole,come fe fi fa nouilunio5& la Luna s^'nterponga drittamente fra lo /guardo noftro^& il corpo
iblare.

Della Luna^come nel plenilunio Quando il Sole


alla Luna diametralmente s'oppone. Laonde che
.

l'Eclypfe della luna ni ente altrodieTinterpofitior^*

&

della luna.Per eia


corpo del Sole
cheilSolefemprctranfcorre fbtto l'eclittica, tutti

della terra/ra

il

altri Pianeti dedinana ver inuerfo ilfettentrione ver inuerfb il mezo giorno Alcuna volta ancora fono (otto l'eclittica.
Et la parte del Zo-

li

diaco che declina dall'equino^ttiale in ucrfo il fettea


trionc fi dice fettentrionalc , uer boreale ver
artica;

& quelli

fegniche fon* dal principio

dell'a-

iiete,fin della vcr-gine,fi. chiamano fgni fettcntrionali. L'altra

parte del Zodiaco,che declina dall'equi

nottiale inuerfo

ilmczo giorno,

fi

chiama mcza^

giornale vero auftrale veroantarticaEt

fi

fe-

gni che fon dal principio della libra in fin al fin del*
li pefcL,fi chiamon Meridionali, vero Auflrali.
Quando di4nq]Li e fi.dice che il fole in ariete uer
in alcuno altro fgno e da fapere,che quella prepoft

do

per fub ( ci e fotto) fecondo


che noi adcflo pigliamo il firgno.

la

Viia altra-fignificatioac

tione in

fi.piglia

fi

il

ma

chiama fgno. Vna pifai

DEL TESTO DELLA SPIRA

114

midc quadrilatera, della cui la ba(a quella fupcrficic laqual noi chiamiamo (egno^Sc la punta di quella nel

centro della terra

& fecondo

priamente parlando poliamo dire


;

qucfto , pr
pianeti

cfl'er

ne fcgni
1

Nel terzo modo


culi

dice fegno, accio s'intenda

fi

che pafsino fopra

principii dclli.

12.

poli del

fcgni .Qnelli

tuttala fuperficie della fpera

{ci cir

Zodiaco ,& peri

(ei circuii

in. 12. parti

diuidon

larghe nel

mezo, ma pi ftrette apprclTo a Poli del Zodiaco,


&cia{cuna tal' parte fi dice fegno,& ha {pctial noi

me

dal

nome di

comprcfo )

quel fegno^che intercepto

ueduc linee,

fra le

modo di pigliare
Poli

fi

dicon

il

effer

fegno

ne

che fon preflb a

le ftellc

fegno , fecondo che hora habbiamo prefo


il

taglio di quello

fia

Zodiaco.
Tale adunque corpo 5 nella quarta
dice fegno fecondo

tutto il

il

fegni.

Anchora intendafi vn certo corpo , la cui ba(

& l'acutezza, &

(&

& fecondo qucfto

il

fopra rafie del

fignificationc

qual modo di pigliare

mondo fi diuide

in

12

fia il

fgno,

il

fi

fegno

parti equali lequali

chiaman Ccgni^Sc cofi ci che nel mondo c in alcun fegno.


Son anchora altri duoi circuii maggiori nella (pera,

fi

iquali fon detti Coluri,de iqual l'officio diftinguc

re

Et

folftitii

dicefi

&

cquinottii

coluro colon grecamente

membro,& vros,bue faluatico^per


do che

la

coda delbuc faluatico

, il

che vn

che in quel moche il meni

ritta (

bro)fa vn* (cmicirculo 8c no perfefto, cofi il coluro


femprc a noi miperfetto apparifire per che fi^Iamctc vna fua meta apparifcc , Se l'altra a noi s'occulta.
,

TRATTATO SECONDO
Coluro dunque chediftinguc

Il
i

poli del

mondo 5 &

IJJ

parta per

flfti ti

peri poli del

Zodaico,&

le

do per primi gradi


del Cancro & Capricorno. Onde che primo punmagioni del

Sol' declinationi,

il

to del cancro doue quefto coluro interfeca

il

Zodia

5fidiceilpuntodefoiftitioeftiuale(uer della
perche quando il Sole in quello c il fblftitio

fiate )

cftiuo,

& non pu

ftro accoflarfi5&

tOjdirittamente

Sole pi al Zeniih del capo no


Zenith vn punto nel firmamen

il

il

noftri capi fopra pofto,

del coluro che intercepto

to del folftitio eftiuale

& l'arco

(& comprc(b)fra

& l'equmottiale,

fi

il

pun

chiama la

maggior del fole declinatione:& fccodo Tolomeo


51. Ma fecondo Almeonc gradi.
Similmente il primo punto del capricor
medefimo coluro dall'altra parte interf-

gradi. 235& minuti.


23.

& m.

35

nOjdoue il
gail Zodiaco.

Si

dice punto del folltitio hiemalc

(ci dell'inuerno

& comprefo
dice & chiama

) fra

la

& l'arco

del coluro intercetto

quel punto,

& Tequinottiale

Si

maggior del Sole dcclinatione ^

&

c equale alla prima.

L'altro coluro pafla peri poli del

punti

dell'ariete

nottii.
tii

modoj&pcriprimi

& della librajdouc fono

Donde e chiamato coluro

il

qual

duoi equi
equinot

li

diftingue.Et queft coluri s*interfecano l'un

tro fopra

poli del

de

folftitii

I fegni

mondo , per anguli retti

& equinottii

queft verfi. ( com'detto)


Hxc duo folftitia fciunt.

l'al-

fpcralii

Son manifefti per

&

Canccr
Capricornus
Sednoftes a:quant Aries
libra dicbus
Son anchora duoi altri circuii maggiori nella fpcra^
eio ilmeridiano^&rOrizontey&il meridiano,
vn certo cuculo che pafla per i poli del mondo , 65

&

ii

DEL TESTO DELLA SPERA

& chiamafi Mcridiano^per


huomo & icjLiulunque lemp.o

Zenith del capo noftro,


cUc douunque

fia

il moro del trmamuo


meridiano a quello mezo giorno,
per fimil ragione circulo del mezo di fi chiama.
jBc dinotare che le citta , delle quali vna lapprefla

dcU'anno.Quando

peruicnc

il

Iole per

al lao

pi allorientc che

l'altraj

hanno

diucrfi meridiani

rr

& l'arco d'elcquinottiale intercetto (& comprefo )


duoi meridiani fi chiamala lunghezza delle
dunque dua citta hanno il mcdefimo meridiano^allhora egualmente dal'oncnte 5c occidente
difcofto )
fon dittanti (
L'onzonte anchora vn circulo che diuide lemifpc
no inferiore dal fuperiore.Dondc detto^ fi chia
ina Orizonte ( grecamente ) ci terminatorc
fi
nitore della villa. Dicefi anchor l'orizonte , circulo
fra

li

citta.

Se

&

&

dellemifperio

Et doppio orizonte ci ^ retto, & obliquo vero


dechue( & torto) il retto orizonte & fp^ra retta,
hanno quelli^de iquali il Zenith e ncH'equinottiale
vn circulo che palfa per
mondojdiuidendo l'equinottiale per ango

perche 1 orizonte di quelli


I

poli del

retti fperali.

li

Donde fi

dice Orizonte retto


.

Se (pera retta

L'obliquo orizonte ver inchinato , hanno quelli,


ai quali il popolo del mondo s cleua (opra l'onzonte

perche l'orizonte di

quellij mtcrfirca l'equinot-

& obliqui. La onde dice


obhquo,& fpera obliqua vero; inchinata.
II Zenith dunque Cc capo noftro. Tempre polo

tialepcranguli impari,

fi

orizote

deU'orizonte.Donde che per le co(c dette manifcnocche quanta Te'euatione d. polo del mondo Co
I

pra lonzoiucTanta e la diftantia del Zenith dall c-

TRATTATO SECONDO,

Uf

(i dimoflra.Conciolia che in*


Tun
l'aler coluro due volte
cogiunga
col
meridiano
ver fia il mcdcfi^o,chc
fi
il meridianOjcio che dd'un fi pruoua,anchor dell'ai
tro fi proua, Piglifi duque la c] uarta parte del coluro
che diftingue i fiDlftitii^la quale e dallequinottiale, fi

quinottlale.II che cofi

cifcun di naturale

&

n'al

polo del mondo.Piglifi di

nuouo la quarta parte

del

medefimo coluro, laquale

e del

Zeniih

fin'allori

zonte.Eflendo dunque il Zenith Tempre polo dello


rizontC5& qucftc due quarte ( per efi'er 4 dun* mede
fimo circulo;) infra di loro fon equah.Ma f dalle co
fc equali fi leua cof equali vero il medefimo com
munc a tutte due, le cofe che rellcran faranno cquali.Leuato dunque il commune arco ( cio quel
polo del mondo ) le cofe che
che fra il Zenith
refteran faranno equali , ci l'eleuation del polo

&

del

mondo

fopra l'orizonte

& la diftaatia del

Ze-

nith dallequinottiale.

De
Detto de

fci

circuii

maggiori

da dire de

E dunque danotare che

minori.

primo punto
tio eftiuale

vn

quattro circuii minori.

del cancro vero nel

per

il

il

quattro

Sole ftando nel

punto

del Solfii-

rapto del firmamento

defcriue

certo circulo, ilquale vltimamente defirritto dai

fole,dilla parte

culo

d^:l

polo artico. Donde

del fblftitio eftiuo,per la

ta uer

Tropico

chiama

cir

ragione

di fopra detche vuol dire co


fole comincia a conuer-

efliuale,a tropos

Mcrfione^per che allhora


tirfi(

fi

il

& ritornare) aHemifp.'rio inferiore, & patirfi

da noi

Il

fole

anchora, ftando nel primo punto del

capricorno vero

folftitio

Hy emalc.per
P

il

rapio del
li

Il8

"

DEL TESTO DSLLA SPERA

firmamento defcriuc vn certo circulo , ilqualc vitiinamente defcritto dal Sole^dalla parte del polo an
tartico.Onde fi chiama circulo del folftitio Hyema
le vero tropico Hyemale^perche allhora il Sole fi
conuertead noi. Declinando dunque il Zodico
dairequinottiale,anchora il polo del Zodiaco decli
nera dal polo del mondo.
Mouendofi dunque l'ottaua fpera^anchora ilZodia
co che parte dell'ottaua fpcra fi mouera intorno al
l'afle del mondo5& il polo del Zodiaco 5 intorno al

polo del

mondo

Quefto duque

fi

dcicriuejintorno
artico

fi

mouera.

Circulo,
al

il

quale

polo del

il

polo del Zodiaco

mondo

artico, circulo

chiama. Et quel circulo,che Taltro polo del

zodiaco dcfcriuejintorno al polo del mondo antarfi chiama.Apprcflbjquanta

tico,circulo antartico
la

maggior del

fole declinationCjCio dall'equinot-

tiale,tanta eia diflantia del polo del

mondo dal po-^

lo del 20d1aco.Il che cofi manifello.


Piglifi
fa

per

il

circulo che diftinguc

poli del

mondo , &

folrtitii^il

quale paf

per i poli del zodiaco.

Eflendo dunque tutte le quarte d un medcfimocir


culo infra di loro equah La quarta di quefto colu.

ro^che 'dall'equinottialc infin al polo del mondo,


far equalc alla quarta del medefimo coluro^ chec
dal

primo pnnto del cancro

infin al

polo del zodia-

co. Adunque da quelle quarte equali

leuatoilcom-

munc arco^il quale dal punto del cancro fin al polo dclmondo,i reftanti faranno cquali^ ci ia mag
gioi e del Sole dedinatione
del

& la diftantia del polo

mondo fin al polo del zodiaco,&

effendoil cir-

culo artico fecondo ciafcuna delle fua parti dal polo del mondo equalmciitc diftante manifcfto c\i&

TRATTATOSECOND

II9

il primo punto del


il circulo artico, quafi dupla alla magcancro ,
gior del fole dedmatione vero all'arco del mede fi

quella parte del colu rocche fra

&

mocolurojchecomprefo
polo del

mondo artico

maggior

il

il

circulo artico,&

la

come

li

il

quale anchora Arco, alla

del Sole declinatione equale

quello coluro
^6o.gradi

fra

& eficndo

altri circuii nella

quarta Tua (ira di

90

/pera di.

gradi.

Elfendo dunque la maggior del fole dcclinatione


fecondo Tolomeo di.ij.gradi^&.^i minuti,
d'altrettanti gradi fia l'arco che fra il circulo artico^
il polo del mondo artico,fe queftc dua cof inficmc
giunte ( Icquali fanno quafi gradi 48 ) fi fbttragghi
no da 90. gradi5l,reftante faran 4Z. gradi, quanto 1 arco del coluro , che fra il primo punto del
cancro,& il circulo artico Et cofi manifcfto , che
quello arco c quafi doppio alla maggior del fole de

&

clinationc.

Edanotarejchelequinottiale con i quattro circuii


minori,{bn detti qualche volta paralelli, quafi equal

mente diftanti , non perche quanto dittante il


primo dal fecondo tanto il fecondo fia dittante dal
,

terzo

per che qucfto e falfo

come manifettato ma
:

perche ciafcuno delli dua circuii infieme giunti,


fecondo ciafcuna delle fue parti fono equalmentc

Tun

Et

all'altro dittanti

fon detti

& chiamati ) Paralello

equinottiale

Paralello del folftitio eftiuale. Paralello del folftitio

Hicmale. Paralello Ai tico,& Paralello AntarAppreflbj da notare, che duo tropici , 8c

tico
il

paralello artico,

&

il

Paralello antartico difin-

guono in ciclo cinque Zone vero regioni. La onde Vcrgilio nella georgica ditte i Quinque tcncnt

DEL TESTO DELLA SPERA.

l20

coelum zonce^cjLiarum vna corufco^fempcr Soleru


torrida femper ab igne 8cc,
Diftinguonfi anchora altrettante zone ,
regioni

bct,&

&

zone fottopo-

nella terra.diritamente alle predette

fte.Onde Ouidio

nel

primo

delle fua transforrta-

tionidifle

Totidemque plagas tellurepromuntur in orbcm.


Quarumjquce media eft non efl liabitabibs cftu.
Nix tegit alta duas^tot inter vtrafcjue locauit
Tempericmcjiie dcdit mixta cum frigore fiamma
Quella dunque zona che fra i due tropici, fi dice
inhabitabile per il calore del Solejil qual Tempre fra i
detti tropici difcorre.

Similmente,la region della terra a quella dirittamen


te fottopofta

fi

dice cfler inhabitabile pe r

ne che fono allintorno

calor

il

del Sole, che fopra quella difcorre.Ma quelle

due zo

defi:rittedal circulo artico,

& circulo antartico intorno

poli del

mondo

fo-

no per il troppo freddo inhabitabili perche il Sole,


;

mafsimamtedaquelle rimoflb &difcoftato.Simil


jncnte da intendere delle regioni della terra a quel
le

dirittamente fbttopofte.Et quelle due zone, del-

le quali

cro

&

vna

il

fra

il

Tropico efiuo vero

circulo articoi&

l'altra la

pico hiemale ver del capricorno^


tarrico.Sonohabitabili
della torrida

zona

che fon intorno

&

del can-

quale fra

&

il

il

tro-

circulo an-

& temperate, per la calidita

freddezza delle zon^ eftreme

Poli del

Il

medcfimo intendi

le

dirittamente fottopoile.

mondo.

delle reg^ioni della terra, a

quel

Trattata

TRATTATO TERZO,
Trattato

121

Terzo ^ del nafcimento &

mento de
giorni

de

fegni , della diuerfita

& delle

uerfita

cadii

notti,& della di

dei Climati.

NASCIMENTO ET CADIMENTO DE

ILSEGNI.

In duci

modi

fi

pigliajpcrchejCjuanto a

pocti,& quanto alli aftronomi.


cadimento dei fegni
Eduncjue il nafcimento
quanto alli poeti, in tre modi ci cofmico ( o uer
mondano ) chronico ( o ver temporale )
Meliaco (o uer fblarc )
i

&

&

Cofmico dunque ver mondano nafcimento e,,


quando il fcgno vero flella fbpra l'orizonte , dalla
parte d'oriente di giorno vicn fopra l'orizonte Et
Il

bench in ciafcun giorno artificialcjfei fegni nafchi


no3nientedimeno per antonomafia
certa ecccl-

&

Icntia^dinome, cjuelfigno
leuarCjColquale

& nel quale

fi

il

dice

mondanamente

Sole da mattina

fi

le-

ua5& queflo nafcimento proprio principale,& quo


tidiano fi chiama. Di queftonafcimentOjS'haleirenv

pio nella Georgica^douc s'infegna ( la Temenza delfaues&del miglio efTer fatta nella prima u era flaa

le

do il Sole nel Tauro ) cofl.


Candidus auratis aperit cum cornibus annum,
Taurus5& aduerfo cedens canis occidit aflro. Ma
cadimjo modano refpetto ali oppofitione del f
gno ci quando il Solfi leua con alcun' Tegno, del

il

quale il fegno oppoflojmondanametc tramonta.Di


queflo occafofi dice nella Georgica^doue
la

Temenza del

te

il

i^rano.

mfgna

Nel fine dell'Autunno ftan

Sole nello Scorpione^il quale leuandofi col So-

ni

DEL TESTO DELL 4. SPERA

Tauro doue fon le Pleiade tramonta cofi do i


mondanamente Come dice Vergilio
Ante tibi eox Athlantides abfcondantur
le. Il

Debita qiim fulcis committas femina Terrx.


nafcimcnto chronico ver temporale quando
il fegno vero ftella, dopo il cadimento (
tramo

11

&

tare ) del fole dalla parte dell'oriente vien fopralb-

rizontedinottc temporalmente ci e. Et chiamafi


temporale, per che il tempo de maihematici (

&

Aftrologi

atto a contemplar le lelle nafce col tra-

nontare del Sole.

Di quello temporal nafcimento^habbiamo in Ouidio de Ponto^doue

fi

conduole per la lungheza del

-fuo cfilio dicendo*

Quattuor autumnos

'

pleias orta facit.

Significando per quattro Autunni, quattro anni ef


ler pattati, da poi che era mandato in efilio.

Ma Virgilio volfe le pleiade nell'autunno tramonta


i*c 5

& Ouidio nafcere

Mala folutione&

Adunque paion contrarii.

ragione di quefta cofache fe-

&

condo Virgilio tramontono mondanamente,


fecondo Ouidio fi lcuantemporaltnente.il che ben
pu accadere in vn medefimo giorno. Ma nientedi-

meno dilTerentemente,per che il cadimento monda


no rifpetto del tempo della mattina,& il nafcimen
to temporale rifpetto del tempo della

fera.

temporal occafo,& cadimento rifpetto al fegno


oppofto (a quel doue fi troua il Sole) onde Lucano

Il

cofi dice.

Tu'nc nox Theffalicas vrgebat parua

(gittas. 8cc.

Ilnafcimento Heliacover folare quando il legno ftella per lontananza del fole da quello,fi pu
Tcderc,ilqual per la propinquit del fble,vederc no

W
TRATTATO
fi

TER5L O

12J

potcua Di qucfto pon rcflempio Ouidio de Fa-

fti

cofi

dicendo.

lam leuis obliqua fubfedit aquarius vrna.


Et Virgilio nella Georgica.Gnofiaquc ardentJsjdeLa qual ftella & fcgpo^ftan
fcendit ftella coron^e.
do preflo allo Scorpione, mentre che il Sole era nel
detto Scorpione^non

fi

vedeua.Il cadimento Helia-

co ver Solare, quando il fole s'accofta al fegno^


quello per la Tua prefnza non l'afla vedere. Di quefto l'eflempio nel'jnanti porto verfb, ci .

Taurus& aduerfo cedens catiis

Del nafcimento

& cadimento

fecondo
Seguita del leuare

occidit aftro.

li

dei fegni

Aftrologi.

& tramontarejde

/egnijComc pi

gliano li Aftrolog5& primamente nella fpera retta.


E da fpere adunque 5 che fi nella fpera retta come
ncirobliquajilcirculo equinottiale Tempre vienfia
vniformemente^cio in tempi equali 5 equali archi
( del detto cquinottialc ) vengon fur dell orizote..
Perche ilmouimcnto del cielo vniforme ( relangolo ilqual' fa Tequinotliale coll'origulare )
obliquo
non fi fa mai diuerfb in alcune hore^
zonte
Ma le parti del zodiaco^no di nccefsitihanno equa
l'altra fpera. Perche queflole afcenfione nell'una

&

&

&

alcuna parte del zodiaco pi rettamente nafcejtantopiu di tempo fi pone nel fuo nalcimento.Di quefto

il

fegno che nel lungo breue giorno artificio

nafcono,& cofi nella notte.


dunq^uedanotare, che il nafcimento cadimcn-,

le,fei

fgni

to d'alcun fegnOjuiente

altro che quella parte

DEL TESTO DELLA SPERA

Z4

con quel (cgno nafcente


ibpra l'orizontc afccndcntc , nalce, o vero quelli

iquinottial nalcercjla

cjual'

parte dell'equinoitiale cadere,

la

quale coUaltro fe-

gno cadente tramonta , cio tende all'occafo

fotto

rorizontc.

Etilfcgno nafcerc rettamente fi dice, con il qual


maggior parte dell'equinottial nafce. Et obliquaSimilmente da intenmente co il qual minore.
dell
cadimento.
occafo
dere
&c.

Et da (iperc che nella (pera retta^le quatro quarte


del zodiaco cominciate dai quattro punti, ci

duo folftitiali & duoi equmottiali 5s'appareggiono ( & fon equali ) nelle loro afcenfioni , cio che
1

quanto di tempo cofuma la quarta del zodiaco nel


fuo nafcimentojin tanto tempo la quarta dell'equinottiale a quella conterminale^fimilmente nafce.

Ma le parti

di quelle

quarte

fi

uariano^ne hanno e-

come prefto fi manifeftera Per cio


vna regola che qual' fi voglin'duoi archi
equalmcnte diftanti da alcudel zodiaco equali ^
no de quatro punti gi detti , hanno equali afoenfioni,& da quefto fguita che i fcgni oppoft hanno
quefto quello che dice Lucquale afcenfionc ,
quali afcenfioni

che

gli

&

&

cano, parlando del cammin di Catone verfo


bia inuerfo Icquinottiale

la

Li-

Non oblique meant, ncc tauro redior exit


ScorpiuSj aut aries donat fua tempora

librar.

Haudaftraiubctlentosdefccndere pifccs.
Par geminis chiron3& idem quod carcinus ardcns

Humidus scgoccros, ncc plus leo tollitur vrna.


Quefto medefimo diccLucanOjchc a quelli che ftan
no fotto Icquinottialcj i fgni oppofti hanno ctjual*
nafcimcnto Se cadimento.

TRATTATO TlRZO.
L'oppofition de

fegni

fi

ha per quefto vcrfo. ci

Eft li.Ari.Scor.Tau.Sa.Gcmi.Capri.Can.A.Le.Pif.
Ci la Libra oppofta all'ariete, lo Scorpio
Vir.

ne al Tauro.Il Sagittario a'Gemini^il Capricorno


Cancro. L'aquario al Lcone.I Pcfci alla Vergine.

al

Et e da notare che no vale tale argumetationc.cio c


Qnefti duo archi fon equali, & infiemc cominciono a nafccre^ Tempre maggior parte nafcedellun
che dcll'altro.Adque quello arco pi predo
ra fu,del qual maggior parte fmpre nafceua
ftantia

fi
.

leuc

L in-

& forza di quefta argumentationc manife-

fta nelle parti di

dette quarte prcJette.Perche fe fipi

glia la quarta parte del zodiaco

che dal principio


dell'ariete infin al fin* dei Gemini^fmpre maggior
parte na(cc della quarta del zodiaco, che della quatnitedime
ta deirequinottiale a fc conterminale,
quelle
prefto
nafirano.Il
due
quarte
infieme
mcno
defimo intendi della quarta del zodiaco che dal

&

principio della libra , infin

al fin

Anchora pigliandofi la quarta

del fgittario,

del

zodiaco che dal

principio del cancro^infin nel fin della vergine.

prc maggior parte nafcc

Sem

della quarta dellequinot-

zodiaco a quella confinale


nientedimeno quelle due quarte, infieme fi leue.
Ilmedefimo intendi della quarta del zoranno.
diaco, che dal primo punto del Capricorno , infin
al fin de i Pefci.
Ma nella fpera obliqua, vero inchinata , le metadi
del zodiaco fi pareggiono nelle loro afcenfioni. Le
meta dico, le quali fi pigliano da i duoi punti equinottiali. Perche la meta del zodiaco che dal pnnci

tialcjchc della quarta del

&

pio dell'ariete in

fin al fin della

mcdicta dell cquinoitialc a

fe

vergine

nafce colla

conterminale.

CLiii

DEL TESTO DELLA SPERA

126

Taltra met del zoJiaco^nafcc colla reftadell'cquinotialcNda


le parti di quelle met fi
meri
te
uariano fecondo le loro afcenfiorii^perche in quella
met de! zodiaco , laquale dal principio dell'ariete
fin' al fin* della vergine, femprc maggior parte fi lena di zodiaco che d'equinottiale5& niente di meno

Similmetc

quelle mediet infiemeprcflo nafcono.Per il cotrario accade nella reftante met del zodiaco^laqualc
dal principio della libra, infinal fin de i pefci.

Perche

sprc maggior' parte nafi:c d'equinottiale che di zo-

diaco,& nitedimeno quelle met infieme predo na


fcono.La onde che qui manifefta Tinftantia fatta,
pi manifeftamente, cotra all'argumcntationedi fo
pra detta

Et li

vergine nella fpera obliqua,fan'

fin al fin della


ri le

archi che fuccedono aH ariete;, in

loro afcefioni^fopra

le

mina

afcenfione de i medefimi

archi nella fpera retta^perche nien gradi nafce delire

quinottiale

Et

nfin al'fin'de

loroafcenfioni

li

archi che fuccedono alla libra

pcfci nella fpera obliqua^accrefcon le


,

fopra l'afcenfione dei medefimi ar-

chi nella fpera retta, perche pi nafce d'equinottiale. Accrcfcon


li

archi che

dico fccodo tanta quantita^in quanta

fuccedono

alFariete minuifi:ono.

Da quefo manifeflo che duoi archi


pofitijHella fpera inchinata

congiunte, cquali

hanno

afcenfioni de

& op-

equali

Tafcenfioni fue

medefimi archi
nella fpera retta infieme prefi , perche quanta la di
minutione da vna partetanta l'additione da l'altra
E vna regola certamente , nella fpera obliparte.
qual
fi voglin duo archi del zodiaco equali
qualche
cqualmente difanti dall'un dei duoi punti equinottiaii cquali anchora hanno afcenfioni. &c.
Dalle predette cofeanchora manifeflo^che giarX naturali fono incquali.Pcrchc il giorno naturale
ali

&

TRATTATO TERZO
la reuolutionc dcU'equinottiale

zodiaco, quanta in

c|uel

me^o il

llj

con tanta parte di

Sole di proprio

mo

firmamento. Ma cCfendo l'afccnfioni di quelli archi incquali^comc per

uimcnto ha

trapaflato contro

al

l'inanti dette cof manifefto;fi nella fpera retta,co-

me nella obliqua^ fecondo


le afcenfioni

duque d

fi

confiderino

li

alcrefcimenti di quel

giorni naturali. Qu^clli

neccfsita faranno inequali. Nella fpera ret-

ta per

vna

diaco

fola

& nella

cagione , ci per l'obliquit dei zofpera obliqua per dua cagioni, ci c

per l'obliquit del zodiaco^ per lobhquita dell'ori

zonte obhquo.Per la terza cagione

fi

fuole affegnar

lecccntri cita del circu' deferente del Sole.


tare anchora

che

il

E da no

Sole andado dal primo puto del

capricorno pcr rarietCjinfin'al primo piSto del cacro


per il rapto del firmamento defcriue. 182. paralelli,!
quali

anchor che non

fian paralelli circuli^ma Spire,

no cfTendo in queflo error'fenfibik, no fi faccia for


za in qucflo fc fon chiamati circuii. Del numero de i
quah circulijfono duoi Tropici, & l'equinottiale.
Anchora gi detti circuii defcriue il Sole per il rai

pto del firmamento,dcfcenddo dal primo puto del


cacro perla libra,infin*al primo puto del capricorno.

Et quefti
mati.
li

circulijde

Et li

archi de

giorni

dunque

giorni naturali circuii fon chia

artificiali

fotto l'orizonte fon


ra

archi iquali fono fopra rorizonte,fbnL*

retta

ra peri poli del

li

&

li

archi iquali fono

archi delle notti.

Nella fpe-

pafando l'orizonte della retta ipe

mondo

diuide tutti quefti circuii

in parti cquali.Ondc che tanti fono li archi de i gior


ni,quanti fono li archi delle notti,apprcffo a quelli

che flanno fbtto l'equinottiale

Onde manifefto,chc a

quelli

che fono fotto l'equi

DEL TESTO

DELLA

SPfiJlA.

qualunque parte del firmamento

nottiale^in

Ma

Ice Tempre equinottio.

fia il

So

nella fpera inchinata

&

obliqua,rorizontc obliquo diuide (blamente l'equi

dua parti equali

nottiale in

Onde quando

il

Sole

nell'un de i punti cqumottiali^airhora l'arco del gior

no

notte equale5& cquinottio nel-

all'arco della

l'uniuerfa terra^S: tutti

li

altri circuii

diuide l'orizo-

te obliquo in parti incquali^di maniera che in tutti

circuI3quali

cancro

fono dall'equinottiale fin altropico del

et in efTo

tropico del cacro maggior l'arco

del giorno che della notte^cio l'arco che (opra lo

r2onte,che quel che fotto loiizonte. Ondejin tut


to tempo nel quale il Sol' fi muou e dal principio de
l'Ariete per

il

cancro5n

fin al fin della vergine^fi fan*

le notti, & tanto pi quan


accodaj
tanto meno quato pi il Sole al cancro s
to pi fi parte da quello. Et per il contrario fi ha de i
giorni & notti , quando il Sole ne i fegni auftrali.

maggiori

giorni fbpra

In tutti li altri circuii iquali il fol defcnuejfi-a l'equi


nottia!3& il tropico del capricorno, maggiore il
circulo fotto ror2onte& minore fopra.La

onde

&

giorno minore che l'arco della notte ,


fecodo la proportion delli archi ^fi fan minori i gior
l'arco del

ni fopra le notti

propinqui

al

fan miiori

quanto anchorai

circuii

tropico hiemale^ tanto pi

fon pi
giorni

D'onde fi vede^ che pigliando duoi

fi

cir-

da diuerfe parti^
quanto l'arco del giorno in vno^tanto l'arco della notte nell'altro.Onde fi vede da quello feguitare
cuii dall'equinottiale cquidiftanti

che felbnprefi nell'anno duo giorni naturali, rimof


fi da l'un dei duoi equinottii nelle oppofte parti^qua
toc il giorno artifi,ciale dell' uno, tanta la notte
<ieiraltro3& per il contrario. Ala quato quello alla
fenfibilita

TRATTATO TERZO

129

voIgo^ncU'hauer pollo Torizote

ftnfibilita del

/iflb.

Perche la ragione^per cjud che il Sole accjuifa contr arfirmamento nell obliquit del zodiaco^ pi veramente giudica.
Quando dunque il polo del mondo fi Icua fbpra Yo
rizonte 5 tanto maggior fono giorni della efate,
quando il Sole ne fegnj fettentrionali Ma peni
contrario quando il Sole ne fegni aufrali 5 perche
tanto pi fi fan' minori giorni fopra le notti.
E anchor da notaiCjche 1 fei fegnijcke fon dal prin*
i

cipio del cancrojper labbra infin

al

fin^dcl fagitto^

rio^hanno afccnfion'loro infieme giunte^maggiori


dell' afcenfiorie c i fei fegui 5 che fon dal principio
del capricorno per l'ariete, infin' al fin dei gemini.
Onde quelli fei fegni prima dctti^fi dicon rettmea
qu*cfi obliquamente.
te nafcere 5
B medefimofihaperquefti verfi.
Retc meantjoblique cadunt a fyderc caircpf^
Donec finitur chyron , fd cantera figna
I

&

NafcunturproHO,defcendunt tramite reo.

Quando dunque a noi


lejcio ftado

il

il

maggior' giorno nell'efla

Sole nel principio del cacro5alhor (

kuan fei fegni di retta afcfine3& di notte fei obli*.


qu5& per il contrario quado a noi il minimo gior
BO nell anno^eio quando il Sole enei principio dei
capricorno} alhor a di giorno nafcon quelli

fei

fegnf

di obliqua afccnfione^ma di notte fei retti. Et quai


do il Sole in vn*de duoi pti equinottiali, di gioi^
BO fi leuono tre fegni di rctia^Sc tre d'obliqua afcenp
i

fione^Sc di notte fimilmente.Percioche gli e^vna

gola vniuerfale^che quantunque

il giorno la not
^fia breuelungo jfeifegmj fmpre fileuanodi

E.

DEL TESTO DELLA SPERA

jJO

giorno5&

fci di

notte

Ne per

men fcgni

del giorno notte, pi

Da quefte cofe dette

fi

leua

&

rimente

fi

fi

leuano.

raccogli e^che eflendo Ihora

vno fpatio di^tempo^nel


nafce5n qual

lunghezza brcuita

quale

la

meta dun* fegno

& nella nottejfbno.u.liore naturali

tutti quelli circuii

fi

voglia giorno artificiale^pa.

Et in

che fono allato dell'equinottia-

dalla parte auftralc fctttentrionalejfi fan* mag


giori minori giorni notti , fecondo che affai
pochi de i fegni che fi leuan' retti oWiqni , di gior
no ver' di notte fi leuano

le

Della diuerfita dei giorni


qual fi fa

alli

&

delle notti,

habitanti in diuerfi luo-

ghi della terra.

E da notaresche a quelli

il Zcnith /otto
Tanno paffa per il
ci c quando nel princi-

de iquali

i'equinottiale, ilSoledua volte

Zenith

del capo di quelli

,& all'hor

pio dell'ariete nel principio della libra


fon* a quelli duoi alti fblftitii, perche

il

Sol diritta-

mente paffa fopra il capo di quelli Sono anchora


quelh duo bafsi folftitii ( ci ) quando il Sole ne
i primi punti del cancro & capricorno. Et chiamafi
.

bafsi, perche al'hora

il

Sol mafsimaraente

ue dal Zenithjdel capo di

fi

rimuo-

quelli.

Onde delle predette cof

manifeflo, che

haucndo

Tempre equinottio,ncl anno haran',4. fblflitii , duo


alti^ duoi bafsi^. E manifefto anchora che hanno

due

ertati

ftando

( ci )

il

Sole nell'un de

punti cquinottiali appreffo

duoi

Dua anchora hanno

TRATTATO TERZO.

I3I

inucrnatjeflando^cioilSolc nei primi punti del


capncornOj cjuiui apprello. Et quello e
cancro
jl verno
dice
Alfagrano che TeRatc
quel che

&

&

CIO noflri)rono

(ione

a quelli

d'una medefima complef

Perche duoi tempi che fono


i

verno, fono

a quelli

&

a noi ftare^

duo inuerni Onde Lucano

inedefimo,reciiando

il

difle.

Deprehenfum ed hunc efle locii quo circulus alti


orbcm. Quiui
duque chiama Lucano il circulo dell'alto folllitio,! c
Solftiiii^med u fignorum percutit

quinottiale, nePquale accaggiono


alli

habitati folto

j1

dua

alti Solfitii^

detto equinottialc.Chiama Tor-

be de fegni il zodiaco , ilquale mczo ci mediato


ciodiuifoin dua mcdieti l'equinotiial percuote
CIO diuide.A quelli anchora nell'anno accade haue
re.i|.ombre.Pcrche elFendo il Sole nell un de i duoi
punti e-juinottiali.alhorala mattina fi getta Tombra
i

di quelli inucrfo l'occidente^ la fera peni contra*


rio.Ma nel mezo giorno a quelli l'ombra perpcndiculare, eflendo ]1 Sole fopra il capo di quelli. Et

quando il Sole ne i fogni fottentrional5alhor*^rom


bra di quelli inuerfo il mezo di fi getta Qaando c
.

neUi auftrah alhorinueifo


a quelli

fo

al

qua
.

fi

polo

leuano
5 fi

il

fottentrion

& tramotono le

come

qualcun

dairequinottiale.

altri

felle

fi

getta.

Ec

che fon prcf

che habitano di

Onde Lucano cofidice.

Tunc furor cxtremos mouit Romanus

Horefias.

Carmenolque duces quor iam flexusin aufrum


AEther non totam , mergi tamen afpicit arton

& exigua,velox ibi nofte bootes^


Adunque s'affonda & pocoluce (detta imagmccc
Lucet

anchora Ouidjo della medefima fella.


^Tmeitur Oceano cuftos Erymanthidos vrfi.

Icfte )

ii

DEL TESTO DELLA SPIRA

f Jl

Equoreddjucfuo Sydcrc turbataquas.


Nel (Ito noftro non mai quelle ftcllc tramontano.

Onde Virgilio
Hic vcrtcx nobis (mpcr fublimis , at illum
Sub pedibus Styx atra vident manefcjue profundi.
Et Lucano dice.
Axis inocciduus agemina clarifiimus arfton.
Anchor Virgilio nella georgica^cofi dice.
Ardos Oceani raetuentcs cquorc tingi.

Di

quelli che
i

hanno

equinottialc

&

Zenith fra

il

il

tropico

del cancro

A quelli de iqualiil zenith e fral'equmottiale &


tropico del cancro accade
fol pafla per

il

il

dua volte l'anno , che il

zenith del capo

1ck*o.I1

che

cofi

ma-

nifefto.Intendafi imaginifi vn' circulo paralcllo al

rcquinottiale che pafsi per

il

zenith del capo loro.

Quel circulo interfcghera il zodiacoin duoi luoghi


cquaimcnte dal principio del cancro

diftanti

Sole adunque in quelli duo punti ftando


il

zenith! del capo loro

ti 5

Il

pafla per

Donde hanno dua

erta-

& dua inuerni, quattro Solftitii^S: tant'ombre,

come quelli che nell* equinottiale danno , & in tal


(ito dicono alcuni eflcr l'Arabia
Onde Lucano
parlando drUi Arabi che in aiuto di Pompeo venno
no a Roma , dice il medcfimo.
Ignotum vobis Arabes veniftis in orbem.
V Vmbras mirati ncmorum non ire finiftras.
.

Perche nelle parti loro, qualche volta cron' a

quelli

l'ombre dcftre

volta

qualche volta

finiflr^j

TRA7TATOTER20
pcrpendicuUri

1}J

alcuna volta Orientali

volta occidentali.

qualche

Ma quando cren' venuti a Roma;

qua dal tropico del cancro, allior fempre haueA quelli certamente
uan l'ombre fettcntrionali
nel
il
zenith
tropico
hanno
del cancro ^acquali
i
l'anno
volta
vna
il
Sole
cade che
, per il zenith
del capo loro pafler ci e quando nel primo pun-

di

&

alhora in vn* hora dun giorno, di


,
hanno lombra perpendiculare
In
dice cfierSyena Citta cod detta. Onde

to del cancro
tutto l'anno
tal fico

fi

Lucano.

Vmbra nufquam fletentc Sycne.


Quefto intend5accadere5 nel mezo di d'un giorno
fblo 5 & per il redo di tutto Tanno, figcttaa quelli
l'ombra fettentrionale.

Et a quelli che hanno il renith fra il tropico del


il circulo artico^accade che il Sole in fmcancro
piterno non pafler per il zenith del capo loro ,
a
quelli fcmpre fi getta l'ombra verfbil fcttentiione.

&

&

Et tale il

fito

noftro

da notare anchor chel'Ethiopia altra parte di


quella di qua dal tropico del cancro
Onde Lu.

cano

Ethiopumquc folumjquodnopremcretur ab

vlla

Signiferi regione polijUi poplite bpfo.

Vltima curuati, procederet vngula Tauri.


Dicono alcuni che quiui fi piglia jl (egno cquiuoca
mente, iz. parti del zojJiaco5& per la forma dell aniniale5l qual (ccodo la maggior fua parte e nel fegno
ilqual denomina. Onde eflcndo il 1 auro nel zodiaco fecodo la maggior'di fe parte nientedimeno djftc
de

il

pie filo

di la dal tropico del cancro(refpetto al

fitonpftro intendi) 8c cofi fttingc TEthiopia^bchc

iii

DEL TESTO DELLA SPERA.

1^4

refluna parte del zodiaco quella ftringa

Perche

Ce

pie del

il

Toro^dcl

&

pricma.

qiial parla l'auihore^s'e

ftendcflc vcrfrequinottiale, di maniera che fiilFc

nel diritto dcl'ariete

preHa

od altro fegno,alhor

& ftretta dall'ariete vergine^Sc da

gni.Il che

girato intorno per

degli Ethiop5& larieie

Ma elTendo
(

farebbe
altri fc-

manifefto per vn circulo ll'ecjuinottia-

le paralello,

naturale

li

il

Zenith

capo

del

& vergine per altri fegni.

contraria a queftola ragion phyfica

&

perche non farcbbon*cofi denigrati) fc

nella temperata habitabiTzona nafcefsino.

E da dir dunque

che quella parte dell'Ethiopia^del

Lucano ltto lequinottial circulo5&


pie del Tauro del qual parla,fi diftende inucr-

la qual parla

che

il

Ma diftinguer debbefi fra


fo l'equinottiale
regioni (del zodiaco ) per che
cardinali ,
.

&

cardinali fon detti


i

folftitii,&

tii.Ma

le

fi

mezo di

fegni
fe^ni

duo fegni ne iquali accaggiano

duoi ne quali accaggiono

regioni

( CIO fra

li

domandano li
quelli )

li

equinot-

fegni intermedii

Et fecondo qucfto

ma

nifeftojchc eflendo TEthiopia fbtto l'equinottiale,

non

compreffa da alcuna regione,

ma

da i duo fegni cardinah ci ariete^&

Di quelli che hanno

il

folamentc

libra.

Zenith nel circulo

artico,

A quelli che hanno

il

zenith nel circulo artico,3Cca

che il zcnith del capo lode


ro vna medefimacof col polo del zodiaco ,& a
l'hora hanno il zodiaco ver l'ecllptica perorizon
U. Et quello quel che dice Alfagrano. Che quiin ciafcun di dell'anno,

TRATTATO TERZO.
ui

il

circu* del

mifpcrio

zodiaco

fi

piega fbpra

vero Orizonie )

il

I55

circul'deH'e-

ma moucndofl

conti-

nuamente il firmamcnto,il circu' dell'ori zonte, interfeca il zodiaco in vn infante, clFendo circuii
maggiori
quali.

nella fpera

Onde che

5 fi

interfegheranno in parti c

fubito vna medieta del zodiaco

efcc fuori fopra l'orizonte^vX l'altra fubito deprcC-

ifotto

l'ori zonte.

Et quefto quello che dice Alfagrano, che quiui fu


bito

Tei

Tegni tramontano,

&

altri fi reftanti na-p

li

{cono con tutto l'equinottiale Et eflendo l'ecliptir


ca l'orizonte di qucUi,(ra il tropico del cancro tut
.

to Copra Torizonte^Sc tutto

il

tropico del capricor-

no (otto l'orizonte Et cofi ftante il Sole nel primo


punto del cancro,fara a quelli vn giorno di.24.horc
quafi vn' inftantc per la notte,perche in vn inftan
.

&

te parta

il

Sole l'orizte

& fubito cfce fuor5& quel


& per contrario

contatto in cambio della notte,

accade a quelli fando

il

il

Sole nel primo punto del ca

pricorno Perche alhora c a quelli vna notte


.

horc5& quafi

di.

incambio del giorno.


per
la
(Come
materiale fpera fi vede) &c*

Di

quelli

vp* inftante

che hanno

il

Zcnith fra

io artico &il polo del

A quelli de

il

circu-

mondo, artico.

quali ilZenith fra

il

circulo artico

&

mondo artico. Accade

che l'orizonte di
quelli interfeca il zodiaco in due punti equalmentc
all'hora nella rcdal tropico del cancro dittanti
uolution' del firmamento accade che quella portio
il

polo del

&

c parte del zodiaco ( dalli duo detti punti ) intet

DEL TESTO DELLA SPERA

1^6
celta

& compref.fcmpre lafata

fbpra l'orizonte.

La onde manifefto^chc per fin*che il Sole in


la

cjuel

portione intercetta; far vn giorno continouo

fcnza notte.

Adunque fe quella parte (ara


gno,

far quiui

il

per

la

quantit

dVn

fe

giorno continouo dun mefe, fen*

za notte^fe per la quantit di duoi fcgni,lara di


mefl, &cofi per ordine.

duo

Anchorajalli mcdefimi accadejche

la parte del zoduoi


punti cqualmenie dal princidiaco ( da
pio del capricorno diftanti ) intercetta Tempre fi
lalTa fbtto lorizonte.Onde quando il Sole in quel
la portione intercetta, far vna notte fcnza giorno,
breue lunga , fecondo la quantit della portione

quelli

parte intercetta
Et li altri fegni che

quelli nafcono e caggiona,


prepofteramente , a quelli fi leuano tramontano,
i.cuanfi prepofteramentc , come il Tauro inanti aU

irariete^rariete inanti a

pefcij

pefci inanti alPa-

nientedimeno fegni a quelli oppofti (&


contrarii ) fi leuano con retto ordine,
tramontonoprepofteramente^comelofcorpione inanti la libra ^a libra inanti la verginej niente di meno i leper ordine cag
ggi a quefti oppofiti dirutamente
tramontano^
giono
]uario. Et

&

&

&

Di quelli che hanno il Zcnith

nelpolor.

artico^

A qvielli finalmente, che banno

il

Zenith nel polo


vna medefi*-'

artico accadejche lorizonte di quelli

macofa chercquinottiale Onde cke intepfccandri


.

l'ec^i-

TRATTATO TERZO

l^J

&

zodiaco in parti equalijCofi


l'orila
zontc di quelli lafa la meta del zodiaco (opra
reftantc met di fbtto.Onde che difcorrendo il Sole

equinottiale

il

&

per quella met che dal prmcipio deirariete^in

fin'

Vergine fari vn' giorno fenza notte corv


tinouo,& quando il Sol difcorre in quella met che
al fin della

dal' principio della libra infin* al fin de

pefci

far

vna continua notte fenza gicM'no. Per il che vna me


t di tutto l'anno a quelli vn giorno artificiale ^8c
l'alira^met vna notte Onde tutto l'anno quiui e
vn di naturale. Ma non sabbaflando mai quiui il
Sole pi che 23. gradifotto l'Orizonte , pare chea
Impercia
quelli fixi giorno continolo fnza notte.
.

che a noianchorafi dice efler'giorno inanti allcuar


Ma qaefto quanto alla
del Sole fopra l'orizonte
.

voIgarfenftbititPerche non giorno artificialejf

condo
iiar del

la

ragion phifica

Sole

fin' al

& naturale ^f

non

dal Ic-

tramontar' di quello fotto l'ori-

5&onte.Pcr quefto nientedimeno che la luce par qui


ui perpetua ( per che gli giomoinanti chtl Sol fi le
gradi, come dice Tolomeo
ni fopra la terra per

Mali

altri maeftri dicon per ^o.co per la quantit;


d'un fegno ) da dire che laria quiui nubilof
fpefla perche quiui il Solar raggio eflcndo di dcbo<-

&

virtUjmaggiormente eleua de i vapor5che quel*


confumarC)Onde che non faferena l'aria^
non giorno-

le
li

&

pofTa

Delia diuifion de i Cfimati.


Debbafi imaginare vn* certo circulo

nella (uperfi-

cie della terra^dirittamentc all'equinottiarfottopo-

fl:a.Iatendafi,anchora-vn altro circulo che pafti per

DEL TESTO DELLA SPERA

XjS

loriente
fti

duoi

& occidente5& per

circuii interfccan

per angoli

retti fperali

l'iin

&

poli del

mondo.Que-

l'altro^in

duoi luoghi

tutta la terra in quatro

[)artidiuidono5dellequalivnala noftra habitabie^quella ci che fra

pref.Ne

il

(micirculo tirato dall'orien

&

polo artico

e intercetta
co
nientedimeno quella quarta tutta habi-

te nell'occidente per

il

tabile,perchele parti di quella, alequinottial pro-

pinque^per il troppo calore fono inhabitabili. Simil


mente le parti di quella propinque al polo artico,
per il troppo freddo inhobitabil fono. Intendali an
chora vn'altra linea equamente dall'equinottial di
ftante che diuida le parti della quarta inhabitabili
per

calore, dalle parti habitabili che Ibnvcrfo

il

il

fettentrione.Intendafi appreflb vn'altra linea cqual

mente

dal polo artico diftante

della quarta inhabitabili per

verfo

il

il

che diuida
freddo

le parti

lequal fon

fettentrione, dalle parti habitabili che fon

vcrfo rcquinottiale.Fra quefe anchor due linee eftreme^intendafi

fei

hnee

l'equinottial diftanti

don

la totale

fi

lequah colle

equalmcntc daldue prime diui*

habitabil parte della detta quarta, in

parti,lequali fette climati


vede nella prcfcnte figura.

fette portioni

no, come

paralelle,

fi

chiama

TRATTATO TERZO

3y

Settentrione.
Clima.i. per Meroc
Clima. 1. per Siene.
Clima. 3. per Alexandria.
Clima. 4. per Rodi
CIima.<^.per

Roma

Clima..per Borirtene Occi.


Cjima.7 .per i monti Rifci.

Oriente

dunque vn clima tanto fpatio di terra , per


quanto fcnfibilmente l'horologio fi varia. Perche il
medcfimo giorno eftiuo d'alcuna quantit in vna
regionejfcnfibilmete minore nella rcgion'piu pr
pmqua al mezo giorno. Il fpatio dunque tanto, qua
10 il medefimo giorno^comincia fenfibilmente va
riare, fi dice efler vn* clima.Ne il medefimo horo*
Dlcefi

logiojCol principio

& fine di qucflo

fpatio ofl'erua-

to perche l'horc del giorno fenfibilmente fi varia


percio^anchora l'horologio.
no,
Clima.l
11 mezo dunque del primo cHma doue la maggior'

&

lunghezza del giorno

bore ,

&

eleuation' del

polo del mondo fopra il circu deU'hemifperio ( ve


xo orizonte ) gradi. 16.& chiamafi Clima per Meroell principio di quello
gior giorno

. 11.

doue la lugheza delmag

bore \ d'hora^Sc

pra l'orizonte gradi

12.

&^

Et

leuafiil

polo fo-

eftendefi la fua !ar-

ghezzainfin alluogodouc la lunghezza del magleuafi il polo fopra lori


gior giorno .i3.hore
^

& &

XontCjgradi.

440
del
mezo
1\

20.'^

il

quale fpatio della terra

cmi-

glia.

2.

clima c

doue il maggi or' giorno .ij.


S

ii

DEL TESTO DELLA SPERA

140
hore

& Icleuation del polo

fopralorizontc

Etc chiamato Clima

di

Sicne,^ la lar
ghezza di quello dal termine del primo dima, inpi lungo fi
fin* alluogo doue il maggior' giorno
fa di 15 horc \ d*hora,& leuafi il polo.) gradi 27 . ^
24. gradi

pei*

&

&

10 rpatio della terra miglia


j

400.

Ilmczodcl 3. Clima douc fi fa la lunghezza del


l'eleuation del polo
pi lungo giorno 14. horc
fopralorizonteedigradi 30. ^& chiamafi Clima
,

&

per Alcflandria. La larghezza fiia dal fin' del 2.


Clima infin alluogo doue il pi lungo giorno di

horc

14.

& 4 & l'altezza del polo di gradi

quale fpatro in terra

II

di

Il

mezo del4.Clima doue del maggior di la lughez

za di hore

&

14.^

l'altezza dciralTc 56. gradi

& chiamafi Clima pcrRod3&


fin'

del

giorno

55

miglia 350.

Clima

larghezza

fiia

&

dal

doue la lughezza del maggior

infin

i4.hore

la

&^

L'eleuation' del Polo di gra

di 59. Ilquaf {patio della terra di miglia 300.


II mezo del 5. Clima c douc il maggior' giorno c
di i).hora,& l'eleuation del polo c di gradi 41.
la larghezza di quello
Se dicefi Clima per Roma ,

&^

&

c dal fin del 4.Clima in

no fia di
43

II

l'Il

i5.hpre

fin

douc la lughezza del gior

& & l'eleuation dell' afle


|.

gradi

^ual fpatio della terra c dimiglia 2

me^o del

6.

CHma doue

horc i5.&\,& leuafi

il

pi lungo giorno c
polo fbpra lorizonte gradi.
il

&

&

chiamafi Clima 5 per Borirtene 5


la larghezza fua dal fin del quinto Clima doue la lunghezza del pi lungo giorno horei5.&^& l'eleuation del aflc Polo di grad47. &^'laquardi-;

45.& 5

ftantia della terra miglia 212.


11

mezo del j.Clima doue la lunghezza piulunga

TRATTATO TERZO

I4I

& Iclcuation' del

Polo di
gradi 48. &j &chiamafi Clima per Rifei monti,
de U larghezza fuae dal fin' del 6. Clima^pcr fin'do
leuafi il polo
uc il maggior di di 16. hore
4
del

giorno

di

hore

16.

&

&
50 & i
.

del mondo fopra l'orizonte gradi

il

qiial fpa*

tio della terra^ di miglia 185.

Et di la dal

fin*

di queflo 7.

Clima , ben 'che molte

{en'I(ble3& habiiationi d'huomini, nientedimeno,

ci chcl VI G (per efer di mala

& incommoda habi

tatione) non fi computa fbtto Clima. &c.


Tutta duquc la diuerfita che dal termine del prindel fine di quelhdi horej.Sc
cipio de iClimati

&

& Felcuation del polo {opra l'orizonte^di gradi 58.

Cofidunqueraanifefto, di ciafcun Clima la larghezza dal principio di quello inuerf lequinottiaIcypcY infin al fin* del medefimo inuerf il polo arti*
co. Et che la larghezza del primo Clima maggior*
della larghezza del fircondo

Et

la

lunghezza

del

& cofi per ordine.

primo Clima fi pu chiamare

neloccidente^equalmente dittante daircquinottiale. Onde la lunghezza del

la linea tirata dall'oriente

primo Clima

do5& cofi

maggior della lunghezza del fecon-

per ordine .

{pera accade. &c.

Il

che , per la ftrettezza della

DEL TESTO DELLA SPERA.

142

Capitolo quarto uer trattato


cuii

&

de Ciri

&

mouimcnti De' Pianeti,

delle cagioni delli Eclipfi del

Sole

Da

&

notare jchc

qiiarfi

muoue

il

della

Luna.

Sole ha vn* Iblcirculo

per il

nella fuperficie dell'ecliptica,

& eccentrico.
Eccentrico certamente non ogni circulo fi chiama,
dua
ma fol'il circulo il qiial diuidcndola terra
parti equali , non ha il centro Tuo , coY centro della

terra5ma fuori. Et il punto in detto eccentrico che


al firmamento,fi chiama Angeli! che c

pi s'accorta

interpretato eleuatione

Et

il

punto oppofto che e

di mafsima remotione (o che pi fi difcofta) dal fir


mamentOjfi chiama oppofitione dell'Auge.
Dua fon anchora del Sole dal occidente nel oriente,i mouimenti , de i quali vno a quel proprio nel
fuo circulo eccentrico, per il qual' fi muoue in ogni
notte 60. minuti quafi. Et l'altro pi tar
giorno
di il mouimto della fua fpera fopra i poh dell'AC equalc
fe,del circu' de i fegni (o uer Zodiaco)

&

&

al

mouimento

della fpera delie ftelle

fiflc

100. anni per vn' grado.


Ciafcun Pianer ha 3. circuii (eccetto

il

ci in

Sole) ci

il circulo Equante5Defcrente5& Epiciclo


L'EquantCjCertamte^della Luna, vn circulo col-

& nella fuperficie dell editti

la terra

concentrico,

ca.Et

deferente fuo vn' circulo eccentrico^ne

il

nella fuperficie dell'eclittica, anzi

clina inuerfb

il

fettentrione,

vna fua met de-

l'altra in ucrfolauftro.

Et interfeca il deferentc Tcquante in duo luoghi:e-

TRATTATOQVARTO.
la

figura dell* interfeftionc

fi

lijj

chiama Draconc.Pcr-

&

pi ftrctta inucrfo il fine*


che c larga nel mczo,
L'intcrfedionc dunque quella pcrlaqual fimuouc
la

luna

auftro all'aquilone^fi

dall'

dragone

Et

la reftante

domanda capo

del

interfeftionc per la qual

fi

muoue dal fttentrionc nell'auflro. fi chiama Coda


Et il deferente

di dragone.

et l'equante di ciafcun

Pianeto fono equali.


Et da Capere che tanto

il deferente quanto Icquaa


Saturn05Gioue5Marte5 Venere,
Mercurio^
fon' cccentnci,& fuor della fuperficie deireclittica;
nientedimeno quelli duoi circuii fono nella mcdcfima fupcrficie,come fi vede nella figura.
Ciafcun' anchor pianc-

&

te di

&

to,eccetto

Et

piciclo.

vn

il

Sole

ha l'e-

l'epiciclo,

piccol* circulo

per

la

circunferenza del quale


c portato

il

corpo dei Pia

neto,&iI centro dell'epiciclo, Tempre portato


nella circufcrcnza del de-

ferentc.

Se adunque dirittamc
te,dua linee

fi

tirin dal

ctro della terra^di

ma

nierache includin l'epiciclo

vna

te d'oriente

dalla par,

&

l'altra

dalla parte d'occidente:

il

punto del contat

tOjO toccamento dalla


parte d'oriente, fichu

ma fation prima.

TESTO D2LLA SPERA


Et il punto del contatto dalla parte d'occidente , fi
chiama ftation feconda:
quando il pianer nell*
vna delle dua ftationi^fi chiama Stationario.
Et Tarco dell'epiciclo fuperiorc, infra le dua ftationi intercetto 5 fi chiama Arco della direttione3

&

&

quando il pianeto

in quello

dicefi efl'er diretto,

& Tarco dell'epiciclo infenore^fra


tercettOjfi

chiama arco

pianeto quiuifando
tropedante.

fi

le

dua

fationi

della retrogradatione

irv

&

il

chiama retrogrado^ ver re

Ma alla Luna non s'aflegna

fiatione,

Onde non

fidicela

direttione retrogradatione.

Luna ftationariajdiretta retrograda,


ta del fuo mouimento nell'epiciclo

per

la

veloci

Efendo il Sole (anchora) maggior della Terra ene


ceffario, che al menia met della Spera della terra>
dal Sole fempre fia illumina.ta3& l'ombra della terr:^
rotonda fi diminuifca
diftefa nell'aria, tornatile
nella rotondit per finche la manchi, nella fuperfieie del circu de i fegni ( infeparabilc dal Nadir 8c
punto oppofto)del Sole.

&

Et ilNadir dettOjVn'punto dirittamente nel firma?


mento, al Soleoppofo. Onde quando nel pleniluio,la luna far nel capo

nadir del Sole

&

alhor

la

coda del dragone,fotto il

terra s'interporr al Sole

&

conio . ver' punta dell'ombra della


terrajCadr fbpra il corpo della luna , onde che non
alla

luna

il

hauendolalunalumef non dal Sole, manca (in ve


riti ) & in fatto dal lume.Et alhora ecliff generale totale, fe dirittamente (aTa nel capo coda del
dragone. Et particulare ver'partialeccliflc, fe fari appreffoa

termini determinati

aH'eclifsi.

& fempre nel plenilunio quiuilntorno^accade


ciifle

Onde non elfcndo in^ciafcuna

le*

oppofitione

(cio

TRATTATO

QJV A R

TO

1^5

(ci nel plenilunio) la luna nel capo^coda del dra

gone,nc fotopofa

al

Nadir del Sole , non

neceffa-

rio in ciafcun plenilunio patire EcliflTe

Quando cfa luna far nel

capo coda del dragone


oprefiba i
nella coniuntio5
ne col Sole 5 alhora il corpo della luna, s'interporr
fra lafpetto nofiro^Sc il corpo (blare^ondc ci obum

&

termini fbpradcrti

brera

& ofcurera la chiarezza

del Sole,

& in quefl

manicrajil Sol patirarecliflre3& difetto di luce;

per che

ir>

fe

manchi

di

iintcrpoftion della luna

lume, ma manca
^ fra il

non

noi per

veder noftro

&

il

Sole

Da queflr

cofe cmanifefto

che non fempre debhe

cffer lecliffe del Sole, nella congiuntion-e

iioui-

lunio.

da notare anchora,ehe quando recliflfe della


luna , l'eclifle in tutta la terra ( Emifperio noftro ) Ma quando 1 ecliffe del Sole,non cofi, anai in vn Clima Tech (Te del Sole,& nc\* altro n Il
:

che accade per

la diuerfita dellafpetto (

Boftro )in diuerfi Climati

tilsimamente, dclFuD Se

&

veder*

Onde Virgilio elegan-

l'altro ecliflc

fcHto brcuita

tocc dicendo
I>cfedus lunx varios5fbli(que labores^
Dalle predette coft manifeflo,ch eflfendo Keclifle

&

la medefim*
,
pafsioneenendo nel* plenilunio, cpeirechiTe del Sa

del Sole > nella pafsioa del fignore

le
fe

non fu naturale,anzi miracolofa ,


natura

ijuiui

perche

l'eclilfe

& contraria al-

dl Sole^n^l' nouilunio

intorno debbe accadere. Perii che,

ce^Dioniixo arcopaeita hauer detto

nella

fi

ot

leg-

m^db--

DEL TESTO DELLA SPERA

I^(>

fima pafiionc.

O
na

il

Dio

fi

della natura patifce

la

mondialjnacchN

diflruggera

Della tiuoua,&: fedele (ad vcrbum )


duttione. Della Spera di M.Gio-

uanni dal Sacro Bullo.

IL

FINE.

tra

147

EXCIT ATIO NI MA-

'

THEMATICHE, ET INCI
TAMENTI ENIGMATICI
Nella Spera Platonica Theologica

&Diuina.
ELLE fcienzeliumanamete acqui
(late^

non

che

altra cofa certa

le

mathematiche fcienze^Sc quelle


per conofcer' l'opere di

Dio ,

& le

mirabih inetfahiH propriet di


quello , fon* enigmatiche
ofouCome diffe TApoflolo.
re

&

Videmusnunc

i.Cor.15

per fpeculum in a^nigmate. &c.)

Adunque quel' far pi dottOjche

fpra

non

fi

pot

re Papere

EfTendo dunque Dio optimo mafsimo indiuifibile,


inuifibile, infinitG,& per tutto,fomma bontvi
vni
tj&contencndo tutte le cof create vnitamente
eminentemente come centro. Di poi comunicando
lafua bonta5& il fuo cficre di uino fecondo la capa-

&

&

cita delle recipienti creature

(&

non come

in fe

uniuerfo5& efplican
centro Fa quefa bella cir-

flefTo) nelle dette creature dell

efTa vnit vero cfTo


cunferenza delle creature ^ nelle quali fua bellezza

do

riluce

poteua altrimenti tal cofa dimoflranon perle dette mathematiche fcienze^lcqua-

P^r ci , non
rCjfe
ii

fi

per edere abftratte

mouimento^piu
ci

alle

&

&

feparate dalla materia


dal
diuine cof saccoflono.Et per

platonici diuinamente confiderand'o difTono

ii

^^^^^^^a

. .

EXCITATIONI

148

La bont Sreflenta diDioeflcr come centro


runiuerfo3&
nel

la

del-

bellezza cflcr' nella circunferenza,

modo dctto.Pcrche il circulo, & la Spera non c

altro che efplicationc

ver (piegamento del punto

& centro di quelli.Cofilabonta di


& indiuifibile

vnita

cfplicandofi

Dio

&

gloriole,

communican-

dofi con diuerfi gradi di participatione,fa per tal'va


rieta dclkparticipate idee quella bellezza delVni-

uerfo
ApprelTojil punto
tita

per tutte

le

& centro del circulo, altra qua


cofe quante, & non niente di

quelle

Dio

fimilmente gloriofb ogni co. in ogni cofa;

& non

niente di quelle

E dunque cflb Dio vna Spere intellettuale


tro della quale per tutto

neflun luogo

& infinito &

, il

cen-

circunferenza in

la

per efler ( com' detto ) indiuifibile


efler in tutte le cofe non indufo rin
,

chiu(b,& fuor di tutte le cofe non efclufb Et per


fpera infinita^il fiio diamc
effer^maGimo circulo
centro anchor far maftimo
infinito.
tro
poflbn'
eflferpiu
infiniti &mafsimi,'
Et perche non
.

&

&

&

Sceffer ciafcuna parte del'infinito

, infinita tanto
vnifsimo quel circulo,che il diametro e circiiferenZQiydc perche il diametro infinito^ha infinito mezo
ilquale il centro. E duque manifefto5Come in que-

lla fpera diuina^il

centro, diametro,& circunferen-

za vna col medefima.


Per il che fi manifefla ,
ftra5& eflere il
lejal

quale

il

& infegna ignoranza nomaCimo & infinito mcomprenfibila

minimo non fi oppone

in quello circunferenza.

Etquefto

quello

Ma e

il

centro

&c.

che propriamente intefbn iPla

MATHEMATICB
quando difronOyDio

tonici,

le.&c. Principio di tutte

le

I49

eflerc Spera intclligibi

cofc;pcr ci centro, fine

anchor
Apoilolo

di tutte lecofc per efler'circufcrcnza, me7.o

di quelle per ci diametro,


(

Exipfojper ipfum,

& come dice

& in pfo fune omnia ) come


& centro deli'uniucrfo.
i

circunfcrenza Diametro

Non perche eflb Dio fia alcuna di queftc


cflfere

folaraente

ma perche

mafsimo fimpliciftimo

per quefte cnigmaticc demoftrationi

ua inueftigando. &c.

mo^Sc il curuo3& il
incide

il

cof ( per

& infinito)

Anchora il mafiimo

ii

& mini

retto in quefla diuina (pera co-

& conuiene inficme, perche

il

mafsimo retto

minimo curuo , & il curuo & torto

fi

fa

retto

&

dirkto^come fi vede per la figura &c. Cofi dunque


come nella potentia del punto la lineajS: nella potentia di quelbjcome finita il circulo5triangolo55:
quadrato,& fpera laqual contiene tutte le figure
Cofi anchora 5 il mafsim05& la linea infinita di quc
fta Spera diuina ogni cola in atto j alle quah ^ la linea e
potentia.

Seguita

dunque cheJa

ra in atto

quali la finita linea in potentia

alle

cfler in quella

il

lo5quadrat05&
te

il

linea infinita fiaogni figu-

centrOjCirculojdiametro
Spera^infiniti,

&

triangu-

& confcguentemen-

triangulo infinitOjefer* di tre linee,& d'una fb

&

il triangulo efhv circulo. &c.


la infinita,
Come
ben prona il dottifsimo Cufno hb.i.de dofta igno
rantia cap. 15 &14. ci per effere (com e detto )
non fi poter
ciafcuna parte dell'mfinito infinita,
dare pi ch'un infinito^ mafsimo virtuale, & non
in quantit ne in materia alcuna. &c.
Per dicci anchora propriet attributi f della (pe.

&

&

T in

MATHEMATICHE.

150

hca figura) o pi, fi comprende


priet di

Dio gloriofb &

l'occulte et alte

& afcofe (per non

alcune pi fegrete

pr

infinito^dclle quali direii*


far'

cofe it-

tejne dir cofe dette) &c.

La Spcrica dunque figura com* detto, la pi


fetta deli'altre, perche niente fe

&e

j1

li

per-

pu aggiugnerc ,

principio col fine congiunto.

fi muouc per fe & pcrpetuam(hauutoche ha il primo mouimento^dalla diuina virili) Come ci! primo mobile, per il quale di

Il

perfetto Sperico

te

li altri fi muouono:muouefi dunque da fe,


ritorna^ tutte le linee che dal centro fi par
tano,in quello ritornanOjSc fi vnifirano.
La Spera figura capacifsima, conticn tutte l'al-

poi tutti

&m

fe

&

tre figurejle quali

quanto pi

quella s'accoftano,

tanto lon' pi perfette.

Cofi

creature refpetto a

le

to,&le

Dio gloriofo

& benedet

dette proprietadi& perfettioni dette

in

quello eminentilsimamente firitruouano.


11

punto

& centro efplicaro in infinitOjfa la linea in

finitala quale complica

re; perche

il

curuo

&

& contien tutte

il

retto

l'altre

(com* detto)

figu

nella

Spera infinita^circulo^triangolo^Sc quadrato^coincide

& e vna cofa medefima.Et perche l'infinito vir

tuale

non pu elTer'le non vno 5 che Dio optimo

mafsimo,

dal qual'

il

cielo

& tutta la natura depen-

de^per ci tutte le figure infinite tornon linea retta


infinita.

&

Cofi in Dio^tutte le contr-arietA fon vnite,

laduifione mafsima vnione,

& tutte le cofe

fon vna cofa^doue Tunit trinita5& per il contra-

;dowe l'accidente fuftantia doue il corpo


fpirito doue il moto quiete
ciafcuna cofa in
quella ogni cofa. &c.

rio

&

EXC

TAT1ONI

Per ci diceua il pa^dre delle (acre lettere Auguftino Quando cominci numerare in quello la trinit , tu efci della verit Per che quella e vna trinit
fcnza numerOjCip tre volte vnita &c.
A noi dunque baftainquefta noftra compendiofa
.

Spera, eccitare

nobili

& diuini fpiriti

veder

tali

& tane' afcofti diuini arcani (Scm^fteniji quali medianti le

me fu in

mathematiche {blamente s'attingano. Coparte eflemplificato dal philofopho quan-

do di fl'e,
Species rerum funt ficut numeri.

Volendo dimoftrare la diuerfit delle


gctatiua& (cnfitiua noftra

Come

il

altri

mouera,

il

il

pai ticipa ciocche

muoue

&c.
fm

volta mofla

& quefo c (com' detto) mouime


& vltima (pera qua! moui-

to del primo mobile,

Ne

& fotte

bruti animali.

La Spera precifamente fperica^vna

mento

Se la ve

efer nell' intellettiua.

modo di efla intellettiua ,

pi nobil' edere che ncUi

fi

trigono (o ver triangolo) nel quadrato te

tragono ci

pre

cofe

naturalmente

fi

muoue.

Dio creatore , o
fuo rpirit05ma ha creato in efa il moto , che mcfi

detta Spera per efib

fi?

defimo muoUe.
il

Come nell' anima

anchora creato
cagione in f ftef-

moto fe ftcflb mouente^cio la


mouimento (& tanto e detto dell'anima,

la del fiio

per fi^lutione
fto

dclli Ariftotelici

mouimentodetto

argumenti)

concreato, con detto cielo

& que-

& non accidentale,


& anima. &c.

naturale

152

Spera Platonica*

Fofbn (Jiirrquc i Thcolbgi Pr


tonici h bont di DioOpti-

clievn^raggio di duinitarnei'

&

mo Maximo ( cnigmaticame

qucdetti 4. circuii infetto,


fo tal raggio di diuinitajin tut

com'un'cente per ci ) efitr'


tro^di la bellezza nella ci rcun-

& defcriue: lequali forme neI-

fcrcnza.Pcrchc (com'dctto)

h bont di tutte le cofctrcate.


ifplicara & comunicata cfTo
vnoDiojinuifibile & indiuifibi

K per

il

qual tutte

le

cofe fon

buonc.Et cfler detto cetro,ctro de i quatro circulijintorno


a cflb rcuoluti per la comunica
tibdilci2a,la4ualaltro

non

te le cofe, le forme dipinge

la

&

mente angelica chiamano

Idee . Neiranima humana ragioni vero forme intelligibili. Nella natura lemi delle cofe.Nella materia forme fenfibi
li. Per ci nelli 4. circuii quattro {plendori ( delle 4. dette*

cofe) apparilcano

AL REVERENDO

P.

M.RAFPAEL

THEOLOGO MINORIT Cl\

LO SANNINO

rifsimo,& dcriieretica prauita inquifitorc


vigilantiftimo

no

M. Mauro

Fiorenti-

Scruita Phonafco. 8c Philo-

panareto,

S.

D.

ERCHE (come

dice Tapololo)'

ciafcuno nel propio Ccfo abonda,

&

fi

pu ingannare,pertantomi

parfo conucncnte

& ofl'eruaza qual

(fi

per il debito

tengo vei fo fua

R. P. come per noftra familiare


virtuofa amicitia)conferirc con

&

quella quefla noflra (qual

fi

fia )

ra^accio che perla dotta cenfura

Theologica fpe-

& acre giudicio di

quclkjVada fra li mordaci armata Se difcla Quella


dunque fi degner darne &correttione({c alcuna
giudicio5accio che da
cofa da corregger vi fofle)
tanto teftimonio accompagnat^^pofla pi ficura
men colpeuole luce ( efaminata ) andare. Afpctto
dunque ilgiudicio& fentenzadi fua R. P. per
fuggire al meno le calumnie de mordaci detrattori,
del non hauer conferito^ di non eflcr dalli huomi
ni graui della profefiion Theologica approuata.
.

&

&

vale.

Ex sedibus noftris Di. AnnunciatacKalcn.Martxif


M.

D.

xxxxviir.

155

M^V

REVERENDO P^VRE
to Seruitct Phonafio

phi/opanamo,

Theofcha

Raffaello Sannino Thcolo^o Minorit

fherctica prauita Inquiftore

dt^l

^uendo ftijo topera Mathematica^^

^^
r^j^t^

(i Thcofoo-ica di Vofra
ritta tt

.3!

Renerenda Pater

certamente (jeri:i:aadHlatwne)

neh Hfdofenon co/e catholiche,rare^et


dmine ^ degne del raro

gno di quella
JMdijdellehuone lettere ^

eterne^ ^Jpregiando

diurno inge-

Per che accojandofi alli

Jpecialmente

le cofe

alle cofe

temporali

dmint

labili :,flujjc

^fenjuali (comefcmprehauetefatto) non potete hauer\

fe non animo

concetti dimni

Sar opera molto utile ^

alpropofito diquejitempt Ja qual mojrer ilfuo

tore nonefjerjato ocioJonepm'Oj

de padri altamente inuej'mita

nimicata

Opera

dico

^hauere

la dottrina

charitatmamente com-

^&*da Dio optimo maximo in

hy.^ dai neri cultori d quello ^buon chrifliani^


tutti i dotti

iiofi)

eruditi)

per f^ff^^tgio anchor

de^na di effere approuata

&

commendata,

eie

^ da

deUi/u",

tanta

iictobafli^

Quella dunquefguitifelice,
re

andando di bene

ilperjueraretnfi

in meglio

Sapendo certijimamente

per alcuna ingiria d tempo,, ilfrutto

iomr

perire.

todeuoliope

delle /e fatiche non^

Vale.

Fiorentini

Ex Cenobio noflro

VI. NonMart{as^.

MDXXXXVIII.
MoreRhomano,

ii

1,6

AL ILLVSTRISSIMQ
ET ECCELLENTISSIMO
PRINCIPE, ET S, IL S.
C OSIMO DE MEDICI

VCA

E)

DIFIR.BNZE.

II.

M. Mauro Fiorentino Thcologo


ftiano.

S.

AViKDo

&

& Chri-

F.

pcrVadictro(IlIuftrif

mo5& Eccclltifsimo Signor mio)


in qualche parte difciplniato
fi

eftcrion della giouentu

rentina, per c]u

el

fen-

Fio-

tanto che delle

da Dio
concefib-NeVolendo manchare( per il Theologico ta*
lento a noi da efloDio anchorconceflb)alli fenfi

mathematiche fcienze

Optimo Maximo)

interiori

& ragioneuol' potenza,particolare 8c vni-

uerfl deiranima,di

logico talento

&

dalli

n' flato

comunicare

il

medefimo Theo

per non efler imputato

& da Dio

huomini fcruo negligentCjeflendo flato im-

pedito (

& dall'eflcrctio

delhnftrumentale

& orga

nica mufica5& dalla poca voce a noi concefTa)

&

altri

communicare Per
menti detto talento moftrare
tanto mi parfb^in quefta mia Theologica Chriftia
na,& diuina Tpera^far parte di mio debito,communicando quel tanto che delle cofe diuine anchor'fci
eleuato Per accentiuo^per vn modo abftratto
der fimilmente li homini alle cofe diuine^ abflrar
gli dalle cofe fnfibili.Et ben che i particolar* gioua

&

^57
ni

& nobili della ciitjaccademci fiano come moti-

ui di

tal'

opcra^in quella nominati^nientc dimeno

il

princjpale intento in ogni mia attionc Tempre fia-

to rhonorc di

Dio optimo maximo,la comune

vtilt

ta,& il far cof^in cija voftra Eccellentia grata. Ve


dendore(Tempiodiquella,laquarconognifauorc&
gratia del celebre Gymnafio Pifno^aiuta &fllieu4

ogni gentile fpirito,


tUjvSc arti inclinato

alle

buone lettere

& altre

3c propcnfb. Quella

vir-

dunque ri-

ceua infieme coropcra( qual la fi fia ) il buon* aniverfb di fua Eccelentia^ quando inteii

mo mio in
da ci

eflergli

commendato.

&g

Della AnnUnciata^rultimo di Genaio del 46,

ili

8,5

AL NOBILE, DIVINO,
ET CHRISTIANO
SPIRITO MESSER
BARTHOLOMEO
PANCITICHI.

Mauro Fiorentino, Theofbo>

PhonafcO; Se Philopanarcto.

ONSinER^^TDO
tefra

S.
Tpejfe mi-

me fcfjo ( M, Bartholomeo

Ho

fiorando) quanta/io. ncejfari(i(m

nero cultore di Vioinuifibile ^ Padre

omnipotente

twn

delle diurne co/^

^fedet
^

,&un buono

Chrifiano) tahjrattione

fpara-

mondane-^

da quefte cojfenfihili

fperftitione^
ferfuggire ogniforte affette d^idolatria ,
intender di quelle fan a mente, (Secondo che Dio effo ti

concede ,

^ non

perfcfor:^ humane) Perche niente uifi

Bilefi dehhe adorare:

per effer

U propria operation delT

huomo, rettamente di Dio fentire . Et moffo dal medefir^io


diuino Spirito^che mofje K.. S: (per effer nel nomefo inf'e

me congreghiti) a richiedermi^ che douef^ifare alcuna uoU


ta,

una /pera Xheologica

Diuina, che parlafii di Dio:et

nodro signore lefu CH RISTO

Dio humanato

uolentteri accettai tafmprefa prima per honore

iel magnOj inuifihtle^

omnipotente Dio

mente per compiacere al diuino


quella,

il che ancora

ammodi

haueuogran tempo de derato

mtre ^usdndo perCadrieto^r-edicarf

lodt

Secondaria-

Chri/iano

ejfri-

dall'imperfetti un(t

ThcoIo^U di tutto it rouejcto,

^
&

confnftiper non

re lAttYihuti delle due nature in Chri/o, diurna,


rt4

da

tmme

C HK IS T O

^ dmina

& fhuomo) ^

) la

comprende le due nature , humana

^
&

qud fu hoj4 facerdote

peccatore.

Per compiacer dunque al diurno


di y. S,

per quel-

immanit^ (non dico perfina ^ perche la perfi

laJantij?ima

na

^ hum*

come infegnu

Qra li due extremt, chefin Dio,


di

perjonale

Sempre inculcando , gratta Dei per lefum


ISTVMi ci la grata di Dio per il m ediatore

T^poftolo

C HR

hypoftatica

diPngm

Ho

fitto inuolucro

facrijicio

Chrifliano

uelame

per il

animo

della materiale

Jpe

raiahjrahendo (^condo il coflume de t Mathematici) dalla

^
^

materia

prefi

abbracciato^ tutto quello che della diuina/pera in-

telligibile j

nha
da

dal moto (per intendere la celede Jpera) com-

Dio immort^le

inuifile (ficondo che

conceffi) tutto quello chefitto le cofe /enfibtli

quelle abjraendo) fi poteua dire .

accodandomi,

(fimpre

Difcoftandomi dalld

commune et uolgata Scoladica Theologia:


etficreta

quet

alfabflratta

et particularmente di quellafantif

fimaVnitatrina.Delmodo deU!union di quella^aUaSantifi

ma Humanita dinojro Signore. Del Sacrametouifibile del


TAitar e-Et ultimamete dell'anima humana ^ultima dellefor

me intelleitualt: cofe tutte alte

et diuine,ficondo che richie-

deua il diurno et Chriftiano animo dt V,S.

et

mio de/iderio.

comefua S.uedr nelprocefifi della compendiofa^Theologi*


ca et diuina[per a' Della quale ilfiggettofiara , Cabjrattio
diuine jmajimamente (com' ,
detto) circa le co/e della SantiJ?ima Vanita trina . ^Jfitn-

ne delle cofifinfibilt,

alle

tion dalla Santijiima Humanita dinoftro Signore dal uer

bo,0* mrtu dmina

Sacramento dell'altare tO'cofe del-

j6o

t^nima humana

Le quali (p come le Mathematiche li

neey ^Jitperje abftratte) pofle in materia , peccano

&^

imperfette [per nonfi dare ctrcutperfetto

jn dmnute

in materia , ne Spera ne Piano yjuperfcie linea ^ precifu*

mente regulare ) Cofi le diuine^ abftratte , pofle nelle


pereto diuentono imperfette^ma conuenga
tofifenfibili,
.

&

no altimperfetti j

al modo delfintender dt quellt .

Quella dunque accetti infieme ilpuro


Jro inuerjo di fta S, in pegno

/Incero animo nth

memoriale di noflra uir^

tuofa amicitia ^ cj7* debita unione fraterna

&

Chridiana ,

Et quando intenda ci efferligrato , mi dora animo diper*


feueraare nel (udij delle buone lettere

defimmortale &uiuente'Dio ',&*


Jro Signore I E
nini

&

a honore fempre

Humanato uerho

SV CHRISTO,

no*

ofjiquio delli di

Chriflian concetti di quella .

Gennaio del

ViFtren:^' della ^nnuntiatajil

15.

(^Icoflume di detta Citt)

Vi V.

Fratelchriiliano.

Phona/co

46*

S.

M. Mauro Theofeho

Phtlopanarcto.

Sphera Deus , cuius centrum eft


vbique, circumfer enfia

nufquam

1^1

SPERA THEOLOGICA ET DIVINA, al NOBILE DIVINO ET CHRIftiano fpirito

Bartholomco

Panciatichi.

AVENDO

a parla re

qucfta alta ^

(li

^
IT
T-i
ipera intellettuale, J heoiogica

Dluin^yCon

(piriti eleuatij.&

perhumana fpie2:a
dio- acquiftata,

oc

(non

Proemio,

tetione

&m
.

dell' ai

^ore,

vdita^o per ftu

ma

Dio

da

Rellccofctlicologiche

&

dotti

Chriftia

&

ragionare del' eflentia delle


ne
o{e5& non- de no mi, vocilo parole.
Voglio mi fia (di gratia) conceflb , parlare fecondo
il coftume de i dotti Theologi, Ph.ilofGph3& Mathematici^Dandomi per adef alquanto di luogoy
li accidienti delle voci (& della materna lingua) Accademici (fempre con reuerentiapaxIandojDantc^
fchi,& Pctrarchefchi. &c.
Prcfupponenrfo la fpe ramo-te ri ale , colli Tuoi dieci P[jj"<>prc%*
:

(come figura perftta , alla quale non fi pu


aggi ugneremo minu ire cofa alcuna^. & doue il princircuii

cipio vnito col fine) figni'ficare quella diuina


ideale (pera i^telligibilejquaP la
uifibile eflentiadi

&

nuda5pura3& in-

Dio glon0fo& benedetto. Il


& no fe li pua

quale eflentialmentefi^lo perfetta,

aggiugnere cofa alcuna ^

& quel co

il

q^ ale il prin

cipio col fine congiuto,anzi vn'iftefla co{,prin


ci pio

& fine di tutte }e coft

non di fe fleflo , ne da
eterno & incomprca

J fteflo principtato,per efler'


fibile

Et

cofi

il

circulo

& fpera

intelligibi];:,& Platonica

qijafe

fignificare quella

intellettuale fpera

centro per tutto ^

della

&la circunfei:entia.i.i:^

DELLA SPERA THEOLOGICA

iG

neffuniuogo. Ci

per tutto l'uniuerfb


ti

doue tutte le crcature5chc fbr>fpai tc;foiV come centri & pun

(per relVcr loro diuino

fecondo

la

participato pi Si

capacita della natura

meno

& foggettiua lor

materia) comparati all'infinita (pera mtelligibilc

& airinfinit05& eflcntialc cflcrc di Dio. Dalli qual


punti & centri^pofsiamo coli abfrattiua &

reflefsi-

ua potentia dell'anima noftra, dcfcriuere circun(cnuere^dctta circunferentia infinita,

luogo comprefa

intelligibile fpera.

contemplatione, dalle creature


infinita

omnipotentia,

& da ncirun

Eleuandoci per

& confiderando

& incircunfcrittibilita

magno5gloriofb3& omnipotente Dio Et tanto


.

detto della fpera

non haucr

logi

fia

per

altrimenti replicare.

perche glie

fuppofito^^'

& circulo & fuo fignificato

la

del*

commune fententia^de

dotti

& Philofophi (affolutamente & non

alcune parti dotti) che fenza

la

notitia di tutte le

rcal5Phy ficejSc Mathematiche (cientie,


effef dotto (cqjpe diceua

il

do fempre della dottrina &


audito^ altro ftudio

Theo

fecondo

non fi pu

Diuin' Platone) parlan


fapientia

humana , per

ellerni^ interni organi

dalli

ti fnfi^acquiftata nell'anima noflra.

Per tanto, folamente

quelH

& con* quelli in quc-

opera parlojqucl' tanto , ch'el Signore per audiper diuino &theologico influflo
t05perfludio 5
fa

&

n'ha conceflbjdelle cofe dico abftratte

fcparatc,&

diuine.
Terioprcfup Sara
pofico

di,&
via

il

prefuppofito che

ho (colli benigni, cand-

Chriftiani lettori) fare. Che

humana(

altro

Audio

l'huomo che per

& habito per naturai lu

me acquifl:ato)pen{lapere qualche cof no fa nicn


te^perchc il vero fperc

humano^non altro che co

ET DIVINA

TRATTATO PRIMO.

]6j

nofcere di non Capere co. alcuna precifamentc^par


land Tempre alli intelletti purgatij& da quelle mo-

dane cofe

&

abftratti

&

feparati

Philoibphi moderni

& non a

Theologi

di quelli dico che per falla

dihumana fapitiajfipenfbn'errer qualche cofa)enen


do vn'niente in quefto cafb Et ci accade , perche
quefta falf opinion e & promcftione del fpere humanamente cofa alcuna, fu promefa dall'angelo fa.

thanico
a

& aduerfrio noftro (padre del

primi noftri padri quado

fapienti

&c. Et perci

li

mendacio)

difle^farete

in quefta

terzo.,

come Dei

promefsione confi

&

in tante fu
dati^quando fiamo vecchi nelli fudii
confumati
perfetdate vigilie^Sc penfiam defler*

&

ti

in detti ftudiijci trouian' delufi

&

gabbati confi-

&

noftre humane fordandoci in tal promefsione ,


difle.
il
fipiente
vedendo
Hanc occupa
che
Il
ze.
tionem pefsimam dedit Deus filiis hominum &c.
Et altroue diffe. Inueni qud omnium opcru Dei
quanto
nullam pofsit homo inuenirc rationem ,
quarrendu^tato
ad
laborauerit
minus
inuenier.
plus
Anchor diffe Cunftas rcs difficiles3& fermone in
Appreffo. Abfcondita eft fapientia^
explicabilcs
locum intelligentise ab oculis omniu viuentium,

Salomone,
^^cle.i.s.

&

&

Etl'ApoftolodifTe. Dei fapientia abfcondita


fnyfterio.& nel medefimo luogo

mo non

difle.

eft

in

p^^^
^ ^
* ^'^*^or,u

Animalis ho
Et il dottid

percipit que funt fpiritus Dei.

fimo Gufano 5 nel fuo libro ( de dofta ignorantia ) Cufano. lib.r.


diffe. Nihil fe fcire 5 fcire^verum cfle fcire . Ci e dedoda igno
che 1 fapere non (pere cofa alcuna precifmente il
il philofopho di(fe
vero fapere
Vltimse rerum
*
/
i rT
r CL
L
n
i rr
dirrercntiaj ( ex qui bus omnis pertecta conftat difhnitio) funt nobis ignot^e.
Anchora primo me,

&

tafifica: difle.

L'occhio noftro a quelle cofe ch^

ii

t^l

t.

Pnilofopho.

DELLA SPERA THEOLOGICA

l6if

nella natura fon manifeftifsime efier

come l'occhio

lume del Sole, & non eflendo l'appetito naturale in noi vano & fruftratorio , defide-

del pipiftrello

al

ma che )

riamo fapcre (

eflcre

ignorami perche
,

vera cflcntia delle cofe inattingibile,


rit

Socrate.
fi

la

che c la vedelle cofe .Adunque &c. Lafcio il vulgato di

Vnum fcio

qud nihil

legge di Ciceroncjquado dife

il

Etcjuelche
figlio che gli do

fcio,
al

mandaua quato tempo douefsi lludiarejche ftudiat


fe tantOjChe conofcefsi non fpcre niente. &c.
Debbiamo dunque voltarci quella prima veritajla
quale parlaua nell'incarnata verit (lefu Chrifto no
ftro Signore )

&

al

fuo diuino influflo humiliati^ri-

metterci in quella ( difperati delle proprie

humanc

forze) dalla quale ogni verita^lafando quefa peC-

fima occupatione5& ogni theforo di fcienza,

amore con

quella vnirci, acci diuentiamo

& per

vno

fpi-

con quclla^&quefta venta non ci pu inganna


re5& meno efiere ingannata. Quefta fola quella
illumina ogn'huomo
che internamente infegna
che viene in quefa vita Li altri maefri fbl muouo
lito

&

no li

efterni

& interni organici fenfi & quella pi


,

intimamte fa intendere airanima3& per ci ha detto in Santo Iacopo. Si quisveftrumindiget fapien

Deo. &c Et ncllcuangclio^che cofvuolch^ impariamo? Non filofofia fcolaftica

ria^poftulet a

fcnza fpirito Theologia

& altre mathematiche,

ftientiejma effere humili di cuore dicendo. Difci


Matth.

II.

Xo.ij.

teamequiamitisfum & humihs corde. Et altroue difl^e In hoc cognoftent homines, qiid difci.

puli mei eftis,

fi

dilcftioncm habueritis ad inuicem.

&

amor di
Mediante dunque quefa charita ,fcde ,
Dio veramente fi fa,pcrchc c virt vnitiua. Se clTcn

TRATTATO

ET DIVINA
do noi vno

fpirito per quella

con

PRIMO.

l6j

cflb Dio5lqualc c

cfla verita^s'intcdcra tutto qucUo^che l'huomo voi*

Quianemono-

raCipcre^neceflarioaUafaltucfua.
U'it^tjusefunt Dci^nifi (piritus

to per

la

charita di

Dio ne

Dei. llqualc

fpiri-

nofri cuori diftuf, per

&
& communica
to.Comebcn dice il padre delie icre lettere Auguftino E dunque per quello breue diicorfo, & pre-

diurna bont

largita

ce impartito

Auguftino San-

fuppofitOymanifefo quel che in quefto

I^^^I'q^^^^^^^'^^

mondo do-

uiamo imparar^.& da ch5& quel che pofsiamo^per


viahumana^&dipoi perdiuina fapere &c.

Hauendo anchora a parlare delle cof(com e detto)


aiter diuine Com'jdella fanti/sima Trina vnit,
.

4.Preruppofito.

humanit di nofiro ^Signore lefu Chrifto, Sacramento dell'altavltimamente^dellanima nofrahumana vitire,


ma delle forme intellettuali. Ricerco prefupponcortefi lettori ( quah prefuppon
go dalli benigni

vnion

della diuinita colla fanta

&

&

&

go veri cultoridi DO5& buon

Chriftiani ) abUrat-

tione fpra tutto dalle cofe lenfibili (come ben difle


il

padre delle fcre lettere Auguftino contro

alli

Accademici al primo) Nihil vifibileadorandum,


nec id quod corporis {enfibus percipi potef. Ci
non fi doucre alcuna col ( che da coporei
organici fen fi fi pofa apprendere ) adorare
Etnei li-

&

brode vera
che

&

Dio e Spn ito ,

adoratori

Non

religione capitulo vltimodif'e.

doiiere eflcr religione nelli noftri fantafini


inuifibile

&

tali

per-

ricerca

li

Euangelio.

Non intendedo mai dir co (a alcuna fuor di quel* eh*


han'detto fcritto

Padri Orthodoxi^dal diuino a-

& infpirati

more&

fpirito afflati,

( a <juclli

conforme ) quel tanto che il medefimo di-

Aggiugnendo

iii

4*

DELLA SPERA THEOLOGICA

i66

uino fpirito ;in noi operantc^n'ha conccflb.


Cofi dunque come non fi pu, la celefte
immcn^
Ipera^coU'immaginatiua
fantafia
noftra
copren
fa

&

&

dere, fenica abflratiionc dalla materiale

& piccola

fperanoflra.

Cofi fimilmente^non

fi

pu de la diuina & intellet-

tuale /pera (fenza abftrattionc)

le

proprietat5& per

fettiondi quella comprendere


Quinto prefp
polito
)ion(o.

Gufano

Appreflo fi prefuppone jche la noftra affermati ua


Theologica balbuticnte j&piu imperfetta della
negatiua ( come diceua il diuin* Dionifio Areopail dotto Gufano
gita 5
)
Perche pi certamente fppian che Dio^non quella ne quell'altra cofa, che fapere quella cof che ei
fia^per ci che come infinito non ne trino ne vno*
Ne fubftantia^ne altro accidente di bont (pien-^
tia (fe gi non intendefsi caufalmenie) ma fbpra tut
te quefte cof.Ne cade fbtto alcun predicamento^f
no equiuocante analogicamete ci per vna cer
ta proportione di difqualita difquiparanza ( che

&

&

dal finito all'infinito ) ben' fon in elfo tutte le coic

vnitamente5& eminentemente^ fbtto pi nobile


cffere,
lop. primo.

De

confol.

che il caufale

& fempiterno effemplare &


,

ideale. Secondo l'euangelico detto. Qiipd faftum


eft^in ipfb vita erat. &c. Et Boctio anchora il me*
defimo accenn dicendo. Mundum mente gerens,
fimilique imagine formans. Ducis ab exemplo pul
chrum pulcherrimusipfe. &c.

mondana fpera,
moto ( mouimento

Vifto dunque di fbpra che perla

non

fi

pu ne di tempo ne

di

che noi vogliam dire) hauer notitia alcuna precif;


che'non fi fa fe non^che l'huomo non fa cof alcu
ytile^per
na precifamentc . E flato conucnicntc

&

&

TRATTATO PRIMO.

ET DIVINA
fatisfarc

anchora

cjualchc

nobile&diuino

167

(pirite;

Dio ( come di-

accio ogni noftra anione a gloria di

&

brcucmente,
vtiU
mente di quella diuinarpcraJdeale5Archetypa
cflcmpiare, che effa diuina elFentia, perche ci che
c in DiOjeffoDiOjVnico, indiuifibile; &inuifibiLa quale diujna fpera mediante quella materia
le.
lc& fenfibile della fantifsimaHumanit di noftro Si
gnorelefu christo.
feparanAbftraendo
ce

TApoftolo )

fia

futra trattar

&

3o dalla materia & dal mouimento


fettione

& fcnfibHta della carne

ci dallimper

Quella Santifsi*

ma diumita, ineffabilmente a quella Santifsima huVeniamo incognitione della


manita congiunta
grande bont di Dio. (Come Theologicamente ne
moderni tempi, bench per Tadrieto imperfettamea
te l comincia dichiarare) per lefu christo
noftro Signore, mediatore quanto a 1 humanita
rcdemptore per iVnitadiumita: Hoftia,
Saccrdo
fopra.
&c.
te, com' decto di
Et qucfto quel'bel fiore5& frutto, che ha cauato,
.

&

&

&

quelceleftc agricultore; dello fpinofo

campo delli moderni


tcnte, pu,

fa;

hcretici:perchc

fflbfo

come omnipo

& vuole del male3( a noi apparente )

fcmprecauar'benc.

Il

qual'male

come

dice

il

pre-

nominato Auguftino ) non permetterebbe , fe noa


bench a*
ne CAuaffe qualche maggior bene
noi fia occulto tal ludicio , niente dimeno , e femiuftitia,
pre giudo. Per che da vna fomma bont
non pu venire fc non bene, & cofe gi ile. Et per
ci l'animo diuino,&Chnftiano,di cofa alcuna che
in queftc cofe baffc accaggia, fi debbe muouere;prc
fupponcndo tal fondamento della diuina boati ,
*,

&

&

&

cceltc Padre.

DELLA SPERA THEOLOGICA

168
^.

u ^.Ita ione*

Et perche dalle cole dette potrebbe acca Jer'dubiratione deriidcc fe fbn'vna pi in Dio , hauendo det
10 che ci che e in DiOj elfo Dio vnico, & indiuifibile

eflentialmcnte,per cociliare

Plato-nici

quali

pongon pi idee Diremo in duoi modi, prima che


faran nelle menti Angeliche, (quia ab vno non nift
ynum, vt dicunt ) Secondariamente , che non ", f
non vna idea , in Dio,la qualcj la Tua ifteffi diuina
.

cfcnza

gradi

& concetto di detta vnit ma

&modi

del participar ladiuina

creature Secondo
.

fto

la

bont

nelle-

capacita dellor*efler';& in

que

modo diciamo eflere pi idee , ci pi ragioni

& modi di participare


Tramto.

molti fono

dunque

la

diuina bont detta.

quefa noflra Thcologica^ Diuina

&

SperaTbcolog Chriftiana fpcrala Santifsiraa liomatut di noflro

Signore lEsv CH risto,


Nella quale continouamentc deuiamo intenderc

contemplare

& cfperica,

circulare.& perfettajper

vna medefima volont , coi>


li pu aggiugnere
congiunto il principio col fine.

eflere concentrata per

quella Diuinc^:

cofa alcuna;

& per ci non fc

&

Dal qual centro & me^o tutte le rette linee alla ci?
cumfercntia tirate 5 fbn'equali. Ci tutte Popera
:

& procedono^da quella Saa


& fante, & equaalla volont della celefte & diuina fpera che A
fommo padre Dio gloriofb & benedetto: & in quel

tioni che

procedeuano

tirsimahuman-it^fon rette giufte


11

io
Cifitfo..

come centro terminana.

M centro, & mezo della fpera vnpitnto^indiuifibi


k ( & porto in materiadiui/bile)
Et in queftadiuina & Chriftiaaa

/pera,

il

centra

de punto indiuifibile, vn*indiufibil (oggetto


fcxia

Ma

di uifibile pollo in materia

ci

& pec

carn^ efla
diuinit

ET DIVIKA TRATTATO PRIMO


diuinita

per efer jn

christo

lefu

I69.

due nature

&

humana

(d'anima
car
diftinre , vna diuna
Come fi legge nel
ne con ftante ) & vna perfbna
Simbolo d'Athanafio, &per la volgata
fcolallica
Theologia noto.
L'afle della fpera vna linea retta y che pafla per il
mezo,
applica reftrcmita fua alla cn cumferentia.
, l'altra

&

Afle

&

Et in
lla

quella

l'afTe

humanita che

quella Santifsima retta

& gia-

mezo delle perfone dieflb Verbo5& virt diuina;

pafla per

il

uine terminatiuejche
&applica alla circumferentia

dell'altre

due perfone,

& circumcefsionc (ci intima prefcntialita


cftremita delFalTunta humanila

da quelle produtta

fuc

) le

Efficientemente

& generata &c.

I Poli della fpera^fbn

linea retta chiamata

duo punti che terminan'detta

diametro,&

afl[e

Poij

della fpera.

Et in qucfta li duo poli, & punti indiuifibih, fon le


due perfone indiuifbilij quanto aireflintia diuina,
che

Le

m quelle.

quali terminon detta linea, della Santifsima

hu^
manita di noftro Signore indiuifibile anchor efia
per larghezza ( com e detto )
cofi li tre indiuifi*
bili quanto all'efentia^non fanno pluralita_,ne fi par
tondalvnir. Perche Tindiuifibile all'indiuifibilc
aggiunto, non fa quantit maggiore
Ma diuifibile il detto AfTe per lunghezza , ci per l'affunta
;

&

humana
rata.

natura, dalla diuina diftinta,

Come per la regola Theologica

ma non

fcpa-

delSymbolo-

manifefo &c.

Delli dicci circuii della spera

Nella Ipera anchora materiale. Son circuii dicci, fci

DELLA SPERA THBOLOGICA

& 4. minori: de

primo
quando il Sole
in quello pareggia il giorno alla notte &c,
t in qucfta diuina Spera della fntiftmia humanita
di lefu c H R I s T O5 vie efa human-ita, che l'anima & la carne, la qual non fa vna perfona in c h R l

maggiori

quali maggiori

il

reqiiinottialcj cof detto, perche


Equinottialc

STO (come in
pcrfbnato di

noi

altri

per

La qual' Santifsima humanita


Dio

fta (pera) fra

hypoftafiato

cf'er

tiene

il

&

& diuinit.

cofe ci d'anima,carne;

3.

mezo (m quc

& l'huomo, per eflere mediatore,

& caufa inftrumentale & meritoria, hoftia,& Sacer


dote

(in quello

&

nofra,

mediatore) come dice T Apoftolo di

per nofra falute. ElTendo fblo

l efficiente;

fiam'grati a

& la

Dio la cau

gratia caufa formale jpcr

Dio colle noftrc opere le quali

la

qual'

fon fuoi

Lafedecauf inftrumentale, colle buone


doni
opere come frutti
fegni di quella (delli adulti par
cofi fecondanamcntc inftrumentale,& da
land)
quefo anchora manifefto ( come dice il Padre
Auguftino ) quel che pofla il libero arbitrio noftro
.

&

&

fnza

la

gratia operar.

Concorrendo

dette cofe a noftra giuftificazione,


vita eterna

opcrationc. Adunque

non la carne ,

(ngue di Chris to ne la morte


bera dal peccato, morte,
inferno
il

&

Auguftino

Gufano

tutte le pre-

& meritoria ( di
;

&

di quello ci li-

Ma la virt

Dio mediante quella morte , Come dicono


fati dottori Auguftino &Cufano.

di

pre-

Apprelfo rende quefto mediatore, il giorno della


fua luce equale

alla

notte

delli noftri peccati

bre d'ignoranza.( per non

eflfcrci

& tene

per quello imputa

) quando di eflb ci veftiamo, per ef


mondo, & la fapienza del padre &c.

ti,ma perdonati
fere la luce del
t.

Zodiaco.

Nella Spera materiale,

il

fecondo circulo de i

mag

ET DIVIMA TRATTATO PR,rMO

tjt

&

obliquo , che va
chiamato , torto
dalluno all'altro efremo folftititio, paflando il Sole
portando la
per proprio mouimento per quello,

gori, zodiaco

&

gencratione qucfte cofe inferiori, perii qual moto anchora cagiona duo tropi ci, com' detto &c.
humana fpera il circa
In quefta anchora diuina
i

&

lo della fntifsima & perfetta ( quanto

alla

DuoiTropei

pienez-

za della gratia ) humanita della qual' maggior creata3non fi pu dare^ma bene equalc il circulo dico
torto, perii peccati noftri , prcfi fbpra
obliquato

&

delle fuc ipalle^hauendolo ( come dice

fatto

Diojpcr noi peccato, ci

peccato noftro.
PafTa anchor* per proprio

per

hoftia

apofolo

, 1

&

);

facrificia

il

moto & volont quefto

Sol' di iuftitia dall'efremo della fua diuinita (

per la

quale coeterno al padre)aireflremo dell'infima hu


vita,
manita noflra,portandoci la rcgeneratione
facendoci figliuoli di
del cielo.

Dio , fua fratelli

&
& coheredi

Come dice l'Apoftolo,

Et per quefto mouimento & paflaggio, cagiono i


duo tropici circuh ci conuerfiui, faccendo torna
rel'huomo Dio,v&: Dio huomo, nel modo detto di
fopra.Secondol'euangelico detto.

primo.

Io.

Dei fieri &c.


Nella fpera materiale fono duo Coluri 3.
Dedit eispoteftatem

filios

&

i
4*
4. dei
I^^o^ C^?!""^"*^^
maggiori.I quali fon' circuii mutilati
imperfetti,
perche non apparifcon mai alla vifta noftra tutti in-

&

terini

quali interfecano

doci )pcr anguli

retti

poli del

mondo (incrocian

fperali,diftinguendo l'altezza

&equalitadeifblftitii& equinottii &c.


In quefta anchora fono li coluri imperfettijincrocia
.

ti

nella pa{sione,& tolti dalli occhi noftri

auanti

al

perfetto circulo5& periodo della vita di fua fantifii

ii

DE^"LA SPERA THEOLOG-fCA

V^i^

ma humanita5& fon duo5& imperfetti,perche la di


uinita nella pafsione, apparile imperfetta

& mutila-

ta5& riumanita nell'opere diuina^pareua diuinaj&


non pura &mera humanita.
5, 6. Meridiano Nella (pera anchor materiale il merldiano^& l'ori&Ori2onte,
2.0^1^ 5. dc 6. de circuii maggiori , Cagionati dal
punto perpendiculare fopra il capo noftro,moflo in
i

circulo^paOando per

do5&

del

in cielo

zodiaco5&

l'.uno

& l'altro polo^Sc del mo

termine della noftra vjfta:


qual orizonte
termine di

dal

& in tcrra.Il

&

duafbrte^cio e rationabile5che piglia fempre


il

cieloj&fenfibileinterrajchc

fi

mezo

eftende poco cioc

circa 60. 80. miglia.

In quefta fimilmente diuina fpera c il meridiano del


la piena luce , che participa quel che tien i E s v
c H R I s T o benedcttOjper dio punto verticalejgui

da

& polo di quello noftro orizonte

eternit dell'anima noftra.

di miferia

E anchora in quella

&

l'o-

rizonte della diuinitajche fcuopre pi notitia in in


finito^ che

non

fa

il

fenfibile dell'humanita^i^n fu'la

terrea carne.Terminandofol lavifta dei fnficorparejjiqu ali poco fcuoprono di verit. &c.

Delli 4. circuii minori.

^'

minrr*

Nella noftra Ipera materiale fon' li 4. circuii minori


^^^^ tropic5& l'articOj antartico. Vicini a i
^

duoi poli del mondo. Fredd5& dal Sole difcoftati.


defcritti da i poli del zodiaco,mofsi
Cagionati
girati dal primo mobile di mouimento rapito

&

violento.

&
&

&c.

Inquefta anchor diuina fpera fon Ii*duoi tropici


conuerfiui ^ com e detto di fopra 5
li duoi piccoli

&

ET DIVINA TRATTATO PRIMO


circuii defcritti dal

I73

polo di quel circulo torto zodia

co ( per le noftre torte vie de i peccati ) nel


della fua pafiione fantifsima,il qual fu breue

colo,come quell5per la freddeza noftra

ne da quel vero Solidi

luflitia,

quali efib prefe per fua.

tempo

& pic-

& remotio

per le colpe noftre

&c.Come

le

di fbpra detto

Son dunque in quefta Theologica , & diuina fpera


( come nella materiale) dieci circuii , iquali ( com'
detto

) fignifican le

diuinc perfettioni,equali con-

tengano tutte le create perfettioni, eminentemente

& vnitamente.Si come

il denario numero compren


numeri.Ne quel fi pu paflarc fe non
fi replica il medefimo ( per la ragion di fopra detta)
come manifefto alli lnfati Anthmetici. Et tanto
di ci detto al prefente bafi,per quanto fopporta il
breue compendio di quefta theologica
diuina
fpera, & per dar luogo qualche altra cofa^dinon
minora annotatione degna. &c.

de

tutti

li

altri

&

& Trinit vna della

Della Vnit trina ,

Theologica & diuina fpera intelligibile

Volendo dunque li bcnignijdiuini et

Chriftiani fp

riti^ridurre allo {pirito^Sc vero culto di


fcr'

efTo

Dio {j)irito , & in

tafina nella

Dio^peref

fpiriro (fenza alcun' fan-

immagination formato) douere adorar

fi. Diciamo coUi prenommati dottori: & ma/simamte il padre delle facre lettere Augufino,& il dot
tifsimo Gufano ( Prefupponend'anchor la dottrina

de

csttholici Scolaftici)

fario leuare

DiciamOjdicOjche

necef

phantafini (Ce alcun ne forma (Te) delle

iii

epilogo

DELLA SPERA TMEOLOGICA

I74

diuinc pcrfone Per efler (com' dctto)rabftrattlo


ne dalle cofe fnfibili, per intender le duine ncceC.

faria

Per che come dice

il

medefimo Auguftino.

Qiiella Trinit vna pluralit fenza

quelle tre co^e,^b^ vna cofa

vn

numero

&

puro,
j
vna (bla diuina eflentia , chiamato da noi diuino
intelletto, per non conofcerc pi nobil vita dell 'inci

fol'atto

&

tellettiua.

Quefti phantafmi dunque dei nomi delle perfone


animali huodiuine (nella mente dell' imperfetti
mmi) per effer mal volentieri da i padri orthodoCfi mtrodutti (come fi vede in Riccardo de Trinitala moltitudite) i quali confiderauanOji! volgo,

&

&

ne imperita non haucrc abftrattione , ne muouerft


fc non per cofe fcnfibili (ne poter fecondo l'Apoftc^
jocibarfidifolido cibo
euarli

Edinecefsita

dairimmaginatione3& ogni fantafma Se ido


imagine Secondo il diuin precetto , che-

Ito, altra
Excel. 10.

ma di latte)

quefto comprende dicendo.

& come diceua

Non facies tibi fculpti

prenominato Auguftino,
(Hauendo parlato delle perfone diuine) Seadalcu
nodefle noia tal'immaginationc di querto nome
perfbna (come fon fiati li Hebrei li quali ( ancor'
che ci fi caui dalli lor'cabahft3& theologi)non ne
voglian fentir* niente) corregga la hngua& tenga
la lntenza , per che io parlo (diceua quel Santo
diuin' padre) fecondo che han parlato li altri dotto

le,

&c.

il

&

ri,trouando introdotto
Puofti dunque per

tal

cofume.

altri cocetti

pi fpirituali,

& ab

ftratti^venire in cotemplatione di quella Santiffima

vnit trina,& trinit vna^cio tre volte vna5(Quia

maxime vnum,fi no effet tervnum) Come


ben dice il Tcrmegifico Gufano Perche quiui c

no

eflet

ET DIVINA TRATTATO PRIMO

I7J

Et quel
ha tutte Iccofe vifibilij&inuifibili prodotte
create. Qua omnis multtudinis, vnitas eft princi
pium Non ex nihilo tanquam ex materia Sed ex

fle la diiiina eflentiaXa quale cfla vnit.

&

la

nihilo^ideft poft nihil(iuxta phyfica etiam veritate,

omne verum primo vero

quia

confbnat) vt ex no-

Come noi diciamo giorno fa della


notte ci e dopo la notte.&c. E dunque luniuerfb,
te

fit

dies

il

fi

&

&

della diuina bont 5


dea d cflb creato,
omnipotente virt (ua^partccipatajfcondo la capa-

dell'i

5 come da caufa clFicientc eflem


Senza moto tempo, fecondo quello detto ^

cita delle creature

piare

Qui viuit in eternum creauit omnia fimuljpcr crea

Ecclcfia ij,

tionem(la qual'niente prefupponc)& non per gene

rationem(c0me i Sophifti credono al Philofbpho)


Non dell'eflentia fua immutabile(come penfuano
li heretici dell'anima humana)ma della omnipoten
te virt deir eflentia^Si: diuinita fua. &c.
Per quefto dunque diciamo quefta vnid efler Padre per creatione. ApprefTo quefta vnita , vi
qualit di

efl'a

fa cofa^qual

vnitjche medefimamente

fibil

c le-.

iftet

diciamo figliuolo.

Con quefta vnita &

cqualita d'unita vi vn'indiui

& vnione
& equalita d'vnit.

connefsione

vnit

vn

, la

quale fra

detta

medefimocau da quefta verit Platone. Quandodiflfe. Monasgignitmonadem^&in le fuumre


Il

fleditardorem
Ecco dunque che per quefte dette 3. cofc , non fi fa
pluralita5ne phantafina alcuno nella fantafia Per.

che effa vnita totalmente da ogni materia abftratta ( com' anchor' dicono i plulofophi ) in fe confiderata.

Cuft.

PEllA SPERA THiOLOGTCA

I76
n.Tlio.mcomp.
t

co og.

L'angelico dottore

anchofa per pi contratto

&

modo la circunfcnfie dicendo. Dio cfTer'vn


intelletto diuino ( altrimenti dalli Scotilii detto me
fcnfibil

moria feconda
di fe
(

il

qua!

nominiamo padre,

&

concettOjCio intender ie (itiVo per

eflentialmente parlando

perche

Dio non accidcnte( come in

il

liauer

fe fteflb

concetto di

noi di noi medeficni)

ma fol' cjuiui vna fubftantia,& quefto diciamo fi


gliuolojConfiderando al modo humanOjma c per ge
neratione intellettuale ( & per modo d'intelletto )
il

gencrato:& non fenfibile5Come imagina il volgo.


Et tal' rclatione confJderatione, ha introdotto la
trinit delle perfbne. ( fecondo la Theologica rega

&

*
.

la la

qual dice

EfTcntia conftituit vnitatem, fola

relatiomultiplicat trinitatcm.
tia e

vna5&

Ma la diurna

conftituifce (blamente

la

eflert

detta vnira.

La

connefsione 3c lamorejche fra l'intelletto diui


lO^Sc il concetto di quello (fe concetti phantafmi
lecito dire in quella fantilsima

&

indiuifibile vni
da
noi
chiamato
fpinto fnto
detto
ta di Dio)
ci amor fanto,per il qual communica la fua diui-

&

na bont,in tutte le prodotte creature. &c.


ApprefTo^per condefcendere pi al baffo, con quelli che non hauefsino abflrattion da quelle cofe fenfbih,rimo[fo ogni accidente,& imperfettion delle

Gofe create5per

non

effer'reprefentatiuo alcuno^che

attinga a quella diuina vnita(qui

eli:

vnus

& omnia,

vnitus ) ma iblamente quella vna, laltre cofe non


fon veramente vne , ma ombre,& imitation dell' uno3& aggregati accidentali. &c.

Diciamo dunque^in ogni

cofa creata, eflcr

3.

cofe

vniuerfalmente. cio.

cio

DIVINA TRATTATO PRIMO.

JST

I77

cio

Sifsem NeUecofe

mi"

fuhim4*

Ejfentu

uerfalmente,

pio,

KrtH difo*

della cofa.

Memoria.

Nell'anima.

Volont,

Jntellett9,

Suhstantiadd Sole

Nel Sole,

Ofcratione.

fere operare

Splendore

Uqual' diciamo Padre,

calore,

Ftglmolo

Spinto Santo-

Lcquali cofe Con in Dio vnitrfsimamente fenxa alcuno accidente perche leuato via la confidcrationr,

& coperationc deUmtelletto noflro


to.Ogni cofa in Dio nafsima vnit, &

relatione

crca-

la dirti ntio

neeindiftintione

5&la

trinit vnit

diftinnone& indiftintione non


contradittorii

dcfima

Pcrchcjla

debbano come
imaginarejma (otto vnTemplice eoa

certo abbracciarc^pcrchc
ta c(renza,&

fi

contrarii^in quella infini

vnit5Coincidon05& fono vna cof me

come fono il mafiimo^Sc il minimo^ja

lita5& vnita^il curuo

do linea infinita

Spera^triangolo,

&

il

plura

retto^Sc fimili^imaginan

Compiette & abbraccia. Circulo


& quadi ato infinito per efler eia-

fcuna parte dell'infinito 3 infinita^ no fi poter dare


piu^che vn'infinito virtuale,

& in atto^adiique. cc.

Onde^cbe f s'inwgina il circuloinfinito, che curuOjtornera linea retta,


to

fi

& cofii contrarii nell'infini-

vedon coincidere,

phia naturale,& perci

il

che contro

difti in

la

philofo-

principio,non

fi

po-

cok

fnza mathematiche apprendere. Nefnza quelle efifcr dotto. &g.

tere tal

Laflb

la

Scolaftica'tlKologica,a quelli, che voglio

&

interni organici,& corruptibiper li fenfi edemi


Perlaqual pongon diftinli,di quella ragionare
.

tion* reale, fra dette perfone.


realit relatiua formale^

Ma ( come dicono

)j

& logica non comprefa dai

DELLA SPERA THEOLOGICA

1^8

&

volgOjfenon per fcnribile5&

non

ma
al

Ci

pliifca ,
per quefto
poter da quelli intendere Et fimiimente pri.

& poi, per rclation'd origine

Symbolo doue dice (

che pare contro


nihil prius aut po{leriu5)ma
, il

c conrie dicono^priorita di natura

& refpetto

al

noftro

modo di

& non

tempo,

di

confidcrare

priorit
(

cquella,quando vna cofa in f confiderta pnmadeiraltra5& cagion'di quella che da efla


depende come la fubltantia prima dell'accidente,
ben che pofti eflere in vn' mcdefimo tempo ( come
calore dal Sole prodotto,
fi vede nello fplendore
quello.
Et
lume di
per ci anchor pende la
&c.
di natura

&

&

lite

le

(otto

il

giudice, fra

detti fcolaltici thcologi

(e

pcrfone diuine fon porte in eflere,per cofe reipet-

tiuc vero per abfblutecio per realit relatiua

&

afibluta Laqual
vero realita reale,
dotto Theologo Alfonfb de Caftro )
ha determinata, per che fi falua Tun
.

(
la

come dice il
chiefa, non

via per
&
& realit reale,
l'altra

certa diftmtione di realita relatiua,

formalejma e il mcdefimo che Teffenza in fe confido


orfufcan*
rata. Ma perche quefte cofe confondon
intelletto de i volgari pi predo che lo edifichino,
perci lafl'ando la volgata
(colaftica Thcologia ,
paflcrcmo alla (ccrcta
pi abftratta,& diuina:laqual' (come dice il prenominato P. delle (acre lette
re Auguftino)meglio s'intende pefimdonc che par-

&

&

&

ladone(com di (pra moftrato){nza alcun fantaf


ma idolo,come detto.Scmprc intdendo do glo
riofo

& benedetto eflere per potentia,prefcntia, &

tamen ) intimamente in tutte


influflb di quel primo cfle
continouo
,
re, dal quale ogni eflcr'& ogni cof depcnde ,&
eflentia(participatiuc

le cofe

per

il

non elfcre alcuna delle cofe cvcM^Sc tutte

l'altre fc

ET DIVINA

TRATTATO PRIMO.

conde caiifc che eflTeqnifcano

il

Fato, ci

1^9

la ferie

&

ordine delle dette feconde caufe ( detta da theolo.


euangelicamentc diuina prouigi de Chriftiani,
i

&

3entia)depcndercdico

le

dette feconde caufe,

&

^^^^^

operare in virt di quella prima caufa. Comediceua l'Apoftolo^pigliando da i gentili poeti quefla ve
rita( per effere ogni vero confbnantc

&

conforme
diceua. Dio efferc quello nel qual
quando
)
ci mouiamOjViuiamo , & fiamo.
al

vero

Apprelfo quefta verit diceuano i Platonici

Dio l'anima del mondo

( afsiftente

intendi

effer*

& caufa

equiuoca5efficienteefremplare5& finale) perefferc

&

in ogni cof non inclufb,


fijor d*oexdufo.Anchordiceuano.Omnia
cofano
piena
gni
Deus eft quodcunque vides qiiod
-Ioue5& Deo,

come dicono

&

cunque mouetur Nel modo fbpradetto intcnden


do. &c. Et effereanchor quel centro della noftra
.

Ipera intelligibile ( refpetto a noi intellettuale in fe


confiderata ) che per tutto^ la circunferentia

&

infinita fua

non

eiferc in alcun

luogo comprefa. Et

r Apftolo altroue difle noi eflerc templi viui di

Dio fantamente viuendo. Di qui nafte che li huo


mini nelle cof fenfibili, non poffon trouare quiete ( come fono beni d'animo , di corpo di fortuna)pcrche cercono fuor di loro^quello che in loro
,

&

effer di Dio alla qual fo


ciolaparticipatabont
la accofladofi per amore^fi pu Thuomo in quefla vi

ta quietare.Et per eflerle dette co(e foo per

imagieffa
noUra^Sc
cfferfubftantia.Et tato
ne^nellanima
bafti al prefente per quato il copcdio coportahaucr

& trinit vna'


& idolo. &c.

detto di quefta fantifsima vnit trina,


fcparata da ogni fantafina
abftratta,

&

Seguita dunque delle cofe dette ^ che abftrahendo

i.

cor.

3.

DELLA SPERA THEOLOGICA

l8o

dalle cofe fcnfibiii


ftinta delle

sha maggior notitiu

diuinc cofe

Come anchor*
come li

cofe

ri

Anguftino &Cufano,inficme col

manifcl:cr5(S(:

Del qual Gufano pariicularmenie


{Icr

C^'ula

fummus

fcritto.

fcritto.

ci

&maqi-

fuit interpres

& celellis arcani, Antiftes

altroue.

di*

pili

Dioni&c.

diuin'

fio,hanno detto^c con diu no fpirito

Vir diuinus

&

feguenprenominati dotto-

ti

nelle

fvipicntifsimus

8c

& docilrina dum

Fuit enim tanta boniiate

viueret,&vir co meliorneque dotiior niifcjuin


nunqujm lit natus. Queiio certamente fu ahfo
lumentc dotto perche fu vniuerfle , & m ogni genere di fcicntia dotto. &c.
Vel

Et accio che le

predette cofe^alli Icolaftici

&

li

al-

venerandi Theologi^non paiano nuoueo fcandalof^nc dieno anfa di biafimare lacerare, altrui,

tri

afcoltin quello che (eguita cio.

Tre forte di theologia^ tremodi di parlare di quel


laritruouo.
ci& f

Jprima^fmmd

Stcenda

me^^nd

Tentjt

S enfiale

RtUtionde

jnrellettUdU

infiuita,

ima^tnurik*

La prima in pace cerca la verit


La feconda a fronte (coperta , per via di

ragio-

ne^dalle cofe vcre,il falfo conuince.


j

La terza &fophiftica,con inganni


fcfal/janzi di ciafcuna cofa fala

fi

& alcune co

sforza d*impu-

gnarcil vero
I

Nella prima la luce maggiore

j la

minor

fiipera,

&ofcura.
z

Nella feconda il lume

alle

Nella terza

al

le

tenebre

tenebre s'oppone,

lume.

ET DIVINA

TRATTATO PMMO,

l8|

La prima in filcntlo infogna.


2
La feconda con modeftia di parlare.
La tery.a, in molte parole fa gran romore.
3
I
La prima habita nelle cofe alte,& k tal volta ab
bafla rocchio per farfi via dalle cof bafle^di nuo
1

uo

ad

riflire

alto.

La fconda^con l'alie

della

Hiata^habita i luoghi del

La

ragione naturale ardella verit mezani.

lume

terza per terra reptando,( rinuolge nell'ofcu

rita,& coperta da tenebre di varii phantafmi.

Della prima,

della qual

il

le

tenebre , fon immenfita di luce ,

non fipcreemcgliochela

Della feconda

il

finito

fcientia.

lume lume^la

fcientia

del quale precipua polTefsione.


5

Della terza

le

tenebre apparifcon lume

& di

quefta partejopinione fcizaySc molto pi di quel

non fpere dettOjpeggiorc.


Et tanto detto accio h benigni lettori (ppino , la
theologiadel dottifsimo P. Gufano a quella prima

6 intellettuartheologia tutta appartenere^ quel


vaghamojper
intenderei grandi
facri fecreti deldiuin* Dioniso areopagita,& di quelli anchora ( che pi genero

la della

qualpiuche

di n' (fun'ahra ci

&

fmente,cefareamente
philofbfato

detti

5& altamente,hanno di Dio

efponc

& ricerca.

&c.

Della fantifsima humanira di noftro Signo


re, dal

uerbo

et uirtu

diuina alTumpta.

Appreflojlfimile diciamo di quefta

fj^era

materia-

humaniia di noftro Signore dal


veibv^& Yatudiuinu(pcrgratia d'unione Hypofta
le, della fant' fsima

ii

DELLASPERATHEOLOG/CA

iSl

tica,& relatione di difciuiparanza^difqualita,

Come dice la

proportionalita del finito all'infinito.

comune5Volgata5&

fcolaftica Tlieologia)

ter dico intendcre^fenza

tione dalle cofe fenfibili

il

diuino fpirito,

& mondane

& in

non

fi

po

& abfrat

Per termina-

& porre detta materiale fpcra^nella cclefe Theo

re

logica3& dinina della nuda eflentia di Dio.


Per ci dunque bifbgna explicarfi Se fciorre da tutti

Tinuolucri

& tropi ( ci figurati

modi di

parla-

) della Scrittura Sacra. Porti ( nientedimeno ) fapientemente da i Padri Orthodofsi


Catholici.
Secondo leuangelico precepto, il qual prohibifcc
le margarite ( ci e le diuine cofe) inanzi all'immoti

re

&

& nelle cofe fenfibili inuolti & atfettat5efporrc.

di;

Per che li animi de i volgari. (come diceua il fpien


te Trimegifto ) non poffono i raggi delle cofe diui
ne 5 colla lor debol* vifla fbpportare
^ .| jj^jj^* Dionifio anchor U medefimo infcrJua
.

Areopagiti.

dicendo.
Imponibile eft nobis aliter lucere diuinum radiu ,
nifi fwerit (acrorum velaminum varietate vclatum.

Et per
cft

quando fi dice
Ci il verbo &

ci

&c.

Verbum Caro faftum

virt diuina

3 eflfer

fatto

carne. &difce{bdi cielo (qualche non fimuoue


fimili altri detti , bifogna fpiritu per tutto)

&

&

almente
ra,

& abftrattamentCjda quefta materiale (pe-

con i Padri Orthodoxi, ci di

mo

retta fedcjintcn

Verbo & virt diuina3(quardicefigIiuolo)hauer'aflumpto quella Santiftima hu

dere cofi, ci

il

manita , per vna relatione

fiffa

&

& indiffolubile, del

fatta tanta perfetta^che


diuino fpirito.& fauore:
termina fin'alla diuinit Come fi vede per eflempioj nelle cofe naturali ^ che la Calamita per fu vir
.

TRATTATO PRIMO.

ET DIVINA
tu fpiritualc^vede

me

il

l8j

ferro per fc graiic(qualeaflum

8c tira a fe) di nefllin'

natura di detto ferro;

pefb

& grauita^fuor'della

& rendelo al tutto fpirituale.

feruata niente dimeno,

la

propria forma del detto

&c

ferro.

Et perci fcritto, Quod Temei aflumpfit nunqua


dimifit. &dircefbnon doue prima non era(& fea
za mouimento)ma per nuouo modo d'eflere5& co
municata quella ogni pienezza
ra che era impofsibile

minando la

Come
no,

&

il

di gratia^di niani

pi perfetta creatura^ter

perfcition* di quella

ben'dice
il

far'

fin' alla

<

diuinita

dottifsimo prenominato Gufa-

regio Propheta ci confirmando diceua.

&

il capo a
Vnxit eum Deus^prse participibus fuis
poflolico maeftro della reuelata Theologia diceua.
.

Quem Deus vnxit fpiritu fanto & virtute.&c.


altroue diceua.

Hunc Deus fufcitauit

Ec

mortuis.

Dauid.

p^^rl^poftolo
Ad.io.&.i.

Sempre (nientedimeno) diftinguendo le due nature in Chrifto et difintamente parlando.Come hog


fi comincia alquanto aprire gliocchi
tura5& dichiarare.

gi

Et in

Ifaia

il

medcfimo di

nella Icric-

medefimo leflf dicenqud vnxerit me.


Pfalmo 8. Minuifi eu pau
f

do. Spiritus domini fuper me, eo

Et l'hebraica verit nel


lo minus a Deo.&c. Pigliandolo detto per la perfona et humanita di noftro Signore.et no per Ihuomo
in commune , & prcfo per li altri huomini , quello
Heloim dira ab angelis. interpretando tal' nome Ce
condo la materia fubietta,& non per altra diucrfita
di orthographia,come dicano.

Et Auguftino ncir efpofition' del Pfalmo 2r. diftiti


guendo diceua Moriebatur & non moriebatur ,
rcfurrcxit,& non rcfurrexit, paticbatur3& non pa*
.

184

DELLA SPERA THEOLOGICA

liebaiur

& non pateretur ncc morcretur,

homo. &

fimili altri detti ic]uali

nifi cflct

infcgnan diftin-

& linftromento dal principale agen


& abftrarre'dal* fenfibjle in uifibile & diuina

guer' le nature,
te

natiira.Bcnclie alcuna volta

la

li

fcolaftici attribuifco

no alla pcrfona di Chrifto^qucUo che delle due na


ture,indiftintamentc. Confiderando

la

liypoftatica

& indilVolubilc vnione delle due nature humana et


diuina per communicationem (come dicono)Idio^

matum , come quando

fi

dice della fnftifsima

hu-

&

puer creauit ccelos


manus qui vos fe
cere c^auis confixe fijnt&hi. Ilche per non efl'er*
intefi^ dal volgo^nc da volgari predicatori houeua

nianita,

ifte

fatto in quelli confufione

Come adeflo

meglio

fi

do meglio fudiata &

&

indiftintione*

ripiglia

& diftingue, haucn

rcuilta la fcrittura

che prima:

per loccafion' detta dei moderni heretici.&c.

E dunque dettodi (opra comesmtenda quel termi


natiue^deir humanita nel verbo

&

intelletto al' theologja^ilche

li

Seconda la prima
fcolaftici, con vna

parola fbla,obfcuramete difbno^cio ^terminatiuc

& terminando

la

dependtia, della perlbna di Chri

m pfe

a n at u ra h u man a i n vn ta d' li
pcrfona^ma
efficientemente, come detto ,
na
qiiefto dituttala trina vnitj diuina eflentia,
co per congruenza di tal relation filiale. &c.
ftojil

v e rbo

a (Ih

fola

&

Et fe ad
tafia (alli

imperfetti

& impedimcrrto nella fan

& ferapJici

parlo) quelli detti

Euangelki (comedauanoa i Pharifei) quando no


parer vnum fijmus5&
Signore diccua. Ego
qui videt me vidct Se patrcm^ fimili. Intenda fera
pre colli orthodofti padri (Abftrahendo dal fenfibi
k della fantiliraa humanita) detto feconda la per-

flro
^^ 19.

alcuni defsi noia

&

lana

ET DIVINA TRATTATO SECONDO.

185

&

abbraccia le due
fona di Chrifto, la qual cojJette
nature , pigliando! detto fecondo la diuina (& non
perla fola humanita)perla cjualej era equalc al padre,

& c]uer vedere effo in carne

, fi

piglia

per

il

co-

nofccrc iriteriore5& fnfb della mente jllullrato dal


la fede

& dono di Dio &


,

non per

l'eftcrior fenfo

dell'occhio.
il diuin ThomafojS: Pietro prima > abftrahendo dalla fenfibile bvimanita di nofro Signore^ & co
li occhii della fede vedendo ( ci i conofcendo
)
difTe Dominus meus, & Deus meus;percbe come
dice il moral Gregorio altra cofi vedde^ altra ere

Cofi

dette. Perci che alla fintifsima

de.fenfibilmetejdiffe

&

humanita qual ved

Dominus meus. Signormio,

non viddc fcnfibile ma abftrat5 difle Deus meus Di


mio folamente in fpirito adorando.Come l'infgno
cflb Dio & prima verit incarnata. Et perci di
alla

diuinita qual

tamente

& interiormente

quella gli fu rifpofto, perche tu m'hai vifo fenfibi-

le5& hai creduto Tinfenfibile Scinuifibile diuinita


in me Perci faran beati quelli, che ci cred'erannOj non hauendo in alcuno modo fenfibik, me vicognobbe Pietro
fto.Ncl medefimo modo viddc
.

&

quado diflfe.Tu esChriftus


gli rilpofto effer

&

filius

Dei viui.etc.& fu-

beato^perche non da cofa fenfibile

& fangue )haueaa tal cognitiortc


& inuifibil padre reuelata. &.
Sta dunque la nofira fententia & conclufion ferma
& prouata come gli neceflfaria a vn vero cultore
carne

vifibile (

hauuta ma

dal celefte

ctlddio Se

buon Chrifliano, rabftrattionc 8t feparat

tione da tutte
elle

le

cofe fenfibili

laae lettere Augurino

Come difle
Il fimilc e

il

Padre

neceflaria

Aa

Math

DELLA SPERA THEOLOGICA

l86

ncH'immagini , per cfiercome imagini tutte reprcfentatiuc5& fegni rememoratiui Ne poter cola aU
il reprcfcniato.
&c.
cuna fe non l'imaginato,
Similmente hanno intcfo, prenominati dottori
Gufano
Auouftino*. (abftrahendo dalle cofefen(bi'i)le pene dei danna
ti eflcr pacioni d'animo intcnre5ignite5& infocate,
.

&

ci ignile^Sc

non

ignite fenfibili.

&c. Dubitando

&

modi figurati del parlare della facra feri


dei tropi
ptura &c. Si come premiijper inflrumcnti niuEt tanto bafti per il primo ,
fici fon* adombrati
i

&

fecondo trattato della nofra Theologica (pera ,


afumptionc
cio della fantifsima Trina vnita ,
humanita^dal
verbo
della fantifsima
& virt diuina.
Seguitali ter205& quarto, del Sacramento viTibilc
dellaltare3&immortalita5della nuda& pura eflentia dell anima humana.

&

Del facramcnto uifibile


moria di quel unico

deiraltare,et

me-

facrificio,et pafsio

ne di noftro Signor lefu Chrifto,


fecondo li prefati dottori
Trattato Terzo

HAuendoa parlar di quefto diuin'mifterio


poco dal vulgo intefbjCjuanto modo della
prefentialit & realit dell'humanit & diuinit di
,

al

noftro Signore

Diciamo efler
fe dette

lefii

Chrifto.

in quefo

mafsimCjCome nell'altre co

neceflaria l'abftrattione

& fcparationc dal

le cof fenfibilijpigliando le intelligibilij& inuifibi-

li.Prcfupponendo fmprc quel tanto, che di ci di-

ET DIVINA

TRATTATO TERZO.

187

fieri canoni ma cercanli facri Thcolog5&


la
noftraTheolo^ia
abftratta,
fecondo
modo,
do
I no.par.
D tu

r,
1^
r
dunque
prerati dottori
& intellcctuale Dicon
Qucit. 76

cano

il

11

quefto fnto Sacramento

Com e l'angelico dottore, &


tutti

li

altri (colaftic5che

vifibile

in

dcl'altare^reAon

accidenti vifibili^nelreffcrloro naiurale^fen-

li

&

la
za fubiettOjCome la quantit, la bianchezza ,
rotondit^ per ci quelli (come cofa vifibiIe)non
fi

debbano adorare.Pcrche

folo

Dio inuifibile

to quelli accidenti, per facramental realit,

(ot-

& prelen

&

za fi debbe adorare, cme fi dichiarer di (otto,


folamentela fubftantia del' pane,conuertirfi per vi^
gore& virru diuina,medianti le parole facramcnta
li

Hoc cft enim corpus meum)

nella fi.ibftantia del

Math.

ztf.

corpo di noftro fignore,la qual fubftantia indiuifi


bilc,& inuifibile,di poi l'altre cof per concomitantia,& indiflblubile vnione,vnirfi a quefta com' l'hu

manita

& diuiniia della perfona di noftro Signore

Icfu Chrifto.

Ma modo di quefta prcfentialita & realita, alla f


il

conda

& terza Thcologia ftato in excogitabile, &

ineft*abilc.

rc,per

Volendo ( com' detto ) quelle procededifcorfo,& altri noftri fantafini. &c.

human

Et perci il fnto Padre delle facre lettere Auguftino,& il dottifsimo interprete de fecreti celefti Re*
i

uerendiftimo Gufano.

Diflbno Dio
(nza

vnirfi alle creature,{blo per relatione,

&
che in fede &

mouimento alcuno ( come per il

contrario

male imagina il volgo ) a quelli dico ,


chariti vnitiin quefto corpo myftico di lefu Chri- ^
fto(mediante quefto fgno fcnfibile di quelli accid
ti ) lo riceuono3rememorando,quella fntifsima paf
(ione della afifumpta humanita noftra.

Et quefta la

DELLA SPERA THBOLOGICA

l88

D Th

part

quc.76?de

do

realit dell' huttianita

P^'^^^^'^'i^^

m noftro Signorccome ben dicano.

cfTendiChri fato

col

modo

fccondi

& diuinitadi

Ma non hanTatit

& terzi Tlicologi

Et per

CO5I primi pi altamente eleuaii dicano. Quella et


mcnto?^^*^'^^
fr com e detto vna relatione colli fedeli in charita,

& fauore inftantaneo fubito


& pato cofi

&vn*diuino

illapfb

& inuifibile

per diuinadifpofitione

ordinante

m tarfcrament05& per ci difbno^

il

fa

cerdote non conficere ne confcrare mancandoli


l'intentione aftuale habituale di

che

tal

facramento^il

termine di detta relatione. &c.

il

&

bere il fanQuefto dunque il mangiar la carne^


gue di noflro Signore diffe il P. Auguftino riceuerc

Chrifto in fede

& charita per fuo mediatore5& (tif

fattore delle proprie colpe

al

padre eterno, nello fto

& intelletto fuo fecondo md


maco
do dellanima noftrajaquale e inuifibile, & eflb cofi
fando in ( hauere & ritenere,altrimcnti non gio
della

memoria

il

li

uar

(cramento prefb ma nuocerli^per la


accefsionc j a tal' facramento. &c.

il

fitta

fcnfibile

LalTo

moderni heretici 1 quali hanno equiuocato


abfoluta(& noi

li

in quella realita, pigliandola reale

diciamo

reale facramentate5nel

fere fiati nella carne del

modo detto) per et

(cramento della feconda

& terza Theologia &Iaflato lo fpirito nel


da fpere^come ben dicano

Appreffo

logi^che

fcramenti

gratia

da

modo

&c.

detto.

fon' vafi

facri

Theo

& inftrumenti della

medicinal5airanimanoftra>& non

efficiente ( fc

anchor

efla

gra-

non inllrumentalmente)& hanno

quelli la carne

& lo fpirito

la

carne fon le

cofe fenfibili^come l'acqua nel battefimo,

&

il

pa-

ne nei detto facramcnco^Sc cofi dclli ahii la qx ma-

TRATTATO TERZO.

ET PIVINA
teria,Iaqual carne,

come

difle

il

189

mai'ftro della veri*

&

Uyon giouanicntc.Hannoanchor'lo {pirito,


h
cfiftcnte che la forma loro ingratia inherentc
quello viuifica5& rende lanima grata a
uifibile ,

&

&

Dio,ncl modo detto , Se e quello inuifibile che noi


diciamo douerfi adorare, ci quella diuina virt,

& quello
celefttr

illapfb

& influflbdiuinoinftantaneo &


,

gratia^dcl diuino (pirito del figliuol* di

Dio

habitantein efla carne.

Et perci diflbno li prenominati dottori, che il Sacramento ^ra vifibil forma,di gratia inuifibilc, ima-

& caui inftrumcntale ( per diuina difpofitio& patto cofi ordinante) di noftra (lute, &c.

gine

ne

E dunque per

quefto terzo trattato anchor mani-

feftojla detta abftrattionc dalle cofc fcnfibili ncceffaria,

to.

per intendere il detto miftcrio di taPlacramen

Perci che per la forma del pane

fibile

ci

& vifibile
il

corpo

fibilcjfi

& del vino fcn

ce fignificato dua cofe

inuifibilij

&

Chrifto vero,
quefto primo inui
contiene realmente in quefto (acramcto nel
di

modo detto,cio fpiritualmente, & facramtalmcn


t^5fecondo il modo del riceuere dell'anima & mente noftra la quale fpirituale

& inuifibile & laltro


,

compagnia deiChriftiani in
vn' corpo5&: quefto il corpo di Chrifto Mirti co,
&Chrifto Miftico. Et quefto fecondo inuifibile,
non fi contiene (otto la forma del pane
del vino,
inuifibile e runitv&

&

ma (blamente Chrifto benedetto^ilquale capo , &


cagione di quefta vnita. &c.

Et tanto di

ci

fia

dettorper quelli che

intenori effercitati

come

hanno

fenfi

dicel'apoftolo ) 8c che

hanno orrechi interiori da intendere in


verit. &c.

fpiriio

Aa

iis

&

DELLA SPERA THEOLOGICA

J9O

Della immortalit dellanima humana &


& libro Arbitrio , refolutione & fomma
,

Trattato Quarto

Supra fenfus ratio: Supra rationem intellc


dus: Supra intelledum Diuina? Scriptu
re audoritas

T)

Enchc Platone nel Phcdone, & dopo


Platonici per molti argumcnti

dell'

anima

fi

sforzin'

prouare

quello,!

l'immortalit

Della qual difputa-

tione^la fbmma compiette , & abbraccia Cicerone


nel

primo delle Tufculahe quiftioni In Catone^fe


luoghi. Et Macrobio neli. derSognio
:

nelli altri

Scipionico, cap.

citando

&

la

li

12. infi'prcfl'o al fine

del libro re

argumenti d'Ariflotile, cotro Platone,

folution di quelli.

Niente dimeno il naturai difcorfb,& humana ragione per fe , ne per quelli argumcnti pu prouare

& perfijaderfijCertamente crederejlanima humana


cfler

Gufano.

immortale.

Alle ftcre dunque lettere 5 pi pretto di bifogno

appoggiarfi5&
ni,

&

alla

diuina autorit, che

probationi de i gentili. Per che

anima 'in

ragiodell'

fc c ineffabile^per effere l'ultima delle

for-

& feparatc intelligentie &

dell'

me^deir abftratte^

ingreflb,& egreflb
ftrojuon

alle

negocio

fi

il

di detta

anima

nel

corpo no-

poter per naturai lumc,determinare. Se

non quel tantOjche le (acre lettere, &

i fanti dottone infgnano (bench di quefo fon' anchor' cfsi


irrcfoluti)
e negocio del primo philofbpho 5 di

ri

&

TRATTATO

ET DIVINA

QJ'

ART O

quella trattare per fe fola confiderandola


.

&

19.I

come

forma fcparara^& non del philofbpho naturale^come diceil medefimo philofopho.&c.


Et perciojil maeftro della verit c infgn la Tua im
mortalit dicendo. Nolite timere eos qui occidunt

corpus;animam aulem non pofllint occidere^&c.


Et nel Geneh.Fadus efl homo ad imagin Dei^&c.
Et quello fecondo l'animaj non fecondo il corpo, perche Dio fpirito
non corpo Adunque
immortale
infinita3almcno parte pol:, cio dopo il primo fuo effere^ fatta da Dio immediate,
adunque incorruptibilejfe immortale come i cieli
intelligentie^nel medefimo modo prodotte.Sapien.i.Fecit Deus hominc inexterminabilem. &c.
Etanchordifl'ein Santo Giouanni. Qui credit in
me no monctur in seternum, fd habebit lumen vi
ta:5& vitam seternam.&c
qucfto non fecondo
il corpo come fi vede per la continua morte. Adun
que fecondo l'anima, perche la verit no pu mcn
tire^ma prima il cicl*
la terra mancare.

&

Mat. 10.

Al.i

&

&

&

&

noflrarcue
Theologia, douc dice Carnis refuireftionem,
vitam ternam.&c.

Etpereffer'ancora

articol' di fede nella

lata

&

Et principio in tale

(cientia

no fi pu prouare,

cofi

com' ogn'alira fcienza,non pruoua i luoi principii.


mali prefupponeprouati dalla fcicnza fubalternan
te5& fuperiore Com* a noi la Theologia de i bea
.

ti

nella celefte patria

niente fe ne

Adun'^^ue per naturai lume

pu {pcrc,

& fettatori di quello (bench in contrario fenfo circa


volupta & piacere & ComLi Epicurei

la

mentifti infieme,i quali

moderni Philofbphi fegui

Uno (quelli dico ai quali par

fpere qual cofa)di-

I^*"'

DELLA SPERA THEOLOGICA


canafnir cor corpo. Come limpii nclb Sapicntia
UJZ

al 2. Dixerunt impii apud Ce cogitates no refte. &c.


Qucfto medefimo dicono l'impii del* tempo moder
no5& di cuore. Come dice il volgalo verfb Ede^
bibe^lude^poft mortem nulla volupras, neque vllus
fenfus. Et altroue. Viue tibi votifquc tuis^ & cae^
.

tera {pernc,&c.

ApprelFo^meno fi

piio perle parole d'Ariftotile

Ilare detta immortalit, per tencrfi

lun

pr

& laltra po<-

(come dicono) fecodo la niente fua.Per ci,


quando dice nel ter2.o dell'anima. L'intelletto cflcrs-

fitione

& feparabile

^^^^'"Ojperpctuo

^ Vckur

io.

derni peripatetici.Non
vierfi

refenre

clie fia

alla

interpretano

mo-

fubflantia dell'animando*

immortale^ma alla natura

gilita d'elio intelletto agente^del cjuale

il

& a-

naturali

me e perpetuo^Se fempre ilmcdefimo tanto cjuaa


to viuc l'huomo Il che
ancbor noi diciamo , fe-

&

condo iJ pfalmo quarto. Signatura


mcn vultus tui domine &c.

cfl

fuper nos It*

Ma nell'intelletto ( come dicepatibile^fit pofiibile

la

)^

difterenza per che pon*quello efler Vno intellet-

to li huomini

fecondo i commentifti , &cfuefto


prima philofophia (feptimo Me
thaphyficae)douc vuol che vna coia fia vnajdalla fua
contrario a

fe nella

forma.Com' l'anima del corpo.


fi ha
dell'anima da i detti philofophi
Perche anchor

totale^Sc eflfcntialc

Adunque
ra

difle

per le dette cofc niente di conftante


.

ilphilofopho

detto intelletto^

agente^non dal corpo intendendo^ma non effer aldetenninati concett3& fufficienimagi nare ciafcuaacofa intelligiw
te aconcipere
Come vogliono i moderni peripatetici. &c.

ligato a certi

tQ..VeIcur.

efier feparabile,

Soli

&
&

adunque iChiifiani&pii^hanno certezza

tl

TRATTATO QUARTO.

ET DIVINA

IC)J

Timmortalita (leiranima3& della rcfurcttione, fondati fopra il lume fopranaturalc Se diuino delle laere fcritrure.

Dell'origine dellanirm ne Piacofje , ne

li Ecdefiaparticularhanno
com'
detei
minato

detto
flici (
)
mentecofa alcim^,fenon che fubftantia intcllet*
tualeda Dio immediate creata. ExnjliiJo.i.pGft ni
hil.Com e detto di fopra. &c.
Non poffo q^ui non mi maraiiigliarc Se condolermi
non del poco fa pere delli homini ( hauendo moftr

te non (ifaperc niente di precif verit per via hu

mana ) ma del poco iuditio delli hiiommi, & maggiormeme hauedo da lor* philofbph5che alle coft
i

snanifeftifsime della natura l'occhio del naturai di

& manco che far dunque alle como& diuine?Dira forf qualcuno

fcorfo obfcuro
fe

occulte

efsi

ftron pur d'eflere dotti per effer hereticij fuor del

Topinion del vulgo. Rifpondono che quefta lor'dot


trina

fi

pruoua 5 come fa

il

foldatola fua valentigia.

Adunque. &c.
dunque fi fa parlar

per beftemmiare.

Mal

volentieri

dei-anima

dei

truii, laq,ualc refulta della temperatura delli 4 lui-

mori ,&

forma inhercnte della fua materia. La


quale altro non che calore
mouimento, dal ui-

uifico calore

&
& mouimentodtl cielo^participato.

Yoglion dunque quefti-tali philofophi


con quelli. Et tanto dicioi^alli

cfTer bcflic^

Hauendo dunque detto il dottifsimo Cu/ane, che


quanto vno

e pi

dottotanto pi

fi

conofcc igno-

rante cefsi l'humana fiiperbia.& riraetta&al vero


jnaellro della precif vcrita^qmle folamente

vno^

& in cielo ( come per pi nobilciferti fi.conolce J


& anchor per tutto Dio benedetto & gloriofo &

DELLA SPERA THEOLOGICA

194

noftro Signor lefu Chrifto

Dio hiimanato.

E dunaue anchora per quefto fbmmario


con firmata la conclufion noflracio
ria l'ablrattiondal (cnfibilc

thematichejper intendere

cofc alte

&

difficili,

co

& di tutte l'altre cofejComc

m'leflentia dell'anima,
fi

& la

le

difcorfb,

che cneceflacognition delle ma

vede per li effempi addotti dal medefimo philofb-

pho per

tutti

Species

ce.

doue di-

fuoi libr3& mafsimamente

rerum

flint ficut

numeri

Etaltroue

dice, Vegetatiua&fenfitiua^eft intelleftiua. Sicut

Trigonum m Tetragono^cio

del quadrato

il

fotto quel

triangolo in detto quadrato

in propofito dell'anima,

& cefi delli

altri.

efl'er
,

cofi

&c.

Hafsi dunque dico aleuarel'imagination dalle cofc


fehfibil5perche quel che

fi

Vede, non Mauro, Pie-

ma organo & infrumento del ani


del
vero Mauro , ilquale ha parlato in
fpirito
ma &
ro, Giouanni:

quella opera.Alquale fpirito,detta materia

no deueferuirc3& non

perii contrario,

& orga

come hog-

Et tanto di ci
gi fi fa,& penfa dal vulgo
rcfbluto) detto bafti. &c.
mariamente
.

fom-

&

Seguita la'promefla refolutione dellibero arbitrio

humano,&di poiftrail

mo

il

libero arbitrio

&c.

fine.

E fiato gran controuerfia fra

dotti,fe gli

nelHuio

no j& in che modo fia libera

la

volont di quello forzata.Benche il philofbpho

il

moftrafsi in parte dicdola potentia raiionalepuo

nelli oppofiti ( ci

volere

& non volere & delle


)

fue operationi fignora. &c.


Nientedimeno di bifogno in molte cofe diftinguc

re.Et perci in
il

fomma diciamo

libero arbitrio

effcr

manifefto,chc

dcH'huomo in qucfc tre cofc.

ET DIVINA TRATTATO CtJARTO.

IJJ

ci e

Nelle cof artificiali.

Nelle co[i morali.

j^anon Nelle fatali O'necejfarie, Nelle naturali.


Comefon La^rouidentiddi DOj zadi^efituaji^
0-*

il propojtto

della prede

jlmatione.

Et

Nelle cof uolontarie,


Nellefortuite

Cadere al

et cafuali,

hajfo,

h altrofortuito cafi,
Nutntma.Moto
del cuore.
del membro

chiamato quefto libero arbitrio dal philofbpho

Elettione

, il

cui fine render' rhuomo virtuofo

&

commendabile Perche rhnomo da f ifteffoecagion del male.Et neffun ofTefa fe non da femedefi^^-^^'^y^^^mo fecondo le tre dette cofe doue pu il hbero arbi
tno.Et per ci fapienti fecondo quelle han detto.
Ciafcuno efler Fabro della Tua fortuna. Et a ciafcu- Lattante
.

no fingerla fortuna foicoftumi. Falfamentc


dunque in queftetre cof s'incolpa Dio ola fortuna come diffe Homero
i

Falfb incuftur Deus, aut fatum aut fortuna.

O facinus

mortale genus numma falf.


caufamque putat fontemque malorum.
CJtJa: veniunt^fua fed pereunt ob fadla nephanda.
Qui practcr fatum fibi fpontc incomoda quadrane.
Le coft dunque volontarie , non fon cofe fatali, ne
naturali , ne fortuite , ne cofe che fiano imponibili
da fare arhuomo.& per ci non inconueniente in
fimil cofe (non fubiettc al libero arbitrio)confultar
mathematici,per quato poffon' le
fi con i phifici,
caufe naturali eftenderfi infimil cofe3& fuor della fu
perftitione ci per cof corporee ,
per quanto ^^"^^^
Incufat,

&

&

porta

tal

coniettura aflronomica

Non paffando la

& theologica.Comc mouimen-;


to delli humori & temperatura, & fimil cof,dalle

regola naturale

il

quali naturalmte sarguifce l'iaclinationi del nata

Bb

ii

^^^^

^^^^
log".^^

DELLA SPERA THEOLOGICA

1^6

&c. E diinc^ucinaniffto nelle cofe naturali qui


tOy& doucpoOa il libero arbitrio refoluiamente
to.

Refta dire vna paiola del meritorio dell eterna bcail Padre delle Sa-*
moderni Tbeologi

titudine.Et cjucl tanto che dice


ere lettere Auguftino^

& non

li

oltramontani, cio

Che il libero arbitrio^nel meritorio del eterna beati


^udine^non pu niente lnza
cular*

te

&

&

diuina gratiajpafti-

la

gratum faciente^laqualpreceda

meritorie di vita eterna.

l'opere gra

La ragione che non

pu fare 1 huomo opere giufte grace & meritorie,


fe prima non luftificato^per fede infufa ( la quale
dono di Dio particulare^refpetto a i chiamati fcodo il proposto & efficace predeftinationc di Dio)
come dice lApollolo perche il frutto non pu far
buon' fruttijfc la radice non buona^Sc i buon* fruC
ti non fanno la radice buona ma la dimoflran buo,

na, coli per


la

il

contrario, ci che

radicc5& non da i frutti

infuf radice *

& cofi

la

bont vien da

la gratia

&

fede

&c.

Et quia voluntas prcparatur a dominOjVt

fideles fi-

muSj&non

perilcontrariojquianon volentis, ncque currentis^fcdmiferentis eftDci. &c.

Nec fumus fufficientes cogitare aliquid a

nobis qua

fiexnobis, &c.

Et Auguftino initiu flutis noftrar Dee miferantc ha


bemus.Vtautacquiefcamus

Et cofi il cooperare
bitrionoftro

noftraepoteftatis

a tal gratia.

fecondo

il

E duque

il

eft.

libero ar

prefato dottore potcntia

(in quefa parte)paf$iua(come la materia prima

im

forme di quellajdal'efficiete cauate)Ma


per cflcr l'huomo inlbumeto viuo , coopera inqual
che modo cotro d quelU che diccuan no ci far mete

potentia

alle

ET DIVINA

TRATTATO

QJ^TARTO,

I97

come dice l'ApofoIo. Non ego opcror , (ed gratia


Dei mecum. Et altrouc dice.Coopcratores fumus
miniftcriorum Dei. Et molte

altre

fi

potrien'addur

re aiitorita^mapei breuitbaftinquerte.

Et quarta

(s 'io

no m'inganno )

&c.

tutta la refblutione^

&diftintione dellibeio arbitrio , circa tintele forte


Apprcflb e neccflario fapere5che nel
deUbpcrare.

Dio non ce cau-

la

predcftinationej&propofito di

li

alcuna dalla parte noflra rifguardando

predefti

il

ben rifguardando l'e-ftetto della predefti


natione ( videlicet cauf fine qua non)ma e (blo per
volont efficace di Dio, lacjual dicomera bont
no propofito fecondo l'apoflolico detto. Scimus
quonia-m diligentibus Deum omnia cooperantur
k bontjm(etiam peccata) bis qui fecundum prMa fi bene nella rcpofitum vocati fiint (ndi
probatione,pre(entia3& dannationc5ha parte
cala
fententia
fecondo
Perditio
gione
tua Ifi*acl cft
(
Xte tantummodo ex me auxilium tuum. &c.
E manifefto dunque anchora in qucfta parte, eflcr

nante^ma

fi

&

|^^^

&

neceflaria 1 abftrattionc dallopere fcnfibili


tarfi

airmuifibilgr^tia/ede, &:cbanta jdi

difperandofi3& cooperando

alla

& voi.

fe fteffo

diuina gratia Al.

u-imcnt non s'intender fnamente di quello come fi vede per le cofe dette.

Appendici ,

et additioni alle dette cofc.

Et perche di (opra era accennato della fede Se dell*


opere5& nonforfeafufficienza diciamo come di
(opra, cioc.

Che prima prefuppone


fi

la

gratia di

Dio, colla qual' vien la fede viua infieme colla cha-^

Bb

ii

Ofcc.

15,

DELLA SPERA THEOLOGICA

li)^

rita

&opere (perche l'amor di Dio non :OCo/)et

opere in fede fatte fon' meritorie di vira eterna


per eflir' grate a Dio,per fiia promi(sione3& accet-

tal*

tatione5& non in

Ma fenza
non

eft

fede

f confideratc.

come dice

ex fide peccata

eft.

Omnc quod

l'apoftolo.

Ilcho cofi s^mtcnde,

non

efTcr peccato che menti pena (come alcuni a noftri


tempi predicauano) ma peccalo ci defetto,per
che mancon tal' opere di aggiugnere
arriuarc al
meritorio di vita eternajma pofron^tal'opere merita
re qualche premiotporalc, qualche accettatione^
di gratia pafsiua^s^ fimil cofe la ragione fecondo
i facri et fecreti Thcologi, perche elfcndo tal' opere
al men' morali
fecondo il dittame della ragione.
Non fon fenza qualche particulare influfib (oltr'al

&

&

generale)della diuina gratia, ma


lliificiente.

ce

no efficace^benchc

Come la paftion di noftro Signor

efifer ftata futficiente

per tutti

ma

, fi

di

folo efficace

per molti^cio per li predeftinati^per li quali prego

quando diflc.Pater pr eis rogo,non pr mundo.


Et cofi per la gratia del Signore (prefuppofto li arti
coli della fede) principia indemortrahili della noftra

reuelata theologia,i quali

non fi poflbn (com' det


non dalla

to) prouare^ ne in alcun' altra fcienza , fc

fubalternante

ci fupcriore a quella.

Thcologia de i beati
ftra re u elata. &c.

Com* e la

in propofitOjtefpctto alla

no-

Mi pare in quefti quattro trattati refblutamentej&


fbmmariamentCjhauercoprefb (s'io non mi inganno)
riftretto tutto quello che e necefrio a va
vero cultor di DO5& buon Chriftiano fpirito Si
come fu promeflo, moftrato qual' fia qucfla no-

&

&

ftra

diuina

& theologica Spera

della diuina elfen*

ET DIVINA
tia

vna,&

muifibile infinita

cipio col
fia

le

TRATTATO QJ^ARTO

fin'

&

perfetta,douc

congiunto (com

e detto)

195
il

prin

Et cjuanto

per quella intendere l'abftrattione dalla fnfibi-

& materiale Spera

della fntiftima

noftro Signore (non confundcndo

le

humanita d
nature ne di-

&

uidcndo la perfona)
altri fenribih fcramenti neNon derogando mai per queflo alle fante

ccfaria.

& altri fenfibili fgni ec


& maeftro dell'in-

cermionie (in fpirito fatte)


imagini. Per

efier'il

Pedagogo,

fermi,& piccoli nella fede^fin' che peruenglimo^all*


infcgnato camminOjdell' intellettualc^Sc alta
logia, alquanto rifufcitata

moderni tempi pi eleuati


plationij&fpeculationi.

Theo

per efler l'ingegni de

&

alti a'

fimih contem-

Et tanto fia detto, a hnorc del' inuifibile5& omni


Dio , & humanato verbo & virt diuina ,

potente

& co(blationc di V. S.
veri di Dio cultori & buon Chri(quando ci vadi in
& gentih

noftro Signor lefu Chrifto

& di tutti

li

altri

ftianijcleuati

luce

Ipiriti

) dando (empre a Dio quel

che di buono

& fanto

ci far

ch' fuo, ci c quel

(perche in quello vi-

uiamo , ci mouiamo , & fiamo ) & f alcun difetto


( com' proprio delhuomo) a noi s'attribuifca^Para
ti fempre volentieri afcoltare ogni fraterna & Chri
(liana corrcttione.Perche fon

fempre col Santo Pa-

dre Augiifino in qucfto ci di potere errare , ma


non gi mai eflTcrc Heretico, per hauer dato bando
alla

pcrtinacia.Mafsime hauendo moflrato,che

&

il

ve

quella quella
ro fapcre c conofcerfi ignorante ,
dotta ignorantia5laqual(con il dottifsimo Cu(a
no ) in quella opera cerchiamo dimofrarc. Scc.

Della Theologica
diuina Ipera

Chriftiana, 8c
II

Fine

Terminata a hanor di Dio Opti-

mo Maximo in Firenze nella


Annuntiata, per il mede-

fimo Autore.

Ann. M. D. XLVIK
Menfe lannuano ultimo Nofte fequenti.

20I

Tauob della preferite


Laqual contiene
cofe

opera della Spera*


titifra

notate

ci c

Trattato Primo^

1.

Quante cofc

ff riccrcfiijnerprincipio di ciaftu.

libro che s'ha


2.

]a,&
3.

efporre.

di qjualc forte

fi

dia.Spere.

Introduttion* Geometrica, per tutto quel*


fi

4.

cfa

Che cofd fia Spera,Centro, A"xe,& Poli di quel


ch-e

pofla defiderar,necefl^rio a d$lta Spera.

Diuifionc

& ordine delie q^uattro

Mathemati-

che.

Eccentricit del mare

affa

terra^S:

tro deir aggregato di terra

&

come il cen>acquila 5 fia

mezo del' mondo*


6.

& grandezze delli 4. eie


menti, S: orbi Sperici riuifte & ricorrette,

Proporiioni^diftanze,

con i mouim^nti
y.

di quelli,

Introduttion phyfica ySc naturale

cibili

detti 4.

elementi.
8,.

Theorica3& fpccuratioti'Geomctrica^ct ritb


mctica del Circulo

& Spera*

Trattato Se concfo*
%

de i quali la materiale Sper^.


coponc diffinitione3& accidenti di quelli*.
In quanti modi fi pigli il fegno nel ZodiacOa.

I>elli dieci circuii


fi

2,

202

Del

j.

trafcorfo del'

tempo ,

rauaritia del' bifefto,(

fc in che

fia

modo, per

anticipato. &c.

Trattato Terzo.

&

cadimento de i
Del nafcimento
do Poct5& Aftrologi.

I.

(gni fecon-

1.

Della diuerfita de
ti li

giornL& delle notti,di tut-

habitatori della terra.

Della ragion' de i climati &paralclI3&

diiierfi

tadi quelli.
4. Afcenfon de

5.

fegnijretta^et obliqua per Fircn

ze^quanto

al

mouiment05& quanto al tem-

po di quelli.
Tauola grande de

Paralelli,

iiation* polare di quelli

& Climati

Eie-

Arco diurno

dei

maggiore mezano^Sc minor' giorno^ mominuti


do di trouar tutti li altri. per gradi
di diflanza de

&
& eleua

Paralelli de Climatij

tion polare di quelli

arco diurno

& minuti & valuta delle


5

per bore

miglia di ciafcun

6.

grado per logitudine,in ciafcuna latitudine.


Horologio pedale diurnOjper l'ombra del' buo

7.

Proportioni

mo^mifurando

8.

col' piede.

&c.

ombre , per mifurare ogn* altezzajper l'ombra del' huomo.


dell'

Horologio manuale, ci per l'ombre dello fti


le5& Gnomone che fi tiene in mano.

Trattato Quarto.

I.

Dichiaratione di tutti i termini Thcoricali 5c

SpecuIatJiii,
i

20}

& altre pafsioni & accidenti de

Pianeti, et altre cagioni dclli Eclipfi de ilu

minarij&c.
Apprcflb vna fedele

ad verbum

del tefto della Spera di

tradiittione

M. Giouanni

dal Sa-

cro Bufto.

Vna Spera Theologica^Chriftiana,

Doue per vn' alta &


Si dichiara

intelletrual

& rifolue

la

materia

& Diuina,
Theologia

&

trattato

alTumpta
di
Signore
dal
verbo
noflro
vir
humanita
tu diuina Del Sacramento vifibile del' altare i Et dell' immortalit dell* anima humana
della Trinit, uerTriunita; Dell'

&

libero arbitrio^predeflinationc

de

&

opere di quello.

& gratia^ Fe

&c

Additioni Mathematiche.
Ragione d'arco

& chorda^per

il

Paralello

Firenzejper trouare in quella


latitudine
la

13.

di

& ogni altra

quante miglia vaglia il grado del

longitudine di

dine

di gradi 43.

longitudine

53.

gradi

minuti

&

Et d'ogn altra

6.

& latitudine

\ .Nella latitu-

minori
Tauole di P. Apchorda. &c.
,

di circuii

della tcrreflre Sperajperle

pianOjd'arco

&

Altre notande additioni d'Aflrologia,

Geome-

&

Cofrnographia , Arte Nauicatoria,


Altimctria, Si vegghin* nella noflra prima

tria

Spera volgare

&

Selua Mathematica. Alla

quale (per non eflcrlungho tcdiofo


plicare) rimettiamo

difcreii

&

nel' re

candidi let-

tori,

Excitationi MatcmaticKc5& intitatncnt cni

gmaticijncUa Spera Platonica, Thcologicaj

&Diuina aggiuntayalle (bpradcecofe,m


cintnnefraaCartc67. &c.
Vnanuouainucntionc & Aftronomico inftru
mento , per fubitanientc fabricare le dodici
cafc celcfti dell' Aftionomica figura jfenza
altri

canonico calculo.

10{

Ntsoua inucntione^ 8c Allrononiico


per fiibitimcntcfabricarc

le

inftrtitticnto,

dodici cefcfti cafc^dcUa

Figura Aftronomica fcnza altri canoni calcalo,


ti^uato ciic fia il grado afccndcntc^ &po(li li piane
gradi loro,
ti per Taimanacii ne i fegni
nelli loro Orbi ( come moftva la (cgueiitc figura ) pigliatidola parte proportionalc del mouimcnto loro diur
no. Second il tempo dato. &c. Per eflTerc a li moderai la brciiit gratifsima. Afcenfione dei legni
obliqui &rtti^di mcza bora in fnci'horajairaltczta del polo di Firenze^di gradi 45.minu.6.Comineiando all'occafo del Sole^cio dalle 24. bore co
putare , afcendendo per bora fcptima gradi. 15. d'^quinotrialc Et ogni fegno efltr gradi 50.

&

&

Afceiifione de
di

& minuti

(cgni per

mez*hora

in

gra

per liaucr rafcendentc

m
y. Ariete, gradi

14.

o Nel principio^ nel. mezo,

ma nel fine con 13. u.


meno
^. Tauro

u. o Nel principio nelmezo co


li. nel

U. Gemini

fine

con

Nel principio

10.
fin'al

mezo,

di poi 8. peraccoflarfi all'a

Icenfion retta

03. Cancro

ne

Sh Leone
Vergine

fi-

del fegno.

Fin al mczo
partirfi dal

fjg.

Nel principio mezo^^

Nel

di poi 6. per

pi retto.

principio

ma nel fine

&

mezo^

5.

Ce

&c.

ili

^c6

Nel principio me20& fin


Nel principio5ma nel mc
20 & fine con 6.
Nel principio & mezo ,

Fin'

Libra.
tll.
tir*

Scoroione
^^y-f' MiVi/llW

^. Sagittario

ma
(J*

Capricorno

nel fine
al

mezo

con
,

di

7.

poi 9.

&

nel fine con 10.

Aquario

Nel principio, ma nel me20 & fine gra i^.


Et pii^ &meno^ fecondo

IO.

X. Pefci

14

la

difcretione^dcllaccoftar

fi

difcoikrfi

l'obliquo.
Eflcmpo

al

retto al

&c.

Vorrei fpere il grado afccndente alli i6.di Giugno


3. della feguente notte. Opera trouan
ldo il luogo del Sole nell'almanach cbe il quinto
grado , l'oppofigrado di cancro.Del qual fegno
to il quinto grado di Capricorno afcendente delle
24. bore Di poi per bauer' quel delle tre bore che
del 48. a bore

&

fon (ei meze^piglia tre meze dell'afcenfion'del detto


tapricornojcbe fbn gradi l.&tre meze del feguen

d'Aquario , cbe fon gradi. 32.


Trouerrai
di pefci^ cofi farai per tutti li
altri tempi dati. Hauendo fmpre aduerteza di crefcere fcemare gradi dell'afirenfione del fgno dal
te fegno

afcendente gradi tre

mezo in la^fecondo

cbe pi

meno s'accofla alla ret

titudine obliquit del'afcenfione. &c.

207
E! cielojapprcflbliSapienri in quattro modi, nclli eicmcn
cofc
t3& mirti corpj,& altre organiche potenze ,

&

fublunari influifce

( & ha la virt di conferua-

rccjiiefle cofe infe riori

tentCj&'da

muouc

da

Dio omnipo-

l'intelligenza

che quel

& non per fua nata ra)ciopcr

MoHimento, Lume,

Irtjiiiens^'

Figura

ot4er

ciiuerju
'

CMes^ cido*

d. Baffo del

cielo.

fletto.

o8
)ii^nificatione naturale
'

&cafe

celcfti dalla

C03& accidenti

delli 7. pianeti^ 12.

quale ficaua
di tutti

il

modi

&

variet di quelli nell'altre


figure.

&c.

Habram ludea
.

Segr

giudi-

209

Vfo

dell'

inflrumento.

DebbefI mettere quefta prima figura5nella feconda


pigliandone l'efempio

che venga netta

&

& cofi

il

tagliando all'intorno

concauo

fi

del picco! cer-

chiojfegnato. E. F.

Di

poi inferirla in quella feconda tagliando doue fi


uedefegnato per lombrajdalla lettera A.
B. fin*
al conueffo delli Orbi elementari^di poi rappiccare
detto taglio con filo cerajcome moftra il djfgno.
Vhimamente,hanendo poftoil grado afccndente
li pianeti ne'fegni
trouatoin Oriente 5
gradi

&

&

loro per

&

tempo dato fubito vedrai quali fieno

il

neirhemifperio di fopra di fiotto,

&m

checaf

delle 12. fegnatejfendo dette figure concentrate

ftando rette.

&c.

& volendo fare a mente^per trouare


dentc
Piglia

& luogo del Sole


i

giorni del

&

Et non hauendo Almanach,


,

mefe( detto

i6.&aggiugni fempre

il

detto afi:en-

farai cofi.

13.

di fopra)

che fon
per regole ferma che fa

29. di poi guarda la prima lettera della dittione pofta fijpra

li

mefi quanta

la fia a

& aggiugni

nouero 5 nell'ordine

numero al detto 29.


,
gittando il 30. quando quel numero pafTafTej & hadellalfabeto

rail'intentOjCome

fi

tal

vede nel feguito.

Gratum. Eclor. Fluuiu. Fundebat. Eurus. Eoru,


Gcnaio. Febraio. Marzo. Aprile. Maggio. Giugno,

^-

KDifta. Diuina.

Dei.

li-

Cun(3:a. Diana.

sb.

Eui.

Luglio.Agoft.Settemb. Ottob.Noucmb.Decemb.

SI

nt-

tri.

Dd

(i-

ADDITIONI MATHEMATICHE

2IO

La lettera dunc|ue diGiugno E che c la quinta nel


l'oidmc deiralfabet05lqual cinque aggiunto al 29,
fa ;4. leua
le

il

il

30.

luogo del bo
cofi farai di tutti h aicri tempi^
cliorda per lpcfe quante mi-

cfta ^.di cancro. per

&
&

decio giorno,

Ragione

d'ai

glia vale vn'

co

grado

il

longitudine in

di

fui paraleiiodi

& principio del .clicnajnella


gradi
polari
latitudine di
45. minuti 6. & in ogni
altra lona,itudine & latitudine.
Firenze^ilqualc

il 13.

Opera per letauole

di Pietro

Appiano

in queflo

dicendo Se la meza chorda del malsimo cuculo arco, che 100000. mi da 73135. Sino retto,
ci meza chorda del mczo arco di detto paralello
che gradi 47. ( lafando i minuti ) che mi dar vna
parte di detto circulo^chee 62. miglia
1 fecondo

grado
ciafcuno
ce
TolomeOjdando
i circuii mag-

modo

&

giori

me

m fulla terra fadii 500. chefon'mighai. [ co

detto

Operi come fi vede per la regola delia proportionc


&c.
dicendo.
Se

100000.

62.

75155.

7513500.

1
125.

14627 00
3^5^7)
c;i4i875

4570957

lOOOOD

ADDITIONI MATHEMATICHE

IH

j6o.

/ f'- fJ't?\

4s

ir

I 5

000 0

Daracomcfivece miglia

& di miglio quafi,


& tanto vale grado per
il

longitudinc>nel detto pa-

62

Firenzc.Nella

ralello di

titndinc

la

& polare eleaa-

tiene di gradi 4^.fenzaal


tri

50. refta grad. 47. per


cliorda.
tutti

&c.

il

minuti, iquali

mczo arco^ di

tratti di

detta

meza

Eficmpioin figura dichiaratiua di

termini. Dell'arco,

& chorda.

Dd

A. C. Tutto il Diametro di circulo.


A. E. Il Semidiametro.
A. B. C. D. La circunferenza.
F. G. Chorda dell'arco. F. B. G.
F. V. Seno retto primOjdellarco. F. R.
F. X. Seno retto ifcondojd'cflb arco. F. B.

B. V.

Seno ver(b riuolto ver


co.

faetta dell'ar^

F. B.

H. I. Chorda del'arco. H. F. B. G. I.
H. T. Seno del'arco. H. B.
H. Y. Seno del compimento vero feno retto fH. B.
condojdell'arco
B. T. Seno riuolto ver fctta dell arco. H. B.
.

ADDITTICNI MATHEMATICHE

213

A. E. Mcza chorda ver* feno retro, dell'arco.


A. B. Diuifi in 100000. parti per pm facilita del
partire, & tanto di CIO baiti. &c.
Quefta dunque ragione ferue , a fapere la diflanza
delle miglia che e fra duo luoghi in longitudine Co-

&

clima^prefup
lamente dilferenti,in ogni paralcllo
porta ( per le tauole) la noti eia de gradi di detta dif
i

&c. Dell'altre differenze


prima noflra {pera. &c.

fercnza.

Al Candido

NOn

ti

detto nella

& Diftreto Lettore.

marauigliare candido Lettore,

fe ncll*

opera noftra(quardon di Dio oprimo ma


ximo) troui lautonta citate latinamente, perche no
ogni volgare habbian' tal' opera comunicata (per
confa
cffer quelli le cofe diuine otfufcamento
(ione, coni detto di fbpra) Ma (blamente al volgo
de 1 litteratiii quali,tali autorit facilmente intende
per che nfei bano anchora in fc talmente
ranno

&

&

pofte,piu maefa,dccoro
il

mormorio

& grauita. Cefsi dunque

& lammiratione.Hauendo di ci

la

ca

gione,ragione, elcuftione che voglia dire.Piglia


quel che gli di buodo il tutto in buona parte ,

&

no

efllr

da

DO5&

defetii effer nollri

& viui fe*

licc.&c.

Appreflb {quando quefta li fia grata) fi daran predo in luce alcun altre opere del medefimo Autore,

Le quali fon

cjuefte^cio .

1.

Quadripartito Regio, ver' Selua Ducale, del-

2.

& Rumane.
Arithmetica Prattica & Theorica colf introDd ili
le cofe

Diuine

ZT4
t^ottionc AlgcbiMtcai
5.

&

&

Theorlca, piana
Mufica Prattica
figuratd
con alcune nomi de quiftioni.
Refolutionc di tutte Taltre rcfblutionij delle c^
humane.
fe diurne
Annotationi quodlibetali in
Tlicoremati ,
ogni faculta^& genere di Scienze,

&

&

Il

reftante delle correttioni.

rerAnno,

<F^.44.

Li.y manne.

Fd.iojSf.

Fer.4.

/^^.lo^.

Fa. 10^.

r^r.

Carte

6'/,

7:^.147.

13.

Horafettma.

e.fim[}re.

18.

per remote,

ze. resela,

Fa.nu

y'tr:,!,

i^rf. zi.

y^er, 5.

fif.zi4.

15000.

61.

2,

2,

tyilcHnenomu

ze,

ze.

31.
^
ze.mtande.

rrm

Addiom

correnl, con altre

rimfti

mcejfkne
Facci 4

5.

fierf

fa.
Fa.
Fa.
Fa.

6. #fr.

J^eggi

^hera fer tatto il

fmHre

Fa.

15.

Fa.

17. uer, 9. 410.

Fa,

18. uer. 14.

Fa.

30. uer. 13.

11.

le.

deire

dtrimetna.

U.

intentamente

nihdo.

le.

intenfamcnt

le.

tK nihiU

31.

uer.

Fa.

39.

lima.

Fa.

41. uer. zo. in 4.

Fa.

41. uer. i6. allora, le. alloro

f?a. 41. uer.

interiori, le. inferiori

1^. oriente. Oic^ le. Occidente,

31.

dtmetna.

le.

Fa.

15.

cccll<*

Latino^

tefto

F'U. 18. uer. 7. quddrilatio, leg^i quadriUter<f

uer.

aggiu^m anchora
aggmgni , mathematiche

fuperficte

5.

uer. 6.

13.

%. tter, 4. nel terzo,

IO. uer.

lUaftnpmo

a^gif*^^

8.

ttj^tmo Principe

che

le.

tutto,

Fa.

41. uer. 9. non ha.

Fa.

41. uer. is. mail.

Fa.

43. uer. 24. de detto,

che e tutto

le.

il

ceU

ne ha

le.
le.

Oriente

in 24. hore

maliptu
le.

del detta

Fa. 47. uer. ij^ della nudit,


Fa. 51. uer. z. 58. 2,1. le. 38 i

le.

quantit

Fa.

^2-.

uer.

i^c,

le.

Fa.

^2.

Fa.

"yS.

Fa.

uer. z. proportione.

14
aggiugm fupertripartente

uer.

8.

48900.

55. i^fr,

II.

700. le.jQoo,

31.

pajfa.

Fa. 56. fr.


Fa. 60. uer.
Fa.

77

98

49

le.

/e.

49000

pajfano

7. terminati, le.

terminanti

61. fr. 4. s'interzano le. s'interfj^ano

^imaginata. le. immaginante


^ni nella celefle^^imagmata

Fa.

6^. uer. 6. 7.

Fa. 67.

Fa*

uer. 16. 160.

71. uer*

1.

cio

le,

360.

men. U.doeimen,

aggH*

2l6
i^rf. 71.

uer.

15-11 <ir

2/:

gradi 60.

le.

gradi jo-

4. orthonto.

le.

orthngonto,^ 6.

FU.

16, uer. 1^,

Fa.

81. /'f''

Fa.

85. ^'fy*-2-9.

Fa.

86.

dd

7.

elemenfu

U' tlqual

tnquA.

3o.

dellt

Sett^ntriene

/f. '/^Z

I9. introhmijfem. le. in tutto l'hcmijf erto


Fa. 88.
Fa. so. figura delie theoriche rimettonjtidifiretilettottalljthe^

che detMelanthoneper ejfermal fegnate

Fa. 94. Principio di Eccitatiom


Mathematiche, leggerai ci,per
Jrera

Fa. no.

il

le lettere,

m rimer

^c.

delfine, come

^^ngolo le, cingolo


Fa. III. uer. 6. 7. da arte. le. da arBos^cheetamimre
Fa, 111. ner. 33, Zodta. le. Zodion
Fa. 116. uer, z6. il popolo, le. il polo

Fa. ni.
Fa. 155.

uer. io. 26.

uer, 27. queflo.

uer. ig, 12. parti,

per la duodecima parte

le.

137. uer. 19.

che la luce.

le.

Fa.

145. Uer,

capo

le.capo h coda

Fa.

51. ^<fr.

1.

coda,

la luce.

^ggt^gni quefio rimejfo cioeuedi

28.

dell'eccitatiom nella faccia ^f.alcofitrafegmdi

Fa.

157. uer, 12.

Fa,

159. //fr. IO.

commendato .leggi grato.


/7fr
peccatore, le. peni peccato.

16^, uer.

15

col parentejt

Fa.

176. uer. 29. unitus.

Fa.

177; uer. 29. theolegica.

Fa.

180. fr. 8.

Fa.

i^^. uer. t6.

Fa.

192.

tutti

Fa.
FA.

theologia

le.

le.

huomim

(in quanto mediatore)

umter
le.

theologia

ut

queHodico.

un

le.

intelletto

li

le. (^^r

qt^^p dicano

hui^mim. leg. un intelletto, in

193. uer. ig, rijfondono. le. rijfondo

Fa. 194. uer.

Fa.

le.

in quello mediatore,

12.

uer. ii.
li

reRantf

leggilo^
lafando quefia pefiima occupationt)

166. uer. io. theologica.

Fa.

ti

come fiuede.

Fa.
Fa.

170. uer.

orfa.

quanto.

le.

Fa.

Fa.

contrajegno di

10. ej

195. uer. 9.

intellStua.

197. uer. 17. prefentia.


179. ;/fr/2 16.

le.eft inintelleEliua

le. e ojfefi
le.

prefcientia

dunque,
r^' Kyfggit*gn^ Diciamo

il

grande

DO ahftlffUmente con/tderafo ^ ejfere

in ogni luogo

per ejjn^

fiA,frefentta,0^ potentia.ferchil'ejjere f articifato di tutte le cof


create depende da ^jtielio,Nelfar/tjnell'efJrej0^

'te,(^

ejfer

notitia

ogni copi

nuda 0* aderta aglioccht

mtmtiua 0* prefentie,

nell' ejfere

di quello

conferud
ci e alla,

ogni cofa potere ^ (per fittrai'

mento della fuauirtu) anmhilar e ^etfar tornare in niente.


in ogni luogo tutto, non come contenuto da

il

Et

luogojvna come conte--

nente ogni luogo (^c.

Et die efida noi ejfere ne i cieli pi

che in altro luogo ^ per teccellen^

nobilt delli effetti quiui prodotti

scjt

m ogni luogo doue Diojoahita


Cr' habitare pergrafia

y nelli

creati

perche non

Dio^mafolamente fi dice ejfere


beati ffiriti ^Angelici
humanty
ejfo

j^etialmente nellafantifiima humanita di noflro Signore 2 efu

h abita per fuprema gratia,0^ con ogni pienezz-

chrifojdoue

Sopra tutti

di quella.

li

altri

fanti

j nel

modo

detto dt

fi"

fr4 ere

Della prefentialita et

modo della prefenZa

di noftro Signore lefu Chrifto nel

Sacramento
Fa.

t^^ggiugni,

188. uer, i6,

E dunque manifeflojecondo lipre*

fati dottori di fopra nominati come l


quejo

Sacramento, non e

che e in

ejfere di

noHro Signore in

medefimo ejfere di lefu chnjo

quefio Sacramento,fignifica

k noi una

nejriJj>etto,^ relatione(com'e detto)del corpo

certa habitud.'"

fangue di nofr*

signore, a queHo Sacramento,per modo realej^irituale ,

193. uer, 10.

f^ggtugni.

facra^

anima nofira etc.


Diciamo aneh ord, quejo nome ani

mentale, conueniente allaJ^irttuale

Fa,

come

fitto quelle proprie dimenftoni,perche dicendo [noi

cielo,

effere fotta

il

tnuifibile

ma ejfere nome d'officio, et non della natura 0^ ejfen:^ di detta ani


ma,tlquale e di

efja

quando anima il corpo mjre

<^ lofa uiuo.Ma

per natura,piu rettamente parlando ,fi debbe chiamare tntelligen


jjfirito uero mente,perche quefo nome intelletto, die e potentia.

Uta (X pofiibilita dell' intender e,

mente ,

non dice ejfo intendere attual-

Come anchora il nome delli angeli, e cofi detto

tisj(^ non dalla natura di quelli per

ejfer

daltojfi^

nuntU mejfaggieri ,

ii8
ni 'iniflrt

Afaferndturafon nominati

definiti inteUigentit

mn intellxttt dtmnijperche fempre fono


come noi per

fotentitijO ppilfilttajne

ogni cofa

m un attofilo

^
^

unico intmtH

le

de,!nter.'dt'ndo

unfilo

di/corso

compren

atto ogni cofa intende

comprendendo fe medefimo

o tnj afidi nojro heaj)

non in

Aia non intendano


Comefilamentefa ilgrande mojlqu/t

con

intelligenti

Ne pu

allegrar

malfar e, nt magico ejfere o^ef^come penfit


mafia immobk

tlulgo qiiia honorum nojrorum non iiidigetCT's.


le

bordine di fina iuf}t,'a.c^ mifiricordia^,/^ tn fmmatranquili*

ta

Secondo che nchteggano

tempi

luoghi^ndpio occulto tt

dnio.ma con ciofimpre giujo ^


Scn duna u-e poi li in Vi ugloriofo{dalla firittura)fi,mili
cambio
no

dclli effetti jper

metafora

affetti y in

tranjattone dal modo

huma

^c.

N jfun dunque
e

e offefo

primamente offendefe non


fgg^^^o del peccato, et

ti peccato faccendofifiruo

0^ punii lon i ciucilo

fi ffejfo per

della iuflitia

Et tanto bafii per tal digr efilone,

adunijuc l'huomG(fiQondo.l\^pcfiolo^t_AgusIin(?j
cor
altri plaio7nci)Triparttto,(f^ m tre parti diufo ,
li

il

Cufam
compo^

BojCite di Curpjan:ma,^/j'ti'it'Ojahyimenttjntelligentia;et
te (com' detto) dalli predetti Theologi

mta^O^ chiamata

Stampato in Firenze,
Tanno
.

men

padri Orthodofetj nomp-

adi 6. di

M D

Con Priuilcgia.

L.

Marzo

219

M. Mauro

Sonetto in laude del


'

"dietro

OrfUgo da

Fonafco

"P/a.

Spno felice ^ cui pria uenne in core^


Vipenetrar fopra gfeterni chioHri^

f homai^ ch'iuitij, e^gCaltri noHri

Creda

Tiaceri

indi non

u^hahhm trattofuore.

perche "Bacco nonmnce

di cieco ardore

Mai diuin petto ^non fumoft roHriy


ISlon amhitionjon guerra ^e ipenjler

uoBri

2? oro han lafame in fempterno horrore,

^oHe hmete

Fonafco

%>auanti gl'occhi

l'alte (Ielle

dell'ingegno

Con le co/e dinine , ajfaipiu

humano

lle;

Cof s afende al ctel per uoUra mano


Tiu clOffa^per Olimpo^.e pi che quelle
Cime di Telia ;

il cui

fn

tutte

umo^

di

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