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1976, un mese prima del golpe, prima del sequestro dei confratelli,
ordin loro di tornare dalla missione nelle favelas, forse anche
perch non vedeva di buon occhio le simpatie dei due nei confronti
della Teologia della Liberazione, verso quel cristianesimo di classe
e rivoluzionario, che in quegli anni stava prendendo campo anche
allinterno della Compagnia di Ges.
Qualche giorno prima del colpo di stato Bergoglio rinnov
nuovamente linvito a mettersi al sicuro presso la casa dei gesuiti,
ma essi rifiutarono. La sua sollecitazione, che stata erroneamente
interpretata come un segnale implicito di assenso per la loro cattura,
era precauzionale, volta a tutelare la loro incolumit in un periodo
gravemente instabile per lArgentina. Se fosse stato vero il contrario,
ci sarebbero documenti che proverebbero la complicit
di Bergoglio con la giunta militare che doveva ancora salire al
potere. Tuttavia, il contatto che ebbe personalmente, in un secondo
tempo, con Videla era finalizzato alla liberazione dei due
religiosi dopo la loro incarcerazione; alle carte risulta la richiesta di
un passaporto per loro, che riuscirono finalmente ad emigrare.
Padre Bergoglio assunse con la dittatura un atteggiamento
piuttosto diplomatico, come del resto tanti altri hanno dimostrato in
situazioni analoghe, ma finalizzato a salvare vite umane aiutandole
a scappare dallArgentina. Se non giunse mai ad una aperta
condanna nei confronti di Videla, lo fece per lincolumit dei suoi
fratelli e per la sua. Comprensibile, umano. Padre Jalics, che da
quel lontano 1976 vive in un monastero in Austria, afferma di essersi
riconciliato con quegli eventi e dichiara per me quella vicenda
conclusa; anche se non in grado di prendere alcuna posizione
sul ruolo di padre Bergoglio in quei fatti, augura al Santo Padre la
ricca benedizione di Dio per il suo ufficio. Jalics e Bergoglio,
quando questultimo divenuto arcivescovo di Buenos Aires, hanno
avuto modo di parlare di quegli eventi, abbracciandosi
solennemente in pubblico durante una Messa celebrata assieme.
Esprime apprezzamento nei confronti delloperato di Bergoglio Jorge
Ithurburu, presidente dellAssociazione 24 marzo, organizzazione di
parte civile nei processi contro la giunta militare. Lepisodio pu
essere letto in due modi: i capi dei due gesuiti sono responsabili di
averli lasciati soli, oppure si pu pensare che gli stessi capi siano
Quindi non sar un papa liberale (del resto la dottrina della chiesa
sempre stata diffidente nei confronti del liberalismo) ma,
secondo Monsignor Cesare Zaffanella, senza dubbio un uomo
profondamente libero, prestato dalla Diocesi di Cremona alla
grandissima Arcidiocesi di Buenos Aires dal 1984 al 2004. Ne
emerge il ritratto di un uomo che, nella sua discrezione, non si tira
indietro al momento di prendere decisioni forti, come ha fatto
spesso, parlando in modo chiaro, ma mai in modo violento o
polemico. Zaffanella assicura che le divergenze con la Kirchner
sono dovute proprio al fatto che Bergoglio aveva parlato in modo
molto chiaro. Lei ha un atteggiamento spesso populista e autoritario,
e quando larcivescovo di Buenos Aires ha sottolineato alcune
criticit, si offesa.
Aldo Cazzullo nel 2005 scrisse sul Corriere che furono pessimi i
rapporti con Menem e Duhalde, gelidi con de la Rua e freddi
con Kirchner, dando quindi limpressione di una distensione
progressiva, nonostante le aspre vene polemiche. Dobbiamo
osservare, oltre a ci, che lo schieramento dei kirchneristi
composito e sono in molti ad apprezzare la figura di papa
Francesco. A partire dal Presidente della Camera dei Deputati
argentina Julin Domnguez, cristinista [dalla presidenta Cristina
Kirchner NdR.] cattolico, che non nasconde la straordinaria
allegria nei confronti di un uomo che ha fatto un eccellente lavoro
sociale. E se in Argentina sono in molti a definirsi peronisti, dagli
ultraliberisti alla Menem ai peronisti di sinistra come i coniugi
Kirchner che dal 2003 governano la nazione, tale appellativo non
sfugge neppure a Bergoglio. Il giorno dopo lelezione, Buenos Aires
si svegliata tappezzata di manifesti che inneggiano a Papa
Francisco I, argentino y peronista e cos stato salutato da Emilio
Prsico, sottosegretario allAgricoltura familiare e Segretario
Generale del movimento Evita (forse pi vicino allo spirito del
peronismo autentico e che sostiene lattuale Presidenta), come un
peronista, un compagno, impegnato tra i pi umili, con cui abbiamo
lavorato assieme nei villaggi, con i cartoneros, combattendo la
droga. Un altro esponente del movimento Evita Fernando Chino
Navarro, che auspica tra la Kirchner e papa Francesco un buon
rapporto perch entrambi sono accomunati dallopzione per i