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anno quattordicesimo numero trentotto mag./ago.

2012

LApocalisse

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Parigi, chiesa Sainte-Chapelle, Resurrezione dei morti (particolare del rosone rappresentante lApocalisse), ca. 1200
ALTRESTORIE Periodico quadrimestrale di informazione
Periodico registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1.132 ISSN 1720-6812
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Direttore responsabile: Sergio Benvenuti
Via Torre dAugusto, 35/41
Hanno collaborato a questo numero: Franco Cardini, Stefano Chemelli, Elena Corradini, Massimo Libardi, Alice
Manfredi, Ilaria Pagano, Marco Pellitteri, Franco Rella, Francesca Rocchetti, Marta Villa.
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gelo Buonarroti, realizzato tra il 1536 e il 1541.
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anno quattordicesimo numero trentotto mag./ago. 2012

LApocalisse

Apocalisse e utopia
di Massimo Libardi

In attesa del presente futuro: interviste a Franco Cardini


e Franco Rella
a cura di Paola Bertoldi

14

Quella fine del mondo che non arriva mai: culti millenaristici
e ansie apocalittiche nelle diverse culture del mondo
di Marta Villa

21

Immagini di ordinaria catastrofe: corsi e ricorsi, con novit,


tra fumetti, cinema, animazione e videogiochi
di Marco Pellitteri

26

Apocalypse online
di Alice Manfredi

30

Oltre la fine: raccontare e scrivere la Shoah nella


testimonianza di David Grossman
di Stefano Chemelli

33

Il digitale che verr


di Elena Corradini

37

Mille e non pi mille: date profetiche passate e future

39

Infomuseo

41

Edizioni FMST

47

LApocalisse

Il 21 dicembre 2012 una delle tante date indicate nella storia


dellumanit come momento della fine del mondo. Una delle tante
probabilit profetizzate da astrologi, filosofi, matematici e guide
spirituali di cui la storia offre un
ampio elenco. In tanti, infatti, si sono cimentati nel
fissare lappuntamento con questo evento che fortunatamente, fino ad adesso, non si mai verificato,
costringendo ad aggiornare continuamente lagenda.
Della cosiddetta profezia Maya ne hanno parlato pi
o meno seriamente giornali, riviste specializzate, programmi televisivi contribuendo sicuramente ad amplificarne la portata oltremisura.
Anche il cinema non si sottratto a ci arricchendo
il genere catastrofista, gi di per s ricco, di una nuova produzione tutta dedicata agli inquietanti scenari
della fine del mondo prossimo-futura. Dinnanzi a simili scenari comunicativi sorgono, allora, alcune domande, cui il presente numero di Altrestorie cerca di
dare qualche modesta risposta: quali sono le componenti culturali che puntualmente contribuiscono ad
alimentare questa paura-attesa nei confronti di una

Dorothea Lange, Migrant Mother, Nipomo, California, marzo 1936

possibile fine del mondo? Hanno


solo fondamenti di tipo religioso? E
di quale fine si parla? Alcuni spunti e suggestioni sono stati proposti
dal filosofo Franco Rella e dallo storico Franco Cardini, che abbiamo
intervistato. Molti elementi sono
stati forniti da Massimo Libardi, anchegli filosofo,
che ha tratteggiato un sintetico ma articolato percorso su come si sia originato e sviluppato il concetto
di apocalisse e quali trasformazioni abbia conosciuto nel corso dei secoli. Abbiamo cos scoperto che
volenti o nolenti, protagonisti o vittime, coscienti o
incoscienti, la storia dellumanit gi stata costellata
di tante apocalissi, di tante fini.
La fine come inizio, come rivelazione di una rigenerazione, cos come letimologia stessa della parola apocalisse suggerisce e che inconsapevolmente ritorna
anche nei discorsi odierni relativi alla grave crisi che
stiamo attraversando. Un momento di passaggio, talvolta di violenta trasformazione, che porter alla fine
di un mondo e al suo rinnovamento. Che la profezia
dei Maya si stia gi avverando, ma in modo diverso
da quello previsto dallantica civilt americana? (rt)

Apocalisse e utopia

Lapocalisse di Giovanni
nente il crollo del preseno il Libro della rivelazione
te. In un testo cruciale del(la parola greca compola filosofia del secolo scordi Massimo Libardi
sta da ap, separazione,
so, Le tesi di filosofia della
e kalptein, nascosto, e
storia (1940), scritto dopo
dunque significa svelamenla firma del patto Molotovto, rivelazione) lultimo liRibbentrop, Walter Benjabro del Nuovo Testamento. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza, Cosm Tura, San Giovanni min oppone a una visione
Il titolo la parola iniziale a Patmos, 1475-1480
del tempo come continudel libro, il cui primo verum omogeneo e vuoto, lisetto suona: apokalupsis
dea di adesso, la piccoiesou kristou, mentre laula porta attraverso la quale
tore non levangelista,
poteva entrare il messia.
ma un personaggio del suo
Alla base del testo di Gioentourage.
vanni vi unidea presente
La composizione fatta risain tutta lapocalittica, ovvelire tra il 79 e il 96 d. C., duro quella della storia come
rante un periodo di feroentit dotata di ununit e
ci persecuzioni verso i cridi un senso, concezione
stiani volute dallimperatolontanissima dalla visione
re Domiziano. Limmagine
della storia degli antichi, indella grande meretrice lortesa come regno del caso.
da di sangue, che si ubriaLo scopo del libro rivelaca del sangue dei martiri,
re la vera trama degli avvesi riferisce alle persecuzionimenti oltre la superficie
ni: [Langelo] mi trasport
apparente, rendere visibicon lo spirito in un deserle la guerra metafisica tra il
to; l vidi una donna sedere sopra una bestia scar- bene e il male che finir con il trionfo completo dei
latta, che era coperta di titoli blasfemi e aveva sette giusti e linizio di unepoca senza storia.
teste e dieci corna. La donna poi, vestita di porpo- Il rotolo scritto su entrambi i lati, sigillato con sette
ra e di scarlatto, e guarnita doro, di pietre preziose sigilli, , infatti, una raffigurazione della storia, intesa
e di perle, teneva in mano un calice doro pieno di come un grande libro che nessuno n in cielo, n in
abominazioni e delle impurit della sua dissolutez- terra, n sotto terra in grado di aprire e leggere,
za. Sulla fronte portava scritto un titolo, un arcano: perch di per s la storia opaca, frammentaria, inBabilonia la grande, la madre delle meretrici, e delle decifrabile, dotata di un senso che ci sfugge. Quanabominazioni della terra. Vidi quella donna ubriaca do lAgnello scioglie i sigilli e il libro si apre nella sua
del sangue dei santi e del sangue dei testimoni di totalit, allora ne comprendiamo il disegno: la lotta
Ges, e a vederla ne ebbi grande stupore. Babilonia tra il bene e il male e il trionfo della Gerusalemme ce il simbolo dellImpero romano, e tutti i movimen- leste. Ma lapertura dei sigilli rivela anche il terrore e
ti che dallApocalisse trarranno la loro linfa vivran- le sofferenze, che la storia comporta.
no di una forte tensione contro il potere e contro le Tuttavia lApocalisse non si conclude con il caos, con
gerarchie ecclesiastiche compenetrate con il potere la morte, la distruzione, lo sconvolgimento dellunitemporale.
verso, ma con la visione della Gerusalemme celeNel testo si fa riferimento alle persecuzioni, ai martiri ste, la citt ideale che scende dal cielo: Vidi poi un
e al tremendo pericolo che corre la Chiesa di essere nuovo cielo e una nuova terra, perch il cielo e la
completamente distrutta. Il libro e questo un ele- terra di prima erano scomparsi. la nuova terra,
mento centrale della sua ricezione rimanda a una la fine della storia e delle sofferenze, lepoca della
situazione di crisi, di pericolo incombente. Il pericolo salvezza, della libert e della felicit, che le tragiche
rende i tempi maturi: Perch il tempo vicino si utopie novecentesche hanno chiamato comunismo
dice nel prologo. Lespressione attraversa tutta lope- o Reich millenario. Questo legame tra pensiero utora e torna nellepilogo insieme allassicurazione Ver- pico e millenarismo stato messo in luce da Karl
r presto. Questa convinzione animer tutti i segua- Mannheim, che considera il millenarismo una forma
ci dellapocalisse fino alle grandi imprese politiche estrema della mentalit utopica
del Novecento: lurgenza determinata dalliniquit LApocalisse di Giovanni non un unicum, ma fa partrionfante a consumare il tempo e a rendere immi- te di un vero e proprio genere letterario, la letteratu-

Albrecht Drer, I quattro cavalieri dellApocalisse, xilografia, 1498

Oxford, Bodleian Library, Apocalisse Douce, c. 1270, prodotta per


il principe Edward I

ra apocalittica appunto, sviluppatosi in ambito giudaico a partire dal III secolo a. C., e ancora vivo nel II
secolo d. C., quando fioriscono le apocalissi gnostiche. La narrazione apocalittica nasce dai profeti del
periodo dellesilio babilonese, soprattutto Ezechiele e il cosiddetto secondo Isaia. Se i profeti si limitavano ad annunciare una catastrofe possibile, che
avrebbe potuto essere scongiurata se la comunit
avesse abbandonato il peccato, ora si fa strada lidea
di un futuro portatore di liberazione da ogni schiavit. A questidea se ne accompagn unaltra, che si
pu definire lideologia messianica, ovvero la fede
in una personalit che intervenisse direttamente nel
corso della storia. Il Libro di Daniele, si rif a questa
letteratura, che sar poi fortemente avversata in ambito rabbinico e sar sottoposta a occultamento, tanto che i testi ebraici che ci sono stati tramandati vengono da ambienti cristiani. Nel Nuovo Testamento vi
lapocalisse dei sinottici, la cui fonte Il Vangelo di
Marco, anche se gli esegeti fanno risalire la sua origine a scritti apocalittici giudaici e non alla predicazione di Ges.
Il genere apocalittico caratterizzato da alcuni elementi costanti. La rivelazione avviene attraverso il
sogno o una visione e Dio non parla mai in prima
persona, ma d le sue istruzioni a mezzo degli angeli.
Il nucleo della rivelazione limminenza di unepoca
nuova, che deve succedere a un mondo irrimediabilmente travolto dal peccato: vi nella letteratura apocalittica un profondo dualismo, in cui bene e male si
contrappongono in modo radicale.
Un aspetto fondamentale la ricchezza di simboli.
Thomas Eliot parlava dei Salmi come di un giardino
di simboli, ma questo vale ancor di pi per lApocalisse. In moltissime visioni appaiono esseri fantastici, strane creature; bestie nelle quali le propriet di

uomini, mammiferi, uccelli, rettili o di esseri meramente immaginari sono combinate in modi stupefacenti e spesso grotteschi. Secondo alcuni proprio il
drago dellApocalisse, insieme al Leviatano di Giobbe a ispirare il Moby Dick di Melville.
La ricchezza simbolica e le difficolt di lettura hanno reso il testo ricco di fascino. Non si tratta solo di
difficolt di interpretazioni, spesso le immagini sono
impossibili da immaginare. Nel 1931 David Lawrence pubblicava un commento dellApocalisse in cui
affermava irritato: Se questa visione frutto di immaginazione, unimmaginazione che non pu essere immaginata; come possono quattro bestie essere piene di occhi davanti e di dietro, e come possono stare in mezzo al trono e attorno al trono? Non
possono stare contemporaneamente in due luoghi
diversi. Ma lApocalisse proprio cos.
A dispetto di questi paradossi essa rimasta uno dei
soggetti centrali dellespressione artistica fino al Rinascimento, influenzando in modo enorme la cultura
occidentale.
Apocalisse e messianesimo
La cultura ebraica lunica, ha osservato Hermann
Cohen, a porre nel futuro lidea di unera di pace e
prosperit, mentre tutti i popoli pongono let delloro nel passato, nel tempo delle origini. Questepoca coincide con la venuta del Messia e da qui nasce
una ricca letteratura e la ricerca di strumenti interpretativi, quando non di vere e proprie azioni, il cui
fine era favorire questo evento. Il mondo cristiano
da parte sua attendeva la seconda venuta del Cristo,
che le prime comunit, muovendosi nel solco tracciato dallapocalittica giudaica, ritenevano imminente. La seconda venuta di Cristo avrebbe coinciso con
linstaurazione del suo regno sulla terra, la cui durata
prevista era di mille anni, durante i quali Satana sarebbe stato incatenato e la sua azione impedita. Al
termine del millennio sarebbero ripresi i conflitti sino
al definitivo ritorno di Cristo e al giudizio ultimo, da
cui il nome di millenarismo attribuito ai movimenti
escatologici.
Gli storici collocano la nascita del millenarismo intorno al 170-180 d. C., in seno al montanismo, che
deve il nome a Montano, sacerdote della dea Cibele
convertitosi al cristianesimo. La storia del millenarismo coincide con la storia dei movimenti ereticali.
Latmosfera spirituale si modifica dopo lalleanza tra
Chiesa romana e Impero e la fine delle persecuzioni.
In questo clima non poteva non suscitare imbarazzo
un libro che dipingeva Roma come la grande prostituta e che annunciava la sua prossima fine. Ci
contribuisce a spiegare la sua tardiva inclusione nel
canone, databile tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, donde lappellativo di deuterocanonico, ossia

accettato in un secondo momento. Bench linteresse per lApocalisse attraversi tutto lAlto Medioevo
solo intorno allanno Mille che si riaccesero le speranze in un imminente ritorno del Cristo, anche se i
terrori dellanno Mille, come ha ben messo in luce
Georges Duby, furono uninvenzione della storiografia romantica.
Si trattava piuttosto di unattesa ansiosa per i segni
della venuta e di crescenti richieste di rigenerazione
morale, cui si mescolavano istanze sociali radicali e
fanatismo religioso. Lattesa del nuovo, il desiderio
di un rivolgimento spirituale e sociale trovano nutrimento nello scrigno di simboli del testo giovanneo,
riprodotto in innumerevoli raffigurazioni delle chiese
e conosciuto tramite le immagini anche dalle plebi
incolte.
qui che si crea il cortocircuito tra politica e religione,
tra attesa messianica e azione, dando luogo a quelli
che in un libro cruciale per la storia del millenarismo,
Norman Cohn ha chiamato i fanatici dellapocalisse. Del potente serbatoio immaginale dellApocalisse giovannea si nutriranno anche le rappresentazio-

ni palingenetiche dei movimenti rivoluzionari della


modernit, sul cui tronco si innesteranno le grandi
imprese politiche novecentesche di trasformazione
radicale del mondo e di creazione delluomo nuovo,
come il comunismo e il nazismo. Uno degli elementi
chiave per capire questo mutamento lelemento attivo immesso nel mito apocalittico-millenaristico dal
manicheismo: il ritorno di Cristo avverr solo dopo
che gli uomini si saranno liberati da soli dei corrotti.
Secondo Max Weber ogni movimento messianico
caratterizzato da alcuni elementi chiave: lesistenza di una collettivit oppressa, la plebs pauperorum,
che legge se stessa come la comunit dei segnati
col sigillo dellApocalisse; la presenza di un capo
carismatico percepito come il redentore; la credenza
che la fine dei tempi sia prossima e che, a partire
da essa, langoscia e il dolore cesseranno di tormentare gli eletti.
La figura forse pi interessante quella dellanabattista Thomas Mntzer (1490-1525), il cui programma contemplava limmediata instaurazione, manu
militari, del Regno di Dio in Terra. Per alcuni mesi
Mhlhausen fu la citt dove gli anabattisti compirono il loro sacro esperimento di democrazia mistica:
ledificazione della Nuova Gerusalemme.
Questi ed altri esperimenti, che per ragioni di spazio non possono essere ricordati, sono alla base del
pensiero rivoluzionario moderno. Come scrive Luciano Pellicani possiamo, infatti, leggere il giacobinismo come la specifica forma politica che il millenarismo assunse a partire dal momento in cui il disincanto del mondo incominci a produrre una pletora di orfani di Dio abbandonati dalla fede e tuttavia
assetati di assoluto. con il movimento giacobino
che prende corpo lidea della politica come rimodellamento totale della societ e delluomo alla luce
della filosofia, dunque come prassi rivoluzionaria nel
senso pi profondo della parola. Il mondo intero doveva essere divelto dai suoi cardini e riplasmato ab
imis. Concezione che ha tra le sue componenti il
mito giudaico-cristiano del Millennio, con la correlata visione catastrofico-palingenetica della storia e
la distinzione manichea fra figli della luce e figli della
tenebra, ma soprattutto lidea della funzione catartica della violenza e della necessit del Terrore quale
strumento di rigenerazione della natura umana.
La stessa idea di un grande disegno della storia e di
un regno situato al di l della storia si ripresenta nel
pensiero marxista. Pur nella complessit della storia
del comunismo vi troviamo allopera gli stessi elementi della tradizione messianica, anche se qui tutto acquista una parvenza razionale e linstaurazione
del regno della libert, posto oltre la storia, diventa
conseguenza di precise e necessarie leggi storicoeconomiche. Come i primi cristiani, anche i sociali-

sti della seconda Internazionale vissero e lottarono


scrutando il futuro per scorgervi i segni annuncianti
il crollo del capitalismo.
Lincipit del Manifesto del partito comunista Uno
spettro si aggira per lEuropa non fa che reinterpretare il mito millenarista: ora la battaglia finale, armageddon, la rivoluzione; il lotto dei buoni e il
lotto dei malvagi sono diventati i borghesi e i proletari; lanticristo interpretato dalle potenze della
vecchia Europa, il papa e lo zar, Metternich e Guizot,
radicali francesi e poliziotti tedeschi, alleati in una
caccia spietata contro questo spettro.
Se abbastanza noto il rapporto tra messianesimo
politico e movimenti di estrema sinistra basti pensare a filosofi come Gyrgy Lukcs, Ernst Bloch,
Walter Benjamin , in realt questo innerva anche i
movimenti di estrema destra: del resto il Terzo Reich
doveva essere il Reich Millenario. A questo proposito Ernst Bloch, in un articolo del 1937, La vera storia del Terzo Reich, osserva come i concetti di Terzo
Reich e di Fhrer vengano da quello stesso immaginario apocalittico che ha nutrito i sogni rivoluzionari:
Nella sua forma originale, il Terzo Regno designava infatti il sogno ideale, socialmente rivoluzionario,

delleresia cristiana, il sogno del terzo Vangelo e del


mondo ad esso corrispondente.
Apocalisse e Grande Guerra
Non solo le rivoluzioni e i rivolgimenti sociali del Novecento fanno rivivere latmosfera di attesa della palingenesi, anche se il risultato sar il secolo del terrore. Lo stesso evento cruciale del secolo scorso, la
Grande Guerra, che lacer il mondo e il pensiero in
maniera tale che fino a oggi non hanno potuto essere
ricuciti, stata vissuta come apocalisse, mantenendo
intatto il senso originario del termine. Se, infatti, stata la catastrofe del mondo di ieri, al tempo stesso
stata lapocalisse della modernit, svelandone il vero
volto: solo con la guerra i fermenti che agivano nella
societ fin de sicle si sono mostrati nella loro inarrestabile potenza. Il dominio della tecnica, il prevalere
della propaganda, laffacciarsi delle masse nellagire
politico, la violenza come strumento politico sono tutti
fenomeni caratteristici del Novecento e che la guerra
ha portato ad effettivit. Il linguaggio degli anni che
precedono la guerra ricco di termini provenienti dal
lessico religioso: oltre alla metafora dellapocalisse,
abusato era anche luso del termine redentore.

Il Reich esoterico. LObergruppenfhrersaal (sala dei generali) nel castello di Wewelsburg con al centro lo Schwarze Sonne (Sole nero)
talvolta citato anche come Sonnenrad (ruota del sole).

Con lavvento dellepoca moderna, i cieli, interrogati per secoli, diventano muti. Non si va pi alla ricerca dei segni celesti e terrestri che annunciano e accompagnano i momenti cruciali della storia umana.
Ma negli anni che precedono la Grande Guerra, alcuni
avvenimenti vengono di nuovo letti come lannuncio
di una catastrofe imminente e soprattutto come una
messa in discussione della cieca fede nel progresso.
Proprio allinizio dello scorso secolo tre imponenti terremoti rivelarono tutta la fragilit del sogno di potenza delluomo: sono quelli di San Francisco che il 14
aprile 1906 rase al suolo la citt; di Valparaiso in Cile,
nellagosto dello stesso anno, e quello che il 28 dicembre 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria, provocando quasi centomila morti. Il senso di fragilit e di
fine del mondo che accompagn questi avvenimenti fu fortemente rinforzato dal passaggio, nel maggio
1910, della cometa di Halley, che provoc scene di
panico collettivo. Molti lessero in questi avvenimenti
la prefigurazione di terrori futuri. Del tutto moderno fu
laffondamento, due anni dopo, del Titanic nel freddo
mare del Nord. Con la nave il cui nome ricordava la
stirpe mitologica dei Titani che diede lassalto allOlimpo, colava a picco la fiducia assoluta nella tecnologia e nei valori che avevano dominato lo spirito della
belle poque. La natura riprendeva la sua rivincita e
dopo di allora nulla fu come prima. Il naufragio provoc nelle coscienze europee uno shock enorme e
venne ad assumere un ruolo paradigmatico.

10

Se la catastrofe della Grande Guerra ha un profeta, questo va ricercato nel filosofo tedesco Friedrich
Nietzsche che nellAnticristo (1888), aveva affermato: Ci che narro la storia dei prossimi due secoli.
Descrivo ci che verr, ci che non potr avvenire
in modo diverso: lavvento del nichilismoTutta la
nostra cultura europea gi da lungo tempo si muove
con la tortura della tensione che cresce di decennio
in decennio, come se andasse verso una catastrofe:
inquieta, violenta, precipitosa, come un fiume che
vuole arrivare alla fine.
soprattutto il mondo austriaco a intercettare queste tensioni, trasformate poi nellabusata formula
brochiana della gaia apocalisse, che tuttavia resta
uno degli ossimori pi felici e indicativi del clima culturale viennese; di un impero che muore a tempo di
valzer (rimandando alla leggenda del Titanic, la cui
orchestra in impeccabile frac nero continu a suonare fino alla fine); o nella krausiana definizione di
Vienna come della stazione sperimentale della fine
del mondo.
Quando scoppi, la guerra fu percepita da molti
come una necessit, la virulenta malattia attraverso
cui il mondo deve passare per potersi rigenerare, il
purgatorio della vecchia, della invecchiata e peccatrice Europa, come la chiama Franz Marc. La violenza paragonata alle doglie del parto, metafora che
compare ossessivamente insieme a quella della malattia e della febbre.
Dallo scontro armato ci si aspettava un nuovo ordine sociale esattamente come, nellApocalisse di San
Giovanni, la nuova Gerusalemme era risorta dalle
ceneri del mondo. Ma il nuovo il naufragio della civilt europea. I giorni della guerra, nella visione apocalittica di Karl Kraus, sono Gli ultimi giorni dellumanit.
Apocalisse e catastrofe
La lettura del testo giovanneo che ha pi durevolmente influenzato la cultura occidentale quella che
vede nel messaggio apocalittico lannuncio di un
nuovo cielo e una nuova terra. Ma con il venir meno
delle ideologie, con la sensazione di essere giunti
alla fine della storia, come avventatamente affermato nel 1992 da Francis Fukuyama, limmaginario occidentale ha privilegiato altre letture della fine. Visioni che erano gi presenti, ma che in quel momento
andavano assumendo un significato di primo piano.
Parlando del presente, James Hillman nel Codice
dellanima sostiene che il nostro mito fondamentale apocalittico, come leggiamo nel libro di Giovanni che chiude la Bibbia e i nostri figli vivono oggi in
mezzo a immagini della catastrofe e agiscono quelle immagini. Identificare apocalisse e catastrofe ,
infatti, unoperazione tipica della nostra cultura che

comporta una torsione anche del significato di catastrofe. In greco katastroph significa svolta, soluzione, rovesciamento: qualcosa che spezza la
continuit e provoca un brusco cambiamento. Vi
per altro una data precisa in cui il termine passa a
significare disastro, distruzione e rovina ed
il 1755, quando un terremoto dalle proporzioni immani, accompagnato da un maremoto, distrusse Lisbona.
Tra le prime descrizioni letterarie della fine del mondo troviamo un libro di Mary Shelley, lautrice di
Frankenstein. NellUltimo uomo (1826) il protagonista afferma di aver scoperto nellanno 1818, nella
grotta della Sibilla vicino a Napoli, una raccolta di
scritti profetici di cui autrice la Sibilla Cumana. Il
riferimento quanto mai cogente, poich gli Oracoli

demia che ha trasformato gli uomini in vampiri, anche se il finale si chiude nella speranza di una possibile rinascita. Questo romanzo ha inciso fortemente
sullimmaginario comune, tanto che ne sono state
tratte diverse riduzioni cinematografiche: non solo
lomonimo film del 2007, a sua volta un remake di
Occhi bianchi sul pianeta Terra con Charlton Heston
(1975); ma anche Lultimo uomo della Terra del 1964,
e ispirandosene liberamente La Notte della Cometa
e La notte dei Morti Viventi di George Romero.
Una variante della fine quella di unumanit abbrutita e ridotta a uno stato ferino. Questa ad esempio la visione del viaggiatore del tempo immaginato
da Herbert Georges Wells ne La macchina del tempo (1895): giunto nellanno 802.701, trova lumanit
divisa in due differenti razze: gli Eloi, creature fra-

Una scena tratta dal film apocalittico Deep impact

sibillini sono stati, insieme allApocalisse di Giovanni, la fonte pi importante del pensiero apocalittico
e la stessa Sibilla raffigurata nelle volte della Cappella Sistina. Lespediente della narrazione della fine
da parte dellultimo sopravvissuto frequente nella
letteratura: lo ritroviamo ad esempio nella Nube purpurea di Matthew Shiel (1901), che narra lo sterminio dellumanit provocato da una misteriosa nuvola
venefica e il ventennale peregrinare di Adam, ultimo
abitante della terra, tra le vuote citt. Despota e tiranno di un mondo deserto, disperato nella sua totale
solitudine, dopo qualche tempo, inizier a bruciare e
distruggere lopera delluomo.
Anche Robert Neville, protagonista di Io sono leggenda, romanzo di Richard Matheson del 1954,
un sopravissuto: lunico non contagiato da unepi-

gili, infantili, gentili e pacifiche che, conducono una


vita di divertimento, di distrazione e di scarsa attivit
intellettuale e i Morlocchi, esseri mostruosi e ripugnanti che vivono nelle viscere della terra, che escono la notte per cibarsi delle carni degli Eloi, da loro
accuditi e allevati come bestie da macello.
Pi oltre nel futuro il viaggiatore raggiunge unepoca dove lumanit si estinta e restano solo enormi
crostacei e lepidotteri, mentre un ulteriore salto nel
tempo lo porta in un pianeta ormai vecchio, abitato
da una misteriosa forma animale simile a un pallone da football con dei tentacoli neri. In un racconto
poco conosciuto di Jack London, La peste scarlatta
(1912), intorno a un fuoco, James Howard Smith, un
tempo professore di letteratura inglese, ora solo il
vecchio, racconta a dei ragazzi appartenenti a unu-

11

I Cavalieri dellApocalisse (1887) rappresentati da Victor Vasnetsov

manit ritornata allera della pietra, come nel 2013


una pestilenza abbia cancellato diecimila anni di cultura e civilt. Questi temi diverranno poi un vero e
proprio sottogenere della fantascienza.
Il luogo dove lapocalisse come catastrofe prende
vita soprattutto il cinema, che nel Novecento stato il veicolo fondamentale di suggestioni e immagini
apocalittiche, dai Quattro cavalieri dellApocalisse al
Settimo sigillo di Ingmar Bergman (1957).
In alcuni film ad essere debitrice dellimmaginario
apocalittico non la narrazione, ma la presenza di
alcuni elementi simbolici, come gli elicotteri, versione tecnologica delle locuste in Apocalypse Now
di Coppola. Lapocalisse, esplicitamente richiamata
solo dal titolo, che perentoriamente la fissa adesso
(now), trova un controcanto nel testo della canzone
dei Doors: questa la fine/la fine dei nostri elaborati
progetti/la fine di tutto ci che esiste/non c salvezza n sorpresa.
Rientra in questo profilo anche Langelo sterminatore
di Buuel con un diretto riferimento ad Apocalisse 9,
11: Il loro re era langelo dellabisso, che in ebraico,
si chiama Perdizione, in greco Sterminatore. LAnticristo al centro di molte pellicole: da Rosemarys
Baby (1968) di Roman Polanski, allAnticristo-cyberpunk sterminatore di Terminator. Le saghe di Terminator e di Matrix introducono unulteriore variazione
del duello escatologico tra i figli della luce e delle tenebre: la guerra delle macchine contro luomo.
Talvolta laspetto visuale, la pura visivit, a incarnare la cifra apocalittica. In questo caso il cinema opera
una traduzione in immagini dellorgia visiva del testo

12

biblico, attento pi allaspetto linguistico che non a


quello contenutistico. Cos Fino alla fine del mondo
(1991) di Wim Wenders, situato temporalmente nel
1999 mentre incombe una catastrofe dovuta alla caduta di un satellite nucleare indiano; di Strange Days
di Kathryn Bigelow; le immagini della fine nel finale
di 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick e il recente Melancholia di Lars von Trier.
Ma il filone pi legato alla percezione contemporanea della fine incombente, di una fine senza palingenesi, il cinema catastrofista che estende il fenomeno distruttivo su scala globale trasformando la
catastrofe nella fine del mondo. In particolare i film
del regista tedesco Roland Emmerich, Independence Day, dove lapocalisse ha la forma di una invasione aliena, The Day after Tomorrow, fino al recente
2012 dove la catastrofe ha laspetto del diluvio e i
144.000 eletti, i segnati col sigillo, non sono i giusti
e gli eletti, ma i ricchi e potenti. Il disastro nucleare,
anticipato nella commedia nera di Kubrick, Il dottor
Stranamore solo una delle varianti dellapocalisse
tecnologica.
Apocalisse ed entropia
Ma forse limmagine pi caratteristica dellapocalisse costruita nella contemporaneit quella di un
mondo in cui lapocalisse c gi stata. Una fine senza cataclismi, senza trombe angeliche, una fine per
entropia, per uninarrestabile perdita di senso.
Il disastro qui il disastro ontologico, la realt di un
mondo dominato dalla tecnica, in cui ogni essere
ridotto a cosa e sottoposto a manipolazione, le cui

prime vittime sono la verit e il senso. Un mondo in


cui, come constata Martin Heidegger, il terribile
gi accaduto. Nellintroduzione alledizione francese dellApocalypse di Lawrence, il filosofo francese
Gilles Deleuze scriveva che LApocalisse il libro di
tutti quelli che si pensano superstiti. In questo senso il libro di noi postmoderni, che siamo scampati
al tramonto dellOccidente e che viviamo in un mondo che ha gi visto lapocalisse, segnato dalle grandi
catastrofi del Novecento. Sempre Deleuze, parla di
unapocalisse senza apocalisse, unapocalisse senza visione, senza verit, senza rivelazione.
Noi siamo allinterno di unapocalisse senza fine,
unapocalisse cui siamo incatenati in una perenne
assenza di senso e di verit. Viene naturale pensare
ai drammi di Samuel Beckett; allattesa senza fine di
Vladimiro ed Estragone, ai paesaggi vuoti di Giorni felici o de Lultimo nastro di Krapp. Un mondo in
cui lazione si disperde in gesti incoerenti, le parole
scadono nella chiacchiera inconcludente, il mondo
privo di punti di riferimento spaziali e temporali: non
vi storia n speranza, ma solo unineludibile coazione a ripetere, in uno sfinimento destinato a unulteriore e definitiva dispersione entropica.
Alla fine del tempo non seguir nessuna rivelazione del senso della storia, ma la scomparsa di ogni
senso.
Jos Saramago, in Cecit, costruisce un nero apologo della nostra condizione: in una citt qualunque,
di un paese qualunque, un automobilista fermo al
semaforo, in attesa del verde, quando si accorge di
perdere la vista. Allinizio pensa si tratti di un distur-

bo passeggero, ma non cos. Gli viene diagnosticata una malattia sconosciuta: un mal bianco che
avvolge le vittime in un candore luminoso, simile a
un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: linizio di unepidemia che colpisce progressivamente
tutta la citt e lintero paese.
I ciechi vengono rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel pi totale abbrutimento da chi non
stato ancora contagiato: qui danno libero sfogo ai
pi nascosti istinti primordiali, mostrando il peggio
dellanimo umano. Ma chi sono i ciechi, le persone
colpite dal mal bianco? O ha ragione la moglie del
medico, che spiega: Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono,
Ciechi che, pur vedendo, non vedono?
Altrettanto disperata lumanit raccontata da Cormac McCarthy che ne La Strada mostra un padre e
un figlio che percorrono verso sud, in cerca di salvezza, unAmerica sconvolta da una catastrofe senza
nome. Gli animali sono scomparsi e lumanit rimasta decimata e ridotta a uno stato di vita primitiva.
Attraversano paesi desertificati, dove gli uomini per
sopravvivere sono diventati cannibali. Nel racconto
non vi sono nomi, luoghi, date: ogni posto identico
a un altro, solo cenere, grigiore, freddo.
Con questa visione inconsolabile siamo allopposto
dellintento dellApocalisse giovannea, che al tempo stesso un libro terribile, ma anche un libro di speranza. Esso si chiude, infatti, con linvocazione Maranatha, Signore vieni presto! e con la visione della
Gerusalemme celeste, di un cielo nuovo e di una
terra nuova.

Megiddo (Israele)
In questo luogo, secondo
alcune intrepretazioni della
Bibbia cristiana, avverr
lArmageddon, ossia lincontro finale tra le forze del
bene, condotte da Cristo, e
quelle del male, guidate da
Satana. Il termine Armageddon deriva probabilmente proprio dal nome di
tale luogo in ebraico antico:
Har Megidd (monte del
Megiddo).

13

In attesa del
presente futuro

Franco Cardini uno storico


Franco Rella nato a Rovee saggista italiano, specializzareto nel 1944 dove risiede.
to nello studio del Medioevo.
stato docente di Estetica
Nato a Firenze nel 1940 e laupresso la Facolt di Design
interviste a
reato in Lettere nella sua citt
e Arti dello IUAV Venezia.
Franco Cardini e
natale, ha poi insegnato in diHa partecipato a seminari
Franco Rella
verse universit fra cui Firenze,
e convegni, soprattutto in
Parigi, Gttingen, Barcellona,
materia di estetica, in molte
So Paulo, Amman, Gerusaistituzioni accademiche itaa cura di Paola Bertoldi
lemme, Middlebury. Divenuto
liane e straniere presso le
Professore Ordinario, dal 1985
quali ha anche soggiornato
al 1989 ha insegnato Storia
come Visiting Professor.
medievale a Bari e attualmenstato prima membro poi
te professore ordinario di Storia medievale presso coordinatore (1989-1996) del Comitato scientifico,
lUniversit di Firenze. Ha ricoperto vari incarichi: nomi- in qualit di esperto di estetica, del MART, Museo
nato, fra laltro, nel Consiglio dAmministrazione della darte moderna di Trento e Rovereto per il quale ha
RAI (1994-1996), nella Commissione nazionale italiana lavorato anche a diverse mostre. Ha inoltre collabodellUNESCO (1996-2002), nel Consiglio dAmministra- rato a numerose iniziative artistiche presso il Museo
zione di Cinecitt Holding (1996-2002) e fa tuttora par- palazzo Forti e la Galleria dello Scudo di Verona, il
te del Comitato FAO presso il Ministero delle Politiche centro calcografico di Roma, il Palazzo Bricheraagricole. Ha diretto e dirige diverse collezioni, riviste e sio di Torino, il Museo civico di Riva, i Cantieri di
collane e ha ricevuto molti riconoscimenti in vari am- Palermo, il Goethe Institut di Palermo, lUniversit
biti: fra i pi recenti si ricordano il Premio nazionale di di Palermo, la Galleria dArte Moderna di Roma e il
cultura nel giornalismo (XX edizione), La Penna dO- Museo dOrsay di Parigi, il PAC di Milano, la Galleria
ro (Sezione scienza storica 2008) e il Premio Mozart Civica di Modena. Ha diretto collane editoriali (Ber2008. Collabora con vari quotidiani fra i quali Avvenire, tani, Feltrinelli, Cluva, Pendragon), stato redattore
Il Tempo, Il Secolo XIX, LEco di Bergamo, Il Mattino, o ha collaborato a numerose riviste italiane, franLa Gazzetta del Mezzogiorno, Il Sole-24 Ore. autore cesi, spagnole, argentine, belghe, olandesi, nordadi numerosissime pubblicazioni: fra queste Templari e mericane e sudamericane, greche, neozelandesi.
templarismo: storia, mito, menzogne (2011); Il turco Ha collaborato anche a lUnit e a La Repubblica.
a Vienna: storia del grande assedio del 1683 (2011); autore di numerose pubblicazioni, fra le quali:
Cristiani perseguitati e persecutori (2011); La societ Nietzsche, arte e verit: una introduzione (con S.
medievale (2012); Capire le multinazionali: capitalisti Mati, 2008); La responsabilit del pensiero: il nichidi tutto il mondo unitevi (con Stefano Taddei, 2012); lismo e i soggetti (2009); Interstizi: tra arte e filosoBeati i perseguitati per la giustizia, perch di essi il fia (2011); Soglie: lesperienza del pensiero (2011,
regno dei cieli (con Luisa Muraro, 2012).
Premio Montano 2011); Ai confini del corpo (2012).

14

Franco Cardini: Con let moderna, lidea della Fine


si collega sempre di pi a quella del cambiamento:
allidea dellEt Nuova, della Terra Nuova e dei Cieli
Nuovi.
Fra le tante profezie sulla fine del mondo una delle
pi celebri forse quella relativa allanno Mille. Quali
tensioni culturali e condizioni economico-sociali del
mondo occidentale di allora vi si riflettevano?
Per la verit quella dellanno Mille una leggenda
storiografica, legittimata nellOttocento dal grande
Jules Michelet ma, in s e per s, priva di fondamento. Si disse che alla vigilia del primo anno del
secondo millennio del Cristo la gente si sarebbe
raccolta impaurita sulle cime delle alture o presso
i santuari per attendere la fine dei tempi e il ritorno
del Cristo giudicante. Cosa impossibile: nel Medioevo cera una molteplicit di sistemi di calcolo calendariale e, anche volendo, nessuno avrebbe potuto
n saputo mai dire quale potesse venir considerato
lultimo giorno del primo millennio o il primo del
secondo. In realt, vero che sulla base della lettura e di uninterpretazione particolare della Sacra
Scrittura, in particolare dellApocalisse, si and articolando fra tarda antichit e Rinascimento un movimento che fu detto millenarista il quale insisteva
soprattutto sul fatto che il Regno di Dio sulla Terra
sarebbe durato mille anni dopo molte peripezie.
Ma che il mondo dovesse finire mille anni dopo la
nascita (o la Resurrezione) del Cristo, era credenza
forse presente, ma, comunque non troppo diffusa.
Il millenarismo e i movimenti millenaristici si svilupparono soprattutto fra XIII e XVI secolo, in rapporto con eventi sconvolgenti come la peste nera
del 1347-1350 e la Riforma protestante.
Quanto unanime nel mondo occidentale medioevale la visione della fine del mondo come conseguenza di un castigo divino? Esiste anche una
visione, per cos dire, con linguaggio contemporaneo, laica?
Nel mondo medievale, e del resto anche in quello
antico e in quello moderno, la fine del mondo e lesaurirsi dei cicli storici si accompagnano a visioni
differenti, come quella che dai greci alla filosofia di
Nietzsche si definita dellEterno Ritorno. LApocalisse, cio lultimo libro della Bibbia, presenta un tipo
particolare di Fine dei Tempi che non sincentra tanto
sullidea di punizione divina, quanto su quella di battaglia finale tra le forze divine ed angeliche e quelle
demoniache: ma esistono in molte mitologie pagane
(per esempio in quelle germaniche) visioni e aspettative del medesimo genere. Con let moderna, lidea
della Fine si collega sempre di pi a quella del cambiamento: allidea dellEt nuova, della Terra nuova

e dei Cieli nuovi. Molte sette protestanti trapiantate


in America coltivano, ad esempio, fino dal CinqueSeicento, questa visione apocalittica, suscettibile di
sfociare in espressioni mistico-politiche.
Perch, secondo lei, la prospettiva della fine del
mondo esercita ancora oggi una capacit di seduzione cos potente nelle persone, come dimostra il
caso della profezia Maya? Si tratta solo di spettacolarizzazione o di uninquietudine pi profonda che si
lega alla natura stessa dellessere umano?
Ci sono molte componenti, anche estranee o magari
contraddittorie tra loro, che animano questa seduzione. C anzitutto la forza e il peso della tradizione
religiosa, lombra dellApocalisse, con tutte le implicazioni anche precristiane ed extracristiane. C il
rapporto con una lunga consuetudine con la letteratura e gli spettacoli detti appunto apocalittici, che si
rinnova di continuo anche in modo tragico: si pensi
all11 settembre 2001. C il disorientamento tipico
della nostra epoca, nella quale da una parte vige il
supermarket delle credenze, dallaltra viviamo un
estremo e caotico disorientamento. C leco di miti
politici legati soprattutto ai grandi totalitarismi del
XX secolo, il nazionalsocialismo e il comunismo.
C linquietudine individualistica, la paura della fine
intesa soprattutto come il Nulla: un grande film
di oltre mezzo secolo fa, Il settimo sigillo di Ingmar
Bergman, lo ha presentato molto bene. C langoscia della fine dei tempi intesa come catastrofe della
Modernit, un tema che la cinematografia soprattutto statunitense ha sfruttato a fondo.
Lo straordinario progresso tecnico-scientifico degli
ultimi decenni ha contribuito senzaltro a modificare
il rapporto scienza-religione. Questo cambiamento,
secondo lei, in che misura potrebbe influire o aver
influito anche sulla costruzione dellidea di fine del
mondo?
Un autore oggi di gran moda, Zygmunt Baumann,
sostiene che la Modernit solida dellultimo mezzo
millennio, caratterizzata dal forte radicamento nelle
idee-forza come lindividualismo, il primato delleconomia e della tecnologia, il mito del progresso e,
in ultima analisi, quella che Nietzsche ha definito la
Volont di Potenza, ha ormai ceduto il campo alla
Modernit liquida, che si discosta dai grandi miti
della forma precedente di Modernit, ma si esprime
soprattutto in termini di disorientamento. Il rapporto
tra scienza e religione, con il nascere della Modernit come processo di secolarizzazione, si caratterizzato in Occidente in termini di scontro fra dogma
e ricerca scientifica: ma questa una situazione
strettamente legata al mondo occidentale e alla sua
coesistenza tra Chiese cristiane animate e sorrette
da una struttura dogmatica e sistemi scientifici fondati sullosservazione. In altre culture, questo scon-

15

Il cavaliere dellApocalisse, alcuni fotogrammi tratti dal film di Stanley Kubrick, Il dottor Stranamore (1964)

16

Giotto, lInferno, dettaglio del Giudizio Universale nella Cappella degli Scrovegni a Padova (1306)

tro non si verificato. Oggi esso riguarda soprattutto


gli aspetti della ricerca e della vita in cui la scienza
e la morale sembrano proporre modelli contrastanti
tra loro. Si tratta di accettare la coesistenza di una
pluralit di modelli allinterno di un sistema di accettate e consolidate libert: il che non semplice.
Nellarco di un millennio si sono susseguite numerose teorie sulla fine del mondo. Perch, indipendentemente da tempo e cultura, si immagina quasi
sempre un evento violento e terrorizzante?
Appunto perch non ci siamo sostanzialmente
discostati dal modello apocalittico, al rafforzamento
del quale hanno contribuito due fattori: primo, la
paura di possibili conflitti nucleari; secondo, lo scontro obiettivo tra ottimismo socio-storico (la visione
generalizzata di un progresso e di una qualit della
vita sempre migliori, che peraltro negli ultimi tempi
entrata in crisi) e la consapevolezza individuale ed
esistenziale dellineluttabilit della fine, che ha ani-

mato linteresse e il culto delle scienze psicologicopsicanalitiche dallinizio del secolo scorso a oggi. Si
tratta di uscire dalla paura, dallangoscia esistenziale
individuale che ciascuno di noi proietta sulla societ.
La fine del mondo la proiezione dellorrore inaddomesticato della morte individuale, che si socializza
a livello di massa, ma non riesce a trasformarsi in
qualcosa di elaborabile comunitariamente e dunque
di superabile.
Il testo cruciale sulle teorie della fine del mondo
lultimo libro della Bibbia, il Libro della Rivelazione,
cio lApocalisse, che, oggi come nel Medioevo,
alla base di profezie e movimenti religiosi. Si tratta di
unopera che viene attribuita a San Giovanni apostolo
e che probabilmente a questo deve la sua sopravvivenza e lautorevolezza canonica. Gli studiosi hanno,
per, unanimamente negato una simile attribuzione,
poich il testo sarebbe stato composto successivamente alla morte dellapostolo stesso, ossia fra il 79

17

e il 96 d. C. Indipendentemente da questa vicenda,


che peso ha avuto nella storia occidentale il libro
dellApocalisse e la sua inclusione nelle Sacre Scritture?
Un peso enorme, in quanto ha animato per secoli
fantasie anche di tipo politico e immagini utopiche
collegate alle istanze di rinnovamento e a quella che
fra Sette e Novecento diventata, con molte variabili, la Weltanschauung rivoluzionaria.
I movimenti di pensiero che hanno profetizzato la
fine del mondo hanno previsto perlopi la distruzione del mondo conosciuto per fare spazio, in una
sorta di catarsi, a qualche cosa di completamente
nuovo e migliore? Quanto i concetti di apocalisse e
rivoluzione si avvicinano o si imitano storicamente
nella loro costruzione teorica?
Istanze apocalittiche e utope rivoluzionarie si somigliano, si alimentano reciprocamente, sintrecciano.
Ora, si tratta di capire che da una parte non il caso
di sottovalutare troppo il carattere violento di quelle
istanze e di quelle utope, dallaltra importante
invece valorizzare la comune tensione positiva verso
un futuro migliore, in grado forse di trasformare in
termini positivi e costruttivi quegli stessi elementi
violenti che ci sconcertano.
Franco Rella: Esiste una lettura che potremmo definire postmoderna del concetto di apocalisse: noi
ne parliamo come di un evento futuro ma, con una
diversa interpretazione del concetto di tempo, lapocalisse potrebbe essere gi avvenuta.
Ogni racconto ha bisogno di una fine, oltre che di un
inizio. Anche sulla nascita del mondo e dellumanit
religioni e mitologie hanno teorie diverse. Dal punto
di vista filosofico, che legame c fra latteggiamento
nei confronti della nascita e quello nei confronti della
fine del mondo?
Esiste uno stretto rapporto fra la dimensione distruttiva e quella costruttiva della creazione. Non esiste
la nascita di qualcosa se non viene distrutto quello
che cera prima: Platone parlava del terribile parricidio nei confronti del suo maestro Parmenide, necessario per per inaugurare ci che da quel momento
sarebbe stata la filosofia. Ma questo avviene anche
in altre discipline, come larte: basti pensare a come
il cubismo ha scardinato tutte le regole che avevano
fino a quel momento dominato il campo delle arti
visive. Si deve in qualche modo liquidare una cosa
per iniziarne unaltra, una renovatio temporum che
troviamo anche alla fine del libro della Rivelazione.
Apocalisse non significa letteralmente la fine ma
linizio di qualcosa di nuovo. Quindi il tema apocalittico entra nellordinaria dinamica dellevoluzione dei
tempi e della storia.

18

Quali interpretazioni possiamo dare oggi allimmagine dellapocalisse?


Esiste una lettura che potremmo definire postmoderna del concetto di apocalisse: noi ne parliamo
come di un evento futuro ma, con una diversa
interpretazione del concetto di tempo, lapocalisse
potrebbe essere gi avvenuta. La pellicola Apocalypse now di Francis Ford Coppola esprime bene
questa visione. Nel film il personaggio chiave, Kurtz,
legge il bellissimo poema Uomini vuoti di Eliot che
riporta nellincipit una citazione di Cuore di Tenebra
di Conrad: Kurtz morto. Nella grande fantasmagoria del film di Coppola, lelemento della guerra e
quello del selvaggio si uniscono nella metafora finale
del sacrificio del re.
Secondo Eliot il passato e il futuro si saldano insieme
nel tempo presente. Come riassumono i versi dinizio dellopera Burnt Norton: Il tempo presente e il
tempo passato / sono forse entrambi presenti nel
tempo futuro, / e il tempo futuro contenuto nel
tempo passato. / Se tutto il tempo eternamente
presente / tutto il tempo irredimibile.
Qui c evidentemente uno sguardo diverso dal
pensiero apocalittico tradizionale che stabilisce un
prima e un dopo. Anche lapocalisse deve essere
nel tempo presente. Lo stesso concetto si trova in
Cosmopolis, il tredicesimo romanzo dello scrittore
italo-americano Don DeLillo, che racconta la giornata di un giovanissimo miliardario, il quale, salito
in limousine per attraversare la citt e andare dal
barbiere, inizia un viaggio che una metafora, un
attraversamento da est a ovest del cuore del mondo
in una sola giornata, un percorso alla ricerca della
proprie radici e della morte.
Che differenza c, a livello di elaborazione mentale,
fra la dimensione individuale e quella collettiva del
concetto di fine?
La nostra morte ci spaventa: una paura molto
forte, che ci accompagna sempre e si accampa nelle
depressioni, a volte con effetti molto potenti. Freud
dice che il nostro inconscio non tollera lidea della
fine, ma pensa di essere immortale: noi non siamo
disposti ad accettare che dopo la nostra morte il
mondo possa andare avanti indifferente senza di
noi. Ecco perch limmagine della fine del mondo, la
fine collettiva, ci spaventa meno, diventa una paura
condivisa, quindi, in qualche modo, domata. Questa
prospettiva, inoltre, toglie un po il senso di ingiu
stizia che associamo alla nostra scomparsa: se la
mia morte coincide con la morte di tutte le cose
allora la perdita effettivamente immedicabile. In
questottica va sottolineato un elemento comune a
molte religioni, la maggior parte delle quali, infatti,
postula una fine palingenetica, un momento cio che
apre laccesso ad un nuovo mondo.

Quanto centrale il tema del castigo divino nelle


teorie sulla fine del mondo?
un tema che ritorna spesso nella mitologia, basti
pensare a Deucalione e Pirra, gli unici sopravvissuti
alla devastazione della terra da parte di Zeus o alla
distruzione di Atlantide. Ma anche la Bibbia piena
di catastrofi, dal diluvio universale alla distruzione di
Sodoma e Gomorra o allinvio di Giona nella citt di
Ninive. In tutti questi casi siamo di fronte allira di una
divinit che si manifesta con terribili punizioni per gli
esseri umani che popolano la Terra. Non vedo per
nulla di simile nel libro dellApocalisse: qui si dice
che Dio verr a giudicare gli uomini, salver i giusti e
punir i malvagi ma la fine posta come qualcosa di
ineluttabile. Non Dio che a un certo punto decide di
mettere fine al tempo degli uomini e di distruggere la
terra per castigarli; semplicemente lora di giudicare
i vivi e i morti, arrivato il tempo del giorno del giudizio. Quello che talvolta designato come lultimo
giorno, o der jngste Tag, il giorno novissimo, quello
del giudizio. Fine e inizio si pronunciano insieme.

Come va considerato e contestualizzato il libro dellApocalisse? un testo che ha influito pesantemente


sulla storia dellEuropa medievale e della religione.
Anche questo un fattore importante da tenere in
considerazione: in quasi tutte le religioni c una creazione e poi una fine catastrofica. Il Cristianesimo
inserisce come spartiacque la figura di Ges Cristo
e divide fra il Vecchio e il Nuovo Testamento.
Lultimo libro delle Scritture appunto lApocalisse
che ha acquisito la sua autorevolezza proprio per
essere stato inserito nella Bibbia. Pur essendo stato
attribuito a San Giovanni apostolo, pare che il libro
sia in realt stato composto molto pi tardi, verso il
92 d. C. questo un periodo particolare che alcuni
storici chiamano let dellansia: la cultura greca
si ormai dissolta, limpero romano corroso da
corruzione, instabilit politica e crisi finanziaria (non
venivano addirittura pi accettate le monete, ma si
tornava al baratto), le popolazioni barbare premevano ai confini. Oltre allincertezza economica, si
viveva lerosione del potere politico: erano i
pretoriani a eleggere limperatore, nelle
province dellimpero i funzionari corrotti governavano senza nessun controllo da Roma, regnavano un senso
di precariet e una mancanza di
riferimenti. Questo favorisce lidea
che il tempo sia finito, che sia ora
di tirare le somme, esattamente
quello che riflette un testo come
lApocalisse.
Accadeva un po quello che
succede nel nostro tempo.
Anche oggi viviamo un
momento di mancanza di
legittimazione, ben rappresentato dalla politica.
sempre pi frequente
sentire persone che fanno
discorsi come non mi fido
pi di nessuno, non vado
pi a votare. Si tratta di micro
apocalissi, di momenti di rottura in cui si percepisce la fine
di un equilibrio, che comporta un
inevitabile e potenzialmente traumatico cambiamento.
una micro apocalisse anche quella
che riguarda lattuale situazione economica, perch abbiamo la sensazione
di essere di fronte a una crisi epocale,
alla fine di unera. Di fatto sono momenti
di passaggio normali se letti
in unottica di lungo periodo,
ma vengono vissuti come una

19

Peter Weiss, Apocalypse (1945)

cesura. Tra laltro, questi momenti sono oggi molto


pi frequenti rispetto al passato, perch tutto pi
veloce mentre una volta i cambiamenti erano pi
lenti e il tempo pi dilatato.
La prospettiva della fine del mondo induce gli esseri
umani a cercare di essere migliori? Una visione apocalittica cio in qualche modo utile?
No, non lo credo. Da questo punto di vista penso
che il genere umano sia poco emendabile. Lidea che
le cose possano finire non porta a cercare o ottenere dei miglioramenti. Lo possiamo dedurre dagli
esempi di quelle che prima ho chiamato micro apocalissi: la fine della prima Repubblica in Italia non ha
reso migliore la classe politica che seguita alla fine
di quellepoca, anzi. Sono piuttosto state metabolizzate cose fino a prima impensabili, come i festini
nelle ville di Berlusconi, e il risultato che non ci si
scandalizza pi.
Magari nel momento in cui avviene la frattura si
fanno i buoni propositi e si cerca di imparare dal passato, ma questo non dura e non vedo unutilit nei
momenti di passaggio da unepoca ad unaltra. un
po quello che accadeva un tempo nel periodo quaresimale: per le strade e le piazze giravano dei predicatori che, con uno stile tipicamente teatrale, alimentavano limmaginario popolare con descrizioni
dellinferno, dellapocalisse, dellorrore. Si trattava
di tecniche che avevano anche un certo successo
nellimmediato e le persone erano sinceramente
scosse. Poi per la quaresima finiva e la gente tornava alla vita di tutti i giorni senza modificare i propri
comportamenti. Anche la profezia dei Maya, che
affascina molte persone, in realt non ha cambiato la
quotidianit della gente: sembra pi un passatempo

20

per chi trascorre le sue giornate su Internet e non un


vero momento di coscienza collettiva.
Quindi non la minaccia della fine del mondo che
pu in qualche modo portare un miglioramento nei
valori di una collettivit.
Sicuramente no. Il cambio di valori di una societ
un processo lungo, lento e per niente lineare. Ci
sono degli eventi che spostano le frontiere di ci che
viene accettato o respinto, modificando il sistema
valoriale collettivo, ma anche questo non un passaggio scontato, anzi, spesso la storia rivela emblematiche inversioni di tendenza.
Quando si parla di valori emergono spesso i fantasmi
del passato, pensiamo allOlocausto: quellevento
sembrava il punto oltre il quale non si poteva andare,
in quel momento lumanit ha dichiarato con forza
che sulla faccia della Terra non si sarebbe pi verificato un simile orrore. Eppure non molti anni dopo
abbiamo avuto i massacri in Cambogia e in Ruanda,
gli scandali di Guantanamo e Abu Ghraib, solo per
fare pochi esempi. Lo stesso popolo ebraico, che per
secoli ha subito persecuzioni di ogni tipo, ha poi utilizzato nella striscia di Gaza strumenti che sono stati
definiti crimini contro lumanit.
Insomma, tutto quello che sembrava essere il nonoltre si poi avverato. Adorno diceva che se il pensiero non va oltre se stesso diventa complice delle
canzoni che le SS cantavano per coprire i lamenti
degli Ebrei nei campi di sterminio. Quale pensiero
riuscito o riesce a pensare contro se stesso? Il
discorso complesso e i valori si trasformano in
tempi lunghi e con modalit non omogenee. Non
basta certo una profezia per incidere sul sistema
etico e comportamentale di una societ.

Quella fine del mondo


che non arriva mai

Quasi tutti i popoli della terra


moto a Nizza; le tre attivit vulhanno concepito dei sistemi per
caniche pericolose del Pele in
misurare il tempo, sono consci
Martinica nel 1851, 1892 e 1902,
del suo trascorrere e si sono
che distrussero la citt di Saintculti millenaristici e
interrogati su una probabile
Pierre. La Francia di fine secolo
ansie apocalittiche
fine dei tempi. Questo tempo
era affollata di ostie sanguinanti,
nelle diverse culture
appare dunque molto soggetcibori lacrimanti, apparizioni,
del mondo
tivo, visto che sono state regiprodigi, comete, meteore, perstrate innumerevoli possibilit
sino serpenti volanti, terremoti
di misurazione: dalla conta delle
circoscritti al salotto e notizie di
di Marta Villa
generazioni biblica o erodotea,
vulcani in eruzione in ogni dove.
allappuntamento olimpico poliComunque nel dicembre 1899
biano, ai calendari pi diversi che
troviamo a Parigi George GisIl grande tempo del mondo inizia
prendono origine da determinati
sing scrivere un libro intitolato
ancora, gli anni dorati ritornano,
eventi particolari. Molti storici
Tra i profeti, riguardante, spiela terra fa come il serpente che si
dellantica Grecia, ad esempio,
gava, nuove religioni e pazzie di
rinnova il suo inverno elimina il
pur conoscendo mesi ed anni,
vari tipi (Eugen Weber, Le apopassato
preferivano nelle loro cronacalissi. Milano: Garzanti, 2000:
Shelley
che circostanziare con maggiori
24).
coordinate i fatti che andavano
Se lasciamo per un attimo in
narrando senza fermarsi a quegli
disparte le tre escatologie abraindicatori. Tale modalit non
mitiche, pi note, e ci addenand perduta col passare dei
triamo nel dedalo delle altre
secoli, anzi, era ancora in vigore
credenze spirituali, troviamo
nellet medievale e per qualche
nellantichit lo Zoroastrismo,
dotto anche successivamente.
che gi nel 500 a. C. aveva sviI giorni potevano essere fausti
luppato concetti riguardanti la
o infausti, particolari mesi pi
fine della terra conosciuta ad
pericolosi di altri, lo stesso dicasi
opera di un fuoco divino che
per stagioni (per cui si praticalavrebbe consumata tutta. Nel
vano riti di esorcismo) o anni
libro sacro Zand-i Vohuman
Non ci stupiamo di leggere che
Yasht la fine sarebbe coincisa
Stephan Mallarm o Thomas
con lo scadere del decimilleHardy, da una parte allaltra della
simo inverno, periodo durante
Manica, si interrogavano attorno
il quale il Sole sarebbe apparso
alla finale dun sicle definendo
in cielo solo occasionalmente, i
il 31 dicembre 1900 il capezzale
giorni si sarebbero accorciati e
del secolo. Il millenarismo, che
di conseguenza anche i mesi e
spesso identifica la fine di cicli Icona ortodossa russa rappresentante lApocalisse gli anni. Lambiente avrebbe forepocali con momenti di crisi,
temente risentito di questo camora identificava la crisi con la fine di un particolare biamento apparendo pi desolato e spoglio, luomo
ciclo cronologico. Negli anni novanta del XIX secolo non avrebbe pi potuto coltivare la terra e si sarebbe
molti commentatori e giornalisti affermavano dolenti dedicato solo a pratiche deplorevoli e vili. Piogge di
di non sapere che cosa avrebbe significato la fin de creature nocive, ombre nere tali da trasformare il
sicle (Eugen Weber, Le apocalissi. Milano: Gar- tempo in una lunga notte buia, avrebbero fatto da
zanti, 2000: 26).
contorno alla lotta tra forze del bene e del male, al
Molti anni (il 1000, il 1900, il 2000, solo per citare i pi cui termine avrebbe avuto luogo il giudizio finale di
famosi) sono stati da alcuni attesi come giorni del tutte le anime: a differenza dellescatologia abramigiudizio e vissuti con ansia. I lettori di Nostradamus tica cristiana, nello zoroastrismo i peccatori subisapevano che per lui la fine del mondo era stabilita scono una punizione di soli tre giorni e successivanel 1886. Alle sue profezie erano stati legati, infatti, mente ricevono il perdono. Solo dopo questi eventi
diversi eventi catastrofici naturali: nel 1883 lesplo- il mondo avrebbe raggiunto la perfezione: non pi
sione violentissima, udita fin in Australia, dellisola povert, vecchiaia, malattie, fame, sete e anche la
indonesiana Krakatoa e il conseguente tsunami morte risulterebbe annientata. La comparazione con
che travolse 40.000 persone; nel 1887 il forte terre- lapocalisse di stampo giudaico-cristiano mostra

21

diversi punti concettuali in comune: linfluenza


storicamente databile allepoca in cui lintero Medio
Oriente era controllato dallImpero degli Achemenidi
(met VI-IV secolo a. C.).
Se ci spostiamo in Estremo Oriente troviamo lescatologia di stampo buddista: anche in questo caso la
fine dei tempi coinciderebbe con lavvento di Maitreya, un grande Budda. Lo stesso fondatore aveva
predetto che i suoi insegnamenti sarebbero stati
ricordati solo per 500 anni, dopo i quali lumanit
si sarebbe votata ai dieci concetti amorali dellassassinio, del furto, della violenza, della menzogna,
della calunnia, delladulterio, della conversazione a
vanvera su fatti ignoti, dellinvidia, dellira e della lussuria, che avrebbero portato sulla terra ogni genere
di povert, di tristezza e di profondo disordine
sociale. In epoca medievale questa durata venne
estesa a 5.000 anni e i diversi commentatori descrissero le fasi di questa lenta ma progressiva caduta
morale e localizzarono nel paradiso Tushita la residenza attuale del nuovo Budda, che, attendendo il
momento giusto per rinascere nuovamente, avrebbe
riportato il mondo agli insegnamenti del nuovo buddismo. Lescatologia buddista concorda con la forma
pi generale delle cosmologie induista e buddista
secondo le quali lepoca contemporanea rappresenta solo lo stadio finale di molti cicli di creazione
e distruzione. Lo stesso Budda storico, Shakyamuni,
solo lultimo di una serie di Budda la cui memoria
si perde nel remoto passato. Anche linduismo ha
una visione circolare della storia umana generale,
in relazione molto stretta con lo stato spirituale interiore di ciascun uomo. Il ciclo Kalpa, o cosmico,
un percorso di declino di natura e cultura tra periodi
di dilatazione temporale, nei quali Brahma genera
e rigenera la realt. Le et di questo processo sono
sempre quattro (Satya Yuga, Dwapara Yuga, Treta
Yuga e Kali Yuga) e sono suddivise in stadi di passaggio dalla piena purezza alla completa impurit.
LEt del Ferro, il Kali Yuga, il periodo di massima
degradazione spirituale: la vita si accorcia, imperano
violenza e malattie, la natura stessa sembra incapace
di rinnovarsi. Dopo questo periodo di caos mondiale durante il quale compare un avatar, avviene
la totale distruzione, immediatamente seguita dalla
Satya Yuga, lEt dellOro. Anche per questa escatologia non esiste una dannazione eterna e nemmeno
un vero e proprio momento della fine, perch vi
sempre un ricominciamento infinito: in epoca contemporanea siamo nel peggiore Kali Yuga e la soglia
di tollerabilit da superare per lavvento dellavatar
molto alta, il mondo dovr ancora degradare fino al
massimo livello.
C per un culto induista, la Brahma Kumaris World
Spiritual University, che prevede una quinta et,

22

quella chiamata della Confluenza, che ha riunito


in s il concetto cristiano della fine dei tempi con la
concezione della ciclicit: secondo questa branca
dellinduismo lumanit ha superato la soglia della
fine dei tempi nel 1936 e vedr la fine del mondo nel
2036, quando NEO 99942 Apophis, un asteroide, si
avviciner molto alla Terra. Forse non tutti sanno che
Rudolf Steiner, fondatore dellantroposofia, aveva
stabilito i cicli cosmici rifacendosi a quelli induisti,
in particolare sosteneva che lumanit sua contemporanea vivesse nel Kali Yuga e aveva dichiarato che
questepoca buia sarebbe finita collinizio del XX
secolo, quando luomo avrebbe ricominciato a sviluppare le sue qualit di chiaroveggenza.
Il Giappone, a proposito di correnti apocalittiche,
molto prolifico: si contano circa 200.000 sette, alcune
delle quali, profetizzando fini del mondo imminenti
con ununica nazione salva, la loro, hanno organizzato attentati bioterroristici per salire alla ribalta della
cronaca.
Anche la Corea nel 2000 attendeva con ansia il ritorno
del Messia: nella sola Seul ogni notte il profilo dei
tetti contro il cielo si trasforma in un caos di croci
rosse al neon, ciascuna delle quali rappresenta una
comunit di Cristiani rigenerati. Forse un milione di
persone a Seul crede di vivere nella fine del tempo,
che si dissolver nelleternit subito dopo il duemillesimo anniversario della nascita di Cristo. Ma le
croci non sono l per commemorare il Ges di Nazareth terreno: sono luci che servono a guidare latterraggio del Cristo Re volante il quale, allo scadere del
grande momento predestinato, apparir sulle nubi
per inaugurare il Millennio (Damian Thompson, La
fine del tempo. Vicenza: Neri Pozza, 1997: 256).
Se scendiamo nellarcipelago melanesiano troviamo
culti millenaristici che, nati da epiche orali fuse con la
predicazione cristiana, si sono trasformati in organizzazione di lotta politica e di redenzione sociale. Gi
nel XIX secolo alcuni profeti predissero la fine del
mondo e indicarono come unica via di salvezza la

Il culto di Zoroastro (Saratustra) in una bassorilievo iraniano (Persepoli)

KrishnaKa ottavo avatra di Viu raffigurato come Ka Veugopla,


ovvero Ka suonatore di flauto (veu) e pastore delle mucche (gopla)

purificazione dalle abitudini e dalle mode dei bianchi.


Se superiamo loceano Pacifico e sbarchiamo in
America del Nord troviamo anche qui alcuni popoli
nativi, ad esempio gli indiani Hopi e i Lakota, che tradizionalmente si tramandano racconti paradigmatici
a proposito della fine del mondo.
Gli Hopi attendono larrivo del Giorno della purificazione, avvio di un grande tempo di rinnovamento
generale. Secondo la loro epica orale, la fine dei

tempi sar caratterizzata dallarrivo di serpenti di


ferro, di fiumi di roccia e dalla creazione di una ragnatela gigantesca che far diventare i corsi dacqua
neri. La profezia indiana prosegue indicando il pericolo provenire dal cielo, in particolare da un enorme
luogo di precipitazione molto simile ad una stella
(un buco nero?), ma blu, che raffredder completamente la terra coprendola di deserti freddi, acque
gelate e roccia dura. Tutta lumanit divenuta crudele
si combatter: si salveranno solo quelli che avranno
compreso la profezia, gli Hopi, che continueranno
a vivere al sicuro nella loro terra. Gli Hopi accoglieranno i fratelli bianchi saggi che dopo la distruzione
torneranno a piantare i semi della saggezza, cos da
poter varcare la porta dingresso del Quinto Mondo.
Anche i Lakota hanno unescatologia orale tramandata da Alce Nero, uno dei guaritori pi famosi di
questo popolo. Black Elk ha profetizzato un periodo
di grave disequilibrio causato da inondazioni, fuochi
e terremoti. Solo allapparizione della Donna del
cucciolo di buffalo bianco inizier la grande purificazione di tutto il mondo e la restaurazione di un complesso equilibrio spirituale. Da quando i capi trib
hanno saputo della nascita di diversi bisonti albini
(1994, 1995 e 2006) in alcune fattorie dello stato
del Janesville, si sono convinti che i tempi fossero
maturi per questo possibile passaggio di era. A proposito di millenarismi pseudocristiani, lAmerica del
Nord e in particolare gli USA videro sia nel XIX, che
nel XX secolo numerosi Messia o Ges Cristi profetizzare immediate apocalissi puntualmente non verificatesi: molti di essi vennero rinchiusi in manicomi o
addirittura in carcere perch avevano estorto denaro
con linganno. Sempre nel continente americano
abbiamo lAssociazione nazionale per la coscienza di
Krishna (Hare Krishna), fondata nel 1966 dallincarnazione del dio Krishna, i cui adepti in abiti zafferano
hanno bandito i comportamenti immorali in attesa di
una fine del mondo imminente: similmente allescatologia induista, anche presso gli Hare questepoca
Kali Yuga finir presto e comincer lera dellamore,

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
Mario Polia, Gianluca Marletta, Apocalissi: la fine dei tempi nelle religioni, Milano, Sugarco, 2008
Il volume propone un viaggio alla scoperta del filone mitico della fine dei tempi presente
in tutte le religioni: in un percorso universale che va dalle fedi monoteistiche alle tradizioni
orientali, dallAmerica precolombiana allEuropa precristiana, interrogando la Bibbia e il
Corano, il Vishnu Purana ind e il Popol Vuh maya, nellottica scientifica ma affascinante
della moderna storia delle religioni. Un viaggio nel futuro dellumanit cos come immaginato, con impressionanti analogie nelle sue tappe fondamentali, dal pensiero religioso
dogni tempo e luogo: dalla decadenza spirituale delluomo allallontanamento dal divino,
dalla corruzione della societ agli sconvolgimenti naturali, dal regno oscuro e grottesco
delluomo-che-si-fa-dio alla vittoria finale della luce.

23

della fratellanza e della pace. Per la 3HO (Healthy,


Happy, Holy Organization) e per alcuni movimenti
della cosiddetta New Age, let dei pesci bimillenaria
giunta al termine e verr sostituita dalla migliore
et dellacquario, dove la coscienza collettiva prender il sopravvento su quella egoista e individualista.
Nel recente 1997 a San Diego, una setta di cyberculto apocalittico predisse la fine del mondo e si

suicid collettivamente (39 persone) per entrare traghettati attraverso il cyberspazio nel paradiso grazie
al passaggio della cometa Hale Bopp, che il 23 e 24
marzo si avvicin moltissimo al pianeta.
La profezia dei Maya fin troppo nota e si evita di trattarla approfonditamente: anche i Maya, per, hanno
stabilito allinterno del loro calendario ciclico un susseguirsi di epoche utili a rinnovare continuamente il

Indiano Hopi e ragazzo che personificano spiriti ancestrali durante la cerimonia della semina dei fagioli. Da Indians di Joanna Cohan Scherer,
foto di James Mooney, bureau of American Ethnology

24

mondo. Molti hanno assurto a paradigma la data del


21 dicembre 2012 come termine di uno di questi cicli
e hanno indicato una possibile data di fine dei tempi:
gli stessi discendenti dei Maya continuano pubblicamente a sostenere che non sar la fine delluniverso,
ma linizio di una nuova epoca sociale e spirituale.
Se solchiamo lAtlantico in questo nostro ipotetico
viaggio escatologico e approdiamo in Europa troviamo alcuni miti poco noti, in particolare riferiti
allepica nordica. Per la mitologia norrena la fine del
mondo sarebbe preceduta da un violento mutamento
climatico durante il quale linverno Fimbulwinter,
freddissimo e mortale, scenderebbe per seminare il
panico tra gli uomini. La vera fine sarebbe rappresentata dal Ragnark, battaglia degli dei contro le
forze del Caos: questo conflitto causerebbe la morte
di tutte le divinit, dei giganti e dei mostri, stravolgendo lintero universo. Ma anche in questo caso si
avrebbero sopravvissuti: in particolare uno di loro,
risorto, ricomincerebbe a comandare su un mondo
nuovo.
Nel continente africano troviamo numerose sette
millenariste che profetizzavano la fine del mondo
gi nel 2000 e che uniscono pratiche cultuali tradizionali con cristianesimo o islamismo: in molte prevale unescatologia apocalittica molto tragica che in
diversi casi ha portato a suicidi collettivi.
In tutte le diverse escatologie abbiamo sempre un
periodo di forte crisi, di profonda violenza e immoralit che precede la distruzione e la successiva resurrezione: tutte le epoche sono marcate da pericoli,
ingiustizie, disordini sociali e sollevazioni, corruzione
della moralit e della famiglia, turbolenze e preoccupazioni che possono servire da segni e stimolare
attese. In questa prospettiva sono presagi; e sempre
ci sono presagi, sempre apprensioni apocalittiche,
sempre paure e speranze a suggerire temi millenaristi. Unendo pessimismo e ottimismo, il messaggio millenarista sempre adattabile alle circostanze
di qualsiasi epoca (Eugen Weber, Le apocalissi.
Milano: Garzanti, 2000: 39).
Possiamo concludere con la constatazione dello storico Weber che pu essere estesa a tutte le ansie
millenaristiche sorte nelle diverse culture: Cos la
fin de sicle una invenzione della precedente fin
de sicle, come si defin essa stessa. Le sue connotazioni negative sono da mettersi in relazione con
evocazioni spontanee, ma anche e soprattutto con
una millenaria tradizione la quale suggerisce che
immagini, discorsi, stereotipi e modi di pensiero
in un qualche modo legati alla fine di unepoca, di
unesperienza generazionale o del dominio di una
classe sociale possano essere collegati alla fine di
un mondo, e forse del mondo (Eugen Weber, Le
apocalissi. Milano: Garzanti, 2000: 32).
Heimdallr che presidia lingresso al Valhalla in un manoscritto islandese del XVII secolo

25

Immagini di
ordinaria catastrofe

Ultimamente il mondo della critidel termine, impoveritasi negli


ca sulle letterature per ragazzi e il
ultimi decenni, lo lascerebbe pengiornalismo culturale paiono consare. Il rifarsi agli scenari oscuri e
vergere su quella che sembrereb- corsi e ricorsi, con novit, pessimisti del dopobomba o della
be una tendenza nuova: lattenziosciagura ambientale o climatica di
tra fumetti, cinema,
ne, che si sarebbe verificata negli
qualche tipo stato quasi sempre
ultimi anni, delle narrative per la animazione e videogiochi dovuto, in epoca tardomoderna e
giovent sui temi del disastro amcontemporanea, a un clima genedi Marco Pellitteri
bientale e degli scenari apocalittici
rale di incertezza e a una sensazioe post-apocalittici. Questa tendenne di pericolo incombente.
za, secondo alcuni osservatori,
Ci sono naturalmente anche altre
sarebbe in atto da alcuni anni non
ragioni, pi prosaiche: ad esemsolo nella narrativa a mezzo stampa di tipo alfabe- pio, in molto cinema catastrofista degli anni novantico (romanzi e racconti in prosa scritta) ma anche ta si cercava ancora di cavalcare londa lunga del
in quella grafico-sequenziale (fumetti), in quella ci- successo delle pellicole in tema dei decenni prenematografica e in quella videointerattiva (videogio- cedenti, ma ormai il motivo principale di film come
chi).
Independence Day (di Roland Emmerich, 1996) e di
In realt non si tratta di una tendenza nuova, che Armageddon (di Michael Bay, 1998) e Deep Impact
presupporrebbe uninsistenza recente su questi (di Mimi Leder, 1998) era quello di unire banali stotemi. Al contrario, questo tipo di scenari sempre rie romantiche con divertenti citazioni e omaggi, lo
esistito in forme, simbologie e ambientazioni diver- sfoggio di nuovi effetti speciali resi possibili dallese nella narrativa di tutti i tempi, a partire dai miti voluzione, allora in piena espansione, delle tecnoloclassici dellantica Grecia (e non solo), passando per gie digitali, e la glorificazione della potenza militare e
le fiabe popolari europee e arrivando alle pellicole della solennit statunitensi; ma cosa dire invece dei
catastrofiste statunitensi degli anni sessanta-settan- tanti film degli anni settanta e ottanta basati su meta e seguenti, al cinema danimazione per ragazzi di teore, disastri atomici, invasioni di vampiri spaziali?
provenienza giapponese degli anni settanta-ottanta Molta critica storica del cinema si concentra, a quee ai videogiochi di produzione internazionale dagli sto proposito, proprio sulle inquietudini degli amerianni novanta in poi. Quel che di recente mi pare sia cani dovute alla rovinosa ritirata dal Vietnam da un
cambiato sono latteggiamento e le motivazioni del- lato e allintensificarsi della Guerra fredda con le ultilo sfoggio di scenari e messaggi molto cupi in certa me tensioni dovute allo Scudo spaziale, prima che si
nuova narrativa per ragazzi, che essa sia scritta, visi- sapesse che di l a poco lURSS sarebbe caduta. Se
va, cinematica o videoludica.
si considera che questi film, per complessit e conIl concetto chiave per comprendere la ciclica at- fezionamento, erano sostanzialmente opere per ratenzione sui temi del disastro e della catastrofe , gazzi, si capisce la rilevanza di questo tema in ambito
a mio avviso, lacinematografico.
nalisi dello spirito
Il dopobomba e i
del tempo. I termidisastri ambientali
ni stessi disastro
sono una costante
e catastrofe sono
di moltissima aniclamorosamente rimazione giapponevelatori: il primo
se per il cinema e
un evento portato
la televisione, il che
da una cattiva stelassume unimporla (dis-astrum) e il
tanza particolare nel
secondo (dal greco
nostro discorso perkatastroph, in orich gli anime nipgine rivolgimento
ponici sono giunti in
riuscita fine)
Italia in grandi quanun capovolgimento
tit e ancor oggi alidello stato delle comentano un immase che non necessaginario divenuto pariamente devessetrimonio collettivo
re in peggio, anche
di varie generazioni
se larea semantica
di giovani ed ex gioIl videogame Fimbulwinter. Nella mitologia norrena (Scandinava), uno dei
segni che annunceranno la venuta del Ragnark, la fine del mondo

26

vani. Si pensi alle serie Conan, il ragazzo del futuro di


Hayao Miyazaki del 1978 (dal romanzo di Alexander
Key The Incredible Tide, in cui una guerra elettromagnetica ha fatto sprofondare quasi tutte le terre sotto le acque oceaniche) e Ken il guerriero, dal
manga di Buronson e Tetsuo Hara degli anni ottanta
(in cui guerrieri dalla forza sovrumana si contendono una Terra devastata da una guerra nucleare), al
celebre film Nausica della Valle del Vento ancora
di Miyazaki, del 1984 (dove unaltra guerra atomica
ha riportato lumanit a uno stato di civilt medievale e dove enormi insetti sono divenuti la specie
dominante in un mondo ancora quasi del tutto radioattivo), o al fumetto e serie animata Alita, langelo
della battaglia, di Yukito Kishiro, ancora frutto degli
anni ottanta e poi novanta (la cui protagonista una
cyborg che si muove in un mondo del futuro ostile,
razzista e violento, rinato fra i rifiuti e le macerie di
unaltra guerra devastante). V da rilevare a questo
proposito un interessante corto-circuito simbolico
fra Italia e Giappone. In Giappone queste storie erano state ideate da autori nati durante o poco dopo
la seconda guerra mondiale, dunque era stato loro
tramandato fin da bambini limpatto emotivo dellindicibile trauma collettivo di Hiroshima e Nagasaki e
delloccupazione americana (lunica nella storia di
un paese prima di allora ritenuto dal suo popolo sacro e destinato allinviolabilit): ecco perch in molti
film e serie di fantascienza il Giappone invaso da
potenze aliene o venute dal sottosuolo, o sconvolto
da cataclismi di vario tipo, e a risolvere la situazione
sono quasi sempre giovani e giovanissimi, spesso
orfani, alla guida di macchine sofisticate, ma animati
da un antico spirito dabnegazione. In Italia, queste
distopiche e cupe storie di guerra e resistenza arrivarono, a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, in un periodo nel
quale i bambini sempre pi rimanevano molte ore a casa da soli
in compagnia della televisione,
orfani momentanei per lassenza
dei genitori, intrattenuti da serie
i cui protagonisti erano loro coetanei e anchessi orfani, liberi di
muoversi autonomamente in uno
spazio privo di adulti come nelle
fiabe. In quel contesto narrativo
la catastrofe, la guerra, nella serie
animata veniva affrontata proprio
dai giovanissimi senza laiuto degli
adulti, e questo parallelismo costituiva per gli spettatori una formativa esperienza emozionale e cognitiva con cui entrare in sintonia.
Lanimazione occidentale, ben-

ch in minor misura, ha saputo dedicare alcuni film


per ragazzi al tema del disastro/catastrofe davvero
di alto livello. Fra quelli che si possono citare qui,
bastino due esempi. Il primo il lungometraggio
a disegni animati When the Wind Blows (1986), di
Jimmy Teru Murakami, tratto dal romanzo a fumetti
di Raymond Briggs: un enigmatico attacco nucleare
sulla Gran Bretagna da parte dellUnione Sovietica
mostrato dal punto di vista di unanziana coppia inglese che vive in campagna e morir lentamente di
avvelenamento da radiazioni. Il secondo Avatar, il
campione dincassi di James Cameron del 2009, un
film di fantascienza che, oltre che essere in fondo
per ragazzi (o per adulti dallo spirito molto fanciullesco), per lo pi in animazione, visto che tutti i suoi
scenari e buona parte dei suoi personaggi, i giganti
blu di Pandora e le altre forme di vita del pianeta alieno, sono realizzati in CGI. Avatar, che per altri versi
una fotocopia del canovaccio della vicenda di Pocahontas, dei conquistadores e dellappropriazione del
Far West da parte dei bianchi sui nativi americani,
rispetto al nostro tema la storia di una migrazione
di massa stavolta da un pianeta, la Terra, sovrappopolato e inquinato, a un altro, Pandora, vergine e
incontaminato alla ricerca di uno spazio vitale, la
cui sola evocazione richiama memorie macabre.
I fumetti sono una forma espressiva, che ha saputo
mostrare con estrema incisivit, in momenti diversi
della sua storia, lorrore nel quale potrebbe cadere
(ed caduta) lumanit: nel meraviglioso romanzo
LEternauta (1957-1959), degli argentini Germn H.
Oesterheld e Francisco Solano Lpez, Buenos Aires vittima di una terrificante invasione aliena, disarmante profezia della dittatura che sarebbe stata
instaurata anni dopo; nel giocoso Kamandi (19721978), uno degli ultimi capolavori
dello statunitense Jack Kirby, influenzato dal celebre film Il pianeta delle scimmie (1968, di Franklin
J. Schaffner, a sua volta tratto dal
romanzo del francese Pierre Boulle), il mondo dellestremo futuro
ripiombato nella barbarie ed dominato da animali ultraintelligenti.
Negli ultimi anni i supereroi hanno
attraversato una notevole trasformazione, dopo il trauma dellUndici settembre, e le catastrofi e gli
scenari apocalittici si sono moltiplicati in varie serie. Tali scenari
si sono fatti pi frequenti anche
al di l dellambito supereroico,
per esempio con la serie Y: lultimo uomo sulla terra (2002-2007,
di Brian K. Vaughan e Pia Guerra),

When the wind blows, tratto dallomonima


graphic novel disegnata dallillustratore
britannico Raymond Briggs (1982)

27

Terminator Salvation un film di fantascienza del 2009, quarto capitolo dedicato alla saga di Terminator

incentrata su unepidemia che spazza via dalla faccia


della terra tutti i mammiferi maschi, ad eccezione di
un solo ragazzo e del suo fido scimmiotto.
Abbondano anche i videogiochi post-apocalittici:
fra i pi recenti, a partire dagli anni novanta, sono
da segnalare alcune avventure assai avvincenti,
spesso e volentieri attinenti alla categoria del gioco
di ruolo, ma sovente anche caratterizzati dal gameplay afferente ai codici dellazione, come lo sparatutto in prima persona e la modalit stealth: Strife
(Rogue Entertainment, 1996), Beneath a Steel Sky
(Sotto un cielo dacciaio, due capitoli, 1994 e 2009),
Fallout (Black Isle Studios, quattro capitoli, 19972004), UFO: Aftermath (Altar Interactive, 2003),
S.T.A.L.K.E.R. (GSC Game World, tre capitoli, 20072009), Advance Wars (Intelligent Systems, quattro
capitoli, 2001-2008) e Rage (Id Software, 2011): in
tutti questi giochi lavventura si svolge in un mondo
devastato o dalla guerra o dalle conseguenze di una
catastrofe radioattiva, a volte da uninvasione aliena.
Accanto a questo genere di ambientazione post-
(post-apocalittica, ma anche postmoderna) ne esiste
un altro che attira milioni di ragazzi e ragazze, anche
gi cresciutelli, in tutto il mondo: il survival horror.

28

Padre e madre del genere sono i celeberrimi Alone


in the Dark (Infogrames, 1992), bench non si tratti di
un gioco legato alle distopie, e soprattutto Resident
Evil (Capcom, undici capitoli, 1996-2011). Il survival
horror trova la sua matrice, in genere, in uninvasione di zombie dovuta a uninspiegabile epidemia, o
a volte in uninvasione aliena, dalla quale i giocatori
devono difendersi e sopravvivere, in un clima perennemente ansiogeno e al cardiopalma.
Lattrazione dei giovanissimi per questo tipo di narrative, siano esse legate alla lettura/visione o allinterativit, pu essere spiegata attraverso due elementi
entrambi afferenti alla psicologia dello sviluppo. Da
un lato il fenomeno, tipico dellet puberale e delladolescenza, del sensation seeking, la ricerca di sensazioni forti: non ci sono solo giovani che ricercano
queste sensazioni nella velocit in auto o in moto, o
in attivit (fisiche, sessuali) in vario modo estreme,
o nellillegalit, o nellalcool e nelle droghe, ma anche quelli che, per vari motivi, le vivono in maniera
vicaria mediante la narrativit; in tal senso, gli adulti
dovrebbero preoccuparsi molto di pi delle ragioni
che non nascono solo dalla fascinazione affabulatoria che portano i ragazzi a passare le ore di fronte

a una sessione di Resident Evil, piuttosto che delle


fantomatiche ripercussioni psicomotorie ed educative dei videogiochi. Dallaltro lato v chiaramente
la necessit, primaria e ancestrale, di bambini e di
ragazzi, di affrontare in termini simbolici e allegorici le proprie paure: in una fase storica nella quale
sempre pi raro trovare genitori che capiscano che
la paura, anche forte e traumatica (anzi, specialmente quella forte e traumatica) per i loro figli un momento importante di crescita e di venuta a patti con
i propri timori interiori e che non va aggirata sulla
base della necessit di proteggerli, le nuove generazioni soddisfano questa necessit psicologica in
altro modo.
Ecco il perch dei tanti film e videogiochi dellorrore,
il cui impatto emozionale in termini di paure non
affatto superiore, pur nella diversit dapproccio, a
quello delle fiabe classiche. Hansel e Gretel, Pollicino, Barbabl sono racconti horror in cui, proprio
come nei videogiochi apocalittici, la morte protagonista; e proprio la morte una paura dominante del bambino e del ragazzo, checch ne pensino i
genitori: insieme alla paura dellabbandono (meccanismo psicologico di cui queste narrative, sia videoludiche sia di altro tipo, si sono appropriate e che
usano benissimo), la morte la ur-paura dei giovanissimi.
Credo che in questo contesto lattenzione alle tematiche ecologiche sia estremamente secondaria:
certo nella scelta delle ambientazioni v, a livello
superficiale, linfluenza dei discorsi contempora-

nei sullinquinamento, sulla pericolosit dellenergia atomica e sullestinzione di sempre pi specie


animali, ma vi sono nodi psicologici pi profondi e
inestricabili. Unultima e fondamentale ragione del
successo presso i ragazzi degli scenari apocalittici e
da dopobomba trova la sua origine, a mio avviso, in
una forte crisi generazionale legata sia a un contrasto pi pronunciato con la cultura degli adulti sia alla
percezione emotiva, prima ancora che intellettuale
e documentata, di una carenza o assenza di futuro.
Il dibattito pubblico di questi anni sulle generazioni perdute, sul precariato lavorativo che colpisce i
giovani, sulla presunta degenerazione morale, intellettiva e culturale delle nuove leve di ragazzi, stato
a mio parere uno degli elementi che hanno portato al
rinnovato successo di storie nelle quali lintera popolazione mondiale (per lo pi adulta) viene sterminata,
e solo un manipolo di giovani detiene la chiave della sopravvivenza e della rigenerazione dellumanit.
Nella fantasia di potenza dei giovani fruitori di queste
storie, lidea di un tabula rasa generale del genere
umano adulto uno scenario fortemente consolatorio e catartico, un luogo della mente nel quale
vi sia finalmente lo spazio vitale perch le giovani
generazioni possano esprimersi liberamente senza
loppressione adulta. Unuccisione del padre quasi
edipica che, in mancanza di un altro Sessantotto,
trova sfogo fra le pagine dei nuovi romanzi di fantasie del dopobomba, nelle immagini delle serie e dei
film catastrofici di nuova concezione e fra i pixel dei
videogiochi post-apocalittici e horror.

Ken il guerriero, viene pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1983

29

Apocalypse
online

sono unasserzione che riguarda


Hollywood
il futuro, lindimostrabilit scienIn primavera ero a Uxmal, uno
tifica di tale asserzione e lindei noti siti archeologici maya
tervento divino, che, per, nel
nello stato dello Yucatn in Messignificato per estensione, assico. La guida che mi accompadi Alice Manfredi
sente. Sia che si consideri la degnava ha esordito dichiarando
finizione pi ristretta che quella
di essere diretto discendente dei
allargata, parlando di Internet gli
Maya, al cento per cento ha
esempi abbondano.
precisato. Cos, al termine della
Per quanto riguarda i siti che prebella visita, non ho potuto tratsentano profezie di
tenermi dal porgli
origine divina, le
la fatidica domanpagine
dedicate
da: Ma, e la fine
alla nota presunta
del mondo?. Lui,
previsione maya
sorridendo gentilnon sono certo
mente, ha rispoisolate e probabilsto laconico: Holmente nemmeno
lywood.
predominanti. Al
Sicuramente Holcontrario,
profelywood ha fatto
zie di vario genere
della presunta prosono ospitate da
fezia maya sulla
molti siti di imfine del mondo un
pronta religiosa, leleitmotiv. E questa
gati a una fede per
non che la punta
nulla esotica o londelliceberg. Gran
tana nello spazio
parte dellindustria
e nel tempo come
dellintrattenimenquella maya. Per
to, e il mondo delesempio, <www.
la cultura in senso Il sito archeologico Maya di Uxmal
lultimopapa.it> e
lato, hanno prodotto negli ultimi anni una mole imponente di contenuti <www.profezia.net> sono interamente e dichiarasul tema. Film, documentari, canzoni, serie televisi- tamente votati alla trattazione di questi messaggi. Il
ve, libri, programmi scientifici o pseudoscientifici, primo si presenta cos: sito dedicato allimminenpubblicit, videogiochi, giochi di ruolo, fumetti. Tutti te fine del mondo secondo la Profezia dei Papi, che
questi materiali e sicuramente anche altri che ora come vedremo indicherebbe Benedetto XVI quale
mi sfuggono sono precipitati nel web. Per inte- ultimo Papa della Storia. Segue un prospetto siro, o frammentati, oppure recensiti e commentati. Di mile in tutto ai bollettini del rischio meteorologico o
valanghe in cui indicato il livello di allerta per la
certo ci sono.
Perch se vero che su Internet c un po di tutto, fine del mondo. Nel secondo si espongono invece le
anche vero che in particolare le profezie trovano qui profezie della Bibbia, con video e testi di approfonterreno fertile. Non che gli internauti siano creduloni. dimento. Ma, oltre ai siti interamente costruiti allo
Al contrario. Le profezie prosperano online perch scopo di diffondere e talvolta discutere profezie, esise tanti navigatori le sostengono, ce ne sono almeno stono anche siti-portali dedicati a specifiche religioni, in cui alcune sezioni contengono un compendio
altrettanti che si adoperano per criticarle o negarle.
di questi messaggi divini sul futuro.Nondimeno Internet un luogo dove prosperano profezie di altro
Profezie online
Secondo il Dizionario della Lingua italiana, Sabati- tipo, previsioni che rispondono alla definizione per
ni Coletti per profezia sintende lespressione, per estensione del termine. Non caratterizzate dunque
bocca umana, di un messaggio divino, talvolta pre- da una rivelazione divina, ma frutto di una previsioannunciante eventi futuri. Per estensione la pre- ne umana. Abbondano le profezie pseudoscientifidizione di avvenimenti futuri, basata su una pretesa che e quelle tecnologiche. Lesempio per eccellenza
ispirazione o su osservazioni astrologiche, ovvero su lallarme creatosi intorno al cosiddetto Millennium
bug, che per certi versi assunse i contorni di una
una personale visione di quanto accadr.
Dunque gli elementi che caratterizzano la profezia profezia. Conosciuto anche come Y2K, con questa

30

espressione si indica il difetto informatico (bug) che


si sarebbe dovuto manifestare al cambio di data
successivo alla mezzanotte del 31 dicembre 1999,
sia nel funzionamento dei personal computer sia in
quello dei grandi elaboratori. Principalmente, il rischio derivava dalla possibilit che fossero ancora
in uso rappresentazioni sintetiche della data, con le
sole ultime due cifre per indicare lanno. Si diffusero
previsioni catastrofiche per leconomia o la salute,
quali ad esempio il blocco delle centrali elettriche e
nucleari, istituti bancari e reti di telecomunicazione.
E, anche se ingenti risorse furono stanziate per prevenire i problemi, sulla rete, e non solo, si diffusero
allarmismi e paure circa la fine di un mondo informatico e tecnologico per come lo avevamo conosciuto.
Dopo dodici anni un allarme pi vasto si impossessato della rete. Questa volta, secondo i pi pessimisti, non la tecnologia ad andare verso fine sicura,
ma il mondo intero. Il tema fine del mondo in
concomitanza con il 21 dicembre 2012 diventato nel tempo un agglomerato indefinito e quasi mostruoso di significati. Per iniziare, c la presunta profezia divina dei Maya. Ovviamente i Maya non hanno
mai espresso una simile profezia, come ormai quasi
tutti abbiamo capito. Eppure linterpretazione new
age quanto meno forzata delle caratteristiche di un
loro calendario ha assunto forza propria e notoriet sconfinata. Oltre a quella attribuita ai Maya, altre
profezie questa volta nel senso per estensione del
termine vanno ad accrescere il leitmotiv fine del
mondo. Molte sono legate a considerazioni scientifiche o presunte tali. Pericoli seri, come il riscaldamento globale, o meno seri, come linversione dei
poli, vengono dunque additati come possibile fattore scatenante di unimminente fine. Altre si nutrono
di considerazioni storiche: la paura per la diffusione
di zone di guerra sempre pi vaste o il proliferare del
nucleare vengono chiamati in causa. Per non parlare
delle catastrofi naturali. In questo insieme di allarmi,
non poteva mancare un richiamo alla vita extraterrestre. C, infatti, chi su Internet, per gioco o seriamente spesso non dato saperlo sostiene limminenza di un attacco alieno. I mezzi di diffusione di
queste teorie sono i prodotti culturali pi diversi, film
e libri in primis. Ma su Internet lo spazio per questo
tema praticamente illimitato e i veicoli si moltiplicano: ci sono siti, forum, video, commenti. Ed
veramente difficile tracciare confini e individuare gli
elementi portanti di questa struttura di significati.

mancanti alla fine del mondo. da notare che non


si tratta di un caso isolato: questo tipo di strumento
sembra suscitare un fascino particolare. Tra gli articoli spicca la recensione dellattivit di unazienda (la
Vivos) che si dice essere impegnata nella costruzione di bunker di lusso negli Stati Uniti per sopravvivere alla fine del mondo. La Vivos , tra laltro, dotata
di un sito proprio (<www.terravivos.com>) che vale
davvero la pena di vistare. Immagini e video che ritraggono linterno dei bunker; slogan che invitano i
visitatori a non perder tempo e a prenotare uno spazio per s e per la propria famiglia; una musica da
film apocalittico. Leffetto , a dir poco, surreale.
Tornando invece a <www.finedelmondo-2012.com>
colpisce senza dubbio la mole di pubblicit che il sito
ospita. Un po ovunque ci sono banner di ogni tipo

www.finedelmondo-2012.com
Emblematico il caso del sito <www.finedelmondo-2012.com>. Qui si trovano articoli sul tema, documentari, riflessioni degli utenti. Per non parlare di
un contatore che indica giorni, ore, minuti e secondi

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e finestre che pubblicizzano questo o quel prodotto. Nessuno escluso


Il sospetto che lintera operazione sia una ben con- Ad alimentare il chiacchiericcio attorno al tema non
gegnata trovata pubblicitaria difficile da ignorare.
ci sono per solo prese di posizione personali, siti
di dubbia attendibilit e voci non accreditate. Il fatto
Da YouTube ai social network
che anche voci autorevoli dentro o fuori Internet
Online ci sono per anche altri luoghi meno strut- hanno trattato questo tema. Chi per analizzarlo e doturati di quelli finora descritti in cui trovare il tema cumentare lo smisurato interesse suscitato, chi per
fine del mondo accompagnato spesso da am- criticare e destrutturare le teorie apocalittiche. In repie discussioni. Ci sono i blog un esempio alt per, anche la critica da parte di questi soggetti
<www.profezie2012.myblog.it> e c YouTube.
autorevoli ha dato ulteriore cittadinanza e legittimit
Youtube merita, per quantit di materiali e per origi- alla teoria fine del mondo.
nalit, un discorso a parte. I video sulla presunta fine Wikipedia, ovviamente, vi ha dedicato una sua pagidel mondo sono moltissimi. Ci sono documentari, na, con la trattazione di tutte le teorie apocalittiche e
clip tratte da serie televisive, video casalinghi. I pi i pi svariati riferimenti a film, libri e altri contenuti. I
consentono i commenti e, dato il tema e il mezzo, gli canali televisivi come National Geographic, Discointerventi sono i pi vari. Affermazioni serie, prese in very e History Channel hanno inondato le loro prigiro, farneticazioni, insulti. C di tutto. Tra i sosteni- me serate con documentari a tema, che si ritrovano
tori della fine del mondo, alcuni sono channeliests, per intero o a pezzi online.
ovvero singoli che alimentano propri canali su You- Ma sul tema fine del mondo sceso in campo
Tube con video autoprodotti. Per lo pi si tratta di anche un soggetto insospettabile. La NASA ha pubriprese di un individuo che di fronte alla telecamera blicato sul suo sito nella sezione FAQ (Frequently
lancia messaggi di allarme alla collettivit. Diversi Asked Questions) un lungo articolo sul perch il
sostengono di aver ricevuto indicazioni direttamente mondo non finir, trattando punto per punto le teorie
dagli alieni o da altre entit soprannaturali. In alcuni apocalittiche. Dallinversione dei poli, al pericolo delcasi i commenti sono attivi e qui il dibattito vivace. la collisione con il temuto per quanto mai osservato
In altri vengono disattivati dagli autori degli stessi fil- pianeta Nibiru.
mati. Con buona pace della sbandierata libert de- Dal pericolo meteoriti a quello di un rischioso allineaspressione su Internet. Tra i video caricati su YouTu- mento dei pianeti. Non si sono fatti mancare nulla. La
be che negano lapocalisse alcuni sono creativi. C presunta profezia sulla fine del mondo veicolata da
per esempio il video animato 2012 & The End of the numerose voci. Ovunque, ma online in particolare.
World firmato CGPGrey e Its not the end of the Poche sembrano animate da una vera credenza. La
world di Charlie McDonnell. Charlie conclude il suo maggior parte sono mosse da altri interessi come la
monologo con un consiglio davvero di buon senso: critica costruttiva o distruttiva la prese in giro, la pubNegate sempre lApocalisse perch di solito avrete blicit o comunque la volont di far fruttare linteresragione, e se avrete torto non ci sar nessuno in giro se per il tema. E poi c sicuramente lattrattiva per
a farvelo notare. Anche i social network partecipano laudiance che questo argomento riesce a generare.
attivamente alla mania di trattare in qualche modo In altre parole, il nucleo tematico fine del mondo
il tema fine del mondo. Oltre alle discussioni de- sembra destinato a continuare ad autoalimentarsi e
gli utenti, ci sono giochi e altre iniziative. Per esem- crescere, anche se forse nessuno ci crede davvero. E
pio, su Facebook va forte lapplicazione che porta un Internet, luogo in cui i mezzi e le voci sono esponennome inequivocabile: fine del mondo.
ziali, ha un ruolo fondamentale in questo processo.

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
Leon Festinger, Henry W. Riecken, Stanley Schachter, Quando la profezia non si avvera, Bologna, il Mulino, 2012
Estate 1954, in una cittadina del Kansas Marian Keech sostiene di aver ricevuto un messaggio dagli abitanti del pianeta Clarion: un diluvio devaster la Terra il 21 dicembre, ma
quanti avranno creduto a quel messaggio saranno portati in salvo dagli alieni sui loro dischi
volanti. Alcuni collaboratori di Festinger si mescolano al gruppo di adepti riuniti con Marian
in attesa della fine del mondo e ne osservano le dinamiche psicologiche, prima e dopo il
21 dicembre, quando la profezia non si avvera. Un esperimento grazie al quale Festinger
mette a punto un concetto fondamentale della psicologia sociale, quello di dissonanza
cognitiva, che spiega cosa accade quando le nostre convinzioni vengono smentite dai fatti
e perch in certe condizioni, anzich abbandonarle, le abbracciamo con maggior fervore.

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Oltre la fine

frammentato di un evento. E
Volendo individuare un autore
lo scrittore definisce il ragazzo,
e un testo profetico che simboraccontare e scrivere
peraltro, fortemente razionale
lizzi una sorta di fine del mone con uno spirito organizzativo
la Shoah
do, lasciando comunque una
notevole, aspetti che gli convia alla speranza umana nelle
nella testimonianza
sentiranno di rafforzare il senso
sue varianti tragiche e conflitdi David Grossman
delle sue connessioni interpretuali, il pensiero si colloca sulla
tative.
lunghezza donda dellisraeliano
di Stefano Chemelli
In verit, una vicina di casa, BelDavid Grossman che, nel 1986 e
la Markus, aveva gi pronunciaattorno ai suoi trentanni, scrive
to per la prima volta in sua prequello che pu ritenersi il suo casenza il sinistro suono verbale
polavoro: Vedi alla voce: amore.
della belva nazista, alla quale
Nella sezione conclusiva del teaveva abbinato lesistenza di
sto il narratore offre al lettore
un mostro avvolto nel mistero.
unarticolata voce enciclopediMa larrivo del nuovo nonno lo
ca, richiamandolo a strutturare
porta allascolto di altre parole,
un originale percorso etico ed
links rechts, che emergono neestetico, e ripercorrendo insiegli incubi notturni del padre, e
me a lui, attraverso la pronuncia
che ravvivano il suo desiderio
approfondita delle parole chiave
di sapere da Bella Markus il sidel romanzo, una personalissignificato di quei termini: Bella
ma strada di conoscenza, lascialo avrebbe liquidato dicendogli
ta comunque alla gelosa singolache la belva nazista poteva verit di ognuno.
nir fuori da ognuno di noi, poSe il tema lidentit straziata
teva venir fuori da qualunque
del popolo ebraico, la visuale Lo scrittore israeliano David Grossmann
bestia.
dello scrittore ben pi ampia
e giocata, nello straordinario avvio, con la rifrazione Lambiguit di quella risposta lambiguit della
degli occhi del bambino Momik. Costui, nove anni, parola letteraria, che apre un orizzonte variegato e
vive in un quartiere di Gerusalemme dove improv- complesso, e si configura come il campo di ricervisamente ricompare un fratello della madre, scom- ca del bambino, sviluppando il suo punto di vista e
parso allepoca dello sterminio nazista e per questo aprendo lorizzonte narrativo verso immagini straordinarie dellinfanzia. Come, solo per fare un esemcreduto morto.
Siamo nel 1959, luomo si chiama Anshel Wasser- pio, quando Gerusalemme tormentata da un vento
mann ed reduce da un prolungato ricovero in un impetuoso, laria si fa elettrica, e Momik instaura una
connessione tra lintensit dei pedali della macospedale psichiatrico; vecchio e pi che uno
china da cucire, pigiati da sua mazio, per il bambino, diventa un nonno
dre, e lo sferzare del vento
speciale, con la peculiarit di non
sulla citt. La deformaziostare mai fermo e di emettene delle cause potenre una cantilena frammizia la nostra percesta a parole yiddish
zione del reale, atche attirano in partitraverso ladesione
colar modo la sua
dello spazio e del
attenzione.
tempo, in unatmoIl terribile dramsfera di magia che
ma della Shoah, di
diventa
credibile
cui luomo ha fatto
mediante gli occhi della
esperienza diretta, per
mente di Momik.
gran parte esterno alla
Unaltra donna, Hannah
consapevolezza di MoCitrin una vedova con
mik, che sar proteso a
il marito vivo, ipotizza
ricostruire, con il sapore
Momik, perch lasciata
della scoperta imprevista
aveva avvertito, quanto il
e tramite la forza della sua
bambino, la delicatezza inimmaginazione, il quadro

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teriore del nonno nel momento in cui si era seduta


accanto a lui e osservato quei numeri impressi indelebilmente sulla sua pelle, quasi fossero stati fissati dallinterno (immagina il bambino). Momik cerca
una possibile verit riguardo la belva nazista documentandosi, leggendo molto, radunando i frammenti fuggenti di uninquietudine che si sta trasformando in unossessione. Concepisce il proposito di
imprigionare nel ripostiglio di casa sua una serie di
animali: un gatto, un piccolo corvo, una lucertola,
un rospo, una tartaruga, un porcospino, e l portare il nonno in modo da indurre la belva nazista finalmente a svelarsi. In una sorta di parossismo nevrotico, teso a scoprire lidentit di ci che ancora
sconosciuto, ben presto si rende conto che sono le
bestie condotte con s a trasformarlo in una specie
di carnefice, mentre si concentra sopra un nemico
che non si rivela.
Il ripostiglio uno spazio topico dellinfanzia e della
curiosit che la contraddistingue. Adempie alla funzione di esplorazione del nuovo e di conferma della
propria identit.
Aveva sempre avuto paura di scendere laggi per
via del buio e del sudiciume, ma questa volta proprio doveva. Laggi tra i grandi letti di ferro e i materassi da cui sgocciolava la paglia, e tutti i mucchi di
vestiti e scarpe, cera anche il chipat di nonna Heni,
che una specie di cassone chiuso per bene, con
dentro tutti i vestiti e le cose che lei aveva portato
di l, e un libro di preghiere, che si chiama Zenaurena, e il grande asse su cui lei preparava la pasta, e
quello che era pi importante cerano l tre sacchetti
pieni di penne prese dal culo delle oche, che quelli
nonna Heni li aveva portati con s per mezzo mondo
in nave e in treno e in mezzo ai pi grandi pericoli,
soltanto per fare unimbottita qui in Israele, per non
avere freddo ai piedi, nu, e arrivata qui che cosa era
saltato fuori, era saltato fuori che zia Itka e zio Shimek, che erano venuti qui prima di lei e serano subito arricchiti, le avevano gi comprato unimbottitura
doppia di penne doca e queste penne erano restate
nel ripostiglio e subito avevano preso la muffa e un
mucchio di porcherie simili, ma una cosa cos da noi
non la si butta nella spazzatura, e quel che pi conta
che dentro il chipat laggi cera un quaderno con
tante cose che la nonna ci aveva scritto in yiddish,
una specie di memorie che aveva avuto quando ancora aveva memoria, ma Momik si ricordava anche
che una volta, prima che lui imparasse a leggere, e
prima che diventasse lui stesso un alter kap, e cio
una testa di vecchio saggio, la nonna gli aveva fatto vedere una pagina di giornale vecchio vecchio,
e l cera scritto un racconto, che un fratello di nonna Heni, quellAnshel, aveva scritto centanni fa (circa), e la mamma sera arrabbiata con la nonna che

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rompeva il cervello al bambino con robe finite da un


pezzo.
Lallontanamento dalla memoria giunge alla rimozione di una storia terribile: non se ne parla e in questo
modo si pensa di poter creare un futuro; il problema
della memoria incrocia il suo rapporto con loblio.
Per vivere certe cose bisogna saperle dimenticare.
Momik appare come colui che lotta per intendere la
parola cera, in una ricerca che coltiva la storia a
scopo di vita: immerso in una storia di storie, sovrastata da un immane e oppressivo ricordo, ma animata da una forte capacit di sentire, in modo non
storico. C un quaderno e allinterno una pagina di
giornale, piuttosto malconcia, che chiede di essere
riscritta su un altro foglio per essere conservata, e
custodita in quello che il bambino definisce il suo
quaderno di spionaggio.
il quaderno dove annota le sue profezie, le scoperte, le curiosit, le attenzioni, i suoi particolari dettagli.
La pagina un frammento della storia, nella quale ci
sono alcune avventure di ragazzi raccontate in uno
stile anni venti, con vicende dislocate in un altro tempo, ma nella testa dei bambini gli eventi temporali
si mescolano, si confondono: il passato per loro
anche presente che si rivela ed entra in coabitazione
e in convivenza con i fatti dellattualit. Lemozione e
il processo di conoscenza prendono corpo nellatto
della lettura e della scrittura di un frammento che fa
parte di un tutto. Il fascino del frammento lo sapevano bene i romantici tedeschi quello di alludere a un insieme ed un problema esistenziale che
emerge. Noi stessi ci sentiamo frammento, composti di tante parti diverse, con un Io lacerato e drammatico, mentre la nostra identit cambia, modificando linterpretazione del nostro passato e la percezione del presente.
Momik compie un esercizio di scrittura che comprende molti di questi passaggi spesso enigmatici.
Il bambino percepisce dai pi grandi, e soprattutto
dal nonno, il senso profondo della cantilena, collega un nome che ricorre nello scritto allinterlocutore
che non si pu vedere e con il quale il nonno discute. un esercizio dascolto: ha capito che il nonno
sta raccontando una storia che in qualche modo lo
possiede. Il bambino incorpora un sesto senso per
ci che si trasmette attraverso la mera sonorit, lintonazione che ci consente di capire i significati, il non
detto che sta dentro e tra le parole.
David Grossman esprime la magia della parola, a
partire dalla lettura del bambino che si forma nellestasi gelosa e sigillata della sua individualit, attraverso la scoperta del linguaggio scritto. Sono sensazioni artigliate nello scrigno della memoria con una
particolare luce. Momik compie unoperazione profonda: le iscrizioni in codice possono servire a vivere

in prima persona in senso immaginativo e pratico. Il


linguaggio ricrea unesperienza, dando forma a una
ricerca di senso esplorando lintuizione di una realt
possibile, in un gioco di progressiva e dolorosa appropriazione di una parte della multiforme verit.
Momik un lettore che allinizio non ci capiva quasi
nulla di nulla, ma come sempre sapeva che il cervello sarebbe venuto col tempo: una straordinaria
immagine che rende visibile ai nostri occhi un processo di formazione, una specie di assimilazione, di
incorporazione, secondo una metafora antica.
il rapporto tra il raccontare e il vivere che domina
Vedi alla voce: amore. Lo scrittore adulto va a sua
volta alla ricerca di certi segreti, come aveva fatto
nella sua infanzia, e il problema del raccontare la storia diventa un fatto di vita e di morte, ripercorrendo le vicende del nonno che si svelano nel tempo.
La misura di umanit di un essere umano consiste
nella quantit di sofferenza che quellessere umano
riuscito a diminuire, anche se sappiamo a volte
che nella sofferenza capita di sentirsi in un certo
senso pi vivi. Dal passato emergono insegnamenti
che toccano problemi odierni, e la letteratura veicola
domande per le quali cerchiamo risposte nel processo complesso della lettura. Lo sterminio nazista lo
conosciamo perch ci sono documenti, testimonianze, elementi materiali, filmati, ma spesso sono i libri
che ci riconducono nel vivo della storia, mediante
limmaginazione e le sensibilit personali. La trappola per la belva nazista si trasforma in una ragione
di vita e di morte, nella tensione di una veglia che si
protrae nella lotta contro il sonno, e Momik si trasfigura come il nonno in una storia che immette in un
parossismo amplificato, con il rischio di essere annientato sul sentiero della ricerca, divenuta ormai un
incubo. Nellimmagine della totale immersione della
mente, nel percorso di documentazione sulla drammatica consapevolezza della Shoah,
usciva ogni giorno
alle sei di sera dalla biblioteca, stanco morto e zitto, e
non vedeva nulla
e non sentiva nulla, mentre si recava sulla via di casa
per raggiungere il
ripostiglio, dove, al
cospetto delle bestie, una presenza immobile, esecutore e vittima,
dominus e carnefice. La belva nazi-

sta sarebbe venuta fuori dai pensieri e dalle fantasie, in modo misterioso ma concreto, provenendo
da un tempo lontano, e sarebbe maturata lentamente molto prima, nel cuore di unumanit smarrita e
trasfigurata.
Momik nel ripostiglio riduce la sua essenza al senso dilatato di due enormi occhi: gli correvano da
tutte le parti [] gli serano rivoltati del tutto come
quelli del gatto, e le mani gli passavano sulle gabbie
e aprivano i fildiferro delle serrature, e unaltra volta lui sera voltato indietro e aveva visto la piccola
borgata ebraica che sera creata l, e poi era restato
l cos senza muoversi e aveva visto come il corvo e
la lucertola e tutti gli altri cominciavano a uscire piano piano dalle casse, non capivano cosa fosse successo e non ci credevano che ecco, tutto fosse gi
finito, ma gli ebrei s che avevano capito benissimo
e subito serano alzati dal pavimento e serano stretti
insieme voltando le spalle alle bestie e parlavano tra
loro a voce bassa e in tono preoccupato [] non si
poteva immaginare che a quattro passi di l ci fossero una citt e della gente e dei libri e Momik che gi
si credeva morto o gi di l aveva chiuso gli occhi
[] ma quando aveva riaperto gli occhi e li aveva visti intorno a lui o sopra di lui che erano alti e antichi
e lo guardavano con compassione, allora aveva gi
saputo benissimo con tutto il cervello di un alter kap
di nove anni e mezzo, che lui nessuno lavrebbe pi
potuto raccomodare. La tragedia pu ripetersi senza unadeguata comprensione del passato, che torna
in forme nuove a proporre le sue domande, a interrogare gli uomini che intendono costruire giorno per
giorno il loro destino.
La ricomposizione di un mondo distrutto, che si
compie nel dolore di coloro che rimangono, possiamo comprenderlo cercando di non dimenticare,
con la parola scritta e pronunciata a voce alta, con
immagini che diventano nostre, in
quanto contribuiamo a costruirle,
scongiurando un
orrore che MomikGrossman esplica
per tempo con metafora straordinaria: aveva sentito
da dentro il silenzio ronzare tutta
un tratto la voce
del Nonno come
ronzano i pali del
telefono, nel momento che prelude al primo ascol-

35

to consapevole di ci che accaduto. Ma ascoltare


non basta, indispensabile raccontare e scrivere,
tramandare una parola che rimane, conoscere a fondo per poter far conoscere. Grossman supera il semplice ricordo, d una forma nuova a ci che sembrava inenarrabile, indicibile, con una propria lingua
individuale, un proprio istinto narrativo. Il romanzo
salva la memoria, costituisce un propellente espressivo peculiare che investe lethos di ognuno, come
lasciano intuire alcuni pensieri misti dellautore: Io
immagino. Latto stesso di immaginare mi rid vita
[] Riuscire a captare per un solo istante il filo incandescente che brucia dentro qualcun altro prerogativa della sua scrittura e del modo speciale di
raccontare il mondo bambino. Momik non potr accontentarsi di ricostruire la storia del nonno, ma dovr raccontarla e scriverla nellintento di tramandarla
alle prossime generazioni.
Grossman affianca il nonno, lo accompagna nella
storia allo scopo di capirla, dialogando a distanza
con lui, ma accoglie diversi punti di vista. Si tiene
conto delle diverse storie personali che la compongono, delle angolature di coloro che rappresentano
loppressore e il motore della tragedia. Nelle voci
dellenciclopedia si schiude il senso del libro, nella
speranza di non incontrare la ferocia della guerra,
avendola raccontata con la profondit del romanzo
capace di narrare il dolore del mondo e nel tentativo

36

costante di rispondere alla domanda: Chi sono io?.


Spesso sono le domande pi che le risposte che
contano. Chi sono? la domanda che unaltra vittima del nazismo, il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer, rivolge a se stesso nel carcere di Tegel, scrivendo
una poesia a un amico, ma un interrogativo che
si propaga come un urlo di dolore attraverso tutta
lumanit. La domanda-risposta interroga la coscienza delluomo. La conclusione della vita, la profezia
del male assoluto, pu avere la voce terribile della
Shoah, per la quale il filosofo Adorno aveva evocato
limpossibilit da quel momennto in poi di comporre
poesia. Momik, le storie di Grossman, ci consentono
di vivere con lui il sentimento dellorrore andando oltre. La Shoah rappresenta una sorte di fine del mondo, un tempo sospeso e irrisolto nel nome di una tragedia umana e terrena letta nella ricerca di una verit
possibile da parte di un bambino. Vittime e carnefici
possono conoscere una singolare vicinanza, nel destino precario del personale annullamento e nella discesa verso lignoto e lindistinto. Eppure Grossman,
con la lingua madre dellidentit ebraica nella quale
scrive la sua poetica, spiega il dramma, in direzione
della speranza, fissando la memoria.
Vedi alla voce: amore, nellesistenza cruda e trasfigurata di unossessione latente, ricuce nel tempo il significato profondo della nostra presenza quotidiana
nel mondo, verso uneco praticabile di redenzione.

Il digitale che verr

Quale sar il futuro della biblioallintroduzione della carta diteca, in un mondo che si muove
dentit elettronica e della tessera
apocalisse o rinascita
sempre pi verso il digitale?
sanitaria dotata di chip. Il mondo
Da un lato, le biblioteche non
digitale si sta affermando.
per le biblioteche?
sono considerate servizi essenChe ce ne facciamo delle biblioteziali: in caso di sciopero non vi
che? Servono, serviranno ancodi Elena Corradini
lobbligo di apertura. La maggior
ra? Perch ne stiamo progettanparte dei servizi offerti fa parte
do e costruendo ancora?
della mission istituzionale e non
Forse ci pu rispondere un giovapu essere tariffata (come giune di oggi, diciamo un ventenne
sto che sia). Le biblioteche non
che utilizza il web per informargenerano, quindi, introiti quansi sulle ultime notizie; chattare
tificabili che possano motivarne lapertura in caso con Facebook, o telefonare agli amici con Google,
di pesanti riduzioni delle risorse. Il personale che Skype, o altro; avvisare di essere arrivati nel luogo
garantisce i servizi al pubblico destinato a essere dellappuntamento tramite Foursquare; fare acquiprogressivamente ridotto per mancanza di possibili sti online in famiglia pagando via web; iscriversi ai
sostituti in caso di assenze allinterno delle strutture. pi disparati corsi; fare foto e caricare immagini e
Il servizio, per garantire il numero di ore di apertura video da smartphone su YouTube, Flickr, Instagram;
settimanali previste, potr nel migliore dei casi es- ma anche condividere le proprie letture con gli amici
sere esternalizzato (senza che vi sia una garanzia su social network come LibraryThing e aNobii. Forsulla qualit dei servizi, ma sulla carta meno costo- se questo lesempio di un lettore forte, non di un
so di nuove assunzioni, peraltro impraticabili con le lettore debole. Ma questo lettore forte come ci derestrizioni sulle spese correnti degli enti pubblici). I scriverebbe una biblioteca fra trentanni? Proviamo
costi di gestione aumenteranno se si vorranno man- a immaginarlo in una visione apocalittica, nel caso in
tenere determinati livelli di servizio. Poche ammini- cui la crisi attuale non porti a una futura crescita, ma
strazioni saranno in grado di provvedere. Il rischio, a una nuova razionalizzazione dei servizi, e dunque
pertanto, che le biblioteche chiudano o che non lutenza delle (tante) periferie ma forse non soltansiano fruibili. Dallaltro, da tempo ormai, si sa, le in- to delle periferie debba assistere alla chiusura anformazioni viaggiano sul web. E non solo, anche la che dellultima biblioteca rimasta, prima che vi sia
musica, i video, e da qualche anno i libri. Qualche stato un ripensamento della funzione della biblioteanno fa ne arrivava notizia soltanto dallestero, ma ca, quindi (purtroppo) non pi in tempo per conserda tempo sono presenti anche sul mercato italiano varne intatta la mission di luogo nel quale e attravere lo saranno sempre pi. I dispositivi di lettura digi- so il quale lindividuo pu far crescere i propri talenti.
tale si sono diffusi rapidamente. Il mercato editoriale Dal diario di Paolo, 21 gennaio 2042.
tradizionale ha seguito con apprensione levolversi Oggi ho portato mio nipote in biblioteca. O meglio,
della situazione, ma non riuscir pi a invertire la rot- davanti alla biblioteca. Non era aperta, ovviamente.
ta. Infine, anche la Pubblica Amministrazione si sta Lhanno chiusa molti anni fa. Tutti i bibliotecari erano
avviando allimplementazione del digitale: si pensi andati in pensione e lente non ha potuto sostituirli

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
Emilio Gentile, Lapocalisse della modernit: la Grande Guerra per luomo nuovo, Milano, Mondadori, 2008
La Grande Guerra ha rappresentato il vero spartiacque del ventesimo secolo: mentre un
vecchio mondo si estingueva per sempre, la carneficina di milioni di soldati, gli orrori e le sciagure di un conflitto estenuante inaugurarono quella che Eric J. Hobsbawn ha chiamato let
della catastrofe. A novantanni dalla fine della prima guerra mondiale, Emilio Gentile, uno dei
pi autorevoli storici italiani, ricostruisce il contesto sociale, culturale e antropologico entro
il quale matur una delle pi tragiche esperienze del Novecento. Con il Trattato di Versailles
lintera geografia europea fu ridisegnata secondo la volont dei vincitori, ma gravi e di lunga
durata furono le conseguenze a livello politico e ideologico: le rivendicazioni territoriali, la
corsa al riarmo e la militarizzazione di massa della societ saranno alcuni dei principi cardine attorno ai quali
costruiranno il proprio consenso regimi dittatoriali come il fascismo e il nazismo. Al pari di altri grandi storici
della contemporaneit come Franois Furet, anche Gentile ritiene che sia stata la Grande Guerra, con il suo
carattere di profonda cesura tra un prima e un dopo, a concludere la parabola della modernit.

37

per mancanza di fondi e per il blocco delle assunzioni. Una volta spariti i bibliotecari, sono spariti anche
i servizi. Un vero peccato. Io la frequentavo quasi
tutti i giorni. Lho fatto per quarantanni, da quando
ero piccolissimo. Cera sempre un libro nuovo da
leggere. O una rivista nuova da sfogliare. O un DVD
da vedere. E riuscivo sempre a scovare qualcosa di
interessante, di inaspettato, che mi faceva pensare.
Alle elementari mi avevano anche fatto vedere come
si scriveva ai tempi antichi e avevo visto con i miei
compagni di classe alcuni libri antichi. E le carte darchivio. Anche i miei figli hanno avuto questa possibilit, sono stati fortunati. Ma mio nipote no. Chiss,
forse in futuro.
A me piacevano molto i libri di viaggio. Quelli non
si trovano quasi mai su Internet. Certe cose sul web
non le trovi, ci vuole troppo tempo. Soltanto chi ha
tempo o fa ricerche per lavoro sa scovare anche

38

limpossibile, come sapevano fare loro, i bibliotecari,


quelli veri intendo. Non quelli che negli ultimi anni li
hanno sostituiti. Gente sottopagata, quindi poco motivata. Dopo qualche mese se ne sono andati perch
hanno trovato un posto migliore.
E cos il destino era segnato. Chiusura totale. Ci hanno detto: tanto trovate tutto su Internet, ormai. La
carta non serve pi. C il digital publishing. Il self
publishing. Il print-on-demand. Da anni. A che cosa
vi serve una biblioteca?
Non andato secondo i piani. Allinizio riuscivamo
a cavarcela. Poi Google fallita qualche anno fa e si
sono fermati tutti i progetti di digitalizzazione mondiali collegati con questo colosso della distribuzione
dellinformazione. Quelli che non erano collegati a
Google sono stati sospesi per mancanza di finanziamenti o per linasprimento delle direttive sui diritti
dautore, che hanno impedito la libera circolazione
del sapere e delle idee. Chi lavrebbe detto che ci
poteva essere qualcosa di peggiore della censura?
Non stato facile spiegare a mio nipote cos una
biblioteca fisica, reale. Lui ha dieci anni, abituato
a leggere in digitale, a casa sua non esistono libri e
io me ne sono liberato (ahim!) prima che nascesse
il problema. Ora capisco che stata una decisione
scellerata, e poco lungimirante, buttare i vecchi libri
nella convinzione che tanto cerano gli ebook e il
web. Nessuno per avrebbe potuto prevedere che
la crisi sarebbe perdurata cos a lungo, non vi pare?
Oggi sento molto la mancanza della biblioteca. So
che i libri sono ancora l, ma non la vogliono aprire.
Vengo qui davanti tutti i giorni, spesso da solo. Che
nostalgia! Avevo imparato come cercare le informazioni e i libri che mi servivano. A pensarci bene, ci
mettevo meno che quando cercavo su Google, ma
una cosa di cui mi rendo conto ora, quando ormai
troppo tardi.
Dicevo, ho cercato di spiegare a mio nipote perch
provo nostalgia per la biblioteca. Mi manca il fruscio
delle pagine, come le foglie dautunno che fanno rumore sotto i piedi mentre si cammina. Mi manca il
profumo dei libri appena comprati, quelli che riuscivo a leggere per primo. Mi mancano i consigli di lettura di gente competente, non quei
maledetti post scritti sui blog che si trovavano
in rete. Ma non so se ha capito. Quello che
capisce benissimo, per, che viviamo in
un mondo dove chi crea informazione detiene tutti i diritti di farne quello che vuole,
compreso se distribuirla o no. La chiusura delle biblioteche (gi, perch la nostra
non stata lunica) stato un vero cavallo di Troia. Almeno loro si battevano
per la libert di informazione.
Ora non ci rimasto pi nessuno.

Mille e non pi mille: date profetiche passate e future


Quella dei Maya non , lo sappiamo, lunica profezia ad aver alimentato timori apocalittici. Da secoli
movimenti religiosi, veggenti, teorie astrologiche e calcoli matematici tentano di prevedere il tempo
della fine del mondo. Ecco un sintetico elenco delle principali date profetizzate, che, facile prevedere,
si allungher ulteriormente. Molte, fino ad ora, non si sono fortunatamente avverate e cos, si spera,
possa accadere sempre.
992
la data prevista da Bernardo di Turingia
1000
Mille anni dopo la nascita di Cristo, la data della
fine del mondo secondo i vangeli apocrifi e secondo
le interpretazioni di un brano dellApocalisse
1186
la data prevista dallastrologo Giovanni di Toledo,
che aveva calcolato un allineamento dei pianeti per
quel periodo
1260
la data prevista da Gioacchino da Fiore
1524
la data indicata dagli astronomi Johann Stffler e
Jakob Pflaumen: un anno colmo di disastri, diluvi e
catastrofi culminanti nella fine del mondo.

1648
la data prevista dal rabbino Sabbati Zevi, di
Smirne
1654
la data prevista dal medico alsaziano Helisaeus
Roeslin
1665
la data prevista dal quacchero Solomon Eccles
1704
la data prevista dal cardinale Nicholas de Cusa
1719
la data prevista dal matematico Jacques Bernoulli
1732
la data ricostruita in base ad alcune interpretazioni
degli scritti di Nostradamus

1532
la data prevista dal vescovo viennese Frederick
Nausea
1533
In base ai calcoli del matematico tedesco Stifelius il
3 ottobre alle ore 8.00 un enorme incendio avrebbe
distrutto la Terra
1537
una delle date indicate dallastrologo Pierre
Turrel, che predisse la fine del mondo anche per il
1544, il 1801 e il 1814
1584
la data prevista dallastrologo Cipriano Leowitz
1588
la data prevista da Johann Muller (il saggio
Regiomontanus)

39

1757
la data del mistico di Svezia Emanuel Swedenborg
1774
la data indicata da Joanna Southcott, leader di
una setta religiosa inglese
1761
la data indicata dal religioso William Bell
1836
John Wesley (il fondatore del metodismo), dopo
complessi calcoli basati sullApocalisse, giunse
alla conclusione che la fine del mondo si sarebbe
verificata il 18 giugno 1836.
1881
la data indicata da alcuni studiosi sulla base di
calcoli effettuati sulle misure geometriche delle
piramidi. Tale data fu in seguito spostata al 1936 e
quindi al 1953
1914
Secondo i testimoni di Geova questo lanno
fissato per la fine dei tempi (vennero in seguito
proposte altre date: il 1918, il 1925 e il 1975)
1947
la data indicata da John Ballou Newbrough, il
pi grande profeta dAmerica
1967
la data indicata da Sun Myung Moon, capo della
Chiesa dellUnificazione
1977
la data indicata da John Wroe, successore di John
Turner alla guida della setta di Joanna Southcott,
cui si deve la precedente previsione del 1823
1980
la data indicata da un antico presagio astrologico
arabo. Anche lastrologa Jeane Dixon predisse
la fine del mondo negli anni ottanta in seguito
allimpatto di unenorme cometa
1999
la data prevista da Nostradamus secondo i suoi
interpreti

40

2000
lanno del Millennium Bug, ossia una falla
informatica che se non prontamente tamponata
avrebbe avuto conseguenze incalcolabili
2012
Il 21 dicembre 2012 la data, nella quale, secondo
alcuni interpreti, i Maya avrebbero previsto la fine
di unera e linizio di una nuova
2036
Il 13 aprile 2036, giorno di Pasqua, la data
nella quale lasteroide 99942 Apophis potrebbe
impattare con la Terra e distruggerla
2060
la data prevista secondo gli studi di Isaac Newton
2240
Il 2240 corrisponde allanno 6000 del calendario
ebraico. Nella visione giudaica dopo questo anno
inizier il settimo millennio che sar unera di
santit, tranquillit, vita spirituale e pace universale
3797
la data indicata da Nostradamus. Alcuni studiosi
avevano ipotizzato che il numero 3797 fosse solo
simbolico e che fosse invece da interpretare come
1999.

INFOMUSE
INFO M USE O
O
MAGGIO
Conferenza su Benedetto Croce

Alto Adige/Sdtirol dellAssociazione giovani farmacisti (AGIFAR)


ha organizzato una serie di laboratori aperti ad adulti e bambini,
attraverso cui conoscere i segreti
di creme, sciroppi, miscele di
erbe, distillati. Il primo incontro,
presso il Museo delle Scienze a
Trento, si tenuto il 12 maggio
ed stato dedicato alla preparazione di una tisana carminativa a
base di melissa, camomilla, anice
verde, cardi e finocchio. Il 19
maggio stato invece preparato
un unguento di cera dapi, mentre
il giorno successivo uno sciroppo
di miele e timo. Lultimo laboratorio si svolto il 27 maggio con la
preparazione di una soluzione di
propoli analcolica.
I 100 anni di Forte Belvedere a Lavarone

Nellambito del ciclo di conferenze


organizzate dalla Facolt di Lettere
e Filosofia dellUniversit di Trento
e dalla Fondazione Museo storico
del Trentino in occasione del sessantesimo
anniversario
della
morte di Benedetto Croce, gioved
10 maggio il prof. Alfonso Musci
dellIstituto nazionale di studi sul
Rinascimento di Firenze ha tenuto
la conferenza dal titolo Croce e la
storia contemporanea. Lincontro
si svolto nella Biblioteca della
Fondazione Museo storico del
Trentino.

Il forte Belvedere a Lavarone, in


occasione del centenario dellinaugurazione, ha ospitato nella
settimana tra il 12 e il 19 maggio
un ricco programma di iniziative:
spettacoli teatrali, passeggiate e
visite guidate, mostre fotografiche, convegni. Giuseppe Ferrandi,
direttore della Fondazione Museo
storico del Trentino, sabato 19
maggio ha partecipato al convegno 18 maggio 1912-18 maggio
2012: la costruzione di forte Belvedere, fra esigenze militari, innovazioni tecniche e trasformazione del
territorio.

autore della mostra e del video


Fortezze di un impero perduto. Il
laboratorio di formazione storica
della Fondazione Museo storico
del Trentino ha offerto laboratori
didattici e visite guidate al Forte.
Come raccontare a storia della
citt
La Fondazione Museo storico del
Trentino, in collaborazione con la
Fondazione Cassa di Risparmio di
Trento e Rovereto, ha promosso
il seminario internazionale dedicato alla riflessione museale su
citt e territorio, dal titolo Come
raccontare la storia della citt. Al
convegno, svoltosi il 16 maggio a
Trento presso la Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento
e Rovereto, hanno partecipato
Elena Tonezzer, ricercatrice presso
la Fondazione Museo storico del
Trentino, Carlotta Margarone del
Dipartimento educativo di Palazzo
Madama a Torino, Massimo Negri,
direttore scientifico di Genus
Bononiae, Franco Finotti, direttore del Museo civico di Rovereto, Monica Ronchini, referente
per i progetti storico-archeologici
del Museo Alto Garda (MAG),
Pere Freixas, direttore del Museu
dHistoria de la Ciutat de Girona,
Suay Aksoy, presidente CAMOC
(ICOM), Layla Betti, collaboratrice
della Fondazione Museo storico
del Trentino. Indirizzi di saluti e
alcune riflessioni introduttive sono
stati rivolti al pubblico presente
da Lucia Maestri, assessore alla
cultura del Comune di Trento, e
da Giuseppe Ferrandi, direttore
generale della Fondazione Museo
storico del Trentino.

Laboratori con lo speziale


Nellambito della mostra DiStilla
InStilla: lessenza segreta delle
piante, realizzata dalla Fondazione Museo storico in Trento con
la collaborazione del Museo delle
Scienze di Trento e riallestita in
questa sede nei mesi di gennaioagosto 2012, la Sezione Trentino-

Due modi diversi di raccontare la


guerra
Doppio appuntamento venerd 18
maggio alle Gallerie di Piedicastello: alle 18.00 stato presenSono intervenuti, inoltre, Christian tato il volume di Gustavo Corni
Merzi della Fondazione Belvedere- Raccontare la guerra: la memoria
Gschwent e Andrea Contrini, organizzata (Milano 2012). Con

41

lautore intervenuto lo storico


Quinto Antonelli. Alle 21.00 stato
invece proposto il reading/spettacolo Ogni volta: ombre nere in
tempo di pace. Otto lettori (Sara
Bertoldi, Milena Bigatto, Simonetta Giorgetti, Anna Lambertini,
Luigino Mongera, Francesca Rocchetti, Fabio Sacco, Lino Tommasini), guidati dalla regia di Maura
Pettorruso, hanno interpretato
pezzi tratti da opere di Simone Cristicchi, Ryszard Kapuscinski, William Langewiesche, Erich Maria
Remarque, Mario Rigoni Stern,
Helga Schneider, Gino Strada.

trasferiti dallospedale psichia- rappresentato quella che oggi


trico di Pergine Valsugana in Ger- viene comunemente chiamata linmania il 26 maggio 1940, stato dustria del turismo.
organizzato il 26 maggio presso il
Centro intermodale della stazione
ferroviaria di Pergine Valsugana.
Moderati da Rodolfo Taiani della
Fondazione Museo storico del
Trentino, sono intervenuti Valerio
Fontanari, ex infermiere e coordinatore del Tavolo, Marco Lazzeri,
giovane studioso, Lidia Menapace, donna della Resistenza. La
serata stata accompagnata dalle
letture di Denis Fontanari e Chiara
Benedetti e dalla musica al violoncello di Nicola Segatta.
Due mostre su profughi e internati della Grande Guerra

Due serate sulla storia della psichiatria


Nellambito degli appuntamenti
programmati dal Tavolo di lavoro
sulla storia e le sorti dellex Ospedale psichiatrico di Pergine Valsugana, il 18 maggio a Pergine stato
presentato il volume Ambienti
psichiatrici: la psichiatria e i suoi
pazienti nellarea del Tirolo storico dal 1830 ad oggi (Innsbruck
2012). Nella stessa serata stato
proiettato il filmato Il lavoro (in)
visibile: storia dellassistenza psichiatricanellarea del Tirolo storico dal 1830 ad oggi. Sono intervenuti Siglinde Clementi, direttrice
di Storia e regione/Geschichte
und Region, Nico Hofinger, storico
e realizzatore di prodotti multimediali, Lorenzo Gasperi, responsabile UO Psichiatria distretto est. Un
altro incontro pubblico, dal titolo
299 vite: la vicenda dei pazienti

42

LAssessorato alla cultura del


Comune di Levico Terme, lAssociazione culturale Chiarentana
e la Fondazione Museo storico Un incontro sulla sanit trentina
del Trentino, gioved 24 maggio
presso il Parco delle Terme di
Levico, hanno inaugurato due
mostre fotografiche sul periodo
della Grande Guerra: luna sui profughi civili, 1915-1918: lesodo
in Austria, Boemia e Moravia e
laltra sugli internati politici, Vite
internate: Katzenau, 1915-1918.
Lesposizione nel suo complesso
rimasta aperta al pubblico fino al 7
giugno 2012.
Il 25 maggio la Provincia autoUn convegno sulla storia del turinoma di Trento, lAssociazione
smo in Trentino
Giovani professionisti in Trentino,
La Fondazione Museo storico del la Sezione Trentino-Alto Adige/
Trentino ha organizzato il conve- Sdtirol dellAssociazione Giovani
gno di studi Trentino visitato: farmacisti (AGIFAR) e la Fondaprospettive di ricerca per una zione Museo storico del Trentino
storia del turismo in una regione hanno organizzato lincontro pubalpina, svoltosi a Palazzo Rocca- blico 50 anni di sanit trentina:
bruna nelle giornate di venerd tra professione e passione. Il
25 e sabato 26 maggio e coordi- prof. Claudio Valdagni e il dott.
nato scientificamente da Claudio Carlo Tamanini, testimoni privileAmbrosi e Michael Wedekind. giati delle vicende della sanit
Due giorni e numerosi relatori per trentina della seconda met del
avviare una riflessione su come Novecento, si sono confrontati
sia nata, cresciuta e cosa abbia sulla propria esperienza professio-

nale e umana. Il giornalista Alberto stati generali della storia, intro- sport Trento, e il curatore AlessanFolgheraiter, che ai temi della dotto dal suo presidente Luigi dro de Bertolini. Il percorso espostoria sanitaria ha dedicato prege- Blanco.
sitivo realizzato in collaborazione
voli lavori, ha svolto il ruolo di
con lAssociazione alpina sport
moderatore.
Trento, lUnione italiana sport per
GIUGNO
tutti (Comitato territoriale UISP del
Trentino) e la Federazione ciclistica
italiana (Comitato provinciale del
La storia trentina in rete
Dalla dittatura alla Repubblica
Trentino) racconta la storia del
La Fondazione Museo storico del Il primo giugno, in occasione della ciclismo in Trentino dal 1885 al
Trentino luned 28 e marted 29 Festa della Repubblica, Lorenzo 1985, avvalendosi di fondi fotogramaggio ha organizzato un doppio Gardumi della Fondazione Museo fici depoca, di documenti audioviappuntamento presso Le Galle- storico del Trentino, intervenuto sivi in formato 8 millimetri e di una
rie di Piedicastello. Il 28 stata a Palazzo Eccheli-Baisi di Brento- serie di biciclette depoca prodotte
presentata la Rete trentina della nico con la relazione Al di l della prevalentemente in Trentino nella
storia: sono intervenuti las- guerra: dalla dittatura alla Repub- prima met del Novecento.
sessore provinciale alla Cultura, blica 1943-1948.
rapporti europei e Cooperazione
Franco Panizza, il direttore della
Tre volumi sulla campagna di
Fondazione Museo storico del Una mostra sulla storia del cicliRussia
Trentino Giuseppe Ferrandi, il diri- smo in Trentino
gente del Servizio attivit culturali
In occasione della mostra Ritorno
Claudio Martinelli, il provveditore
sul Don, le Gallerie di Piedicadel Museo storico italiano della
stello il 15 giugno hanno ospitato
guerra Camillo Zadra, il referente
la presentazione di alcune novit
Istituzionale della rete degli ecoeditoriali dedicate alla storia della
musei del Trentino Mauro Cecco e
campagna di Russia, pubblicate
il coordinatore Progetti della Fondalla Fondazione: Vincere! Vindazione Stava 1985 Michele Longo.
ceremo! Cartoline sul fronte russo
(1941-1942) a cura di Quinto
Antonelli e Sergej Ivanovich Filonenko; Russia 1941-1943: diario
di guerra di Carlo Hendel, a cura
di Quinto Antonelli; Ritorno sul
Don: la guerra degli italiani in
Unione Sovietica 1941-1943,
catalogo dellomonima mostra a
cura di Quinto Antonelli, Lorenzo
Gardumi e Giorgio Scotoni.

La serata si conclusa con due


laboratori condotti da Marianna
Paonessa ed Elisabetta Zamarchi,
dedicati rispettivamente ai temi di
Rete ed economicit e Rete e
partecipazione. Il 29 maggio il
Comitato dindirizzo della Fondazione Museo storico del Trentino
ha promosso lincontro Per gli

La mostra Il cavallo dacciaio:


storie di ciclismo, di campioni e di
biciclette in Trentino, curata da
Alessandro de Bertolini della Fondazione Museo storico del Trentino, stata inaugurata il 15 giugno
alle Gallerie di Piedicastello. Sono
intervenuti Marta Dalmaso, assessore allistruzione e sport della
Provincia autonoma di Trento, Stefano Graiff, vicepresidente della
Fondazione Museo storico del
Trentino, Daniele Ceccaroni, presidente della Lega ciclismo della
UISP, Diego Tambosi, vicepresidente dellAssociazione alpina

Un libro sulla partecipazione italiana in Russia

Il 20 giugno, presso le Gallerie di


Piedicastello stato presentato il

43

volume di Maria Teresa Giusti I


prigionieri italiani in Russia, tradotto in russo da Michail Talalay
(San Pietroburgo 2010). Assieme
allautrice e al traduttore intervenuto Lorenzo Gardumi della Fondazione Museo storico del Trentino.

Un convegno sulle stragi dopo la


seconda guerra mondiale
La Fondazione Museo storico del
Trentino, in collaborazione con
lIstituto storico della Resistenza
di Vicenza, il Museo del Risorgimento e della Resistenza del
Comune di Vicenza, il Comune
di Schio e il Comune di Valdastico, ha promosso il convegno
Le stragi dellultima ora, proponendo una rilettura interdisciplinare delle stragi che hanno caratterizzato il nostro Paese alla fine
della seconda guerra mondiale.
Lincontro si tenuto a Schio il 22
giugno e per la Fondazione Museo
storico del Trentino intervenuto
Lorenzo Gardumi con la relazione
dal titolo Tra terrorismo mirato e
violenza indiscriminata: Trentino
1943-1945.

Libri parlanti nella Trento romana

letture tratte dai suoi volumi Sotto


LUGLIO
gli occhi della morte: da Bolzano
a Mauthausen di Aldo Pantozzi e
Ernesta Bittanti e le leggi razziali
Una mostra sullospedale psichiadel 1938 di Beatrice Primerano,
trico di Pergine Valsugana
svolte da Francesca Rocchetti e
Venerd 6 luglio presso la sala
Lino Tommasini.
Maier a Pergine Valsugana, stata
aperta al pubblico la mostra Il
Trentino Italia storie pop a Lava- senso della follia: 120 anni di storia
dellospedale di Pergine Valsugana
rone
(1882-2002), curata da Rodolfo
La rassegna cinematografica allinTaiani della Fondazione Museo
terno del progetto Trentino Italia
storico del Trentino. La mostra,
Storie Pop, gi in corso ad Ala,
realizzata dallAssociazione Perproseguita con un secondo ciclo
gine spettacolo aperto, ha rapdi programmazione rivolto alla
presentato un evento collaterale
cittadinanza e agli ospiti dellAltodellomonimo festival che ogni
piano di Lavarone. I filmati hanno
anno, destate, attira un numeroso
proposto temi centrali della storia
pubblico.
dItalia e del Trentinonei loro processi postunitari, fra momenti
di coesione e fasi di crisi, con la La monumentalizzazione del
focalizzazione su alcuni periodied Doss Trento
eventi. La rassegna si tenuta dal
22 giugno al 7 settembre, ogni
venerd alle ore 21.00. Le sedi delle
proiezioni sono state la Biblioteca
comunale Sigmund Freud (FraCESARE BATTISTI
zione Gionghi) e il Cinema Teatro
4 febbraio 1875 - 12 luglio 1916
Commemorazione
Dolomiti
(frazione
Chiesa).
del 96 anniversario della morte
Il ciclo, il cui intero programma
disponibile anche sul sito www.
tritastorie.it, stato curato da
Daniela Cecchin della Fondazione
Museo storico del Trentino.
Associazione Museo storico in Trento onlus

MUSEO
NAZIONALE
STORICO
DEGLI ALPINI

ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
ALPINI

Una mostra sulle vie di comunicazione a Taio

LAssociazione editori trentini ha


organizzato venerd 22 giugno
presso lo Spazio archeologico
del Sass, in collaborazione con le
Feste Vigiliane e il gruppo musicale Gypsy Trio, una serata in compagnia della buona lettura, musica
e vino. Vi ha partecipato anche
la Fondazione Museo storico del
Trentino con la proposta di alcune

44

Il Comune di Taio e la Comunit


della val di Non, sabato 30 giugno
a Taio, hanno inaugurato la mostra
Le vie di comunicazione in val di
Non: Taio e le sue frazioni. Sono
intervenuti Stefano Cova, sindaco di Taio, Valeria Chini, assessore alla Cultura del Comune di
Taio, Laura Cretti, assessore alla
Cultura della Comunit della val
di Non, Alessandro de Bertolini, ricercatore della Fondazione
Museo storico del Trentino, Anna
Sarceltti e Marco Rauzi, registi,
Silvia Merler, curatrice della mostra.

Il 12 luglio, in occasione del 96


anniversario della morte di Cesare
Battisti, lAssociazione Museo storico in Trento, la Fondazione
Museo storico del Trentino, il
Museo nazionale storico degli
Alpini e lAssociazione nazionale

Alpini ha organizzato la conferenza


La monumentalizzazione del Doss
Trento, tenuta dallo storico Alessio Quercioli. La conferenza stata
preceduta dagli interventi del
generale Stefano Basset, direttore
del Museo nazionale storico degli
Alpini, di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino e di Maurizio
Pinamonti, presidente dellAssociazione nazionale Alpini-Trento.

zione Museo storico del Trentino.


I laboratori si sono svolti presso il
Centro culturale di Brentonico il 21
luglio, il 4, il 12 e il 25 agosto. Un
ultimo incontro in programma
per il 22 settembre.

La testimonianza di Giovanni Hippoliti


La Fondazione Museo storico del
Trentino, in collaborazione con il
Dipartimento territorio, ambiente
e foreste della Provincia autonoma
di Trento, ha proposto il 19 luglio
la presentazione e proiezione in
anteprima de Laccademia nel
bosco, videointervista realizzata
da Lorenzo Pevarello al prof. Giovanni Hippoliti, primo docente in
Italia di meccanizzazione forestale
e poi di utilizzazioni forestali. Allincontro, presso il Palazzo della Provincia autonoma di Trento, hanno
partecipato Giuseppe Ferrandi,
direttore generale della Fondazione Museo storico del Trentino,
Romano Mas, dirigente generale del Dipartimento territorio,
ambiente e foreste della Provincia
autonoma di Trento, Mario Cerato,
curatore del progetto e Franco
Piegai dellUniversit degli studi di
Firenze.

LItalia vista da Ezio Raimondi


Marted 24 luglio, in Piazza Maggiore a Bologna, stato proiettato il film prodotto dalla Fondazione Museo storico del Trentino
LItalia di Ezio Raimondi, curato
da Lorenzo Pevarello e Stefano
Chemelli: un documentario di
interesse storico e autobiografico
che ripercorre tutto il Novecento
attraverso la testimonianza di un
protagonista assoluto della cultura
europea non solo letteraria.

AGOSTO

A tu per tu con il farmacista


Ha preso il via il 21 luglio, per il
secondo anno consecutivo, liniziativa A tu per tu con il farmacista: laboratori aperti per apprendere come preparare creme,
pomate e sciroppi, organizzata
dalla Sezione Trentino-Alto Adige/
Sdtirol dellAssociazione giovani
farmacisti (AGIFAR) con il sostegno del Comune di Brentonico
e la collaborazione della Fonda-

Cassa di Risparmio di Trento e


Rovereto, la Fondazione Museo
storico del Trentino e la casa editrice Il Margine, il 28 e 29 luglio
hanno proposto la prima edizione
del festival storico Altro tempo:
lera dei Forti. La Fondazione
Museo storico del Trentino stata
presente al Festival domenica 29
luglio con due appuntamenti. Nel
pomeriggio a Forte Larino stato
proposto il reading Ogni volta:
ombre nere in tempo di pace, con
letture svolte da Francesca Rocchetti e tratte da testi di Simone
Cristicchi, Ryszard Kapuscinski,
William
Langewiesche,
Erich
Maria Remarque, Mario Rigoni
Stern, Helga Schneider e Gino
Strada. In serata, invece, il direttore Giuseppe Ferrandi e Alessandro de Bertolini hanno condotto
lincontro con il documentarista,
giornalista e scrittore Folco Quilici
dal titolo Il racconto delle Alpi:
paesaggio, storia e fortificazioni.

Farmacia Maturi: itinerari attraverso la storia della farmacia


trentina
Il festival storico Altro tempo
LEcomuseo della valle del Chiese,
il Consorzio turistico valle del
Chiese e il Comune di Lardaro, in
collaborazione con la Fondazione

Lallestimento storico della farmacia Maturi presso Palazzo EccheliBaisi di Brentonico si arricchito
di nuovi elementi espositivi cui si
aggiunto un percorso temporaneo, curato da Rodolfo Taiani
e Francesco Micheletti, dal titolo

45

Farmacopee e codici farmaceutici (secoli XV-XXI). Tale percorso


si sviluppa su due livelli: nella
parte testuale e iconografica si d
conto delle farmacopee pi importanti nella storia della farmacia in
territorio italiano. Nelle vetrine
si documenta invece la stessa
storia cos come testimoniata dai
volumi custoditi dalla famiglia
Boni di Tione. Si evidenziano cos
gli strumenti di lavoro dei quali
si avvalse una famiglia di antica
tradizione farmaceutica attiva in
Trentino dalla seconda met del
Settecento.

tendenza per i Beni storico-artistici della Provincia autonoma di


Trento e dellAPT val di Fiemme.
Per il mese di agosto la Fondazione Museo storico del Trentino ha curato lorganizzazione di
alcune conferenze cui seguita la
proiezione di 5 documentari: il 9
agosto il tema dellincontro stato
Ai confini dellunit dItalia ed
stato proiettato il filmato Sulle
tracce di Garibaldi; marted 14
agosto si parlato di emigrazione
ed stato mandato in onda il documentario Storie di mondo; il 16
agosto il cortometraggio Palma
Clara Agostini: testimonianza sulla
citt di legno stato preceduto
Gli appuntamenti di agosto alla da una discussione su Il Trentino
e la prima guerra mondiale. Il 21
Magnifica Comunit di Fiemme
agosto, si parlato della seconda
guerra mondiale in Trentino con
la proiezione del documentario
Stramentizzo: la memoria ritrovata; il 23 agosto, infine, protagonista dellincontro stata lautonomia con il filmato LAutonomia si
racconta: quel 5 settembre 1946.

La Magnifica Comunit di Fiemme


ha deciso di aprire in anteprima
il proprio Palazzo. Dal 5 luglio al
5 settembre 2012, stato organizzato un ricco programma
di iniziative e di appuntamenti
culturali, teso a valorizzare lo
straordinario pregio architettonico-artistico del Palazzo, le sue
collezioni darte, la storia della
Magnifica e quella del Trentino.
Il programma stato realizzato
insieme alla Fondazione Museo
storico del Trentino, con il supporto e il contributo dellAssessorato alla cultura della Provincia
autonoma di Trento, della Soprin-

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History Lab condotto da Roberta


Bonazza e Giuseppe Ferrandi,
direttore della Fondazione Museo
storico del Trentino. Durante
la serata si sono alternate le
domande agli illustri ospiti e spezzoni video, realizzati con la collaborazione di History Lab, il canale
digitale terrestre della Fondazione
Museo storico del Trentino.

Il sessantottesimo anniversario
della strage di Malga Zonta

Come ogni anno, il 15 agosto a


Folgaria si svolta la commemorazione del sessantottesimo anniversario delleccidio nazifascista di
Malga Zonta. Il titolo della giornata
di questanno stato Da montagne di guerra a montagne di pace
e ha visto la presenza di Maurizio Toller, sindaco di Folgaria,
Luigi Dalla Via, sindaco di Schio,
Alessandro Olivi, assessore della
Provincia autonoma di Trento,
Giuseppe Ferrandi, direttore della
Fondazione Museo storico del
Trentino. Lorazione ufficiale
stata tenuta da Alessandra Moretti,
Incontro con Gustav Thni e Crivicesindaco di Vicenza.
stian Zorzi

Allinterno della manifestazione


Campiglio TreperTre: idee di alta
quota, luned 13 agosto, alle ore
21, presso la sala della cultura
del Centro Rainalter a Madonna
di Campiglio, Gustav Thni e lolimpionico Cristian Zorzi hanno
partecipato allincontro Dai 1550
di Madonna di Campiglio ai 602 di

Giorgio Grigolli - autobiografia a pi voci

Questo libro per la maggior parte scritto da Giorgio Grigolli sotto forma di autobiografia a
pi voci. Attinge, infatti, alle informazioni emerse nel corso di pi colloqui intercorsi con i
curatori del volume e che la Fondazione Museo storico del Trentino conserva presso il proprio
archivio in forma video registrata. Propone unimportante selezione di documenti inediti.
Raccoglie, infine, numerosi articoli, altrettante riflessioni sui temi pi disparati, comparsi sui
giornali locali nei primi anni del nuovo millennio. Si ripercorrono cos le fasi salienti, i passaggi,
gli snodi fondamentali dellesperienza umana e politica di Giorgio Grigolli. Dagli anni del liceo
Prati allesperienza romana nelle fila della Giovent Cattolica con Carlo Carretto e un giovane
promettente Umberto Eco: dalle prime prove giornalistiche allimpegno politico diretto ispirato
agli ideali degasperiani. Poi in Trentino, dove giornalismo e politica sono tuttuno e dove, nel
1958, approda alla segreteria provinciale della DC. Seguono incarichi politici e istituzionali
sempre pi impegnativi, tra i quali dal 1967 al 1973 la presidenza della Regione e dal 1974 al
1979 quella della Provincia, fino al 1993 quando lascia la segreteria regionale della DC.

NOVIT

Mauro Marcantoni e Giorgio


Postal, Il Pacchetto: dalla Commissione dei 19 alla seconda
autonomia del Trentino Alto
Adige, pp. 551, 22,50

006

900 testimonianze

a cura di
GIUSEPPE FERRANDI
e MARCO GIOVANELLA

a cura di Giuseppe Ferrandi e MarCO GiOVaneLLa

Giuseppe Ferrandi e Marco Giovanella (a cura di), Giorgio Grigolli: autobiografia a pi voci,
pp. 364, 20,00
Le fasi salienti e gli snodi fondamentali dellesperienza umana e
politica di Giorgio Grigolli. Completa il volume una ricca selezione di documenti inediti.

006

900 testimonianze
Giorgio Grigolli
autobiografia a pi voci

900 testimonianze

006

EDIZIONI

a cura di Giuseppe Ferrandi e MarCO GiOVaneLLa

rigolli
Giorgio G
voci
i
p
a
fia
utobiogra

Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, coltiva interessi
di ricerca e studio legati soprattutto alla cultura filosofica e politica tra Otto e Novecento e dalla
storia contemporanea del Trentino cui ha dedicato numerose pubblicazioni.

Marco Giovanella, collaboratore della Fondazione Museo storico del Trentino, attivo nel
settore della didattica della storia e coltiva interessi di ricerca collegati alle vicende pi recenti
della storia trentina.

Leonardo
Gandini,
Daniela
Cecchin, Matteo Gentilini, Le
sponde della memoria: il ruolo
delloblio nel panorama mediale
contemporaneo, pp. 99, 11,00
possibile considerare loblio
pi un farmaco che una malattia?
E loblio pu fungere da antidoto
ai cosiddetti abusi della memoria? In che misura la formazione
culturale oggi passa attraverso
un lavoro di raffinamento e
distillazione di tutto quello che
ci viene chiesto di guardare e
trattenere nel ricordo? A queste
e altre domande cercano di dare
una risposta i contributi raccolti
in questo volume, che costituiscono gli interventi presentati al
quarto degli appuntamenti internazionali sul tema "Mass media
e memoria" ospitato a Trento nel
novembre del 2011.

20,00

Paola Antolini e Alberto Ianes (a


cura di), Storie di genere: laltra
met della cooperazione, pp. 68
(con DVD allegato), 11,00
Catalogo dellomonima mostra
che si propone di intercettare le
tracce della presenza femminile
nella cooperazione trentina, le
forme del protagonismo e, purtroppo, della discriminazione.
Il DVD allegato raccoglie le video
testimonianze di alcune protagoniste.

Ricostruzione dei passaggi fondamentali che hanno condotto,


allinizio degli anni settanta,
allapprovazione della legge
costituzionale che ha scritto lo
Statuto dautonomia delle due
Province autonome di Trento
e Bolzano e rivisto quello della
Regione Trentino-Alto Adige/
Sdtirol. Al saggio introduttivo
segue una ricca appendice documentaria.

Filippo Gratton e Angelo Longo


(a cura di), Col bl no se magna:
storia e memoria dellalimentazione in ambiente alpino, pp. 87,
12,00

Catalogo della mostra organizzata


dall'Ente Parco Paneveggio-Pale
di San Martino e dalla Fondazione Museo storico del Trentino
dedicata al legame tra l'alimentazione, il tempo e lo spazio.

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