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Questo articolo non ha molto di strettamente didattico, quanto piuttosto di aneddotico.

Infatti anzich parlare delle tendiniti in


generale (cosa che far con altri articoli) racconter di quello che fu per un infortunio non di certo grave ma che segn il mio modo
di concepire lallenamento calisthenico. Liberi dunque di andare alla fine di questo barboso diario per leggere le conclusioni, consci
per di perdere il racconto che ne fa ovviamente da premessa. Dunque iniziamo!
Ho terminato di allenarmi a causa del dolore al polso l1 settembre 2013. Il classico dolore da planche, scendi dalla planche (io
facevo la tuck con lelastico che mi tirava su i piedi sorvoliamo va l ahahahah) e TACK!! fitta dolorosissima che parte dal polso,
si irradia dal lato ulnare (quello del mignolo) e arriva fino al gomito, come se un coltello fosse entrato nellavambraccio.
Era un dolore che mi portavo appresso gi da un mesetto ma, come sempre succede quando non si ha un pelo di esperienza ma
questa mancanza compensata benissimo dallego, come se poi molti di noi gareggiassimo per chiss cosa, avevo ovviamente
deciso di non ascoltarlo, nella speranza che passasse da solo.. vana speranza.
Il polso non era gonfio, per quando lo estendevo, ma soprattutto quando lo flettevo con laltra mano (per non parlare poi di
deviazione ulnare e radiale), sentivo un dolore molto forte sul dorso stesso della mano, come se i tendini fossero troppo corti e
doloranti per essere allungati. Negli esercizi il dolore compariva (nella fase pi acuta, quindi pi recente) in planche, in verticale e
nella chiusura delle trazioni prone. Nella fase cronica (quindi dopo pi di due settimane che mi ci allenavo sopra) avevo male
persino a stare appeso e a scrivere.
Decisi allora di stare a riposo una settimana, per vedere come si sarebbe evoluta la situazione. Nel frattempo ovviamente si cerca
di fare quel che si pu, quindi gi di corsa e stretching.
Il polso per non migliorava, nonostante io non mi ci lavassi nemmeno i denti con quella mano, quindi decisi di andare dal dottore a
farmi visitare.
Il 9 settembre ho la visita dallortopedico, mi controlla, e mi dice fondamentalmente che doveva trattarsi probabilmente di tendinite
(anche se non stato preciso su quali tendini fossero coinvolti). Mi prescrive quindi rioso forzato del polso, unecografia per
valutare lo stato dei miei tessuti molli ed eventuali versamenti, un tutore da tenere anche la notte, un ciclo di 10 TECAR e un
integratore alimentare per accelerare i tempi di recupero.
Faccio le mie TECAR, prendo il mio integratore e lascio a riposo il polso. Faccio anche lecografia e da questa non risultano lesioni
dei tendini o versamenti di liquidi. Il dolore passa.
Nel frattempo (allenandomi solo con corsa e stretching), riflettendo su cosa avesse scatenato questo problema, giunsi allovvia
conclusione che lego mi avesse portato a forzare i tempi, ad allenare cose per le quali non ero assolutamente condizionato (non
avevo nemmeno 3 trazioni prone suvvia). Una volta ripresi gli allenamenti avrei puntato a raggiungere una base di forza che mi
permettesse di poter praticare le skill senza incorrere di nuovo in questa terribile scocciatura. Lobiettivo che mi posi furono 10 pull
up, 20 dips, 30 L-sit (ora avrei puntato un po pi in alto, ma al tempo non cera linformazione che cera ora, o almeno non era
facilmente reperibile).
Alla ripresa degli allenamenti (16 ottobre), iniziai con 2 settimane di carico e 1 di scarico per ri-abituarmi allo sforzo fisico, seguite
da 3 di carico e 1 di scarico. Da l tirare le somme e continuare.
La scheda era semplice ed essenziale:
Progressione lineare su trazioni con elastico e push up, per poi passare gradualmente alla versione non assistita delle trazioni e ai
dips. progressione lineare anche sullL-sit.
A novembre supero i miei vecchi massimali, centrando 6 pull up, 8 dips e 25 di L-sit. Da qui partita la scalata agli obiettivi base
che mi ero posto.
Cosa ho quindi tratto da questa esperienza? Il ragionamento articolato quindi attenzione e seguitemi..
Il calisthenics uno sport meraviglioso ma purtroppo ha un grosso.. difetto. Molte delle prime skills importanti (planche, front lever,
verticale, back lever ecc) sembrano allocchio di un principiante pi raggiungibili di quello che in realt sono. Questo porta
moltissime persone (fra cui me ai tempi) a provare, anzi, TENTARE, le skill come metodo di allenamento. Mettiamoci anche un po
di pigrizia nellinformazione (e nellera di internet rimanere ignoranti una scelta) e la frittata fatta.
Questo non pu che portare ad infortuni da usura o sovraccarico come la tendinite di cui vi ho appena raccontato, con il suo
strascico di frustrazione, tempo perso (e a qualunque calisthenico il tempo perso fa rodere i cosiddetti), dolore e alleggerimento del
portafogli.
Ma come evitare tutto ci? Da questo, e da altri piccoli infortuni e fastidi, ho dedotto alcuni piccoli e generali consigli da dare a chi si
avvicina al calisthenics, ma anche a chi gi navigato nellamiente:
1) Farsi un bel bagno di umilt e constatare con OBIETTIVITA il proprio livello attuale
2) Non accelerare i tempi saltando a pi pari le progressioni. Non tutti necessitano delle stesse progressioni standard, ma certo
passare dal tuck alle negative di full ovviamente tralascia molto tempo speso per condizionarsi, aumentando il rischio
3) Ascoltare il proprio corpo, e questo purtroppo si impara con lesperienza
4) Non trascurare un buon riscaldamento e la mobilit, per lo meno fino al punto in cui d la quasi certezza di non farsi male per
carenze di mobilit (per esempio fare back lever senza un compartimento bicipiti-pettorali sufficientemente mobile)
5) Progredire con calma, nel rispetto dei propri individuali tempi di adattamento
Parler di questi singoli punti in prossimi articoli, per quanto riguarda questo mi sono gi dilungato troppo, convinto che molti si
saranno rivisti in quanto ho scritto.

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