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18 maggio 2010 • pagina 11

Il vero rischio è che la finanza internazionale smetta di credere ai nostri governi sulla parola

Il nostro ”Stato” costa troppo, tare gli introiti del bilancio


pubblico in maniera struttura-
le, costante e significativa. fa-
cendo degli sforzi soprattutto

sapremo fare veri risparmi? nel settore dell’innovazione e


della ricerca».
Gli interventi devono essere
strutturali, secondo Paganetto,

I tagli di cui si parla sono solo palliativi: occorre cogliere l’occasione e la manovra «deve avere un
respiro europeo ed è necessario
un coordinamento che guardi
per cancellare i centri di spesa, dalle province alle comunità montane la politica Ue in chiave com-
plessiva. Più che intervenire
di Gianfranco Polillo sulla domanda, espressa dai sa-
lari pubblici e privati, ma credo
atti e ribatti, dopo tanto tergiver- Giudizio, per molti versi, ingeneroso. Se partire dai “capoccioni”come dice Calde- che sia fondamentale guardare

B sare nella speranza che dal mer-


cato potesse venire una risposta
positiva, il momento della verità è
arrivato. Non ci sarà tregua per la nostra
economia, ma un clima ancora più pe-
l’Italia avesse seguito quei consigli - au-
mentare il deficit di 1 punto di Pil per ve-
nire incontro alla richieste più che legit-
time di pensionati e lavoratori - oggi la
manovra non sarebbe di 25 miliardi per
roli – pensioni – riducendo l’inutile spre-
co dell’eccesso di “finestre” – spese dei
ministeri; Enti locali – un nuovo “patto di
stabilità” interno – un piccolo sacrificio
richiesto alla politica, sotto forma di de-
alla spesa degli enti territoriali
e sui bilanci pubblici in genera-
le. Quando si parla di tagli è ne-
cessario non pensare ai tagli li-
neari, ma intervenire su alcuni
sante. Non siamo la Grecia, né la Spagna il 2011 e 2012, ma del doppio. Senza pen- voluzione di una quota parte del reddito capitoli di spesa, mentre per al-
né il Portogallo o l’Irlanda. Non siamo sare al maggior esborso d’interessi a se- di parlamentari e consiglieri regionali. tri bisognerà prevedere mag-
nemmeno quel “bordello” che indica guito dell’inevitabile aumento dello Tutto giusto, ma basterà? giori investimenti che vanno
l’Economist per classificare il neo «Re- spread sui titoli in scadenza. Spread che, nella direzione dello sviluppo.
gno delle due Sicilie»: nickname del nonostante la politica di austerity finora Il dato di fondo è l’eccesso di Stato. Ne- Occorre, quindi, un rigore nella
Mezzogiorno. Ma certo è che la situazio- perseguita, ammonta a oltre 100 punti gli anni Settanta, Pietro Ingrao aveva in- spesa, senza dimenticare, ov-
ne è difficile e questa volta non ce la ca- base, rispetto al bund tedesco. Forse non vocato la tesi della “democrazia assolu- viamente, una seria lotta all’e-
veremo con le infinite risorse dell’ottimi- sarebbe stata una nuova Grecia, ma, cer- ta”. Spazi di partecipazione sempre più vasione fiscale».
smo o del semplice esorcismo. Non è to, ci saremmo andati vicini. Gli anni del- ampia, come antidoto al prevalere del
nemmeno colpa nostra. Siamo al centro le vacche grasse sono finite: questo è il mercato e della logica brutale del capita- « D o po l’ e s p e r i e n z a g r e c a
di un ciclone che ha origini lontane. Che dato da cui partire e porre alla base di le. A distanza di anni possiamo toccare l’Europa ci sta aspettando alla
investe l’intero pianeta, facendo emerge- ogni successivo ragionamento. Assiste- con mano il risultato finale di quella im- prova della piazza - secondo
re le debolezze di ciascun Paese. Anche remo quanto prima a una modifica del postazione. Una nuova eterogenesi dei Vaciago -. perché in tutti questi
di quelli – la Spagna o l’Irlanda, appunto “Patto di stabilità”. E sarà sale da sparge- fini. Il moltiplicarsi dei livelli di decisione anni abbiamo fatto delle mano-
– che solo qualche anno fa sembravano re sulle ferite. Ma ancor prima di “Maa- – dai municipi alla Stato centrale, pas- vre contro le quali non ha pro-
aver trovato la ricetta delle felicità e ora stricht due” – vale a dire la ratifica delle sando per Comuni, Province, Comunità testato nessuno, perché non
ballano sulla tolda del Titanic. Del resto tesi avanzate dalla Commissione euro- montane, Regioni, Authority e via deci- erano manovre serie. Questa
chi ha detto che l’euro continuerà a esse- pea, pur con le possibili modifiche ed dendo – come, in un gioco di specchi, ha volta non penso che l’Europa
re la moneta che finora abbiamo cono- emendamenti – saranno i mercati a indi- reso tutto enormemente costoso. E non farà sconti e chiede all’Italia un
sciuto? Quella di Paul Vocker – il grande care la rotta. Lo si è visto in questi giorni solo per le spese vive che quella com- Quintino Sella. Bisogna taglia-
vecchio che affianca Barack Obama nel- con il crollo della borsa e la caduta delle plessa organizzazione ha comportato. re a monte nelle competenze,
la gestione economica americana – è sta- quotazioni dell’euro a vantaggio di un Ma per la paralisi indotta dal sovrappor- ma chi lo spiega alla metà dei
ta solo una “voce dal sen fuggito”, come dollaro che, solo qualche mese fa, sem- si di competenze e funzioni. Un potere di comuni e delle province italia-
ha lasciato intendere, bacchettandolo, brava un’anatra zoppa. Ci aspetta, per- veto quasi assoluto che ha fatto lievitare ne che non hanno futuro? O al-
Carlo Azeglio Ciampi o la scelta delibe- tanto, un percorso di guerra che dovre- le spese e ritardato all’infinito la moder- le regioni che non arrivano a
rata di affondare il coltello nella piaga? mo saper affrontare con lucidità e pa- nizzazione del Paese. Mentre l’estero si un milione di abitanti? La cosa
L’euro reggerà o no? zienza, sperando che il sistema politico organizzava su basi completamente di- peggiore è quella di lasciare in
italiano possa dimostrarsi più saggio di verse: taglio dei costi, razionalizzazione essere tutto e dare meno risor-
Questo è il quadro al- quanto finora non è stato. È quasi inuti- delle strutture produttive, semplificazio- se con tagli lineari che affama-
larmante in cui si col- le aggiungere che se dovesse continua- ne e così via. Ma servono realmente, in no questi enti e alimentano la
loca la manovra che re il “reciproco assedio” tra maggio- Italia, mille parlamentari, millecentose- corruzione. È un modo per cer-
Giulio Tremonti - e ranza e opposizione tutto diventerà dici consiglieri regionali; i quasi quattro- tificare l’assenza del governo,
non vorremo essere più difficile. mila consiglieri provinciali; più di 200 che non è in grado di risolvere
nei suoi panni - do- mila consiglieri comunali? Per non par- i problemi, ma li sposta. È ne-
vrà decidere. Men- Due sono le possibili strade, non ne- lare delle centosettanta comunità monta- cessario cancellare alcuni cen-
tre il Pd affila le ar- cessariamente contrapposte. Una ma- ne, dei venti municipi romani, dei dieci tri di spesa Le tasse in questo
mi della critica, de- novra di contenimento a brevissimo milanesi e così via. Un esercito che tra- Paese alcuni ne pagano troppe,
nunciando l’immobili- termine, ma accompagnata dall’avvio scina con sé una sussistenza fatta di mi- altri molto poche. Sarebbero
smo dei due anni di un intervento di carattere gliaia e migliaia di dipendenti: dirigenti, più comprensibili i provvedi-
trascorsi. strutturale che rimetta in autisti, faccendieri e così via. menti antievasione che il go-
carreggiata l’economia verno Prodi aveva iniziato a fa-
italiana. Riconcilian- Quando si parla di costo della politica re, ma che sono stati aboliti».
dola con un mondo è a questo che si deve pensare, altro che Il sistema da adottare, secondo
che, nel frattempo, è devolvere una mensilità di qualche par- Paganetto, è quello di : «dare
profondamente mu- lamentare bendisposto verso l’obolo. Il dei segnali di ripresa ai merca-
tato, ma che noi ab- grande sviluppo tecnologico di questi ul- ti . Pensare di farlo riducendo
biamo continuato a timi anni ha esteso i confini della cono- l’incidenza pensionistica o di
vedere con gli oc- scenza e del controllo in tempo reale. Ha qualche posta della massa
chi del passato. creato strutture a rete fin troppo pervasi- complessiva dei conti statali
Prima abbondere- ve. Il privato ne ha catturato le potenzia- non è sufficiente. I mercati si
mo questa illusio- lità, adeguando le strutture organizzati- convincono con provvedimenti
ne e minori, nel ve. Ha sostituito i grandi santuari della di tipo strutturale. La difficoltà
tempo, saranno i produzione con dei network flessibili e vera è convincere gli operatori
sacrifici nonché in grado di rispondere ai rapidi muta- finanziari che tutti i Paesi della
più rapida sarà menti del mercato. Semplice traduzione, Ue non si troveranno a subire
l’uscita da un in termini economici, delle esigenze dei l’onore del debito e del paga-
tunnel che dura cittadini. Solo gli istituti della democra- mento degli interessi, ma che è
ormai da troppi zia – sempre più presunta e meno effetti- stato rimesso in moto un pro-
anni. Nell’imme- va – sono rimasti immobili: cristallizzati cesso di crescita. Per l’Italia ci
diato, deciderà nel tempo che fu. Quando parliamo del sono i margini per raggiungere
Giulio Tremonti. percorso di guerra è a questo che pensia- gli obiettivi, ma occorre farlo in
Lo farà raschian- mo. Dovremo disboscare, razionalizzare, maniera virtuosa. Il bilancio
do, come sempre, il introdurre la logica dei “costi/benefici”. pubblico ha dei margini ampi
fondo del barile: di- Altrimenti tutto sarà inutile: semplice per interventi né lineari, né le-
pendenti pubblici – a questione di tempo. gati solo alla riduzione della
massa statariale, ma per inter-
venti strutturali».

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