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Non sussiste unipotesi di litisconsorzio necessario di entrambi i coniugi in regime di

comunione legale in un giudizio promosso da terzi e riguardante un bene che vi


ricade. E il principio desumibile dallordinanza in esame, che cos accoglie il ricorso proposto
contro la decisione resa in appello con cui si era annullata la sentenza di primo grado
affermando la sussistenza di unipotesi di litisconsorzio necessario nei confronti della moglie del
convenuto, chiamato in giudizio per il risarcimento dei danni arrecati allappartamento del
vicino a seguito di infiltrazioni provenienti dal giardino dei coniugi in comunione. La Cassazione,
accogliendo il primo motivo del ricorso (violazione dellart.101 c.p.c.), ribadisce che non
sussiste litisconsorzio necessario atteso che ciascun comproprietario titolare di un diritto che
investe l'intera cosa comune (e non una frazione della stessa), ed , in quanto tale, legittimato
ad agire o resistere in giudizio nei confronti dei terzi o di un singolo condomino per la tutela
della cosa comune, anche senza il consenso degli altri. (Cass. 11199/2000, in motivazione;
4345/2000;
2106/2000;
4354/1999;
4388/1996).
Nella particolare ipotesi del regime della comunione legale, l'agire o il resistere disgiuntamente
dei coniugi per gli atti che non eccedono l'ordinaria amministrazione comprende anche l'azione
giudiziale da risarcimento del danno da infiltrazioni, introdotta nel caso di specie a svantaggio
del bene comune.
CORTE DI CASSAZIONE. SEZ. VI - 3 CIVILE - ORDINANZA 16 gennaio 2013, n.1009 Pres. Finocchiaro est. Giacalone
In fatto e in diritto
Nella causa indicata in premessa, stata depositata la seguente relazione:
'1 - Nella causa promossa dal M. per il risarcimento dei danni arrecati all'appartamento da lui
condotto in locazione a seguito d'infiltrazioni provenienti dal giardino dell'appartamento del Ma.
, la sentenza impugnata (Trib. Catanzaro, 9 settembre 2010) ha annullato quella di primo
grado, rimettendo le parti al primo giudice, ritenendo la sussistenza di un'ipotesi di
litisconsorzio necessario nei confronti della moglie del Ma. , A..F.B. , in regime di comunione
legale con lo stesso, vertendosi rispetto ad un rapporto plurilaterale in giudizio promosso da
terzi e riguardante la comunione ed i beni che vi ricadono.
2 - Ricorre per Cassazione il M. , deducendo:
2.1. Violazione art. 101 c.p.c., non sussistendo un'ipotesi di litisconsorzio necessario;
2.2. - Violazione artt. 342, 353 e 354 c.p.c, perch l'appello avrebbe dovuto essere dichiarato
inammissibile, in quanto incentrato solo su censure di ordine processuale, non essendo stata
proposta dall'appellante alcun censura di merito.
3. - Il Ma. resiste con controricorso e propone ricorso incidentale per i seguenti motivi:
3.1. - Violazione ed errata applicazione dell'art. 89 c.p.c. relativamente a cancellazione di frase
contenuta nella propria comparsa di risposta e sui provvedimenti consequenziali del giudice di
primo grado;
3.2. - Erronea compensazione per mancata liquidit dei crediti;
3.3. - Validit ed efficacia dell'offerta formulata ex art. 1220 c.c.;
3.4. - Censura della statuizione sulle spese del giudice di primo grado.

4. - La decisione riguarda i ricorsi riuniti, essendo stati proposti avverso la medesima sentenza
(art. 335 c.p.c).
4.1. Il primo motivo del ricorso principale manifestamente fondato e va accolto, non
sussistendo un'ipotesi di litisconsorzio necessario, dovendosi ribadire che ciascun
comproprietario, in quanto titolare di un diritto che, sia pure nei limiti segnati dalla
concorrenza dei diritti degli altri partecipanti, investe l'intera cosa comune (e non una frazione
della stessa), legittimato ad agire o resistere in giudizio, anche senza il consenso degli altri,
per la tutela della cosa comune, nei confronti dei terzi o di un singolo condomino (Cass.
11199/2000, in motivazione; 4345/2000; 2106/2000; 4354/1999; 4388/1996).
Inoltre, nella particolare ipotesi del regime della comunione dei beni tra i coniugi, l'agire o il
resistere disgiuntamente dei coniugi per gli atti che non eccedono l'ordinaria amministrazione
comprende anche l'azione giudiziale del tipo di quella da risarcimento del danno introdotta
nella presente controversia a svantaggio del bene comune (argomento desumibile da Cass. n.
19167/2005, in motivazione).
4.2. - Il secondo motivo del ricorso principale manifestamente infondato, perch,
diversamente da quanto sostenuto dal M. , l'appellante aveva proposto, sia pure
subordinatamente alla richiesta di annullamento della sentenza per mancata integrazione del
contraddittorio, puntuali richieste di merito che dovranno formare oggetto di nuovo motivato
esame da parte del giudice di rinvio.
4.3. - Il ricorso incidentale manifestamente inammissibile in quanto tutti i suoi motivi
mancano di attinenza e di riferibilit alla sentenza impugnata, avendo dichiaratamente ad
oggetto affermazioni contenute nella sentenza in primo grado e questioni non aventi formato
oggetto della decisione di appello, esclusivamente incentrata sul tema processuale della
sussistenza di un'ipotesi di litisconsorzio necessario.
5. - Il relatore propone la trattazione del ricorso in camera di consiglio ai sensi degli artt. 375,
376, 380 bis c.p.c. e laccoglimento del primo motivo del ricorso principale, rigettato il secondo
e dichiarato inammissibile il ricorso incidentale, con cassazione della sentenza impugnata, in
relazione al motivo accolto e rinvio, anche per le spese, al medesimo Tribunale in diversa
composizione'.
La relazione stata comunicata al Pubblico Ministero e notificata ai difensori delle parti
costituite.
Non sono state presentate memorie n conclusioni scritte.
Ritenuto che:
a seguito della discussione sul ricorso in camera di consiglio, il collegio ha condiviso i motivi in
fatto e in diritto esposti nella relazione;
che pertanto, pronunciando sui ricorsi riuniti, deve accogliersi il primo motivo del ricorso
principale, essendo manifestamente fondato, va rigettato il secondo e va dichiarato
inammissibile il ricorso incidentale; va, di conseguenza, cassata la sentenza impugnata, in
relazione al motivo accolto, e la causa rinviata, anche per le spese, al Tribunale di Catanzaro in
diversa composizione.

visti gli artt. 380-bis e 385 cod. proc. civ..


P.Q.M.
Pronunciando sui ricorsi riuniti, accoglie il primo motivo del ricorso principale, rigettato il
secondo e dichiarato inammissibile il ricorso incidentale, cassa la sentenza impugnata, in
relazione al motivo accolto, e rinvia, anche per le spese, al Tribunale di Catanzaro in diversa
composizione.

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