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CRITICA - MACHIAVELLI

Meinecke ha parlato del pensiero machiavelliano come di un pugnale che, conficcato


nel corpo politico dellumanit occidentale, le strapp grida di dolore e di ribellione.
Isaiah Berlin si chiedeva in un saggio perch il pensiero di Machiavelli avesse destato
attraverso i secoli tante inquietudini, condanne e abiure. La risposta vo
probabilmente cercata in una sorta di unicit delle sue tesi nel panorama del pensiero
occidentale. Ogni sistema filosofico ha creduto nellesistenza di un ordine razionale
possibile, in un sistema assoluto di valori, identificato di volta in volta con il mondo
perfetto delle idee (Platone), con lintelligenza divina che regola il mondo (il logos
degli stoici), con la parola di Dio rivelata agli uomini (le Chiese cristiane); gli
illuministi del Settecento riconobbero questordine nella natura stessa, guida per
lumanit nella via che porta alla felicit. Nei suoi scritti Machiavelli propone la
visione di un mondo in cui ogni ordine assoluto di valori (in particolare quelli del
cristianesimo) inconciliabile con le condizioni della vita politica. Machiavelli
costituisce una morale della politica del tutto autoreferenziale, finalizzata al
conseguimento dei beni terreni che le competono.
Chabod affronta la dibattuta questione del rapporto tra politica e morale e rifiuta le
tesi di quanti vogliono vedere in Machiavelli il fondatore di una nuova morale, di un
nuovo sistema filosofico, perch egli ben consapevole di non trattare di morale, ma
di mostrare solo la verit effettuale dellagire politico, a costo di lasciarsi alle spalli
i precetti morali: il resto rimane al di fuori del suo sguardo. Machiavelli non discute,
anzi accetta, la morale tradizionale e lascia, ben fermo, lideale morale: e lo lascia
ben fermo perch non se nha da occupare.
Chabod sostiene la tesi della stesura di getto del Principe nellarco di circa sei mesi
tra lestate e lautunno del 1513, riconducendo a tale motivazione le incongruenze e
sfasature dellopera (ad esempio, la rovina e fine del Valentino, di cui Machiavelli d
due spiegazioni: prima ne attribuisce le cause alla fortuna avversa, poi afferma che il
Duca err nellaccettare lelezione pontificia del cardinale Della Rovere).
Tuttavia sussiste il problema dellultimo capitolo, da tutti considerato posteriore, pur
ammettendo la stesura di getto delle restanti parti del trattato; oggi quindi si
preferisce optare per una doppia redazione nel 1513 e nel 1515, forse con ulteriori
aggiunte sino al 1517 (Martelli-Bausi)
Gennaro Sasso sostiene la continuit tra le due opere fondamentali di Machiavelli, il
Principe ed i Discorsi, incentrati sul governo repubblicano. Ritiene che i Discorsi
siano stati iniziati qualche anno prima del 1513. Arrivato al capitolo XXV, in cui si dice
che, quando la situazione interna allo stato degenera nellingovernabilit e
nellanarchia, bisogna correggere gli uomini con una monarchia, nel 1513,
machiavelli avrebbe abbandonato temporaneamente la stesura dei Discorsi e scritto
di getto il Principe. Negli anni successivi, avrebbe ripreso ed ultimato i Discorsi.
Questa tesi della continuit servirebbe a spiegare la sussistenza di due modelli statali,
quello della res publica romana e quello dello stato assoluto francese.
Precedentemente, Russo aveva affermato che la continuit tra i modelli statali di
Machiavelli era rappresentata dal tipo dello stato forte.

La fortuna di Machiavelli legata al Principe e ai Discorsi e dipende dalla storia


dellinterpretazione del suo pensiero, soprattutto per quanto riguarda il rapporti tra
politica e morale.
Nel Cinquecento, lazione della Controriforma, che impone una pi rigida osservanza
in campo religioso e morale, mette allindice gli scritti dellautore nel 1559 e suscita
aspre critiche e polemiche sia in Italia sia allestero: ad esempio. Gli scritti del gesuita
Possevino o lAntimachiavellus del francese Gentillet.
Il Seicento, secolo dominato dallassolutismo, che tenta di conciliare politica e morale
e si traduce nella teoria della ragion di stato del Botero, accoglie e tenta di
giustificare il pensiero machiavelliano attraverso lesempio di Tacito, che negli Annali,
tratteggia la figura di un principe assoluto, Tiberio.
Il Settecento fu contrario alla teoria machiavelliana, in nome dellideale filantropico
che si realizzava nellimmagine del Principe illuminato. Contro lautore scrisse
lAntimachiavel Federico di Prussia.
Contemporaneamente si afferma anche la tesi dellobliquit di Machiavelli, avanzata
nel Seicento da Boccalini, secondo la quale lautore del Principe sarebbe, in realt,
laccusatore dei tiranni, lesaltatore della libert e il teorico della repubblica e della
democrazia: in questo senso letto da Alfieri, Baretti e Rousseau. Foscolo, inoltre,
cerca giustificazioni storiche nelle condizioni dellItalia del tempo.
A Foscolo si ispirano le interpretazioni risorgimentali dellOttocento, che vedono in
Machiavelli il precursore dellunit e dellindipendenza italiana, criticando per gli
aspetti contrari al loro idealismo morale (Mazzini e Gioberti).
Manzoni vede come elemento essenziale la scoperta dellutile, riscattandone la
nobilt morale.
Linterpretazione storico-critica del pensiero machiavelliano, prende avvio con
Macaulay, che considera le condizioni e necessit politiche del tempo, delineando un
quadro storico del Cinquecento. De Sanctis, invece, non lo giustifica moralmente, ma
vede lopera dellautore come un documento del passaggio dal Medioevo al
Rinascimento.
Successivamente, Meinecke mette in rilievo il carattere precettistico dellopera di
Machiavelli, che eleva a teoria e sistema quanto era stato fino ad allora pratica
tollerata. Croce, lo ha designato come lo scopritore della categoria autonoma
dellutile e quindi di una politica autoreferenziale.
Nel Novecento, il suo pensiero fu usato per giustificare i valore assoluto dello stato e
sfruttato politicamente.
Chabod considera lideologia dellintellettuale profondamente legata alle condizioni
storiche, politiche e spirituali del suo tempo. Russo lo definisce artista-eroe della
tecnica politica ed individua linteresse dello scrittore, non tanto nelle forme
concrete della politica, ma nei procedimenti della tecnica politica, considerata in se
stessa. Ne vede, inoltre una sostanziale unit ed organicit di pensiero, che si realizza
nellaccordo fra pensiero ed arte.

Chiappelli e Montanari studiano il linguaggio di Machiavelli, considerandolo


maggiormente sul piano artistico e ritenendo importante per la comprensione del suo
pensiero la sua natura di poeta.

GUICCIARDINI

De Sanctis vide in Guicciardini il prototipo dellitaliano snervato e senza ideali, pronto a


calpestare i propri principi in nome dellinteresse personale o del bene della famiglia, e lo
definiva come il prodotto tipico di una nazione che aveva perduto il senso della seriet morale
della vita e che, incapace di distinguere tra bene e male, riduceva ogni considerazione al
calcolo cinico del tornaconto personale.

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