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A.

Introduzione

Þ Notazioni e formule impiegate

Þ Grandezze e unità di misura

Þ Analisi dimensionale

Þ Equazione di stato

A0
Campo scalare : b(x,y,z,t) = b(x, t) A1. Calcolo vettoriale

Campo vettoriale : b(x, t) = bx(x, t) i + by(x, t) j + bz(x, t) k ; b º [ bx by bz ];

bi componenti; Esempio: velocità

Componente normale del campo : bn(x, t) = nx bx(x, t) + ny by(x, t) + nz bz(x, t) ;

n = nx i + ny j + nz k = versore normale

B XX B XY B XZ
Tensore B ≡ B YX B YY B YZ
B ZX B ZY B ZZ
Quando risulta Bik = cδik
1 0 0
δik ≡ 0 1 0
0 0 1
il tensore è isotropo.
A1
1 0 0
I≡ 0 1 0
0 0 1
3
|b| = b ≡ å k =1
b2k = b 2x + b 2y + b 2z

Prodotto scalare di vettori:


3
b·c = å
k =1
b k ck = b x c x + b y c y + b z c z

Prodotto vettoriale:

ix iy iz
bLc = bx by bz = i x (b y c z - bz c y ) + i y (bz c x - bx c z ) + i z (bx c y - b y c x ) = - c Ù b
cx cy cz
A2
¶ ¶ ¶
Ñ º ix + iy + iz
¶x ¶y ¶z

3 ¶b ¶b ¶b ¶b
gradb º å k i k = ix + iy + iz = Ñb
1 ¶xk ¶x ¶y ¶z

3 ¶bk ¶bx ¶by ¶bz


divb º å k = + + = Ñ×b
1 ¶xk ¶x ¶y ¶z

ix iy iz
¶ ¶ ¶ æ ¶bz ¶by ö æ ¶bx ¶bz ö æ ¶by ¶bx ö
rotb º = i x çç - ÷÷ + i y ç - ÷ + i z çç - ÷÷ = Ñ Ù b
¶x ¶y ¶z è ¶y ¶z ø è ¶z ¶x ø è ¶x ¶y ø
bx by bz

3 ¶b (i k ) 3 ¶B
div B = å k = å k i k ik =
1 ¶xk 1 ¶ xi
æ ¶B xx ¶ B yx ¶B zx ö æ ¶B xy ¶B yy ¶B zy ö æ ¶B xz ¶B yz ¶B zz ö
i x çç + + ÷÷ + i y çç + + ÷÷ + i z çç + + ÷÷ = Ñ × B
è ¶x ¶y ¶z ø è ¶x ¶y ¶z ø è ¶x ¶y ¶z ø
A3
Bxx Bxy Bxz
¶ ¶ ¶
[(div B)x (div B)y (div B)z] = · Byx Byy Byz
¶x ¶ y ¶z
Bzx Bzy Bzz
Sempre nell’ipotesi che i campi siano di classe C1, valgono le relazioni:

grad(cb) = c grad b + (grad c)b


div (cb) = c div b + (grad c)•b
rot (cb) = c rot b + (grad c)Λb

ossia:

s(cb) = csb + (sc)b


s·(cb) = cs·b + (sc)·b
sL(cb) = csLb + (sc)Lb
A4
Se poi i campi sono di classe C2, si ha:

rot grad b = sLsb = 0


div rot b = s·(sLb) = 0
e si può impiegare il laplaciano, definito come:
3 ¶2 ¶ 2 ¶ 2 ¶ 2
s2b º å b = b + b + b
k =1 ¶ x 2 k ¶ x 2 ¶ y 2 ¶ z 2
3
s2b º å iks2bk = ixs2bx + iys2by + izs2bz
k =1

Si vede subito che è

s2b = div grad b = s·sb


s2b = grad div b – rot rot b =s(s·b) - sL (sLb)

A5
Teorema di Gauss: A (superficie)

¶b z
ò dV = - ò b n idA V
V ¶ xi A n

Teorema del gradiente: y

ò grad b dV = - ò b n dA
V A x
Teorema della divergenza:

ò divbdV = - ò b×ndA
V A
Formula di Kelvin:

ò n ×rot bdA = ò b×dx


A L
A6
A2. Grandezze e unità di misura

Misura di una grandezza : rapporto tra essa ed un’altra della stessa specie scelta come unità

GRANDEZZE FONDAMENTALI GRANDEZZE DERIVATE

L Lunghezza
T Tempo Meccanica dei Continui Fluidi Classica
M Massa
Q Temperatura

Nella pratica per una generica grandezza G:

[G ] = [ LaT b M g ]

( ANALISI DIMENSIONALE )

A7
Eq. fondamentale della dinamica:

dv
F = ma = m
dt
E le dimensioni di F :

[ F ] = [ MLT -2 ]
Altri esempi :

Area L2 m2
Volume L3 m3
Velocità LT-1 m/s
Portata volumica L3T-1 m3/s
Forza MLT-2 Kg x m/s2 = Newton
Tensione ML-1T-2 Kg/m/s = N/m2 = Pa
Lavoro ML+2T-2 Kg x m2/s2 = N x m = Joule
Potenza ML+2T-3 Kg x M2/s3 = Joule/s = Watt

Nel sistema tecnico la forza è grandezza fondamentale


A8
A3. Analisi dimensionale

È possibile esprimere le grandezze che intervengono nei fenomeni meccanici mediante tre sole di esse
assunte come fondamentali, per esempio la Massa M, la Lunghezza L e il Tempo T (sono le grandezze
fondamentali usate per il sistema internazionale delle unità di misura).
Se prendiamo ad esempio una velocità, essa è rappresentata dal rapporto tra una lunghezza e un tempo;
scriveremo allora

[V ] = [ LT -1 ]

e chiameremo questa uguaglianza l’equazione dimensionale della velocità, dicendo che la velocità ha
le dimensioni LT-1. Analogamente, se consideriamo una forza, essa per la legge di Newton è data dal
prodotto di una massa per una accelerazione che a sua volta è una velocità divisa per un tempo;
scriveremo allora

[ F ] = [ MLT -2 ]

A9
Il rapporto tra due grandezze aventi le stesse dimensioni si chiama Numero Puro e il suo valore non
dipende dalle unità di misura usate: per esempio il rapporto tra una circonferenza e il suo diametro è il
numero p il cui valore non dipende dalla unità di misura delle lunghezze che si adotta.
L’equazione dimensionale di un numero puro N è evidentemente

[ N ] = [ M 0 L0T 0 ]

Tre grandezze A, B e C si dicono dimensionalmente indipendenti se è possibile scrivere con esse


l’equazione dimensionale di un numero puro soltanto con esponenti tutti nulli, cioè

[ Aa B b C g ] è un numero puro solo quando a = b = g = 0

Ad esempio la Velocità V, la Lunghezza L e il Tempo T non sono dimensionalmente indipendenti


perché [VL-1T] è evidentemente un numero puro.
Date tre grandezze dimensionalmente indipendenti è possibile scrivere l’equazione dimensionale per
qualsiasi altra grandezza, usando queste come fondamentali

A10
IL TEOREMA FONDAMENTALE DELLA ANALISI DIMENSIONALE (TEOREMA DI
BUCKINGAM O TEOREMA II)

Si consideri una grandezza G la cui equazione dimensionale sia [G ] = [ M a LbT g ] e sia

G = F (Q1 , Q2 , Q3 , Q4 ,..., QN )
dove le Qk (k = 1, 2,…, N) sono grandezze aventi le equazioni dimensionali

[Qk ] = [Qk ] = [ M a K Lb K T g K ]
si supponga che tra le Qk vene siano tre dimensionalmente indipendenti, per esempio Q1, Q2 e Q3;
assunte queste come fondamentali, potremo scrivere

[G ] = [Q1a Q2bQ3c ] e [QK ] = [Q1aK Q2bK Q3cK ] per k = 4, 5,…, N

si potrà quindi scrivere


æ Q Q ö
G = Q1a Q2b Q3c Fçç Q1 , Q2 , Q3 , a4 b44 c4 ,..., a N bNN c N ÷÷
è Q1 Q2 Q3 Q1 Q2 Q3 ø
e anche

G æ Q4 QN ö
= F ç Q , Q , Q ,
ç 1 2 3 Q a 4 Q b4 Q c 4 ,..., ÷÷
Q1a Q2b Q3c è 1 2 3 Q1a N Q2bN Q3c N ø
A11
Il primo membro di questa espressione è un numero puro e quindi il suo valore numerico non
dipende dalla unità di misura prescelta per le grandezze Q1,Q2 e Q3; se cambiamo l’unità di misura
di Q1 e quindi il valore numerico che figura all’interno della funzione F, il primo membro non
cambia: la funzione F allora non dipende da Q1; lo stesso vale per Q2 e Q3.
Potremo quindi scrivere che risulta

æ Q Q ö
G = Q Q Q F çç a 4 b44 c4 ,..., a N bNN c N
1
a b
2
c
3
÷÷
è Q1 Q2 Q3 Q1 Q2 Q3 ø
La G è quindi esprimibile come funzione non più di N ma soltanto di N-3 variabili.

Questo può portare notevoli semplificazioni soprattutto se la funzione F deve essere determinata
sperimentalmente.

A12
Per esempio si supponga di dover determinare il periodo T0 di oscillazione di un pendolo costituito da
un filo di lunghezza l a cui è appesa una massa puntiforme m che parte con una deviazione iniziale
dalla verticale a0, che oscilla nel campo della gravità; supponendo non influenti altre grandezze
(elasticità del filo, dimensioni della massa m, resistenza dell’aria, ecc.) potremo scrivere

T0 = F (l , m, g , a 0 )
l, m e g sono dimensionalmente indipendenti; a0 è un angolo quindi un numero puro; è immediato
verificare che risulta
1 1
-
[T0 ] = [l g ]
2 2

e quindi per il teorema II

1
T0 = F (a 0 )
g

Se si fosse dovuta determinare sperimentalmente la F che dipende da quattro parametri,


assegnando 10 diversi valori a ciascun parametro si sarebbero dovute eseguire 104 esperimenti.
Se invece di deve determinare la F che dipende da un solo parametro, è sufficiente eseguire 10
esperimenti

A13
A4. Equazioni di stato

La densità e il peso specifico di un fluido sono funzioni sia della pressione p che della temperatura t. Il
legame

r = r ( p,t )
fra le tre grandezze viene detto equazione caratteristica o equazione di stato del fluido in esame. Si tratta
spesso di legami molto complessi che portano a scegliere equazioni dotate di forma analitica
sufficientemente maneggevole, ma che rappresentano i fatti solamente in campi limitati di escursione
delle variabili.
Esempio : Equazione di stato dei gas perfetti
p
= ÂT
g
P pressione assoluta, T temperatura assoluta (°K), R costante dei gas perfetti il cui valore nel sistema pratico di
misura è:

848
Â= m / °K
M
con M peso molecolare del gas considerato
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