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Sintoni
La domanda non certo nuova: Linux un sistema operativo a prova di utente finale? Ad ogni nuova versione
di kernel, grazie anche al supporto di un numero sempre crescente di dispositivi, il partito degli entusiasti si
contrappone a quello degli scettici senza che emerga
una risposta univoca al quesito.
Sulle pagine di PC Professionale abbiamo esaminato
proprio un anno fa, sul numero di gennaio 2002, le principali distribuzioni Linux per approfondire la questione
(potete trovare larticolo, in formato Pdf, sul Cd-Rom allegato a questo numero della rivista).
A dodici mesi di distanza arrivato il momento di affrontare di nuovo il tema per constatare soprattutto i
progressi compiuti da Linux in ambito workstation.
Nellesaminare le distribuzioni che vi presentiamo in
questo articolo ci siamo concentrati dunque sullaspetto oggettivo e pratico delluso di Linux in un ambiente
desktop orientato alla produttivit personale, verificandone attentamente le eventuali difficolt di riconoscimento e di configurazione delle periferiche di sistema (il punto di solito pi dolente). Abbiamo recensito
sei prodotti, alcuni molto noti (Mandrake 9.0, Red Hat
8.0 e SuSE 8.1), altri meno, soprattutto in Italia (Lin-
SOFTWARE
La scelta di PC Professionale
> Mandrake 9.0
Il testa a testa tra Mandrake e RedHat per lottenimento del nostro titolo di prodotto Vip (assegnato
prendendo in considerazione lattitudine a un impiego
su sistemi desktop) stato davvero serrato: alle manchevolezze di una distribuzione corrispondono infatti i
pregi dellaltra, e viceversa. In pi, aver avuto a disposizione per i test due versioni diverse (Mandrake
PowerPack 9.0 confrontabile direttamente per completezza con RedHat 8.0 Professional, non con ledizione Personal; tuttavia, il paragone possibile sulla base
del prezzo) non ha certo facilitato il compito. Diciamo
dunque che ha prevalso Mandrake di unincollatura su
RedHat, a sua volta seguita a ruota da SuSE.
Linstallazione di Mandrake si fa preferire per chiarezza e per la possibilit di ridimensionare in maniera non
distruttiva partizioni non Ntfs; tra laltro, i suggerimenti
per il partizionamento automatico sono sufficientemente corretti, anche se avremmo preferito una partizione
separata almeno per la directory /home, utile tanto nel
caso di recupero del sistema operativo quanto di suo
cambiamento.
La manualistica cartacea di Mandrake qualitativa e
un po troppo concisa: mancano molti riferimenti al sistema, ma lutente alle prime armi pu trovare in essa
un valido supporto. Il confronto con RedHat improponibile (la versione Personal prevede solo uno spartano
manuale per linstallazione), ma quello con SuSE nettamente a vantaggio dellazienda tedesca, che oltre
ad avere prodotto da sempre una manualistica di alto
livello ha imparato a curare anche la traduzione italiana. La casa del camaleonte include nella propria distribuzione un manuale utente assai completo e un ma-
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SOFTWARE
E di recente il comportamento di
Conexant ha dimostrato come latteggiamento dei produttori si stia
man mano aprendo a Linux.
Sulla base della natura libera e
aperta di Linux e della licenza di distribuzione cui esso sottoposto
(ovvero la Gnu/Gpl, consultabile
sul sito www.gnu.org ), alcune
aziende ne hanno iniziato la pacchettizzazione ed, eventualmente, il
commercio.
questo il concetto su cui si basano
le distribuzioni: la costruzione di un
sistema su misura o meglio di
qualcosa che vi si avvicini; ed ci
che spiega le differenze di dotazione
software tra le varie distribuzioni.
Con buona pace dei puristi, aziende
quali RedHat o Mandrake hanno
iniziato a pensare allutente finale
comprendendo, oltre a strumenti
Gpl, applicazioni proprietarie (con
svariate licenze duso e con sorgenti aperti o meno) per facilitare determinate funzioni: questo il valore aggiunto, unitamente alla produzione di manualistica, che giustifica
e determina il prezzo da pagare per
un Linux personalizzato.
Laffermarsi di pacchetti quali Rpm
(RedHat Package Manager) ha portato giovamento a chi si avvicina a
Linux, permettendo linstallazione
Linux e la sicurezza
vo. Anche qui si rileva una delle linee guida di X (e dei sistemi *nix in
generale), che basato sulla cooperazione di componenti separati.
Un window manager il componente che controlla laspetto e loperativit delle finestre e consente
allutente di interagire con esse; gli
ambienti grafici forniscono uninterfaccia pi completa al sistema operativo mediante luso di utility e di
applicazioni in essi integrati.
I gestori di finestre e gli ambienti
grafici non sono in contrapposizione
e costituiscono limpatto visivo di
Linux sullutente finale: i primi si
occupano di ci che non risulta conveniente o possibile fare da shell di
testo; i secondi consentono un approccio morbido alla configurazione
ed alla gestione di sistema.
Gli incroci peraltro sono allordine
del giorno: gli ambienti grafici supportano pi window manager, e viceversa. Se ci costituisce qualcosa
a met strada tra la continua ricerca
dellefficacia funzionale e lappagamento visuale dellutente esperto,
le aziende hanno capito come una
simile flessibilit possa costituire
elemento di confusione per il novellino (o newbie, per usare il termine
inglese) ovvero per chi si avvicina a
Linux. Per questo motivo, la mag-
Di
Guido Sintoni
278
SOFTWARE
<segue>
Network o SuSE You, per citare qualche nome, sono il miglior bilanciamento tra fortificazione della propria Linux box ed il tempo
necessario per farlo. Pi di un power user pu storcere il naso di
fronte a questa affermazione: vero, la via del binario precompilato non la pi sicura; ma non da tutti saper compilare nuovi
sorgenti con le opzioni corrette o manipolare file di configurazione. E, nel nostro caso, un approccio cui lutente desktop difficilmente ricorrer, anche se la possibilit di produrre un eseguibile
su misura per le proprie esigenze rappresenta, in termini di sicurezza, un vantaggio consistente rispetto al mondo del software
chiuso. La gi citata velocit di sviluppo si traduce in un ciclo
molto rapido di patch e nuove versioni di applicazioni, idealmente pi stabili e sicure. Per chi proviene dal mondo Microsoft, si
280
SOFTWARE
si sono confrontate nel creare partizioni e file system su un hard disk Maxtor da 20 GByte, Ultra
ATA/66, configurato come unit
slave sul canale primario (sul sistema era presente un altro disco su
cui era installato Windows XP Professional). Il quadro era completato da due unit ottiche: un lettore
di Cd-Rom ed un masterizzatore,
entrambi su bus Ide. Disabilitata
lopzione Pnp OS da Bios, abbiamo pi volte provato ad installare
al volo eriferiche Usb e Firewire:
un disco rigido Archos Mini HD su
bus Usb 2.0 e Ieee1394, e una fotocamera Fuji Finepix 6800 su bus
Usb 1.1, oltre ad una Webcam
Creative WebCam Plus Usb 1.1,
sperando nel riconoscimento da
parte del sistema.
In sostanza, abbiamo composto un
quadro hardware decisamente
eterogeneo per simulare varie situazioni duso e verificare i progressi compiuti in questo ambito
dalle diverse distribuzioni.
Non si tratta certo di un metodo di
paragone univoco (la specificit
della periferica ancora un fattore
discriminante sotto Linux), ma pu
fornire indicazioni decisamente interessanti.
Lindows OS
Dollari Usa 129,00 tasse escluse
I prezzi sono riferiti alla versione 3.0, uscita dopo la chiusura delle nostre prove. La versione Digital-only costa dollari Usa 119,00 tasse
escluse. La versione Insiders program costa dollari Usa 299,00 tasse
escluse.
Produttore: Lindows.com, 9333 Genesee Ave., 92121 San Diego (Ca),
Usa; tel. +1-858-587-6000; fax +1-858-587-8095; pagina web
www.lindows.com
Pro
> Desktop simile a quello di Windows
> Installazione rapida
> Possibilit di installazione remota di applicazioni
in stile Lindows o Debian (apt-get)
Contro
> Mancanza di un firewall configurabile per via grafica
> Gestione utenze incompleta
> Qualche problema di stabilit con i programmi Windows
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SOFTWARE
Di
Guido Sintoni
tiva laccesso da root, in pieno stile Windows 9x. Si tratta di un problema di non poco conto: lutente
poco esperto, infatti, pu raggiungere la console in maniera rapida
ed eseguire comandi potenzialmente distruttivi per il sistema.
Trattandosi di una vera distribuzione Linux (costruita sulla base di Debian, ricordiamolo), laggiunta di
utenti di livello inferiore e laccesso
a X in tale qualit possibile. La
procedura richiede pochi comandi e
poche modifiche ai file di configurazione; ma per una distribuzione
dichiaratamente per neofiti quale
Lindows lassenza di uno strumento grafico per la gestione degli
utenti na grave pecca.
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SOFTWARE
In Lindows Samba
bene implementato, e il
riconoscimento dei
gruppi automatico. Di
conseguenza ,
lintegrazione e
linterscambio dati con
macchine Windows in
rete davvero semplice.
il setup di Microsoft Office 2000 ottenendo risultati contrastanti: quella buona stata la terza. E, nelluso
pratico, stato senzaltro meglio ricorrere allinstallazione di OpenOffice che subire repentine chiusure
di Microsoft Office, che hanno riportato alla mente sopiti ricordi popolati di schermi blu. Nel caso di
Lindows, lunica variante del caso
rappresentata da un messaggio inquietante: Segmentation fault.
Click-N-Run unottima soluzione,
e aiuta il neofita a personalizzare il
sistema con una quantit di software spesso limitata dalla sola immaginazione, integrando ladotazione
di base non troppo ricca.
Ci permettiamo di suggerire tuttavia unalternativa: apt-get , una
istruzione a linea di comando (completabile con il front-end grafico Synaptic). Nel nostro caso, con due
istruzioni (apt-get update e apt-get
install) siamo stati in grado di aggiungere gcc e varie librerie di sviluppo al sistema, esaltando il lato
SOFTWARE
Il desktop di Lycoris
semplice e
chiaramente rivolto
agli utenti che si
avvicinano a Linux
per la prima volta.
Le analogie con il
desktop di Windows
sono evidenti, e si
riflettono soprattutto
nelle icone.
Sono poi disponibili altre due immagini, che contengono rispettivamente gli strumenti di sviluppo e i
sorgenti.
Le versioni commerciali previste da
Lycoris sono numerose e proposte a
prezzi equi, anche se c da considerare come la mancanza di un distributore italiano sia penalizzante.
Bsd e Unix
In origine Bsd era un grupo di estensioni per Unix di AT&T sviluppate presso luniversit di Berkeley, in California (USA). Si
trattava di un insieme di sorgenti che andavano ad innestarsi su
un sistema a sorgenti chiusi quale AT&T Unix.
Dato che AT&T non ha mai rilasciato il proprio codice, difficile sostenere che Bsd sia Unix; tuttavia, lampio ricorso di
AT&T ai sorgenti di Berkeley ha portato ad una sorta di ibridazione, tant che gi nel 1976 iniziarono a circolare i nastri di
Berkeley Software Distribution. Si pu dire che se Bsd non
Unix difficile stabilire la provenienza di molte varianti Unix
arrivate ai giorni nostri.
Lo sforzo realizzativo allinizio era per lo pi demandato al
Computer Sciences Research Group (Csrg) dellUniversit di
Berkeley, che si vide ben presto commissionare dallente governativo statunitense Darpa (Defense Advanced Research
Projects Agency) il miglioramento dei protocolli di comunicazione della rete militare Arpanet. Da qui alla definizione degli
Di
Guido Sintoni
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SOFTWARE
<segue>
> Libert 0, o libert fondamentale: la libert di eseguire il programma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo;
> Libert 1: libert di studiare il funzionamento del programma,
e di adattarlo alle proprie esigenze;
> Libert 2: libert di redistribuire copie del programma;
> Libert 3: la libert di migliorare il programma, e di distribuirne i miglioramenti.
Come pi volte ribadito dalla Free Software Foundation
(www.fsf.org) e dallaffiliata a Fsf Europe, Assoli (Associazione
Software Libero, www.softwarelibero.it), diverse altre licenze garantiscono le quattro libert e si possono pertanto qualificare come licenze per il software libero. Fra queste, merita una speciale
menzione per la sua diffusione la licenza Bsd, la cui principale
differenza dalla GPL che, non essendo basata sul permesso
dautore, non ha fra i propri obiettivi quello di proteggere la libert del software cui applicata. Chi infatti modifichi un programma protetto da Bsd, pu distribuirlo con le modifiche usando
qualunque licenza.
Ecco quindi spiegata la commistione tra software libero e commerciale, aperto e chiuso, che si pu trovare con Bsd: libridazione, quindi, non in questo ambito n un difetto n uneccezione,
ma un punto di partenza. Infatti, una delle conseguenze della li-
cenza Bsd che essa riflette lidea del dono liberale: chiunque
pu fare ci che meglio crede del programma a disposizione. Il
problema che questo significa che chiunque pu ridistribuire
anche in forma chiusa con una licenza proprietaria un programma Bsd modificato, impedendo cos ai propri acquirenti di modificarlo e redistribuirlo a loro volta. quindi possibile fornire i soli
binari precompilati anche se si fatto uso di codice sorgente
aperto.
Bsd e Linux
Il mutuo interscambio di codice e di idee di fondo tra Bsd e Linux
noto, ma bisogna porre alcuni distinguo. I sistemi operativi Bsd
comprendono:
> un kernel Bsd, che gestisce la schedulazione dei processi, luso
della memoria, il supporto per i processori ed i moduli per i vari dispositivi. Il kernel Linux unitario, anche se diversamente compilabile, mentre esistono pi kernel Bsd con caratteristiche diverse;
> la libreria C e le Api di base del sistema. Il C di Linux deriva
da Gnu, quello di Bsd da Berkeley;
> utilit di basso livello (shell, file manager, compilatori, linker e
debugger). In Linux sono di provenienza Gnu; in Bsd possono
non esserlo;
Pro
Contro
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SOFTWARE
<segue>
> il server grafico, X Windows System. In Linux parte integrante del sistema; Bsd lo tratta come un progetto separato
(che usa lo stesso codice di Linux);
> altre applicazioni non necessarie al funzionamento del
sistema: Bsd miscela codice chiuso ed aperto; Linux tende
a separare i due aspetti (anche se le aziende che fanno business con Linux interpretano il concetto molto estensivamente).
Ogni sistema Bsd soggetto a tre release: quella di sviluppo
(current), quella per uso normale (release), ancora passibile
di correzioni, e quella corretta e pronta per ambienti di produzione (stable per FreeBsd, ancora release per Open e Net
Bsd). Linux, per contro, mantiene due alberi separati: la versione stabile (contraddistinta da un numero di release pari) e
una di sviluppo (con numero dispari).
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SOFTWARE
Vedere unapplicazione
Kde cos simile ad un
componente Windows
lascia stupiti. Funzionalit
ed efficacia sono ottime; il
servizio di installazione via
Internet tuttavia a
pagamento.
MandrakeSoft >
Mandrake 9.0
PowerPack Edition
Lazienda francese MandrakeSoft si
sempre distinta come uno dei pionieri del Linux facile e la sua distribuzione da molto tempo ha fama
di essere una delle pi amichevoli
sul mercato. Questa versione 9.0
mantiene fede alle premesse, confermandosi unottima base per chi
comincia. Inoltre una scelta valida
per chi cerca un sistema operativo
alternativo e anche se ci far storcere il naso a pi di un purista una
valida base di partenza (o semilavorato, come si dice spesso) sulla quale
realizzare configurazioni complesse,
espressamente rivolte alla gestione e
amministrazione di server.
La facilit la chiave di lettura di
Mandrake Linux: la memoria subito corre ad una delle sue prime
versioni, probabilmente la 5.3, che
sostituiva gli spartani window manager previsti come default da
molte distribuzioni di allora con
Kde. Si era a cavallo tra il 1998 ed
il 1999 e oggi molto mutato nellapproccio a Linux, sia da parte
degli utenti finali che delle aziende che ne traggono opportunit di
business.
Linux Mandrake commercializzato in tre versioni, oltre che scari-
Pro
> Semplicit di installazione e amministrazione
> Semplicit di configurazione
> Ricchezza di software a corredo
Contro
> Documentazione su carta troppo semplificata
> Richiede risorse di sistema consistenti per una installazione completa
Il processo di installazione di Mandrake demandato al noto DrakX, e prevede una modalit per neofiti
(Raccomandata) e una per esperti (Expert). In genere, prediletta la via del riconoscimento automatico;
degna di nota la possibilit di intervenire approfonditamente sul boot loader.
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SOFTWARE
Il centro di controllo di
Mandrake (qui visibile
mentre mostra i punti di
mount di un hard disk) ha
uninterfaccia simile al file
manager di Windows, con
la suddivisione in due
riquadri. Peccato che
questo modulo non
consenta la gestione
grafica i tutti i componenti
hardware.
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SOFTWARE
Pro
Contro
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SOFTWARE
Linux in Italia
Di
zione di Mandrake; il suo uso, tuttavia, subordinato allinvio di informazioni personali relative alla macchina target a Red Hat.
Che dire, dunque, di Red Hat 8.0
Personal? Indubbiamente unottima distribuzione, e lo sforzo in chiave desktop evidente; restano da
svelare alcune incognite relative ad
un prezzo pi elevato rispetto alla
concorrenza e a uninterfaccia di
amministrazione ancora passibile di
miglioramenti.
Guido Sintoni
In Italia, il fenomeno Linux cresciuto con unattenzione pi incentrata sul progetto che sul prodotto, pur con
qualche significativa eccezione.
Un oggetto misterioso, un illustre sconosciuto, una
scommessa affascinante: Kelvin Desktop 2.5 un po di
tutto questo. Intendiamoci: la storia di Linux fatta di
pionieri, e non certo una novit che il singolo utente,
armato di sola perizia, riesca a produrre risultati di rilievo; ma quanto realizzato dallautore di Kelvin, Alessandro Bresci (bresci@utknet.de), estremamente significativo. Lidea di Kelvin (il nome richiama subito la
k contenuta nel termine kernel) nasce da una precedente esperienza dellautore nel campo del calcolo
parallelo basato su file system distribuiti: sulla base di
del progetto Linux from Scratch (ne parliamo in un riquadro specifico), Bresci ha creato una distribuzione
contenente il software di base necessario per ogni nodo
del cluster, arrivando poi ad una versione Workstation
(la Kelvin Desktop in questione).
Obiettivi dichiarati di Kelvin Desktop sono la facilit di
installazione e di manutenzione; il sistema, quindi, va
considerato come un progetto in stato di avanzamento,
anche se anticipando alcune considerazioni finali le
premesse per un ottimo lavoro ci sono tutte.
Molte distribuzioni di nicchia, come Lindows e Lycoris
(anchesse recensite in questo articolo), nascono su basi
291
SOFTWARE
<segue>
si possa variare
questo approccio,
ma attivit del genere non sono alla
portata di un utente desktop. Lassenza di un gestore di Rpm appare
giustificata dalla
natura stessa del
progetto e dalla
scelta orientata alla velocit e alla
pulizia sistemica.
Alcuni script realizzati dallautore
semplificano la gi
intuitiva interfaccia di configurazione del sistema contenuta in Gnome; tuttavia, la veste non definitiva di
Kelvin si riflette nella mancanza di alcune caratteristiche chiave per una distribuzione di questo tipo: una
gestione degli utenti per via grafica (esattamente come Lindows), la presenza di un front-end per definire
regole di firewall, e il supporto non immediato ai desktop virtuali di Gnome (questultimo facilmente integrabile dallutente finale).
Se a questo punto vi venuta la curiosit di provare
questo ambiente, dovrete avere un po di pazienza.
Per i nostri test abbiamo usato un campione fornitoci
direttamente dallautore, ma il sito ufficiale per il
download di Kelvin Desktop non ancora stato aperto. Lo sar comunque entro breve: per ulteriori informazioni consultate lattuale pagina Web del progetto,
allUrl www.utknet.com/linuxlab.
Lunica distribuzione italiana concepita per la vendita
Madeinlinux (www.madeinlinux.com), che aveva
debuttato un paio danni orsono con una distribuzione
Linux fortemente basata su Red Hat 7.0, eppure dotata di pi di uno spunto interessante. Ricordiamo di
averla vista venduta in qualche hard discount informatico, anche se per breve tempo. Madeinlinux 4.0 si
chiama ora 4.0 Second Edition, e non sembra pi ricoprire un ruolo di primo piano in seno alle strategie
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La produttivit
personale in Kelvin
Desktop assicurata
da OpenOffice 1.0.1.
La barra delle
applicazioni di Gnome
compare nella parte
superiore dello
schermo: scelta dettata
da una presunta
maggiore visibilit della
stessa, ma in contrasto
con la collocazione
della medesima in
Windows.
SOFTWARE
<segue>
aziendali: la dirigenza ha
preferito focalizzarsi su
soluzioni basate su
software libero piuttosto
che mantenere lo sviluppo di una distribuzione.
Tra le caratteristiche salienti della Second Edition, ricordiamo il kernel
2.4.2, il server grafico
XFree 4.0.2, il supporto ai
binari precompilati tramite Rpm 4.0 e uninterfaccia di shell tcsh in italiano. Linstallazione prevede sin dalla prima versione due configurazioni di base,
denominate Internet sicuro e Linux facile, a riprova di come la dicotomia tra ambiente server e workstation sia sempre sentita in ambito Linux. Tra gli spunti
interessanti introdotti sin dalla prima versione, vi il
supporto a ReiserFS (presentato nello stesso periodo in
cui SuSE iniziava a proporre lo stesso filesystem journaled e si trovava a gestirne la complessit e gli inevitabili problemi connessi alla migrazione da ext2). Lo
strumento per la produttivit Soho Sun StarOffice
5.2, e lambiente grafico Gnome 1.2.1 o Kde 2.1; non
manca una manualistica completa anche se poco specifica, in grado di spaziare in poco pi di 300 pagine
dai dettami sul software libero alluso dellambiente
grafico e degli applicativi desktop. Peccato non portare pi avanti lo sviluppo di una distribuzione dalle
buone qualit di base.
Scritta a partire da zero, Bad Penguin (www.badpenguin. org) una distribuzione nata per mano di Antonio Gallo, esponente dellIls (Italian Linux Society,
www.linux.it). Per dirla con le parole dellautore, lultima versione di Badpenguin (la 0.99, che come sempre si basa solo su software libero), installabile e
funzionante ma incompleta. Se ne sconsiglia quindi
luso a chi non ha mai installato una distribuzione
Gnu/Linux sul proprio computer e che non sia familiare con i concetti di partizionamento e di partizione. La distribuzione contiene un insieme minimo di
pacchetti per poter avviare ed arrestare il sistema. La
beta completa attualmente occupa sul Cd-Rom circa
55 MByte, che possono essere ridotti a 44 MByte. Linstallazione della versione minima di base richiede invece 100 MByte sul disco fisso selezionato per linstallazione.
Prosa (Progettazione Sviluppo Aperto, www.prosa.it)
stata invece antesignana nellembedded con il proprio
EtLinux: tra i fondatori, Alessandro Rubini, ovvero uno
dei nomi pi stimati del free software italiano, voce
autorevole anche in seno alla Free Software Foundation (www.fsf.org).
Altra iniziativa nata dalla singola persona e che si saputa guadagnare nel tempo un buon numero di svilup-
patori muLinux
(http://mulinux.
sunsite.dk). Michele Andreoli lha concepita inizialmente come minidistribuzione su singolo floppy,
pensando ad un efficiente
strumento di boot, setup e
recovery. Sulla base di una
documentazione completa
(disponibile anche in inglese non proprio ortodosso, come ammette ironicamente lautore), muLinux si evoluto nel tempo con molti interessanti add-on, ed in
grado di replicare su scala ridotta (lultima versione,
muLinux 13r2, prevede uninstallazione completa in 13
floppy disc) tutte le funzioni di un vero sistema Linux,
dal server Web, telnet ed Ftp fino a strumenti di sviluppo (gcc, Tcl, Perl) ed agli emulatori. Non mancano un
server X per Vga e Svga e vari window manager; il
supporto al multimedia, il text formatter TeX, una Java
Virtual Machine e Vnc.
Nelle minidistribuzioni troviamo ancora Alfalinux (alfalinux.sourceforge.net), che negli intenti del suo autore, Giancarlo Erra, una distribuzione Linux a tutti
gli effetti, con la particolarit di essere studiata per risiedere in due floppy disk ed utilizzata quindi per il
viaggio, situazioni di emergenza, computer vecchi o
senza hard disk, e qualunque altra situazione in cui
sia necessario un sistema operativo Linux completo
ma senza possibilit di installazione. Il sistema infatti
parte al boot direttamente dal floppy e si carica nella
RAM, rimanendo attivo fino a quando viene resettato
o spento il computer. Minime le risorse di sistema richieste: una Cpu 80386 o superiore e dagli 8 ai 12
MByte di memoria Ram.
Su muLinux possibile
installare software
complesso quale Vnc. Il
server grafico X supporta
alcuni semplici window
manager, quali fvwm,
fvwm95 e Window Maker,
qui visibile.
294
SOFTWARE
SOFTWARE
Pro
> Gestione del firewall e dei componenti di rete
> Interfaccia di amministrazione visuale
Contro
> Strumenti di amministrazione di sistema via Web
> Supporto non soddisfacente a Gnome
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SOFTWARE
==NoS
Kelvin
Lindows
Versione
Desktop 2.5b
Lindows OS 2.0
Pagina Web
Prezzo versione provata (Iva compresa1)
Supporto diretto allinstallazione
Nazionalizzazione di default
Supporto nativo alla lingua italiana
Numero Cd-Rom/Dvd
Manuale cartaceo
Qualit della manualistica
Documentazione elettronica inclusa
Qualit documentazione elettronica
Immagine Iso completa disponibile
Procedura di installazione grafica
Ridimensionamento partizioni nel setup
Definizione partizioni multiple nel setup
Supporto file system journaled
Ambiente grafico supportato
Applicativi office di rtiferimento
Amministrazione sistema per via grafica
Qualit amministrazione sistema grafico
Aggiornamento remoto del sistema
Formato binari precompilati
Gestione utenti per via grafica
Firewall gestibile per via grafica
Qualit della gestione grafica firewall
Altre versioni disponibili
gratuito
inglese
1/0
n/a
non ancora
Gnome 2
Open Office
1.0.1
Lycoris
Desktop/LX
Download
www.lindows.com www.lycoris.com
129,00 dollari Usa gratuito
inglese
2/0
n/a
inglese
3/0
n/a
no
Kde 3
Viewer MS-Office
Koffice 1.1
deb
Kde 2
Koffice
1.1
rpm
Digital version
Insiders program
recenti, sufficiente citare SuSE Linux 7.1, una delle prime a montare
un file system journaled, il kernel 2.4
e Kde 2.
In ambito enterprise, lofferta di SuSE si fonda su Enterprise Server: il
substrato di base quello di UnitedLinux 1.0 di cui abbiamo gi parlato
nella recensione di Sco Linux.
Il segmento desktop presidiato da
SuSE Linux 8.1 Professional, la cui
confezione comprende sette CdRom, un Dvd, il supporto allinstallazione per 90 giorni dalla data di registrazione, vari opuscoli e due manuali cartacei di ottima fattura. Sono proprio questi due a catturare lattenzione: il primo (Manuale dellutente)
consta di circa 350 pagine ed diviso
in quattro sezioni (installazione, con-
Desktop/LX
Desktop/LX Deluxe
ProductivityPak
LX/Interconnect
eccellente
molto buono
buono
discreto
insufficiente
Mandrakesoft
Red Hat
Sco
SuSE
Mandrake Linux
9.0 PowerPack
SuSE Linux
8.1 Professional
78,00 euro
n/a
a scelta
84,70 euro
60 giorni
a scelta
non definito
variabile2
a scelta
78,00 euro
90 giorni
a scelta
7/0
5/0
3/0
7/1
Gnome 2, Kde 3
Gnome 2, Kde 3
n/a
Gnome 2, Kde 3
rpm
Open Office
1.0.1
rpm
Open Office
1.0.1
Standard
ProSuite
Professional
Workstation
(in realizzazione)
rpm
Gnome 2, Kde 3
Open Office
1.0.1
rpm
298
SOFTWARE
Pro
> Ottima gestione del file system
> Dotazione software esauriente
> Documentazione cartacea di ottimo livello
Contro
> Avido di risorse di sistema
> Supporto a Gnome non eccelso
Il tool di installazione e di
amministrazione Yast 2 di
SuSE decisamente ben
concepito ed integrato
(peccato non ne sia
disponibile il codice
sorgente). Anche se non
velocissimo, permette di
ben districarsi nella
complessit di Linux.
figurazione, uso e supporto) che trattano in maniera leggera tanto fondamenti sistemistici quanto applicazioni desktop; il secondo (Manuale
damministrazione) tratta in maniera
avanzata le problematiche legate allinstallazione, alla configurazione, al
sistema e il networking, per un totale
di oltre 500 pagine.
La trattazione del networking realmente degna di nota: contiene unottima panoramica sui collegamenti in
rete e su argomenti eterogenei quali
Samba o Netatalk, Internet e sicurezza. La traduzione, un punto debole delle delle precedenti versioni,
ora di buon livello.
Linstallazione affidata a Yast 2, che
non ha mai mancato di fare parlare di
s da parte sia della comunit di sviluppo per via dei sorgenti chiusi
sia degli utenti che ne apprezzano
lefficacia. Il processo lineare, anche se limpressione di un elevato carico macchina superiore rispetto a
DrakX o Anaconda. E consentito il
ridimensionamento di partizioni Fat
consentito (anche se non in maniera
pienamente grafica) ed previsto il
supporto ai file system journaled (con
la predilezione per ReiserFS). La possibilit di utilizzare un file system cifrato e di predisporre configurazioni
Raid software, oltre al supporto a
Lvm (Logical Volume Manager), invogliano a provare ardite soluzioni
server oltre alle tranquille configurazioni workstation.
Il rilevamento dellhardware si dimostrato impeccabile, trattando in
maniera corretta i vari dispositivi
Usb e Firewire collegati.
Il riavvio della macchina presenta un
desktop molto elegante, apprezzabilmente pulito e con la possibilit di
scegliere tra unimpostazione standard di Kde 3 o quella prevista da
SuSE. La dotazione di software
consistente e rivaleggia per completezza (o sovrabbondanza) con quella
di Mandrake, anche se la distinzione
tra pacchetti liberi e commerciali (a
volte in versione trial) non cos ben
marcata come nella distribuzione
della casa francese.
Luso in ambiente desktop molto
buono, senza tuttavia raggiungere
299