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Mimmo Tringale, Ecovillaggi in Italia e in Europa: realt storiche e progetti in corso

Lucilla Borio e Maurizio Pallante illustreranno il legame tra decrescita felice ed ecovillaggi, o meglio ancora
in che modo lecovillaggio pu svolgere un ruolo importante nella direzione della decrescita. Io vorrei
parlare molto brevemente della Rete italiana dei villaggi ecologici, illustrando il panorama degli ecovillaggi
in Italia. Se c tempo mi piacerebbe presentare anche alcuni esempi approfittando della presenza di Paolo
Battino che mi piace definire un ragazzo fortunato perch nato e cresciuto nella Comune di Bagnaia, nei
pressi di Siena. E sempre se c spazio, mi piacerebbe far conoscere lesperienza diretta anche di altri due
ragazzi fortunati: Lucilla Borio e Massimo Candela che vivono nellecovillaggio di Torri Superiore, nei pressi
di Ventimiglia. Dellesperienza di Basilico vi parleranno i diretti protagonisti, a cui si deve lorganizzazione di
questo convegno.
Gli Ecovillaggi nel Mondo
Gran Bretagna e Irlanda: 250 (5000 membri residenti).
Germania: oltre 100, ma sono numerose le realt non censite.
Francia: 33
Paesi Bassi: 13
Paesi scandinavi: 28
Spagna e Portogallo: 23
Russia e altri paesi dellEst: 25
Americhe: 2000 comunit, il 90% negli Stati Uniti (100.000 membri residenti)
India: 200
Giappone: 50 (2000 membri residenti)
Nuova Zelanda: 40 (700 membri residenti )
Australia: 150
Italia: 29 (1200 membri residenti)
Se diamo unocchiata a queste cifre ci si rende conto di come gli ecovillaggi sono presenti in tutti in tutti i
paesi e in tutti i continenti, compresa lAfrica, dove da tempo il Gen (Global Ecovillage Network) opera per
preservare i villaggi tradizionali dallo spopolamento causato dalla corsa allurbanizzazione.
Vediamo ora in dettaglio, qual la situazione in Italia:
Italia
Dal punto di vista numerico, il panorama italiano degli ecovillaggi in linea con quello di altri paesi
mediterranei. Alla RIVE aderiscono 20 realt + 9 progetti (cio comunit in via di formazione) + 10
ecovillaggi che per vari motivi non aderiscono alla rete.
Ecovillaggi in Italia
Numeri:

30 comunit attive
13 progetti in corso
Anni di attivit
oltre 25 anni:
da 10 a 25 anni:
da 5 a 10 anni:
da 1 a 5 anni:

3
10
9
8

Numero membri residenti


oltre 100: 3
da 15 a 20: 19
da 5 a 15: 8
Collocazione territoriale
Sud e isole: 3
Centro: 16
Nord: 11
Collocazione e dimensioni
Per quanto riguarda la collocazione e le dimensioni, la maggior parte delle realt sono di tipo rurale e con
leccezione di Nomadelfia (300 membri residenti), Damanhur (650), Il Forteto (150), la maggior parte degli
ecovillaggi contano mediamente 15-20 membri.
Geograficamente sono le regioni del centro le pi ricche di esperienze comunitarie, questo perch in queste
regioni storicamente si sono incrociate due tendenze favorevoli: un rapido spopolamento delle aree rurali
negli anni settanta che hanno facilitato lingresso alla terra di nuovi soggetti e lesistenza di un territorio
abbastanza integro che ha attirato in zona i comunardi.
Anni di attivit
Quasi la met degli ecovillaggi italiani attiva da pi di 10 anni, tre addirittura hanno festeggiato i 25 anni.
Da una parte si tratta di un buon segnale di stabilit e consolidamento, ma pu essere letto anche in modo
problematico perch evidenzia il numero relativo basso di ecovillaggi di nuova costituzione.
Modelli
Se si analizzano i diversi modelli di ecovillaggi esistenti nel mondo si possono trovare numerose linee
comuni, ma molte differenze. Non esiste un modello standard, ogni esperienza si conforma intorno alla
storia, alle ispirazioni e alle esperienze del gruppo promotore. E molto spesso, la stessa struttura
organizzativa si evolve con il mutare delle esigenze dei membri. Allinterno di questa notevole diversit, se
si analizzano i diversi modelli di ecovillaggi esistenti in Italia e nel mondo si possono comunque trovare
alcune linee comuni che caratterizzano tali esperienze.
Principi ispiratori. Vi sono ecovillaggi nati con lobiettivo preciso di ridare vita a un borgo abbandonato, nel
rispetto dei valori architettonici e ambientali; altri sono sorti intorno allidea di creare un sistema sociale
alternativo basato su posizioni laiche ed eco-pacifiste e altre ancora sono legate a una scelta di vita
spirituale. In molti casi si tratta di una fusione di uno o pi orientamenti.

Economia
Nella maggior parte dei casi la propriet dei beni (terreni, edifici, mezzi di produzione) comune. Tutti i
membri (sia quelli che svolgono unattivit lavorativa fuori dalla comunit, sia quelli che lavorano
allinterno) versano i proventi del proprio lavoro in una cassa comune. In alcuni casi, la comunit provvede
alle spese generali (vitto, manutenzione, abitazioni, riscaldamento, auto, ecc.) e in pi assicura a ogni
membro una paga mensile, uguale per tutti, senza distinzione fra le mansioni svolte dentro o fuori dalla
comunit. Questa regola di basepresenta varianti pi o meno significative a seconda dei casi. Vi sono
ecovillaggi dove esite un sistema di retribuzione differenziato a seconda dellattivit svolta, ma poi vi un
sistema di tassazione che in qualche modo ridistribuisce la ricchezza, oppure vige un regime misto. Chi
lavora fuori, se lo desidera, pu versare il prorpio stipendio nella cassa comune (ma non obbligatorio),
esiste poi una cassa alimenti, formata dalle quote di ognuno (obbligatorie) per le spese generali (cibo,
consumi energetici ecc).
Lavoro
Alcuni membri lavorano allinterno (agricoltura, ospitalit, organizzazione di corsi e seminari, artigianato,
ecc.) altri svolgono professioni convenzionali fuori dalla comunit. Per i membri che lavorano al di fuori
della comunit le ore di lavoro sono quelle richieste dalla professione svolta, per i lavori allinterno della
comunit, in genere, la giornata lavorativa quella classica di otto ore.
La sensazione generale che nelle comunit limpegno lavorativo sia maggiore (scordatevi di lavorare dalle
8 alle 14 come accade per qualche impiego statale), ma vissuto in maniera pi gratificante, anche perch,
tra gli obiettivi di base degli ecovillaggi, c il proposito di vivere il lavoro come espressione della propria
creativit pi che come obbligo. Tant vero che in molte realt lo spazio del lavoro si confonde spesso
con quello del tempo libero, anche perch prima o poi ognuno riesce comunque a inventarsi unattivit
affine ai propri interessi. C poi tutta una serie di impegni che riguardano la gestione generale della
comunit (preparazione dei pasti, amministrazione, manutenzione o autocostruzione dei locali, attivit
sociali, ospitalit ecc.) che vengono ripartite in maniera paritaria tra tutti i membri e che spesso si
traducono in una riduzione del carico di lavoro individuale, basta pensare alleducazione dei bambini (in
genere tutti i membri della comunit se ne prendono cura e responsabilit) o alla preparazione dei pasti (in
genere comuni) o alla pulizia della casa. Anche la presenza di volontari contribuisce a ridurre il carico di
lavoro. Grazie alla maggiore organizzazione e alla condivisione di alcune mansioni, nelle realt pi
consolidate dal punto di vista economico, si cerca di aumentare gli spazi dedicati a viaggi, scambi di
ospitalit con altre comunit, arte e cultura. Ma anche in questo caso esiste una grande variet di
situazioni.
Governo
Nella maggior parte delle comunit le decisioni necessarie alla gestione della comunit vengono prese con il
metodo del consenso con riunioni settimanali. In genre nesuna decisione rilevante viene presa senza
lunanimit. Quando questo non avviene vi comunque un sistema di governo molto partecipato e
orizzontale che va oltre alla tradizionale dinamica maggioranza-minoranza.
Famiglia
Nelle comunit ritroviamo, in piccolo, unarticolazione affettiva abbastanza tradizionale: ci sono coppie e
singoli, con o senza bambini. In qualche modo la coppia o la famiglia continua ad essere un punto di
riferimento, ma viene vissuta con una maggiore apertura verso lesterno. Di diverso anche laiuto e il
sostegno che la coppia o il singolo genitore con bambini riceve dallintera comunit. Nella maggior parte dei
casi leducazione dei bambini affidata direttamente ai genitori. Nelle comunit pi piccole sono utilizzate

le strutture educative (scuole materne, elementari e superiori) esterne. Nelle realt pi numerose vi sono
esempi di scuole interne autogestite ispirate a modelli non competitivi e antiautoritari.
Affettivit e sessualit
La grande affettivit e familiarit tra i diversi membri certamente uno degli aspetti che pi attirano della
comunit. Nella stragrande maggioranza dei casi, la sessualit viene vissuta in modo privato allinterno della
coppia. Esistono dei tentativi molto avanzati (Zegg in Germania) di superare il limite della coppia, ma si
tratta di sperimentazioni sporadiche e poco diffuse.
Rapporto tra i sessi
Nella maggior parte delle comunit vige una completa parit tra i sessi a livello decisionale, di mansioni,
responsabilit e trattamento economico.
Spiritualit
Esistono ecovillaggi caratterizzati da un preciso orientamento spirituale-esoterico con un proprio credo,
rituali e cerimonie (negli Stati Uniti sono numerose le comunit di fondamentalisti cattolici); ecovillaggi laici
che rifiutano qualsiasi ritualit di gruppo, dove per ognuno libero di praticare il proprio cammino
spirituale; ecovillaggi che pur non rifacendosi a nessun specifico sistema di credenza conservano spazi
rituali collettivi.
Per saperne di pi
Informazioni sulla Rete italiana dei villaggi ecologici (Rive) si possono richiedere a: La Comune di Bagnaia,
loc. Ancaiano, 53018 Sovicille (Si). Tel/fax 0577.311014 (ore pasti) , e alla redazione di Aam Terra Nuova,
Via Ponte di Mezzo 1, 50127 Firenze. Tel. 055.3215729 (ore ufficio, chiedere di Mimmo Tringale)

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